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Buffalo milk: A case study of some parameters related to milk production

Article  in  Large Animal Review · February 2013

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Federica Salari Iolanda Altomonte


Università di Pisa Università di Pisa
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Mina Martini
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F. Salari et al. Large Animal Review 2013; 19: 17-20 17

Il latte di bufala:
studio di alcuni parametri produttivi N
O
F. SALARI, I. ALTOMONTE, M. MARTINI
Dipartimento di Scienze Fisiologiche - Università di Pisa - Viale delle Piagge, 2 - 56124 Pisa

RIASSUNTO
Negli ultimi anni, in Italia, è aumentato l’interesse per l’allevamento bufalino dovuto alla crescente domanda di mozzarella di
bufala.
Allo scopo di fornire un contributo alla conoscenza della produzione quanti-qualitativa del latte di bufala sono state indagate
l’influenza dell’ordine di parto, della fase di lattazione, della stagione e dell’anno di produzione.
Sono stati valutati la produzione giornaliera di latte (kg), le percentuali di grasso e proteine e la conta delle cellule somatiche
(CCS*1000/ml) di 402 bufale di razza Mediterranea Italiana dal 2007 al 2011 allevate in un’azienda della provincia di Grosse-
to. Le primipare hanno presentato una produzione media giornaliera di latte minore (P≤0,01) (-12%) rispetto alle pluripare,
mentre dopo l’ottava lattazione è stato rilevato un incremento (P≤0,01) delle CCS (+16,23%). Nel corso della lattazione la pro-
duzione di latte aumenta fino al 60° giorno di lattazione per diminuire (P≤0,01) successivamente, al contrario il grasso au-
menta (P≤0,01) progressivamente a partire dal 61° giorno, mentre la percentuale di proteine è maggiore (P≤0,01) ad inizio ed
a fine lattazione. Le CCS si presentano più alte (P≤0,01) durante il picco e nell’ultima fase della lattazione. La produzione nel
corso dell’anno è risultata omogenea, ad eccezione di un decremento (P≤0,01) nei mesi primaverili (-5,4%) per effetto della
stagionalità dei parti. Nel quinquennio 2007-2011 è stato rilevato un miglioramento nella produzione, accompagnato da un
incremento delle CCS.
Le variabili considerate hanno mostrato un effetto significativo sulla quantità e qualità del latte di bufala. Un miglioramento
produttivo in termini quantitativi predispone ad una minore percentuale di grasso e proteine.

PAROLE CHIAVE
Bufala, qualità del latte, parametri di variabilità.

INTRODUZIONE in Italia la produzione media per lattazione nelle bufale è sta-


ta di 2.223 kg, contro gli 8.474 kg delle vacche5.
Negli ultimi anni, in Italia, si è verificato un notevole aumen- D’altra parte questo latte, dal punto di vista dei costituenti, è
to di interesse per l’allevamento bufalino dovuto principal- uno dei più ricchi. In particolare, i grassi costituiscono la fra-
mente alla crescente domanda di mozzarella di bufala sia sul zione principale dei nutrienti e sono i responsabili del suo al-
mercato nazionale che internazionale che ha portato nel 2011 to valore energetico4, basti pensare che il contenuto medio di
ad un aumento delle esportazioni di mozzarella del 25%1. grasso nel latte della bufala Mediterranea Italiana si aggira
Questo incremento si contrappone alla crisi nel settore lattie- infatti intorno all’8,5%5, che in condizioni particolarmente
ro caseario bovino riscontrata negli ultimi anni e provocata favorevoli può raggiungere il 15%6, inoltre, anche il contenu-
probabilmente, oltre che dal sistema delle quote latte, anche to di proteine, se paragonato al latte vaccino, è relativamente
dalla concorrenza del latte proveniente dagli allevamenti del alto (4,66% vs. 3,32%)5. Nonostante la letteratura sul latte di
Nord Europa a costi inferiori e dal cambiamento della do- bufala sia piuttosto numerosa, pochi studi indagano i fattori
manda da parte dei consumatori che oggi preferiscono i for- che influenzano le produzioni e la qualità del suo latte7. Allo
maggi freschi come la mozzarella rispetto agli stagionati2. scopo di fornire un contributo alla conoscenza della produ-
In Italia, i bufali sono allevati pressoché esclusivamente per zione quanti-qualitativa del latte di bufala è stata valutata
la produzione di latte, e gli interventi di selezione attuati in l’influenza dell’ordine di parto, della fase di lattazione, della
questo senso hanno portato alla creazione di una razza uffi- stagione e dell’anno di produzione.
cialmente riconosciuta come Bufala Mediterranea Italiana3.
Con 82 miliardi di litri ogni anno, corrispondenti al 12,5%
del totale, quello di bufala è il secondo latte più prodotto nel MATERIALI E METODI
mondo, preceduto solo dal latte vaccino4.
La quantità media di latte prodotto per lattazione dalla bufa- Sono stati utilizzati i dati forniti dall’Associazione Regionale
la Mediterranea Italiana è nettamente minore rispetto a Allevatori Toscana, concernenti le produzioni dal 2007 al
quello prodotto dalle vacche. Dati del 2011 confermano che 2011 di 402 bufale di razza Mediterranea Italiana allevate in
un’unica azienda della provincia di Grosseto.
Sono stati valutati i dati relativi alla produzione giornaliera
(kg), al grasso (%), alle proteine (%) ed al contenuto di cel-
Autore per la corrispondenza: lule somatiche (CCS*1000/ml) prendendo in considerazione
Mina Martini (mmartini@vet.unipi.it). le seguenti variabili:
18 Il latte di bufala: studio di alcuni parametri produttivi

