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Estensione valori:
Attiva ginocchio esteso: 20°
attiva ginocchio flesso: 10
passiva ginocchio flesso 30
passivo ginocchio esteso 20
ASSE VERTICALE
è molto vicino all'asse longitudinale dell'arto inferiore (asse che congiunge la testa del femore con
il centro dei malleoli).
Rispetto a questo asse, si effettuano movimenti di rotazione, esterna ed interna
A partire da questa posizione quando la gamba si inclina in dentro si misura la rotazione es-
terna, che ha un'ampiezza massima di 60°. Quando la gamba si in-
clina in fuori si misura la rotazione interna, la cui ampiezza massima varia da 30° a 40°.
ASSE ANTERO-POSTERIORE
A causa
del contatto degli arti inferiori non esiste un movimento di adduzione "puro"; esso è possibile solo
se accompagnato da una lieve flessione o estensione dell’anca.
L'abduzione dell'anca, misurata come angolo tra l'asse longitudinale dell'arto inferiore e l'asse form
ato dall'intersezione del piano sagittale e frontale, raggiunge i 45° se di tipo attivo.
MUSCOLI FLESSORI
1. ILEOPSOAS
2. RETTO FEMORALE
3. SARTORIO
4. TENSORE DELLA FASCIA LATA
ILEOPSOAS
Deficit: incapacita’ di alzarsi dalla sedia senza l’aiuto delle braccia
Valutazione:
Posizione di partenza: pz seduto,la gamba sporge dal lettino, ginocchio flesso, piede non appoggia
to.
Localizzazione della resistenza: sopra la faccia anteriore della coscia, prossimalmente al ginocchio
MUSCOLI ESTENSORI
1. GRANDE GLUTEO
2. BICIPITE FEMORALE (capo lungo)
3. SEMITENDINOSO
4. SEMIMEMBRANOSO
5. Muscoli accessori:grande adduttore, piriforme e medio gluteo
GRANDE GLUTEO
Deficit: difficoltà correre, saltare
Vlutazione: Posizione di partenza: paziente in posizione prona,
Invitare il paziente a sollevare la gamba contro la resistenza.
MUSCOLI ADDUTTORI
1. ADDUTTORE LUNGO
2. ADDUTTORE BREVE
3. GRANDE ADDUTTORE
4. PETTINEO
5. GRACILE (o RETTO INTER
Gli adduttori sono indispensabili per l’equilibrio del bacino nell’appoggio bilaterale: rivestono una p
articolare
importanza in numerose attività sportive come lo sci e l’equitazione
Posizione di partenza: paziente in posizione seduta,
Invitare il paziente a chiudere le gambe contro resistenza.
MUSCOLI ABDUTTORI
1. MEDIO GLUTEO
2. PICCOLO GLUTEO
3. Muscoli accessori: tensore della fascia lata e grande gluteo
Sono attivi nella stazione sull’arto controlaterale in quanto impediscono la caduta del bacino contro
lateralmente. Segni di Trendelenburg e Duchenne.
Posizione di partenza: paziente in posizione seduta,
Invitare il paziente ad abdurre le gambe contro resistenza.
MUSCOLI EXTRAROTATORI
1. PIRIFORME
2. OTTURATORE INTERNO
3. OTTURATORE ESTERNO
4. GEMELLO SUPERIORE
5. GEMELLO INFERIORE
4. Alcuni m. ADDUTTORI sono inoltre extrarotatori : QUADRATO DEL FEMORE, PETTINEO,
fasci posteriori del GRANDE ADDUTTORE
5. GLUTEI: il Grande Gluteo nella sua totalità e i fasci posteriori del Piccolo e del Medio Gluteo
La localizzazione di questi muscoli appare ottimale per aiutare a tenere la testa femorale nella cavi
tà dell’acetabolo
INTRAROTATORI
1.TENSORE DELLA FASCIA LATA
2. PICCOLO GLUTEO (è quasi totalmente un m. intrarotatore)
3. MEDIO GLUTEO (fasci anteriori)
OSTEOARTROSI ANCA
Il trattamento combinato dell’OA dell’anca deve essere personalizzato tenendo presente:
a) i fattori di rischio dell’anca (obesità, fattori meccanici dannosi, attività fisica, displasia);
b) i fattori di rischio generali (età, sesso, comorbidità, polifarmacoterapia);
c) i livelli di intensità del dolore e il grado di disabilità;
d) la localizzazione ed il grado del danno strutturale;
e) le aspirazioni e le aspettative dei pazienti.
ESERCIZI:
Molti tipi di esercizio sono stati descritti in letteratura per le persone con OA, tra cui
il rinforzo muscolare, gli esercizi contro resistenza, lo stretching, esercizi di ampiezza del ROM,
il condizionamento aerobico (come il ciclismo e camminare), gli esercizi per l'equilibrio e il Tai Chi
è paragonabile a quello ottenuto con analgesici semplici e FANS. Tuttavia, l'esercizio fisico di
tutti i tipi non è associato a effetti collaterali
Peso intorno alla caviglia della gamba interessata. Sedersi su una sedia.
