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L’Osservatorio Waste Watcher sullo spreco alimentare domestico nella relazione annuale
presentata al Ministero della Salute nel marzo 2022 ha osservato rispetto ai dati del 2021 un
miglioramento in Italia in particolare nelle aree del nord e del centro, in cui si registra il 12% in
meno degli sprechi rispetto alla media nazionale, mentre si registra un peggioramento nel sud
Italia con un aumento del 18% degli sprechi alimentari. Il miglioramento nel nostro Paese è stato
osservato già a partire dall’anno successivo all’approvazione della Legge Gadda con la
donazione delle eccedenze alimentari da parte delle imprese impegnate nei settori della filiera
economica oppure da parte delle associazioni di volontariato. La posizione ideologica dei
Socialisti e Democratici che ha garantito tutto questo concepisce la possibilità del passaggio da
un’economia lineare a un’economia circolare, che consiste nel preservare il più a lungo possibile
il valore dei prodotti in modo da ridurre al minimo la produzione dei rifiuti, generando una vera e
propria gerarchia dei rifiuti che colloca al primo posto la prevenzione, seguita dal riutilizzo, a sua
volta seguito dal riciclaggio e infine dallo smaltimento. L’obiettivo fondamentale previsto
dall’Agenda 2030 consiste nel diminuire del 50% la quantità degli sprechi alimentari entro il
2030, vendendo i prodotti in scadenza a prezzo ridotto nei limiti della sicurezza a livello salutare
e azzerando l’IVA per la donazione dei prodotti.
Proposte di soluzioni suggerimenti per risolvere il problema (10-15 righe)
Le possibili soluzioni per evitare gli sprechi alimentari vanno ricercate innanzitutto nel
miglioramento delle abitudini individuali perché la maggior parte dei rifiuti sono quelli
domestici. Per le strategie d’acquisto bisognerebbe prediligere l’acquisto frequente di prodotti
freschi e quello periodico di prodotti a lunga conservazione e scadenza, in modo da tenere sotto
controllo sia il proprio piano alimentare sia la riduzione degli sprechi giornalieri. Oltre a questi
semplici accorgimenti individuali, bisogna sottolineare anche l’importanza della strategia
europea “Farm to Fork” che si propone, come stabilito dalla Commissione europea, di dimezzare
entro il 2030 lo spreco pro capite di cibo, promuovendo un sistema alimentare europeo più sano
e sostenibile nel rispetto della società e dell’ambiente. Questo piano prevede essenzialmente la
riduzione dell’utilizzo di pesticidi in agricoltura e l’introduzione del biologico nel processo della
produzione, progettando così una politica alimentare sana e comune a tutti i paesi membri
dell’UE. Nello specifico il piano incentiva l’acquisto di cibi che sono prodotti nel rispetto
dell’ambiente, la pratica di un sano piano alimentare e il miglioramento dell’etichettatura con
una particolare attenzione all’interpretazione delle differenti diciture “da consumarsi
preferibilmente entro il…”, “da consumarsi preferibilmente entro fine…” e “da consumarsi
entro…”, la cui incomprensione sarebbe una fra le tante cause dello spreco da evitare.
Conclusione (5 righe)