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IL CORPO EDUCANTE

Il primo dovere di un insegnante è la capacità di trasformare un insegnamento in apprendimento.


L’insegnante deve tenere presente gli obiettivi educativi ossia trasmettere contenuti ma tener in
considerazione anche la personalità (unica,irripetibili, irrinunciabile) e le intelligenze degli alunni
che, nonostante abbiano la stessa età, potrebbero avere intelligenze diverse le quali
corrispondono a diversi stili di apprendimento.
E’ indispensabile conoscere il contesto in cui si opera.
Le ultime fasi di un processo di apprendimento sono: verifica e valutazione. La verifica è la
misurazione degli apprendimenti mentre la valutazione corrisponde all’attribuzione di valore.
La verifica necessita di un feedback (una comunicazione verbale), vi è anche un pre-feedback il
quale dato dalla comunicazione non verbale.

“Se si vorrà creare un mondo nuovo anche l’educazione dovrà rinnovarsi” Gandhi

ETA’ EVOLUTIVA—> è un periodo fondamentale della vita di un individuo la cui individuazione in


termini di età non ha una rigida divisione temporale. Possiamo definire l’età evolutiva come il
periodo compreso tra la nascita e i 20 anni circa. Esso viene diviso in 3 fasi principali:
1. dalla nascita ai sei anni
2. dai sette ai tredici/quattordici anni
3. dai quattordici ai vent’anni.

Le influenze sullo sviluppo possono essere:


di natura biologica -> fattori ereditari(con incidenza sull’espressione delle capacità condizionali e
delle caratteristiche fisiche); anamnesi pre-natale e perinatale; condizioni generali di salute del
soggetto; grado di funzionalità di organi e apparati,in particolare quelli preposti a funzioni
percettive.
di natura ambientale -> approccio e propensione da parte dei genitori; livello culturale; condizioni
socio-economiche; grado di sollecitazione psichica e motoria; sostegno e incoraggiamento; varietà
delle esperienze vissute; relazioni con terzi.

Jean Piaget psicologo, biologo,pedagogista e filosofo svizzero. Fondatore dell’epistemologia


genetica, studio sperimentale delle strutture e dei processi cognitivi legati alla costruzione della
conoscenza nel corso dello sviluppo, suo interesse anche alla psicologia dello sviluppo.
Differenza qualitativa tra le modalità di pensiero del bambino e quelle dell’adulto. La capacità
cognitiva e quindi di intelligenza, è strettamente legata alla capacità di adattamento all’ambiente
sociale e fisico.
Distinzione degli stadi dello sviluppo cognitivo: 4 periodo fondamentali comuni a tutti gli individui e
che si susseguono sempre nello stesso ordine:
1. stadio o periodo senso-motorio: si articola dai 0 ai 2 anni
2. stadio o periodo preparatorio: si articola dai 2 ai 7 anni
3. stadio o periodo delle operazioni concrete: si articola dai 6/7 anni agli 11 anni. Si ha la
possibilità di fare un qualche cosa e di vederne i risultati.
4. stadio o periodo delle operazioni formali: si articola dagli undici/dodici anni in poi. Si passa al
piano dell’astratto.

“Volete coltivare l’intelligenza del vostro scolaro? Coltivate la forza che essa deve governare.
Esercitate continuamente il suo corpo, rendendolo robusto e sano per renderlo saggio e
ragionevole che lavori, che agisca, che corra, che gridi, che sia un uomo per il vigore e presto lo
sarà per la ragione” Rousseau.
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Per “tecnica in Educazione Fisica” si intende il complesso delle norme da seguire in ginnastica.
Essa ha due aspetti:
- aspetto descrittivo -> che richiede l’uso di un linguaggio specifico (una propria terminologia)
- aspetto applicativo -> si riferisce al modo si attuare il movimento. Il movimento va considerato
come un continuo cambiamento di rapporto fra le parti del corpo e di questo con il mondo
esterno; il movimento può essere eseguito con o senza l’impiego di attrezzi.

In Ginnastica il corpo umano si divide in busto e arti;


Il busto si divide in: capo,collo,tronco.
L’arto superiore si divide in: spalla, avambraccio,braccio propriamente detto, mano.
L’arto inferiore si divide in: anca, coscia, gamba propriamente detta, piede.

Due o più ossa vicine sono unite da articolazioni; le articolazioni prese in considerazione sono:
- nell’arto superiore: articolazione scapolo-omerale che unisce il braccio alla spalla
- nell’arto inferiore: articolazione coxo-femorale che unisce la coscia all’anca.
- articolazione del rachide (spina dorsale): articolazione del busto che va dalle spalle alle anche.

Per riconoscere i rapporti degli arti con il busto e del ginnasta con gli attrezzi, si immagina il corpo
umano percorso da tre assi e tagliato da tre piani.
-ASSE LONGITUDINALE= attraversa il corpo dalla sommità del capo al punto di unione dei
talloni.
- ASSE TRASVERSALE = attraversa il corpo andando da una spalla all’altra.
- ASSE SAGITTALE = va dal petto al dorso o viceversa.

Quando gli assi del corpo umano si intersecano in uno stesso punto formando un angolo retto, si
creano i piani:
- PIANO FRONTALE= det. dall’incontro dell’asse longitudinale con quello trasversale; divide il
corpo in due parti asimmetriche, una anteriore e una posteriore. E’ un movimento parallelo alla
fronte.
- PIANO SAGITTALE = det. dall’incontro tra l’asse sagittale e l’asse longitudinale; divide il corpo
umano in due parti simmetriche, una a sinistra e una a destra. Il movimento del copro sul piano
sagittale è ad es. quello che compio per scoccare una freccia.
- PIANO TRASVERSALE= det. dall’incontro tra l’asse trasversale e l’asse sagittale; divide il
corpo in due parti asimmetriche, una superiore e una inferiore.

L’ATTEGGIAMENTO è la figura che assume il corpo del ginnasta considerato indipendentemente


dai suoi rapporti con tutto ciò che lo circonda.
Le parti del corpo possono assumere determinati atteggiamenti, considerati atteggiamenti parziali
e prendono il nome dalla figura che assumono.
Il busto può assumere i seguenti atteggiamenti:
-lungo
-breve -> quando il vertice risulta per quanto possibile vicino al bacino anteriormente,
posteriormente o lateralmente.
-torto o ruotato -> quando i segmenti anatomici, dal capo al bacino sono girati, l’uno rispetto
all’altro attorno all’asse longitudinale.

L’arto superiore o quello inferiore può assumere i seguenti atteggiamenti:


-lungo -> quando i segmenti anatomici dell’arto formano una figura il più possibile allungata
-breve -> quando i segmenti che formano l’arto sono avvicinati formano angoli acuti (es. braccia
sulle spalle); se formano angoli retti o ottusi l’atteggiamento viene detto semibreve.
-torto o ruotato-> quando l’estremità distale dell’arto risulta girata attorno al proprio asse
longitudinale.

Quando gli atteggiamenti del busto vengono combinati con quelli degli arti inferiori vengono definiti
atteggiamenti del corpo o totali. Essi si differenziano in:
-atteggiamento in ginocchio= il busto è in atteggiamento lungo, le cosce in linea con il busto e le
gambe propriamente dette a 90° rispetto alle cosce.
- atteggiamento a raccolta = il busto è in atteggiamento lungo e gli arti inferiori in atteggiamento
breve con le cosce vicine al tronco.
- atteggiamento a massima raccolta= gli arti inferiori e il busto sono in atteggiamento breve con la
fronte vicina alle ginocchia.
- atteggiamento a squadra= gli arti inferiori e il busto sono in att. lungo e formano un angolo retto
- atteggiamento a massima squadra= gli arti inferiori sono in atteggiamento lungo e il busto in
atteggiamento breve con la fronte vicina alle ginocchia.

Ogni azione, movimento o esercizio del corpo, non possono prescindere da quattro elementi
fondamentali:
-posizione o disposizione reciproca delle varie parti del corpo
- situazione in cui operiamo
- orientamento rispetto ad un sistema di riferimento o a un attrezzo
- tipo di rapporto tra il corpo e l’attrezzo.

Il corpo umano ha un baricentro che è il punto di applicazione della risultante, o somma, dei pesi
di tutti i segmenti corporei. Il baricentro nell’uomo è situato al centro del suo corpo. Quando il corpo
assume una posizione diversa da quella eretta, il baricentro cambia ubicazione e si trasferisce in
un punto che dipende dagli spostamenti che effettuano i vari segmenti corporei.
Con il variare del baricentro varia l’analisi del movimento, le linee di azione del muscolo e gli
interventi muscolari; tali variazioni prendono il nome di posizione.
La posizione del corpo in appoggio al suolo per mezzo dei soli arti inferiori, quando viene
mantenuta per un periodo di tempo più o meno lungo, si denomina stazione; quella in appoggio
anche col busto prende il nome di decubito.

Stazione eretta-> il corpo risulta ritto con i pieni divaricati o uniti posati al suolo
Stazione seduta-> il corpo risulta in appoggio sul suolo con la regione glutei e con quella
posteriore degli arti inferiori ed il busto è eretto.
Stazione a ginocchio-> il corpo risulta appoggiato sul suolo con uno o ambedue le ginocchia e con
i piedi ed il busto è eretto.
Decubito supino-> il corpo è in appoggio sul suolo con la regione posteriore del corpo
Decubito prono-> il corpo è in appoggio sul suolo con la regione anteriore del corpo.
Decubito laterale sx o dx-> il corpo è in appoggio sul suolo con la regione laterale dx o sx.

I movimenti sono atti motori, volontari o involontari, che determinano cambiamenti di figura o di
ubicazione del corpo. I movimenti volontari prendono il nome di movimenti ginnasti e i più comuni
sono:
-abdurre= movimento che determina l'allontanamento di un arto dall'asse longitudinale o mediano
del corpo.
-addurre= movimento inverso a quello precedente
-aprire= allontanamento lento e reciproco degli arti superiori in atteggiamento lungo eseguito sul
piano trasversale. (chiudere= movimento inverso).
-divaricare= allontanamento reciproco degli arti inferiori in direzioni opposte, generalmente in
atteggiamento lungo
-riunire= ricongiungimento del piede precedentemente mosso con l'altro rimasto sul posto.
-piegare= passaggio dalla posizione in atteggiamento lungo ad un'altra in atteggiamento breve.
-rizzare = passaggio dalla posizione atteggiamento breve o semibreve ad un'altra in atteggiamento
lungo.
-capovolgere= movimento in rotazione del corpo di 180° intorno al proprio asse trasversale.
-spingere= estensione rapida di arti
-flettere= avvicinamento di uno o più segmenti contigui di una stessa parte del corpo non in
appoggio sul sostegno.
-estendere= passaggio la parte del corpo da una posizione in atteggiamento breve semibreve ad
un'altra in atteggiamento lungo.
-elevare= movimento lento generalmente degli arti in atteggiamento lungo ,dal basso verso
l’alto.
-abbassare= movimento lento svegliarti in atteggiamento lungo dall'alto verso il basso.
-oscillare= movimento pendolare
-slanciare= cambiamento rapido di direzione degli arti in atteggiamento lungo
-circondurre= passaggio diretto e successivo di una parte del corpo per quattro posizioni a due a
due diametralmente opposte.
-incrociare= sovrapporre un arto all’altro omologo.
-torcere= movimento di una parte del corpo attorno al proprio asse longitudinale mantenendo
ferma 1 estremità.
-affondo= quando un arto inferiore risulta se mitigato con il ginocchio in linea con il tallone, l'altro
proteso con la pianta del piede aderente al suolo, il busto inclinato e in linea con quest'ultimo arto.

I movimenti in rapporto alla causa che li produce si distinguono in attivi e passivi. I primi sono
quelli prodotti dalla contrazione dei muscoli striati che si inseriscono attorno alle varie parti dello
scheletro; i secondi sono quelli che si compiono per azione della gravità o che vengono prodotti
con mezzi esterni, manuali o meccanici.
Una successione di movimenti ginnasti con scopo educativo, psico-fisico o fisiologico danno vita
all'esercizio ginnastico. Gli esercizi ginnasti ci si possono classificare in semplici, composti o
misti e combinati.
L'esercizio semplice interessa una sola parte del corpo e non si può scomporre in altri movimenti
di diversa natura. L'esercizio composto interessa una sola parte del corpo E si può scomporre in
altri movimenti di diversa natura.
Esercizio combinato interessa due o più parti del corpo che eseguono contemporaneamente
ciascuna un esercizio semplice o composto.

