ROBERTO ROSSI
Florianpolis SC 2007
allo
sviluppo
della
Florianpolis 2007
RINGRAZIAMENTI
Al professor Agenor Furigo Jnior per lorientamento, fiducia, compagnia,
incentivo e per la grande amicizia.
Al mio amico Frederico Sellos per lamicizia , compagnia, incentivo e per
laiuto durante gli esperimenti.
Alla UFSC di Florianpolis, Santa Catarina (Brasile) e alla UFMG di Cuiab,
Mato Grosso (Brasile) per il supporto e per la realizzazione del mio lavoro dei tesi.
Al chimico ngelo Antnio Ruzza Dipartimento di chimica Central de
Anlises-UFSC, per laiuto con la realizzazione delle analisi di Risonanza Magnetica Nuclere
di Idrogeno (RMN H1) e per la valoroso amicizia e compagnia.
Al chimico Renato Joo Renato Strelau Dipartimento di chimica Central de
Anlises-UFSC, per laiuto nella realizzazione delle Analisi di Spettroscopia Infrarosso con
trasformata di Fourier (FTIR).
Agli Ingegneri degli Alimenti Francielo Vendruscolo e Bruno Mattar Carciofi
per lamicizia, compagnia e ausilio negli esperimenti di reologia.
Al biologo Jefferson Luiz Franco e al prof.Dr.Alcir Dafr del Laboratrio di
Difese Celullari Antiossidanti del Sistema Nervoso Centrale UFSC, per luso dello
spettrofotometro e nellausilio con le analisi di proteine totali.
A ABOISSA Olii Vegetali
mamona. A Novozymes Latin America Ltda Araucria-PR per aver gentilmente regalato gli
enzimi.
E a tutti, che in qualunque forma hanno collaborato con la realizzazione di
questo lavoro.
2
RIASSUNTO
Questo lavoro aveva come obiettivo principale lo studio dellimmobilizzazione
di Lipasi commerciale (Lipozyme CALB L) in sfere di chitosano funzionalizzate con varie
concentrazioni di gluteraldeide e sperimentare la miglior concentrazione per la successiva
immobilizzazione. Constatato che la concentrazione del 3% (v/v) fu quella che permise
allenzima la maggior stabilita e la stessa confer maggior attivita risidua. Lattivita
enzimatica della CALB L fu anche determinata a vari valori di pH(s) (3,0; 5,0 ; 6,0 ; 7,0 ;
8,0; 9,0 e 10,0 ) e di temperature ( da 30 a 100 0C), dove fu possibile osservare che il miglior
pH fu il valore di pH 9,0 anche per la CALB L imobilizzata covalentemente in sfere di
chitosano e di Novozym 435 immobilizzata in resina macroporosa. La temperatura che
conferi alla CALB L e Novozym 435 maggior attivita enzimatica fu a 900C. La seconda
tappa del lavoro incluse luso degli enzimi caratterizzati nella transesterificazione enzimatica
dellolio di mamona commerciale con alcol etilico 95 0 GL, dove furono realizzati saggi in cui
si valuto la reazione con rapporto molare di 3:1 (alcol etilico: olio di mamona), con il 3% di
enzima immobilizzato, senza la presenza di solvente organico, ottenendo valori di
conversione di estere etilico superiore al 90%. In questo modo fu possibile verificare che
esiste la possibilita delluso di enzimi immobilizzati per la produzione di biodiesel da olio
di mamona senza luso di solventi orgnici derivati dal petrolio.
SIGNIFICATO
MM
Massa Molare
MMm
Km
Constante di Michaelis-Menten
Vmax
kDa
CG
GD
Grado di disacetilazione
BET
[]
Viscosita intrinseca
RMN-H1
FTIR
GLUTAL
Glutaraldeide
HPLC
Abs
Assorbanza
p-NNP
p-nitrofenilpalmitato
SOMMARIO
RINGRAZIAMENTI ................................................................................................................ 2
RIASSUNTO ............................................................................................................................. 3
LISTA DELLE ABBREVIATURE ........................................................................................ 4
SOMMARIO ............................................................................................................................. 5
1.0 INTRODUZIONE ............................................................................................................... 7
1.1 OBIETTIVI ....................................................................................................................... 12
1.1.1 OBiettivo generale .................................................................................................. 12
1.1.2 OBiettivi specifici.................................................................................................... 12
2 REVISIONE DELLA LETTERATURA............................................................................ 13
2.1 PRODUZIONE DI BIODIESEL PER CATALISI OMOGENEA/ETEROGENEA IN AMBIENTE
ALCALINO .......................................................................................................................................................... 13
5 CONCLUSIONI ................................................................................................................... 86
6 PROPOSTE FUTURE ......................................................................................................... 88
8 REFERENZE BIBLIOGRAFICHE ................................................................................... 89
1.0 INTRODUZIONE
La societa umana vive oggigiorno lalerta della degradazione ambientale che urge di
cambiamenti significativi nei processi produttivi dei beni, diminuzione dei consumi energetici
e nuove posture in relazione ai dogmi tradizionali dellesconomia del mercato.
E ben saputo che il settore petrolchimico e responsabile dei grandi danni ambientali.
Lestrazione, il trasporto e i processi industriali di trasformazione di petrolio sono
responsabili per la distribuzione di olio grezzo, per la generazione di residui e di sostanze
tossiche di difficile degradabilita e per la contaminazione di gasolina e i suoi additivi. Oltre
questo, la combustione degli stessi derivati del petrolio contribuisce allaumento del diossido
di Carbonio nellatmosfera, intensificando leffetto serra (Costa Neto, 2002).
Il protocollo di Kioto, costituito durante il forum ambientale svoltosi a Rio de Janeiro
nel 1992, e approvato da piu di 93 paesi nel mondo, ha lo scopo di mobilizzare la counita
internazionale perche promuova unazione congiunta con lobiettivo
di stabilizzare
Le mete stabilite nel Portocollo di Kioto potranno essere raggiunte con luso della
biomassa per fini energetici. Intanto, recenti rivelazioni statistiche dimostrano che appena il
2,2 % dellenregia consumata nel mondo e proveniente da fonti rinnovabili (Pessuti, 2003), il
che evidenzia uno straordinario potenziale per lesplorazione di altre fonti. Considerando solo
la biomassa proveniente dalle attivita agroindustriali, o sia, residui agricoli e forestali si
calcola que il potenziale combustibile di questi materiali sia equivalente a, approssimatamente
6.587 milioni di litri di petrolio per anno (Staiss e Pereira, 2001). Davanti a tutto questo
potenziale ha avuto una crescente disseminazione di progetti e di azioni volti per luso di oli
vegetali e di residui urbani e agroindustriali per generare energia particolarmente per mezzo
di progetti di co-generazione (CENBIO, 2003).
Una delle alternative dei processi dellIndustria chimica sono i processi enzimatici.
Con essi la produzione di combustibili di olio diesel viene sostituita a partire da olio vegetale,
si presenta come una nuova applicazione degli enzimi nella produzione di biocombustibili.
Luso di oli vegetali in motori a combustione interna rimonta allinizio delloperazione
soddisfacente del motore Diesel, alla fine del secolo XIX. Nel 1896 Rudolf Diesel progetto il
suo primo motore, con efficenza delloridne del 26%, e testo con il petrolio, alcol e nel 1900,
con oli vegetali.
Ragioni di natura economica, principalmente il maggior costo e minor disponibilita
rispetto ai derivati del petrolio, lasciarono al completo abbandono gli oli vegetali come
combustibili.
