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ANATOMIA

Nell’ambito dell’anatomia macroscopica possiamo vedere il corpo umano sotto diversi punti di vista:
• l’anatomia di superficie dove abbiamo punti di repere ( riferimento). Questi sono dati spesso dalle
ossa, gli elementi che si riescono ad identificare dalla superficie
• anatomia regionale (o topografica). Questo metodo analizza parti di corpo separatamente, sia esterni
che interni
• anatomia sistematica con collegamenti funzionali che studia i sistemi del corpo (ciò che useremo noi)
• anatomia microscopica serve per studiare le più piccole parti delle cellule e degli organi usando
microscopi elettronici.

Il nostro corpo è regolato da diversi sistemi e apparati che cooperano per svolgere tutte le funzioni
necessarie alla nostra vita

SISTEMA LOCOMOTORE Ne fanno parte diversi componenti: le ossa, le articolazioni e i muscoli. Ossa
e articolazioni servono a dare la forma generale del corpo, il sostegno; con la componente aggiuntiva
dei muscoli riusciamo a muoverci. Tutte queste componenti servono a costituire scatole corporee che
proteggono gli organi più importanti per la nostra vita oltre ad essere riserve fondamentali per il calcio
e a dare luogo al processo di emopoiesi
I muscoli sono divisi per regioni corporee e funzionalità. Sono costituiti da un tessuto muscolare
indispensabile a far muovere le ossa le une sulle altre a livello delle articolazioni. Il tessuto muscolare a
differenza di quello osseo che è stabile, è in grado di accorciarsi e allungarsi, ha quindi capacità
contrattile.
SISTEMA CIRCOLATORIO Abbiamo il sistema circolatorio sanguigno e quello linfatico. Per quanto
riguarda quello linfatico questo è collegato ad organi linfoidi come i linfonodi, organi piccoli
rotondeggianti o ad organi un po’ più grandi come il timo e la milza. Il sistema circolatorio serve per
l’ossigenazione di tutti gli organi del nostro corpo e l’eliminazione della CO2.
APPARTO DIGERENTE Negli alimenti che assumiamo abbiamo un misto di sostanze chimiche i cui
nutrienti principali sono zuccheri, lipidi, proteine. L’apparato digerente li usa trasformandoli in sostanze
chimiche semplici e rendendoli disponibili agli organi e ai tessuti del nostro corpo. Queste sostanze
infatti vengono prese dal sangue in modo da nutrire ogni parte dell’organismo fino all’ultima cellula.
L’ultimo step di questo percorso di assorbimento è l’espulsione delle sostanze di scarto.
APPARATO URINARIO Serve a ripulire il sangue da sostanze che sarebbero nocive per l’organismo, i
cataboliti azotati (formati da N2 che forma il gruppo amminico, componente principale degli
amminoacidi e quindi delle proteine) (una dieta ricca di proteine alla lunga danneggia i reni).
APPARATO RIPRODUTTORE Differente nei due sessi a causa degli organi e delle vie ad essi annessi.
Gli organi sono le gonadi con nomi e localizzazioni differenti tra donne e uomini (quelle femminili sono
interne mentre quelle maschili esterne. Questo è dettato anche dal fatto che funzionano a diverse
temperature). Sono gli unici organi in cui le cellule fanno la meiosi (tutte le altre cellule del corpo fanno
mitosi).
SISTEMA NERVOSO sistema che coordina la funzionalità di tutti gli organi, le risposte alle sensazioni,
l’acquisizione di informazioni dall’ambiente esterno regolando la risposta di conseguenza. Acquisisce
degli input che sono sensazioni generali o specifiche.

