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CORSO DI TECNICA VOCALE

PARTE 1

La tecnica vocale può essere definita come l’uso consapevole dei fattori
essenziali per l’emissione del suono artistico. In generale affinchè ci sia
qualsiasi emissione sonora sono necessarie:
- Una sorgente di energia (i polmoni) costituita dal processo di
RESPIRAZIONE responsabile dell’intensità (volume) del suono
- Una sorgente di suono (la laringe) costituita dal meccanismo di
FONAZIONE responsabile dell’altezza (frequenza) del suono
- Una sorgente di timbro (il vocal tract) costituita dal processo di
RISONANZA responsabile delle caratteristiche timbriche della
voce (equalizzazione)
POWER – SOURCE – FILTER sono le 3 componenti della produzione
del suono ed la loro interazione mira ad una condizione di equilibrio
dinamico per il raggiungimento del controllo degli atti espiratori (come il
canto).
RESPIRAZIONE COSTO-DIAFRAMMATICA
INDICAZIONI GENERALI
Nella vocalità artistica è necessario un flusso aereo quantitativamente e
qualitativamente idoneo e una modalità di controllo dell’aria molto
accurata. La respirazione del cantante è una respirazione costo
diaframmatica (il diaframma si abbassa, lo stomaco si protende e le
costole si espandono); ad ogni inspirazione profonda segue un controllo
volontario della risalita del diaframma (attuato grazie alla muscolatura
addominale e dorsale) che consente di dosare la pressione dell’aria in
uscita in modo da permettere di controllare l’emissione dei suoni. Ci
sono due momenti distinti dell’atto respiratorio che bisogna
comprendere: per appoggio si intende l’espansione del diaframma nella
fase di inspirazione e che continua durante l’atto vocale; per sostegno si
intende l’azione muscolare di contrazione e rilascio che sostiene il
diaframma nella fase dell’espirazione. Il primo meccanismo è associato
all’atto dell’attacco vocale, mentre il secondo all’atto dell’emissione
vocale vera e propria.
Il diaframma è un muscolo impari, cupoliforme e appiattito, che separa
la cavità toracica da quella addominale. Quando si contrae amplia la
cavità toracica appiattendo la convessità superiore e perciò funge da
muscolo inspiratorio e la sua contrazione aumenta la pressione
addominale. È un muscolo involontario ma la sua attività di rilascio è
attivata nel meccanismo del sostegno grazie alla muscolatura dorsale e
addominale.
NOTE
Esercizi per la sensibilizzazione del corpo alla respirazione costo-
diaframmatica
1. GROUNDING: In piedi, gambe leggermente piegate, piedi
fortemente piazzati a terra, mani intorno al torace, respirare
profondamente allargando solamente la parte alta del torace.
Abbassare di qualche centimetro la posizione spostando la
respirazione in corrispondenza delle mani e ancora spostare verso
la fine della gabbia toracica e espirare come per spingere le mani
fuori. Infine appoggiare le mani sul bacino e respirare come per
allargarlo. Questa posizione serve solo per sensibilizzare i luoghi
della respirazione e portarla da quella toracica (errata nel canto) a
quella costo diaframmatica.