Gli alti costi di produzione degli oli vegetali per la produzione di biodiesel furono la
ragione per la quale venne preferito sin dagli arbori della produzione industriale il petrolio
come prima fonte di carburantee. In Brasile, malgrado lalto costo di produzione furono
pubblicati alcuni lavori per produrre elettricita in regioni distanti dai grandi centri popolati.
Nel suo lavoro sopra il diesel vegetale ottenuto da un processo di estrazione, Molion indica
8
diversi vantaggi di ordine economico e sociale per lutilizzo di olio di buriti come
combustibili di motori Diesel, che azionarono gruppi produttori ni localita isolate
dellAmazonia. Nel caso abordato da Molion, la diminuzione del costo di ottenimento di olio
si deve principalmente al fatto che ha costi molto bassi di allevamento.
La differenza delle proprieta tra il diesel e gli oli vegetali risulta principalmente dalla
diversita molecolare tra questi due gruppi di sostanze.
Il diesel e costituito da idrocarburi con numero medio piu o meno di quattordici
carboni. Gli oli vegetali sono triesteri della glicerina, o sia, prodotti naturali della
condensazione della glicerina con acidi grassi, le cui catene laterali di acidi grassi hanno
numeri di carboni variabili tra dieci e diciotto, con valore medio da quattordici a diciotto per i
tipi di oli piu abbondanti. Oltre alla presenza del gruppo funzionale del tipo di estere, gli oli
vegetali possiedono massa molecolare di circa tre volte maggiori di quella del diesel.
La transesterificazione di un olio con monoalcoli (alcolisi), specificamente metanolo
o etanolo, produce la rottura della molecola dei trigliceridi, generando un miscuglio di esteri
metilici o etilici degli acidi grassi corrispondenti, liberando glicerina come sottoprodotto
(Figura 1). Il peso molecolare di questi monoesteri e prossimo a quello del diesel derivato dal
petrolio.
10
onstri
giorni,
problemi
associati
allambiente
si
sono
aggravati
10
11
11
12
1.1 OBIETTIVI
1.1.1 OBIETTIVO GENERALE
Sviluppare una rotta alternativa di produzione del biodiesel, a partire dalla
mamona, attraverso lalcolisi enzimatica senza la presenza di solventi idrofobici, utilizzando
la lipasi di Candida antarctica B, immobilizzata in sfere di chiosano, e la lipasi commerciale
Novozym 435.
la
caratterizzazione
dellenzima
attraverso
la
misura
12
13
14
dellidrossido di Sodio (NaOH), viene utilizzato con maggior vantaggio nella fase di
separzione di olio transesterificato e glicerolo. Lutilizzo di catalizzatori eterogenei acidi o
basici e ben meno studiata rispetto ai sistemi omogenei nei processi di transesterificazione.
Vale la pena dire che, circa il 90% dei processi catalitici nellindustria chimica utilizzano
catalizzatori eterogenei per vantaggi significativi: a) minore contaminazione dei prodotti; b)
facilita di separazione del catalizzatore dallambiente di reazione; c) possibilita di riutilizzo
del catalizzatore; d) diminuzione dei problemi di corrosione; Daltra parte, questi sistemi
possono presentare problemi di trasferimento di massa, soprattutto in reazioni con molecole
ad alta MM. Recentemente, catalizzatori mesoporosi come il MCM (Mobil Composition of
Mater) (diametro del poro 25 Angstrom, area superficiale 800 m2/g) con proprieta basiche
o acide sono attualmente molto studiate nella letteratura e hanno impiego con grande successo
in reazioni richiedendo molecole ad alta massa molecolare. Questo tipo di catalizzatore
eterogeneo si presenta come potenziale candidato a questo tipo di processo.
Un altro punto importante a essere trattato e lequilibrio chimico della reazione di
transesterificazione. LA conversione di equilibrio di questo processo e generalmente bassa a
temperature blande. Il dislocamento dellequilibrio favorendo la produzione di biodiesel puo
essere otttenuto attraverso lutilizzo di grandi eccessi di alcol o semplicemente eliminando il
glicerolo (sottoprodotto formato), essendo quest ultimo il modo economicamente piu
conveniente. Quindi, leliminazione di glicerolo per dacantazione naturale molto lenta, il
che rende piu difficile lo sviluppo di un processo continuo. Diventa necessario lo studio di
alternative come la centrifugazione o lutilizzo di additivi che promuovano una
aglomerizzazione delle molecole di glicerolo, favorendo cosi la separazione di quest ultimo.
Inerente allutilizzo di olio vegetale usato, il processo devessere iniziato per una filtrazione al
fine di ritirare i residui di frittura (MITTELBACH, 1997).
14
15
Alto rendimento
Chimico
catalizzatore (supporto)
Enzimatico
maior pureza
Possibilita di utilizzo
Basso rendimento
delletanolo idratato
(Costa, 2002)
15
16
Quindi, la differenza tra lipasi e esterasi ancora non e completamente definita. Nel
1958, Sarda e Desnuelle provarono a definire la lipasi a partire dalla sua caratteristica
cinetica, che e la proprieta di attivazione in presenza di substrati insolubili in acqua e
emulsionati, o sia, in presenza di uninterfaccia lipde/acqua. Secondo questi autori, le lipasi
16
17
sarebbero attivate in presenza di esteri emulsionati, mentre le esterasi non presentano questa
attivazione, esercitando la loro funzione idrolitica su substrati solubili in acqua.
Le lipasi sono situate in vari tessuti di animali e piante, e possono essere prodotte per
fermentazione usando varie speie di microrganismi, quali i funghi di Aspergillus mucor,
Rhizopus penicicillium. Geotrichum sp, per i lieviti di Tulopis sp e Candida sp e batteri come
Pseudomonas sp, Achromobacter sp e Staphylococus sp. Dal punto di vista economico e
industriale, i microrganismi sono preferibili alle lipasi di fonte animale o vegetal, dovuto
allalto costo di isolamento e purificazione.
Tra le lipasi, quelle di Humicola lanuginosa, Rhizopus delemar, Geotrichum candidum
, Mucor miehei, Pseudomonas glumae, Candida rugosa (precedentemente nominata Candida
cilindracea), Candida antarctica, Chromobacterium viscosum, lipasi pancreatica del cavalo,
lipasi pancreatica umana e lipasi pancreatica bovina hnno la loro struttura determinada. La
massa molecolare di questi enzimi varia da 20 a 75 kDa. Il loro punto isoelettrico varia in un
range compreso tra 3,6 e 7,6, essendo maggoritariamente acide, con pI tra 4 e 5.
Il sito catalitico e formato per la triade catalitica Ser-His-Asp/Glu, che si ripete in
tutte le strutture ed sempre protetto da una molecola che funge da tappo idrofobico o
lidche quando interagisce con linterfaccia lipide/acqua subisce una modifica
conformazionale, espondendo il sito attivo. La presenza del tappo nella struttura
dellenzima e la proprieta di attivazione interfacciale diventarono fattori determinanti per la
caratterizzazione delle lipasi. Studi a Raggi-X fatti da Uppenberg e collaboratori (1995) con la
lipasi di Candida antarctica rivelarono lesistenza di un tappo similare a quello delle altre
lipasi che ricopre la triade catalitica Ser-His-Asp.
Piu recentemente, si osservo che la presenza del tappo non e necessariamente
correlazionata con lattivazione interfacciale per le lipasi di Pseudomonas aeruginosa,
Burkholderia glumae e Candida antarctica B, che presentarono il tappo con una struttura
17
18
particolare che non subiva attivazione interfacciale. Daltra parte, le cutinasi, enzimi
considerati lipasi vere, non mostrarono la presenza di un tappo e non avevano bisogno
dellinterfaccia per esercitare lattivita idrolitica.
