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“Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non

potete ingannare tutti per sempre” (Abraham Lincoln)

Esclusione di responsabilità: questo documento ha valore esclusivamente formativo e


informativo, non sostituisce altera o modifica in nessun modo alcun tipo di trattamento
medico, psicologico o specialistico. Il lettore deve essere consapevole che mettendo in pratica
quanto riportato nel testo se ne assume la piena ed esclusiva responsabilità.

INDICE

Pag 1 CAPITOLO l: Introduzione


Pag 3 CAPITOLO ll: Cellule Staminali Mesenchimali
Pag 3 CAPITOLO lll: PRP per via sottocutanea, un protocollo sicuro ed
economico per attivare le Cellule Staminali
Pag 6 CAPITOLO IV: Come eliminare le cause di gran parte delle patologie
Pag 10 CAPITOLO V: Un malato curato è un cliente perso …
Pag 12 CAPITOLO VI: Protocollo per la preparazione e somministrazione del PRP

Pag 13 Riferimenti bibliografici


Pag 16 CAPITOLO VII: Guida con immagini per la preparazione del PRP
Pag 21 Autoemoterapia

CAPITOLO I : Introduzione

Prima di esporre le due terapie che, fatte singolarmente o in associazione, possono costituire
una possibile soluzione a molte patologie, è bene precisare che si tratta di trattamenti che si
possono fare a casa, in autonomia e a costi ridottissimi; ci vuole attenzione, certo, e
soprattutto va rispettata la massima igiene. Dobbiamo riprenderci la responsabilità della
nostra salute (e malattia); gli episodi degli ultimi anni ci hanno portato alla triste evidenza di
essere ormai orfani di un sistema sanitario valido e affidabile, nonché della mancanza di
medici capaci che abbiano veramente a cuore la nostra salute. Questo non toglie che ci siano
anche tantissimi Medici preparati, eccelsi direi, tra i molti indegni di questo titolo, ma
vogliamo veramente affidarci al caso nella speranza di trovare uno di loro? Infine, stiamo
anche assistendo ad una graduale privatizzazione della sanità e, analizzando l’evolversi degli
eventi, sembra chiaro che questo progetto fosse già stato pianificato da anni…
Da ormai più di vent’anni, migliaia di ricercatori in tutto il mondo hanno dimostrato, con
esperimenti sugli animali e studi sugli esseri umani, che l’utilizzo di una parte specifica del
nostro sangue, ha la capacità di rigenerare qualsiasi cellula, tessuto o organo del nostro corpo.

Il paragrafo precedente è riferito alle piastrine che, attivandosi, rilasciano molecole che
determinano la moltiplicazione delle nostre Cellule Staminali, di cui tanto si parla e si è
studiato, ma di cui ci è vietato l’utilizzo per curare molte patologie, anche quelle più gravi e
invalidanti.

Il motivo di tale divieto si fonda formalmente sulla potenziale pericolosità di tali trattamenti
mentre la verità è che con tali trattamenti “si rischia di guarire”. Per capire il senso di questa
affermazione bisogna perdere qualche parola per farsi un minimo di idea sul funzionamento
della gestione della salute a livello mondiale. La regia di ciò è innegabilmente nelle mani
dell’industria del farmaco (c.d. Big Pharma). Le industrie farmaceutiche possiedono infatti
capitali enormi con cui controllano di fatto sia la ricerca che il successivo utilizzo dei loro
prodotti. Del resto in una logica capitalista le industrie promuovono la vendita delle loro
merci. Big Pharma produce principalmente farmaci che curano il sintomo ma non la causa; ha
bisogno che le persone sopravvivano mediante i farmaci e si oppone a qualsiasi terapia che,
risolvendo la causa, renderebbe vano il bisogno di altre medicine.
Il discorso sulle logiche che governano le industrie farmaceutiche sarebbe lungo, chiunque ha
la libertà e i mezzi per approfondire e verificare la gravità di questa situazione.

Torniamo alle Cellule Staminali ed alle loro potenzialità: il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) è
un eccellente alternativa al trattamento con le cellule staminali.

Il PRP ha infatti la capacità di attivare e far proliferare le cellule staminali presenti in vari
distretti del nostro organismo, determinando la rigenerazione cellulare con il conseguente
ripristino funzionale di organi e tessuti.

