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FONDAMENTI DI TECNICA VOCALE

• IL DIAFRAMMA

Il diaframma è un muscolo a forma di cupola che si trova tra i polmoni e il fegato-stomaco e


separa il torace dall’addome. Esso è collegato tramite fasce muscolari alle costole inferiori e
alla colonna vertebrale ed è un muscolo semivolontario.

Durante la respirazione il diaframma si abbassa e si contrae, aumentando così il volume del


torace e facendo consentire l’espansione ai polmoni che si riempiono di aria. Quando l’aria
viene espirata, il diaframma risale riassumendo la sua forma a cupola.

Nel canto sono importanti due aspetti: inspirare in modo profondo (addominale),
mantenendo il diaframma in tensione a lungo così da poter emettere un suono-fiato in
maniera controllata senza che il diaframma risalga troppo in fretta perdendo tensione.
Quando il suono è gestito da una pressione ben regolata dal diaframma viene detto
“appoggiato-sostenuto” se invece non vi è così il suono è debole e poco energico quindi
viene detto “stimbrato-spoggiato”.

Il cantare “appoggiato” è il cosiddetto “cantare sul fiato” ovvero l’utilizzo consapevole del
diaframma che genera una normale e naturale oscillazione nella voce sia per quanto riguarda
l’altezza che la dinamica. (La voce è già di per sé una vibrazione)

• GLI ORGANI DELLA VOCE

Lo strumento della voce è composto da 3 parti collegate tra loro:

1 – PRODUTTORE D’ARIA (o mantice), ovvero i polmoni, che hanno il compito di fornire il


fiato. Nella fase di inspirazione i polmoni si dilatano, all’interno della cassa toracica,
riempiendosi di aria; nel momento dell’espirazione l’aria viene mandata sul condotto della
trachea e spinta verso la laringe. Si compiono mediamente 17 atti respiratori al minuto.

2 – ORGANO VIBRANTE, ovvero la laringe con le corde vocali ed altri muscoli contenuti al
suo interno. Quando l’aria proveniente dai polmoni sollecita le corde vocali esse si tendono
e vibrano, (come un’ancia), producendo un suono. Più vengono tese, più il suono è acuto.
Più forte è la pressione dell’aria espirata, più forte è il suono.

3 – CASSE DI RISONANZA, come la faringe, la cavità orale, le cavità nasali, i seni frontali e
mascellari, e la cavità toracica, che hanno il compito di amplificare il suono prodotto dalle
corde vocali.
a) La faringe è la cavità situata nella parte superiore dell’esofago; attraverso l’epiglottide è
in comunicazione con la laringe e i polmoni.
b) La cavità orale è il vuoto interno della bocca, dove trovano posto le mascelle, le arcate
dentarie, la lingua, il volto palatino, ecc.
c) Le cavità nasali che si trovano dietro il naso.
d) I seni frontali e mascellari sono delle cavità delle ossa facciali: i primi si collocano sopra
la cavità orbitaria, i secondi in corrispondenza degli zigomi. (Dietro le fosse nasali
troviamo anche il seno etmoidale e sfenoidale)
e) La cavità toracica, ovvero l’ampio spazio fornito dall’ossatura del petto, dove ricevono
amplificazione soprattutto i suoni bassi, detti appunto “di petto”.

• LE VOCI DEI RAGAZZI O BIANCHE

Fino all’età di 6-7 anni le voci dei bambini sono molto limitate; soltanto dall’età di 8 anni
possono essere impiegate nelle parti acute (soprani e contralti).
L’esenzione è soprani (Do-Sol) e contralti (La-Mi).
Sono voci chiare, squillanti e robuste grazie all’ampiezza del registro di petto che spinge fino
al do (3° spazio) e oltre. Le voci devono però essere allenate anche a cantare con risonanza
di testa.
All’età di 13-14 anni, i ragazzi hanno una trasformazione fisica e la loro laringe aumenta
insieme alle corde vocali. Perdono le note acute, i suoni gravi diventano rauchi e
problematici, cadendo facilmente in stecche e cala di tono. Sostanzialmente la voce si trova
un’ottava più bassa. Durante questo periodo di muta della voce i ragazzi devono limitarsi al
minimo e con tutte le cautele.