Le lipasi sono molto usate in sintesi organica dovuto alla loro grande disponibilita e il
basso costo. Inoltre, non richiedono cofattori, lavorando in un range id pH relativamente
grande, sono molto stabili nel quando si trovano dentro i limiti di pH, sono specifiche,
chemioslettive, regioselttive e enantioselettive. Possiedono labilita di catalizzare reazioni di
esterificazione, transesterificazione (acidolisi, interesterificazione, alcolisi), aminolisi e
tiotransesterificazione in solvente organico anidro, sistema bifasico e in soluzione micellare
con alta specificita. Il dislocamento dellequilibrio nella reazione, in verso diretto (idrolisi) o
inverso ( sintesi), e controllato dalla quantita di acqua presente nella miscela di reazione. Le
lipasi sono state largamente studiate in relazione alle loro proprieta biochimiche e
fisiologiche e, recentemente, per applicazioni industriali.
Secondo Bonn e Pereira (1999), il potenziale di applicazione degli enzimi
nellindustria di oli e grassi non e ancora sufficentemente diffuso. Gli enzimi possono essere
impiegati tanto per risolvere problemi industriali, quanto per produrre nuovi tipi di oli e
18
19
grassi. Anche se la maggior parte della produzione li destina al settore alimentare, e crescente
linteresse nellottenenimento di prodotti chimici di maggior valore aggregato a partire da
queste materie pime. Le proprieta degli acidi grassi dipendono dagli oli e dai grassi da cui
vengono estratti e sono modificati per la formazione di una miscela con diversi trigliceridi
naturali, o per modificazione chimica come lidrogeenazione catalitica, o ancora per il
riarrangiamento della molecola (interesterificazione). Attualmente, le trasformazioni di oli e
grassi si basano predominantemente su porcessi chimici convenzionali. Lottenimento dei
prodotti derivati dagli oli vegetali, a partire dalla modificazione per interesterificazione con
lipasi sono state largamente studiate e in questo lavoro si includono dei risultati di
rendimento, studi cinetici e di stabilita ossidativa.
Facioli e Gonalves (1998) studiarono la modificazione dellolio di piqui per via
enzimatica. In questo lavoro fu studiata la reazione di interesterificazione dellolio della polpa
di piqui con acido stearico, utilizzando la lipasi specifica 1,3 de Mucor mihei (Lipozyme). Le
condizioni ideali di interesterificazione in microscala furono stabilite empiricamente. I
monogliceridi sono abbastanza usati come emulsionanti per prodotti di panetteria, e il loro
ottenimento e stato studiato per mezzo delle lipasi. La lipasi di Mucor miehei (Lipozyme) fu
usata nache da Pecnik e collaboratori (1992) per ottenere il glicerolo 1,2 isopropiliden-3oleilico, a partire dalla condensazione del glicerolo con acetone, seguito da esterificazione con
acido oleico.
Anche i porcessi di transesterificazione enzimatica per ottenere biodiesel non siano
ancora commercialmente sviluppati a sufficenza, nuovi risultati sono stati pubblicati in
articoli e pubblicazioni scientifiche (SERCHEL e VARGAS, 1998). In modo generale, questi
studi consistono nellottimizzazione delle condizioni di reazione (solvente, temperatura, pH,
tipo di microrganismo che produce lenzima, etc), al fine di stabile le caratteristiche per
19
20
Con solvente
Senza solvente
Alcol
fluoresceza
miehei
sp
MeOH
79
25
53
EtOH (96%)
99
82
79
n-PrOH
81
80
29
MeOH
EtOH(anidro)
70
EtOH(96%)
82
n-ButOH
76
(MITTELBACH, 1990).
Nellalcolisi di olio di girasole con etanolo senza solvente, (MITTELBACH,
1990) venne ottenuto il miglior rendimento (82%) con la lipasi di Pseudomonas sp. Lassenza
20
21
Sebo
Alcol
M. miehei
C.antarctica
P. cepacia
MeOH
94,8
25,7
13,9
EtOH (95%)
98,3
13,7
EtOH
68,0
1-PrOH
24,3
61,2
44,1
2-BuOH
19,6
83,8
41,0
MeOH
75,4
14,5
EtOH
97,4
MeOH
77,3
(anidro)
Soja
Colza
21
22
23
24
25
LogP
Triglima
-1,9
Cloroformio
2,0
Diglima
-1,3
2-4-dimetil-3-pentanolo
2,3
N-N-Dimetilformamide
-1,0
3-etil-3-pentanolo
2,3
Monoglima
-0,75
2-metil-2-esanolo
2,3
4-hidroxi-4-metil-2-
-0,34
Toluene
2,5
Acetononitrile
-0,33
Trifluorotricloroetano
2,8
Acetone
-0,23
Butiletere
2,9
1-metil-2-pirrolidone
-0,20
2,6-dimetil-4-eptanolo
3,4
2-butanone
0,28
esano
3,5
Diclorometano
0,60
Pentiletere
3,9
2-metil-2-propanolo
0,79
Isoamiletere
4,0
2-pentanone
0,80
1-octene
4,2
3-pentanone
0,80
Feniletere
4,3
Etiletere
0,85
Isooctano
4,5
1,2-dicloetano
1,2
1-noneno
4,7
2-metil-butanolo
1,3
Esiletere
5,0
4-metil-2-pentanone
1,3
Nonano
5,1
Tert-butilmetiletere
1,4
Decano
5,6
2-metil-2-pentanolo
1,8
1-dodecano
6,2
3-metil-3-pentanolo
1,8
Dodecano
6,6
Isopropiletere
1,9
pentanone
26
proteina. Se questa modifica avviene nel sito attivo o prossimo ad esso, si puo avere
unalterazione del legame e/o della conversione dei substrati e, quando la modifica nella
costante dielettrica e drastica, la struttura tridimensionale dellenzima puo essere
trasformata. importante sottolineare che laddizione di substrati e la formazione di prodotti
durante la reazione possono modificare lidrofobicita dellambiente e, conseguentemente, il
tenore dellacqua intorno allenzima (MONOT, 1994).
Oltre alleffetto sullattivita, stabilita e specificita dellenzima o nelle sue
relazioni con lacqua, si deve anche considerare leffetto del solvente nella costante di
equilibrio delle reazioni. La condizione di equilibrio sara determinata dalle interazioni tra i
reagenti, i prodotti e il solvente; la natura e il comportamento de qualunque catalizzatore
influenzeranno solo la velocita con cui il sistema aatinge allequilibrio (HALLING, 1990-a).
E possibile prevedere leffetto del solvente sullequilibrio utilizzando dati
sopra la distribuzione del componenti nelle fasi del sistema liquido-liquido (HALLING, 190b). In un sistema bifasico, substrato e prodotti andranno a dividersi tra le due fasi
(acquosa/organica).
JANSSEN (1993) studio lesterificazione del glicerolo e dellacido decanoico
in vari solventi, includendo idrocarburi alifatici e aromatici, eteri, aldeidi, alcol terziari e
idrocarburi alogenati.
KUO e PARKIN (1996) osservarono che la predominanza del prodotto formato
in miscugli di reazione di multiprodotti, come nella reazione tra il glicerolo e lacido
undecanoico e relazionata col la somiglianza della polarita del solvente usato. Cosi, la
produzione di monogliceridi (logP = 2,5) favorita in ambiente polare, mentre quella del
trigliceride (logP=13,7) in ambiente apolare.