La posizione anatomica standard (postura eretta, gomiti affiancati ai fianchi, i palmi delle mani rivolti
verso l’osservatore e i piedi avvicinati) ci permette di individuare la posizione degli organi e dare loro un
nome e una collocazione precisa —> posizione ortostatica
Abbiamo una regione detta “regione della testa” con un suo scheletro detto cranio e i suoi muscoli, i
muscoli della testa all’interno del quale c’è un determinato contenuto.
Abbiamo poi una regione più ampia del corpo che comprende diverse sotto-regioni. Questa parte è
detta tronco e l’elemento comune è la colonna vertebrale. Al tronco agganceremo i due arti superiori e
inferiori. Il tronco lo dividiamo in:
-una parte collegata alla testa detta collo o regione cervicale. La parte della colonna qua si dice
colonna cervicale con propri muscoli e contenuti
-una regione detta torace con il suo scheletro (vertebre toraciche e gabbia toracica costituita da coste
e sterno)
-una regione che suddividiamo in due parti. Nel complesso si chiama addominopelvica. Contiene
l’addome e la pelvi con i propri contenuti. . A livello dell’addome abbiamo le vertebre lombari e i propri
muscoli; la regione della pelvi presenta l’ultima porzione della colonna che sono osso sacro e pelvi e la
cavità pelvica sarà delimitata d altre ossa la regione pelvica aggancia l’arto inferiore.
Arto superiore e inferiore sono divisibili in altre parti di cui gamba e braccio sono solo precise porzioni.
Nell’arto superiore agganciato al tronco abbiamo la regione della spalla, abbiamo poi la regione del
braccio, quella dell’avambraccio e infine la regione della mano. L’arto inferiore presenta una zona
comune al tronco detta regione dell’anca, poi abbiamo la regione della coscia, della gamba e infine del
piede. Ognuna di queste regioni ha ossa e articolazioni proprie.

Nel corpo abbiamo delle cavità. Queste cavità sono suddivise in ulteriori cavità, alcune anteriori altre
posteriori. Queste sono delimitate da membrane seriose che rivestono gli organi. Per esempio nel
torace abbiamo un rivestimento dei polmoni detto pleura; il cuore avrà un suo rivestimento che è il
pericardio... Tra le cavità che accolgono i polmoni e il cuore abbiamo il mediastino che non è delimitato
da membrane ma è comunque una cavità. (All’interno del locomotore le cavità sono dettate dalle
articolazioni).

Lo studio dell’anatomia, per essere il più efficace possibile, deve essere fatto su uno spazio
tridimensionale. Le tre dimensioni vengono esplorate su tre piani. Con queste lastre anatomiche
studiamo il corpo in diverse sezioni:
-piano sagittale è anche un piano di simmetria (la metà dx è simmetrica con la sx)
-piano frontale o coronale che divide il corpo in una parte anteriore e una posteriore
-piano trasversale che divide in parte superiore e inferiore (è il più utilizzato per esempio per vedere le
curvature della colonna).

Sono usati per identificare i termini di posizione: termini che indicano la situazione reciproca di diverse
parti del corpo.

• In riferimento al piano sagittale: un organo più vicino al piano è detto mediale, mentre uno più
lontano è detto laterale. Non sono termini assoluti ma li uso a seconda dell’organo che descrivo e in
relazione a quale altro lo descrivo (es l’orecchio è laterale con l’occhio ma mediale con la spalla).
Prossimale e distale fanno riferimento solo agli arti e indicano la vicinanza o la lontananza dal punto
di attacco di questi dal tronco (es la spalla è prossimale al tronco e la mano è distale rispetto al
tronco; il braccio è prossimale rispetto all’avambraccio ma è distale rispetto alla spalla).
• In riferimento al piano frontale: termini di riferimento sono anteriore o ventrale e posteriore o
dorsale (il naso rispetto all’orecchio è ventrale; l’orecchio rispetto alla colonna è ventrale..)
• In riferimento al piano trasversale: i termini usati sono superiore e inferiore. Craniale e caudale sono
sinonimi ma non occupano tutto il tronco, dobbiamo immaginare una linea che va dalla testa alla fine
della colonna vertebrale perchè questi termini fanno riferimento al sistema nervoso. Caudale fa
riferimento all’ancestrale coda mentre craniale alla testa, danno quindi riferimento a questi organi o a
ciò che è il loro contenuto

Abbiamo anche termini di movimento:


• Un movimento per cui mi allontano dal piano frontale è detto flessione
• Un movimento per cui mi avvicino (antagonista a quello precedente) al piano frontale è detto
estensione
• Quando si riesce ad andare al di là del piano si parla di iperestensione
Ci sono quindi muscoli estensori e flessori che sono antagonisti e posti nelle parti opposti dello stesso
“organo” (es avanti e dietro al braccio).

