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Avevo promesso che avrei parlato del movimento delle cartilagini laringee all'interno del
discorso sul passaggio di registro.
Eccolo qui di seguito.
Qualche frequenza, qualche nota sopra la frequenza sulla quale parliamo normalmente,
siamo già in un punto critico di vibrazione per le corde vocali.
Noi sappiamo che, le corde, man mano che aumentano la frequenza aumenta il numero di
vibrazioni al secondo, quindi il lavoro che devono compiere aumenta man mano che
aumentiamo l’altezza (frequenza) del suono. Questo significa che quando si raggiunge un
punto “critico”, molto vicino allo speech (parlato),le corde non riescono più a vibrare da
sole (se mi chiedi di correre a 10/15 km/h, ce la faccio, se devo correre a 50km/h orari mi
serve la bicicletta, pedalo, faccio lo stesso fatica però ci riesco), allora da questo punto in
poi io devo cambiare la massa delle corde vocali oppure cambiarne la posizione affinché
riescano a vibrare più velocemente quindi a produrre quella nota che noi vogliamo
producano.
Queste due posizioni corrispondono fondamentalmente a:
In questo caso vi è una rotazione delle aritenoidi verso dietro che fa alzare posteriormente
le corde vocali e quindi vengono allungate.
Ma questa inclinazione fa anche si che si irrigidiscano. Esempio: Se proviamo ad auto-
allungarci verso l’alto, ci irrigidiamo. Se invece c’è QUALCOSA O QULACUNO che ci
tira non facciamo fatica e non ci irrigidiamo.
Allora qui il problema è: il lavoro chi lo fa? La corda. Ma si irrigidisce e irrigidendosi si
crea un problema di chiusura totale delle corde che non riescono più ad addursi bene, ci
sono degli spazi che rimangono nella vibrazione tra i quali vi è passaggio di aria, quindi
otteniamo un suono con l’aria.
Questo suono si chiamerebbe "falsetto tecnico", da non confondere con lo stile falsetto
(quando gli uomini vanno nel registro femminile) che non necessariamente ha questo tipo
di posizione laringea di piano inclinato. Questa posizione di piano inclinato (con il
termine “piano” indichiamo la posizione delle corde che è orizzontale) abbiamo una voce
soffiata.
Questa attivazione muscolare porterà allo spostamento di una delle due grandi cartilagini
della laringe, la tiroidea o la cricoidea:
se cambio la posizione della cartilagine tiroidea inclinandola in avanti questa inclinazione
porterà ad un allungamento ed assottigliamento delle corde vocali, ma non il piano delle
corde,quindi la loro posizione rimarrà comunque orizzontale.
Non ci sarà allora irrigidimento perché le corde vengono allungate grazie al movimento
della cartilagine tiroidea azionata dall’attivazione del muscolo crico-tiroideo.
A quel punto le corde sono sì allungate, sì assottigliate, ma riescono a vibrare più
velocemente e la vibrazione delle corde avviene con un adduzione perfetta. Anzi
possiamo aggiungere che questa è la posizione più comoda per le corde vocali, in quanto
quando si fa straching, per il muscolo è sempre più comodo; adduzione perfetta e minor
lavoro vocale, intendendo per questo che le corde vocali a livello di lavoro muscolare
sono coinvolte meno, pur lavorando, però fanno un lavoro minore già rispetto a quello
che fanno naturalmente, in quanto subiscono un allungamento passivo.
Non è necessario abbassare la laringe per inclinare la tiroidea, quindi scindere i due
movimenti:BISOGNA capire che c’è la separazione tra queste due modalità.