Gli strumenti per verificare l’autenticità di quanto riportato in questo documento, sono i dati
dei lavori scientifici ai quali si fa riferimento, contenuti in un database consultabile da tutti
(PubMed); è in lingua inglese ma accessibile anche a chi non conosce questa lingua,
utilizzando il browser gratuito google chrome, che rende possibile tradurre in qualsiasi altra
lingua.
Si trova al seguente link:
https://www.google.com/chrome/?brand=BNSD&gclid=Cj0KCQiA2sqOBhCGARIsAPuPK0hwl
lAri99GcuWnvq-cNYSEWAvZxtZa3imQdcAGlg1M9axfS8t_sJcaApChEALw_wcB&gclsrc=aw.ds.

Il database per verificare e approfondire le varie ricerche scientifiche è PubMed: con oltre 24
milioni di riferimenti bibliografici derivati da circa 5.300 periodici biomedici, consente l'accesso
all'archivio bibliografico on-line del sistema MEDLARS, MEDLINE (Medical Literature Analysis
and Retrieval System). Rispetto a Medline, è tuttavia arricchito da riferimenti provenienti da
altri database bibliografici secondari specializzati, come l'Index to Dental Literature,
l'International Nursing Index, l'Hospital Literature Index e altre fonti d'informazione su specifici
settori.
CAPITOLO II: Cellule Staminali Mesenchimali
Si tratta di cellule staminali adulte multipotenti in grado di replicarsi e trasformarsi in altri
tipi di cellule. Hanno proprietà immunomodulatorie, ovvero sono in grado di regolare le
alterazioni delle risposte del sistema immunitario, hanno capacità anti-infiammatorie e, una
volta innestate nell’organismo, favoriscono i processi di guarigione in loco migrando verso il
tessuto danneggiato.

Nonostante le migliaia di studi scientifici che dimostrano le loro capacità terapeutiche per
tantissime malattie, tutte le patologie che potrebbero essere trattate (e risolte) con queste
cellule, sono orfane di cure o, al massimo, “alleviate” con farmaci sintomatici.

Come si ricavano le cellule staminali? Il metodo più semplice ed economico sarebbe quello di
prelevarle dal tessuto adiposo (dello stesso paziente), metterle in coltura (decuplicando,
quindi, la quantità) e re-infonderle nello stesso paziente. Tutto questo andrebbe effettuato in
ambito ospedaliero; certamente comportando dei costi, costi irrisori, comunque, rispetto a
ciò che si spende per i farmaci in uso, i quali non solo non risolvono la patologia ma, nella gran
parte dei casi, determinano l’insorgere di altre patologie.

Perché nonostante la loro provata efficacia su gravi malattie come Alzheimer, Parkinson,
Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), Sclerosi Multipla (SM) e tante altre, dopo anni di ricerche
ed esclusioni accertate di effetti avversi, le cellule staminali non si usano per trattare queste
terribili malattie? È chiaro che, se così facessero, il business dei farmaci avrebbe un crollo
notevole. I pazienti sono per loro “clienti” e le persone sane una perdita di profitto, questo è il
ragionamento logico dei managers delle case farmaceutiche.

Dobbiamo quindi, se vogliamo usufruire di questo trattamento, imparare a fare la


preparazione in autonomia. In autonomia si… Questa “follia” perché Big Pharma ha usato (e
continuerà a farlo) tutti i mezzi per impedire che il PRP venga approvato come terapia (il PRP
è ampiamente utilizzato da anni per trattare problemi estetici come le rughe e l’alopecia; è
consentito l’uso anche agli odontoiatri e ortopedici).

CAPITOLO lll: PRP per via sottocutanea, un protocollo sicuro ed


economico per attivare le Cellule Staminali.

Le piastrine sono i più efficaci dispenser farmacologici creati dalla natura. Esse intervengono
sia nel processo di coagulazione del sangue, sia nel processo di riparazione tissutale.
Le piastrine, una volta attivate, iniziano a rilasciare fattori di crescita (1,2,3,4) e, dopo il rilascio
iniziale, esse sintetizzano e secernono fattori aggiuntivi per i restanti sette/dieci giorni della
loro vita (5).

Il Plasma Ricco di Piastrine (PRP), con il rilascio dei fattori di crescita è un’alternativa al
“trapianto” delle Cellule Staminali; questo in quanto ha le capacità di attivare e indurre la
proliferazione delle Cellule Staminali Mesenchimali (MSC) che, richiamate da segnali chimici
specifici, si immettono nel circolo sanguigno e migrano verso i tessuti o organi danneggiati,
per attuarne la rigenerazione (6,7,8,9,10, 11,12,13).

