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ANATOMIA 19/12

APPARATO RESPIRATORIO
FUNZIONI:

 Scambi gassosi, scambi che riguardano ossigeno e anidride carbonica; avvengono nelle porzioni
terminali dei polmoni
 Fonazione, capacità di articolare delle lettere, che diventano parole; ha sede nella laringe
 Sede dell’olfatto
 Si occupa di un importante processo di elaborazione dell’aria (che entra nell’apparato respiratorio a
livello della cavita orale o della cavità nasale), che prima di arrivare ai polmoni viene depurate
(finalizzata a togliere gi agenti contaminanti) riscaldata (per favorire gli scambi gassosi) e
umidificata.

COME È ORGANIZZATO?

 Criterio anatomico: divide le vie aree superiori


(naso, cavità nasali, seni paranasali e la
faringe) e inferiori (laringe, trachea, bronchi
extra polmonari, diramazione dei bronchi
intrapolmonari e polmoni), distinzione nel
confine tra laringe e farine, (cioè che sta al di
sopra sono le vie aeree superiori e ciò che sta
al di sotto sono le vie aeree inferiori)
 Criterio funzionale: cioè tiene conto delle
varie funzioni che questi tratti che abbiamo
citato svolgono, distinte in una porzione di
conduzione (strutture il cui compito è quello di
trasportate l’area, fanno parte: naso, laringe,
faringe, trachea, bronchi) e una respiratoria
(polmoni, alveoli e bronchioli respiratori, sono
le sedi dove si verificano gli scambi gassosi)

L’apparato respiratorio nella quasi


totalità è tappezzato dall’epitelio
respiratorio: cilindrico, pseudo
stratificato e ciliato (il movimento
delle ciglia consente il processo di
depurazione dell’aria, che spinge
eventuali particelle intrappolate con
gli atti respiratori, in direzione
opposta a quella dell’ area,
impedendo a queste particelle
presumibilmente contaminanti di
raggiungere i distretti più profondi
delle vie respiratorie; inoltre presenta delle Cellule Caliciformi (ghiandole unicellulari che hanno il compito
di produrre muco, questa funzione consente il processo di umidificazione dell’aria).

ECCEZIONI: Nei due terzi inferiori della laringe, alveoli polmonari (epitelio pavimentoso semplice, deve
essere il più sottile possibile perché devono avvenire gli scambi) e diramazioni bronchioli (epitelio cubico).
La porzione più craniale è rappresentata dal naso e delle cavità nasali: sito di ingresso dell’area delle vie
aeree superiori o della porzione di conduzione delle vie respiratorie (a seconda del criterio che scegliamo).

NASO E CAVITÀ NASALI. Si distingue un naso esterno che complessivamente è dato da cute e dentro
muscoli, l’interno del naso è tappezzato da mucosa; l’interno del naso è dato dalle cavità nasali, abbiamo in
realtà un’unica cavità nasale, divisa dal setto nasale in due fosse nasali che presentano due aperture una
esterna (NARICI) e una interna (COANE). La “punta del naso” (il punto più anteriore) = VESTIBOLO, una
piccolissima camera delimitata da due paia di cartilagini: alari e laterali.

In ciascuna fossa nasale individuiamo:

 Un pavimento: porzione dura del palato (palato duro)


 La volta: delimitata dalla lamina cribrosa dell’etmoide (la punta sarebbe, apice)
 Parete mediale (permette di delimitare le due fosse nasali e coincide setto nasale, formato
superiormente dalla lamina perpendicolare etmoide e inferiormente da un osso impari dello
splancnocranio: vomere)
 Parete laterale è inclinata e presente delle prominenze ossee che prendono il nome di CORNETTI
NASALI (sono 3: superiori, medi e inferiori). Ciascuno cornetto nasale è alternato al successo da un
leggero avvallamento: MEATO (alternanza procedendo dall’alto verso il basso). Questa alternanza
di prominenze e avvallamento imprime all’area che entra nelle vie respiratorie un andamento
vorticoso dell’area, che prolunga il tempo di contatto dell’area con la mucosa, così il processo di
depurazione e riscaldamento sia più efficiente. Quindi l’alternanza tra CORNETTI NASALI e MEATI fa
si che l’aria entrando debba per forza di cose compiere questo movimento vorticoso e nel
compierlo è obbligata a permanere più a lungo nelle cavità nasali e di conseguenza a permanere
più a lungo a contatto con la mucosa nasale in modo tale che questa possa meglio riscaldarla,
depurarla e umidificarla.

