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Istologia 13 Osso (parte 2)

Componente cellulare
Losso formato da 4 tipi di cellule:
Pre-osteoblasti
Osteoblasti
Osteociti
Osteoclasti
Pre-osteoblasti
Hanno forma fusata o ovalare. Il nucleo presenta una cromatina
dispersa e un nucleolo evidente. Il citoplasma scarso e basofilo.
I pre-osteoblasti si trovano nel periostio e nellendostio (dove
formano uno strato epitelioide e prendono il nome di lining cells),
nel connettivo delle cavit ossee, nelle trabecole, nei canali di
Havers e di Volkmann (vedi dopo).
Derivano dalle cellule mesenchimali. Si tratta di elementi cellulari staminali che si trasformano in
osteoblasti.
Osteoblasti
Sono cellule di dimensioni notevoli (circa 20 m). Hanno una forma globosa o
poliedrica.
Gli osteoblasti si trovano a contatto con la matrice ossea non ancora
mineralizzata. Qui si uniscono tra di loro attraverso molecole di caderina e
formano uno strato epitelioide. Sono collegati anche da gap-junctions, tramite le
quali coordinano la loro attivit. Il nucleo rotondeggiante ed eucromatico. Il
citoplasma abbondante e basofilo, con granulazioni PAS-positive. La porzione di
citoplasma a contatto con la matrice presenta un maggiore accumulo di vescicole.
La loro funzione quella di produrre le molecole organiche della sostanza intercellulare e sono responsabili
del processo di mineralizzazione della sostanza intercellulare.
La differenziazione dei pre-osteoblasti in osteoblasti avviene grazie ad una serie di fattori, tra cui uno dei
pi importanti lespressione del gene Runx 2.
Osteociti
Hanno una forma stellata. Si distinguono:
Corpo cellulare. Ha la forma di lente biconvessa. Il nucleo
eterocromatico ed il citoplasma piuttosto scarso.
Gli organuli citoplasmatici (RER e apparato di Golgi) tendono a ridursi
man mano che la cellula invecchia. Alla fine, la cellula muore per
apoptosi.
Il corpo dellosteocita viene racchiuso in una nicchia scavata nella
sostanza intercellulare ossea, detta lacuna ossea, la cui forma ricalca
quella della cellula.
Prolungamenti citoplasmatici. Sono accolti allinterno di sottili canali scavati nel tessuto osseo
(canalicoli ossei). Alle loro estremit, i prolungamenti di un osteocita sono connessi mediante gap
junction con quelli degli osteociti circostanti.

Istologia 13 Osso (parte 2)

Ciglio primario. Particolarmente sviluppato negli osteociti. Ha un ruolo fondamentale nella