Gli arti superiori possono assumere posizioni in atteggiamento lungo, breve semibreve. Le
posizioni degli arti superiori in atteggiamento lungo si distinguono in dirette e intermedie: sono
dirette quando gli arti, risultano paralleli mentre sono intermedie quando risultano obliqui rispetto
agli assi.
Le posizioni dirette sono: braccia in basso parallele all'asse longitudinale e in direzione del bacino;
braccia avanti, Parallele all'asse sagittale; Braccia in alto parallele all'asse longitudinale e in
direzione del capo; braccia il fuori quando risultano sul prolungamento dell'asse trasversale.
Le posizioni intermedie si precisano indicando le posizioni dirette fra cui vengono a trovarsi gli arti.
Si hanno quindi le seguenti posizioni intermedie delle braccia: avanti-basso, avanti-alto, fuori-
basso, Fuori-alto, dietro-basso.

Più esercizi ginnastici insieme si possono eseguire secondo un determinato rapporto di tempo; Le
principali forme di combinazione sono: la successione(un arto alla volta), la simultaneità (le
braccia eseguono contemporaneamente lo stesso movimento) e l’alternanza (le braccia eseguono
contemporaneamente una il movimento di andata e l'altra quella di ritorno).
Fanno parte delle normali attività motorie educative E delle composizioni ginnastiche a corpo libero
: I passi, la corsa, i balzi, I saltelli, i salti.
Gli esercizi possono essere divisi anche considerando la quantità del lavoro muscolare che
producono:
Blandi se producono scarsa quantità di lavoro, moderati se producono apprezzabile quantità di
lavoro, intensi se producono grande quantità di lavoro.

L'assistenza è l'insieme delle azioni che l'insegnante compie per prevenire gli allievi da qualsiasi
danno fisico o morale. Si può distinguere in preventiva e ginnastica. Quella preventiva riguarda gli
accorgimenti che mirano a salvaguardare la salute degli allievi ed a evitare loro pericoli e infortuni
durante le esercitazioni. L'Insegnante quindi Deve: assicurarsi che l'ambiente in cui si svolgono le
attività motoria sia pulito e arieggiato; controllare che gli indumenti indossati dagli alunni non siano
di impedimento all'esecuzione degli esercizi, provvedere affinché gli attrezzi siano efficienti E in
buono stato, evitare che in prossimità degli attrezzi utilizzati ci siano attrezzi che possono essere
motivo di pericolo, collocare opportunamente i tappetini punti di arrivo e in quelli in cui si prevede
un'eventuale caduta.
Assistenza ginnastica generalmente si effettua nelle esercitazioni ai grandi attrezzi e consiste
nell'aiutare materialmente l'allievo durante l'esercizio per evitare che una postura ho un'esecuzione
errate causino un infortunio. Questa assistenza si dice diretta quando viene seguita personalmente
dall'insegnante e indiretta quando viene fatta da un allievo.
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1.SCHEMI MOTORI DI BASE
All’origine di qualsiasi movimento volontario c’è la rappresentazione mentale di esso, cioè
un’immagine motoria che può essere anche imprecisa, ma che è comunque indispensabile.
L’immagine motoria è il momento che precede e condiziona le contrazioni muscolari ed è
determinato dalle precedenti sensazioni cinestesiche che hanno lasciato il ricordo di ogni azione
motoria.
Tutti gli esseri umani dispongono dalla nascita di una matrice motoria di base propria della specie
umana.
Gli schemi motori di base sono forme di movimento semplici e naturali e dipendono dalla
maturazione del sistema nervoso Centrale e caratterizzano il potenziale motorio che varia in
relazione alla ricchezza degli stimoli ambientali.
Vengono utilizzati spontaneamente dai bambini per risolverei problemi della vita quotidiana.
Essi sono il presupposto di base su cui poi possono essere apprese le abilità motorie generali.
Rappresentano le forme più elementari del movimento, la prima applicazione delle capacità
motorie e per questo si pongono a metà tra le capacità e le abilità motorie.
Gli schemi motori di base sono:
-camminare e correre—> camminare è il primo movimento per lo spostamento in equilibrio totale
in stazione eretta; il correre è un’evoluzione della deambulazione in cui viene inserita una fase
aerea tra un passo e l’altro.
-arrampicarsi
-rotolare —> è uno schema motorio di base che rappresenta un prerequisito per tutti quei
movimenti che avranno a che fare con salti in aria e capovolgimento del corpo. Se viene fatto in
modo insistente, si rischia di creare malessere nel bambino.
-saltare e atterrare-> l'acquisizione di questo schema motorio di base implica la presenza di
prerequisiti, coordinativi che non maturano completamente prima dei 10 anni.
-strisciare e spostarsi in quadrupedia
-lanciare e afferrare->evoluzione del riflesso di pressione che presente già dalla nascita.

Gli schemi motori e postulai sono strettamente collegati allo sviluppo dello schema corporeo ed
alla costruzione dell’immagine corporea.
L’evoluzione delle competenze motorie passa per 3 tappe:
1. consolidamento degli schemi motori di base
2. apprendimento delle abilitò motorie generali
3. apprendimento delle abilità motorie sportive

Per avere un corretto e sano schema corporeo che ci aiuti anche nei rapporti inter-razionali e
cognitivi è indispensabile formarlo e coltivarlo nel migliore dei modi; per fare ciò è necessario
attraversare le tre tappe sopraelencate.
La terza tappa non rientra tra gli obiettivi diretti alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria (ma
in realtà della scuola in generale).

EDUCARE AGLI SCHEMI MOTORI DI BASE


Strisciare rotolare e quadrupedia
Lo strisciare è il primo modo di spostamento del bambino sul terreno, prima di conquistare la
stazione eretta; utilizzare questa attività motoria di base significa analizzare il vissuto corporeo del
bambino.
Il rotolare consiste in una rotazione del corpo o attorno all’asse trasversale che si sviluppa con
l’appoggio del dorso per punti successici, o attorno all’asse longitudinale che si sviluppa con
l’appoggio del tronco della posizione supina o prona, per punti successivi dal capo al bacino.

Strisciare e Rotolare: esempi di esercizi


1. Porre un’asticella su due appoggi alti circa 25 o 30 cm da terra: passare sotto senza far cadere
l’asticella (strisciare o rotolare). Si domanda ai bambini: “Che animale si dovrebbe imitare per
passare sotto?” (chiaramente è il serpente).
2. Camminare sulle avambracci trascinando il resto del corpo
3. Strisciare nella varie direzioni (avanti, indietro, lateralmente). Si dice ai bimbi : “Il serpente può
andare solo avanti?”, “Come si può movere allora?”.
4. Prono, girare su se stessi facendo perno sull’addome aiutandosi con le mani si domanda:
“Cosa fanno i tronchi in discesa?Imitiamoli”.

Quadrupedia : esempi di esercizi


1. Spostarsi in avanti, indietro, lateralmente in quadrupedia.
2. Imitazione di animali. Guisa l’insegnante che dice : “ il gatto ha sonno, quindi allunga una
zampa e si stira” (dalla posizione di quadrupedica i bambini elevano un arto, poi l’altro,
contemporaneamente, ecc..).
3. L’insegnante dice “ Il gatto ha visto un topo là, via lo rincorre” (i bambini facendo perno sulle
ginocchia spostano le mani verso dx,sx,…)
4. “Il gatto cammina” e i bimbi camminano in quadrupedia.

I giochi di movimento sono tratti dalla tradizione popolare e tengono presente la


competizione, possono essere utilizzati carattere inter-disciplinare.
I giochi di movimento possono essere strutturati, semi-strutturati o liberi.
Elemento fondamentale è l’alternanza delle proposte per garantire varietà di apprendimenti ed
esperienze.
Possiamo proporre giochi a coppie o a piccoli gruppi; il gioco non deve essere fatto a caso ma
secondo un criterio di applicazione poiché il gioco dev’essere considerato un medium per altri
apprendimenti e non deve essere sottovalutato.
Si devono proporre attività individuali programmandole attentamente quando l’obiettivo
dell’insegnante sarà ampliare lo schema corporeo di ciascuno, così che ogni bambino possa
confrontarsi e sperimentale il suo proprio corpo; tali giochi devono essere effettuati nel completo
rispetto delle età evolutiva dei bambini.
Si possono proporre giochi o attività di gruppo quando si ha necessità di sviluppare obiettivi legati
alla socializzazione e, quindi, legate alle dinamiche relazionali tra i bambini.
Gli esercizi a coppie diventano importanti nel momento in cui si deve compiere un passaggio
dall’egocentrismo al sociocentrismo; in un primo momento la coppia può essere scelta dal
bambino stesso (ovviamente secondo una logica di preferenza reciproca) e solo successivamente
sarà compito dell’insegnante formare nuove coppie secondo criteri logici.

GIOCHI PER STRISCIARE, ROTOLARE E DI QUADRUPEDIA


1. Rullo trasportatore = formare due squadre, ogni gruppo si dispone in una parte dello spazio in
palestra.Tutti i componenti di ogni gruppo, tranne uno, si sdraiano uno di fianco all’altro. Il
bambino rimasto si sdraia sopra i compagni, di traverso, con le braccia avanti. Al via tutti i
gruppi incominciano a rotolare trasportando il compagno che sta sopra; quando il compagno
sopra è arrivano alla fine del gruppo, si sdraia velocemente vicino ai compagni e rotola
assieme a loro, mentre l’ultimo si sdraia sui compagni e si fa trasportare.
2. Il ponte e il serpente = i bambini a coppie cantando la seguente filastrocca eseguono il gioco
trasformandosi alternativamente in serpente e ponte . “Sotto il ponte passava un serpente”.
3. Lo schiacciasassi = due squadre : ogni gruppo posizione i bambini supini, sdraiati gli uni d
fianco agli altri; al via dell’istruttore il primo bambino rotola sopra gli altri e quando arriva in
fondo parte il secondo e così via.

CAMMINARE
Attraverso il camminare si acquisisce e migliora l’equilibrio nelle traslocazioni; è inoltre il primo
esercizio di coordinazione intersegmentaria su diversi piani. Per migliorare questo schema motorio
è opportuno, all’inizio, far camminare i bambini in gruppo liberamente per dare loro il senso dello
spazio, proponendo in seguito sotto forma di gioco, tutte le possibili varianti sul tema; in un
secondo momento è utile inserire la palla e il palleggio con i seguenti esercizi:
-Tutte le varietà di spostamento riproducendo le andature degli animali
- Camminare rullando sui piedi
- Camminare sugli avampiedi e poi sui talloni
- Camminare a passi lunghi, corti dentro cerchi distanziati in modo diverso tra loro.
- Camminare seguendo un percorso a curva
- Camminare a gambe divaricate

CORRERE=
-Correre liberalmente nello spazio
-correre a coppie, terziglio o in gruppo
-alternare tipi di corsa

