Sei sulla pagina 1di 328

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 15

NUOVI CONSUMI DEL SALE: LA SALINA COME


PATRIMONIO INDUSTRIALE SUL MARE.

IL CASO DI MARGHERITA DI SAVOIA

Antonio Di Vittorio*

Resumo: Di fronte alle modifiche nei tradizionali consumi del sale, mentre avanzano
nuove forme di utilizzo di questo nei settori industriali più disparati, si va facendo strada
l‚idea, nell‚ambito di un progetto INTERREG, di utilizzare non il sale, ma la struttura
produttiva del sale, in pratica le Saline, da inserire in un circuito dedicato al patrimonio
industriale marittimo. Il caso presentato è quello di Margherita di Savoia sull Adriatico.

1. Ho inteso partecipare a questo Convegno su “A articulação do sal português


aos circuitos mundiais – antigos e novos consumos”, inquadrato in uno specifico
Progetto di ricerca (SAL(H)INA, Salt History – nature and environment), nell’ambito
di un programma comunitario INTERREG III B – Espaço Atlantico (SAL – Sal do
Atlantico: Revalorização da identidade das salinas do Atlantico. Recuperação e
promoçao do potential biológico, económico e cultural das zonas húmidas costeiras),
con una relazione che scaturisce dal lavoro e da esperienze in corso nell’ambito di
un parallelo programma comunitario INTERREG III A – Transfrontaliero Adriatico
(Eredità culturali dell’Adriatico: conoscenza, tutela e valorizzazione).
Il caso su cui richiamo l’attenzione è quello di Margherita di Savoia e delle
omonime Saline, sulla costa adriatica pugliese. Estese 20 Km in lunghezza e 5 Km
in larghezza, queste Saline attualmente si sviluppano per 4.000 ettari di superficie
utile – di cui 3.500 in vasche evaporanti e 500 in vasche salanti – e circa 500 ettari
adibiti a servizi (quali argini, officine, aie di ammassamento, strade, uffici, alloggi),
per un totale di 4.500 ettari circa, che le rendono il maggior complesso del genere
in Europa.1
Proprio l’importanza riconosciuta a tali Saline nel corso dei secoli, sia pure con
dimensioni molto diverse dalle attuali, con una produzione documentata a partire dal
XVII secolo, ha fatto sì che si sviluppasse su di esse una adeguata letteratura2 e si
*Professore Ordinario di Storia Economica ˆ Universita‚ di Bari. Attualmente PRESIDENTE della SOCIETA‚
ITALIANA degli STORICI DELL‚ECONOMIA; Docente in Università italiane ed estere come „visiting
professor‰. Direttore dell‚Istituto di Storia Economica dell‚Università di Bari dal 1971 al 1999 e del
Dipartimento di Studi Europei giuspubblicistici e storico-economici dal 2000 al 2005;Direttore dell‚Istituto
di Ricerche sull‚Economia mediterranea del C.N.R. dal 1981 al 1987
1. Cfr. A. Di Vittorio, Condizionamenti economici e problemi ambientali nell’evoluzione di un grande
centro salinaro pugliese: Margherita di Savoia, in Atti del “I Seminario Internacional sobre o Sal
Português”, Porto, Instituto de Historia Moderna da Universidade do Porto, 2005, p. 53.
2. Tra i lavori più recenti sul tema cfr. S. Russo, Le saline di Barletta tra Sette e Ottocento, Foggia, Grenzi,
2001; A. Lopez, Voli rosa sulla Salina. La natura, il sale, il mare,il territorio e le terme di Margherita di
Savoia, Foggia, Grenzi, 2003. Un punto di riferimento sulle saline in Adriatico rimane il volume di Atti
16 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

cominciasse a prendere coscienza, da parte della pubblica opinione, locale, ma non


solo, della ricchezza che l’attività salinara assicura alla collettività, pur tra i problemi
che tale attività comporta quando è ubicata a ridosso di aree fortemente
urbanizzate.
Superati i momenti di crisi degli anni ’80-’90 del ‘900, allorché i dipendenti, dalle
721 unità del 1978, hanno cominciato drasticamente a ridursi, sino ad attestarsi sulle
133 unità del 20053, le Saline hanno mostrato di adeguarsi ai tempi,
ammodernandosi nelle tecniche di raccolta del prodotto e rinnovandosi nella
gestione e commercializzazione del sale. Ciò in specie da quando le Saline,
dall’Amministrazione dei Monopoli di Stato, sono passate in concessione alla società
a capitale pubblico ATI SALE (1999), che ha fortemente innovato anche nella
distribuzione del prodotto, facilitata in ciò anche dalla fine del monopolio di vendita
del sale sancito, a partire dal 1974, dalla Comunità Economica Europea.4
Accanto alla funzione principale delle Saline, la produzione del sale, altre
funzioni si sono andate sviluppando collateralmente. Innanzitutto l’attività termale,
basata sull’utilizzo delle “acque madri” prodotte nelle saline, le quali forniscono
acque salsobromoiodiche ipertoniche, impiegate nella cura di un ampio ventaglio di
patologie.5 L’attività termale si sta sviluppando ad un ritmo così soddisfacente al
punto che il sindaco del comune di Margherita di Savoia, nell’agosto 2006, ha deciso
di evidenziare tale attività caratterizzante facendosi promotore della richiesta di
cambiare denominazione al Comune in quello di “Margherita Terme”.6
Inoltre, da quando le Saline sono state inserite nelle zone umide d’Italia, protette
dalla Convenzione di Ramsar del 1972, si è accentuato il loro carattere di riserva
naturale statale e di importante stazione di sosta per l’avifauna. In sostanza, esse
stanno diventando anche mèta di turismo naturalistico.7
Ma le Saline, oltre il sale; le “acque madri”, che alimentano le terme; l’area più
specificamente utilizzata dall’avifauna, che alimenta il turismo naturalistico; sono
detentrici nella loro area anche di un altro patrimonio, utilizzabile anch’esso, se
opportunamente valorizzato, per specifiche finalità di “consumo”. Si tratta di un
patrimonio industriale di primaria importanza, rappresentato da un complesso di
strutture fisse – uffici, alloggi, officine, laboratori, capannoni, ecc. -, e di strutture
mobili – di raccolta, trasporto interno, ammassamento, lavaggio, centrifugazione,
riduzione di umidità, vaglio, impacchettamento, insaccamento, del sale -, che
prendono in consegna il prodotto da quando esso si accumula nelle vasche salanti
ed è pronto per la raccolta.
Tanto a livello di strutture fisse che mobili, le Saline dispongono di un patrimonio
industriale pienamente operante per lo svolgimento delle diverse fasi della
produzione, ma anche di un patrimonio industriale che testimonia l’evoluzione delle
tecniche di raccolta, di trasporto interno, delle diverse operazioni per arrivare al
dell’omonimo Convegno (Bari, 3-4 settembre 1979), a cura di A. Di Vittorio, Sale e saline nell’Adriatico
(secc. XV-XX), Napoli, Giannini, 1981.
3. Dati forniti dalla Direzione delle Saline, che si ringrazia per la disponibilità nel fornire informazioni,
dati numerici, immagini dell’attività nelle Saline. Un particolare ringraziamento va alla dott.ssa A.
Riondino.
4. Sull’attività della Società ATI SALE, concessionaria oltre che delle Saline di Margherita di Savoia, anche
di quelle di S. Antioco in Sardegna e di Volterra, cfr. il relativo sito www.atisale.com.
5. In merito, cfr. Le acque salso-bromo jodiche delle Terme di Margherita, Atti del II Convegno Medico
Idrologico, a cura dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo, Margherita di Savoia, Santobuono, 1971.
6. Cfr. “Gazzetta del Mezzogiorno”, 11 agosto 2006.
7.Cfr. A. Lopez, op.cit., pp. 27-39.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 17

Fig. 1 Carrelli sbilicabili con motrice per raccolta sale (in uso anni ’80-’90 del ‘900).

prodotto finito pronto per la commercializzazione. Non a caso il Comune di


Margherita di Savoia ha individuato un’area di raccolta per la parte mobile più
ingombrante di questo patrimonio,8 consapevole dell’importanza di questa
testimonianza dell’evoluzione di strutture e tecniche connesse alla produzione del
sale, base per tanta parte dell’economia e della notorietà del comune salinaro
pugliese.
Ma la consapevolezza va estesa all’insieme del patrimonio industriale delle
Saline, recente e meno recente, fisso o mobile, perché esso rappresenta un “unicum”
se letto nell’ambito di un discorso di modalità ed evoluzione nell’utilizzo del
territorio. In pratica, esso può dar luogo ad un “nuovo” consumo del sale attraverso
il “consumo” delle strutture, fisse e mobili, che lo hanno reso, e lo rendono,
disponibile da quando esso si accumula nelle vasche salanti. Ciò può avvenire
attraverso un autentico itinerario turistico, con un percorso legato al sale non meno
affascinante di quello fondato sul gioco delle forze della natura per la sua produzione
e per l’utilizzo della zona umida salinara.
Questo percorso, che nella realtà può occupare due-tre ore, si può schematizzare
in alcuni punti essenziali, tenendo presente recenti e meno recenti tecniche di
raccolta del sale e relative strutture e attrezzature utilizzate; come pure tenendo
presenti strutture fisse ancora in uso, legate alle attuali modalità ed esigenze lavorative
del sale; nonché strutture fisse in disuso, legate a passate modalità ed esigenze
lavorative di tale prodotto.

8. Informazioni acquisite dal Sig. Dellorco, della Direzione delle Saline, che si ringrazia per la proficua
visita che ha consentito di effettuare alle Saline grazie alla sua competenza ed alla passione per l’attività
in essa svolta.
18 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Fig. 2 Nastri trasportatori per ammassamento del sale.

Fig. 3 Macchina raccoglitrice di sale semovente.


THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 19

Fig. 4 Raccolta e ammassamento di sale con carro ponte.

2. Il percorso del sale dalla raccolta all’impacchettamento: strutture e


attrezzature.9
Il sale, nella raccolta stagionale, si cominciava a portare fuori dal bacino salante
a partire dalla metà del mese di agosto.
Successivamente si sono impiegati:
1. carrellini scorrenti su binari a scartamento ridotto, spinti a mano;
2. carrellini scorrenti su binari a scartamento ridotto, trainati da una piccola
motrice (foto1);
3. ammassamento con dei nastri trasportatori (foto 2);
4. macchine raccoglitrici semoventi, la cui lunghezza, da 150 a 200 metri, era
pari alla larghezza del bacino interessato (foto 3);

Il sale asportato dal fondo del bacino era portato ad una delle due norie poste
alle estremità della raccoglitrice.
Le norie erano formate da una cabina di comando e da un nastro verticale a tazze
che, prelevato il sale dal nastro trasportatore orizzontale, lo sollevava facendolo
cadere, attraverso un’apertura posizionata in alto, all’interno di una serie di convogli
ferroviari, formati da un locomotore e da un numero variabile (da 8 a 12) di carrelli
sbilicabili di ridotte dimensioni, adibiti al trasporto del sale dal bacino di raccolta ad
una buca di scarico (convogliatore).
Una serie di ulteriori nastri trasportatori provvedevano ad indirizzare il sale su un
carroponte (foto 4), dalla cima del quale cadendo, formava un cumulo alto circa 20
metri e lungo alcune decine di metri.
9. Per la ricostruzione di questo percorso del sale, controllato “in loco”, ci siamo avvalsi, oltre di quanto
appreso dal Sig. Dellorco, già richiamato, di quanto è nel sito www.atisale.com, alla voce “la raccolta del
sale: evoluzione tecnica nel tempo”.
20 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Fig. 5 Raccolta meccanica del sale detta "a travoni".

Il sale nella raccolta pluriennale, è portato fuori dal bacino salante ogni 3-5 anni,
a seconda delle necessità del mercato.
La trasformazione del metodo di raccolta è stata occasionata dalla mancanza di
spazio nelle aie di ammassamento in un anno in cui il mercato era instabile. Ciò ha
fatto sì che si pensasse di lasciare il sale deliberatamente nelle caselle salanti. Ne è
conseguito anche un minor impiego di manodopera, necessario per contenere i costi
di produzione, e la possibilità di avere un sale più pulito, in quanto meno esposto
sulle aie di ammassamento.
La raccoglitrice annuale si è dovuta rinnovare: a quella tradizionale e
mastodontica si è passati ad un’altra per la raccolta pluriennale, di concezione e
funzionalità più moderna e confacente alla nuova realtà che si era venuta a creare.
Di dimensioni notevolmente ridotte rispetto alla prima; con ridotto numero di addetti
al suo funzionamento; con possibilità di muoversi sulla incrostazione salina grazie
ai cingoli (foto 5); con la possibilità di caricamento dei camion direttamente nel
bacino salante.
Il sale, prelevato dai camion, di qui è trasportato alla buca di scarico
(convogliatore), per proseguire poi il consueto percorso sul nastro trasportatore e,
passando dal carroponte, finire sull’aia di ammassamento per la formazione delle
“montagne” di sale.
Su tali aie di ammassamento il sale stagiona per un periodo non inferiore a 40
giorni, perdendo così una ulteriore quantità di “acqua madre” in esso contenuta e
con questa una eventuale presenza di cloruro di magnesio, dal sapore amarognolo.
La raccolta pluriennale del sale si è avvalsa di ulteriori miglioramenti. Il continuo
transito dei camion sulla incrostazione salina (con uno spessore variabile dai 50 ai
90 cm.) provocava sprofondamenti tali da impedire la pratica realizzazione del
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 21

Fig. 6 Area impacchettamento, strutture per lavaggio sale.

trasporto del sale fuori dai bacini, in quanto avveniva la mescolanza tra il sale e
l’argilla di cui è composto il fondo dei bacini, con conseguente raccolta di sale
sporco. I tecnici della salina hanno messo a punto un tipo di raccolta meccanica del
sale chiamata “a travoni di sale” (foto 5). Questa prevede, una volta scaricata “l’acqua
madre” esistente nella incrostazione marina, l’accesso nel bacino salante con un
certo numero di escavatori, procedendo alla formazione di una canalizzazione
perimetrale (foto 5) per permettere un più veloce ed abbondante deflusso delle
“acque madri” presenti sulla incrostazione di sale.
Successivamente viene effettuata la formazione di travoni di sale, operando la
sovrapposizione di non meno di due strati di incrostazione salina (quella esistente,
più una di scavo e riporto), creando, quindi, delle vere e proprie piste sulle quali
operano gli stessi escavatori che caricano i camion di sale (foto 5). Questi provvedono
a loro volta a trasportare il sale e scaricarlo nella tramoggia e da qui alla aie di
ammassamento attraverso l’utilizzo di una serie di nastri trasportatori e del carroponte
(foto 4).
Il doppio spessore realizzato con la formazione dei travoni di sale consente di
sopportare senza cedimenti il continuo passaggio dei camion. Questo tipo di raccolta
è unico al mondo ed è un vanto delle Saline di Margherita di Savoia.
Il sale, prelevato dalle aie di ammassamento, in parte è trasportato all’esterno allo
stato sfuso con appositi camion. Altro è trasferito, sempre con camion, verso
l’impianto di impacchettamento. Qui è fatto passare entro cilindri rotanti, detti
Trommel, tramite i quali si effettua una separazione del sale da inerti eventualmente
presenti.
Successivamente si ha il lavaggio del sale (foto 6) con acqua satura (salata) per
liberare il sale da eventuali altre impurità, come, per esempio, il pulviscolo
22 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Fig. 7 Area impacchettamento, vibrovagli lineari.

atmosferico, che facilmente vi si deposita durante la sua permanenza sulle aie di


ammassamento. Per liberare il sale dall’acqua, che è servita per il suo lavaggio, si
utilizzano delle centrifughe, che per effetto di un intenso moto rotatorio separano
l’acqua dal sale. Questo però, essendo altamente igroscopico, conserva ancora un
alto tasso di umidità.
Questa umidità viene eliminata facendo passare il sale entro dei forni a letto
fluido, in cui vi è un getto di aria calda che riduce l’umidità del sale a valori di
umidità dell’ordine dello 0,3%, cioè atto ad essere impacchettato.
Il sale è fatto ancora passare attraverso dei vibrovagli lineari (foto 7), che
provvedono prima a separare il sale grosso da quello fine e subito dopo, mediante
dei nastri trasportatori, a riempire i relativi silos di stoccaggio, direttamente collegati
con le macchine impacchettatrici (foto 8) per la loro alimentazione. L’impianto di
impacchettamento, sia di sale fino che grosso, provvede a pacchi di 1 chilo senza
alcun additivo (foto 9). Tali macchine, in numero di due, hanno una produttività di
300 pacchetti al minuto di sale grosso e di 200 astucci al minuto di sale fino. I
pacchetti così ottenuti vengono raggruppati per 10 e tenuti insieme da una pellicola
termoretraibile. Essi confluiscono verso una ulteriore macchina (pallettizzatore)
preposta alla formazione di pedane del peso complessivo di 10 quintali ciascuna, le
quali, dopo essere state adeguatamente incellofanate, per consentire un più agevole
carico e trasporto, vengono stoccate in un apposito magazzino, pronte per essere
vendute (foto10).

3. Accanto alle strutture mobili e semimobili, legate alle presenti (e passate)


operazioni di raccolta del sale sino all’impacchettamento, le Saline hanno un
patrimonio di strutture fisse non indifferente, contenitori, anche esse, di attività
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 23

Fig. 8 Area impacchettamento, sacchetti da 30 kg.

Fig. 9 Area impacchettameno, astucci di sale fino da 1 kg.


24 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Fig. 10 Area impacchettamento, magazzino con "pedane".

presenti e testimoni di attività passate. La forte contrazione di manodopera nel corso


degli anni ’80 e ’90 del ‘90010 ha inciso anche sulla operatività di servizi e officine
di supporto, ma nel complesso si possono individuare tre nuclei ben distinti di
strutture fisse che si incontrano da quando si entra nelle Saline e seguendo poi il
percorso del sale dalla raccolta all’impacchettamento.
Un primo nucleo è rappresentato dai capannoni di varie dimensioni che ospitano
– o ospitavano – i servizi: alloggi e servizi per gli operai; uffici; laboratori; officine
meccaniche e falegnameria; alloggio macchine (foto 11); e così via. Un secondo
nucleo è rappresentato dal complesso di edifici attorno a cui ruota la fase di
impacchettamento, dove sono anche i magazzini (foto 10) che custodiscono le varie
tipologie di prodotto finito. Un terzo nucleo è rappresentato dal “capannone Nervi”
(foto 12-13) e da quanto vi è connesso. Nonostante la centralità fisica di questo
capannone, tra aree di raccolta e area di impacchettamento, la vera centralità gli
deriva dalle sue dimensioni e dall’essere opera di Pier Luigi Nervi, eminente
rappresentante dello strutturalismo architettonico italiano.11
Dalle dimensioni di una cattedrale, richiamata anche nella facciata, l’edificio è
conosciuto come “magazzino per la sofisticazione dei Sali” e doveva essere utilizzato
per consentire una razionale produzione di sali con additivi aromatici di vario genere.
Ma la normativa dell’ultimo dopoguerra non ha mai consentito la produzione di sale
con additivi, tranne il sale iodato, facendo sì che l’imponente edificio, commissionato
nel 1936 e ultimato nel 1938, non venisse praticamente mai usato.

10. V. sub nota 3.


11. Per un inquadramento di Pier Luigi Nervi (Sondrio 1891 – Roma 1979) v. R. De Fusco, Storia
dell’Architettura Contemporanea, Roma – Bari, Laterza, 1996, pp. 369 e 467. E’ interessante tener presente
che Nervi, tra il 1935 ed il 1943, si dedica alla progettazione di aviorimesse per conto dell’aeronautica
italiana, applicando interessanti soluzioni nella progettazione delle ampie volte di copertura. Sono proprio
queste che caratterizzano il padiglione di Margherita di Savoia.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 25

Fig. 11 Padiglioni per accoglienza operai.

Fig. 12 Edificio per ammassamento e "sofisticazione" sali.


26 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Fig. 13 Padiglione "Nervi" nell’edificio per ammassamento e sofisticazione sali.

Il “Nervi”, come è comunemente chiamato, costituisce la parte maggiore di un


edificio in parte modificato dalle aggiunte edilizie messe in opera nel corso degli anni
’50.12 Esso è composto da due corpi di fabbrica, il magazzino (o silos) per la
sofisticazione dei Sali e la torre degli impianti. Il silos (foto 13) misura mt.
22,10X62,21, con campate variabili da mt.5 a mt.3,65. Esso consta di 13 campate,
ritmate da 12 piloni in cemento armato, fondati ognuno su pali da 25 cm. di
diametro, sui quali si innestano altrettanti archi parabolici. Alto 15,90 mt, il silos si
articola in tre ordini di capriate a sviluppo pseudo-piramidale; la prima impostata a
quota 5,30, la seconda a quota 9,25, la terza a quota 13,60. Quest’ultima funge da
elemento di immissione del sale. All’interno, un corridoio percorribile permette di
perlustrare la struttura e manovrare manualmente le chiuse in legno.
La torre degli impianti misura mt. 20,00X9,00. Grazie alla sua altezza (22 mt.)
ed alla rastremazione data ai tre ordine di pieno, essa “assume un significato ed un
valore aggiunto nei confronti del paesaggio e del territorio, configurandosi come vero
e proprio segno urbano”13.
Niente meglio delle immagini consente di apprezzare in pieno il percorso
attraverso questo ricco patrimonio industriale legato alla produzione e consumo del
sale.§

12. Per questo inquadramento tecnico del “magazzino (silos) per la sofisticazione dei Sali” e della “torre
degli impianti” ci siamo rifatti all’opuscolo dell’architetto A. Riondino, Magazzino per la sofisticazione dei
Sali a Margherita di Savoia. Progetto dell’architetto-ingegnere Pier Luigi Nervi, Foggia, Grenzi Editore,
2006.
13. Ibidem.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 27

O PORTO, O MONOPÓLIO DO SAL E A


ESTRUTURAÇÃO DA ECONOMIA MERCANTIL
(SÉCULOS XIII-XV)

Amândio Jorge Morais Barros*

Resumo: As dinâmicas económicas geradas em torno do sal representaram importan-


tes factores de estruturação dos mercados. Desde muito cedo que o produto, pela sua
importância no quotidiano das populações e pelas consequentes receitas geradas pelo
seu comércio, despertou o interesse dos empresários e agentes económicos medievais
e modernos. Ter sal no Porto era garantia de movimento, de atracção de navios e de mer-
cadores. Em paralelo, a cuidadosa regulamentação do tráfico e das actividades desen-
volvidas em torno do sal, bem como as estratégias de controlo desta mercadoria, tor-
naram-se assuntos prioritários no programa político das municipalidades e autoridades
portuárias. Neste trabalho prestarei atenção à forma como a cidade do Porto usou o co-
mércio de sal como modo de fortalecer autoridade sobre o seu hinterland e estruturar
o seu mercado comercial, acompanhando os principais momentos do processo. Sen-
do que os estudos clássicos sobre o salgado português rejeitam a noção de monopó-
lio, a acção que aqui se acompanha demonstra que o Porto desenvolveu, precoce-
mente, uma política económica tendencialmente monopolista relativamente ao co-
mércio de sal. Os dados recolhidos – em documentação municipal – remontam ao sé-
culo XIV, altura em que os governantes do burgo encetaram um processo selectivo de
desmantelamento da concorrência em redor do Porto. Esse facto, revelador de uma es-
tratégia política e económica com objectivos claros, revelou-se fundamental para a con-
solidação de uma estrutura portuária e comercial que, fundada no comércio de sal de
Aveiro (embora não exclusivamente), permitiu a expansão da actividade marítima e da
prosperidade da cidade desde os finais da Idade Média.

1. Introdução

No domínio da história económica e social, a caracterização dos espaços em es-


tudo assume cada vez maior ponderação, nomeadamente quanto à sua capacidade
de afirmação, organização, ligações e dinâmicas de dominação exercidas sobre re-
giões envolventes, necessárias para o seu próprio desenvolvimento. Em poucas pa-

* amandiobarros@hotmail.com; investigador do projecto SAL(H)INA História do Sal - natureza e meio am-


biente - séculos XV a XIX” POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004-”; Instituto de História Mo-
derna-Universidade do Porto; professor e investigador; Doutorado em História Moderna; Membro do IHM-
FLUP; Temas de investigação: O Porto e a construção dos navios de Vasco da Gama; O Porto e arredores;
O negócio das Ilhas: aspectos das relações entre o Porto e os arquipélagos atlânticos no início da Época
Moderna.
28 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

lavras: busca-se a definição e estruturação dos mercados, e as relações neles reali-


zadas.
A historiografia anglo-saxónica tem dado os passos mais decisivos neste sentido.
Concretamente, tem-se preocupado em definir o escalonamento das cidades me-
dievais e modernas, a sua função e hierarquia. Tem-se promovido um proveitoso diá-
logo interdisciplinar com a Geografia (mais a Economia, Sociologia e Antropologia),
ciência da qual se aproveitam conceitos operativos que ajudam a explicar certas di-
nâmicas urbanas. Desde logo, a definição de cidade, identificada como lugar de cen-
tralidade, “que serve as necessidades comerciais, administrativas, religiosas e cultu-
rais das suas esferas de influência”1.
Noutra perspectiva, complementar, os centros urbanos dispõem-se em termos
hierárquicos; o lugar de cada um determina-se pela escala, valor e variedade das suas
funções. E das suas articulações, também. Esse processo remete para o tema da cen-
tralidade e constituição de mercados: se as cidades maiores têm tendência a forne-
cer o território circundante de bens manufacturados e mercadorias importadas, as
praças das vizinhanças, geralmente menores, normalmente integradas no mundo da
actividade primária, abastecem-nas de bens de primeira necessidade, víveres e arti-
gos de consumo básico. Evidentemente que as alimentam também de gentes, num
fluxo migratório persistente, fundamental para o preenchimento de efectivos nas di-
ferentes áreas, económica, social, administrativa, militar…, desenvolvidas através do
espaço urbano. Porém, embora os comportamentos demográficos constituam facto-
res decisivos para a saúde dos mercados, e de modo ainda mais decisivo na crono-
logia eleita para análise, neste estudo deter-me-ei apenas nas vicissitudes do controlo
das mercadorias circulantes e do que isso representou na sua afirmação.
Neste sentido, importa registar a revisão, recente, da linguagem operativa, fruto
da interdisciplinaridade entre História, Economia e Geografia. Há muito tempo que
se consagrou o termo alemão hinterland, no sentido em que ele descreve o territó-
rio em redor da cidade, e que com ela interage economicamente. Actualmente, este
vocábulo, ou melhor, a realidade que ele define, tende a ser melhor precisada. No-
meadamente através da utilização da expressão/conceito umland, que mais correc-
tamente define a “região interior”, mais próxima, fornecedora da cidade, dependente
desta. Por seu turno, hinterland passa a designar a um território mais vasto, um pou-
co mais distante, no qual se desenrola um conjunto mais alargado de transacções e
se expandem outras dinâmicas, também jurisdicionalmente menos dependente da ci-
dade e das suas imposições. Conforme observaremos adiante, a propósito da evolu-
ção das relações económicas, administrativas e territoriais desenvolvidas na zona no-
roeste e norte de Portugal entre os séculos XIII e XV, esse escalonamento e sua fun-
cionalidade emergem nitidamente no conjunto de acções fomentadas.
Para isso, é preciso saber quando se constitui e expande aquilo a que poderemos
chamar “sistema urbano”; quando é que ele se solidifica e se torna decisivo no de-
vir económico.
Estas palavras introdutórias pretendem contextualizar o tema que me proponho
analisar: a constituição do monopólio do comércio de sal no Porto durante os finais
da Idade Média. Porque, de certo modo, é de mercados, de relações de poder, de afir-
mação mercantil que aqui estão em causa; das formas como um centro urbano, o
Porto, foi capaz de se assumir como força centrípeta, atraindo os bens (e as gentes,

1. DYER, Christopher – Small places with large consequences: the importance of small towns in England,
1000-1540, in “Historical Research”, vol. 75, nº 187 (February 2002), p. 1.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 29

como disse) de que necessitava, interferindo no território em seu redor e projectan-


do-se consistente e continuadamente sobre espaços de negócios europeus conse-
guindo, no final desse processo, assumir-se como cabeça de um território estrutura-
do, e manifestando importantes e interessantes projecções internacionais. E isso,
como tentarei demonstrar, em resultado de se ter conseguido apoderar do lucrativo
e influente comércio de sal.
O sal surge, assim, como o protagonista deste estudo. Como uma das bases so-
bre as quais assentou toda um programa político que resultou na afirmação da cidade
como núcleo dominante de um dos espaços económicos mais importantes do reino.
É a história do seu controlo que, sinteticamente, tentarei dar a conhecer nas páginas
seguintes.

2. Formação e defesa do mercado salineiro portuense nos séculos XIII e


XIV

Na baixa Idade Média, em contexto de expansão, o Porto, à semelhança de ou-


tros centros urbanos europeus, adoptou o seguinte princípio orientador da sua polí-
tica económica: apenas dar carga só a quem trouxesse carga; acrescentando-lhe a
imposição de as mercadorias estratégicas serem obrigatoriamente encaminhadas para
os seus armazéns e definindo claramente privilégios comerciais para vizinhos e não
vizinhos. Este padrão, tipificando a cidade e a sua função de centro redistribuidor,
manteve-se em vigor por vários séculos. Entre outras consequências, dele resultou a
constituição de mecanismos de controlo sobre a região produtora, a mobilização de
recursos humanos no controlo e vigilância de certos lugares em redor, potenciais an-
tagonistas, e da imposição da sua força, atitudes sancionadas pelas instâncias go-
vernativas centrais. Tratava-se de pequenas localidades que, embora integradas no
seu termo jurisdicional, constituíam desde há muito preocupação para as autorida-
des municipais dado que, pelas características que patenteavam – sobretudo pelo seu
afastamento do centro e por desenvolverem uma actividade paralela, no âmbito do
tráfego marítimo e comercial – eram demandadas por clientes que convinha à cida-
de atrair para si. Essa realidade decorria de duas situações: primeiro, por estarem afas-
tadas da cidade e escaparem à sua vigilância; segundo, por uma espécie de “esta-
tuto de imunidade”, ou melhor, de um certo “vazio legal”, uma vez que, inicial-
mente, para acautelar o crescimento desses lugares, minorando o seu relativo isola-
mento, em geral estavam isentas de algumas posturas e limitações entretanto apro-
vadas no burgo. Esse estatuto, comportando o acolhimento de embarcações e, in-
clusivamente, uma relativa liberdade de comércio, de sal, por exemplo, entre outros,
fazia desses locais pontos atractivos para um lucrativo comércio oculto.
Por detrás da evolução da conjuntura, esteve o crescimento que a cidade do Por-
to experimentou na primeira metade do século XIV – traduzido na construção da mu-
ralha gótica –, o qual acarretou maiores necessidades de abastecimento da parte de
uma população mais numerosa, e coincidiu com um período no qual houve a per-
cepção dos ganhos que se poderiam retirar da procura geral (europeia) e consequente
concentração de bens, como o sal, os vinhos, o pescado, a carne, os couros, os co-
30 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

rantes vegetais…, para posterior redistribuição nas praças internacionais de referên-


cia.
Esta cronologia tem muito que se lhe diga. Como se sabe, ela é tradicionalmen-
te reconhecida como um período de crise geral, e dos mais graves que o Ocidente
conheceu. Mas, ultimamente, os historiadores retomaram o tema e interrogam-se so-
bre ela, sobre o seu verdadeiro alcance e consequências, procedendo a uma revisão
que ainda está a dar os primeiros passos. Que regiões foram, na realidade, afectadas,
e como? Que regiões beneficiaram dela, e como? É que, a “crise”, mesmo quando
se analisa o conjunto dos reinos europeus, parece ser mais política do que econó-
mica, marcada por disputas violentas entre reis, pretendentes, partidos da nobreza
e da burguesia (D. Pedro e D. Fernando em Portugal, ascensão dos Trastâmaras em
Castela2, Eduardo II e Ricardo II contra os barões, em Inglaterra3, a decadência dos
Capetos e a tomada do poder pelos Valois4, em França, a própria crise da monarquia
papal5…), cujas consequências sobre a economia ainda estão por avaliar. A relação
economia/política é, porventura, mais acentuada em termos de fiscalidade, de bus-
ca de receitas indispensáveis para gerir as lutas de poder e a afirmação das novas fac-
ções dirigentes. Não muito mais6. Evidentemente que há diversas matérias a escla-
recer7. Para lá das interrogações já aqui expressas, é preciso clarificar que dimensão
e sequelas tiveram os períodos de escassez alimentares de inícios do século (docu-
mentados em algumas regiões), e quais os verdadeiros efeitos (sobre que regiões?)
da(s) peste(s)? Do que parece não haver dúvida, além da dificuldade em manter a ha-
bitual visão catastrófica da Europa daquela centúria, é do facto que esta conjuntura
foi bastante marcada pela ascensão e autonomia dos municípios, pelo desenvolvi-
mento dos centros mercantis (sobretudo portos e povoações com feiras) e por uma
expansão, sem precedentes, do comércio internacional com consequências que, em
alguns casos (os centros costeiros portugueses, o vale do Douro, Castela a Velha, a
zona cantábrica…) ultrapassaram os limites das cidades e vilas. Creio que a região
em torno do Porto constitui um bom observatório deste fenómeno. E a ele liga-se todo
o enredo político que vínhamos observando.
Em boa verdade, a luta em favor dos interesses mercantis da cidade (porque, na
realidade, trata-se aqui de estratégias de negociantes) representava uma limitação à
liberdade de comércio8. Mas o que é que neste tempo não é limitação, salvaguarda
de privilégio particular, regime especial ou franquia? A questão, mais vasta, está em
saber até que ponto houve capacidade para resistir às violações a esses estatutos. O
que explica o fenómeno do contrabando, a busca de vantagens e lucros num lugar

2. VALDEÓN BARUQUE, Julio – Los Trastámaras: el triunfo de una dinastía bastarda. Madrid: Temas de
Hoy, 2001.
3. John Taylor & Wendy Childs, eds. – Politics and Crisis in Fourteenth Century England. Gloucester: Alan
Sutton, 1990.
4. GAUVARD, Claude – La France au Moyen Âge, du Ve au XVe siècle. Paris: PUF, 2004, especialmente
o capítulo “Du XIVe au XVe siècle, une conjoncture de crise”.
5. ALVAREZ PALENZUELA, Vicente Ángel – La crisis de la monarquía papal y el conciliarismo en el tras-
curso del Trescientos al Cuatrocientos, in “Cuadernos de Historia Medieval, 2, 1999.
6. E já não é pouco; sobretudo quando pensamos nas medidas tomadas para proteger esses grupos, de
inegável alcance económico. Recordemos, a título de exemplo, a implementação dos seguros marítimos
e a companhia das naus portuguesa no tempo de D. Fernando. Ou as cartas de franquia e de feira às vi-
las e cidades castelhanas.
7. E assim permanecerão pois não é este o lugar para tratar tão complexo assunto.
8. Impedindo os comerciantes – de fora ou, mesmo, do termo – de escolherem conforme seu arbítrio os
mercados que mais lhes interessasse demandar.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 31

de oportunidades. É que, por esta altura, o conjunto cidade/termo emergia nitida-


mente como um importante centro fornecedor e placa giratória de distribuição ao ser-
viço de uma zona vasta que, desde as Beiras chegava à fronteira norte de Portugal.
Ao movimento, soma-se movimento; e, usando uma metáfora pouco original, são
muitos aqueles que pretendem alcançar a fortuna sem passar pela “casa partida” e,
se possível, sem ir para a cadeia.
A insistência na homologação de posturas como as acima referidas demonstra a
dificuldade de implementação desta política, assim como a amplitude do fenóme-
no comercial. No entanto, a persistência, convenientemente reforçada por medidas
repressivas – concretizadas na apreensão de cargas e multas aos infractores – terá co-
meçado a dar frutos no decurso de Trezentos. Esse “sucesso”9 deveu-se ao acrésci-
mo e contínuo aperfeiçoamento das posturas que, conjugando legislação, medidas
de vigilância efectiva e eliminação pontual de estruturas produtivas concorrenciais,
como veremos, tornou efectiva a autoridade da cidade sobre o termo e neutralizou
a competitividade dos lugares marítimos vizinhos.
Para o tema que de aqui nos ocupamos, destacam-se as questões do sal e do pes-
cado, indissociáveis, elementos/proveitos basilares da estrutura económica medieval
portuense e da sua afirmação. Com destaque, como referi, para o sal.
Já notei que algumas posturas em matéria económica não foram, de início, su-
ficientemente abrangentes. À margem tinham ficado lugares como Moroça, Matosi-
nhos, S. João da Foz, Gaia e Vila Nova. A esses sítios isentados, logo mais atractivos,
acorriam recovas de Bragança, Chaves e de muitas outras terras de fora do termo,
“ssem tragendo nem huuns mantymentos aa dita çidade”, e levando dali “os pesca-
dos ssecos frescos ssardinhas ssoltamente ssem aluara e mandado dos uereadores da
çidade”10. Porque, no entendimento dos responsáveis do burgo, era prejudicial “vi-
ver a cidade com regimento” e o termo sem ele, numa clara percepção daquilo que
estava em causa, em 20 de Dezembro de 1393 o regulamento comercial em vigor
foi estendido a todo o território jurisdicionalmente dependente do Porto. A partir des-
ta data a cidade passava a controlar as transacções. Quem quisesse mercadoria, no-
meadamente sal e peixe, deveria trazer outra em troca, de preferência mantimentos,
e só com alvará da Vereação podia mercar na terra.
O sal merece discurso mais extenso. A sua importância na economia decorre da
sua utilidade na vida quotidiana das populações históricas11. Objecto de comércio
internacional, alimentava circuitos de negócios. Nesta perspectiva, este trabalho,
como outros apresentados neste colóquio, pretende chamar a atenção para o relevo
económico do sal da bacia de Aveiro e da sua projecção internacional no período
medievo, e no século XVI. E essa realidade deve-se, em grande parte, à estreita li-
gação do salgado aveirense às dinâmicas marítimas desenvolvidas no Porto e nos por-
tos do noroeste português, responsáveis pela sua comercialização a média e longa
distância. De tal maneira que, até muito alongado o século de Quinhentos, ele tem

9. A cidade, contudo, nunca pôde baixar os braços. As mesmas deliberações continuaram a ser norma;
acrescidas da nomeação de “olheiros” das cargas, reforço dos poderes dos almotacés e policiamento dos
caminhos, foram uma constante e estenderam-se por todo o período medieval e moderno. Mas com re-
sultados: o levantamento de autos e a cobrança de multas comprovam-no provando, por outro lado, que
o contrabando foi igualmente fenómeno que não cessou.
10. BASTO, Artur de Magalhães – “Vereaçoens”. Anos de 1390-1395. Porto: Câmara Municipal/Gabine-
te de História da Cidade, [1937], p. 355. Salvo indicação em contrário, as citações que nas próximas pá-
ginas farei provêm desta obra.
11. Ver uma nota mais alargada sobre as potencialidades do sal na conclusão deste artigo.
32 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

nesta área nortenha mais peso que o de Setúbal, maioritariamente citado pela his-
toriografia internacional em resultado dos importantes estudos de V. Rau12. Mas de-
vemos ser cuidadosos na hora de abordarmos este tema. O sal, como lembra Peter
Spufford, não era, nestes tempos, objecto de comércio massivo; ou mais correcta-
mente, de transporte massivo. Circulava, sem dúvida, mas as necessidades básicas
das populações europeias satisfaziam-se com o produto da exploração de modestas
salinas e jazidas, existentes um pouco por todo o lado, sujeitando-se à menor qua-
lidade do sal nelas produzido, e à sua disponibilidade, que, geralmente, não era mui-
ta. Temos assim que o sal se evidencia verdadeiramente quando alguém se encarre-
ga de fazer dele objecto de um trato constante, em especial conjugando-o com ou-
tros negócios (os curtumes, por exemplo), devidamente controlado, num lucrativo
jogo de trocas. Isso acontece no entorno portuense.
A pensar nesse negócio florescente, a cidade do Porto aprovou, consecutiva-
mente, dois conjuntos de medidas, restritivas da produção e do comércio, com um
mesmo objectivo: monopolizar a distribuição.
Remonta à época dos Romanos a exploração de marinhas em vários pontos da
Terra de Bouças, nome da circunscrição medieval grosso modo localizada no actual
concelho de Matosinhos. Da amplitude desta actividade no período romano ficam
os testemunhos materializados nos tanques de salga e produção de pasta de peixe
na praia de Angeiras, Lavra13, descobertos há algumas décadas e objecto de estudos
arqueológicos e históricos recentes14. Bouças era terra de pescadores. E esse modo
de vida exigiu sempre grandes quantidades de sal, para preservar o pescado, o que
ficava mais facilitado com a existência e exploração de salinas15. No contexto da es-
trutura produtiva medieva, da posse dos modos de produção e das relações so-
ciais/jurisdicionais sabemos alguma coisa sobre as estruturas de tipo salinas locali-
zadas em propriedades régias (reguengos) e senhoriais (coutos de mosteiros e hon-
ras da nobreza), e quase nada quanto às concelhias e vilãs, sendo as duas primeiras
objecto de arrendamento e emprazamento a favor dos moradores das redondezas.
Era a forma encontrada para alimentar de sal, mais comodamente, as comunidades
marítimas das freguesias de Matosinhos e S. João da Foz, e de outras menos sonan-
tes.
Numa contagem sintética, a partir de Alberto Sampaio e dos Portugalie Monu-
menta Historica, Virgínia Rau16, enumera as seguintes, na zona entre o Leça e o Dou-
ro:
12. Facto que, para certos momentos, terá inflacionado a importância real que ele, na realidade, alcan-
çou. De qualquer modo, para o período moderno, estas afirmações estão sujeitas a revisões resultantes
da avaliação do peso das importações de Setúbal (assim como de Lisboa, Castro Marim, Andaluzia…), para
as quais há dados do século XVI.
13. Com toda a probabilidade seriam maioritariamente usados na produção de garum. Têm muito signi-
ficado. E um significado que ultrapassa em muito o simples marco cronológico romano. Estes postos de
produção devem ter sido muito importantes, ao ponto de terem criado uma tradição de consumo de pas-
ta de peixe – elemento importante numa dieta caracterizada pela fraca condimentação dos alimentos –
que chegou, pelo menos, ao século XVI. Posturas medievais e modernas proíbem a confecção de sail no
interior da cidade, devido à sujidade e mau cheiro, que atentavam contra o bem-estar público. Ora, em
português arcaico, o vocábulo sail significa, precisamente, molho e pasta de peixe, salgados e condi-
mentados, provavelmente ainda à maneira legada pelos Romanos.
14. CLETO, Joel – A Indústria de conserva de peixe no Portugal Romano. O caso de Angeiras (Lavra, Ma-
tosinhos). Matusinus. Revista de Arqueologia, Matosinhos, 1 (1995/96), p.23-45.
15. Ressalvando as devidas proporções, dada a extensão da costa portuguesa e a importância que o mar
detinha no quotidiano das gentes, na alta Idade Média, em todos os povoados costeiros havia salinas –
no Porto, como veremos, vinham até às portas da cidade, já no interior do rio Douro, em Massarelos e
Miragaia – como em todos os pontos do reino havia vinhas.
16. “A exploração e o comércio de sal em Setúbal–Estudo de história económica”, in Estudos sobre a his-
tória do sal português, edição preparada por José Manuel Garcia. Lisboa: Ed. Presença, 1984, p. 56-57.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 33

Data Localização Descrição Proprietário


a. de 1032 . . .Foz do Leça . . . . .corte de salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Benedito
a. de 1032 . . .Foz do Leça . . . . .corte de salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sta Cruz de Coimbra17
1045 . . . . . . . .Foz do Leça . . . . .salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Leça
1045 . . . . . . . .Foz do Leça . . . . .salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo da Vacariça
1053 . . . . . . . .Custóias . . . . . . . . .salinas
1057 . . . . . . . .Foz do Leça . . . . .salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Presbítero Afonso
1057 . . . . . . . .Foz do Leça . . . . .salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Leça18
1063 . . . . . . . .Foz do Leça . . . . .talhão da salina “Ermesinda”19 . . . .Mo de Leça
1070 . . . . . . . .Guifões . . . . . . . . .salina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Pedro Quilifonsis
1070 . . . . . . . .Guifões . . . . . . . . .salina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Tructesindo Guterres20
1088 . . . . . . . .Margem Leça . . .núcleo salineiro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Escambo
1090 . . . . . . . .Lavandeira21 . . . .3 talhos de marinha . . . . . . . . . . . . . . . .Ermesinda e Elvira Moniz
1090 . . . . . . . .Lavandeira . . . . . .3 talhos de marinha . . . . . . . . . . . . . . . .Mo S. João de Pendurada22
1112 . . . . . . . .Guifões . . . . . . . . .talho de marinha . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Moreira, Maia23
1113 . . . . . . . .Bouças . . . . . . . . . .salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo Paço de Sousa
1119 . . . . . . . .Guifões . . . . . . . . .talho de marinha . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Moreira24
1139 . . . . . . . .Lavandeira . . . . . .4 talhos “inteiros” de marinha . . . . . .Mo de Moreira25
1145 . . . . . . . .Lavandeira . . . . . .4 talhos “inteiros” de marinha . . . . . .Mo de Vairão26
1234 . . . . . . . .Lavandeira . . . . . .3 talhos de marinha . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Moreira
1258 . . . . . . . .Bouças . . . . . . . . . .2 talhos de salina . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Bouças?27
s. XIII . . . . . . . .Massarelos . . . . . .marinhas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Reguengo
s. XIII . . . . . . . .Miragaia . . . . . . . .marinhas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Reguengo

Sem me poder pronunciar acerca dos diferentes aspectos ligados à exploração


destas salinas, nomeadamente quanto à sua produtividade28, nem tão-pouco quan-
to à sua extensão, o seu número, em contrapartida, parece ser algo significativo, e
poderá justificar o impacte que tiveram as decisões sobre a sua neutralização, que
adiante acompanharemos. Como informação complementar diga-se, para finalizar
esta breve alusão ao território matosinhense e à sua ligação ao modo de vida sali-
neiro, e ao mesmo tempo constatar a prática da pluriactividade, fenómeno de certo
modo corrente entre as comunidades destes tempos, essencial para equilibrar/me-
lhorar os inconstantes rendimentos obtidos na faina29, que por volta do ano 1258 já
existia na foz uma pequena frota composta por 6 pinaças, 1 caravela e 20 barcos “sa-
valeiros”, ocupados no transporte de sal de Aveiro, demonstrando que a produção

17. Trata-se das salinas anteriores, vendidas por Benedito, “que as amanhara e explorara”, a esse mostei-
ro.
18. Trata-se das anteriores, doadas pelo referido presbítero.
19. Provavelmente “de Ermesenda”.
20. A mesma “parte de salina” anterior, “discurrente ribulo leza”, que lhe foi vendida por “Pedro Quili-
fonsis”, que a tinha de seu pai.
21. Ou “Lavandaria”?
22. Trata-se das anteriores, doadas pelas referidas irmãs.
23. Por compra.
24. Por compra, junto do talhão adquirido pelo mesmo mosteiro em 1112.
25. Por doação.
26. Por doação. Provavelmente, trata-se dos mesmos talhões atrás referidos.
27. Mosteiro de Leça? Trata-se de salinas de reguengo de que o mosteiro se havia apropriado.
28. Que, apesar de tudo, acredito não deveria ser muito significativa nos finais da Idade Média.
29. Assim como o alistamento em navios mercantes e o deslocamento de algumas unidades navais para
o comércio a média e longa distância têm o mesmo efeito. Sobre a pluriactividade, tema que a História
deve à Geografia, ver os estudos de LE BOUËDEC, Gérard – Gens de mer, sociétés littorales et pluriacti-
vité: l’évolution de la recherche e VARY, Morgane – Pluriactivité et intégration sociale. Le rôle de l’éco-
nomie informelle dans les villes atlantiques au XVIIIe siècle, ambos apresentados ao Colóquio Présence
et représentations du monde atlantique dans les villes d’Europe occidentale du Moyen Ãge au XXe siècle,
Nantes 2003.
34 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

local já não chegava para as solicitações do mercado e, provavelmente, para ali-


mentar a sua actividade pesqueira na qual as mesmas embarcações também estariam
certamente empenhadas.

O crescimento da cidade do Porto, facilmente detectável na expansão demo-


gráfica e dilatação do espaço intramuros desde o século XIII, concretizado com a
construção da muralha (por todo o século XIV), assim como a afirmação da sua vo-
cação comercial e marítima, tal como já vimos, indicadores contra a corrente da in-
terpretação catastrófica desta época, determinaram a adopção de uma política agres-
siva, entendida como a melhor forma de protecção dos interesses mercantis.
Assim aconteceu com o senhorio da urbe, o Bispo. Considerando os interesses
da cidade, tratou de obter do rei a permissão para o desmantelamento de todo aque-
le complexo de marinhas (20 de Julho de 139230). O abastecimento de sal à região
passaria a ser assegurado pelo salgado de Aveiro, que como já disse, foi o centro for-
necedor preferido durante séculos. Para aí passaram a ser encaminhados navios, mui-
tos navios, obrigados a pagar direitos sobre as cargas à Mitra e ao Cabido. Esta es-
tratégia, com toda a probabilidade negociada com os armadores e mercadores do
Porto, que a terão pressionado, resultou na formação de um extenso mercado de sal,
projectado e gerido a partir da cidade, que desde logo se torna um dos mais impor-
tantes centros distribuidores de sal, (pelo menos) para todo o norte do reino e, ain-
da, para alimentar o seu comércio internacional. É significativa a afirmação de Vir-
gínia Rau, segundo a qual todo o movimento de Massarelos, Gaia, S. João da Foz e
Bouças “pouco valia em comparação com o da cidade do Porto que era, nos alvo-
res do século XIII, o centro do comércio de sal, como o era também de comércio com
o estrangeiro31. Aliás, por esta altura a cidade já exercia forte influência jurisdicio-
nal sobre todos estes lugares, determinando, em última análise, a actividade de cada
um.
O sal constitui, então, uma poderosa arma económica. Que convinha dominar.
E que se concretiza, desde logo, com a adopção de uma posição de força face às sa-
linas de Bouças, devidamente caucionada pela Coroa. Apenas com uma excepção,
passageira que, no entanto, não deixa de comprovar a importância alcançada pelo
trato salineiro no burgo: quando, em pleno conflito entre Afonso III e o Bispo, os fun-
cionários do prelado impediram os navios de Gaia de efectuar a descarga de sal, o
Rei reagiu e atacou onde mais doía: “proibiu por todo o reino a compra e a venda
de sal aos homens da cidade do Porto. Indicação assaz explícita de que a cidade mo-
nopolizara o comércio de sal, ou pretendeu fazê-lo pelo menos no Norte do País, e
isto em relação à compra e venda no mercado interno”. Tal determinação, levanta-
da pouco depois, na sequência do acordo celebrado entre estas duas entidades, com-
prometia ainda outro grande negócio do burgo: o do comércio de peixe salgado32.
Voltemos à destruição das salinas de Bouças33. Esta “tirania” do Porto sobre o ter-

30. O texto está publicado em MAGALHÃES BASTO, Artur de – “Vereaçoens”. Anos de 1390-1395. Por-
to: Câmara Municipal/Gabinete de História da Cidade, 1937, p. 157.
31. Rau, p. 98.
32. Rau, p. 98.
33. Na Península Ibérica ocorreram casos semelhantes, envolvendo outras forças; Pedro IV, o Cerimonioso
(1336-1387) ordenou a destruição das salinas particulares em Valência; em 1486 os Reis Católicos apro-
varam idêntica resolução para todo o reino. Sobre este assunto ver HINOJOSA MONTALVO, José María
– Las salinas del mediodia alicantino a fines de la edad media, in “Investigaciones Geográficas”, 11, 1993,
p. 281.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 35

mo terá sido pensada em função de conjunturas favoráveis; em resultado de um es-


tudo de mercado, com todas as reticências que se podem colocar a este tipo de afir-
mações quando nos referimos a esta época, observado no aumento da procura in-
terna e internacional; procura de sal e de víveres, entenda-se. Aliás, quando todo o
imbróglio está em vias de resolução, ocorre um fenómeno que reforça a convicção
relativa ao processo de apreciação do mercado exterior e das suas potencialidades
ou, ao menos, a influência que ele exerce sobre o direccionamento comercial: as per-
turbações nos “marais salants” franceses, (dos maiores centros produtores europeus,
em zonas como Oléron, Mornac-sur-Seudre, Marennes, Loix, e por toda as regiões
de Saintonge, Brouage, e Poitou-Charentes), fortemente afectadas durante a Guerra
dos Cem Anos34; mais tarde, as necessidades de sal no espaço valenciano, região
muito visitada pelos navios da cidade que se encarregam de completar o abasteci-
mento proveniente das salinas do “meio-dia”35, representam outro factor de estímu-
lo comercial.
Desde então, as intenções da política portuense foram evidentes: face ao au-
mento de movimento em busca de sal, monopolizar, no Porto, a distribuição do pro-
duto, eliminando toda e qualquer concorrência e, com isso dirigir o tráfico para o co-
ração da cidade.
Admitir a existência de uma zona de sal fora do perímetro directamente contro-
lado pela cidade era aceitar duas coisas: a diminuição de receitas fiscais de vulto, e
que todos quantos demandassem a região escusassem de vir ao centro, ao Porto. Era
comprometer o desenvolvimento económico da cidade. E isso era inadmissível. Os
matosinhenses ainda tentaram reagir: “os moradores de matossynhos e doutros lo-
gares leuarom sseus naujos a aueyro e os trouxerom Carregados de grandes ssomas
de ssal e o meterom dentro no dito logo de matossynhos e na moroça que he na dita
terra de bouças E que o uendem hj a quaes quer pessoas de ffora parte que o com-
prar querem E que as pessoas que aa dita Çydade per aazo do dito ssal tragyam
mantymento de pam nom no querem ia hj trager mays que sse vam todos por el aa
dita terra de bouças por que lhj lo dam hy ssem Enbargo nem huum E que por a dita
rrazom ffaleçya aa dita Çydade o dito mantymento de pam”; porém a guerra estava
perdida; nova postura determinou a proibição de “se meter sal em Matosinhos” e,
com excepção dos moradores dos ditos lugares, que o podiam trazer livremente para
“suas vivendas e seus pescados”, todos os mercadores que queriam comprar sal ti-
nham de o fazer na cidade36.
A implementação destas medidas restritivas pode ser observada no mapa na pá-
gina seguinte.
A avaliação do quadro geográfico e económico, assim como a ponderação acer-
ca da eficácia dos meios de vigilância disponíveis levaram à definição de uma zona
de duas léguas em torno da cidade, na qual se situavam distintos núcleos popula-
cionais costeiros, dedicados à pesca e ao comércio de cabotagem a longa distância,
na qual era proibido ter sal. Com isso, os interessados, entre os quais se devem in-
cluir, também, os “industriais” de curtumes, eram obrigados a vir à cidade abastecer-
se. Controlando-se os movimentos e concentrando-se os negócios. Mais ainda. Pa-

34. Ver a caracterização do salgado francês na comunicação de Loïc Ménanteau apresentada a este co-
lóquio.
35. HINOJOSA MONTALVO.
36. Transcrito em BASTO, Artur de Magalhães – “Vereaçoens”. Anos de 1390-1395. Porto: Câmara Mu-
nicipal/Gabinete de História da Cidade, 1937, p. 157-160.
36 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

O Porto e o “monopólio” da venda de sal (sécs. XIV-XVI)

• PÓVOA DE VARZIM

• VILA DO CONDE

Pindelo e Azurara • SANTO TIRSO

Refojos
• TROFA
de
Riba d’Ave
• PAÇOS DE FERREIRA • LOUSADA
Maia

• MAIA

Aguiar de Sousa • PAREDES • PENAFIEL

• VALONGO MARCO DE CANAVESES •


• MATOSINHOS
Bouças

Porto • GONDOMAR Penafiel


VILA NOVA DE GAIA • Gondomar

Área restritiba ao comércio:


de sal e peixe
de peixe
Gaia e Vila Nova Melres Espaço de abastecimento:
de sal e peixe

Limite de julgado
Actual sede de Concelho
Rede hidrográfica
• ESPINHO

Projecção de Gauss
Elipsoide Hayford
(Internacional) 0 4,5 km
Datum de Lisboa
Coordenadas Militares
Fonte: Armindo de Sousa, 1995.
Carta Administrativa Oficial de Portugal, escala 1:250.000, IGP, 2004.

ralelamente, estabelecia-se uma zona interior, de uma légua, na qual se proibia o co-
mércio de pescado. Esta segunda medida, para além da evidente tentativa de con-
trolo e concentração da actividade económica, visava outros objectivos: por um lado,
destinava-se a garantir o abastecimento de peixe à população urbana; por outro lado,
propunha-se satisfazer as necessidades dos grandes exportadores de peixe salgado
aqui moradores, a cuja influência não será também alheia a aprovação da postura.
Desconhecemos em pormenor a história económica da cidade entre os séculos
XIV e XV para ajuizarmos sobre a eficácia destas medidas. Que, se no caso do sal
aparentemente resultaram, no do peixe foram muitas vezes desrespeitadas, como se
comprova das repetidas queixas contra as regateiras e os conluios que elas tinham
com os pescadores, numa história de conflitos de interesses que importa aprofundar.
Com maior ou menor eficácia, esta delimitação revela a matriz interventiva da
cidade, sobretudo nos campos jurisdicional e económico, com vista à obtenção de
vantagens consideradas indispensáveis para o processo de afirmação e projecção co-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 37

mercial. No fundo, do que aqui se trata, e usando a linguagem económica dos nos-
sos dias, é de constatar como que a mudança de velocidade no desenvolvimento do
comércio do burgo: a transição de um modelo de primeira aceleração, de arranque,
para um quadro de segunda aceleração, de consolidação, bastante mais exigente,
mais evoluído, portanto.
Uma última nota para dizer que este processo terá principiado ainda no século
XIII; uma inquirição régia de 1287 refere que os direitos e descargas que os navios
efectuavam em Bouças andavam “sonegados”, dando a entender que isso acontecia
em favor do Porto e em detrimento da jurisdição do mordomo do rei.

3. A política de sal portuense no século XV: a consolidação do monopólio

Aquela que se tornou política da cidade, interpretada como fundamental para os


seus interesses, implementada de forma continuada e com bons resultados desde Tre-
zentos, foi abalada em 144937.
Naquele ano, no dia 15 de Março, a Vereação reuniu. Foram muitos os que acu-
diram a uma sessão na qual estiveram em análise casos delicados para o quotidiano
socio-económico e administrativo do burgo: discutiu-se a presença intramuros da
mulher de um fidalgo38, em clara violação dos privilégios de que o Porto usufruía,
debateu-se a nomeação de um alcaide interino (o que estava longe de ser matéria pa-
cífica naquele contexto de alvoroço político nacional), tratou-se da eterna questão
do abastecimento de cereais e decidiu-se o agendamento de petições dirigidas ao
Rei.
Porém, o tema dominante acabaria por ser o do sal. A presença de um Pero (Pe-
dro) Martins, “seleiro”, denunciava que o tratamento do caso já estaria previsto na
ordem de trabalhos. Na verdade, depois de despachadas os assuntos atrás enuncia-
dos, entrou-se na discussão de mais esse “tema quente” da ordem do dia. E da po-
lémica que ele levantou resultou a produção de um documento orientador, verda-
deiro manifesto da política comercial portuense relativa ao sal.
Conhecendo-se o funcionamento do organismo camarário, é praticamente cer-
to que o caso terá sido trazido à colação no seguimento de queixas dirigidas ao pro-
curador do concelho, ao corregedor ou aos vereadores. Como de costume, o assunto
seria estudado pelos governantes e depois decidido em reunião, ou em sucessivas
reuniões plenárias, da instituição. Neste caso, a comissão encarregada de analisar o
problema descobrira entre os papéis do município uma postura recente, no seu en-
tender manifestamente lesiva dos interesses da cidade e, depois de apresentada em
tons de negro calamitoso, como era hábito, foi colocada à consideração dos pre-
sentes.
Na essência, essa resolução estabelecia que apenas os vizinhos do Porto estavam
autorizados a meter sal na cidade. Em linguagem pouco clara, o que era rotineiro na

37. A conjuntura conturbada então vivida no reino não será alheia a esse processo, ou à resolução de pro-
blemas ou à obtenção de concessões aproveitando a fragilidade dos poderes políticos. Nas próximas li-
nhas seguirei a acta de vereação publicada por FERREIRA, J. A. Pinto – “Vereaçoens”. Anos de 1401-1449.
Porto: Câmara Municipal/Gabinete de História da Cidade, 1980, p. 410-415 e, salvo excepções indica-
das, todas as citações procedem desse documento.
38. Fernão Coutinho, com quem há muito tempo a cidade tinha problemas, no contexto das antigas prer-
rogativas que impediam a residência dos nobres.
38 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

época39, o texto da acta indica-nos quem foram os mentores dessa deliberação e os


motivos que nortearam a sua aprovação. Assim, por detrás dela estavam “pessoas po-
derosas aquy moradores” que, como se escreve mais adiante, “aujam […] suas ma-
rinhas em aueiro”, e pretendiam limitar os ingressos de sal, num jogo monopolista
(“por outro sal aquy nom vyr salvo oseu”) que lhes possibilitava definir os preços de
mercado. Para além da interessante constatação sobre a presença portuense entre a
propriedade das marinhas de Aveiro40, poderíamos obstar: se todos os vizinhos eram
livres de trazer sal para a cidade, isso permitiria garantir o provimento da mesma e
inibir variações de preços preocupantes. Contudo, isso não era o que autores da pos-
tura pretendiam: por isso, autorizavam a entrada de sal mas apenas com a condição
de que os negociantes que o quisessem o fossem comprar aos navios que fundeavam
fora da barra41. O que não era, propriamente, boa notícia para os interessados. Em
primeiro lugar, pelas enormes dificuldades em trasfegá-lo para outra embarcação. É
que o sal, objecto de intenso comércio, era, pelas suas características, mercadoria de-
licada, sujeita a deteriorar-se: vinha arrumada no fundo de pequenos navios, de na-
vios “estanquados” ou “estronquados”, com “tranca e madeira”, coberto com lonas.
Estas expressões, plasmadas nos contratos de fretamento42, são muito informativas.
Além de nos elucidarem sobre a especificidade do transporte marítimo de sal, com-
provam que os agentes implicados tinham consciência da necessidade de cuidados
especiais a ter com a carga que, mesmo em condições de mar “normais” corria sem-
pre riscos de se perder. Como se perdia constantemente, em parte ou em todo. Nada
que um bom documento não explique: “é o sal merquadoria que della se nam apro-
veita nada como doutras que se perdiam por esta ser d’agoa e nella se converter”43.
Ora, quando pensamos no movimento das águas, na forte ondulação e na instabili-
dade causada por correntes desencontradas junto da barra do Douro, percebemos
como a transferência de sal para outros barcos dificilmente se poderia fazer sem o
recurso a um abrigo costeiro44. E perder o sal podia até ser um mal menor. É que, bas-
tava a barra do Douro, uma das mais perigosas da costa portuguesa, para desenco-
rajar a maioria. Acidentes e naufrágios aconteciam em bases regulares, acarretando
grandes prejuízos. Por isso não há muito exagero quando os opositores da postura
referem: “E aos daçidade se seguja perigo E perda hirem conprar no mar o ssal Ea en-

39. E porque o conteúdo é resumido num documento que faria muito mais sentido para quem esteve pre-
sente na sua análise e discussão.
40. Fenómeno medieval que prossegue com grande expressão nos séculos XVI e XVII; a documentação
notarial do Porto é bem elucidativa quanto ao facto de muitos mercadores do Porto possuírem marinhas
em toda essa região e noutras (como Esgueira, “Mondego”, etc.).
41. O transporte por terra não parece compensar. Ainda estamos longe de conhecer a realidade do trans-
porte na história de Portugal. Não conhecemos meios aplicados, taxas de rendimento e custos dos dife-
rentes recursos disponíveis, como acontece noutros espaços europeus (ver, por exemplo, BALLAUX, Bart;
BLONDÉ, Bruno – Transport prices in the long Sixteenth Century. A contribution to pré-industrial price his-
tory, 2004, integrando o projecto “Urban Society in the Low Countries, late Middle Ages-16th century”,
texto pode ser consultado em http: // www. lowcountries. nl/ 2004-4 .pdf). A afirmação que abre esta nota
parece ter sentido quando analisamos róis de pagamentos de taxas sobre mercadorias nas quais as men-
ções a transporte “por terra” são a excepção.
42. Em especial “tranca e madeira”, que contratos da Época Moderna indicam tratar-se de obrigação dos
mercadores e não dos mestres (o mercador deverá dar tranca e madeira ou a tranca e madeira correm por
conta do mercador).
43. Trata-se de uma queixa de mercadores de sal da cidade, datada de 10 de Fevereiro de 1562; ver AHMP
– Sentenças, liv. 1, fls. 357 e sociais.
44. Facto não previsto na postura e indesejado em razão do contrabando.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 39

trada perdiam seos naujos mujtas vezes”45.


