“Se si vorrà creare un mondo nuovo anche l’educazione dovrà rinnovarsi” Gandhi
“Volete coltivare l’intelligenza del vostro scolaro? Coltivate la forza che essa deve governare.
Esercitate continuamente il suo corpo, rendendolo robusto e sano per renderlo saggio e
ragionevole che lavori, che agisca, che corra, che gridi, che sia un uomo per il vigore e presto lo
sarà per la ragione” Rousseau.
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Per “tecnica in Educazione Fisica” si intende il complesso delle norme da seguire in ginnastica.
Essa ha due aspetti:
- aspetto descrittivo -> che richiede l’uso di un linguaggio specifico (una propria terminologia)
- aspetto applicativo -> si riferisce al modo si attuare il movimento. Il movimento va considerato
come un continuo cambiamento di rapporto fra le parti del corpo e di questo con il mondo
esterno; il movimento può essere eseguito con o senza l’impiego di attrezzi.
Due o più ossa vicine sono unite da articolazioni; le articolazioni prese in considerazione sono:
- nell’arto superiore: articolazione scapolo-omerale che unisce il braccio alla spalla
- nell’arto inferiore: articolazione coxo-femorale che unisce la coscia all’anca.
- articolazione del rachide (spina dorsale): articolazione del busto che va dalle spalle alle anche.
Per riconoscere i rapporti degli arti con il busto e del ginnasta con gli attrezzi, si immagina il corpo
umano percorso da tre assi e tagliato da tre piani.
-ASSE LONGITUDINALE= attraversa il corpo dalla sommità del capo al punto di unione dei
talloni.
- ASSE TRASVERSALE = attraversa il corpo andando da una spalla all’altra.
- ASSE SAGITTALE = va dal petto al dorso o viceversa.
Quando gli assi del corpo umano si intersecano in uno stesso punto formando un angolo retto, si
creano i piani:
- PIANO FRONTALE= det. dall’incontro dell’asse longitudinale con quello trasversale; divide il
corpo in due parti asimmetriche, una anteriore e una posteriore. E’ un movimento parallelo alla
fronte.
- PIANO SAGITTALE = det. dall’incontro tra l’asse sagittale e l’asse longitudinale; divide il corpo
umano in due parti simmetriche, una a sinistra e una a destra. Il movimento del copro sul piano
sagittale è ad es. quello che compio per scoccare una freccia.
- PIANO TRASVERSALE= det. dall’incontro tra l’asse trasversale e l’asse sagittale; divide il
corpo in due parti asimmetriche, una superiore e una inferiore.
Quando gli atteggiamenti del busto vengono combinati con quelli degli arti inferiori vengono definiti
atteggiamenti del corpo o totali. Essi si differenziano in:
-atteggiamento in ginocchio= il busto è in atteggiamento lungo, le cosce in linea con il busto e le
gambe propriamente dette a 90° rispetto alle cosce.
- atteggiamento a raccolta = il busto è in atteggiamento lungo e gli arti inferiori in atteggiamento
breve con le cosce vicine al tronco.
- atteggiamento a massima raccolta= gli arti inferiori e il busto sono in atteggiamento breve con la
fronte vicina alle ginocchia.
- atteggiamento a squadra= gli arti inferiori e il busto sono in att. lungo e formano un angolo retto
- atteggiamento a massima squadra= gli arti inferiori sono in atteggiamento lungo e il busto in
atteggiamento breve con la fronte vicina alle ginocchia.
Ogni azione, movimento o esercizio del corpo, non possono prescindere da quattro elementi
fondamentali:
-posizione o disposizione reciproca delle varie parti del corpo
- situazione in cui operiamo
- orientamento rispetto ad un sistema di riferimento o a un attrezzo
- tipo di rapporto tra il corpo e l’attrezzo.
Il corpo umano ha un baricentro che è il punto di applicazione della risultante, o somma, dei pesi
di tutti i segmenti corporei. Il baricentro nell’uomo è situato al centro del suo corpo. Quando il corpo
assume una posizione diversa da quella eretta, il baricentro cambia ubicazione e si trasferisce in
un punto che dipende dagli spostamenti che effettuano i vari segmenti corporei.
Con il variare del baricentro varia l’analisi del movimento, le linee di azione del muscolo e gli
interventi muscolari; tali variazioni prendono il nome di posizione.
La posizione del corpo in appoggio al suolo per mezzo dei soli arti inferiori, quando viene
mantenuta per un periodo di tempo più o meno lungo, si denomina stazione; quella in appoggio
anche col busto prende il nome di decubito.
Stazione eretta-> il corpo risulta ritto con i pieni divaricati o uniti posati al suolo
Stazione seduta-> il corpo risulta in appoggio sul suolo con la regione glutei e con quella
posteriore degli arti inferiori ed il busto è eretto.
Stazione a ginocchio-> il corpo risulta appoggiato sul suolo con uno o ambedue le ginocchia e con
i piedi ed il busto è eretto.
Decubito supino-> il corpo è in appoggio sul suolo con la regione posteriore del corpo
Decubito prono-> il corpo è in appoggio sul suolo con la regione anteriore del corpo.
Decubito laterale sx o dx-> il corpo è in appoggio sul suolo con la regione laterale dx o sx.
I movimenti sono atti motori, volontari o involontari, che determinano cambiamenti di figura o di
ubicazione del corpo. I movimenti volontari prendono il nome di movimenti ginnasti e i più comuni
sono:
-abdurre= movimento che determina l'allontanamento di un arto dall'asse longitudinale o mediano
del corpo.
-addurre= movimento inverso a quello precedente
-aprire= allontanamento lento e reciproco degli arti superiori in atteggiamento lungo eseguito sul
piano trasversale. (chiudere= movimento inverso).
-divaricare= allontanamento reciproco degli arti inferiori in direzioni opposte, generalmente in
atteggiamento lungo
-riunire= ricongiungimento del piede precedentemente mosso con l'altro rimasto sul posto.
-piegare= passaggio dalla posizione in atteggiamento lungo ad un'altra in atteggiamento breve.
-rizzare = passaggio dalla posizione atteggiamento breve o semibreve ad un'altra in atteggiamento
lungo.
