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Incontri zootecnici

PER ORIENTARE LE SCELTE AZIENDALI CON I NUMERI

Sistemi pratici di calcolo per fare pi reddito in stalla


Il Sata ha sperimentato su 62 aziende un semplice strumento informatico, Dairy Economics, per orientare le scelte dellimprenditore e migliorare la redditivit aziendale. I risultati sono stati ottimi in riferimento alle decisioni: introduzione della terza mungitura, messa in asciutta e sostituzione della bovina, acquisto di nuove quote latte
Michele Campiotti
Sata ha creato e testato su 62 allevamenti della Lombardia un nuovo strumento denominato Dairy Economics. Si tratta di un foglio di lavoro elettronico che permette la registrazione di alcuni dati aziendali importanti dal punto di vista economico e facilita la valutazione dellefficienza della propria azienda e delle proprie scelte operative.

Dalla collaborazione tra il Ser vizio mentare lefcienza degli allevamenti assistenza tecnica allevamenti (Sata) e una di queste consiste proprio nel I calcoli e Greg Bethard (G&R Dairy Consul- poter valutare sotto il prolo econo- di Dairy Economics ting - Virginia - Usa) nato un inte- mico le decisioni dellimprenditore. ressante e utile approccio alla valuta- Il limite legato alla non conoscenza di I primi dati da registrare quotidianazione economica delle scelte tecniche tutti gli elementi che entrano in gioco mente in Dairy Economics riguardanellazienda da latte. Lobiettivo era e sono inuenzati dalle decisioni im- no la razione e i costi alimentari, parte quello di proporre uno str umento prenditoriali tipico della complessit rilevante dei costi aziendali. Dair y aziendale a tutti gli allevatori Sata gestionale dellallevamento da latte, Economics prevede due sezioni relatiche li aiutasse nello sforzo di cam- ma deve essere ridotto al minimo per ve ai costi della razione: per vacche in biamento della mentalit di gestione ottenere risultati di rilievo dal punto lattazione (figura 1) e in asciutta. dellazienda che il Sata da anni si im- di vista dellefcienza aziendale. Vanno registrati la razione e le reIl gruppo di lavoro gestionale del lative quantit e i costi delle materie pegna a diffondere agli allevatori. ormai nota la situazioprime o mangimi, per deterne degli allevamenti italiani minare il costo della razioTabella 1 - Produzione commercializzata di latte (riassunta nella tabella 1): ne, ma soprattutto il costo vaccino in Italia (1) al 2002 era attivo in Italia per chilogrammo di sostanProduzione Produzione Allevamenti solo un terzo degli allevaza secca della razione, che commercializzata per allevamento menti da latte in produzione rappresenta, a parit di ten. var. (%) .000 t var. (%) t var. (%) nel 1988, passando da circa nori proteici ed energetici, 1988-1989 181.771 10.906 60,0 180.000 a circa 60.000. Queil vero metro di valutazione 1995-1996 97.046 10.403 107,2 sto, in realt, senza portare dei costi di razionamento. 1997-1998 89.938 7,3 10.519 1,1 117,0 9,1 a grosse variazioni sulla proEsso consente di mettersi 1998-1999 81.555 9,3 10.556 0,4 129,6 10,8 duzione totale commerciaal riparo da pericolose valu1999-2000 74.820 8,3 10.437 1,2 139,5 7,6 lizzata. Tale trend permane tazioni totalmente fuorvian2000-2001 67.615 9,6 10.679 2,3 157,9 13,2 anche dopo il 2002. Anzi le ti dei costi alimentari che 2001-2002 63.666 5,8 10.968 2,7 172,3 9,1 pi recenti prospettive detsono spesso occasione di (1) Consegne + vendite. tate dalle nuove regole eudiscussione tra allevatori e ropee (disaccoppiamento) mangimisti. non fanno certo presumere Quantit e valore della uninversione di tendenza. produzione, costi e ingeLattuale situazione il ristione della razione. Il sultato di un periodo difciprimo dato da registrare rile e complesso che da anni guarda il numero di vacche interessa il settore lattieromunte giorno per giorno e caseario italiano; lo scenario il numero di quante erano poi si ulteriormente aggrain cura e il cui latte pertanto vato nellultimo anno a caunon stato commercializsa dellandamento stagionazato (figura 2). Il secondo le avverso alle colture che dato giornaliero relativo ha portato a un drammatico alla produzione espressa coaumento dei costi delle mame litri di latte venduti. La terie prime riducendo draterza informazione, imporsticamente o annullando i tantissima, riguarda lingemargini di utile della produstione di sostanza secca. zione di latte. necessario cio registrare la Risulta pertanto decisivo quantit di unifeed scaricatrovare nuove vie per auto e lavanzo raccolto prima
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dello scarico successivo. Questultima informazione forse lunica che non tutte le aziende sono abituate a registrare, mentre raccomandabile che in tutte le aziende diventi una routine la registrazione della quantit di alimento avanzato dal bestiame, perch permette di prendere coscienza della reale ingestione dando indicazioni utilissime e in tempo reale sullandamento aziendale. Gli altri dati della tabella sono altrettanto importanti e vengono calcolati dal foglio elettronico a eccezione di quello riferito alla sostanza secca dellunifeed, che pu essere stimato a par tire dai dati analitici della razione o, meglio ancora, mediante un microonde, o una stufa per quelle aziende che ne sono dotate. Lultimo dato da inserire in questa pagina il prezzo di vendita del latte, informazione determinante per chiudere il cerchio delle valutazioni economiche. Da queste poche informazioni gi possibile ottenere interessanti considerazioni tecnico-economiche.