Relativamente a este tema da (in)segurança dos acessos portuários, poderíamos
objectar: a barra tanto era perigosa para uns como para outros. O que não deixa de
ser verdade. Mas os problemas diminuíam quando um navio completava uma via-
gem directa, sem transferir carga, e aguardando apenas boas condições para entrar.
Mas esse não era o grande problema dos investidores, era apenas uma boa descul-
pa. E aqui estará, porventura, o busílis da questão: é que, conhecendo o mercado que
o sal tinha em todo o lado, estes homens, sistematicamente, desviavam as embarca-
ções para outros portos – em particular para o activo espaço galego: “Epor a barra
seer perigossa ante leuauam auender ossal agalliza”.
Recapitulando: havia gente que monopolizava o trato de sal, que trabalhava para
criar mecanismos de afastamento e anulação de concorrentes e que, por outro lado,
motivada pelos lucros gerados, frequentemente o desviava para outros lugares.
Estas atitudes haveriam de despertar reacções pois, como já se viu, a cidade há
muito sabia do valor específico do sal e do importante papel por ele representado no
seu programa de desenvolvimento económico.

A projecção do comércio de sal, para e a partir do Porto, durante a Idade Média

IRLANDA

INGLATERRA
• PORTO

• AVEIRO FLANDRES

• LISBOA
• SETÚBAL GALIZA
• ALCÁCER DO SAL
• PORTO

0 50 km

Fonte: Pinto Ferreira, “Vereaçoens”, 1937. 0 200 km


Carta Administrativa Oficial de Portugal, escala 1:25.000, IGP, 2004.

Intensidade das relações: maior menor

Neste mapa estão representadas as fontes de abastecimento do sal vendido no


Porto e as zonas para onde ele era exportado. Estas, como se pode constatar, coin-

45. Recorde-se que a reunião ocorre em Março e, portanto, não é de excluir que também tenha sido mo-
tivada por algum acidente recente. Aquando da já citada queixa de 1562, de Fevereiro, refere-se a perda
de seis navios de sal nessas circunstâncias.
40 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

cidem com as direcções da generalidade do comércio marítimo da cidade, nomea-


damente as Ilhas Britânicas e a Flandres. A informação medieva não é muito abun-
dante e impede que sejam cartografados lugares que, certamente, aqui se abasteciam
de sal, como os da região cantábrica, dado o intenso volume de transacções existente
entre essa região e o Porto, e, assim, tendo em conta práticas documentadas no sé-
culo XVI. Carregado em navios portuenses – ou em navios de fora, mas com todo o
processo devidamente tramitado na cidade – o comércio de sal ganha foros de gran-
de trato.
O que explica o alarmismo com que se acolheram as alterações relatadas. Ad-
mitir aquela postura era comprometer seriamente a estratégia comercial do burgo. No
imediato, isso causaria o encarecimento do produto facto que, para além das con-
sequências directas para a população, inibia os mestres de naus e navios de se abas-
tecerem aqui na cidade, como habitualmente faziam (“Eo sal careçia em tal guissa
que naaos nem naujos nom podiam aquy carregar”), e os recoveiros e almocreves
da região perdiam o giro (“nem os almocreues e aRequoveiros nossos comarquaos
nom vynham aquy”; e a prazo, resultaria na decadência do comércio internacional,
pela falta de estímulo económico, que conduzia ao afastamento das embarcações es-
trangeiras destas paragens.
Este era, indubitavelmente, o grande temor dos portuenses: depois de um longo
e complexo processo no qual investiram muitos recursos e energias, perderem o con-
trolo sobre um dos principais produtos capazes de atrair navios e mercadores es-
trangeiros, de gerar riqueza. É que, como comprovava “aesperiençia longamente hus-
sada”, quanto mais sal houvesse nos armazéns, mais embarcações galegas, irlande-
sas, inglesas e flamengas arribariam à cidade trazendo “ho ferro e madeira e breu e
rezina E outras mujtas coussas que de sua terra trazem”, essenciais para a pujante fá-
brica naval do Porto (“pollas mujtas naaos e naujos que se aquy fazem”), para o abas-
tecimento de géneros ao burgo e para a expansão da sua economia marítima46.
Desse ponto de vista, a revisão da lei destinava-se a cumprir esses objectivos. Do-
ravante, o abastecimento de sal ao Porto abria-se a todos: que “qual quer pessoa que
o sal aquy quiser trazer a esta cidade asy vizinho como nom vizinho que liuremen-
te opossa trazer asy para vender como para carregar como para em loJar E fazer del-
le sobre agua e fora della como se vizinho fosse”.
Poderemos interpretar esta liberdade de comércio como uma contradição rela-
tivamente aos antigos princípios defendidos? Não parece. A decisão acautelava a ma-
nutenção da política tendencialmente monopolista relativamente ao comércio de sal,
pois obrigava os fornecedores a “alojar” a mercadoria dos muros para dentro, e im-
pedia-os de o vender “fora da cidade pello Rio nem pella terra”. Era ainda, no fun-
do, o reconhecimento da zona protegida das duas léguas, apenas se aceitando que
os mercadores o vendessem “por mar”, desde que pagassem “a elRey e açidade seus
dereitos”.
O que se pretendia, e a prática futura, nomeadamente quinhentista, mostra que
em boa medida se conseguiu, era transformar o Porto num grande entreposto de sal
destinado a alimentar tráficos lucrativos, como a pesca de altura47, a exportação de
pescados secos e as correntes de comércio internacional de sal, que há algum tem-

46. E adicionando o argumento, sempre conveniente nestes casos litigiosos, do acrescentamento das ren-
das do Rei.
47. No século XVI fundamentalmente a do bacalhau na Terra Nova; no século XV, a forte indústria de ex-
portação de pescado seco e salgado.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 41

po atingiam já certo relevo, conforme é possível comprovar na contabilidade do fei-


tor do rei na Flandres, Pedro Eanes, entre 1441 e 144348.
No entanto, algumas questões ficam sem resposta. E não são de somenos pon-
deração. Quem eram os “poderosos aquy moradores” que monopolizavam os in-
gressos de sal, determinando as políticas comerciais, e porque razão não os vemos
reagir quando outros conterrâneos, investidos em funções governativas, contrariam
as suas decisões? Deixando de parte o tema da natureza do “poder” destes grupos,
estas interrogações respondem-se com hipóteses; ou seja, com mais interrogações.
Estaremos perante uma tomada de consciência geral sobre a defesa do bem comum
e, no caso dos primeiros, do abandono de pretensões individuais em favor desse prin-
cípio?; ou a facção que se encontra no poder aproveita os tempos agitados e indefi-
nidos que se vivem no reino para impor a sua força, reagindo contra partidários de
ideais políticos derrotados em Alfarrobeira49? A primeira parte desta suposição pa-
rece pouco provável: não é de crer que os homens que dominavam o trato, os do-
nos das salinas, abrissem mão de tão lucrativo negócio sem uma boa contenda, sem
regatear ao máximo, usando tudo o que tinham ao seu dispor; quanto à segunda par-
te, ainda não conhecemos suficientemente bem o jogo político e as consequências
da alternância de poder entre a elite municipal do Porto para aceitarmos, ou recu-
sarmos, fundamentadamente, essa explicação.

4. Conclusão

A leitura destes episódios não deixa muitas dúvidas. O que se tratou no Porto dos
séculos XIV e XV relativamente ao sal foi a história da construção de um mercado,
da solidificação de sectores económicos de ponta e da consolidação do perfil mer-
cantil da economia da cidade. E isso decorreu em função dos interesses de um con-
junto de negociantes, empreendedores, donos de navios, investidores em mercado-
rias de lucro, dedicados à exportação de produtos da economia agro-marítima da re-
gião para diferentes quadrantes geográficos europeus, cuja acção se revelou um con-
tributo decisivo para a projecção internacional do burgo.
O sal apresentou-se como mercadoria indispensável, base de muitas actividades
alimentadoras do sector das exportações. O sal avultava no universo económico re-
gional. A sua importância ultrapassava as meras necessidades da população da ci-
dade e do Entre Douro e Minho, que o utilizavam em grandes quantidades, na linha
dos padrões de consumo medievais, procurando um substituto das dispendiosas es-
peciarias, tempero de alimentos incomestíveis sem ele, com destaque evidente para
o pão, condimento que disfarçava o estado de decomposição de certos mantimen-
tos, conservante destes mesmos alimentos sobretudo nos meios rurais onde as car-
nes da matança deviam durar longo tempo, para o penso e outras rações dos animais
e rebanhos, e, claro, para a salga de pescados. O sal, por outro lado, era indispen-
sável para a economia artesanal da região, com aplicação extensa, por exemplo, nos
curtumes, abundantes por toda a província.

48. Marques, J. M. da Silva, Descobrimentos Portugueses, Lisboa, INIC, 1988, vol. I, p. 432.
49. Sabe-se que a cidade viveu momentos conturbados, e alguns partidários do infante D. Pedro foram
bastante enxovalhados. Alguns deles poderiam ser proprietários de salinas e autores de regulamentos mu-
nicipais como este.
42 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Por tudo isto, não admira a grande preocupação tida com o controlo do abaste-
cimento e distribuição de sal, para mais quando ele também integrava os circuitos
comerciais internacionais, uma vez que a generalidade dos salgados europeus não
era capaz de dar resposta à procura geral.
A este panorama genérico devemos acrescentar o contexto específico vivido no
Porto. A dilatação das correntes de sal rumo à cidade vai em paralelo com o primeiro
grande momento de afirmação internacional do seu comércio, ocorrido nos dois úl-
timos séculos medievais. Mas é difícil entendermos isso sem termos noção de todas
as peças que foi necessário reunir para compor esse quadro vasto e complexo. A ci-
dade do Porto assumiu-se como um centro de vocação marítima e comercial. Assu-
miu-se como um centro em que todos “falavam a mesma língua”, não no sentido
“cortesiano” de uma “república ou democracia” urbana, mas no sentido em que to-
dos, ao seu nível, participavam nesse espaço de afirmação marítima e comercial sem
os constrangimentos sociais-jurisdicionais ainda predominantes na generalidade do
reino.
E seja o contexto de formação do seu termo, um vasto e rico termo, diga-se, seja
a estruturação do seu porto de mar, seja a aquisição de privilégios que consagravam
esse modo de vida, estes factores constituíram elementos indispensáveis em todo esse
processo. Um processo que apenas vingou graças aos mercadores. Eis-nos perante
um conjunto, alargado, de homens informados, viajados, sabedores dos meandros
do trato, ambiciosos, que tomaram as rédeas do poder e decidiram os destinos da ci-
dade. Não está aqui em causa que estes homens do trato se tenham transformado,
na prática, num grupo aristocrático, e com tiques aristocráticos, e que tenham vin-
do a enquistar, nos finais do século XV factos que, em boa verdade, nunca os fize-
ram perder a noção daquilo que estava em causa na vida da cidade50. O que importa
é compreender que este terá sido um dos momentos mais brilhantes da história des-
te grupo, que é urgente conhecer. Que este terá sido o tempo em que se delineou
uma política urbana com um objectivo muito claro: fazer da cidade o centro co-
mercial mais importante do norte do reino, sem qualquer rival que disputasse esse
estatuto e sem pontos fracos que o comprometessem.
E é neste pressuposto que devemos enquadrar a intervenção no sector salineiro.
Persistente. Determinada. Bem sucedida. Depois de meados do século XV, o essen-
cial está feito: os clientes existem, o escoamento é garantido, o sal é moeda de tro-
ca para importantes transacções, como os contratos de pesca. O quadro normativo
estabelecido. A partir daí, uma parte do investimento é canalizada para infra-estru-
turas e gestão do negócio, para a implementação de logísticas de apoio, nomeada-
mente a constituição de armazéns de sal ao longo do perímetro ribeirinho da mura-
lha, a concessão de privilégios ao transporte, a construção de estruturas de descar-
ga, e o combate à fraude, a vigilância das cargas, a fiscalização dos navios, a insti-
tuição de uma contabilidade da mercadoria, em especial quando se adopta o cos-
tume da cobrança da imposição, enfim o arrendamento das receitas do comércio de
sal, tudo isto resulta do papel que a mercadoria passou a representar para a econo-
mia da urbe.
Daqui resulta outra reflexão; resulta aquilo não se costuma afirmar para Portu-

50. Refiro-me à sua percepção da necessidade de proteger e fomentar a vida mercantil e marítima da ci-
dade. Isso, evidentemente, não impede que tenham tomado sempre as decisões e posturas mais adequa-
das… Basta pensar nas suas disputas com os mercadores cristãos-novos, em plena Época Moderna, para
questionarmos a eficácia da sua actuação enquanto governantes e negociantes.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 43

gal: a constituição de monopólios de sal. A interferência de uma cidade na política


salineira de toda uma vasta região, controlando ou tendo, pelo menos, uma inter-
venção influente em matéria de comércio de sal. Na realidade é isso mesmo que se
constitui: na prática, o monopólio do grande comércio de sal, semelhante a inúme-
ras gabelas existentes noutros estados ibéricos e europeus, encarregadas de o ven-
der em regime de exclusividade para toda a zona da sua jurisdição, como aconte-
cia com os alfolis galegos (aliás, no século XVI estreitamente relacionados com a ci-
dade e mercadores do Porto, onde garantiam boa percentagem do seu abasteci-
mento).
A partir de finais da Idade Média, o sal passa a ser exportação regular da cida-
de do Porto, objecto de atracção de mercadores de fora, multiplicando-se os pedi-
dos de licenças para exportação. E, mesmo no auge do comércio açucareiro da ci-
dade, nunca os empresários deixaram de ter nos seus livros espaço grande para o re-
gisto das cargas de sal que, conforme estudos futuros certamente provarão, nunca
deixou de ser um dos mais importantes activos com o qual dilatavam as suas fortu-
nas.§
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 45

OS MERCADORES DE VINHO DO PORTO E O SAL


PORTUGUÊS (1704-1747)

António Barros Cardoso1

Resumo: A nossa comunicação visa dar a conhecer quem foram os mercadores de vi-
nhos do Porto que, ao longo da primeira metade do Século XVIII, se interessaram pelo
negócio do sal. Fizemo-lo sobretudo através dos Livros de Visitas de Saúde às embar-
cações entradas na barra do Rio Douro. Procuramos saber das razões que os levaram
a interessar-se por esta mercadoria e verificamos que a principal motivação se encon-
tra na especialização de algumas companhias em determinados segmentos de negócio,
como o do peixe seco, com destaque para o bacalhau. Tentamos também perceber qual
a origem do sal que fizeram chegar à cidade e avaliar a dimensão das suas actividades
económicas na urbe, sem esquecer a projecção que tiveram em mercados exteriores

Aquando do desenvolvimento de pesquisa documental com vista à elaboração


da minha tese de doutoramento2, tive oportunidade de lançar mão de uma fonte im-
portante para o conhecimento da estrutura mercantil do Porto da primeira metade do
século XVIII, como do conhecimento do movimento da barra da cidade no mesmo
período3, bem como de alguns aspectos ligados à profilaxia sanitária da cidade ao
longo do mesmo período. Refiro-me aos Livros de Visitas de Saúde às embarcações
entradas na barra do Rio Douro. Agora volto à mesma fonte para falar do sal en-
quanto produto que muito interessou os mercadores portuenses de Vinho do Porto
que à época operavam na cidade:

Mercadores Nº de barcos com carga de sal Mercadores Nº de barcos com carga de sal
BENJAMIM TILDEN & C.ª . . . . . . . . . . . . . . .15 JORGE HAMÃO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5
DOMINGOS ALVES BRAGA . . . . . . . . . . . . . .3 PEDRO BEARSLEY & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . . .6
FRANCISCO MILNER & C.ª . . . . . . . . . . . . . . .3 PEDRO DUQUER & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . . .3
HENRIQUE BYMES & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . .6 RAIMUNDO RITTE & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . .8
JOÃO CAULLET & C.ª (CLARMONT ) . . . .3 RICARDO AYLUARD & C.ª . . . . . . . . . . . . . . .4
JOÃO CLARQUE & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4 RICARDO THOMPSON & C.ª . . . . . . . . . . . .9
JOÃO ESTEVENSÃO & C.ª . . . . . . . . . . . . . .12 SANSÃO ESTUART . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5
JOÃO QUELY & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3 THOMAS PHAIRE & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . . .3
JORGE BULLIMORE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8 TOUNSEND VETENAL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4

O quadro anterior mostra quem foram os principais comerciantes de vinhos no


Porto que receberam navios com carga de sal. Pode verificar-se que, com excepção
1. abarroscardoso@sapo.pt; Universidade do Porto – Departamento de História da Faculdade de Letras;
da Universidade do Porto; Coordenador-adjunto do GHEVID– Grupo de Estudos de História da Viticul-
tura Duriense e do Vinho do Porto.
2. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos do
Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 2 vol.
30 CARDOSO, António Barros – Subsídios para a História do movimento da Barra do Douro (1704-1747):
in “O Litoral em Perspectiva Histórica – Sécs. XVI a XVIII”, Porto, IHM – Instituto de História Moderna da
FLUP, 2001, p. 227-245.
46 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

de Domingos Alves Braga que recebeu apenas 3 navios com carga de sal, todos os
outros mercadores são de nacionalidade inglesa. Ou seja, o comércio do sal foi,
como sucedeu com outros produtos, um negócio que na cidade do Porto esteve en-
tregue a mãos estrangeiras. As razões da entrega britânica ao trato do sal, residem na
importância que as firmas inglesas alcançaram nos negócios da urbe neste período.
De facto, os ingleses do Vinho do Porto dominaram a economia do Porto, pelo me-
nos até à criação da Companhia Geral da Agricultura das Vinhas do Alto Douro, faz
este ano 250 anos. Como é sabido, ancoraram os seus negócios em vilas como Mon-
ção e em cidades do norte de Portugal como Viana do Lima e claro está o Porto. O
produto âncora dos seus negócios no norte de Portugal a partir de finais do século
XVII foi o vinho que começaram por comprar em toda a Ribeira Lima, voltando-se
num segundo momento, em força a partir de 1718, para a Região do Douro a cujo
desenvolvimento e transformação em área de quase monocultura deram forte im-
pulso.

O sal e o negócio do peixe seco

Entre os mercadores ingleses do Porto que mais se interessaram pelo negócio de


sal, a avaliar pelo número de barcos com carga deste produto que receberam no pe-
ríodo da sua actividade na cidade, contam-se Benjamin Tilden e Richard Thompson.
Trata-se de precursores da Casa Croft, a segunda companhia inglesa a instalar-se na
cidade do Porto em torno do negócio dos “Red Portugal Wines”, com a designação
social Phayre & Bradelys4, sediada na Rua Nova5.
Em Monção desde 1697, desconhece-se a data exacta para o início da activida-
de comercial dos Croft no Porto. Mas voltemos a Benjamim Tilden e a Richard
Thompson. O nome do primeiro surge na Imposição do Vinho como representante
da firma Thomas Phayre & C.ª já em 1702, contudo, só a partir de 1710 é que assi-
na os seus próprios movimentos de vinho naquela repartição fiscal. Apurámos atra-
vés dos seus registos que a firma aumenta de forma significativa os movimentos de
compra e exportação de vinhos do Porto. Em média anual entre 1710 e 1731 pas-
sou a adquirir 3015,5 pipas e a exportar 2886, quando anteriormente as mesmas mé-
dias se situavam respectivamente em 1333 e 1060 pipas6. De resto, sabemos que a
fase de maior prosperidade da Croft no negócio dos vinhos ao longo da primeira me-
tade do século XVIII se situa entre 1724, ano em que as compras ultrapassaram pela
primeira vez as 4000 pipas, o mesmo sucedendo às exportações7, e o ano de 1737
em que as aquisições e as exportações se aproximaram das 6000 pipas8. Ou seja no
tempo de actividade de Benjamin Tilden e Richard Thompson. Este manifesta vinhos
no Porto entre 1732 e 1737. Chega a atingir 4647,5 pipas adquiridas e a exportar
4394.
A Croft foi uma das mais importantes firmas ligadas ao negócio de vinhos do Por-

4. SELLERS, Charles, Oporto Old and New, Londres, 1899, p. 92.


5. AHMP, L. 1320, Imposição do Vinho, fls.40.
6. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos do
Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 308.
7. AHMP, L. 1339, Imposição do Vinho, fls.24-29v. e 182-184.
8. AHMP, L. 1352, Imposição do Vinho, fls. 50-61v. e 103.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 47

to. O volume de mercadorias chegadas à cidade em nome dos seus principais de-
tentores ao longo do período, foi, por isso, também muito significativo. Por ano, re-
ceberam em média 23,5 navios. Embora com carga de um leque variado de merca-
dorias, esta firma podemos garanti-lo, especializou-se no negócio do bacalhau oriun-
do da Nova Inglaterra. Para tanto basta atentar na proveniência dos navios consig-
nados a esta Companhia9.
Apesar de ser vasto o leque de produtos alimentares que a Companhia de Tilden
importou, tais como o camarão, a sardinha, o peixe Lynn, manteiga, os queijos da
Irlanda e os vinhos de outras paragens como os Málaga, bem como as passas o azei-
te da mesma proveniência10 vinhos de Alicante11 ou das Canárias12, arroz das Co-
lónias inglesas da América, tabaco brasileiro, o bacalhau figura como produto mais
comercializado. A conservação do peixe seco, implicou naturalmente o uso do sal,
razão pela qual quer Bejamin Tilden, quer Richard Thompson aparecem na lista ini-
cial como principais importadores do produto.
Senhores de um vasto império comercial sobretudo construído por Benjamin Til-
den e os irmãos Richard e John Thompson, os Croft mantiveram interesses em mui-
tas paragens.
Atendendo à origem dos navios carregados com sal consignados a Benjamin Til-
den e a Richard Thompson, somos levados a concluir da sua preferência pelo sal de
Setúbal, já que os 24 navios que chegaram ao Porto com aquela carga destinados a
estes mercadores apenas dois não tiveram como proveniência o porto de Lisboa, um
teve como origem o porto da Figueira da Foz e outro o porto de Exon13.
O bacalhau como já referimos foi o produto âncora dos negócios destes merca-
dores ingleses do Porto e determinou que centrassem nos portos da Nova Inglaterra
as suas atenções comerciais. Contudo, a sua galáxia comercial passou pelos portos
importantes da Itália, como Génova, ou do Sul de Espanha, como Málaga, Gibraltar
e Cádiz, tocou os principais portos portugueses, com destaque para Setúbal, Lisboa,
Figueira da Foz, Aveiro e Viana do Castelo. Mantiveram contacto ainda com alguns
portos das costas Galega e Cantábrica, estendendo os seus negócios aos principais
portos da França, Países Baixos e Norte da Europa, sem esquecer as ilhas atlânticas,
evidenciando uma notável rede comercial para a época, em larga medida animada
pelos vinhos que fizeram sair do Porto.
A exportação de ouro ou prata em barra a partir de Portugal era interdita e as san-
ções contra os prevaricadores eram pesadas. Detectadas as fraudes, os seus respon-
sáveis eram presos e os metais preciosos confiscados, bem como todas as mercado-
rias que estivessem no interior da embarcação a bordo da qual a fraude tivesse sido
cometida. Os ingleses do Porto aventuravam-se por vezes a usar os cascos de trans-
porte de vinhos para o seu país, a fim de dissimularem ouro ou prata resultantes dos
seus negócios em Portugal14. Ora o nome do segundo mais importante mercador in-
9. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos do
Douro (1700-1756) …, Vol. II, p. 317.
10. Na barra do Douro, entrou e foi vistoriado em 9 de Setembro de 1732, o navio A Ana, procedente de
Málaga, carregado com estas mercadorias. Apenas fez escala no Porto já que seguiu para Inglaterra. AHMP,
L.450, Visitas de Saúde, fls. 109v. O mesmo sucedeu em Outubro de 1738 com o navio Bartolo e Diogo,
também procedente de Málaga, carregado com vinhos para Inglaterra. AHMP, L.456, Visitas de Saúde, fls.
135.
11. AHMP, L.450, Visitas de Saúde, fls. 252v.
12. AHMP, L.451, Visitas de Saúde, fls. 47.
13. AHMP, L.451, Visitas de Saúde, fls. 146 v. AHMP, L.448, Visitas de Saúde, fls. 337 v.
14. SELLERS, Charles, o. c., p. 51.
48 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

glês comprador de sal que consta da nossa lista inicial é o de John Stevenson. Está
no Porto entre 1702 e 1734 e encontra-se entre os signatários de uma petição diri-
gida ao Rei de Portugal pelos homens de negócio da cidade, solicitando o fim da-
quela proibição15.
Morador ao Terreiro16, o seu envolvimento no negócio dos vinhos foi também
muito significativo. Em média anual comprou 1619 pipas de vinho, das quais ex-
portou 1496. John Stevenson fez corresponder à saída dos vinhos do Porto pela bar-
ra do Douro por sua conta e risco, a entrada de quantidade variada de mercadorias.
Com a sua firma por consignatária, entraram no Porto entre 1704 e 1735, 290 na-
vios. Desses apenas 12 transportaram carga de sal. A razão principal do fraco inte-
resse pelo sal prende-se com o facto de este mercador ter como principais negócios
os têxteis os cereais e aduelas. A seguir por ordem de importância nos seus negócios
vêm o ferro, o carvão de pedra e o linho e por último alguns produtos alimentares
como o bacalhau, queijos e sardinha. Também negociou com produtos coloniais,
como o tabaco, o pau preto e o açúcar brasileiros adquiridos em Lisboa17.
A geografia comercial deste mercador britânico evidencia por isso um maior vo-
lume de negócios com os portos do sul das Ilhas britânicas, origem da maioria dos
navios de que foi consignatário na cidade do Porto. Relevamos contudo as suas li-
gações comerciais com a Itália, sul de Espanha, Costa Galega, golfo da Biscaia, bem
como a sua inserção no trato com o Brasil18.
Também neste caso parece clara a preferência pelo sal de Setúbal já que dos 12
navios consignados a John Stevenson com carga de sal, 11 tiveram como porto de
origem Lisboa e apenas um foi registado com proveniência do Porto galego de Vigo19.
A casa Taylor é nome conhecido no negócio dos vinhos do Porto. A marca che-
gou até nós. As suas origens radicam na intensidade comercial britânica conhecida
em Viana do Lima ainda no século XVII20. Pelo menos até 1709, o porto da capital
do Minho possuiu todas as condições para receber embarcações de grande tonela-
gem. A partir daquela data há notícias preocupantes sobre a barra do Rio Lima se en-
contrar impenetrável por navios de maior capacidade, devido ao seu assoreamento21.
Nessa altura, entre os signatários de um documento a favor da realização de obras
urgentes de remoção dos inertes acumulados na foz do Lima, aparecem já Thomas
Bearsley e Peter Bearsley. De resto, o britânico John Croft (1788) refere ter sido este
Peter Bearsley o primeiro inglês a interessar-se pelos vinhos do Alto-Douro, era en-
tão cônsul no Porto Walter Maynard e corria o ano de 165922. Ao que tudo indica,
os primeiros Bearsley ter-se-ão fixado em Viana e Monção e os seus interesses co-
merciais assentaram primeiro nas trocas com todo o Alto Minho. Com toda a certe-
za, os “vinhos de Viana”, isto é as produções vinícolas de Monção, e de todo o Vale
do Lima, interessaram estes mercadores britânicos. Infelizmente o primeiro livro de
Visitas de Saúde às embarcações que entraram a barra do Lima, apresenta já uma

15. Idem, Ibidem.


16. AHMP, L. 1320, Imposição do Vinho, fls. 60.
17. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos
do Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 382
18. Idem, Ibidem.
19. AHMP, L.445, Visitas de Saúde, fls. 418.
20. SELLERS, Charles, o. c., ., p. 126.
21. BL, Add.20:958, fól. 194.
22. SELLERS, Charles, o. c., p. 127.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 49

data tardia, refere-se a 1708 e encontra-se muito incompleto. Apesar disso nele se
encontra o registo da vistoria do navio Blastont, proveniente de Plymouth, em las-
tro, com 8 tripulantes a bordo, consignado a Pedro Bearsley, vistoriado a 27 de Ou-
tubro daquele ano, a indicar que, muito provavelmente, os vinhos seriam carga de
retorno23.
A entrada dos Bearsley no negócio dos vinhos do Porto parece concretizar-se a
partir de 1720. É esta a data em que, simultaneamente, os Bearsley são referidos nos
registos da Imposição do Vinho24 e nos livros de Visitas de Saúde às embarcações que
entravam a barra do Douro25. Peter Bearsley durante a sua actividade no Porto, com-
prou em média anual 1505 pipas e exportou 1471, valores que o posicionam entre
os principais mercadores ingleses radicados no Porto26. Como se vê na lista inicial
relativa aos britânicos interessados no trato do sal, Peter Bearsley, durante o período
em que se interessou pelo trato dos vinhos na cidade, fez chegar aos cais ribeirinhos
6 navios com carga de sal. Maioritariamente este foi proveniente de Lisboa, ou seja
corresponderia a sal de Setúbal. Apenas uma só carga teve origem diferente, Jersey27.
Haverá correspondência entre a mercadoria de especialização da casa Taylor no Por-
to e o negócio de sal? Tudo indica que não. De facto, os fundadores da Taylor de que
Peter Bersley foi ilustre representante tiveram os cereais como mercadoria de espe-
cialização. Seguiram-se por ordem de importância os têxteis e manufacturas, maté-
rias-primas como as aduelas e só em terceiro lugar figura o bacalhau28, o que expli-
ca o menor interesse pelo trato do sal por parte deste mercador inglês.
O mercador britânico George Bullimore, esteve estabelecido na Rua Nova, pelo
menos desde 171029 e aí se manteve até 1735 em torno do negócio dos vinhos. A
sua média anual de compra e exportação deste produto atingiu respectivamente
743,5 e 688,5 pipas30. Bullimore contou ainda com a colaboração de outros mer-
cadores britânicos que mais tarde se vieram a autonomizar no negócio dos vinhos.
Destacamos entre outros William Swarbreck que, antes de integrar a firma Prust &
Swarbreck, representou Bullimore na Imposição do Porto, nos anos de 1713 e
171431.
Como contrapartida para o negócio de vinhos do Porto, a companhia de Bulli-
more apresenta vasto rol de mercadorias do qual faziam parte, em menor escala, as
farinhas, os arenques fumados, os figos e as passas algarvios, batatas, o biscoito para
apresto dos navios e o arroz da Carolina, isto no que toca a produtos alimentares. En-
tre as matérias-primas de pouco significado quantitativo, podemos apontar o breu,
os tabuados e o alcatrão, destinados a construção naval. O pau de campeche tam-
bém aparece referenciado, bem como o papel, aguardente, garrafas, couros, tabaco,
gengibre, chapéus e gravatas fabricadas em Bristol. De salientar no entanto que o seu

23. AMVC, L. 934, fls. 26v.


24. AHMP, L. 1335, Imposição do Vinho, fls. 104-106v.
25. AHMP, L. 445, Visitas de Saúde, fls. 366v.
26. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos
do Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 333.
27. AHMP, L. 448, Visitas de Saúde, fls. 244v.
28. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos
do Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 340.
29. AHMP, L. 1326, Imposição do Vinho, fls. 55-57 e 147.
30. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos
do Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 389.
31. Idem, Ibidem, 1 vol., p. 391.
50 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

produto de especialização foi o cereal, seguido muito de perto pelo bacalhau, o que
ajuda a explicar as compras de sal que se encontram documentadas em oito navios
que entraram com essa carga a si consignados todos oriundos de Lisboa o que nos
leva a concluir do seu interesse pela produção de Setúbal.
A firma Raimundo Ritte & C.ª estabeleceu-se na Rua Nova no negócio dos vinhos
desde 169332. Em média anual adquiriu 1612 pipas, das quais exportou 1486, en-
tre 1702 e 1727, ano em que deixa de figurar nos registos da Imposição do Vinho33.
Que mercadorias fez chegar ao Porto em troca com os vinhos do Douro que maio-
ritariamente comercializou? Em primeiro lugar as fazendas secas. Igual peso tiveram
os cereais, com destaque para o trigo. Importou também alguma cevada, centeio e
arroz. O grande volume de comércio deste britânico, implicou que a aduela para
confecção do mais variado vasilhame, desde as pipas, aos barris e barricas, ocupas-
se o terceiro lugar nas mercadorias que, com mais frequência aparecem referidas nas
cargas dos navios a si consignadas. O ferro, em arcos ou em barra, ocupa o quarto
lugar. O bacalhau ainda tem alguma expressão já que carregados desse peixe, oriun-
dos da Terra Nova e a si destinados, chegaram ao Porto 27 barcos, em média, mais
do que um barco de bacalhau por ano, o que explica as seis cargas de sal, uma em-
barcada mesmo em Setúbal34 cinco em Lisboa e outra no Mondego, ou seja na Fi-
gueira da Foz35.
Offley, marca ainda hoje conhecida de vinhos do Porto, foi fundada em 171936
por Gregory Bymes. Henry Bymes, foi um dos fundadores desta firma que nos apa-
rece na lista de mercadores estrangeiros que trataram com sal no Porto, a receber 6
navios com carga desta mercadoria. Trata-se de sal de Setúbal, já que todos esses na-
vios apresentam Lisboa como porto de origem. Em média anual, Henrique Bymes &
C.ª adquiriu 1008 pipas de vinho, das quais exportou 931 pipas37.
Os negócios dos fundadores da Offley no Porto, assentaram nos cereais. O ba-
calhau, mercadoria normalmente presente no trato das casas inglesas ligadas ao vi-
nho do Porto, embora não estando ausente, não teve neste caso uma expressão sig-
nificativa. Já no século XIX (1831), entraria para esta firma uma das mais conhecidas
personalidades da história dos vinhos do Porto, Joseph James Forrester (o barão For-
rester) autor dos mapas do “País Vinhateiro do Alto Douro” e do mapa do Rio desde
a fronteira espanhola até à sua foz, isto para lá uma série de estudos pioneiros sobre
agricultura, comércio e combate a doenças da videira como o oídio.

32. Esse é o primeiro ano em que Raimundo Ritte surge nos Livros da Imposição do Vinho. AHMP, L. 1313,
Imposição do Vinho, fls. 70. Manifestou então 261 pipas. Em 1695, os seus movimentos em torno do ne-
gócio do vinho ascendiam já às 315 pipas. AHMP, L. 1314, Imposição do Vinho, fls. 162. No ano seguinte
(1696) o seu manifesto atinge 2380 pipas AHMP, L. 1315, Imposição do Vinho, fls. 27, 140 e 158 e em
1697, 1605 pipas AHMP, L. 1316, Imposição do Vinho, fls. 36 e 161.
33. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos
do Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 408.
34. AHMP, L. 441, Visitas de Saúde, fls. 21v.
35. AHMP, L. 442, Visitas de Saúde, fls. 171.
36. SELLERS, Charles, apresenta o ano de 1720 para a fundação desta firma. o. c., p. 93. Contudo, já em
1719, Gregory Bymes manifestava vinhos na Imposição do Porto. O nome que consta dos registos é o de
Gregório Birne ou Berne. AHMP, L. 1334, Imposição do Vinho, fls. 166.
37. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos
do Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 342.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 51

Portugueses mercadores de vinho e de sal


Mercadores Número de barcos com carga de sal
ANTÓNIO MOREIRA DA CRUZ . . . . . . . . . . . .2
DOMINGOS ALVES BRAGA . . . . . . . . . . . . . . . . .3
VICENTE PEDRO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2

Como se pode constatar no quadro acima, foi reduzido o número de mercado-


res de vinho no Porto que se interessaram pelos negócios com sal. De facto, o ne-
gócio do bacalhau e do peixe seco em geral, bem como o trato das carnes que a ci-
dade importava estava, como já referimos, em mãos de estrangeiros, particularmen-
te dos ingleses. Assim, não é de estranhar a escassez da presença dos mercadores de
vinho de nacionalidade portuguesa neste negócio. O que moveu então alguns des-
tes mercadores de vinho a tratarem também com sal? Trata-se de uma questão de res-
posta difícil. Contudo podemos adiantar que se trata de grandes mercadores do Por-
to. Com excepção de Vicente Pedro, os restantes tiveram interesse significativo no ne-
gócio de vinhos no Porto. António Moreira da Cruz, morador aos Ferradores, apare-
ce na Imposição do Porto a manifestar vinhos que envia para a colónia do Brasil,
onde fez chegar entre 1720 e 1742, 445,5 pipas de vinho. Em paralelo, notamo-lo
através dos registos do notariado como um mercador interessado em várias senho-
rios de navios, em parceria com as grandes companhias inglesas da cidade. Logo em
1736, vemo-lo interessado no navio Santiago Maior em parceria com Pedro Henkel,
Pedro Arcediago e associado a alguns capitães de navios fixados na cidade da Baía,
bem como a mercadores portugueses de Recife e Pernambuco38. Até 1743 mante-
ve-se activo no Porto, 35 escrituras notariais diversas que testemunham a sua cres-
cente actividade na urbe.
Quanto a Domingos Alves Braga, morador no centro de negócios de então, a Rua
Nova, também nos surge como exportador de vinho para a colónia do Brasil onde
fez chegar 587 pipas de vinho, entre 1724 e 1749. A expressão dos seus negócios
na urbe foi bem menor do que a de António Moreira da Cruz a avaliar pelo menor
número de escrituras notariais de que foi signatário.
Vicente Pedro manteve-se no Porto entre 1705 e 1747. Nesse período entraram
a barra do Douro 119 barcos a ele consignados. Apenas dois foram portadores de car-
gas de sal. Os ingleses dominavam as trocas entre Portugal e a Inglaterra, por isso foi
fraca a sua penetração nesses mercados. Aproveitou as franjas que os britânicos dei-
xavam ao trato dos nacionais privilegiando os contactos comerciais com os portos
de Estocolmo, Hamburgo e Amesterdão, muito embora não descurasse os contactos
com Londres e Plymouth, por exemplo. Para lá dos já citados portos do Norte da Eu-
ropa, manteve contactos com a França. De onde recebeu 5 navios. Infelizmente a
fonte não nos permitiu que identificássemos os portos de origem destes barcos. Já
quase marginais a este movimento foram os contactos que manteve com a Carolina,
Danzig e Dublin. No quadro do seu trato, destacam-se ainda os portos nacionais. De
Lisboa recebeu 8 navios que transportaram ferro39, sal40, arroz41, papel e sola42, ce-

38. AN/TT – ADP – I/30/3 CX.39, Liv. 179, fls. 265.


39. AHMP, L. 442, Visitas de Saúde, fls. 105.
40. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 16.
41. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 176
42. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 211 v.
52 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

reais43, aduelas44, cevada, manteiga45 e encomendas várias46. Manteve ainda inte-


resse no mercado brasileiro. Daí recebeu a consignação de 8 navios: o Santa There-
za, em 17 de Setembro de 1711, procedente do Rio de Janeiro e que fez escala em
Lisboa, com carga de sal arroz, papel e solas47. De Pernambuco, recebeu carga de
açúcar e sola vinda a bordo do Santo António de Guimarães, visitado nas águas do
Douro em 20 de Agosto de 1720, cujo capitão foi Domingos Peres Lima48. Em 1722,
recebeu idêntica mercadoria com a mesma origem e vinda a bordo do mesmo na-
vio49, o mesmo sucedendo em 1730, quando o mesmo barco chegou ao Porto vin-
do de Pernambuco sob o comando do capitão Damião Quaresma50. Da Baía, rece-
beu o maior número de navios do Brasil, quatro. As cargas foram sistematicamente
de açúcar, couros e solas. É igualmente conhecido o movimento da firma que fun-
dou, embora sob a gestão de Vicente Pedrossem Silva, na vida económica de Avei-
ro, entre 1766 e 178151.
A dimensão comercial de Vicente Pedro, morador na Reboleira, uma das mais
importantes ruas de comércio da urbe portuense da época, não encontra nos vinhos
o seu principal suporte: em média, nos anos da sua actividade adquiriu 104,2 pipas,
a maioria das quais exportou para o Norte, suspeitamos que para Hamburgo, porto
com o qual manteve fortes relações comerciais e expressamente citado como desti-
no de exportação pelo menos em 172352. As principais mercadorias em que assen-
tou o negócio de Vicente Pedro foram, o ferro, as aduelas, o aço, o linho e o tabua-
do. Ou seja, tratou sobretudo com os produtos dos portos holandeses, alemães, rus-
sos e suecos com os quais mantinha maior volume de negócios. Os produtos ali-
mentares, nomeadamente o açúcar brasileiro e os cereais, com destaque para o tri-
go, também o interessaram, contudo em escala diminuta quando comparados com
os produtos típicos do Norte Europeu. No seu conjunto, constam da lista seguinte
(página ao lado) os produtos que Vicente Pedro fez chegar à cidade do Porto.
O fundador desta firma comercial foi Fidalgo da Casa de Sua Majestade, Cava-
leiro da Ordem de Cristo e Familiar do Santo Ofício. Vicente Pedrossem da Silva foi
casado com Dona Anna Micaella Fraga da Silva e ambos eram naturais e moradores
na freguesia de São Nicolau da cidade do Porto. Estes informes constam do proces-
so de candidatura a Cavaleiro da Ordem de Cristo apresentado em 1756 pelo seu fi-
lho, que usou o mesmo nome do pai, Vicente Pedrossem da Silva. Dele consta tam-
bém que a origem da fortuna da família radica no avô do candidato, enriquecido no
Brasil, para onde tinha ido com apenas 15 anos de idade. Regressou para casar em
Guimarães com Dona Angela Micaella e fixaram-se no Porto. Quer um quer outro
não exerceram nunca ofícios mecânicos, já que eram filhos de lavradores ricos. Tes-
temunhou a favor de Vicente Pedro, Pedro Henckell, que na altura tinha 47 anos de

43. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 364.


44. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 369 v.
45. AHMP, L. 444, Visitas de Saúde, fls. 202
46. AHMP, L. 445, Visitas de Saúde, fls. 5 v.
47. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 211 v.
48. AHMP, L. 445, Visitas de Saúde, fls. 415 v.
49. AHMP, L. 446, Visitas de Saúde, fls. 323 v.
50. AHMP, L. 449, Visitas de Saúde, fls. 220 v.
51. AMORIM, Inês – Aveiro e a sua Provedoria no séc. XVIII (1690-1814), Estudo ecnómico de um espa-
ço histórico, Aveiro, CCRC, 1997, p.556.
52. AHMP, L. 1338, Imposição do Vinho, fls. 190.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 53

Mercadorias mais vezes mencionadas nos navios consignados a Vicente Pedro & C.ª

mercadorias . . . . . . . . . . . . . . . . .n.º de navios mercadorias . . . . . . . . . . . . . . . . .n.º de navios


fardos de fazendas secas . . . .9 penicos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1
ferro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .68 arroz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3
aço . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28 papel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2
tabuado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22 sola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7
alcatrão . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8 trigo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14
aduela . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37 manteiga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1
queijos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 cobre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5
linho . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24 açúcar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7
sal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2 milho . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1
cevada . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2 breu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1
pólvora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6 frasqueiros . . . . . . . . . . . . . . . . . .1
goma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2 cominhos . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1
tintas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1

idade. Em relação a Vicente Pedro pai, disse que sempre se tinha tratado com dis-
tinção e o mesmo trato afiançou tiveram os referidos seus avós paternos, possuido-
res de carruagem e servindo os cargos da maior distinção da cidade53.

A terminar

Esta pequena incursão pelo comércio portuense protagonizado por mercadores


de vinho nacionais e estrangeiros no Porto da primeira metade do século XVIII, in-
dica que o sal era mercadoria que circulava nos seus barcos. Em alguns casos pode
afiançar-se da importância estratégica do produto no leque de negócios desses mer-
cadores. Afinal, sobretudo os estrangeiros de nacionalidade britânica tinham o pei-
xe seco como mercadoria primeira entre os produtos que faziam chegar à cidade do
Porto por troca com os vinhos que ostentavam o nome da urbe. Nesse âmbito, o ba-
calhau desempenhava papel de relevo económico. Noutros casos, o sal era usado
como lastro que preenchia o espaço vago de mercadorias. Sem um valor expressivo
nos negócios deste ou daquele mercador era mercadoria aceite em qualquer porto
face à importância que tinha na conservação do peixe, mas também das carnes.§

53. IAN/TT, HOC, Maço 2, n.º 10


A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 55

OS TEMPOS DO SAL (1200-1850)

Aurélio de Oliveira*

Resumo: O papel do sal no circuito mercantil do Porto, como actividade vital ao giro
mercantil e a sua evolução na longa duração

I. Considerações prévias:

1. Será uma redundância a afirmação de que o sal, isto é, a produção do sal tem
uma relação directa e próxima com o clima. Não há sal de mar nos climas frios e
húmidos. O sol, as altas temperaturas, os climas secos, com períodos de insolação
alargados ao longo do ano, algo batidos pelo ventos são fadados para uma boa pro-
dução salineira. Fica posta a condição geral basilar.

2. Todavia, as alterações de curta duração ou as afecções climáticas pontuais, que


afectam sobremodo as culturas agrícolas condicionando as sementeiras os períodos
e as colheitas, originando por vezes fomes e cataclismos sociais graves, pouco ou
mesmo quase nenhum reflexo podem vir a ter na produção salineira. Geralmente po-
derão ter efeitos marginais ou quase insensíveis. Só a ocorrência de períodos anuais
sempre adversos, permanentemente chuvosos ou chuvosos e frios ou excepcional-
mente nebulosos poderão ter aqui algum reflexo.

3. Por outro lado, essas inflexões anuais são de muito difícil verificação sobre o
sal. Ou há registos qualitativos expressos em memórias ou livros de razão (raríssimos
entre nós), ou as variações anuais traduzidas pela oferta ou mesmo pelos preços são
de muito difícil detecção, porque o volume da produção e a quantidade da oferta de-
pendem, aqui, de factores que nada têm a ver com condições climáticas, a saber: a
procura, seu aumento ou diminuição, e o efeito da stokagem que pode suprir, por
anos até, a eventual diminuição da produção natural. Assim, para este produto o pa-
radoxo é claro: relação umbilical com o clima, pouco ou muito pouca relação com
as variações imediatas de muito curta, curta ou média duração. Na longa duração,
o aumento permanente e praticamente sempre avolumado de factores exógenos tor-
na difícil a detecção directa mesmo nos períodos mais alongados ou contrariando re-
cessões provocadas por condições naturais. O alargamento das áreas de produção
pode ser uma resposta à quebra natural e ao menor rendimento por unidade. Na ver-
dade, uma quebra natural pode ser suprida, escondida ou “enganada” por um maior
investimento humano e de mão de obra. Assim, teríamos que pautar os movimentos
* Professor Catedrático da Faculdade de Letras da Universidade do Porto, Doutoramento em História Mo-
derna e Contemporânea. Temas de Investigação: economias e sociedades rurais; comércio; indústria – Épo-
ca Moderna.
56 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

por factores heterógenos decisivos: O crescimento populacional, a alteração ou a


emergência de novos hábitos de consumo e sua vulgarização como as conservas -
do pescados às carnes - antes da utilização industrial do sal para outras finalidades.

4. Posto isto, resta-nos perguntar se as variações seculares ou multi seculares não


terão aqui condicionado mais directamente a produção. A resposta é, quanto a nós,
novamente que sim, ou muito plausivelmente que sim. E, de facto, o apagamento ou
diminuição de algumas áreas produtoras e a emergência de outras ao longo do tem-
po longo assim o parece indicar. Mas deixo os poucos factos verificados no quadro
nacional à consideração e à discussão.

5. Temos vindo a traçar desde 1979, o quadro geral das variações climáticas na-
cionais que tem vindo a receber sucessivamente mais dados e confirmações na base
de elementos directos que o testemunho das fontes, raras e poucas, nos tem pro-
porcionado, recolhendo também o contributo de outros que, sobretudo desde então,
vêm coligindo e anotando as referências sobre o bom ou o mau tempo, essencial-
mente na base do metodologia episódica – que outra não tem sido possível entre nós.
Os dados constam, como temos vindo a revelar e a citar, no trabalho (a publicar)
Clima e colheitas em Portugal. 1500-1850.
É dele que aqui nos servimos em brevíssima síntese que, por sua vez, poderá re-
ceber um contributo de referência de longa duração com o que se possa melhor apu-
rar sobre o sal, sempre com as reticências que aqui apontamos. Na verdade, em tão
largo período de tempo só muito raramente encontrámos referência directa do tem-
po ou do mau tempo para o sal (mas que, por isso também, nos anos ou períodos
em que aprecem, não deixam de ser muito significativas e altamente indicativas,
como já diremos e veremos.

6. Neste tipo de movimentos ou comportamentos as semelhanças são mais ma-


nifestas nos grandes quadros que nos pequenos, geradores de micro climas ou de va-
riações pontuais muito localizas e restritas.
Dispensamo-nos de chamar aqui a atenção para as discronias e pequenos com-
portamentos regionais que ao nível dos micro –climas terão de ser tomadas em aten-
ção. A Europa, do Mediterrâneo à Europa Nórdica não é, de facto, homogénia. E as
modelações de arrefecimento ou de aquecimento têm impactos e importância dís-
par consoante estas diferentes regiões.

7. Escusamos também de referir que dentro destas modelações surgem curtos pe-
ríodos de sinal contrário, isto é, anos de sinal e comportamento contrários da ten-
dência seca e fria ou quente ou húmida, aos quais há que estar atentos ao nível dos
comportamentos mais curtos ou das afecções anuais, de consequência por vezes
igualmente grandes a nível da colheitas agrícolas e das populações (que não estamos
agora aqui a analisar).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 57

II. As tendências de longa duração. As sugestões do clima.

Vindo de uma modelação fria, o comportamento geral mostra tendências para se


alterar em toda a Europa por alturas de 1050-1200 (entrando num período climáti-
co geralmente mais benéfico, quente ou moderadamente quente que se irá manter,
grosso modo, até aos anos trinta quarenta do Século XIV (1330-1340), esgotando-se
essa fase por meados desse Século.
Os anos que decorrem daí até cerca de 1460 estão novamente conotados com
arrefecimentos mais ou menos intensos pelos diversos quadros geográficos europeus
atingindo sobretudo as partes atlânticas e setentrionais.
Outra inversão importante aparece nos tempos posteriores mostrando uma va-
riação secular de aquecimento que tende a esgotar-se por 1550-1560, desta vez caus-
ticando as partes mediterrânicas por vezes com anos excessivamente quentes e / ou
rigorosamente secos. Por alturas dos anos oitenta (1580-1590) assistir-se-á, possi-
velmente, à onda de frio mais intensa que não se tinha ainda observado em nenhum
dos tempos até aqui considerados. Uma pequena idade glacial que em termos mul-
ti- seculares se manterá sobre a Europa até cerca de meados do Século XIX, e que
irá castigar de modo talvez mais intenso (pela sua permanência, isto é, maior repe-
tição de anos frios e chuvosos ) todo o século XVII, como aconteceu com os anos par-
ticularmente húmidos depois de 1640-45 e com uma onde de frios mais secos agra-
vados a partir de 1675-77 - anos de intensos nevões. Por todo o lado, a situação man-
ter-se-á nessa modelação até ao primeiro quinquénio de Setecentos. Não obstante,
há uma pausa com anos geralmente quentes ou até excessivamente quentes e hú-
midos na década de oitenta a e até cerca de 1693-94 marcando, desde aí, uma sol-
dadura do século particularmente grave do ponto de vista alimentar e das colheitas
em geral essencialmente marcada por essas condições climatéricas.
Todo o século XVIII será marcado por uma melhoria sensível. Estamos de facto
perante um aquecimento geral particularmente quente durante a década de oitenta
(mas com 1782 muito frio) que tende a esgotar-se novamente pelos anos da subse-
quente década de 1790. Entre 1792 e 1796 a inflexão para os anos frios, por vezes
excepcionalmente frios, volta a marcar-se castigando novamente os anos da solda-
dura e que se remata pelo período dos mais intensos frios talvez jamais vistos na Eu-
ropa ultrapassando em rigor os mais graves da década de 90 do Século XVI. Apenas
aqui mais um testemunho: o do naturalista Conde de Hoffmansegg que percorria o
País (1797-1801) como outros que dão igual testemunho desses anos: pelos fins de
Maio princípios de Junho de 1800 ainda a região centro conservava as neves por der-
reter. Ver-se-ia mesmo impedido de visitar alguns locais da Serra da Estrela. Onde ain-
da permanecia em mantos de três a nove pés de espessura. ”A neve nunca de demora
tanto tempo por estes locais a grande quantidade caída era um fenómeno tão ex-
traordinário que os mais velhos não se lembravam de terem visto tal. Deste fenómeno
eram causa os invernos rigorosos de 1798 e de 4799 a 1800”. Foram anos adversos
ou muito adversos ainda e também muitos do primeiro vinténio de Oitocentos.
Para os anos de 1816-1817 (deixados alguns anteriores), retenha-se o importan-
te testemunho de Franzini, o qual os documentou observando o estranho fenómeno
(creio que nunca mais repetido até hoje) de enormes massas de gelo terem descido
até alturas dos Açores provocando uma vaga de frio que atingiu toda a terra portu-
58 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

guesa:
“Logo em 1816 se observou “o singular fenómeno do derretimento do gelo do
Polo Boreal. Enormes massas de gelo convertidas em ilhas flutuantes, algumas das
quais com mais de 200 pés de altura desceram no Atlântico até ao paralelo 40, (es-
palhando uma vaga de frios que atingiu toda a costa portuguesa). Estranho fenóme-
no! “há mais de 400 anos, nunca visto” (e, desde aí, nunca mais observado). Ano frio
atingindo todo o verão. As frutas não amadureceram. A ano de 1817 foi duramente
castigado pela seca “dos mais escassos de quantos es conheceram no reino; os mais
felizes colherão (apenas) a semente”.
Em Lisboa, é raro nevar. Está fora das terras frias. O seu clima é mais mediterrâ-
nico que atlântico ou continental. Pois há testemunhos recorrentes que a neve caiu
aí com frequência neste período de anos. Desde os anos de Noventa e primeiros do
Oitocentos. O ano de 1806, foi muito frio. Os nevões de 1805 foram tão grandes e
persistentes que as neves se demoraram pelas Beiras e terras continentais por meses
queimando definitivamente todas as árvores de fruto mesmo as mais resistentes ao
frio. (Quer dizer, tomando os meses de Abril /Maio e bem possivelmente ainda par-
te de Junho).
Anunciavam-se os piores anos desta curta série: o ano de 1820 seria extraordi-
nariamente frio. Nas Beiras a temperaturas desceram a pontos nunca vistos. Os vi-
nhos chegaram a congelar em tonéis de mais de 80 almudes (c. de 4 pipas). As quan-
tidades de neve caídas na Serra da Estrela foram tão grandes que, por meses, todos
os caminhos se tornaram impraticáveis, interrompidas as já fracas comunicações do
centro e Províncias do norte do Reino.
Novas dificuldades climáticas 1822-23.
Nos anos seguintes continuou a série das intempérie adversas. Assim em
1826–28, com o ano extremamente seco de 1827 para culminar nos anos verda-
deiramente enregelados de 1829 e 1830. Eis um testemunho directo de um nosso pa-
trício: “Desde Dezembro até ao fim chegou o frio a tal intensidade que não lembra
a grandes idades”. Anos, na verdade, verdadeiramente glaciares: o Rio Minho che-
gou a coalhar-se nas suas enseadas e defronte da cidade de Orense chegou a altura
da água congelada a 4 e 5 palmos de altura. Frios continuados pelo ano de 1830. Fi-
nalmente, foi tão excessivo o frio que para navegarem os barcos no rio Minho, e mes-
mo no Douro, era necessário irem homens adiante quebrando o grosso gelo vendo-
se muitos mugens mortos no mesmo gelo. As hortaliças, diversas árvores de fruto fi-
caram queimadas e a falta de moagens e “outros objectos necessários à vida expe-
rimentavam notável danificação nestas terras do Norte”. Em Lisboa morreu-se do ex-
cesso do frio e “em vários sítios, entre eles na cidade da Guarda, o termómetro Réau-
mur desceu bem abaixo dos zero graus” (i. é, -22-23 graus C negativos ou possivel-
mente mais). O Rio Mondego gelou e todos os regatos na Beira Baixa. Gelarão as ba-
tatas, os nabos, os vinhos e, o que é mais, a própria aguardente se congelou! “Gran-
de foi o frio de 1782 mas este de 1830 tem tido uma maior série de dias”.
Ainda, e finalmente, para o ano de 1839: ano de verão muito chuvoso com um
Outono igualmente húmido e frio e de que resultou a perda de produção no Entre
Douro e Minho, deixando na indigência os pobres e muitos lavradores desta Pro-
víncia. O mesmo para Trás os Montes e muitas outras terras do País.
Para conclusão sobre os tempos que aqui nos importam, eis no que poderíamos
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 59

acompanhar para o conjunto termométrico das observações europeias: “entre 1800


e 1850 registou-se ao mesmo tempo o verão mais frio em 1816 e o inverno mais ge-
lado - 1829-1830”.

III. Os tempos do sal.

Que terá tudo isto a ver com a produção de sal?


Não vamos, certamente, buscar aqui as principais causas da variação da produ-
ção salineira portuguesa ou europeia. Há outras muitas causas a tomar em conside-
ração. Mas algumas coincidências são tentadoras e não deixarão de constituir panos
de fundo de referência.
Mantendo-nos na ordem das sugestões, talvez mesmo longínquas sugestões, per-
mito-me chamar a atenção para três períodos da produção nacional deixando à re-
flexão e à crítica essas mesmas sugestões.

1. Deixadas as referências a salinas no litoral Norte para os tempos anteriores,


elas surgem com maior frequência a partir do Século XI, e daí começaram depois a
repetir-se outras referências aos centros salineiros ainda que em pequenas unidades.
Depois de meados do Século XIII, cumulam-se as referências por vários locais. Des-
de o Minho ao Vouga, passando por Caminha, Viana, Esposende, Fão Vila do Con-
de, Leça, Matozinhos, Gaia, Massarelos. Avolumam-se, sobremodo, em Aveiro, de-
pois Lisboa e Setúbal ou Alcácer e Setúbal. Todavia, anote-se como a existência das
de Gaia - Massarelos - Porto se terão implantado em época tardia - segundo Virgínia
Rau (Rau. 57) mas bem azada em termos climáticos - meados do Século XIII em que
se terá atingido talvez o período mais quente que decorrerá até à década 30-40 do
Século XIV. E será pela mesma época que as da zona centro com Aveiro, como prin-
cipal núcleo, surgem com maior força e importância. E o mesmo se diga das da Fi-
gueira - Foz do Mondego.
Nesta última fase terminava-se a tarefa da Reconquista com todo um conjunto
de circunstâncias favoráveis para o incremento económico, mas estávamos, como ve-
mos, em tempos particularmente propícios para a extensão da actividade salineira até
em áreas não muito fadadas para o efeito como eram as do Portugal atlântico- como
se documenta desde Gaia Matozinhos, e Leça e outras partes. Poderíamos talvez con-
cluir, sem pretender aqui deixar de lado a ponderação de outras causas, que os mea-
dos e segunda metade do Século XIII, coincidirão com os melhores momentos cli-
máticos que se observaram até ao Século XVI. O momento favorável deste impacto,
maior relevância teve em toda a área da bacia do Tejo.
Entretanto, o que se verificava enquanto os tempos tendiam a substituir os calo-
res favoráveis pela onda de frio e anos húmidos e chuvosos que se desencadearão
desde os anos trinta / quarenta do Século XIV?
As marinhas do norte apagam-se ou vão-se apagando praticamente por entre al-
guma produção, que permanece mas em franca diminuição. (Volto a referir a ne-
cessidade de ponderar outras importantes causas). Entretanto, essa onda de frios e hu-
midade não terá afectado tão gravemente as do Sul, isto é, aquelas que, de facto, es-
60 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

tão já fora dos limites climáticos do Portugal atlântico, definido em termos gerais por
Orlando Ribeiro. E estas com a perda da produção do Norte, em diminuição, refor-
çam a sua produção.
Bem entendido que a produção de sal nunca deixou de fazer-se de meados do
Século XIV a meados do XV, activada também por causas exógenas importantes por
sobre um crescendo que se vem acentuando já bem perceptível durante a segunda
metade do século XV favorecida por circunstâncias favoráveis sejam ordem política,
técnica e económica ou outras, como referimos.
Caídos, mas depois saídos, desse período pouco favorável do ponto de vista cli-
mático, é curioso notar que o grande surto salineiro de Setúbal com Aveiro em gran-
de evidência, emergirá com outra força e outra importância pelos inícios do Século
XVI quando, desencadeado um comportamento inverso do ponto de vista climático
desde os anos sessenta do Século anterior, se atinge uma expressão mais evidente
desse período de aquecimento generalizado: um notório período bem favorável de-
pois de passar ainda por algumas contrariedades pontuais pelos finais do Século XV.
Eis o que se testemunha pontualmente acerca de ano de 1481: ”por las muchas agoas
que ovo en Francia e en Portugal… en causa dello…ovo gran mingoa de sal (cit. em
Rau. 280. nota 3) e se constata ainda (também pontualmente) nos primeiros anos do
Século XVI, em que se testemunha ainda “as salinas, não dão novidade” por causa
das condições climáticas adversas como se diz das de Aveiro nos inícios do Século
XVI, testemunhando, na realidade, uma situação mais generalizada (Rau. 85).
O Século XVI a partir dos primeiros anos marcará de modo claro a nova infle-
xão. O Século XVI é um século da expansão salineira. Vários factores para isso con-
tribuiriam também. Deixemo-los, para considerar a presença um período climático
também altamente propício. Os tempos favoráveis que grandemente beneficiaram as
marinhas do Portugal mediterrânico (novamente, sublinhamos, ainda que acciona-
das por outros mais factores). Pelo Portugal atlântico já se tinha praticamente apagado
produção salineira que sucessivamente se foi tornando mais débil.
O Porto ainda por tempos continuou a fazer sucesso com o trato do sal, mas não
era do sal do seu alfoz. Sim principalmente de Aveiro. E até portuenses houve que
tornaram senhores de salinas, não nas redondezas do burgo, mas por Aveiro e ou-
tras partes. Mais uma vez, fora do coração do Portugal atlântico. E é certo que o mo-
nopólio do Porto sobre o sal (com balizas assaz localizadas e definidas) também veio
acondicionar produção local. Apagando umas que lhe eram insuficientes ou que lhe
provocavam algum estorvo à actividade complementar da salga) explorava e tenta-
va controlar outras “abusando” do seu poder político e económico. Todavia, as gran-
des condicionantes físicas parece que tinham traçado também esses destinos.
Esse surto é claro em Aveiro e zona centro mas é-o também em Setúbal como no
Algarve. Aqui, por 1532, as marinhas - e apenas as pertencentes à Alcaidaria Mor de
Tavira- somavam uma extensão considerável - onde se lavrava, então, muito sal. (Del-
gado da Silva. 1763-1774. 403).
Arriscado ou abusdo, associar o surto salineiro, do século XVI, por todo o lado
verificado, com estas novas condições?