Succede allora che la massa delle corde diventa ancora più spessa ma le corde si sono
accorciate rispetto a prima e quindi riescono a vibrare comunque più velocemente;
ma in questo caso non è una posizione comoda perché il muscolo è contratto e quindi sta
lavorando di più, per cui questa è la posizione in cui le corde vocali lavorano
maggiormente. C’è il massimo lavoro vocale, che non significa che non dobbiamo farlo
perché ci fa male, ma che so che le corde lavorano di più e di conseguenza la mia
partecipazione con il resto della muscolatura (appoggio e sostegno) sarà ancora più attivo
a sostegno di questo lavoro vocale e la della retrazione delle corde false dovrà essere
attivata al massimo, perché qui c’è maggior pericolo di costrizione.
Abbiamo un suono completamente opposto a quello della inclinazione tiroidea, più forte,
più grande, più intenso.
Sentiamo il rovesciamento cricoideo, come ne conato di vomito, l’urlo senza suono (si
sente tantissimo), non è graduale ma netto.
Nel caso della cartilagine tiroidea inclinata, avendo allungato e assottigliato la massa
delle corde, abbiamo un’implicazione dello spessore della massa molto minore e quindi
un suono dato da una pressione sottoglottica minore.
L'di opposizione che fanno le corde alla pressione sottoglottica è minore (nel caso del
pianto), ma la quantità di aria impiegata è sempre la stessa.
Ed infine la massa rigida che è quella che corrisponde alla situazione di non attivazione
muscolare, rotazione delle aritenoidi indietro ed inclinazione del piano.
La massa può essere ancora più spessa nel momento in cui attivo la cricoide.
Salve a tutti.
Ho parlato nel primo post di questo argomento dei meccanismi che inducono un
cambiamento, o se volete un riassettamento delle corde stesse, per far sì che queste
riescano a vibrare sempre più velocemente man mano che l’altezza tonale (o frequenza
fondamentale) cresce.
Se ci riferiamo al punto uno (1) del primo post, vediamo come nel caso in cui siano solo
le corde a lavorare, il fatto stesso di voler emettere una frequenza più acuta, fa sì che
siano le corde stesse ad “aoutoallungarsi”,cosa che riescono a fare fino ad un certo punto
in quanto non vi è lo spazio fisico perché questo allungamento avvenga sul loro piano
orizzontale. Quindi l’unica possibilità che hanno, continuandosi ad autoallungare, è di
trovare spazio su un piano “obliquo”: il cosiddetto piano inclinato.
Quindi, non solo il loro piano si inclina e da orizzontale diventa inclinato rialzando
posteriormente anche le aritenoidi, ma anche la loro massa si modifica: si irrigidisce, è
una massa “rigida” appunto.
Il perché è anche facilmente spiegabile.
Se io voglio auto allungarmi verso l’alto ad esempio per raggiungere un punto ideale,
riuscirò a farlo fino ad un certo in un modo che sia confortevole e coordinato. Ma se
cerco di oltrepassare quel punto, lo sforzo stesso mi farà irrigidire.
E’ appunto quello che avviene alla corde vocali se lasciamo che siano loro stesse a
lavorare per allungarsi e vibrare sempre più velocemente.
Quindi, se non aiutate, se non supportate si irrigidiscono.
Irrigidendosi però non riescono più a vibrare in maniera coordinata, connessa, uniforme,
ma si andranno a creare tra esse delle piccole zone in cui l’adduzione non è completa, dei
fori dunque, degli spazi, dai quali fuoriesce l’aria.
Dunque avremo suono misto ad aria.
La domanda è allora: si può cantare con questo tipo di suono?
Io vi dico, in generale, se è una scelta (ed il canto moderno è pieno di tale modalità)
sicuramente SI.
Di sicuro nel canto lirico NO.
Prima di tutto diciamo subito, a scanso di equivoci, che è una modalità da usare con
“moltissima parsimonia”, in quanto l’aria che passa tra le corde in fase di adduzione e per
di più a massa rigida, crea il cosiddetto effetto “phon”, cioè tende ad asciugare quella
naturale mucosa che ricopre le corde e che ha la funzione di tenerle sempre lubrificate. La
lubrificazione è importante per la elasticità della corda stessa e quindi per la salute o
igiene delle corde vocali.