2. EI: pensare di chiamare qualcuno posto in lontananza per attirare


la sua attenzione (senza urlare ma ad un buon livello di intensità),
pronunciando EI. Si può notare come i muscoli addominali alti
diventano più tonici nel momento dell’emissione. Provare a
mantenere la sensazione tenendo più a lungo il suono. Questo
esercizio permette di sensibilizzare e rafforzare i muscolo
addominali alti per ottenere un buon appoggio e sostegno del
suono.
3. CIRCOLO DEL FIATO
Questo esercizio è utile per il riscaldamento e per la concentrazione:
Da eseguire in sequenza
1. Inspirazione lenta dalla bocca con un’espressione di sorpresa
felice; espirazione veloce dalla bocca (come per spostare in avanti
un muro con la pressione dell’aria)
2. Inspirazione lenta contando fino a 5. Apnea contando fino a 5.
Espirazione lenta contando fino a 10 emettendo una S sibilante
(imitando il suono di un palloncino che rilascia lentamente la
pressione dell’aria)
3. Inspirazione lenta contando fino a 5. Apnea contando fino a 5.
Espirazione lenta contando fino a 10 emettendo una M muta in
tonalità comoda (simile a quella del parlato)
Si può provare ad aumentare progressivamente il tempo di espirazione
lasciando immutato il tempo delle altre fasi.
CONCETTO DI APNEA
In questi ultimi esercizi è stato introdotto il concetto chiave della
respirazione diaframmatica: il concetto di APNEA. Per precisione nel
canto contemporaneo si utilizzano i termini di apnea aperta per
identificare l’apnea alla fine dell’inspirazione e quello di apnea chiusa
per definire tale modalità alla fine dell’espirazione. Il concetto chiave che
sta dietro a questo termine è proprio che la gestione della pressione
d’aria e quindi del suono da essa provocato avviene cantando in apnea.
La differenza tra chi urla e chi canta risiede proprio nel controllo della
pressione d’aria. L’unico modo che abbiamo di raggiungere il cosiddetto
accordo pneumofonico è attraverso il controllo dell’espansione
polmonare che indirettamente determina il movimento diaframmatico.
Esercizi
1. Inspirare con la bocca aperta come per dire una A muta simulando
un’espressione di sorpresa felice e rimanere in questa posizione di
apnea aperta per prendere coscienza della sensazione muscolare
dell’appoggio (lavoro dei muscoli intercostali).
2. Emettere una s sibilante ponendo l’attenzione sul mantenimento
della pressione d’aria nel momento dell’sostegno
3. Lip Thrill: cantare una Br nella tessitura del parlato ponendo
l’attenzione alla pressione dell’aria nell’espirazione
NOTE
LA LARINGE

La laringe è posta nella parte anteriore del collo al di sotto dell’osso


ioide d è un organo cavo che ricorda la forma di una piramide tronca
capovolta, in cui la corrente d’aria normalmente espirata può mettere in
movimento l’apparato vocale. Essa è mobile e si sposta fisiologicamente
durante la deglutizione, durante la fonazione e la tosse. E’ formata da
uno scheletro cartilagineo costituito da:
- Cartilagini principali: cricoidea, tiroidea (il cui rilievo anteriore
forma negli uomini il pomo d’Adamo), aritenoidee ed epiglottica
- Cartilagini accessorie: cartilagine di Santorini, fibrocartilagini di
Wrisberg
I muscoli presenti nella laringe si distinguono in estrinseci ed intrinseci.
Gli estrinseci uniscono la laringe alle formazioni adiacenti ed imprimono
all’organo movimenti di totalità. Gli intrinseci hanno entrambe le
inserzioni sulla laringe e determinano movimenti parziali dell’organo,
modificando la posizione delle cartilagini e quindi delle corde vocali.
Considerando il loro effetto sulle corde vocali possono essere divisi in 3
gruppi:
- Tensori delle corde vocali (muscoli che aumentano lo stato di
tensione delle corde): tiroaritenoideo e cricotiroideo
- Adduttori delle corde (provocano l’accollamento delle corde vocali
e la chiusura della glottide)
- Abduttori delle corde (con funzione opposta)
LE CORDE VOCALI