Figura 1 - Dairy Economics: costi alimentari

Figura 2 - Dairy Economics: dati giornalieri da registrare

Figura 3 - Dairy Economics: i primi indici tecnico-economici

Partendo dallingestione di sostanza secca per vacca e dal latte venduto per vacca (figura 3) possibile calcolare quotidianamente un indice di efcienza: il rapporto tra la sostanza secca ingerita e il latte venduto, che risponde al desiderio di ogni allevatore di conoscere quanto latte produce il chilogrammo di sostanza secca somministrato alla vacca. Un indice che descrive cio la conversione di alimenti di input in prodotto vendibile. La disponibilit giornaliera di questo dato senzaltro uno strumento molto prezioso.

Rapporto tra sostanza secca ingerita (s.s.i.) e latte venduto

(*) Sostanza secca ingerita.

Entrate al netto dei costi alimentari la traduzione italiana del concetto anglosassone Income over feed cost (Iofc), che si ottiene detraendo al ricavo totale del latte i costi alimentari sostenuti per quella produzione; pu essere espresso sia per vacca sia per lintera stalla. LIofc medio per vacca delle 62 aziende lombarde analizzate dal Sata evidenzia una notevole variazione tra i due estremi (da 3,24 a 11,76 euro/ vacca/giorno; il valore medio invece di 6,24 euro/vacca/giorno) pari a circa 8 euro/vacca/giorno. Questo sufciente per capire che non tutte le realt aziendali sono uguali ed assolutamente necessario sviscerare la problematica con strumenti e criteri utili a capire cosa necessario per

Entrate al netto dei costi alimentari

migliorare il proprio allevamento. Le principali variabili che influenzano lIofc sono: il costo alimentare, che evidentemente deve essere minimizzato; lindice di conversione della sostanza secca in latte, che deve essere massimizzato; lingestione totale di sostanza secca, che va massimizzata; il prezzo del latte, che una componente decisiva per il risultato nale. Anche questultima componente andrebbe massimizzata, ma pur troppo delle

quattro variabili citate quella sulla quale il singolo allevatore difcilmente pu incidere. La gestione oculata e cosciente di queste quattro variabili permette di perseguire quelli che Iofn Fetrow (docente dellUniversit del Minnesota - Usa), uno dei pi grandi esperti nel settore, gi nel 2001 aveva simpaticamente denito i tre principali obiettivi dellazienda da latte: aumentare al massimo il latte venduto; contenere i costi il pi possibile; mai andare contro al punto 1. Lobiettivo dellazienda da latte quindi non ridurre i costi innanzitutto, bens aumentare la differenza tra costi e ricavi. Osservazione semplice ma assolutamente non scontata in tantissime aziende nelle quali nei momenti difcili, che sono quelli in cui queste regole diventano determinanti, presi dal panico gli allevatori somministrano, per esempio, meno unifeed alle vacche, o disinvestono sugli strumenti di gestione aziendale o sul benessere animale: oggi i settori, a mio parere, pi redditizi. In questi

