diaframmatica e la
postura
E’ chiaro che poi, come per tutte le altre attività umane, ci sono persone
particolarmente predisposte al canto , ma ripeto, gli stonati totali sono casi
rarissimi.
LA RESPIRAZIONE
IMPORTANTE
Altrove abbiamo parlato della inspirazione, cioè dell’atto in cui l’aria scende
nei polmoni che si gonfiano sotto la spinta dell’aria incamerata. Abbiamo anche
visto come i polmoni che si gonfiano d’aria avranno un volume maggiore
rispetto a quando stanno a riposo. Per cui sotto la spinta dell’aria il compito del
diaframma e degli addominali è quello di acconsentire a questa espansione
spingendo verso il basso e creare quindi l’ulteriore spazio necessario ai
polmoni, costipando le viscere verso il basso (creando così il famoso effetto
del palloncino che si gonfia nell’addome).
Una volta presa coscienza di questo tipo di respirazione dobbiamo fare in modo
di alzarla un pò. Abbiamo capito che l'aria può essere convogliata molto in
basso, (diciamo nell'addome) oppure molto in alto (diciamo nel torace). Noi
dobbiamo posizionare quest'aria in una posizione centrale, in modo da poter
riempire tutto il polmone se ce n'è bisogno, ma soprattutto per poter meglio
gestire l'aria con i muscoli addominali. Infatti come vedremo poche righe più
avanti, l'emissione dell'aria e la produzione del suono è in gran parte gestita
dai muscoli addominali. Se teniamo l'aria troppo in basso o troppo in alto non
riusciamo a far lavorare bene gli addominali e l'espirazione potrebbe non
essere corretta e utile al nostro scopo..... gestire il suono.
Questi due movimenti di cessione dello spazio da parte del diaframma e delle
coste, fanno si che i polmoni possano gonfiarsi nella loro parte bassa e non
solo in quella alta. Infatti abbiamo già visto come una corretta respirazione
debba prevedere il convogliamento dell’aria inspirata verso il basso e non
verso l’alto. Attuare quindi una respirazione costo-diaframmatica anziché
una respirazione clavicolare (o alta). Il pericolo sta nel praticare una
respirazione troppo bassa (addominale) e quindi perdere i benefici che i
movimenti dei muscoli addominali ci possono dare. Ma in questo ci deve
venire in soccorso l'insegnante, che deve tenere sempre presente
anche la conformazione fisica dell'allievo.
La respirazione diaframmatica infatti può essere spontaneamente più o meno
bassa nell'allievo in base alla sua confornazione. Infatti solitamente applicano
una respirazione più costale le donne ed i longilinei dei due sessi,
viceversa la respirazione addominale, quindi un pò più bassa, è più
presente nei brevilinei e negli uomini. Inoltre entra in ballo anche
l’inclinazione delle coste, insomma si sta parlando di anatomia individuale, con
tutte le sfumature del caso dovute anche ai cambiamenti morfologici causati
dallo stile di vita tenuto dall’individuo in questione. Difficilissimo generalizzare.
In questo modo mentre l’aria fuoriesce dai polmoni e risale verso l’alto per
mettere in vibrazione le corde vocali, i polmoni stessi sono sostenuti dal
diaframma che a sua volta è sostenuto dai muscoli addominali.
Per cui se la colonna d’aria non è costante e regolare anche le vibrazioni delle
corde non saranno costanti e regolari e di conseguenza non sarà costante
neanche il suono prodotto dalle corde vocali, praticamente la nota prodotta
sarà traballante ed imprecisa, come si dice spesso sarà una nota “calante”
oppure “crescente”, comunque non perfettamente intonata.
Usiamo un’immagine per descrivere ciò che accade, un’immagine invero assai
citata nei testi di didattica sul canto, ma comunque sempre efficace e che io
cercherò di rendere semplicemente ancora più comprensibile, senza la pretesa
di voler riferire qualcosa di inedito.
Quando il mantice deve riempirsi d’aria come fa? Si allarga grazie al braccio
del musicista che lo tira verso il basso. Il braccio del musicista però sostiene il
mantice, e lo tira in basso per quanto basta, in base all’aria che occorre per la
fase successiva, quella di espulsione dell’aria e produzione del suono. Il braccio
del musicista non lascia cadere verso il basso il mantice senza sostenerlo, se lo
facesse il mantice ballonzolerebbe verso il basso, in modo goffo e scoordinato.
Il braccio del musicista lo troviamo anche nella fase di produzione del suono.
Quando cioè deve spinger sul mantice e far fuoriuscire il suono. La spinta, oltre
a spingere fuori l’aria, naturalmente, fa si che il mantice sia sempre ben
sostenuto e che il mantice non si “rilassi verso il basso”
Noi abbiamo dell’aria nei polmoni, e quest’aria dobbiamo farla schizzar fuori
mandandola contro le corde vocali. Per cui, per facilitare questa fuoriuscita,
diamo una velocissima “strizzatina” alla parte bassa dei polmoni. E per questa
strizzatina adoperiamo sempre il diaframma e i muscoli addominali bassi. In
questo modo la parte alta del busto (e di conseguenza la gola) rimane
perfettamente rilassata, in quanto il tutto è demandato al diaframma ed ai
muscoli addominali, sia alti che bassi.
Vale la pena precisare quindi, che durante una canzone gli addominali non
rimarranno mai fermi. O si ritirano durante l’inspirazione, o si posizionano per
effettuare l’appoggio oppure aggiungono all’appoggio, l’accento, spingendo
decisi verso l’alto.-
Per questo cantare è una bella fatica per gli addominali e per questo si dice
spesso che gli addominali sono il vero motore della voce!!!
da ricordare sempre
Spesso nei cantanti c’è la convinzione che per affrontare una nota acuta
occorre più aria rispetto a quando si canta una nota bassa.
Quando si canta una nota alta occorre MENO FIATO. Se ne spreca molto di pù
quando si canta una nota grave.
Ora, paragonate i lembi del palloncino alle corde vocali e la similitudine è bella
e che fatta!!!
Semplicemente perché è proprio sulle note medio basse che noi riusciamo ad
applicare un corretto appoggio. Essendo corretto l’appoggio significa che
esercitiamo la giusta pressione sugli addominali. Né troppa né poca. Infatti il
vibrato non si manifesta quando applichiamo un appoggio troppo energico,
come viceversa non si manifesta quando l’appoggio è troppo blando o
addirittura inesistente.
Da precisare comunque che quella appena detta non è una regola fissa, a
qualcuno infatti il vibrato si manifesta dapprima sulle note medio alte, anche
se questo accade un po’ più raramente, anche perché sulle note alte, per i
motivi innanzi detti, le tensioni sono solitamente maggiori e più difficilmente
gestibili.
Detto ciò, va da se che per ottenere il vibrato non ci sono particolari tecniche,
per farlo venire occorre praticare un corretto appoggio. Quando l’appoggio
sarà ben fatto probabilmente arriverà anche il vibrato. Non si può ottenere un
corretto vibrato senza applicare un corretto appoggio. Quindi non cercate
scorciatoie, perdereste solo del tempo e otterreste, nella gran parte dei casi,
l’effetto opposto: niente vibrato e niente appoggio.
IMPORTANTE
Per conoscere meglio tutti gli organi che concorrono alla fonazione