Le corde vocali sono quattro, due false (superiori) e due vere (inferiori).
Le corde vocali vere sono ripiegature della mucosa laringea, spesse, di
colore bianco perla paragonabili a due elastici, rivestiti da muscolo e
mucosa, posizionati su un piano orizzontale e connessi anteriormente
alla cartilagine tiroide e posteriormente alle due cartilagini aritenoidi, in
grado di ruotare su se stesse e di slittare medialmente l’una verso l’altra.
La corda vocale è costituita:
1) da una sistema legamentoso (legamento vocale), vera struttura
portante;
2) da un legamento elastico, al quale si deve la capacità di sopportare
uno stress tensionale(ogni incremento di frequenza è dovuto infatti a un
aumento di lunghezza cordale)e di scaricare il trauma che le corde
ricevono nel momento del reciproco avvicinamento;
3) da un muscolo molto potente: il muscolo tiroaritenoideo;
L’apertura triangolare che si genera tra loro e dalla quale avviene il
passaggio dell’aria è detta glottide. Le corde vocali dall’avanti
all’indietro divergono, disegnando in inspirazione una V a vertice
anteriore. È proprio questa situazione anatomica che rende possibile, a
seguito della rotazione della aritenoide sul proprio asse, lo spostamento
medio laterale della corda.
Durante la respirazione tranquilla le corde vocali sono al massimo della
loro apertura, l’aria transita, in entrata e in uscita, silenziosamente.
Quando ci prepariamo a fonare le corde vengono addotte, cioè
avvicinate alla linea mediana, grazie alla contrazione del muscolo
tiroaritenoideo. È questo improvviso ostacolo, trovato dall’aria in uscita
dalla trachea, che permette la nascita della vibrazione e la produzione
della voce. All’esterno della scatola laringea è posizionato un muscolo,
chiamato cricotiroideo, in grado, contraendosi, di far basculare la
cartilagine tiroide sulla sottostante cartilagine cricoide. Tale movimento
produce un allungamento della corda, un incremento della sua tensione
longitudinale e una riduzione della sua massa.

La contrazione combinata dei due sistemi muscolari: tiroaritenoideo (ac


corciatore) e cricotiroideo (allungatore) modula la dimensione delle
corde vocali, così da produrre le diverse frequenze della voce.

CICLO VIBRATORIO
Lo scorrimento della mucosa rispetto al legamento vocale costituisce la
vibrazione e avviene quando nell’espirazione, la corrente d’aria che
fuoriesce incontra lo sbarramento volontario delle corde vocali attuato
dai muscoli intrinseci della laringe (che modificano la natura delle corde)
e da quelli estrinseci (che modificano la posizione della laringe).
Quando la pressione sottoglottica vince le resistenze della glottide, il
ciclo vibratorio inizia e con aggiustamenti continui si mantiene fino alla
fine della corrente d’aria.

In figura sono illustrate le varie fasi del ciclo vibratorio

La frequenza di questa vibrazione è regolata da tutte le forze di cui


abbiamo parlato e costituisce la frequenza fondamentale del suono
emesso, cioè la nota. Quando aumenta la frequenza il suono si fa più
acuto: alla frequenza è infatti associata l’altezza del suono. La modalità
di vibrazione delle corde determina invece il registro usato: se vibra tutta
la superficie delle corde si parla di voce piena (meccanismo pesante),
se vibra solo il bordo mediale delle corde si parla di registro di falsetto
(meccanismo leggero).
Le corde vocali false sono fasci muscolare che possono essere iperattivi
in situazioni di sforzo muscolare, cattiva tecnica vocale o presenza di
patologie che ostacolano l’accollamento delle corde vere. In posizione
retratta consentono invece la libera adduzione delle corde vere
facilitando una sana emissione sonora
CONCETTO FONDAMENTALE
Partecipano alla gestione dell’emissione vocale il sistema nervoso
centrale, la funzione uditiva, grazie al cosiddetto feedback uditivo, il
livello educativo genitoriale o del gruppo sociale d’appartenenza, la
postura, la costituzione fisica, la situazione ormonale, la situazione
emotiva, il feedback kinestesico dei gruppi muscolari coinvolti nella
funzione fonatoria. Quest’ultimo, assieme al feedback uditivo, permette il
controllo dinamico dei parametri della propria voce.