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Graco 1 - Iofc aziendale per classi di prezzo latte


12 11 Iofc/vacca/giorno (euro) 10 9 8 7 6 5 4 3 2 Aziende Prezzo del latte 0,36 Prezzo latte 0,36-0,40 Prezzo latte 0,40 Media 6,24 Dev. Standard 1,67 CV (%) 26,8

Graco 2 - Costo razione per vacche in lattazione


0,26 0,24 Costo razione (euro kg/s.s.) 0,22 0,20 0,18 0,16 0,14 0,12 0,10 Aziende Media (euro/kg s.s.) 0,20 Dev. Standard 0,017 CV (%) 8,5

Graco 3 - Costo alimentare per quintale di latte prodotto


21 20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 Media 15,31 Dev. Standard 2,19 CV (%) 14,3

Aziende Prezzo del latte 0,36 Prezzo latte 0,36-0,40 Prezzo latte 0,40

Obiettivo

casi si considerano solo i problemi dei costi, ma si ignorano quelli dei ricavi. Tornando al campione analizzato, sono stati riscontrati anche prezzi del latte sensibilmente diversi. Alcune aziende conferivano a cooperative del Mantovano che spuntavano prezzi molto interessanti, intorno a 0,5 euro/litro. Il prezzo medio del campione di 0,374 euro/litro con il 40% delle aziende intorno a 0,35 euro/litro. Il grafico 1 presenta i dati relativi allIofc delle stesse aziende raggruppate per per classe di prezzo di vendita del latte: in rosso quelle con prezzi al di sotto di 0,36 euro/litro, in verde quelle tra 0,36 e 0,40, e in giallo i fortunati, che vendono sopra 0,40 euro/litro. Evidentemente il prezzo del latte la variabile determinante la redditivit aziendale, ma non sempre cos. Infatti vi sono aziende verdi e persino gialle che pur avendo il prezzo del latte alto non riescono a essere tra le prime in termini di Iofc. Inne tra le aziende pi efcienti ci sono alcune aziende rosse, a denotare il consistente ef fetto gestionale, talvolta determinante per il buon risultato nale. Il grafico 2 riporta i costi alimentari per tutte le aziende espressi per chilogrammo di sostanza secca sia per le vacche in lattazione sia per quelle in asciutta. Le variazioni del costo della razione tra gli allevamenti sono notevoli e pi accentuate nel caso degli animali in asciutta dove, ancora troppo spesso, lalimentazione gestita al risparmio. Un altro aspetto da rilevare riguarda gli allevamenti con prezzo del latte maggiore alla media che sovente evidenziano costi razione superiori: ci pu essere dovuto a disciplinari di produzione (divieto duso degli insilati) o talvolta a una minore attenzione nella gestione dei costi visto che il prezzo del latte alto. Un altro indice utile per mantenere sotto controllo i costi alimentari il rapporto tra questi ultimi e i quintali di latte prodotto (costo alimentare per quintale di latte) (grafico 3). La maggiore efcienza in questo caso appannaggio delle aziende rosse, costrette dal basso prezzo del latte a produrre al minimo costo. Un altro dato interessante la percentuale di vacche il cui latte, per motivi diversi, non viene venduto. utile ricordare che tutti i dati che sono stati raccolti sono medie mensili e quindi dati che rispecchiano abbastanza fedelmente la tendenza aziendale. Eppure vi sono aziende che per lintero mese non mungono oltre l8% delle vacche contro un valore medio del campione pari al 2,7% e il 18% delle aziende che
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Costo (euro/100 kg latte)

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Figura 4 - Dairy Economics: Iofc marginale

Graco 4 - Rapporto latte/s.s.i. in ordine di Iofc per vacca/giorno


1,8 1,7 1,6 1,5 1,4 1,3 1,2 1,1 1,0 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 Media 1,33 Dev. Standard 0,17 CV (%) 12,7