Le voci bianche possono essere divise timbricamente in almeno quattro formazioni:


a 2 voci: soprani e contralti
a 3 voci: soprano I, soprano II e contralto
a 4 voci: soprano I, soprano II, contralto I e contralto II

La voce delle ragazze invece è meno luminosa, meno penetrante e senza risonanza di petto.
Anch’essa subisce una mutazione tra i 13-16 anni diventando fragile e insicura.
Gradualmente si rinforza e diventa “adulta”.

• LA LARINGE

La laringe è un organo a forma di triangolo posto nella parte anteriore del collo e collega la
faringe con la trachea.
Può essere divisa in 3 sezioni:
- regione sovraglottica dove si trovano l'epiglottide, le false corde e il ventricolo del
Morgagni;
- regione glottica dove sono le corde vocali vere;
- regione ipoglottica, piccola porzione della laringe al di sotto delle corde vocali.
La laringe ha uno scheletro fibrocartilagineo, costituito da cartilagini unite tra loro mediante
articolazioni e legamenti. (Le cartilagini laringee sono: la tiroidea e la cricoidea, l'epiglottide,
le aritenoidi e le cornicolate).
La muscolatura della laringe si compone di muscoli intrinseci ed estrinseci. I primi
consentono alle cartilagini di muoversi, modificando la posizione delle corde vocali, mentre
i secondi consentono le escursioni verticali della laringe, contribuendo alla sua
stabilizzazione.
La faringe ha 3 funzioni importanti:
- Funzione di protezione delle vie aeree inferiori, impedendo l’ingresso di cibo durante la
deglutizione;
- Funzione respiratoria, permettendo il passaggio di aria nella trachea, attraverso lo spazio
glottico (spazio tra le due corde vocali);
- Funzione fonatoria, determinando la produzione del suono.

• ALCUNE PARTI DELLA LARINGE

I muscoli crico-tiroidei sono dei muscoli che indirettamente influiscono sull’altezza del
suono perché possono spostare le aritenoidi indietro, provocando così un allungamento del
muscolo vocale (corde vocali) (maggiore contrazione-suono più acuto).
La cravatta del tenore (senso di strozzamento e difficoltà a cantare in alto) è dunque un
effetto naturale dovuto al progressivo salire dell’intonazione.
Il muscolo crico-aritenoidei posteriori sono gli unici che si occupano dell’apertura delle
corde vocali, essenziali nell’attacco del suono durante il quale abbassano la laringe,
diminuiscono la pressione e collegano ciò che sta sopra la laringe con ciò che sta sotto,
stabilizzando gli acuti.
Il muscolo crico-tiroideo è responsabile del “basculamento” delle cartilagini tiroidee su
quella cricoidea, causando un certo allungamento delle corde vocali (maggiore tensione).
I muscoli crico-aritenoidei laterali, detti anche muscoli del bisbiglio, avvicinano le corde
vocali lungo la loro linea mediana ma lasciando un piccolo spazio posteriore da cui l’aria esce
sibilando.
Il muscolo aritenoideo traverso regola la chiusura delle corde in maniera raffinata e calibrata
(specialmente dal bisbiglio a una chiusura totale), la sua attivazione allunga la struttura
centrale del suono conferendogli luminosità e nitidezza.
l muscoli tiroaritenoidei laterali, responsabili della forza di chiusura delle corde vocali e
dotati di fibre muscolari veloci, si differenziano dai muscoli vocali, costituiti da fibre
muscolari lente, in grado di contrarsi a lungo senza stancarsi. Il muscolo vocale modella il
suono, specialmente nella parte più a contatto con l’aria, dove la mucosa è in grado di
ricevere e trasmettere informazioni anche molto sottili.
Innervazione: la laringe è alimentata dal nervo ricorrente (secondo ramo del nervo vago).
Il nervo vago con le sue fibre motrici innerva i muscoli della faringe, la laringe e il velo
palatino; (con quelle sensitive la cute del condotto uditivo esterno, tutta la mucosa della
parte inferiore della faringe e tutta la laringe; con le fibre neuro-vegetative innerva la
trachea, i bronchi, i polmoni, il cuore e i grandi vasi, l’esofago, lo stomaco e l’intestino).
Laringe: organo deputato alla deglutizione, alla fonazione e al controllo della bassa e alta
pressione nel corpo.
Il muscolo crico-tiroideo è innervato dal ramo laringeo superiore del nervo vago, mentre
tutti gli altri organi e la mucosa sono sotto il controllo del ramo laringeo inferiore (ramo
ricorrente).

