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1 - Apparato respiratorio
2 - Apparato fonatorio
3 - Apparato risuonatore
La voce è il prodotto dell’azione simultanea di diversi organi e di tre apparati, interagenti fra loro:
a) apparato respiratorio, costituito dalla muscolatura che agisce direttamente o indirettamente sui polmoni;
b) apparato fonatorio: laringe / corde vocali;
c) apparato risuonatore, costituito dalla faringe, dalle cavità orale e nasale
L’espirazione si pone alla base della nascita del suono. Attraversando la laringe, l’aria espirata sollecita le corde vocali
che, ponendosi in atteggiamento fonatorio (avvicinate e contratte), vibreranno per effetto meccanico e per
stimolazione neurologica.
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Anatomia e fisiologia della voce
1 - Apparato respiratorio
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Funzione primaria della respirazione
Il sangue ossigenato fluisce dai polmoni alle vene polmonari e quindi nella parte sinistra del cuore, che pompa
il sangue al resto dell’organismo. Il sangue, impoverito di ossigeno e ricco di anidride carbonica, torna alla
cavità destra del cuore attraverso due grandi vene: la vena cava superiore e la vena cava inferiore; a questo
punto, il sangue viene pompato dall’arteria polmonare ai polmoni, dove acquista ossigeno e rilascia anidride
carbonica.
Per permettere lo scambio di ossigeno e anidride carbonica, ogni minuto i polmoni immagazzinano circa 5-8
litri di aria nuova, e circa 300 millilitri di ossigeno vengono trasferiti dagli alveoli al sangue, perfino in condizioni
di riposo. Contemporaneamente, un volume simile di anidride carbonica passa dal sangue agli alveoli, da dove
viene eliminata con l’espirazione. In condizioni di sforzo, è possibile inspirare ed espirare più di 100 litri di aria
al minuto ed estrarre dalla stessa aria 3 litri di ossigeno al minuto. La velocità con cui l’ossigeno entra
nell’organismo rappresenta uno strumento utile per misurare il quantitativo d’energia spesa dall’organismo
stesso. La parte terminale degli alveoli polmonari è irrorata da numerosi vasi capillari di dimensioni
ridottissime.
Lo spessore che separa l’aria contenuta negli alveoli e il sangue che scorre nei
capillari è appena di un micron (1 µ), 1/1000 di millimetro mentre la superficie
complessiva degli alveoli nella quale avviene lo scambio gassoso (fra ossigeno
e anidride carbonica) varia da 70 a 140 m2. È questa estrema sottigliezza di
spessore, unita all’elevata concentrazione d’aria a permettere l’ematosi, lo
scambio nel sangue fra ossigeno e anidride carbonica. Questo processo
avviene per semplice diffusione dell’ossigeno. L’anidride carbonica di scarto,
compirà il percorso inverso rispetto all’aria inspirata. L’inspirazione e
l’espirazione si realizzano tramite attività dei muscoli respiratori.
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
LA RESPIRAZIONE – GABBIA TORACICA
La parete toracica è definita come l'insieme delle strutture extrapolmonari che vengono mobilizzate durante la respirazione. Essa
comprende:
1) la gabbia toracica ed i propri muscoli respiratori
2) il diaframma
3) i muscoli respiratori addominali
Lo sterno è formato a sua volta da tre parti: manubrio, corpo e processo xifoideo (o appendice xifoidea).
Il margine superiore del manubrio è concavo e forma la cosiddetta incisura giugulare dello sterno.
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
LA RESPIRAZIONE
Gli Intercostali esterni \\\|///, come tutti i muscoli, lavorano attraverso contrazione. Le costole sono incardinate alla
spina dorsale e sono unite anche allo sterno. Il principio di sollevamento delle costole è raffigurato con il seguente
modello meccanico:
Le strisce in azzurro rappresentano schematicamente l’innalzamento delle costole e
dello sterno durante l’inspirazione. Le costole allo stato di riposo sono colorate in
giallo. A sinistra è rappresentata la spina dorsale, che funge da struttura portante.
La striscia in rosso rappresenta una fibra del muscolo Intercostale esterno che
connette due costole. Quando il muscolo si contrae (striscia viola), accorciandosi
alza la costola alla posizione in blu. Elevando le costole, i muscoli Intercostali esterni
aumentano il volume dei polmoni; ottenuta una differenza di pressione, l’aria
entrerà per depressione.
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
LA RESPIRAZIONE
Come accennato, i muscoli della gabbia toracica e della parete addominale generano uno spostamento delle costole che -
unitamente all’azione del diaframma - sono all’origine dell’espansione dei polmoni (inspirazione) e, in misura minore, del loro
“ritorno” alla condizione fisiologica d’origine (espirazione).
