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parti del corpo e la struttura dei singoli organi. La scienza che studia la funzione delle
strutture del corpo è la FISIOLOGIA.
Le strutture elementari della materia sono gli atomi che a loro volta si organizzano in
strutture più complesse ossia le molecole definite come aggregazioni di atomi.
(Ossigeno molecolare 02)
A loro volta le molecole vanno a formare le macromolecole ossia molecole grandi classificabili in
PROTEINE
CARBOIDRATI
LIPIDI
ACIDI NUCLEICI
Esistono vari tipi di cellule classificate in base alla funzione che vanno a svolgere e si hanno quindi
cellule:
NERVOSE responsabili della recezione e della trasmissione di un impulso nervoso
MUSCOLARI responsabili dei cicli alternati di contrazione e rilassamento
OSTEOBLASTI responsabili della formazione della matrice ossea mineralizzata la
cui forma matura è rappresentata dagli OSTEOCITI
Cellule dello stesso tipo si aggregano a formare strutture più complesse dette TESSUTI,
ovvero gli oggetti di studio dell’ISTOLOGIA ed esistono all’interno del corpo umano, 4 tipi
di TESSUTI, ciascuno dei quali è popolato da cellule dello stesso tipo organizzate fra loro per
svolgere una determinata funzione
1. EPITELIALE
2. CONNETTIVO che presenta tante sotto classificazioni
3. MUSCOLARE
4. NERVOSO
Un livello crescente si ha quando i tessuti si organizzano a formare un ORGANO ossia una
struttura avente una ben precisa pozione e funzione all’interno dell’organismo umano e che
generalmente è formato da + di un tessuto (cuore formato da 90% tessuto muscolare e 10% di
membrana del PERICARDIO di tessuto connettivo).
Diversi organi si organizzano a formare gli APPARATI o SISTEMI ossia insiemi di due o più
organi specializzati in una determinata funzione (apparato digerente formato da numerosi
organi)
APPARATO insieme di organi diversi per struttura e funzione che
cooperano fra loro per lo svolgimento della stessa funzionalità e che
occupano una regione circoscritta. (respiratorio, digerente, tegumentario)
SISTEMA insieme di organi aventi una funzione comune, ma non
necessariamente connessi fra loro dal punto di vista anatomico (scheletrico,
nervoso, muscolare).
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ANATOMIA MICROSCOPICA esamina le strutture impossibili da osservare ad occhio nudo, per
cui ci avvale
dell’uso del MICROSCOPIO
ANATOMIA MACROSCOPICA studia le strutture e le relazioni di regioni anatomiche
visibili anche ad occhio nudo (forma, colore, cosa c’è nelle sue vicinanze ecc.). Può essere
studiata direttamente su un organismo vero e proprio oppure con dei modelli anatomici in
resina, riprodotti fedelmente
TOPOGRAFIA studio delle coordinate del posizionamento di un dato organo
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Termini di direzione usati per indicare precisamente le localizzazioni dei visceri
In quest’immagine si ha una
VEDUTA POSTERIORE o
DORSALE dove il punto di
osservazione si trova dietro
rispetto
all’individuo. Il POLO
SUPERIORE di un rene è la sua
porzione più un alto mentre quella
inferiore rappresenta il POLO
INFERIORE. Il MARGINE
MEDIALE dei due reni è invece il
margine degli organi più vicino
all’asse longitudinale del corpo
(colonna vertebrale), mentre quello
LATERALE è l’opposto.
L’organismo presenta delle CAVITA’ ognuna delle quali viene rivestita da una
membrana sierosa. Esistono diversi tipi di cavità
1. DORSALE o POSTERIORE è la cavità localizzata più posteriormente e
comprende la cavità cranica e il canale vertebrale dove alloggiano
rispettivamente l’encefalo e il midollo spinale. In queste cavità non sono presenti
le membrane sierose di rivestimento.
2. VENTRALE o ANTERIORE è la cavità più ampia localizzata anteriormente e si
distingue nella cavità TORACICA che contiene organi dell’apparato respiratorio e
in quella ADDOMINOPELVICA che accoglie i visceri dell’apparato digerente e
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dell’apparato riproduttore e quindi, si suddivide a sua volta in una cavità superiore
ADDOMINALE ed in una sottostante cavità PELVICA. La cavità
addominopelvica è interamente protetta dal PERITONEO senza segnare un
confine netto fra le due sotto cavità.
Il confine fra la cavità toracica e quella addominopelvica è dato da un muscolo avente
una forma a cupola ossia il DIAFRAMMA che ha un ruolo fondamentale nella
respirazione.
CAVITA’ TORACICA
presenta 3 sotto cavità, un’ampia cavità PLEURICA nella quale alloggiano i polmoni e la sua
membrana di rivestimento prende il nome di pleura, al centro di questa c’è la cavità
PERICARDICA che è la sede del cuore rivestito dalla membrana detta PERICARDIO. Fra queste
due cavità, lo spazio nel quale si inseriscono i grandi vasi ossia l’aorta e la vena cava inferiore,
l’esofago e la trachea, prende il nome di MEDIASTINO ossia una cavità che non presenta
membrane sierose di rivestimento.