Invece, secondo JANSSEN (1993), logP non e lunico parametro che controlla
la distribuzione del prodotto. Infatti, anche la solubilita dellacqua nel solvente e un
26
27
parametro utile per la selezione del solvente. Come la solubilita nno era conosciuta per tutti i
solventi utilizzati, gli autori la stimarono mediante il metodo di contribuzione del gruppo
UNIFAC, che calcola i coefficenti di attivita nelle due fasi. Si osservo quindi che c una
ragionevole correlazione tra il logP e la solubilita dellacqua nel solvente. Laddizione di un
solvente polare (solvente con una alta solubilita in acqua) risulto in una elevata
concentrazione di monoacilgliceroli, mentre i solventi apolari presentarono maggior frazione
molare dei di- e trigliceridi.
Lo sviluppo della catalisi in un ambiente organico evidenzio che la quantita
di acqua realmente necessaria per influenzare favorevolmente lattivita enzimatica e molto
piccola. Per questo, lesistenza di una fase acquosa definita, anche se in piccole proporzioni,
non e un prerequisito per lefficienza della catalisi. Cosi sarebbe tecnologicamente piu
attraente fare uso di solventi organici realizzare la reazione enzimatica solo con il miscuglio
di substrati (olio vegetale e alcol). Questa possibilita, se avviabile, combina con precisione
alla catalisi biologica con alti livelli di produttivitaraggiunti coi migliori metodi
convenzionali. Tra alcuni dei vantaggi di questo sistema si puo dire che: evita problemidi
separazione, di tossicita e di infiammabilita dei solventi organici, diminuisce i costi iniziali
del prodotto e permette il recupero del prodotto senza le tappe di purificazione o evaporazione
e lutilizzo dei substrati in alte concentrazioni (SELMI et al., 1997). Generalmente, si possono
prevedere alcune difficolta immediate per implementazione di un sistema senza
solvente:minimizzazione
della
resistenza
al
trasferimento
di
massa,
omogeneita
27
28
Un fatto ben stabilito in tutti gli studi sopra lutilizzo dellenzima in ambiente
organico e che la quantita di acqua legata allenzima e il fattore determinante per
lespressione delle sue proprieta, come per esempio, la stabilita e la specificita. Anche se
lattivita dellacqua in un sistema enzimatico tipico in un ambiente organico sia molto bassa
(intorno allo 0,01% p/v), piccole variazioni nel contenuto di acqua possono provocare grandi
modifichenellattivita enzimatica. Gli enzimi sonopraticamente inattivi, in sistemi
completamente anidri. Lacqua, quando addizionata a questo sistema, si distribuisce tra il
solvente e lenzima. Lattivita enzimatica dipende dalla quantita di aacqua associata
allenzima e in minor grado al contenuto totale di acqua esistente nel sistema. Sinche e
presente una quantita minima essenziale di acqua legata allenzima, la sua attivita verra
mantenuta.
Lenzima richiede un sottile strato dacqua che agisce come componente
primario del microambiente dello stesso, agisce percio come un tampone tra la superficie
dellenzima e il campo reazionale. Cosi, la biocatalisi in fase organica e possibile, sinche si
conservi questa piccola quantita di acqua indispensabile per lenzima. La quantita di acqua
richiesta per la catalisi organica dipende dellenzima utilizzato. Secondo ILLANES (1994),
ogni enzima, nello specifico deve essere esaminato in vari livelli di idratazione in solventi
organici.
Laddizione di acqua a preparati enzimatici solidi in solventi organici puo
aumentare lattivita enzimatica attraverso laumento della polarita e della flessibilitadel sito
attivo. Leccesso dellacqua facilita laggregazione dellenzima e puo provocare una
diminuzione della sua attivita. Il meccanismo di aggregazione dellenzima, indotto
dallacqua, in solvente organico, ancora non e totalmente chiaro; si pensa che la formazione
di legami disolfuro intermolecolari sia una delle cause di questo processo. La quantita
28
29
dacqua necessaria per la manutenzione della struttura enzimatica varia con la natura
dellenzima (YANG e RUSSEL, 1996).
As propriedades fsico-qumicas exibidas por uma enzima esto relacionadas
direta ou indiretamente ao papel da gua nas interaes no covalentes (eletrostticas, pontes
de hidrognio, van der Waals e hidrofbicas), as quais ajudam a manter a conformao
cataliticamente ativa da enzima (ILLANES, 1994).
Lidratazione dei gruppi carichi e polari delle molecole di enzima sembra
essere un prerequisito per la catalisi enzimatica. E possibile che in assenza di acqua, questi
gruppi interagiscano producendo una conformazione strutturale inattiva. La funione
dellacqua nella manutenzione dellattivita enzimatica in un ambiente non acquoso sembra
essere relazionata con la sua capacita di formare legami ad idrogeno con questi gruppi
funzionali, quindi, dielettricamente le interazioni elettrostatiche tra i gruppi ionizzando le
interazioni dipolo-dipolo tra unita peptidiche e gruppi vicini polari della proteina
(LANGONE, 1998).
Le interazioni elettrostatiche come ponti salini e interazioni dipolo-dipolo,
possono essere preponderanti nel controllo del comportamento catalitico degli enzimi in
solvente organico. Questa ipotesi e sostenuta per la verificazione dellaumento di attivita
enzimatica dopo laddizione di varie sostanze che formano i legami a idrogeno, tali come il
glicerolo, etilen glicole e formamide, al solvente. Fu constatato che solventi che contengono
polialcoli diminuiscono la tendenza di rottura dei legami di idrogeno, che occupano un
importante ruolo nella manutenzione della struttura terziaria delle lipasi (MALCATA et al.,
1990). In questo contesto, vari studi vedono la stabilita delle lipasi mediante addizione di
glicerolo. Anche i Sali di Calcio sono spesso usati per stabilizzare varie lipasi, cio e dovuto
alla loro capacita di formare legami ionici con due residui differenti di amminoacidi della
29
30
catena proteica. La maggior parte degli svantaggi nelladdizione di sali di calcio nellambiente
di reazione e la formazione di saponi insolubili con gli acidi grassi liberi.
E prevedibile che la stabilita della proteina in ambiente non acquoso debba
essere sensibilmente diffente da quella in un sistema acquoso. Sinche le molecole dacqua
che circondano lenzima in soluzione acquosa contribuiscono per le principali forze
intermolecolari che stabilizzano la conformazione terziaria, includendo interazioni di tipo van
der Waals, ponti salini e legami a idrogeno, la rimozione di questacqua puo alterare la
stabilita dellenzima.
2.3.1.2 STUDI CINETICI.
30
31
CHULALAKSANNANUKUL
collaboratori
(1993)
studiarono
il
meccanismo cinetico della reazione di esterificazione catalizzata dalla lipasi di Mucor miehei
immobilizzata in resina anionica (lipozyme IM) tenendo lacido oleico e etanolo come
ssubstrati e esano come solvente. Anche questi autori proposero il meccanismo Ping-pong bibi, ma con inibizione per eccesso di etanolo (Figura 4).
Nella figura 1, e rappresentato il meccanismo generale delle reazioni di
transesterificazione per via enzimatica di lipasi di un alcol e un estere, che puo essere un
trigliceride.