Obiettivo

non mungono una percentuale minima di capi ( 1%). L8% di vacche non munte rappresenta uninefcienza pericolosa per la redditivit dellallevamento: il valore ottimale dovrebbe restare intorno al 2-3%. Grande interesse ha anche il parametro relativo alla percentuale di unifeed avanzato dagli animali. I dati hanno dimostrato che sono ancora troppe le aziende in cui gli avanzi sono nulli o trascurabili (solo nel 19% degli allevamenti gli avanzi superano il 2% della razione distribuita). Lavanzo in greppia deve sempre essere presente: un avanzo del 3-5% costituisce lunico indice efcace a dimostrare che le vacche hanno mangiato tutto quello che potevano mangiare. Per quanto riguarda i dati delle medie mensili dellingestione di sostanza secca vale la pena rilevare la for te variazione esistente tra le aziende (valore minimo registrato 17,11 kg; massimo 25,8; media 21,23; quasi il 76% delle aziende compresa tra valori di ingestione della s.s. tra 20 e 25,85 kg evidenziando una variazione dei valori del 20% circa) a testimoniare che tutte le aziende dovrebbero regolarmente monitorare tale parametro per poter conoscere esattamente quanto ingeriscono i loro animali. Il grafico 4 mostra il rapporto tra il latte prodotto e la sostanza secca ingerita (s.s.i.) per tutte le aziende della prova. Anche in questo caso la variazione tra gli allevamenti notevole (12,7%) a dimostrazione che i rendimenti della s.s.i. possono essere molto diversi: da circa 1 a quasi 1,7 kg di latte per ogni chilogrammo di s.s.i. Lazienda in grado si ottimizzare questo parametro, che deve essere sempre monitorato, senza dubbio caratterizzata da un elevato grado di efcienza. Lobiettivo da raggiungere latte prodotto/ kg s.s.i. pari a 1,4. Esprime la variazione dei ricavi allaumentare di una unit (1 litro) della produzione di latte. Il latte marginale per tanto quel litro di produzione aggiunto a quelli prodotti sino a quel momento.

Latte/s.s.i.

Aziende

Graco 5 - Iofc marginale


0,55 0,50 0,45 Iofc (euro/L) 0,40 0,35 0,30 0,25 0,20 0,15 0,10 Aziende Prezzo del latte 0,36 Prezzo latte 0,36-0,40 Prezzo latte 0,40 Media 0,29 Dev. Standard 0,04 CV (%) 14,5

Iofc marginale

La figura 4 rappresenta una pagina del foglio elettronico Dairy Economics che valuta per tutte le aziende il valore del litro di latte marginale: 0,29 euro. Tale valore risulta detraendo dal valore del latte, assunto nellesempio pari a 0,36 euro/litro, il costo di alimentazione: 0,079 euro. La vacca, per produrre 1 litro di latte in pi, consuma, indipendentemente dalla produzione di partenza, 0,41 kg di sostanza secca che costano, sempre nellesempio preso in esame, 0,192 euro/kg. La spesa alimentare sar quindi pari a 0,079 euro. Tutti gli altri costi sono gi spesati dalla normale produzione di latte. Producendo quel litro di latte in pi quindi andr ad aumentare solo le spese alimentari. Si tratta in definitiva di aumentare il fatturato con un aumento di costi proporzionalmente minori a quelli del fatturato sviluppato sino a quel punto, per migliorare lefcienza complessiva dellazienda.

Il ragionamento pu seguire anche questa altra strada: qualsiasi intervento che porti a produrre 1 litro di latte in pi a un costo inferiore a 0,29 euro (valore del latte marginale nellesempio citato) conviene. Quindi, in sostanza, il valore del latte marginale misura anche la possibilit di investimento che posso sostenere per tentare di migliorare leconomia aziendale. Nel grafico 5 si pu vedere il valore del latte marginale misurato nelle aziende del campione. Esso risulta molto variabile e, ancor pi dellIofc totale, legato al prezzo del latte, risultando infatti dalla combinazione di due sole variabili: il prezzo del latte e il costo alimentare. importante capire che pi il prezzo del latte alto pi il valore del latte marginale alto e quindi conveniente, ma pi il prezzo del latte basso, pi, nonostante il valore del latte marginale si riduca, diventa decisivo saper approttare di questa marginalit. Per capire a fondo il concetto di Iofc

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Graco 6 - Limite di convenienza della terza mungitura


3,0 Limite di convenienza (kg latte) 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0 Media 1,65 Dev. Standard 0,40 CV (%) 24,1