Nelle immagini ci sono esempi di immagini della glottide ottenute con un


sistema digitale; da sinistra a destra e dall’alto in basso è visibile il
movimento progressivo di chiusura e riapertura della glottide nei cicli
vibratori.
Note:
VOCAL TRACT E CAVITA’ DI RISONANZA

Una volta che la frequenza fondamentale è stata prodotta a livello


laringeo, il suono viene amplificato e arricchito grazie all’apparato di
risonanza che, a seconda delle sue caratteristiche anatomiche,
determina il timbro caratteristico di ogni voce. I risuonatori non sono
altro che cavità, poste al di sopra del piano glottico, che quando
vengono investite da un’onda sonora trasmessa dall’aria che interagisce
con le loro pareti, ne amplificano le sue componenti armoniche. La loro
forma (più sono ampie, più il suono è tondo e pieno) e la capacità del
cantante di proiettarci i suoni rappresentano quello che viene chiamato
timbro. Il vocal tract è l’insieme degli spazi che funzionano come
amplificatori del suono vocale e che si trovano al di sopra della glottide.
In generale a cavità di risonanza piccole corrisponde un rinforzo delle
componenti armoniche acute mentre a cavità di risonanza più ampie
corrisponde un rinforzo delle componenti armoniche gravi.
Le principali cavità di risonanza sono:
- LARINGO/IPO FARINGEA (detta comunemente laringea)
- ORO/ FARINGEA (detta comunemente orale)
- RINO – FARINGEA/ NASALE: questa a sua volta si distingue in
Nasale: (detta comunemente maschera nasale): questa include le cavità
nasali ma anche quelle degli zigomi e quelle intorno agli occhi.
Frontale: che è costituita sempre dalle cavità maschera ma che a livello
propriocettivo si individua nei seni frontali.
Esistono molte combinazioni che permettono di ottenere un enorme
quantità di suono differenti. Il palato molle è il principale risuonatore
mobile e le posizione che esso può assumere determinano le maggiori
differenze tra i colori vocali.
ESERCIZI:
1. Per posizionare il suono eseguire scale brevi con M muta, GN o N
nasale
2. La lettura: leggere un testo a voce alta iperarticolando le sillabe,
mantenendo un’intonazione fissa e legando ogni parola con la
successiva senza far caso al significato del testo. Rileggere di
nuovo enfatizzando le consonanti proiettando il suono davanti a
noi, come per raggiungere qualcuno in lontananza senza urlare.
questo esercizio permette una migliore proiezione frontale dei
suoni necessaria per una buona presenza ed intenzione
dell’emissione.
3. Emettere un suono NG (come per dire a parola SING) e pensando
di piangere eseguire una sirena (o meglio portato) ascendente e
discendente. Il suono deve essere completamente nasale quindi,
durante l’esercizio, provare a chiudere con le dita le narici. Se il
suono si interrompe l’esercizio è eseguito in maniera corretta.
Questo esercizio è consigliabile per il riscaldamento vocale e
perché consente di cantare su tutta l’estensione senza pericolo di
sforzo.
Note:
LA POSTURA
Per postura del corpo si intende la posizione dei singoli segmenti
corporei tra di loro e, ed il loro orientamento nello spazio. L’esecuzione
di atti motori (come la fonazione) comporta la messa in opera di una
sequenza di movimenti (aggiustamenti posturali) per mantenere
l’equilibrio. L’assetto posturale deve essere percepito dal cantante come
comodo e nello stesso tempo attivo, senza costituire sforzo. L’emissione
non può non avvenire in totale rilassamento muscolare perché questo
non darebbe quella sensazione di lavoro positivo di sostegno che invece
è necessario quando si canta con una postura attiva. La postura deve
essere elastica e mobile. La rigidità è uno dei peggiori nemici della voce.
Una corretta postura neutra consiste essenzialmente in:
- Testa eretta
- Spalle abbassate
- Torace aperto
- Appoggio delle gambe che dia sicurezza