La respirazione si può realizzare in due distinte condotte, dipendenti da funzioni muscolari differenti e antagoniste.
Respirazione costale: nell’inspirazione agiscono i muscoli Intercostali esterni, gli Scaleni (anteriore, medio e posteriore) e gli
Elevatori delle coste - nell’espirazione intervengono gli Intercostali interni e il Trasverso del torace. Questo movimento muscolare
mette in atto, durante l’inspirazione, un’espansione polmonare di modesta entità: l’alto torace “si muove” verso l’esterno e verso
l’alto non garantendo continuità durante l’espirazione, il parlato e il canto. Tale impiego muscolare (la respirazione costale è
un’abitudine “acquisita”, da considerarsi fisiologicamente non corretta) influisce negativamente sulle corde vocali che,
“indebolite” nella loro funzionalità muscolare si avvicinano in maniera imperfetta permettendo uno “sfiatamento d’aria” che,
non trasformandosi completamente in suono produce, assieme alla voce, una sorta di sibilo (voce «soffiata»).
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Respirazione addominale: intervengono i muscoli dell’addome “Retto” e “Obliquo esterno” (accessori dell’inspirazione) che
agiscono sulle costole separate dallo sterno e, indirettamente, sul DIAFRAMMA, membrana muscolare a forma di cupola che
divide orizzontalmente l’apparato respiratorio da quello digerente.
Durante l’inspirazione il diaframma si abbassa e, mettendosi in tensione, comprime gli organi sottostanti. È da notare che
questo movimento avviene in maniera del tutto involontaria e si compie anche durante la respirazione costale.
Durante l’espirazione il diaframma si solleva (distensione muscolare) e ritorna alla posizione fisiologica, anche per l’azione
verso l’alto degli organi compressi in precedenza. Il movimento del diaframma (rinforzato e migliorato a causa dell’influente
spostamento dei muscoli addominali) imprime all’aria un impulso maggiore, come in uno stantuffo. Il controllo della pressione
d’aria nell’espirazione è esercitato con un’azione muscolare che si muove, in maniera omogenea, dall’esterno verso l’interno
delle pareti addominali anteriore e laterale.
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Una respirazione non corretta porta a respirare prevalentemente con la porzione superiore delle coste e a mantenere per tutta la
giornata un blocco inspiratorio (in parole povere non buttiamo fuori l’aria quasi mai).
In questo modo il diaframma rimane bloccato in basso (blocco inspiratorio) e i muscoli “accessori” (sternocleidomastoideo, gli scaleni, il
piccolo e grande pettorale, il gran dentato, il gran dorsale, l’elevatore della scapola e il trapezio) devono fare il lavoro che in realtà
dovrebbe fare il diaframma.
Tutto questo provoca una retrazione sia del diaframma, per scarso utilizzo, sia dei muscoli inspiratori accessori, per esagerato utilizzo.
Dato che la maggior parte di questi muscoli si inserisce sul collo, si potranno accusare dolori diffusi a livello cervicale. Infatti questi
muscoli, che al lato pratico dovrebbero intervenire solo in caso di sforzi fisici, entrano in gioco praticamente sempre a causa di una
scorretta postura.
da: «Cosa comporta una respirazione non corretta»
https://www.biomediccenter.com/it/postura-e-riabilitazione/posturologia/respirazione-e-diaframma/
INSPIRAZIONE – MUSCOLI INTERCOSTALI ESTERNI, DIAFRAMMA
I principali muscoli dell’inspirazione sono gli Intercostali esterni \\\|///, che sollevano le coste, e il Diaframma, un ampio muscolo
involontario a lamina che si solleva ad ombrello verso il cavo toracico, il lato concavo guarda invece i visceri addominali.
ESPIRAZIONE – MUSCOLI INTERCOSTALI INTERNI
Contrariamente all'inspirazione, durante una respirazione regolare, l'espirazione avviene passivamente per retrazione elastica
polmonare. I muscoli maggiormente coinvolti nella espirazione sono i muscoli Intercostali interni ///|\\\, che riabbassano le
coste. Questi muscoli, situati al di sotto degli intercostali esterni, si estendono dal labbro interno delle coste al margine superiore
e alla faccia interna della costa sottostante. Hanno direzione obliqua, dall'alto in basso e dall'avanti all'indietro, incrociando a X i
fasci sovrastanti e corrispondenti dei muscoli intercostali esterni la cui obliquità è diretta in senso contrario cioè da dietro in
avanti.