Si osserva che la formazione dei due stati di transizione differenti nel riarrangio
dei legami avviene durante il processo catalitico: Nella tappa (a), con effetto cooperativo, i
residui d amminoacidi del centro attivo della lipasi polarizzano il donatore acile, formando
lintermedi otetraedrico (b),il quale e il primo stato di transizione generato durante la
trasformazione del complesso di Michaelis-Menten tra lenzima e il donatore acile in una
specie intermediaria denominata acil-enzima (c). Nella etapa (d), il complesso acil-enzima
tagliato dallalcol R3OH, originando il secondo stato si transizione (e), a partire dal quale si
forma una ltro estere come prodotto (f), mentre il sito attivo e rigenerato. Nei due stati di
transizione, la carica negativa generata sullOssigeno dopo lattacco nucleofilo e stabilizzata
mediante il legame dellidrogeno dai residui dle centro attivo che formano il gruppo di
ossianioni nella lipasi.
Le lipasi sono molto usate in sintesi organica e cio e dovuto alla sua grande
disponibilita e basso costo. Oltre questo, non richiede cofattori, puo lavorare in una fascia di
pH relativamente grande, sono molto stabili nel range di pH in cui lavorano, presentano
specificita, regioselttivita, chemioselettivita e enantioselettivita. Possiedono la capacita di
catalizzare reazioni di esterificazione, transesterificazione (acidolisi, interesterificazione e
alcolisi), aminolisi e tiotransesterificazione in solvente organico anidro, sistema bifasico e in
31
32
(a)
(b)
Tyr
Gln
NH
H
R2
N
His
Tyr
Gln
O
H
(c)
Tyr
+ O
H
R2
Gln
R1
O
O
Ser
H
O
R2
N
Tyr
Gln
H
O
(f)
NH
Asp
His
R2
His
Tyr
H
O
Ser
(e)
NH
Asp
Gln
His
Ser
H
O
O
H
R2
NH
Asp
His
(d)
Ser
O
H
R1
Asp
Gln
NH
R1
Asp
O
Tyr
O
NH
H
Asp
O
O
H
Ser
H O
R2
N
O
Ser
His
32
33
esprimerei geni di interesse e modificare alcuni amminoacidi che occupano un sito importante
per lattivitacatalitica dellenzima.
33
34
Le lipasi sono state a lungo utilizzate nella tecnologia dei trigliceridi, essendo
applicate, principalmente, nella biotrasformazione di oli e grassi. Tra i processi piu
promettenti per la modificazione dei lipidi ci sono le reazioni di idrolisi, sintesi di esteri e
interesterificazione di questi materiali in presenza di lipasi. La reazione di idrolisi comporta
lattacco nel legame estere del trigliceride in presenza di molecole di acqua per produrre
glicerolo e acidi grassi. La reazione di esterificazione tra alcol poliedrici e acidi grassi liberi
e, in sua assenza, la reazione inversa dellidrolisi del gliceride corrispondente. Il termine
interesterificazione si riferisce allo scambio di radicali acili tra in estere e un acido (acidolisi),
un estere e un alcol (alcolisi) o un estere e un altro estere (transesterificazione). In queste
reazioni, il trigliceride reagisce con un acido grasso, un alcol o un altro estere, risultando in un
riarrangio dei gruppi di acidi grassi del trigliceride in modo da produrre un nuovo trigliceride.
34
35
2.5 CHITOSANO
La chitina e un polisaccaride estremamente abbondante in natura ceh puo
essere trovata in diversi organismi come gli insetti e i crostacei, essendo il principale
costituente della crosta dei gamberoni, delle tartarughe e dei granchi. Il chitosano e anche un
polisaccaride che viene prodotto naturalmente da alcuni funghi, ma generalmente e ottenuto
per la disacetilazione della chitina, una reazione che puo essere eseguita in differenti
35
36
36
37
Applicazioni
Trattamento dellacqua
Esempi
Nella rimozione di ioni metallici attraverso la
chelazione; come floculante di agente per
l'eliminazione di sostanze come proteine,
colorante e diserbanti; la chiarificazione e la
filtrazione a partire da membrane a base di
quitosana.
Nel trattamento di superfici di cellulosa con
lo scopo di aumentare la durezza senza
modifica dello splendore; nell'ottenimento di
Polpa di carta
Medicina e biotecnologie
37
38
2.6.1-CLASSIFICAZIONE BOTANICA
La pianta della mamona,scientificamente denominata Ricinus comunis L., una pianta della
famiglia delle euforbiacee. In Brasile, la pianta di olio di ricino conosciuta sotto le denominazioni di
mamoneira, ricino, carrapateira e palma-criste; in Inghilterra e negli Stati Uniti per il nome di castor
beans
e castor seed.
2.6.2 IMPORTANZA INDUSTRIALEAL
La cultura del mamoneira si riveste dimportanza per le arie applicazioni che il suo olio trova nel mondo
moderno.
Il petrolio usato, dopo disidratazione, nella produzione di vernici come protettore e isolante.
Serve come lubrificante, nell'aeronautica, essendo il miglio olio nella lubrificazione dei motori
e come fluido nelle installazioni idrauliche. Si usa anche come base nella maggior parte dei prodotti della
cosmetica e in molti tipi di medicine farmaceutiche. Il petrolio di pianta di olio di ricino utile in molti processi
come la produzione di colori, aniline, disinfettanti, germicidi oli lubrificanti a bassa temperatura e colle in
generale; Una delle applicazioni di grande valore economico dellolio di mamona nella produzione di nailon e
materiali di plastica; Nella produzione di schiume plastiche lolio di mamona conferisce al materiale consistenze
diverse: dal molle e spugnoso al duro e rigido.
38
39
40
Sito di Reazione
Derivato
Aplicazione
Metilricinoleato
Nylon-11(Fili,Tubi,Industria
Chimica
Ligame Estere
Automobilistica, Aeronautica.)
Doppio Legame
Olio idrogenato
Olio Ossidato
Olio Desidratato
Lubrificante
Olio Sulfonato
Industria Tessile
Acido Sebatico
Olio Etossilato
Gruppo Idrossile
Transesterificazione
O
OH
CH3
HO
cido Ricinoleico
40
41
Composizione (%m/m)
Olio di mamona
Olio di Soja
Palmitico
11,3 0,1
1,4 0,2
Estearico
3,5 0,1
0,9 0,2
Oleico
23,6 0,1
3,5 0,2
Linoleico
54,7 0,1
4,9 0,2
Linolenico
6,9 0,1
0,3 0,1
Ricinoleico
88,9 1,4
(SCHNEIDER, 2003).
O
OH
CH3
O
O
OH
CH3
O
O
OH
CH3
O
Triacilglicerol
41
42
3 PARTE SPERIMENTALE
3.1 MATERIALI
Il chitosano e una polvere e lenzima lipasi di Candida antarctica B (LIPOZYME
CALB L) e la lipasi immobilizzata commercialmente (NOVOZYM 435) furono donate,
rispettivamente, dal laboratorio QUITECH Dipartimento di Chimica (UFSC) e Novozymes
Latin America Ltda Araucria-PR. Lolio di mamona fu donato dallAboissa oli vegetali
Ltda.
MATERIALI UTILIZZATI
43
M (V 2 V 1) K
W
43
44
t
(2) rel . = t
0
(3) esp = rel -1
(4) red . =
Dove:
esp.
c
Dove:
44
45
, il quale e sovrapposto alla banda di stratching N-H; banda di stratching C-H a 2.879,38 cm-
dellammina primaria a 1.378,94 cm-1; banda di stratching C-O dellalcol primario a 1.081,94
cm-1, e bande di strutture polissacaridiche nella regione tra 890 1156 cm-1 (SILVERTEIN,
1991). Tutte le bande osservate sono molto simili alle bande descritte da SHIGEMASA et al.,
1996. Inoltre, il confronto dello spettro ottenuto (Figura 1) con altri campioni commerciali di
chitosano studiate da Santos e collaboratori (2003), dimostra che tutte presentano basicamente
gli stessi gruppi funzionali.