– ordine di parto: le bufale sono state distinte in primipare, La valutazione del numero di CCS viene considerata un in-
secondipare, terzipare, quartipare, dal 5° all’8° parto e con dice di mastite clinica o subclinica10 e può avere un’influen-
più di 8 parti; za negativa sulla produzione di latte e sulla sua qualità11. At-
– fase di lattazione: i dati relativi alla produzione vanno dal tualmente nel Regolamento (CE) N. 853/200412 non viene
4° al 300° giorno di lattazione. La produzione è stata sud- fissato nessun limite alle CCS presenti nel latte di bufala. An-
divisa in 5 fasi: 1ª fase (dal 4° al 15° giorno), 2ª fase (dal 16° che se la bufala è considerata meno suscettibile alle mastiti
al 60° giorno), 3ª fase (dal 61° al 90° giorno), 4ª fase (dal rispetto alla vacca13,14, alcuni autori hanno mostrato frequen-
91° al 180° giorno) e 5ª fase (dal 181° al 300° giorno); ze simili di mastiti fra le due specie15,16,17. In effetti, sebbene la
– anno di produzione: i parametri analizzati si riferiscono al bufala sia un animale più rustico e più resistente alle mastiti
periodo dal 2007 al 2011; ad eccezione delle CCS (CCS* la morfologia della mammella presenta delle caratteristiche
1000/ml) che sono relativi agli anni 2010 e 2011; che possono esporla a mastiti come il capezzolo più lungo ed
– stagione di produzione: le produzioni relative ai diversi una mammella più pendula rispetto a quella delle vacche; di
mesi dell’anno sono state ripartite in stagione invernale contro, il dotto lattifero è più lungo, rendendo più difficolto-
(dicembre-gennaio-febbraio), stagione primaverile (mar- sa l’ascesa dei patogeni.18,19
zo-aprile-maggio), stagione estiva (giugno-luglio-agosto) Dai dati analizzati emerge che, anche nelle bufale, come già
e stagione autunnale (settembre-ottobre-novembre). riportato in letteratura per altre specie lattifere10, il numero
Tutti i dati sono stati elaborati secondo un’ANOVA per mi- di CCS si accresce all’aumentare del numero dei parti20. In-
sure ripetute, considerando gli effetti fissi di ordine di parto, fatti, si osserva un aumento significativo (P≤0,01) pari al
fase di lattazione, anno di produzione, stagione e l’effetto 16,23% di CCS nelle bufale con più di 8 parti anche se la ten-
random del soggetto. L’analisi statistica è stata effettuata me- denza all’aumento è visibile già dal 5° parto.
diante il software JMP ver. 5.0 per PC, del SAS Institute8. Per quanto concerne lo stadio di lattazione, i risultati evi-
denziano un effetto significativo (P≤0,001) su tutti i parame-
tri indagati (Tabella 2).
RISULTATI E DISCUSSIONE La produzione giornaliera di latte aumenta fino al 60° gior-
no; successivamente diminuisce significativamente (P≤0,01)
In Tabella 1 sono riportati i dati relativi alla produzione me- ed il picco di lattazione viene registrato nel periodo che in-
dia quanti-qualitativa del latte di bufala in base all’ordine di tercorre tra il 16° ed il 60° giorno similmente a quanto de-
parto. scritto da Dimauro et al.21 che riportano un’ampia variabilità
L’analisi ha rilevato un’influenza significativa (P≤0,01) del- relativa al momento di massima produzione.
l’ordine di parto sulla produzione giornaliera e sul contenu- La curva di lattazione della bufala differisce da quella della
to di cellule somatiche. vacca soprattutto per quanto riguarda la persistenza7. La mi-
In accordo con Catillo et al.7, la produzione giornaliera delle nore persistenza è considerata una rilevante limitazione del-
primipare è risultata minore (P≤0,001) di circa il 12% rispet- la capacità produttiva ed è da attribuirsi prevalentemente al-
to a quella delle pluripare; l’andamento rilevato, come ripor- la scarsa selezione genetica operata sulla specie bufalina7; in-
tato da Pfeilsticker et al.9 è da attribuire alla relativa immatu- fatti, il grado di selezione nei bufali è minore rispetto a quel-
rità della mammella e dell’animale alla prima lattazione. lo dei bovini.
Dalla 2ª lattazione, la produzione si stabilizza fino all’8° par- La percentuale di grasso, che aumenta con l’avanzare della
to mentre successivamente, se pur in modo non significativo, lattazione, è da attribuirsi principalmente ad un effetto di
si osserva una riduzione della produzione da attribuire al- concentrazione dovuto alla diminuzione progressiva della
l’invecchiamento fisiologico dell’animale. produzione di latte; in particolare, si osserva un aumento