INSPIRAZIONE “FORZATA”
Nella cosiddetta “inspirazione forzata” i muscoli addominali, comprimendo i visceri, abbassano le coste inferiori e tirano verso il
basso la parte anteriore del torace; regolando la fuoriuscita dell’aria durante l’emissione (parlato e cantato) – I muscoli deputati a
questo meccanismo sono quattro (elencati dal muscolo più interno): Trasverso e Retto addominale, Obliquo interno
dell’addome, Obliquo esterno dell’addome.
Frecce orizzontali: muscolo Trasverso addominale muscolo Obliquo interno muscolo Obliquo esterno
Frecce verticali: muscolo Retto addominale
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
MUSCOLI ADDOMINALI (ESPIRATORI)
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Anatomia e fisiologia della voce
2 - Apparato fonatorio
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Cartilagini laringee
1 - c. cricoide
La cartilagine cricoide è l’elemento scheletrico fondamentale della laringe in quanto sostiene le altre cartilagini e dà attacco a
importanti muscoli.
È posta nella parte inferiore dell’organo, al di sotto della cartilagine tiroide con i cui corni inferiori si articola e al di sopra del primo
anello tracheale con cui il suo margine inferiore si unisce mediante il legamento crico/tracheale.
Ha la forma di un anello con castone; risulta formata in avanti e ai lati da un arco e in dietro da una lamina (o castone).
Nella cartilagine cricoide si distinguono due superfici e due margini. La superficie esterna, nell’arco, è convessa; su di essa si trovano,
nel punto in cui l’arco continua con la lamina, due sporgenze (una per ciascun lato) che si articolano con i corni inferiori della
cartilagine tiroide (faccette articolari tiroidee); Il margine superiore nella lamina presenta le faccette articolari aritenoidee e dà
attacco alla membrana cricotiroidea lungo l'arco.
La superficie interna, per la maggior parte liscia, risulta leggermente concava nella parte superiore della lamina. Il margine superiore
è obliquo in alto e in dietro nell’arco dove dà attacco alla membrana crico/tiroidea, orizzontale nella lamina dove si trovano due
faccette articolari per le cartilagini aritenoidi.
Immagine da: Anatomia Umana, Balboni C.G - Ed. Ermes, 2000
Testo da: www.medicinapertutti.it (revisione: D. Innominato)
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Cartilagini laringee
2 - c. tiroide
La cartilagine tiroide è la più grande delle cartilagini laringee; si trova nella parte anteriore, laterale della laringe, al di sotto
dell’osso ioide e al di sopra dell’arco della cartilagine cricoide.
Ha la forma di uno scudo e risulta di due lamine quadrilatere verticali che, fondendosi anteriormente sulla linea mediana, danno
origine a un angolo che è retto nel maschio, ottuso nella femmina e nel bambino. La parte più sporgente dell’angolo solleva la cute
nella prominenza laringea (pomo d’Adamo).
Nei punti in cui il margine superiore e il margine inferiore continuano con il margine posteriore hanno origine due prolungamenti, il
corno tiroideo superiore e il corno tiroideo inferiore. Il corno superiore può raggiungere una lunghezza di 2 cm ca. e dà attacco al
legamento tiro-ioideo laterale. Il corno inferiore, più piccolo, ha una lunghezza media di 5-8 mm ca. e si collega con la cartilagine
cricoide tramite la faccetta articolare cricoidea.
Immagine da: Anatomia Umana, Balboni C.G - Ed. Ermes, 2000
Testo da: www.medicinapertutti.it / it.wikipedia.org (revisione: D. Innominato)
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Cartilagini laringee
3 - cc. aritenoidi
Le due cartilagini aritenoidi sono poste nella parte superiore e posteriore della laringe, ai lati della linea mediana; esse poggiano
sulle faccette articolari aritenoidee della lamina della cricoide e sono molto mobili, ricevendo l’attacco di numerosi muscoli (cfr.
diapositiva seguente).
Hanno forma di piramide triangolare, con la base in basso e l’apice in alto.
La base della cartilagine presenta la faccetta articolare per la cartilagine cricoide; in prossimità di essa originano due
prolungamenti di cui il primo, diretto in dietro e in fuori, è detto processo muscolare e dà attacco ai muscoli cricoaritenoidei, il
secondo, diretto in avanti e allungato, è detto processo vocale e con il suo apice prosegue nel legamento vocale.
La faccia posteriore, concava, corrisponde al muscolo aritenoideo trasverso.
L’apice, incurvato in dentro e in dietro, si unisce alla cartilagine corniculata.
L’apice e il processo vocale delle cartilagini aritenoidi sono formati da cartilagine elastica.