-capovolgere= movimento in rotazione del corpo di 180° intorno al proprio asse trasversale.
-spingere= estensione rapida di arti
-flettere= avvicinamento di uno o più segmenti contigui di una stessa parte del corpo non in
appoggio sul sostegno.
-estendere= passaggio la parte del corpo da una posizione in atteggiamento breve semibreve ad
un'altra in atteggiamento lungo.
-elevare= movimento lento generalmente degli arti in atteggiamento lungo ,dal basso verso
l’alto.
-abbassare= movimento lento svegliarti in atteggiamento lungo dall'alto verso il basso.
-oscillare= movimento pendolare
-slanciare= cambiamento rapido di direzione degli arti in atteggiamento lungo
-circondurre= passaggio diretto e successivo di una parte del corpo per quattro posizioni a due a
due diametralmente opposte.
-incrociare= sovrapporre un arto all’altro omologo.
-torcere= movimento di una parte del corpo attorno al proprio asse longitudinale mantenendo
ferma 1 estremità.
-affondo= quando un arto inferiore risulta se mitigato con il ginocchio in linea con il tallone, l'altro
proteso con la pianta del piede aderente al suolo, il busto inclinato e in linea con quest'ultimo arto.
I movimenti in rapporto alla causa che li produce si distinguono in attivi e passivi. I primi sono
quelli prodotti dalla contrazione dei muscoli striati che si inseriscono attorno alle varie parti dello
scheletro; i secondi sono quelli che si compiono per azione della gravità o che vengono prodotti
con mezzi esterni, manuali o meccanici.
Una successione di movimenti ginnasti con scopo educativo, psico-fisico o fisiologico danno vita
all'esercizio ginnastico. Gli esercizi ginnasti ci si possono classificare in semplici, composti o
misti e combinati.
L'esercizio semplice interessa una sola parte del corpo e non si può scomporre in altri movimenti
di diversa natura. L'esercizio composto interessa una sola parte del corpo E si può scomporre in
altri movimenti di diversa natura.
Esercizio combinato interessa due o più parti del corpo che eseguono contemporaneamente
ciascuna un esercizio semplice o composto.
Gli arti superiori possono assumere posizioni in atteggiamento lungo, breve semibreve. Le
posizioni degli arti superiori in atteggiamento lungo si distinguono in dirette e intermedie: sono
dirette quando gli arti, risultano paralleli mentre sono intermedie quando risultano obliqui rispetto
agli assi.
Le posizioni dirette sono: braccia in basso parallele all'asse longitudinale e in direzione del bacino;
braccia avanti, Parallele all'asse sagittale; Braccia in alto parallele all'asse longitudinale e in
direzione del capo; braccia il fuori quando risultano sul prolungamento dell'asse trasversale.
Le posizioni intermedie si precisano indicando le posizioni dirette fra cui vengono a trovarsi gli arti.
Si hanno quindi le seguenti posizioni intermedie delle braccia: avanti-basso, avanti-alto, fuori-
basso, Fuori-alto, dietro-basso.
Più esercizi ginnastici insieme si possono eseguire secondo un determinato rapporto di tempo; Le
principali forme di combinazione sono: la successione(un arto alla volta), la simultaneità (le
braccia eseguono contemporaneamente lo stesso movimento) e l’alternanza (le braccia eseguono
contemporaneamente una il movimento di andata e l'altra quella di ritorno).
Fanno parte delle normali attività motorie educative E delle composizioni ginnastiche a corpo libero
: I passi, la corsa, i balzi, I saltelli, i salti.
Gli esercizi possono essere divisi anche considerando la quantità del lavoro muscolare che
producono:
Blandi se producono scarsa quantità di lavoro, moderati se producono apprezzabile quantità di
lavoro, intensi se producono grande quantità di lavoro.
L'assistenza è l'insieme delle azioni che l'insegnante compie per prevenire gli allievi da qualsiasi
danno fisico o morale. Si può distinguere in preventiva e ginnastica. Quella preventiva riguarda gli
accorgimenti che mirano a salvaguardare la salute degli allievi ed a evitare loro pericoli e infortuni
durante le esercitazioni. L'Insegnante quindi Deve: assicurarsi che l'ambiente in cui si svolgono le
attività motoria sia pulito e arieggiato; controllare che gli indumenti indossati dagli alunni non siano
di impedimento all'esecuzione degli esercizi, provvedere affinché gli attrezzi siano efficienti E in
buono stato, evitare che in prossimità degli attrezzi utilizzati ci siano attrezzi che possono essere
motivo di pericolo, collocare opportunamente i tappetini punti di arrivo e in quelli in cui si prevede
un'eventuale caduta.
Assistenza ginnastica generalmente si effettua nelle esercitazioni ai grandi attrezzi e consiste
nell'aiutare materialmente l'allievo durante l'esercizio per evitare che una postura ho un'esecuzione
errate causino un infortunio. Questa assistenza si dice diretta quando viene seguita personalmente
dall'insegnante e indiretta quando viene fatta da un allievo.
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1.SCHEMI MOTORI DI BASE
All’origine di qualsiasi movimento volontario c’è la rappresentazione mentale di esso, cioè
un’immagine motoria che può essere anche imprecisa, ma che è comunque indispensabile.
L’immagine motoria è il momento che precede e condiziona le contrazioni muscolari ed è
determinato dalle precedenti sensazioni cinestesiche che hanno lasciato il ricordo di ogni azione
motoria.
Tutti gli esseri umani dispongono dalla nascita di una matrice motoria di base propria della specie
umana.
Gli schemi motori di base sono forme di movimento semplici e naturali e dipendono dalla
maturazione del sistema nervoso Centrale e caratterizzano il potenziale motorio che varia in
relazione alla ricchezza degli stimoli ambientali.
Vengono utilizzati spontaneamente dai bambini per risolverei problemi della vita quotidiana.
Essi sono il presupposto di base su cui poi possono essere apprese le abilità motorie generali.
Rappresentano le forme più elementari del movimento, la prima applicazione delle capacità
motorie e per questo si pongono a metà tra le capacità e le abilità motorie.
Gli schemi motori di base sono:
-camminare e correre—> camminare è il primo movimento per lo spostamento in equilibrio totale
in stazione eretta; il correre è un’evoluzione della deambulazione in cui viene inserita una fase
aerea tra un passo e l’altro.