AFFERRARE-LANCIARE
- Lanciare in tutte le direzioni e in diverse modalità (con due mani, dall’alto o dal basso,lanci dal
petto,dalla fronte, da dietro).
- palleggiare con due mani, ad una mano da fermi e in spostamento.
- lanciare e riprendere la palla senza farla cadere a terra
Giochi per il lanciare e l’afferrare:
-scatola mai vuota= scatola al centro piena di palloni, due bambini la svuotano e gli altri bambini
raccolgono i palloni e cercano di rimetterli dentro la scatola
-palla avvelenata
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LATERALIZZAZIONE
Per lateralizzazione si intende il processo fondamentale nell’individuo che porta a sviluppare due
emisomi
( una delle due metà del corpo umano) uguali e simmetrici, distinguibili in destro e sinistro.
Se a livello di emisfero celebrale dominante sono sinistra, a livello di emicorpo dominante sarò
destra, mentre se sono destro a livello dominante, a livello di emicorpo sarò sinistro.
Il genere umano è caratterizzato per la maggioranza da un emicorpo destro mentre una
percentuale minore della popolazione mondiale risulta essere mancina di emicorpo.
L’emisfero dominante è la sede dell'iniziativa motoria e della funzione simbolica ed ha un ruolo
importante nella strutturazione dello schema corporeo.
L’emisfero complementare è quello della funzione spaziale,della rappresentazione mentale nello
spazio.
La lateralizzazione è la conclusione del processo di dominanza, cioè la scissione da un punto di
vista del controllo nervoso dei due emicorpi, per cui nella metà dominante si stabiliscono le
funzioni di attacco e slancio E nella metà complementare quelle di difesa equilibrio e appoggio.
Il suo corretto consolidamento è fondamentale per il normale sviluppo di ogni individuo; se questo
stadio di sviluppo non si struttura bene e non risulta chiara la suddivisione dei compiti tra i due
emicorpi, si può andare incontro a gravi problemi a livello motorio,psichico e di apprendimento.
Una scarsa affermazione della lateralizzazione rende difficile la coordinazione nel movimento
naturale (corsa, salto, lancio) e preclude lo sviluppo delle coordinazioni fini (oculo-manuale e
podalica) con ripercussioni sulle capacità di precisione nei lanci e sulla valutazione delle distanze.
L’equilibrio stesso, statico, dinamico e in volo, è in stretta dipendenza dalla lateralizzazione, così
come l’acquisizione delle abilità motorie primarie e sulla capacità di orientamento dello schema
corporeo nello spazio.
La laterallizazione è l’orientamento del proprio corpo, una tappa importante nello sviluppo motorio
dell’individuo che avviene tra i 3 e i 5 anni e che determina la dominanza celebrale.
La dominanza laterale non è decisa dall’educazione, ma dalla predominanza di un emisfero
celebrale;molto spesso la dominanza celebrale è un fattore ereditario .
L’azione educativa deve tendere al consolidamento della dominanza ricevuta nel patrimonio
genetico: nei destri assecondando ed aiutando il naturale sviluppo, nei sinistri evitando di
contrariare.
Secondo Wallon, “la scelta dell’arto superiore dominante avviene verso i 10 mesi di vita ed è in
relazione a fattori ereditari. Rispetto alla mano dominante, l’altra mano assume un ruolo
complementare”.
Questa dominanza è un processo graduale che avanza nel tempo e raggiunge, tappa per tappa,
tutto l’emicorpo.
La lateralizzazione si compie dalla nascita fino a circa i 12 anni di età; il periodo d’oro della
motricità va dagli 8 ai 11 anni.
Quando leggiamo,scriviamo o intavoliamo una discussione,la dominanza è riservata all’emisfero
sinistro; al contrario quando disegniamo o guardiamo un’immagine, sarà l’emisfero destro ad avere
dominanza su quello sinistro. L’emisfero sinistro del cervello è maggiormente qualificato nella
percezione analitica della realtà; l’emisfero destro è più specializzato nell’elaborazione visiva e
nella percezione delle immagini, nella loro organizzazione spaziale e nell’interpretazione emotiva.

SCHEMA CORPOREO
Non nasce a priori ma è una costruzione lenta e progressiva che viene un soggetto passando
attraverso più stadi di sviluppo:
-corpo vissuto(0-3 ANNI) in cui si delinea una propria immagine del corpo identificata con il
proprio io.
-corpo percepito (tre-sei anni) in cui attraverso la possibilità percettiva e di interiorizzazione si
organizza lo schema corporeo stesso
-corpo rappresentato ( 6-12 anni) in cui il soggetto è in grado di disporre della propria immagine
del corpo per compiere operazioni e per programmare mentalmente azioni e gesti.
Sul piano intellettiva corrisponde allo stadio che Piaget definisce “delle operazioni concrete”.
Si può dire che in un primo modo avrò percezione del mio corpo, in un secondo momento avrò
conoscenza del mio corpo e, infine, avrò coscienza del corpo.

L’argomento è stato studiato e definito da più esperti:


Bonnier per la prima volta usò il termine “schema” per indicare la consapevolezza dei confini e
delle posizione del corpo.
Pick propone la nozione di “immagine del corpo” stabilendo una relazione tra le sensazioni
percepite del corpo e le rappresentazioni visive di questo.

Ricordiamo alcune teorie:


-Le Boulch (insegnante di educazione fisica, bilogo, psicologo) che considera lo schema
corporeo o immagine del corpo “come una intuizione di insieme o una conoscenza immediata che
abbiamo del nostro corpo, sia allo stato statico che in movimento, in rapporto alle diverse parti tra
loro e soprattutto nei suoi rapporti con lo spazio circostante e gli oggetti che lo circondano";
-Vayer secondo cui “ uno schema corporeo ben strutturato è alla base della comunicazione
sociale, dato
che il linguaggio del corpo è la prima forma di comunicazione dell’individuo;
-Wallon che sostiene che lo schema corporeo non è un dato iniziale né un’entità biologica o
fisica preformata o ereditaria ma il giusto risultato e la condizione di giusti rapporti tra l’individuo e il
proprio ambiente.
-Lapierre e Aucouturier sviluppano un approccio psicomotorio orientato verso i processi affettivi
inconsci, sottolineando l'importanza dei vissuti corporei più arcaici giungendo così a rilevare il
valore
simbolico del movimento riguardo alle fantasie inconsce che intorno ad essi si strutturano;

Le diverse definizioni e filoni di ricerca convergono nel definire l’elaborazione dello schema
corporeo come l’organizzazione delle sensazioni relative al proprio corpo in relazione con i dati del
mondo esterno, inoltre emerge la convinzione comune dell’importanza del ruolo che il nostro corpo
e l’immagine che abbiamo di esso assumono nel nostro modo di essere e nella nostra capacità
espressiva e di apprendimento.
Uno schema motorio mal strutturato o incerto determina deficit nella relazione soggetto-mondo
influendo sul
piano:
1. Della percezione con deficit della strutturazione spazio-temporale;
2. Della motricità con goffaggine, poca coordinazione ed atteggiamenti scorretti;
3. Della relazione con l’altro, determinando insicurezza che è all’origine di turbe affettive che posso
sconvolgere le relazioni personali.

Sul piano percettivo all’inizio della scolarità, da una buona evoluzione dello schema corporeo,
dipende, per il bambino, la capacità di orientamento molto importante nella lettura. Uno schema
corporeo mal strutturato provoca:
1. confusione di lettere simmetriche con l’inversione nel senso di destra e sinistra, es. ‘b-d‘ e ‘p-q’;
2. inversione del senso ‘alto-basso’, es. ‘d-p’ e ’n-u';
3. inversione del posto delle lettere (caro-ocra-arco)
4. inversione delle sillabe (egli va su- egli su va)

Sul piano motorio lo schema corporeo è importante per l'azione in generale, gli schemi motori,
non possono organizzarsi se non partendo dallo schema corporeo. Non è possibile padroneggiare
bene un corpo che si conosce poco, o male. Di conseguenza si avranno difficoltà di coordinazione
e di dissociazione del gesto e sarà particolarmente lento ad organizzare la sua azione, segno,
questo, di mancanza di "disponibilità" motoria.
Sempre sul piano motorio, in relazione a deficit spazio-temporali, si hanno difficoltà nella
percezione delle traiettorie, nella valutazione delle distanze e delle velocità relative.
Sul piano relazionale il bambino ha difficoltà di accomodamento e di relazione con il proprio
ambiente.
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CAPACITA’ MOTORIE
Le capacità motorie sono le attitudini che ogni individuo possiede. Per il loro completo e massimo
sviluppo e per essere finalizzate all'acquisizione di abilità motorie, devono essere contestualizzate
in un continuo rapporto di interdipendenza con l'ambiente, che si realizza tramite il movimento e gli
esercizi.
Mainell è stato colui che per primo, ha classificato le capacità motorie.
Nell'esecuzione dei vari movimenti concorrono due tipi di capacità motorie, le capacità
condizionali e le capacità coordinative.
Le capacità condizionali sono determinate prevalentemente da processi energetici, mentre quelle
coordinative da processi neuro-muscolari che controllano e regolano il movimento; fa eccezione la
mobilità articolare che è influenzata sia dai processi energetici che da quelli neuro-muscolari.
La mobilità articolare è la capacità di effettuare i movimenti utilizzando la massima escursione
articolare possibile. È una capacità che sta in una posizione intermedia tra le capacità coordinative
e le capacità condizionali perché è determinata sia da fattori neuromuscolari che energetici.
Le capacità condizionali, sono determinate da fattori energetici, e sono:
1.la resistenza (capacità di resistenza), è la capacità di prolungare nel tempo l'attività muscolare
mantenendo costante il rendimento;
2. la forza (capacità di forza), è la capacità di resistere o vincere una resistenza esterna;
distinguiamo tre tipologie di forza:
- la forza veloce: è caratterizzata da stimolazioni nervose molto intense. La forza veloce ha un
incremento “naturale”.
- la forza resistente: capacità aerobica e anaerobica caratterizzata da stimolazioni nervose di
intensità media, ma prolungate nel tempo.
- la forza massimale: è caratt. da tensioni muscolari massimali per vincere resistenze esterne
molto intense.
3. la rapidità e la velocità: i due termini non sono sinonimi. Queste due capacità si incrementano
fortemente tra i nove ed i dodici anni. Secondo Zatziorskkij queste due capacità di incrementano
fortemente tra i 9 e i 12 anni. La rapidità, è la capacità dì compiere un movimento nel più breve
tempo possibile avendo come parametro di misura il tempo; la velocità di movimento ha come
parametri di misura il tempo e lo spazio.

Le capacità condizionali devono essere sviluppate a scuola e sollecitate in tale contesto ma in


linea generale.

Le capacità coordinative sono qualità determinate da processi neuro-muscolari che permettono


di organizzare e regolare il movimento.
Mentre le abilità motorie rappresentano presupposti immediati per l'esecuzione specifica di una
singola prestazione, le capacità coordinative vanno interpretate come presupposto essenziale per
svolgere tutta una serie di attività. Il livello di coordinazione dipende dall’organizzazione delle
diverse informazioni che raggiungono il Sistema Nervoso Centrale e dal grado di elaborazione e di
controllo delle risposte motorie.
Le informazioni sono raccolte dagli analizzatori periferici e convogliate alle strutture centrali.
Gli analizzatori sono:
Ottico:informa sull’immagine del movimento e ne rappresenta la guida
Tattile: percepisce la forma e la superficie degli oggetti, delle attrezzature,ecc..
Acustico: informa sui suono e sui rumori
Vestibolare (i recettori sono all’interno dell’orecchio): informa sulle accelerazioni e direzione del
movimento, sul controllo delle posizioni del corpo; è importantissimo per l’equilibrio.
Cinestetico(i recettori sono nei muscoli, nei tendini, nelle articolazioni): informa sulla modulazione
delle tensioni muscolari che agiscono sui vari segmenti corporei,in rapporto alla tipologia dei
carichi e sui loro rapporti spazio-temporali( analizzatore di fondamentale importanza per il
movimento).
Inizialmente nei bambini l’apprendimento di un movimento viene acquisito attraverso l’analizzatore
visivo (definita “forma esterna del movimento”) successivamente subentra quello
cinestetico(contenuto del movimento,sensazione interna, il “sentire” il movimento che porta al suo
controllo) se viene adeguatamente allenato.
Le capacità coordinative, che hanno la loro base nelle capacità funzionali del sistema senso-
motorio hanno uno sviluppo intensivo dai 6-11 anni (periodo d’oro della motricità), subendo un
rallentamento negli anni successivi dovuto alla pubertà ed il loro sviluppo biologico si conclude
verso i 10-12 anni circa.
Più la motricità del bambino è ricca di contenuti e più è rapido ed efficace sarà l’apprendimento di
nuovi movimenti. Il compito dell’allenamento in età puberale è di portare i bambini a possedere un
livello di sviluppo elevato delle capacità coordinative per supportare successive richieste tecniche.
Le capacità coordinative sono suddivise in capacità coordinative generali e capacità
coordinative speciali.
Le capacità coordinative generali rappresentano la struttura di base del processo coordinativo.
Il loro sviluppo avviene nei primi anni di vita attraverso l’evoluzione degli schemi motori di base.
Le capacità coordinative generali sono da considerarsi come requisiti motori diffusi e consolidati,
esse fungono da base evolutiva per i livelli coordinativi necessari ad un grado di prestazione più
sofisticato.

La classificazione delle capacità coordinative generali a cui facciamo riferimento è quella di K.