Se l’effetto “phon ”persiste nel tempo (come nel caso di atteggiamenti viziati instaurati)
le corde si asciugheranno in uno stesso punto prima, poi, in quello stesso punto potrebbe
crearsi una zona di infiammazione e da lì un piccolo edema.
Se c’è un edema capite bene che la corda non solo ha difficoltà a vibrare in quel punto,
quanto anche ad addursi correttamente.
Da qui la necessità di usare con “tantissima” parsimonia una eventuale emissione del
genere.
Ma mi è capitato di sentire anche Bobby McFerrin (cantante che non si può certo definire
pop) interpretare un brano quasi interamente in questa modalità: nel suo caso il tutto è
davvero uno spettacolo e chi conosce Mcferrin e lo apprezza sia come “uomo-strumento-
voce” che come fine jazzista lo sa.
Addirittura Mina spesso ricorre a tale modalità, sempre per fini interpretativi.
Questa modalità viene definita “falsetto tecnico”, da non confondersi con lo stile falsetto.
Falsetto tecnico appunto perché da un punto di vista degli armonici è un suono
estremamente povero, “falsato” appunto dalla cospicua presenza dell’aria nel suono
stesso.
Allo spettrogramma si presenta notevolmente impoverito armonicamente parlando. E’
presente la prima formante, cioè quella relativa all’intonazione (F1) ed un po’ anche la
seconda formante, quella relativa alla vocale (F2). Per il resto molta aria, rappresentata da
tanti puntini tra le formanti.
Vorrei continuare il discorso sul cambio di registro affrontando la seconda delle tre
modalità di cui disponiamo per fare in modo che le corde vibrino sempre più velocemente
per poter raggiungere una altezza tonale maggiore.
Se andiamo al punto 2. del primo post introduttivo a questo argomento, leggiamo che per
fare in modo che in un certo punto critico del nostro “range comodo” le corde riescano a
vibrare sempre più velocemente, possiamo lavorare attivamente per indurre un aiuto alle
corde stesse.
Questo aiuto sarebbe dato dalla inclinazione anteriore della cartilagine tiroidea, la quale
allunga in avanti le corde, che subiscono un allungamento passivo, le assottiglia quindi,
sgravandole notevolmente dal lavoro sarebbero portate a fare attivamente (come nel caso
del falsetto tecnico). Di conseguenza il piano delle corde stesse resta orizzontale perché le
corde trovano spazio anteriormente, la pressione sottoglottica diminuisce perché l’aria
incontra una resistenza minore in quanto le corde sono assottigliate ed assumono appunto
una massa sottile.
Risultato: il suono è morbido, un po’ scuro e si può salire in tale modalità fino alla
estremità della propria estensione.
Come si arriva prima a percepire e poi ad inclinare volontariamente la cartilagine
tiroidea?
Con una semplice mimica del volto adottata dalla maggior parte delle scuole di canto: IL
PIANTO.
Tale atteggiamento del volto induce appunto indirettamente una inclinazione tiroidea e
sfido chiunque a dire che nell’opera non avviene. Osservate il volto della maggior parte
dei cantanti d’opera: pianto più sbadiglio.
Il pianto per avere un suono morbido ed assettare la massa delle corde su tutto il range e
lo sbadiglio per tenere tutta la laringe bassa, allungare il vocal tract e quindi scurire
maggiormente il suono.
Il punto è che la mimica, una volta che ci ha aiutato a percepire la “vera” zona di lavoro,
andrebbe abbandonata per far sì che il volto sia neutro, quasi amimico.
Quindi posso volontariamente inclinare la tiroidea senza dovermi aiutare con
l’atteggiamento del pianto se mi sono esercitato bene e lungamente con la mimica a
percepire il vero movimento, la vera zona di lavoro.