Mas os tempos irão mudar e, desta feita, bem marcadamente. Em Portugal bem
documentados durante o último quarto de Quinhentos.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 61

Uma onda de frio será desencadeada tendo-a os estudiosos definido, até, como
um pequeno surto glaciar em toda a Europa. A little ice age algum efeito terá tido na
produção nacional (e não só) agora nas áreas essencialmente salineiras nacionais. Pa-
rece, até, que em alguns desses anos quase não produziriam para o abastecimento
do próprio mercado interno. Eis um dos raros testemunhos dessa contracção pontual
na produção de sal coincidente com os anos muito adversos do segunda metade do
Século XVI principalmente de 1574-1575 e daí em diante: “Este ano valeo o sal nes-
ta cidade do Porto a 150 reis o alqueire - o que nunca se viu” (Francisco Dias, 22)
confirmado pelas Vereações da mesma cidade ao registarem, em Março de 75, a fal-
ta de sal pela carestia do tempo e pelo trato que dele se fazia para fora da Cidade.
Razão: o muito pouco sal que neste ano se fabricara em Aveiro (por causa do mau
tempo (logo, do ano de 1574) (António Cruz, Doc. p. XXXV). “Visto o muito pouco
sal que ouvera em aveiro e outras partes onde se costuma ffazer” (Idem, XL). Porém,
o ano quente seco de 1577, fez crescer a produção e os preços baixariam em con-
formidade (Idem, CXLV).
Em termos macro, os finais do século XVI, veriam alguns clientes nórdicos a des-
locar-se para os centros mediterrânicos mais a sul, isto é paragens mediterrânicas. E
até Cabo Verde, aparece pela primeira vez buscado por ingleses e holandesas para
abastecimento de sal onde se deparam com inesperada abundância (Rau. 154-155;
162-163). Parece que acentuando a alteração, os anos de 1585 são de falta geral de
sal por todo o lado nas zonas salineiras, afectando sobretudo as zonas atlânticas (Rau.
152-153).
As más condições fizeram escassear o sal em partes várias de França (do Norte
pelos anos de 1596-98 – anos climatericamente muito graves e perturbados). É bem
possível que aqui estejam também algumas das razões para que alguns clientes o vão
procurar e buscar, pela primeira vez às Caraíbas (Idem 174; 235-236, citando Engel
E. Sluiter) que se impuseram cada vez mais os primeiros anos difíceis do Século XVII.
Apenas problemas políticos e estratégicos decorrentes do confrontos e impedi-
mentos de Filipe II? Fruto apenas das legislação filipina e das tributações filipinas?.
O preço subia. Apenas por efeito do bloqueio e outros entraves, aliás, referidos por
contemporâneos mas não atentos às imposições dos factores inertes em História ou
deles se não dando conta, ou também por diminuição efectiva da produção com o
gravame ou a pressão de uma procura crescentes?
Não obstante essas causas circunstanciais, na verdade, importantes, respondam
como quiserem. Os dados aqui ficam. As dificuldades do efectivo agravamento cli-
mático desencadeado por esse pequeno surto glaciar, tinha ensinado já outros ca-
minhos, embora o sal português continuasse ser muito importante. E se as partes me-
diterrânicas portuguesas ainda suportam bem ou, até, lucram com a queda de pro-
dução por alguns lugares, o certo é que outros mais a Norte se viram (sem guerras
nem os entraves filipinos) verdadeiramente afectadas como é o caso estudado da Bre-
tanha (Delafosse - Laveau).
Há problemas políticos e de rivalidades económicas nacionais ou regionais, mas
o cônsul francês em Lisboa confessa por 1585 que “de dez a doze anos a esta par-
te se vinha sentindo a falta de sal pela França do Norte”. (Cit. em Rau. 152) dando
conta de uma conjuntura desfavorável, continuada ou muito repetida. E por outros
locais produtores as safras seriam extremamente baixas como geralmente aconteceu
62 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

nos finais da Década de Noventa (v.g. 1597-99. Rau. 163. Cf. também Michel Mol-
lat).

Falámos das vicissitudes gerais do Século XVII. Passêmo-las. Eis como se refere
Rau, aos tempos do Século XVII: Vicissitudes e decadência do comércio do Sal de
Setúbal (Idem. 162 e segs.). A autora não refere quaisquer parâmetros enquadrantes
desta natureza embora noutro passo reconheça o directo impacto destes agentes: ”A
produção estava sujeita a crises intermitentes da produção motivada quer por maus
anos de safra quer por períodos de colheitas abundantes relacionadas com imprevi-
síveis mutações climáticas” (Rau, Estudos sobre o Sal. 132-133) sem estabelecer, po-
rém, quaisquer quadros de fundo referenciais.
Não sabemos se são apenas motivos de concorrência, se de baixa de produção
e queda dos salários, com a contrapartida de melhores recompensas em outros cen-
tros salineiros, mas as medidas de 1695 e 1696 proibindo a saída de marnoteiros das
marinhas nacionais, “marnoteiros que saiam movidos do leve interesse de alguma
melhoria de salario”; (Andrade e Silva, 364-365 - Lei de 15 de Fevereiro de 1695),
logo complementada. Em 27 de Março de 1696 alargando as medidas e proibindo
a presença de estrangeiros nas labutas das marinhas de sal nacionais, acusando a de-
cadência destas), poderá ser também enquadrado por perdas verificadas. E, na ver-
dade, por 1692 muitas marinhas de Aveiro parece que estavam também sendo ala-
gadas. Ordenava, por isso o monarca diligências e remédios para o mal do abando-
no “por necessidade do sal” (Doc. em Rocha Madahil, Milenário de Aveiro. Colec-
tânea de Documentos Históricos. Aveiro. 1959). E é um facto também que o novo
Regimento do Sal da Setúbal de 1703 (em cima desta mesma conjuntura física), dá
conta de considerável degradação das salinas e do salgado na região. Mais uma vez,
não se buscarão as causas principais nos elementos para os quais estamos chaman-
do a atenção (na verdade, carecem outras explicações), mas, de facto, voltamos a ter
enquadramentos físicos exógenos importantes ou, pelo menos, muito curiosos.

Passemos, sem mais, à ponta final do Antigo Regime. O enquadramento dos fi-
nais do Século XVIII e princípios do XIX aparece como tentador ou mais tentador. Te-
mos várias vezes referido e sublinhado a presença de uma crise generalizada, com
discronias nos vários sectores e gravidades diferentes, consoante as actividade e, por
seu turno, com a afectação muito desigual dos diferentes segmentos sociais.
As causas gerais terão que ser, mais uma vez, buscadas nesse quadro geral glo-
bal de degradação da economia portuguesa que vai estando presente depois de 1785
e se agrava praticamente por todo os sectores depois de 1792 e depois desde os úl-
timos anos do Século, entrando ainda por Oitocentos de modo mais grave.
Uma outra dimensão no sector industrial ou mesteiral situa-se, precisamente, no
sector das indústrias marinhas e poderá, quiçá, ser enquadrada por condicionalismos
físicos específicos bem documentados.
É novamente certo que uma variada gama de factores e circunstancialismos te-
rão de ser, nova e necessariamente, chamados a capítulo para explicar a decadên-
cia verificada e que atingiu sobremodo as pescarias nacionais, frustradas as tentati-
vas de reconversão deste sector tentado pela política pombalina (Vide Oliveira, O Al-
garve e Póvoa de Varzim).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 63

Ora, o que se sabe para já, é a presença de um quadro de dificuldades genera-


lizadas sobre as marinhas portuguesas a maior parte das quais se encontra em gra-
ves dificuldades, na realidade, decadentes por esta altura. Pelo menos os dados e a
relação da situação deixada por Lacerda Lobo (que as percorreu), assim o mostra. (E
estes dados não parece terem merecido correcção até hoje). As de Aveiro encontram-
se na maior decadência; as da Estremadura se encontram também em decadência e
as do Algarve em decadência ou mesmo em grande decadência Lobo Memória so-
bre a História das marinhas. 268;269-270; 272; 279-80; 296 e outras. Vide também,
Delgado da Silva, Colleção de Legislação,. (vol. 1763-1774 e vol. 1788-1791)
Mais uma vez, não vamos procurar aqui a razão principal desta situação, por
que, de facto, há outras causas bem concretas que para isso contribuiriam e que,
aqui, naturalmente, se omitem.

Conclusão

Foi meu intuito, apenas, chamar atenção para os tempos do sal e para possível
impacto (por leve que tenha sido) decorrente da simultaneidade destas situações dei-
xando-as e pondo-as à reflexão. Sempre, e tão só, como meras sugestões sobre a pro-
dução salineira nacional - actividade de mutações tão lentas, tão sujeito a outras va-
riáveis, tão insensíveis e nas quais o circunstancialismo económico, demográfico e
os “azares” da política como ainda o impacto de outros factores físicos como o as-
soreamento das barras ou dos rios (mas, por sua vez, não totalmente imunes a estes
condicionalismos - como se aceita óbvio), parecem, de facto, terem tido o papel mais
determinante ou também determinante.§

Bibliografia sumária

NB: o enquadramento histórico do dados climáticos com bibliografia alargada, em Clima e colheitas em
Portugal. 1500-1850, onde constam também todas as referências documentais.

Almeida, Carlos Alberto Brochado de, Salinas Medievais entre o Cávado e o Neiva. Em “Bracara Augus-
ta”. Vol. XXXIII. N.º. 75-76.1979
_ A exploração do sal na costa portuguesa a Norte do Rio Ave. Da Antiguidade Clássica à Baixa Idade Mé-
dia. Em “I Seminário Internacional sobre o Sal português”. IHM.UP. Porto. 2005.
Amorim Inês, Aveiro e os Caminhos do Sal. ( Séc. XV-XX). Câmara Municipal de Aveiro. 2001.
Bernardo, H. de Barros, Marinhas ignoradas da Estremadura. As Salinas de Peniche, Em Revista Etbnos.
T. V. 1966.
Barros, Henrique da Gama, História da Administração Pública em Portugal nos Séculos XII a XV. T. IX Ed.
Torquato Soares. Lisboa. 1950.
Barros José Joaquim Soares de, Considerações sobre os grandes benefícios do Sal em particular do sal de
Setúbal. “Memorias Economicas da Academia Real das Sciencias”. Lisboa. T. I. 1789.
Cruz António, Algumas Observações sobre a Vida Económica e Social do Porto nas Vésperas de Alcácer
Quibir. Porto. 1967.
Delafosse (Cl). e Laveau, (M). Le commerce du Sel de Brouage au XVII. siècle. Paris. 1960.
Dias Francisco, Memorias Quinhentistas dum Procurador de El-Rei no Porto. Ed. Magalhães Basto. Por-
64 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

to. 1937
Emmer Pieter C., The Dutch salt and sugar trades. 1585-1650.. Em “I Seminário Internacional sobre o Sal
português”. IHM.UP. Porto. 2005.
Lobo, Constantino Botelho e Lacerda Memória sobre a História das marinhas em Portugal.. Em “Memo-
rias de Literatura Portugueza”. T. V. Lisboa. 1793.
_ Memória sobre as marinhas de Portugal Em “Memorias Economicas da Academia Real das Sciencias”.
Lisboa. T. IV. Lisboa. 1812.
_ Memória sobre a decadência da pescaria de Monte Gordo “Memorias Economicas da Academia Real
das Sciencias”. Lisboa. Lisboa. T. III. 1791.
- Memória sobre o estado das as pescarias da costa do Algarve no anno de 1790. “Memorias Economi-
cas da Academia Real das Sciencias”. Lisboa.. T. V. Lisboa. 1815.
Ladurie, Emmanuel Le Roy - Histoire du Climat depuis l´an mil. Paris. 1967.
Losa António, A extracção de sal a Norte do Douro. Estudos Medievais. Em “Bracara Augusta”. vol. XLVI.
N. º 98/99 1995/96.
Madahil A G. da Rocha, Milenário de Aveiro. Colectânea de Documentos Históricos. Aveiro. 1959.
Mauro, Frédéric, Le Portugal et l´Atlantique au XVII Siècle. 1570-1670. Paris. 1960.
Mollat, Michel, Le Rôle du sel dans l´ Histoire. PUF. Paris.1968.
Hoffmansegg, Conde de, Voyage en Portugal.(1797-1801) rédigé par M. Link. Paris. 1805.
Oliveira Aurélio de, Clima e colheitas em Portugal. 1500-1850. No Prelo.
_ Póvoa de Varzim e os centros de salga na costa Noroeste nos fins do século XVIII. Póvoa de Varzim. 1985.
_ O Algarve no contexto da “guerra do pescado” no tempo de Pombal. Sevilha. 1986.
_ Do Porto a Pontevedra. Os tratos no Noroeste peninsular. (Séc. XIII-XVII). Pontevedra. 2000.
Rau Virgínia, Estudos sobre a História do Sal Português. Lisboa. 1984.
Sampaio, Alberto. Estudos Históricos e Económicos. Lisboa. 1929.
Sluiter Engel E., Dutch-Spanish rivalry in the Caribbean area.1594-1609. Em “The Hispanic American His-
torical Review”. Maio. 1948 Vol. 28. N. 2.
Silva António Delgado da, Colleção de Legislação Portugueza. 1763-1774;.1775-1790; 1791-1801.
Silva J.J. de Andrade e, Collecção de Legislação Portugueza. 1683-1700. Lisboa. 1859.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 65

O SAL DO ESQUECIMENTO
SALINAS E COMERCIALIZAÇÃO DE SALGADOS NA
FOZ DO RIO LEÇA

Patrícia Costa* e Joel Cleto**

Abstract. THE FORGETFULNESS SALT - Salt-works and salt good’s trade in Leça’s estuary
Identified by philologers and investigators as the classical Lethes – the mythological for-
getfulness river -, the Leça’s estuary has had important salt-works for several centuries
(since the 10th to the 19th century, at least). These were in the origin of trade, donations
and conflicts with Porto, the city in the neighbourhood.
Due to the 20th century’s deep landscape and urban changes, originated by he cons-
truction of the Leixões Harbour, on the old estuary, the salt-workers’ activity disappea-
red and was completely forgotten in Matosinhos, making us believe in the “magic” for-
getfulness characteristics that were traditionally pointed to the Leça. Contradicting this
memory’s “sleepiness”, we present a collection of unpublished documents which allow
us to know the salt-works in Matosinhos, as well as its production, owners and carto-
graphy.
The Leça salt-works vanishing, in the late 19th century, did not bring an end to the Ma-
tosinhos’ relation with salt, as the village maintained a significant number of enterpri-
ses producing salazones and salt fish cannery. These were in the origin of the local mo-
dern cannery industry which characterized and made Matosinhos internationally known
all along the last century.

1. Breve introdução

Embora na sua maioria os filólogos e os investigadores da proto-história do no-


roeste da Península Ibérica identifiquem o clássico Lethes – o mitológico rio do Es-
quecimento – com o rio Lima, há ainda alguns estudiosos que pretendem que tal cur-
so de água corresponderia ao Leça. Certo é que este pequeno rio, que percorre pou-
co mais de 45 quilómetros até desaguar no Atlântico, em plena praia de Matosi-
nhos/Leça da Palmeira, possuiu no seu estuário, durante séculos (pelo menos entre
o X e o XIX) um conjunto de salinas cuja produção, em muitos períodos, não terá sido
despiciente, e que se encontra na base de diversas transacções, doações e, não ra-
ras vezes, de conflitos com a vizinha cidade do Porto.
Fruto das profundas transformações paisagísticas e urbanísticas operadas nas úl-
timas décadas do século XIX e ao longo de todo o século XX, decorrentes da edifi-

*Mestranda em Estudos Locais e Regionais pela FLUP. Colaboradora do projecto SAL[H]INA: História do
Sal – natureza e meio ambiente – séculos XV a XIX, financiado pela FCT (POCTI/HAR/56381/2004).
66 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

cação do Porto de Leixões no leito do antigo estuário, a actividade salineira dos mar-
notos de Matosinhos desapareceu por completo e foi relegada para o limbo, como
que parecendo querer sublinhar os atributos “mágicos” de esquecimento que na an-
tiguidade clássica poderão ter sido atribuído a este rio. Esquecimento que, curiosa-
mente, acabou por se reflectir de um modo mais evidente sobre os períodos mais re-
centes da produção de sal no Leça, nomeadamente no século XIX, do que sobre pe-
ríodos mais recuados, particularmente na Idade Média, aos quais, apesar de tudo, a
historiografia tradicional tem feito referências.
Contrariando esse “adormecimento” da memória, neste artigo dá-se a conhecer
um conjunto inédito de documentação sobre as salinas de Matosinhos em Oitocen-
tos, fornecendo elementos que nos permitem conhecer melhor a sua produção, os
seus proprietários e a sua cartografia.
O desaparecimento das salinas do Leça, nos finais do século XIX, não significou,
no entanto, o fim da relação de Matosinhos com o sal, uma vez que durante as dé-
cadas seguintes a povoação acolheu um conjunto significativo de empresas que se
dedicaram aos salazones e à produção de conserva de peixe pelo sal, na base da mo-
derna indústria de conservas que caracterizará e “internacionalizará” Matosinhos du-
rante grande parte do século passado.

2. Características geomorfológicas do estuário do Leça

Hoje inexistente, devido à construção aos longo dos últimos cem anos da gi-
gantesca estrutura portuária de Leixões, o estuário do rio Leça apresentava caracte-
rísticas geomorfológicas únicas que, ao longo de séculos, potenciaram e permitiram
que este fosse um espaço privilegiado para a produção de sal.
Com efeito, não obstante o seu curto e vigoroso traçado que, em apenas 47 qui-
lómetros desce desde os 462 metros de altitude até às águas do Atlântico, apresen-
tando por isso um declive muito inclinado, a verdade é que o curso terminal do Leça
se caracterizava por um estuário calmo, com diferenças de cotas mínimas ao longo
de uma grande extensão, correndo o rio entre os seus próprios sedimentos, deposi-
tados com grande abundância nesta etapa terminal antes da sua foz, entre as exten-
sas praias arenosas de Matosinhos e Leça da Palmeira. Aliás estas mesmas praias, com
as suas vastas e durante muito tempo consolidadas formações dunares, terão con-
corrido também para “travar” o ímpeto das águas fluviais, represando-as e contri-
buindo, deste modo, para a sedimentação e formação do estuário leceiro1.
Deste conjunto de características resultou um interessantíssimo estuário, cor-
rendo o rio em sinuosos e calmos meandros, dando mesmo origem, neste seu troço
final, a vários braços. Aliás, na memória colectiva do século XX está ainda muito viva
(e profusamente documentada em registos escritos, cartográficos e fotográficos) a
existência nesta seu percurso final de dois evidentes braços do Leça, popularmente
designados como “rio doce” e “rio salgado”.
Estas características geomorfológicas da foz do Leça concorreram, portanto, para
uma formação estuarina onde, represadas naturalmente pelas dunas marítimas e pe-
los próprios sedimentos que arrastou ao longo dos milénios para a sua foz, as águas

**Mestre em Arqueologia pela Faculdade de Letras da Universidade do Porto. Chefe da Divisão da Cul-
tura e Museus da Câmara Municipal de Matosinhos. joel.cleto@cm-matosinhos.pt
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 67

do rio se espraiavam em longos meandros, braços e canais, significativamente pe-


netrados e afectados pelas águas marinhas durante a maré-alta. Deste modo, o es-
tuário, nomeadamente a poucas centenas de metros a montante da sua foz, em lo-
cais já suficientemente protegidos dos ventos e de pontuais transgressões marítimas,
aquando de épocas de tempestade e invernia, apresentava também características la-
gunares onde as águas, calmas, eram salobras: condições essenciais e privilegiadas
para a produção de sal.

3. Antecedentes romanos

A potencialidade do estuário do Leça como local produtor de sal não terá sido
indiferente às mais remotas comunidades humanas de que possuímos registos na re-
gião. Como foi descrito por Brochado de Almeida nas Actas do I Seminário2, o sal
era essencial às populações dos castros que, na Idade do Ferro, no 1º milénio a. C.,
se implantavam no litoral. Ora, não obstante junto ao estuário do Leça se localizar
um dos mais importantes povoados castrejos do litoral norte português – o Castro de
Guifões3 – a verdade é que até hoje não foi possível identificar, nas áreas já escava-
das daquela estação arqueológica ou em toda a área envolvente, qualquer testemu-
nho de salicultura dessa época. Tal, obviamente, não significa que os habitantes des-
te castro não tenham recorrido a tal prática. Numa economia de largo espectro, como
de certo modo era a dos castros do noroeste peninsular, o mais certo é que não te-
nham deixado de explorar este recurso que possuíam mesmo junto às suas muralhas.
Falta-nos é encontrar os documentos, os vestígios materiais, que atestem tal produ-
ção.
O mesmo se passa, de resto, para a época coincidente com o Domínio Romano
durante as primeiras centúrias da nossa era. Neste contexto deverá, contudo, ser va-
lorizada a localização, a norte deste estuário e a não muitos quilómetros de distân-
cia, na Praia de Angeiras, de um complexo industrial de conserva de peixe, datado
do século III d. C. Com efeito, junto ao conjunto de cetárias e de outros tanques es-
cavados nas rochas, foram também detectadas estruturas que vêm sendo interpreta-
das como destinadas à produção do sal que era fundamental para a confecção da sal-
ga de peixe, ou mesmo de garum, que aí seriam elaborados4.

1. Cfr. DIAS, A. J. Guerner; RODRIGUES, Benedito G.; PRAIA, J. Félix – Geologia do Concelho de Mato-
sinhos. Aspectos mais significativos. Matosinhos: Câmara Municipal, 1995. (“Matosinhos. Monografia do
Concelho”; vol.1).
2. ALMEIDA, Carlos A. Brochado de – A exploração do sal na costa portuguesa a Norte do Rio Ave. Da
antiguidade clássica à Baixa Idade Média. Actas do I Seminário Internacional sobre o sal português (Por-
to e Aveiro, Maio de 2004). Porto: Instituto História Moderna da Faculdade de Letras da Universidade do
Porto, 2005, p. 150-151.
3. Cfr. CLETO, Joel e VARELA, José Manuel - O Castro de Guifões (Matosinhos): dos estudos de Martins
Sarmento às investigações da actualidade. Revista de Guimarães. Vol. especial - Actas do Congresso de
Proto-história Europeia (Guimarães, 1999). Guimarães: Sociedade Martins Sarmento, 2000. Vol.2, p.467-
479; CLETO, Joel e VARELA, José Manuel - Castro de Guifões. Al-madam. Almada: Centro de Arqueolo-
gia de Almada. II série, 9 (2000) p.142-144.
4. CLETO, Joel – A Indústria de Conserva de Peixe no Portugal Romano. O caso de Angeiras (Lavra, Ma-
tosinhos). Matesinus. Revista de Arqueologia, História e Património de Matosinhos. Matosinhos: Gabine-
te Municipal de Arqueologia e História. 1(1995/96). p.23-45. Sobre a produção de salga de peixe no Oci-
dente, durante a Antiguidade Clássica, os estudos mais recentes encontram-se em L. LAGÓSTENA; D.
BERNAL; A. ARÉVALO (eds) -.Salsas y salazones de pescado en Occidente durante la antigüedad. Actas
del congreso internacional (Cádiz, 7-9 de noviembre de 2005). 2007. 552 p.
68 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

4. Produção medieval

As referências documentais, escritas, mais antigas que possuímos, relativas a pro-


dução de sal no estuário do Leça, são anteriores à nacionalidade e datam dos inícios
do século XI. A inexistência de referências medievais anteriores não significa que já
não existisse nessas épocas tal actividade, mas, também aqui, estamos é perante uma
ausência generalizada de documentação escrita. Aliás, pelo contrário, dever-se-á va-
lorizar o facto de praticamente desde que existem documentos escritos nesta região
eles referirem a presença de salinas no Leça.
A documentação existente atesta, através de vendas, compras, doações, permu-
tas e cedências, um aparente grande dinamismo, ao longo dos séculos XI e XII, des-
tas salinas do estuário do Leça que nos aparecem, igualmente, muito disputadas e
fragmentadas no que diz respeito aos seus proprietários, já que possuímos referên-
cias à sua posse por parte de nobres, da Igreja e do próprio rei.
A partir do século XIII uma menor menção à sua existência, na documentação,
poderá indiciar alguma decadência nas salinas do Leça. Se tal crise, porventura,
aconteceu, parece igualmente que terá sido ultrapassada na segunda metade da cen-
túria seguinte quando o sal aqui gerado concorria e prejudicava seriamente o co-
mércio que a cidade do Porto possuía em torno do sal, nomeadamente do produzi-
do em Aveiro. Tal disputa culminará, em 1392, após forte pressão da Câmara e do
Bispo do Porto, com a proibição por parte do rei da venda de sal na foz do Leça.
Como refere Amândio Barros5 “produto de primeira necessidade para as populações,
recurso básico do comércio marítimo e elemento essencial no desenvolvimento de
variadas “industrias”, convinha a uma cidade mercantil localizada a alguns quiló-
metros do mar neutralizar concorrentes que, detendo meios de produção de sal, pu-
dessem afastar dos seus muros e dos seus cais o tráfico marítimo que, em larga me-
dida, por ele era atraído. Para o fazer, o burgo recorreu a todos os meios de que dis-
pôs e conseguiu obter apoios junto do poder central para legitimar as formas de in-
tervenção perspectivadas. Numa primeira fase fez-se a “limpeza”dos centros produ-
tores mais próximos. Fique, por todos, o exemplo do desmantelamento das salinas
de Bouças” (p.78).
Três décadas depois, em 1432, há alusão, nas Cortes de Coimbra, à inexistência
de produção de sal em Matosinhos. Mas esta referência “oficial” talvez não corres-
pondesse de todo à verdade já que, durante estes anos, se registam notícias de con-
trabando de sal por Matosinhos6.

5. BARROS, Amândio J. Morais – A contabilidade de um produto estratégico: o Livro da imposição do sal,


século XVI. Actas do I Seminário Internacional sobre o sal português (Porto e Aveiro, Maio de 2004). Por-
to: Instituto História Moderna da Faculdade de Letras da Universidade do Porto, 2005, p. 78-79.
6. BARROS 2005 - op. cit., p.79
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 69

data…acontecimento…fonte
1032…Venda de 5 talhas de salinas, em Matosinhos, que faz Benedictus ao abade Tude-
leido…Marçal 19887, Gomes 19788
1045…Tanoi Godinho e esposa doam ao mosteiro de Leça cinco talhos de salinas na ma-
rinha de Leça…Marçal 1988, Gomes 1978
1045…3 docs. pelos quais o abade Tudeildus e o mosteiro de Vacariça cedem salinas da
foz do Leça …Marçal 1988, Gomes 1978
1057…Doação, em testamento, de Adefonsus ao mosteiro de Leça, incluindo salinas na
foz do Leça…Marçal 1988, Gomes 1978
1063…Doação em testamento, de Gunsalvo e sua mulher, ao mosteiro de Leça, de sali-
nas na foz do Leça…Marçal 1988, Gomes 1978
1070…Petro Quilifonsis vende salinas próximo do Castro de Guifões (estuário do
Leça)…Marçal 1988, Gomes 1978
1088…Muniu Bellidici permuta prédios e salinas em Guifões…Marçal 1988, Gomes 1978
1090…Ermesindo Moniz lega três talhos de salinas, na foz do Leça, ao mosteiro de Al-
pendurada…Lobo 1793, Marçal 1988
1112…Cristovão Baltariz doa talha de marinha, em Guifões, ao mosteiro de Moreira…Mar-
çal 1988, Gomes 1978
1113…Três proprietários doam ao mosteiro de Paço de Sousa dois talhos da salina, cada
um, em Bouças …Marçal 1988, Gomes 1978
1115…Ermesenda Pais faz doação de um talho de salinas na foz do Leça…Marçal 1988,
Gomes 1978
1117…Gundezindo Gunsalviz doa dois talhos de marinha, em Guifões…Marçal 1988, Go-
mes 1978
1120…Juliano vende um talho de marinha na foz do Leça…Marçal 1988, Gomes 1978
1122…Pelágio Moniz e mulher escambam marinhas na foz do Leça…Marçal 1988, Go-
mes 1978
1139…Carta de venda de marinhas ao Mosteiro de Moreira…Lobo 1793
1144…D. Afonso I doa ao mosteiro de Tarouca “salinas reais” de Bouças …Marçal 1988,
Gomes 1978
1152…Joannes Nausti doa salinas na foz do Leça ao mosteiro de Alpendurada…Marçal
1988, Gomes 1978
1258 …“Inquirições”: embora em decadência a exploração de salinas mantém-se em Ma-
tosinhos…
1392…Ordenação do concelho do Porto proibindo a compra de sal da foz do Leça…Mar-
çal 1988
1432/33…Cortes de Coimbra. Referência implícita à inexistência de produção de sal em
Matosinhos…Marçal 1966

5. Os marnotos do Leça da Idade Média ao século XIX. Resistências e


abandono

Depois do grande dinamismo registado nas marinhas do Leça durante a Idade


Média, a intervenção régia de 1392, proibindo a sua venda e cedendo deste modo
às pressões do Porto, parece que poderia ter posto um ponto final à história da pro-
dução de sal no estuário deste rio. E é isso que, com efeito, tem sido interpretado pela
historiografia que se vem debruçando sobre o sal em Portugal.

7. MARÇAL, Horácio – As extintas marinhas de sal na foz do rio Leça. Boletim da Biblioteca Pública Mu-
nicipal de Matosinhos. Matosinhos: Biblioteca Pública Municipal. 32(1988), p.11-27.
8. GOMES, António J. – Matosinhos em Textos Medievais (Até D. Afonso III). Matosinhos: Biblioteca Mu-
nicipal, 1978
70 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

A verdade, no entanto, é que as salinas da foz do Leça continuaram a produzir,


com resistências e abandonos, até ao século XIX.
Apenas 70 anos depois da proibição régia, um novo monarca, Afonso V, vai au-
torizar em 1462 um dos grandes senhores de Matosinhos, João Rodrigues de Sá, não
só a fazer marinhas no Leça, mas também permitir que ela possa vender o sal pro-
duzido em Matosinhos, em Leça e até… no Porto!9
Face ao levantamento da proibição real e tendo também em conta a importân-
cia do sal, particularmente nessa época, é muito provável que a produção das ma-
rinhas do Leça se tenha prolongado por Quinhentos. No entanto, como comprova
documentação inédita revelada neste estudo, sabemos também que no século XVII,
mais precisamente em 1641, não se produzia sal no Leça há já algum tempo. Sin-
tomaticamente, contudo, a sobrevivência na época do topónimo “campo das mari-
nhas” parece revelar que a memória da salicultura era algo que estava ainda bem viva
na comunidade.
O século XVIII, todavia, parece ter sido mesmo uma época de total abandono.
Disso mesmo nos dá conta, em 1793, Lacerda Lobo10 ao afirmar que “presentemente
não existem (marinhas) algumas nas margens do Rio Leça”.
Mas não seria por muito mais tempo. Com efeito, nas primeiras décadas de Oi-
tocentos os marnotos estão de volta a este estuário. E a produção prolongar-se-á du-
rante várias décadas. Este dado, pese embora algum “esquecimento” a que foi vota-
do pela historiografia, mesmo local, está no entanto referido nalgumas monografias
do concelho11 e, mais recentemente, Maria do Carmo Serén12 revelou um mapa com
a localização das salinas “que possue António Bernardo de Brito e Cunha”, datado
necessariamente de um momento anterior à sua morte ocorrida em 1829.
Não obstante estas breves referências, e a sobrevivência até aos nossos dias, na
memória colectiva da comunidade, da existência de marinhas da família Brito e Cu-
nha na antiga e já desaparecida ilha que se desenvolvia entre os dois braços do
Leça13 – os já aqui citados “rio doce” e “rio salgado” – a verdade é que, paradoxal-
mente, se sabia muito pouco (praticamente nada) sobre esta última fase de produção
de sal no Leça.
Muito recentemente, contudo, o achado de um conjunto documental relativo a
estas marinhas veio permitir a possibilidade de um melhor conhecimento dessa rea-
lidade. Segue-se uma primeira abordagem a este fundo.

9. MARÇAL, Horácio – As extintas marinhas de sal na foz do rio Leça. Boletim da Biblioteca Pública Mu-
nicipal de Matosinhos. Matosinhos: Biblioteca Pública Municipal. 13(1966). p.99-109.
10. LOBO, Constantino Lacerda - Memórias sobre as marinhas de Portugal (…). in Memórias Económi-
cas da Academia Real das Ciências. Vol. II e IV. Lisboa: Academia Real das Ciências. 1790-1793.
11. Cfr. FARIA, Godinho de – Monographia do Concelho de Bouças. Maozinhos, 1899. p.243-245; FEL-
GUEIRAS, Guilherme – Monografia de Matosinhos. Lisboa. 1958
12. SERÉN, Maria do Carmo – O Oitocentismo. Tempos de Liberalismo e de mudança no Concelho. Ma-
tosinhos: Câmara Municipal, 2000. (“Matosinhos. Monografia do Concelho”; vol.5). p. 16.
13. Cfr, entre outros, GALANTE, Domingos – As Margens do Rio Leça e as Antigas Marinhas de Sal. Ma-
tosinhos Ontem, Hoje e Amanhã. Matosinhos: Câmara Municipal, 2005. p.37-40.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 71

data…acontecimento…fonte
1432/33…Cortes de Coimbra. Referência implícita à inexistência de produção de sal em
Matosinhos…Marçal 1966
1462…Afonso V autoriza João Rodrigues de Sá a fazer marinhas nas suas terras de Mato-
sinhos e a vender o sal em Matosinhos, Leça e no Porto…Marçal 1966, Lobo 1793
1641…Aparentemente o “campo das marinhas” não produz sal há já algum tempo…Cos-
ta & Cleto 2008
1793 …“Presentemente não existem (marinhas) algumas nas margens do Rio Leça”…Lobo
1793
Início s.XIX…Família Brito e Cunha relança a actividade nas marinhas do Leça…Costa &
Cleto 2008
1869…As salinas da foz do Leça deixam, definitivamente, de produzir…Felgueiras 1958

6. A memória do sal do Leça no século XIX: a documentação da família


Brito e Cunha

Partimos para a análise deste fundo documental com um objectivo: saber se ele
nos revelava efectivamente a existência de produção de sal em Matosinhos, após a
proibição do século XIV alcançada pelo Porto, contrariando assim toda uma tradi-
ção historiográfica que, salvo raras excepções, nos apontava para o contrário. A do-
cumentação aqui apresentada não nos desiludiu, provando-nos que, pelo menos no
século XIX, conforme veremos, houve efectivamente produção de sal na foz do rio
Leça.
Mas antes de avançarmos mais neste aspecto convém descrevermos, em linhas
gerais, o fundo documental em análise.
Assim, este fundo, pertencente a um particular14, é relativo a uma importante fa-
mília oitocentista de Matosinhos, os Brito e Cunha. A maioria dos seus documentos
concerne às propriedades detidas por esta família e podemos dizer que a sua tipo-
logia é variada: correspondência, registos contabilísticos e seus rascunhos, pedidos
de traslados de documentos registados em tabelião (é o caso do documento mais an-
tigo, um emprazamento em três vidas de 6 de Outubro de 1641 e de um auto de pos-
se de 20 de Fevereiro de 1722). A nível cronológico, o conjunto documental distri-
bui-se entre o século XVII e o XIX.
Passando à análise da documentação, começamos por salientar a nossa opção
por fazer um estudo em três vertentes: a evolução de uma paisagem, nomeadamen-
te de uma propriedade cujo topónimo é um bom indicador de produção de sal, o
Campo das Marinhas; a mão-de-obra, sua contratação e respectivo regime de traba-
lho; e, por fim, a produção de sal (em termos quantitativos) aliada à sua comerciali-
zação.

14. Este conjunto documental foi salvo in extremis pelo Eng. Rocha dos Santos, de Leça da Palmeira, que
o adquiriu num alfarrabista que se preparava para o destruir. Os autores agradecem todas as facilidades
de acesso e de estudo que nos foram concedidas pelo actual proprietário deste fundo.
72 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Evolução da paisagem

Os documentos que provam a existência de produção de sal neste fundo docu-


mental são apenas alguns, todos do século XIX. Contudo, para a questão da evolu-
ção da paisagem no Campo das Marinhas socorremo-nos de outros que retratam a
fase em que, nessa propriedade, não se cultivava sal.
Deste modo, o já referido Prazo de 1641 localiza o terreno do Campo das Ma-
rinhas junto ao lugar de Matosinhos e “que de norte a sul entesta com o rio Lesa de
ambas as bandas por ficar no meio”15, aqui é ainda descrito que o Campo das Ma-
rinhas produzia 10 alqueires de pão “por o demais estar escaldado de ágoa salgada
do mar e nam se lavrar nem dar fruto”. Esta última informação leva-nos a colocar a
hipótese de ter sido aí produzido sal anteriormente, pois é habitual em terrenos que
produzem sal, e depois deixam de o fazer por alguns anos, estes acabarem por ficar
improdutivos, “escaldados”.
No século XVIII continua a não haver referências a produção de sal nesse terre-
no. O auto de posse de 1722 refere que o Campo das Marinhas é “cito junto à pon-
te do lugar de Mathosinhos que é no Julgado de Bouças” e, ao ser descrito o acto de
tomada de posse “cível e corporal”, são mencionadas “valadas”, “árvores”, “pedras”,
“terra”, mas nada nos aponta para a produção de sal.
O cultivo de sal nas propriedades dos Brito e Cunha terá começado no século
XIX, entre a primeira e a segunda década, pelo que nos indicam as fontes. Isto por-
que, se, por um lado, temos, em 1826, um indivíduo de Aveiro a comprometer-se a
ir “marnotar a Marinha do Illustríssimo Senhor António Bernardo de Brito e Cunha,
cita na Quinta de Matozinhos”, por outro, a 22 de Janeiro de 1867, um documento
sobre a destruição das marinhas em 1866 indica-nos que eram uma “obra que tinha
50 anos d’existencia”, o que nos remeteria para um início de actividade em 1816.
Contudo, neste caso, os 50 anos indicados devem ser interpretados com algum cui-
dado uma vez que nos parecem ser, muito provavelmente, muito mais uma aproxi-
mação, um “arredondamento”, do que um número real.
Para as décadas de 30 e 40 do século XIX, encontramos ainda, neste fundo, um
conjunto de documentos, em torno de um litígio entre João Eduardo de Brito e Cu-
nha e suas tias (Joana e Ana Brito e Cunha), a propósito da divisão desta proprieda-
de e da sua forma de exploração, sendo, sempre que necessário, evocada a docu-
mentação mais antiga relativa à posse desta propriedade (como, por exemplo, o atrás
mencionado Prazo de 1641).
No meio da documentação do litígio destaca-se um documento, não datado mas
que julgamos ser de finais da década de 3016, o qual nos fornece uma indicação da
transformação da paisagem da propriedade e mais uma prova da sua produção de
sal. Assim, este documento refere que António Bernardo Brito e Cunha, irmão de João
Eduardo Brito e Cunha, havia destruído uma ponte de pedra, chamada Ponte de Bri-
to, que ligava as Azenhas, agora propriedade das tias, ao Campo das Marinhas, e que
esta propriedade havia passado de juncal para marinhas de sal.
Ainda entre a documentação do século XIX, num rascunho de uma petição para

15. Como vimos anteriormente este topónimo, “Campo das Marinhas”, sobreviverá até meados do sécu-
lo XX quando esta ilha, entre os dois braços (o “doce” e o “salgado”) do Leça, desapareceu com a cons-
trução da Doca nº2 do Porto de Leixões.
16. Tendo em conta as datas da restante documentação com um mesmo tipo de caligrafia.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 73

emprazamento17 de duas ilhas lê-se: “existindo no meio do Rio de água salgada que
ali forma o braço de mar que divide esta povoação de Leça da Palmeira, duas pe-
quenas Ilhas ou juncais incultas e contendo apenas algum torrão e junco, deseja o
Suplicante obtellos a fim de ali mandar cortar o torrão necessário para a reparação
das marinhas que possui junto à ponte da mesma freguesia…”. Este torrão serviria
para fazer os muros ou motas das marinhas, os quais impediam a água de avançar
sobre elas, provando-se, desta forma, a actividade nas marinhas.
Entre a data do primeiro documento que nos prova a existência de produção de
sal em Matosinhos, 1826, e o ano em que as salinas foram arruinadas sob o pretex-
to de saúde pública (por Portaria de 2 de Out. de 186618, encontramos também ou-
tros documentos que nos dão conta do rendimento e venda de sal destas marinhas,
nos anos de 1835, 1836 e 1837, os quais serão analisados adiante.

Mão-de-obra

Ao nível da mão-de-obra, há duas menções a trabalhadores ligados ao cultivo de


marinhas dos Brito e Cunha: Manuel Gomes, um homem de Aveiro que vai “mar-
notar” em 1826 para Matosinhos, e António da Rocha Passo, Mestre Salineiro des-
sas marinhas em 1835.
Destes dois documentos, apenas o primeiro contém informação suficiente para
examinarmos o comportamento da mão-de-obra, o segundo servirá para a questão
da produção.
Neste sentido, encontramos no documento de 18 de Abril de 1826 a transferên-
cia de mão-de-obra especializada, vinda de Aveiro, local de tradição salineira, para
Matosinhos, o que nos leva a crer que, há já algum tempo, não existia produção de
sal em Matosinhos.
Porém, se à partida nos parece que as técnicas de cultivo de sal adoptadas em
Matosinhos seriam idênticas às de Aveiro, devido a esta transferência de mão-de-
obra, já quanto ao regime de trabalho poderá haver alterações. Enquanto que neste
documento Manuel Gomes declara ir “marnotar” a marinha de Matosinhos “pello
jurnal diário de quatro centos e oitenta reis exceptuando os Domingos”, em Aveiro,
é adoptado, na maior parte dos casos, o regime de “parceria de metade”19 confor-
me nos descrevem vários autores e, por todos, Inês Amorim20. Será que esta opção
de pagamento da mão-de-obra à jorna estará relacionada com o facto de aqui se tra-
tar de uma propriedade de particulares, isolada?
Impõe-se, do mesmo modo, comentar o valor do pagamento diário a Manuel Go-
mes, de maneira a avaliarmos se este seria um valor alto ou baixo, comparando-o a

17. Este documento não apresenta na data o século a que pertence, apenas sabemos que é do ano 30.
Porém, o facto de sabermos pela restante documentação que a produção de sal nestas marinhas se en-
contra activa só no século XIX e de, para além disso, este documento se encontrar no meio de uma série
de outros deste mesmo período, permitiu-nos atribuir-lhe a data de 1830.
18. Aliás, Charles Lepièrre refere também esta destruição: LEPIÈRRE, Charles – Inquérito: A Indústria do
sal em Portugal. Lisboa: Universidade Técnica de Lisboa, 1936. p. 16 e 17.
19. Divisão da produção em 2 metades iguais e divisão das despesas entre o proprietário e o marnoto.
20. AMORIM, Inês – Aveiro e os caminhos do sal: da produção ao consumo (secs. XV a XX). Aveiro: Câ-
mara Municipal de Aveiro, 2001.
74 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

outros salários. Para tal recorremos a um artigo de Vitorino Magalhães Godinho21 no


qual, através de um estudo de caso – o jornal diário pago aos trabalhadores agríco-
las no Porto – se constata que o valor do jornal diário atinge, entre 1813 e 1819, os
400 reis; em 1819 o valor do jornal começa a descer e, de 1823 a 1831, passa a me-
tade do valor máximo atingido. A partir destas informações, concluímos que Manuel
Gomes iria ser bem pago comparativamente aos trabalhadores agrícolas, pelo que,
em 1826, fase de declive nos dados de Magalhães Godinho, o valor do seu jornal diá-
rio é superior ao valor máximo pago aos trabalhadores agrícolas no período crono-
lógico apresentado pelo autor. Esta disparidade de valores dever-se-á ao facto de se
tratar de uma contratação de mão-de-obra especializada, não se considerando o tra-
balho nas marinhas como agrícola? Não se deve, também, escamotear a probabili-
dade de estarmos em presença de uma absoluta reconstrução de uma marinha, fei-
ta a partir de praticamente nenhuma preexistência, tornando, a priori, mais dispen-
dioso e custoso este trabalho.

Produção e comércio de sal

Passemos agora à nossa terceira e última abordagem: a produção e comerciali-


zação do sal, para a qual possuímos dados respeitantes aos anos de 1835, 1836 e
1837.
Numa pequena folha, o Mestre Salineiro António da Rocha Passo escreveu: “Ren-
deo a Marinha neste anno de 1835 1:544 Razoins de sal”. Na mesma folha, encon-
tramos algumas contas que só compreendemos ao confrontá-las com dois docu-
mentos de 1836: uma folha, que consideramos de rascunho, com várias contas, e
uma lista das várias parcelas de sal vendido entre Outubro de 1836 e Outubro de
1837; e um quadro resultante desse rascunho.
Observando os documentos, o rascunho demonstra-nos que, em Matosinhos, se
denominavam as rasas de sal por razoins (medida por nós estranhada aquando da lei-
tura do documento de 1835). Pela confusão que reina em torno da metrologia, no-
meadamente a do sal, que varia de região para região e consoante os períodos cro-
nológicos22, bem como pelo facto desta não corresponder ao objectivo deste estu-
do, optamos por manter a rasa como medida. Mas não deixa de ser interessante o
facto da rasa de sal ser uma medida bastante utilizada na região de Aveiro de onde
já vimos ser originário o marnoto do contrato de 1826. Contudo, mesmo dentro da
região de Aveiro a metrologia apresenta diversas variantes. O projecto SAL[H]INA23,
coordenado pela Professora Inês Amorim, e no qual colabora um dos signatários des-
te artigo (PC), encontra-se presentemente a fazer uma recolha das medidas de sal e

21. GODINHO, Vitorino Magalhães – Preços e conjuntura do século XV ao XIX, in SERRÃO, Joel (dir.),
Dicionário de História de Portugal. Vol. IV. Lisboa: Iniciativas Editoriais, 1971. pp.514-516.
22. Vejamos, um exemplo desta variabilidade, na informação que encontramos em Mappas das medidas
do novo systema legal comparadas com as antigas nos diversos concelhos do Reino e Ilhas, Lisboa, Im-
prensa Nacional, 1868. Assim, são indicadas várias medidas de sal para a zona de Aveiro (p. 25): rasa de
sal de Aveiro - 39 litros, rasa de Ovar - 77 litros, rasa de sal de Ílhavo - 42.5 litros, búzio de sal de Águe-
da - 57 litros. Mas já, no caso do Porto (p.213) o moio de sal é de 2361.600 litros, em Vila do Conde o
moio é de 1697,340 litros (p. 214).
23. SAL(H)INA: História do Sal - natureza e meio ambiente - séculos XV a XIX (SAL(H)INA,
POCTI/HAR/56381/2004).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 75

Gráfico 1 Venda mensal do sal da propriedade dos Brito e Cunha em Matosinhos


(Out.1836-Out.1837)
700 ................................................................................................................................
rasas de sal
600 ................................................................................................................................

500 ................................................................................................................................

400 ................................................................................................................................

300 ................................................................................................................................

200 ................................................................................................................................

100 ................................................................................................................................

0 ................................................................................................................................

Maio 1837
Dez. 1836
Nov. 1836

Ago. 1837
Out. 1836

Out. 1837
Mar. 1837

Abr. 1837

Jun. 1837
Fev. 1837
Jan. 1837

Set. 1837
Jul. 1837
Gráfico 2 Evolução do preço do sal em Matosinhos (Out.1836-Out.1837)

250 ................................................................................................................................
reis por rasa
240 ................................................................................................................................

230 ................................................................................................................................

220 ................................................................................................................................

210 ................................................................................................................................

200 ................................................................................................................................

190 ................................................................................................................................

180 ................................................................................................................................
Maio 1837
Dez. 1836
Nov. 1836

Ago. 1837
Out. 1836

Out. 1837
Mar. 1837

Abr. 1837

Jun. 1837
Fev. 1837
Jan. 1837

Set. 1837
Jul. 1837

Gráfico 3 Venda mensal do sal da propriedade dos Brito e Cunha em Matosinhos


(Out.1836-Out.1837)

600 ................................................................................................................................
rasas de sal
500 ................................................................................................................................

400 ................................................................................................................................

300 ................................................................................................................................

200 ................................................................................................................................

100 ................................................................................................................................

0 ................................................................................................................................
Dez. 1836b
Dez. 1836a

Maio 1837
Nov. 1836

Ago. 1837
Out. 1836

Out. 1837
Mar. 1837

Abr. 1837

Jun. 1837
Fev. 1837
Jan. 1837

Set. 1837
Jul. 1837
76 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

suas equivalências para todo o Reino, entre os séculos XV e XIX, pelo que, decerto,
trará uma nova ‘luz’ a esta problemática.
Voltando à documentação, a análise do rascunho permite-nos ainda verificar,
dentro de cada mês, as parcelas de sal vendidas a meio do mês e no fim dele, seu
preço e respectiva comissão de 5% do intermediário nesta venda de sal, o qual é tam-
bém o autor dos dois documentos, João Coutinho da Costa.
O quadro elaborado a partir do rascunho apresenta-nos o número de rasas de sal
vendidas por mês ao longo de um ano (que tem início em Outubro, provavelmente
porque Setembro costuma ser o último mês de safra de sal). A produção de sal em
1836, segundo o quadro, rendeu 2254 rasas ou razoins de sal, depositadas para ven-
da num Armazém (em local não indicado). Desde logo aferimos que apenas parte da
produção é vendida, mais concretamente, cerca de 85% do total. Neste documen-
to há também uma coluna referente às rasas usadas na casa, o equivalente a 1% do
total, mas, mesmo assim, continuamos a ignorar o destino de cerca de 14% do sal
produzido.
Para examinarmos de forma mais clara a evolução da venda sazonal de sal ao
longo deste ano elaboramos um primeiro gráfico (Gráfico 1) tendo por base este qua-
dro.
A partir deste Gráfico 1 constatamos que estamos perante uma situação de ven-
da sazonal de sal idêntica à que Inês Amorim24 nos apresenta para o século XVIII a
propósito da comercialização fluvial, interna, local, regional de sal de Aveiro. Des-
ta forma, os meses em que se verifica uma maior quantidade de sal vendido, em am-
bos os lugares, vão de Setembro a Dezembro (em Matosinhos a subida começa mes-
mo em Agosto) o que se atribui, em grande parte, a esta ser a época da matança do
porco e sua conserva, bem como da salga das sardinhas, pela necessidade de ar-
mazenamento de alimentos para o Inverno. Mas haverá alguma relação da evolução
desta venda sazonal com a produção de sal? Já vimos que aparentemente esta rela-
ção se verifica quanto ao mês escolhido para iniciar o ano de comércio (Outubro).
Todavia não vamos mais além.
Através da informação, também presente no quadro de 1836, sobre o preço da
rasa de sal construímos um outro gráfico (Gráfico 2), o qual serve para uma análise
comparativa entre a evolução dos preços e a venda de sal (Gráfico 3). Ressalve-se que
o Gráfico 3 corresponde a uma variante do Gráfico 1 diferenciando-se o Gráfico 3
por apresentar dois meses de Dezembro visto que, no dia 26 deste mês o preço da
rasa aumenta, sendo esta informação importante a título comparativo.
Comparando estes dois gráficos apuramos que os meses em que a rasa de sal é
mais cara são praticamente todos os meses em que se vende menos sal, entre De-
zembro e Maio (note-se que em Dezembro, quando o preço sobe, as vendas caiem).
Paralelamente, parece-nos que os preços acompanham a produção, ou seja, os me-
ses em que os preços se apresentam mais altos são os meses em que ainda se estão
a realizar os trabalhos preparatórios nas marinhas, aquando da produção de sal, a
partir de Junho, os preços descem.
Uma análise mais aprofundada deste fundo documental poderá permitir, futura-
mente, obter mais elementos sobre aquela que é, afinal, a última fase da produção
de sal no estuário do Leça. Uma produção que, com efeito, terminaria em 1866. Não
porque estivesse em decadência – os números assim não nos indicam – mas porque

24. AMORIM, Inês – Aveiro e os caminhos do sal: da produção ao consumo (secs. XV a XX). Aveiro: Câ-
mara Municipal de Aveiro, 2001.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 77

as autoridades sanitárias e administrativas impuseram o seu encerramento com o fun-


damento, sabemos hoje que totalmente erróneo, de que as águas salobras e estag-
nadas das marinhas de Matosinhos estavam na “origem dumas febres tifóides que
grassavam na vizinhança”25.

7. A transformação da paisagem e o desaparecimento do estuário do Leça

Terminada a salicultura no estuário do Leça, em 1866, a ilha dos Brito e Cunha


sobreviverá ainda durante quase um século sob a designação do seu tradicional e
multissecular topónimo: Campo das Marinhas. Durante esse espaço de tempo o lo-
cal serviu para outros fins. Foi o campo de tiro do Real Club Caçadores de Matozi-
nhos e, aproveitando seguramente alguns dos antigos taludes e comportas da acti-
vidade salineira, foi também palco de uma estação piscícola, cuja exploração esta-
va já abandonada nos anos ’30 do século XX26, mas que se encontra registada em
diversos levantamentos cartográficos existentes no Arquivo Histórico Municipal de
Matosinhos. Desde então, e até ao seu desaparecimento, o campo das marinhas
transformou-se num espaço semi-selvagem, ocupado pontualmente por algum gado
vacum que aí ia pastar, acedendo ao local através de uma pequena ponte com pila-
res em ferro, propriedade dos Brito e Cunha. Dessa época e dessa utilização do Cam-
po das Marinhas chegaram até aos nossos dias algumas fotografias e belíssimas te-
las do mestre Agostinho Salgado. E a memória, dos mais velhos, do intenso ruído do
coaxar das rãs que, oriundo das antigas marinhas, inundava e embalava de som as
noites da vila e da vida matosinhense.
A ampliação, na segunda metade do século XX, do Porto de Leixões, nomeada-
mente a abertura da Doca nº2, esventrou e fez desaparecer definitivamente o que ain-
da subsistia do antigo estuário do Leça e, também, o Campo das Marinhas.

8. A comercialização de salgados na foz do rio Leça

Com o desaparecimento do Campo das Marinhas não terminava, contudo, a re-


lação da foz do Leça com o sal. Com efeito, desde as últimas décadas do século XIX
a vila de Matosinhos vinha assistindo a um intenso processo industrial e comercial
em torno da conserva de peixe, nomeadamente pelo sal. É verdade que o apareci-
mento em Matosinhos, em 1899, da “Lopes, Coelho & Dias”, a primeira fábrica mo-
derna de conservas (em óleo e embaladas em latas hermeticamente fechadas; e não
salgadas e prensadas em barricas de madeira), veio revolucionar completamente esta
indústria e ameaçar a emergente e florescente indústria de salazones. Mas não dei-
xa, igualmente, de ser verdade que a salga do peixe e sua comercialização se man-
teve ainda, com grande dinamismo, durante as décadas seguintes. A título de exem-
plo refira-se que, no início da década de ’40, quando existiam mais de 30 fábricas
modernas de conservas de peixe, permaneciam também em laboração 13 outras fá-
bricas de conservas de peixe pelo sal, na sua maioria ostentando ainda a designação

25. LEPIÈRRE 1936 – op. cit. p.16


26. GALANTE 2005 – op. cit.
78 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

dos gregos, italianos e espanhóis que aqui haviam iniciado e desenvolvido a sua ac-
tividade: “Arlindo de Sousa Vinagreiro”, “Botelho & Ojeda”, “Cláudio Schezzi”, “D.
N. Charalampopoulos”, “Famiglia Coco”, “Carlo Américo”, “Giuseppe Campo fu Sal-
vatore”, “Joaquim Ferreira, Pedro Lucas & Filhos”, “Viúva José Pacheco Polónia”,
“Juan Perez Lafuente”, “Olívia Machado”, “Serrats & Luças” e “Francesco Coco”27.
Mas este é já um outro tema a explorar, necessariamente de um modo mais mo-
nográfico, em futuro artigo.

9. Conclusão

Feita, de um modo muito rápido, alguma retrospectiva do que a historiografia já


nos havia esclarecido sobre a salicultura na foz do rio Leça, particularmente para a
Idade Média e início da Idade Moderna, apresentamos neste estudo um conjunto iné-
dito de documentação que vem, definitivamente, comprovar a permanência da pro-
dução de sal noutras épocas, nomeadamente durante várias décadas do século XIX.
Da análise preliminar elaborada sobre este fundo documental ficam algumas cer-
tezas, nomeadamente de que era falsa a premissa de que depois da Idade Média dei-
xara de haver produção de sal em Matosinhos. Mas ficam também muitas hipóteses,
algumas das quais procuraremos testar e esclarecer em próximas investigações. Para
que o sal do Leça não seja o sal do “esquecimento”.§

27. CORDEIRO, José Lopes – A Indústria Conserveira em Matosinhos. Exposição de Arqueologia Indus-
trial. Matosinhos: Câmara Municipal, 1989. p. 61.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 79

O RIO MINHO NAS ROTAS DO SAL: O


ABASTECIMENTO DA GALIZA NA SEGUNDA METADE
DO SÉC. XVI

Sara Pinto*

Resumo: O estudo das relações entre as pequenas vilas portuárias de ambas as margens
do rio Minho, nomeadamente das suas relações comerciais, da forma como se com-
plementam e se articulam, constitui um dos principais pontos de partida para com-
preendermos a articulação da rede portuária do noroeste português, considerando es-
pecializações em determinadas rotas e produtos. O caso de Caminha será especial-
mente paradigmático, no que toca à sua localização na foz do Rio Minho e às suas li-
gações seculares com a Galiza, região onde o desenvolvimento de uma economia as-
sente na pesca se pautou por uma exemplar organização neste sector, incluindo a apa-
nha do pescado, a sua salga e a sua redistribuição. Facilmente podemos concluir so-
bre a enorme necessidade de sal, que o sistema galego de “alfolís” nunca conseguiu sa-
tisfazer na sua totalidade; da mesma forma que a sul do Minho foi sempre incessante
a procura de peixe. Aferir sobre a circulação destes dois produtos entre as margens do
rio Minho constituirá a nossa contribuição para o estudo das rotas do sal.

Rio Minho: corrente de trocas

Na acepção de Elisa Ferreira Priegue, a largura do rio Minho não constituiu um


entrave ao comércio fronteiriço entre a Galiza e Portugal, mas sim um veículo de co-
municação, difícil de controlar pelas autoridades, e objecto de sucessiva legislação,
quer pelos monarcas espanhóis, quer pelos portugueses.
No alvor da época moderna, o movimento de mercadorias entre Galiza e Por-
tugal é caracterizado por um tráfico muito diversificado, minorista, modesto e com
pouco de comércio internacional. Com efeito, exceptuando as rotas do sal, do vinho,
do pescado e da madeira, trata-se de um comércio de raio pequeno, entre as vilas
das margens do Minho, unidas por antigos privilégios de vizinhança e por uma fe-
liz ignorância das barreiras fiscais. Os dois reinos suprem mutuamente as suas ca-
restias ao ritmo da conjuntura.1
Se por um lado, Portugal necessitava de madeira, pescado e panos de importa-
ção que a Galiza lhe proporcionava; por outro, esta precisava do sal português e es-

*saramcpinto@gmail.com. Bolseira de Investigação Científica do Projecto SAL(H)INA História do Sal - na-


tureza e meio ambiente - séculos XV a XIX” POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004-”; Institu-
to de História Moderna – Universidade do Porto.
1. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-
rie de la Maza”, 1988.
80 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

tava interessada nos produtos algarvios e da região lisboeta - fruta e vinho para con-
sumo e distribuição.
Por esse mesmo facto, o comércio marítimo e fluvial, com outros portos dos dois
reinos, do estrangeiro e, progressivamente, das colónias, constituiu um notável fac-
tor de desenvolvimento urbano, precoce nos casos de Caminha, Viana e Baiona, e
mais tarde, Vigo. As compras e vendas feitas pelos núcleos fluviais foram sobretudo
indirectas: o rio Minho foi navegável até um pouco para montante de Monção, cu-
jas principais correntes de mercadorias englobaram sal, cal, e peixe, no sentido as-
cendente; e cereais, vinhos e couros no descendente.2 Curiosamente, a grande si-
militude de produtos de exportação e importação originou, quer situações de con-
corrência, face aos mercados externos; quer situações em que galegos e portugue-
ses são reciprocamente intermediários no comércio com o estrangeiro. Ambos en-
contravam-se no Mediterrâneo em competição directa, desde finais do séc. XIV e ao
longo de todo o séc. XV. Os portugueses que mais frequentavam os portos levanti-
nos com os seus pescados e couros eram os das vilas do norte: Caminha, Viana, Pon-
te de Lima e Vila do Conde.
Pelo menos desde o séc. XIV (umas vezes confirmada por privilégios régios, ou-
tras vezes resultado de uma prática imemorial) existia entre as vilas a prática da vi-
zinhança dupla: portugueses e galegos desfrutavam indistintamente do estatuto de vi-
zinhos nas vilas do outro lado da fronteira, nomeadamente entre povoações mais pró-
ximas - La Guardia y Goyán com Caminha; Monção com Salvaterra; todos os gale-
gos em Valença; os de Tuy e Bayona em todo o Portugal. Isto significava um comér-
cio franco que se repercutia duramente nas finanças dos recebedores de impostos,
uma vez que, salvo algumas mercadorias de grande distância (como o sal), a maior
parte do tráfego destas pequenas vilas se fazia com as suas vizinhas da frente, com
as quais se saltavam as barreiras fiscais. Não é de estranhar que os oficiais régios e
senhoriais do norte de Portugal estorvem continuamente o movimento de galegos e
portugueses através da fronteira. Um outro aspecto do tráfico extra-oficial, feito en-
tre os dois países, é a redistribuição que os portugueses faziam na Galiza do exce-
dente de panos e outras mercadorias que colhiam na Irlanda, no torna-viagem dos
seus carregamentos de sal, e pela qual lhes faziam pagar sisa como se vendessem
dentro do reino, ainda que uma ordem régia os dispensasse dela nestes casos.3
Se a partir de quinhentos, Viana da Foz do Lima e Vila do Conde rivalizam para
serem a mais importante praça comercial, pelo meio, Fão e Caminha beneficiam des-
sa proximidade, concorrendo ora para uma, ora para outra. Caminha serve de tam-
pão aos espanhóis e alimenta o interior até Melgaço e partir do vale do Coura che-
ga pelo outro lado do vale do Lima às montanhas do Gerês.4 O Minho abastecia, ain-
da, Trás-os-Montes de sal e pescado, peixe fresco, mas principalmente salgado e
seco5.