Meinel:
1. capacità di apprendimento motorio che si manifesta nell'acquisizione di gesti motori
precedentemente non posseduti. L’apprendimento motorio avviene attraverso tre fasi
successive:
a) fase della coordinazione grezza
b) fase della coordinazione fine
c) fase della stabilizzazione della coordinazione fine.
2. capacità di controllo motorio che si manifesta nella capacità di controllare l’esecuzione di un
movimento che garantisca il raggiungimento dello scopo previsto.
3. capacità di adattamento e trasformazione dei movimenti rapp. la capacità di modificare in
modo da adattarlo ad una improvvisa variazione della situazione senza che vi sia il cambiamento
del risultato previsto.
Il complesso di queste tre capacità coordinative generali
determina la destrezza.

Le capacità coordinative speciali si presentano in forma di un complesso; anche la loro


formazione può essere svolta in forma unitaria inoltre esse sono in stretta relazione con le capacità
condizionali. Tra le capacità coordinative speciali vi sono:
1.Destrezza fine: è la capacità di risolvere in modo rapido ed adeguato un compito motorio
avvalendosi dell’uso e dell’abbinamento di più capacità. E’ la capacità di svolgere rapidamente ed
adeguatamente rispetto allo scopo, compiti motori fini.
2.Capacità di equilibrio: consiste nella capacità di mantenere,controllare e ripristinare l’equilibrio in
situazione statica,dinamica e di volo. La sua importanza è fondamentale in tutte le espressioni
motorie.
3. Elasticità del movimento : si intende la capacità di coordinare la propria esecuzione motoria con
l’azione delle varie forze prodotte.
4.Capacità di combinazione motoria: è la capacità di unire più movimenti
5. Fantasia motoria: ricchezza di idee per risolvere un det. problema motorio.

Una capacità coordinativa acquisita rimane permanente nel bagaglio delle possibilità motorie
dell’individuo, mentre un livello acquisito relativo ad una capacità condizionale, tenderà a diminuire
se non si manterrà “allenata” la capacità stessa. Infatti condizionale presuppone che sia
subordinato ad una condizione perciò, perché il soggetti manifesti una delle capacità condizionali,
sarà necessario aver creato una “condizione” particolare.

CAPITOLO 2
LO SVILUPPO PSICO-SOCIALE
Una corretta educazione motoria realizza ampie possibilità educative.
Il movimento suscita interesse e, soprattutto se svolto collettivamente, dà fiducia in se stessi, crea
il senso di responsabilità nella consapevolezza che lo sforzo di ciascuno si riflette sul risultato di
tutti.
Educare il corpo significa favorire lo sviluppo fisico, intellettuale e psico-sociale, realizzando
positive relazioni con gli altri e promuovendo Io spirito di collaborazione. Attività motoria ed
educazione della mente sono strettamente correlate tra loro,infatti, con il movimento spontaneo o
organizzato, si riconosce, mediante un processo mentale, la collocazione dell'oggetto, i suoi
spostamenti, la relazione fra collocazione e spostamento, l'acquisizione del senso della rapidità o
della len-tezza dello spostamento, la misurazione di questo, il riconoscimento degli spazi che esso
coinvolge…"
Il movimento è anche fonte di socializzazione dell'individuo, perché esige il rispetto di regole
concordate, la collaborazione e la cooperazione.
La proposta di un'adeguata educazione motoria nella Scuola dell'Infanzia e nella Scuola Primaria
favorisce negli allievi lo sviluppo delle seguenti abilità motorie e sociali:
-maturazione dell'individuo e condizionamento sociale;
- graduale passaggio dall'egocentrismo al sociocentrismo.
In tale ottica le attività motorie per realizzare un progetto unitario per la crescita della persona,
devono avere le seguenti caratteristiche:
- complessità graduale delle richieste rivolte all'individuo;
- educare per assicurare lo sviluppo ottimale del soggetto e l'inserimento sociale;
- garantire al bambino una pluralità di esperienze e relazioni sociali;
- carattere ludico e socializzante delle attività proposte;
- funzione educativa del gioco;
- giochi individuali, a coppie, di piccolo gruppo e di gruppo;
-gli allievi non devono mai essere esclusi dal gioco (evitare le "eliminazioni", meglio semplici
penalità);
- il bambino non è un adulto in miniatura e non possono essergli applicate le regole del
movimento praticato dagli adulti;
- l'attività deve essere polivalente e non specialistica;
- l'allievo non si concentra a lungo su un'attività, gli vanno proposte attività variate e ludiche;
- la struttura ossea del bambino non sopporta carichi statici elevati e le attività fisiche troppo
intense possono determinare deformazioni scheletriche;

Le attività da privilegiare in base alle caratteristiche psico—fisiche e fisiologiche degli allievi dai
cinque ai dieci anni sono:
- camminare: il bambino cammina correttamente dopo i sei anni. Camminare liberamente
aiuta ad acquisire il senso di spazio, di tempo e la valutazione delle direzioni.
-correre: occorre correggere gradualmente l'assetto di corsa e lo spreco di energia. Il correre è
alla base di tutte le attività successive. Sviluppa la coordinazione dinamica generale;
- saltare: iniziare con salti dall'alto verso il basso per superare i blocchi psicologici; - rotolare:
serve a sensibilizzare i diversi segmenti corporei. Non forzare gli allievi a fare la capovolta,
eventualmente farli rotolare sull'asse longitudinale.
- controllo della respirazione: l'educazione respiratoria stimola l'attenzione dell'individuo al
fine di appropriarsi delle sensazioni del suo corpo. Gli esercizi di respirazione sono necessari
quando tende a venir meno l'equilibrio fisiologico
- attività a coppie: sono esercizi utili per la percezione ed il controllo del corpo e favoriscono
la comunicazione con l’altro.

RUOLO DELLE ATTIVITA’ MOTORIE NEL PROCESSO DI CRESCITA DELLA PERSONA

Le età e loro caratteristiche motorie :


-Dagli otto agli undici anni "età d'oro della motricità" e della rappresentazione mentale.
- Dai cinque ai nove anni l'alunno consegue gli schemi motori di base.
- Dai cinque ai nove anni aumenta la precisione dei movimenti finalizzati.
- Dai sette ai dieci anni l'allievo realizza una maggiore rapidità dei movimenti. l'individuo migliora
la sensibilità muscolare.
- Verso i sei—sette anni migliora l'equilibrio rapidamente, verso i sei-otto anni il bambino acquista
una notevole stabilità del movimento;
- A undici—dodici anni si completa lo sviluppo della lateralizzazione;
- Verso gli otto—dieci anni l'alunno matura l'attitudine a prevedere la velocità e la direzione di un
oggetto in movimento in rapporto alla posizione statica e dinamica del proprio corpo.
- - Dai nove agli undici anni l'allievo realizza progressi nella coordinazione senso—motoria
(occhio—mano, occhio—piede, dinamica generale).

L'AUXOLOGIA E FASI AUXOLOGICHE


"L'Auxologia è la scienza che studia la crescita e lo sviluppo dell'individuo dalla nascita fino all'età
adulta ed in particolare Io sviluppo del bambino nel suo processo evolutivo”. Per crescita fisica si
intende l'aumento delle dimensioni corporee, cioè alla maturazione delle funzioni dei diversi organi
ed apparati e la variazione nella composizione dei tessuti. Per sviluppo ci si riferisce alla
trasformazione psico—morfologica e funzionale del soggetto che, in piena evoluzione, conquista
un'eterogeneità organizzata degli apparati morfologici—funzionali e delle facoltà intellettuali”.
L'accrescimento dell'individuo nel periodo dell'età evolutiva viene suddiviso in fasi:
-Turgor Primus - da 0 ai 4 anni c.a -> aumento ponderale (parte della scuola dell’Infanzia).

- Proceritas Prima - dai 5 ai 7 anni c.a. (aumento staturale)


-Turgor Secundus - dagli 8 ai 11 anni c.a. (aumento ponderale)

-Proceritas Secunda dagli 11 ai 13 anni c.a. (aumento staturale)- periodo pre-puberale

-Turgor Tertius dai 14 ai 17/18 anni c.a. (f), dai 15 ai 19/20 (m) - (aumento ponderale)

CAPITOLO 3
LA MOTRICITA’ E L’APPRENDIMENTO SCOLASTICO
L'espressione corporea intesa come la spontanea manifestazione non verbale di ogni nostro atto,
può essere considerata come l'insieme di attività corporee che precede ed accompagna le
tecniche comunicative ed artistiche.
II corpo è iI primo mezzo con cui l’individuo sperimenta l’ambiente, e il primo canale di
comunicazione tra lui e gli altri.
Attraverso l’educazione motoria per mezzo di tutte le attività di movimento, si realizza un intervento
integrato su tutte le componenti del processo educativo.
Dal momento che si agisce su soggetti in fase evolutiva ed in formazione sia fisica che mentale,
compito dell'attività motoria sarà quello di promuovere, in ogni allievo, nel rispetto della
maturazione individuate, il controllo progressivo e finalizzato del comportamento e delle proprie
capacità psicomotorie.
Secondo Piaget, le prime costruzioni logiche dipendono dalla motricità e dalle sue forme,
sensomotorie, percettive, schemi d’azione.
Il corpo è un elemento di costruzione della vita mentale e il suo linguaggio, che è universale, ha la
funzione di mediatore tra l'io e il mondo ed il movimento concorre al processo formativo unitario.
I principi generali dell'educazione motoria dicono che in ciascun stadio di sviluppo occorre che
l’educatore realizzi la più larga base motoria possibile, proponendo e realizzando attività
multilaterali e polivalenti.
Obiettivo educativo e didattico fondamentale dell'attività motoria in eta evolutiva, è quello di far
conseguire una base motoria ampia; far acquisire al bambino "l'alfabeto fondamentale del
linguaggio motorio" per poi svilupparlo arricchendolo di coordinazione, funzionalità ed espressività
per poterlo trasferire ad ogni situazione di apprendimento.
Gia i Programmi della Scuola Elementare del 1985 citavano try gli obiettivi dell' educazione
motoria:
a) percezione, conoscenza e coscienza del corpo;
b) b) coordinazione oculo—manuale e segmentaria;
c) c) organizzazione spazio—temporale;
d) d) coordinazione dinamica generale.

Imparare a leggere significa apprendere ad elaborare l'informazione ortografica presente in una


qualunque sequenza di segni alfabetici E a trasformarla nella corrispondente rappresentazione
fonologica che presiede l'articolazione della risposta.
La lettura non è una funzione, ma un apprendimento complesso che implica una molteplicità di
processi e funzioni.
Le diverse funzioni sono nel bambino strettamente correlate: non solo le facoltà sensoriali sono la
base necessaria per il costituirsi delle capacità percettive superiori, ma lo schema corporeo,
l'organizzazione spazio-Temporale, e la motricità sono le facce diverse di uno stesso sviluppo di
cui il linguaggio si presenta come un aspetto dell'organizzazione spazio-temporale.
La lettura presuppone una buona strutturazione spazio-Temporale: perché il bambino possa
leggere occorre che situi correttamente nello spazio grafico l'alto e il basso, la destra la sinistra.
La costituzione dello schema corporeo è quindi basilare per la padronanza dello spazio e in
particolare di quello grafico.
Un ruolo importante è rivestito anche dalla lateralizzazione, definita come predominio motorio di un
emicorpo sull'altro. Fino ai sei-sette anni di età, il bambino non realizza una lateralizzazione
completa e stabile per tutti i segmenti corporei: è compito dell'educazione motoria intervenire per
sostenere tale processo.
La lettura non si svolge solo nello spazio, ma anche nel tempo: per poter leggere correttamente
infatti il bambino deve saper accordare sequenze di stimoli visivi ordinati spazialmente secondo
rapporti stabili con sequenze temporali in base ad una prima e a dopo.
Potremo così affermare che la motricità è alla base di ogni processo cognitivo.

Anche la scrittura, come la lettura è un apprendimento complesso: essa, infatti, richiede la capacità
di analizzare e sintetizzare il linguaggio sonoro, la memorizzazione dei segni grafici corrispondenti
alle singole lettere e la ristrutturazione nello spazio delle successioni di elementi percepite nel
tempo, rispettando le relazioni di posizione tra di esse. Inoltre, per un adeguato svolgimento della
scrittura è necessaria l’integrità delle aree cinestetiche e motorie che devono realizzare la
trasformazione degli schemi grafici in atti motori.
Le attitudini motorie sottese ad un buon apprendimento della scrittura sono:
- capacità di inibizione e di controllo neuro-muscolare, indipendenza segmentaria, coordinazione
oculo—manuale, organizzazione spazio-temporale
- coordinazione funzionale della mano, indipendenza mano-braccio, indipendenza delle dita,
coordinazione nella pressione;
- abitudini neuro-motorie corrette e ben stabilite, visione e trascrizione da sinistra verso destra,
modo corretto di tenere la penna.

