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ANATOMIA
L’anatomia studia la morfologia e la struttura del corpo umano con l’obiettivo di
stabilire l’origine, la forma, la posizione, la misura e la relazione tra le varie parti
che compongono l’organismo. e le sue parti macro e micro -scopiche.
● SISTEMATICA
studio degli organi per apparati/sistemi. e analogie funzionali
● REGIONALE/ TOPOGRAFICA
identifica macroregioni nel corpo. ma si puo andare + nel dettaglio all’interno degli
organi
● MACRO
forma dimensione consistenza. morfologicamente identificabili. elelmenti che
formano l’organo
● MICRO
struttura ←> funzione. strettamente correlanta alla funzione e fisionomia
(arg di ana II e III risprese in fisiologia) legata a citologia e studio dei tessuti
(istologia)
- miologia
- osteologia = studio delle ossa
- artrologia
- cardio-angiologia = studio del cuore e del sistema vascolare
- splanclologia= studio dei visceri. Organi all’interno delle cavità corporee
sistema digerente, respiratorio, urinario, genitale, endocrino.
TERMINOLOGIA
● POSIZIONE
- BASE/ORTOSTATICA: posizione ERETTA IN PIEDI
- CLINOSTATICA: DISTESSO A LETTO (sia supino sia prono)
● ORIENTAMENTO STATICO: POSIZIONE STATICA
il corpo umano è regolato da una simmetria BILATERALE. La quale ha come
differenze, esterne: sx diversa da dx; interne: gli organi sono disposti in maniera
irregolare
MEDIALI / LATERALI:
● mediali= + vicino all’asse longitudinale
● laterali= + lontano all’asse longitudinale
TERMINI DI MOVIMENTO
semplici
● flessione - estensione → movimento sull’ asse trasversale = avanti o indietro
rispetto al piano frontale
- flessione: movimento che si allontana dal piano frontale verso l’avanti
- estensione: movimento che si allontana dal piano frontale verso indietro
● anteposizione/protusione(ATM) - retroposizione/retrazione(ATM)
● elevazione/inalzamento o abbasamento
● escursione laterale (ATM)
movimenti della gamba
viene coinvolta l’articolazione del ginocchio
il ginocchio in flessione permetto una rotazione esterna della gamba(abduzione) o
interna(adduzione)
i muscoli determinati flessori della gamba sono dietro e gli estensori sulla parte
superiore
movimento del piede
coinvolta l’articolazione tibio-tarsale
LINEE E PUNTI
punti di repere= facilmente individuabili sulla superficie del corpo, rilevamente
ossi palpabili, che servono come “linee guida”
questi punti vengono utilizzati per tracciare linne orrizontali e verticali che sono
superficiali sulla pelle
ORIZZONTALI
● incisura giugolare= margine superiore del manubrio esternale e denomina
l’articolazione manubrio esternale e la clavicola. corrisponde alla 2 vertebra
toracica
● linea traspilorica
● angolo esternale (louis) angolo complesso tra manubrio e corpo sterno
corrisponde all’articolazione dell’a 2 cartilaggine costale e al disco
inervertrebrale tra 4 e 5 vert
● arco costale: confine inferiore del torace: cartilaggini della 7 e 10 costa
● cicatrice ombelicale: sia sagitale che trasversale
● spina illiache anteriori superiori:
● linee bisiliaco: punto dove si appende la cintura
● tubercoli: regione pubica → linne tubercolari
VERTICALI
● linee parasternale
● linee alfopubiche
● emiclaveare= parte dall intercetta il capezzolo e il tubercolo pubico
●
OSSA
● lunghe
gli unici che hanno un canale midollare che pero non ha funzione emopoliedica
● piatte
le ossa temporali della scatola cranica, che sono formate da 2 “strati”
● corte
● irregolari
STERNO
l’astuccio che contiene la parte trabecolare è sottile da cui si puo prendere il
midollo per esami, ma no per donare
Sezioni
❖ epifisi= sezione finale delle ossa lunghe
❖ metafisi= parte tra epifisi e diafisi in cui avviene l’allungamento dell’osso
❖ diafisi= sezione mediana e + grande (quasi tutta l’entità) delle ossa lunghe
accrescimento dell’osso
al termine dell’accescimento, la piastra di accrescimento=linea epifisaria, viene poi
inclusa nell’epifisi
pneumatizzazione delle ossa
capacità delle ossa di creare cavità che contengono aria → seni paranasali= cavità
cave nelle ossa che circondado le cavità nasali e che comunicano con essa, e da cui
prendono il nome:
● seni frontali
● seni sfenoidali
● seni mascellari
● seni etmoidali
SPORGENZE terminologie
ARTICOLARI:
troclea= forma cilindroide, spesso traverso rispetto all’asse principale del segm
osseo
testa= soprattutto a livello di femore e omero
NON ARTICOLARI
tuberosità/tubercolo= sporgenze rotondeggianti e meno prominenti (es:
tuberosità tibiale o tubercolo omerale)
spine= processi particolarmente sottili e appuntite
processo/apofisi= vertebre
cresta= lineare
linea= lineare
epicondili= se sono in corrispondenza di condili
RIENTRANZE terminologia
ARTICOLARI
fossa= ovalare anca che accetta il femore
acetabolo
NON ARTICOLARI
linee
solchi e docce
fosse
APERTURE terminologie
forame o fori= apertura passano vasi, nervi, entrano in profondità
canale
seni
ARTICOLAZIONI
dispositivi giunzionali che riuniscono le ossa .
si dividono in:
● mobili/diartrosi: articolazioni per contiguità
sono discontinue, ed è presente capsula articolare che delimita una cavità
articolare (contiene liquido sinoviale: princi componimenti: acido ialuronico,
proteine[immunoglobuline, albumine], glucosio, cell come sinoviociti, macrofaci,
linfociti, granulociti)organizzata in uno strato fibroso e in uno sinoviale → si trovano
nei legamenti di rinforzo.
diartrosi
le superficie articolari sono ricoperte da un tessuto di funzione scheletrica di
cartilagine formato da ialina.
non viene vascolarizzata
IN ALCUNE ART, ci sono amche formazioni fibrose : labbri, cercini, menischi,
dischi
dischi: sepimento fibroso che separa la cavità articolare
menisco: disco articolare incompleto.