percezione del carico meccanico sullosso.
Per questa loro particolare disposizione, gli osteociti non si dividono.
Tra la membrana plasmatica del corpo cellulare e dei prolungamenti e la matrice mineralizzata rimane uno
spazio sottile occupato da tessuto osteoide che non mineralizza. Attraverso il tessuto osteoide lacqua e le
sostanze disciolte (gas respiratori e metaboliti) riescono a raggiungere tutti gli osteociti, anche quelli pi
distanti dai vasi sanguigni. Metaboliti e molecole segnale disciolti nel citoplasma vengono inoltre scambiate
tra gli osteociti per il tramite delle giunzioni serrate.
Gli osteociti sono lo stadio quiescente degli osteoblasti. In realt, non sono cellule inattive; esse svolgono
funzioni indispensabili per il tessuto osseo.
In particolare, essi sono responsabili del mantenimento del tessuto osseo e possono alterarne la quantit
nel corpo; essi producono, infatti:
FGF-23, se avvertono un carico meccanico. In questo modo, viene inibito lassorbimento di calcio e
fosfati a livello dei reni e si ha una minore deposizione di osso
Sclerostina, se non avvertono un carico meccanico. Questa proteina inibisce gli osteoblasti,
determinando una diminuzione del tessuto osseo.
Osteoclasti
Sono cellule giganti (100-200 m). Sono plurinucleate, in quanto
originate dalla fusione dei singoli precursori mononucleati (fino a 50
precursori). La cromatina dei nuclei dispersa ed il nucleolo ben
evidente. Il citoplasma debolmente acidofilo, per la presenza di un
elevato numero di lisosomi e di vacuoli enzimatici. La porzione di
citoplasma a contatto con la matrice ossea ha un aspetto increspato; si
parla, quindi, di ruffled border (orletto arruffato).
Si tratta di un ispessimento della superficie cellulare, composta da un
gran numero di ripiegamenti della membrana citoplasmatica che ampliano grandemente la superficie di
lestensione.
In prossimit dellorletto increspato, il citoplasma contiene:
vescicole chiare (apparentemente vuote), interpretabili come le porzioni pi profonde degli spazi
tra le lamine dellorletto increspato.
vescicole scure, contenenti diversi enzimi.
Gli osteoclasti, infatti, sono le cellule deputate a riassorbimento dellosso.
Quando si attivano, aderiscono alla matrice mineralizzata e si scavano una cavit, la lacuna di Howship.
Ladesione avviene grazie alle integrine V3, che si ancorano sullosteopontina della sostanza
fondamentale amorfa. A questo punto, avvengono due eventi:
1. Gli osteoclasti emettono dei podosomi che isolano lambiente in cui deve avvenire la digestione. Si
viene a creare, cos, una zona detta chiara o sigillante.
2. Una volta isolato lambiente, si attivano le pompe H+-ATPasi e Cl- sulla membrana dellosteocita.
Queste solubilizzano lidrossiapatite ed espongono le molecole organiche dellosso alla
degradazione enzimatica. Uno degli enzimi pi importanti che agisce in questa fase la catepsina K.
3. I prodotti digeriti, attraverso transcitosi, vengono riversati sul versante opposto della cellula, dove
verranno riciclati.
Gli osteoclasti risentono di diversi fattori endocrini e nervosi; in particolare, essi hanno il recettore per la
calcitonina, prodotta dalle cellule parafollicolari della tiroide. A seguito dellinterazione ligando-recettore,
gli osteoclasti si staccano dalla matrice che stanno digerendo e perdono il ruffled border.

Istologia 13 Osso (parte 2)

Derivano dalla linea differenziativa monocito-macrofagica. Il differenziamento di un monocita/macrofago o


di un monocita in osteoclasta si chiama osteoclastogenesi ed frutto di un dialogo tra il
monocita/macrofago e gli osteoblasti.
Gli osteoblasti possiedono, infatti, il recettore per il PTH (paratormone). A seguito del legame ligandorecettore, gli osteoblasti:
secernono una citochina, lM-CSF (Macrophage Colony Stimulating Factor). Questo ha una doppia
azione:
agisce a livello del midollo osseo e stimola la produzione di monociti.
agisce sul monocita/macrofago stesso, inducendo il differenziamento in osteoclasta.
espongono sulla propria membrana RANKL (o CD254). Questo agisce da ligando per il recettore
RANK espresso dai monociti/macrofagi. Linterazione RANKL-RANK ne induce il differenziamento in
osteoclasti.
Quando i livelli di RANKL esposti si alzano eccessivamente, gli osteoblasti producono un'altra molecola, la
osteoprotegerina (OPG). Si tratta di un finto recettore, che si lega a RANKL, impedendogli di legarsi a RANK.
In questo modo, viene inibito il differenziamento.
M-CSF, RANKL e OPG vengono orchestrati dagli osteoblasti in modo da ottimizzare la osteoclastogenesi.