Aziende Prezzo del latte 0,36 Prezzo latte 0,36-0,40 Prezzo latte 0,40

marginale bisogna mettere in luce le differenze esistenti tra le variabili che inuenzano lIofc totale e quello marginale. Entrambi i parametri sono inuenzati dai costi alimentari, mentre il rappor to latte/s.s.i. influenza solo lIofc totale in funzione della sua variabilit (1-1,7). Nel caso dellIofc marginale, tale rappor to invece presunto fisso e nel caso specico pari a 2,44 (valore derivante dal rapporto tra il latte prodotto 1 litro e la s.s.i. per produrlo 0,4 kg), un valore molto alto legato al fatto che non si tiene conto dellingestione necessaria al mantenimento

dellanimale, gi soddisfatta dalla s.s.i. ingerita per sostenere la produzione normale.

QUANDO CONVIENE LA TERZA MUNGITURA


La valutazione pu essere effettuata utilizzando i dati aziendali gi raccolti con Dair y Economics e alcune informazioni aggiuntive relative alle spese della terza mungitura stimate pari al 50% dei costi relativi alla normale mungitura giornaliera. Questi ultimi sono rappresentati dai costi relativi alla manodopera (2,5 ore nellesempio riporSUPPLEMENTO

tato) e al materiale duso (disinfettanti, energia elettrica, utilizzo guaine, ecc). In questo modo in realt si sovrastima il costo della terza mungitura, tuttavia lapprossimazione buona. La convenienza alla terza mungitura, tenendo conto che essa dovrebbe, in base alle esperienze e alle indicazioni bibliograche, portare a un aumento del 10% della produzione lattea, pu essere espressa come guadagno monetario annuo netto (spiegare cos) oppure come punto di pareggio, vale a dire come quantit minima di latte che deve essere prodotta per pareggiare i costi della mungitura. La quantit di latte necessaria a pagare le spese della terza mungitura varia, a seconda del prezzo del latte, da circa 1 litro a circa 2,5 litro/capo, con un coefciente di variazione pertanto molto elevato (24,1%) (grafico 6). Lopportunit della terza mungitura va quindi valutata azienda per azienda. Oltre a valutazioni di ordine economico, vanno considerate le questioni aziendali di tipo tecnico e organizzativo (routine di mungitura, efcienza degli impianti, tempi complessivi della mungitura, qualit del latte, ecc.) decisive ai fini del buon successo delloperazione. Tuttavia, in base allesperienza maturata, possibile in ogni realt aziendale raggiungere la convenienza della terza mungitura, una pratica che resta tra gli interventi pi accessibili per aumentare lef ficienza aziendale. Per riassumere, pare doveroso ribadire che il procedimento di valutazione alla convenienza qui utilizzato si basa essenzialmente sul concetto della marginalit del latte. Dividendo il maggior costo (non alimentare) della terza mungitura per laumento di litri di latte a essa connessi, ottengo lincidenza dei costi per litro di latte. Quindi, detraendo al valore del latte marginale tali costi, ottengo il guadagno marginale per litro di latte. Oppure dividendo il totale della spesa della terza mungitura, esclusi i costi di alimentazione, per il valore del latte marginale possibile ottenere il punto di pareggio espresso in litri di latte. I due criteri di valutazione esposti possono essere applicati a qualsiasi altro investimento volto ad aumentare la produzione (ad esempio, ventilazione, boccette, ecc.).

TEMPO DI ASCIUGARE LA VACCA


La valutazione del momento opportuno per asciugare la vacca pu essere ef fettuata utilizzando i soli dati gi disponibili su Dair y Economics (figura 5). Presupposto di questa valutazione che non ci siano altre vacA