liquido sinoviale
princi componimenti:
acido ialuronico, proteine[immunoglobuline, albumine], glucosio, cell come
sinoviociti, macrofaci, linfociti, granulociti
FUNZIONI:
trofica nei confronti della cartilagini art,
lubrifica= superf artico
ammortizza= carici subiti dalle art
borse
sono dilatazione dello spazio sinoviale che è ancora in comunicazione ad esso o
puo ancheessere indipendente,
servono a lubrificare il tessuto muscolare
ginocchio-diverse
tra le superficie muscolari-tendinee e le ossasi suddivino dipendendo dalla loro
forma:
● artrodie
i capi articolari sono piatti, permette un movimento di scivolamento. no
movimento angolari
art sacro-illiaca
● enartrosi
. le superfici art hanno forma cilindrica. movimento piuttosto amplio, quindi su
tutti i piani
● condiloartrosi
presente i condili(struttura a forma ellisolidale pieno condi e l’altro cavo
glenoidale). > capacità di movimento su 2 piani
● articolazioni a sella
le superfici sono biassiali ,: movimetno su 2 piani ma con + capacità di movimento
● ginglimi
forma di un cilindo cavo e uno peino che è straversale rispretto l’ossa preso in
considerazione
si dividono in
ginglimo angolare/troclea che è trasversa all’ossa a cui e collegata
ginglimo laterale/trocoide le superfici art sono un segme di cilindro uno pieno e
uno cavo, l’asse del cilindro è parallelo all’asse maggiore dell’osso. movimento
rotatorio
radio-ulnare prossimale e distale
sinartrosi
i due capi ossei sono uniti da tessuto connettivo che si interpone tra loro e
condividono lo stesso periostio, che non viene interrotto nel passaggio da un osso
all’altro; tali articolazioni sono poco mobili, infatti il loro scopo principale è la
stabilizzazione dello scheletro unendo le ossa.
si distinguino dal tipo di connettivo disposto tra i capi arti:
● fibrose
sindesmosi:
↳ tra cui gonfosi (alveloo-dente) ed ha + tessuto fibroso rispeto alle suture
suture: la quantita di tessuto fibroso limitato, -dentata(fronto-parietale),
armonica,(naso) squamosa, incastro permettono la crescita in volume del cranio, e
per dare elesticità al cranio e quindi una maggiore resistenza
● cartilaginee —> va in contro a ossificazione
sincondrosi/primari: si trovano al posto di quelle che diventerano poi ossa (anca,
scatola cranica)
sinfisi/secondari: presentano un disco fibrocartilagineo , interposto tra 2 estremità
osse ricoperte da cartilagine articolare.
MUSCOLI SCHELETRICI
è striato ed è formato da fibre muscolari che si raccolgono in fascicoli.
si distingue:
● parte carnosaventri= quella contrattile,
● parte tendinne= di connesione con l’osso: tendini, aponeurosi.
e si distinguonio in pase alla loro posizione:
● superficiali/pellicai/mimici
hanno almeno 1 dei punti di attacco nel derma e la loro contrazione mupve la
cute(soprattutto nel viso, per quello si chiamano anche mimici, collo , palmo della
mano, testa)
● profondi/sottofasciali
sotto la fascia superficiale.
origini e inserzioni
origini= capo che rimane fermo durante il movimento, possiamo avere numerosi
capi di origine e terminali
inserzioni= il capo che si muove durante il movimento
brachiale= capo di origine: omero, capo terminale: ulna
Nelle arti, l’origine corrisponde al capo prossimale e l’inserzione al capo distale.
nel dorso= l’origine è caudalmente rispetto alla sua inserzione
ventrale= l’origine è cranialmente rispetto alla sua inserzione.
Alcuni muscoli si mettona a cavalo su 1 unica articolazione.
altre lavorano anche su 2 o + articolazioni : braciale: art.. omero, gomito
entesi
la giunzione tra l’osso e il tendine o legamento
giunzione osteo-tendinea/legamentosa,
classificazione
❖ in base ai rapporti muscolo-tendinei: fibre parellele, fibreo oblique:
❖ in base al numero di ventri disposizione in serie o paralleo:
bicipiti digastrici poligastrici
↓ ↓ ↓
in parallelo in serie in serie
❖ seconda della forma
lunghi larghi orbicolari
↓ ↓ ↓
arti torso intorno bocca, occhi; no sfinteri caratterizati .
da un tono muscolare maggiore
SCHELETRO ASSILE
cranio
neurocranio:
occipitale, parietale, temporale
mascelare, sfenoide
splancnocranio:
mandibola, vomere, lacrimali,
punti craniometrici
inion= palpabile
nasion(radice)
glabella= superiormente tra le sopracciglia
euryon= punto debole edl cranio
MANDIBOLA
articolazione temporo-mandibolare
VERTEBRE
lordosi cervicale e lombare, cifosi dorsale(dato da un minor spessore dei dischi
intervertrebali),
è formata da 2 struttura il corpo e l'arco.
composizione dell’arco vertebrale in:
Dischi intervertrebrali
aiutano l’articolazione tra loro delle vertebre. Eseenziali per la elasticitàdella
colonna.
Sono formati da una parte + centrale=nucleo polposo, che è la parte + idratata, e
una parte + periferica, a forma di anello di natua fibrosa.
- nucleo polposo,
La natura stessa della struttura ci dice come eaasa si capace.
Durante le continua pressioni tendono a far sparire lela parte polposa, ma duante
la notte questa vine ridrata e quindi torna normale, ma questa capacita va via a via
scemando.
Possibili sono anche le erniazione del nucleo centrale, il quale viene fuori da una
fessura dell’arco, possono essetre inoquoe ma possono anche degenerare o essere
pericolose in partenza.
tra vertebra e disco si interpone una struttura cartilaginea chimata placca
vertebrale.
Essi vanno via a via crescendo di altezza attraverso le categorie di vertebre, ma
nella parte cervicale che effenivamente è la + bassa, ma ha il cotributo totale
maggiore rispetto alle altre tipologie, infatti la porzione cervicale è la + mobile.
Complessi Articolari e Legamenti
ci sono articolazioni tra i corpi vertebrali(sinfisi)
articolazioni tra le faccette articolari (artrodia)
articolazioni uno-vertrebali(puo sinoviale, ma lui artrodia)=alcune vertrebe
cervicali presentano la, e tra i processi unco e la parte posteriore della vert.
legamenti
● alcuni percorrono tutta la colonna:
- legamento longitudinale anteriore e posteriore(leggermente + stretto), si
dispongono davanti e dietro ai corpi vertrebrali
- sovraspinoso= si appogia sui processi spinosi, nella parte + posteriore, ma
nella parte cervicale (dalla C7) forma una sorta di ventaglio, ossia si apre e
prende il nome di legamento nucale e arriva fino alla — occipitale esterna
legamento nucaleha una parte profonda rafe —
● alcuni disposti tra le vertrebe(quelle mobili)
- gialli= si dispongono tra le lamine (porzione + posteriore dell’arco vertebrale
) vanno ad aiutare a chiudere il canale vertebrale
- interspinosi= tra i processi spinosi, parte + esterna
- intertrasversari= tra i processi trasversali
cervicali
atlante:
1 vertebra cervicale, si articola con i condili dell’occipitale, permette flessione ed
esternsione della testa, manca di corpo, costituita da 2 archi e 2 masse apofisarie,
da cui originano le faccette articolari, e mancano quindi del processo spinoso
epistrofeo/asse:
seconda vertebra cervicale, con cui l’atlante si articola sotto(articolazione
atlo-occipitale).