Istologia 13 Osso (parte 2)

Organizzazione architetturale
In base alle dimensioni ed alla disposizione delle fibre, si distinguono due variet di tessuto osseo:
Non lamellare (o fibroso)
Lamellare
Tessuto osseo non lamellare (o fibroso)
caratterizzato dalla presenza di grosse fibre collagene (5-10 m di calibro)
che si intrecciano in tutte le direzioni dello spazio (come nei tessuti
connettivi densi a fasci di fibre intrecciati).
Gli osteociti occupano lacune scavate negli interstizi tra le fibre collagene
senza un ordine preciso. Di solito, losso fibroso viene depositato sotto
forma di lamine mal definite, attorno ad un canale centrale occupato da un
vaso sanguigno, detto canale di Havers.
Linsieme delle lamine e dei canali denominato osteone primitivo.
Il tessuto osseo fibroso il primo ad essere deposto, dopodich esso viene rapidamente riassorbito e
rimpiazzato da tessuto osseo di tipo lamellare.
Ne rimane soltanto a livello delle inserzioni dei tendini e dei legamenti.
Tessuto osseo lamellare
Il tessuto osseo lamellare la variet pi diffusa.
Lunit base di questo tessuto rappresentata dalla lamella. Si tratta di una struttura formata da sostanza
intercellulare e lacune contenenti osteociti. Una lamella spessa circa 3-7 m e, al suo interno, tutte le
fibre collagene sono parallele tra di loro.
Esistono due tipi di lamelle:
Lamelle spesse: si tratta di lamelle in cui la componente minerale sensibilmente maggiore delle
fibre collagene. Sono, quindi, pi rigide ma, allo stesso tempo, meno resistenti alla trazione e meno
elastiche.
Lamelle sottili: si tratta di lamelle in cui le fibre collagene sono sensibilmente maggiori della
componente minerale. Sono quindi pi resistenti alla trazione e pi elastiche.
La presenza di questi due tipi di lamelle rende il tessuto osseo ideale per sostenere lorganismo: infatti
rigido (per le lamelle spesse) ma, allo stesso tempo, elastico e, quindi, resistente agli urti.
Il tessuto osseo lamellare esiste in due varianti:
Compatto. Le lamelle sono associate strettamente tra di loro,
senza nessuno spazio tra una lamella e laltra. Le fibre di una
lamella sono orientate in maniera diversa da quelle di unaltra, pur
rimanendo parallele tra di loro allinterno della lamella. In questo
modo, il tessuto ha una forte resistenza alla trazione in tutte le
direzioni.
Le lamelle del tessuto osseo compatto si organizzano in 4 modi:
Sistemi semplici. Le lamelle sono parallele fra di loro.
Sistema osteonico. Le lamelle si dispongono in maniera
concentrica attorno ad un canale centrale, chiamato
canale di Havers. Nel complesso, il canale di Havers con le
lamelle ad esso concentriche prendono il nome di osteone.
I canali di Havers di osteoni diversi sono uniti tra di loro
attraverso canali che decorrono trasversalmente da un
osteone allaltro. Questi canali si chiamano canali di
Volkmann.

Istologia 13 Osso (parte 2)

Attraverso i canali di Havers e Volkmann, i rami dellarteria nutritizia e della vena emissaria
possono raggiungere le parti pi interne dellosso.
Sistema interstiziale (o breccia). formato da lamelle disposte in maniera irregolare tra di
loro. Si chiama interstiziale perch va a riempire gli spazi vuoti tra un osteone e laltro.
Il sistema interstiziale il frutto del rimaneggiamento degli osteoni.
Sistemi circonferenziali. Le lamelle si dispongono a formare una circonferenza che avvolge i
sistemi osteonici e interstiziali. Si distinguono due sistemi circonferenziali: uno esterno (a
ridosso del periostio) ed uno interno (a ridosso dellendostio).
Spugnoso. Le lamelle si incrociano in maniera irregolare tra di loro, delimitando delle cavit, dette
cavit midollari in cui presente il midollo osseo. Lunit strutturale dellosso spugnoso la
trabecola (o spicola), una struttura formata da pi lamelle con decorso comune.