Secondo tratto: FARINGE è un tratto delle vie respiratorie che si estende dalle COANE e termina all’inizio
della LARINGE, è un tratto comune per 2/3 della sua lunghezza alle vie respiratorie e digerenti, si estende
fino all’altezza della 4 vertebra cervicale.

È formata da mucosa+ muscoli scheletrici (muscolatura volontaria), questo vuol dire che l’avanzamento del
materiale alimentare, liquidi e anche dell’aria è di tipo volontario.

La lunghezza in direzione cranio caudale sii divide in tre zone:

 RINOFARINGE (posteriormente alla cavità nasale), si colloca posteriormente alla cavità nasale, è il
tratto più superiore, ha origine dalle coane e termina fino palato molle. È l’unico tratto della faringe
dove passa soltanto l’aria quindi in questo caso l’epitelio è di tipo respiratorio; sulle pareti laterali
arrivano le tube uditive (è in stretta comunicazione con l’orecchio). Si trovano le tonsille (dette
anche ADENOIDI, noduli linfatici, quindi linfociti, che si individuano in quelle pareti e ha il compito
di individuare eventuali antigeni che possono provenire dall’esterno)
 OROFARINGE passaggio
contemporaneo di aria, acqua e
materiale alimentare, tratto comune
con le vie digerenti e per questo
l’epitelio è pavimento stratificato. Si
chiama “orofaringe” perché si colloca
posteriormente alla cavità orale; si
estende dal palato molle al pavimento
della cavità orale (altezza della lingua).
qui sono localizzate le TONSILLE
PALATINE (sempre noduli linfatici,
quindi una barriera).
 LARINGOFARINGE, passaggio
contemporaneo di aria acqua e
materiale alimentare, tratto comune
con le vie digerenti e per questo
l’epitelio è pavimento stratificato; si
estende dalla base della lingua alla LARINGE (o esofago se parliamo di vie digerenti).

Sostanzialmente terminata la LARINGOFARINGE c’è proprio un bivio, rappresentato posteriormente dalle


vie digerenti (esofago, dove viene convogliato il materiale alimentare e i liquidi) e anteriormente alle vie
respiratorie (laringe), anteriormente c’è una fessura che prende il nome di GLOTTIDE, è la fessura
localizzata sulla laringe che permette all’aria di proseguire il suo percorso all’interno della laringe.

(le vie respiratorie decorrono sempre anteriormente alle vie digerenti)

LARINGE: è la porzione più complessa per due motivi:


1. Sede nella quale l’aria continua da sola il suo percorso, arrivata dopo la glottide;
2. È la sede della FONAZIONE, l’emissione di un suono indefinito che poi diventa parole.

Lo scheletro laringeo non è osseo ma fatto da cartilagine: 3 sono PARI + 3 sono IMPARI (le più grandi);
come altezza tra la 4 e la 7 vertebra cervicale; superiormente è in continuità con le laringofaringee e
inferiormente con la trachea (primo anello tracheale).

All’interno della laringe c’è questa fessura importantissima: la GLOTTIDE, all’interno della quale ad ogni atto
respiratorio viene convogliata l’aria in modo che questa possa proseguire il suo percorso nei tratti
successivi.

Nella laringe si sviluppa anche un meccanismo importantissimo che impedisce ad ogni atto di deglutizione
che erroneamente del materiale alimentare invece che finire nell’esofago (posteriormente dove dovrebbe
finire), finisce nella laringe stessa, questo meccanismo prevede ad ogni atto di deglutizione che una delle
cartilagini impari chiamata EPIGLOTTIDE, si pieghi continuamente e che piegandosi vada a coprire la
glottide (si impedisce al materiale alimentare di entrare).