Il ruolo dell'educazione motoria, in relazione agli apprendimenti scolastici può essere non solo un
sostegno per un apprendimento corretto, ma può rivelarsi determinante per creare un nuovo modo
di concepire gli apprendimenti stessi a partire dai concetti di globalità presenti nel bambino.
Scopo dello studio della matematica è la costruzione della personalità mettendo insieme le varie
componenti per giungere alla strutturazione di un insieme coerente e ben equilibrato.
Un individuo cosi integrato possederà un punto di vista aperto in quasi tutti i problemi, sarà sicuro
del proprio valore personale e nelle situazioni si dimostrerà costruttivo.
Per Gardner questo rapporto del bambino con gli oggetti si realizza attraverso l'intelligenza
logico-matematica, spaziale e corporeo-cinestetica.
Perseguire un tale scopo significa rivedere notevolmente le modalità dì insegnamento della
matematica, passando dal piano dell’acquisizione delle tecniche a quello dì acquisizione dei
contenuti, conoscendo le leggi dello sviluppo del pensiero matematico del fanciullo e rispettando i
tempi individuali dì ciascuno.

Le tappe del processo di apprendimento della matematica sono:


-gioco libero
-gioco strutturato
-consapevolezza della struttura del gioco
-rappresentazione grafica della struttura del gioco
-studio della rappresentazione
-elaborazione di assiomi e teoremi
———————————————————————————————————————-
DAI PROGRAMMI DEL 1995 ALLE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO DEL 2007
Ripercorrendo la storia degli Ordinamenti Scolastici, i Programmi per la scuola Elementare
risalgono al 1955.
Leggendo le indicazioni per le materie di insegnamento, per l’educazione Fisica nel I ciclo, che
comprendeva la I e la II classe, erano molto generici: se il maestro riteneva opportuno fare
educazione fisica ogni giorno poteva farlo.
Per il II ciclo, III, IV, V elementare, erano invece più specifici e prendevano in considerazione il
gioco, le attività nell’ambiente naturale e alcuni obiettivi generali.
Nel 1986/1987 i Nuovi Programmi per la scuola elementare vedono l’aumentare delle ore di
lezione e l’introduzione di nuove materie; per la prima volta la scuola elementare apre le porte a
discipline che fino ad allora erano tipiche della scuola media o superiore.
La pluralità di materie introduce anche una pluralità di docenti e il concetto di inter-disciplinarietà.
Il termine educazione fisica viene sostituito con “educazione motoria” e vengono indicate alcune
finalità ed obiettivi formativi da raggiungere nell’arco dei cinque anni.
Il movimento viene elevato a linguaggio al pari di ogni altro linguaggio e totalmente integrato nel
processo di maturazione dell’autonomia personale.
Le finalità si concentrano sullo sviluppo degli schemi motori statici e dinamici di base, sullo
sviluppo delle capacità e funzioni senso-percettive e all’acquisizione di abilità relative alla
comunicazione gestuale.
Inoltre viene sottolineato che le attività motorie per essere funzionali ed influire positivamente su
tutte le dimensioni della personalità, devono essere praticate in forma ludica, variata e polivalente.
Nel 1991 vengono pubblicati i “Nuovi orientamenti dell’attività didattica nelle scuole dell’Infanzia”
che sostituiscono quelli del 1969.
Nelle indicazioni culturali vengono elencati i campi di esperienza primo fra i quali è “Il corpo e il
movimento”.
I traguardi di sviluppo da perseguire riguardano l’acquisizione delle capacità di discriminazione
percettiva, di controllo degli schemi dinamici e postulari di base; viene indicato anche l’aspetto
sociomotorio come la capacità di padroneggiare il proprio comportamento nell’interazione motoria.
Viene indicata l’educazione alla salute in modo da promuovere l’assunzione di positive abitudini
igienico-sanitarie. Nei programmi della Scuola elementare del 1985 e degli Orientamenti della
scuola Materna del 1991, viene indicata la continuità educativa (sia verticale tra scuola e famiglia,
tra scuola e extrascuola, sia orizzontale tra scuola e il territorio ).
Nel 2003 la scuola italiana viene riformata dalle sue fondamenta e nella sua integralità e prende
così vita la riforma di tutto il sistema scolastico.
La riforma Moratti (dal nome del Ministro che l’ha emanata), rappresenta un momento molto
importante per la scuola italiana; le principali novità riguardano: il riordino dei cicli scolastici,
l’introduzione della figura del tutor, il riordino del secondo ciclo di studi con il sistema dei Licei e
degli Istituti e Formazione professionale, l’anticipo scolastico e l’introduzione del Portfolio delle
competenze.

In un quadro caratterizzato da incertezza e precarietà, in cui i docenti sono sempre più alla ricerca
di pratiche didattiche e metodologiche coerenti con le nuove esigenze di formazione e di
apprendimento, nascono le “Indicazioni per il curricolo” del 2009/2010.
L’autonomia didattica definita dalle nuove indicazioni per il curricolo, sposta sulla scuola e sui
docenti la responsabilità della costrizione dei percorsi formatici, dei curricoli, la scelta
dell’articolazione dei contenuti di insegnamento, delle scelte metodologiche e dell’organizzazione
degli ambienti.
E’ in questo contesto che viene messo in risalto il concetto di “Persona” intesa come risorsa da
valorizzare come soggetto consapevole delle proprie possibilità, come cittadino attivo di una
società aperta.

La scuola dell’Infanzia deve progettare un curricolo di 3 anni che favorisca la sistematizzazione


intenzionale ed organizzata delle esperienze e delle attività nei diversi Campi di esperienza.
I campi di esperienza devono essere intesi come la sintesi culturale su cui strutturare le molteplici
esperienze e attività dei bambini.
Nelle indicazioni del 2004 i campi di esperienza non elencano gli obiettivi specifici e indicano ai
docenti i risultati essenziali intesi come standard di prestazione del servizio scolastico.
Nelle indicazioni del 2007, i campi di esperienza sono esposi in forma tematizzata ed indicano gli
obiettivi generali dello specifico processo formativo.

Un curricolo E un'ipotesi di lavoro rivolta ad un gruppo di allievi diversificato e multiforme, spesso


caratterizzata da valori ed aspettative diverse.
Le indicazioni non fissano i traguardi intermedi per le diverse fasce di età, ma fanno riferimento
all'intero ciclo della scuola dell'infanzia, pertanto il curricolo dovrà sviluppare le proposte nell'arco
dei tre anni. Il curricolo dovrà essere elaborato all'interno di un contesto di riferimento, scolastico,
sociale , Ambientale, con opportunità e possibilità molteplici.
Un altro aspetto che caratterizza le indicazioni è il forte richiamo che fanno alla continuità del
percorso educativo dai tre ai 14 anni; Questa continuità è garantita anche dalla struttura delle
Indicazioni che offrono una comune cornice culturale di riferimento.

Negli orientamenti del 1991 I campi di esperienza erano: 1.il corpo e il movimento, 2.i discorsi e le
parole, 3.lo spazio l'ordine e la misura, 4.le cose il tempo e la natura,5. messaggi forme e media,
6. Il sé e l’altro; nelle indicazioni del 2004 ne compaiono solamente quattro:1. il sé e l’altro,2. Corpo
movimento salute, 3. fruizione e produzione di messaggi, 4. Esplorare conoscere progettare.
Nelle indicazioni del 2007 I campi di esperienza sono cinque: 1.il sé e l’altro,2. il corpo in
movimento, 3. Linguaggi, creatività, espressione, 4. I discorsi e le parole, 5. La
conoscenza del mondo.

La scuola primaria Deve organizzare il proprio curricolo con percorsi progressivamente organizzati
ed orientati verso le discipline.
Le competenze sono traguardi che si verificano al termine della scuola primaria; gli obiettivi di
apprendimento, funzionali al raggiungimento delle competenze vengono definiti in riferimento al
terzo e al quinto anno della scuola primaria.
Rispetto alle indicazioni del 2004, in quelle del 2007 viene riproposto il concetto di aria disciplinare
inteso come campo conoscitivo e concettuale ampio, unitario e generale .
Le indicazioni del 2004 designano alla scuola primaria come la vera scuola di base che deve
consentire il passaggio dal sapere come al sapere scientifico .
Le indicazioni del 2007 non troviamo esplicitamente più l'educazione alla convivenza civile ed il
profilo educativo, culturale e professionale (PECUP).
Nella scuola del primo ciclo la progettazione didattica
L'organizzazione degli apprendimenti in maniera progressivamente orientata ai saperi disciplinari.
Il raggruppamento delle discipline in indica una possibilità di interazione e collaborazione fra le
discipline stesse. Aree disciplinari nella scuola primaria sono 3:
1. Area linguistico-artistico-espressiva
2. Area storico-Geografico-sociale
3. Area matematica-scientifica-tecnologica

Le unità di apprendimento vengono introdotte nelle indicazioni delle 2003 Ecco allora centro
dell'azione didattica l'alunno con lo scopo di trasformare il sapere(conoscenze)ed il saper fare
(abilità) in competenze( saper essere).
Un'unità di apprendimento si compone di alcune parti fondamentali:
-contestualizzazione in cui vengono indicati i livelli di partenza, il contesto qui verranno proposte le
attività e le motivazioni della scelta didattica .
-fase pre-attiva in cui si precisa il percorso formativo, le finalità e gli obiettivi.
-fase attiva che specifica le scansioni temporali e le modalità organizzative, le attività ed i contenuti
teorici e pratici che verranno proposti, di spazi e gli strumenti o gli attrezzi che si intende utilizzare.
-controllo degli apprendimenti che permette di verificare e valutare il raggiungimento dei traguardi
ipotizzati delle attività e conoscenze perseguite.
Le unità di apprendimento possono avere carattere disciplinare, dedicandosi allo sviluppo di una
sola disciplina o interdisciplinare coinvolgendo trasversalmente con obiettivi condivisi più discipline.

Per quanto riguarda l'attività motoria, la lezione seguirà questa struttura:


-fase preparatoria, generale e specifica che introduce all'acquisizione degli obiettivi della lezione.
Inizia con il riscaldamento generale che si fa via via più specifico.
-fase centrale in cui contenuti sono specifici all'apprendimento degli obiettivi prescelti, come
esempio una capacità motoria o un fondamentale di uno sport.
-fase conclusiva o defaticamento che favorisce il processo di recupero e di distensione muscolare.
A queste tre fasi che sono momenti obbligatori da proporre in un incontro di educazione motoria,
può aggiungersi il gioco, che permette di rinforzare gli apprendimenti stimolati durante le altre fasi
della lezione.