I vari studi scientifici pubblicati sulle riviste mediche internazionali, riportano la


somministrazione del PRP per via locale o endovenosa: è stato ormai verificato e confermato,
con esami ematici pre e post trattamento, che la via di somministrazione sottocutanea (nella
zona addominale) determina un effetto sistemico del PRP efficace quanto la somministrazione
endovenosa.

La somministrazione parenterale dei farmaci per via sottocutanea è utilizzata da molte


migliaia di pazienti che si autogestiscono quotidianamente, ad esempio quelli che usano
l'insulina per gestire il diabete, i riceventi di alcuni tipi di terapia ormonale e altri (14).

Idealmente, tutti i tessuti sottocutanei con massa sufficiente, in assenza di alterazioni cutanee
o edemi, possono essere utilizzati per la somministrazione sottocutanea (15).

I farmaci somministrati per via sottocutanea sono di solito completamente assorbiti dalla
circolazione sistemica entro 30 minuti (16); l'assorbimento è compreso tra il 78% e il 100%
(17,18).

La somministrazione sottocutanea è più sicura nonché più efficace sia rispetto alla via di
somministrazione intramuscolare che a quella endovenosa: nel tessuto adiposo presente
nell’ipoderma si trova, infatti, una concentrazione di MSC di molto superiore a quella presente
negli altri tessuti; vi è quindi un’immediata attivazione, mobilizzazione e input alla
proliferazione di una quantità massiva di Cellule Staminali Mesenchimali. Inoltre, la semplicità
di esecuzione della metodica proposta ne permette l’impiego a domicilio o nelle strutture di
ricovero, e consente di evitare l’ospedalizzazione, con conseguente abbattimento dei costi di
preparazione e di somministrazione.

Le cellule staminali sono quindi cellule indifferenziate che raggiungono il tessuto danneggiato
e si sostituiscono alle cellule non più funzionali; con il PRP possiamo utilizzare queste cellule
per trattare varie patologie. Tuttavia, se non si elimina la CAUSA che ha determinato la
specifica malattia, si riducono in modo importante i risultati della terapia con il PRP.
Patologie neurodegenerative, autoimmuni e altre:

CAUSA/E EFFETTO RISULTATI

Infiammazione. patologie varie tra le quali:


Danno
cellulare
Alimentazione Sclerosi Multipla e altre patologie
(intolleranze alimentari) autoimmuni

Agenti patogeni (virus, Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA),


batteri, funghi) Parkinson, Alzheimer

Xenobiotici Depressione, allergie, diabete

Stress prolungati Dolore acuto o cronico di varia


(comprese le “relazioni natura
tossiche”)

Genetica

È quindi importante riparare il danno, attraverso l’utilizzo delle Cellule Staminali ma è


altrettanto importante scoprire la causa che lo determina ed eliminarla, altrimenti abbiamo
da una parte le cellule staminali che riparano e, dall’altra, la causa che persiste e impedisce la
risoluzione definitiva.

In questo documento è descritto il meccanismo d’azione di una sostanza economica ed


efficace per l’eliminazione delle cause di gran parte delle patologie.

Tra le cause sopra citate ne analizziamo due: quella più semplice (alimentazione) e quella più
complessa, ovvero la causa genetica

ALIMENTAZIONE: Già da alcuni anni è stato confermato che l’alimentazione errata aumenta
l’infiammazione a bassa intensità, spesso inavvertita dal paziente. L’infiammazione interessa
principalmente (localmente) l’intestino, con aumento della permeabilità alle esotossine e agli
antigeni alimentari. Nel giro di pochi anni si arriva ad uno stato di disreattività immunologica
che evolve verso l’autoimmunità sistemica (19).

GENETICA: Gran parte delle malattie genetiche per manifestarsi necessitano del concorso di
fattori epigenetici; eliminando quindi questi ultimi (alimentazione errata, deficit di vitamine
e/o sali minerali, stress, inquinamento ambientale, agenti patogeni, etc.) riduciamo
drasticamente la possibilità che la patologia genetica produca la sua manifestazione clinica e,
laddove si fosse già manifestata, impediamo la sua evoluzione e di conseguenza il
peggioramento clinico.