MEMBRANE SIEROSE sono tutte formate da due strati, un foglietto viscerale più interno ed uno
PLEURE E PERICARDIO membrane sierose dove i due foglietti non sono a contatto fra loro a cau
PERITONEO membrana sierosa che
CAVITÀ ADDOMINOPELVICA
può essere distinta in 4 quadranti o in 9 regioni addominopelviche. Se si intersecano a livello
dell’ombelico due rette perpendicolari, si ottengono 4 quadranti (superiore di destra e sup. di
sinistra + inferiore di destra e inf. Di sinistra). Le 9 regioni si individuano invece
intersecando due rette verticali che passano per i capezzoli e due orizzontali localizzate una sul
penultimo paio di coste e la seconda a livello della cresta iliaca (parte superiore delle ossa
dell’anca). Intersecando queste 4 rette si individuano le 9 regioni disposte in tre righe e 3 colonne.
Partendo dalla prima riga la regione centrale prende il nome di REGIONE EPIGASTRICA
lateralmente alla quale ci sono la REGIONE IPOCONDRIACA di dx e quella di sx. Nella seconda
riga, la regione centrale è detta REGIONE OMBELICALE lateralmente alla quale c’è una
REGIONE LOMBARE di sx e quella di dx. Nell’ultima riga di trova centralmente, la REGIONE
IPOGASTRICA e lateralmente la REGIONE ILIACA dx e quella di sx. Lo stomaco occupa
l’ipocondrio di sx e invade la regione epigastrica e quella ombelicale
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MICROSCOPIO è lo strumento che esamina le cellule attraversandole con una sorgente luminosa
di fotoni, e si distingue in base alla quantità di informazioni che l’immagine permette di ottenere e
si parla di MICROSCOPIO
OTTICO utilizza un fascio di fotoni ossia quanti luminosi che causano una grande
limitazione dato che il potere di risoluzione (capacità del micro di distinguere due punti
estremamente vicini), non va oltre i 1000 ingrandimenti (ingrandimenti permessi
dall’oculare avente lente fissa che ingrandisce 10 volte, moltiplicato per l’OBIETTIVO Es:
obiettivo 40x x 10x dell’oculare = ingrandimento 400x). Si possono distinguere il
compartimento nucleare da quello citoplasmatico dato che genera immagini colorate. Per
vedere all’interno dei compartimenti invece, si utilizza quello
ELETTRONICO utilizza un fascio di elettroni garantendo immagini in grigio con limite
della ultrastruttura cellulare 250 000 ingrandimenti. Esistono due tipi di micro elettronico
che si differenziano in base all’immagine fornita
SEM a SCANSIONE fornisce un’immagine 3D e produce un fascio di elettroni che non
attraversa il campione dato che viene prima fatto essiccare per poi essere ricoperto con uno
strato molto sottile di atomi pesanti che riflettono gli elettroni degli atomi del fascio di luce
che vengono poi rilevati a formare un’immagine in bianco e nero su uno schermo offrendo
una visione tridimensionale
TEM a TRASMISSIONE fornisce un’immagine in 2D del campione che viene attraversato
da un fascio di elettroni focalizzato mediante lenti elettromagnetiche, che hanno lo scopo di
deviare le
traiettorie degli elettroni verso l’asse. Le immagini risultano composte da aree BIANCHE
(dove gli elettroni non sono transitati) e NERE (dove gli elettroni sono stati assorbiti) e
gradazioni intermedie di GRIGIO.
TECNICHE PER LO STUDIO DI CELLULE E TESSUTI Dato che i tessuti e gli organi sono
troppo spessi per essere attraversati da un fascio di luce, questi vengono sezionati in parti sottili e
traslucide che vengono posizionate sui vetrini. L’osservazione di cellule e tessuti può essere:
A FRESCO nella quale non si manipola il campione in nessun modo
OSSERVAZIONE SUCCESSIVA A FRESCO nella quale il campione subisce dei passaggi
di allestimento prima dell’osservazione
L’osservazione a fresco dovrebbe essere quella ideale, non sempre realizzabile perché:
cellule e tessuti isolati dall’organismo di appartenenza sopravvivono per breve tempo;
cellule e tessuti sono a volte troppo spessi per consentire la visualizzazione al
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microscopio
passaggi fondamentali nella preparazione del campione per l’esame istologico sono:
ARTEFATTI DA AGGREGAZIONE sono delle alterazioni del quadro originario del campione che
compaiono in seguito, quando il campione viene a contatto con il fissativo (agenti aldeidici).
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inizia con gli obiettivi a minor ingrandimento per avere un’idea generale della forma ecc.
per poi passare a quelli a maggior ingrandimento per andare a studiare i particolari più
minuziosi.