Ha una sporgenza definita dente o processo epistrofeo, la faccia anterio di questo
processo si deve articolare co la faccetta della prima vertebra nel suo arco
anteriore. permette la rotazione della testa.
ARTICOLAZIONE ATLO-ASSIALE MEDIANA: ginglimo laterale,favorisce movimenti
di rotazione → 45° di rotazione in entrambe le direzioni.
: si dispongono lateralmente rispetto al lato assiale laterale, classiche articolazione
tra vertebre e vertrebe e dischi intervertrebali, articolazioni sinnavrosie
Toraciche
il corpo è posto + anterioremente rispetto alle masse ipofisarie.(processi trasversi,
+ posteriori).
Le masse ipofisarie hanno processi anteriori , posterioprei e laterali.
Una caratteristica è l’articolazione con le coste, favorita dalla presenza di altre
superfici articolari, che si trovano nella parte postero-laterale del corpo e sul
processo traverso. Dove la testa della costa, generalmente non si articola con un
unico corpo, ma tra i corpi di 2 vertebre diverse, l’eccezione è l’ultima vertreba
toracica, che presenta una .
Lombari
la disposisizione corpo-masse ipofisarie è simile,dove il corpo è particolarmente
ampio, come tutta la vertreba in generale, presenta dei processi aggiuntivi oltre a
quelli trasversi, ossia quelli Costiformi=che idealmente dovrebbero riprendere la
forma della costa, anche processi mammillari= posteriore rispetto al costifore,
vicino alla facetta articolare posteriore, sopra
accessori= posteriore rispetto al costifore, radice del processo spinoso, sotto
In caso di ignezioni , si va a cercare di farla da L2 in sotto , per essere sicuiri di non
perforare il midollo
Sacro
costituito da 5 vertebre fuse(questo tra i 25-30 anni). co nforma vagamente di
piramide rovesciata, dove si identificano i residui dei dischi intervretrebali, dove
trasversalmente si possono individuare i fori intervertebrali che sono presenti sia
anteriormente che posteriormente da dove passano i nervi sacrali. A livello della
prima vertreba sacrale si svillupa una superficie articolare piutosta ampia
chiamata faccia auricolare con cui si articola con l’anca.
La parte superiore del sacro è sporto verso davanti e per questo viene chiamato
promontorio sacrale, dove le 2 porzioni(lombare-sacrale) hanno in clinazione
diverse.
Sulla parte superiore dalla parte posteriore, sono presenti e visibili le faccette
articolari della prima vertebra che le permette di articolare con la 5 lombare.
I processi spinosi che hanno forma simile a quelle lombare, vanno a formare una
cresta mediala e laterale(mediana leggermente + accentuata).
Il canale vertrebrale continua anche nel sacro, evidente nella parte posteriore la
sua entranta. Il canale sacrale non è completamente chiuso dall’osso, infatti le
ultime 2 che lasciano uno iato sacrale, che viene poi chiuso con i l cogigee.
Cogigee
si articola con il sacro con la sinfisi, formato dalla fusione da 4-5 anche 3 vertebre
TORACE
formato dalla parete toracica e dalla cavitàtoracica.
lo scheletro della parete è formato dalla gabbia toracica:
gabbia
lateramente ci sono le coste che posterioremente si articolano con le vertrebe
toraciche(dorsali) e anterioremente dallo sterno. Le diverse articolazione insieme
ai muscoli, le donano la capacità di aumentare e dimunuire il suo volume, in
particolare del diametro la, saggitale e trasversale.
tra polmoni e coste e presente la fascia endotoracicab
processi articolari
● articolazione costo-vertebrale propriamente detta= tr a testa delle coste e
corpo delle vertebre, artrodia doppia (diartrosi= cavità )
LEGAMENTO INTRE-ARTICOLARE=legamento allinterno della capsula
● articolazio costo-trasversa= artrodia → scivolamento.
una serie di legamenti
● articolazione costo-condiali= tra la porzione ossa costale e quella
cartilaginea
● articolazioni intercondrali= tra 8-9 e 10 paio, fasci fibrosi,
sindesmosi(sinaltrosi)
● articoalzione sterno-costale= parti cartilaginea della costa con il manubrio
dello sterno, artrodie(dinaltrosi= cavita sinoviale), legamenti raggiati
(corpo)
● articolazione manubrio- sternale= sinfisi che poi nell’adulto diventà
sinoltrosi
sterno
osso impari, mediano che lateralmente presenta delle incisure costali. Puo essere
suddiviso in e zone, da un aparte superiore chiamata manubrio, una mediana
chiamata corpo e una inferiore chiamata xifoideo, le incisure costali su cui il corpo
e il processo xifoideo si articolano.
L’articolazione tra manubrio e corpo forma un angolo ottuso chiamato angolo di
Louis.
Il primo paio di coste si articolano con il manubrio, il secondo paio a livello
del’angolo (tra manubrio e corpo) mentre le altre fino alla 7 lungo il corpo,
è presente ance una incisura
coste
Ossa nastriformi, ma generalmente sono ossa piatte. hanno una parte oseea e una
cartilagine, l’ultima si mette in rapporto con lo sterno , poi verso l’8 la parte
cartilaginea fa in rapporto con la parte cartilaginea delle costre sovrastanti, questa
parte va a cadere nelle regioni chiamato ipocondrii.
Le ultime 2 paie, si articolano solo posteriormente con la colonna, avendo + libertà
di movimento , e presentano un apice con struttura cartilaginea.
Presentano posteriormente una parte + dilatata(testa) che prendere posto con le
vertrebere(tra i corpi), poi una parte chiamata corpo (che ha 2 facce una esterna
rivolata verso l’alto e una mediale)(sul suo marcine inferiore è presente un solco
dove prendono posto nervi e vasi), che segue la testa, è un sporergenza chiamata
tuberoclo costale che si connette con il processo trasverso.
La parte cartilagine a delle coste va a articolarsi con lo stesso, nelle prime paia si
puo definire una sincondrosi, quindi - movimento, fino al 7 paio artrodia(diatrosi)
1° paio
si appogiano delle strutture vascolari(vasi subclavii) che vanno a formare dei
solchi. e alcune strutture muscolari(scaleni, in oarticolare quello anteriore).
