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Mina Martini
Università di Pisa
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All content following this page was uploaded by Iolanda Altomonte on 26 July 2016.
Il latte di bufala:
studio di alcuni parametri produttivi N
O
F. SALARI, I. ALTOMONTE, M. MARTINI
Dipartimento di Scienze Fisiologiche - Università di Pisa - Viale delle Piagge, 2 - 56124 Pisa
RIASSUNTO
Negli ultimi anni, in Italia, è aumentato l’interesse per l’allevamento bufalino dovuto alla crescente domanda di mozzarella di
bufala.
Allo scopo di fornire un contributo alla conoscenza della produzione quanti-qualitativa del latte di bufala sono state indagate
l’influenza dell’ordine di parto, della fase di lattazione, della stagione e dell’anno di produzione.
Sono stati valutati la produzione giornaliera di latte (kg), le percentuali di grasso e proteine e la conta delle cellule somatiche
(CCS*1000/ml) di 402 bufale di razza Mediterranea Italiana dal 2007 al 2011 allevate in un’azienda della provincia di Grosse-
to. Le primipare hanno presentato una produzione media giornaliera di latte minore (P≤0,01) (-12%) rispetto alle pluripare,
mentre dopo l’ottava lattazione è stato rilevato un incremento (P≤0,01) delle CCS (+16,23%). Nel corso della lattazione la pro-
duzione di latte aumenta fino al 60° giorno di lattazione per diminuire (P≤0,01) successivamente, al contrario il grasso au-
menta (P≤0,01) progressivamente a partire dal 61° giorno, mentre la percentuale di proteine è maggiore (P≤0,01) ad inizio ed
a fine lattazione. Le CCS si presentano più alte (P≤0,01) durante il picco e nell’ultima fase della lattazione. La produzione nel
corso dell’anno è risultata omogenea, ad eccezione di un decremento (P≤0,01) nei mesi primaverili (-5,4%) per effetto della
stagionalità dei parti. Nel quinquennio 2007-2011 è stato rilevato un miglioramento nella produzione, accompagnato da un
incremento delle CCS.
Le variabili considerate hanno mostrato un effetto significativo sulla quantità e qualità del latte di bufala. Un miglioramento
produttivo in termini quantitativi predispone ad una minore percentuale di grasso e proteine.
PAROLE CHIAVE
Bufala, qualità del latte, parametri di variabilità.
– ordine di parto: le bufale sono state distinte in primipare, La valutazione del numero di CCS viene considerata un in-
secondipare, terzipare, quartipare, dal 5° all’8° parto e con dice di mastite clinica o subclinica10 e può avere un’influen-
più di 8 parti; za negativa sulla produzione di latte e sulla sua qualità11. At-
– fase di lattazione: i dati relativi alla produzione vanno dal tualmente nel Regolamento (CE) N. 853/200412 non viene
4° al 300° giorno di lattazione. La produzione è stata sud- fissato nessun limite alle CCS presenti nel latte di bufala. An-
divisa in 5 fasi: 1ª fase (dal 4° al 15° giorno), 2ª fase (dal 16° che se la bufala è considerata meno suscettibile alle mastiti
al 60° giorno), 3ª fase (dal 61° al 90° giorno), 4ª fase (dal rispetto alla vacca13,14, alcuni autori hanno mostrato frequen-
91° al 180° giorno) e 5ª fase (dal 181° al 300° giorno); ze simili di mastiti fra le due specie15,16,17. In effetti, sebbene la
– anno di produzione: i parametri analizzati si riferiscono al bufala sia un animale più rustico e più resistente alle mastiti
periodo dal 2007 al 2011; ad eccezione delle CCS (CCS* la morfologia della mammella presenta delle caratteristiche
1000/ml) che sono relativi agli anni 2010 e 2011; che possono esporla a mastiti come il capezzolo più lungo ed
– stagione di produzione: le produzioni relative ai diversi una mammella più pendula rispetto a quella delle vacche; di
mesi dell’anno sono state ripartite in stagione invernale contro, il dotto lattifero è più lungo, rendendo più difficolto-
(dicembre-gennaio-febbraio), stagione primaverile (mar- sa l’ascesa dei patogeni.18,19
zo-aprile-maggio), stagione estiva (giugno-luglio-agosto) Dai dati analizzati emerge che, anche nelle bufale, come già
e stagione autunnale (settembre-ottobre-novembre). riportato in letteratura per altre specie lattifere10, il numero
Tutti i dati sono stati elaborati secondo un’ANOVA per mi- di CCS si accresce all’aumentare del numero dei parti20. In-
sure ripetute, considerando gli effetti fissi di ordine di parto, fatti, si osserva un aumento significativo (P≤0,01) pari al
fase di lattazione, anno di produzione, stagione e l’effetto 16,23% di CCS nelle bufale con più di 8 parti anche se la ten-
random del soggetto. L’analisi statistica è stata effettuata me- denza all’aumento è visibile già dal 5° parto.
diante il software JMP ver. 5.0 per PC, del SAS Institute8. Per quanto concerne lo stadio di lattazione, i risultati evi-
denziano un effetto significativo (P≤0,001) su tutti i parame-
tri indagati (Tabella 2).