Esercizi per sensibilizzare una postura corretta


1. Mantenendo il busto appoggiato al muro con gambe piegate,
simulare prima la pronuncia delle vocali senza emettere suono e
poi pronunciarle in maniera sonora sensibilizzando la posizione dei
muscoli dorsali.
2. Ancoraggio testa collo e del dorso (concetto Voicecraft): Porre una
mano sopra al capo e spingere verso il basso, cercando di
contrastare la spinta con il collo. Notare come la parte cervicale
della spina si allunga e si allinea alla postura. Questo esercizio
serve per verificare che il rapporto tra collo e testa sia corretto e
supporti perfettamente l’emissione del suono. Permette inoltre di
sostenere la voce in maniera semplice e poco costosa. E’ una
posizione che consente un corretto allineamento posturale e
permette di evitare l’accorciamento della muscolatura posteriore
del collo e delle spalle e le tensioni della muscolatura anteriore che
ostacolerebbero una corretta mobilità della laringe e dei risuonatori
superiori.
Note:
I REGISTRI VOCALI PRIMARI
I muscoli intrinseci fondamentali che modificano lo spessore e
l'inclinazione del piano glottico sono gli aritenoidei, che ruotano le
cartilagini aritenoidee e ispessiscono le corde, e i cricotiroidei che
invece inclinano in avanti e in basso la cartilagine tiroidea allungando le
corde permettendo una diminuzione di spessore del bordo libero. La
prevalenza di un gruppo sull'altro determina quanta superficie delle
corde è vibrante e di conseguenza se l'emissione è ottenuta con un
meccanismo pesante (o di petto) o leggero. Il primo è usato per le
frequenze più basse, mentre il secondo si installa quando la frequenza
fondamentale si alza. Tra un registro e l'altro esiste un momento di
mutamento timbrico che è molto evidente, in cui il suono diventa meno
gestibile e indebolito: tale momento si chiama cambio di registro. Per
ovviare a questo inconveniente fisiologico si utilizzano i risuonatori che
renderanno il suono più omogeneo sull'intera tessitura.
Quando si utilizza un registro pieno, o modale o meccanismo pesante,
a livello fisiologico accade questo:
- muscolo vocale contratto
- muscolo cricotiroideo rilassato
- vibrazione totale delle corde
- fase di chiusura delle corde più lunga di quella di apertura
- laringe in posizione neutra
- maggiore ricchezza di armonici nei suoni

Il registro di falsetto o meccanismo leggero è caratterizzato da:


- muscolo vocale rilassato
- muscolo cricotiroideo contratto
- vibrazione solo del bordo libero delle corde
- fase di chiusura delle corde più corta di quella di apertura
- laringe in posizione più elevata
- armoniche del suono povere o poco intense
Il registro misto è caratterizzato da gradi più modesti di tensione dei
muscoli e costituisce la fase intermedia tra gli altri due meccanismi
(pesante e leggero)
Esiste poi un altro registro detto di fischio o flautato usato nei toni al
limite dell'estensione acuta solitamente dalle donne e la sua
caratteristica è la mancanza di contatto glottico e mucosale e da una
fortissima attività intra e extra laringea. E' utilizzato nei suono classico
e nella musica pop (Mariah Carey, Philip Bailey, Rachelle Ferrell).
Al limite dell'estensione grave esiste il Vocal Fry che consiste nella sola
contrazione del muscolo tiroaritenoideo (muscolo vocale) con vibrazione
irregolare delle corde vere e ricorda come suono quello di uno sfrigolio.
Il tempo di chiusura delle corde è molto alto e le corde vocali sono
compresse. La frequenza è molto bassa (due ottave sotto la voce
normale) e il flusso d'aria passa nelle corde con pressione ridotta.
Note:
IL CONCETTO DI ATTACCO DEL SUONO
Il momento di chiusura delle corde al passaggio d'aria viene definito
attacco del suono e rappresenta di fatto il punto di inizio dell'emissione
vocale. In generale possiamo distinguere 4 diversi tipi di atto vocale:
1) l'attacco glottale o duro. Si ha una sensazione di attacco pressato
e si avverte proprio il colpo di glottide caratteristico (es. di
emissione : IO)
2) l'attacco soffiato o aspirato prevede il fatto che la fuoriuscita di
aria anticipi l'adduzione delle corde. L'attacco è sfiatato e a sua
volta si divide in brusco (es di emissione: Hey) e graduale (voce
che rimane soffiata e non prevede mai una completa adduzione
cordale – massa rigida)
3) l'attacco simultaneo avviene quando alla pressione d'aria
sottoglottica si fa corrispondere l'adduzione delle corde vocali. La
sensazione è di attacco morbido (es. di emissione: why, you).
4) L'attacco lasco o grunt si ottiene partendo da una posizione vocal
fry. La sensazione è quella di un attacco sgranato ed è
caratterizzato da una contrazione laringea che precede il ciclo
vibratorio.
ESERCIZIO
- Eseguire i diversi tipi di attacco con le vocali I A U su una nota
comoda
- Esercitare l'attacco simultaneo su tutta l'estensione e con tutte le
vocali pensando
al pianto e mantenendo le condizioni di apnea aperta.
NOTE
LE STRUTTURE ARTICOLATORIE
L'articolazione è il processo grazie al quale il suono diventa linguaggio.
In generale esistono due tipi di articolatori: mobili e fissi. I mobili
possono assumere diverse posizioni e grazie a questa loro motilità
vanno a modificare il vocal tract e dunque l'equalizzazione. I fissi (palato
duro e denti) non possono essere modificati in maniera volontaria