CARTILAGINI IMPARI, sono le più grandi

 TIROIDEA: cartilagine ialina; È la più voluminosa di tutte, ha una forma di scudo per questo definisce
e fornisce sostegno alla superfice anteriore e laterali della laringe ma è incompleta posteriormente;
nasce da un processo di fusione di due foglietti cartilaginei che su fondono e danno origine all’unica
cartilagine tiroidea, l’angolo dove si fondono è diverso nel maschio ( più acuto: POMO DI ADAMO) e
nella femmina. La membrana che mette in collegamento la cartilagine tiroidea con l’osso ioide è la
membrana tiroidea.
 CRICOIDEA: cartilagine ialina, Si colloca inferiormente alla cartilagine tiroidea, ha la forma di un
anello e fornisce il sostegno posteriore che manca alla cartilagine tiroidea, è in continuità sia con la
tiroidea (le sta sopra) che con il primo anello tracheale posto inferiormente alla cartilagine
cricoidea.
 EPIGLOTTIDE: cartilagine elastica; È la terza cartilagine impari, ha la forma a foglia, la faccia
anteriore è rivolta verso la lingua e la faccia posteriore è rivolta verso la cavità della laringe, si
abbassa coprendo la glottide e impedendo l’ingresso di materiale alimentare.

CARTILAGINI PARI

 ARITENOIDEA cartilagine ialina


 CORNICULATE cartilagine ialina
 CUNEIFORME: cartilagine elastica

Per stabilizzare tra le varie cartilagini le posizioni reciproco esistono numerosi legamenti:

 Intrinseci: iniziano e terminano su cartilagine laringea, sono:


 l. cricotiroideo, tra la cartilagine tiroidea e quella cricoidea
 cricoaritenoideo, tra la cricoidea e la aritenoidea
 l vestibolare,
 l vocale,

gli ultimi due nascono sulla cartilagine tiroidea e terminano sulle cartilagini aritenoidee, sono importanti
perché sono lo scheletro delle corde vocali, sono rivestiti da mucosa dando luogo alle pieghe vestibolari e
alle pieghe vocali anche dette rispettivamente corde vocali false e corde vocali vere.
Le corde vocali vere sono quelle che quando l’aria entra nella glottide, sbatte sulle pieghe vocali ed essendo
estremamente flessibili, le corde vocali vibrano e da questa vibrazione si emette un suono (inizio della
fonazione); le pieghe vestibolari sono dette corde vocali false perché avendo una struttura più rigida dal
loro incontro con l’aria non vibrano, quindi non emettono suono.

 Estrinseci: iniziano sua una cartilaginea laringea e terminano su una struttura extra laringea
 membrana tiroidea o legamento tiroioideo, tra la cartilagine tiroidea e l’osso ioide
 legamento cricotracheale, inizia sulla laringe e termina sul primo anello della
trachea
 legamento ioepiglottico, inizia sull’epiglottide e termina sull’osso ioide

EPITELIO NELLA LARINGE: prevalentemente respiratori, fa accezione il primo tratto perché è in continuità
con le laringofaringee, pieghe vocali e epiglottide: epitelio pavimentoso stratificato, anche qui TONSILLA
LARINGEA

LA TRACHEA Tratto successivo alla laringe è a tutti gli effetti un tubo piuttosto resistente dato
dall’alternanza di anelli di cartilagine e legamenti, si estende tra la 7 vertebra cervicale e la 4 vertebra
toracica e decorre anteriormente all’esofago.

È in continuità con il tratto superiore (ovvero con la laringe) e nello specifico mediante il legamento
cricotracheale (è il legamento che si stabilisce tra la cartilagine cricoidea e il primo anello tracheale) che
stabilizza, mantiene la continuità tra la laringe superiormente e la trachea inferiormente.

Presenta alla sua estremità una cresta che prende il nome di CARENA.

La trachea si biforca in due mini-trachee che sono i bronchi, più precisamente i bronchi extra polmonari,
cioè quel tratto dell’albero bronchiale che si svolge esternamente ai polmoni.

È data da alternanza di anelli cartilaginei e


legamenti, nello specifico sono 15/20 cartilagini
tracheali alternati a legamenti anulari; quindi,
ciascuno di questi legamenti è interposto tra una
cartilaginea tracheale e l’altra.