Raddrizzare lentamente
il ginocchio fino a quando non è completamente dritto. Tenere premuto per 5 secondi
e abbassare lentamente.
Completare da 2 a 3 serie di 10 ripetizioni
Squat al muro e squat con la sedia (detto in soldoni) 2 o 3 serie da 10.
Mettere una banda elastica intorno alle gambe appena sopra la caviglia. Utilizzare lo schienale di
una sedia per sostegno. Mantenere una buona postura eretta con spalle e fianchi entrambi rivolti in
avanti.
Mantenere il corpo fermo e il ginocchio dritto, sollevare la gamba di lato. Tenere per 5 secondi,
poi abbassare lentamente. Fare entrambe le gambe. Completare da 2 a 3 serie di 10 ripetizioni
Posizione di partenza
Stare con un piede su un gradino. Alzarsi lentamente tenendo il ginocchio rivolto in avanti.
Non spingere in avanti con il piede dell’altra gamba.
Ritornare lentamente alla posizione di partenza. Completare da 2 a 3 serie di 10 ripetizionii
Posizione di partenza
Stare in piedi reggendosi per mantenere l'equilibrio.
Attività
Mantenere il ginocchio dritto, alzarsi sulle punte e tenere premuto per 3-5 secondi,
poi abbassarsi lentamente.
Completare da 2 a 3 serie di 10 ripetizioni
Progressione: L'esercizio può essere reso più difficile eseguendo il
attività su una sola gamba
Stretching
Il “dosaggio” dell'esercizio fisico comprende il numero totale di sedute all'interno di un programma,
la frequenza, la durata o il volume e l’intensità.
Almeno 12 sedute per avere benefici. 150 min a settimana, maggiori risultati con 300 min.
Tipi di esercizi
• esercizi di rinforzo muscolare
• ricondizionamento aerobico
• esercizi di mobilità articolare
• esercizi di allungamento muscolare
• esercizi di coordinazione
• esercizi di propriocezione
• esercizi in acqua
• tai chi
• stile di vita attivo
La progressione dei carichi deve essere graduale ed adattata alle capacità del paziente.
L’esercizio va sospeso in caso di comparsa di dolore, gonfiore alle articolazioni e sensazione di fati
ca perdurante.
Raccomandati calzature confortevoli e se necessario ausili per la deambulazione.
ENDOPROTESI
Sono costituite da uno stelo che viene fissato nel canale midollare, e da
una sfera cefalica (testina) che si articola nella cavità acetabolare.
PROTESI TOTALE
la protesi è formata da quattro elementi: la componente femo-
rale costituita dallo stelo, che si impianta nel femore, e dalla testa, che si inserisce sullo stelo;
la componente acetabolare costituita dal cotile, che viene impiantato nel bacino in corrispondenz
a dell'acetabolo, e da un inserto posto all'interno del cotile
In passato tutte le protesi venivano fissate utilizzando il cosiddetto cemento acrilico (polimetilmetac
rilato). La fissazione con cemento ha permesso un carico postoperatorio precoce ed
ha abbreviato i tempi della riabilitazione.
Una possibile complicanza della protesi cementata, soprattutto nei soggetti giovani,
è l’allentamento meccanico delle componenti protesiche (soprattutto della componente acetabolare
) con recidiva del dolore e necessità di reintervento. Cementate per anziani con osteoporosi. E’
immediatamente stabile, può camminare già dopo pochi giorni.
Il problema dello scollamento protesico ha stimolato lo sviluppo e l’uso della fissazione biologica,
senza cemento.
In questi casi la fissazione della protesi è ottenuta o mediante l’uso di protesi con rivestimento p
oroso che stimola la crescita ossea o con tecnica di press-fit senza cemento.
La crescita dei tessuti ossei si ha in un periodo di 3-6 mesi.
Le protesi ibride sono costituite da una componente acetabolare non cementata e
una componente diafisaria cementata.
Tipi di approcci:
• postero-laterale
• laterale diretto
• antero-laterale
• anteriore
• transtrocanterico
• mini-invasivo
POST-OPERATORIO
Il paziente ritorna in reparto dalla sala operatoria in posizione supina con l’arto in valva di gommapi
uma per controllare meglio l’atteggiamento in intrarotazione.
Dal
secondo giorno il paziente può essere posizionato sul fianco controlaterale mettendo un cuscino in
mezzo
alle gambe per non addurre l’arto operato manovra che aumenta il rischio di lussazione della prot
esi.
considerare:
• Condizioni generali e locali pre e postoperatorie.
• Collaborazione del paziente, le cui aspettative devono essere supportate da
una corretta informazione da parte dell’ortopedico e del fisiatra.