45
46
46
47
OCOC15H31
Lipase
+
NO2
H2O
C15H31COOH
NO2
47
48
49
substrato le sfere furono lavate con acqua distillata e lo stesso procedimento fu ripetuto tre
volte. In questo modo, la possibilita del riutilizzo dellenzima immobilizzato nelle sfere di
chitosano fu determinato mediante le misure dellattivita enzimatica residua in sette cicli
consecutivi di idrolisi di p-NNP.
La possibilita di riutilizzo degli enzimi fu determinata anche usando come
substrato lolio di mamona. In questo caso, le sfere con lenzima immobilizzato furono
incubate con lolio per 24 oree conseguentemente lavate con alcol etilico 95o GL PA e
nuovamente riutilizzati. Questo processo fu ripetuto sette volte, realizato con le sfere di
chitosano e con lipasi immobilizzata commercialmente (Novozym 435). Il prodotto finale
della reazione fu analizzato per RMN-H1, FTIR e CG.
49
50
TABELLA
MAMONA.
8:
CARATTERISTICHE
FISICO-CHIMICHE
DELLOLIO
Analisi
Specificazioni
Umidita- impurezze
0,375% massimo
1% massimo
DI
50
51
U.V.
0,945-0,965 g/mL
176 a 187
1473-1477
Indice di idrossili
157 a 170
Cor Gardner
51
52
Figura 12: Reattore di tipo batch con enzima immobilizzato a temperatura controllata.
O
OH
CH3
H3C
Ricinoleato de Etila
52
53
54
3.6.4 ANALISI DI CG
Il biodiesel prodotto dalla transesterificazione enzimatica fu analizzato anche
mediante cromatotografia in fase gassosa, per l'identificazione del prodotto principale
(ricinoleto di etile) e principalmente per la quantificazione di quel prodotto. In primo luogo
venne costruita una curva di calibratura con lo standard di
palmitato di metile. La
concentrazione usata per iniezione degli standard a diverse concetrazioni fu di 300 ppm
ognuno.
A amostra com padro interno foi injetada em triplicata em um cromatgrafo
gasoso com detector de ionizao de chama (CG/DIC Varian modelo STAR 3400 CX),
acoplado com uma coluna capilar apolar modelo DB5 (5% de fenil metil silicone), com as
seguintes condies: temperatura inicial da coluna de 150C permanecendo por 1 min, taxa de
aquecimento de 15 C/min at 180. Il campione con lo standard fu iniettata in triplicata in un
cromatografo gassoso con rivelatore di ionizzazione di fiamma (Cg / DIC Varian modello
54
55
Astro 3400 CX), accoppiato con una colonna capillare apolare modello DB5 (5% di fenilmetil
silicone), con le condizioni seguenti: Temperatura iniziale della colonna di 150C per 1 min,
velocita di riscaldamento
permaneceram em 300C. O tempo total da anlise foi de 14,16 min. A quantidade de amostra
injetada foi de 2 microlitros . Esta metodologia foi utilizada em estudo recente por FACCIO,
2004. Una seconda fase fu programmata sino a 210C con una velocita di riscaldamento di
4C/min e la terza fase sino alla temperatura finale della colonna di 250C con una velocita
di riscaldamento di 15C/min. Le temperature dell'iniettore e rivelatore stettero a 300C. Il
tempo totale dell'analisi fu di 14,16 min. La quantita del campione iniettato e di 2 microlitri.
Questa metodologia fu usata nello studio studio condotto da FACCIO nel 2004.
55
56
spessore di 0,01 mm circa. Le placche si mantennero unite per capillarita e furono utilizzati
approssimativamente 0,5 mg di campione.
56
57
4 RISULTATI E DISCUSSIONE
4.1 PREPARAZIONE DELLE SFERE DI CHITOSANO
La metodologia descritta si mostro molto efficiente per la produzione delle
sfere, perch, si potrebbe controllare il flusso della soluzione di gel di chitosano, con una
formazione omogenea di sfere di chitosano. Inoltre, fu possibile verificare per ispezione
visuale che le sfere possederono la buona resistenza meccanica per essere sottoposte al
processo di agitazione durante le prove di immobilizzazione.
58
10
pH
20
40
60
80
V2 (x=68; y=8,69)
V1 (x=59; y=3,53)
0
0
20
40
60
80
Figura 15: Curva di titolazione potenziometrica della soluzione di chitosano e acido cloridrico (0,3
M).I punti rappresentano la media di tre determinazioni. Il quadro minore illustra la derivata prima
della curva di titolazione, dove i punti massimi rappresentano i punti di flesso.
58
59
60
pH = pKa
fu determinata dallestrapolazione
dei dati di viscosita alla diluizione infinita. Considerando cio, il valore ottenuto per
fu
uguale a 419,232.
520
500
480
460
440
420
y=410,3+208200x
R=0,95556
[]
0,0001
0,0002
0,0003
0,0004
0,0005
0,0006
Figura 16: Curva del rapporto tra viscosita ridotta e concentrazione della dsoluzione del
chitosano.
60
61
61
62
63
che saranno costretti a conservare le loro distanze relative durante qualunque cambio
conformazionale, diventando la regione dellenzima immobilizzato piu rigida che la stessa
regione dellenzima nativo. DI conseguenza, tutta la molecola dellenzima diventa molto piu
resistente alle modifiche conformazionali indotte per agenti denaturanti (Guisn et al., 1991).
Daltra parte, unelevata concentrazione di di gruppi aldeidici nell superficie del supporto,
potra originare molti legami covalenti multipunto con lenzima, generando unalta rigidita
nella sua molecola, con conseguente distorsione nella sua struttura tridimensional, e nel suo
centro attivo. Diventa importante promuovere la formazione di molti contatti enzima-supporto
in modo da ottenere una rigidita nella struttura dellenzima favorendo unalta stabilita e
unalta attivita intrinseca come derivato. Intanto, e necessario un rigoroso controllo della
stabilita senza pero promuovere la distorsione della struttura terziaria dellenzima e, di
A tiv id a d e e n z im tic a d o s o b re n a d a n te
conseguenza, del suo centro attivo, quando non e richiesta (Figuras 20, 21 e 22).
1 ,2
1 ,1
1 ,0
0 ,9
0 ,8
0 ,7
0 ,6
0 ,5
0 ,4
0 ,3
0 ,2
0 ,1
1
% g lu ta ra ld e d o
63
64
(a)
(b)
(c)
(d)
(e)
(f)
Figura 19: Modificazione della superficie delle sfere di chitosano attivate von soluzioni con diverse
percentuali di gluteraldeide a pH 9,0 e temperatura de 25oC analizzate in ME (a) 0% glutaraldeide;
(b) 1% glutal :(c) 3% Glutal ;(d) 5% glutal ; (e) 7% glutal e (f) 9% glutal.
Oltre alla formazione di porosita' e alla diminuzione del raggio medio delle
sfere sottomesse ad attivazione con soluzioni di gluteraldeide con percentuali sopra il 7%, fu
64
65
anche possibile osservare che le sfere diventano meno resistenti e piu' fragili. Questa
osservazione suggerisce che l'uso delle soluzioni del 7 e 9% di glutaraldeide provocano una
severa disidratazione delle sfere. D'altra parte, fu osservato che le sfere attivate con
percentuali basse di gluteraldeide (0,5%) si mostrarono piu' fragili e gelatinose. Questo
risultato corrisponde alle osservazioni di Siso e collaboratori (1997) che ottennero sfere di
chitosano piu' fragili quando esse venivano attivate con soluzioni di gluteraldeide a bassa
concntrazione (0,5%). Inoltre, il lavoro citato menziono' anche modifiche simili generate nelle
sfere di chitosano, in relazione alla porosita', quando le stesse furono attivate con soluzioni di
diverse concentrazioni di gluteraldeide.