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li per ogni azienda, presenta unelevata variabilit: da 14 a 29 litri! Il latte in pi prodotto dalla nuova manza rispetto alla vecchia vacca ripaga linvestimento dellacquisto della manza stessa. In questo genere di calcoli buona norma tenere un margine di sicurezza per il rischio sanitario nellacquisto dei nuovi capi. Figura 6 - Dairy Economics: convenienza allelimiIl concetto di unit produtnazione delle vacche tiva (slot) porta a una rivoluzione nel modo di pensare alla propria stalla. Capita spesso di sentire che gli allevatori, volendo aumentare il numero dei capi, riducano al minimo le eliminazioni. Questo modo di pensare descrive un doppio errore di valuFigura 7 - Dairy Economics: convenienza a sostitazione: i posti in pi creati tuire le vacche con una nuova manza in azienda non vanno riempiti con vacche che avrebbero eliminato perch si tratta di unit produttive non a regiIL LIMITE me e i posti vengono riempiti in un modo lento. DI SOSTITUZIONE La spesa per le nuove strutDELLA BOVINA ture gi stata sostenuta e quindi sta gi gravando sul bilancio aziendale: bene Con questo stesso criterio che linvestimento inizi quan possibile anche stabilire a to prima a produrre ricavi! quale produzione, in termini di litri, conviene eliminare un animale. della carriera produttiva, il costo della Per quanto riguarda la rimonta necessario distinguere tra rimonta, obbligata Dair y Economics (figura 6) valuta a sostituzione di 1.300 euro. partire dal prezzo del latte e dal costo A questo punto necessario valutare sostituzione di vacche relativamente della razione delle vacche in lattazione per quanti giorni presumibilmente sar fresche dovuta a una qualche emerqual il valore minimo di produzione possibile mungere la nuova manza, per genza e rimonta pianificata di capi necessario a ripagare i costi alimentari. calcolare un costo giornaliero di sosti- poco produttivi e non abbastanza redNel campione esso risultato media- tuzione. Anche questo un punto molto ditizi per occupare un posto in stalla. mente pari a 11,4 litri con una variabi- importante che estremamente legato Nel primo caso, la rimonta rappresenta lit compresa tra 8 e 16 litri. Anche qui al livello di gestione aziendale presente senzaltro un imprevisto e un onere, nel pi alto il prezzo del latte pi il punto nellallevamento. Se la gestione azien- secondo invece potrebbe rivelarsi condi pareggio si abbassa. dale sufcientemente accurata, i pro- veniente dal punto di vista economico. Nella figura 7 Dairy Economics con- blemi sui parti saranno contenuti, le Probabilmente oggi molti allevamenti sente di calcolare la convenienza alla eliminazioni sotto i 100 giorni trascura- sono caratterizzati da una quota di risostituzione anzich alleliminazione bili e pertanto plausibile supporre per monta troppo bassa, cio non si preocdella vacca. Per la verit lalternativa la nuova manza oltre tre lattazioni (700 cupano sufcientemente dellefcienza che lallevatore si trova a dover affron- giorni). Se la gestione dellallevamen- delle singole unit produttive. tare non quella delleliminazione di un to scarsa, le lattazioni si ridurranno Seguendo queste valutazioni, nella animale poco produttivo e non gravido, signicativamente. Stimando la produ- figura 8 viene riportata unaltra palasciando il posto vuoto in stalla, ma al zione attesa dalla manza pari alla media gina di Dair y Economics, che concontrario quella della sostituzione con di stalla (32 kg) e avendo il valore del sente di valutare la convenienza alla una nuova manza. Bisogna ricordare latte marginale (0,29 euro/litro), faci- sostituzione di un gruppo di animali. infatti che ogni posto vacca comporta le arrivare a calcolare quanti litri dovr Questo strumento utile da utilizzadei costi fissi, che per forza devono produrre la manza per ripagare la so- re una volta al mese, dopo il controllo essere riempiti. Per ottimizzare lef- stituzione della vacca. Il punto di pareg- funzionale, evidenziando quante e cienza aziendale necessario che in gio, inteso come produzione di latte al quali vacche con pi di 200 giorni di ogni posto disponibile ci sia una bovina di sotto della quale conviene sostituire lattazione e non gravide sono al di in piena produzione o perlomeno con la vecchia vacca con la manza, si ottiene sotto del punto di pareggio a latte in produttivit media. detraendo dalla produzione prevista i riferimento alla scelta di sostituzione. Ipotizzando in 1.600 euro il costo di litri di latte che essa deve produrre per Il foglio elettronico calcola la convenienza della sostituzione di tutto una nuova manza (ciascuno di questi ripagare la sostituzione. Il punto di pareggio nella sostituzione il gruppo contando anche la rata di valori pu essere variato a piacimento nel foglio elettronico) e in circa 300 degli animali di tutte le 62 aziende del acquisto, in 24 mesi, delle manze neeuro il valore della vacca verso la ne campione, pur avendo simulato valori cessarie a sostituire lintero gruppo della lattazione (oltre i 200 giorni) e di acquisto e periodo di mungitura simi- di vacche inefcienti. che che possono sostituire quella in esame e prossima allasciutta. Il foglio elettronico calcola la differenza tra il costo della razione in lattazione e quello dellasciutta e valuta quanti litri di latte la vacca deve produrre per ripagare tale differenza. In poche parole denisce quantitativamente la produzione al di sotto della quale risulta conveniente asciugare la vacca: nel campione questa quantit varia da 3 a 8 litri di latte a seconda del prezzo del latte. Allaumentare del prezzo il punto di pareggio scende, perch bastano meno litri per ripagare la differenza di costo di alimentazione. La valutazione economica ovviamente non tiene conto dei rischi connessi a unasciutta troppo lunga della bovina.
Figura 5 - Dairy Economics: convenienza a mettere in asicutta le vacche