1°a= si tocca con la clavicola,
Le ultime 2
rapporto articolari con un singolo corpo, e nessuno con il processso trasverso
POLMONE
Sistema Linfatico
Il sistema linfatico polmonare è sistematico:
Linfonodi bronco polomanari/ilari.
LInfonodi intrapolmanari/lobari= sono nella parte di orgine dei Lobi →
convergerano in modo tale che la linfa venga riversata nei broncopolmonari ilari, e
da lì deve viaggiare altrove ossia il dotto toragico, ma prima di fare questo traggito
devono sversare in una struttura chiamata tracheobronchiale superiore e
inferiore. Dove la linfa che proviene dai tracheobronchiali inferiori di dx e sx e dai
tracheobronchiale di destra verrànno sversati a destra, mentra il
tracheobronchiale superiore di sx a sx.
>Il collegamentotra broncomediastini e paratracheari rende possibile il
trasferimento della linfa nel lato opposto, questo pottrebe essere anche una
modalità di passagio di cellule mediastiche da un lato affetto ad uno sano.
tubercolosi= sta tornando, come tante altre malattie polmonari.
Sul perimetro dell’Ilio possiamo apprezare un leggero rilievo chiamato
Mesopneumonio, L’ilio tende a scendere a diventare il legametno polmonare.
La superificie mediastinica:
DX
- superiormente:
curva, creata dal rapporto tra e la vena asi
imponta esofagea
tra il solco brachio e quella esofagea si trova quella tracheare
imponta legata alla vena braciocefalica. Vicino a cui si trava l’imporonta della prima
costa.
Imponta che si uniche alla brancio che è quello della vena cava superiore.
Altra impronta leggermente ,meno evidente che poi continua nella parte
posteriore dove acquisiche + forma è quella esofagea.
Verso sinistra c’è una impronta cardiaca, che accoglie appunto una parte della
parte atriale, questa impronta è pero - visibile rispetto a sx.
Il solco del Nervo vago che è posteriore all’ileo, appunto xkè passa lì, e cede della
fibre per creare il nervo riccorente
nervi frenici anteriori all’ileo.
Vene polmonari postero infeiore
- posterore superiore
arterie polmonarie
SX
- ANteriore superiore
Solco dell’ arteria succlavia
Impronta diafframatica
Malattie
BPCO(bronco/pneumo/patia cronica ostruttiva)
molto frequente, somma di 2 patologie Brocite Cronica e Enfisema , quindi di uno
stato continuo di infiammazione persistente che comporta una alterazione dei tessuti
e della mucosa che diventa sempre + spessa e aumenta la produzione di muco E al
quadro generico della bronchite croniche aggiungiamo il carattere di una malattia
rallentepatosa, ossia che affetta solo gli alveoli, che iniziano a dilatarsi perdendo la
loro capacità respiratoria.
L’issieme di questi 2 quadri patologici comporta uno stato di
insufficienza respiratoria e uno dispnoico(respirazione faticosa).
Il toreca assume una forma così detta a Botte, nel tentativo di
compensare l’incapacità respiratoria da cui poi si urigine una
insufficenza, aumentando la capacità respiratoria attraverso l’apparato muscolo
scheletrico, che nel tempo crea questa deformazione.
Enfisema:
cronica, progressiva, dilatazione alveolare e conseguente distruzione della superfici di
scambio,
Fattori di Rischio: fumo, Sostanze tossi
Eziologia: fumo, inquinanti
Sintomi: associato a bronchite cronica, dispnea progressiva, tosse, espettorato non
costante
Diagnosi: RX, spirometria, emogasanalisi, Clinica
Terapia: Antibiotici, Fisioterapia respiraotria, Espettorati.
controllo nervoso della respirazione
La respirazione dipende da elementi muscolo scheletrici che vengono mossi dal
Sistema nervoso centrale, quindi automatica. Una Parte del sistema di regolazione
si trova nel ponte () e in parte nel bulbo.
Uno si chiama Centro Pneumotassico e l’altro Apneustico
Centro Pneumotassico(ponte): controla l’alternanza della inspirazione e
espirazione e la comunica al secondo nucleo che è colegato hai centri del ritmo del
respiro
Centro Apneustico(ponte): stimola il gruppo
dorsale del centro del respiro. Qui possono essere presenti delle cellule pacemaker,
capacità di depolarizzarsi e creare un ritmo continuo.
Quindi riceve il segnale dal Pneumotassico, e li invia hai gruppi respiratori
dorsale(sempre in funzione, efetto a lungo termine ) e ventrale(entra in funzione
con respirazione forzata, a breve termine).
Centro del respiro (midollo allungato): si divide in un gruppo ventrale e uno
dorsale. Ci sono differenze nell'attivazione: la parte dorsale funziona sempre,
controlla diaframma e muscoli intercostali esterni, mentre il gruppo ventrale di
solito è silente, ma può intervenire in caso di respirazione forzata, gestendo la
profondità degli atti respiratori sulla base dell'attività svolta dall’organismo
lavorando sui muscoli accessori.
Riflessi respiratori
● meccanocettori: quelli aortici o carotidei(Barocettori) sono sensibili anche alle
minime variazioni di pressione arteriosa: se c’è una diminuzione di quest’ultima si
assiste ad un aumento della frequenza respiratoria o viceversa. Per stimolazione o
inibizione dei centri respiratori da parte dei n. IX e X
● tensocettori: riflesso di Hering-Breuer, a opera della componente parasimpatica
del vago sensitivo viscerale, il quale permette al polmone di evitare una
sottoespansione o una sovraespansione.
● chemocettori: I centri respiratori sono fortemente influenzati dai chemiocettori
periferici sensibili alla Po2 e al pH (nei giomi carotidei e nell’arco aortico) riflessi che
misurano le pressioni parziali di ossigeno, anidride carbonica e il pH, determinano
un’alterazione della frequenza e della profondità del respiro, in modo tale da
garantire la giusta ossigenazione ai tessuti. Gli stimoli provenienti dal seno
carotideo sono mediati dal nervo glossofaringeo, quelli derivati dall’arco aortico dal
nervo vago. L’uomo è più sensibile a piccole variazioni di anidride carbonica
rispetto a quelle grandi di ossigeno. Infatti possiamo vivere in luoghi poveri di
ossigeno ma no dove sono presenti anche minimi livelli di CO2 in +.
- Passando da una pressione parziale di ossigeno di 100 mmHg a una di 60
mmHg, la ventilazione resta uguale,
- mentre se scende ulteriormente a 40 mmHg(- della mettà) la ventilazione
aumenta di 0,5 volte (si può sopravvivere in situazioni in cui c’è carenza di
ossigeno).