OH
H O
Quitosana
N
H
H
C
(CH2)3
Glutaraldedo
C
H
OH
H O
HO
O
H
N
O
O
H
Quitosana
H O
N
H
H
H
OH
(CH2)3
Figura 20: Illustrazione schematica dei legami crociati tra due catene polimeriche di chitosano con
il gluteraldeide.
65
66
conformazionali indotti per agenti denaturanti. Comunque, quando la concentrazione di gluteraldeide molto
alta, una quantita' maggiore di gruppi aldeidici reagisce con un pi grande numero di residui dell'enzima facendo
diventare la struttura di quest ultimo molto rigida, con distorsione conseguente della sua conformazione e
provocando la perdita di attivit (JIANG et al., 2005). Questo giustifica il bisogno dell'ottimizzazione del
processo di immobilizzazione dell'enzima nelle sfere di chitosano, perch l'obiettivo usare una concentrazione
per coinvolgere un numero ideale di residui dell'enzima, dando allo stesso maggiore stabilit tra cui alcuni fattori
fisici e chimici come: temperatura elevata, pH molto alcalino e tempo maggiore di conservazione (paragrafi
66
67
Figura 21: Illustrazione schematica dell'enzima immobilizzato su supporto (sfere di chitosano) con
l'ausilio dell'agente bifunzionale (gluteraldeide) (JIANG et al., 2005).
O
C
..
R2 NH2
R1
O
C
H
R1
OH
N H 2R 2
..
H C NHR2
R1
H 3O +
R2
..
N
C
(C H 2 ) 3
H
.. R 2
N
.
H 2 O.
C
OH2
C
N
.. H R 2
O
C H = R 1 ; Q u ito sa n a = R 2
C13 e Spettroscopia Raman che la stabilita' del legame avviene attraverso il coinvlgimento dei doppi legami
etilenici coniugati.
Quell'idea vince molto appoggio per la stabilit di questa interazione che irreversibile e
piuttosto resistente a variazioni di pH e temperatura, il che normalmente non osservato per interazioni che
67
68
semplicemente comportano la formazione dei legami imminici. Il lavoro di Jnior (1999) mostra uno studio di
caratterizzazione del complesso chitosano-glutaraldeide con spettri di FTIR. Il suo studio rivel il sorgimento di
una banda a circa 1562 cm-1 che puo' essere associato al legame etilenico nel complesso chitosano-gluteraldeide
quando confrontato allo spettro del chitosano puro. Questa osservazione suggerisce che nel polimero esiste la
presenza di legami iminici coniugati con legame doppio etilenico. Questo risultato evidenzia che, oltre alla
formazione dei gruppi imminici (basi di Shiff), esiste la formazione di legami imminici coniugati con doppietti
etilenici durante l'interazizone del chitosano con gluteraldeide.
69
130
120
110
100
U/mL
90
80
70
60
Calb L
pH=5,0
50
40
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
Temperatura ( C)
60
50
U/mL
40
30
20
Calb L
pH=7,0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
Temperatura ( C)
69
70
U/g
1
2
10
11
pH
120
110
A tiv id a d e (U )
100
90
80
70
60
50
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
T e m p e ra tu ra (o C )
70
71
Enzima
Substrato
Vm(mol/s)
Km(M)
Referncias
52,08
1,39
Romero et al.,
utilizado
Novozym 435
Acetato de
isoamila
2006
71
800
72
700
600
V [(mol/(Ls)]
500
400
300
200
100
Km=1,706
Vmx=30,09
0
0
100
200
300
400
500
600
700
800
[S] mol/L
Figura 27: Grafico di Michaelis-Menten V-(velocita' di reazione)in rapporto a S-(concentrazione
di p-NPP) per la formazione di un composto che absorbe a 410 nm, catalizzato da un alipasi libera.
73
Per i solventi apolari (n-esano e n-eptano) e' esplicato in letteratura che ZAKS
e KLIBANOV (1985) constatarono che gli enzimi sospesi in solventi idrofobici richiedono
una quantita' d'acqua sostanzialmente minore per l'ottenimento della sua attivita' massima
quando comparati con quelli sospesi in solventi idrofilici. In accordo con i risultati
sperimentali, puo' essere concluso che l'attivita' enzimatica
principalmente influenzata, non per le interazioni del solvente con l'enzima, ma dalle
interazioni con acqua legata all'enzima. Per una data quantita' di acqua presente nel solvente,
l'attivita' enzimatica nei solventi idrofobici e' maggiore che nei suoi corrispondenti idrofilici
(KLIBANOV, 1997). Cio' puo' essere esplicato dal coefficiente di partizione dei solventi con
l'acqua o LogP. Il coefficiente di partizione (P) di un composto e' usualmente come una
razione tra le sue concentrazioni nella fase organica e acquosa. Per ottenere elevate
concentrazioni di prodotto e' essenziale utilizzare un solvente organico nel quale il
coefficiente di partizione del prodotto sia alto. Questo implica che una efficiente estrazione di
prodotto da una fase organica produce una conversione maggiore. I solventi piu' adeguati
sono quelli che presentano logP maggiore di 2. Secondo CARTA et al.(1995), la biocatalisi di
reazioni di sintesi, tali come le esterificazioni, geralmente considerata possibile in solventi
immiscibili in acqua che mostrano logP maggiore di 4 (2.3.1).
73
74
90
n-Heptano
MetOH
Hexano
EtOH
ButOH
80
70
60
50
40
30
20
10
0
-10
0
20
40
60
80
100
% solventes
(FACCIO, 2004). Questo studio prese in considerazione l'influenza di acqua, razione molare,
temperatura e concentrazione dell'enzima nella reazione.
74
75
reazione descritte precedentemente, ma il suo riuso da risultati molto meno efficenti e le sfere
di chitosano hanno bassa resistenza meccanica, cio' e' dovuto all'agitazione delle sfere che
subiscono shock meccanici troppo bruschi. In conseguenza, si ha una ediminuzione
dell'attivita' enzimatica e della conversione di biodiesel come e' mostrato nella figura 29.
120
110
100
90
Converso %
80
70
60
50
40
30
20
10
0
10
12
Reuso da CALB L
75
76
120
110
100
90
Converso %
80
70
60
50
40
30
20
10
0
10
12
14
16
nella produzione di esteri (biodiesel) fu superiore al 90% di conversione (Figure 29,30 e 31),
comparati con i risultati ottenuti da Shimada et al, 1999 e Samukawa et al, 2000.
Blanco et al., 2004 fecero uno studio con Novozym 435 in sintesi enzimatica e questo
enzima rimase attivo per 15 cicli con rendimento di circa il 100% a temperatura di 40oC .
76
77
120
Converso%
80
60
40
20
77
78
AEE,
(Carbonio metilenico).
Nello spettro di RMN H1 dell'olio di mamona, si osserrva che tra 4,0 e 4,4 ppm si trovano i
segnali corrispondenti agli idrogeni legati agli atomi di Carbonio "gliceridico" del triacilglicerolo (olio di
mamona) come mostrato nelle figure 31 e 32 (Trn at al., 1996).
Nella figura 32 fu identificato per RMN H1 che possiede 6 atomi di idrogeno vinilici, il che
mostra come segnale un multipletto nella regione tra 5,36 e 5,50 ppm; 3 atomi di idrogeno metilici che si
mostrano come multipleto nell'area compresa tra 3,56 e 3,59 ppm.