Tabella 1 - Effetto dell’ordine di parto.

1° parto 2° parto 3° parto 4° parto 5°-8° parto > 8° parto SEM


Prod. Giorn. Kg/capo 8,47 B 9,84 A 9,61 A 9,60 A 9,53 A 8,91 A B 2,757
Grasso % 7,63 7,77 7,78 7,87 8,20 8,23 1,381
Proteine % 4,85 4,79 4,73 4,70 4,70 4,74 0,402
B B B B AB A
CCS n°*1000/ml 200,70 206,00 245,14 205,06 253,57 255,90 374,698
C C S: cellule somatiche - A, B: P≤0,01.

Tabella 2 - Effetto della fase di lattazione.

4°-15° 16°-60° 61°-90° 91°-180° 181°-300° SEM


Prod. Giornaliera Kg/capo 9,85 C 11,35 A 10,83 B 8,90 D 5,71 E 2,757
D D C B A
Grasso % 7,38 7,57 7,83 8,14 8,64 1,381
A C C B A
Proteine % 4,84 4,67 4,60 4,73 4,93 0,402
AB A AB B A
CCS n°*1000/ml 209,50 241,43 185,33 126,84 232,39 374,698
C C S: cellule somatiche - A, B, C , D, E: P≤0,01.
F. Salari et al. Large Animal Review 2013; 19: 17-20 19