- Non si può invece, vivere in ambienti ricchi di anidride carbonica: variazioni
minime (da 40 a 50 mmHg) moltiplicano la ventilazione di 4 volte. Una
situazione peggiore si verifica in caso di monossido di carbonio, più tossico
per l’uomo.
● recettori a livello bulbare (midollo allungato): sono elementi recettoriali di tipo
chimico che regolano la concentrazione di anidride carbonica e del pH
esclusivamente a livello del liquor (liquido cerebrospinale).
● riflessi protettivi: → Apnea, interrompono la respirazione se se ci si trova ad
interfacciarsi con agenti pericolosi (ammoniaca). Questo effetto è alla base del
riflesso dell’apnea automatica, grazie a cui viene bloccata la fase respiratoria per
evitare che elementi chimici irritanti invadano i polmoni. Ma che vengono superati
dall’automatismo della respirazione
NERVO VAGO
Nervo misto dove ha una parte sentitiva e una motoria, con origine multipla ha 4
nuclei, con 2 nuclei motori(1°o ambiguo) e 2 sensitivi.
● nucleo dorsale (più mediale): è un nucleo motorio viscerale, si occupa di cuore,
esofago e organi toraco-addominali in generale.
● nucleo ambiguo: è disposto lateralmente al precedente=viscerale, è motorio e
fornisce fibre alla componente muscolare dei muscoli elevatori del palato, del
costrittore faringeo o dei muscoli della fonazione e della deglutizione.
● nucleo solitario: è un sistema sensitivo profondo (viscerale), è diviso in due
porzioni, ovvero medialmente è presente il nucleo del tratto gustativo, il quale
riceve stimoli dalla faringe e dall’epiglottide; l'altro tratto solitario propriamente
detto, li riceve da faringe, trachea, esofago, glomo, seno carotideo e tutti gli altri
organi toraco-addominali in generale.
● nucleo spinale del nervo trigemino: è superficiale e sensitivo, innerva faringe,
laringe, meato acustico esterno e padiglione auricolare. Questo è un nervo
tipicamente facciale. I suoi elementi sensoriali passano per il ganglio inferiore del
vago (componente sensitiva profonda), mentre per il ganglio superiore passano
per la componente superficiale.
Innerva 4 regioni:
- Craniale:
esce da craniale e va nell cervicale dove lo innerva. Il decorso cranio-cervicale è
uguale a DX e SX, fuoriesce dalla scatola cranica attraverso il foro giugulare, avvolto
da una guaina aracno-durale(quindi un pezzo delle nostre meningi).
Poi esso si porta davanti al nervo glossofaringeo e si posiziona nel solco costituito
dalla giugulare interna e dalla carotide interna, continuando la sua corsa fino al
margine superiore della cartilagine tiroidea (situata tra C4 e C5). Successivamente
decorre tra la giugulare e la carotide comune (dato che a questo livello le carotidi
sono unite) fino alla base del collo. Da questo punto in poi è utile fare una istinzione
tra il decorso del vago destro e sinistro.
SX:
Il Vago sinistro entra nel torace dietro e a sinistra della carotide comune, incontra
la succlavia sinistra nella parte posteriore, scende posizionandosi davanti all’arco
aortico e, nella porzione inferiore di quest’ultimo, emette il nervo ricorrente. In
seguito passa posteriormente al peduncolo polmonare di sinistra e da questo
punto in poi il decorso è simile a quello di destra. Si assiste anche qui alla
commistione con i rami simpatici provenienti dai gangli che vanno dal secondo al
quinto/sesto, per formare così il plesso polmonare posteriore. Quello anteriore,
invece, è costituito da rami vagali e rami del simpatico provenienti dal plesso
cardiaco. Il vago SX si posiziona poi anteriormente all’esofago, creando il plesso
esofageo, fino ad arrivare al tratto in cui scambia fibre con la componente del vago
di destra
- Toracico/addominale:
NERVO FRENICO
Nervo misto: motoria e sensitiva.
Origine: a livello cervicale tra C3 e C5, anche se la maggior parte del contributo
fibroso proviene da C4.
Esiste una possibilità che a livello di C5 si venga a creare un nuovo nervo frenico,
ovvero quello accessorio ( ciò può esserci o non esserci). Questo è un ramo diretto
verso il muscolo succlavio, quindi è poco importante dal punto di vista respiratorio.
Decorre lateralmente al frenico principale e dietro all’arteria succlavia, anche se a
volte può passarci anteriormente, e poi si unisce con la componente nervosa della
prima costa o di quella a livello dell’ilo polmonare. La componente motoria del nervo
frenico è fondamentale per il funzionamento del diaframma, mentre le fibre
sensitive sono importanti per la pleura mediastinica, il peritoneo parietale e il
pericardio. Il peritoneo parietale avvolge il fegato e la colecisti ed è il motivo per cui
ci può essere dolore riferito, causato da patologie di quest’ultime, a livello della
spalla. Destinazione: il nervo frenico termina nel pericardio, nella pleura, nel
peritoneo o più in profondità nel muscolo diaframmatico.
CUORE
struttura
elemento membranaceo grigiastro molto vascolarizzato che costituisce la sacca
pericardica, che avvolge e contiene il cuore (grazie alle incisioni del disegnatore si
intravede una piccola parte del muscolo cardiaco Vedi Figura 2). Il pericardio,
similmente alla pleura, è composto da un foglietto sieroso detto viscerale che
avvolge la superficie esterna del cuore, in modo estremamente intimo, che alla
base si riflette su sé stesso per riavvolgere un’altra volta la componente cardiaca,
andando a formare il pericardio detto parietale. Possiamo ancora identificare gli
aspetti di pericardio parietale e pericardio viscerale, poichè soprattutto nella parte
più esterna del pericardio parietale troviamo un’ulteriore stratificazione, che di
fatto può essere considerata un tutt’uno con l’elemento parietale, chiamata
pericardio fibroso. Questo significa che la componente tissutale che costituisce
questa parte di pericardio è impregnata anche da elementi tissutali fibrosi. Questo
è un tipo di tessuto che garantisce una certa elasticità e dunque non impedisce
quelli che sono i movimenti cardiaci, ma possiede una capacità espansiva limitata
(nel senso che non è in grado di espandersi a dismisura). Eventualmente, in
condizioni particolari, lo stesso pericardio viene coinvolto in uno stato
infiammatorio, come nel caso della pericardite, o a traumatismi che causano
lesioni al cuore e provocano la fuoriuscita di liquidi come il sangue, che va ad
inserirsi nella cavità (come nel caso della pleurite) formatasi tra i due foglietti,
detta pericardica. Tale cavità pericardica è occupata normalmente da un film
lipidico che permette lo scorrimento reciproco tra i due foglietti, consentendo il
movimento cardiaco e impedendo la creazione di un attrito che impedisca tale
movimento;
scheletro cardiaco
Crea il punto di impianto dei sistemi valvolari e contribuisce alla regolazione della
contrazione atriale e ventricolare. Si osservano infatti due grossi anelli che altro
non sono che la base di impianto delle rispettive valvole atrioventricolari. Lo
scheletro si trova infatti posizionato nell’interfaccia tra atrio e ventricolo. Questi
due grossi anelli ci permettono di creare dunque una base di impianto per i lembi
valvolari (anello fibroso dell’orifizio atrioventricolare sinistro per la mitralica,
anello fibrosondell’orifizio atrioventricolare destro per la tricuspide).