RISULTATI E DISCUSSIONE La produzione giornaliera di latte aumenta fino al 60° gior-
no; successivamente diminuisce significativamente (P≤0,01)
In Tabella 1 sono riportati i dati relativi alla produzione me- ed il picco di lattazione viene registrato nel periodo che in-
dia quanti-qualitativa del latte di bufala in base all’ordine di tercorre tra il 16° ed il 60° giorno similmente a quanto de-
parto. scritto da Dimauro et al.21 che riportano un’ampia variabilità
L’analisi ha rilevato un’influenza significativa (P≤0,01) del- relativa al momento di massima produzione.
l’ordine di parto sulla produzione giornaliera e sul contenu- La curva di lattazione della bufala differisce da quella della
to di cellule somatiche. vacca soprattutto per quanto riguarda la persistenza7. La mi-
In accordo con Catillo et al.7, la produzione giornaliera delle nore persistenza è considerata una rilevante limitazione del-
primipare è risultata minore (P≤0,001) di circa il 12% rispet- la capacità produttiva ed è da attribuirsi prevalentemente al-
to a quella delle pluripare; l’andamento rilevato, come ripor- la scarsa selezione genetica operata sulla specie bufalina7; in-
tato da Pfeilsticker et al.9 è da attribuire alla relativa immatu- fatti, il grado di selezione nei bufali è minore rispetto a quel-
rità della mammella e dell’animale alla prima lattazione. lo dei bovini.
Dalla 2ª lattazione, la produzione si stabilizza fino all’8° par- La percentuale di grasso, che aumenta con l’avanzare della
to mentre successivamente, se pur in modo non significativo, lattazione, è da attribuirsi principalmente ad un effetto di
si osserva una riduzione della produzione da attribuire al- concentrazione dovuto alla diminuzione progressiva della
l’invecchiamento fisiologico dell’animale. produzione di latte; in particolare, si osserva un aumento
progressivo e significativo a partire dal 61° giorno fino alla fi- Le percentuali di grasso e proteine diminuiscono sensibil-
ne della lattazione, in corrispondenza di un calo della pro- mente (P≤0,01) in estate, e raggiungono il picco massimo in
duttività. Tale andamento è in accordo con i dati riportati in inverno. Questo dato può essere spiegato dall’influenza del
letteratura7,18. Anche la percentuale di proteine segue il trend clima sul metabolismo degli animali; Marai e Haeeb23 ripor-
della produzione di latte ed è significativamente più alta ad tano infatti che, nonostante i bufali siano maggiormente
inizio ed a fine lattazione, tale andamento, in linea con quan- adattabili alle alte temperature rispetto ai bovini, risentono
to riportato da Zicarelli22, è da attribuirsi, in particolare per comunque notevolmente dello stress da caldo, in particolare
quanto riguarda la prima fase di lattazione, al fatto che dal 4° se accompagnato da elevata umidità ambientale. Il minore
al 15° giorno di produzione, il latte risente ancora delle ca- contenuto di cellule somatiche in primavera; potrebbe essere
ratteristiche del colostro, notoriamente più ricco in proteine. invece attribuibile alla minor produzione riscontrata nello
Il numero di CCS si presenta significativamente più alto stesso periodo.
(P≤0,01) durante il picco di lattazione e nell’ultima fase di
produzione. Questi risultati sono in accordo con i dati ripor-
tati in letteratura9,18 dove un alto numero di CCS è correlato CONCLUSIONI
sia al picco di produttività, sia alla fase finale della lattazione.
Come mostrano i dati presenti nella Tabella 3, si evidenzia Lo studio ha rilevato che le variabili prese in considerazione
un’influenza significativa (P≤0,01) dell’anno di produzione hanno un effetto significativo sulla quantità e qualità del lat-
sulla quantità di latte prodotto e sulla percentuale di grasso e te di bufala.
proteine. Sono infatti emerse differenze dovute sia a fattori fisiologi-
Il progresso nella produzione può essere attribuito alla sele- ci quali l’ordine di parto e la fase di lattazione, che influen-
zione genetica messa in atto durante gli anni e ad un miglio- ze legate a fattori ambientali come l’anno e la stagione di
ramento del management dell’azienda. Di contro, si registra produzione.
un calo percentuale di grasso e di proteine in relazione al- In particolare, vista la minore produzione e il maggior con-
l’incremento della produzione media giornaliera. tenuto di cellule somatiche riscontrato nei soggetti con più
Anche il numero di CCS aumenta significativamente nel di 8 lattazioni in carriera, sarà utile valutare se sia conve-
2011 rispetto ai valori rilevati nel 2010, ciò, può essere attri- niente mantenere questi animali in produzione o sostituirli.
buito alla maggiore sollecitazione della mammella determi- Inoltre, è da tener presente che un miglioramento produtti-
nata dalla maggiore produzione nel 2011. vo in termini quantitativi predispone ad una minore percen-
I parametri produttivi della bufala sono legati anche alla tuale di grasso e proteine.
sua stagionalità riproduttiva; infatti, la bufala, risente, per
l’entrata in calore, del fotoperiodo decrescente. Come mo-
stra la Tabella 4, la produzione durante l’anno risulta piut- RINGRAZIAMENTI
tosto omogenea, se non per un decremento significativo nei
mesi primaverili pari al 5,4%. Influisce su questo andamen- Si ringrazia l’azienda agricola “Diacciaolone” di Marcello
to la stagionalità dei parti, concentrati nei mesi estivi (giu- Pallini.
gno e luglio). Il decremento di produzione nei mesi prima-
verili potrebbe quindi essere dovuto alla maggiore presenza
di bufale a fine lattazione (181°-300° gg) nelle quali, come ❚ Buffalo milk: a case study
riportato in Tab. 2, le produzioni sono significativamente of some parameters related
minori. to milk production
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