progressivo e significativo a partire dal 61° giorno fino alla fi- Le percentuali di grasso e proteine diminuiscono sensibil-
ne della lattazione, in corrispondenza di un calo della pro- mente (P≤0,01) in estate, e raggiungono il picco massimo in
duttività. Tale andamento è in accordo con i dati riportati in inverno. Questo dato può essere spiegato dall’influenza del
letteratura7,18. Anche la percentuale di proteine segue il trend clima sul metabolismo degli animali; Marai e Haeeb23 ripor-
della produzione di latte ed è significativamente più alta ad tano infatti che, nonostante i bufali siano maggiormente
inizio ed a fine lattazione, tale andamento, in linea con quan- adattabili alle alte temperature rispetto ai bovini, risentono
to riportato da Zicarelli22, è da attribuirsi, in particolare per comunque notevolmente dello stress da caldo, in particolare
quanto riguarda la prima fase di lattazione, al fatto che dal 4° se accompagnato da elevata umidità ambientale. Il minore
al 15° giorno di produzione, il latte risente ancora delle ca- contenuto di cellule somatiche in primavera; potrebbe essere
ratteristiche del colostro, notoriamente più ricco in proteine. invece attribuibile alla minor produzione riscontrata nello
Il numero di CCS si presenta significativamente più alto stesso periodo.
(P≤0,01) durante il picco di lattazione e nell’ultima fase di
produzione. Questi risultati sono in accordo con i dati ripor-
tati in letteratura9,18 dove un alto numero di CCS è correlato CONCLUSIONI
sia al picco di produttività, sia alla fase finale della lattazione.
Come mostrano i dati presenti nella Tabella 3, si evidenzia Lo studio ha rilevato che le variabili prese in considerazione
un’influenza significativa (P≤0,01) dell’anno di produzione hanno un effetto significativo sulla quantità e qualità del lat-
sulla quantità di latte prodotto e sulla percentuale di grasso e te di bufala.
proteine. Sono infatti emerse differenze dovute sia a fattori fisiologi-
Il progresso nella produzione può essere attribuito alla sele- ci quali l’ordine di parto e la fase di lattazione, che influen-
zione genetica messa in atto durante gli anni e ad un miglio- ze legate a fattori ambientali come l’anno e la stagione di
ramento del management dell’azienda. Di contro, si registra produzione.
un calo percentuale di grasso e di proteine in relazione al- In particolare, vista la minore produzione e il maggior con-
l’incremento della produzione media giornaliera. tenuto di cellule somatiche riscontrato nei soggetti con più
Anche il numero di CCS aumenta significativamente nel di 8 lattazioni in carriera, sarà utile valutare se sia conve-
2011 rispetto ai valori rilevati nel 2010, ciò, può essere attri- niente mantenere questi animali in produzione o sostituirli.
buito alla maggiore sollecitazione della mammella determi- Inoltre, è da tener presente che un miglioramento produtti-
nata dalla maggiore produzione nel 2011. vo in termini quantitativi predispone ad una minore percen-
I parametri produttivi della bufala sono legati anche alla tuale di grasso e proteine.
sua stagionalità riproduttiva; infatti, la bufala, risente, per
l’entrata in calore, del fotoperiodo decrescente. Come mo-
stra la Tabella 4, la produzione durante l’anno risulta piut- RINGRAZIAMENTI
tosto omogenea, se non per un decremento significativo nei
mesi primaverili pari al 5,4%. Influisce su questo andamen- Si ringrazia l’azienda agricola “Diacciaolone” di Marcello
to la stagionalità dei parti, concentrati nei mesi estivi (giu- Pallini.
gno e luglio). Il decremento di produzione nei mesi prima-
verili potrebbe quindi essere dovuto alla maggiore presenza
di bufale a fine lattazione (181°-300° gg) nelle quali, come ❚ Buffalo milk: a case study
riportato in Tab. 2, le produzioni sono significativamente of some parameters related
minori. to milk production

Tabella 3 - Effetto dell’anno di produzione.

2007 2008 2009 2010 2011 SEM


Prod. Giornaliera Kg/capo 7,36 D 8,70 C 9,97 B 10,05 B 10,56 A 2,757
A B A B B
Grasso % 8,44 7,45 8,14 7,77 7,76 1,381
AB A B B B
Proteine % 4,81 4,86 4,71 4,68 4,70 0,402
B A
CCS n°*1000/ml – – – 155,87 242,33 374,698
C C S: cellule somatiche - A, B, C , D: P≤0,01.

Tabella 4 - Effetto della stagione.

Inverno Primavera Estate Autunno SEM


Prod. Giornaliera Kg/capo 9,42 A 8,94 B 9,37 A 9,56 A 2,757
A BC C B
Grasso % 8,27 7,80 7,64 7,94 1,381
A A C B
Proteine % 4,85 4,82 4,64 4,70 0,402
AB B A A
CCS n°*1000/ml 187,02 122,50 268,14 218,72 374,698
C C S: cellule somatiche - A, B, C: P≤0,01.
20 Il latte di bufala: studio di alcuni parametri produttivi

SUMMARY Bibliografia
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