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UOMO-AMBIENTE-NATURA——- Educazione ambientale e sensoriale
Lo sviluppo e la crescita dei bambini muovono dalla ricerca e dall'esplorazione autonoma che si
svolgono, attraverso il gioco, nei confronti della realtà fisica e naturale.
Che cos'è l'educazione ambientale? "Essa deve essere intesa come un insieme di interventi volti a
sviluppare le facoltà intellettuali, morali e fisiche degli individui secondo deteminati principi che
mirano al rispetto e all’integrazione ambiente. Per ambiente si intende quel complesso di
condizioni sociali, morali, culturali e naturali in cui un individuo vive e sviluppa la propria
personalità.
Finalità dell’educazione ambientale sono: -favorire un'educazione permanente; -promuovere la
soluzione dei problemi ambientali; -coinvolgere e stimolare la collettività nei problemi ambientali, -
creare una "coscienza" ecologica coinvolgendo la dimensione cognitiva, sociale, etica, pragmatica,
estetica, affettiva ed emotiva; -adattabilità, alle diverse situazioni socio—economiche, culturali,
naturali ed ecologiche di ogni contesto a cui si rivolge.
L'educazione ambientale inizia sin dai priori anni di vita nell'ambiente familiare, per svilupparsi poi
nei centri educativi fino a consolidarsi in una vera e propria "coscienza ecologica", soprattutto se
supportata da un'attenta programmazione.
L’educazione è un processo sociale interagente con l'ambiente umano, fisico e sociale ed ha
senso solo in una prospettiva nella quale la società stessa è vista realizzare le proprie finalità in
stretto e indissolubile rapporto con quelle del sistema formativo.
Perciò educazione ambientale significa anche insegnare a "guardare" in modo corretto l'ambiente
per migliorare la qualità della vita.
I grandi insegnamenti che la natura ci regala derivano dal fatto che essa riesce a mettere in gioco
contemporaneamente le dimensioni emotiva, pragmatica e cognitiva.
La prima attraverso it contatto diretto con l’ambiente naturale, particolarmente bello, affascinante,
suggestivo ed inconsueto, stimola le emozioni, i sentimenti, i ricordi, i pensieri, la creatività,ec…
La seconda, perché la natura ci offre molteplici e numerose possibilità per effettuare esperienze
concrete ed attività pratiche sia all'aperto che presso centri naturalistici organizzati.
La terza dimensione attraverso il contatto con ambienti di particolare interesse naturale, ecologico,
storico, antropologico, artistico, sociale e culturale, ci permette di apprendere in modo chiaro e
duraturo determinate conoscenze.
Un buon educatore dovrebbe portare i suoi ragazzi fuori, all'aperto, ad osservare, a scoprire
luoghi incontaminati, acque pulite, boschi, animali, prati in fiore..., organizzare attività pratiche che
coinvolgano gli allievi, per far toccare loco con mano l'importanza della conservazione, le minacce
da fronteggiare e le possibili iniziative da intraprendere.
La metodologia da utilizzare si deve basare su: l’osservazione, la conoscenza, l’analisi, la sintesi,
l’applicazione, la valutazione.
I mezzi e gli strumenti da preferire sono: gioco, mezzo privilegiato per coinvolgere l' attività
motoria, cognitiva ed emotiva; - l'esplorazione di ambienti, siano essi naturali o urbani; - gli
esperimenti, sia sul campo che in laboratorio; - gli strumenti massmediali;- i soggiorni in ambienti
naturali; - la realizzazione di strumenti didattici per l’ambiente.
Un buon progetto di educazione ambientale e sensoriale deve aiutare gli allievi ad immergersi
nella natura per scoprirne tutte le caratteristiche.
Prima di realizzare le proposte “sul campo" è necessario riattivare le capacità sensopercettive
degli allievi.
L' educazione sensoriale dovrà muovere dall' associazione del movimento ai cinque sensi: tatto,
olfatto, vista, udito, gusto.
Alcuni esempi di attività senso-percettive sono: far provare al bambino diverse stimolazioni tattili,
far sentire diverse superfici; sperimentare diverse sensazioni termiche e tattili (far sentire l’acqua
calda,fredda, gelata); sperimentare diverse sensazioni pretorie (accarezzare le mani, solleticare le
mani,…); provare sensazioni vibratorie; esercizi di attenzione visiva ; esercizi di attenzione
acustica (riconoscimento di suoni, di strumenti,…)
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PROPOSTE OPERATIVE
La continuità educativo-didattica nasce dall'esigenza primaria di garantire all’alunno un percorso
formativo organico e completo. Mira a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale. La
scuola, Che si occupa della persona nel suo percorso formativo, trova nella continuità trasversale
e verticale un valido mezzo per attuare le sue finalità. I progetti prevedono percorsi educativi e
didattici che prediligono le esperienze interdisciplinari finalizzate a trovare interconnessioni e
raccordi tra gli apprendimenti attraverso linguaggi peculiari di ogni disciplina.
La continuità verticale tra ordini di scuola permette di superare le barriere tra i vari ordini di scuola
e permette agli allievi di sviluppare la propria autonomia e sicurezza e, al contempo, arricchisce i
docenti che collaborando tra loro trovano sempre nuovi stimoli e soluzioni.
Progetto Orienteering: È uno sport nato alla fine del secolo scorso nei paesi scandinavi. Da
allora la sua diffusione e popolarità sono andate crescendo. Arriva in Italia nel 1976 quando a
Trento viene fondato il comitato Italiano sport orientamento. è uno sport nel quale i concorrenti con
l'aiuto di una carta e di una bussola devono visitare nel minor tempo possibile ed in un ordine
prestabilito un certo numero di luoghi (Punti di controllo-lanterne), indicati sulla carta. Vengono
solitamente organizzate e realizzate in zone boscose favorendo il movimento l'aria aperta a
beneficio della mente del corpo.
La lanterna e un oggetto tridimensionale a tre facce, in tela, di colore bianco e arancione,
sistemata in modo che sia visibile solo all'ultimo momento. Vincenzo Italia il traguardo nel minor
tempo possibile essere passato per tutti punti indicati.
Tra gli obiettivi generali vi sono: passare dalla percezione dello spazio alla sua
rappresentazione;muovere dalla logica del concreto per arrivare alla musica dell'astratto;
strutturare relazioni spazio-temporali; sviluppare un rapporto con l'ambiente circostante e maturare
un senso ecologico; favorire la pratica interdisciplinare E promuovere il coinvolgimento diretto degli
allievi nell'organizzazione e gestione delle attività; sviluppare la personalità dell'alunno e
l’autonomia.
L'insegnamento dell’orienteering permette un lavoro interdisciplinare tra i diversi campi di
esperienza nella scuola dell'infanzia le varie aree disciplinari e discipline della scuola primaria.
Geografia: muoversi consapevolmente nello spazio circostante sapendosi orientare attraverso
punti di riferimento utilizzando gli organizzatori topologici E le proprie carte mentali.
Matematica: collocare correttamente nello spazio se stesso, gli oggetti e le persone eseguire
correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali; Percepire e rappresentare forme
relazioni e strutture che si trovano nell'ambiente naturale o che sono state create dall’uomo.
Scienze naturali: orientarsi nel tempo della vita quotidiana; Essere curioso, esplorativo, porre
domande, discutere; osservare, descrivere, confrontare elementi della realtà circostante; avere
atteggiamenti di cura verso l’ambiente.
Corpo, movimento, salute: sviluppare gli schemi motori di base sia in situazioni note che nuove;
migliorare le capacità coordinative; Sviluppare la percezione spazio-temporale; consolidare la
dominanza laterale; Raggiungere una buona autonomia personale; favorire lo spirito di
collaborazione.
Arte e immagine: potenziare le capacità percettiva di attenzione e di memorizzazione; Sviluppare
le varie tecniche espressive grafiche, plastiche e costruttive.
Nella scuola dell'infanzia l'attività di orientamento sviluppa: la concentrazione e la capacità di
osservazione, la percezione dello spazio e la coordinazione motoria, La capacità di scelta E il
riconoscimento delle proprie capacità e dei propri limiti. Inoltre favorisce lo spirito di collaborazione
e l’autonomia.
Nella scuola primaria l'attività di orientamento sviluppa: la capacità di osservazione, la percezione
dello spazio, la coordinazione motoria, la concentrazione, la capacità di scelta, il riconoscimento
delle proprie capacità e dei propri limiti, L'autonomia e lo spirito di collaborazione.
I giochi di orientamento hanno la funzione di allenare le capacità senso-percettive il rapporto con la
dimensione spazio-temporale. Nell'interazione continua che ogni bambino ha con lo spazio
circostante, gli oggetti, il mondo e lo spazio degli altri. Occorre precisare che nei primi anni della
scuola primaria non è possibile parlare di Orienteering in senso stretto perché esso si fabbrica un
ambiente sconosciuti E l'utilizzo di carte topografiche per orientarsi richiede parecchie operazioni
mentali contemporanee; Non tutti bambini raggiungono contemporaneamente la capacità di
orientarsi con semplici mappe; le carte che gli allievi di sei-sette anni sono in grado di
comprendere produrre non sono ancora delle rappresentazioni simboliche ma delle vere e proprie
mappe in cui gli oggetti sono raffigurati in modo molto realistico.
Tra gli obiettivi generali troviamo: organizzare correttamente lo spazio grafico; localizzare lo
spazio evocato, lo spazio rappresentativo e lo spazio da esplorare; individuare i rapporti topologici;
Costruire percorsi con materiali diversi; orientarsi nello spazio; padroneggiare abilità motorie di
base in situazioni spazio-temporali diverse; percepire e controllare il proprio corpo in rapporto allo
spazio e al tempo; sviluppare le capacità coordinative e quelle senso-percettive; favorire lo
sviluppo degli schemi motori di base; Riconoscere la destra e la sinistra.
Obiettivi specifici: controllare, globalmente E segmentariamente gli schemi motori di base;
interpretare correttamente le variabili spazio-temporali; saper riconoscere la destra dalla sinistra su
di sé mir; saper valutare l'intensità del gesto motorio in relazione alle caratteristiche spaziali di
ostacoli da superare; sapersi orientare camminando o correndo nello spazio circostante;
controllare oggetti in movimento valutandone la direzione, la traiettoria e la velocità di
spostamento; controllare l'equilibrio statico, dinamico ed in volo; Vincere la paura di affrontare state
esperienze motorie nuove.
Proposte didattiche: impostare la costruzione delle mappe iniziando con la realizzazione di una
copia della propria mano; paragonare il disegno alla realtà; costruzione di mappe e carte della
classe-sezione, palestra, scuola, interno ed esterno; osservare alcuni oggetti dall'alto e poi
riprodurli foglio; creare una simbologia per indicare i vari oggetti da rappresentare; riproduzioni di
oggetti sulle carte; Orientare le mappe-carte create; orientarsi nella classe; Costruzioni di plastici
della classe.
La valutazione verrà eseguita sia in itinere che attraverso una verifica finale; attraverso alcune
esercitazioni e test verrà considerato il tempo di esecuzione E successivamente si passerà ad un
colloquio per far emergere le difficoltà incontrate nell'esecuzione del compito.
GIOCHI PER ORIENTARSI
Scuola dell’infanzia
1. “ritrova il tuo tesoro”: gli alunni sono disposti schieramento libero ognuno con una palla, il
tesoro. Con un brano musicale in sottofondo i bambini saranno invitati a spostarsi in tutte le
direzioni e quando la musica si interrompe ognuno dovrà andare a prendere la sua palla.
L’insegnante dovrà anche indicare se si devono collocare davanti, dietro, a destra o sinistra,
sopra o sotto la palla.
2. “Uccellini cambiate casa”: la casa È un cerchio quando la musica si interrompe ognuno deve
tornare dentro un cerchio diverso da quello di partenza.
3. La ragnatela: prima dell'arrivo dei bambini nella stanza,l’insegnante costruisce utilizzando
nastro segnaletico bianco rosso una gigantesca ragnatela attaccandolo alle pareti o ad altri
probabili appigli e posizionati fili a diverse altezze.
4. “Gli scatoloni: dentro-fuori”
5. “Lupo mangia frutta”
6. “Dimmi dove devo andare”: percorso gruppi in cui ciascuno di questi riceve dall'insegnante le
istruzioni relative al percorso da effettuare ed alla successione delle stazioni.
7. “Gioco dello specchio” (giochi per la lateralità).
Scuola primaria
1. giochi di orientamento : (1)partendo dall'ingresso della palestra o da un'altra stanza, ad occhi
bendati far percorrere agli allievi il perimetro usando il tatto (mani,piedi); (2) disporre attrezzi
sparsi nella stanza, far osservare la stanza ai bambini E poi, ad occhi bendati, con percorso
libero, camminare nella palestra, toccare gli attrezzi e riconoscerli.
2. Orologio in testa: gli allievi partendo contemporaneamente, corrono camminano nello spazio
a disposizione e si arrestano autonomamente quando ritengono che sia trascorso il tempo
indicato in precedenza dall'insegnante .
3. Staffetta a catena.

