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L’inizio dell’acquacoltura di consumo si osservó nei primi anni ‘90, lasciando indietro
le produzioni artigianali precedenti (con l’eccezione della trota) per iniziare un periodo
di maggiori investimenti e allevamenti di tipo intensivo, con l’applicazione di maggiori
tecnologie (in celle sospese), con una più elevata densitá di colture, e quindi con
maggiori volumi di produzione. A giudicare dai nuovi permessi concessi ( sia in Rio
Negro sia in Neuquén) nel bacino di Alicurá, queste aziende potranno duplicarsi o
triplicarsi nei prossimi anni, accompagnate da un controllo sanitario attualmente in fase
di sviluppo.
Questo non significa che abbiano smesso di esistere le produzioni minori (da 15 a 30
tonnellate all’anno), legate principalmente al turismo.
Comunque l’espansione del settore a partire dai suoi inizi non é testimoniato solo dalla
crescita della produzione di trota (circa il 68% della produzione totale nel 2006). E’
degna di nota anche la diversificazione nell’allevamento delle specie che si producono
nel Paese, avvenuta negli ultimi anni, e anche lo sviluppo delle “policoltivazioni” di
varie specie di pesci.
In generale, il settore ha aumentato la sua produzione in diversi modi. Nel caso del
pacu, per esempio, la sua produzione é aumentata fino a raggiungere un 20% della
produzione totale del Paese. Il terzo posto é occupato dalle ostriche e la quarta dalle 4
varietá di carpa alevate nelle “policoltivazioni”. Altre produzioni devono crescere
ancora per incidere sul volume totale. Tuttavia, tutte le specie sono commercializzate
sul mercato interno, e talune anche in quelli esterni.
La produzione di trota si estende da Jujuy fino al sud dell’isola della Terra del Fuoco, in
funzione delle acque di qualitá delle montagne nel NOA ( Nord-Oeste Argentina) e nel
centro del Paese, o in funzione delle eccellenti acque provenienti dai ghiacciai o dai
fiumi diretamente o indirettamente collegati a questi; la zona di maggiore sviluppo
attuale é il nord della Patagonia , che nel 2006 ha prodotto oltre 1300 tonnellate.
Nel contesto mondiale, negli ultimi deceni, l’acquacoltura é cresciuta a livello globale,
raggiungendo le 63 milioni di tonnellate nel 2005 (Tacon, 2007) a un tasso medio di
crescita annuale che oscilla tra l’8 e il 10%. E’ una delle produzioni di alimenti
attualmente in evidente aumento e dalla quale ci si aspetta che continui a farlo, per lo
meno nell’attuale decennio.
Gran parte della produzione cinese é assorbita dal suo mercato interno , ma una buona
proporzione di questa va all’estero (principalmente gamberetti marini, tilapia, pesci
gatto e altri prodotti), accedendo ai mercati asiatici, europei e statunitensi.
Il Brasile, approfittando delle eccellenti condizioni climatiche del suo territorio, sta
sviluppando molto attivamente l’acquacoltura. Le sue produzioni includono gamberetti
di mare, tilapia, pesce gatto randi, pacu, tambaqui vari tipi di carpa, channel catfish,
pirapitai, cozze, ostriche e cappesante. Nelle produzioni pilota sviluppa inoltre alcune
specie di pesci marini.
Il numero attuale dei produttori nel nostro Paese (non tutti sono regolarmente registrati
nel Registro Nazionale) ha superato il centinaio di unitá (attivitá rurale estensiva, semi-
intensiva e intensiva) con diversi prodotti che raggiungono i mercati e rispondono alle
richieste di differenti categorie: prodotti rurali che diversificano le loro produzioni;
medi produttori (tipo Piccole e Medie Imprese) e grandi produttori, principalmente nel
nord della Patagonia e Misiones (trota e pacu rispettivamente).
In relazione alla sua scala di produzione, al giorno d’oggi la produzione di pesce nel
Paese utilizza soprattutto i sistemi di produzione considerati estensivi (a basso costo,
con fertilizzanti, con o senza alimentazione esterna) e, quindi, con bassa produttivitá
(familiare e/o rurale); i semi-intensivi (maggiore densitá di coltivazioni, aporto
supplementare di alimenti, fertilizzanti e maggiore tecnologia) con produzione di 3 o
più tonnellate per ettaro, e finalmente le coltivazioni conosciute come intensive (alta
densitá di 10kg/m3, tecnologia avanzata, alimentazione completa e costante) con alta
produttivitá (per adesso sviluppata solo per le coltivazioni di trota).
La coltivazione di crostacei si limita all’aragosta di acqua dolce red claw con bassi
volumi, e al gamberetto di mare in acqua dolce, per adesso in maniera sperimentale. Gli
anfibi sono rapresentati dalla rana toro e i rettili acquatici da due specie autoctone di
alligatori. Per quanto riguarda i molluschi, la specie di ostrica coltivata é la concava,
giapponese o del Pacifico; invece, la produzione di cozze comprende due specie
differenti (cozze azzurre e cozze del Beagle), entrambe con un’alta percentuale di carne
utilizzabile.