Quanto ai dislocamenti chimici degli idrogeni metilici, puo' essere osservato che un doppietto
in 4,12 e in 4,13 ppm e un doppietto in 4,254 e 4,255 ppm. Nella figura 34 osservato un
quadripleto in 4,07-4,12 ppm, inoltre due segnali anteriori identificati per la triricinoleina.
Questo segnale corrisponde all'Idrogeno 19 (4,07-4,125 ppm) dell'etile legato al gruppo
estere.
Dall'analisi degli spettri si verifico' l'effettiva conversione della triricinolena in
ricinoleato de etile. Gli atomi di Idrogeni metilenico presentano come disclocamento un
multipleto tra 2,014 e 2,280 ppm. Nella regione tra 1,196 e 1,589 ppm, si osserva un
multipleto attribuito agli idrogeni metilenici, gli idrogeni metilenici presentano un tripleto
nella regione di 0,86 ppm.
Nella Figura 32 si osserva lo spettro di RMN H1 del ricinoleato di etile, dove
nella regione superiore si osserva solo un segnale a 4,10 ppm, in forma di quartetto
corrispondente agli idrogeni metilenici legati all'Ossigeno dell'estere, come e' mostrato nella
figura 31. Questo segnale e' la principale differenza tra i gli spettri del reagente iniziale
(triacilglicerolo) e del prodotto finale formato (ricinoleato de etile) caratterizzando la
formazione degli esteri. In seguito sono rappresentati i principali dislocamenti chimici del
ricinoleato di etile:
78
79
RMN H1 (CDCl3, 400 MHz, TMS) : 0,90 (t, 3H, CH3); 1,20 (t, 3H, -CH3); 1,30 2,4 (m, 24H, CH2); 3,55 (t, 2H C(=O)-CH2-); 3,69 (m, 1H, -CH(OH)-); 4,10 (q, 2H, C(=O)-O-CH2-); 5,50 (2d, 2H, -HC=CH-).
Area del segnale(AEE )(valore dell'integrazione dei protoni degli esteri etilici)
(ACH2) ---------100%
Area del segnale (ACH2)(valore dell'integrazione del protone metilenico del TAG) ------------------------------------- C
Esempio :
80
80
81
Figura 34: Spettro di RMN H1 di ricinoleato di etile (biodiesel) in 4,10 ppm, in forma di quartetto
corrispondente agli atomi di Idrogeno metilenici legati all'Ossigeno dell'estere.
81
82
Figura 35: Spettro FTIR dell'olio di mamona, dove si osserva una banda nitida e intensa nella
regione di (1750-1450) riferita alla frequenza di stretching del gruppo carbonile (CO) caratteristico
degli esteri.
82
83
Figura 36: Spettro FTIR del ricinoleato di etile (biodiesel), una banda di absorbimento nitida nella
regione di 3410 cm-1,riferita alla deformazione assiale del gruppoO-H, caratteristico dell'acido
ricinoleico, principale componente del biodiesel da mamona.
83
84
y = 7,5347x 0,9797
R2 = 0,9985
4000
3500
(10-1Pa)
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
0
100
200
300
400
500
600
(s )
-1
84
85
2500
Biodiesel
leo Mamona
Viscosidade (mPa.s)
2000
1500
1000
500
0
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Temperatura (C)
Come si nota dalla Figura 38, e come e ci i aspettava, per tutte le temperature il
biodiesel presento' valori di viscosita' minori dell'olio di mamona. Il biodiesel e' prodotto
attraverso reazioni di olio di mamona con alcol etilico . Attraverso i risultati ottenuti si puo'
verificare che la viscosita' e' inversamente proporzionale alla temperatura sia per il biodiesel
che per l'olio di mamona. Alla temperatura di 25C la viscosidade del biodiesel e' di 516 e
dell'olio di mamona di 669 mPa.s.
85
86
5 CONCLUSIONI
Questo studio aveva come obiettivo testare il potenziale dell'utilizzo dei
biocatalizzatori. L'impiego di lipasi commerciale di Candida antarcica B, lipozyme CALB L
e Novozym 435, nell'alcolisi enzimatica dell'olio di mamona commerciale senza la presenza
di solvente organico. In realta' esistono pochi lavori in letteratura che non utilizzano solventi
organici nelle reazioni di alcolisi enzimatica per ottenere degli esteri a partire da oli e grassi
dato che la maggior parte dei substrati (oli vegetali e grassi) sono generalmente poco miscibili
in alcol a catena corta.
In accordo con lo studio realizzato in questo lavoro, alune conclusioni possono
essere presentate, in relazione al tipo di biocatalizzatore utilizzato e anche in relazione alla
conversione di esteri etilici.
Una particolarita' dell'olio di mamona e' che la sua composizione chimica
possiede gruppi idrossili, risultando cosi' miscibile in alcol etilico: Questo comportamento
chimico fu rilevante per il successo dell'alcolisi enzimatica senza la presenza del solvente
organico.
Nello studio dell'immobilizzazione dell'enzima Lipozyme CALB L in sfere di
chitosano con agente funzionalizzante (glutaraldeide), si constato' che la miglior
concentrazione ottenuta fu del 3% (v/v) e che con l'aumento della concentrazione di
gluteraldeide c' inibizione dell'enzima CALB L; cio' fu verificato attraverso l'analisi di
attivita' enzimatica residua del surnatante. Riguardo l'efficienza dell'immobilizzazione
covalente degli enzimi nelle sfere di chitosano immobilizzate covaletemente con
glutaraldeide, sono ottime possedere nella loro costituzione chimica un gruppi ammino (NH2), questo conferisce a tale supporto un'eccellente funzionalita' con l'enzima. In relazione
86
87
alla resistenza meccanica e' bassa in relazione all'enzima supportato in resina macroporosa
(Novozym 435).
Si studio' anche il comportamento della lipasi CALB L in relazione ai diversi
valori di pH ( 3,0; 5,0 ; 6,0 ; 7,0 ; 8,0 ; 9,0 e 10,0 ) e di temperature (da 30 a 1000C) e si
cocluse che il miglior valore di lavoro di pH fu 9,0 come per la CALB L immobilizzata
covalentemente in sfere di chitosano e di Novozym 435 immobilizzato in resina macroporosa.
Riguardo la temperatura si concluse che le lipasi Lipozyme CALB L e Novozym 435 sono
abbastanza temostabili a temperature > 900C.
Nella sintesi enzimatica dell'olio di mamona commerciale con alcol etilico
95
razione molare di 3:1 (alcol etilico: olio di mamona), con 3% di enzima immobilizzato senza
la presenza di solvente organico, ottenendo valori di conversione di estere etilico superiore al
90%. Nella caratterizzazione dell'olio di mamona e degli esteri formati si utilizzarono le
tecniche strumentali di RMN H1, FTIR, (CG) cromatografia in fase gassosa e di reologia. Tali
tecniche furono abbastanza efficaci per rivelare la presenza e la formazione di esteri. L'uso
degli enzimi immobilizzati nella produzione e ottenimento del biodiesel da mamona senza
solvente organico e' promissorio, tenendo conto che, bisogna tener conto di alcuni fattori
importanti come: razione molare dei reagenti, temperatura, cencentrazione degli enzimi e
attivita' dell'acqua nella reazione di transesterificazione enzimatica.
87
88
6 PROPOSTE FUTURE
Prendendo in considerazione i risultati ottenuti in questo lavoro, alcuni
suggerimenti per lavori futuri possono essere elncati in relazione ad una maggiore
esplorazione nella conduzione di processi di alcolisi enzimatica:
89
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