In sintesi: le mutazioni geniche sono fattori predisponenti ma per la manifestazione della


patologia è necessario il concorso dei fattori epigenetici.

CAPITOLO IV: Come eliminare le cause di gran parte delle patologie

Il diossido di cloro (ClO2) è una sostanza chimica usata da più di un secolo per potabilizzare
l’acqua (20), dà risultati eccellenti nell’eliminazione delle cause, questo non stupisce quando si
conosce il suo meccanismo d’azione.

Nonostante la demonizzazione di questa sostanza, considerata pericolosa, velenosa, mortale,


da parte di chi detiene il potere e gestisce l’informazione, sempre più persone in tutto il
mondo la utilizzano, ottenendo risultati eccellenti su svariate patologie.

Approfondimenti:

- il libro del dottor Andreas Ludwing Kalcker : “Salute Proibita”, Voedia edizioni (è la fonte di
gran parte dei dati sul CDS, presenti in questo documento);

- testimonianze delle persone che usano il diossido di cloro nei vari gruppi telegram, per
l’Italia: “CDS testimonianze Italia”; per la Spagna: “Diòxido de Cloro”; in inglese: “Chlorine
Dioxide Channel” e “Chlorine Dioxide DMSO Resources”.

I residui metabolici acidi (o i patogeni)che il corpo non riesce a smaltire creano inizialmente
intossicazioni, poi infiammazioni croniche e/o acidosi metaboliche, per divenire infine
patologie degenerative complesse. Il CDS non fa miracoli ma determina un innesco di “sottili”
interazioni elettrochimiche tese alla alcalinizzazione tramite ossidazione selettiva dei
patogeni o dei residui metabolici acidi, trasformandoli in ceneri alcaline.

La maggior parte delle patologie nascono da acidosi metabolica, che è un accumulo di protoni;
i patogeni sono acidi e la carica protonica riduce l’ossigeno (ipossia). Il biossido di cloro è un
trasportatore di ossigeno e quando si riduce ha un’azione riequilibrante (l’ossigeno elimina la
carica protonica e l’ipossia e, contemporaneamente, l’effetto anionico del cloro ruba elettroni
alle proteine più acide e ristabilisce l’equilibrio elettrochimico alcalinizzando).
L’ossigeno è di vitale importanza per alcuni organuli presenti all’interno della cellula, i
mitocondri: essi hanno il compito sia di produrre energia (essenziale per la vita della cellula)
sia di eliminare le tossine, consentendo così un funzionamento ottimale delle attività cellulari.

MITOCONDRI: ogni cellula ne contiene circa 300, il loro blocco o riduzione numerica apre la
strada a patologie metaboliche quali diabete; dislipidemie, nefropatie;

- Il mitocondrio impedisce la proliferazione neoplastica e quindi blocca l’insorgenza dei


tumori;

- Numerosi studi stanno sempre più rafforzando il ruolo potenziale del mitocondrio
nella patogenesi delle malattie neurologiche come Parkinson, Alzheimer, Sclerosi
multipla, SLA (21,22,23).

Alcune delle affermazioni più ricorrenti nelle migliaia di studi sulla SLA :

“… sempre più evidenze confermano che i mitocondri sono morfologicamente anormali nella SLA
(sono anche infatti coinvolti nella morte del motoneurone)” (24,25);

“…sta diventando sempre più chiaro che i mitocondri sono attori chiave nella patogenesi della
SLA…”; “…l’alterazione del funzionamento dei mitocondri sono la causa principale nella
patogenesi della SLA(26,27,28,29);

“i difetti del metabolismo energetico mitocondriale sono alla base della patologia delle malattie
neurodegenerative” (30,31,32,33).

In gran parte dei lavori scientifici che trattano della SLA, leggiamo anche: “… una caratteristica
ben conosciuta delle varie forme di SLA è la trasmissione glutammatergica eccessivamente
attiva; le cascate citotossiche a valle portano alla morte dei motoneuroni e influenzano la
progressione della patologia…; ...la concentrazione extracellulare di glutammato si verifica in
seguito alla privazione di energia(per alterazioni dei mitocondri): questa porta sia ad un
ridotto assorbimento sia ad un aumento del rilascio vescicolare e non vescicolare di
glutammato” (34,35,36,37,38).

L’ossigeno è la componente fondamentale per il corretto funzionamento del mitocondrio:


senza l’ossigeno il mitocondrio non può produrre energia, ne detossificare la cellula (che
quindi accumula tossine). Se i mitocondri smettono di “lavorare” (perché privati di ossigeno)
la cellula muore.