a
m t
La parte apicale è la punta del cuore e si trova nello spazio intercostale 5 a cir 8-9
cm da piano mediano, ed è la proiezzione dell ventricolo sinistro in cui il massimo
battito vine chiamato l’iitto della punta da dove si percepisce il tono mitralico,
cuore DX
atrio
SULLA SUPERFICIE CAVA
valvola di Tebesio= tessuto cribrosa, che non è canulabile(difficile farci passare in
mezzo un catetere) ha funzione di evitare il reflusso ,che si crea dovuta alla
pressione durante la sistole atriale. posto tra la valvola della VCI e il seno
coronarico,
Fossa Ovale= testimonianza del foro di botano/dotto embrionale
VERSO LA VENA CAVA INFERIORE
valvola della v. cava Inferiore/ valvola di Eustacchio= lembo che testimonia
PARTE ANTERIORE DEL ATRIO
appare molto rugoso, dovuto a filamenti muscolari intrecciati chiamati Muscoli
Pettinati.
La zona di confine tra la parte liscia e quella rugosa, è delimitata da un rilievo
chiamata Cresta Terminale, Essa ha un ruolo importante nel fenomeno della
contrazione, in particolare nel sistema di conduzione.
Triangolo di Koch: nell’atrio destro nella regione del setto interatriale ha come
base l’orifizio del senocoronarico e come lati il tendine di Todaro/valvola di Tebesio,
e il lembo settale
della tricuspide. Il vertice corrisponde al nodo seno-atriale.
Auricola=
ventricolo
VALVOLA POLMONARE=
Cuore SX
Atrio
ampia superficie liscia e sottile e una picoola superficie rugosa in corispondenza
della auricola di SX,
orifizi= 4 valvole polmonari: 2 superiori e 2 inferiori; Atrioventricolare(AV): valvola
Bicuspide/Mitralica
setto interatriale
Valvole
Valvola aortica e polmonare:
Esse sono molto simili tra loro e insistono nell’interfaccia tra muscolatura cardiaca
e il vaso. Osserviamo ora la valvola aortica, prestando attenzione alle
caratteristiche di questi gruppi valvolari.
Ciascuna valvola è caratterizzata da 3 elementi:
● Forma: a nido di rondine
● Lunula: sorta di ispessimento del bordo superiore della valvola
● Nodulo: si trova nella parte centrale della valvola
Valvola ATRIOVENTRICOLARE:
Atrioventricolare di DX= tricuspide: cuspide posteriore, settale, anteriore
atrioventricolare di SX= mitrale, bicuspide: cuspide posteriore, anteriore
le Corde Tendine sono solidali con i muscoli pappilari che a loro volta sono legati a
quello miocardico, e dall’altro lato con la valvola
Infatti se si contrare la muscolatura ventricolare si contrae anche la muscolatura
papilare si contrae e si chiudono le valvole,(contrazione muscolare= chiusura,
rilassamento)
Malattie
ARITMIE= malattie che vanno a inficiare le auricolae, e vanno a modificale la
contrazione degli atri o ventricoli come fibrilazione atriale: non è mortale
immediatamente. Fibrilazione Vetricolare=
ventricolo
Rispetto al VD presenta trabecole carnee più piccole, sottili e numerose, una cavità
conica più estesa e propriamente conica e muscoli papillari anteriore e posteriore
(qui solo 2 gruppi) più grandi rispetto al VD.
VALVOLA AORTICA:
La valvola aortica viene caratterizzata, rispetto alla polmonare, da due piccoli fori (a
sx e dx) che sono i punti di nascita delle due arterie coronarie (sx e dx).
VALVOLA POLMONARE:
Funzionamento valvolare
Prima di focalizzarsi sul funzionamento stesso delle valvole è bene avere presente
il percorso del sangue, in modo schematico, durante l’alternarsi di fasi diastoliche e
sistoliche.
In modo schematico:
● Fase di pre-sistole atriale: l’atrio è in fase di riempimento, la valvola
atrioventricolare è aperta, il ventricolo è rilassato, la valvola semilunare è chiusa
● Sistole atriale: l’atrio si contrae e spinge il sangue nel ventricolo
rilassato(riempimento ventricolare completato), la valvola atrioventricolare è
aperta, la valvola semilunare è chiusa
● Sistole ventricolare isotonica: l’atrio è in diastole e si riempie, la valvola
atrioventricolare è chiusa, il ventricolo si contrae ed eietta sangue, la valvola
semilunare è aperta.
SOFFIO
rumori generati da moti vorticosi, di durata superiore rispetto a quella di toni e
rumori tipici, per esempio nel caso delle valvole è dovuto alla non compostezza dei
lembi della valvole, che appunto "svolazzano" creando questo suono anomalo.
Si Valutano: sede, timing(in quale parte del ciclo), intensità, andamento
temporale(crescente-decrescente, continuo), qualità del suono(rude, aspro,
sibilante, dolce, a soffio di vapore)
Categorie:
- Sistolici:
❖ Da Eiezione= Stenosi aortica(a destro decrescente) o polmonare
❖ Da insufficienza= Insufficienza mitralica(5 spazio intercostale →
apicale) o tricuspide
- Diastolici:
❖ da Rigurgito= insufficienza aortica o polmonare
❖ da Eiezione= stenosi mitralica o tricuspide
- continui(shunt):
❖ Pervietà dotto arterioso
❖ anomalie setto interventricolare
Circolo Fetale
circolo sistemico e polmonare, l’ultimo è parziale, infatti parte del sangue passa da
questo sistema per la crescita del polmoni, dato che i polmoni non sono dilatati.
La circolazione fetale, per quanto non sia così differente da quella dell’adulto,
presenta certe peculiarità. La prima di esse riguarda l’origine della ossigenazione
del sangue fetale che prende spunto dalla componente placentare, la quale si
incarica, attraverso l’ossigenazione proveniente dalla respirazione materna, di
poter ossigenare a sua volta il sangue del feto. Il sangue fetale viene trasportato
all’interno di un circolo in via di sviluppo che diventerà poi circolo normale
nell’adulto. Presenta dei meccanismi di collegamento tra la placenta e il circolo
sistemico attraverso i sistemi vascolari delle arterie e vene ombelicali (queste
ultime provengono dal sistema aortico).