PROGETTO “CHE BELLO HO SCOPERTO L’ORTICELLO”


Un viaggio E un percorso per aiutare i bambini a scoprire un ambiente nuovo e a migliorare le loro
abitudini alimentari. Coinvolgere sia la sezione di cinque anni della scuola dell'infanzia, Sia alla
classe prima e quinta della scuola primaria.
Tra gli obiettivi generali mi sono: esplorare il territorio interno ed esterno alla scuola; Scoprire l'orto,
ampliare la gamma dei cibi conosciuti e assaporati, Condividere esperienze positive.
Il Progetto di formazione interdisciplinare che coinvolge: italiano(si rafforzerà la lettura e si
cercherà di far scrivere brevi testi), storia (si colloca nel tempo fatti ed esperienze vissute sapendo
riconoscere le successioni esistenti tra loro), Scienza naturali ( esplorare il mondo attraverso i 5
sensi), geografia(verranno forzati i concetti topologici), musica(si cercherà di favorire l'ascolto di
suoni/rumori), arte e immagine (si disegneranno le sequenze temporali), educazione alimentare ed
educazione motoria(adattare gli schemi motori in funzione di parametri spazio-temporali,
potenziare le capacità di coordinazione , comprendere il linguaggio dei gesti).
Il progetto prevede l'uso di diversi interventi didattici ma il momento privilegiato sarà quello della
narrazione(la storia di Peter Conglio adattata alla situazione). Verrà stimolato l'ascolto e
successivamente verrà assicurato il tempo necessario affinché tutti possono esprimere le proprie
idee sollecitando riflessioni sulle emozioni.
Le attività prevederanno: -lavori a coppie o in piccoli gruppi per brevi produzioni scritte; -
realizzazione di alcuni disegni e cartelloni sugli ortaggi; - Uscita didattica presso la fattoria per
l'osservazione diretta; l'uso del corpo per comunicare ,esplorare e scoprire; -realizzazione di
ortaggi con diverse tecniche.
GIOCHI
1. L'orto è un labirinto: alcuni ortaggi sono sparsi sul pavimento per rappresentare un grande orto.
Per poter attraversare i bambini devono eseguire attentamente le indicazioni date
dall'insegnante oralmente.
2. Cosa c'è nel tuo orto?: L'insegnante dispone al centro della palestra una fila di cerchi con
dentro un ortaggio. I bambini divisi in due gruppi si dispongono su due righe alla stessa
distanza dei cerchi. Al via tutti gli allievi cercano di impadronirsi degli ortaggi precedendo i
compagni del gruppo avversario.
3. gli ortaggi: distribuire nello spazio a disposizione i disegni eseguiti precedentemente dai
bambini nell' ora di arte e immagine con il disegno rivolto verso il basso. L’insegnante chiama
un ortaggio ed i bambini rapidamente lo dovranno cercare. chi per primo trova la consegna all'
insegnante.
4. Cosa porto nel mio orto?: I bambini vengono divisi in due squadre dello stesso numero;
ognuno deve trasportare un ortaggio dal punto di partenza sia all'orto che si trova dalla parte
opposta della palestra seguendo un percorso.
PROGETTO “SICURI SULLA STRADA”
Si tratta di un progetto di educazione stradale attraverso la didattica laboratoriale in continuità fra
l'ultimo anno della scuola dell'infanzia e la prima classe della scuola primaria. Nasce dall'esigenza
di prevenzione del fenomeno sempre più allarmante incidenti stradali. La sicurezza stradale
costituisce l'aspetto significativo dell'educazione alla convivenza civile.
La prevenzione dei comportamenti a rischio e l'acquisizione delle regole iniziano dei primi anni
della scolarizzazione E costituiscono un elemento fondamentale nei processi formativi della
personalità della donna. Il tema dell'educazione stradale sarà trasversale e vari campi di
esperienza e discipline: “Il se e l’altro”, “corpo e movimento” “ linguaggi,creatività ,espressione” “la
conoscenza del mondo”.
Obiettivi formativi: prendere consapevolezza del proprio corpo e della propria identità in rapporto
agli altri e a se stessi; sviluppare il senso di appartenenza ad un gruppo; Utilizzare il linguaggio
verbale e non verbale in modo espressivo; coordinare i movimenti del corpo a livello globale e
segmentario.
Inizialmente I bambini si trovano catapultati nel “Paese Senzaregole” E piano cominciano a
rendersi conto che c'è qualcosa che non va: Se ci si muove tutti insieme senza regole e si parla
tutti insieme non si capisce niente. Allora pian piano si scopre che per vivere bene insieme ognuno
deve potersi esprimere rispettando proprio turno E che in qualunque luogo della quotidianità
devono esserci regole.
Le attività prevedono: 1. letture di storie, ascolto e comprensione di testi, Drammatizzazione delle
letture ascoltate; 2. Ordinare sequenze temporali; 3. Leggere le immagini ed effettuare
conversazioni libere e guidate collegandosi alla propria esperienza personale; 4. realizzazione di
cartelloni legati al tema trattato E attività grafico-pittorico-plastiche (ad es. Costruzione di segnali
stradali utilizzando le forme); 5. giochi e percorsi per il consolidamento degli schemi motori di base
e la coordinazione ovulo-manuale (es. Costruzioni in palestra di percorsi stradali).
PROPOSTE DI GIOCHI:
1. Il gioco del vigile urbano allo specchio: il vigile si posizione di fronte ai compagni ed esegue un
gesto ad es. arto superiore destro teso in alto. I bambini devono imitare il gesto come se
fossero lo specchio del vigile.
2. Il gioco del semaforo: il bambino-semaforo estrae a caso un cartoncino rosso,verde o giallo dal
cesto che ha davanti. Se cartoncino è rosso i compagni restano al loro posto, se è giallo fanno
un passo avanti se il verde fanno tre salti in davanti a piedi pari uniti.
3. “gioco gli animali in strada": I bambini devono effettuare un percorso in Italia la natura e le
movenze di alcuni animali.
La verifica in itinere e quella finale verrà fatta attraverso l'osservazione occasionale e sistematica
durante lo svolgimento delle attività. In particolare saranno valutati: - sapete indicare e denominare
le parti del corpo su se stessi e sugli altri; aver acquisito i concetti relativi allo spazio e
all’orientamento (sopra-sotto; destra-sinistra; vicino-lontano); aver acquisito i concetti relativi al
tempo (prima-dopo,lento-veloce).
Saranno valutate anche la motivazione, la partecipazione attiva, l'accettazione delle regole, La
capacità di raccontare verbalmente, graficamente e con il corpo le esperienze vissute.
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PROGETTI DI EDUCAZIONE STRADALE
Il primo contatto con la strada e la circolazione stradale si ha come pedoni; come pedoni
dobbiamo conoscere I nostri diritti e i nostri doveri e usare prudenza per difenderci dai pericoli del
traffico.
Negli alunni della scuola per infanzia e primaria si è individuato il momento ideale per
l'apprendimento di norme di comportamento nei confronti del prossimo e della società; in
particolare, per quanto riguarda l'educazione stradale, è in questa età che il bambino aumenta
progressivamente la propria partecipazione autonoma al traffico e contemporaneamente acquista
strumenti di conoscenza necessari per comprenderne le regole.
Il progetto “con Peter pan alla scoperta del mondo che ci circonda”si articola attorno alla storia
fantastica di Peter pan che ben si presta per la realizzazione di un progetto didattico di natura
interdisciplinare che sappia individuare e coordinare in sé competenze cognitive, motorie e socio-
affettive.
Introducendo il viaggio verso l' isola che non c’è, si incontrerà nel merito sia l'educazione stradale
di quella ambientale, infatti il viaggio rappresenta la via attraverso la quale I bambini avranno modo
di conoscere le norme di comportamento che regolano la strada E che sono fondamentali per la
loro stessa sicurezza e per quella degli altri.
Tra gli obiettivi generali vi sono: -rafforzare l'autonomia e l’identità personale; - esplorare lo
spazio con il corpo; - esercitare le capacità senso-percettive; - conoscere azioni e comportamenti
per la salute e il benessere; - sviluppare il senso di sicurezza; - individuare e comprendere alcune
norme che regolano la circolazione stradale.
Le attività prevedono: - lettura di brevi racconti e drammatizzazione delle storie ascoltate; -
Domande stimolo per la comprensione; -conversazioni libere; -giochi linguistici; - costruzione di
cartelloni sui rischi e sui pericoli della strada;- classificazione dei segnali stradali; -
Rappresentazioni grafico-pittoriche del corpo; -Giochi motori.
GIOCHI MOTORI (Scuola dell’Infanzia) =
- “le macchine”: La maestra ha in mano tre cerchi di colore verde,giallo, rosso che rappresentano
i colori del semaforo. I bambini sono invitati a circolare liberamente e a seconda del cerchio che
alza la maestra dovranno fermarsi, rallentare o muoversi velocemente.
- “il tappeto mobile” : a terra viene posto un tappeto sul quale salgono due bambini a turno e gli
altri compagni lo trascinano e lo spostano sulla stanca sopra il tappeto dove devono cercare di
mantenersi in equilibrio.
- “sacco pieno, sacco vuoto”: “sacco pieno”= posizione eretta con arti superiori in alto, sacco
vuoto= posizione raccolta con arti superiori fuori basso.
Continuando la storia di peter Pan è possibile far cogliere attraverso l’osservazione i mutamenti
stagionali e mutamenti degli esseri viventi all’ambiente. La scansione delle stagioni, seppur non
contenuta all’interno del testo, offre uno spunto indispensabile per introdurre l’educazione
alimentare.
PROGETTO “LA STRADA ED IO”
Il progetto mira all’acquisizione da parte del bambino di tutte quelle regole che governano il
comportamento sulla strada. Il progetto è costituito da tre unità di apprendimento: 1. Cappuccetto
vai in città; 2. Il vigile urbano e il linguaggio del suo corpo; 3. I segnali stradali… gli angeli della
strada.
Impostazione metodologica rivolta a promuovere nel bambino attraverso l'attività ludica la
sicurezza e la capacità di avere un corretto comportamento civile sulla strada consolidando lo
schema corporeo e gli schemi motori di base.
Nella prima parte i bambini drammatizzano la storia “Cappuccetto vai in città” in cui tutti possono
usare il proprio corpo ed immedesimarsi sia nella stessa cappuccetto sia nel vigile e nei segnali
stradali per scoprire, con il proprio corpo, lo spazio circostante Sulla strada attraverso movimenti
coordinati tra loro.
GIOCHI MOTORI=
- “i gesti del vigile”tracciamo a terra un percorso di strade per abituare i bambini a procedere sulla
destra e a dare precedenza quando arrivano ad un incrocio.
- “riuniamo i segnali stradali” : si preparano dei cartoncini che rappresentano i diversi segnali
stradali e si distribuiscono ai bambini lasciandoli liberi di muoversi nello spazio della palestra fino
a quando, ad un segnale dell'insegnante, ognuno deve individuare i compagni che hanno lo
stesso segnale stradale e ricongiungersi all'ora formando un cerchio. .
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PROGETTI DI EDUCAZIONE AMBIENTALE E SENSORIALE
Sono rivolti agli allievi della scuola primaria nascono dall'esigenza di favorire la conoscenza
dell'ambiente naturale o cittadina dal punto di vista fisico, storico e delle sue tradizioni per
riscoprire le cose belle che ci sono attorno a noi e allo stesso tempo per individuare le eventuali
cause di degrado ed inquinamento.
PROGETTO “I SEGRETI DEL BOSCO”
Obiettivo principale È la consapevolezza di se stessi all'interno del proprio ambiente per
conoscerne il paesaggio, risultato da integrazione millenaria tra risorse naturali e intervento
umano. Il bosco è il luogo dell'immaginario infantile per eccellenza in quanto visto come luogo
dell'avventura, ambiente naturale specifico, ecosistema armonico in cui convivono realtà e irrealtà
(elfi,gnomi,..).
Le finalità educativa-didattiche
L’allievo riesce a :- costruire processi di interazione con gli adulti; -Impegnarsi per comportarsi in
modo tale da promuovere per sé e per gli altri un benessere fisico, psicologico, morale e sociale; -
assumere atteggiamenti di rispetto dell’ambiente; -Riconoscere gli elementi fisici e antropici; -
produrre testi orali iscritti; -Osservare la realtà e riconoscere semplici relazioni tra oggetti o
grandezze, analogie, differenze,irregolarità.
Considerando che gli allievi della scuola primaria si trovano nella fase delle operazioni concrete, si
ritiene indispensabile lasciare largo spazio all'operatività, partendo dalla motivazione, dall’interesse
e dalle conoscenze pregresse.
Il percorso si snoda attraverso le seguenti tappe e modalità organizzative:
1. lettura di una storia riguardante il bosco
2. Quattro uscite didattiche Durante le quattro stagioni
GIOCHI MOTORI=
1. “gioco tra gli alberi” = l'attività sviluppa gli schemi motore di base, la percezione corporea e
l'organizzazione spaziale. Gli allievi sono suddivisi in due gruppi, gli alberi e gli esploratori; gli
alberi si dispongono in piedi ad arti inferiori divaricati e arti superiori in fuori tesi, Gli esploratori
ad occhi chiusi camminano e tentano di penetrare nel bosco schivando i rami e i tronchi.
2. “ neve vera o neve finta” = l’attività sviluppa gli schemi motori di base dello strisciare e del
rotolare, il controllo corporeo della manualità, l' acquisizione della fiducia nelle proprie capacità.
Spargiamo sul pavimento i fiocchi di polistirolo simulando una nevicata e delimitando così la
zona in cui ci muoveremo. Lasciamo che i bambini esplorino l’ambiente con la neve finta e
lasciamo che siano liberi d toccarla,manipolarla, lanciarla per scoprire le caratteristiche e le
potenzialità di questo materiale.
3. “ i bruchi striscianti” = l’attività sviluppa la capacità di rispettare le regole l’abilitò di compere
movimenti in sequenza e percorsi motori. Si deve preparare un percorso ed evidenziare sul
pavimento la linea di partenza e quella di arrivo. Ogni bambino è diventato un bruco che dovrà
attraversare il percorso per raggiungere la foglia posta alla fine del percorso.
4. “la ruota delle stagioni” = L’insegnante propone agli allievi di realizzare un cartellone che
rappresenti le stagioni e che avrà come tema il bosco da loro vissuto.