-arrampicarsi
-rotolare —> è uno schema motorio di base che rappresenta un prerequisito per tutti quei
movimenti che avranno a che fare con salti in aria e capovolgimento del corpo. Se viene fatto in
modo insistente, si rischia di creare malessere nel bambino.
-saltare e atterrare-> l'acquisizione di questo schema motorio di base implica la presenza di
prerequisiti, coordinativi che non maturano completamente prima dei 10 anni.
-strisciare e spostarsi in quadrupedia
-lanciare e afferrare->evoluzione del riflesso di pressione che presente già dalla nascita.
Gli schemi motori e postulai sono strettamente collegati allo sviluppo dello schema corporeo ed
alla costruzione dell’immagine corporea.
L’evoluzione delle competenze motorie passa per 3 tappe:
1. consolidamento degli schemi motori di base
2. apprendimento delle abilitò motorie generali
3. apprendimento delle abilità motorie sportive
Per avere un corretto e sano schema corporeo che ci aiuti anche nei rapporti inter-razionali e
cognitivi è indispensabile formarlo e coltivarlo nel migliore dei modi; per fare ciò è necessario
attraversare le tre tappe sopraelencate.
La terza tappa non rientra tra gli obiettivi diretti alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria (ma
in realtà della scuola in generale).
CAMMINARE
Attraverso il camminare si acquisisce e migliora l’equilibrio nelle traslocazioni; è inoltre il primo
esercizio di coordinazione intersegmentaria su diversi piani. Per migliorare questo schema motorio
è opportuno, all’inizio, far camminare i bambini in gruppo liberamente per dare loro il senso dello
spazio, proponendo in seguito sotto forma di gioco, tutte le possibili varianti sul tema; in un
secondo momento è utile inserire la palla e il palleggio con i seguenti esercizi:
-Tutte le varietà di spostamento riproducendo le andature degli animali
- Camminare rullando sui piedi
- Camminare sugli avampiedi e poi sui talloni
- Camminare a passi lunghi, corti dentro cerchi distanziati in modo diverso tra loro.
- Camminare seguendo un percorso a curva
- Camminare a gambe divaricate
CORRERE=
-Correre liberalmente nello spazio
-correre a coppie, terziglio o in gruppo
-alternare tipi di corsa
AFFERRARE-LANCIARE
- Lanciare in tutte le direzioni e in diverse modalità (con due mani, dall’alto o dal basso,lanci dal
petto,dalla fronte, da dietro).
- palleggiare con due mani, ad una mano da fermi e in spostamento.
- lanciare e riprendere la palla senza farla cadere a terra
Giochi per il lanciare e l’afferrare:
-scatola mai vuota= scatola al centro piena di palloni, due bambini la svuotano e gli altri bambini
raccolgono i palloni e cercano di rimetterli dentro la scatola
-palla avvelenata
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LATERALIZZAZIONE
Per lateralizzazione si intende il processo fondamentale nell’individuo che porta a sviluppare due
emisomi
( una delle due metà del corpo umano) uguali e simmetrici, distinguibili in destro e sinistro.
Se a livello di emisfero celebrale dominante sono sinistra, a livello di emicorpo dominante sarò
destra, mentre se sono destro a livello dominante, a livello di emicorpo sarò sinistro.
Il genere umano è caratterizzato per la maggioranza da un emicorpo destro mentre una
percentuale minore della popolazione mondiale risulta essere mancina di emicorpo.
L’emisfero dominante è la sede dell'iniziativa motoria e della funzione simbolica ed ha un ruolo
importante nella strutturazione dello schema corporeo.
L’emisfero complementare è quello della funzione spaziale,della rappresentazione mentale nello
spazio.
La lateralizzazione è la conclusione del processo di dominanza, cioè la scissione da un punto di
vista del controllo nervoso dei due emicorpi, per cui nella metà dominante si stabiliscono le
funzioni di attacco e slancio E nella metà complementare quelle di difesa equilibrio e appoggio.
Il suo corretto consolidamento è fondamentale per il normale sviluppo di ogni individuo; se questo
stadio di sviluppo non si struttura bene e non risulta chiara la suddivisione dei compiti tra i due
emicorpi, si può andare incontro a gravi problemi a livello motorio,psichico e di apprendimento.
Una scarsa affermazione della lateralizzazione rende difficile la coordinazione nel movimento
naturale (corsa, salto, lancio) e preclude lo sviluppo delle coordinazioni fini (oculo-manuale e
podalica) con ripercussioni sulle capacità di precisione nei lanci e sulla valutazione delle distanze.
L’equilibrio stesso, statico, dinamico e in volo, è in stretta dipendenza dalla lateralizzazione, così
come l’acquisizione delle abilità motorie primarie e sulla capacità di orientamento dello schema
corporeo nello spazio.
La laterallizazione è l’orientamento del proprio corpo, una tappa importante nello sviluppo motorio
dell’individuo che avviene tra i 3 e i 5 anni e che determina la dominanza celebrale.
La dominanza laterale non è decisa dall’educazione, ma dalla predominanza di un emisfero
celebrale;molto spesso la dominanza celebrale è un fattore ereditario .
L’azione educativa deve tendere al consolidamento della dominanza ricevuta nel patrimonio
genetico: nei destri assecondando ed aiutando il naturale sviluppo, nei sinistri evitando di
contrariare.
Secondo Wallon, “la scelta dell’arto superiore dominante avviene verso i 10 mesi di vita ed è in
relazione a fattori ereditari. Rispetto alla mano dominante, l’altra mano assume un ruolo
complementare”.
Questa dominanza è un processo graduale che avanza nel tempo e raggiunge, tappa per tappa,
tutto l’emicorpo.
La lateralizzazione si compie dalla nascita fino a circa i 12 anni di età; il periodo d’oro della
motricità va dagli 8 ai 11 anni.
Quando leggiamo,scriviamo o intavoliamo una discussione,la dominanza è riservata all’emisfero
sinistro; al contrario quando disegniamo o guardiamo un’immagine, sarà l’emisfero destro ad avere
dominanza su quello sinistro. L’emisfero sinistro del cervello è maggiormente qualificato nella
percezione analitica della realtà; l’emisfero destro è più specializzato nell’elaborazione visiva e
nella percezione delle immagini, nella loro organizzazione spaziale e nell’interpretazione emotiva.