2. CAVACO, Carminda - A região de fronteira do rio Minho. Lisboa: Centro de Estudos Geográficos/Ins-
tituto de Alta Cultura, 1973, p.54.
3. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-
rie de la Maza”, 1988.
4. BAPTISTA, Ivone - Viana na história da pesca do bacalhau. In GARRIDO, Álvaro (coord.) - “A pesca do
bacalhau: história e memória”. Ílhavo: Notícias Editorial, 2001, p.104.
5. OLIVEIRA, Aurélio de - Mercados a Norte do Douro: Algumas considerações sobre a história dos pre-
ços em Portugal e a importância dos mercados regionais. Separata da Revista da Faculdade de Letras, “His-
tória”, II Série, vol. II, 1985. Porto: F.L.U.P., 1985, p.62.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 81

O sal em troca do peixe

Nos sécs. XII e XIII havia abundância de pescado na Galiza que abastecia o in-
terior peninsular, mas que, ficava muito aquém das suas potencialidades, pelo ele-
vado custo de transporte e por não haver sal barato e abundante. As salinas galegas
de Salnès não eram suficientes e exigiam investimentos demasiado elevados para o
seu rendimento.
Até meados do séc. XIV a principal característica é a escassez do sal, que se tra-
duz em disposições régias ordenando às populações litorais a cura do pescado se-
cando-o ao ar e não salgando-o.6
É curioso como Portugal, exportador de grandes quantidades de pescado com as
mesmas características, importe tanto pescado galego, e precisamente o façam as co-
marcas do Norte, as mais dedicadas à salga. Com efeito, as exportações para a ou-
tra margem do Minho foram sempre a saída natural mais utilizada para a pesca do
sul da Galiza.7
Nos mesmos meses em que as naus portuguesas saem com as suas sardinhas,
congros e pescadas para o Mediterrâneo, navios galegos de pequena tonelagem so-
bem os rios, combinando a venda a bordo e o transporte terrestre e levando o pes-
cado para povoações do interior.
Mais uma vez, Elisa Priegue defende que a pesca seria mais rica em águas es-
panholas, pelo que os portugueses as frequentavam desde muito cedo.8 A salga per-
mitiu aumentar o raio das exportações galegas de pescado e iniciar o transporte ma-
rítimo, pelo este se dirigiu para as costas portuguesas e do sudoeste peninsular. No
séc. XVI os vizinhos de Vigo e outros portos compravam a sardinha no mar por gros-
so e remetiam-na para Portugal já salgada.9 Com efeito, o peixe, é juntamente com
a madeira, a moeda habitual com que os galegos pagam as aquisições de sal na cos-
ta norte portuguesa. Ao mesmo tempo, os pescadores da Galiza tentam defender o
seu sector face aos pescadores estrangeiros: cantábricos, bascos e portugueses que,
tradicionalmente, instalavam as suas pesqueiras temporariamente nas praias galegas,
em operações massivas de pesca e salga, levando o peixe, e consumindo o sal es-
casso dos alfolins.10 O sal indispensável para as capturas provinha da “Baía” e de Por-
tugal, nomeadamente de Aveiro, onde os mareantes galegos o iam buscar directa-
mente.11

6. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.
XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,
p. 15.
7. LÓPEZ CAPONT, Francisco - El desarrolo industrial pesquero en el siglo XVIII. Galicia: Fundación Pe-
dro Barrié de la Maza, 1998, p.150.
8. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-
rie de la Maza”, 1988.
9. FANGUEIRO, Oscar - Relações pesqueiras e comerciais luso-galegas. In “Colóquio de etnografia ma-
rítima”. Galiza: Xunta de Galicia, [etc,], 1984, p. 251-276.
10. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-
rie de la Maza”, 1988.
11. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - O desenvolvimento da actividade pesqueira desde a Alta Idade Média ó
século XVII. In FERNÁNDEZ CASANOVA, Carmen (coord.) - “Historia da Pesca en Galicia”, cap. III. Ga-
liza: Serie Galicia, Biblioteca de Divulgácion, 1998, p.83.
82 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

O sistema de alfolins: abastecer e monopolizar

Nas várias etapas da história do sal, os séculos XIII e XIV são enquadrados por
Michel Mollat na fase política, na qual o sal assume a sua importância, face ao po-
der régio, enquanto sujeito fiscal e base de poder. Controlo de importações, fixação
de rotas com pontos de portagem e de portos privilegiados de carga e descarga, guer-
ras e litígios por posse das salinas são algumas das características desta etapa. Em
meados do séc. XIV reforçam-se as medidas monopolistas e criam-se impostos es-
pecíficos sobre o sal. Em Castela proclama-se o monopólio régio sobre as salinas e
minas de sal e implanta-se o sistema de alfolins para o sal importado.12 Em 1338 o
“Ordenamento de Alfolíns” converte a produção salineira do reino (salinas e poços
de sal gema) e as suas importações num monopólio régio. Na Galiza, isto significou
que o sal tinha que ser exclusivamente importado através de armazéns – os alfolins
– cedidos a concessionários e pontos de abastecimento obrigatórios para os grandes
e pequenos consumidores. Os alfolineiros tinham, como contrapartida à sua exclu-
sividade, a responsabilidade de se ocuparem da compra e transporte do sal para que
os armazéns estivessem sempre bem abastecidos.13 Porém, o impedimento a uma
fluida circulação do sal era o resultado desta estrutura de distribuição mercantil mui-
to arcaica: o custo elevado de transporte tornava pouco rentável a distribuição a lon-
ga distância deste artigo volumoso, frágil e barato, que era excessivamente agrava-
do pelo preço dos fretes.14 Os arrendatários encarregavam-se da renda às suas cus-
tas, pela quantidade em que a haviam arrendado, arcando com todas os eventuais
prejuízos (devido ao mau tempo ou guerra), mas também ficando com todos os lu-
cros. Isto obrigava-os a actuar com prudência, que às vezes chegava ao esvaziamento
do armazém, quando, por problemas com Portugal ou França, havia perigo de apri-
sionamento dos barcos no mar alto, ou quando um Verão chuvoso causava uma má
colheita e deitava a perder o sal armazenado sem protecção suficiente.15 Os arma-
zéns eram arrendados pela Coroa por períodos de 5 anos aos arrendatários das ren-
das régias. Dois ou três mercadores, dos mais abastados, tomavam cargo das rendas
do armazém em arrendamento ou em fielato. Deviam assegurar que a vila estivesse
abastecida de sal, vendê-lo pelas medidas e preços fixados pela Coroa nos Cuader-
nos de Arrendamiento, supervisionar as importações e vendas que faziam outros mer-
cadores e o pagamento prévio dos direitos de alfolinar e prestar contas ao fim do ano.
Normalmente, o sal era comprado a bordo dos navios e qualquer pessoa o podia fa-
zer mediante o pagamento do direito de alfolim. Ninguém podia vender sal sem li-

12. Inicialmente permitiu-se a criação de alfolies sem controlo régio e a oscilação do preço do sal, mar-
cando-se o território jurisdicional de cada salina, dentro do qual se poderia vender o sal. In CASTIÑEIRA
CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s. XVI. In “Obradoiro
de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999, p. 11-12.
13. Sobre as condições deste tipo de arrendamento (sistema de armazéns) existe apenas um caderno: o
redigido em Portillo a 10 de Fevereiro de 1452 para o período de 1451-1456, que permite ver o desen-
volvimento dos armazéns: existiam em Tui, importante praça colectora das rotas salineiras do norte de Por-
tugal; nas vilas régias de Bayona, La Coruna e Betanzos; em Ribadeo e Vivero; e nas pequenas vilas pes-
queiras do arcebispo: Pontevedra, Padrón, Noya e Muros. In FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el co-
mercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Barrie de la Maza”, 1988, p.163.
14. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - O desenvolvimento da actividade pesqueira desde a Alta Idade Média ó
século XVII. In FERNÁNDEZ CASANOVA, Carmen (coord.) - “Historia da Pesca en Galicia”, cap. III. Ga-
liza: Serie Galicia, Biblioteca de Divulgácion, 1998, p.63.
15. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-
rie de la Maza”, 1988, p.164.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 83

cença do proprietário do alfolim, excepto em épocas de escassez.16


O transporte do sal estava a cargo, quer dos mercadores, quer dos mareantes da
costa e da vila. Os barcos portugueses aparecem em Pontevedra nos meses de In-
verno, o que parece estar relacionado com um comércio especializado que preten-
de colocar o produto no seu destino na altura de maior procura, durante a época da
sardinha, enquanto que os barcos pontevedrenses chegam com o sal nos meses da
Primavera, provavelmente no retorno da viagem ao Mediterrâneo e depois de parar
em algum porto português para carregar.17
O crescimento do número de alfolins acompanhou o apogeu da salga, tendo sido
difícil evitar as importações fraudulentas de Portugal e a venda fora dos sítios auto-
rizados.
O contrabando do sal tornou-se num problema que ultrapassou o âmbito local.
No cuaderno de alfolíes de 1452 proíbe-se as vilas galegas, com uma advertência es-
pecial às da fronteira, de irem à outra margem do Minho buscar sal.18 Em 1498 para
impedir o contrabando a partir de Portugal, fixam-se os caminhos pelos quais se po-
dia transportar o sal das principais salinas régias.19 O problema manteve-se, pelo que,
ainda em 1505, uma provisão faz eco dos protestos dos arrendatários contra os par-
ticulares que vão directamente a Portugal buscar o sal, em vez de o recolherem no
armazém de Tui, e não apenas para seu abastecimento, como também para o re-
vender em toda a região do Baixo Minho.20
Quando da perda da independência nacional, abriu-se à coroa espanhola o bom
mercado português. Durante a administração filipina os galegos constituíram socie-
dades, prontas a estabelecerem um rápido abastecimento desta rede de armazéns,
em ordem à política de monopólio do comércio do sal, implantada por Filipe II. Cou-
be à coroa espanhola desenvolver uma actividade legislativa intensa, no sentido de
o estender a Portugal.21
A venda e distribuição do sal provocava muitas queixas nos locais em que esta
não era livre ou não estava encabeçada, sendo a mais recorrente a falta de sal, cau-
sada pela acção dos arrendatários de salinas e alfolins que agiam de comum acor-
do para subir os preços. Em 1566, existiam apenas 20 alfolins22, entre os quais Vigo
se destaca como o grande centro receptor de sal. O segundo lugar vai para Ponte-
vedra, que contava com dois armazéns, e em terceiro, Betanzos. Os portos de me-
nor actividade eram La Guardia, Tui, Padrón e Ferrol. A localização fronteiriça de La
Guardia e Tui facilitava o contrabando terrestre, o que poderá explicar os pequenos

16. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.
XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,
p. 20 a 21.
17. ARMAS CASTRO, José - Pontevedra en los siglos XII a XV. Configuracion y desarrollo de una villa ma-
rinera en la Galicia medieval. Pontevedra: Fundacion “Pedro Barrie de La Maza”, 1992, p.191.
18. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-
rie de la Maza”, 1988, p.657.
19. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.
XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,
p. 16.
20. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-
rie de la Maza”, 1988, p.166.
21. AMORIM, Inês - Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro,
2001, p. 57.
22. Ribadeo, Viveiro, Ferrol, Pontedeume, Betanzos, A Coruña, Corcubión, Muros, Noya, Pobra do Déan,
Padrón, Vilagarcía, Cambados, Pontevedra, Redondela, Vigo, Baiona, A Guarda, Tui.
84 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

valores de descarga nos seus portos.23


A visita aos alfolins da Galiza levada a cabo pelo licenciado Murga nesse mes-
mo ano, identifica 68 portos no litoral galego, entre os quais em mais de 30 se fazia
descarga de sal, com origem na Andaluzia e em Portugal, estando o seu transporte,
maioritariamente, nas mãos de portugueses e galegos. Esta visita é o testemunho de
que a Galiza sofre da falta permanente de sal, à qual nem escapam os portos com
alfolim. O visitador culpa os encarregados da distribuição, que retêm o sal de forma
a elevar os preços, e o sistema de medição, que falhava por ser muito demorado, de-
morando 1 hora a fazer 12 ou 13 medidas, enquanto que com pala suelta, sistema
anterior, se faziam mais de 76 medidas. O novo sistema, medir çernido, consistia em
pegar no sal que vinha pisado e que era sacudido fazendo aumentar o seu volume
e, consequentemente, os lucros dos alfolineiros.24
Ao longo do século XVI as queixas em cortes são constantes: preços excessivos,
falta de sal, abusos por parte dos encarregados de velar pelo bom funcionamento do
sistema.25 As piores alturas eram nos meses de Setembro a Dezembro, quando ha-
via uma maior necessidade de sal pelo aumento da actividade pesqueira. Os mais
prejudicados eram os pescadores das zonas distantes dos alfolins, principalmente a
partir do monopólio de 1564, baseado numa nova incorporação de salinas no pa-
trimónio régio, com limitações para os arrendatários e proprietários. Os pescadores
mais pobres tiveram de se virar para espécies que não necessitassem de sal para a
sua conservação como o congro, a raia, e a melga. Trouxe ainda efeitos negativos
para a pesca basca, em plena expansão. Acabou, também, por conduzir à ruína as
salinas marítimas espanholas, porque os clientes flamengos, ingleses ou do Cantá-
brico castelhano e basco, preferiam fornecer-se em Portugal ou em França, de me-
lhor mercado, com melhores preços.26
Os anos de 1574-75 marcam uma grande crise no abastecimento de sal na Ga-
liza, vendendo-se a 8 reales a fanega, que os recebedores dos alfolins preferiam tro-
car por centeio e trigo com os lavradores do interior, deixando os pescadores sem
sal.27
As inúmeras queixas dos concelhos que se viam afectados pela falta de sal nos
alfolins e, por consequência, dos preços abusivos que os arrendadores estabeleciam,
são o tema constante na rica documentação da Confraria do Corpo Santo de Ponte-
vedra:
- Em 1594 queixas contra os administradores de sal por não terem abastecido os
alfolins de sal branco e bom, pelo que se amassava o pão com água do mar, e
as indústrias de conservação e transporte de pescado se encontravam parali-
zadas.

23. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.
XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,
p. 22 a 26.
24. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.
XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,
p. 20 a 21.
25. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.
XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,
p.17 a 19.
26. AMORIM, Inês - Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro,
2001, p. 53.
27. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.
XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,
p.28.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 85

- No mesmo ano queixas contra o Administrador Geral das Salinas por não ter
abastecido os alfolins em épocas de cerco.
- Em 1600 carta de Filipe II concedendo a todos os mareantes todo o sal que ne-
cessitassem para a sua indústria.28
São ainda recorrentes as situações em que os mercadores, que não se atreviam
a comprar sal a outras partes, receando a confiscação das mercadorias e as pesadas
multas, pediram muitas vezes a possibilidade de compra em alturas de necessidade.
Outra queixa decorria do facto de que a distribuição do sal se fazia por cabeça, con-
forme o número de fanegas que poderiam corresponder a cada lugar e não olhando
ao consumo.29
A independência portuguesa iniciou uma crise a grande escala da economia ga-
lega, uma vez que as autoridades régias não permitiram a importação de sal portu-
guês. Ainda que se tenham fretado alguns barcos ingleses para carregar sal de Cádiz
para Pontevedra, o abastecimento não era suficiente.30 Ainda assim, o contrabando
permitiu a manutenção das relações, e a prová-lo, estará a facilidade com que se ope-
ram contratos, logo que as tréguas se assinam.31

O sal do Minho

Na sua descrição de Caminha, Pinho Leal refere que “na margem direita da foz
do Coura houve muitas marinhas de sal, mas que por serem de fraca qualidade, es-
tão hoje abandonadas”.32 As chancelarias documentam o mesmo: a 16 de Janeiro de
1411, Álvaro Gonçalves da Maia, escrivão da câmara, requereu e obteve permissão
para fazer três salinas em Caminha.33 O abastecimento de sal nas salinas portugue-
sas da região do Minho deverá remontar, pelo menos, à colonização monástica e
concelhia desta zona. Pela portagem de Tui passava, já antes de 1170, um tráfico sa-
lineiro de certa importância.34 A pequena cabotagem para o transporte deste produto,
assim como a compra de alimentos na Galiza pelos pescadores portugueses em tro-
ca do sal deviam ser já práticas correntes antes da independência nacional, e terá
continuado mau grado as hostilidades medievais.
O séc. XIV trouxe o “boom” da produção salineira nas zonas de Aveiro e Setú-
bal, fornecendo abundantemente, e em boa altura, os alfolins galegos, de sal portu-
guês. Este comércio pautou-se por dois vectores essenciais: o comércio directo com

28. FILGUEIRA VALVERDE, Jose - Archivo de Mareantes. Museo de Pontevedra. Pontevedra: Instituto So-
cial de la Marina, 1946, p.234-236.
29. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.
XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,
p.14 a 15.
30. ISRAEL, Jonathan I. - La república holandesa y el mundo hispánico: 1606-1661. Madrid: NEREA, 1997,
p.284.
31. AMORIM, Inês - Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro,
2001, p.69.
32. LEAL, Pinho - Portugal antigo e moderno, vol. 2. Lisboa: Livraria Editora Tavares Cardoso & Irmão,
1874.
33. I.A.N.T.T., Chanc. D. João I, livro 3, fl. 138v.
34. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-
rie de la Maza”, 1988.
86 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Aveiro (trazendo em troca pão) e a importância de Valença.35


Em 1378, D. Fernando aboliu o alfolim do sal (imposto) em Valença do Minho.36
Nas cortes de Lisboa de 1459, Afonso Lourenço, procurador às cortes, refere o “mui-
to intenso tráfego comercial entre Valença e Galiza (…) a vila possuía um bom trá-
fego de sal oriundo de Aveiro e vendido aos galegos que para ela se dirigiam com
as suas montadas desde as terras de Limia, Orense e outros lugares (…)”. Deste trá-
fego resultavam boas sisas, portagens e direitos para a fazenda nacional. Transitava
a maior parte destes galegos em Portugal por Castro Laboreiro e Lamas de Mouro,
por ser “caminho mais direito e mais seguro”.37 O procurador dizia ainda que o al-
caide de Melgaço (e já, antes dele, o seu pai) trazia consigo “ladrões roubadores”,
que prendiam os galegos e apreendiam as suas mercadorias, para os obrigar a pas-
sar por Melgaço e pagar aí a portagem.38 O procurador de Valença acrescentava que,
face a estas dificuldades, os galegos “optaram por ir comprar o sal a Redondela, a
Pontevedra e a outros lugares da Galiza (…). Insistia no sentido de poderem conti-
nuar a vir estes mercadores por Castro Laboreiro, cabendo ao alcaide mandar cobrar
a portagem em Ponte do Mouro.” Nas mesmas cortes os procuradores de Ponte de
Lima queixavam-se da portagem de 2 reis por besta, então estabelecida em Ponte da
Barca. Diziam que “os galegos de Monterey e de Milmanda e de Araujo e doutras
partes, que costumavam vir à feira [de Ponte de Lima], trazendo suas bestas e mer-
cadorias e levando muito sal e outras coisas, ocasionavam com isso grande benefi-
cio para as sisas e para o bem comum da terra.”
Verificava-se, assim, duas rotas paralelas nos dois vales principais do Entre Dou-
ro e Minho, uma mesma complementaridade do transporte por barcos, a jusante, e
por bestas, a montante.39
Considerando que o objecto de estudo da nossa dissertação de mestrado é o por-
to de Caminha, e um dos seus vectores, as ligações mercantis com a Galiza, natu-
ralmente se compreende que tentemos explorar a sua participação nas rotas do sal.
Ora, retomemos duas ideias fundamentais do que ficou atrás exposto:
- O abastecimento da Galiza com o sal português fazia-se, essencialmente, atra-
vés do comércio directo com os centros produtores.
- Valença desempenhou um papel importante na redistribuição do sal português
para as localidades do sul da Galiza.
Se nos for permitido, esbocemos duas hipóteses para a participação de Caminha
neste tráfego:
a) Devido à sua localização na entrada do rio Minho, Caminha era porto de es-
cala para os barcos que, ou subindo o rio seguiam para Valença, ou, que por
mar, seguiam até à Galiza.

35. MARQUES, José - Relações económicas do Norte de Portugal com o Reino de Castela, no século XV.
In “Relações entre Portugal e Castela nos finais da Idade Média”. Braga: Fundação Calouste Gulbenkian
/ JNICT, 1994, p. 11-64.
36. MARQUES, João Martins da Silva (ed.) - Descobrimentos Portugueses. Documentos para a sua histó-
ria publicados e prefaciados por João Martins da Silva Marques…, Vol. I (1147-1460); Supl. ao vol. I (Lis-
boa, 1944); vol. III (1461-1500), Lisboa: [s./n.], 1971, p. 414.
37. MORENO, Humberto Baquero - As peregrinações a Santiago e as relações entre o Norte de Portugal
e a Galiza. In “I Congresso dos Caminhos Portugueses de Santiago de Compostela”. Lisboa: Távola Re-
dondo, 1992, p.78-79.
38. Deve esclarecer-se que existiu, com efeito, uma carta do rei D. Pedro I, datada de 28 de Maio de 1361,
“obrigando a passar por Melgaço todos os que de Portugal se dirigem para a Galiza ou de lá viessem para
Portugal”.
39. DAVEAU, Suzanne - Caminhos e fronteira na Serra da Peneda: Alguns exemplos nos séculos XV e XVI
e na actualidade. In Revista “Geografia”, I série, vol. XIX. Porto: F.L.U.P., 2003, p. 81-96.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 87

b) Os seus mercadores participam nas rotas do sal, funcionando como agentes de


transporte que vão buscar o sal aos centros produtores e o distribuem.
Numa tentativa de testar este quadro hipotético avançamos para o levantamen-
to documental, que embora tenha tido resultados diminutos, não deixa de ser rele-
vante:
• 1538-08-03 - Notícias de depredações feitas pelos franceses em navios carre-
gados de sal, e pertencentes a mercadores de vários portos, identificam Gabriel
Afonso, mercador e vizinho de Caminha.40
•1606-04-13 - O Convento de Santa Maria da Ínsua é atacado por corsários e são
feitos reféns. Cito: “Frei Jerónimo de São João foi logo a Caminha a negociar
o resgate de seus irmãos, e companheiros, para o que concorreram liberal-
mente os oficiais da Câmara; suposto, não foi necessário, porque uma tormenta
fez levantar a âncora à nau dos inimigos, os quais seguindo umas caravelas de
sal, foram dar à ilhas de Baiona, onde lançaram os religiosos, sem que tivesse
efeito o resgate”.41
• 1657-05-05 – Uma acta da vereação portuense refere que o governador da for-
taleza de Viana avisara o Governador das Armas do Porto da entrada do inimigo
em Caminha pela raia seca. Cito: Entrou “…pela barra dentro de Caminha per-
to de 40 barcos grandes guarnecidos de infantaria que emvistirão quatro ca-
ravelas que ali estavão e levarão duas de sal…”.42
Curiosamente, estes registos tornam viáveis os dois cenários, sendo de admitir,
em última análise, a sua coexistência. Não nos podemos deixar de mostrar sur-
preendidos por mais uma vez a comunidade marítima caminhense revelar a sua ver-
satilidade, nomeadamente com a sua presença numa rota, que à partida, parecia es-
tar entregue a um grupo bem identificado e quase especializado, como os galegos,
ou os portuenses. Tendo como objectivo inicial contribuir para o estudo do sal, aca-
bamos também, por juntar mais uma peça ao puzzle que nos propomos construir: a
comunidade marítima de Caminha no séc. XVI.§

40. I.A.N.T.T., Corpo Cronológico, P. 2ª, maço 221, docs. 85 e 90.


41. JOSÉ, Frei Pedro de Jesus Maria; AGUILAR, Manuel Busquets de (introd.) - Origem e progresso do Real
Convento de Santa Maria da Ínsua de Caminha. Lisboa, 1965, p. 63.
42. CRUZ, António - O Porto seiscentista. Subsídios para a sua história. In “Documentos e Memórias para
a História da Cidade do Porto”, X. Porto: Câmara Municipal do Porto / Gabinete de História da Cidade,
1943, p.173.
88 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Fig 1. SECO, Fernando Álvaro – Portugallia et Algarbia (“Portugal Deitado”) (1561). Amsterdão: Ed. Irmãos
Blaeuw, 1630. Fonte: Instituto Geográfico Português

Fig 2. SECO, Fernando Álvaro – Portugallia et Algarbia (“Portugal Deitado”) (1561). Amsterdão: Ed. Irmãos
Blaeuw, 1630. Fonte: Instituto Geográfico Português
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 89

Fig 3. Extracto do Mapa do Reino da Galiza de Frey Fernando Oxea (finais do séc. XVI). Fonte: BRITO,
Luís Filipe Aviz de - A Desembocadura do Rio Minho nos Tempos Antigos. In “Caminiana”, nº 14, (Dez.
1987). Caminha, 1987.

Fig 4. VIGNOLA, Giacomo Cantelli da - Il Regno di Galicia. 1696. (Biblioteca da Fundación Penzol de
Vigo)
90 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Fig 5. ARMAS, Duarte de - Livro das Fortalezas. Lisboa: Edições Inapa, 1997.

1. Transporte marítimo
do sal de Aveiro
2. Rio, a – navegação
marítima, b – navega-
ção fluvial, c – não na-
vegável
3. Portagem
4. Ponte de Mouro
5. Itinerários terrestres:
Galiza – Valença,
a - por Castro Laboreiro,
b - por Melgaço,
c – Galiza – portos gale-
gos
6. Itinerário terrestre:
Galiza – Ponte de Lima
7. Terras altas,
a – mais de 600 m,
b – mais de 1000 m

Fig 6. DAVEAU, Suzanne - Caminhos e fronteira na Serra da Peneda: Alguns exemplos nos séculos XV e
XVI e na actualidade. In Revista “Geografia”, I série, vol. XIX. Porto: F.L.U.P., 2003, p. 81-96.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 91

Fontes manuscritas:

Arquivo Nacional Torre do Tombo: - Corpo Cronológico, Parte 2ª, maço 221, docs. 85 e 90.
Biblioteca Nacional: - MORAIS, Pe. Gonçalo da Rocha de - Acerca dos valores da villa de Caminha. (1721)

Fontes publicadas e bibliografia:

AMORIM, Inês - Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro, 2001.
ARMAS CASTRO, José - Pontevedra en los siglos XII a XV. Configuracion y desarrollo de una villa mari-
nera en la Galicia medieval. Pontevedra: Fundacion “Pedro Barrie de La Maza”, 1992.
BAPTISTA, Ivone - Viana na história da pesca do bacalhau. In GARRIDO, Álvaro (coord.) - “A pesca do
bacalhau: história e memória”. Ílhavo: Notícias Editorial, 2001, p. 101 a 116.
CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s. XVI.
In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999, p. 7
a 30.
CAVACO, Carminda - A região de fronteira do rio Minho. Lisboa: Centro de Estudos Geográficos/Institu-
to de Alta Cultura, 1973.
CRUZ, António - O Porto seiscentista. Subsídios para a sua história. In “Documentos e Memórias para a
História da Cidade do Porto”, X. Porto: Câmara Municipal do Porto / Gabinete de História da Cidade, 1943.
DAVEAU, Suzanne - Caminhos e fronteira na Serra da Peneda: Alguns exemplos nos séculos XV e XVI e
na actualidade. In Revista “Geografia”, I série, vol. XIX. Porto: F.L.U.P., 2003, p. 81-96.
FANGUEIRO, Oscar - Relações pesqueiras e comerciais luso-galegas. In “Colóquio de etnografia maríti-
ma”. Galiza: Xunta de Galicia, [etc,], 1984, p. 251-276.
FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Barrie
de la Maza”, 1988.
FERREIRA PRIEGUE, Elisa - O desenvolvimento da actividade pesqueira desde a Alta Idade Média ó sé-
culo XVII. In FERNÁNDEZ CASANOVA, Carmen (coord.) - “Historia da Pesca en Galicia”, cap. III. Gali-
za: Serie Galicia, Biblioteca de Divulgácion, 1998, p. 51-85.
FILGUEIRA VALVERDE, Jose - Archivo de Mareantes. Museo de Pontevedra. Pontevedra: Instituto Social
de la Marina, 1946.
ISRAEL, Jonathan I. - La república holandesa y el mundo hispánico: 1606-1661. Madrid: NEREA, 1997.
JOSÉ, Frei Pedro de Jesus Maria; AGUILAR, Manuel Busquets de (introd.) - Origem e progresso do Real
Convento de Santa Maria da Ínsua de Caminha. Lisboa, 1965.
LEAL, Pinho - Portugal antigo e moderno, vol. 2. Lisboa: Livraria Editora Tavares Cardoso & Irmão, 1874.
LÓPEZ CAPONT, Francisco - El desarrolo industrial pesquero en el siglo XVIII. Galicia: Fundación Pedro
Barrié de la Maza, 1998.
LOSA, António - A extracção do sal a norte do Douro (estudos medievais). In “Bracara Augusta”, vol. XLVI,
nº 98-99 (1995-1996), p. 275-368.
MARQUES, João Martins da Silva (ed.) - Descobrimentos Portugueses. Documentos para a sua história pu-
blicados e prefaciados por João Martins da Silva Marques…, Vol. I (1147-1460); Supl. ao vol. I (Lisboa,
1944); vol. III (1461-1500), Lisboa: [s./n.], 1971.
MARQUES, José - Relações económicas do Norte de Portugal com o Reino de Castela, no século XV. In
“Relações entre Portugal e Castela nos finais da Idade Média”. Braga: Fundação Calouste Gulbenkian /
JNICT, 1994, p. 11-64.
MORENO, Humberto Baquero - As peregrinações a Santiago e as relações entre o Norte de Portugal e a
Galiza. In “I Congresso dos Caminhos Portugueses de Santiago de Compostela”. Lisboa: Távola Redon-
do, 1992, p. 75 a 83.
OLIVEIRA, Aurélio de - Mercados a Norte do Douro: Algumas considerações sobre a história dos preços
em Portugal e a importância dos mercados regionais. Separata da Revista da Faculdade de Letras, “His-
tória”, II Série, vol. II, 1985. Porto: F.L.U.P., 1985, pp.97-160.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 93

SWEDISH-PORTUGUESE TRADE AND SWEDISH


CONSULAR SERVICE, 1700-1800

Leos Müller*

Abstract: The suggested paper will deal with eighteenth-century trade between Sweden
and Portugal. Since the late seventeenth century Portugal was Sweden’s most important
trading partner in southern Europé, first because of the importance of Portuguese salt in
Sweden, second as a market for Swedish staple commodities (iron, tar, pitch and sawn
timber). Portugal’s significance in Sweden’s trade was the reason why the first Swedish
consuls were appointed to Lisbon and why that consulate is Sweden’s oldest consulate.
In difference from other areas of trade, Sweden’s trade with Portugal was very much an
outcome of such institutional preconditions. There were no “natural” mercantile net-
works in this business, in contrast to Swedens’ trade with the Baltic, Britain and Holland.
Thus consuls and consular service did play a key role in the trade development and con-
sular reports, which this paper will be based on, provide excellent picture of this de-
velopment

Lissabon utgiör likasom medelpuncten af så kallade Europäiska handelswärlden


och är för Sweriges såwäl sjöfart som swenska producters afsättning af synnerlig
wigt, altså är det magtpåliggande at den warder besatt med en sådan person,
af hwarest egenskaper man kan wänta upfyllandet af swenska handelns nöd-
wändiga behof på denna wigtiga handelsplats.
Stockholm Merchant Association on the appointment of Johan Abraham Kant-
zow as consul to Lisbon, 10 September 17811

Introduction

Salt played a very important role in Sweden’s eighteenth-century foreign trade


and, consequently, a significant part of Sweden’s foreign trade policy touched salt
trade, in one or another way. The main, and quite predictable, reason of this interest
was the special character of salt as a necessity and as a non-substitute commodity.

*leos.muller@hist.uu.se. Associate Professor, Uppsala University. 1991-1998: Uppsala University, Sweden,


graduate studies in history; 1998: Uppsala University, Sweden, PhD degree in history; 2003 Södertörns
högskola/University College, Associate Professor in History. Has published two books, The Merchant Hou-
ses of Stockholm, c. 1640-1800. A Comparative Study of Early-Modern Entrepreneurial Behaviour (Upp-
sala 1998) and Consuls, Corsairs, and Commerce. The Swedish Consular Service and Long-distance Ship-
ping, 1720-1815,(Uppsala 2004) and a number or articles about early modern trade.
1. Jansson, E Alfred, ”v. Kantzow. En adlig köpmannasläkt”. Forum navale, nr 19-20, 1964, p. 50
94 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Salt was needed for food preservation, and such need was especially apparent in a
country like Sweden—with short growing season and large travel distances. More-
over, Sweden had no natural sources of salt and, so, salt had to be imported from
abroad. Already by the sixteenth century substantial volumes of salt were imported
from Portugal and Spain and in the eighteenth century—the period in focus of this
paper—the Iberian and Mediterranean salt made some 90 % of salt imports.
Another reason of the significance of salt was the sheer volume of salt trade. It
required enormous carrying capacity. During the seventeenth and eighteenth centu-
ry salt was, after grain, the second most voluminous commodity in Sweden’s import
trade; by the late eighteenth century salt import volume even exceeded volume of im-
ported grain!2 As regards the shipping from Southern Europe almost all the available
capacity on return route was used for salt cargoes.3
The Swedish state had two long-term objectives in its trade policy on salt: to make
supplies sufficient and safe and to keep prices reasonably low. Consequently, already
in the second half of the seventeenth century the state policy aimed at: first, to reduce
the Dutch role in carrying of salt, and, second, to build up sufficient and cheap car-
rying capacity—in other words building up Swedish merchant fleet. In the mid-sev-
enteenth century the Dutch dominated carrying trade to and from Sweden and this
made, in the view of Swedish authorities, transports expensive. Moreover, profits from
the shipping business stayed in the Dutch hands. Hence, reduction of foreign ship-
ping became one of the key aims of Swedish mercantilist policy launched after 1650.
However first after the Great Northern War, in 1721, this policy was shaped in full-
fledged Swedish Navigation Act (modeled according to the British prototype).
The issue of salt prices and success or failure of the state mercantilist policy had
been disputed already during meetings of Swedish Estates (riksdag) in the eighteenth
century, and even present Swedish historians have addressed the question.4 At the
core of this discussion is the issue of benefits and detriments of mercantilism and the
state economic policy, and so it has been ideologically coloured.
There seems to be no unambiguous explanation of the Swedish preference for
southern European salt. Without doubt, French and English salt could be obtained at
nearer places and at same or even lower price, neither quality can really explain the
preference. This consumption pattern seems to be an outcome of custom, path de-
pendency and political circumstances. There was a significant import of the Por-
tuguese salt into the Baltic already during the sixteenth century—a part of the large
scale Dutch trade in grain—and the Swedes became accustomed to it. Then, this con-
sumption and import pattern was, in the mid-seventeenth century, strengthened by
the establishment of direct diplomatic and commercial connections between Sweden
and the Iberian states. The decline of Dutch shipping to Sweden did not affect the
consumption of the Setubal salt. Contrary, rising number of Swedish vessels, so-called
Spanienfarare, sailed directly to Spain and Portugal. By the 1680s and 1690s this di-
rect traffic accounted for about twenty vessels annually.5
The Great Northern War, especially the period 1710-21, interrupted this trade and

2. Högberg, Staffan, Utrikeshandel och sjöfart på 1700-talet. Stapelvaror i svensk export och import 1738—
1808. Stockholm 1969, p. 216.
3. Müller, Leos, Consuls, Corsairs, and Commerce. The Swedish Consular Service and Long-Distance Ship-
ping, 1720-1815. Uppsala 2004, p. 140 (Table 5.4).
4. See especially Eli F Hecksher, and Carlén’s revision of Heckscher’s statement, see note 7.
5. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 51.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 95

caused salt scarcity. However, this experience did not change the Swedish preference
for Iberian and Mediterranean salt. Instead, the trade policy after 1721 was shaped
in accordance with the established consumption pattern; the policy started from the
precondition that salt must be of Southern European origin.
My paper aims at first to explain the ground of this policy of the 1720s. Second
I will look in detail on the history of Swedish consular office in Lisbon, and I will an-
alyze the consuls’ activities in the perspective of the Swedish trade policy. At the end,
I will discuss the significance of different factors affecting the Swedish salt trade in
the period 1700-1800.

II Swedish trade policy and the role of Portuguese salt after 1721

After the disastrous outcome of the Great Northern War the ambitions of the
Swedish state turned from territorial expansion to commerce and the focus shifted
from the east to the west and south. Southern Europe became an attractive area not
only as salt supplier but also as a new market for Swedish staple commodities: iron,
copper, tar, pitch and sawn timber. Moreover, Southern Europe began to be seen as
a market for shipping services provided by Swedish vessels. To promote this shift the
state launched an institutional package that deserves more detailed description.
First, there was the Swedish Navigation Act (produkplakatet) of 1724. Convoy
service was reorganized in the same year and new Convoy Office (Konvojkommis-
sariatet), a special office for convoying of Swedish merchant vessels, was created. The
third step in the process was establishment of the Swedish consular service in South-
ern Europe and North Africa.
The Swedish Navigation Act was the outcome of political and economic debate
between 1718 and 1723. The starting point of the debate was the decline in Swedish
shipping during the war years 1710-20 and the rising share of the Dutch and English
shipping to and from Sweden. Specifically, the debate concerned trade deficit which,
it was argued, was the result of the unfavorable carrying balance. Statistical evidence
of the unfavorable balance of trade was supplied by the Board of Trade, and the data
was used by great merchants during the Estates’ session. In 1723 the session passed
the Navigation Act (valid from 1 January 1724). The Act prohibited imports and ex-
ports to and from Sweden on any vessels other than Swedish ones or that of those na-
tions where the commodities traded originated. It was modeled according to the Eng-
lish Acts and—as its model—it was directed against the Dutch transit carrying.
The shipping data for Swedish vessels from the Sound indicates that the Act was
successful. There was one Swedish vessel passing the Sound in 1720, no vessel in
1715, and 20 in 1720 when the peace with Denmark was signed. However, already
in 1725 there were 224 Swedish vessels passing the Sound and 514 vessels in 1730.
The Dutch shipping to Sweden collapsed. In 1719 and 1720 there were over a hun-
dred Dutch vessels annually passing the Sound on their way from Sweden. In 1725
and 1726 there were six, respectively three Dutch vessels passing the Sound from
Sweden—compared to almost 2,000 Dutch vessels coming from non-Swedish ports
in the Baltic.6 Most probably, the shift from the Dutch and Swedes in the Sound tes-

6. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 62, and Bang, Nina Ellinger-Korst, Knud, Tabeller over
skibsfart och varetransport gennem Øresund 1661—1783. Copenhagen 1930.
96 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

tifies mainly the changes of flag; Dutch shipmasters simply registered their vessels in
Sweden to adapt to the new Act. But in the long-term perspective the Swedish-owned
and Swedish-built shipping capacity began to replace that of the Dutch.
Why did Swedish authorities pay so much attention to the issue of shipping ca-
pacity? The debate on trade deficit concerned two major commodities in Swedish
trade: iron, which was the major export article and required substantial carrying ca-
pacity, and salt. The major market for iron was Britain and iron was carried both on
British and Swedish vessels. As the transit trade in iron was small the Navigation Act
had little impact on it, and so on the demand for Swedish carrying capacity for iron.
The situation was very different as regards salt. In the period 1710-1720 the Dutch
controlled Swedish salt imports and this trade was based on the transit trade via the
Dutch entreport. From January 1724 trade between Iberian Peninsula and Sweden
could be carried on only on Portuguese, Spanish and Swedish ships, which in fact
meant Swedish carrying monopoly because there were no Portuguese or Spanish
ships sailing to Sweden. Thus the Navigation Act mainly affected salt trade.7
The reform of the Swedish convoy system might be seen as a necessary comple-
ment of the Navigation Act: if the Swedish vessels were sailing to Southern Europe
they needed protection against belligerent states, privateers and Barbary corsairs. Thus
a special new duty (extra licenten) was passed to pay the convoying, and the new
Convoy Office was established in Gothenburg. The Office organized convoying of
Swedish vessels during the inter-European conflicts—means mainly Anglo-French
wars. As regards the situation of Swedish vessels in the Mediterranean, the Office got
one unexpected function. It was supposed to coordinate and to pay for the peace
treaty system with the North African states, which also included consular service. First
such treaty was signed with Algiers in 1729, followed by treaties with Tunis in 1736,
and Tripoli in 1741.8 Consuls in North Africa had a semi-diplomatic function. By
avoiding an embassy representations, the European powers marked that Barbary
states were not full-fledged members of the European states system.
Parallel with the consular service in North Africa, Sweden established a number
of consulates in Spain, Portugal, France, and Italian states. No fewer than thirty such
offices were set up in Southern Europe. With exception of Lisbon these consulates had
purely commercial function. It should be noted that Lisbon consulate, the oldest
Swedish consulate, was founded already by the 1660s.9
To conclude, the institutional package of the 1720s promoted Swedish shipping
and trade with Southern Europe. Salt supplies were not the only cause of this policy
but undoubtedly the most important cause—at least at the moment. In the course of
the eighteenth century the significance of salt trade relatively declined. Shipping for
freights, exports of staple commodities and re-exports became more important.

7. For the different views of the Swedish Navigation Act see: Heckscher, Eli F., “Produktplakatet: Den gam-
la svenska sjöfartspolitikens grundlag”, in Heckscher Eli F., Ekonomi och historia. Stockholm 1922, Hecks-
cher, Eli F., Den svenska handelssjöfartens ekonomiska historia sedan Gustaf Vasa Sjöhistoriska samfun-
dets skrifter, no 1, Uppsala 1940, pp. 21-23, Carlén, Stefan, “An institutional analysis of the Swedish salt
market, 1720-1862”, in Scandinavian Economic History Review, 1994, pp. 3-28, Carlén, Stefan, Staten
som marknadens salt. En studie i institutionsbildning, kollektivt handlande och tidig välfärdspolitik på en
strategisk varumarknad i övergången mellan merkantilism och liberalism 1720–1862. Stockholm 1997.
8. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 60.
9. Almqvist, Johan Axel, Kommerskollegium och riksens ständers manufakturkontor samt konsulssstaten.
Administrativa och biografiska anteckningar, Stockholm 1912-1915, pp. 30, 410.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 97

III The Swedish consulate in Lisbon

As mentioned above, the Lisbon consulate is Sweden’s oldest consulate. It is also


the consulate that differs from the consulates established after 1700. The Swedish con-
sul to Lisbon had both commercial/consular and diplomatic duties. Looking at the
Swedish relations with Britain, Spain, France, Denmark or Russia there had always
been clear distinction between consuls and diplomats, marked also by different seats
of embassies (capital) and consulates (the most important port-cities). In Portugal,
however, the functions were carried out by the consul. The consulate in Lisbon was
the only Swedish consulate paid by Foreign Office and the combined diplomatic and
consular functions also were marked in the consular instruction, for example for con-
sul Carl Henrik Harmens in 1722.10
The Lisbon consulate was also the most important consulate in the Swedish con-
sular system, due to Portugal’s role as the major supplier of salt, and a large market
for Swedish goods, and due to the unique status of the consul as Sweden’s envoy. The
Lisbon consulate had been continuously occupied and the consuls kept detailed
record of their business. These reports are part of the consular archive of the Swedish
Board of Trade and provide us with detailed information on the consulate’s history.11
The reports also mirror well the changing role of salt in the Swedish trade between
1700 and 1800. To exemplify the shifting priorities in trade I will pay attention to ac-
tivities of some leading consuls in the period.
Joachim de Besche was consul between 1704 and 1721, during the Great North-
ern War. Two big issues dominated his reporting: salt and Barbary corsairs. He wrote
in detail about annual conditions of production and sales of salt. He paid attention
to weather that affected amount of salt produced and consequently prices. For ex-
ample, in October 1712 he estimated the supply of salt in Setubal at 150 ship car-
goes, which he meant was little. The production that autumn was negatively influ-
enced by September rain (letter of 18 October 1712). He informed also in detail about
prices. Prices were always mentioned first without duties and then with all duties (so-
called free-on-board-price). He informed about the royal policy concerning the salt
production. For example, in 1709 de Besche meant that the Portuguese policy was
to produce rather limited amount of salt, to fetch high prices. He also suggested that
the only lasting solution of the problem with high prices would be a large salt con-
tract between Sweden and Portugal.
The other problem that de Besche paid much attention to was Barbary corsairs.
Swedish vessels appeared normally to benefit from Dutch convoying along the Iber-
ian coast, yet in 1709 the Dutch Republic signed the peace treaty with Algiers which
stopped the Dutch convoying. An indirect outcome of the treaty also was increase in
corsairing against small carrier flags, such as Sweden, Denmark, Hamburg, Lübeck
and Danzig. De Besche suggested some solutions to the corsairing problem, but—
in the long term—the only solution was peace with the corsairing states. Repeated-
ly he mentioned that this was the practice that the French, English and Dutch used.
In addition to salt and Barbary corsairs de Besche commented on market for

10. Tunberg, Sven and others, Den svenska utrikesförvaltningens historia. Uppsala 1935, p. 304. Consuls
at Barbary states were also salaried, but not by Foreign Office. Their salaries were paid by the Convoy Of-
fice as a part of the peace treaty package with the Barbary states.
11. Board of Trade, Kommerskollegium Huvudarkivet, Skrivelser från konsuler, Lissabon, E VI aa, vls 223-
5. Swedish National Archives (RA, Stockholm).
98 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Swedish products in Lisbon. This kind of information appears to increase in signifi-


cance by 1720, most probably because of the end of the war in the north. Attention
was also paid to Portugal’s political life, not least the king, the court and royal ex-
penses. Yet, very little in the reports indicates de Besche’s diplomatic mission. He left
his consular mission in 1721, also before the institutional package described above
was passed. Nevertheless, his reports show that the issues addressed in the package
indeed played significant role in the trade with Portugal.
Next consul who will receive more detailed attention is Anders Bachmanson Nor-
dencrantz, appointed to Lisbon for years 1727-38. Anders Bachmanson Nordencrantz
is probably the most influential economic thinker of eighteenth-century Sweden. He
spent the early 1720s in Britain and he got in contact with major mercantilist litera-
ture of the time. Anders Bachmanson Nordencrantz major economic work, Arcana
oeconomiae et commercii, published in 1730, pays attention to the issue of salt sup-
plies and the role of the trade with Portugal.12
Bachmanson Nordencrantz took actively part in the Swedish Estates’ session
1726-27 and the appointment to Lisbon appears the reward for his political work. In
theory, he also was the best qualified ever consul in Lisbon, with his knowledge of
commerce and economic thought. In practice, he was controversial. He did not be-
long the Swedish merchant elite and he lacked the necessary contacts with merchants
involved in the trade with Portugal. This, in spite of his other qualifications, would
cause many future problems.
Undoubtedly, Bachmanson Nordencrantz also was the most prolific report writer
occupying the Lisbon consulate. His reports provide us with detailed information on
the state of trade but often they also contain high-flying and lengthy schemes for de-
velopment of the Swedish-Portuguese trade, and bitter complains about conflicts with
merchants and shipmasters and about lacking means for his service. His mercantile
projects were directed against the traditional conduct of business in Lisbon, business
dominated by few leading houses from Stockholm. Bachmanson Nordencrantz pro-
posed in his schemes monopoly of all Swedish trade with Portugal in one national
merchant house. This—he claimed—would improve the price ratio of Swedish im-
ports and exports. Another favorite idea was the overall salt contract, so called repar-
tition, with Portugal with fixed prices.
Nothing of his high-flying schemes was realized. Instead, the consul got quickly
in troubles with Swedish merchants and shipmasters. His idea to make the Por-
tuguese-Swedish trade a state- (or consul-) controlled business, financed by consular
fees, met harsh opposition. According to existing practice, Swedish consuls made
their living mainly as commission agents of Swedish merchant houses. The official
consular fees, and the small salary in Lisbon, made just a contribution to their living
costs. In the case of Lisbon the situation was even more difficult because of the ex-
pensive living in the city. Bachmanson Nordencrantz complained often on his high
living costs, expensive housing and the lack of resources to represent Sweden in
proper way. Moreover, he complained about Swedish shipmasters who avoided pay-
ing consular fees. For example, in 1730 the Swedish ship Diligence anchored at Lis-
bon under the English flag. According to the consul the vessel changed its flag to

12. This work and its data on salt received detailed analysis in Erik Lindberg, “An 18th Century Swedish
perspective on the Portuguese Salt Indiustry. With trade and production figures”, 1 Seminário Internacio-
nal sobre o Sal Português, edited by Inês Amorim. Porto 2005, pp. 181-196.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 99

avoid the Swedish consular fee.13 Naturally, it is difficult to evaluate the contents of
the information. It might be a rare event, it might, as well, reflect a typical behavior.
In the early 1730s high salt prices became the consul’s biggest trouble. In autumn
1732 the official price of salt was put at 4,000 rees per moio. Normally, prices fluc-
tuated between 2,000 and 3,000 rees. According to the consul, the setting of this high
price was the calculation from the Portuguese side that Sweden could not manage it
without Portuguese salt. Next year, however, salt prices declined to about 3,000 rees
and Bachmanson Nordencrantz asserted that it was his effort, the negotiation with the
Portuguese authorities, that lowered prices. The effort was not for free, the consul sent
to Stockholm a bill for 8,000 dollar copper-money for negotiation costs and Stock-
holm merchants were supposed to pay the sum.
This claim met angry reaction. Stockholm merchants stated that salt prices in Por-
tugal declined because of diminished demand in Portugal. Merchants, instead of buy-
ing their salt in Setubal and Lisbon, sailed to the Mediterranean and purchased salt
cargoes there. They wrote in their answer to the Board of Trade: “The merchants were
not at all aware of any action of Mr Agent Bachmanson that should have the slight-
est effect on the decline of the salt price in Portugal…”14 Moreover, they harshly crit-
icized the consul’s plans for large scale salt contract and, in general, his conduct of
the office. The conflict between the consul and the Association of Wholesale Mer-
chants (Grosshandelssocieteten) went to the court and Bachmanson Nordencrantz left
Lisbon in 1734, to defend himself in Sweden, and he never returned. He lost the law-
suit in 1736 and formally his appointment in 1738.15
In the late 1750s and the 1760s Bachmanson Nordencrantz became one of the
most outspoken political figures and critics of mercantilist policy—in spite of the fact
that in the 1730s he was a typical mercantilist. His political standing undoubtedly was
marked by the bitter experience from Lisbon.
Next consul appointed to Lisbon was a reliable member of the Stockholm mer-
chant elite, Arvid Arfwedson. During his time in Lisbon (1738-56) the business was
conducted in traditional way, with salt and imports of Swedish staple commodities
as the consul’s major interest. The reports mentioned frequently also Brazilian fleets
and exotic West Indian goods. This is most probably an indication of the Arfwedson
family’s interest in colonial trade. In 1745 the consul’s Stockholm brother obtained
privilege for establishing Swedish West India Company. The project failed, due to the
Spanish resistance.16 However, the family continued with its interest in the Atlantic
trade in the rest of the century.
As mentioned previously, salt dominated interest of the Swedish consuls during
the period. But it is apparent that, from about 1740, there was another issue that in-
creased in significance—shipping services. Initially, the motive was the War of the
Austrian Succession (1739-48) that engaged Britain and Spain. Sweden stayed neu-
tral and, as a substantial shipping nation, it could charter its carrying capacity. This
strategy became clearly defined already during the 1740s, but the neutrality shipping
indeed expanded later, especially during the American War of Independence and

13. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 101.


14. Meeting (10 July 1733??) Board of Trade, Kommerskollegium Huvudarkivet, Skrivelser från konsuler,
Lissabon, E VI aa, vol. 224. Swedish National Archives (RA, Stockholm).
15. Nilzén, Göran, ”Anders Nordencrantz som konsul i Portugal. En studie över bitterhetens ideologiska
och politiska följder”, in Personhistorisk tidskrift, 1987, pp. 38-49.
16. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 101.
100 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

French Revolutionary Wars.


Unfortunately, the collections of consular reports from the 1750s, 1760s and
1770s do not provide such a comprehensive picture of development as for the ear-
lier period. Thus we have no first-hand reports on the Lisbon earthquake 1755. Johan
Albert Kantzow, the last consul, whom I will pay more attention, and the consul who
left substantial volume of reports, arrived at Lisbon in 1781. By that year, there was
no Swedish firm in Lisbon. In similarity with the Arfwedson, the Kantzow family was
a typical mercantile elite family. Belong to the mercantile elite was an advantage for
a consul who was supposed to survive on trade commissions. Kantzow succeeded
rather well as commission agent during the commercial boom of the American War
of Independence and during the second part of the 1780s. However, his economic
situation deteriorated during the French revolutionary wars and the firm went bank-
rupt in 1798. It seems that the major cause were loans to French merchants. The rev-
olution and wars disrupted trade with France and this negatively affected firms ex-
tensively trading with France.
In spite of the bankruptcy Kantzow could continue his office and, in 1808, he fol-
lowed Portugal’s royal court across the Atlantic to Rio de Janeiro. He was appointed
the first Swedish envoy to Brazil. The Kantzow family then continued to occupy the
consular office in Lisbon even after the Napoleonic Wars and their firm became one
of the largest companies engaged in the Atlantic trade and trade with East Indies. For
example, Johan Abraham Kantzow Jr.’s (son’s) firm Kantzow & Biel was the first pri-
vate Swedish firm to establish direct contact with China.17
In comparison with the early period of the Lisbon consulate—here represented
by de Besche—it is clear that the trade and consequently focus of the consuls’ inter-
est shifted. While conditions of salt trade and salt production, and Barbary corsairs
occupied much space in de Besche’s reports, by the late eighteenth century consuls
reported on political conditions, sales of Swedish commodities. But the reports also
paid attention to markets for colonial goods. It is obvious that salt declined in sig-
nificance in the Swedish-Portuguese trade. In spite of this shift in priorities, salt im-
ports continued to grow and salt carrying continued to require a large share of Swe-
den’s shipping capacity. As mentioned above, by the late decades of the eighteenth
century salt replaced grain as the most voluminous import commodity. Partly, the con-
tinuous increase in salt imports filled the demand of booming fishing industry in West-
ern Sweden. Nevertheless this demand also could be supplied by other non-Swedish
carriers and by salt from other places. Portugal and the Mediterranean were the most
distanced salt suppliers. The concluding section will look at the quantitative charac-
teristics of the salt trade and Swedish carrying capacity and it will provide some ten-
tative answers to this question.

IV Salt trade and Swedish shipping in Southern Europe

Total salt imports in Sweden continued to increase during the whole eighteenth
century. According to the official statistics Sweden imported about 140,000 barrels
of salt by 1740. By the 1780s and 1790s the import volumes reached 300,000 bar-

17. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 106 (note). Swedish trade with China was organized
through the monopoly East India Company, which was abolished in 1813.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 101

rels of salt, which means that the volume doubled in fifty years. (Figure 1)
Herring industries in western Sweden may explain a significant part of the in-
crease. The boom in herring fishing on the west coast started in the mid-eighteenth
century and it reached its top by the 1780s and 1790s.18 In 1791-95 Gothenburg and
Bohuslän, the herring producing areas, received about a half amount of salt import-
ed to Sweden.19 This means, that almost all the increase in the salt imports between
the 1740s and 1790s may be related to the herring industries’ demand. At the same
time, western Sweden moved to Spanish and Portuguese salt. About 1750, only one-
quarter of the salt imported to Gothenburg was of Spanish/Portuguese origin, in 1790
the share of that salt increased to 92 %, and in 1800 to 95 %.20
Gothenburg and western Sweden became important destination of salt cargoes,
however the west coast had few commodities to export to Southern Europe. Instead
the trade was organized in a triangle trade pattern. Ships from Swedish Baltic ports
(Sweden’s east coast and Finland) sailed to Southern Europe with staple commodi-
ties. The commodities were sold in Lisbon, Cadiz, Marseilles, or other ports, and the
ships went tramping for freight in the Mediterranean. They stayed there for a couple
of months, normally until next sailing season in the north; between January and
March the Baltic Sea was frozen and consequently closed for shipping. After a peri-
od of tramp shipping, the vessels continued to Iberian ports Lisbon, Setubal, Figueira
or Porto to load salt and return to western Sweden.
Fig. 1 Swedish salt imports (barrels) by origin, 1738-1800

300 000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

250 000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

200 000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

150 000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

100 000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

50 000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

0 ...........................................................................................................................................
1738
1740

1744

1748

1752

1756

1760

1764

1768

1772

1776

1780

1784

1788

1792

1796

1800

Portugal; Linear (Portugal) Source: Historisk statistik för Sverige. Utrikeshandeln


Spain, Mediterranean; Linear (Spain/Mediterranean) 1732–1970. vol. 3, Stockholm 1972, pp. 122-3, 141.
France, Britain; Linear (France/Spain)

18. Högberg, Utrikeshandel och sjöfart, p. 164 ff.


19. Andersson, Bertil, ”Not only salt. Trade between Spain and Götebrog 1750-1820. A preliminary study”.
In Ruiz E M, Pi Corrales M de Pazzis (eds) III Spain and Sweden: Encounters Through History. Puertolla-
no 2000, p 281, Mörner, Magnus, “Swedish trade and shipping with the Iberian Peninslual. From the 16th
century to the 19th century”. In Ruiz E M, Pi Corrales M de Pazzis ( eds) III Spain and Sweden: Encoun-
ters Through History. Puertollano 2000, p. 115.
20. Andersson, “Not only salt”, p. 281.
102 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Figure 1 differs between three salt supplying areas: Portuguese salt, salt from the
Mediterranean/Spain, and salt from France/Britain. First, we may assert that the salt
from France and Britain—the nearest suppliers—was of rather limited significance at
the beginning of the period and it declined into insignificance by 1800. Second, as
regards the trends in the Mediterranean, Spanish and Portuguese salt trade, the de-
velopment was opposite. In the long term both the imports of Mediterranean/Span-
ish and Portuguese salt increased in roughly the same rate and, by the end of the pe-
riod, their shares accounted for a half each, totally 300,000 barrels. Looking at the
imports from the Mediterranean/Spain and Portugal, we can note that they matched
each other. When the volumes of the Portuguese salt declined, the imports from the
Mediterranean expanded, and when the Portuguese salt recovered, that from the
Mediterranean went back. This confirms the practice of Swedish merchants to acquire
salt cargoes in the Mediterranean, when Setubal prices were high. The practice was
employed already by the 1690s and it was mentioned above.
Salt imports demanded immense carrying capacity. It has been stressed that the
issue of carrying capacity for salt supplies was the key question in 1723, when Nav-
igation Act was discussed. Expanding salt imports naturally required more and more
Swedish carrying capacity. Comparison of salt imports in heavy lasts (Swedish meas-
ure unit of ship tonnage) and the incoming Swedish shipping from Southern Europe
indicate that almost all capacity employed on the return route Southern Europe-Swe-
den was used for salt.21
Studying the ratio between salt price per volume unit and the required carrying
capacity reveals that salt trade was no lucrative business. In spite of the huge demand
for capacity, salt imports accounted in value for only 5 % of total Swedish imports in
1769, 4 % in 1770, and 7 % in 1771. For comparison, grain imports, that required
as much shipping capacity as salt, were valued at 39% cent of total Swedish imports
in 1769, 28% in 1770 and 29% in 1771. We have to note, too, that the grain was im-
ported from eastern coasts of the Baltic, not from the faraway Mediterranean.22 To my
knowledge, there is no study of profitability of Swedish salt trade, but apparently, it
is dubious to see this trade as profitable. Such a perspective makes also the contem-
porary extensive critic of Swedish shipping policy comprehensible.
The Swedish historian Stefan Carlén suggested that the Swedish policy in salt
trade might be seen as an early example of Swedish welfare state policy. Swedish
politicians, instead of seeing salt as a lucrative taxable commodity—as it was in
France, for example—perceived salt as everyone’s necessity that should be secured
by the state in sufficient amount and at reasonable price. This was their primary aim,
not the profitability of the trade or tax income. So, the policy was shaped to secure
this aim, notwithstanding costs. And the price level and sufficient supplies appear to
confirm that the policy was successful.23
This explanation is plausible; however I would like to complement it with other
explanative factors. Even if the salt policy shaped the pattern of Swedish commercial
connections with Southern Europe it was not the only factor that affected the devel-
opment. First, Southern Europe became increasingly important market for Swedish
metal exports. I am more hesitant as regards Southern Europe as market for timber;
looking at the price-volume ratio, sawn timber is not much more profitable com-

21. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 140.


22. Historisk statistik för Sverige. Utrikeshandeln 1732–1970. vol. 3, Stockholm 1972, p. 156 table 1.24.
23. Carlén, Staten som marknadens salt. passim
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 103

modity than salt. Strangely also, Swedish timber exports to Southern Europe arrived
from the Baltic, from Stockholm and Finland. Gothenburg area and southern Sweden
exported their sawn timber to Britain and the southern Baltic, also much nearer mar-
kets. It seems that sawn timber exports from Stockholm were carried out partly by
shipping companies, not by specialized merchants, which was the case of iron
trade.24 Second and undoubtedly very important factor in the expansion of salt trade
by the end of the eighteenth century was the west-Swedish herring industries. Her-
ring industries explain why the Swedish salt imports could double without any large
re-export trade.
The third and in my opinion most forgotten factor of the development after 1740
is the Swedish shipping. The market for shipping services in Southern Europe was rel-
atively free, due to the numerous conflicts between Spain, France, Italian states,
Britain and the North African states, and independent/neutral carrier could find many
profitable cargos. This opened door for Swedish ship-owners and shipmasters. Swe-
den early signed peace treaties with the Barbary states, which made Swedish ships
safe and insurance rates low. Moreover, Sweden purposely built up the network of
consular offices all around Southern Europe that provide home authorities with busi-
ness information and Swedish ship-owners with freight contracts. In addition,
Swedish crew wages were rather low, labor productivity high and shipbuilding costs
reasonable, in comparison with the leading maritime nations.

Fig. 2 Swedish ships sailing to Southern Europe, and salt imports, 1738-1800

700 .................................................................................................................................... 400 000

.. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 350 000
600

.................................................................................................................................... 300 000


500 ....................................................................................................................................

.................................................................................................................................... 250 000


400 ....................................................................................................................................
.................................................................................................................................... 200 000

300 ....................................................................................................................................
......................................................................................................................................... 150 000

200
......................................................................................................................................... 100 000

100 ......................................................................................................................................... 50 000

0 ......................................................................................................................................... 0
1738
1740

1744

1748

1752

1756

1760

1764

1768

1772

1776

1780

1784

1788

1792

1796

1800

Salt imports in barrels (right) + Linear Swedish ships sailing to Southern Europe (left) + Linear

Source: Historisk statistik för Sverige del 3 utrikeshandeln 1732-1900, pp. 122-3, 141, and Müller, Leos, Consuls, Corsairs, and Com-
merce. The Swedish Consular Service and Long-Distance Shipping, 1720-1815. Uppsala 2004, p. 236, Ap-
pendix D.