• Un movimento che avvicina una parte del corpo al piano sagittale è detto adduzione (ad+ducere)
• Un movimento che allontana una parte del corpo dal piano sagittale è detto abduzione (ab+ducere)

Le intersezione dei piani danno degli assi oltre al fatto che gli arti stessi hanno assi propri. Si hanno
quindi movimenti rotatori
• Rotazione dx o sx intorno ad un asse (si usa sopratutto per il tronco)
• Rotazione interna o esterna; applicate all’avambraccio si parla di pronazione e supinazione; si fa
riferimento al palmo della mano(palmo in su è supino, palmo in giù prono)

Movimenti speciali:
• Il piede giace su un piano trasversale: l’adduzione del piede è detta inversione; l’abduzione è detta
eversione. Parliamo di flessione dorsale o dorsiflessore (flessione) e di flessione plantare (estensione)
• La mandibola ha movimenti che vengono messi in atto quando parliamo o mangiamo:
abbassamento (quando apriamo la bocca) ed elevazione (quando chiudiamo la bocca). Parliamo
anche di protrusione (quando la mandibola va in avanti) e (quando va indietro).
• Il pollice riesce a toccare i polpastrelli di tutte le altre dita. Questo movimento è detto opposizione ed
è fondamentale per la presa

APPARATO LOCOMOTORE

1. Muscoli
2. Ossa studiate dalla osteologia
3. Articolazioni studiati dall’artrologia

OSSA
• Danno forma al nostro corpo e sostegno
• Servono a fornire i punti di inserzione dei muscoli in punti precisi.
• Alcune ossa servono a proteggere gli organi contenuti al loro interno (cranio e gabbia toracica)
• Fungono da deposito di alcuni minerali fondamentali per la sopravvivenza (calcio e fosforo in
particolare)
• All’interno è contenuto un midollo osseo rosso che produce gli elementi figurati del sangue. Questa
funzione di produzione è detta funzione emopoietica. Esiste anche un midollo osseo giallo con
funzione adiposa

L’osso comune a tutto il corpo è la colonna vertebrale. La regione del collo ha la porzione cervicale, la
regione del torace ha la porzione toracica, la regione addominale del tronco ha la porzione lombare e la
regione pelvica ha la porzione del sacro e del coccige.

Le ossa possiamo dividerle in ossa pari (presenti in coppia) e impari (ne è presente una sola copia). Le
ossa impari sono principalmente nella parte centrale del corpo, mentre quelle pari sono principalmente
ai lati della colonna (specialmente negli arti)

Nelle ossa può prevalere una dimensione rispetto all’altra (altezza, lunghezza, profondità)
-Se prevale una dimensione si parla di ossa lunghe
-Se prevalgono due dimensioni si parla di ossa piatte
-Se le tre dimensioni sono più o meno equivalenti si parla di ossa brevi (molto irregolari)
Nelle parti libere del corpo (arti inferiori e superiori) spesso troviamo ossa lunghe; le vertebre sono ossa
brevi, lo sterno è un osso piatto. Nella parte mediana del corpo troviamo numerose ossa piatte e
altrettante brevi.

Un osso lungo è composto da due estremità (una prossimale e una distale) dette epifisi. La parte
compresa tra le due è detta corpo o diafisi. Se lo sezionassi su un piano frontale o sagittale, vedrei che
all’interno presenta una cavità ( a differenza delle ossa lunghe, le ossa brevi e piatte non lo hanno).
Questa cavità è detta canale midollare e al suo interno contiene midollo osseo.
L’osso contiene due tipi di tessuto osseo diverso, uno chiamato compatto e più esterno e l’altro
spugnoso che è la parte interna. L’organizzazione dei due tessuti è diversa: quello compatto è formato
da osteoni che conferiscono compattezza alla zona periferica; la parte spugnosa è organizzata invece
in trabecole. Questa organizzazione è identica nei tre tipi di ossa e serve a garantire che le ossa
reggano determinati carichi come il peso del nostro corpo.
Le ossa crescono e l’accrescimento avviene in un’area che sta tra la diafisi e le epifisi. Nel bambino in
crescita questa parte è detta metafisi o piatto metafisario e scompare quando raggiungiamo la maturità
scheletrica. Le fratture metafisariche nell’organismo in crescita (bambino) sono pericolose