Le cartilagini tracheali sono in realtà incomplete


posteriormente (non vuol dire che l’anello sia
aperto ma vuol dire che piuttosto che il tessuto
cartilagineo è sostituito da muscolatura liscia)

Quindi questo anello ha una porzione (a forma di


C) formata da tessuto cartilagineo e la porzione
(quella posteriore) formata tessuto muscolare
liscio; l’insieme del tessuto muscolare liscio
presente su tutti gli anelli tracheali costituisce il
cosiddetto MUSCOLO TRACHEALE.

Non è un caso se ha questa composizione,


perché posteriormente alla trachea c’è l’esofago
e nell’esofago transita materiale alimentare
( questo vuol dire che l’esofago che giace
posteriormente alla trachea è un tubo muscolare
che continuamente si dilata e si restringe perché
vede il transito di materiale) quindi se per
assurdo la parte posteriore dell’anello tracheale fosse costituita da cartilagine ( tessuto comunque
resistente) l’esofago non avrebbe questa possibilità di dilatarsi e restringersi, l’anello tracheale è formato
da tessuto muscolare liscio perché il tessuto muscolare liscio ha una flessibilità che il tessuto cartilagineo
non ha . Quindi il tessuto muscolare liscio diversamente da quello cartilagineo permette la continua
dilatazione delle pareti esofagee che giacciono posteriormente a quelle della trachea.

In corrispondenza della CARENA, che è la cresta con la quale termina il tubo tracheale, la trachea stessa si
biforca in due mini-trachee (bronchi extra polmonari, identica struttura della trachea)

Quindi i bronchi extra polmonari o primari o principali dx e sx, essi poi proseguono con tantissime
diramazioni che nel complesso prendono il nome di ALBERO BRONCHIALE ma che si svolgono dentro al
polmone quindi i principali sono l’unico tratto dell’albero bronchiale che si svolge al di fuori del
PARENCHIMA POLMONARE.

Tra di loro i due bronchi extra polmonari non sono perfettamente identici perché quello di dx destra
decorre più orizzontalmente ed è più largo e più corto rispetto il bronco extra polmonare di sx (più lungo, di
calibro più piccolo e scende più verticalmente rispetto a quello di dx) ( sx: si considera la naturale
prosecuzione della trachea).

I due bronchi extra polmonari entrano a livello del polmone in corrispondenza dell’ilo polmonare, (L’ILO di
un organo è sempre l’area dell’organo in corrispondenza della quale entrano i vasi arteriosi ed escono i vasi
venosi, è localizzato lungo il suo margine mediale, nel caso specifico dei polmoni è così) quindi l’ilo
polmonare è localizzato sulla faccia mediale dei polmoni in corrispondenza della quale entrano vasi
arteriosi nel polmone ed escono i vasi venosi. In corrispondenza di esso entrano anche i bronchi che
continuano la loro ramificazione all’interno del polmone (il polmone non si muove ma è fissato al bronco
polmonare mediante la radice, zona del polmone attaccata sui bronchi intrapolmonari e da quel momento
in poi saranno bronchi intrapolmonari). La struttura dei bronchi extra è identica a quella della trachea
quindi alternanza di anelli cartilaginei e vari legamenti tra un anello cartilagineo e un altro.

Una volta entrati nel polmone i bronchi vanno incontro ad un ulteriore ramificazione che si definisce
ALBERO BRONCHIALI (= varie diramazioni dei bronchi), esse seguono l’organizzazione del parenchima
polmonare, questo è il motivo per il quale prima di poter descrivere l’albero bronchiale dobbiamo vedere
come è organizzato il polmone.

POLMONI: organi parenchimatosi, spugnosi localizzati in cavità toracica, nello specifico in cavità pleurica.

Hanno una forma tronco di cono con:

 apice fino a prima costa, superiormente a clavicola


 base concava poggia su diaframma
 faccia laterale (o costale) parte anteriore convessa, si adatta a gabbia toracica, localizzata al di sotto
della gabbia toracica e prende contatto con le costole
 faccia mediastinica (o mediale o viscerale) verso mediastino, contiene ilo, impronte vasi e impronta
cardiaca.