The major comparative advantage was Sweden’s neutrality. In similarity with


Denmark, Sweden stayed aside of the Anglo-French wars. The only exception of this
rule was the ill-prepared and reluctant participation in the Seven Years’ War and nei-

24. Högberg, Utrikeshandel och sjöfart, pp. 127-8.


104 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

ther this lead to the conflict with the British. Looking at the activities of Swedish ships
in Southern Europe, as indicated by issued Algerian passports, we can establish near
correlation between Anglo-French wars and Swedish shipping booms. (see Figure 2)
This correlation, in particular, was strong during the American War of Independence
and during the French Revolutionary Wars. The Mediterranean and Iberian Atlantic
coasts were the markets for the profitable tramp shipping of Swedish shipowners. Sup-
pose that the profitability of tramp-shipping were good, then it did not play such im-
portant role if shipowners made money on import cargoes of salt. Outward sawn-tim-
ber and inward salt cargoes might be seen as a rather efficient way of employing car-
rying capacity. A typical feature of the shipping companies was that they combined
in their accounts these three activities, which makes it difficult for us to separate
freight profits from profits in timber or salt trade. Moreover, we are still missing such
detailed analysis of accounts of a shipping company.
Three factors have been pointed out as decisive for the development of Sweden’s
trade with Southern Europe and specifically its salt trade. There was the determined
mercantilist policy of the 1720s that created the institutional framework of Swedish
trade with Southern Europe. One of the primary aims of the package was sufficient
and cheap supplies of salt—an early modern welfare state institution. Another factor
was the Southern-European demand for Swedish staple commodities, such as iron,
tar, pitch and sawn timber. The third factor was the demand for Swedish shipping ca-
pacity in the numerous eighteenth-century wars. Due to its rather peripheral geo-
graphical situation and its status as neutral small state, Sweden could exploit a mar-
ket niche left by other maritime states and, by the 1780s, grew to the fifth shipping
nation in Europe.25§

25. Johansen, Hans Chr., “Scandinavian shipping in the late eighteenth century in a European perspecti-
ve”, in Economic History Review, 1992/3, p.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 105

LA SAL DE LA BAHÍA DE CÁDIZ Y SU DISTRIBUCIÓN


EN LOS SIGLOS XVIII Y XIX

Juan Torrejón*

Resumo: La importancia de la Bahía de Cádiz en la producción de sal marina españo-


la. Fincas salineras, producción y productividad. El estanco de la sal y sus efectos so-
bre los precios y la comercialización del producto. La distribución de la sal por vía ma-
rítima: medidas, medios de transportes y precios. Mercados receptores españoles y ex-
tranjeros.La competencia con otras sales, en particular con la sal portuguesa

1. La sal, un producto estancado.

Las rentas estancadas eran aquéllas que se reservaba el Estado en régimen de mo-
nopolio, ya fuese en el proceso de comercialización de una mercancía, en el pro-
ceso de producción, o en ambos; determinando las formas de producción, distribu-
ción y venta, los precios, los recargos impositivos, las cantidades de los consumos
obligatorios (en su caso), y cuantas otras condiciones se quisieran imponer. Jurídi-
camente, los estancos se hallaban fundamentados en el principio de regalía, que se
define como la “preeminencia, prerrogativa o excepción particular y privativa que en
virtud de suprema potestad ejerce un soberano en su reino” 1. El fin primordial de la
existencia de los estancos era el de suministrar al Erario recursos financieros cons-
tantes y cuantiosos.
De todas las rentas estancadas, la de la sal fue la más antigua y la que produjo
mayores rentas a la Real Hacienda, hasta que en los años 30 del siglo XVII sería so-
brepasada por la de tabaco. En España, sal y tabaco formaron el grupo de los es-
tancos mayores, mientras que los estancos menores fueron los del aguardiente, sa-
litre, azufre, pólvora, plomo, antimonio, mercurio, bermellón, goma laca y papel se-
llado.
Alfonso X el Sabio, Rey de Castilla y de León, en su obra magna las Siete Parti-
das, señaló:
Las rentas de los puertos, é de los portazgoz, que dan los mercaderes por ra-
zón de las cosas que ó sacan ó meten en la tierra é las rentas de las salinas, é

* juan.torrejon@uca.es; Dr. en Historia. Catedrático (E.U.) en la Facultad de Ciencias Económicas y Em-


presariales de la Universidad de Cádiz. Ha publicado 6 libros como autor único, o en colaboración con
otros autores, y 56 trabajos de investigación en actas de Encuentros científicos y revistas especializadas.
Ha participado en 74 congresos, seminarios, o cursos, en calidad de ponente, comunicante o asistente,
en España, Inglaterra, Francia, Suecia, Italia, Portugal y Malta. Actualmente dirige el grupo técnico que
está ordenando, clasificando y catalogando el Archivo Histórico del Puerto de Cádiz. Desde hace años
se dedica al estudio de la historia de la sal española, en general, y de la sal de la Bahía de Cádiz, en par-
ticular
1 Diccionario de la Lengua Española. Voz regalía, 1.ª acepción.
106 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

de las pesqueras, é de las ferrerías, é de los otros metales, é los pechos, é los
tributos que dan los omes, son de los Emperadores, é de los reyes, é fuéronlas
otorgadas todas estas cosas porque oviesen con que se mantoviesen honrada-
mente en sus despensas, é con que pudiesen amparar sus tierras é sus reina-
dos, é guerrear contra los enemigos de la fe, é porque pudiesen excusar á sus
pueblos echarles muchos pechos ó de facerles otros agraviamientos 2.

El comercio de la sal era controlado por los albareros o individuos autorizados


por el monarca, que tenían la función del aprovisionamiento a los pueblos y de la
custodia del producto. La palabra “abarero” aparece en un documento fechado en
Burgos el 12 de abril de 1277 y designa al encargado de expedir el albalá (del ára-
be barâ’a) o carta de pago, justificativa de que la sal había sido adquirida legítima-
mente. Otra figura fue la de los alamines (del árabe al-amin), quienes ejercían fun-
ciones de inspección en las salinas, velando en las mismas por su buen funciona-
miento, por las pesas y medidas utilizadas, y por el régimen de venta del producto.
En el Ordenamiento de 1338, Alfonso XI (también rey de Castilla y de León) fijó
el precio público de venta de la sal, estableciendo alfolíes (del árabe al-hury) o cen-
tros de almacenamiento y distribución, y señalando los cupos de consumo obliga-
torio a la población.
Desde que se expidió la Real Cédula de 3 de enero de 1631, en tiempos del rey
Felipe IV, bajo el título de “Estanco universal de la sal, e incorporación a la Corona
de todas las salinas de estos Reinos”, se entendía que los cosecheros de sales labra-
ban sus salinas para la Real Hacienda, y que tenían la obligación de dar, o retener,
la sal que se les demandara para surtir a los alfolíes del Reino; pudiendo vender las
sales sobrantes para fuera del Reino, previo pago de los impuestos correspondientes
(Documento I).
La Renta de la Sal o de Salinas –administrada directamente por el Estado o arren-
dada por el mismo– fue fundamental para la Corona: la primera de las rentas estan-
cadas para la Hacienda hasta los años 30 del siglo XVII, en que fue suplantada por
el Tabaco. Pero los españoles no sólo soportaron el monopolio estatal durante siglos,
sino que sufrieron los acopios obligatorios asignados a los pueblos, los cuales im-
pusieron contribuciones de cuotas fijas a sus vecinos.
Desde el medioevo, pues, la mayor parte de los españoles soportaron el vejato-
rio monopolio público de comercialización de la sal, que se mantuvo hasta muy
avanzado el siglo XIX. Su desaparición no ocurrió hasta el 1.º de enero de 1870,
como consecuencia de la Ley de 16 de junio de 1869, de desestanco de la sal, cuan-
do quedaron completamente libres la fabricación y venta del producto. Los efectos
beneficiosos fueron inmediatos 3.

2 Partida 3ª, Ley II, Título XXVIII.


3 Sobre el estanco de la sal en España y su desestanco, remito a TORREJÓN, CHAVES Juan: “La sal, ren-
ta estancada”, en Salinas de Andalucía. Sevilla, Consejería de Medio Ambiente de la Junta de Andalcía /
Universidad de Cádiz; pp. 52-58; TORREJÓN, CHAVES Juan: “El desarrollo del comercio interior: hacia
un mercado unificado (4. El monopolio de la sal.- 5. El largo proceso de desestanco de la sal.)”, en
GONZÁLEZ ENCISO, Agustín & MATÉS BARCO, Juan Manuel (coord.): Historia Económica de España.
Barcelona, Ariel, 2006; pp. 261-273.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 107

2. Sal y salinas en la bahía de Cádiz.

Históricamente, la Bahía de Cádiz ha sido el más importante centro productor


de sal marina en el litoral atlántico español; conformando, en unión del complejo
salinero de la costa mediterránea Torrevieja-La Mata, los mayores centros salineros
de España durante los siglos XVIII, XIX y XX.
La obtención de sal común en las marismas o albinas (terrenos inundados por
las mareas) de la Bahía de Cádiz se remonta a épocas muy lejanas, sin poderse pre-
cisar con rigor su antigüedad, y está asociada a la industria de las salazones de pes-
cado en las épocas feno-púnica y romana, destacando el afamado “garum gadita-
num”, que gozó de la más alta estima entre los manjares de Grecia y Roma en la épo-
ca clásica.
Durante el periodo hispano-musulmán, la sal gaditana surtió a la población de
al-Andalus y sirvió para la conservación de los atunes capturados en las almadrabas
(del árabe, al-madraba) situadas a lo largo de la costa atlántica. Entonces, como más
tarde, y aún hoy, las gaditanas eran las almadrabas más afamadas de todas las espa-
ñolas. Incluso, después de que el territorio fuera reconquistado por los cristiano a los
musulmanes, las salinas gaditanas siguieron suministrando a la población del reino
nazarí de Granada durante el siglo XV.
La tradición jurídica de Castilla consideraba que los lugares cubiertos por el agua
del mar en su mayor creciente de todo el año pertenecían a todos (res omnium), de
ahí que se hallasen sometidos al derecho patrimonial público; según se recoge en el
Título XXVIII, Leyes III y IV, del referido Código de Las Partidas (1256-1263); obra en
la que se armonizan las fuentes del derecho romano con el castellano. Al pertene-
cer, pues, la ribera del mar al dominio público, era potestad del monarca la conce-
sión de mercedes a sus súbditos para explotar pozos de sal y salinas.
Durante los siglos XV, XVI y XVII, las salinas de la costa atlántica andaluza se ha-
llaron en manos de nobles, instituciones eclesiásticas, municipios y particulares; in-
terviniendo la Corona únicamente en la percepción del impuesto de la alcabala so-
bre la venta del producto. Y, si bien “de iure” los terrenos sobre los que se construí-
an las salinas eran públicos, “de facto” se hallaban en manos privadas.
Además de satisfacer las necesidades locales y de las poblaciones cercanas, la
sal de la Bahía de Cádiz aprovisionó, preferentemente, a Galicia y a las pesquerías
del Cantábrico, a la costa del Reino de Granada, y a las almadrabas del litoral gadi-
tano (destacando entre éstas las de Conil y Zahara, que pertenecían al Ducado de
Medina Sidonia). Siempre, y en grandes cantidades, se exportó fuera del Reino.

3. La campaña anual.

Los preparativos de las fincas salineras para la labranza de sales se iniciaban por
lo común en abril o a principios de mayo, comenzándose por reparar los desperfectos
que habían ocasionados los aguajes, temporales e inundaciones del invierno ante-
rior. Estos indispensables trabajos consistían en recorrer las vueltas de afuera y los
muros, limpiar los depósitos de agua, reparar la casa, el salero, etc.
108 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

La temporada de obtención de la sal comenzaba en junio, aproximadamente, de-


pendiendo de las temperaturas y de la aparición de los muy favorables vientos de Le-
vante; prolongándose las sucesivas extracciones o rasas hasta finales de septiembre,
cuando solían comenzar las primeras lluvias. Era costumbre que los montones de sal
estuviesen cerrados para la festividad de San Miguel, el santo-patrón de los saline-
ros, que se celebra el 29 de tal mes. El producto que quedaba en el salero sufría, ade-
más de la merma natural de la sal nueva, los efectos de las lluvias del otoño, invier-
no y primavera; calculándose, sólo por esto último, una pérdida de 1/6 poco más o
menos del total.

4. El cómputo de la sal.

Tradicionalmente, la sal era medida en cuartillos 4, celemines 5, fanegas 6, ca-


híces 7, y lastres 8. El lastre, que fue la unidad de cómputo de la sal gaditana expor-
tada, es un término lingüístico que se halla en conexión íntima con el medio de trans-
porte marítimo y proviene del alemán “last” (carga o peso).
Las Cortes del Trienio Constitucional advirtieron en el art. 15 de su decreto de 29
de junio de 1822, que el Gobierno presentaría en la siguiente legislatura su opinión
de si se debería vender la sal por peso, en vez de hacerlo por volumen; lo que no
pudo llevarse a cabo. En un Real decreto de 3 de agosto de 1834 se estableció que
la sal se vendería en adelante sólo por peso que sería uniforme en todas partes. La
razón de esta nueva norma radicaba en el hecho de que, con los cambios de tiem-
pos húmedos y secos, la sal varía más su volumen que su peso, en relación con la
mayor o menor humedad y sequedad medioambiental. La unidad de peso adoptada
fue el quintal 9, con sus divisiones en arrobas 10, libras 11 y onzas12. Veinte quinta-
les constituían una tonelada 13. Hasta muy avanzado el siglo XIX no empezó a uti-
lizarse el kilogramo como unidad de peso, a causa de tanto como se dilató en Espa-
ña la plena incorporación del Sistema Métrico Decimal.

4 Medida de capacidad para áridos, cuarta parte de u celemín, equivalente a 1.156 mililitros aprox.
Medida de capacidad para áridos, que tiene cuatro cuartillos y equivale en Castilla a 4,625 litros aprox.
Medida de capacidad para áridos que, según el marco de Castilla, tiene 12 celemines y equivale a 55
litros y medio; pero es muy variable según las diversas regiones de España.
5 Medida de capacidad para áridos, de distinta cabida según las regiones. El de Castilla tiene 12 fanegas
y equivale a 666 litros aprox.
6 Carga compuesta de 4 cahíces o 48 fanegas de sal [acepción no contenida en el Diccionario de la Real
Academia]. El lastre equivale a 2 toneladas comunes. La tonelada común es el volumen que ocupan 20
quintales de agua, equivaliendo a 42 pies cúbicos españoles y 646.378 millonésimas. La tonelada legal
para las naves que marchaban a América equivalía a 70 pies cúbicos y 18.945 cien milésimas.
7 Medida de peso de 4 arrobas o 100 libras, equivalente a 46 kilogramos aprox.
8 Medida de peso de 25 libras, cuarta parte del quintal, equivalente a 11 kilogramos y 502 gramos.
9 Veinticincoava parte de la arroba, equivalente a 460 gramos aprox.
10 Dieciseisava parte de la libra, equivalente a 287 decigramos aprox.
11 Equivalente a 920 kilogramos aprox.
12 El Diccionario de la Lengua Española define la parihuela como el “Artefacto compuesto de dos varas
gruesas como en las de la silla de manos, pero más cortas, con unas tablas atravesadas en medio en for-
ma de mesa o cajón, en el cual colocan el peso o carga para levarla entre dos”.
13 La característica peculiar de poseer dos proas, era consecuencia de la imposibilidad de maniobrar en
redondo en los estrechos caños que circundan las salinas.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 109

5. El proceso químico de formación de la sal marina en las salinas gadita-


nas.

Las aguas libre ingresan en las salinas, a través de las compuertas, con una den-
sidad media de alrededor de 3 grados de la escala hidrométrica de Baumé (Bé) y lle-
gan a alcanzar, en los tajos o cristalizadores los 28 grados Bé, después de haber tran-
sitado por las vueltas de lucios, vueltas de retenida, vueltas de periquillo, y los ca-
nales de cabeceras de los tajos.
La secuencia del proceso de evaporación (paso del estado líquido al gaseoso,
mediante la absorción del calor latente) del agua o disolvente y del proceso de pre-
cipitación (producción de una fase sólida separable en el seno de un medio líquido)
de las sales y otros materiales disueltos, es la siguiente:

Primera fase (de 5 a 7 grados Bé)


Las aguas marinas libres, que provienen de los caños de alimentación exterio-
res, se evaporan en una cantidad que se aproxima al 50 por 100 del volumen total
de agua. Casi no existe sedimentación de sales, pero sí de los materiales en suspen-
sión. El proceso tiene lugar en el estero.

Segunda fase (de 7 a 12 grados Bé)


La evaporación sobrepasa el 18 por 100 del volumen inicial del agua, precipi-
tándose la totalidad de los óxidos de hierro y el 55 por 100 del carbonato cálcico.
El proceso ocurre en las vueltas de lucio.

Tercera fase (de 12 a 18 grados Bé)


Se evapora alrededor del 15 por 100 del volumen inicial del agua. A los 15 gra-
dos Bé comienza la precipitación del sulfato cálcico, del que se deposita el 60 por
100; mientras que prosigue la precipitación del resto del carbonato cálcico al al-
canzarse los 16 grados Bé. El fenómeno sucede en las vueltas de retenida.

Cuarta fase (de 18 a 24 grados Bé)


Se evapora alrededor del 5 por 100 del volumen inicial del agua, precipitándo-
se el 25 por 100 del sulfato cálcico. Esto se da en las vueltas de periquillo y en los
canales de cabecera.
Cuando se alcanzan los 22 grados Bé, las aguas adquieren un color sonrosado,
como consecuencia de la presencia abundante de la artemia salina: un crustáceo de
pequeño tamaño y color rojizo que vive en las aguas salobres e hipersalinas, cuya
talla en la fase adulta no alcanza el centímetro.

Quinta fase (de 24 a 28 grados Bé).


Las aguas llegan a los tajos a través de los canales de cabecera con 24 grados
Bé, aproximadamente. Estas aguas se denominan lejías, que evaporan entre el 5’5 y
el 6 por 100 del volumen inicial del agua.

Al alcanzarse la concentración de los 26 grados Bé, la casi totalidad del cloru-


ro sódico se precipita, así como el restante 15 por 100 del sulfato cálcico. Simultá-
Cuadro I – Composición de las aguas madres en grados Baumé (Bé). Salinas de la Bahía de Cádiz.
110

Composición molecular
(Gr/L) . . . . . . . .20 . . . . . .21 . . . . . .22 . . . . . .23 . . . . .23,5 . . . . . .24 . . . . . .25 . . . . . .26 . . . . .26,5 . . . . . .27 . . . . .27,3 . . . . . .28 . . . . .28,1 . . . . .28,4 . . . . . .29
Carbonato
códico (CONa) . .- . . . . .0,08 . . . . .0,16 . . . . .0,21 . . . . .0,25 . . . . .0,26 . . . . .0,28 . . . . .0,30 . . . . .0,35 . . . . .0,54 . . . . .0,63 . . . . .0,66 . . . . .0,66 . . . . .0,83 . . . . .0,86
Carbonato cálcico
(COCa) . . . . .0,25 . . . . .0,18 . . . . .0,11 . . . . .0,05 . . . . . . . .- . . . . . . . .- . . . . . . . .- . . . . . . . .- . . . . . . . .- . . . . . . . .- . . . . . . . .- . . . . . . . .- . . . . . . . .- . . . . . . . .- . . . . . . . .-
Sulfato Cálcico
(SOCa) . . . . .3,36 . . . . .2,98 . . . . .2,60 . . . . .2,22 . . . . .2,03 . . . . .2,02 . . . . .2,00 . . . . .1,99 . . . . .1,87 . . . . .1,67 . . . . .1,59 . . . . .0,82 . . . . .0,72 . . . . .0,67 . . . . .0,53
Sulfato magnésico
(SOMg) . . . .15,62 . . . .16,72 . . . .17,80 . . . .18,91 . . . .19,46 . . . .19,99 . . . .21,05 . . . .22,12 . . . .27,53 . . . .35,95 . . . .39,54 . . . .49,30 . . . .50,69 . . . .54,72 . . . .63,22
Cloruro magnésico
(ClMg) . . . . .2,25 . . . .24,80 . . . .26,36 . . . .27,92 . . . .28,70 . . . .29,47 . . . .31,02 . . . .32,54 . . . .41,08 . . . .53,10 . . . .58,48 . . . .71,13 . . . .72,94 . . . .80,36 . . . .92,31
Cloruro potásico
(ClK) . . . . . . .4,78 . . . . .5,10 . . . . .5,42 . . . . .5,74 . . . . .5,90 . . . . .6,06 . . . . .6,36 . . . . .6,67 . . . . .8,43 . . . .10,84 . . . .11,88 . . . .14,36 . . . .14,72 . . . .15,97 . . . .17,42
Cloruro sódico
(ClNa) . . . .189,65 . . .202,77 . . .215,89 . . .229,01 . . .235,58 . . .241,62 . . .253,88 . . .266,09 . . .255,94 . . .239,02 . . .230,44 . . .208,99 . . .205,92 . . .196,41 . . .179,62
Bromuro sódico
(Br Na) . . . . .0,55 . . . . .0,59 . . . . .0,63 . . . . .0,67 . . . . .0,69 . . . . .0,77 . . . . .0,77 . . . . .0,82 . . . . .1,01 . . . . .1,28 . . . . .1,36 . . . . .1,68 . . . . .1,73 . . . . .1,87 . . . . .2,08

Total Sales 237,46 . . .253,22 . . .268,97 . . .284,73 . . .292,61 . . .300,19 . . .315,36 . . .330,53 . . .336,21 . . . .42,40 . . .343,92 . . .346,94 . . .347,38 . . .350,83 . . .356,04
HO . . . . . .923,64 . . .917,60 . . .911,55 . . .905,51 . . .902,49 . . .899,77 . . .894,32 . . .888,87 . . .888,29 . . .888,10 . . .889,58 . . .893,56 . . .894,12 . . .894,27 . . .895,63
TOTAL . .1.161,10 .1.170,82 .1.180,52 .1.190,24 .1.195,10 .1.199,96 .1.209,68 .1.219,40 .1.224,50 .1.230,50 .1.233,50 .1.240,50 .1.241,50 .1.245,10 .1.251,67
NOTAS:
El sulfato cálcico hidratado precipita a 11,96 º Bé (CaSO2HO).
La sal precipita a 26º Bé (ClNa).
Los sulfatos precipitan a 28,53º Bé.
El sulfato cálcico (SOCa) precipita en forma finísima al aumentar bruscamente las densidades.
Las sales magnésicas y el sulfato ponen la sal húmeda y brumosa.
Si se deja concentrar el agua hasta los 25º Bé se separan el óxido de hierro, el carbonato cálcico y el yeso.
Al iniciarse el proceso de evaporación, se deposita en una primera fase el sulfato cálcico (SOCa) en forma de yeso y de anhídrido; seguidamente lo efectúa la sal común en casi su
totalidad, y en la última fase, cuando la evaporización es casi total, se depositan las sales potásicas y magnésicas mezcladas siempre con sal gema.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 111

Cuadro II – Porcentaje de evaporación del agua de Cuadro III – Componentes químicos de la sal
mar en las salinas marítimas de la Bahía de Cádiz. gaditana. Distribución porcentual media.

PARTES DE LAS SALINAS . . . .PORCENTAJES COMPONENTES . . . . .PORCENTAJES


Estero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .47’6 % Cloruro sódico (ClNa) . . . . . . .94,50 %
Lucios . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18’2 % Sulfato cálcico (SO4Ca) . . . . . . 0,40 %
Retenidas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14’6 % Sulfato magnésico (SO4Mg) . . 0,25 %
Periquillos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4’8 % Cloruro magnésico (Cl2Mg) . . . 0,25 %
Cristalizadores . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5’4 % Residuos insolubles en agua . . 0,10 %
TOTAL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .90’6 % Humedad . . . . . . . . . . . . . . . . 4,50 %

neamente, comienza la precipitación del bromuro sódico y las sales de magnesio;


si bien en cantidades poco apreciables. Estas reacciones tienen lugar en los tajos o
cristalizadores.
Los tajos, durante el proceso de cuajado de la sal, han de ser alimentados, para
que no quedar en seco. Un especial cuidad se ponía en que las aguas lejías no so-
brepasaran los 28 grados Bé, pues una mayor graduación proporcionaba una pro-
porción mayor de sales magnésicas, en depreciación del cloruro sódico (Cuadro I)
(Cuadro II).
Con relación a la composición química de la sal cosechada, los resultados aquí
aportados corresponden a sales nuevas, después de haber transcurrido varios meses
desde la extracción. Ha de considerarse que tal composición está sujeta a diversas
variaciones, entre las cuales son las más destacables las condiciones meteorológicas
y los cuidados y aciertos en la alimentación de los cristalizadores con las aguas le-
jías. Los datos reflejados corresponden a una distribución porcentual media (Cuadro
III).

6. Cargas y transportes

Se entienden por cargadas las operaciones de carga de la sal, desde los monto-
nes hasta las embarcaciones.
La operación de carga era dirigida por el capataz de la salina, quien elegía a los
cargadores y estipulaba el jornal que éstos cobrarían. Comenzaba el capataz gober-
nando el montón existente en el salero, disponiendo sus cortes y ordenando las ac-
tividades de paleros y cargadores.
La sal era cargada con palas en las parihuelas 14, que servían además de para el
transporte manual, para medir la sal acarreada. Los dependientes de la Renta fisca-
lizaban todo el proceso de la cargada vigilando que no se cometiesen fraudes, bien
se hiciera de cuenta de la Renta o para la extracción del Reino. Las obligaciones de
estos fieles de cargadas eran las de pasar el rodo o rasero a la parihuela, debiendo
ésta descubrir sus hierros con el fin de que la sal estuviera a ras o igualdad en la su-
perficie –cuidando así de la integridad de la medida–, controlar los cargamentos, y

14 Se entiende por tajería el conjunto de tajos o cristalizadores de una salina. El tajo regular y mayorita-
riamente generalizado era un cuadrado de 8 varas lineales de lado. En cada salina, los conjuntos dife-
renciados de tajos se denominan partidas, que recibían sus correspondientes nombres. La vara era una
medida de longitud que, en el sistema de Castilla, se dividía en tres pies o cuatro palmos y era equiva-
lente a 835 milímetros y 9 décimas.
112 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

asentarlos en el librete, dejando en éste constancia firmada. Éste quedaba en poder


del capataz de la salina, sirviendo sus asientos de comprobación para la liquidación
de las cuentas anuales de cada uno de los cosecheros de la ribera.
Como eran muy pocas las salinas a cuyos muelles pudieran atracar embarca-
ciones de cierto porte, la sal transportada en las parihuelas era cargada en faluchos
y en unas embarcaciones de vela de escaso calado y muy panzudas, denominadas
candrays, que llevaban el producto, a través de los caños, hasta los barcos mayores
que se hallaban al ancla en la Bahía de Cádiz. Los candrays tenían la particularidad
de tener dos proas 15, su vela era latina y poseían una eslora máxima de entre 17 y
18 metros, una manga de alrededor de los 5 metros, y un puntal de un metro, apro-
ximadamente. Su tripulación estaba compuesta por un patrón y tres o cuatro mari-
neros. Este barqueo intermedio y obligado de los candrays representaba un aumen-
to considerable de los costes del transporte.
Las cargadas en las salinas eran dependientes de las mareas y de los vientos –las
características de los caños o pequeños brazos de mar que permitían acceder a las
fincas eran elementos determinantes–, teniendo que despacharse con prontitud para
que las embarcaciones tuviesen agua suficiente para navegar; pues, de no ser así, era
preciso que los dependientes de la Renta y el capataz correspondiente custodiasen
la sal embarcada, hasta la marea siguiente. Una vez que las embarcaciones partían
de las salinas, correspondía a los patrones de los barcos que conducían la sal a los
navíos situados en la bahía, entregar la carga al completo, tal como la habían reci-
bido, soportando los gastos de las faltas que ocurriesen.

Las disputas entre los capataces de las salinas y los dependientes de la Renta es-
taban a la orden del día; pues los empleados públicos en ocasiones abusaban de su
autoridad, mientras que los capataces querían gobernar en todo las operaciones que
se efectuaban en sus salinas. Las diferencias se hallaban principalmente en la selec-
ción de los trabajadores que debían efectuar las cargadas, y en quién debía ordenar
la saca de la sal de una u otra parte del montón –aspecto éste de gran importancia,
pues podría existir en los montones sal vieja y sal nueva–. A este respecto, los ca-
pataces pretendían que la Renta se llevara la sal más reciente, transportada al mon-
tón poco tiempo atrás desde las barachas, a la que faltaba aún quince o veinte días
de enjugo.
Otro objeto de discusión permanente entre capataces y dependientes de la Ren-
ta estaba en que era muy frecuente que éstos pasaran el rodo a las parihuelas de for-
ma que ésta no descubriese sus hierros, como estaba preceptuado, dejando por tan-
to encima tres o cuatro dedos de sal, con perjuicio del vendedor y evidente benefi-
cio de la Renta.
Las operaciones de carga y transporte producían mermas del producto. Para com-
pensar estas pérdidas, la Renta estableció que, por cada 120 fanegas (la denomina-
da redonda) entregadas por los dueños de salinas en sus cargamentos, se añadieran
obligatoria y gratuitamente 5 fanegas de exceso.
El tema de la facilidad que cada salina ofrecía para la carga era de primordial im-

15 Estas 33 nuevas salinas fueron: “Ntra. Sra. de los Dolores”, “San Gabriel”, “San Miguel”, “San Vicen-
te Ferrer”, “Santa María Magdalena”, “Ntra. Sra. de los Santos”, “Santa Margarita”, “Ntra. Sra. de la Rosa”,
“Ntra. Sra. de Regla”, “Ntra. Sra. de San Miguel de la Rosa”, “Ntra. Sra. del Pilar”, “Ntra. Sra. de Balva-
nera”, “San Patricio”, “San Agapito”, “San Pedro”, “San Judas”, “San Francisco de Asís”, “Los Ángeles Cus-
todios”, “San Cayetano”, “Ntra. Sra. de los Ángeles”, “Belén y Ánimas”, “San Salvador”, “Jesús María y
José y Carmen”, “San Blas”, “San Tadeo”, “San Felipe”, “Santiago”, “Santa Bárbara”, “San Pascual Bailón”,
“San León”, “Dulce Nombre de María”, “Carmen nuevo”, y “San Juan Nepomuceno”.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 113

Cuadro IV – Salinas del Partido de Cádiz, clasificadas en atención a la facilidad que ofrecían a los car-
gamentos, según los vientos y mareas.
CARATERÍSTICAS; –SALINASa
1.- Salinas que estaban en 3.- Salinas a las que podía 6.-Salinas con variados proble-
proporción para cargar en todo arribarse con cualquier viento, mas de acceso a sus caños.
viento y marea, ya que en pero no en todas las mareas. - “Santa Cruz” (3)
cualquier circunstancia podían - “San Rafael” (31) - “Santa Ana” (6)
llegar a ellas los barcos. - “Carmen Nuevo” (33) - “Santa Teresa” (7)
- “San Miguel de la Rosa” (32) - “Ntra. Sra. de la Concep- - “Hacienda Chica” (8)
- “Ntra. - Sra. del Pilar” (37) ción”(34) - “El Águila” (9)
- “Ntra. Sra. de la Balvanera” - “Ntra. Sra. de la Esperanza” - “Ntra. Sra. del Carmen” (10)
(38) (35) - “La Talanquera” (11)
- “Ntra. Sra. de los Dolores” - “Ntra. Sra. de Belén” (36) - “Santa Rita” (12)
(56) - “San Juan Nepomuceno” (54) - “San Francisco Javier” (13)
- “San Gabriel” (58) - “Roquera” (55) - “San Diego” (14)
- “San Agustín” (59) - “Ntra. Sra. del Pópulo” (15)
- “San León” (16)
2.- Salinas que podían cargar en - “Santo Cristo de la Misericor-
todo viento y marea, excepto dia” (17)
con viento fuerte de Levante. - “San Patricio” (18)
4.- Salinas en las que podía - “Perla” (19)
- “San Antonio” (2) cargarse con todo viento y - “Balvanera de San José” (20)
- “Santísima Trinidad” (4) Levante flojo, en la primera - “Dulce Nombre de María”
- “La Isleta” (5) repunta del aguaje. (21)
- “La Pastora” (24) - “Ntra. Sra. de la O” (1) - “La Atravesada” (22)
- “ Ntra. Sra. del Rosario” (29) - “San Vicente” (39) - “San Fernando” (23)
- “Santo Domingo” (30) - “San Miguel” (57) - “San José” (64)
- “Santa María Magdalena”(40) - “San Pascual Bailón” (60) - “Polvera” (25)
- “Ntra. Sra. de los Santos” (41) - “Santa Bárbara” (61) - “Jesús, María y José y Carmen”
- “San Agapito” (42) (53)
- “Santa Margarita” (43)
- “San Francisco de Asís” (44)
- “San Pedro” (45)
- “San Judas” (46) 5.- Salinas cuyos caños eran
- “Los Ángeles Custodios” (47) accesibles sólo con ciertos a El repuesto está
- “San Tadeo” (48) vientos y mareas. realizado en razón de
- “San Blas” (49) 5 a 4 respecto del
- “Ánimas” (26) reparto; es decir, por
- “San Cayetano” (50) cada 4 cahíces de
- “Ntra. Sra. de Regla” (27)
- “Ntra. Sra. de los Ángeles” reparto corresponde
- “Ntra. Sra. de Rosa” (28)
(51) retener 5 de repuesto.
- “Belén y Ánimas” (52)
- “Santiago” (62)
- “San Felipe” (63) Elaboración propia.

portancia, hasta el punto de ser el elemento más valorado de una finca salinera. El
condicionante básico era la bondad del caño de acceso, por la mayor facilidad de
su navegación, calado y comunicación con la bahía. En ésta existen cuatro buenos
caños, llamados “Río Arillo”, “Río del Puente” o “Caño de Santi Petri”, “Caño de Min-
guéz”, y “Caño del Molino”.
En atención a esto, las fincas pueden ser divididas en seis grupos (Cuadro IV):

1.º Salinas que estaban en proporción para cargar en todo viento y marea, ya que
en cualquier circunstancia podían llegar a ellas los barcos.
2.º Salinas que podían cargar en todo viento y marea, excepto con viento fuerte
de Levante.
3.º Salinas a las que podía arribarse con cualquier viento, pero no en todas las ma-
reas.
4.º Salinas en las que podía cargarse con todo viento y Levante flojo, en la pri-
114 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

mera repunta del aguaje.


5.º Salinas cuyos caños eran accesibles con ciertos vientos y mareas.
6.º Salinas con problemas variados de acceso a sus caños.

En el año de 1766 fue creada la Administración de Cargadas de las salinas de


la Ribera, con el objeto de poner orden en las medidas con que se hacían los car-
gamentos en perjuicio de la Hacienda, por las significativas faltas del producto que
se detectaba en los alijos de las sales cuando llegaban a sus destinos y volvía a me-
dirse. Fue entonces cuando se estableció una parihuela de fanega (48 de las cuales
componían un lastre), cuyo uso se impuso obligatoriamente en todas las salinas de
la ribera de Cádiz; remediándose con ello en la mayor parte los abusos que se ha-
bían introducido hasta entonces.

7. El siglo XVIII.

Durante el Setecientos se produjo una importante expansión de la sal gaditana,


que fue consecuencia de la nueva política económica, de fundamentos mercantilis-
tas, desarrollada por la nueva dinastía de los Borbones. El centralismo político y las
reformas administrativas propiciaron un aumento general de la población y de las ac-
tividades económicas, destacando –en lo concerniente a la sal– el auge de la nave-
gación y del comercio marítimo. A este respecto, debe resaltarse que, en 1717, fue
trasladada desde Sevilla a la ciudad de Cádiz la Real Casa de la Contratación (orga-
nismo que controlaba el monopolio con América), lo que convirtió a su puerto en
el más importante de todo el Imperio español.
Durante el siglo XVIII se reforzó el estanco de la sal, administrado por la deno-
minada Renta de Salinas, del grupo de las Rentas Estancadas, perteneciente a la Di-
rección General de Rentas, subordinada a la Superintendencia de Hacienda, en el
seno de la Secretaría de Estado de Hacienda.

Surtidos: repartos y repuestos.


La Real Hacienda ejercía un poder omnímodo sobre las salinas y la sal. Desde
la Dirección General se prevenía al Administrador General de la Renta de la Sali-
nas de Cádiz las cantidades del producto que se precisaban de este Partido para
atender los surtidos que se les señalaban. Seguidamente, dicho Administrador pasaba
una comunicación a los Diputados del denominado Gremio de Cosecheros de Sal,
informándole del total prefijado para que lo distribuyesen entre todas las salinas, bajo
un mismo criterio. Así, cada finca conocía de antemano las cantidades de sal que de-
bía poner a disposición de la Renta.
Los surtidos demandados para ser posteriormente distribuidos por los alfolíes de
la Península eran calculados en atención a dos aspectos: 1) El denominado reparto,
que era la cantidad que se suponía necesaria, según el cálculo global prefijado por
la misma Renta para la totalidad del aprovisionamiento del año en curso; y 2) El lla-
mado repuesto, para atender las urgencias que pudieran presentarse hasta la cose-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 115

cha del año siguiente. Con el repuesto, la Hacienda se aseguraba también que la sal
tuviese bastante tiempo de fabricada, con lo que ganaba en calidad y valor; si bien
el precio que abonaba a los salineros era el mismo que el pagado por la sal nueva.
Cuando ya se conocían los resultados de la cosecha del año, la Renta comuni-
caba a los cosecheros gaditanos las cantidades correspondientes al surtido y al re-
puesto, en atención a la cantidad de sal que debería proporcionar el Partido de Cá-
diz (Cuadro V). El total se distribuía entre todas las salinas existentes atendiéndose

Cuadro V – Reparto a y repuesto b efectuados por los Diputados del Gremio de Cosecheros de Sal, del
Partido de Cádiz, con arreglo a 16.000 y 20.000 cahíces, respectivamente, según lo ordenado por el Ad-
ministrador General de la Renta de la Sal, para el año 1792.
Nº Nombre Reparto Repuesto Deuda de Total a retener
de la salina repartos por los
anteriores cosecherosc
d
1 . . . . .Ntra. Sra. de la O . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
2 . . . . .San Antonio . . . . . . . . . . . . . . . . . . .415 . . . . . . . . .519 . . . . . . 821 _ . . . . . 1.755 _
3 . . . . .Santa Cruz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .312 . . . . . . . . .390 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . 702
4 . . . . .Santísima Trinidad . . . . . . . . . . . . . .240 . . . . . . . . .300 . . . . . . 692 _ . . . . . 1.232 _
5 . . . . .Isleta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .629 . . . . . . . . .786 . . . . . . . .1.264 . . . . . . . .2.679
6 . . . . .Santa Ana e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . 233 _ . . . . . . 233 _
7 . . . . .Santa Teresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . .254 . . . . . . . . .318 . . . . . . . . 798 . . . . . . . .1.370
8 . . . . .Hacienda Chica . . . . . . . . . . . . . . . .295 . . . . . . . . .369 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 664
9 . . . . .Águila f . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
10 . . . .Ntra. Sra. del Carmen . . . . . . . . . . .247 . . . . . . . . .309 . . . . . . 489 _ . . . . . 1.045 _
11 . . . .Talanquera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .203 . . . . . . . . .254 . . . . . . 545 _ . . . . . 1.002 _
12 . . . .Santa Rita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .296 . . . . . . . . .370 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . 666
13 . . . .San Francisco Javier . . . . . . . . . . . . .328 . . . . . . . . .410 . . . . . . . . 862 . . . . . . . .1.600
14 . . . .San Diego . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .352 . . . . . . . . .440 . . . . . . . . 862 . . . . . . . .1.654
15 . . . .Ntra. Sra. del Pópulo . . . . . . . . . . .354 . . . . . . . . .442 . . . . . 1.255 _ . . . . . 2.051 _
16 . . . .San León . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .295 . . . . . . . . .369 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 664
17 . . . .Santo Cristo de la Misericordia . . . .240 . . . . . . . . .300 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 540
18 . . . .San Patricio . . . . . . . . . . . . . . . . . . .343 . . . . . . . . .429 . . . . . . . .1.332 . . . . . . . .2.104
19 . . . .Perla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .392 . . . . . . . . .490 . . . . . 1.163 _ . . . . . 2.045 _
20 . . . .Balvanera de San José . . . . . . . . . . .260 . . . . . . . . .325 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 585
21 . . . .Dulce Nombre de María g . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
22 . . . .Atravesada h . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 958 . . . . . . . . 958
23 . . . .San Fernando . . . . . . . . . . . . . . . . . .500 . . . . . . . . .624 . . . . . . . .1.220 . . . . . . . .2.344
24 . . . .La Pastora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .494 . . . . . . . . .618 . . . . . . . 9 _ . . . . . 1.121 _
25 . . . .Polvera i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
26 . . . .Ánimas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .266 . . . . . . . . .333 . . . . . . . . 420 . . . . . . . .1.019
27 . . . .Ntra. Sra. de Regla j . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
28 . . . .Ntra. Sra. de la Rosa . . . . . . . . . . . .246 . . . . . . . . .307 . . . . . . 838 _ . . . . . 1.391 _
29 . . . .Ntra. Sra. del Rosario . . . . . . . . . . . .330 . . . . . . . . .413 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 743
30 . . . .Santo Domingo . . . . . . . . . . . . . . . .225 . . . . . . . . .281 . . . . . . . . 426 . . . . . . . . 932
31 . . . .San Rafael . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .341 . . . . . . . . .427 . . . . . . . .1.126 . . . . . . . .1.894
32 . . . .San Miguel de la Rosa . . . . . . . . . . .246 . . . . . . . . .307 . . . . . . . . 830 . . . . . . . .1.383
33 . . . .Ntra. Sra. del Carmen nuevo . . . . . .300 . . . . . . . . .375 . . . . . 1.011 _ . . . . . 1.686 _
34 . . . .Ntra. Sra. de la Concepción . . . . . . .236 . . . . . . . . .295 . . . . . . . . 668 . . . . . . . .1.199
35 . . . .Ntra. Sra. de la Esperanza k . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 741 . . . . . . . . 741
36 . . . .Ntra. Sra. de Belén l . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.504 . . . . . . . .1.504
37 . . . .Ntra. Sra. del Pilar . . . . . . . . . . . . . .348 . . . . . . . . .434 . . . . . 1.095 _ . . . . . 1.877 _
38 . . . .Ntra Sra. de Balvanera . . . . . . . . . . .236 . . . . . . . . .296 . . . . . . . . 770 . . . . . . . .1.302
39 . . . .San Vicente m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
40 . . . .Santa María Magdalena . . . . . . . . . .248 . . . . . . . . .310 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 558
41 . . . .Ntra. Sra. de los Santos . . . . . . . . . .279 . . . . . . . . .349 . . . . . . . . 863 . . . . . . . .1.491
42 . . . .San Agapito . . . . . . . . . . . . . . . . . . .248 . . . . . . . . .310 . . . . . . . . 734 . . . . . . . .1.292
43 . . . .Santa Margarita n . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
44 . . . .San Francisco de Asís . . . . . . . . . . .233 . . . . . . . . .290 . . . . . . . . 534 . . . . . . . .1.057
45 . . . .San Pedro o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
46 . . . .San Judas p . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . 657 _ . . . . . . 657 _
47 . . . .Los Ángeles Custodios . . . . . . . . . . .233 . . . . . . . . .291 . . . . . . . . 578 . . . . . . . .1.102
48 . . . .San Tadeo q . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . 1.150 _ . . . . . 1.150 _
116 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Nº Nombre Reparto Repuesto Deuda de Total a retener


de la salina repartos por los
anteriores cosecheros
49 . . . .San Blas r . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.157 . . . . . . . .1.157
50 . . . .San Cayetano . . . . . . . . . . . . . . . . . .466 . . . . . . . . .583 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.049
51 . . . .Ntra. Sra. de los Ángeles s . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
52 . . . .Belén y Ánimas . . . . . . . . . . . . . . . .681 . . . . . . . . .851 . . . . . . . .1.684 . . . . . . . .3.216
53 . . . .Jesús, María y José y Carmen . . . . .185 . . . . . . . . .231 . . . . . . . . 251 . . . . . . . . 667
54 . . . .San Juan Nepomuceno . . . . . . . . . .122 . . . . . . . . .152 . . . . . . . . 187 . . . . . . . . 461
55 . . . .Roqueta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .223 . . . . . . . . .279 . . . . . . . . 137 . . . . . . . . 639
56 . . . .Ntra. Sra. de los Dolores . . . . . . . . .172 . . . . . . . . .216 . . . . . . . . 542 . . . . . . . . 930
57 . . . .San Miguel . . . . . . . . . . . . . . . . . . .391 . . . . . . . . .489 . . . . . . . . 963 . . . . . . . .1.843
58 . . . .San Gabriel . . . . . . . . . . . . . . . . . . .492 . . . . . . . . .615 . . . . . . 698 _ . . . . . 1.805 _
59 . . . .San Agustín . . . . . . . . . . . . . . . . . . .265 . . . . . . . . .331 . . . . . . . . 418 . . . . . . . .1.014
60 . . . .San Pascual Bailón . . . . . . . . . . . . .309 . . . . . . . . .387 . . . . . . . . 159 . . . . . . . . 855
61 . . . .Santa Bárbara . . . . . . . . . . . . . . . . .298 . . . . . . . . .373 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 671
62 . . . .Santiago . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .752 . . . . . . . . .940 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.692
63 . . . .San Felipe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .713 . . . . . . . . .890 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.603
64 . . . .San José . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .467 . . . . . . . . .583 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.050
65 . . . .San Rafael del Monte t . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
66 . . . .Jesús, María y José u . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
67 . . . .Ntra. Sra. de la Soledad v . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
68 . . . .Sagrado Corazón de Jesús x . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
69 . . . .San Juan Bautista z . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-
CAHÍCES TOTALES . . . . . . . . . . . . . . . . .16.000 . . . . . . .20.000 . . . . . . .32.651 . . . . . . 68.651

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa, Leg. 3.082.
Elaboración propia.

a De esta cantidad, se descontaban i No labró este año, pero debía sal a q No labró este año.
las cantidades de sal ya entregadas a la Renta a finales de 1791, por los
la Hacienda en el año en curso. repartos de aquél año. r Pertenecía a la Renta.

b No labró este año. j No labró este año, pero debía sal a s Pertenecía a la Renta.
la Renta a finales de 1791, por los t Pertenecía a la Renta.
c No labró este año, pero debía sal a repartos de aquél año.
la Renta a finales de 1791, por los u Pertenecía a la Renta.
repartos de aquél año. k Pertenecía a la Renta.
v Pertenecía a la Renta.
d No labró este año. l No labró este año.
x Las salinas del Estado eran
e No se incluyó en el reparto por m No labró este año. entonces 12: 9 en Puerto Real y 3 en
tener contratadas sus sales con la San Fernando. Las salinas de
Renta. b No labró este año, pero debía sal a
la Renta a finales de 1791, por los propiedad particular ascendían a 99:
f No labró este año, pero debía sal a repartos de aquél año. 53 en Puerto Real, 22 en San
la Renta a finales de 1791, por los Fernando, 21 en Chiclana de la
repartos de aquél año. o No labró este año, pero debía sal a Frontera y 3 en Cádiz.
la Renta a finales de 1791, por los
g Pertenecía a la Renta. repartos de aquél año. z En esta fecha ya no existía ninguna
salina de la Hacienda.
h No labró este año. p No labró este año, pero debía sal a
la Renta a finales de 1791, por los
repartos de aquél año.

a una cantidad fija sobre las varas cuadradas de la tajería 16 puesta en labor en el año
en curso; distribuyéndose así el total en proporción a la superficie de obtención de
la sal. El reparto estaba prorrateado en la razón de 6 cahíces y 1/6 de otro por cada
1.000 varas cuadradas de tajería, y el repuesto en la razón de 10 cahíces y _ de otro
por las mismas 1.000 varas (el repuesto se calculaba proporcionalmente al reparto).
Si por alguna razón, un fabricante se encontrara en descubierto de la sal que la Ha-
cienda le demandaba, en atención al reparto y al repuesto señalados, estaba obligado
a adquirir el producto en otra salina que la propia Renta le fijase y por el precio es-
tipulado.
A los propietarios de las salinas les estaba rigurosamente prohibida la venta del
producto –al por mayor o al por menor– en el interior del Reino y, para el exterior,

16 Al adquirir la Hacienda una salina de propietario particular, éste era indemnizado por el valor de la
finca y de la sal existente, previa tasación efectuada por peritos independientes.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 117

sólo podían efectuarla con el permiso previo de la Renta.

Ampliación del espacio salinero.


Para fomentar las cosechas de sal en Cádiz, la Real Hacienda estimuló a los par-
ticulares a que construyesen salinas en la ribera del mar y las labrasen, mostrando
una preferencia por la actividad privada en la obtención del producto. La razón por
la cual se incentivó la actividad de los particulares en la producción, en lugar de la
actuación directa del Estado, se debió a que fue considerada como la forma econó-
micamente más rentable para los intereses públicos; puestas siempre las miras en po-
der asegurar los aprovisionamientos del estanco y en conseguir los mayores ingre-
sos fiscales.
Como consecuencia de la Real orden de 19 de junio de 1767, en la que se de-
claró pertenecer a la Real Hacienda o al Común los terrenos que el mar bañara en
sus crecientes, y como tales se destinasen a salinas, se construyeron por varios par-
ticulares 33 salinas, entre el citado año de 1767 y el de 1777 17. Las concesiones para
levantar estas nuevas salinas se otorgaron a cambio de que sus dueños entregasen a
la Renta, en conjunto, 98.954 fanegas de sal. Ningún extranjero podía ser dueño de
salina, así como ningún empleado de la Renta.

Producción y productividad.
El incremento de la producción de sal en la Bahía de Cádiz durante el siglo XVIII
estuvo directamente relacionado con: 1º) La recuperación de salinas antiguas que ha-
bían sido abandonadas en otro tiempo; 2º) El incremento de la superficie de maris-
ma puesta en explotación, con la aparición de nuevas salinas.
En el estado actual de mis investigaciones, puedo afirmar que los rendimientos
de las fincas salineras gaditanas fueron de escala constante (la producción creció en
el mismo porcentaje que aumentaron todos los factores) o fueron, en ocasiones, de
escala decreciente (los costes de producción fueron proporcionalmente crecientes
en relación al aumento de los factores). En este último aspecto, el proceso produc-
tivo de la obtención de sal (que puede definirse como una agricultura mineral) era
semejante al de la agricultura extensiva de la época preindustrial, que no conseguía
incrementar la producción con la misma cantidad de tierra, a causa del retraso tec-
nológico.
La producción anual total de sal en la Bahía de Cádiz era extraordinariamente
dependiente de las condiciones climáticas que ocurrían entre los meses de junio a
septiembre ambos inclusive: temperaturas, características de los vientos, y precipi-
taciones (Cuadro VI). La tecnología permaneció invariable en el transcurso de todo
el siglo, continuándose con los métodos de trabajo tradicionales.
No he detectado ningún caso de rendimientos de escala creciente, cuando los
costes serían decrecientes en relación al aumento de los factores.

Salinas privadas y salinas públicas.


Durante el siglo XVIII, sólo existieron salinas en los términos municipales de Cá-
diz, Isla de León (denominada San Fernando a partir del 27 de noviembre de 1813)
y Puerto Real. Todas las fincas estuvieron en manos privadas hasta que, a finales del
siglo, algunas pasaron a ser de propiedad pública: las llamadas Salinas del Rey. Las

17 Fue en 1750 cuando dio principio la administración directa de la Renta por la Real Hacienda.
118 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Cuadro VI – Sales labradas en el año de 1789 en las salinas de la Ribera de Cádiz.

Salinas Cahíces de Cahíces Sal nueva Sal vieja


a 12 cargados por en en
fanegas la Renta existencia existencia

Las cinco pertenecientes a la Renta . . . . . . . . . . . . . . . .7.220 . . . . .2.636 . . . . .4.584 . . . . . . . . .-


Las sesenta y cuatro de los cosecheros particulares 123.848 . . . .17.070 . . .106.778 . . . .42.364
CAHICES TOTALES . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .131.068 . . . .19.706 . . .111.362 . . . .42.364

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa, Leg. 3.082.

Elaboración propia.

fincas que se transfirieron a manos de la Hacienda lo fueron por adjudicación efec-


tuada a su favor por sentencia judicial, o en virtud de ofrecimientos de venta efec-
tuados por sus propietarios 18.
En el primer caso, se encontraban cuatro salinas que fueron de Gabriel Alonso
de Herrera, nombradas “Sagrado Corazón de Jesús”, “Ntra. Sra. de la Soledad”, “El
Dulce Nombre de Jesús”, y “San Rafael del Monte”, la primera en la Isla de León y
las tres restantes en Puerto Real.
En el segundo caso, la Hacienda compró directamente a la casa de comercio de
Cádiz “Llera Hermanos y Martínez” la salina “San Vicente” en la Isla de León, en el
verano de 1791, por 81.563 reales y 20 maravedís, según fue tasada por distintos pe-
ritos; incluyéndose en este valor toda la finca, la casa, las sales existentes en los ta-
jos, así como los utensilios y pertrechos que había en ella para la fabricación de sa-
les, su medición y embarque; de todo lo cual se formó el oportuno inventario. Las
sales que se hallaban en existencia fueron adquiridas por la misma Renta, a 26 rea-
les cada lastre. También fueron de propiedad pública, por adquisición de la Renta,
las salinas “San Juan Bautista”, “Jesús, María y José”, “Polvera”, “Ntra. Sra. de la O”,
“San León”, “Ntra. Sra. del Rosario”, y “Santo Domingo”.
En un principio, no fue intención de la Hacienda que las salinas del Rey fuesen
explotadas directamente por la Renta. Se sacaban a pública subasta, para que los in-
teresados ofrecieran posturas al respecto. Una vez que se adjudicara, la Hacienda
efectuaba una contrata, escriturada ante escribano público, en la que se estipulaban
las condiciones de la misma. Entre las condiciones pactadas, se hallaba la garantía,
por parte de la Renta, de asegurar a los arrendatarios la adquisición, a un precio fijo,
de toda la sal que produjesen. Fue usual que se adelantara dinero público y a cuen-
ta de la cosecha, a los salineros que explotaban por su cuenta las salinas públicas,
para que pudiesen producir sal en las mismas. En el caso de que nadie acudiera al
concurso, era la Hacienda la que se hacía cargo de la explotación directa de las sa-
linas gestionándolas por administración.
Cada salina era conocida, además de por su nombre, por un número que le era
asignado por la Administración de la Renta del Partido de Cádiz 19. Los propietarios
privados estaban agrupados en el anteriormente referido Gremio de Cosecheros de

18 La locución “a coste y costas”, está definida en el Diccionario de la Lengua Española “por el precio
y gastos que tiene una cosa; sin ganancia ninguna”.
19 TORREJÓN CHAVES, Juan: “Apartado Histórico”, en BARRAGÁN MUÑOZ, J. M. (coord.) Estudios para
la ordenación, planificación y gestión integradas de las zonas húmedas de la Bahía de Cádiz. Barcelona,
Oikos-Tau, 1996; p. 252.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 119

Sal o Cuerpo de Fabricantes de Sales, al frente del cual se encontraban los referi-
dos Diputados, quienes colaboraban con los administradores de la Renta en el es-
tricto control que ésta mantenía, y servían de intermediarios entre la misma y los co-
secheros. En una Real Resolución de 26 de octubre de 1787, se estableció que es-
tos diputados fuesen elegidos anualmente, por mayoría de votos de los dueños de las
salinas privadas, en presencia del Administrador y del Escribano Mayor de Rentas; y
se contempló la posibilidad de que recibiesen una gratificación o sueldo por su tra-
bajo, a lo que no convino el gremio. También existió la intención de dotar a éste de
unas Ordenanzas o Reglamento, en el que se comprendieran sus obligaciones, y las
reglas y métodos que deberían observarse en su gobierno, y en el manejo de las sa-
linas.

Precios e impuestos.
A cambio de sus sales, la Hacienda pagaba a los cosecheros exclusivamente “por
el coste y costas de fábrica” 20. Entre los años 1756 y 1764, se pagó a 17, 19, 20, 22
y 25 reales de vellón el lastre, según se conceptuó la variación del coste por la la-
bor de sus sales a cada fabricante.
Desde 1764, las sales del “reparto” se abonaron por la Hacienda a 2 pesos es-
cudos el lastre –30 reales–, cuando la que exportaban los cosecheros se llegaba a
vender hasta a 6 pesos escudos el lastre –90 reales–, puesta a bordo de los bajeles.
Desde esta última fecha, el precio pagado por la Renta se mantuvo sin alteración has-
ta el año de 1787. Como la Real Hacienda tenía la potestad de tomar las sales en los
tiempos y modos que quisiera, los cosecheros soportaban costes adicionales al abo-
nar la Renta el precio estipulado, cuando había pasado el invierno y las sales exis-
tentes de la cosecha anterior habían sufrido mermas; lo que podían elevar el valor
real del producto hasta los 43 o 45 reales –3 pesos escudos–.
Ante las reclamaciones de los cosecheros, quienes se quejaban de sufrir fuertes
pérdidas al abonarles la Renta el lastre a 30 reales, se resolvió pagarles cada lastre a
45 reales, durante los años de 1787 y 1788; a la vez que se pasaron órdenes al Ad-
ministrador de la Renta en Cádiz para que consiguiera informes fidedignos sobre los
costes de producción.
Existe la probabilidad de que el precio pagado por la Hacienda durante tan lar-
go periodo de tiempo (de 1764 a 1787), sin atender la creciente inflación que tuvo
lugar a partir de los años 80, fuese la causa de la importante crisis en el sector sali-
nero que he constatado a finales de esta década. La cosecha del año de 1790 des-
cendió en unos 40.000 cahíces con relación a los años inmediatos anteriores, por-
que cinco salinas no labraron sales y otras catorce sólo dejaron en labor parte de sus
tajerías. Sin embargo, algunos dueños de salinas ofrecieron sus labores a la Renta por
debajo del precio de compra establecido, oscilando entre los 19 y 25 reales por las-
tre. Estos ofrecimientos obedecían tanto a apuros financieros de los dueños de sali-
nas, quienes se veían en dificultades para poder preparar las fincas para la nueva co-
secha, o para contratar trabajadores, como a la necesidad de desalojar los saleros o
depósitos de sal, con el objeto de poder colocar en los mismos el producto de la pró-
xima cosecha.
Como consecuencia de las grandes divergencias sobre los costes de producción,
que existían entre los administradores de la Renta y los cosecheros de sales, el Ad-

20 Entre paréntesis, su número correspondiente.


120 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

ministrador de Cargadas del Partido de Cádiz propuso a los Diputados del Gremio
de Cosecheros que señalasen una de las salinas que soportara mayores costes en el
proceso de obtención del producto, en la que poder efectuar una comprobación al
respecto, siendo labrada por la Hacienda. Efectuado el experimento en la tempora-
da del año 1791, se sacó el lastre de sal a 15 reales y 27 maravedís.
Los favorables resultados obtenidos por la Renta en la explotación directa, hizo
que se habilitaran las cuatro salinas anteriormente referidas que fueron de Gabriel
Alonso de Herrera, que por su quiebra habían sido adjudicadas al Real Erario. La-
bradas estas fincas en el año de 1792, los costes de producción del lastre sobrepa-
saron en algo los 16 reales. Esto hizo que la Hacienda se decidiese a comprar seis
salinas más que estaban en venta y a abrir otra nueva; con lo que directamente la
Renta pasó a explotar doce fincas.
La obligada venta de sal por parte de los salineros a la Hacienda, al precio ofi-
cialmente señalado, así como el forzoso inmovilizado del producto impuesto por la
misma, proporcionaba escasos o nulos beneficios empresariales. El negocio estaba
en las extracciones para el extranjero, hasta el punto de alcanzar –en los casos que
tengo estudiado– hasta un rendimiento neto del 12 por 100, cuando entonces el tipo
de interés al uso en el comercio de Cádiz se hallaba en el 6 por 100. La exportación
de sal también beneficiaba al Estado al recibir los derechos de extracción.
En los documentos de libramiento expedidos por la Renta para la salida de sal,
se especificaban la fecha del mismo, el nombre de la salina, la cantidad del producto
embarcado, el tipo de navío, su bandera, y el nombre de su capitán.

Control contable.
La Renta de Salinas llevaba no sólo el control contable de las fincas públicas, que
le eran propias, sino además otro individualizado, permanente y minucioso sobre to-
das las fincas privadas, anotando en sus libros los cargos correspondientes al repar-
to para el surtido del año en curso y el repuesto hasta la cosecha siguiente, asigna-
dos en la correspondiente distribución; así como las datas respectivas de lo carga-
do en cada salina a lo largo del mismo año, tanto de lo entregado a la Hacienda
como de las extracciones para fuera del Reino; y, en su caso, la diferencia resultan-
te de lo que cada salina debería conservar a disposición de la Renta hasta la cose-
cha del año siguiente. En las anotaciones la unidad de cómputo era el cahíz, subdi-
vidido en mitad y cuarta parte.
Al finalizar cada año, los administradores de la Hacienda redactaban el estado
del cargo y data resultante, con los asientos correspondientes a todas las salinas, así
como los cómputos totales. Esta información era enviada desde Cádiz a la Secreta-
ría de Estado de Hacienda, a la Dirección General de Rentas (Cuadro VII).
Cuadro VII – Estado general del cargo y data resultante del año de 1790, correspondiente a las salinas de
la Ribera de Cádiz. – Conceptos …Cahíces

“Cargo” comprendiente al reparto anual de 1790 Producto cargado en las salinas del Rey …9.701
y al repuesto hasta la cosecha del año siguiente,
en las fincas de los particulares …59.969 _ Total de lo cargado en las salinas privadas y en las
de la Renta …51.390
“Data” en todo el año de las salinas privadas
…41.689 Sal extraída fuera del Reino …72.737
Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintenden-
Diferencia a conservar a disposición de la Renta
cia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa, Leg.
en las fincas de los particulares, hasta la cosecha
3.087.
de 1791…18.771 _
Elaboración propia.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 121

8. Evolución del número de fincas salineras en los siglos XVIII y XIX.

En 1792 existían 69 salinas en la ribera de la Bahía de Cádiz, de las que 7 per-


tenecían a la Hacienda y 62 a los particulares. El número total de fincas salineras des-
cendió un poco en el primer tercio del siglo XIX, ante la aguda crisis económica que
ocurrió como consecuencia de las guerras que España mantuvo, primero con Ingla-
terra; más tarde con la Francia revolucionaria; posteriormente, de nuevo con Ingla-
terra; y, por último, con la Francia napoleónica; así como por la paulatina pérdida
de las colonias americanas y la adversa situación económica generada por tan ad-
versas y gravísimas circunstancias.
Con posterioridad a este ligero retroceso en el número de las fincas, durante el
resto del siglo XIX se vivió una gran expansión de las salinas en la ribera gaditana,
roturándose nuevas fincas y ampliándose, en general, la superficie productiva de las
ya existentes. Mientras que en el año de 1823 existían en la Bahía de Cádiz 66 sali-
nas, en el de 1861 fueron 111, y en el de 1881 llegaron a ser 130. En esta última fe-
cha el espacio salinero ocupaba una extensión total aproximada de 5.000 hectáre-
as (Cuadro VIII).

