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TESINA DI ORTOPEDIA

SCOLIOSI Per scoliosi si intende una deformazione permanente laterale e rotatoria della colonna vertebrale che determina alterazioni sia estetiche che funzionali. Colpisce pi frequentemente il sesso femminile e si manifesta di solito durante le et di maggior sviluppo staturale del tronco: 7-9 anni e 11-13 anni. Fra le scoliosi ad eziologia sconosciuta vi sono: - scoliosi congenita: malformazione di uno o pi corpi vertebrali - scoliosi neurogene: conseguenti a lesioni nervose centrali (paralisi spastica) o periferiche (paralisi flaccida) - scoliosi miogene: dovute a malattie muscolari (miopatie) o retrazioni muscolari - scoliosi desmogene: dovute a retrazione o lassit dei legamenti o della capsula articolare - scoliosi artrogene: dovute a lesioni dello scheletro di tipo traumatico o patologico - scoliosi statica: dovute ad una alterazione della statica del bacino e della colonna per dismetria degli arti inferiori o lussazione congenita dell.anca o limitazione di adduzione o abduzione dell.anca. La malattia insorge ed evolve gradualmente senza dolore, ma predispone in et adulta all.artrosi. La diagnosi di scoliosi essenzialmente clinica supportata da esami diagnostici (Rx). La terapia prevede kinesiterapia, adozione di corsetti ortopedici e la terapia chirurgica che prevede artrodesi posteriore. TORCICOLLO CONGENITO Il torcicollo congenito o torcicollo miogeno congenito una condizione malformativa con origine nella vita intrauterina. La causa di tale malformazione sconosciuta. La teoria pi attendibile (teoria meccanica) fa risalire la malformazione a un'errata posizione del feto in utero e alla conseguente compressione dei vasi sanguigni che irrorano il muscolo sternocleidomastoideo. Il caratteristico aspetto del neonato con torcicollo congenito quello di inclinare la testa verso il lato sano e ruotarla nel lato opposto. Il trattamento di tale affezione chirurgico e consiste nel sezionamento sia del capo sternale che clavicolare del muscolo sternocleidomastoideo e nella sezione dei foglietti di sdoppiamento della fascia cervicale superficiale. In alcuni casi risulta necessaria anche la sezione del capo mastoideo dello stesso muscolo. Dopo l'intervento si applica un corsetto rigido con minerva e diadema con atteggiamento del capo in ipercorrezione (rotazione e inclinazione in senso opposto alla deformit) per 2 mesi e al termine il corsetto gessato viene sostituito da uno morbido per permettere la fase di fisioterapia e la rieducazione motoria. Altro presidio terapeutico consiste nell'uso di una ortesi al collo (il cosiddetto collare) che tiene in posizione corretta la testa con la speranza di mobilizzare il pi possibile il muscolo malato e permettere al soggetto un buon movimento. Alternativa meno invasiva sul lattante per i casi meno importanti l'utilizzo di tutori che facciano dormire il bimbo di lato in modo da favorire l'inclinazione o la rotazione della testa per gravit, o di fisioterapia insegnata ai genitori e ripetuta 4-6 volte al giorno.

PIEDE PIATTO Consiste nell appiattimento della volta longitudinale interna del piede e nella deviazione del calcagno in valgismo. Si verifica soprattutto per iperlassit legamentosa del legamento plantare e ed ipotonia secondaria dei muscoli cavizzanti. Le cause possono essere: - alterazione della formazione delle ossa del tarso (piede piatto embrionario) - posizione errata da briglie amniotiche o oligoidroamnios (piede piatto fetale) - esiti di fratture (piede piatto post-traumatico) - esiti di paralisi, processi infiammatori - insufficienza dei muscoli attivatori del piede (piede piatto statico) per sovraccarichi funzionali (piede piatto professionale) o per deficit delle strutture legamentose durante lo sviluppo corporeo (piede piatto dell.adolescenza). La sintomatologia inizialmente modesta e caratterizzata da facile stancabilit nella stazione eretta e nella deambulazione, poi compare dolore e rigidit del piede con impossibilit di flettere e spinare il piede. La diagnosi radiografica. L.impronta plantare (podogramma) mostra una riduzione o scomparsa della zona plantare a forma triangolare che normalmente sotto carico non prende contatto con il suolo. Non va fatta alcuna terapia fino a 8-9 anni, se la deformit residua importante va fatta terapia chirurgica. DISPLASIA CONGENITA DELL ANCA una malattia caratterizzata da displasia della cartilagine acetabolare e da lassit capsulolegamentosa dell.articolazione coxo-femorale. Predilige il sesso femminile, spesso bilaterale e talvolta pu associarsi ad altre malformazioni come il piede torto. Si manifesta in successione come: - Displasia : forme lievi con anomalie morfologiche - Sublussazione: la testa del femore non pi centrata sulla cavit cotiloidea - Lussazione: fuoriuscita della testa I fattori ereditari (eredit autosomica dominante) determinano un insufficiente sviluppo della cavit cotiloidea che poco profonda con tetto sfuggente ed una lassit della capsula articolare che rendono l articolazione instabile. Contribuiscono inoltre fattori ambientali: primogenitura, presentazione podalica (che costringe ad una rapidaestensione delle ginocchia e delle anche al momento del parto),uso di particolari fasciature (che mantengono le gambe addotte ed estese). La sintomatologia prevede dolore che si irradia alla porzione antero-mediale della coscia. Se non opportunamente curata diventa causa di coxartrosi in et adulta. L ecografia fondamentale per lo screening precoce della malformazione;permette di valutare anche le forme iniziali di sublussazione. La terapia prevede alla nascita l utilizzo del doppio pannolino e manovre di abduzione e intrarotazione; nei casi gravi in cui la testa gi lussata necessaria prima la riduzione della testa, ponendo il bambino a letto con una trazione tran scheletrica, quindi una manovra di abduzione e intrarotazione; dopodich si applica un apparecchio gessato ed infine un divaricatore. Nei casi gravi si interviene chirurgicamente con osteotomia.

NIGRO LUCIA

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