La seconda peculiarità osservabile riguarda una sorta di parallelismo, all’interno
dello stesso condotto, tra sangue refluo dal circolo fetale stesso, e un nuovo sangue
che proviene dalla placenta che risulta molto più ossigenato. Entrambi convergono
nel sistema cavale inferiore entrando poi nell’atrio di destra (di base rimangono
separati, è ovvio però che una minima parte sicuramente si mescolerà). A
differenza di un adulto in cui il sangue proseguirebbe nel ventricolo omolaterale
per poi gettarsi nelle arterie polmonari 2 , qui solo una piccola parte del sangue si
riversa effettivamente nel ventricolo di destra, ma soprattutto andrà a passare
attraverso il cosiddetto dotto di Botallo che permette il passaggio proprio nell’atrio
di sinistra. A questo punto il sangue fluisce, come succede normalmente, nel
ventricolo di sinistra e poi viene espulso a livello aortico.
Bisogna però considerare anche il sangue entrato precedentemente nel ventricolo
destro che proseguirà effettivamente nel tronco polmonare e quindi nelle arterie
polmonari (la loro funzione è puramente trofica nei confronti dei polmoni per
poterne permettere il corretto sviluppo) senza però entrare nel circolo polmonare
ancora inesistente, riversandosi altresì nel circolo sistemico e, quindi, a livello
aortico. L’ossigenazione fetale è di fatto minore rispetto a quella dell’adulto poiché
se fosse uguale, a causa della differenza dell’emoglobina, l’adulto sarebbe ipossico
(carenza di ossigeno nei vari tessuti). Ciò
Può succedere però che questo foro non si chiuda del tutto: accade infatti in una
percentuale (15/20%) della popolazione, il che comporta nella vita adulta un
leggero rigurgito di sangue in una miscelazione di sangue artero-venoso. Si tratta
di situazioni non significative dal punto di vista clinico quindi non portano a
nessun tipo di problema.
Differenza tra questo tipo di occlusione, che è semplicemente un accostamento di
due lembi, e tra il dotto arterioso
Circolo coronarico
Il sistema coronarico è il sistema vascolare proprio del nostro cuore.
Riguardo alla valvola aortica, si è potuto vedere come a livello delle cuspidi
anteriore destra-sinistra si trovi una sorta di foro che permette al sangue, già
all’interno del sistema aortico, di poter garantire un flusso e una pressione
adeguata. Da queste due cuspidi nascono le arterie coronarie destra e sinistra, in
particolare distinguiamo le componenti che questi due vasi vanno ad irrorare in
una situazione di normalità (ci possono essere alcune eccezioni):
❖ la coronaria destra: tipicamente irrora prima l’atrio di destra e poi la
massima parte del ventricolo destro. Contribuisce anche a vascolarizzare
una minima parte del ventricolo sinistro (la sua porzione diaframmatica);
prosegue a irrorare una porzione del setto inter-ventricolare (sede dello
scheletro dove vanno ad ancorarsi i sistemi vascolari)(in particolare il terzo
posteriore), andando infine ad intaccare il nodo seno-atriale (accade circa
nel 60% della popolazione, nel restante 40% quest’ultimo sarà asservito
dalla coronaria sinistra) e il nodo atrio-ventricolare (circa nell’80% della
popolazione).
Questi ultimi sono importanti componenti del sistema di conduzione
cardiaco; il seno-atriale è una porzione posizionata al vertice del triangolo di
Koch (sull’atrio di destra), che ha la capacità unica di attuare una
depolarizzazione spontanea (si tratta di fatto del nodo principale
responsabile della frequenza cardiaca normale). C’è poi il nodo
atrio-ventricolare, definibile in un certo senso come nodo di backup, poiché
entra in funzione, a ritmo più basso, una volta che il seno atriale inizia a
difettare (condizione bradicardica).
Aspetto importante da ricordare è che questi due vasi vanno ad alimentare nel
complesso tutto il cuore, fatta eccezione per l’endocardio il quale, essendo nello
strato più interno, viene già ossigenato dal sangue che lo permea e lo bagna, ma
anche attraverso il sistema capillare proveniente da alcuni rami che confinano coi
sistemi camerali.
C’è da porre attenzione anche sul discorso angiogenetico da cui in particolare si
possono venire a creare delle piccole reti anastomotiche in territori molto limitati.
Questa forte limitazione comporta che queste nuove componenti tipicamente
capillari le interpretiamo come dei vasi terminali (come accade nella retina), non
andando a creare alcun tipo di circoli collaterali 5
arterioso
tra i principali rami arteriosi si trovano:
venoso
si trovano diversi rami: il primo grosso elemento vascolare è dato dalla
interventricolare anteriore(grande vena cardiaca) che accompagna la sua
controparte arteriosa scorrendo nel solco interventricolare, e portandosi verso la
zona basale dell’organo ad un certo punto curva posteriormente sul solco
atrioventricolare dando origine alla cosiddetta vena cardiaca magna. Il decorso
continua nel condotto principale che viene a questo punto chiamato seno
coronarico, il quale sboccherà direttamente nell’atrio di destra. Secondariamente
si trovano una serie di rami che hanno origine dalla interventricolare posteriore,
chiamata anche vena cardiaca media, anch’essa accompagna l’omonima
componente arteriosa, e anch’essa andrà ad inserirsi nel seno coronarico. Ci sono
poi altri vasi più piccoli tra i quali il ramo posteriore, la vena cardiaca parva (piccola
vena cardiaca) e la vena cardiaca anteriore, i quali fluiscono tutti sempre nel seno
coronarico.
Esiste infine una curiosa finezza anatomica difficilmente identificabile a causa
della sua piccolezza all’interno del panorama vascolare, rappresentata dalla
cosiddetta vena obliqua. Si tratta di un piccolo vaso presente dal periodo fetale,
appartenente alla cava superiore, che attraverso un’anastomosi con la cardiaca
magna originava il seno coronarico
dominanza coronarica.
(puo esserci una > vascollarizazione delle 2 parti del nostro cuore, + a carico di una
coronarica rispetto all’altra)
è definita da quella arteria che origina il ramo interventricolare posteriore.
Nella disposizione comune (che riguarda circa il 70% della popolazione) essa è
data, come visto precedentemente, dalla coronaria destra. Ma la vascolarizzazione
dei ventricoli risulta equa
b) Nella prevalenza sinistra (15%) il ramo posteriore ha invece origine dalla
coronaria sinistra.
c) Nella prevalenza destra (15%) l’interventricolare posteriore origina dalla
coronaria destra, a differenza però della disposizione comune, qui la coronaria
sinistra irrora solo una minima parte del ventricolo sinistro lasciando la maggior
parte della vascolarizzazione a carico della destra (cosa che non avviene nella
disposizione comune in cui la vascolarizzazione dei ventricoli risulta equa).