• L’EPIGLOTTIDE

Ha la forma di una foglia, tondeggiante in alto e ristretta alla sua base; presenta all’estremo
inferiore un sottile peduncolo tramite cui è connessa, per mezzo del legamento
tiroepiglottico, alla cartilagine tiroidea.
Il suo contorno è formato da un margine superiore e due margini laterali: i due margini
laterali sono dentellati e in basso originano alle piaghe ariepiglottiche (pieghe della
membrana mucosa che si estendono fino all’apice delle cartilagini aritenoidi.
La sua funzione è quella di impedire che il cibo e la saliva vadano di traverso, infatti durante
la deglutizione, essa si abbassa all’apertura della laringe impedendo così l’accesso al cibo. La
lingua compiendo dei movimenti all’indietro, la porta a poggiare proprio sull’epiglottide che
rovesciandosi all’indietro va a chiudere l’apertura della laringe.

• LE CORDE VOCALI
Le corde vocali sono due pliche muscolari e sono collegate posteriormente alle cartilagini
aritenoidi e anteriormente alla cartilagine tiroidea. Sono disposte orizzontalmente
all’estremità superiore della trachea e appaiono come nastri biancastri mobili, a bordo
libero. Delimitano uno spazio chiamato glottide attraverso cui avviene il passaggio dell’aria
in trachea.
Si chiudono durante la deglutizione, si aprono durante la respirazione e si riavvicinano
durante la fonazione lasciando passare l’aria espirata che le fa vibrare.
Il suono è prodotto dalla coordinazione della muscolatura con la vibrazione delle corde
vocali. Durante l’inspirazione, le corde vocali si adducono impedendo all’aria di uscire,
creando così un aumento di pressione nella zona sottoglottica.
Quando la pressione raggiunge un determinato valore, vince sulla resistenza delle corde
vocali, separandole, e facendo fuoriuscire una piccola quantità d’aria verso l’esterno. In
questo modo la pressione sottoglottica tende a diminuire e le corde vocali tornano ad
addursi, ripetendo così un nuovo ciclo glottico.
Ad ogni fuga d’aria la mucosa delle corde vocali vibra e vi è la produzione di un segnale
sonoro.

• LA DISFONIA

La disfonia è un’alterazione della voce (cantata-disodia) che si manifesta con voce rauca,
mancanza di voce, fatica fonatoria, bruciore faringeo o sensazione di corpo estraneo in gola.
Le cause possono dipendere da: lesioni organiche, a carico delle corde vocali, come ad
esempio noduli, polipi, granulomi, ecc...
Da patologie psichiche, neurologiche, da patologie della muta vocale, da uso inadeguato
della voce (disfonia disfunzionale).

La disfonia disfunzionale colpisce soprattutto soggetti che utilizzano molto la voce a fini
professionali come, insegnanti, avvocati, speaker, cantati, attori. Ma anche gente comune
che abusa della voce in termini di intensità, altezza e impostazione, quantità e velocità di
eloquio, sconvolgendo così l’equilibrio e la coordinazione tra apparato respiratorio e organi
fono-articolatori.
Se si continua con episodi di abuso della voce, la disfonia funzionale può complicarsi dando
origine a laringopatie organiche.