SCHEMA CORPOREO
Non nasce a priori ma è una costruzione lenta e progressiva che viene un soggetto passando
attraverso più stadi di sviluppo:
-corpo vissuto(0-3 ANNI) in cui si delinea una propria immagine del corpo identificata con il
proprio io.
-corpo percepito (tre-sei anni) in cui attraverso la possibilità percettiva e di interiorizzazione si
organizza lo schema corporeo stesso
-corpo rappresentato ( 6-12 anni) in cui il soggetto è in grado di disporre della propria immagine
del corpo per compiere operazioni e per programmare mentalmente azioni e gesti.
Sul piano intellettiva corrisponde allo stadio che Piaget definisce “delle operazioni concrete”.
Si può dire che in un primo modo avrò percezione del mio corpo, in un secondo momento avrò
conoscenza del mio corpo e, infine, avrò coscienza del corpo.
Le diverse definizioni e filoni di ricerca convergono nel definire l’elaborazione dello schema
corporeo come l’organizzazione delle sensazioni relative al proprio corpo in relazione con i dati del
mondo esterno, inoltre emerge la convinzione comune dell’importanza del ruolo che il nostro corpo
e l’immagine che abbiamo di esso assumono nel nostro modo di essere e nella nostra capacità
espressiva e di apprendimento.
Uno schema motorio mal strutturato o incerto determina deficit nella relazione soggetto-mondo
influendo sul
piano:
1. Della percezione con deficit della strutturazione spazio-temporale;
2. Della motricità con goffaggine, poca coordinazione ed atteggiamenti scorretti;
3. Della relazione con l’altro, determinando insicurezza che è all’origine di turbe affettive che posso
sconvolgere le relazioni personali.
Sul piano percettivo all’inizio della scolarità, da una buona evoluzione dello schema corporeo,
dipende, per il bambino, la capacità di orientamento molto importante nella lettura. Uno schema
corporeo mal strutturato provoca:
1. confusione di lettere simmetriche con l’inversione nel senso di destra e sinistra, es. ‘b-d‘ e ‘p-q’;
2. inversione del senso ‘alto-basso’, es. ‘d-p’ e ’n-u';
3. inversione del posto delle lettere (caro-ocra-arco)
4. inversione delle sillabe (egli va su- egli su va)
Sul piano motorio lo schema corporeo è importante per l'azione in generale, gli schemi motori,
non possono organizzarsi se non partendo dallo schema corporeo. Non è possibile padroneggiare
bene un corpo che si conosce poco, o male. Di conseguenza si avranno difficoltà di coordinazione
e di dissociazione del gesto e sarà particolarmente lento ad organizzare la sua azione, segno,
questo, di mancanza di "disponibilità" motoria.
Sempre sul piano motorio, in relazione a deficit spazio-temporali, si hanno difficoltà nella
percezione delle traiettorie, nella valutazione delle distanze e delle velocità relative.
Sul piano relazionale il bambino ha difficoltà di accomodamento e di relazione con il proprio
ambiente.
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CAPACITA’ MOTORIE
Le capacità motorie sono le attitudini che ogni individuo possiede. Per il loro completo e massimo
sviluppo e per essere finalizzate all'acquisizione di abilità motorie, devono essere contestualizzate
in un continuo rapporto di interdipendenza con l'ambiente, che si realizza tramite il movimento e gli
esercizi.
Mainell è stato colui che per primo, ha classificato le capacità motorie.
Nell'esecuzione dei vari movimenti concorrono due tipi di capacità motorie, le capacità
condizionali e le capacità coordinative.
Le capacità condizionali sono determinate prevalentemente da processi energetici, mentre quelle
coordinative da processi neuro-muscolari che controllano e regolano il movimento; fa eccezione la
mobilità articolare che è influenzata sia dai processi energetici che da quelli neuro-muscolari.
La mobilità articolare è la capacità di effettuare i movimenti utilizzando la massima escursione
articolare possibile. È una capacità che sta in una posizione intermedia tra le capacità coordinative
e le capacità condizionali perché è determinata sia da fattori neuromuscolari che energetici.
Le capacità condizionali, sono determinate da fattori energetici, e sono:
1.la resistenza (capacità di resistenza), è la capacità di prolungare nel tempo l'attività muscolare
mantenendo costante il rendimento;
2. la forza (capacità di forza), è la capacità di resistere o vincere una resistenza esterna;
distinguiamo tre tipologie di forza:
- la forza veloce: è caratterizzata da stimolazioni nervose molto intense. La forza veloce ha un
incremento “naturale”.
- la forza resistente: capacità aerobica e anaerobica caratterizzata da stimolazioni nervose di
intensità media, ma prolungate nel tempo.
- la forza massimale: è caratt. da tensioni muscolari massimali per vincere resistenze esterne
molto intense.
3. la rapidità e la velocità: i due termini non sono sinonimi. Queste due capacità si incrementano
fortemente tra i nove ed i dodici anni. Secondo Zatziorskkij queste due capacità di incrementano
fortemente tra i 9 e i 12 anni. La rapidità, è la capacità dì compiere un movimento nel più breve
tempo possibile avendo come parametro di misura il tempo; la velocità di movimento ha come
parametri di misura il tempo e lo spazio.
Una capacità coordinativa acquisita rimane permanente nel bagaglio delle possibilità motorie
dell’individuo, mentre un livello acquisito relativo ad una capacità condizionale, tenderà a diminuire
se non si manterrà “allenata” la capacità stessa. Infatti condizionale presuppone che sia
subordinato ad una condizione perciò, perché il soggetti manifesti una delle capacità condizionali,
sarà necessario aver creato una “condizione” particolare.
CAPITOLO 2
LO SVILUPPO PSICO-SOCIALE
Una corretta educazione motoria realizza ampie possibilità educative.
Il movimento suscita interesse e, soprattutto se svolto collettivamente, dà fiducia in se stessi, crea
il senso di responsabilità nella consapevolezza che lo sforzo di ciascuno si riflette sul risultato di
tutti.