ARTICOLAZIONI

Sono i dispositivi di giunzione tra le ossa. Sono gli elementi anatomici che permettono di collegare due
ossa. L’articolazione cambia a seconda che permettano il movimento o siano statiche a formare un
qualcosa di chiuso.
Le suddividiamo in due gruppi secondo un criterio morfologico e a seconda che queste appartengano
ad una o all’altra categoria come conseguenza ho un movimento o un non movimento.
• Le articolazioni continue sono “attaccate” per cui non avrò movimento —>SINARTROSI (si trovano
tra le ossa del cranio, tra i denti..)
-Esistono anche sinartrosi che creano continuità ma hanno anche la caratteristica di avere un minimo
di movimento come nelle vertebre della colonna.
Il fatto di avere nessuna possibilità di movimento o un lieve moto dipende dal tipo di “collante” usato.
• Le articolazioni contigue (sono vicine ma non “attaccate”). Per metterle vicine si usa un “manicotto”
che si aggancia all’epifisi di un osso e all’epifisi dell’altro per cui c’è uno spazio di movimento. Il
movimento è una conseguenza —>DIATROSI

SINARTROSI
All’interno delle sinartrosi posso inserire un connettivo fibroso, una cartilagine o una fibrocartilagine. A
seconda che usi uno di questi tre connettivi ottengo movimenti diversi.

Se uso il fibroso ottengo: (sono immobili)


-suture
-gonfosi (tengono i denti negli alveoli dentali)
-sindesmosi

Se uso il tessuto cartilagineo:


-sincondrosi (cartilagine ialina)
-sinfisi (fibrocartilagine)(è quella che assume la forma di cuscinetto, di disco). Il cuscinetto è interno e
circondato da una parte fibrosa che collega le ossa. Queste hanno una piccola possibilità di
movimento dato dal nucleo polposo comprimibile fatto da cartilagine. Questo lo abbiamo nelle vertebre
della colonna dove ho quindi continuità tra le vertebre ma anche mobilità per la colonna. (Le sinfisi
sono poco mobili)
DIARTROSI
Hanno tutti un manicotto che unisce le due ossa vicine. Questo serve a tenerle vicine senza unirle.
Questo manicotto si chiama capsula articolare con una cavità interna articolare ……dove troviamo un
liquido che permette la lubrificazione.
I movimenti che posso fare cambiano a seconda della forma delle due superfici. Sulla base della forma
ho un ulteriore classificazione delle diartrosi.

SUTURE
Le troviamo nel cranio. Dobbiamo fare una distinzione tra quello del bambino e dell’adulto. Il bimbo ha
le fontanelle cioè spazi dove l’osso non c’è e si sta formando e c’è una grande quantità di connettivo.
Con la crescita, il connettivo si ritira e viene sostituito dalle ossa stesse
Nel cranio adulto permane uno strato piccolissimo di connettivo fibroso dove ormai le ossa si sono
unite tra di loro, in alcuni casi non rimane nemmeno questo piccolo strato. Il processo tramite cui si
sono formate è detto sinostosi

SINATROSI FIBROSE
Si hanno nei denti. Il dente ha una parte visibile detta corona e una parte interna alla gengiva detta
radice. Le radici sono unite all’osso circostante mediante un complesso di strutture filamentose che
non permettono il movimento (le malattie paradontali sono una patologia di questo connettivo fibroso
che permettono un movimento del dente)

SINDESMOSI
Nel corpo abbiamo un esempio tra il radio e l’ulna e uno tra tibia e fibula
Tra queste c’è una membrana di connettivo fibroso detta membrana interossea che serve a mantenere
la loro posizione.

SINCONDROSI
Un esempio lo troviamo a livello della gabbia toracica. Le coste non si uniscono direttamente allo
sterno ma c’è una parte di giunzione detta cartilagine costale. Le cartilagini sono più flessibili delle
ossa anche perchè le coste si devono espandere per poter respirare

SINFISI
Sono costituite da dischi di fibrocartilagine. Le troviamo tra le due ossa dell’anca. Qua il disco forma la
sinfisi pubica. L’altro esempio è a livello della colonna vertebrale dove abbiamo dischi multipli tra le
vertebre che vanno a costituire il corpo delle vertebre.