La Grande AutoEmoinfusione (GAE) con ossigeno e Ozono è capace di fornire l’ossigeno


necessario al nostro organismo; è un protocollo usato da decenni, approvato e autorizzato dal
Ministero della Salute ma, nonostante questo, non è utilizzata negli ospedali né sostenuta dal
Sistema Sanitario Nazionale. L'ossigeno ozonoterapia agisce infatti sulle cause delle varie
patologie e il suo utilizzo comporterebbe ingenti perdite economiche per le case
farmaceutiche che, come tutte le aziende puntano ad ottenere il massimo profitto. In questo
caso i guadagni vengono dai malati e quindi che senso ha farli guarire?
La validità dei metodi di somministrazione dell’ozono e dell’ossigeno-ozono terapia come
strumento di cura di numerose patologie è confermata da una bibliografia di oltre 1800
lavori pubblicati dal 1995 a oggi su www.pudmed.com, una sorta di enciclopedia online che
riporta tutti i lavori scientifici pubblicati sulle più importanti riviste mediche.

La Grande AutoEmoinfusione (GAE) con ossigeno e Ozono consiste nel prelievo di una sacca di
sangue (100 o 200 cc) che, una volta arricchita di ossigeno e ozono, viene re-infusa nel
paziente; è praticata da personale medico specializzato e comporta dei costi piuttosto
importanti; inoltre in Italia non sono tanti gli studi medici privati che eseguono questa terapia
e, oltre al costo elevato c’è l’impedimento, per un malato grave per esempio, di raggiungere la
struttura più vicina.

Approfondimenti sui meccanismi farmacologici dell’ozonoterapia nel libro: “OZONOTERAPIA


E NUTRIZIONE”, dei Dottori Simonetti, Liboni e Speciani, un testo ricco di dati e informazioni,
tutti supportati da un’ampia bibliografia (278 studi pubblicati sulle principali riviste
scientifiche).

La molecola del diossido di cloro comprende tutte le attività terapeutiche dell’ossigeno ozono
terapia, ma non solo …

Allo stesso modo dei globuli rossi, il diossido di cloro (ClO2) è capace sia di trasportare che di
immagazzinare ossigeno, rilasciandolo poi nelle zone più acide; il ClO2 non solo fornisce
ossigeno ma garantisce il rilascio dello ione cloro, che è un ossidante, è efficace nella lotta
contro virus, batteri, parassiti e funghi.

ATTENZIONE: la molecola del diossido di cloro è formata da un atomo di cloro e due atomi di
ossigeno (ClO2), da non confondere né con la candeggina (NaClO), né con il clorito di sodio
(NaClO2), (in letteratura scientifica sono presenti dati di casi di intossicazione con il
precursore del diossido di cloro, il clorito di sodio, quindi è bene fare presente che non si
tratta della stessa sostanza). E non si tratta neanche di “varechina”, come riportano i vari siti
internet, che, evidentemente, non sanno di cosa parlano.

Il ClO2, in tutte le sue forme, apporta ossigeno ai liquidi interstiziali ed ai tessuti, attivando
maggiormente i mitocondri ed innescando processi di recupero e risanamento endogeno nella
maggior parte delle patologie.

Quando la molecola del diossido di cloro si riduce (all’interno del nostro organismo) a ione
cloruro e ossigeno, quest’ultimo viaggia verso il suo recettore specifico, ovvero il
mitocondrio, ove istantaneamente contribuisce ad incrementarne l’attività.

Uno studio specifico (39) ha dimostrato l’innocuità del diossido di cloro: “…il ClO2 se ingerito
non è cancerogeno ne tossico, non si accumula e non provoca effetti avversi”; (anche senza
questo, visti i tanti brevetti farmaceutici che hanno il diossido di cloro come principio attivo, è
comunque più che certa la mancanza di tossicità di questa molecola).

Di seguito alcuni dei 60 brevetti farmaceutici reperibili online:


rif. 40: brevetto per provocare degenerazione e morte di cellule tumorali tramite biossido di
cloro in vari tumori;

Rif 41: -per curare rinite allergica e asma;


-utilizzo di biossido di cloro come disinfettante per sangue trasfusionale

Rif. 42: analogo al precedente, ma con clorito sodico.