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Cartilagini laringee
4 - movimenti delle cc. aritenoidi
Scivolamento mediale
in avanti e in dietro, ad angolo retto rispetto all’asse maggiore della lamina
cricoidea
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Immagine da: Anatomy and Physiology of Speech, Language and Hearing, Seikel, King, Drunright, 2010
Laterale Anteriore Posteriore
I muscoli intrinseci della laringe sono deputati all'alterazione, alla modifica della lunghezza, alla modifica di tensione, alla forma e
alla posizione spaziale delle corde vocali, attraverso gli spostamenti delle articolazioni laringee.
Sono classificati a seconda della funzione primaria:
Abduttore: allontana le corde vocali
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Muscolatura della laringe
I muscoli intrinseci della laringe hanno tutte le loro inserzioni sulla stessa. Cinque sono muscoli pari, uno è impari.
Il muscolo cricotiroideo, di forma triangolare a base superiore, si estende dalla faccia anteriore della cartilagine cricoidea alla faccia anteriore e posteriore
della cartilagine tiroidea. È coperto dal muscolo sterno-tiroideo e dalla ghiandola tiroidea, e con i suoi fasci obliqui arriva alle corna inferiori della tiroide,
fondendo le sue fibre con quelle del muscolo costrittore della faringe. Alza la parte anteriore della cartilagine cricoide, ne abbassa la parte posteriore, porta in
basso e avanti la cartilagine tiroidea, innalzando la trachea. Questo provoca un allungamento della glottide e una tensione delle pliche vocali.
Il muscolo cricoaritenoideo posteriore ha la base inferiore sulla parte posteriore della cricoide e l’apice sull’apofisi aritenoidea. Nella sua parte più bassa è in
relazione con il legamento cricoesofageo. È abduttore della plica vocale e, inserendosi sui processi muscolari, avvicina tra loro la parte posteriore delle
aritenoidi, allontanando allo stesso tempo i processi vocali tra loro. Fa ruotare così la cartilagine aritenoidea indietro ed esternamente, divaricando le corde
vocali. È l’unico muscolo abduttore delle corde vocali o dilatatore della glottide. L’attività di tale muscolo è strettamente legata a quella diaframmatica, infatti si
attiva ad ogni inspirazione, da 40 a 100 msec prima rispetto all’attivazione inspiratoria del diaframma.
Il muscolo cricoaritenoideo laterale è posto all’interno delle lamine della cartilagine tiroidea. Si inserisce sulla parte laterale del margine superiore e sul lato
della cartilagine cricoide per terminare sull’apofisi esterna dell’aritenoide corrispondente. È un muscolo adduttore. La sua contrazione porta in avanti e
all’esterno i processi muscolari aritenoidei, avvicinando tra loro i processi vocali. Ciò avvicina e stira le pliche vocali, chiudendo allo stesso tempo la glottide.
Il muscolo aritenoideo trasverso è impari e mediano, posto nella parte posteriore delle due cartilagini aritenoidi, è un muscolo adduttore: la sua contrazione
provoca l’avvicinamento delle cartilagini aritenoidi.
I muscoli aritenoidei obliqui si fondono lateralmente con il muscolo ariepiglottico. Sulla linea mediana i differenti fasci formano un rafe (linea di demarcazione
fra due metà, ndr) connettivale denominato legamento iugale, che si inserisce sulla lamina cricoidea restringendo l’orifizio dell’epiglottide.
Il muscolo tiroaritenoideo è un muscolo lungo e quadrilatero, posto nello spessore della plica vocale, composto di piani che si inseriscono all’interno della
lamina tiroidea. Il piano più profondo di questi, denominato muscolo tiroaritenoideo mediale, inserendosi nella plica vocale, costituisce il muscolo vocale.
Con andamento verticale e orizzontale i fasci muscolari circondano in senso verticale e trasversale tutto il cilindro laringeo. Il fascio interno si inserisce sul
processo vocale e la base dell’aritenoide, determinando la frequenza di vibrazione delle corde vocali.
Il fascio intermedio, muscolo tiroaritenoideo laterale, si inserisce sulla faccia anteriore dell’epiglottide, formando il muscolo tiroepiglottico, e prosegue
inserendosi sul legamento ariepiglottico e sui processi muscolari aritenoidei. Questo fascio è adduttore e abbassatore posteriore dell’epiglottide. Analizzando
minuziosamente l’anatomia possiamo vedere come i muscoli tiroaritenoidei laterali continuano posteriormente con i muscoli aritenoidei trasversi formando
un anello muscolare a livello della glottide, mentre i fasci obliqui, che si fondono con la parte laterale dell’epiglottide, formano un anello muscolare perilaringeo.