Cuadro VIII – Salinas existentes en la Bahía de Cádiz en los años especificados

TÉRMINO MUNICIPAL . . .1792 . . . . . . . .1823 . . . . . . . .1861a . . . . . . . .1881b


Cádiz . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . . . .3 c
San Fernando . . . . . . . . . . . .20 . . . . . . . . .19 d . . . . . . . . . .25e . . . . . . . . . .28 f
Puerto Real . . . . . . . . . . . . . .46 . . . . . . . . . 44 g . . . . . . . . .62 h . . . . . . . . . .69
Chiclana de la Frontera i . . . . . .- . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . . . .21 . . . . . . . . . .30
TOTAL . . . . . . . . . . . . . . . . .69 j . . . . . . . . . .66 . . . . . . . . .111 . . . . . . . . .130

Elaboración propia.
a En conjunto, poseían 1.839 tajos. ban conjuntamente 4.403 tajos de propiedad de la Hacienda.
b 16 salinas en manos de particula- 64 varas cuadradas. Las 12 salinas g Las fincas chiclaneras siempre
res y 3 salinas pertenecientes a la del Estado existentes en los fueron de propiedad particular.
Hacienda. términos de San Fernando y Puerto
Real producían anualmente h 62 fincas eran privadas y 7
c 22 salinas en manos de los alrededor de 8.000 lastres de sal. públicas.
particulares y 3 en poder del i Lastre de 48 fanegas, cada una de
Estado. Estas últimas poseían, en d En total poseían 16.535 tajos.
las cuales equivale a 55 y medio
conjunto, 1.617 tajos. Las 9 salinas e Cifra muy probable, con 9 salinas litros.
de la Hacienda del término pertenecientes al Estado.
municipal de Puerto Real computa- j A 30 reales el lastre.
f Continuaban 9 salinas siendo

Entre 1823 y 1881, en el término municipal de Cádiz se formó solamente una


nueva salina; 9 en el de San Fernando; 25 en el de Puerto Real; y 29 en el de Chi-
clana de la Frontera. El Puerto de Santa María contó con sólo una salina, muy tar-
día, a partir de 1896.
Avanzado el siglo XIX, algunos contemporáneos hablaron de la existencia de un
“furor salinero” que había roturado salinas en la ribera gaditana hasta no dejar “ni
un palmo de marismas sin cercar”. Esto contribuyó en alto grado al aterramiento por
fangos de la bahía y, en particular, de del brazo de mar llamado de Santi-Petri que
rodea la Isla Gaditana, separándola del continente, al haberse cerrado con los mu-
ros de las vueltas defuera y las compuertas la libre circulación de las aguas.
122 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

9. Comercialización y mercados.

En la comercialización del producto durante los siglos XVIII y XIX, han de dis-
tinguirse dos períodos claramente diferenciados, separados por la existencia del es-
tanco y monopolio ejercido por el Estado en España, cuyo último día de vigencia fue
el 31 de diciembre de 1869.
Ya se ha explicado cómo el Estado interventor substituyó al mercado y la Ha-
cienda forzó a que los empresarios salineros le proporcionaran las cantidades obli-
gatorias de producto, así como a mantener las reservas que se les fijasen; a cambio
de abonar un precio alzado de compra por el producto, fijado arbitrariamente por
la misma Renta. La sal que no fuera solicitada o inmovilizada por la Hacienda, po-
día ser vendida al extranjero por los propietarios de las salinas, con autorización ad-
ministrativa y previo abono del impuesto de salida establecido. Los despachos co-
rrespondientes se libraban, contra una salina determinada, desde la Administración
General y Contaduría de la Renta de Salinas existente en el Partido de Cádiz.
A partir del 1.º de enero de 1870, la fabricación y venta de la sal quedaron en
España completamente libres, según lo contemplado en la Ley de desestanco pro-
mulgada el 16 de junio de 1869, que fue consecuencia directa de la Revolución Glo-
riosa (que tuvo lugar en septiembre de 1868) y la medida formaba parte del impor-
tante programa de transformación de la economía española, en una decidida direc-
ción librecambista. Con ello se dio paso al juego de las fuerzas del mercado, que-
dando completamente libres la fabricación y venta del producto. También quedó li-
berada la exportación y la importación de sal.
A partir de que la Hacienda se hiciera cargo en el siglo XVIII de la gestión directa
del estanco, la comercialización del producto en el interior del Reino estuvo en ma-
nos exclusivas de los funcionarios públicos, bajo la dependencia de un Administra-
dor general, que también desempeñaba la función de Tesorero de la Renta de Sali-
nas. Las sales gaditanas cubrían las necesidades de la Provisión de Víveres de la Ma-
rina del Departamento Marítimo de Cádiz y el toldo (o tienda en la que se vendía la
sal al por menor) del Real Arsenal de La Carraca. Además, surtía a los alfolíes de va-
rios pueblos y ciudades de la actual provincia gaditana, así como a sus importantes
pesquerías y almadrabas. Por vía marítima se remesaban sales a la costa del Reino
de Sevilla (Administraciones de Huelva y Ayamonte), a la costa del Reino de Granada
(Administraciones de Málaga
y Motril), a la Administración
Cuadro IX – Cantidades de sal a cargar en Cádiz por la Real
Hacienda en el año de 1790 para surtir el Reino, según los avi- de Ceuta; al Reino de Gali-
sos facilitados por los correspondientes Administradores. cia –donde se destinaron las
mayores cantidades–, al
ADMINISTRACIONES CAHÍCES DE A 12 FANEGAS Principado de Asturias y al
Reino de Galicia.........................29.400
Principado de Asturias ..................4.750 Partido de Laredo, en el Can-
Partido de Laredo.............................916 tábrico. También se enviaron
Ayamonte .....................................3.333
Huelva ............................................750 sales a Ponferrada y, en oca-
Costa de Málaga...........................3.100 siones, a Extremadura y a las
Ceuta.............................................. 250
CAHÍCES TOTALES .....................42.499 Islas Canarias (Cuadro IX)
(Cuadro X).
Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda,
Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa. En la Contaduría de la
Elaboración propia. Administración General de
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 123

Cuadro X – Gastos causados en la compra, cargada, flete de barcos, y derechos de extracción de las sa-
les remitidas por la Renta en el año de 1789, desde Cádiz al Reino de Galicia.

COSTE DE LAS CARGADAS EN


PRECIO PAGADO A LOS

FLETE A BORDO DE LAS


LASTRES CARGADOS a
BANDERA. DES TINO

EMBARCACIONES d
EMBARCACIÓN Y

FABRICANTES b

EXTRACCIÓN e
DERECHOS DE
LAS SALINAS c

PARCIALES
TOTALES
Patache español. Redondela . . . . . . . . . . 50 . . 1.500 . . . . 300 . . . . 600 . . . . 1.028´19 6/14 . . . 3.428´19 6/14
Yate portugués. Padrón . . . . . . . . . . . . . . 96 . . 2.880 . . . . 576 . . . 1.152 . . . . 1.974´29 2/14 . . . 6.582´29 2/14
Navío inglés. La Coruña . . . . . . . . . . . . 130 . . 3.900 . . . . 780 . . . 1.560 . . . . 2.674´9 10/14 . . . 8.914´9 10/14
Yate portugués. Pontevedra . . . . . . . . . . . 10 . . 300 . . . . . 60 . . . 120 . . . . 205´24 4/14 . . . . 685´24 4/14
Bergantín español. Redondela . . . . 87 _ . 2.625 . . . . 525 . . . 1.050 . . . . . . . . . . 1.800 . . . . . . . . . . . 6.000
Yate portugués. Villagarcía . . . . . . . 86 _ . 2.595 . . . . 519 . . . 1.038 . . . . 1.779´14 8/14 . . . 5.931´14 8/14
Yate portugués. Ares . . . . . . . . . . . . . 104 _ . . 3.135 . . . . 627 . . . 1.254 . . . . 2.149´24 4/14 . . . 7.165´24 4/14
Yate portugués. Betanzos . . . . . . . . . . . . 96 . . 2.880 . . . . 576 . . . 1.152 . . . . 1.974´29 2/14 . . . 6.582´29 2/14
Yate portugués. Muros . . . . . . . . . . . . 102 _ . 3.075 . . . . 615 . . . 1.230 . . . . 2.108´19 6/14 . . . 7.028´19 6/14
Yate portugués. El Ferrol . . . . . . . . . . 85 _ . 2.565 . . . . 513 . . . 1.026 . . . . 1.756´29 2/14 . . 5.862´29 2/14
Yate portugués. Noya . . . . . . . . . . . . . . . 75 . . 2.250 . . . . 450 . . . 900 . . . . 1.542´29 2/14 . . . 5.142´29 2/14
Patache portugués. Rivadeo . . . . . . 153 _ . 4.605 . . . . 921 . . . 1.842 . . . . 3.157´24 4/14 . 10.525´24 4/14
Patache portugués. Corcubión . . . . . . . . 120 . . 3.600 . . . . 720 . . . 1.440 . . . . 2.468´19 6/14 . . 8.228´19 6/14
Yate portugués. La Coruña . . . . . . . . . . . . 80 . . 2.400 . . . . 480 . . . . 960 . . . . 1.645´24 4/14 . . 5.485´24 4/14
Fragata española. El Ferrol . . . . . . . . . . . 110 . . 3.300 . . . . 660 . . . 1.320 . . . . 2.262´29 2/14 . . . 7.542’29 2/14
Yate portugués. Pontevedra . . . . . . . . . . . 95 . . 2.850 . . . . 570 . . . 1.140 . . . . 1.954´9 10/14 . . 6.514´9 10/14
Bergantín portugués. La Puebla . . . 104 _ . . 3.135 . . . . 627 . . . 1.254 . . . . 2.149´24 4/14 . . . 7.165´24 4/14
Yate portugués. Muros . . . . . . . . . . . . . . 106 . . 3.180 . . . . 636 . . . 1.272 . . . . 2.180´19 6/14 . . . 7.268´19 6/14
Yate portugués. Lage. . . . . . . . . . . . . . . . . 70 . . 2.100 . . . . 420 . . . . 840 . . . . . . . . . . 1.440 . . . . . . . . . . . 4.800
Yate portugués. Betanzos . . . . . . . . . . . . 120 . . 3.600 . . . . 720 . . . 1.440 . . . . 2.468´19 6/14 . . . 8.228´19 6/14
Patache portugués. Ares . . . . . . . . . . . . . 125 . . 3.750 . . . . 750 . . . 1.500 . . . . 2.571´14 8/14 . . . 8.571´14 8/14
Corbeta portuguesa. Padrón . . . . . . . . . 239 . . 7.170 . . . 1.434 . . . 2.868 . . . . 4.916´19 6/14 . 16.388´19 6/14
Yate portugués. La Coruña . . . . . . . . . . . 110 . . 3.300 . . . . 660 . . . 1.320 . . . . 2.262´29 2/14 . . . 7.542’29 2/14
Yate portugués. Tuy . . . . . . . . . . . . . . . . . 85 . . 2.550 . . . . 510 . . . 1.020 . . . . 1.748´19 6/14 . . 5.828´19 6/14
Bergantín portugués. Betanzos . . . . . . . 115 . . 3.450 . . . . 690 . . . 1.380 . . . . 2.369´24 4/14 . . 7.885´24 4/14
Yate portugués. Pontevedra . . . . . . . . . . 110 . . 3.300 . . . . 660 . . . 1.320 . . . . 2.262´29 2/14 . . . 7.542’29 2/14
Yate portugués. Tuy . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 . . 1.890 . . . . 378 . . . . 756 ......... 1.296 . . . . . . . . . 4.320
Yate portugués. Pontevedra . . . . . . . . . . 96 _ . 2.895 . . . . 579 . . . 1.158 . . . . 1.985´4 12/14 . . . 6.617´4 12/14
Yate portugués. Betanzos . . . . . . . . . . . . . 70 . . 2.100 . . . . 420 . . . . 840 ......... 1.440 . . . . . . . . . 4.800
Yate portugués. Padrón . . . . . . . . . . . . 103 _ . 3.105 . . . . 621 . . . 1.242 . . . . 2.129´40 12/14 . . . 7.097´4 12/14
Yate portugués. Redondela . . . . . . . . . . . 80 . . 2.400 . . . . 480 . . . . 960 . . . . 1.645´24 4/14 . . 5.485´24 4/14
Patache portugués. Pontevedra . . . . . . . 120 . . 3.600 . . . . 720 . . . 1.440 . . . . 2.468´19 6/14 . . . 8.228´19 6/14
Yate portugués. Vivero . . . . . . . . . . . . . . 85 . . 2.550 . . . . 510 . . . 1.020 . . . . 1.748´19 6/14 . . . 5.828´19 6/14
Bergantín portugués. Pontevedra . . . . . . 115 . . 3.450 . . . . 690 . . . 1.380 . . . . 2.369´24 4/14 . . . 7.885´24 4/14
Bergantín portugués. Rivadeo . . . . . . . . 100 . . 3.000 . . . . 600 . . . 1.200 . . . . 2.057´4 12/14 . . . 6.857´4 12/14
Patache español. Pontevedra . . . . . . . . . . 26 . . . 780 . . . . 156 . . . . 312 . . . . . 534´29 2/14 . . . 1.782´29 2/14
Bergantín español. (A disposición) . . . . 29 _ . . . 885 . . . . 177 . . . . 354 . . . . . . 606´29 2/14 . . . 2.022´29 2/14
Corbeta portuguesa. (A disposición) . . 224 _ . 6.735 . . . 1.347 . . . 2.694 . . . . 4.618´9 10/14 . . 15.394´9 10/14
Fragata portuguesa. (A disposición) . . . . 150 . . 4.500 . . . . 900 . . . 1.800 . . . . 3.085´24 4/14 . . 10.285’24 4/14
Paquebote español. Padrón . . . . . . . . . . . 20 . . . 600 . . . . 120 . . . . 240 . . . . . . 411´14 8/14 . . . 1.371´14 8/14
Yate portugués. Tuy . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 . . 1.620 . . . . 324 . . . . 648 . . . . 1.110´29 2/14 . . . 3.702´29 2/14
TOTALES GENERALES . . . . . . . . . . 4.003 _ 120.105 24.021 . 48.042 . . . 82.357´24 4/14 . 274.525´24 4/14

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa.
Elaboración propia.

a A 6 reales el lastre.
b A 12 reales el lastre.
c A 20 reales, 19 maravedís y 6/14 partes de otro real.
d En reales.
e Equivalentes a 192.168 fanegas.
124 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

la Renta, sita en la ciudad de Cádiz, se llevaba un minucioso control de las produc-


ciones de todas las fincas, públicas o privadas; de las sales en existencia, diferen-
ciadas en sus calidades de “vieja” y “nueva”; de las compras realizadas por la Ha-
cienda a las salinas de los particulares; del coste de las cargadas y transportes des-
de las fincas a los buques surtos en la Bahía de Cádiz; de los precios de los fletes; de
las cantidades extraídas fuera del Reino; de los derechos proporcionados a la Ha-
cienda por este concepto; de las remisiones a los alfolíes, etc. (Cuadro XI) (Cuadro
XII).
Durante la guerra que España mantuvo con la República francesa (marzo de
1793 – julio de 1795), en el puerto de Cádiz se experimentó un descenso en las lle-
gadas de las embarcaciones mercantes; circunstancia que se unió a la inseguridad
de la navegación propia de la situación bélica. Los precios de los fletes crecieron
enormemente y el abastecimiento de las sales a los puertos de Galicia, Asturias y San-
tander se complicó tanto que hasta hubo de echarse mano de los buques de la Ar-
mada Real para cubrir el urgente abastecimiento. Así, por ejemplo, la urca “Visita-
ción” transportó –a principios de mayo de 1795– 141 y _ lastres para alijarlos en San-
tander y abastecer los alfolíes de aquel Partido.
Ante las dificultades en que se encontró la Renta, se pensó entonces en aprovi-
sionar a los puertos gallegos y del Principado con sal portuguesa, efectuándose para
ello una contrata con los Diputados de Setúbal. Previamente, se envió desde Cádiz
un cargamento con la propia sal al alfolí de Padrón en un barco de bandera portu-
guesa, capitaneado por Josef Gómes Fogasa, quien acabó de entregar la carga el 4
de agosto de 1794; y otro cargamento de sal de Setúbal, con el fin de cotejar los cos-
tes correspondientes. Desde Setúbal se remitieron 170 moyos (2.125 fanegas) en el
yate portugués “El Señor de las Llagas”, cuyo capitán era Josef Luis, vecino de la vi-
lla. Comparados los costes totales de ambos cargamentos, el resultado fue el de una
casi absoluta igualdad; si bien la ventaja para la Hacienda española radicaba en que
los derechos de extracción pagados en Cádiz ingresarían en su Tesorería (Cuadro
XIII) (Documento II).
En el XIX, el gran siglo de la sal, la producción de la ribera gaditana se destinó
en su mayor parte a los mercados exteriores, llegando en ocasiones la sal exportada
a representar hasta el 80 por ciento del total de las ventas. La demanda de la sal de
la Bahía de Cádiz se centró principalmente en las Américas del Sur y del Norte, y en
la Europa septentrional. También una ruta marítima de cabotaje llevó las sales gadi-
tanas hasta Oporto, donde eran descargadas y almacenadas, para luego ser reem-
barcadas en embarcaciones capaces de navegar el Duero hacia arriba, con destino
a la población fronteriza española de La Fregeneda (Salamanca), donde existía un
muelle fluvial.
En el Río de la plata la sal gaditana se empleó para la conservación de carne de
res y para el aderezo de las pieles, en sus afamadas salazones y curtidurías; y otro
tanto ocurrió en Brasil. La conserva del bacalao en Terranova empleó la mayor par-
te de la sal enviada a la América del Norte.
La exportación de sal al extranjero y a ultramar fue incentivada de varias mane-
ras: un conjunto de normas legales fueron establecidas para impulsar el comercio ex-
terior del producto de las salinas costeras. Así, por Reales ordenes de 25 y 27 de agos-
to de 1825, se eximió a los buques extranjeros que viniesen a cargar sal del impuesto
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 125

Cuadro XI – Extracto del cargo de la cuenta de la Renta de Salinas del Partido de Cádiz, correspondien-
te al año de 1788.

CONCEPTO FANEGAS CELEMINES MARAVEDÍS


Venta de sal en la Provisión de Víveres de
Marina y toldo de La Carraca . . . . . . . . . . . . . . .10.828 . . . . . . . . . .9
Derechos de extracción para el extranjero . . . . .627.264 . . . . . . . . . .-
Sal remitida al Reino de Galicia, Principado
de Asturias y Partido de Laredo . . . . . . . . . . . . .615.336 . . . . . . . . . .-
2.550 libras vendidas de sal purgante
de la Laguna de la Higuera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . .- . . . .1.004.447´5 3/14
Sal vendida en la Administración
de Jerez de la Frontera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.889 . . . . . . . . . .-
Sal que resultó de alcance a su Administrador . . 2.013 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 190.599´30
Sal vendida en la Administración de
El Puerto de Santa María . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.731 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 86.106´28
Sal vendida en la Administración de
Puerto Real . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 458 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . . .14.260
Sal vendida en la Administración de
Medina Sidonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 746 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . . .24.245
Sal vendida en la Administración de
Alcalá de los Gazules . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 306 . . . . . . . . . .6
Sal en falta en esta Administración . . . . . . . . . . . . . 3 . . . . . . . . . .9 . . . . . .10.898´29 1/2
Sal vendida en la Administración de Chiclana . . . . 712 . . . . . . . . . .-
Sal en falta en esta Administración . . . . . . . . . . . . . . 6 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . . .22.976
Sal vendida en la Administración de la
Isla de León . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.162 . . . . . . . . . .9 . . . . . . . . . 36.660´28
Sal vendida en la Administración de
Rota a tierra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 848 . . . . . . . . . .9
Sal vendida en la Administración de
Rota a pesquería . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . . .27.566
Sal vendida en la Administración de
Conil a tierra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 238 . . . . . . . . . .6
Sal vendida en la Administración de
Conil a pesquería . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 210 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 10.459´26
Sal vendida en la Administración de
Vejer a tierra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 461 . . . . . . . . . .-
Sal vendida en la Administración de
Vejer a pesquería . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 371 . . . . . . . . . .- . . . . . . . 20.081´20
Sal vendida en la Administración de
Tarifa a tierra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 347 . . . . . . . . . .-
Sal vendida en la Administración de
Tarifa a pesquería . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 694 . . . . . . . . . .-
Sal en falta en esta Administración . . . . . . . . . . . . . . 11 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . 22.646´4
Sal vendida en la Administración de
Algeciras a tierra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.725 . . . . . . . . . .-
Sal vendida en la Administración de
Algeciras a pesquería . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.853 . . . . . . . . . .- . . . . . 88.750´8 1/2
Sal vendida para consumos de tierra al
Gremio de Pesquería y Almadraba . . . . . . . . . . . .1.546 . . . . . . . . . .-
Sal vendida para consumos de pesquería al
Gremio de Pesquería y Almadraba . . . . . . . . . . . .3.366 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 21.496´17
TOTAL CARGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.581.154’22 3/4

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa.
Elaboración propia.
126 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Cuadro XII – Cahíces de sal de a 12 fanegas, extraídos fuera del Reino de las salinas de los particulares
en la Ribera de Cádiz, durante los años de 1788 y 1789.

Nº Nombre Cahíces cargados Cahíces cargados


de la salina en 1788 en 1789
1 . . . .Ntra. Sra. de la O . . . . . . . . . . . . . . 706 . . . . . . . 838
2 . . . .San Antonio . . . . . . . . . . . . . . . . . . 736 . . . . . . . 688
3 . . . .Santa Cruz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 528
4 . . . .Santísima Trinidad . . . . . . . . . . . . .1.159 . . . . . . . 506
5 . . . .Isleta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 890 . . . . . .2.261
6 . . . .Santa Ana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 314 . . . . . . . . . .-
7 . . . .Santa Teresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 381 . . . . . .2.486
8 . . . .Hacienda Chica . . . . . . . . . . . . . .1.090 . . . . . .1.372
9 . . . .Águila . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 971 . . . . . . . 930
10 . . . .Ntra. Sra. del Carmen . . . . . . . . . .1.144 . . . . . .1.090
11 . . . .Talanquera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 220 . . . . . .1.336
12 . . . .Santa Rita . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.984 . . . . . . . 334
13 . . . .San Francisco Javier . . . . . . . . . . .1.324 . . . . . .1.736
14 . . . .San Diego . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 484 . . . . . .1.000
15 . . . .Ntra. Sra. del Pópulo . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . .2.012
16 . . . .San León . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 400 . . . . . . . . . .-
17 . . . .Santo Cristo de la Misericordia . . . . 374 . . . . . .1.220
18 . . . .San Patricio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 924
19 . . . .Perla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . .-
20 . . . .Balvanera de San José . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . .-
21 . . . .Dulce Nombre de María . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . .-
22 . . . .Atravesada . . . . . . . . . . . . . . . . . . 564 . . . . . . . 220
23 . . . .San Fernando . . . . . . . . . . . . . . . .2.260 . . . . . .1.606
24 . . . .La Pastora . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.000 . . . . . .1.246
25 . . . .Polvera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120 . . . . . . . 120
26 . . . .Ánimas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 846
27 . . . .Ntra. Sra. de Regla . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 440
28 . . . .Ntra. Sra. de la Rosa . . . . . . . . . . . . 658 . . . . . . . 864
29 . . . .Ntra. Sra. del Rosario . . . . . . . . . . . 402 . . . . . . . 400
30 . . . .Santo Domingo . . . . . . . . . . . . . . . 547 . . . . . . . 384
31 . . . .San Rafael . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 412 . . . . . .1.408
32 . . . .San Miguel de la Rosa . . . . . . . . . . 554 . . . . . . . 917
33 . . . .Ntra. Sra. del Carmen nuevo . . . . . . 40 . . . . . .1.563
34 . . . .Ntra. Sra. de la Concepción . . . . . . 240 . . . . . . . 46
35 . . . .Ntra. Sra. de la Esperanza . . . . . . . 782 . . . . . .1.078
36 . . . .Ntra. Sra. de Belén . . . . . . . . . . . .1.797 . . . . . .1.660
37 . . . .Ntra. Sra. del Pilar . . . . . . . . . . . . .1.316 . . . . . . . 832
38 . . . .Ntra Sra. de Balvanera . . . . . . . . . . 231 . . . . . .1.206
39 . . . .San Vicente . . . . . . . . . . . . . . . . . . 400 . . . . . . . . . .-
40 . . . .Santa María Magdalena . . . . . . . . . . . .- . . . . . .1.320
41 . . . .Ntra. Sra. de los Santos . . . . . . . . . 800 . . . . . .1.364
42 . . . .San Agapito . . . . . . . . . . . . . . . . . . 800 . . . . . . . 800
43 . . . .Santa Margarita . . . . . . . . . . . . . . .1.372 . . . . . .3.476
44 . . . .San Francisco de Asís . . . . . . . . . .1. 792 . . . . . . . 988
45 . . . .San Pedro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 560 . . . . . . . 652
46 . . . .San Judas . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.234 . . . . . . . 260
47 . . . .Los Ángeles Custodios . . . . . . . . . . 720 . . . . . . . 500
48 . . . .San Tadeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 520 . . . . . .3.540
49 . . . .San Blas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.172 . . . . . .1.754
50 . . . .San Cayetano . . . . . . . . . . . . . . . . . 971 . . . . . .1.064
51 . . . .Ntra. Sra. de los Ángeles . . . . . . . . 436 . . . . . . . 914
52 . . . .Belén y Ánimas . . . . . . . . . . . . . . .1.356 . . . . . . . 900
53 . . . .Jesús, María y José y Carmen . . . . . 146 . . . . . . . 32
54 . . . .San Juan Nepomuceno . . . . . . . . . . 250 . . . . . . . . . .-
55 . . . .Roqueta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 300 . . . . . . . 500
56 . . . .Ntra. Sra. de los Dolores . . . . . . . .2.052 . . . . . . . 412
57 . . . .San Miguel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 701 . . . . . .1.645
58 . . . .San Gabriel . . . . . . . . . . . . . . . . . . 337 . . . . . .1.200
59 . . . .San Agustín . . . . . . . . . . . . . . . . . . 380 . . . . . .1.943
60 . . . .San Pascual Bailón . . . . . . . . . . . . 868 . . . . . .1.773
61 . . . .Santa Bárbara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 800 Fuente: Archivo General de Simancas,
62 . . . .Santiago . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.794 . . . . . .3.704 Secretaría y Superintendencia de
63 . . . .San Felipe . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.766 . . . . . .2.664 Hacienda, Dirección General de
64 . . . .San José . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 580 Rentas. 2.ª Remesa, Leg. 3.082.
. . . . . .CAHÍCES TOTALES . . . . . . . . 47.827 .. 66.882 Elaboración propia.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 127

CUADRO XIII – Costes de la sal de Setúbal, destinada a Padrón.

concepto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .reales de vellón . . . . . . . . .maravedís


170 moyos (2.125 fanegas), a 5 reales de
vellón cada moyo de 12’5 fanegas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 850 .................
Derechos de extracción, a 6 reales y 8 maravedís el moyo . . . . . . . . . .1.062 . . . . . . . . . . . . . . .17
Embarco y comisión, a 6 reales y 25 maravedís y medio el moyo . . . . .1.147 . . . . . . . . . . . . . . .17
Flete de cada fanega de cargada, a 129 maravedís y 1/5 de otro . . . . . .8.075 .................
Ventaja de 2’5 maravedís en cada real de flete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 593 . . . . . . . . . . . . . 25 _
Descarga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.825 . . . . . . . . . . . . . . .18
TOTAL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13.554 ............. 9_

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa, Leg. 3.088.

Elaboración propia.

CUADRO XIV – Distribución mensual de la sal exportada desde la Bahía de Cádiz en los años referidos
(fanegas).

MESES . . . . . . . . . . .AÑO 1861 . . . . . . .AÑO 1.862


Enero . . . . . . . . . . . . . .209.480 . . . . . . . . .516.516
Febrero . . . . . . . . . . . .170.318 . . . . . . . . .232.118
Marzo . . . . . . . . . . . . .175.096 . . . . . . . . .280.740
Abril . . . . . . . . . . . . . . .253.284 . . . . . . . . .243.870
Mayo . . . . . . . . . . . . . .384.672 . . . . . . . . .412.310
Junio . . . . . . . . . . . . . .247.898 . . . . . . . . .168.690
Julio . . . . . . . . . . . . . . .437.240 . . . . . . . . .347.240
Agosto . . . . . . . . . . . . .357.906 . . . . . . . . .285.429
Septiembre . . . . . . . . . .390.437 . . . . . . . . .390.437
Octubre . . . . . . . . . . . .370.508 . . . . . . . . .338.438
Noviembre . . . . . . . . . .436.640 . . . . . . . . .259.930
Diciembre . . . . . . . . . .326.556 . . . . . . . . .407.110
TOTAL . . . . . . . . . . .3.670.035 . . . . . . . .4.062.828

Fuente: Ministerio de Hacienda. Registros del comercio exterior.

Elaboración propia.

llamado derecho de tonelada; las Reales Ordenes de 25 de febrero y 4 de marzo de


1852 exceptuó del pago de los derechos de puerto a los buques nacionales o ex-
tranjeros que cargasen sal en las salinas de Cádiz, Torrevieja e Ibiza; la Real orden
de 19 de julio de 1856, concedió a los consignatarios de buques la posibilidad de
aplazar en 30 días el pago a la Hacienda del importe de la sal que cargasen para el
extranjero.
En la fracasada Ley de desestanco del Bienio Progresista (1854-56) se contem-
pló que los buques nacionales y extranjeros que llegaran en lastre a cargar sal en los
puertos españoles, o la transportasen de un puerto a otro españoles, quedarían exen-
tos de los derechos de faro, fondeadero, carga y descarga. La Ley de desestanco de
la sal de 16 de junio de 1869 declaró la exportación de la sal española completa-
mente libre, efectuada en cualquier bandera.
Las cifras de ventas en los mercados internacionales manifiestan con suma cla-
ridad la importancia de los mismos para la sal gaditana. Cuando se formó en 1861
el Concierto salinero, se exportaron 3.670.035 fanegas (76.459 lastres) (Cuadro XIV)
y, al año siguiente, 4.062.828 fanegas (84.642 lastres). Treinta años más tarde, durante
128 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Cuadro XV – Conducciones marítimas de la sal necesaria para el consumo de la Península por cuenta de
la Hacienda (mediados del siglo XIX)

CENTROS PRODUCTORES / provincias

fanegas enviadas

fanegas enviadas
centro productor

centro productor
a cada provincia

a cada provincia
libras remesadas

libras remesadas
total de fanegas

total de fanegas
fanegas de 112

fanegas de 112
transportadas

transportadas
a cada alfolí

a cada alfolí
desde cada

desde cada
número de

número de
alfolíes

alfolíes
TORREVIEJA
Alicante
. . . . . .Alicante . . .10.700 .20.3000 491.200 Valencia
. . . . . . . .Denia . . . 4.700 ........ . . . . . .Valencia . . .32.000 . .53.500
. . . . . . . . .Altea . . . 2.700 ........ . . . . . . .Cullera . . . 5.000 ........
. . . .Villajoyosa . . . 2.200 ........ . . . . . . .Gandía . . . 6.500 ........
. . . . .Murviedro . . .10.000 ........
Coruña
. . . . . . .Coruña . . .15.000 .163.300 SAN PEDRO DEL PINATAR
. . . . . . . . .Ares . . . 3.700 ........ Murcia
. . . . . . .Cedeira . . . 2.900 ........ . . . . .Mazarrón . . . 1.200 . . 3.500 3.500
. . . . .Corcubión . . . 2.000 ........ . . . . . . .Águilas . . . 2.300 . . . . . . . .
. . . . . . . .Ferrol . . . 7.900 ........
. . . . . . . . .Lage . . . 5.500 ........ SAN FERNANDO
. . . . . . . .Muros . . . 2.200 ........ Cádiz
. . . . . . . . .Noya . . . 4.200 ........ . . . . . . . .Cádiz . . . 4.000 . .36.500 215.000
. .Puentedeume . . . 3.400 ........ . . . . . . . . .Conil . . . 5.000 ........
. . . . . . . .Puebla . . . 1.000 ........ . . . . . . . . .Vejer . . . 5.000 ........
. . . .Santa Marta . . . 4.800 ........ . . . . .San Roque . . . 1.500 ........
. . . . . . . .Padrón . . .20.300 ........ Puerto de Sta. M.ª . . . 2.500 ........
. . . . . .Betanzos . . .88.400 ........ . . . . . . . . .Rota . . . 1.000 ........
. . . . . .Barquero . . . 1.000 ........ . . . . . . . . .Jerez . . . 3.000 ........
. . . . .Camariñas . . . 1.000 ........ . . . .Puerto Real . . . 1.000 ........
Castellón . . . . . . . .Ceuta . . . 5.000 ........
. . . . . .Castellón . . .22.000 . .39.000 . . . . . .Algeciras . . . 3.000 ........
. . . . . . .Vinaroz . . .17.000 . . . . . . . . . . . . . .Chiclana . . . 1.500 ........
Lugo . . . . . . . . .Tarifa . . . 4.000 ........
. . . . . .Ribadeo . . .30.000 . .37.000 Coruña
. . . . . . . .Vivero . . . .7.000 . . . . . . . . . . . . . . .Coruña . . . 2.000 . .16.500
Málaga . . . . .Corcubión . . . 4.000 ........
. . . . . . .Málaga . . .22.000 . .30.000 . . . . . . . .Muros . . . 3.500 ........
. . . . . . . . .Nerja . . . 2.000 . . . . . . . . . . . . . . . . .Noya . . . 3.000 ........
. .Torre del Mar . . . 6.000 . . . . . . . .
Murcia . . . . . . . .Puebla . . . 1.000 ........
. . . . .Cartagena . . . 2.500 . . 2.500 . . . .Santa Marta . . . 3.000 ........
Oviedo . . . . . . . Huelva
. . . . . . . .Gijón . . .22.000 . .63.000 . . . . .Ayamonte . . .11.000 . .45.000
. . . .San Esteban . . . 6.000 ........ . . . .Isla Cristina . . .34.000 ........
. . . . . . . .Llanes . . . 2.000 ........ Lugo
. . . .Villaviciosa . . . 6.000 ........ . . . . . . . .Vivero . . . 3.000 . . 3.000
. . . . . . . .Luarca . . .13.000 ........ Málaga
. . . . . . . .Avilés . . . 7.000 ........ . . . . . .Estepona . . .11.000 . .16.000
. . . . .Castropol . . . 4.000 ........ . . . . .Fuengirola . . . 2.000 ........
. . . .Ribadesella . . . 3.000 ........ . . . . . .Marbella . . . 3.000 ........
Pontevedra Oviedo
. . . .Pontevedra . . .57.000 . .82.600 . . . . . . . .Gijón . . . 4.000 . . . 6.000
. . . . . . .Bayona . . . 1.000 ........ . . . .San Esteban . . . 2.000 ........
. . . . .Cambados . . . 3.000 ........ Pontevedra
. . . . . . .Cangas . . . 2.000 ........ . . . .Pontevedra . . . 2.000 . .23.500
. . . .La Guardia . . . 1.000 ........ . . . . . . .Bayona . . . 1.000 ........
. . . . . . . .Marín . . . 1.600 ........ . . . . .Cambados . . . 3.500 ........
. . . . .Redondela . . . 7.000 ........ . . . . . . . .Marín . . . 9.000 ........
. . . . . . . . . .Tuy . . . 2.000 ........ . . . . . . . . .Vigo . . . 4.000 ........
. . . . . . . . .Vigo . . . 3.000 ........ . . . . .Villagarcía . . . 4.000 ........
. . . . .Villagarcía . . . 5.000 ........ Santander
. . . . .Santander . . . 7.000 . .18.500
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 129

fanegas enviadas

centro productor
a cada provincia
libras remesadas

total de fanegas
fanegas de 112

transportadas
a cada alfolí

desde cada
número de
alfolíes

. .Castrourdiales . . . 2.000 . . . . . . . .
. . . .Torrelavega . . . 3.500 . . . . . . . .
. . . . . . . .Laredo . . . 3.000 . . . . . . . .
San Vicente de la
Barquera .3.000
Sevilla
. . . . . . . .Sevilla . . .50.000 . . 50.000

SANLÚCAR
Sevilla
. . . . . . . .Sevilla . . .46.000 . . 46.000 46.000

ROQUETAS
Almería
. . . . . . .Almería . . .12.000 . .37.600 46.600
. . . . . . . . .Adra . . . 6.000 ........
. . . . . .Garrucha . . .12.000 ........
. .Cabo de Gata . . . . .600
. . . . . .Balerma . . . 1.000 ........
. . . . . . . .Rábita . . . 4.000 ........
.Castel de Ferro . . . .1.000 ........
. . . . .Salobreña . . . 1.000 ........
Granada Fuente: Ministerio de Hacienda. Renta de Salinas. Notifica-
. . . . . . . .Motril . . . 7.000 . . .9.000 ciones pasadas a las provincias y alfolíes.
. . . .Almúñecar . . . 2.000 . . . . . . . . Publicado en TORREJÓN, CHAVES Juan: “El desarrollo del
comercio interior: hacia un mercado unificado…”, op. cit.;
FANEGAS TOTALES . . . . . . . . . . . . . . . 802.300 Cuadro 9.4. pp. 264-266.

el bienio 1892-93, el cartel vendió un total de 174.423 lastres (8.372.304 fanegas),


distribuidos del modo siguiente: 136.697 (6.561.456 fanegas) se dirigieron al ex-
tranjero (78’37 %) y 37.726 (1.810.848 fanegas) se destinaron al mercado nacional
(21’62 %).
A mediados del siglo XIX, cuando la Administración del estanco se hallaba en la
ciudad de San Fernando, se surtía a 12 alfolíes de la provincia de Cádiz, 6 de la pro-
vincia de La Coruña, 2 de la provincia de Huelva, uno de la provincia de Lugo, 3 de
la provincia de Málaga, 2 de la provincia de Oviedo, 6 de la provincia de Ponteve-
dra, 5 de la provincia de Santander, y uno de la provincia de Sevilla: en total 38 al-
folíes, a los que se enviaban 215.000 fanegas de sal (Cuadro XV).
Los destinos y porcentajes de la sal exportada durante los años 1892 y 1893, fue-
ron los siguientes 21:

Río de la Plata . . . . .58’99


Terranova . . . . . . . . . . . .20’18

21 El reparto está efectuado con arreglo a 9 cahíces y 69 centésimas de otro por cada 1.000 varas cua-
dradas de tajería.
130 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Europa del Norte . .10’84


Brasil . . . . . . . . . . . . . . . . .07’98
EE.UU . . . . . . . . . . . . . . . .00’24
Otros . . . . . . . . . . . . . . . . .01’74

10. La cartelización

El miedo a la libre competencia propició que en la Bahía de Cádiz apareciera un


cartel o convenio legalmente constituido por el cual los productores salineros evi-
taron la mutua competencia, para lo cual regularon la producción, la venta y los pre-
cios. Este acuerdo colusivo recibió la denominación de Concierto General de Co-
secheros de Sales, cuya constitución fue protocolizada en la ciudad de San Fernando
el 22 de febrero de 1862 ante un notario o escribano público, y se dotó de un Esta-
tuto y un Reglamento. El acuerdo se capituló inicialmente por tres años, compren-
diendo las cosechas de los años 1861, 1862 y 1863
En el momento de su constitución, al cartel se adscribieron tres asociaciones o

Cuadro XVI – Evolución del Concierto o cartel salinero gaditano.


años agrupaciones salinas
salineras que formaron parte integradas
1862 . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .87
1875 . . . . . . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . .114
1894 . . . . . . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . .143

sociedades salineras: la Asociación Salinera, la Sociedad Gaditana Salinera, y la So-


ciedad Salinera de San Fernando, con un total de 87 salinas, cada una de las cua-
les debían reunir una producción media de al menos 8.000 lastres. Según declara-
ciones de sus componentes, el objetivo del Concierto era “alcanzar un lucro pro-
porcionado en la venta de la sal”, que de no lograrse abocaría a una ruina segura de
todos; y para ello, estaban dispuestos a limitar la producción y establecer un repar-
to proporcional de las cargadas. Los integrantes del Concierto eran indistintamente
dueños, arrendatarios o colonos de las fincas.
Para asegurar un precio regularizado y fijo, que se estableció en un mínimo de
100 reales por cada lastre de sal, el cartel controló la producción, limitándola cuan-
do fuera preciso y repartiéndola proporcionalmente entre todas las salinas.
Cada grupo de los integrantes del Concierto poseía un gerente que lo represen-
taba, componiendo los gerentes de todos los grupos el comité ejecutivo del Con-
cierto, con la denominación de Comisión Central de Cargadas. Ésta se encargaba
en exclusiva de la distribución de las mismas, y de editar mensualmente un boletín
informativo para todos los cosecheros, insertando en el mismo todas las determina-
ciones adoptadas y las operaciones practicadas por el mismo órgano.
La Comisión contaba con un secretario, que era el jefe de la oficina de la mis-
ma, quien estaba encargado de llevar: 1) La contabilidad y los asientos de las ope-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 131

raciones de la Comisión; 2) El control, en los libros correspondientes de todas las sa-


linas existentes en la ribera de Cádiz y de las relativas a cada uno de los grupos con-
certados, anotando todas las alteraciones que se produjesen; 3) El registro de las fá-
bricas que no labrasen sales; 4) El registro de los pedidos de los gerentes; 5) Las cuen-
tas de la Comisión con los grupos en que se les abonaban sus existencias y carga-
ban los pedidos que iban cubriendo; 6) Las actas de las Juntas Generales; 7) Las ac-
tas de las sesiones que cada quince días efectuaba la Comisión; 8) Un libro en el que
se anotaban diariamente los nombres, tonelaje y destino de los buques para los que
se solicitaba guía de embarque en la Administración de San Fernando, así como su
cargamento; 9) El registro de documentos; y 10) La expedición de certificados sobre
lo registrado y documentado en su oficina.
El 1.º de mayo de cada año, todos los cosecheros se reunirían en Junta General
en la que se aprobaría el Presupuesto anual del Concierto. Asimismo, se fijarían los
precios a que habría de expenderse la sal “procurando no hayan oscilaciones en ellos
y que no bajen de 100 rs. por lastre, sino en virtud de causa muy justificada”; acor-
dando (en su caso) la reducción de la producción, y determinando su cuantía. Para
ello, se dejarían de labrar (por sorteo y en por turnos) un número determinado de fin-
cas, cuyos dueños serían indemnizados por los propietarios de las restantes salinas.
Con el tiempo, al cartel de la sal gaditana (que fue periódicamente renovándo-
se) terminaron por adscribirse prácticamente todas las salinas de su ribera (Cuadro
XVI). Y, si bien esta asociación cumplió con el objetivo para el que había nacido, de
impedir la competencia entre los salineros y garantizar mejores precios de venta para
todos, a largo plazo impidió la concentración y el crecimiento de las empresas.§
132 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Anexos

Documento I

Cédula de S. M. intitulada Estanco universal de la sal, e incorporación a la


Corona de todas las salinas de estos Reinos, Cap. 1.º

“Por la Ley 19, Título Octavo del Libro Nono de la recopilación publicada en
10 de Agosto de 1564 años se incorporaron en mi Corona las Salinas de estos
Reinos, y la dicha incorporación se ha de guardar, cumplir y ejecutar; y en las
Salinas de Andalucía, y Reino de Granada que por la dicha Ley quedaron ex-
ceptuadas, las que con permisión mía, Privilegio, u otro título han tenido, y tie-
nen facultad para fabricar, y vender sal la podrá fabricar estando en costum-
bre, y posesión de hacerlo; y la que fabricaren, ha de ser para mí y en mi nom-
bre, y por cuenta de mi Real Hacienda pagándoles lo que por razón de la fá-
brica se acostumbra; y el Tesorero, o Administrador por mí nombrado, a cuyo
cargo estuvieren aquellos Partidos recibirá las que en ellos se fabricare porque
en estos Reinos ninguna persona ha de poder vender sal por mayor, ni menor,
ni comprarla, si no es de las Salinas, Alfolíes, o Saleros en que por mí, y en mi
nombre se vendiere so las penas contenidas en las Leyes y Pragmáticas de es-
tos Reinos y contra los que meten sal de fuera de ellos”.

Documento II

Cuenta del coste de sal de Setúbal conducida al Reino de Galicia

“Cuenta del coste que han tenido 170 moyos de sal, de las fábricas de Setú-
bal, cada uno de 12 _ fanegas, que el capitán Josef Luis, vecino de esta villa,
ha tomado por cuenta de la Real Hacienda, en su yate portugués, nombrado
“El Señor de las Llagas”, para conducir al Reino de Galicia, y entregar en los
alfolíes de Padrón, del cargo de Don Ángel Suarez.”

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Reis . . . . . .Reales de vellón


- Por el coste principal de los 170 moyos, al respecto
de 200 reis cada uno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34.000 . . . . . . . . . . . . . . . .850
- Por derechos de extracción, a 250 reis el moyo . . . . . . . . . . . . . .42.500 . . . . . . . . . . .1.062 17
- Por flete de barco y comisión para el recibo de la sal
en las salinas y entrega en el yate, con los despachos
de los Tribunales, a 270 reis por moyo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45.900 . . . . . . . . . . .1.147 17
TOT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .122.400 . . . . . . . . . . . . . .3.060

Según queda expresado, importa la compra, derechos y gastos de dichos 170 moyos de sal 122. 400 reis,
que hacen 3.060 reales de vellón, los mismos que han suplido Don Jerónimo Chardón, Hijos y Compa-
ñía.
Nota: Este capitán va ajustado en 1.900 reis cada moyo, que son 47 _ reales de vellón y le corresponde
por su flete, en cada fanega de cargada que entregare a 129 1/5 maravedís del mismo vellón.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 133

Además, por la pérdida que tiene la moneda española en este Reino, se le debe satisfacer 2 _ maravedís
en cada real de los que importare el citado flete, por haberlo así estipulado. Y, por gratificación de capa
y sombrero, 2 reales de vellón en cada 50 fanegas que entregare.
Setúbal, y Enero 28 de 1795.
Martín Palomares de Lerena.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 135

PESCA E SALAGIONE.

QUADRO STORICO SU ALGARVE E BAJA


ANDALUCIA

Valdo D’Arienzo*

Resumo: La stretta interconnessione tra saline e centri di pesca nel Mediterraneo,


soprattutto del versante occidentale, appare come una costante che attraversa l’antichità
fino ad arrivare ai tempi più recenti. A partire dalle manifatture d’età romana, dopo il
lungo intervallo del primo medioevo, le attività di pesca intensiva e di salagione del
prodotto riprendono in pieno nel corso del XIV secolo, quando la domanda dei mercati
inizia a crescere e il capitale cerca nuovi sbocchi dai margini di profitto più elevati,
come proprio la produzione di sale e la pesca assicuravano. Tra la fine del medioevo e
i primi secoli dell’età moderna si incentivano e si intensificano i banchi di pesca e i
centri di lavorazione così come tutte le attività collegate sia su iniziativa feudale, come
avviene lungo le coste spagnole, che su iniziativa privata promossa e tutelata dai sovrani,
come accade in Portogallo. Si costituiscono in breve tempo società e comunità di lavoro
internazionali che concentrano nell’area presa in esame, posta proprio all’ingresso del
Mediterraneo, un’intensa attività che ha il vantaggio, rispetto agli altri centri, di
anticipare la stagione di pesca e di sfruttare banchi più pescosi. La relazione che si
presenta in questa sede si propone di ricostruire le fasi storiche cruciali, tra il XV e il XVI
secolo, che si registrano nell’area “premediterranea” e le principali trasformazioni
avvenute nella tecnica di pesca e di conservazione sotto sale del prodotto raccolto. Allo
stesso tempo si cercherà di mostrare la stretta relazione esistente tra lo sfruttamento delle
saline e l’organizzazione della pesca e, ugu almente, delle diverse organizzazioni della
manodopera e delle strutture di lavoro

Propongo in questa sede una prima riflessione sulla storia della pesca nel
Mediterraneo occidentale articolata con l’organizzazione della conservazione del
pescato e, in particolare, con l’uso del sale necessario a questa produzione.
A partire dalle prime manifatture fenicie e romane situate lungo i litorali che
vanno dalla Sicilia fino al Portogallo meridionale, senza trascurare quelle
nordafricane, sono ricorrenti nella scelta dei luoghi non solo la pescosità del sito ma
anche la presenza di alcune caratteristiche idro-morfologiche indispensabili a una
buona organizzazione delle diverse attività. Un litorale ampio e sabbioso, la
vicinanza di un corso d’acqua, dolce o salata che sia, la prossimità di saline, il facile
accesso a materie prime come il legno, una rada riparata che accolga le imbarcazioni

∗ valdo@unisa.it. Professore Associato di Storia delle Relazioni Economiche Internazionali - Dipartimento


di Latinità e Medioevo - Università degli Studi di Salerno. Ha studiato la storia delle finanze nel regno di
Napoli nel XVII e XVIII secolo. Ha trattato anche i temi delle fiere in Età Medievale e Moderna e dei
rapporti commerciali nel Mediterraneo occidentale tra XV e XVI secolo.
136 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

e vie di comunicazione agibili per il reclutamento della mano d’opera non


specializzata sono queste le prerogative basilari di economicità per l’apertura di
impanti stabili. Questo a conferma della continuità di molti centri attivi nel
Mediterraneo per moltissimi secoli. Certo quando la tipologia peschereccia muta,
cambiano anche le esigenze; nella pescicoltura antica, per esempio, vengono
preferiti i siti costieri rocciosi che permettano di scavare le vasche dove allevare le
diverse specie di pesci e al contempo di proteggerle in maniera adeguata dalle
mareggiate.
Per quanto concerne lo sfruttamento dei corsi d’acqua va considerato che esso
riguardava il lavaggio del pescato, la pulizia degli attrezzi e delle reti e lo stesso
approvvigionamento della manodopera; mentre per quanto riguarda la fornitura della
materia prima del sale, la vicinanza delle saline permetteva di abbattere i costi di
trasporto e, nel caso in cui si ottenga un privilegio o un beneficio, di ridurre
sensibilmente i costi del monopolio.
Numerose sono le testimonianze, soprattutto archeologiche, sull’attività di pesca
nei secoli antichi lungo tutto il Mediterraneo e la regione immediatamente
antecedente - l’Algarve, il golfo di Cadiz e le coste marocchine1 - dalle quali emerge
evidente un tessuto economico-produttivo, non necessariamente articolato e
interconnesso con l’interno, a conferma della vitalità dell’area2. Pesca, produzione
di preparati e derivati, estrazione di sale, manifattura di anfore di ceramica per i
trasporti sono le principali attività riconducibili a quasi tutte le zone considerate che
si estendevano da Cadiz3 ad Atene, da Bisanzio fino al Mar Nero ed erano collegate
tra loro dai commerci di questi prodotti che restano integri e vitali dall’espasione
fenicia fino a tutta l’età imperiale romana4. La diffusione delle citariæ, per esempio,
è attestata lungo tutto il Mediterraneo dalla Spagna (Onoba5) all’Italia meridionale
(Cetara6), così come risultano di primaria importanza i centri costieri dell’Andalusia
come Almuñécar7, Málaga, Carteya, Bolonia8 e Tavira9; allo stesso modo è diffuso il
marchio “garum sociorum”10, il cui riferimento all’area gaditana non è comunque del
tutto certa.

1 M. Kbiri Alaoui, La industria de salazones e C. Aranegui Gascó, La pesca en Lixus (Larache, Marrueccos)
, in I Conferencia Internacional sobre la Historia de la Pesca en el Ámbito del Estrecho, El Puerto de Santa
María, 1-5 junio 2004.
2 C. J. Gonçalves Soares Fabião, A exploração de recursos marinhos na Lusitania Romana: balanço dos
conhecimentos e perspectives da investigação, in I Conferencia Internacional sobre la Historia de la Pesca
cit.
3 D. Ruiz Mata - J. A. Ruiz Gil, La pesca en época preromana en la Bahía de Cádiz, in I Conferencia
Internacional sobre la Historia de la Pesca cit.
4 J. M. Blázquez Martínez, La pesca en la Antigüedad y sus factores económicos, in I Conferencia
Internacional sobre la Historia de la Pesca cit.
5 J. M. Campos Carrasco, Las Cetariæ del litoral onubense, in I Conferencia Internacional sobre la Historia
de la Pesca cit.
6 M. Romito, Cetara: un antico stabilimento per la lavorazione del pesce sulla costiera amalfitana, in
“Apollo”, X, 1994, pp. 47-52.
7 F. Molina Fajardo, Almuñecar y la pesca en la antigúedad clásica, in I Conferencia Internacional sobre
la Historia de la Pesca cit.
8 J. M. Blázquez Martínez, op. cit.
9 M. García Pereira Maya, A pesca, a actividade conserviera e as ânforas de Tavira, in I Conferencia
Internacional sobre la Historia de la Pesca cit.
10 C. Aranegui Gascó, op. cit. e E. García Vargas, Garum Sociorum. Pesca, salazones y commercio en los
litorales malacitano y gaditano, in I Conferencia Internacional sobre la Historia de la Pesca cit.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 137

L’aspetto più importante delle attività che si concentrano lungo i tratti costieri
presi in esame è che essi dal semplice sfruttamento vòlto al soddisfacimento di un
limitato mercato interno, in età protostorica, si trasformano durante i secoli successivi
in vere e proprie aziende manifatturiere, dallo sfruttamento intensivo, con un raggio
commerciale consolidato, incredibilmente vasto e continuo da un punto di vista
temporale11. Questo sembra in qualche modo ridimensionare quanti hanno affermato
che il pesce conservato in salamoia assuma un’importanza rilevante solo lungo le
coste atlantiche con la pesca intensiva dell’aringa, prima, e del merluzzo, poi, tra la
fine del medioevo e la prima età moderna12.
In realtà se è vero che le acque mediterranee, meno profonde e ricche di banchi
pescosi rispetto a quelle atlantiche, forniscono prodotti destinati alla conservazione
principalmente di tonni, sardine, acciughe e anguille, è altrettanto vero che esse
risultano attive sin dall’antichità e che le tecniche di salagione sono ben conosciute
e diffuse nell’intera area presa in esame.
Nel Vecchio Testamento13, addirittura, si fa esplicito riferimento alla salagione e
alla conoscenza del tarith14 (tonno) pesce destinato alla conservazione per
eccellenza. Nel Nuovo Testamento, ugualmente, si ritrovano numerosi riferimenti
all’attività della pesca, esercitata tra l’altro dai due apostoli Pietro e Andrea, seppure
senza alcun riferimento alla lavorazione in salamoia, come nel passo dell’evangelista
Matteo: «il Regno dei cieli è simile a una rete getta in mare, la quale ha raccolto ogni
genere di pesci. Una volta piena, i pescatori la traggono a riva e, sedutisi, raccolgono
i pesci buoni nelle sporte e buttano via quelli cattivi»15. Anche le fonti egizie attestano
usi e costumi sia della pesca e conservazione che del commercio esterno16,
confermate anche da altri autori classici17. «Prima di tutto dobbiam fare osservare che
la pesca formò fin dai più remoti tempi dei Faraoni uno dei rami importantissimi di
commercio ed una speciale risorsa, o privilegio di privativa, essendo a ciò destinati

11 «El segundo aspecto que se aborda es el de la pesca, como produco de consumo en la dieta de las
sociedades protohistóricas, y los comienzos de la pesca como actividad industrial en época fenicia y
púnica. La pesca constituyó, en las costas andaluzas, y en la Bahía gaditana, una importante fuente de
ingresos que pronto se convirtió en un próspero imperio económico, mucho antes del establecimento de
las grandes industrias romanas», D. Ruiz Mata - J. A. Ruiz Gil, op. cit.
12 «Il fatto è significativo, questo tipo di traffico è conosciuto solo in direzione nord-sud: la pesca
“industriale” si pratica solo nei mari settentrionali dove abbondano aringhe e merluzzi … Evocarne la storia
significa ripercorrere la storia delle popolazioni del nord alla fine del medioevo e dell’eccezionale sviluppo
economico che sono riuscite a trarre da questo tipo di pesca. La leggenda attribuisce ad un olandese del
XIII secolo l’idea di conservare l’aringa sotto sale. Ma conferisce troppi importanza a questo anonimo
inventore. L’usanza è infatti molto più antica. Nelle cronache risulta attestata una pesca già importante nel
XII secolo lungo le coste scandinave. Pesca e pratica della salagione si sono d’altra parte sviluppate
simultaneamente nelle acque del Baltico, del mare del Nord, dell’Atlantico, dalla Finlandia … alla
Norvegia, e dall’Irlanda all’Islanda», J. F. Bergier, Una storia del sale, Venezia 1984, p. 135 e J.C. Hocquet,
Due risorse marittime associate: il sale e il pesce. Profilo storico, in Ricchezza del mare. Ricchezza dal
mare, Firenze 2006, p. 235-65.
13 Il libro di Tobia, VI, 5.
14 «I pesci sono abbondantissimi … nel lago di Genezareth, di Tiberiade, e nel Giordano, nonché negli
altri laghi … Gli antichi rabbini parlano di un pesce di mare che si pescava sulle coste della Galilea e che
essi chiamano tarith, che secondo i commentatori è il tonno», G. Boschi, Storia Biblica, Napoli 1858-62,
I, p. 299.
15 Mt, 13, 47-48.
16 «Gran quantità di pesci si trova più specialmente nella tomba di Beni-Hassan, ove è rappresentata la
preparazione e il disseccamento del pesce e la pesca … Ma dagli storici ricaviamo ancora il nome e le
particolarità d’altri pesci che tuttora si trovano nell’Egitto, i cui laghi ne offrono in quantità prodigiosa,
quantunque non oltrepassino sette od otto specie, tra le quali ne sono due che gli Egiziani tuttora, come
facevano altra volta, salano ed inviano in Siria, in Cipro e in Costantinopoli», G. Boschi, op. cit., p. 495.
17 «si cibavano ancora a suo tempo di pesci seccati al sole, e conditi con salamoia», Erodoto, Historiæ,
II, 117.
138 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

e uffici ed ufficiali appositi, come rilevasi dagli storici, e dai monumenti … e questo
medesimo privilegio si mantenne in pari modo sotto i califfi»18.
Anche gli affreschi delle tombe egizie, a dimostrazione della diffusione di tale
attività, forniscono dettagli sulle tecniche di pesca: «in una delle pitture della tomba
di Nevothph a Beni-Hassan … ricaviamo un altro modo di pesca. Nevothph, figurato
in grandezza della metà del vero, è intento a pescare entro una barchetta di sottile
ed elegante forma di quelle fatte di papiro intrecciato … Ei prende i pesci infilandoli
con un’arme d’ingegnoso artifizio che corrisponde alla fiocina dei Latini,
rappresentata come un’asta la cui estremità è armata di due ferri o ami uncinati a
doppia punta»19. Allo stesso modo sulle tecniche di conservazione: «In una delle
tombe di Beni-Hassan … si vede dipinta … una scena che ci rappresenta il modo
adoperato nella salatura dei pesci. Vi si osserva un uomo in bianca veste senza
maniche, il quale sta chinato vicino a delle piante di papiri ed intento ad aprire con
un coltello un pesce per la schiena, dopo avere già tagliato le pinne al detto pesce.
Ha sotto i piedi qualche cosa di giallastro, che non si distingue bene se siano le pinne
tagliate, oppure quelle piante aromatiche colle quali sappiamo che condivasi il pesce
salato. Il coltello è di color giallo, simile a molti di quelli della stessa forma e dello
stesso colore trovati nelle tombe egiziane. Dinanzi a quest’uomo si vedono tre pesci
usciti allora dall’acqua, e poco più distante ne sono figurati quattro già aperti e ridotti
a quella forma nella quale anche oggidì si sogliono preparare nei mari del
settentrione, i merluzzi per disseccarli»20.
Ugualmente le stesse fonti testimoniano della rilevanza dei traffici commerciali
dei “salumi nilotici” esportati dall’Egitto verso la Grecia e Roma21.

La fine dell’impero romano comporta un accentuato arretramento del sistema


economico nel suo complesso, in cui i mercati tradizionali e le rotte commerciali
consolidate nei secoli precedenti sembrano scomparire - almeno nell’ambito del
Mediterraneo - fenomeno questo accompagnato da una curva demografica in netta
discesa con enormi ripercussioni sui mercati alimentari e sulle manifatture della
conservazione dei prodotti. È solo a partire dall’XI secolo che si assiste a una graduale
e lenta ripresa contraddistinta, però, da minime innovazioni tecniche, da una ridotta
flotta peschereccia e dalla quasi assoluta assenza di capitali investiti nel settore. La
pesca sembra concentrarsi in aree circoscritte - quasi sempre costiere - con una scarsa
specializzazione delle varietà ittiche raccolte e con collegamenti molto ridotti tra i
mercati interni e quelli internazionali. La risorsa della pesca sembra quindi soddisfare
una popolazione molto limitata che gravita lungo i litorali. La presenza e lo
sfruttamento delle saline locali sembra in qualche modo favorire i centri che possono
vantare questa conveniente risorsa: tra questi l’Algarve e l’Andalusia e, più a oriente,
la Sardegna e le coste occidentali della Sicilia. La regione meridionale portoghese,
in particolare, è tra le più ricche di risorse sfruttate sin dall’antichità. «O seu litoral
è abundantíssimo de infinitas variedades de peixes de óptima qualidade. Posse muitas

18 G. Boschi, op. cit.,, Napoli 1858-62, II, p. 80.


19 Ivi, p. 81.
20 Ivi, p. 82.
21 «Abbiamo veduto rammentato dagli antichi storici l’uso frequente dei pesci salati dopo estratti, sia dal
lago di Meris, o da altri laghi, sia dal Nilo, e sappiamo che tali salumi si mantennero in credito anche in
più bassi tempi, avvegnachè eziandìo sotto il dominio dei Greci e dei Romani se ne recava grandissima
quantità nella Grecia e nell’Italia col nome di salumi nilotici: ora le pitture delle tombe anche in questo,
cioè nel modo tenuto in quella preparazione, suppliscono al silenzio degli scrittori», ibidem.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 139

(Particolare della tomba


egizia di Khnoumhotep II a
Beni Hassan)

ricas marinhas de sal (salinas) cujo produco forma um dos principais ramos do seu
commercio. Exporta, em grande quantidade, sal, peixe secco … As famosas pescarias
e salgos dos atuns, tichiados e sardinhas, ja eram famosas entre os antiguos … Os
phenicios e carthaginezes, e deposi delles os romanos, d’aqui esportavam em grande
escala»22.
Quando nei secoli immediatamente successivi, coincidenti con il rafforzamento
delle monarchie nazionali e della nobiltà feudale, inizia contemporaneamente la
rinascita e l’organizzazione dello sfruttamento delle acque e delle saline. In
Portogallo, per esempio, D. Dinis nel 1313 concede un privilegio per la pesca nelle
acque prospicienti Setúbal oltre a un prestito per l’avvio dell’attività23. Sempre alla
fine del XIV secolo si intensifica lo sfruttamento dei banchi di pesca lusitani grazie
anche all’arrivo di mercanti e pescatori stranieri, tra cui spiccano per numero e conti-
nuità i siciliani, che soprattutto nel corso del Quattrocento e Cinquecento, appaiono

22 A. Soares d’Azevedo Barbosa de Pinho Leal, Portugal Antigo e Moderno, vol, I, Lisboa 1873, pp. 121-
24.
23 IAN/TT (Instituto dos Arquivos Nacionais/Torre do Tombo), Chanceleria de D. Dinis, Liv. 3, fl. 48v,
trascritto in V. D’Arienzo, No extremo ocidental: privilégios, empreendimentos e investimentos sicilianos
no Algarve, in “ Ler Historia”, 44, 2003, p. 188.
140 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

come i veri e propri protagonisti in quella regione24.