• IGIENE VOCALE

Per igiene vocale si intende una consulenza approfondita, fatta di colloqui mirati alla
conoscenza delle abitudini quotidiane e non solo fonatorie, per mantenere in buona salute
il nostro strumento vocale.
Per una buona igiene vocale è necessaria:
L’IDRATAZIONE, che favorisce il principio della visco-elasticità dell’onda mucosa.
(Assunzione di liquidi durante il giorno, utilizzare una garza imbevuta d’acqua sotto le narici
per far defluire le goccioline lungo le cavità nasali, faringe e gola. Evitare caramelle per
l’elevata concentrazione di zucchero e soprattutto menta).
L’UMIDIFICAZIONE, aprendo le finestre per 5-10 minuti ogni ora; usando umidificatori
ambientali in inverno; stemperare l’aria condizionata aprendo le finestre, arredare
l’ambiente con piante o acquari).
LA VENTILAZIONE NASALE, con l’idroterapia nasale che permette un’apertura delle fosse
nasali: lavaggio con acqua o soluzione fisiologica, soffiare il naso alternando l’apertura delle
narici e respirare attraverso una sola fossa nasale.
NORME GENERALI: non urlare, non bisbigliare, non graffiare la gola, non fumare e non bere
alcol, seguire una buona dieta, non parlare costantemente ad alta voce, evitare sbalzi termici
ed esposizioni a polveri o vapori, non assumere caffè o thè, evitare stress, riposo notturno
sufficiente, non parlare con ritmo di eloquio accelerato, vestirsi in modo comodo, ecc.…
• LE VOCALI A – E - I (VOCALI APERTE O COLORE CHIARO)

Vocale “A”: emissione istintiva e spontanea della nostra voce parlata; tutte le parti
dell’organo vocale si dispongono in modo da lasciare un ampio spazio nella cavità della bocca
e libera comunicazione tra faringe superiore e inferiore.
Posizione naturale della laringe. (Lingua appiattita, velo del palato poco contratto, mascella
inferiore abbassata e labbra aperte senza contrazioni).
Vocale “E”: la laringe si innalza, il velo del palato si contrae nella parte posteriore, la lingua
va in avanti e si incurva nella parte centrale, andando verso il velo del palato, la mascella si
abbassa poco e le labbra si contraggono leggermente, tirandosi.
Vocale “I”: la laringe assume la sua posizione più alta, il velo del palato si contrae e si abbassa
interamente, la lingua si porta in avanti e si appoggia ai denti inferiori, attaccandosi quasi al
palato, le mascelle si avvicinano e le labbra si contraggono e stirano.

LE VOCALI O – U (VOCALI CHIUSE O COLORE SCURO)

Vocale “O”: il velo palatino si contrae lasciando uno stretto passaggio alla cavità faringea
superiore, la lingua contratta si allarga a causa dell'abbassamento della mascella inferiore e
le labbra sono portate in avanti.
Vocale “U”: il velo palatino è più contratto e retratto e non lascia nessuna comunicazione
tra la faringe inferiore e quella superiore, la lingua è più contratta, le mascelle si riavvicinano
e quindi la cavità della bocca si restringe e le labbra si sporgono in avanti ad imbuto.

• REGISTRI DELLA VOCE

I registri sono una serie di suoni che si sviluppano nella medesima cassa di risonanza.
Abbiamo i registri di petto, tipico delle note gravi, trovano naturale risonanza nella parte
superiore della cassa toracica. Quando si passa dalle note basse alle acute, la risonanza si
sposterà verso la cavità faringea e orale, avendo così il registro di mezzo o misto. Le note
acute andranno a risuonare nella cavità nasale e nei seni frontali determinando il registro di
testa.

• CLASSIFICAZIONE DELLA VOCE

Voci femminili adulte: SOPRANO (voce acuta)


MEZZOSOPRANO (voce media)
CONTRALTO (voce grave)

Voci maschili adulte: TENORE (voce acuta)


BARITONO (voce media)
BASSO (voce grave)

Voci bianche dei bambini: SOPRANO (voce acuta)


CONTRALTO (voce grave)
Voci artificiali: FALSETTI ed EVIRATI

• ESTENSIONE DELLE VOCI

Voci soliste

Soprano: SI-DO
Mezzosoprano: LA-LA
Contralto: FA-SOL
Tenore: DO-DO
Baritono: LA-SOL
Basso: FA-FA

Le voci maschili cantano un’ottava più bassa rispetto a quelle femminili.

Nella pratica corale si usa un’estensione più ridotta:

Soprano: DO-SOL
Contralto: SOL-MI
Tenore: DO-LA
Basso: RE-RE

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