La loro contrazione porta i processi muscolari delle aritenoidi verso l’avanti e l’esterno, spostando i processi vocali verso dietro e chiudendo così la glottide.
Influiscono così sullo spessore della plica vocale inducendo modificazioni qualitative del suono. Il fascio superficiale segue superficialmente il piano intermedio
formando il muscolo di Santorini. È adduttore delle corde vocali.
Il muscolo ariepiglottico si estende sulla parte superiore delle pliche omonime, seguendone il decorso dai processi aritenoidei sulla parte laterale
dell’epiglottide. Ha la funzione di restringere l’orifizio superiore della laringe e abbassare posteriormente l’epiglottide.
Testo da: Roberto Pagliaro, Il sistema pneumofonatorio e cardiovascolare, Ed. Edra-Masson, 2018
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Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Funzione dei muscoli laringei
m. disteso - m. contratto
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Funzione dei muscoli laringei
Muscoli cricotiroidei
Spostano in avanti la cartilagine tiroidea; muscoli tensori:
allungano la corda riducendone la massa, aumentano l’area di
contatto delle corde vocali nella fonazione in falsetto.
m. disteso - m. contratto
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Corde Vocali
Sono due complessi muscolari di forma prismatica triangolare costituiti -
nel loro insieme - dalla Piega vocale (6), dal Legamento vocale (3),
scheletro fibroso delle corde vocali, e dai due muscoli Tiroaritenoidei:
laterale (7b) e mediale (7) detto anche “muscolo vocale”. Le Corde
vocali sono inserite, in avanti, alla zona mediana della faccia interna
della cartilagine tiroide (1); posteriormente sono unite alle due
cartilagini aritenoidi (2). Il legamento è saldato al muscolo che a sua
volta s'inserisce lateralmente alla parete interna laterale della cartilagine
tiroide. La piega vocale (6), membranosa, sporgendo nella cavità
laringea, è libera di vibrare. Il muscolo tiroaritenoideo mediale determina
l’aumento di tensione di tutto il complesso, contraendosi senza modifica
della dimensione (per “contrazione isometrica”).
La contrazione del muscolo tiroaritenoideo laterale provoca un
accorciamento delle corde vocali e una costrizione della glottide.
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Funzione delle corde vocali
Nella naturale inspirazione, la contrazione involontaria del
muscolo Cricoaritenoideo posteriore dà luogo ad un’ampia
apertura a livello della rima glottidea, permettendo il passaggio
dell’aria.
Animazione:
I muscoli Cricoaritenoidei laterali fanno portare a contatto il
margine interno
a) alto (visto delle
dalla corde vocali (A) impedendo il passaggio
faringe);
dell’aria verso(dalle
b) dietro l’esterno. L’impedimento determina un aumento
aritenoidi);
della
c) pressione (B, C)trachea)
basso (dalla nella regione sottostante la rima glottidea
(segmento trasversale della cavità laringea nel quale le due corde
vocali si avvicinano); l’aria si accumula finché la forza non è
superiore alla resistenza esercitata dalle corde vocali, che si
allontaneranno (D, E), cedendo all’azione.
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Funzione delle corde vocali
Animazione:
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Meccanismi laringei (F0)
Meccanismi vibratori laringei (F0)
I muscoli tiroaritenoidei, cricoaritenoidei e aritenoidei hanno azione compattante i bordi delle corde vocali mentre i muscoli cricotiroidei,
allungando la corda, riducono la massa e aumentano l’area di contatto, destabilizzando il compattamento e facilitando l’apertura.
Da: Fussi Franco, in: “La voce del cantante” - volume VII, Edizioni Omega, Torino
Animazione:
I MECCANISMI LARINGEI: LA RIVISITAZIONE DEL CONCETTO DI REGISTRO
La ricerca scientifica nell’ambito dei registri vocali ha conosciuto una vera e propria svolta nel 2007 quando un gruppo di studio francese ha
analizzato per la prima volta il fenomeno dei registri (e delle transizionia) dialto (vistoaffiancando
registro) dalla faringe);
alle indagini acustiche ed endoscopiche,
l’analisi elettroglottografica dell’attività della sorgente, dimostrando l’esistenza di 4 meccanismi
b) dietro (dalle aritenoidi); vibratori laringei che sottostanno alle
differenze percettive ricondotte storicamente ai registri vocali e che sono direttamente correlati ai cambiamenti nella configurazione
meccanica del vibratore laringeo.
c) basso (dalla trachea)
Meccanismo 0 (M0) – Vocal fry: consente la produzione dei suoni più gravi del proprio range frequenziale. Esso si caratterizza
endoscopicamente per avere le pliche (corde, ndr) vocali molto accorciate, spesse e lasse (allentate).