Rif. 43:brevetto per utilizzo di biossido di cloro in Alzheimer, Sclerosi Multipla e Sclerosi
Laterale Amiotrofica

Rif. 44: brevetto per prevenire infezioni perioperatorie tramite clorito sodico intravenoso:

Rif. 45: brevetto per l'utilizzo di biossido di cloro per la rigenerazione del midollo osseo

Le gasometrie venose (Emogasanalisi) effettuate prima e dopo l’assunzione di questa


molecola hanno dimostrato aumenti importanti della saturazione di ossigeno nel sangue già
dopo un’ora dall’assunzione.

Il ClO2 uccide gli agenti patogeni e ossida i metalli pesanti, rendendo possibile la loro
eliminazione dal corpo:

- come ossidante dei metalli pesanti: quando si ossidano i metalli pesanti, compreso il
mercurio, il corpo può successivamente eliminarli attraverso il sistema epatico e
renale, perché un metallo ossidato ha caratteristiche molto diverse da quelle dello
stesso metallo non ossidato.

- Il ClO2 ha un’azione selettiva che discrimina le cellule e i batteri utili che formano la
flora batterica intestinale, per via del loro ph più alto, quindi lascia inalterati i batteri
ed i microrganismi simbionti con l’organismo.

Il CDS (biossido di cloro in forma di gas disciolto nell’acqua) può essere iniettato anche per via
endovenosa, intramuscolare e sottocutanea, di solito in concentrazioni comprese tra 50 e 100
ppm (0,005% - 0,01%): questa pratica, effettuata esclusivamente da personale medico, è già
utilizzata in alcuni Paesi del mondo. In questo caso viene denominato CDI (Diossido di Cloro
Iniettabile) e viene preparato con acqua per preparazioni iniettabili.

Come i globuli rossi anche il CDS ha le capacità sia di trasportare che di immagazzinare
ossigeno e, allo stesso modo del sangue, lo rilascia nelle zone più acide (effetto Bohr), ma in
modo molto più efficace perché arriva anche nel tessuto interstiziale, dove il sangue
difficilmente arriva.

Il nostro corpo genera energia attraverso l’ossidazione e per avere una combustione ottimale
l’ossigeno è essenziale; l’ossidazione oltre a generare energia aiuta a mantenere l’equilibrio
alcalino/acido necessario per il corretto funzionamento delle attività fisiologiche.
La mancanza di ossigeno ha anche l’effetto negativo di promuovere la fermentazione che, a
sua volta, crea più acidità, favorendo la moltiplicazione dei patogeni; questi a loro volta
consumano energia e scaricano le tossine metaboliche nel sistema, peggiorando
gradualmente l’intera situazione fino allo sviluppo di una malattia cronica più o meno grave.

Il residuo lasciato dal diossido di cloro è ossigeno e pochi milligrammi di sale (cloruro di
sodio), che l’organismo assorbe, ed è innocuo anche per le persone per le quali il sale è
sconsigliato.

Alcune persone riferiscono sintomi simili al raffreddore quando si utilizza il CDS; ciò può
essere causato da agenti patogeni incapsulati nel muco, nel naso o nei polmoni da un
precedente raffreddore, chiamati biofilm. I germi infatti, talvolta rimangono vivi e incapsulati
nel muco indurito.

Il 19 giugno 2013, il precursore del diossido di cloro, ossia il clorito di sodio (NaClo2), è stato
dichiarato farmaco orfano per la SLA (46, 47): nel documento si legge: “Lo sponsor ha fornito
informazioni sufficienti per dimostrare che il clorito di sodio potrebbe essere significativamente
benefico per i pazienti con SLA perché i primi studi sui modelli preclinici mostrano che potrebbe
ritardare la progressione della malattia”.

Varie testimonianze riportano come il CDS sia efficace anche per ripulire l’organismo dalle
tossine dei sieri sperimentali, con la conseguente scomparsa dei sintomi, più o meno gravi,
causati dalla terapia genica …

CAPITOLO V: Un malato curato è un cliente perso…


L’approccio diagnostico e terapeutico della medicina convenzionale non indaga quasi mai
sulla causa che determina l’insorgere della patologia ma si limita al trattamento della stessa
con i soli farmaci sintomatici.