RAPPORTI:

BASE O FACCIA DIAFRAMMATICA: a destra: fegato e a sinistra: stomaco, milza

FACCIA LATERALE O COSTALE: Gabbia toracica

FACCIA MEDIASTINICA O MEDIALE:

 guardando il polmone di destra:


- nella porzione superiore nell’ilo polmonare c’è una zona di contatto con la trachea
- lateralmente una zona sulla quale si poggia la vena cava superiore ( le facce mediastiniche di
entrambi i polmoni hanno delle impronte che riflettono la forma dei visceri che su di esse
poggiano);
- nella porzione inferiore all’ilo polmonare c’è una specie di solco, che riflette la forma
dell’esofago e dall’altra parte un’area piuttosto ampia in corrispondenza della quale la faccia
mediastinica tocca il cuore.
 Guardando il polmone di sinistra: è più piccolo perché fa spazio all’ apice del cuore che è rivolto a
sx, quindi guardando la faccia mediastinica:
- porzione superiore zona di contatto con la trachea
- lateralmente solco che riflette l’aorta ( solco per l’aorta, è una depressione perfettamente
individuabile sulla faccia mediastinica del polmone di sx che riflette in maniera precisa buona parte
dell’aorta ascendente e tutto l’arco aortico ); solco per l’esofago e un impronta cardiaca ( che
occupa 2/3 della parte interiore della porzione mediastinica del polone di sx che riflette a tutti gli
effetti la forma del cuore)

I due polmoni sono diversi:

- Sinistra: più lungo, più stretto e complessivamente con una superficie inferiore e presenta un
importante curvatura la quale si dà il nome di INCISURA CARDIACA ( è la rientranza del margine del
polmone di sx per far spazio all’apice del cuore)
- Destra: più corto, più largo e complessivamente con una maggiore estensione rispetto il polmone di
sx ( questo perché al di sotto di esso c’è la ghiandola più voluminosa del nostro corpo, cioè il
fegato)

All’interno dei polmoni si individuano dei


profondi solchi che prendono il nome di
scissure, sia a dx che a sx c’è una scissura
obliqua che permette di distinguere un
lobo superiore ed uno inferiore; però
essendo più voluminoso quello di dx, oltre
alla scissura obliqua c’è la scissura
orizzontale ( che permette di individuare un
terzo lobo compreso tra quello superiore e
quello inferiore che prende il nome di lobo
medio)

Destra: 3 lobi la cui individuazione è resa


possibile da due solchi: scissura obliqua e
orizzontale.

Sinistra: due lobi e una scissura

ALBERO BRONCHIALE
In corrispondenza della radice polmonare i bronchi extra entrano nei polmoni diventando bronchi
intrapolmonari, il primo tratto prende il nome di BRONCO SECONDARIO detto anche lobare e sono uno per
ciascuno lobo ( questo vuol dire che nel polmone di dx dal bronco extra polmonare di dx si otterranno 3
bronchi secondari/lobari; uno ventila; cioè porta aria, al lobo superiore del polmone di dx , uno al lobo
medio e uno al lobo inferiore; nel polone di sx invece avrò solo due bronchi lombari: uno ventilerà il lobo
superiore e uno quello inferiore).
Dai bronchi secondari per ulteriori
diramazioni si ottengono anche i BRONCHI
SEGMENTALI O ANCHE CHIAMATI
TERZIALI (sono ovviamente di più a dx che
a sx, perché a destra abbiamo + bronchi
secondari)

Nel fare questi passaggi, mentre quelli


extra polmonari sono identici alla trachea,
man mano che andiamo all’interno
cominciano invece a cambiare perché una
struttura come quella della trachea
formata da anelli di cartilagine alternata a
legamenti è una struttura robusta, rigida
ma io mi sto man mano avvicinando a uno
struttura che serve per consentire gli scambi gassosi, ci stiamo avvicinando alla porzione respiratoria non
più di conduzione quindi si riduce la componente cartilaginea: gli anelli diventano placche di cartilagine e
aumentano le fibre elastiche che formano le pareti delle varie sezioni dell’albero bronchiale.