Periostio ed endostio
Si tratta di due strutture formate da un tessuto diverso da quello osseo che avvolgono esternamente
(periostio) e internamente (endostio) le ossa.
In particolare:
Il periostio formato da due strati:
strato esterno, formato da connettivo denso fibroso e poche cellule. ricco di vasi
sanguigni che, attraversato lo strato profondo, si immettono nei canali di Volkmann per
arrivare ai canali di Havers.
Lo strato esterno contiene anche delle fibre collagene con un comportamento particolare,
le fibre perforanti di Sharpey. Queste fibre assumono un decorso perpendicolare alla
superficie del periostio, attraversano lo strato profondo e si inseriscono nelle lamelle del
sistema circonferenziale esterno e dei sistemi interstiziali pi superficiali. In questo modo,
ancorano saldamente il periostio allosso sottostante.
strato profondo, ricco di cellule di svariati tipi, tra cui soprattutto fibroblasti.
Queste cellule sono normalmente quiescenti; nel caso di fratture, possono riprendere la
loro attivit e differenziarsi in osteoblasti. Gli osteoblasti formano uno strato epitelioide (di
Ollier) che deposita il nuovo tessuto.
Il periostio non avvolge totalmente losso; si interrompe nelle zone di inserzione di tendini e
legamenti e nelle zone in cui presente la cartilagine articolare, per larticolazione tra un osso e
laltro.
Lendostio organizzato in un singolo strato di cellule pavimentose che tappezzano tutte le cavit
dellosso. Si tratta di osteoblasti quiescenti (nelladulto) che possono riattivarsi al bisogno.

Istologia 13 Osso (parte 2)

Classificazione delle ossa


Le ossa del corpo hanno forme diverse e, in base alla loro forma, cambiano anche la quantit e la
distribuzione di tessuto osseo compatto e spugnoso. In particolare:
Ossa lunghe. Sono sviluppate maggiormente
in lunghezza che in larghezza. Sono formate
da una parte centrale, la diafisi, e due parti
disposte ai poli, chiamate epifisi.
La diafisi un cilindro cavo, con al centro la
cavit midollare. La parete formata
principalmente da tessuto osseo compatto,
tranne nella zona a diretto contatto con la
cavit midollare (in cui troviamo tessuto
osseo spugnoso).
Le epifisi sono formate perlopi da tessuto
osseo spugnoso, avvolto da un sottile strato
di osso compatto.
Sono ossa lunghe il femore (osso della
coscia), lomero (osso del braccio), ecc.
Ossa corte. Hanno una forma pressoch
cuboidale ed una struttura simile a quella
delle epifisi delle ossa lunghe (molto osso
spugnoso centrale e sottile strato compatto
esterno).
Sono ossa corte le ossa del polso.
Ossa piatte. Hanno una forma laminare leggermente incurvata. Sono formate da due strati di osso
compatto (uno esterno ed uno interno) che racchiudono uno strato di osso spugnoso. I due strati di
osso compatto si chiamano tavolati, mentre lo strato di osso spugnoso prende il nome di diploe.
Sono ossa piatte la scapola e le coste.
Ossa irregolari. Hanno una forma complessa. Anche la distribuzione dellosso compatto e spugnoso
non ben definita, ma, in linea generale, losso compatto tende sempre a disporsi esternamente e
lo spugnoso internamente.
Sono ossa irregolari le vertebre della colonna vertebrale.
Ossa sesamoidi. Hanno una forma appiattita e tondeggiante e si sviluppano allinterno dei tendini
dei muscoli. Hanno sempre una parte compatta esterna e una spugnosa interna.
Sono ossa sesamoidi la rotula e alcune ossa minori del piede.
Ossa suturali. Sono ossa comprese tra le suture1 delle ossa del cranio. Hanno una struttura
paragonabile a quella di un osso piatto.

Le ossa del cranio sono perlopi ossa piatte e sono unite tra di loro da articolazioni dette suture. Si tratta di articolazioni a
incastro tra i margini dentellati di un osso e quelli di un altro.

Istologia 13 Osso (parte 2)

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