Meccanismo 1 (M1) – Voce modale : è il meccanismo più utilizzato nella voce parlata, molto impiegato anche nel canto. Endoscopicamente
si può apprezzare una vibrazione cordale a tutto spessore, alla quale partecipano anche gli strati tissutali profondi. Nel meccanismo 1 il
quoziente di apertura è influenzato dall’intensità del suono.
Meccanismo 2 (M2) – Falsetto : in questo caso la corda non vibra a tutto spessore, ma solo nella componente più superficiale.
Meccanismo 3 (M3) – Fischio: è un meccanismo che consente di raggiungere frequenze anche molto elevate (1000-1400 Hz): le corde
vocali sono estremamente tese e sottili. Spesso il contatto cordale manca e il suono viene emesso tramite un meccanismo “ad ancia”.
La voce mista è più spesso prodotta negli uomini con il meccanismo M1 e nelle donne con M2: non è il risultato di un processo laringeo
intermedio, nonostante quello che le caratteristiche acustiche potrebbero suggerire.
Sebbene alla luce delle nuove acquisizioni scientifiche i registri vocali propriamente detti possano essere considerati semplicemente in
relazione all’attività della sorgente laringea, di fatto nel canto non si può non considerare la grande importanza che riveste il vocal tract nel
determinare variazioni timbrico-risonanziali. Nuove prospettive nella comprensione del rapporto tra meccanismi vocali e variazioni risonanziali
consisterà nello studio, tramite tecniche di imaging non invasive come la risonanza magnetica funzionale, del ruolo rivestito dal vocal tract
nella voce cantata in relazione ai registri e alla miscela di essi, come avviene per esempio nel caso della cosiddetta voce mista, molto
sfruttata in ambito artistico.
Da: http://vocologicamente.blogspot.com/p/registri-vocali.html
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Voce modale (M1)
Il Meccanismo 1 (M1) è attuato quando
(1) le cartilagini aritenoidi si avvicinano tramite scivolamento mediale determinato dall’azione del muscolo aritenoideo trasverso.
Il muscolo cricotiroideo blocca il punto d'inserzione anteriore delle corde vocali fermando il movimento in avanti della cartilagine
tiroide. Il muscolo estrinseco sternotiroideo contribuisce ulteriormente ad immobilizzare la cartilagine tiroide.
(2) A causa della contrazione isotonica positiva dei muscoli tiroaritenoidei laterali le corde vocali si accorciano producendo suoni
progressivamente più gravi.
(3) I muscoli cricoaritenoidei laterali ruotano le cartilagini aritenoidi verso l’interno allungando le corde vocali per la fonazione
progressivamente più acuta fino ad un determinato limite.
(1) (2) (3)
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Falsetto (M2)
Il passaggio al registro acuto “di falsetto” (Meccanismo 2 – M2) è provocato dall’inclinazione in avanti e verso il basso della
cartilagine tiroide per azione del muscolo cricotiroideo. Si ottiene così un allontanamento maggiore fra i due opposti punti
d'inserzione delle corde vocali che aumentano in lunghezza e in tensione “passiva”.
Il falsetto si produce attraverso la prevalenza del sistema di tensione cricotiroideo sul quello aritenoideo, che induce le corde a
vibrare solo sul margine libero, con un contatto inferiore del 40% della normale lunghezza vibratoria.
Il controtenore usa il registro di falsetto “rinforzato” ottenuto aggiungendo all’inclinazione della tiroide un abbassamento della
laringe (come nel canto lirico): in questo modo il suono è più ricco e rotondo.
Animazione:
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Anatomia e fisiologia della voce
3 - Apparato risuonatore
Dagli atti del 89o CONGRESSO NAZIONALE San Benedetto del Tronto, 22-25 Maggio 200
L’apparato di articolazione e di risonanza è costituito da quell’insieme di strutture e cavità poste al di sopra delle corde vocali
che, nella loro diversa e variabile conformazione, determinano una modificazione (per risonanza) del suono primario e/o sono
esse stesse sorgente di foni, come si verifica nella produzione delle consonanti. Le cavità di risonanza sono spazi contenenti
aria che è in grado di risuonare quando viene investita da una onda sonora; in questo modo il suono arriva all’ambiente con
caratteristiche acustiche strettamente dipendenti dalla struttura anatomica, ma anche dall’atteggiamento funzionale adottato
dalle cavità di risonanza che in questo modo contribuiscono alle variazione del timbro (vocali) e dell’intensità della vibrazione
laringea (F0).