Lo stesso avviene, più o meno contemporaneamente, tra il golfo di Cadiz e le
coste lungo l’imbocco dello Stretto di Gibilterra25. Lì inizia a prendere corpo il feudo
della famiglia Guzman che, sempre più potente e legata alla Corona, estenderà a
macchia d’olio i propri possedimenti comprendenti, per l’appunto, tutte le tonnare
e i centri di pesca da Sanlúcar de Barrameda fino ad Almeria. Guzman el bueno, nel
1292, difendendo vittoriosamente la piazzaforte di Tarifa dall’assedio del sovrano del
Marocco, viene ricompensato due anni dopo da Sancho IV con la concessione del
feudo e l’esclusiva dello sfruttamento dei diritti di pesca dei tonni lungo tutta l’area,
anche se, in realtà, la prima documentazione sullo sfruttamento dei diritti di pesca
si riferisce alla moglie María Alphon nel 133026. Questa privativa della pesca era stata
già oggetto di assegnazione da parte dello stesso sovrano ai «caballeros de Santiago,
los castillos de Alcalá, Medina Simonia y Vejer»27. In seguito gli eredi di Guzman el
bueno ottengono nel 1375 il titolo di conti di Niebla e nel 1445 quello di duchi di
Medina Simonia, estendendo parimenti anche i benefici su altri territori costieri e
pescherie della Bassa Andalusia28. «En parte de remuneracion le concedió el Señor
Rey Don Sancho el 4° el Derecho privativo y prohivitivo de poner almadravas para
la pesqueria de atunes en las costas de los mares de su Reynom, con absoluta livertad
y franqueza de derechos y tributos, tanto respecto de los atunes y otros pescados ue
en ellas se matasen, com de los peltrechos, mantenimientos, sal, y otras cosas
necesarias para su beneficio»29.
Questo privilegio, che garantirà per molti secoli introiti altissimi e costituirà
parimenti una delle principali entrate della famiglia, verrà spesso messo in
discussione ma tenacemente difeso e tutelato dalle interferenze dei pubblici ufficiali
della Hacienda Real30. Innumerevoli i contrasti con le vicine città e con i pescatori

24 Cfr. ivi, pp. 189-90 e V. D’Arienzo - B. Di Salvia, Siciliani nell’Algarve. Privilegi reali e prassi mercantile
nell’Atlantico portoghese (secoli XV e XVI), Palermo 1990.
25 «Los siglos medievales recobraron un apogeo pesquero que la zona conoció ya desde las épocas
clásicas fenicia y romana. En efecto, con la presenzia de los cristianos en el Estrecho este importante
subsector adquirió una nueva dimensión dentro de la economía no sólo en el ámbito andaluz, sino a nivel
español, pues hasta aquí empezaron a llegar embarcaciones de la zona levantino-catalana. En este sentido,
la Casa de Medina Simonia ja jugado un papel fundamental durante muchos siglos, controllando el
aprovechamiento de las riquezas piscícolas amparándose en unas muy ventajosas concesiones de la
Corona», A. Serriá Muñoz, Los privilegios de los duques Medina Sidonia sobre las almadrabas andaluzas,
in http://www.tarifaweb.com/aljaranda/num15/art4.htm; cfr. anche A. Rumeu de Armas, Las pesquerías
españolas en el norte de África (siglos XV-XVI), in “Hispania”, 130, 1975, pp. 295-319.
26 «No hay documento en que se diga, de manera explícita, que aquel Guzmán pescó atunes. Pero
sabemos que su mujer María Al phon, explotó la pesquería. Fallecida en 1330, manda pagar a Paricio
Pérez, su criado, 5.000 maravedís, que le había prestado para las almadrabas», ibidem.
27 «Los Guzmanes se declararon proprietarios de todos los atunes, que entraban en aguas españolas. Y
la historia lo dio por bueno, achacando el inusitando monopolio, al oscurantismo de una Edad Media,
sumida en la pesadilla del señor de horca y cuchillo. De que pescaron atunes los musulmanes, no cabe
duda. Alfonso X en el privilegio de 1268, dando Medina Sidonia a la orden de Santa Mária de España, en
la pretensión de cambiar topónimo de origen pagano y musulmán por el de “Estrella”, no menciona la
almadraba, dunque el término llegase a la costa. Pero lo hizo Sancho IV. Desaparecido la orden, demando
por recuerdo el castillo de Torre Estrella, dio en 1285 a los caballeros de Santiago, los castillos de Alcalá,
Medina Sidonia y Vejer, con sus términos, las “almadrabas de los atunes e con los derechos del puerto de
la mar, e con pesquerías e con salinas”. El puerto era del Barbate, las salinas, las conocidas por Manzanete
y las almadrabas, las de Conil y Zahara», http://www.fcmedinasidonia.com/1historias_2.htm.
28 «En definitiva, la jurisdicción señorial se extendía por toda la Baja Andalucía, specialmente en la zona
de Huelva, , donde poseían casi la mitad de la actual provincia. En Cádiz, sus posesiones llegaron a incluir
poblaciones como Sanlúcar de Barrameda, Vejer, Conil y Gibraltar», A. Serriá Muñoz, op. cit.
29 AMS (Archivo Medina Sidonia), Legajo 894/1562-1762.
30 «Iaunque en algunas ocasiones se ha intentado perturbar, asi por los Recaudadores de Rentas, como
por los Señores Fiscales del Consejo de Hacienda, y otras personas», ibidem.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 141

indigeni che non lavorano nelle peschiere dei duchi di Medina Simonia: nel 1439
viene intentata una causa nei confronti della città di Cadiz contro la richiesta di
quest’ultima di poter armare tonnare31. Il divieto di pesca durante tutta la stagione
della mattanza dei tonni viene imposto ripetutamente: «Bandos publicados en la
Ciudad de Cadiz por mandado de diferentes senores Governadores de ella en sus
respectivos tiempos para que en conformidad de los privilegios de la Casa del Duque
… ninguna persona pueda pescar en el distrito de aquella Ciudad durante la tem-
porada de atunes, con almadravas, antes Redes Boniteros, ni otros instrumentos; sino
hasta el sitio de las Torres, para el abasto de ella»32. Gli editti contro i pescatori che
contravvengono le disposizioni a tutela dei privilegi dei Medina Sidonia si
susseguono frequenti nel corso dei decenni, a riprova della diffusione di questi reati
nonostante le pene severe previste, emanate il 5 maggio 1714, che vanno dal
sequestro e distruzione delle imbarcazioni, a venti giorni di carcere, a cinquanta du-
cati di multa e, infine, al sequestro delle reti e dei lazos33. Ulteriori divieti vengono
proclamati il 30 aprile del 1726, il 26 aprile del 1728, il 7 maggio del 1729, il 4
maggio del 1730, il 12 maggio del 1732 che inasprisce ancora di più le pene34, il 28
maggio del 1733, il 12 maggio del 1734, il 9 maggio del 1736, l’11 maggio del 1737,
il 14 maggio del 1738 e il 23 maggio del 173935. Nel 1531 vengono inquisiti alcuni
pescatori di Ximena e Tarifa accusati di pesca illegale36; nell’aprile del 1558 viene
intentato un processo nella città di Huelva - gli atti sono poi trasferiti al Rexidor y Juez
di Granada Francisco de Lepe - contro i fratelli Alonso Rodriguez y Luis de la Coba
di Gibraleon «para haver cogido atunes en la punta de Umbria en contravenzion de
los citados privilegios». In questi atti processuali viene anche riportata una carta del
24 aprile 1557, nella quale si fa riferimento a precedenti cause civili riguardanti lo
stesso diritto e la stessa zona: «reggimento de la villa de Gibraleon y su procurador
en su nombre de la una parte y Don Juan Alonso de Guzman Duque de Medina
Sidonia y su procurador en su nombre de la otra sobre rrazon de qual a dicha villa
de Gibraleon pretende poder sacar y llevar qualesquier atunes que salteren en e la
sardina y otros pescados de la mar libremente … »37. Nel 160938 e 161239 vengono
denunciati alcuni pescatori per “pesca fraudolenta”; nel 1627 viene denunciato il

31 AMS, Legajo 899/1493.


32 AMS, Legajo 951/1615-1796.
33 «Ningun armador, ni pescador de esta Ciudad salga … pescar en todo el discurio de la temporada, y
solo puedan hacer hasta el sitio de las torres para el abasto de esta ciudad, sin que por ningun caso
perjudiquen a la Almadrava de Conil que se è armado por parte del Ex.mo Senor Duque de Medina Sidonia
en conformidad de los antiguos privilegios de esta Casa, antes se retiren sus lazos y redes, pena de de
cinquenta ducados al que contraviniere a ello, y veinte dias de carcel, demas de que se les quemaran las
embarcaciones, Y para que llegue a noticia a todos y non pretendan ygnorancia se … y publique este
vando con Casas de Guerra en la forma acostumbrada, y fiz en copia de el en las Puertas de la mar y de
Sevilla, donde es la comun asistencia de los dichos armadores y pescadores», ibidem.
34 «Mando que ninguna persona sea osada a pescar atunes en el Distrito y Jurisdizion, de esta Ciudad,
con Almadravas antes Redes, Boniteros, Casonales, Rodadenas ni con otro Genero de redes, Garfios
Cloques ni otros Instrumentos ni se aprovechen de lo que casualmente diezen al traves, asì de Buen Pasaje
como del horno pena de seis anos de precidio y de perdimento de todos los artes barcas y instrumentos;
Y asì mismo que ninguna persona entre en esta Ciudad ni transporte atunes salados ni en fresco que no
sean con despachos de la Contaduria que el Excelentisimo Señor Duque de Medina Sidonia tiene un sus
Almadravas del sitio de Zahra y Villa de Conil pena de perdimento, de los atunes y las embarcaziones o
bagajes …», ibidem.
35 Ibidem.
36 AMS, Legajo 901/1531.
37 AMS, Legajo 951/1558.
38 AMS, Legajo 904/1609.
142 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

capitano Juan Roman de Cabrera, di Conil, per aver armato un corral40 nelle acque
di quella villa41.
L’ostinata resistenza di questi privilegi porterà, però, molti pescatori e mercanti
stranieri - portoghesi, valenciani, catalani, maiorchini, francesi, genovesi e siciliani
- a non frequentare le coste andaluse e le ricche tonnare di quelle acque per spostarsi,
ancora più a occidente, verso quelle algarvie per sottrarsi proprio alla rapacità feudale
dei Medina Sidonia: accade addirittura che risulti più conveniente importare il
pescato dal vicino Portogallo anziché dalle tonnare del duca. Nel 1477, comunque,
si registra una presenza straniera a Conil de la Frontera42, la tonnara più grande e
redditizia insieme a quella di Zahara.
Nell’aprile del 1764 Don Francisco Salanoba redige una memoria nella quale
reclama la riduzione alla Real Hacienda di tutte le peschiere del Regno perché «es
muy combeniente à la causa publica promover per la esencion dichas pesquerias,
para que logrando este Reyno en abundancia el pescado de ellas, haya menor motivo
para sacar los dineros que se extraen en solicitud del atun que se trae de Portugal, y
del abadejo, arencones, y semejantes especies que se buscan y vienen de otros
Reynos extranos»43. Tutto ciò comporta una sorta di isolamento con il conseguente
arretramento delle tecniche di pesca rispetto a quelle introdotte, per esempio, dagli
Italiani in Portogallo. Fino a tutto il XVIII secolo, infatti, nelle acque spagnole fun-
zionavano le almadrabas de tiro44, molto simili alla tecnica della sciabica, che
risultavano meno vantaggiose. Un primo tentativo di introdurre il metodo della
mattanza in mare a Zahara provoca il sollevamento delle popolazioni di quel paese
e della vicina Conil facendo fallire l’iniziativa: «en 1746 el duque la introdujo en
Zahara, llamándola “siciliana”. Provocó alzamiento popular, en defensa de puestos
de trabajo, ya escasos en el país. En Conil se revolvió tanto el pueblo, que su
introducción fue imposible»45. Solo nei primi anni dell’Ottocento si proseguirà su
questa strada in maniera più convinta, chiamando il rais palermitano Francesco
Arcoleo per armare una tonnara di tipo siciliano46, nella quale lavorano pescatori
portoghesi, valenciani e, appunto, siciliani come risulta da una lettera, del 14 luglio
1806, di Don Francisco Arrafán “fattore” e responsabile della tonnara di Conil de la
Frontera e Vejar47.

Le relazioni tra le peschiere lusitane e quelle spagnole, tuttavia, risultano essere


molto ridotte, facendosi concorrenza sui mercati d’esportazione del pescato lavorato.
È comunque interessante notare come, verso la metà del Cinquecento, è costituita

39 AMS, Legajo 903/1612.


40 Il corral (recinto) è un tipo di pesca di antichissima tradizione diffuso in tutto il golfo di Cadiz e
nell’Andalusia meridionale che consiste in una struttura circolare di pietre, alta fino a due metri, che sfrutta
il gioco delle maree particolarmente accentuato in quell’area. Con l’aumento della marea l’acqua ricopre
il recinto di pietre e con la bassa marea si accede allo stesso raccogliendo i pesci rimasti intrappolati
all’interno.
41 AMS, Legajo 890/1627.
42 AMS, Legajo 928/1477.
43 AMS, Legajo 894/1562-1762.
44 Cfr.la descrizione in http://www.fcmedinasidonia.com/1historias_2.htm.
45 Ibidem.
46 AMS, Legajo 97/1805-1806-1807 e Legajo 140/1805-1806.
47 AMS, Legajo 140/1805-1806; cfr. anche Legajo 3982/1806 e Legajo 3985/1809.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 143

(descrizione di una
almadraba de tiro
da un’incisione
tratta da G. Braun,
Civitates Orbis Ter-
rarum, Colonia,
1572-1600)

in Andalusia la società formata dai mercanti fiorentini48 Andrea Peri, operante a


Cadiz, e Pierozzo Peri nonché il banchiere e uomo d’affari Jacopo Botti49, residenti
invece a Siviglia, interessati alla vendita di legno. Il 23 gennaio 1549 il Peri stipula
un contratto col duca Juan Alonso de Guzman per la fornitura di 100.000 «barriletes
quintaleños de almadraba de madera de frança … o de qualquer parte dellas y sea
de madera de una parte o de otra o de ambas qual mas o qui siere»50. Il prezzo
pattuito è di 26 ducati per i barili di legno di Francia e 23 per quelli fatti con legno
d’altra provenienza; l’atto prevede, inoltre, la consegna di 25.000 barili a Cadiz o
Sanlúcar de Barrameda dal primo giugno alla fine di settembre dello stesso anno. Da
alcune lettere esecutorie successive si apprende che i barriletes forniti dal mercante
italiano sono diretti ai centri di lavorazione del tonno di Conil, Barbate e Zahara. La
società mercantile italiana deve avere interessi e intrecciare affari anche col vicino
Portogallo, il 24 marzo del 1548, infatti, viene disposto a Cadiz il pagamento di un
ducato e mezzo per il trasporto di dodici persone «que se avian perdido de la costa
de Portugal en una caravela», tra questi «Andrea Per florentin e Alvaro Martines
portuguez»51.
Dagli studi finora pubblicati appare evidente che i centri di produzione
portoghesi esportano verso la Francia52 e l’Italia, Livorno53, Porto Pisano54 e Sicilia55
in particolar modo; mentre quelli spagnoli verso Valencia, Barcellona e, in parte,
Firenze56 e Roma57.
48 Ignoro se faccia parte di questa società anche il mercante fiorentino Luigi Pecori che nel 1549 acquista
«todo el atún que se pescase en Conil», www. fcmedinasidonia.com/1historias_3.htm.
49 Cfr. R. Carande, Carlo V e i suoi banchieri, Genova 1987, pp. 207-11.
50 AMS, Legajo 2514/1518-48.
51 Ibidem.
52 J. Romero Magalhães, O Algarve Económico 1600-1773, Lisboa 1993, passim.
53 Cfr. F. Braudel - R. Romano, Navires et Marchandises à l’entrée du Port de Livourne (1547-1611), Paris
1951, p. 35 e M. Berti, Le aziende Da Colle: una finestra sulle relazioni commerciali tra la Toscana ed il
Portogallo a metà del Quattrocento, in Toscana e Portogallo. Miscellanea storica nel 650° anniversario
dello Studio Generale di Pisa, Pisa 1994, pp. 57-106.
54 Cfr. V. Rau, Portugal e o Mediterrâneo no siculo XV. Alguns aspectos diplomáticos e económicos das
relações com a Itália, Lisboa 1973, p. 15.
55 Cfr. V. D’Arienzo - B. Di Salvia, op. cit., passim.
56 Il tesoriere della tonnara di Zahara, Leo de Bonomo, con tutta probabilità di nazionalità italiana, in una
lettera del 16 ottobre 1538, indirizzata all’agente Borghesino Borghesini, fa riferimento alla vendita di
tonno bianco, pescato e lavorato nella tonnara da lui diretta, al mercante florentin residente e operante a
Siviglia Andrea Bernaldi per 336.000 maravedis, AMS, Legajo 2514/1518-48.
57 Cfr. M. Vaquero Piñeiro, Sull’importazione di pesce nei porti di Roma e di Civitavecchia tra XVI e XVIII
144 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Motivi di contrasto e conflitti, tuttavia, sembrano ripetersi nel corso dei secoli
presi in esame. Nel 1506 il sovrano portoghese Dom Manuel invia ai suoi ufficiali
le scritture relative agli accordi presi con i duchi di Medina Sidonia sui rispettivi diritti
di pesca tra le coste dell’Algarve e la città di Huelva58. I barili di pesce conservato
provenienti da Faro e da Lagos transitano per Conil o Cadiz per ottenere esenzioni
sul sale o sui diritti di spedizione verso Valencia e altri centri. Il 9 giugno 1730 viene
data informazione alla tonnara di Zahara che gli «administradores del derecho del
Cargado y Regalia y Millon de los pescados» hanno esatto quanto dovuto per
l’introduzione a Conil de la Frontera «de atun de la almadrava de Faro en Portugal»59.
Nello stesso anno viene fatto riferimento al raggiro compiuto dall’imbarcazione
(canario) “Santo Christo Delgado” che si reca a Lagos per comprare diciannove o
venti botti di tonnina e, una volta ottenuta la certificazione a Conil e Cadiz, le
trasportano a «Valencia y otras partes destas costas de España». Il patrone del naviglio
col socio Antonio Portero, infatti, «pudieron pasar con dichas pipas de atun a
Valencia en cuia aduana lo entregó y se lo dieron por bueno por que en el decia que
davan pagados los derechos pertenecientes a Su Alteza»60. La contravvenzione
riguarda l’imposta di un peso per ogni pipa proveniente dalle tonnare lusitane61.
L’attività di pesca lungo le coste dell’Algarve62 cade in maniera vertiginosa a
partire dai primi anni del XVII secolo63 fino agli inizi dell’Ottocento64, nonostante
una timida ripresa avviata qualche decennio prima. La causa va ricercata
principalmente in un ciclo biologico in calo delle specie ittiche e in una forte
diminuzione degli investimenti nel settore. Non mi è stato possibile appurare lo stesso
trend per le peschiere andaluse. Alcune fonti della metà del XVI secolo parlano di
circa 40.000/60.000 tonni pescati durante una stagione con una rendita di
20.000/30.000 ducati65; i pochi dati quantitativi raccolti personalmente, riguardanti
le tonnare appartenenti ai Medina Sidonia, mi impediscono di tracciare il seppur
minimo bilancio anche se la tendenza sembra essere la stessa.
I secoli che vanno dal Trecento a tutto il Cinquecento vedono, quindi, una
proliferazione di peschiere, di mobilità di uomini e capitali in tutto il Mediterraneo

secolo, in G. Doneddu e A. Fiori (a cura di), La pesca in Italia tra età moderna e contemporanea.
Produzione, mercato, consumo, Sassari 2003, pp. 295-311.
58 AMS, Legajo 925/1506.
59 AMS, Legajo 951/1730.
60 Ibidem.
61 «Fue ordenado … a Cathalanes, Mallorquinos y Valencianos patrones de embarcaciones que todos los
que compravan atun en almadrava de Portugal venian a Conil a sacar sus despachos y que por cada pipa
de la regular cathalana se pagava un peso por el qual dicho Don Juan de la Pena [Capitan y Justicia della
tonnara di Zahara] era obligado a darlos», ibidem.
62 Per uno sguardo d’insieme sulla pesca in tutto il Portogallo cfr. N. L. Madureira (coord.), História do
Trabalho e das Ocupações - I. Amorim (org.), As pescas, v. II, Oeiras 2001.
63 Cfr. J. Romero Magalhães, op. cit., pp. 195-6 e V. D’Arienzo, No extremo ocidental cit., p. 184.
64 «A Pescaria do Algarve, ainda que tem sido sempre protegida por todos os nossos Soberanos
concedendo muitos Privilegios aos Mariantes d’aquelle Reino, com tudo não tem aquelle adiantamento
de que he capaz, antes se observa actualmente no estado de grande decadencia », C.B. Lobo de Lacerda,
Memorias sobre as pescarias de Portugal, in “Jornal de Coimbra”, v. II, (julho 1812 - n° VII), Lisboa, 1812,
p. 161.
65 Cfr. D. Igual Luis, El tráfico de pescado en la España meridional y su proyección hacia Italia durante
el siglo XV, in L. Palermo - D. Strangio - M. Vaquero Piñeiro (a cura di), La pesca nel Lazio. Storia,
economia, problemi regionali a confronto, Napoli 2007, pp. 277-309. Altre fonti indicano in 80.000 i tonni
pescati alla fine del XVI secolo con un drastico calo, più o meno contemporaneo a quello portoghese,
dovuto a fattori climatici e biologici: «Se acusó la falta de atunes al frío y el mal tiempo. Sin duda intervino,
siendo sus consecuencias una regresión de a la especie, sin recuperación»,
http://www.fcmedinasidonia.com/1historias_4.htm.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 145

ma soprattutto nelle acque poste al suo ingresso, sia per l’abbondanza che per le
dimensioni del pescato: tonni e sardine hanno pezzatura e peso maggiori di quelli
pescati lungo le rotte più orientali quando, durante la loro navigazione, perdono
buona parte del grasso che li ricopre e ne rende più morbide le carni. Tonni e sardine,
d’altra parte, sono i pesci che più facilmente si prestano alla salagione e
conservazione e grazie sia a questa caratteristica che alla gran quantità disponibile
immessa sul mercato che sono venduti a un prezzo relativamente basso e considerati,
quindi, i “prodotti dei poveri”66.
Risulta fondamentale, come anticipato all’inizio, per l’economicità dell’attività
di pesca e di salagione la prossimità delle fonti di approvvigionamento di sale alle
peschiere e, ugualmente, la concessione di benefici e privilegi in considerazione che
in tutti i paesi mediterranei - e non solo - vige sul sale il regime di monopolio. La
dislocazione geografica di peschiere e saline conferma pienamente la stretta
connessione esistente; così come le fonti archivistiche testimoniano i vantaggi con-
cessi nell’approvvigionamento di sale a favore delle manifatture in attività.
Nell’Algarve, ricco di corsi d’acqua seppur di scarsa portata67 e tratti più o meno
ampi di spiagge sabbiose, il sale si trova disponibile in abbondanza grazie alle
numerosissime saline disseminate lungo le coste. «O clima e calor do Algarve, o local
dos mesmos sapaes, situados em portos frequentados, como são Castro Marim,
Tavira, Olhão, Faro, Portimão, Alvôr, e Lagos, favorecem a instalação de marinhas»68.
La caratteristica di queste saline è che sono sfruttate quasi esclusivamente per la
lavorazione del pescato locale, mentre per le esportazioni sono quelle di Setubal,
Lisboa, Figueira da Foz e Aveiro, specie nel corso del XVII secolo, le protagoniste
assolute assieme a quelle spagnole di Cadiz, Torrevieja e dell’isola di Ibiza. I
monarchi portoghesi pur concedendo alla nobiltà privative ed esclusive sui diritti
gravanti sul sale, sono altrettanto interessati allo sviluppo delle peschiere, rilasciando
privilegi ed esenzioni a favore delle attività manifatturiere. Il primo aprile 1409 Dom
João II concede i diritti do sal do reino a João Fogaça, confermati da Dom Manuel il
5 agosto 149669; la Caza do Sal di Lagos viene concessa a Maria de Athaide il 20
giugno 151370, con l’estensione di tutti i diritti il 28 gennaio 1517 (confermata il 27
luglio 152871) poi passati il 28 marzo 1576 a Dom Sancho de Noronha, Conde de
Odemira72. Il diritto del salgado di Villanova de Portimão viene concesso invece alla
famiglia Castellobranco: a Dom Martinho l’8 giugno 1512 (confermato l’8 febbraio
157573), a Francisco il 6 dicembre 152774, a Martinho il 10 gennaio 155075 e a

66 «La sardina nel Medioevo è un pesce mediterraneo che dai porti viene esportato verso altre regioni …
ma dopo il 1650 in Linguadoca comincia una penuria di sardine provocata da una migrazione precoce
di quel pesce nelle acque catalane … La sparizione della sardina è una catastrofe per i poveri a cui quel
pesce procura nutrimento a buon mercato», J.C. Hocquet, op. cit., p. 252-3.
67 «Os muitos sapaes do Algarve, que se achão á borda do mar, canaes naturaes, e rios, que nelle
dezembocão», J. Romero Magalhães, op. cit., p. 209.
68 Ibidem.
69 IAN/TT, Chanceleria de D. João II, Livro 12, fl. 12.
70 IAN/TT, Livro de Guad. VII, fl. 63.
71 IAN/TT, Chanceleria de D. João III, Livro 48, fl. 507.
72 IAN/TT, Livro de Confirmaçoens Geraes II, fl. 264.
73 IAN/TT, Livro de Confirmaçoes Gerais I, fl. 163.
74 IAN/TT, Chanceleria de D. João III, Livro 14, fl. 17.
75 IAN/TT, Chanceleria de D. João III, Livro 69, fl. 23.
146 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Manoel il 18 ottobre 159576. La stessa famiglia ottiene nel tempo svariati benefici
anche sulle tonnare e sulle peschiere dislocate nelle acque di Portimão77.
A fianco di queste donazioni feudali, 14 gennaio del 1513 Dom Manuel concede
il beneficio, confermato poi il 4 agosto 1523 da Dom João III, ai mercanti e ai
pescatori della villa di Lagos di poter «salgar seus pescados na ribeira da dita cidade
sem pena alguna, sem embargo do acordo dos officies da Camara»78. Alla città
vengono inoltre concessi dei diritti aggiuntivi sull’imposta del sale per finanziare, agli
inizi del XVII secolo, la costruzione del canale che passa per la città79 e la festa do
Espirito Santo80.
Al pari delle saline algarvie, quelle andaluse - San Fernando, le più estese -
provvedono alla richiesta locale destinata alla salagione del pescato anche se gli
onerosi diritti gravanti sul sale spingono i pescatori locali a rivolgersi, di
contrabbando o per convenienza, al vicino mercato lusitano81. Ancora una volta la
documentazione conservata presso l’archivio Medina Sidonia offre uno spaccato
estremamente esauriente al riguardo.
Molteplici le concessioni feudali alla famiglia come risulta dai memoriali e dalle
trascrizioni degli antichi privilegi82, tra cui il più importante è sicuramente quello che
«le estta conzedido el poder hazer fabricar cinco mil cahizes de sal, para conservar,
para veneficiar en cada un ano la pezca de las almadravas, y de mas pesquerias que
le pertenezen librementte, y sin dominio alguno; y de mas de sus serviçios por el que
hizienon [?] sus antezessores de trescientos mil ducados à la Corona; y que
hallandose en esta … pacifica possession, pareze que S. M. ha dado orden à sus
Ministros, para que en Zahara, donde actualmente se esttà pescando para que no
permitan se sale la pesca que deven hazer los armadores, si no es que sea con la sal
de esse salero»83. Similmente frequenti sono le richieste per il rispetto dei privilegi
concessi e le disposizioni prese al riguardo dagli ufficiali della Hacienda, come
quella del 25 giugno 1724 del Señor Don Juan Perez de la Puente, Director de esta
Renta [del sal] di Cadiz: «que pro ningun accidente se deroguen al Señor Duque los
previlexios que tiene su Casa para salar los atunes de sus almadravas y … de mas
pesquerias executadas por esta temporada y de mas que sean de quenta de su
Excelencia con sal de sus almazenes»84. Continui sono negli inventari anche i

76 IAN/TT, Chanceleria de D. João III, Livro 69, fl. 23.


77 Cfr. IAN/TT, Chanceleria de D. João III, Livro 7, fl. 105 (1498 e 1522); Chanceleria de D. João III, Livro
14, fl. 17 (1527); Chanceleria de D. João III, Livro 69, fl. 26 (1550); Livro de Confirmaçoes Gerais, fl. 183
(1575); Chanceleria de Felipe I, fl. 248 (1595); Livro de Confirmaçoes Gerais XIII, fl. 39 (1625) e Livro de
Confirmaçoes Gerais XIV, fl. 72 (1625).
78 IAN/TT, Chanceleria de D. Felipe I, Livro XXII, fl. 251.
79 IAN/TT, Chanceleria de D. Felipe II, Livro XVIII, fl. 233 (1607) e Chanceleria de D. Felipe III, Livro XXX,
fl. 123 ( 1624).
80 IAN/TT, Chanceleria de D. Felipe II, Livro XXVI, fl. 56 (1609).
81 Cfr. AMS, Legajo 894/1562-1762.
82 Cfr. AMS, Legajo, 874/1741 (Memorial de pleito, puesto por el Duque, con exibicion de privilegios y
documentos antiguos, que se reproducen, sobre las almadrabas del Rio Terron y … de salinas); Legajo
888/1456 (Merced de las salinas de Manzanate hecha por el Duque a Alfonso Gutierrez); Legajo 954/1609
(Privilegio de Felipe II a favor del Duque, de 5000 cahices de sal para sus almadravas) e
http://www.fcmedinasidonia.com/1historias_2.htm., in cui si fa riferimento a un privilegio del 1396,
concesso dal sovrano Enrique III, col quale le saline «de su herencia» passano di proprietà alla famiglia
Guzman.
83 AMS, Legajo 894/1764.
84 Ibidem.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 147

riferimenti alle scorte di sale85, così come le preoccupazioni dei fattori di avere
sempre il sale necessario per la preparazione della salamoia da utilizzare nella
lavorazione del pescato86. Precise, infine, le disposizioni riguardanti il funzionamento
degli almazenes così come i progetti per la costruzione o l’ampliamento dei depositi
di sale nei pressi delle manifatture, come nel caso del castillo di Zahara nel 156887.
Le tecniche di salagione sono differenti da regione a regione, dalla qualità del
sale utilizzato - addirittura è consigliabile un minerale poco puro88 -, dalla tipologia
di pesce messo in salamoia e dalla sua “resistenza” all’umidità e al trascorre dei mesi.
La sardina, per esempio, a differenza del tonno89 che, come ricorda Henri Bresc più
della prima è destinato all’esportazione90, ha bisogno di trattamenti più laboriosi e
di una quantità maggiore di sale, meglio se non eccessivamente grosso: «O sal para
a salga da sardinha e outro peixe pequeno, convém ser de grão mais fino. A
explicação do facto, é que o sal constituido por pequenos cristais, pode ser espalhado
uniformemente, mas coagula mais depressa as substancias proteicas dos tecidos
superficiais, o que prejudica a penetração do sal no interior da carne, tornando a sua
conservação mais precaria quando se trata da salga do peixe grosso. Por isso, a
pratica aconselha o uso de um sal que não seja fino demais, nem demasiadamente
grosso, porque este actua mais lentamente e a demora de penetração nos tecidos,
pode prejudicar a sua conservação em dias quentes. O sal traçado, constituindo
portanto o meio termo, é o mais aconselhavel na maioria dos casos»91. In Francia
sono diffusi almeno un paio di tecniche di lavorazione: «il primo metodo è quello
del “malestran”, eseguito in quattro fasi: lavaggio del pesce in cesti simili a gabbie
immerse in mare, sistemazione delle sardine in strati alternati con sale all’interno di
botti ermetiche in cui soggiornano quindici giorni, estrazione delle sardine che
vengono infilate a tre per volta su bacchette e in seguito sciacquate nella loro
salamoia ed essiccate. Sono le sardine “in bianco”, consumate crude, soprattutto nel
Midi. La seconda opzione consiste nel pressare le sardine nel barile, dove rimangono
sotto pressa una decina di giorni. Un terzo metodo di salatura è la messa in pile, di
quattro o cinque piedi di altezza, addossate ad un muro, con uno strato di sale che
separa i letti. Quando, dopo questa fase preparatoria, le sardine sono ben salate,

85 AMS, Legajo 884/1557-1569-1567 (Relazione tra le saline di Vejar e la tonnara di Zahara); Legajo
993/1636 (Diligencias … e inventario que se higo en Vejar y Conil, de la sal, carretes [lenze], madera y
otros peltrechos que havian guardado para las almadravas).
86 AMS, Legajo 888/1572 (Escritura otrogada por Diego Rodrigues y su mujer … al Duque en pago del
dinero que le debia de atuns, sal y … que habe tomado de la almabrava); Legajo 951/1694 (Escritura
otrogada por el Capo Juan Ramirez de Alba, vesino de Conil y a favor del Duque, en que hace … de una
casa Chanca, con pila dentro para echar y salar atun, en el sitio de las Chanqrillas)
87 Legajo 886/1568 (Cuenta … por el Duque en el año 1568 para la construcción de un almacen nuevo
para la sal, en el Castillo de Zahara).
88 «Quanto a pureza do sal, é curioso notar que determinadas impurezas quimicas tem certa influencia
benéfica, no aspecto e até no gosto, do peixe salgado, contràriamente ao que se poderia supor, porquanto,
o sal puro comunica ao peixe uma cor amarelada, ao passo que os sais impuros, contendo calcio e
magnésio, lhe dão um aspecto alvo muito agradavel», M. Vieira de Sá, O sal na conservação do peixe e
de outros produtos alimentares. Varios processos de conservação, in “Boletim da Pesca“, 36 (Setembro),
1952, p. 8.
89 «O atum saía embarrilado, raramente em fresco ou a granel. A sardinha devia ser beneficiada e tratada
com sal para se exportar. Mesmo o peixe, miúdo ou graúdo, que se leva ao interior do Algarve e ao
Alentejo, exige a salga» J. Romero Magalhães, op. cit., p. 209.
90 Cfr. H. Bresc, Un monde Méditerranéen. Economie et société en Sicile 1300-1450, t. I, Roma 1986,
p. 271.
91 M. Vieira de Sá, op. cit., p. 8.
148 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

(incisione del
1572 di Joris
Hoefnagel)

possono iniziare le altre fasi, come per il metodo “malestran”»92.


La preparazione del tonno, invece, ci viene descritta da una fonte iconografica
del XVI secolo; nell’incisione raffigurante Conil de la Frontera, di Joris Hoefenagel,
in primo piano vengono descritte le diverse fasi della lavorazione. A sinistra si osserva
un grosso cumulo di sale da cui un operaio provvede a staccarne dei blocchi più
piccoli con un uncino mentre altri due li versano con una vanga in una grande vasca.
Contemporaneamente un altro lavoratore, a sua volta, taglia i tonni in tranci e li depo-
sita nello stesso contenitore dove vengono mischiati al sale. Sulla parte centrale
dell’incisione due lavoranti sono impegnati a chiudere i barili dove sono stati stivati
i tranci di tonno nel frattempo salati. Sullo sfondo si può osservare una struttura di
pali di legno dove sono appesi da un altro addetto i tonni per far sgocciolare il sangue
prima della macellazione e salatura.
Dalla descrizione appare chiaro come la lavorazione del tonno, in realtà sia
molto più grossolana di quella delle sardine e come, probabilmenete, la quantità di
sale necessaria sia inferiore. Una memoria della seconda metà del XVIII secolo sul
funzionamento e sugli addetti della tonnara - sempre di Conil -, invece, fornisce
qualche altro elemento utile a integrare quanto rappresentato nella fonte
iconografica. Si apprende della presenza di otto saladores e un arraes (capo) addetti
al compito di «salar atunes sin mesclarse en otra ocupasíon»93, con il salario di 33
reales per l’intera stagione di pesca e di lavorazione; è prevista anche la presenza di
un moso del salero, con la paga di 50 reales, addetto alla custodia e alla gestione del
deposito del sale e, infine, dei cuchillas, «de nueve a diez hombres governados por
su arraes; los primeros dividen los atunes, en quarto quartos, separando la espina con
prontitud, y pocos golpes de cuchilla, y los segundos delasandolos con sus cuchillos,
desandolos en postura de que la sal»94. Partecipano al trasporto del sale dal salero
alla chanca, anche i bentureros, uomini di fatica e senza alcuna specializzazione
addetti principalmente al trasporto dei pesci. I salari prestabiliti possono essere
aumentati in base all’andamento della pesca e del lavoro svolto, a discrezione del
capitan, «conforme el travajo, y merito quen bien echo en la temporada, y sempre
se compensa a que cada uno no exeda de diez ducados, llevando algunos a siette
ocho por nueve, y doze y treze segun el travajo se le regula»95.

92 J.C. HOCQUET, op. cit., p. 253.


93 AMS, Legajo 229/1765.
94 Ibidem.

95 Ibidem.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 149

Quest’ultima descrizione dimostra come, nonostante la mano d’opera impiegata


nelle manifatture di salagione del pescato non sia sempre specializzata96, nel ciclo
di produzione, tuttavia, venga attuata una divisione del lavoro ben strutturata e
articolata con differenziazione di compiti e salari.§

96 Sul reclutamento della mano d’opera in andalusia cfr. P. A. SOLE, Los picaros de Conil y Zahara, Cadiz
1965.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 151

SAL PARA PESQUERÍAS EN LA ESPAÑA


DEL SIGLO XVIII

José Manuel Vázquez Lijó*

Resumo: En el XVIII/2 se dispusieron varias rebajas en el precio de la sal destinada a la


conservación del pescado. Un precio que se había elevado considerablemente debido
a que sobre este producto se cargaron muchos arbitrios para gastos militares, arreglos
de caminos, etc. Estas medidas, junto con otras de alivio fiscal al sector pesquero (exen-
ción de alcabalas, cientos y millones sobre las primeras ventas de pescado, franquicias
en el abasto de cáñamo y alquitrán, etc.) fueron promovidas por la Secretaría de Mari-
na como recompensa a las obligaciones de los pescadores para con la Armada. Ini-
cialmente sólo los matriculados de mar de Galicia y Asturias se beneficiaron de esta ba-
jada del precio y de las órdenes de entrega al fiado (venta a crédito) de la sal; pero lue-
go estas ventajas se hicieron extensivas a todos los pescadores del litoral español, in-
cluidos los inversores, los llamados fomentadores. No obstante, el suministro de sal para
las pesquerías no siempre fue conforme con estas medidas, tanto por los límites de la
oferta como por problemas derivados de la actuación de las autoridades de la renta de
salinas

La importancia de la sal desde el punto de vista comercial y hacendístico en la


Europa de la Baja Edad Media y del Antiguo Régimen es suficientemente conocida
y le valió el sobrenombre de oro blanco1. Lo extendido de su demanda llevó a que
en España la Corona, en concepto de regalía, se reservase desde el siglo XIII el de-
recho de propiedad sobre las salinas. Felipe II, al decretar su estanco en 1564, dio
una vuelta de tuerca en el control monopolista de la producción, pero también del
tráfico y venta de sal, con negativas repercusiones en el sector pesquero a causa de
la subida en el precio y de los habituales problemas de abasto, especialmente gra-
ves en Galicia, reino de muy pobre producción salinera que dependía en grado sumo
de las importaciones, sobre todo desde Andalucía y Portugal2. Los desajustes entre
producción y demanda siguieron siendo constantes en el siglo XVII y tuvieron su re-

* quete@wanadoo.es. Doctor en Geografía e Historia por la Universidad de Santiago de Compostela, con


la tesis titulada La Matrícula de Mar y sus repercusiones en la Galicia del siglo XVIII; Investigador del pro-
yecto Actas de las Juntas del Reino de Galicia, ss. XVII-XVIII, dirigida por D. Antonio Eiras Roel (1999-
2006); Profesor interino en el departamento de Historia I de la Universidad de Santiago de Compostela
1 Son de oligada mención los estudios reunidos en Mollat, M. (dir.), Le rôle du sel dans l’histoire, Paris,
1968; y en Hocquet, J.C, Le Roi, le marchand et le sel, Lille, 1987.
2 Castiñeira Castro, V., “El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del siglo XVI”, en Obra-
doiro de Historia Moderna, nº 8 (1999), pp. 18-30; y Valdés Hansen, F., “El abastecimiento y la crisis de
la sal en los puertos de A Coruña y Betanzos durante la segunda mitad del siglo XVI”, en Cuadernos de
Estudios Gallegos, 2003, pp. 100-110. Sobre las exportaciones de sal hacia Galicia desde Aveiro, Porto
y Setúbal véase respectivamente Amorim, I., Aveiro e os caminhos do Sal da produçao ao consumo (sécs.
XV a XX), Aveiro, 2001, pp. 68-69; Santos, C. dos, “Para a História do comércio portugués. Movimento
da saída de barcos pela Barra do Douro de 1681 a 1705 e de 1777 a 1801”, en Boletim Cultural da Câ-
mara Municipal do Porto, Porto, 1984, p. 131; Rau, V., Estudos sobre a História do sal portugués, Lisboa,
1984, pp. 284-285.
152 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

flejo tanto en las solicitudes de licencia, algunas atendidas, de los pescadores para
fletar embarcaciones con carga de sal desde las bases portuguesas, como en las pro-
testas de los mayordomos gremiales y de los talieiros de los cercos, por la escasez
de suministro de una materia prima indispensable para la comercialización de las
capturas3.
Artículo de amplio consumo, la sal fue muy gravada con arbitrios para hacer fren-
te a necesidades financieras bien particulares de los pueblos bien generales de la Mo-
narquía durante la Edad Moderna. Felipe IV intentó establecer en 1631 una única
contribución, el llamado impuesto de la sal, de carácter universal (sin exentos) en sus-
titución de los millones. Pero esta importante reforma fiscal hubo de abandonarse al
año siguiente ante todo por la amplia oposición tanto al gran incremento en el pre-
cio, que lo situaba en 40 reales/fanega4, como a los acopios obligatorios hasta al-
canzar los cupos de consumo asignados en las reales órdenes; una resistencia que
en el País Vasco, y más en particular en Vizcaya, a diferencia de lo ocurrido en Se-
villa y en Extremadura, tuvo carácter de revuelta popular, con algunas acciones vio-
lentas, en defensa de los fueros que amparaban un estatuto fiscal privilegiado5.
En esta trabajo se analizan las medidas de desgravación de este artículo para fa-
vorecer al sector pesquero que fueron promovidas desde la Secretaría de Marina en
la segunda mitad del siglo XVIII, cuando los valores de la renta de salinas evolucio-
naron al alza a consecuencia de los sucesivos recargos y al compás del crecimien-
to de la población; su peso relativo en el conjunto de ingresos de la Corona pasó de
rondar el 5% en el período 1753-1765 a alcanzar el 11% en el quinquenio 1803-
18076. Y en términos absolutos, su producto anual, descontados costes de produc-
ción, transporte y almacenaje, también siguió una tendencia positiva en ese mismo
período; superó los 10 millones de reales en el reinado de Felipe V, los 16 en el de
sucesor, se acercó a los 22 en el período 1761-1765 y superó los 39 en el quinque-
nio 1793-17977.
La mayoría de referencias documentales proceden de legajos relativos a Matrí-
culas y Pesca de los fondos de la sección Secretaría de Marina (SM) conservados en
el Archivo General de Simancas (AGS) y en el Archivo General de Marina Álvaro de
Bazán (AGMAB). En menor medida se ha recurrido a los expedientes relativos al es-
tanco de la sal del fondo Dirección General de Rentas (DGR) del primero de los re-
feridos archivos; esta última es una documentación poco utilizada hasta la fecha pero
de consulta indispensable para el estudio de la producción y comercialización de la
sal y de la gestión de su estanco en época borbónica.
Para tener una idea certera de lo que supusieron las rebajas en el precio del ar-

3 Canoura Quintana, A., La pesca en la Galicia del siglo XVIII, Tesis doctoral, Facultad de Geografía e His-
toria de la UNED, Madrid, 2002, pp. 781-785 y 824-825.
4 El peso de una fanega de sal equivalía a 51,5 kilogramos.
5 Sobre la resistencia pasiva evidenciada en el partido Badajoz, donde el 80% de sus localidades (cuyos
censos sumaban el 85% de la población) no consumió las cantidades previstas en la real cédula de 3-I-
1631, consúltese Rodríguez Cancho, M., y Rodríguez Grajera, A., “La reforma de la sal y la población de
Extremadura (1631)”, en Obradoiro de Historia Moderna, nº 4 (1995), pp. 43-52. Sobre la oposición de
los miembros del estamento eclesiástico a este impuesto universal y de los serios altercados que su apli-
cación generó en las provincia vascas, Elliott, J.H., El Conde-Duque de Olivares. El político en una épo-
ca de decadencia, Barcelona, 1990, pp. 415, 421-423, 434-436 y 441-445.
6 Pieper, R., La Real Hacienda bajo Fernando VI y Carlos III, Madrid, 1992, p. 118; Y Comín, F., Las cuen-
tas de la hacienda preliberal en España, Madrid, 1990, p. 134.
7 González Enciso, A., Felipe V: La renovación de España. Sociedad y economía en el reinado del primer
Borbón, Pamplona, 2003, p. 212; Pieper (1992), p. 119; Canga Argüelles, J., Dicccionario de hacienda
con aplicación a España, 2 vols, Madrid, 1833-1834 (reed. de 1968), vol. II, p. 484.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 153

tículo en cuestión destinado a salazones de pescado, debe tenerse en cuenta que


como resultado de sucesivas recargas el coste de la fanega para el comprador se ha-
bía elevado mucho hacia 1750 respecto a cien años antes. Al precio base o de re-
galía fijado por la Corona (lo que Canga Argüelles llama “derecho principal o pri-
mitivo”), con el permiso de las Cortes castellanas, se sumaron múltiples imposicio-
nes de distinto alcance territorial: desde contribuciones de aplicación en el conjun-
to de un reino hasta arbitrios locales, que si bien se establecieron con carácter tem-
poral a menudo se prorrogaron y se aplicaron a fines distintos de los iniciales, con
o sin licencia de los pueblos. Como consecuencia, el precio final de venta al con-
sumidor varió bastante de unas provincias a otras.
Ilustra lo dicho el caso gallego que conocemos por la documentación de las Ac-
tas de las Juntas del Reino (AJRG). Esta institución estuvo facultada para imponer re-
cargas fiscales sobre la sal como de hecho hizo. En la década de 1630 comenzó a
correr un arbitrio de 2 reales de vellón en fanega para la “fábrica y sustento” de la
llamada escuadra de Galicia. Mucho después de desmantelada esta armada, la casa
de negocios de sus antiguos asentistas, los Quincoces, logró ver reconocida por sen-
tencia judicial su derecho a seguir percibiendo la mitad de dicho arbitrio, mientras
que la otra mitad se aplicó a la gastos de la fábrica de jarcia y lona ubicada en Sada
en virtud de real cédula de 9-IV-1693. Por esta disposición, al antiguo recargo se
sumó un real más: en total tres reales en fanega. Una imposición que entonces fue
concedida por el Reino de Galicia a la Corona en concepto de donativo gracioso por
espacio de 12 años. Dado que por real ejecutoria del Consejo de Castilla ganada por
el Reino de Galicia y en conformidad con los capítulos de concesión de los servi-
cios de millones, el precio base de la fanega estaba fijado en 11 reales, a partir de
1693 en los alfolíes gallegos ésta se despachó como mínimo a 14 reales8. En cual-
quier caso, en 1704 el precio de la fanega vendida en Galicia era de 18 reales, y pasó
a ser de 20, debido a un recargo general de dos reales en todos los dominios de la
Corona, dispuesto por real cédula de 30-XI-1704, sin permiso de las Cortes ni de su
diputación. Con todo, según el testimonio del Conde de Puñonrostro, Gobernador-
Capitán General de Galicia, la sal estaba menos gravada en este reino que en las pro-
vincias de Castilla y Andalucía donde en 1691 se cobraban precios por fanega que
oscilaban entre los 23 y los 44 reales, pese a que “en ellas ay salinas y no tienen la
costa de conduçirla de fuera” como sucedía en Galicia9. Esto justificaría el donati-
vo de 4 reales más en fanega de sal consumida en Galicia, gracia que solicitó en-
tonces pero no concedió la Junta de Reino. Lo que ésta sí aprobó en 1705 fue un ar-
bitrio de 14 reales sobre dicho género, en esta ocasión para costear la puesta en pie
de ocho tercios de infantería. En consecuencia la fanega de sal pasó a venderse en
Galicia a 34 reales.
O sea, que en Galicia, y seguro que en otros territorios, desde época de Felipe
IV el precio de este artículo para el consumidor se había elevado considerablemen-
te de resultas de sucesivas imposiciones que se contrarrestaron de modo muy leve

8 Como mínimo porque no tenemos certeza de que por entonces no continuase vigente otra contribución,
ésta de 4 rs. en fanega, establecida en tiempos de la rebelión portuguesa en consideración a la subida
de los costes de fletes por la inseguridad marítimo. En 1684, las siete ciudades gallegas cabeza de pro-
vincia pusieron como una de las condiciones para la nueva prórroga de los servicios de millones el cese
de dicho sobreprecio, toda vez que hacía más de tres lustros que la guerra había terminado. Véase el do-
cumento 267-D de AJRG, volumen X: 1681-1689, Santiago de Compostela, 2002.
9 AJRG, volumen XI: 1690-1697, Santiago de Compostela, 2002, p. 115. En la década de 1830 Canga Ar-
gëlles afirmó que las provincias de Asturias y Galicia no pagaban el coste de conducción de la sal (se su-
pone que de la fabricada en España) “por práctica inveterada”. Canga Argüelles (1968), p. 478.
154 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

con contadas rebajas10. Sin embargo, todo apunta a que no fue hasta el reinado de
Fernando VI, cuando, con mucho retraso respecto a Francia11, se dispusieron las es-
pecíficas para promover las salazones de pescado. Estas gracias se concretaron en:
- ligeras rebajas en el precio base
- y exenciones de algunos de los muchos recargos que encarecieron la compra
del género en cuestión.
Una y otra se complementaron con una tercera, que no era del todo nueva: el
despacho al fiado (bajo fianzas) de sal que se concedió para favorecer a la citada ac-
tividad marítima al menos desde principios del siglo XVIII 12.
Conviene tener presente que dichos beneficios en más de un caso formaron par-
te de paquetes de medidas de fomento de la pesca por la vía impositiva. De hecho,
entraron en vigor al tiempo que se decretaban la libertad de derechos del cáñamo y
alquitrán extranjeros adquiridos por los matriculados para la fábrica y reparación de
sus artes de pesca; y exenciones del pago de derechos de aduanas, de alcabalas,
cientos y millones que venían gravando el producto de las pesquerías nacionales13.
El objetivo común de dichas disposiciones fue doble: económico y militar. Del éxi-
to del primero dependería en cierto modo el del segundo. La esperable expansión de
las salazones habría de traducirse en una reducción del consumo de bacalao ex-
tranjero. Pero la caída de estas importaciones, objeto de preocupación de los teóri-
cos del mercantilismo español por sus efectos negativos en la balanza de pagos, se
debió ante todo a la conjunción de dos factores: las crecientes aranceles sobre las
entradas de bacalao y la reducción de las días de cuaresma, comprando la dispen-
sa de la Bula de la Carne. Y es que en general, las alternativas no fueron sólidas: los
frutos de los proyectos de grandes empresas pesqueras, las más ambiciosas bajo la
fórmula de las compañías privilegiadas con participación estatal, fueron escasos y/o
efímeros, y las nuevas concesiones para la explotación de almadrabas atuneras rin-
dieron poco o nada14.

10 En la mencionada propuesta del Conde de Puñonrostro, fechada en julio de 1691, se alude a una “baja”
que había supuesto que la Corona dejase de ingresar 200.000 ducados al año del producto de la renta
de salinas. Esta medida sintoniza con la política de alivio fiscal durante los gobiernos del Duque de Me-
dinaceli y sobre todo del Conde de Oropesa, materializada en condonaciones y ajustes de deudas tribu-
tarias de los pueblos y en la rebaja a la mitad de los cientos. Sánchez Belén, J.A., La Política fiscal en Cas-
tilla durante el reinado de Carlos II, Madrid, 1996, pp. 248-256.
11 Ya en 1399 Carlos VI dispuso exenciones de la gabelle y descargas en el precio en favor de las “gros-
ses salaisons” Hocquet, J.C., “L’impot du sel et l’Etat”, en Hocquet (1987), p. 32.
12 Como se constata en los papeles sobre la escritura de condiciones de la tesorería del citado arbitrio
de 14 reales en fanega concedido en 1705, era estilo de la administración de salinas la entrega al fiado
durante seis meses del género destinado a salar productos pesqueros y también del que era de obliga-
da adquisición por la protestada práctica de los “acopimientos” de sal. Véanse los documentos 51-A, 56-
A, 92-D, 93-D y 124-D de AJRG, volumen XIII (1705-1706), Santiago de Compostela, 2002.
13 Y en relación con esto, por el artículo 124 de la Ordenanza de matrículas de 1-I-1751 se daba un paso
en esta misma dirección al prohibirse toda contribución de carácter jurisdiccional sobre el producto pes-
quero, en dinero o en especie, por la facultad de despachar licencias para faenar o por otro supuesto pri-
vilegio o derecho, hasta ser acreditado documentalmente. De estas medidas y su balance se trata en Váz-
quez Lijó, J.M., “El fomento de las pesquerías españolas en el siglo XVIII por la vía de las exenciones y
rebajas fiscales”, comunicación presentada en el VII Congreso da Asociación de Historia Económica, Za-
ragoza, 2001.
14 Astigarraga Goenaga, J., “La Compañía General de Pesca Marítima en las costas del Mar Cantábrica
(1770-1782)”, en Boletín de la Real Sociedad Bascongada de Amigos del País, nº 48, tomos 1-2 (1992),
pp. 137-158; Fernández Díaz, R., “Un proyecto económico ilustrado. La compañía meridiana de pesca”,
en Ciencia, Vida, Espacio en Iberoamérica, Vol. II, Madrid, 1989, pp. 127-141; Martínez Shaw, C., “La em-
presa de pesca de Galicia, 1788-1789”, en Historia y perspectivas de investigación. Estudios en memo-
ria del profesor Ángel Rodríguez Sánchez, Badajoz, 2002, pp. 175-183. Vázquez Lijó, J.M., “Proyectos de
pesqueras de peces corsarios en la Galicia del siglo XVIII”, en Universitas. Homenaje a Antonio Eiras Roel,
Tomo I, Santiago de Compostela, 2002, pp. 411-423.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 155

La finalidad militar, no tan explícita ni directa, de tales desgravaciones, partía de


la consideración del sector pesquero como una especie de vivero de tripulantes para
la Armada. Los éxitos del programa de rearme naval emprendido bajo directrices del
Marqués de la Ensenada, secretario de Marina, no sólo pasaban por un incremento
de las unidades de flota de guerra sino también por garantizar el suministro regular
de marinería. De ahí que las primeras de estas reducciones en el precio a pagar por
la sal tuviesen como únicos beneficiarios a los llamados matriculados (profesiona-
les del mar registrados en las listas oficiales). Venían siendo un pequeño premio a su-
mar a sus otras contraprestaciones, más teóricas que reales, por su obligado servicio
en los bajeles del rey15.
La primera minoración en el precio de este artículo destinado a la salazón de pes-
cados “de todas la especies” de que tenemos noticia se dispuso por una real orden
de 7 de marzo de 1750, en virtud de la cual se rebajó un real de vellón en el importe
de cada fanega, fijado entonces en 11 reales. Previendo la imposibilidad financiera
de muchos matriculados a título particular para abastecerse de este artículo en la can-
tidad necesaria, esta medida se completó con la entrega al fiado por el acostumbra-
do término de 6 meses de la sal demandada para sus pesquerías16, recayendo la res-
ponsabilidad mancomunada del pago en los gremios de mar. Esta entrega bajo fian-
za, sin exigencia de pago inmediato, puede ser que dejase de aplicarse por un tiem-
po. Es lo que se deduce de los críticas palabras del bien informado Fray Martín Sar-
miento en una carta de 9 de marzo de 1759 dirigida a su hermano Francisco Javier
García Sarmiento, ministro principal de la provincia marítima de Pontevedra: “Ma-
ñana caerá en el suelo el privilegio de la sal fiada. Llevará el diablo toda la pesque-
ría y viva el valor español”17.
Hubo que esperar más de dos décadas para la aprobación de las primeras exen-
ciones de recargas impositivas. En virtud de una real orden de 22 de octubre de 1773
(en otras ocasiones se habla de una disposición de 10 de noviembre de dicho año),
“toda clase” de pescadores de Mallorca e Ibiza fueron agraciados con la entrega al
fiado por espacio de seis meses de toda la sal que necesitasen para la curación y sa-
lazón de sus capturas al precio de 11 rs. fanega, libre de los 4 rs. de sobreprecio apli-
cados a caminos y milicias18. Ambas franquicias, junto con el suministro de sal fia-
da durante un año, se hicieron extensivas “a todos los pescadores del Reyno en ge-
neral” y se completaron con otra nueva rebaja de dos reales en fanega según se hizo
público en el capítulo 26º de la real cédula de 16-II-1775 para el establecimiento de
la privilegiada Compañía General de Pesca Marítima en las Costas del Mar Cantá-
brico, expedida a instancias de la Real Sociedad Bascongada de Amigos del País19.
Luego de un nuevo gravamen de 4 reales en fanega para gastos de la guerra con-
tra Inglaterra impuesto en 1779 sin excepción, se aplicó otra rebaja como parte del

15 Exenciones de levas para el Ejército y las milicias provinciales, fuero propio y, como derecho más con-
trovertido, exclusividad para practicar las actividades marítimas. Vázquez Lijó, J.M., La Matrícula de Mar
y sus repercusiones en la Galicia del siglo XVIII, Tesis doctoral, Universidad de Santiago de Compostela,
2005, pp. 583-759.
16AGS, SM, Legajo (Leg.) 281. Doc. Madrid, 7 de marzo de 1750.
17 Filgueira Valverde, J., Epistolario do P.Sarmiento. Santiago de Compostela, 1995, p. 63.
18 Estos impuestos generales (dos reales para gastos de milicias provinciales y otros tantos para gastos
de viales terrestres) continuaban vigentes en 1833, cuando además corrían otros que en su mayoría ha-
bían sido concedidos para hacer frente a coyunturales urgencias bélicas. Canga Argüelles (1968), p. 479.
19 AGMAB, Matrículas. Generalidad. Leg. 2.001. Prontuario de Reales Órdenes sobre Matrícula, Pesca
y sus incidencias (1751-1785). Sobre esta compañía privilegiada, Astigarraga Goenaga (1992). Una co-
pia de la referida real cédula de fundación en AGS, SM, Leg. 290.
156 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

importante conjunto de disposiciones de alivio fiscal en virtud de una real resolución


de Carlos III de 23 de diciembre de 1782. En cumplimiento de la misma, la fanega
de sal para el referido fin habría de venderse a 10 reales (el precio fijado en 1750) a
los pescadores, armadores, auxiliadores, compradores particulares y, en definitiva,
“sin diferencia alguna personal” a cuantos interviniesen en los procesos de pesca y
tratamiento de su producto con destino al mercado20. De esta manera, conforme a
informes previos de los Directores Generales de Rentas y en contra de la opinión de
algunos ministros de Marina, se daba una respuesta satisfactoria a las demandas de
los llamados fomentadores de la pesca en Galicia, que venían exigiendo las mismas
franquicias disfrutadas por los matriculados por lo que a las condiciones de despa-
cho de sal se refiere. Esto ya lo habían logrado algunos, pero a título particular, des-
de 1775, esgrimiendo su capacidad inversora, por modesta que fuese muy superior
a la del matriculado medio21.
Y esta meta, según ciertos indicios, la habrían alcanzado gracias en parte al apo-
yo de ministros del estanco interesados en que el incremento del consumo para sa-
lazones de pescado contrarrestase la pérdida de ingresos de la Hacienda derivada de
las desgravaciones. Una pérdida que de haber sido mayores las rebajas en el precio
de la sal en beneficio de la pesca, sería de consideración ya que para este fin se con-
sumían una buena parte del género puesto en venta legalmente en los reales alfolí-
es. De nuevo echamos mano de los datos que conocemos para Galicia, donde se re-
caudó aproximadamente una décima parte del producto de la renta de salinas22. Las
442.925 fanegas despachadas allí “a la Marina” en el período 1764-1770, suponí-
an el 18,9% del total cifrado en 2.337.114 de fanegas23. Porcentaje que se incre-
mentó hasta el 45,3% (235.090 de 518.325) en el trienio 1797-179924 tal vez a con-
secuencia de hipotéticas disposiciones que priorizarían el suministro para pesquerí-
as de un producto cuya oferta había bajado respecto a los valores conocidos para fi-
nales de la década de los ochenta (Gráfico I).
Por lo que respecta a la extensión de las discriminaciones en el precio a favor de
los salazoneros y no exclusivamente de los matriculados, es significativo que en fe-
brero de 1771 D. Francisco Ferraz, administrador general de salinas en Galicia, con-
siderase la prohibición de uso de las jábegas (controvertidas artes de arrastre utili-
zadas en el litoral gallego sobre todo por quienes las habían introducido: los fo-
mentadores catalanes decretada en marzo de 1769, como la causa principal, aun-
que no la única25, de la reducción drástica (del 64,2%) en el consumo de sal desti-
nado a pesquerías que se despachó en las 26 receptorías del Reino de Galicia du-

20 AGS, SM, Leg. 292. Doc. El Pardo, 11 de febrero de 1783.


21 AGS, DGR, I Remesa, Leg. 2.316. Docs., A Coruña, 19 de julio de 1775; Pontevedra, 11 de agosto de
1775; Leg. 2.317, Docs., Vilagarcía, 7 de enero de 1777 y Madrid, 26 de julio de 1777.
22 En 1787 el aporte gallego en términos de ingresos brutos (“valores íntegros”) fue del 11,3% (6.267.333
de un total español de 55.408.934 reales de vellón). Canga Argüelles (1968), p. 484.
23 La media anual de este sexenio, 389.519 fanegas, duplicó de largo la cantidad (162.358 fanegas) sa-
lida de los alfolíes gallegos entre mayo 1705 y mayo 1706. Para estimar los ingresos que habría de reportar
el citado arbitrio de 1705 para gastos de los 8 tercios, se partió de un presupuesto de 180.000 fanegas a.
Al parecer, este extraordinario recargo había motivado una detracción del consumo. AJRG, Volumen XIII,
doc. 154-D; Volumen XV (1709-1712), Santiago de Compostela, 2005, p. 626.
24 AGS, DGR, I Remesa, Leg. 2.316, Doc. Pontevedra, 18 de febrero de 1771; Meijide Pardo, A., “Ne-
gociantes catalanes y sus fábricas de salazón en la ría de Arosa (1780-1830)”, separata de las Actas del I
Coloquio de Historia Económica celebrado en Barcelona en mayo de 1972. A Coruña, 1973, p. 26.
25 Apuntó también a las levas de marinería que incidían negativamente sobre un mercado laboral, el de
la pesca, muy rígido por el empecinamiento de las autoridades de Marina en la defensa de la menciona-
da exclusividad de los matriculados para el mercado laboral de la pesca.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 157

Gráfico 1 Fanegas de sal despachadas en los alfolies gallegos

1764-70 1787-89 1797-99

Para pesquerias 19% Para pesquerias 33% Para pesquerias 45%

Al común 81% Al común 67% Al común 55% Fuente: AGS, DGR, I Remesa,
Leg. 2.136. Doc. Pontevedra,
18 de Febrero de 1771; Meijide
Total: 2.337.114 Total: 818.458 Total: 518.325 Pardo (1973), p.26

Gráfico 2 Fanegas de sal despachadas en los alfolies gallegos, 1764-1770

Para pesquerias 19% Al comun 81%

120.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 350.000

100.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 300.000

250.000
80.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
200.000
60.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
150.000
Fuente: AGS, DGR, I Remesa,
Leg. 2.136. Doc. Pontevedra,
40.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 de Febrero de 1771;
100.000 1: nótese la existencia en la
gráfica de dos ejes Y con valores
20.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . independientes: “Para
50.000
pesquerias” (isquierda) y “Al
0 .................................................................................... 0
común” (derecha).
1764

1765

1766

1767

1768

1769

1770

rante 1770 (13.166 fanegas) respecto a los registros (36.852 fanegas) del año ante-
rior26 (Gráfico II). Adelantándose a la R.O de 11-II-1783, sería precisamente el cita-
do Ferraz, quien al ordenar en 1775 que los receptores de la renta exigiesen fianzas
individuales, no ya gremiales, como garantía de abono del coste del género adqui-
rido en los alfolíes, obstaculizaría mucho la continuidad de la actividad salazonera
de los matriculados, favoreciendo los intereses de los fomentadores con más crédi-
to27.
Carecemos de una serie completa de entradas de sal en los almacenes oficiales
para la segunda mitad del siglo XVIII, pero a tenor de algunos datos bien pudiera ser
que la mencionada disposición de 1775 neutralizase en parte los efectos positivos
en el consumo de la ampliación del marco de beneficiarios de los precios de gracia

26 AGS, DGR, I Remesa, Leg. 2.316, Doc. Pontevedra, 18 de febrero de 1771.


27 Carmona Badía, X., Producción textil rural rural e actividades marítimo-pesqueiras na Galiza, 1750-
1905. (Tesis doctoral inédita).Univ. de Santiago de Compostela, 1983, Tomo II, pp. 437-439. El 39% de
los 8.400 fanegas beneficiadas en el alfolí de Vigo-Cangas en 1775 habían sido despachadas a siete fo-
mentadores. Meijide Pardo, A., “Aspectos de la vida económica de Vigo en el siglo XVIII”, en Vigo en su
historia, Vigo, 1980, pp. 342-344.
158 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Gráfico 3
Promedio anual de fanegas de sal despachadas “a la Marina” en los alfolies gallegos

95.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

90.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

85.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

80.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

75.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AGS, DGR, I Remesa, Leg.