(segmento bronco polmonare: l’area di un polmone ventilata da uno specifico bronco segmentale)

Dai bronchi segmentali le diramazioni


successive vedono la formazione di
strutture sempre più delicate con pareti
sempre più sottili (perché mi devono
avvicinare a una zona di scambio, che non
si può verificare con pareti spesse) e sono i
bronchioli terminali e da essi bronchioli
respiratori ( non ci sarà più la cartilagine,
Aumenta la componente muscolare ed
elastica e comincia a verificarsi una
vicinanza fisica tra l’albero bronchiale e
l’albero vascolare perché permette a
ossigeno e anidride carbonica di spostarsi
tra capillari e alveoli). Epitelio sottile, non è
più cigliato (non ci servono più le ciglia, ho
spostato prima quello che mi serviva) ,

CUBICO SEMPLICE, non ho più le cellule


caliciformi perché quelle servivano a produrre
muco e quindi a umidificare l’area ma ormai ho
già fatto. Ora devo cambiare le strutture in
funzione dello scambio gassoso.

L’ultima porzione vede dai bronchioli respiratori


la formazione di DOTTI ALVEOLARI, sacchi
alveolari ed alveoli (es: corridoio è il dotto
alveolari sul quale a dx e sx ci sono tante porte,
all’interno di una stanza c’è un’anticamera e la camera, L’anticamera è il sacco alveolare e la camera è
l’alveolo)

Quindi l’alveolo è l’unità morfo funzionale del polmone ( unità morfo funzionale di un organo è la più
piccola struttura di quell’organo capace di svolgere tutte le funzioni cui è chiamato l’organo), è una
piccolissima camera delimitata da una parete sottilissima, è l’epitelio pavimentoso semplice (il più sottile),
nelle strette vicinanze dell’alveolo devono esserci i capillari.

In un alveolo polmonare distinguiamo in realtà tre tipi di cellule:

- Pneumociti di primo tipo, sono le cellule pavimentose semplice, formano le pareti dell’alveolo
- Pneumociti si secondo tipo, sono più grosse e hanno la funzione di produrre una miscela di
fosfolipidi chiamata surfactante, che serve a mantenere i livelli di tensione superficiale ad un valore
tale per cui l’alveolo non collassi su se stesso (alveolo è una struttura talmente sottile e delicata che
se non ci fosse questa miscela si accartoccerebbe su se stesso)
- Macrofagi alveolari, sono i soliti globuli bianchi con funzione di fagocitosi

Abbiamo detto che deve esserci una strettissima vicinanza tra la camera alveolare e il capillare, per cui
prende il nome di membrana respiratoria l’insieme di cellule epiteliali e lamina basale sulla quale l’epitelio
poggia + cellule endoteliali (che formano il capillare) e lamina basale sulla quale poggiano le cellule
endoteliali.

Quindi la membrana respiratoria è la distanza che i gas devono compiere per portarsi da un compartimento
all’altro: l’interno della camera alveolare e il letto capillare. La direzione nella quale si muovono i gas è
opposta

Attraverso la membrana respiratoria:

- O2 diffonde verso il capillare


- CO2 diffonde verso l’alveolo.

I polmoni hanno una doppia VASCOLARIZZAZIONE:

- circolazione funzionale (arterie e vene polmonari) assicura scambi di gas tra polmoni e tessuti
periferici (è la piccola circolazione)
- circolazione trofica ( arterie e vene bronchiali) utilizza l’arteria bronchiale come vaso in entrata e la
vena bronchiale come vaso in uscita, questa circolazione serve perché esseno i polmoni formati da
cellule e queste cellule devono anch’esse essere ossigenate e cedere anidride carbonica che hanno
prodotto come gas di scarto a una qualche vena che si preoccuperà di allontanare; permette la
sopravvivenza del parenchima polmonare.

PLEURE
 Membrane sierose (e. pavimentoso semplice + t. connettivo lasso) di rivestimento polmoni
 sacco a doppia parete: pleura viscerale su superficie polmone e pleura parietale sulla faccia interna
parete toracica
 cavità pleurica
 liquido pleurico

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