Educare il corpo significa favorire lo sviluppo fisico, intellettuale e psico-sociale, realizzando
positive relazioni con gli altri e promuovendo Io spirito di collaborazione. Attività motoria ed
educazione della mente sono strettamente correlate tra loro,infatti, con il movimento spontaneo o
organizzato, si riconosce, mediante un processo mentale, la collocazione dell'oggetto, i suoi
spostamenti, la relazione fra collocazione e spostamento, l'acquisizione del senso della rapidità o
della len-tezza dello spostamento, la misurazione di questo, il riconoscimento degli spazi che esso
coinvolge…"
Il movimento è anche fonte di socializzazione dell'individuo, perché esige il rispetto di regole
concordate, la collaborazione e la cooperazione.
La proposta di un'adeguata educazione motoria nella Scuola dell'Infanzia e nella Scuola Primaria
favorisce negli allievi lo sviluppo delle seguenti abilità motorie e sociali:
-maturazione dell'individuo e condizionamento sociale;
- graduale passaggio dall'egocentrismo al sociocentrismo.
In tale ottica le attività motorie per realizzare un progetto unitario per la crescita della persona,
devono avere le seguenti caratteristiche:
- complessità graduale delle richieste rivolte all'individuo;
- educare per assicurare lo sviluppo ottimale del soggetto e l'inserimento sociale;
- garantire al bambino una pluralità di esperienze e relazioni sociali;
- carattere ludico e socializzante delle attività proposte;
- funzione educativa del gioco;
- giochi individuali, a coppie, di piccolo gruppo e di gruppo;
-gli allievi non devono mai essere esclusi dal gioco (evitare le "eliminazioni", meglio semplici
penalità);
- il bambino non è un adulto in miniatura e non possono essergli applicate le regole del
movimento praticato dagli adulti;
- l'attività deve essere polivalente e non specialistica;
- l'allievo non si concentra a lungo su un'attività, gli vanno proposte attività variate e ludiche;
- la struttura ossea del bambino non sopporta carichi statici elevati e le attività fisiche troppo
intense possono determinare deformazioni scheletriche;
Le attività da privilegiare in base alle caratteristiche psico—fisiche e fisiologiche degli allievi dai
cinque ai dieci anni sono:
- camminare: il bambino cammina correttamente dopo i sei anni. Camminare liberamente
aiuta ad acquisire il senso di spazio, di tempo e la valutazione delle direzioni.
-correre: occorre correggere gradualmente l'assetto di corsa e lo spreco di energia. Il correre è
alla base di tutte le attività successive. Sviluppa la coordinazione dinamica generale;
- saltare: iniziare con salti dall'alto verso il basso per superare i blocchi psicologici; - rotolare:
serve a sensibilizzare i diversi segmenti corporei. Non forzare gli allievi a fare la capovolta,
eventualmente farli rotolare sull'asse longitudinale.
- controllo della respirazione: l'educazione respiratoria stimola l'attenzione dell'individuo al
fine di appropriarsi delle sensazioni del suo corpo. Gli esercizi di respirazione sono necessari
quando tende a venir meno l'equilibrio fisiologico
- attività a coppie: sono esercizi utili per la percezione ed il controllo del corpo e favoriscono
la comunicazione con l’altro.
-Turgor Tertius dai 14 ai 17/18 anni c.a. (f), dai 15 ai 19/20 (m) - (aumento ponderale)
CAPITOLO 3
LA MOTRICITA’ E L’APPRENDIMENTO SCOLASTICO
L'espressione corporea intesa come la spontanea manifestazione non verbale di ogni nostro atto,
può essere considerata come l'insieme di attività corporee che precede ed accompagna le
tecniche comunicative ed artistiche.
II corpo è iI primo mezzo con cui l’individuo sperimenta l’ambiente, e il primo canale di
comunicazione tra lui e gli altri.
Attraverso l’educazione motoria per mezzo di tutte le attività di movimento, si realizza un intervento
integrato su tutte le componenti del processo educativo.
Dal momento che si agisce su soggetti in fase evolutiva ed in formazione sia fisica che mentale,
compito dell'attività motoria sarà quello di promuovere, in ogni allievo, nel rispetto della
maturazione individuate, il controllo progressivo e finalizzato del comportamento e delle proprie
capacità psicomotorie.
Secondo Piaget, le prime costruzioni logiche dipendono dalla motricità e dalle sue forme,
sensomotorie, percettive, schemi d’azione.
Il corpo è un elemento di costruzione della vita mentale e il suo linguaggio, che è universale, ha la
funzione di mediatore tra l'io e il mondo ed il movimento concorre al processo formativo unitario.
I principi generali dell'educazione motoria dicono che in ciascun stadio di sviluppo occorre che
l’educatore realizzi la più larga base motoria possibile, proponendo e realizzando attività
multilaterali e polivalenti.
Obiettivo educativo e didattico fondamentale dell'attività motoria in eta evolutiva, è quello di far
conseguire una base motoria ampia; far acquisire al bambino "l'alfabeto fondamentale del
linguaggio motorio" per poi svilupparlo arricchendolo di coordinazione, funzionalità ed espressività
per poterlo trasferire ad ogni situazione di apprendimento.
Gia i Programmi della Scuola Elementare del 1985 citavano try gli obiettivi dell' educazione
motoria:
a) percezione, conoscenza e coscienza del corpo;
b) b) coordinazione oculo—manuale e segmentaria;
c) c) organizzazione spazio—temporale;
d) d) coordinazione dinamica generale.
Anche la scrittura, come la lettura è un apprendimento complesso: essa, infatti, richiede la capacità
di analizzare e sintetizzare il linguaggio sonoro, la memorizzazione dei segni grafici corrispondenti
alle singole lettere e la ristrutturazione nello spazio delle successioni di elementi percepite nel
tempo, rispettando le relazioni di posizione tra di esse. Inoltre, per un adeguato svolgimento della
scrittura è necessaria l’integrità delle aree cinestetiche e motorie che devono realizzare la
trasformazione degli schemi grafici in atti motori.