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Figura 8 - Dairy Economics: convenienza alla sostituzione di gruppo di vacche

Figura 9 - Dairy economics: convenienza allacquisto di quote latte per la terza mungitura

non conveniente e non basta nemmeno a pagare le spese di mungitura.

Conclusioni
La variabilit dei dati rilevata nelle diverse situazioni sottolinea limportanza di calcolare questi indici in ogni azienda. evidente che non possibile generalizzare delle indicazioni, ma necessario avere strumenti che facilitino le valutazioni delle scelte in ogni singola azienda, e avere dei tecnici in grado di utilizzare questi strumenti con la stessa familiarit con cui elaborano una razione alimentare. Questo tipo di valutazioni infatti diventa sempre pi decisivo per la sopravvivenza degli allevamenti. Passare dalla sensazione alla valutazione oggettiva delle possibili scelte un passo in avanti enorme per lallevamento da latte: dilazioni non sono pi possibili. Il Dairy Economics del Sata un semplice ed efcace tentativo di divulgare tra tecnici e allevatori questa mentalit, che nella gestione aziendale dellallevamento moderno pu veramente fare la differenza. Un ringraziamento particolare a Greg Bethard (G&R Dair y Consulting - Virginia - Usa) che condividendo la sua esperienza, maturata nella grandi aziende americane del Kansas, ha convinto il Sata a lavorare su questi strumenti, rivelatisi estremamente utili anche nei periodi di maggiore difcolt della zootecnia da latte americana.
Tecnico specialista gestione aziendale Sata Servizio tecnico Apa Bergamo michele.campiotti@libero.it
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(*) Sostanza secca ingerita.

CONVENIENZA ALLACQUISTO DI QUOTE LATTE


Lultima problematica affrontata dal Dairy Economics quella dellacquisto della quota latte utilizzando il concetto di latte marginale. Il calcolo deve rispondere alla questione relativa al tempo necessario a pagare lacquisto della quota latte mediante il valore del latte marginale prodotto. Ipotizzando di acquistare quote latte a 0,80 euro/litro (Iva compresa) e di pagare il 6% di interesse sul prestito per lacquisto della quota, possibile ripagare linvestimento in tre anni utilizzando tutto il valore del latte marginale. In realt lesempio teorico perch la produzione di latte correlata ad alcune spese, come minimo quelle di alimentazione. In figura 9 proposto un esempio pi realistico: unazienda interessata a passare alle tre mungiture e che pertanto deve acquistare quote

latte. Lesigenza principale dellimprenditore sar di sapere in quanto tempo potr ripagare linvestimento. La risposta si ottiene calcolando lincidenza delle spese non alimentari da sostenere a fronte della terza mungitura per ogni litro di latte in pi prodotto e detraendole dal valore del latte marginale: con il valore rimanente possibile calcolare il tempo di recupero dellinvestimento (nellesempio 55 mesi). I mesi che le aziende del campione impiegherebbero a ripagare la quota utilizzando tutto il valore del latte marginale sono mediamente 36,6 mentre utilizzando il latte marginale al netto delle spese per la terza mungitura tale valore passa mediamente a 82,9 mesi. Anche su questa grandezza il campione ha evidenziato una grande variabilit da 14 a 42 mesi nel primo caso, mentre nel secondo per molte aziende i tempi vanno da un minimo di 23 mesi a un massimo tanto dilatato da rendere impossibile linvestimento. Questo perch in alcune aziende la terza mungitura
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