Drenaggio linfatico
Il cuore ha un drenaggio linfatico “a strati” → 3 strati:
che dall’interno verso l’esterno sono: l'endocardio, il miocardio e l’epicardio;
ognuno di questi possiede un proprio plesso linfatico; comunicano tra loro, in
particolare ciascuno è in correlazione con quello successivo nel trasporto della
linfa verso l’esterno.
- Il 1° strato, quello più interno dell’endocardio, è dotato del plesso
sotto-endocardico, che raccoglie la linfa del suo strato. esso può drenare
nello strato miocardico (quello direttamente successivo), oppure può
drenare direttamente nell’ultimo strato, quindi all’interno del plesso che
troviamo nell’epicardio.
A questo punto la linfa si trova all’esterno del cuore e viene convogliata in due
tronchi comuni: un tronco destro e un tronco sinistro; ha inizio la
compartimentazione in una parte destra e in una sinistra, ognuna con una propria
via di drenaggio linfatico. Nel decorso delle due vie si verifica una sorta di “incrocio”
o “chiasma” dal punto di vista del drenaggio: il tronco di sinistra andrà poi a drenare
a destra, mentre il tronco comune di destra andrà a drenare a sinistra, perciò il
cuore di destra andrà successivamente a drenare nel dotto toracico, mentre la
parte sinistra drenerà nel dotto linfatico destro. Una nozione importante da non
dimenticare è che il tronco comune sinistro può incontrarsi con i
tracheobronchiali inferiori.
INNERVAZIONE CARDIACA
Il cuore non ha la necessità di essere innervato per poter far contrarre la sua
muscolatura cardiaca, questo perché è indipendente nella generazione di
potenziali d’azione grazie al sistema di conduzione del cuore. Tuttavia, risulta
comunque innervato da entrambi i sistemi che costituiscono il sistema autonomo
(o vegetativo): essi non sono responsabili ma regolatori della funzione del cuore
(che mantiene una sua autonomia).
Il Plesso Cardiaco che si viene a formare è quindi il connubio di fibre che in parte
sono simpatiche e in parte parasimpatiche. L’innervazione impatta sia sul sistema
vascolare, quindi sulle coronarie, sia sul sistema di conduzione (il nodo
seno-atriale, che è il generatore principale dei potenziali di azione, sarà quello
maggiormente interessato da questa innervazione, che interessa però anche il
nodo atrio-ventricolare), in seconda sede interessa anche le componenti camerali
del cuore, quindi atrii e ventricoli.
La componente simpatica è tipicamente costituita da una serie di fibre pre e
post-gangliari:
● le fibre pre-gangliari provengono dai primi 5-6 segmenti toracici.
● le fibre post-gangliari originano dai gangli cervicali e toracici.
Una volta che queste fibre hanno abbandonato le catene gangliari convergono in
nervi detti splancnici, e tramite uno dei suoi rami, il ramo cardiopolmonare, vanno
poi a confluire nel plesso cardiaco (gangli e fibre, che terminano sugli organi
bersaglio, sono molto distanti). La componente simpatica ha un impatto sul nodo
seno-atriale, ma in generale su tutto il sistema di conduzione, e sulle coronarie. Le
fibre parasimpatiche sono fibre vagali che interessano le coronarie, il setto
interatriale, le pareti atriali e le componenti del sistema di conduzione (gli effetti
sul nodo seno atriale di origine nervosa, che siano simpatici o parasimpatici,
hanno lo stesso effetto di una stimolazione ormonale rispettivamente con
adrenalina e acetilcolina). Inoltre i gangli del parasimpatico sono molto vicini
all’organo che andranno ad innervare, spesso li troviamo all’interno della parete
stessa dell’organo. In questo caso le fibre pre-gangliari del nervo vago
(parasimpatiche) arrivano fino al cuore, dove troviamo un ganglio da cui dipartono
delle fibre molto corte (perché sono già nei pressi dell’organo) che vanno ad
innervare il setto interatriale.
Gli effetti funzionali sono determinati dalla prevalenza di un tipo di innervazione
rispetto all’altra, perché il simpatico ha un’azione eccitatoria, mentre il
parasimpatico ha un’azione inibitoria (ma a livello digerente ha una funzione
eccitatoria); non è corretto pensare che durante l’attivazione di una delle due
componenti vegetative l’altra sia completamente spenta, sono sempre entrambe
attive ma una predomina sull’altra in base alle necessità del momento
dell’organismo.
● Una stimolazione del simpatico, definita anche di tipo adrenergico determina un
aumento della frequenza cardiaca, aumentando la sua forza muscolare di
contrazione. Ciò comporta necessariamente alla dilatazione delle coronarie, grazie
a rilassamento della muscolatura propria di questi vasi; così facendo viene
garantito un flusso maggiore di sangue all’interno del circolo coronarico,
necessario a causa di una maggiore richiesta da parte del cuore di ossigeno e
nutrienti.
-La stimolazione del parasimpatico, al contrario di quella simpatica, comporta una
diminuzione della frequenza cardiaca, di conseguenza la forza di contrazione
diminuisce; è chiaro che la richiesta di sangue sarà minore e di conseguenza si
assiste ad una diminuzione del flusso del sistema coronarico, dovuto ad una
contrazione della loro muscolatura.
Le variazioni di pressioni sono estremamente rilevanti quando si parla del cuore,
da qui si comprende la necessità per il cardiologo (in particolare durante la prima
visita col paziente ) di effettuare sia un Holter pressorio sia un Holter cardiaco
(quest’ultimo corrisponde ad un ECG eseguito per 24h, permette di individuare
aritmie, extrasistoli o errori di conduzione), che consistono nella monitorizzazione
per 24h dei corrispettivi eventi. Questa tecnica si basa su un bracciale, posto al
braccio del paziente, che è a sua volta collegato ad uno strumento pompante aria al
suo interno, viene così misurata e registrata la minima e massima. È stato notato,
durante gli studi sulla variazione della frequenza cardiaca, che intorno alle 2 del
mattino di un sonno regolare c’è la massima prevalenza del parasimpatico (=minor
frequenza cardiaca) in assoluto nel vivente, ciò a causa di una minor richiesta dal
punto di vista emodinamico. La frequenza dopo questa fase di minimo tornerà ad
aumentare gradualmente fino alle 5:00/6:00, orario in cui torna in un range
fisiologico.
CICLO CARDIACO
SISTEMA DI CONDUZIONE
da una seriedi fasci che