Le attitudini motorie sottese ad un buon apprendimento della scrittura sono:
- capacità di inibizione e di controllo neuro-muscolare, indipendenza segmentaria, coordinazione
oculo—manuale, organizzazione spazio-temporale
- coordinazione funzionale della mano, indipendenza mano-braccio, indipendenza delle dita,
coordinazione nella pressione;
- abitudini neuro-motorie corrette e ben stabilite, visione e trascrizione da sinistra verso destra,
modo corretto di tenere la penna.
Il ruolo dell'educazione motoria, in relazione agli apprendimenti scolastici può essere non solo un
sostegno per un apprendimento corretto, ma può rivelarsi determinante per creare un nuovo modo
di concepire gli apprendimenti stessi a partire dai concetti di globalità presenti nel bambino.
Scopo dello studio della matematica è la costruzione della personalità mettendo insieme le varie
componenti per giungere alla strutturazione di un insieme coerente e ben equilibrato.
Un individuo cosi integrato possederà un punto di vista aperto in quasi tutti i problemi, sarà sicuro
del proprio valore personale e nelle situazioni si dimostrerà costruttivo.
Per Gardner questo rapporto del bambino con gli oggetti si realizza attraverso l'intelligenza
logico-matematica, spaziale e corporeo-cinestetica.
Perseguire un tale scopo significa rivedere notevolmente le modalità dì insegnamento della
matematica, passando dal piano dell’acquisizione delle tecniche a quello dì acquisizione dei
contenuti, conoscendo le leggi dello sviluppo del pensiero matematico del fanciullo e rispettando i
tempi individuali dì ciascuno.
In un quadro caratterizzato da incertezza e precarietà, in cui i docenti sono sempre più alla ricerca
di pratiche didattiche e metodologiche coerenti con le nuove esigenze di formazione e di
apprendimento, nascono le “Indicazioni per il curricolo” del 2009/2010.
L’autonomia didattica definita dalle nuove indicazioni per il curricolo, sposta sulla scuola e sui
docenti la responsabilità della costrizione dei percorsi formatici, dei curricoli, la scelta
dell’articolazione dei contenuti di insegnamento, delle scelte metodologiche e dell’organizzazione
degli ambienti.
E’ in questo contesto che viene messo in risalto il concetto di “Persona” intesa come risorsa da
valorizzare come soggetto consapevole delle proprie possibilità, come cittadino attivo di una
società aperta.
Negli orientamenti del 1991 I campi di esperienza erano: 1.il corpo e il movimento, 2.i discorsi e le
parole, 3.lo spazio l'ordine e la misura, 4.le cose il tempo e la natura,5. messaggi forme e media,
6. Il sé e l’altro; nelle indicazioni del 2004 ne compaiono solamente quattro:1. il sé e l’altro,2. Corpo
movimento salute, 3. fruizione e produzione di messaggi, 4. Esplorare conoscere progettare.
Nelle indicazioni del 2007 I campi di esperienza sono cinque: 1.il sé e l’altro,2. il corpo in
movimento, 3. Linguaggi, creatività, espressione, 4. I discorsi e le parole, 5. La
conoscenza del mondo.
La scuola primaria Deve organizzare il proprio curricolo con percorsi progressivamente organizzati
ed orientati verso le discipline.
Le competenze sono traguardi che si verificano al termine della scuola primaria; gli obiettivi di
apprendimento, funzionali al raggiungimento delle competenze vengono definiti in riferimento al
terzo e al quinto anno della scuola primaria.
Rispetto alle indicazioni del 2004, in quelle del 2007 viene riproposto il concetto di aria disciplinare
inteso come campo conoscitivo e concettuale ampio, unitario e generale .
Le indicazioni del 2004 designano alla scuola primaria come la vera scuola di base che deve
consentire il passaggio dal sapere come al sapere scientifico .
Le indicazioni del 2007 non troviamo esplicitamente più l'educazione alla convivenza civile ed il
profilo educativo, culturale e professionale (PECUP).
Nella scuola del primo ciclo la progettazione didattica
L'organizzazione degli apprendimenti in maniera progressivamente orientata ai saperi disciplinari.
Il raggruppamento delle discipline in indica una possibilità di interazione e collaborazione fra le
discipline stesse. Aree disciplinari nella scuola primaria sono 3:
1. Area linguistico-artistico-espressiva
2. Area storico-Geografico-sociale
3. Area matematica-scientifica-tecnologica
Le unità di apprendimento vengono introdotte nelle indicazioni delle 2003 Ecco allora centro
dell'azione didattica l'alunno con lo scopo di trasformare il sapere(conoscenze)ed il saper fare
(abilità) in competenze( saper essere).
Un'unità di apprendimento si compone di alcune parti fondamentali:
-contestualizzazione in cui vengono indicati i livelli di partenza, il contesto qui verranno proposte le
attività e le motivazioni della scelta didattica .
-fase pre-attiva in cui si precisa il percorso formativo, le finalità e gli obiettivi.
-fase attiva che specifica le scansioni temporali e le modalità organizzative, le attività ed i contenuti
teorici e pratici che verranno proposti, di spazi e gli strumenti o gli attrezzi che si intende utilizzare.
-controllo degli apprendimenti che permette di verificare e valutare il raggiungimento dei traguardi
ipotizzati delle attività e conoscenze perseguite.
Le unità di apprendimento possono avere carattere disciplinare, dedicandosi allo sviluppo di una
sola disciplina o interdisciplinare coinvolgendo trasversalmente con obiettivi condivisi più discipline.
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UOMO-AMBIENTE-NATURA——- Educazione ambientale e sensoriale
Lo sviluppo e la crescita dei bambini muovono dalla ricerca e dall'esplorazione autonoma che si
svolgono, attraverso il gioco, nei confronti della realtà fisica e naturale.
Che cos'è l'educazione ambientale? "Essa deve essere intesa come un insieme di interventi volti a
sviluppare le facoltà intellettuali, morali e fisiche degli individui secondo deteminati principi che
mirano al rispetto e all’integrazione ambiente. Per ambiente si intende quel complesso di
condizioni sociali, morali, culturali e naturali in cui un individuo vive e sviluppa la propria
personalità.