I più importanti articolatori mobili sono mandibola, labbra, muscoli


facciali, lingua, palato molle e faringe
La mandibola è un osso che grazie alla motilità permessa
dall'articolazione temporo- mandibolare può assumere diverse posizioni:
nel canto il lavoro che viene effettuato è teso ad eliminare qualsiasi
rigidità o difetto posturale durante la fonazione. Una protrusione o una
tensione mandibolare possono portare a rigidità in quanto la mandibola
stessa è connessa alle cartilagini laringee attraverso l'osso ioide. La
mandibola può assumere 4 posizioni fondamentali: media, retratta,
protrusa, sganciata. La posizione media – retratta consente una miglior
posizionamento dei suoni e evita la costrizione della zona intorno alle
corde vocali operata dalla protrusione.
Le labbra e i muscoli del nostro viso promuovono l'attività dei legamenti
aritenoidei o cricotiroidei, influenzando i registri vocali, e modificano
anche la posizione dei risuonatori. Le labbra possono essere
lateralizzate (a- sorriso), medie (b), protruse (c- bacio): la loro posizione
varia in maniera sostanziale le prassie vocali.
Tra i più importanti muscoli facciali coinvolti vi è l'occipito frontale: esso
eleva e abbassa le sopracciglia nella sua porzione frontale, favorisce
l'allineamento del capo nella sua porzione occipitale. L'azione
coordinata delle due porzioni muscolari alza il velo palatino favorendo
dei suoni con proiezione orale. L'azione sinergica di questo muscolo
insieme a quella degli elevatori del labbro superiore e dell'ala del naso
ottengono la massima dilatazione delle condizioni ideali per il passaggio
di registro. L'atteggiamento mimico ora descritto consente la riduzione
dell'attività dei muscoli aritenoidei, favorendo quella dei cricotiroidei.
Dunque l'uso della muscolatura facciale riveste un ruolo fondamentale
sui registri vocali e merita di essere appresa per un corretto utilizzo della
voce artistica.
La lingua è un organo di grande mobilità situato all’interno del tratto
vocale. Nella lingua si distinguono una radice, ovvero la parte posteriore
collocata in direzione della faringe, il dorso (la sua parte centrale) e la
corona, la parte anteriore mobile; la regione della corona comprende a
sua volta l’apice (l’estremità anteriore) e la lamina, ovvero la superficie
superiore anteriore. La lingua può essere spostata lungo numerosi assi
e assumere forma e volume fortemente variabili. I muscoli estrinseci
muovono la punta alzandola o abbassandola, mentre quelli estrinseci la
spingono in avanti o indietro, influenzando i movimenti della laringe e
del palato molle. In genere nel canto la lingua deve avere una forma
rappresentata da corona bassa e rilassata e dorso che varia la sua
posizione in base alla vocale che si pronuncia (per es. se pronunciamo
la vocale I la base è più bassa rispetto alla vocale U). La pronuncia e
l'articolazione non devono influire sulla proiezione del suono, né
tantomeno causare rigidità per consentire un buon utilizzo dei colori
vocali
Esercizi per stimolare la corretta postura e motilità linguale:

1) Lip thrill (Br): scale brevi


2) Tongue twist (Tr): sirene
3) Cantare tenendo la consonante R : scale complete e sirene

Il velo palatino ( o palato molle) è una lamina muscolo membranosa


distinta in due porzioni:
– una orizzontale, naturale continuazione del palato duro
– una verticale, terminante con un margine libero
Esso ,dunque, pende dal palato duro e divide la parte superiore della
faringe (rinofaringe e fosse nasali) dalla cavità orale. Il velo palatino può
essere mosso volontariamente: quando la sua muscolatura è rilassata il
velo è in posizione quasi verticale e le cavità orale, nasale e faringale
sono in contatto tra loro. Se invece la muscolatura del velo entra in
tensione,questo si solleva e aderisce alla parete posteriore della faringe,
isolando la cavità nasale dal resto del tratto vocale.
Il palato molle interviene nella fonazione indirizzando il flusso d'aria in
uscita dalla laringe o verso le coane o verso la cavità orale, con una
gamma di movimenti di abbassamento e sollevamento. Tali movimenti lo
rendono protagonista delle principali variazioni strutturali del vocal tract
e dell'equalizzazione del suono.
I muscoli del palato molle sono:
Il tensore: la sua contrazione determina il sollevamento del palato;
L'elevatore: L'azione del muscolo elevatore del palato consiste nel
sollevare la parte quasi verticale e posteriore del palato molle
portandola in una posizione orizzontale e stirandolo leggermente
indietro;
Il palatoglosso: La sua azione abbassa il palato e e solleva la radice la
lingua chiudendo la comunicazione con l'orofaringe;
Il palatofaringeo: incide sull'apertura faringea e sull'altezza della laringe;
Il costrittore superiore determina invece una compressione del palato
favorendo una sua lateralizzazione;

Esercizi per sensibilizzare la muscolatura del palato molle


1) Dire NGHE per comprendere il passaggio del palato da chiuso
(NGH) ad aperto (E).
2) Emettere un suono muto come se fossimo spaventati. Fare
attenzione all'elevazione del palato molle e all'allargamento della
faringe.
3) Facendo finta di piangere si lavora invece sulla muscolatura che
lateralizza il palato, oltre che sulla retrazione delle corde false.
4) Emettere suoni con la N (posizione abbassata del palato = suono
nasale), con la I con il palato in posizione media ed infine una A
per stimolare l'innalzamento del palato con chiusura posteriore
(suono orale).
La faringe è il canale muscolo-membranoso che si connette con la
cavità nasale, con la cavità orale, con l'esofago, con la laringe e con
l'orecchio medio. Si divide in rinofaringe (la parte superiore a dietro il
naso), orofaringe(la parte dietro la bocca) e ipofaringe (la parte inferiore
dietro la laringe), dopo la quale inizia l'esofago. La sua funzione è quella
di aumentare gli armonici del suono prodotto a livello laringeo: la faringe
ha un volume interno estremamente variabile dal momento che la sua
parete anteriore coincide per un lungo tratto con la radice della lingua.
Quando quest’ultima è spinta in avanti la faringe si dilata; quando al
contrario è spinta indietro il volume interno della faringe si riduce
notevolmente.
NOTE

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