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale DOMENICO INNOMINATO, Apparato risuonatore
Apparato di risonanza
Il ventricolo laringeo è un'estroflessione (ripiegamento verso l’esterno) del tessuto laringeo; la fessura che ne determina
l'ingresso è delimitata, superiormente dalle corde vocali false, inferiormente dal legamento vocale, che identifica, insieme al
muscolo vocale, l'asse delle corde vocali.
Il vestibolo laringeo è delimitato anteriormente dalla faccia posteriore dell’epiglottide, lateralmente dalla faccia mediale delle
pliche ari-epiglottiche e posteriormente dalla faccia anteriore della piega interaritenoidea.
Faringe
È un canale muscolo-membranoso che si estende dalla base del cranio, in alto, alla trachea e all’esofago in basso. È costituita da
tre strati: mucosa, lamina fibroelastica e tonaca muscolare, quest’ultima è formata da sei muscoli per ogni lato, distinti in intrinseci
ed estrinseci. I muscoli intrinseci, o costrittori, hanno la funzione di ridurre il calibro faringeo con azione sfinterico-peristaltica, sono
rappresentati dal costrittore superiore, medio ed inferiore. I muscoli estrinseci agiscono invece da elevatori della faringe,
aumentandone i diametri. Sono costituiti dal muscolo stilofaringeo, salpingofaringeo e palatofaringeo. La faringe ha una
lunghezza di 12-14 cm ed è suddivisa in:
– Rino-faringe (4-5 cm): si estende dalla base del cranio al margine inferiore del palato molle, ricca di tessuto linfatico, comunica
in avanti con le fosse nasali attraverso le coane. Il palato molle (o velo palatino) è l’unica parete molle e mobile del rinofaringe. Il
velo palatino costituisce un’unità anatomo-funzionale preposta alla chiusura della comunicazione fra oro- e rino-faringe. È formato
da due lamine elastiche (aponeurosi palatine) che anteriormente prendono inserzione sul bordo libero della lamine orizzontali
dell’osso palatino, da quattro muscoli pari e da uno impari, il muscolo dell’ugola che contraendosi accorcia brevemente l’ugola,
ma è di scarso significato nell’occlusione velofaringea.
– Oro-faringe (4 cm): porzione media, è delimitata in alto dalla superficie inferiore del velo palatino ed in basso da un piano
orizzontale che passa per l’osso ioide.
– Laringo-faringe (5 cm): è delimitata dal margine superiore dell’epiglottide al margine inferiore della cartilagine cricoidea. In
avanti presenta in alto l’epiglottide, in mezzo l’aditus laringeo (delimitato da epiglottide, pliche ariepiglottiche, aritenoidi e plica
interaritenoidea) e posteriormente la faccia posteriore delle cartilagini aritenoidee e cricoidea e i muscoli interaritenoidei.
M. Accordi e W. De Colle
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Palato
Il Palato costituisce la volta della cavità orale e la separa dalle fosse nasali
Si distinguono:
Palato duro: costituito da scheletro osseo, rivestito dalla tonaca mucosa.
Palato molle o Velo palatino: lamina muscolo- mucosa, che segue al palato duro, il cui margine inferiore presenta
una sporgenza, l’ugola libera verso le fauci; è mobile e coinvolto nella deglutizione e nella fonazione.
Palato duro e
Palato duro arcata dentale superiore
Velo palatino
Ugola
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Lingua
La lingua è un organo muscolare impari, mediano e mobile; occupa la cavità orale ed è fissata ad essa, è rivestita
da una mucosa che presenta dei rilievi, le papille linguali; contiene i recettori gustativi e ghiandole mucose. Le sue
funzioni riguardano:
la masticazione,
la digestione,
la sensibilità gustativa,
la deglutizione,
la fonazione
Muscoli estrinseci che hanno inserzione al di fuori della lingua e che terminano dentro di essa e sono importanti
per la deglutizione e la fonazione.
- M. Genio-glosso: abbassa e protrude la lingua
- M. Io-glosso: trae la lingua in dietro e in basso
- M. Stilo-glosso: trae la lingua in dietro e in alto, solleva i bordi
- M. Genio-iodeo: abbassa la mandibola o innalza l’osso ioide/laringe (quando prende come punto fisso la mandibola)
Muscoli intrinseci che iniziano e terminano nella lingua, responsabili dei cambiamenti di forma.