Un esempio tra i tanti è il trattamento della Sclerosi Multipla. Negli ultimi 30 anni sono stati
sviluppati diversi farmaci immunomodulanti e anti-infiammatori che riescono a tenere sotto
controllo alcuni sintomi della Sclerosi Multipla, senza però riuscire a curare le lesioni della
mielina, né a prevenire ulteriori lesioni conseguenti all’evoluzione della malattia. Questo
perché manca la volontà di indagare sulla causa, che quindi persiste indisturbata nella sua
attività degenerativa.

Perché si persiste nel trattare esclusivamente il sintomo (causato dall’infiammazione) e non si


ricerca la causa specifica dell’infiammazione? E questo nonostante gran parte delle cause
siano da tempo ormai note (patogeni, intolleranze alimentari, presenza eccessiva di metalli
pesanti, etc). È come se, nel caso in cui si rompesse un tubo dell’acqua in casa, invece di
ripararlo, continuassimo a raccogliere l’acqua, per giorni, mesi e anni.

Inoltre, i farmaci per il trattamento della sclerosi multipla, non solo non risolvono la patologia
ma hanno anche pesanti effetti collaterali.
Vediamo quelli attualmente in uso:

Interferone 1-Beta: svolge un'azione antivirale. Può indurre: leucopenia, trombocitopenia,


anemia, cefalea e epatopatie. Particolarmente gravi potrebbero essere la microangiopatia
trombotica e la sindrome nefrosica, anche dopo anni dalla sospensione ( AIFA agosto 2014);

Mitoxantrone: immunosoppressore citotossico, epatotossico e cardiotossico; altera la


struttura del DNA , agisce sui linfociti B e T e sui macrofagi. Effetti collaterali: anemia, febbre,
trombocitopenia, caduta dei capelli;

Leucaran (Cladribina). Effetti collaterali principali: depressione midollare, infezioni, tumori;

Lemtrada (Alemtuzumab). Anticorpo monoclonale. Effetti collaterali principali: autoimmunità


secondaria, tumori e insufficienza renale;

Tysabri (Natalizumab). Anticorpo monoclonale. Principali effetti collaterali: encefalopatia


multifocale, leucopenia, infezioni urinarie, vomito;

Gilenya(Fingolimod). Principali effetti collaterali: aumento enzimi epatici, infezioni, edema


maculare, bronco costrizione;

Aubagio(Teriflunomide). Principali effetti collaterali: alopecia, infezioni respiratorie e delle vie


urinarie, aumento delle transaminasi, nausea, vomito e diarrea;

Copaxone(Glatiramer acetato). Principali effetti collaterali: orticaria, tachicardia, dispnea,


sudorazioni eccessive, convulsioni;

Dimetilfumarato (Tecfidera). Principali effetti collaterali: vampate di calore, nausea, diarrea,


leucoencefalopatia multifocale progressiva.

Daclizumab. Anticorpo monoclonale umanizzato. Effetti collaterali: epatotossicità,


depressione, infezioni polmonari, TBC, anemia emolitica autoimmune, leucoencefalite
multifocale progressiva. Ritirato dal commercio il 2 marzo 2018, dopo 7 casi di encefalopatia
multifocale progressiva avvenuti in Germania. Il 7 agosto 2018 l'AIFA ha comunicato che
“sono stati segnalati casi di encefalite immunomediata, tra cui encefalite da anticorpi contro un
uno specifico recettore, in pazienti durante il trattamento con Daclizumab e anche diversi mesi
dopo l'interruzione”.

Baictnib (Olumant, Incyte cp).Inibitore di enzimi specifici. Effetti collaterali: infezioni


respiratorie, linfomi, TBC, riattivazioni infezioni virali, trombosi venose profonde;

Sponimod.Modula specifici recettori cellulari. Effetti collaterali: linfopenia, aumento


transaminasi, bradicardia e bradi aritmia, edema maculare, ipertensione arteriosa,
convulsioni.

Sarebbe interessante sapere con quale criterio si autorizza l’uso di farmaci che hanno effetti
collaterali peggiori della patologia stessa che dovrebbero “curare”; allo stesso modo
dovremmo pretendere di sapere perché altre terapie (Cellule Staminali) esenti da effetti
avversi e con una efficacia accertata, vengono continuamente escluse dalla lista dei vari
approcci terapeutici.

