Next Generation EU
Il Next Generation EU (NGEU), meglio noto in Italia con il nome informale di Fondo per la
ripresa (in inglese Recovery Fund), è un fondo dal valore di 750 miliardi di euro approvato
nel luglio del 2020 dal Consiglio europeo al fine di sostenere gli Stati membri colpiti dalla
pandemia di COVID-19. Il fondo NGEU copre gli anni 2021-2023 e sarà accompagnato dal
bilancio 2021-2027 dell'UE, per un valore totale di 1824,3 miliardi di euro.
Il fondo NGEU mira ad arginare i danni causati dalla pandemia di COVID-19, rilanciando
l'economia attraverso investimenti nell'economia verde e nel digitale.
I fondi saranno erogati attraverso 390 miliardi di euro di sovvenzioni e 360 miliardi di euro in
prestiti a lunga durata e dovranno essere rimborsati entro il 2058.
Il 30% dei fondi è destinato al cosiddetto Green New Deal, in conformità con l'accordo di
Parigi sul clima.
Per ricevere sostegno, gli Stati membri - valutati tecnicamente dalla Commissione - devono
preparare dei piani e dei progetti nazionali, che comprendano obiettivi e costi stimati. Alla
fine, il Consiglio europeo approverà le proposte attraverso una maggioranza qualificata.
Ogni stato membro che intende utilizzare questi investimenti deve destinare il 37% della
spesa all'economia verde e il 21% agli investimenti digitali.
PNRR
Per accedere ai fondi di Next Generation EU, ogni Stato membro è tenuto a presentare un
piano per definire un pacchetto coerente di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR; in inglese Recovery and Resilience Plan)
è il piano approvato nel 2021 dall'Italia per rilanciarne l'economia dopo la pandemia di
COVID-19, al fine di permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese.
Il termine ripresa vuole indicare l'impatto economico e finanziario che intende determinare
l'attuazione di questo Piano, che si propone di ricostruire un tessuto economico e sociale
coniugando e incentivando le opportunità connesse alla transizione ecologica e digitale così
da poter creare occupazione, migliorando al contempo la qualità del lavoro e i servizi di
cittadinanza, in primis quelli incentrati sulla salute e l’istruzione. Il termine resilienza in
questo contesto intende evidenziare le capacità di reazione a quanto accaduto insite in tutti
gli attori (Stato, imprese, cittadini), la capacità di reagire senza subire.
Il PNRR si struttura in quattro aree: 1. Obiettivi generali; 2. Riforme e Missioni; 3. Attuazione
e monitoraggio; 4. Valutazione dell'impatto macroeconomico
Il PNRR annovera tre priorità trasversali condiviso a livello europeo (digitalizzazione e
innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale) e si sviluppa lungo 16 Componenti,
raggruppate in sei missioni: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura;
Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica; Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile;
Istruzione e Ricerca; Inclusione e Coesione; Salute. Per ogni Missione sono indicate le
riforme necessarie per una più efficace gestione e realizzazione degli interventi. A sua volta,
si distinguono 63 riforme all'interno del Piano, suddivise in riforme orizzontali, riforme
abilitanti, riforme settoriali e riforme concorrenti.
Il requisito della minore età viene considerato al momento della presentazione della richiesta
di cittadinanza.
Il bambino o ragazzino deve avere la residenza legale in Italia e deve aver frequentato
regolarmente nel nostro Paese per almeno cinque anni:
-uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione;
-oppure percorsi di formazione per il conseguimento di una qualifica professionale.
Se il percorso fatto riguarda la scuola primaria, viene richiesta una positiva conclusione del
ciclo.
Per ottenere la cittadinanza italiana di uno dei minori aventi diritto occorre una dichiarazione
di volontà espressa in tal senso entro il compimento dei 18 anni dell’interessato. La
dichiarazione va fatta da un genitore legalmente residente in Italia o da chi esercita la
responsabilità genitoriale all’ufficiale dello Stato civile del Comune di residenza del minore.
Nel caso in cui non venga fatta questa dichiarazione di volontà, l’interessato può presentare
richiesta di cittadinanza sempre all’ufficiale di Stato civile del Comune di residenza entro due
anni da quando ha compiuto i 18 anni.
Nello stesso periodo di tempo, cioè prima di compiere i 20 anni, nel caso in cui l’interessato
avesse ottenuto la cittadinanza, potrebbe rinunciare al passaporto italiano se ne avesse uno
di un altro Paese.