PROGETTO “Il corpo che sono…il corpo che ho”


Obiettivi generali: -favorire la presa di coscienza del valore del corpo come espressione della
personalità; - promuovere l’acquisizione di un comportamento sociale; - sviluppare le funzioni
espressive e comunicative del linguaggio gestuale e motorio; -scoprire attitudini personali e
favorire la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie potenzialità.
La conoscenza del proprio corpo e congiuntamente delle proprie emozioni in un connubio mente-
corpo, rivestono un’importanza basilare per la crescita armonica e per lo sviluppo complessivo del
bambino.
Obiettivi specifici:
1-corpo movimento sport: prendere coscienza del proprio schema corporeo; educare le capacità
senso-percettive , gli schemi motori e posturali; educare alla cooperazione; saper interagire con
l’ambiente
2. italiano: saper esprimere le proprie idee, ascoltare e rispettare quelle degli altri; imparare a
rilevare i passaggi essenziali di una storia.
3. arte e immagine: esprimere le proprie emozioni con forme e colori; rappresentare se stessi, gli
altri e l’ambiente con tecniche diverse.
4.educazione ambientale : esplorare i paesaggi; rispettare l’ambiente; scoprire l’importanza
dell’intervento dell’uomo per proteggere l’ambiente; acquisire le regole di comportamento in
riferimento ai rifiuti e all’inquinamento.
5.educazione alla salute : conoscere le parti del corpo coinvolte nell’alimentazione; acquisire
consapevolezza del proprio corpo per distinguere stati di benessere da quelli di malessere;
classificare i cibi in categorie.
6. educazione stradale: acquisire la padronanza delle relazioni topologiche (vicino-lontano, dentro-
fuori, destra-sinistra,…)
Attività: nella palestra vengono allestiti tre spazi: senso-motorio, simbolico e della distanziazione.
Nel primo i bambini possono sperimentare gli schemi motori di base
(camminare,correre,rotolare,saltare,….). Nello spazio del gioco simbolico i bambini possono
ostruire,infilarsi negli scatoloni, travestirsi, immedesimarsi in personaggi fantastici. Nello spazio
della distanziazione, ogni bambino è messo nella condizione di poter rielaborare ciò che ha vissuto
con il proprio corpo, Tale rielaborazione avviene attraverso il linguaggio, la rappresentazione
grafica e l’attività manipolativa.
La verifica: vengono utilizzati questionari e osservazione sistematica dei bambini, Una griglia
d’osservazione psicomotoria ci aiuta a rappresentare ed ordinare una serie di dati percettivi ; i
parametri da tener presente sono: 1.il soggetto 2. il soggetto in relazione con lo spazio 3. il
soggetto in relazione con il tempo 4. il soggetto in relazione del materiale 5. il soggetto in relazione
con gli altri.
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PROGETTI DI EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA E INTERCULTURALE
Progetto “Dalla nube al rubinetto per usare con rispetto”
Le buone abitudini si imparano da bambini ecco perché è importante realizzare percorsi educativi
per aiutare la formazione di una coscienza ambientale. La scuola può far molto per educare i
piccoli al rispetto delle risorse naturali a disposizione sul nostro pianeta e per insegnare loro a
comprendere le complesse relazioni tra l’uomo e l’ambiente.
l’acqua è per i bambini un naturale elemento di gioco e di divertimento , una materia che offre loro
la possibilità di vivere sensazioni piacevoli da sperimentare attraverso i sensi. Ma l’acqua è anche
un bene prezioso fondamentale per la vita di ogni essere umano e come tale va rispettata e usata
con moderazione.
Obiettivi formativi: - conoscere il ciclo dell’acqua per capire come la quantità di acqua circola nel
nostro pianeta è sempre la medesima; -acquisire la consapevolezza che le riserve di acqua non
sono illimitate; - acquisire comportamenti nuovi e responsabili che consentano di usare in modo
corretto le risorse idriche evitando sprechi.
Questo progetto è rivolto ad una classe prima della scuola Primaria e, il percorso interdisciplinare,
parte dalla lettura di una storia sul ciclo dell’acqua( “Il viaggio di una gocciolina”), prosegue con
conversazioni, attività grafico-pittoriche di gruppo e individuali, cartelloni e compilazioni di griglie.
Segue un’uscita in ambito territoriale per l’osservazione dell’ambiente fluviale e attività che
prevedono la rielaborazione dell’uscita attraverso la costruzione di mappe del territorio.
Gioco del “proviamo a riconoscere gli stati dell’acqua” (i bambini sono bendati e devono dare
un’interpretazione circa le caratteristiche fisiche degli elementi che sperimentano tramite i sensi).
Durante l’uscita viene raccolto del materiale facilmente reperibile vicino alla sponda del fiume che
viene portato in classe per essere analizzato scientificamente.
Il “Gioco dei secchi” l’insegnante divide la classe in due squadre di 10 bambini ciascuna;
predispone 4 grosse bacinelle di cui due piene di acqua e due vuote. Gli allievi sono dietro le
bacinelle piene e il primo della fila tiene in mano un contenitore (es. una bottiglia tagliata a metà).
AL via dell’insegnante l’allievo deve riempire il contenitore con l’acqua, correre lungo il tragitto e
rovesciarne il contenuto nella bacinella vuote senza perdere acqua durante il percorso. Vince la
squadra che ha portato più acqua. Dopo il gioco l’insegnante chiede agli allievi: “ Come si può
riutilizzare l’acqua che abbiamo usato in questo gioco?”
Progetto “I colori nel mondo” (Scuola dell’infanzia)
Obiettivi specifici:
Il sè e l’altro :-partecipare attivamente ad un progetto comune; -crescere insieme in una
prospettiva interculturale; -conoscere e rafforzare la propria identità di bambini europei;-
sensibilizzare al rispetto degli altri alla solidarietà; -conoscere usi costumi di altri paesi.
Il corpo in movimento: rispettare le regole di comportamento videogioco; identificare il proprio
spazio di movimento e quello degli altri; Rappresentare nello spazio; sviluppare la coordinazione
oculo-manuale.
Linguaggi,creatività,espressione: esprimere bisogni, sentimenti e pensieri; ascoltare racconti di altri
paesi; Usare varie tecniche espressive.
La conoscenza del mondo: saper stabilire relazioni spazio temporali; operare quantità(ordinare,
confrontare, misurare); cogliere e organizzare informazioni ricavate all’ambiente; trasformare
materiali in modo creativo.
Il progetto nasce dalla volontà di garantire un'educazione armonica e uno sviluppo integrale dei
bambini nel rispetto delle differenti culture, tradizioni, usi e costumi dei popoli del mondo .
Attività: ricercare insieme ai bambini immagini e fotografie tratte da libri, riviste ,cataloghi per
conoscere le caratteristiche fisiche dei vari luoghi del mondo; classificare il materiale raccolto
secondo determinate caratteristiche (es. “ambiente fisico”, “tipologie di abitazioni”,…); creare
cartelloni con il materiale ottenuto; organizzare “giochi del mondo”; leggere fiabe del mondo,
drammatizzar le E realizzare sequenze; ascoltare e cantare canzoni tipiche delle diverse etnie.
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PROGETTI DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE
Progetto “Salute in bocca” - Scuola dell’Infanzia.
Il progetto ha l’intento di assistere la famiglia nella prevenzione e nella profilassi relativa all'igiene
dentaria attraverso l'apprendimento di nuove abitudini. La scuola dell’infanzia è il luogo deale per
iniziare un approccio alle regole di igiene in quanto i tempi e la flessibilità dei programmi scolastici
agevolano questo lavoro, inoltre i comportamenti dei bambini in questa fase non sono ancora
pienamente strutturati.
Le proposte che mirano al raggiungimento degli obiettivi sono graduali E caratterizzate da
esperienze pratiche, creative e divertenti: attività grafico-pittoriche, drammatizzazione e
simulazioni, attività motoria.
Attività: discussione e scambio di esperienze individuali relative alla pratica igienica; Attività di
lettura, invenzione di storie e drammatizzazione; giochi di imitazione con l'utilizzo il corpo della
voce; giochi di ruolo; realizzazione di cartelloni.
GIOCHI MOTORI
1. Girotondo: I bambini in cerchio effettuano un Girotondo elencando le varie parti del corpo che
si vogliono lavare (ad es. “intorno alla vasca voglio girare, le mie mani voglio lavare”).
2. Conosciamo la nostra bocca:l’ insegnante invita gli allievi ad osservare allo specchio la propria
bocca e le parti che la costituiscono. I bambini osservano la bocca dei compagni, Sono invitati
a muovere la propria bocca, Ad osservarne le caratteristiche ed elencarle le funzioni.
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PROGETTI DI EDUCAZIONE ALIMENTARE
“Progetto Fruttilandia” (Scuola dell’Infanzia)
Il progetto nasce dall'esigenza di sensibilizzare gli alunni a sviluppare un corretto stile di vita sia
come valore individuale che come valore collettivo. Le sostanze nutritive vengono introdotte
nell'organismo attraverso un'alimentazione sana ed equilibrata che consente all’individuo: 1. la
soddisfazione del bisogno calorico dell'organismo che varia con l'età, con il sesso,… 2. l’apporto in
quantità sufficienti di protidi 3. il necessario apporto di principi nutritivi bío regolatori E protettivi,
cioè di sali minerali e vitamine.
L'attività si articola in quattro fasi principali:
-l'elaborazione e la narrazione di una storia
-la rielaborazione grafico-pittorica della narrazione
-la costruzione di un teatrino realizzato in cartapesta E di burattini riferiti alla storia narrata
-il percorso motorio e il gioco a squadre
Obiettivi di apprendimento: -prendere coscienza della globalità del proprio corpo; maturare
competenze di motricità fine e globale; muoversi con destrezza nello spazio circostante E nel
gioco; coordinazione degli arti e oculo-manuale; consolidare gli schemi motori di base; Muoversi
spontaneamente in modo guidato da soli e in gruppo.
PERCORSO MOTORIO= “Strada facendo” costituisce la rielaborazione motoria del percorso
effettuato dagli animali nella storia “fruttilandia”. Viene richiesto ad esempio di: traslocare in
equilibrio sopra ai mattoncini, traslocare in avanti ad arti inferiori divaricati e tesi alternando
un'andatura veloce ad una lenta, strisciare a slalom tra birilli; arrampicarsi su una scaletta e
scendere scivolando sul tappetino che appoggiato sul lato opposto; rotolare fino all’arrivo.
GIOCO MOTORIO “La Macedonia”= Dove dalla linea di partenza il primo allievo correre avanti
verso un grosso contenitore nel quale ci sono diversi alimenti realizzati in gommapiuma. Il bambino
deve prendere un frutto più velocemente possibile dar posizionarlo nel contenitore della propria
squadra. Vince chi per primo riesce a raccogliere più frutta per preparare la macedonia.

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