CAPITOLO VI: Protocollo per la preparazione e somministrazione del PRP


Un infermiere professionale è indispensabile per il prelievo ematico, il resto può farlo il
paziente (o un suo familiare), certo è che: “tutte le cose sono difficili prima di diventare
facili”…

Protocollo:

1.Prelievo venoso di 3 provette di sangue (provette da 5 ml con sodio citrato al 3,8%, 0,129M,
codice provetta: 367704). Ciascuna provetta contiene 0,5 ml di anticoagulante quindi conterrà
4,5 ml di sangue ).

- Dopo aver riempito ciascuna provetta, capovolgerla più volte, lentamente, in modo che
l’anticoagulante si distribuisca in modo omogeneo.

2.Posizionare le provette nella centrifuga, distanziate, ciascuna, da uno spazio vuoto (essendo
6 i porta provette). Questo è importante per equilibrare i pesi nel rotore.

3.Centrifugare a 2.000 rpm (rotazioni per minuto) per 7 minuti

4.Estrarre con cautela ciascuna provetta (per evitare che ci sia un rimescolamento tra le due
fasi) e sistemare nel porta provette in posizione verticale.

5.Indossare una mascherina chirurgica o fazzoletto (per evitare di inquinare il contenuto della
provetta con l’aria espirata).

6.Aprire la provetta lentamente evitando movimenti bruschi.

7.Posizionare l’ago della siringa da 5 ml (ago grosso 0,80x40mm 21Gx1 ½”) al limite delle
due fasi, aspirare lentamente evitando di aspirare la parte rossa …

- Fermare l’aspirazione quando nella provetta rimane il 20% circa del plasma. Questo è
un passaggio importante perché le piastrine sono più concentrate al limite delle due
fasi e il plasma in alto è poverissimo di piastrine. La parte in alto (20% circa) la
dobbiamo quindi escludere per evitare che abbassi la concentrazione finale delle
piastrine (slide n 9).

8.Dopo aver prelevato il plasma da tutte le provette: smontare l’ago grande e montare quello
piccolo (tipo insulina: 0,40x12,7mm 27Gx1/2”).

9.Formare una plica di pelle nell’addome, distanti dall’ombelico, e somministrare molto


lentamente il PRP (all’interno della plica, l’ago deve essere in posizione parallela rispetto al
corpo, come da fotografia a pag 26). Essendo una quantità da 4 a 6 ml è preferibile la
somministrazione in due zone addominali.

N.B.L’assorbimento per via sottocutanea è molto lento per cui è necessario somministrare il
plasma molto lentamente, anche in 10 o 15 minuti.

È consigliato fare un trattamento (con tre provette) a settimana per sei settimane, poi, a
seconda dei risultati ottenuti e della patologia:

- si continua con un trattamento a settimana per qualche mese;

- si riducono i trattamenti: uno al mese.

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qualita.pdf
CAPITOLO 7:
Il plasma fresco congelato (PFC), se mantenuto costantemente a temperatura inferiore a -18 e -
25°C può essere conservato fino a tre mesi (48) è quindi possibile evitare di fare il prelievo
ematico ogni volta: si consiglia di riempire 9 provette (da 5 ml); usare 1/3 del PRP così
ottenuto, per fare subito un trattamento; i 2/3 si congelano e saranno utilizzati (previo
scongelamento a temperatura ambiente) per i successivi due trattamenti.

N.B. : Il PRP in freezer va conservato nella stessa siringa usata per l’aspirazione dello stesso
dalla provetta.
AUTOEMOTERAPIA

C’è un altro metodo utilizzato da oltre 100 anni e quasi scomparso con l’avvento degli
antibiotici negli anni ’40, è l’autoemoterapia. In questo caso si usa il sangue intero: si
prelevano 5 ml di sangue e si iniettano per via intramuscolare nel gluteo; esso stimola un
aumento di macrofagi, che sono, diciamo, una impresa di pulizia per l’organismo.
I macrofagi fanno pulizie. Eliminano i batteri, i virus, le cellule tumorali maligne. (FONTE:
https://www.latigrebianca.it/2019/07/23/auto-emoterapia-contributo-per-la-salute/ ).

Oltre all’articolo sopra, tradotto dal portoghese, vari articoli scientifici accreditati sono
presenti all'archivio bibliografico di Pub Med, ma i dati più interessanti riguardano le migliaia
di testimonianze delle persone che hanno risolto varie patologie con l’autoemoterapia.

Come diceva Socrate:

“Il solo bene è la conoscenza

e il solo male è l’ignoranza ".

Con Amore

Blu

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