Solo in questo modo riusciremo a costruire la mimica del personaggio che dobbiamo
interpretare e contemporaneamente mantenere il lavoro all’interno del nostro strumento.
Salve,
finisco il discorso sul cambio di registro parlando della terza possibilità di agire sulla
massa delle corde, farle vibrare più velocemente e di conseguenza mantenere il piano
delle stesse orizzontale.
Il fatto di opporre maggiore resistenza al passaggio dell’aria fa sì che "si crei" una
pressione sottoglottica maggiore per aprirle.
Attenzione, si crea automaticamente una pressione sottoglottica perché massa delle corde
e pressione sottoglottica sono direttamente proporzionale.
Ciò significa che non sono io a spingere più aria.
Come pure nel caso della inclinazione tiroidea la pressione sottoglottica diminuiva di
conseguenza perché la massa diventava sottile e non perché ero io a mandare meno aria
sotto le corde.
Tornando alla massa spessissima indotta dalla inclinazione cricoidea, il primo effetto
acustico che abbiamo è un aumento sia della intensità che del volume, suono forte e ricco
di armonici medio-alti, l’opposto di ciò che avviene nel suono della massa sottile indotto
dalla inclinazione tiroidea.
Per questo tale modalità che ha molto impatto e che somiglia molto ad un urlo è detta
anche Belting.
E' il suono di buona parte della musica moderna in generale e del musical (pensate a Liza
Minelli in Cabaret).
Ma il Belting se non è eseguito correttamente può essere molto pericoloso.
Basta aumentare anche solo di pochissimo la presione sottoglottica per innescare il
meccanismo di costrizione, che lo ricordo è una funzione naturale della laringe a
protezione dell’organismo, una sorta di spia di allarme in prossimità di un pericolo.
Ci sono fondamentalmente due modi per inclinare la cricoide:
-simulare un urlo senza emetterlo davvero ancorandosi con le braccia e sentendo il una
forza che spinge soto la mandibola;
-oppure percependo un conato di vomito;
In entrambi i casi la sensazione è di non affaticamento delle corde perche sono sì molto
accorciate ma lo sono passivamente ma ciò che lavora è appunto tutta la muscolatura
esterna a quella vocale.
Ci vuole grande lavoro di appoggio e sostegno per evitare appunto di aumentare la
pressine sottoglottica e spostare quindi il lavoro sulla muscolatura esterna a quella vocale.
Io ve li ho descritti per dovere di didattica, ma per favore non provateli da soli a casa,
potrebbe essere molto pericoloso.
Vanno fatti solo ed esclusivamente sotto la guida di un insegnante esperto, ok?
Si può vivere anche senza il belting! ;-)
Alla prossima.
Parleremo del mezzo-Belting.
Cos'è il Mezzo-belting?
Teoricamente la questione è piuttosto semplice, se avete seguito gli altri post.
Si tratta semplicemente di inclinare cart. tiroidea e cricoidea insieme.
Semplicemente per modo di dire, in reltà è molto dificile riuscirea fare le due cose
insieme, in quanto sono due forze opposte: l'una allunga e l'altra accorcia la massa delle
corde.
Quindi è un equilibrio abbastanza ostico da ricercare e trovare.
Avremo sempre una massa piuttosto spessa data dalla inclinazione cricoidea, ma anche
contemporaneamente un alleggerimento della massa stessa data appunto dalla
inclinazione della cart. tiroidea.
Per cui il suono non risulterà più solo molto intenso, forte o fortissimo, ma anche con una
certa morbidezza, che lo rende a seconda delle situazioni degli stili e dei gusti, più
gradevole soprattutto nella gamma degli acuti.
Vi dico anche che il belting puro (come descritto nell'altro post), l'urlo puro, è usato poco
e solo in certe forme espressive musicali.
Il mezzo belting invece è la qualità che si usa maggiormente, proprio perchè unisce
intensità e volume, potenza e morbidezza.