DIARTROSI
Sono costituite da una capsula articolare. Abbiamo due estremità di ossa vicine ma non attaccate e
una struttura sferica che coinvolge le due estremità. Questa è una capsula articolare composta da due
facce, una esterna di natura fibrosa che mi serve a collegare in maniera salda e una interna tappezzata
da una membrana sottile detta membrana sinoviale che produce liquido. Questa membrana riveste la
capsula e non le superfici articolari, altrimenti verrebbe schiacciata e produrrebbe troppo liquido per
cui l’articolazione si gonfierebbe (quando ci rompiamo un osso questo è il motivo per cui si gonfia la
zona circostante).
Le ossa hanno un rivestimento che le protegge da usura e questo è fatto da una cartilagine detta di
incrostazione. Quando questa si consuma viene una patologia chiamata artrosi.
In diagnostica c’è differenza tra una diartrosi e una sinartrosi; nelle diartrosi posso inserire una sonda
nella cavità (artroscopia) e curare un eventuale danno.
Essendo articolazioni molto usate, spesso hanno strutture di accompagnamento come cuscinetti
aggiuntivi (es nell’articolazione del ginocchio che si stabilisce tra l’epifisi distale del femore e l’epifisi
prossimale della tibia ci sono due strutture di fibrocartilagine che aiutano a non usurare troppo le ossa.
Queste strutture aggiuntive sono i menischi) (nell’articolazione scapolo-omerale c’è uno spazio stretto
in cui si potrebbe formare un conflitto. L’articolazione è provvista di un borsetta di liquido sinoviale che
non permette che l’osso dell’arcata sbatta contro l’omero). (A volte succede che l’osso sia più grande
della cavità in cui si dovrebbe inserire. Per cui esistono in questi punti dei dischi di cartilagine chiamati
cercini che aiutano a far incastrare le varie parti)

Le diartrosi a seconda della forma geometrica delle superfici articolari si dividono in:
-quando ho due superfici pianeggianti parlo di artrodia. Le due superfici scivolano le une sulle altre (es
le ossa del carpo)
-quando ho una forma sferica piena e una cava complementari si parla di enartrosi o sferartrosi
(garantisce il maggior numero di movimenti) (es articolazione scapolo-omerale e una nel cozzo
femorale)
-quando ho un condilo (sfera schiacciata) si parla di condilartrosi (ha un movimento abbastanza
esteso ma è limitata su alcuni assi) (es nel polso)
-a sella. Ho una superficie convessa (groppa del cavallo) e una concava (sella) (es dove la clavicola si
articola con lo sterno o nel pollice alla base del primo dito ed è fondamentale per il movimento di
opposizione)
-ginglimi. Hanno la forma di un cilindro (figura geometrica a base circolare con una sua altezza). Posso
metterlo in posizione orizzontale o verticale e questo mi crea due movimenti diversi. Se l’asse del mio
cilindro coincide o è parallelo all’asse dell’osso che lo contiene avrò un ginglimo laterale o trocoide e
ottengo un movimento di rotazione; se l’asse del cilindro è perpendicolare all’asse dell’osso si ha un
ginglimo angolare o troclea e permette movimenti di flessione/estensione

MUSCOLO

Ogni muscolo è costituito da una parte carnosa detto ventre muscolare (fatta da tessuto muscolare
con capacità contrattile) e due estremità dette tendini. I tendini sono la parte del muscolo con cui il
muscolo stesso si aggancia alle ossa. Abbiamo un tendine (o più di uno) di origine e uno di inserzione.
Un muscolo origina da un osso e si inserisce in un altro osso per svolgere la sua funzione e in questo
passaggio passa a ponte su un’articolazione. Un muscolo può coinvolgere anche più articolazioni.

La classificazione dei muscoli può basarsi su tanti parametri


• In base alla forma avremo muscoli sviluppati in lunghezza (come negli arti) o in larghezza (come i
muscoli addominali i cui tendini sono molto estesi) o di forma circolare (con un foro nel centro) detti
orbicolari.
• In base alla disposizione e al numero di tendini possiamo avere muscoli con più cavi di origine che
poi si fondono in un punto di inserzione e parliamo di bicipiti, tricipiti o quadricipiti a seconda che i
tendini di origine siano due, tre o quattro. In alcuni casi alcuni muscoli possono avere dei tendini
intercalati perchè in quel modo posso segmentare l’azione di un muscolo ed avere un movimento più
preciso. In alcuni muscoli posso avere anche un tendine intermedio e in questo caso parliamo di
muscoli con più ventri. Se ha due ventri si dice digastrico; se i ventri sono più di due si dice
poligastrico
• In base alle fibre muscolari che vanno nel senso dell’accorciamento del muscolo. Se le fibre sono
parallele il muscolo si contrae in maniera omogenea o possono essere obliquamente rispetto al
tendine andando a formare una struttura simile ad una piuma di un animale. Questi sono chiamati
pennati se la piuma è completa o semipennati e ciò dipende dal movimento che vogliamo ottenere

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