Finalità dell’educazione ambientale sono: -favorire un'educazione permanente; -promuovere la
soluzione dei problemi ambientali; -coinvolgere e stimolare la collettività nei problemi ambientali, -
creare una "coscienza" ecologica coinvolgendo la dimensione cognitiva, sociale, etica, pragmatica,
estetica, affettiva ed emotiva; -adattabilità, alle diverse situazioni socio—economiche, culturali,
naturali ed ecologiche di ogni contesto a cui si rivolge.
L'educazione ambientale inizia sin dai priori anni di vita nell'ambiente familiare, per svilupparsi poi
nei centri educativi fino a consolidarsi in una vera e propria "coscienza ecologica", soprattutto se
supportata da un'attenta programmazione.
L’educazione è un processo sociale interagente con l'ambiente umano, fisico e sociale ed ha
senso solo in una prospettiva nella quale la società stessa è vista realizzare le proprie finalità in
stretto e indissolubile rapporto con quelle del sistema formativo.
Perciò educazione ambientale significa anche insegnare a "guardare" in modo corretto l'ambiente
per migliorare la qualità della vita.
I grandi insegnamenti che la natura ci regala derivano dal fatto che essa riesce a mettere in gioco
contemporaneamente le dimensioni emotiva, pragmatica e cognitiva.
La prima attraverso it contatto diretto con l’ambiente naturale, particolarmente bello, affascinante,
suggestivo ed inconsueto, stimola le emozioni, i sentimenti, i ricordi, i pensieri, la creatività,ec…
La seconda, perché la natura ci offre molteplici e numerose possibilità per effettuare esperienze
concrete ed attività pratiche sia all'aperto che presso centri naturalistici organizzati.
La terza dimensione attraverso il contatto con ambienti di particolare interesse naturale, ecologico,
storico, antropologico, artistico, sociale e culturale, ci permette di apprendere in modo chiaro e
duraturo determinate conoscenze.
Un buon educatore dovrebbe portare i suoi ragazzi fuori, all'aperto, ad osservare, a scoprire
luoghi incontaminati, acque pulite, boschi, animali, prati in fiore..., organizzare attività pratiche che
coinvolgano gli allievi, per far toccare loco con mano l'importanza della conservazione, le minacce
da fronteggiare e le possibili iniziative da intraprendere.
La metodologia da utilizzare si deve basare su: l’osservazione, la conoscenza, l’analisi, la sintesi,
l’applicazione, la valutazione.
I mezzi e gli strumenti da preferire sono: gioco, mezzo privilegiato per coinvolgere l' attività
motoria, cognitiva ed emotiva; - l'esplorazione di ambienti, siano essi naturali o urbani; - gli
esperimenti, sia sul campo che in laboratorio; - gli strumenti massmediali;- i soggiorni in ambienti
naturali; - la realizzazione di strumenti didattici per l’ambiente.
Un buon progetto di educazione ambientale e sensoriale deve aiutare gli allievi ad immergersi
nella natura per scoprirne tutte le caratteristiche.
Prima di realizzare le proposte “sul campo" è necessario riattivare le capacità sensopercettive
degli allievi.
L' educazione sensoriale dovrà muovere dall' associazione del movimento ai cinque sensi: tatto,
olfatto, vista, udito, gusto.
Alcuni esempi di attività senso-percettive sono: far provare al bambino diverse stimolazioni tattili,
far sentire diverse superfici; sperimentare diverse sensazioni termiche e tattili (far sentire l’acqua
calda,fredda, gelata); sperimentare diverse sensazioni pretorie (accarezzare le mani, solleticare le
mani,…); provare sensazioni vibratorie; esercizi di attenzione visiva ; esercizi di attenzione
acustica (riconoscimento di suoni, di strumenti,…)
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PROPOSTE OPERATIVE
La continuità educativo-didattica nasce dall'esigenza primaria di garantire all’alunno un percorso
formativo organico e completo. Mira a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale. La
scuola, Che si occupa della persona nel suo percorso formativo, trova nella continuità trasversale
e verticale un valido mezzo per attuare le sue finalità. I progetti prevedono percorsi educativi e
didattici che prediligono le esperienze interdisciplinari finalizzate a trovare interconnessioni e
raccordi tra gli apprendimenti attraverso linguaggi peculiari di ogni disciplina.
La continuità verticale tra ordini di scuola permette di superare le barriere tra i vari ordini di scuola
e permette agli allievi di sviluppare la propria autonomia e sicurezza e, al contempo, arricchisce i
docenti che collaborando tra loro trovano sempre nuovi stimoli e soluzioni.
Progetto Orienteering: È uno sport nato alla fine del secolo scorso nei paesi scandinavi. Da
allora la sua diffusione e popolarità sono andate crescendo. Arriva in Italia nel 1976 quando a
Trento viene fondato il comitato Italiano sport orientamento. è uno sport nel quale i concorrenti con
l'aiuto di una carta e di una bussola devono visitare nel minor tempo possibile ed in un ordine
prestabilito un certo numero di luoghi (Punti di controllo-lanterne), indicati sulla carta. Vengono
solitamente organizzate e realizzate in zone boscose favorendo il movimento l'aria aperta a
beneficio della mente del corpo.
La lanterna e un oggetto tridimensionale a tre facce, in tela, di colore bianco e arancione,
sistemata in modo che sia visibile solo all'ultimo momento. Vincenzo Italia il traguardo nel minor
tempo possibile essere passato per tutti punti indicati.
Tra gli obiettivi generali vi sono: passare dalla percezione dello spazio alla sua
rappresentazione;muovere dalla logica del concreto per arrivare alla musica dell'astratto;
strutturare relazioni spazio-temporali; sviluppare un rapporto con l'ambiente circostante e maturare
un senso ecologico; favorire la pratica interdisciplinare E promuovere il coinvolgimento diretto degli
allievi nell'organizzazione e gestione delle attività; sviluppare la personalità dell'alunno e
l’autonomia.
L'insegnamento dell’orienteering permette un lavoro interdisciplinare tra i diversi campi di
esperienza nella scuola dell'infanzia le varie aree disciplinari e discipline della scuola primaria.
Geografia: muoversi consapevolmente nello spazio circostante sapendosi orientare attraverso
punti di riferimento utilizzando gli organizzatori topologici E le proprie carte mentali.