- M. Longitudinale superiore: accorcia e incurva a conca verso l’alto e verso dietro (ad es. nella “U”)
- M. Longitudinale inferiore: accorcia e incurva a conca verso il basso (ad es. nella “A”)
- M. Trasverso: restringe la lingua trasversalmente, l’allunga e incurva verso l’alto il dorso
- M. Verticale: appiattisce la lingua, allargandola
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Lingua
DOMENICO INNOMINATO
Anatomia e fisiologia dell'apparato vocale
Le vocali
IL VOCALISMO ITALIANO
Maiuscola / minuscola Ii Éé Èè Aa Òò Óó Uu
Simbolo fonetico i e a o u
internazionale
Le vocali ai raggi-x: i è a u
i punti bianchi contrassegnano le quattro parti nelle quali si divide la parte superiore della lingua: apice – predorso – dorso – radice o base
PARAMETRI DELLE VOCALI ITALIANE
alta: i – u
medio alta: é – ó
medio bassa: è – ò
bassa: a
Gli armonici nella voce umana non dipendono solamente dalla struttura e dalla dimensione della
cavità faringea, orale e nasale (vocal tract), ma anche dai differenti atteggiamenti (individuali) che
faringe e bocca assumono nel pronunciare le vocali; contrariamente a quanto avviene negli strumenti
musicali, dove il suono percepito deriva direttamente dalla fonte vibrante, benché arricchito
timbricamente da una sequenza singola di suoni armonici in stretto rapporto con quello
fondamentale. La vibrazione laringea è invece arricchita da raggruppamenti di frequenze, chiamati
“Formanti”, indicate da numeri progressivi a partire dalla più grave. Si possono riscontrare almeno
cinque Formanti significative, delle quali le più importanti sono la Prima (F1) e la Seconda (F2). La
Prima formante è sensibile ai cambiamenti dell’apertura della mandibola (bocca), cresce in
frequenza dalla “I” alla “A” e decresce dalla “A” alla “U”. La Seconda formante, dipende
principalmente dalla posizione della lingua, decresce dalla “I” alla “U”.
Nel canto si renderà necessario compiere alcune modifiche alle posizioni descritte. Non si dovrà
innalzare la laringe nelle vocali “chiare: I, É, È, e il velo palatino dovrà essere più contratto. Questo
per evitare sia uno spostamento di frequenza delle formanti sia la comparsa di nuove (prodotte in
rino-faringe). Le labbra rimarranno distese e, in particolare in I, È, non dovranno “tirare” verso i lati; in
A dovranno invece protendere leggermente rispetto alla posizione assunta nel parlato. Si manterrà
contratto il velo palatino in I, É, È, A. In I, É, U laringe e lingua dovranno rimanere il più possibile in
posizione centrale, considerando come ideale la posizione di Ò. Evitare - in ogni caso - di snaturare
la singolarità di ciascuna vocale.
NASALI Ostacolo del canale orale/bocca con abbassamento del velo palatino (l’aria defluisce attraverso le cavità nasali)
- bilabiale M [m] mano;
- labiodentale N [ɱ] inverno, panfilo
- alveolare N [n] nano;
- palatale Gn [ɲ] gnomo
- velare N [ɳ] inganno, anche
LATERALI Occlusione centrale da parte della lingua, l’aria passa attraverso i due lati
- alveolare L [l] letto; - palatale Gl [ʎ] paglia
3) sonorità:
è determinata dalla:
- assenza di vibrazione laringea: consonanti sorde
- presenza della vibrazione laringea: consonanti sonore
La punta della lingua si pone alla base degli incisivi superiori. I foni sono
T–D
prodotti quando la lingua ritorna in posizione (alveolari).
In “C” e “G” palatali (chi, ghi) la base della lingua si solleva e, congiungendosi
C – G palatali con il palato duro (per preparare l’articolazione della sola vocale “i”), ferma il
passaggio dell’aria; i foni sono prodotti quando la lingua ritorna in posizione.
In “C” e “G” velari (che, ca, co, cu - ghe, ga, go, gu) la base della lingua si
C – G velari solleva e, congiungendosi con il velo palatino, ferma il passaggio dell’aria; i
foni sono prodotti quando la lingua ritorna in posizione.
Le consonanti “AFFRICATE” (dal latino affricatus, sfregato) sono dei foni composti dalla successione, nello stesso
punto d’articolazione, di una consonante OCCLUSIVA e di una FRICATIVA.
modo di articolazione:
consonante LATERALE
La consonante “L” è prodotta dal passaggio dell’aria
L che fuoriesce dalla cavità orale passando ai lati della
lingua (alveolare, sonora)
modo di articolazione:
consonante VIBRANTE
Nella “R” l’aria mette in vibrazione la punta della
R lingua che innalzandosi tocca ripetutamente il palato
duro anteriore (alveolare, sonora)
DOMENICO INNOMINATO, Fonetica
Luogo dell’articolazione