Matematica: collocare correttamente nello spazio se stesso, gli oggetti e le persone eseguire
correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali; Percepire e rappresentare forme
relazioni e strutture che si trovano nell'ambiente naturale o che sono state create dall’uomo.
Scienze naturali: orientarsi nel tempo della vita quotidiana; Essere curioso, esplorativo, porre
domande, discutere; osservare, descrivere, confrontare elementi della realtà circostante; avere
atteggiamenti di cura verso l’ambiente.
Corpo, movimento, salute: sviluppare gli schemi motori di base sia in situazioni note che nuove;
migliorare le capacità coordinative; Sviluppare la percezione spazio-temporale; consolidare la
dominanza laterale; Raggiungere una buona autonomia personale; favorire lo spirito di
collaborazione.
Arte e immagine: potenziare le capacità percettiva di attenzione e di memorizzazione; Sviluppare
le varie tecniche espressive grafiche, plastiche e costruttive.
Nella scuola dell'infanzia l'attività di orientamento sviluppa: la concentrazione e la capacità di
osservazione, la percezione dello spazio e la coordinazione motoria, La capacità di scelta E il
riconoscimento delle proprie capacità e dei propri limiti. Inoltre favorisce lo spirito di collaborazione
e l’autonomia.
Nella scuola primaria l'attività di orientamento sviluppa: la capacità di osservazione, la percezione
dello spazio, la coordinazione motoria, la concentrazione, la capacità di scelta, il riconoscimento
delle proprie capacità e dei propri limiti, L'autonomia e lo spirito di collaborazione.
I giochi di orientamento hanno la funzione di allenare le capacità senso-percettive il rapporto con la
dimensione spazio-temporale. Nell'interazione continua che ogni bambino ha con lo spazio
circostante, gli oggetti, il mondo e lo spazio degli altri. Occorre precisare che nei primi anni della
scuola primaria non è possibile parlare di Orienteering in senso stretto perché esso si fabbrica un
ambiente sconosciuti E l'utilizzo di carte topografiche per orientarsi richiede parecchie operazioni
mentali contemporanee; Non tutti bambini raggiungono contemporaneamente la capacità di
orientarsi con semplici mappe; le carte che gli allievi di sei-sette anni sono in grado di
comprendere produrre non sono ancora delle rappresentazioni simboliche ma delle vere e proprie
mappe in cui gli oggetti sono raffigurati in modo molto realistico.
Tra gli obiettivi generali troviamo: organizzare correttamente lo spazio grafico; localizzare lo
spazio evocato, lo spazio rappresentativo e lo spazio da esplorare; individuare i rapporti topologici;
Costruire percorsi con materiali diversi; orientarsi nello spazio; padroneggiare abilità motorie di
base in situazioni spazio-temporali diverse; percepire e controllare il proprio corpo in rapporto allo
spazio e al tempo; sviluppare le capacità coordinative e quelle senso-percettive; favorire lo
sviluppo degli schemi motori di base; Riconoscere la destra e la sinistra.
Obiettivi specifici: controllare, globalmente E segmentariamente gli schemi motori di base;
interpretare correttamente le variabili spazio-temporali; saper riconoscere la destra dalla sinistra su
di sé mir; saper valutare l'intensità del gesto motorio in relazione alle caratteristiche spaziali di
ostacoli da superare; sapersi orientare camminando o correndo nello spazio circostante;
controllare oggetti in movimento valutandone la direzione, la traiettoria e la velocità di
spostamento; controllare l'equilibrio statico, dinamico ed in volo; Vincere la paura di affrontare state
esperienze motorie nuove.
Proposte didattiche: impostare la costruzione delle mappe iniziando con la realizzazione di una
copia della propria mano; paragonare il disegno alla realtà; costruzione di mappe e carte della
classe-sezione, palestra, scuola, interno ed esterno; osservare alcuni oggetti dall'alto e poi
riprodurli foglio; creare una simbologia per indicare i vari oggetti da rappresentare; riproduzioni di
oggetti sulle carte; Orientare le mappe-carte create; orientarsi nella classe; Costruzioni di plastici
della classe.
La valutazione verrà eseguita sia in itinere che attraverso una verifica finale; attraverso alcune
esercitazioni e test verrà considerato il tempo di esecuzione E successivamente si passerà ad un
colloquio per far emergere le difficoltà incontrate nell'esecuzione del compito.
GIOCHI PER ORIENTARSI
Scuola dell’infanzia
1. “ritrova il tuo tesoro”: gli alunni sono disposti schieramento libero ognuno con una palla, il
tesoro. Con un brano musicale in sottofondo i bambini saranno invitati a spostarsi in tutte le
direzioni e quando la musica si interrompe ognuno dovrà andare a prendere la sua palla.
L’insegnante dovrà anche indicare se si devono collocare davanti, dietro, a destra o sinistra,
sopra o sotto la palla.
2. “Uccellini cambiate casa”: la casa È un cerchio quando la musica si interrompe ognuno deve
tornare dentro un cerchio diverso da quello di partenza.
3. La ragnatela: prima dell'arrivo dei bambini nella stanza,l’insegnante costruisce utilizzando
nastro segnaletico bianco rosso una gigantesca ragnatela attaccandolo alle pareti o ad altri
probabili appigli e posizionati fili a diverse altezze.
4. “Gli scatoloni: dentro-fuori”
5. “Lupo mangia frutta”
6. “Dimmi dove devo andare”: percorso gruppi in cui ciascuno di questi riceve dall'insegnante le
istruzioni relative al percorso da effettuare ed alla successione delle stazioni.
7. “Gioco dello specchio” (giochi per la lateralità).
Scuola primaria
1. giochi di orientamento : (1)partendo dall'ingresso della palestra o da un'altra stanza, ad occhi
bendati far percorrere agli allievi il perimetro usando il tatto (mani,piedi); (2) disporre attrezzi
sparsi nella stanza, far osservare la stanza ai bambini E poi, ad occhi bendati, con percorso
libero, camminare nella palestra, toccare gli attrezzi e riconoscerli.
2. Orologio in testa: gli allievi partendo contemporaneamente, corrono camminano nello spazio
a disposizione e si arrestano autonomamente quando ritengono che sia trascorso il tempo
indicato in precedenza dall'insegnante .
3. Staffetta a catena.