2.316. Doc. Pontevedra, 18 de
febrero de 1771; Meijide
70.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pardo (1973), p. 26.
1764-66 1787-89 1797-99

Trienios

de la sal para pesquerías. La media anual de fanegas vendidas en Galicia “a la Ma-


rina” en el trienio 1764-66 fue de 87.956, mientras que en el de 1787-1789, tam-
bién caracterizado por una tregua bélica en los mares con la consecuente bajada de
la presión de las reclutas navales que sustraían muchos brazos de la pesca, se cifró
en 92.518. Un promedio que decayó hasta las 78.363 fanegas en el trienio 1797-99
(Gráfico III), ante todo debido a los problemas en el suministro marítimo causados
por la actuación de los corsarios enemigos28, y pese a que las salazones de pesca-
do habían sido exceptuadas de dos nuevos recargos, de 4 reales y de 24 maravedí-
es en 1794 y 1795 respectivamente para hacer frente a las urgencias de la guerra29.
Tales medidas no se tradujeron pues en un repunte significativo del consumo de
sal para dicho fin, en todo caso de la despachada legalmente pues contrabando siem-
pre lo hubo. Tres hechos contrarrestaron los resultados esperables de aquéllas:
• la aplicación de nuevos sobreprecios
• los problemas de suministro
• la vulneración de los derechos de los matriculados en lo relativo a las condi-
ciones de despacho de sal

En cuanto a lo primero, las imposiciones de carácter local30 o provincial31 si-


guieron sucediéndose y los matriculados no siempre estuvieron exentos de su pago.

28 Ibid. Meijide Pardo (1973), p. 26.


29 Gallardo Fernández, F., Origen, progresos y estado de las rentas de la Corona de España: su gobierno
y administración, Madrid, 1805-1808, vol. VI, pp. 37-57.
30 En 1751 los del gremio de mar de Gijón pagaban 3 rs. de vellón en fanega de sal consumida por las
salazones. Este arbitrio había sido concedido para la composición de la torre de la catedral de Oviedo.
Como hacía más de 25 años que esta obra estaba concluida, dichos contribuyentes protestaron por la con-
tinuación de este gravamen. AGS, SM, Leg. 282. Doc. Madrid, 5 de enero de 1752.
31 En 1761, Carlos III, luego de rechazar otros medios de financiación propuestos por la Junta de Reino
(un arbitrio de 1 maravedí en cada azumbre de vino pagado en origen y no sobre el atabernado; un re-
partimiento por el acostumbrado sistema de tercias y sextas partes entre las provincias gallegas, y el gra-
vamen de 1 maravedí en libra de tabaco consumido al por mayor o por menor), impuso el arbitrio de 2
rs. en fanega de sal consumida en Galicia para costear la construcción del llamado Camino Real desde
A Coruña a Astorga. Se contempló que de resultar insuficientes los ingresos obtenidos para acometer la
obra se recargase la fanega en un real más. Aunque inicialmente fue establecido por un período de diez
años a contar a partir del primero de julio de 1761, su cobro se prolongó hasta 1793. El producto total
reportado por este arbitrio superó los 19 millones de reales. Dado que las cuentas dieron superávit, des-
de la tesorería gallega se enviaron al Principado de Asturias partidas por un importe global de 4.384.464
rs. de vellón a lo largo del período 1770-1793 para costear la carretera hacia León. García Fuentes de la
Fuente, M.J., Galicia incomunicada por red viaria en el siglo XVIII. A Coruña, 1999, pp. 32-34.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 159

Por lo que respecta a los lastres en el abasto fueron especialmente graves para el sec-
tor pesquero de Galicia, que continuó dependiendo en gran medida de la produc-
ción exterior pese a la puesta en explotación de algunas salinas32. Precisamente la
supresión del coste del transporte fue una de las cartas jugadas por los Caamaño,
dueños de la isla de Sálvora, en su intento de obtener licencia para producir sal allí
en previsión de importantes volúmenes de capturas de la almadraba que habían ide-
ado como motor repoblador de dicho territorio. Esta empresa pesquera, proyectada
en términos poco realistas, no llegó a ponerse en marcha por el riesgo inversor que
implicaba. Por lo tanto no se hizo necesaria la explotación de salinas en Sálvora que
en cualquier caso había sido condicionada por las autoridades de Hacienda que exi-
gieron un sobrellave para controlar la producción y su destino, y que la sal no des-
tinada a conservar los atunes se vendiese al precio de 8 rs. fanega33.
Como quedó dicho, los problemas de suministro se agudizaron en circunstancias
bélicas debido a la inseguridad en las rutas y a la prioridad de las demandas de hom-
bres y barcos para la Armada en detrimento de la marina mercante34. Sabemos de
las protestas de los dependientes de salinas por estas restricciones. En mayo de 1741
Mateo de Herraz (sic) e Ibarra, arrendatario de dicha renta en Galicia y Asturias, ele-
vó instancia al Intendente de Marina de Ferrol solicitando una vez más licencia para
habilitar marinería y pataches. A lo único que accedió este ministro, dadas las cir-
cunstancias presentes, fue a permitir el empleo de gente inhábil militarmente ha-
blando35. Por su parte, el ministro de la renta de salinas del partido de Cádiz, en un
oficio de 20 de julio de 1790 dirigido a los Directores Generales de Rentas, dio cuen-
ta de la imposibilidad por falta de tripulación de conducir sal a los destinos previs-
tos (Galicia y Asturias) debido a las “rigurosas” levas ejecutadas en la ciudad de Cá-
diz, su bahía y pueblos inmediatos durante cinco días seguidos, y de las que no se
habían librado “ni aun los más honrados artesanos”. De acuerdo con el cónsul de
Portugal, propuso al Intendente de Marina que en “tan estrechos lances” le permi-
tiese contratar a marineros portugueses “pues nada consigo con las Barcas [trece] que
me ha dejado si se lleva la gente al apresto de la Esquadra”36.
Por último, un tercer factor a considerar es que los dependientes de salinas no
siempre respetaron los condiciones ventajosas de los matriculados por lo que al des-
pacho y al precio de este género estancado se refiere. Un claro indicio es el oficio
que desde la Secretaría de Marina se dirigió al titular de la cartera de Hacienda y a

32 A mediados del siglo XVIII se reactivaron salinas en el litoral de las Rías Bajas pero esta empresa pron-
to entró en decadencia por diferentes causas. Pérez García, J.M., Un modelo de sociedad rural de Anti-
guo Régimen en la Galicia costera: la Península del Salnés, Santiago de Compostela, 1979, pp. 248-252.
33 D. Vicente y D. Juan José Caamaño, padre e hijo, miembros de una notable familia de oficiales de la
Armada, contaron con el firme respaldo del brigadier Muñoz de Guzmán, entonces inspector general de
matrículas; según él, la sal producida en Sálvora sería más barata que la fletada en Andalucía, muy a me-
nudo transportada en embarcaciones extranjeras, sobre todo portuguesas, “lo que es mui sensible a las
matrículas, y lo considero pérdida del interés nacional, por ser extracción de dinero del Reyno”. Ambos
promotores se comprometieron a contribuir a la Hacienda real con los mismos derechos que gravaban a
las localizadas en las inmediaciones de Cádiz, petición de justicia “en atención a que somos iguales va-
sallos que aquéllos”. Hay que tener presente que los 96.000 rs. en concepto de 3.000 anegas de sal, cons-
tituía el principal capítulo dentro de las gastos previstos de esta pesquera. De este proyecto almadrabero
que, a tenor de todos los indicios, no se materializó se trata en Vázquez Lijó (2005), pp. 730-750; y Mei-
jide Pardo, A., Juan José Caamaño (1761-1819). Conde de Maceda. Ilustrado y economista ferrolano, A
Coruña, 2001, pp. 95-103.
34 Matamoros i Aparicio, D., y Mestre i Prat de Pàdua, Mª., “Navíos particulares para el “servicio del Rey”.
Fletes, corsarios y secuestros, 1700-1750”, en Historia Moderna. Historia en construcción. Vol. I. Econo-
mía, mentalidad y cultura. Lleida, 1999, pp. 151 a 165.
35 AGS, SM, Leg. 255. Doc. A Graña, 30 de mayo de 1741.
36 AGS, DGR, II Remesa. Leg. 3.187. Doc. Cádiz, 20 de julio de 1790.
160 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

los Directores Generales de Rentas en mayo de 177837. Su motivo fue reclamar que
el personal de la administración de esta renta respetase el derecho de los pescado-
res gallegos a abastecerse de sal, “sin causarles molestia ni detención”, en los justos
términos contemplados en la citada real cédula de fundación de la vasca Compañía
General de Pesca Marítima; un derecho que Carlos III les había concedido expresa-
mente con ocasión del reciente establecimiento del llamado Montepío de pesca38.
Y en este mismo orden de cosas cabe citar la denuncia formulada en junio de 1790
por el subdelegado de Marina de Vilaxoán (provincia marítima de Pontevedra), a raíz
de la vulneración de los privilegios de sus administrados, a la que, según su testi-
monio, se le suministraba la sal como si fuesen individuos del común39.
Concluyendo, en la España de la segunda mitad del siglo XVIII entraron en vi-
gor una serie de disposiciones de alivio fiscal a favor del sector pesquero, tanto en
el campo de la producción como en el de la comercialización, cuyo balance no fue
lo positivo que podría haber sido por culpa de los conflictos de competencias con
las justicias ordinarias y los dependientes de rentas reales40. Entre tales medidas se
contaron el despacho al fiado de la sal y rebajas en su precio, que en un principio
se concedieron únicamente a los matriculados y luego se hicieron extensivas a to-
dos los salazoneros de pescado. Estos beneficios resultaron insuficientes para hacer
competitivo al género español, en particular la sardina gallega, en el mercado euro-
peo del pescado salado dominado por ingleses, escoceses y noruegos, en cuyos pa-
íses la sal se vendía mucho más barata que en España a raíz de la eliminación de las
barreras monopolistas por lo que a la producción y tráfico de esta materia prima se
refiere. Si al sobreprecio resultante de sucesivas imposiciones unimos la inseguridad
en el abasto, se entiende que las críticas contra el estanco desde el sector salazone-
ro se agudizasen en el siglo XIX con éxito relativo, pues las necesidades hacendísti-
cas siguieron lastrando en gran medida el desarrollo económico41.§

37AGS, DGR, I Remesa. Leg. 2.316. Doc. Aranjuez, 1 de mayo de 1778.


38 Los fondos de esta institución crediticia, de polémicos estatutos y corta vida, procedieron de los ex-
polios de las mitras de Santiago, Mondoñedo y Tui, y se destinaron preferentemente a costear los gastos
de compra y reparación de redes y embarcaciones. Archivo Catedralicio de Santiago. Fondo General. Leg.
411. También Meijide Pardo, A., “Hombres de negocios de la Galicia dieciochesca. Jerónimo de Hijosa”,
en Revista (Instituto José Cornide), año III, nº 3 (1967), pp. 130 y ss; Martínez Barbeito, C., El Montepío
de la pesca en la Galicia del siglo XVIII, A Coruña, 1972.
39 A estos perjuicios se unieron los continuos ataques a su fuero por parte de la justicia ordinaria de Car-
ril. AGMAB, Matrículas. Asuntos Particulares. Leg. 1.959. Doc. Vilaxoán, 17 de junio de 1790.
40 Vázquez Lijó (2001).
41 Carmona Badía (1983), pp. 428-442.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 161

THE COMMERCIAL RELATIONSHIP BETWEEN AMS-


TERDAM AND THE PORTUGUESE SALT-EXPORTING
PORTS: AVEIRO AND SETUBAL, 1580-1715

Cátia Antunes*

Abstract: This article will show the relationship established between the largest Por-
tuguese salt producers and the Amsterdam market, which served as a staplemarket un-
til late in the seventeenth century. The main goal is to look into the preferences of the
Dutch distribution market and to which extent that influenced the Portuguese exports
of salt during the long seventeenth century. We will pay special attention to the trading
routes, curves of shipping, prices of freightage and individual merchants involved in this
transactions.

Salt was one of the most important products to be traded before the widespread
use of refrigeration, being only second to cereals in its strategic importance. Salt was
used in manufacturing and preservation of food and hides. Fishing and other activi-
ties were heavily dependent on this by-product of the sea. Therefore, to realise the
importance of salt simultaneously as product and a hard currency is essential to com-
prehend the importance of the salt producing areas throughout the world during the
Early Modern period.
One of the most successful salt producers in then world was Portugal. Since ear-
ly times, this stretch of land in Western Europe combined the accessibility to the At-
lantic Ocean and the possibility to build salt pans along the coast line with a tem-
perate climate that allowed for salt production almost the whole year around.
Generally, all the Portuguese ports in the Medieval and Early Modern periods pro-
duced salt as a complement to their fishing activities. However, with the development
of international relations during the thirteenth century, salt acquired an unprece-
dented commercial value.
While salt production was widespread in Portugal, only Aveiro and Setubal were

* Lecturer at the University of Leiden, The Netherlands. Department of History, under the section Econo-
mic and Social History. Main research interests: socio-economic networks during the Early Modern period,
urban history (particularly of ports), globalisation before the 19th century. Publications: ‘Sea and land: the
integration of the Dutch and Portuguese urban hinterlands in the European maritime system during the se-
venteenth century’, Simonetta Cavaciocchi (org. in the name of the International Institute of Economic His-
tory ‘F. Datini’, Ricchezza del Mare, Ricchezza dal mare (secc. XIII-XVIII). The wealth of the sea and wealth
from the sea, 13th to 18th centuries, vol. 1, (Prato 2005), 115-145; ‘Credit and investment networks in the
Early Modern period: the financial relationship between Amsterdam and Lisbon, 1640-1705’, Actas del
X Simposio de Historia Económica. Análisis de redes en la Historia Económica. Xth Symposium of Eco-
nomic History. Network analysis in Economic History (Bellaterra, 2005). (cd-rom form); Globalisation in
the Early Modern period: the economic relationship between Amsterdam and Lisbon (1640-1705), (Ams-
terdam 2004); ‘Urban links, trade networks and globalisation in the Early Modern period: Amsterdam and
Lisbon, 1640-1705 – a case study’, M. S. Beerbühl & J. Vögele (eds.), Spinning the commercial web. In-
ternational trade, merchants, and commercial cities, c. 1640-1939 (Frankfurt am Main etc. 2004), 65-85
162 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

able to place their output in the international markets, being because of their ability
to produce enough to feed the local and international market, being because of the
better quality of the product sent abroad. Be as it may, Aveiro and Seutbal developed
from small fishing, salt-producing outlets into major players in the international salt
markets.
In order to revisit Aveiro’s and Setubal’s importance in the international markets,
I have chosen to analyse their relationship with the largest staple and consumer mar-
ket in Europe during the Early Modern period: Amsterdam. Amsterdam depended
heavily on salt imports for the fishery of Holland and Zealand, as well as to use as
trading advantage in the Scottish and Baltic markets. Therefore the first step to un-
derstand the relationship between Amsterdam and the Portuguese ports of Aveiro and
Setubal is to realise the significance of shipping levels during the period between
1580 and 1715. This period is particularly important because both the Northern
Provinces of the Netherlands, by then already claiming the status of Republic of the
Seven United Provinces of the Netherlands, and Portugal were under the sway of the
Habsburg empire. So the first question one should ask is to which extent did the sta-
tus of break-away province on the part of the Republic, and of integral part of the
Habsburg empire, first, and as independent kingdom afterwards, on the part of Por-
tugal, did influence the socio-economic relationship between these ports? Therefore,
it is pertinent to look into the relationship between political decision-making process-
es in The Hague, Lisbon and Madrid and the development of the Amsterdam-Aveiro
and Setubal economic relationship during this period.
The measurement of the economic relationship between Amsterdam, Aveiro and
Setubal will be made by using the freight contracts for Aveiro and Setubal passed by
the notaries of Amsterdam in this period, as well as, some accounts presented by
diplomatic personnel sent to Setubal to check the speed and efficiency of the exports.
We will compare our findings with already existing data and show the discrepancies
between both sources of information. We will also intend to provide possible expla-
nations for these differences.1

1. The routes

An extensive analysis of the Amsterdam notarial archives has revealed that there
were four main routes to reach Aveiro and Setubal. The simplest contracts disclose
the direct route, i.e., from Amsterdam to Aveiro or Setubal and straight back, or al-
ternatively via one other European port. A merchant hired a skipper under whose
command the ship was to leave Amsterdam and go to Aveiro or Setubal. The contracts
tell us the return cargo that had to be loaded in the Portuguese ports and the price of
the freight for that trip. For example, on April 29, 1596, Hans Muijlkens and Jacob
van Neck hired skipper Sijmon Jacobsen, citizen in Zuiderwoude, to go to Aveiro and
fetch some salt. Hans Muijlkens own the contract for three quarters of the cargo and

1 V. Rau, Os holandeses e a exportação do sal de Setúbal nos fins do séculos XVII (Coimbra: w.n., 1950).
V. Rau, Rumos e vicissitudes do comércio do sal português nos séculos XIV a XVIII (Lisbon : Faculdade
de Letras, 1963). V. Rau, Estudos sobre a história do sal português (Lisbon: Presença, 1984). M. J. V. B. M.
da Silva, Aveiro Medieval (Aveiro, Câmara Municipal, 1991). I. Amorim, Aveiro e a sua provedoria no sé-
culo XVIII (1690-1814) – estudo económico de um espaço histórico, vol. 1 (Porto: w.n., 1996). I. Amo-
rim, Aveiro e os caminhos do sal. Da produção ao consumo (Aveiro: Câmara Municipal, 2001).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 163

Jacob van Neck for one quarter. The ship De Vier Heemskinderen was to be loaded
with 100 last2 of salt and return to Amsterdam. The freight would cost 19 3/4 guilders
per last and should not take more than twenty one days.3 Albrecht Symenssen Jon-
ckheijn signed a similar contract for Setubal. He hired skipper Wijnolt Pieterss, citi-
zen of Medemblik to take the ship Die Blaeuwe Haen to Setubal and bring back to
Amsterdam 95 last of salt. The freight would cost Jonckheijn 21 _ guilders per last
salt.4
The second route involved contracts that demanded a tour around different Por-
tuguese ports. In the case of Aveiro, the initial load was destined to one or serveral
of the Portuguese Northwestern ports (Viana do Castelo, Vila do Conde or Porto). The
return cargo, made up of salt was to be loaded at Aveiro. The same could happen for
Setubal. The initial contract might be for another Portuguese port, usually Lisbon or
the Southern Portuguese ports in the Algarve, and the return cargo would include salt
from Setubal. This route can be illustrated by the contract signed on December 28,
1596 by Willem Mathijssen, Jan Visscher and Meijnert Adriaenss Craech. They hired
skipper Pieter Janssen from Dungerdam. Janssen was to take De Drie Swaenen with
40 last of grain to Porto and Viana do Castelo, go to Aveiro and purchase a load of
salt and then return to Amsterdam. The total price of the freight would reach 48
guilders per last of salt. The merchants allowed the skipper to stay in Portugal for no
longer than thirty days.5 Another example of this route is the contract signed between
Jan Persijn and Jan Boelsen, skipper of Enkhuizen. Boelsen was to take the ship Die
Hoepe loaded with 130 last wooden materials to Lisbon, unload the wood, go to Se-
tubal and fetch a return cargo of salt. The freight would cost Persijn 25 guilders per
last of salt. The contract gave ten days to the skipper to unload his goods in Lisbon.
After that, he would have to move on to Setubal and return to Amsterdam as soon as
possible in order to avoid the icing of the North Sea.6
The third route can be seen as a port-to-port journey. A ship left Amsterdam
bound for Aveiro or Setubal. In one of these ports salt would be loaded and instead
of returning to Amsterdam, the skipper was to take the ship into the Baltic and un-
load the salt in one of the ports mentioned in the contract. The choice of the desti-
nation port in the Baltic could be done either by the skipper or by the merchant ac-
cording to available information on the consumption market. The use of this routes
reinforced contacts between Amsterdam, Aveiro and Setubal in Portugal, and the
Baltic, where the salt was a vital product both for the fisheries and the daily use. Much
of this trade was compensated in the return cargos with grain that would be later on
re-exported to Portugal and to other destinations in Southern and Central Europe. A
good example of this port-to-port route is the contract between Vincent and Hendrick
van Bronckhorst and Adriaen Martssen, citizen of Winckel, dated February 4, 1597.
Skipper Martssen was to take Het Paert to Aveiro, load 90 last of salt, and sail north.
His final destination was the Baltic ports of Pommeren, Danzig, Koningsberg or Melv-
ing. Martssen would get 38 1/4 guilders for delivering the salt in one of the Baltic ports,
when he would have only gotten 26 3/4 guilders in case the contract had been directly

2 One last weights 200 tons. 1 last = 200 tons.


3 Gemeentearchief Amsterdam (GAA), Notariele Archief (NA), 73, 80.
4 GAA, NA, 67, 83v.
5 GAA, NA, 76, 24v.
6 GAA, NA, 67, 112.
164 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

to Amsterdam.7 Gerbrant Elbertsen Schilt closed a similar contract for Setubal on De-
cember 3, 1594. Schilt hired Jan Hardyssen, citizen of Buiksloot, to take ‘t Fortuijn
to Setubal, load 65 last of salt. Hardyssen was to depart from Setubal directly to the
Baltic, where he was to choose from Danzig, Koningsberg, Melving, Riga or Reval to
unload the salt. The return cargo from the Baltic would have to be made of wheat,
barley and rye to be directly transported to Amsterdam. The freight price was differ-
ent according to the destination of the salt. If the skipper was to sell the salt at Danzig,
Konigsberg or Melving, the freight price per last would not go above 32 _ guilders.
If the salt was to be sold at Riga or Reval, the freight price would be as high as 34
guilders per last.8
The fourth and last route was the one that connected Aveiro and Setubal direct-
ly with the Baltic, though the original contracts would mention other Portuguese
ports. Ships could be bound for some of the Portuguese ports, then have to collect
return cargos from Aveiro and Setubal, heading as final destination to the Baltic. This
was the case with the contract signed on June 9, 1598 by Vincent van Bronkhorst and
Hendrick Adriaenss, citizen of Medemblik. Skipper Adriaenss should take Die Roos
to Viana do Castelo, Porto or Lisbon with 70 last of merchandises. His return trip
should include Aveiro, where he was to load salt and sail directly into the Baltic.
Once there, he could sell the salt at Pommeren, Danzig, Koningsberg, Melving or
Eeusel, load return cargos that should include cereals and woods, sail back to Por-
tugal, sell his Baltic products at Viana do Castelo or Porto, gather a second return car-
go of salt at Aveiro and return to Amsterdam. The total price of the freight for the salt
left in the Baltic would amount to 65 guilders per last and Adriaenss should not stay
longer than three weeks in the Baltic ports. To play it safe, Van Bronkhorst demand-
ed that Die Roos be fitted with eight pieces of artillery.9 A similar example can be
found for the case of Setubal. Quirijn Janssen Bugge hired Sijmon Janssen, citizen of
Terschelling, to take the ship Die Hoope to Lisbon with different goods. Once he got
there, Janssen was to go to Setubal buy 80 last of salt and take it directly to Danzig,
Koningsberg or Riga, returning afterwards to Amsterdam. The freight price contem-
plated two possibilities. If the skipper unloaded the ship in Lisbon and then travelled
to Setubal, the freight price for the salt would be 35 guilders per last. If the skipper
would not take goods to Lisbon and sail directly from Setubal to the Baltic, the freight
price would not go above 32 guilders per last salt sold at the destination ports.10
These four routes do not seem to have been a specific event in a particular mo-
ment in history. They co-existed and competed with each other for they served dif-
ferent economic circuits, trade routes, and commercial networks. Therefore, it seems
impossible to describe which one would be the most important, though it seems that
the Amsterdam-Northwestern Portuguese Ports-Aveiro-Amsterdam was the most pop-
ular for the Amsterdam merchants wanting to buy salt in Aveiro, whilst the most pop-
ular route for Setubal was the direct route Amsterdam-Setubal-Baltic. The reasons for
this may be sought after in the nature of the salt trade from both ports. Aveiro pro-
duced less amounts of salt yearly than Setubal and therefore it was used as a top-up
product on the return cargos coming from the Portuguese Northwestern ports. Si-

7 GAA, NA, 76, 61.


8 GAA, NA, 68, 95.
9 GAA, NA, 80, 89.
10 GAA, NA, 65, 149v.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 165

multaneously, if the Dutch ships bound for the Portuguese Northwestern ports could
not fulfil the return cargos with the output of their urban markets and the markets of
their hinterlands, Aveiro was essential for the survival and international contacts that
these ports could afford with the outside world. Aveiro’s salt was crucial for the prof-
itability of the Portuguese Northwestern port system as a whole. Without the close
network intertwined between these smaller ports, it would have been difficult for
them to survive as international players.
The situation was different with Setubal. Setubal produced large quantities of salt
and was in itself a self-supporting port. The closest port to Setubal was Lisbon, and it
was no match for the salt production. Although some of the ships would stop at Lis-
bon and then load salt at Setubal to sail back to the North of Europe, following close-
ly the relationship established between Aveiro and the Northwestern ports, this route
was almost negligible when compared to the direct route. Often the Amsterdam ships
would only bring ballast in their bottoms and sail back loaded with salt that mer-
chants could either sell directly in the urban markets of the Dutch Republic or re-ex-
port to other destinations in Europe, with particular emphasis for the Baltic region.11

2. Shipping fluctuations

Fluctuations in shipping between Amsterdam, Aveiro and Setubal were examined


for the period 1580-1715 to assess the relevance of trade between these three cities.
The information contained in the following graphs has been gathered by a statistical
study of the notarial documents contained in the municipal archive of Amsterdam and
the contributions by Virginia Rau to the general understanding of the Portuguese salt
trade.
We will analyse the following graphs and explain the context in which the os-
cillations in values of shipping were possible for the different ports. Subsequently, we
will compare Aveiro with Setubal and suggest some possible interpretation for the
data. Finally, we will compare the data of the Amsterdam notarial archive with the
data collected by Virginia Rau. We hope to shed some light on the discrepancies be-
tween the information from both sources.
Graph 1 (next page) provides a general view of the shipping of salt from Setubal
and Aveiro contracted in Amsterdam. The third set of data is the number of Dutch
ships indexed by Virginia Rau as arriving at Setubal to load salt.12 It is important to
clarify that these were Dutch ships mentioned as coming from Holland, Lisbon (with
Dutch skipper and crew), Middelburg, Rotterdam, Porto (with a Dutch skipper and
crew), Amsterdam, Zealand and Hoorn. Rau’s numbers represent, therefore, the to-
tal of the Dutch import of salt at the port of Setubal for a decade.
Graph 1 does not allow for a clear overview of the salt shipping from Setubal and
Aveiro into Amsterdam. Based on its information, we have built graph 2, where we
can clearly see the oscillations in shipping per decade. This will facilitate the read-
ing of the continuities and changes of Setubal’s and Aveiro’s salt trade.

11 M. van Tielhof, The ‘mother of all trades’. The Baltic grain trade in Amsterdam from the late 16th to the
early 19th century (Leiden: Brill, 2002).
12 V. Rau, Estudos sobre a história do sal.
166 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Graph 1: Shipping between Amsterdam, Aveiro and Setúbal, 1584-1715

180 ....................................................................................

160 ....................................................................................

140 ....................................................................................

120 ....................................................................................

Aveiro
N˚ of ships

100 ....................................................................................

Setúbal
80 ....................................................................................
Rau's numbers

60 ....................................................................................

40 ....................................................................................

20 ....................................................................................

0
1584
1596
1604
1612
1620
1628
1637
1645
1653
1661
1669
1677
1785
1693
1701
1709
Source: G.A.A., N.A. V. Rau,
Estudos sobre a história do sal português
(Lisbon: Presença, 1984), 249-275
Years

Graph 2: Shipping between Amsterdam, Aveiro and Setúbal, 1584-1715

600 ....................................................................................

500 ....................................................................................

400 ....................................................................................

Aveiro
N˚ of ships

300 .................................................................................... Setúbal


Rau's numbers

200 ....................................................................................

100 ....................................................................................

0
1586-1590

1596-1600

1606-1610

1616-1620

1626-1630

1636-1640

1646-1650

1656-1660

1666-1670

1676-1680

1686-1690

1696-1700

1706-1710

Source: G.A.A., N.A. V. Rau,


Estudos sobre a história do sal português
(Lisbon: Presença, 1984), 249-275

Years
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 167

Looking at graph 2 we notice that shipping levels between Amsterdam, Aveiro


and Setubal started slowly to increase by the mid-1580s, if we look at the total of ship-
ping provided by the Amsterdam notarial archives. The opened hostilities with Spain
did not favour these relationships, but for Setubal, after 1609 the graph shows a clear
recovery until 1621. After 1622, shipping levels drop dramatically and serious re-
covery can only be noted after 1640. The 1640s were a successful decade for the
shipping from Setubal, but the 1650s witnessed a long-term decrease in the export
of salt. The values of the 1640s were only reached by the 1690s, but the general trade
declined steeply well into the eighteenth century.
The data of the Amsterdam notarial archives indicate a different pattern for the
salt shipping departing from Aveiro. It seems that the salt exports from Aveiro started
later than the ones from Setubal and it is when Setubal’s shipping is declining by the
turn of the seventeenth century, that Aveiro books her largest successes in the ship-
ping into Amsterdam. After the middle of the 1610s, Aveiro’s participation in the salt
export to Amsterdam decreases drastically and after 1676 the notarial records stop
giving any information on the exports of salt made from Aveiro into the Dutch Re-
public.
In order to understand the shifts represented above, we will have to start in the
late 1560s when several of the Spanish provinces in the Northern Netherlands re-
volted against the might of Philip II. The revolt was a mix of economic uneasiness
about the high taxes imposed on the cities of the provinces, as well as a deep dis-
appointment with the political authorities in Madrid about the new majority of protes-
tant believers living in these provinces.
What started as a local event rapidly extended into the seven most Northern
Provinces of the Netherlands: Freesia, Holland, Zealand, Groningen, Utrecht, North
Brabant and Overijssel. The revolt developed from an official protest by the repre-
sentatives of the Spanish king in the provinces, the Stadholder, into an open war for
complete separation of the Spanish Habsburg sway.
During the 1570s and the 1580s, the Northern Provinces were confronted with
very serious difficulties, while the Southern Provinces, and especially Antwerp, pros-
pered. However, in the beginning of the 1590s the most dangerous time of the revolt
had passed and the Northern Provinces started to book important victories.
By 1585, the situation of the Republic of the Seven United Provinces improved
significantly. The siege of Antwerp by the Spanish troops as part of the war effort
against the Northern Provinces and the expansion of Protestantism drove merchants
and businessmen out of the city into a Diaspora around northern European cities like
Hamburg and Lubeck. The growing stabilisation of the military and economic situa-
tion in the Northern provinces allied with the opening of the Northern urban hinter-
lands to the central German states, by reopening the inland waterways after 1588 was
paramount to attract some of the Antwerp Diaspora into the ports of West Freesia,
Holland and Zealand.
The opening of the inland connections and therefore the improvement of the hin-
terland capacity of the Dutch cities as well as the immigration of capital and skills
into the Republic launched the Northern Provinces into a new age. The better eco-
nomic position achieved by these developments helped to finance the war against
Philip II in the land front, but also on the maritime front. Besides conquering valu-
168 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

able terrain to Philip II´s troops, Dutch rebels were able to successfully control the
Scheldt and the Ems rivers, imposing an effective blockade to the Flemish towns in
Spanish hands.13
While Philip II was counting heavy losses in the North due to the loss of territo-
ries and commercial wealth generated in the Flemish towns, he was marking im-
portant progresses in south-western Europe. After claiming the Portuguese throne in
1580, he was able to bring under the same royal administration the two largest com-
mercial empires at the time. Both Portuguese and Spanish colonies were now in the
hands of the Habsburgs although these conquests had cost Philip II nothing.
The growth of Philip II´s power in Iberia and overseas did not mean that he could
afford a commercial war in two fronts. Madrid was confronted with a difficult deci-
sion. On the one hand, the maintenance of the embargo on Dutch ships and prod-
ucts as retaliation to the revolt of the Northern Provinces threatened the well-being
of the Flemish cities, important sources of income due to commercial and industrial
activities. On the other hand, the blockade imposed on English products and mer-
chants drove Madrid into a double war front impossible to win.
Madrid faced the dilemma and chose to lift all restrictions on Dutch products,
ships and merchants operating in and from Iberia, though keeping the immediate
blockade and restrictions against the English. The beginning of the 1590s was there-
fore the turning point to the Northern Provinces of the Netherlands. In roughly 20
years time the seven renegade provinces of the northern Netherlands had become the
Seven United Provinces of the Netherlands, also known as the Dutch Republic.
We may argue that Philip II’s plan to intervene in France in 1590 allowed the
Dutch enough room to commercially expand. They became the middlemen in the
Mediterranean, the Western Atlantic ports, the Baltic and the White Sea areas.14 This
Dutch success was met with little sympathy by the new Spanish king. Philip III de-
cided that Iberia could not bear the burden of Dutch expansion any longer and in the
beginning of his reign in 1598 decided to close all the Iberian ports to Dutch traders
and products by imposing a whole new set of embargos. We can see the impact of
this decision on the graph 2.
Philip III’s decision was hill advised. Instead of forcing the Dutch back into their
commercial outlets in northern Europe, the Habsburg monarchy gave an extra in-
centive to the Dutch Republic. Unable to fetch high value colonial products in the
Iberian markets to balance the bulk trade in the North, the Republic was ‘forced’ into
an expansion loop overseas.
The success of the Dutch expansion overseas played against the first intentions
of the Spanish crown, who attempted to cut off the Dutch rich trade supplies by iso-
lating Dutch businessmen from the Iberian ports. When direct imports by the Dutch
through the VOC and private enterprise in the Atlantic was successful, there was lit-
tle Philip III could do but try to stop Dutch expansion overseas. In his view, the best
way of doing that was to reopen Iberian ports to Dutch interests and delay, as much
as possible, the creation of a Dutch West India Company (WIC).
The Twelve Years Truce (1609-1621) was a prosperous period to the Dutch-Iber-

13 J. I. Israel, Dutch primacy in the world trade, 1585-1740 (Oxford: Clarendon, 1989), 38-79. J. I. Israel,
Empires and entrepots: the Dutch, the Spanish monarchy and the Jews, 1585-1713 (London: Hambledon
Press, 1990), 135-141. J. I. Israel, ‘ The “New History” versus “Traditional History” in interpreting Dutch
world trade primacy’ Bijlagen en Mededelingen betreffend de Geschiedenis van Nederland 106 (1991):
469-79.
14 Van Tielhof, The ‘mother of all trades’.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 169

ian relations, as reflected in graph 2. The end of the European embargos on Dutch
business came to a halt and bilateral contacts were re-established all over Iberia. If
this new phase was extremely positive to Dutch entrepreneurship in Europe, they lost
most of their successes in the Atlantic, especially in the Caribbean. But those losses
were easily compensated by the Dutch re-entering the Iberian markets and through
even more competitive freight rates. The insurance rates had fallen once more due to
the truce, on the one hand, and to the slow down on the privateering campaigns by
Flemish ports against Dutch ships and products, on the other hand.15
The growth of the Dutch redistribution capacity to use its own ports as entrepôts
aided the increase of exports throughout Iberia and more specifically in the Por-
tuguese ports. The colonial products dealt by the Portuguese ports as well as local
products were sent to central and northern European markets. The transport was in
the hands of Dutch and Jewish Sephardim middlemen as was the lay out of the hin-
terland networks towards northern and central Europe. To a lesser or greater extent,
Amsterdam businessmen brought production outlets, entrepôts and consumption
markets closer together.
The hostilities between the Spanish Habsburg empire and the Republic resumed
in 1621. The maritime blockades against Dutch business and entrepreneurs were
again set in place and the Dutch returned to their policy of strict sealing of Flemish
port activities. The situation was to remain tense until the end the Peace of Westphalia
and the Congress of Munster (1648).
The crisis of the 1620s in Portugal remained until after the Restoration (1640).
Amsterdam, though, recovered soon after the end of the decade. With the European
trading networks made expensive and sometimes inaccessible to Dutch ships and
products, Dutch entrepreneurs turned their attention to traditional commercial routes,
especially the ones connecting the manufacturing and commercial centres of Holland
and Zealand to the German hinterland.
The beginning of the 1640s opened a new window of opportunity to the rela-
tionship between Amsterdam and Setubal. The regaining of the Portuguese inde-
pendence from Madrid in December 1640 meant that Portugal was now an inde-
pendent kingdom that would not be ruled according to the greater good of the Hab-
sburg empire, but instead be governed in the interests of the kingdom. The period of
prosperity started on January 21, 1641, when king John IV lifted all the embargoes
on Dutch merchants, ships and goods, previously imposed by the Spanish adminis-
tration. From that moment on, Dutch trade and traders were welcomed in all the Por-
tuguese ports in Europe, where they were to pay regular taxes.16
This treaty also made sure that a truce of 10 years was signed, with reference to
all the territories inside and outside of Europe and to the areas under the adminis-
tration of the chartered companies. Both parties envisaged this truce as a window of
time to solve disputes in South America, West Africa, and Asia, which had arisen af-
ter the VOC and the WIC had conquered overseas areas previously controlled by the
Portuguese.17

15 Israel, Dutch Primacy, 80-120.


16 Nationaal Archief (NA), Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7010-1, received in The Hague
on April 12, 1641. See also: J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, convenções, contratos e actos pú-
blicos entre a coroa de Portugal e as mais potencias desde 1640 até ao presente, vol. 1 (Lisbon : Impren-
sa Nacional, 1856), 115-116.
17 IAN/TT, Núcleo Antigo, 897, Maço 3, no. 5, 8v. See also: E. Prestage, A embaixada de Tristão de Men-
donça Furtado à Holanda em 1641: primeiras embaixadas de el-rei D. João IV com documentos eluci-
170 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

This diplomatic treaty had immediate economic repercussions. As we can see in


the data showed in graph 2, Dutch ships arrived in large numbers at Setubal and the
import of salt from Amsterdam resumed, growing consistently throughout the 1640s.
But things did not always go smoothly. For example, on August 7, 1647, Pieter Cor-
nelisz., representative of the States General and a merchant in Lisbon wrote to The
Hague complaining about the mayor of Setubal. This official had asked the king to
fix the prices of salt and to determine the amount of salt to be traded per ship. He ar-
gued with the States General that this was obviously against the freedom of trade
recognised to the Dutch by the treaty of 1641.18
John IV was not at all amused with Cornelisz. objections to the way he tried to
interfere with Dutch economic interests in his kingdom. He wrote angrily to the States
General on October 20, 1647, explaining that if he was thinking on taking any meas-
ures against the salt trade in Setubal, it was because Dutch skippers arriving there had
requested that course of action. According to the king, even though Dutch merchants
and businessmen in Lisbon and Setubal were very interested in keeping the salt trade
free, the skippers of the ships were not. Free trade meant that they had to stay longer
in Setubal to load their cargos and time meant money.19
The Dutch-Portuguese relations during the 1640s became increasingly difficult
because of mutual aggressions overseas. In Brazil, the Portuguese under the WIC rule
organized a revolt and started what they saw as the liberation of Brazil from Dutch
occupation. In Asia, the Dutch expanded their interests in Ceylon by threatening all
the territories in the vicinity of the fortress of Gallé. In the meanwhile, the WIC had
also taken Angola from the Portuguese putting pressure on the sources of labour for
the Portuguese sugar plantations in Brazil.
The 1650s was a difficult decade for the Portuguese-Dutch economic and diplo-
matic relations. However, there was never a full-scale war between both parties. Al-
though some factions on both sides were more willing than others to go to war and
pay dearly for it, the factions defending peace were able to win and create some com-
mon ground for a peaceful arrangement during the 1660s.
By 1661, the situation was still quite volatile, but it showed signs of rapid im-
provement. On May 23, 1661, Henrique de Sousa Tavares, Count of Miranda and Por-
tuguese ambassador in The Hague, presented a new proposal to the States General
for a settlement over Brazil. This settlement aimed at solving the most poignant dif-
ferences between both parties in order to open a new road for universal peace. The
Portuguese proposition had a diplomatic character, but the offer presented to the
States General was of an economic nature. The Count of Miranda offered the States
General the payment of damages for the Portuguese intervention against Dutch Brazil
up to a total of four million cruzados, to be paid in cash, sugar, tobacco and salt. To
be able to pay a part of this amount in salt, he offered Dutch merchants a monopoly
over the salt of Setubal, as well as free access to all the Portuguese ports in Europe
and overseas. Portugal was willing to offer one of the largest sources of its national

dativos, Separata O Instituto, no. 67 (Coimbra: Imprensa da Universidade, 1920), 69-84. See also: IAN/TT,
Gavetas, 18, Maço 2, no. 3. See also: IAN/TT, Gavetas, 18, Maço 1, no. 7. A copy of this document also
appears in IAN/TT, Gavetas, Maço 3, no. 3, with a translation in Latin.
18 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7011-1, August 7, 1647 (received September 30,
1647).
19 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7011-1, October 20, 1647 (received December 21,
1647).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 171

income together with the freedom of trade throughout the empire to obtain peace
with the Dutch.20
The States General could not resist the ambassador’s attractive offer. On August
6, 1661 a peace treaty between Afonso VI and the States General was signed in The
Hague by the Count of Miranda and the States General, and ratified in Lisbon by the
Queen regent on May 24, 1662. This treaty had two parts. The first part was purely
diplomatic and aimed at securing the basis for future cooperation and agreement. In
the first place, Portugal would satisfy the WIC demands on all the artillery that had
been taken from the company when the Portuguese took over Dutch Brazil. All the
pieces would be returned to the company and all the property in Brazil, as well as
in Asia would remain in the hands of the people who owned it at the moment of the
signing of the treaty. All the hostilities between Dutch and Portuguese would stop
within a period of two months in Europe and slowly, but surely peace would spread
out to the rest of both empires. Last but not least, all the prisoners of war on both sides
would be set free without further delay.21
The treaty of 1661 had a second part, with the settlement for economic com-
pensation and further details for future economic contacts. The first point was an
agreement for the payment of damages to the WIC for all the losses in Brazil. The
States General took the proposal by the Count of Miranda of May 1661, and accepted
four million cruzados of compensation. These four million cruzados would be ac-
counted at the rate of one cruzado per two guilders, to be paid in sugar, tobacco, salt
and cash. If by any chance there would be an insufficient supply of some of these
products, the Portuguese authorities could always replace these products by others.
The amount of money to be paid in cash would be collected from the taxes paid over
the salt exports. The States General would have to appoint two people, one in Lisbon
and the other one in Setubal, who would be responsible for collecting the payments.
The Dutch could get more than part of the taxes over the salt. They could get their
damages compensated by collecting salt from Setubal at a fixed price, as much as
they would be able to ship.22
The opening of the ports of the Portuguese empire to the Dutch was not a nov-
elty in itself. The English had been granted the same privilege in the treaty of 1654.
Nonetheless, this was an important concession to the Dutch not only because they
would have the same rights and privileges as the English, who were slowly taking over
Dutch traditional routes all over Europe and who competed strongly with Dutch mar-
itime and territorial power overseas, but also because it opened new opportunities
for the Dutch trade in the Atlantic.23 These diplomatic developments recognised the
growing influence of diplomats, consuls and representatives in the Republic and in
Portugal. Caspar Barlaeus is a good example of this new trend. Barlaeus, Dutch con-
sul in Lisbon and Setubal achieved two main goals. In the first place, he was able to
delay the payment of damages to the WIC by explaining apologetically to the States
General the difficult financial situation in which the Portuguese found themselves due

20 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7011-2, 23 May 1661.
21 IAN/TT, Núcleo Antigo, 897, Maço 3, no.5, 9. See also: J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol.
1, 260-293.
22 IAN/TT, Núcleo Antigo, 897, Maço 3, no.5, 9. See also: J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol.
1, 260-293.
23 IAN/TT, Núcleo Antigo, 897, Maço 3, no.5, 9. See also: J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol.
1, 260-293.
172 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

to the war with Spain. Due to his intervention, the States General was willing to wait
for the payments promised in 1661.24 In the second place, after the official nomina-
tion of Peter (future king Peter II) as Regent of the kingdom, Barlaeus was able to strike
a deal with the new authorities in Lisbon, according to which the Portuguese would
give up on their claims on Cochin and Cananor and would begin with the payments
settled at the beginning of the 1660s.25
Barlaeus settlement with the Portuguese regency was put to paper on July 30,
1669. It had a broad basis to satisfy the WIC by paying for the damages caused by
the losses in Brazil.26 The benchmark on Barlaeus’ intervention was the negotiation
and settlement of the treaty of 1669 with Peter II. The WIC was to refuse any payment
of damages beyond 500.000 cruzados to be paid in salt at Setubal. Those 500.000
cruzados would be calculated by the following rules:

25 moios27 of salt = 74 cruzados


168.919 moios of salt = 500.000 cruzados.28

The total of the damages promised by the treaty of 1661 did not speak of 500.000
cruzados, but of four million cruzados. On top of the 500.000 cruzados to be paid
in salt, the Dutch would still get 250.000 cruzados by collecting the royal taxes on
the salt of Setubal. This would pay the Dutch 700 réis29 per moio of salt sold at Se-
tubal. This concession of the tax would be given for a period of 20 years, in which
the Dutch would still be able to trade 107.143 moios extra per year, and claim the
missing amount of salt or taxes on a yearly basis. This shortage would be compen-
sated in the beginning of every new year. But the Portuguese would only accept this
yearly shortage if it depended on their responsibility. For example, if in case of war
the Dutch would not be able to send enough ships to Setubal to collect the salt and
the salt taxes, then the Portuguese authorities would refuse any further payments con-
cerning that year.30
The salt from Setubal became the means of payment for a diplomatic agreement.
But the salt from Aveiro and other Portuguese ports was not mentioned in the treaty,
and therefore could be freely traded with private entrepreneurs, whose business did
not include the freighting of ships to get the damages owed to the WIC to the Re-
public. After the signing of the treaty of 1669, Barlaeus sent a complete list of the
Dutch ships that had fetched salt at Setubal between 1659 and 1668.

24 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7012-2, February 3, 1665 (received April 1).
25 J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 1, 444-471.
26 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-1, October 24, 1666 (received November 24).
See also: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-1, November 28, 1666 (received Fe-
bruary 19, 1667).
27 One moio equals 60 kilograms. 1 moio = 60 kg.
28 J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 1, 444-471. One cruzado was worth two guilders.
500.000 cruzados = 1 million guilders.
29 400 réis were worth one cruzado. 400 réis = 1 cruzado.
30 J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 1, 444-471.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 173

Table 1. Dutch ships collecting salt at Setubal between 1659 and 1668, according to a report by Caspar
Barlaeus.

Year Number of Ships Moios of salt Average moios of salt per ship
1659 . . . . . . . . . . . . . .69 . . . . . . . . . .33.640 . . . . . . . . . . . . .488
1660 . . . . . . . . . . . . . .78 . . . . . . . . . .27.953 . . . . . . . . . . . . . .358
1661 . . . . . . . . . . . . . .98 . . . . . . . . . .60.079 . . . . . . . . . . . . . .613
1662 . . . . . . . . . . . . .145 . . . . . . . . . .85.876 . . . . . . . . . . . . . .592
1663 . . . . . . . . . . . . .135 . . . . . . . . . .76.679 . . . . . . . . . . . . . .568
1664 . . . . . . . . . . . . .114 . . . . . . . . . .62.323 . . . . . . . . . . . . . .547
1665 . . . . . . . . . . . . . .12 . . . . . . . . . . .7.168 . . . . . . . . . . . . . .597
1666 . . . . . . . . . . . . . .42 . . . . . . . . . .22.433 . . . . . . . . . . . . . .534
1667 . . . . . . . . . . . . . .42 . . . . . . . . . .22.738 . . . . . . . . . . . . . .541
1668 . . . . . . . . . . . . .108 . . . . . . . . . .60.852 . . . . . . . . . . . . . .563
Total . . . . . . . . . . . . .843 . . . . . . . . .459.741
Source: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-2, November 14, 1669 (received March
31, 1670).

Barlaeus continued his mission as the Dutch consul in Lisbon and the successes
he achieved during the 1660s were to be repeated during the 1670s. His main func-
tion became the supervision of the way in which the salt taxes were being handed
over to the Dutch. For example, on February 24, 1670 he sent a letter to the States
General informing them that the treasury at Setubal had collected 200.000 cruzados
from the sale of salt and the collection of royal taxes. This amount of money had been
acquired by the supply of 60 ships, of which 40 were Dutch.31
In the year after that, at the end of 1671, Barlaeus informed the States General of
the accounts of the salt trade taxes paid to each of the Chambers of the WIC. Table
2 shows Barlaeus detailed information to the States General and his interest in keep-
ing the accounts as organised as possible to avoid any misunderstandings in The
Hague or Lisbon.

Table 2. Salt collected by the Chambers of the WIC, 1670-1671.

Chamber . . . . . . . . .Year . . .Number of Ships . . . . . . . . . . . .Moios


Amsterdam . . . . . . .1670 . . . . . . . . . . . . . .34 . . . . . . . . . . .21.080
. . . . . . . . . . . . . . . .1671 . . . . . . . . . . . . . .72 . . . . . . . . . .43.951,5
Hoorn . . . . . . . . . . .1670 . . . . . . . . . . . . . .11 . . . . . . . . . . . .6.763
Maas . . . . . . . . . . .1671 . . . . . . . . . . . . . . .6 . . . . . . . . . . . .3.019
Enkhuizen . . . . . . .1671 . . . . . . . . . . . . . . .6 . . . . . . . . . . . .3.744
Zealand . . . . . . . . .1671 . . . . . . . . . . . . . . .4 . . . . . . . . . . . .1.748
Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .133 . . . . . . . . . .80.305,5
Source: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-2, December 1671.

Barlaeus was an excellent example of dedication to the States General. He also


maintained his commitment for peace with Portugal, a country he had adopted not
only to live in but also to do business with. He died on May 1673, after a life-long
devotion as a service career, as a good businessman, and peacekeeper. His son sym-
bolically took his place for a brief period. He only appears again, at the end of the
1670s, receiving 12.836.500 réis of the salt taxes in October 31, 1679. At that time,
he warned the States General that the king had kept 2.400.000 réis for his own ben-
efit, which he used to maintain the Portuguese fortifications in Europe and overseas,

31 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-2, February 24, 1670 (received March 25).
174 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

as well as 1.200.000 that he donated to a monastery.32


Johan Wolfzen, who arrived in Lisbon on June 18, 1675 continued Barlaeus
work.33 Wolfzen’s real function had an economic nature. He was responsible for the
collection of the salt payments presented at Setubal by the Portuguese authorities. On
December 1677, in a letter to the States General, Wolfzen sent the total accounts of
the salt fetched by the Dutch at Setubal in the years 1676 and 1677.

Table 3. Salt collected at Setubal in 1676 and 1677.

Year Salt fetched by Salt fetched by Salt that


Dutch ships foreign ships was not fetched
. . . . . . . . . . . .Moios . . . . . . .Cruzados . . . . . . .Moios . . . .Cruzados . . . . . .Moios . . . .Cruzados
1676 . . . . . . .46.865 . . . . . .82.013,75 . . . . . . . . . . . . . . . . .38.750 . . . . .38.135 . . .66.736,25
1677 . . . . . . .36.563 . . . . .63.985 ,25 . . . . . . . . . . . . . . . . .38.750 . . . . .48.437 . . . . .84.764
Total . . . . . . .83.428 . . . . . . .145.999 . . . . . . . . . . . . . . . . . .77.500 . . . . .86.572 . .151.500,25
Source: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7014-1, December 1677.

The actions of the Dutch consul as an economic agent did not prevent the con-
fusion in the way the salt payments were collected and paid at Setubal. On the Dutch
side, there were always arguments that the king kept too much of the salt taxes for
his own expenses. On the Portuguese side, the argument was that the Dutch did not
send enough ships each year to fetch the amounts of salt agreed on at first in the treaty
of 1661 and afterwards clarified by the treaty of 1669. Both arguments were reason-
able. The Portuguese restoration wars only ended in 1668 after the signing of the
peace treaty between Portugal and Spain. The weight of 28 years of war on the de-
fensive network of the whole kingdom had been enormous and it was only natural
that the king would want to invest heavily in the recovery of those defences. After all,
diplomatic issues in Europe were far from being solved. On the other hand, the Por-
tuguese argument was also more than valid. There was a clear reluctance on the part
of Dutch businessmen to invest in trade. The war with France and the continuous risks
at sea due to actions of privateering and piracy, by the French or their allies was a
valid reason to freight fewer ships or reduce the number of transports without a con-
voy.
During the 1670s, the Dutch resident in Lisbon, Johan Wolfzen was finally able
to collect, on average twice a year, for the whole decade, the salt payments owed by
the Portuguese to the WIC.

32 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-2, May 1673. See also: NA, Archief van de
Staten Generaal, Lias Portugal, 7014-2, October 31, 1679 (received December 5).
33 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7014-1, June 18, 1675 (received July 22).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 175

Table 4. Salt payments given to Johan Wolfzen by the Portuguese authorities during the 1680s.
Date . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Réis . . . . . . . .Cruzados
15-04-1681 . . . . . . .20.402.600 . . . . . . . .51.006,5
13-05-1681 . . . . . . .23.294.500 . . . . . . . .58.243,5
27-04-1683 . . . . . .298.600.000 . . . . . . .850.746,5
20-07-168334 . . . . . .10.182.700 . . . . . . . .25.456,5
06-10-1683 . . . . . . .15.010.000 . . . . . . . . . .37.525
26-09-1684 . . . . . . .14.351.000 . . . . . . . . . .35.879
04-06-1686 . . . . . . .31.803.618 . . . . . . . . . .79.509
11-02-1687 . . . . . . .14.048.500 . . . . . . . .35.121,5
23-04-1687 . . . . . . .15.483.040 . . . . . . . . . .38.595
14-07-1687 . . . . . . .10.617.849 . . . . . . . . . .26.544
20-04-1688 . . . . . . . .5.468.500 . . . . . . . .13.671,5
12-11-1688 . . . . . . . .6.245.680 . . . . . . . . . . .5.614
03-05-1689 . . . . . . . .1.972.575 . . . . . . . . . . .4.931
08-10-168935 . . . . . . .5.000.000 . . . . . . . . . . . . . . .

Total . . . . . . . . . . . .472.480.562 . . . . . . . . .497.843

Source: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7014-2, April 15, 1681 (received May 9), May
13, 1681 (received June 15), April 27, 1683 (received May 29), July 20, 1683 (received August 21), Oc-
tober 6, 1683 (received November 29). NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7015-1, Sep-
tember 26, 1684 (received October 30), June 4, 1686 (received July 8), February 11, 1687 (received April
11), April 23, 1687 (received May 23), July 14, 1687 (received August 15). NA, Archief van de Staten Gen-
eraal, Lias Portugal, 7015-2, April 20, 1688 (received May 21), November 12, 1688 (received December
20), May 3, 1689 (received May 6), October 8, 1689 (received November 19).

Wofzen is not the only source we have on the importance of the salt exports from
Setubal to the Republic. These exports were also very important for the balance of
trade in the intra-European networks, since after the treaties of 1661 and 1669 the
Dutch had become the largest salt traders on the continent. Even during the Nine
Years War Johan Wolfzen, Caspar Barlaeus jr., Abraham van Eschwiller and Jacob
Daniel de Famars used their diplomatic positions to defend the Dutch interests in the
court in Lisbon, as well as in the salt payments coming from Setubal.

Table 5. Collection of the salt taxes at Setubal during the 1690s.36


Date . . . . . . . . . . .Representative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Reis . . . . . . . . . . . . . . .Cruzados
24-01-1690 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.215.370 . . . . . . . . . . . . . . . . .38.038
14-11-1690 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . .5.610.526 + 3.000.000 (extra) . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.026
28-11-1690 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38.597.610 . . . . . . . . . . . . . . . . .95.994
17-04-1691 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30.661.980 . . . . . . . . . . . . . . . . .76.054
15-05-1691 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.000.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
29-04-1692 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.118.350 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
11-02-1693 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . .104.838.762 (44.838.762) 37 . . . . . . . .262.096 (112.097)
04-08-1693 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12.619.750 . . . . . . . . . . . . . . . . .31.549
31-08-1694 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9.865.150 . . . . . . . . . . . . . . . . .24.662
26-10-1694 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .59.084.750 . . . . . . . . . . . . . . . .147.712
26-04-1695 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26.816.540 . . . . . . . . . . . . . . . . .67.041
08-11-1695 . . . . . .C. Barlaeus jr. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22.502.307 . . . . . . . . . . . . . .56.253,75
28-10-1698 . . . . .J. D. de Famars . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .99.375
06-01-1699 . . . . .J. D. de Famars . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .76.056
Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .270.931.095 . . . . . . . . . . . . .828.857,75
Source: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7015-2, January 24, 1690 (received February
24), November 14, 1690 (received December 11), November 28, 1690 (received January 2, 1691), April

34 On the date of this collection, the regent set 1.127.400 reis aside for his own expenses.
35 This payment was an extra payment given by the king to compensate the occasions when he had ta-
ken some of the payments to keep his fortresses.
36 The ‘blanco’ spaces in the table indicate that the consul did not mention the correspondence between
réis and cruzados.
37 From this total, the Portuguese authorities took 80.000 rijksdaalders for the payment of the damages
provoked by privateers from Zealand on Portuguese commercial ships. Wolfzen points out that 1 rijks-
176 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

17, 1691 (received May 21), May 15, 1691 (received June 15). NA, Archief van de Staten Generaal, Lias
Portugal, 7016-1, April 29, 1692 (received June 2), February 17, 1693 (received March 24), August 4, 1693
(received September 7), August 31, 1694 (received October 4), October 26, 1694 (received November 30).
NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7016-2, April 26, 1695 (received May 30), November
8, 1695 (received December 13). NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7017-1, October 28,
1698 (received November 25), January 6, 1699 (received February 7).

The changes after the end of the Nine Years War left the Amsterdam-Setubal re-
lationship waiting for a new wave of diplomatic settlements. Francisco de Sousa
Pacheco, Portuguese ambassador at The Hague managed to negotiate the inclusion
of Portugal in the partition treaty of the Spanish monarchy, between Louis XIV (King
of France), William III (King of England and Stadholder of the Republic), and the States
General. This treaty was signed at London on March 3, 1699, in The Hague on March
15, 1700 and in Lisbon on October 15, 1700. By this treaty, the parties agreed to re-
spect the peace signed at Rijswijk. The essential question was how Europe would re-
act to the death of the King of Spain, who had no natural heir. In his name and in the
name of the Dauphin, Louis XIV accepted to settle for the kingdom of Naples and
Sicily, the cities on the coast of Tuscany and Final, the Duchy of Lorraine, the cities
of Fuenterrabia and San Sebastian, and the province of Guipuzcoa. To avoid any ob-
jections that the Duke of Lorraine might have against this plan, he would be given
the Duchy of Milan. All the routes in the Pyrenees between France and Spain would
be fully respected and free passage would be guaranteed to both sides. The rest of the
Spanish possessions in Europe and overseas would be given to Archduke Charles, sec-
ond son of the Holy Roman Emperor. The future possession of Archduke Charles
would be placed under the protection of William III, king of England and Stadhold-
er of the United Provinces, with the full support of the States General, until he would
reach adulthood.38
If Francisco de Sousa Pacheco thought the Portuguese involvement in the war was
inevitable, Peter II did not. Neutrality during the Nine Years’ War had served him well.
His harbours had prospered with exception of a few incidents; ships coming to and
from Portugal were able to sail freely in Europe and overseas. So it is understandable
that he would try the same approach to the problems now posed by the fact that the
king of Spain was about to die childless, threatening to involve all European powers
in fighting for their alleged rights of succession. Therefore Peter II decided to partic-
ipate in the peace treaty signed between William III, king of England and Stadhold-
er of the United Provinces, Louis XIV and the States General, ratified on October 15,
1700, but signed effectively on March 3, 1699.39
Peter II’s tactics failed. The contenders were hardly inclined to negotiating, and
William III was too eager to protect Archduke Charles’ rights in continental Europe.
Not even the death of the Dutch-English king stopped the course of events that were
leading towards a full-scale war. This compelled Portugal to arm itself and get ready
to face war, either as a neutral power or as part of the dispute. The strategic position
of the kingdom was clear. The French wanted to avoid any possibility of an overland
operation across the Portuguese border, and therefore offered to accept Portuguese
neutrality. The ports would profit from this situation because they would be able to

daalder equalled 750 réis, which means that of the 104.838.762 réis, the Portuguese authorities took
60.000.000 réis. In the end Wolfzen only kept 44.838.762 réis.
38 J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 2, s/p.
39 IAN/TT, Gavetas, 16, Maço 5, no. 10, doc. 6. This treaty is writen in Latin. See also: J. F. B. de Castro,
Collecção dos tratados, vol. 2, s/p.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 177

harbour not only the war fleets of both sides during the winter, but they would also
be allowed to be kept open for normal trade.
The Dutch-English alliance recognised Portugal’s strategic value. Because they
were cut off from all the possible invading routes into Spanish territory, the only way
they could get access was via Portugal. The question remained how to make sure that
Peter II would ‘cooperate’. The first argument the allies used was the Portuguese over-
seas territories. It was well known that neither French nor Spanish war fleets would
have the capacity to defend the Portuguese territories overseas from possible English
and Dutch attacks. Therefore, the allies offered to provide that protection, in a first
moment, as long as Peter II was neutral, and in a second moment, as long as Peter II
would join the alliance by allowing foreign troops on to his territory. The second ar-
gument to persuade the reluctant king was of an economic nature. The English tried
through John Methuen to offer different economic advantages to the Portuguese, in-
cluding proposals concerning the trade of wine and textiles. The English would be
able to export as much textiles as they would like to Portugal and overseas (the treaty
of 1654 already given them access to the overseas ports under Portuguese control),
and the Portuguese wine would be accepted in England together with the French
wines, but the Portuguese wines would benefit from a much lower tax rate on imports
(one third less). The advantages for both parties were obvious.40
John Methuen made a successful contribution to call Peter II to the ranks of the
alliance, but he was not the first to do so. Before he arrived in Lisbon, Francisco de
Schonenberg, Dutch plenipotentiary minister, had already started negotiations on be-
half of the States General. If the English were to swap textiles for wine some months
later, the Dutch were willing to provide useful passports for weaponry, shipbuilding
materials, grain and war specialists, which could not be refused in those circum-
stances. Implicitly, the States General was sending the message to Peter II that if he
would not join the alliance, the largest weapons’ production outlet in Europe would
close its doors to Portuguese imports. After a secret assessment by Francisco de Scho-
nenberg on the capacity of the Portuguese army and navy, the States General knew
that this was an offer that Peter II could not possibly refuse.
But the States General was not at all satisfied with signing of the treaty with
Methuen (1703). In the third quarter of the seventeenth century it had already been
difficult for the Dutch to hold on to their trade networks all over the world. They had
been ferociously attacked by a growing English participation in commerce and they
were obviously starting to lose ground. The States General was not willing to accept
that the same would happen with to Portuguese markets. Therefore, after giving up
on further claims on the salt payments agreed on the 1660s as damages payments to
the WIC after the loss of Brazil, the States General decided to demand from the Por-
tuguese a similar treaty as the one they had signed with Methuen in 1703, to make
sure that the access to the Portuguese continental and intercontinental markets would
be divided equally between the English and the Dutch.
The treaty with the Dutch was not a good deal for the Portuguese. The trade of
English and Dutch textiles would be competing on the Portuguese market, but the
Portuguese wines would hardly be a success in the Republic. Francisco de Sousa
Pacheco, after discussing the possible treaty with his business connections in Ams-
terdam, concluded that there was hardly any market for Portuguese wines in the Re-

40 J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 2, s/p.


178 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

public. In the first place, because the wine consumption in the Republic seems to
have been perceived as much lower than the wine consumption in England. In the
second place, the Dutch market preferred French wines, for their taste and colour. It
was useless to put a discount of one third of the import taxes on a product that was
in low demand on the consumption markets in the largest Dutch cities. Pacheco sug-
gested that the agreement with the Dutch still could be made about other products
with a higher acceptance, but Peter II and his advisers in Lisbon had already made
up their minds.41
Besides the military/economic aid, commercial and economic advantages were
offered to Peter II as well. The first issue to be settled was the end of the salt payments
to the States General. It was agreed that if Peter II would pay another 850.000 cruza-
dos, the Republic would consider the salt payments as finished and fulfilled. The sec-
ond issue was the Portuguese participation in the European trade. Portuguese mer-
chants were to be given as many rights in England and in the Republic as the English
and Dutch merchants had in Portugal. Furthermore, the merchants from Lisbon would
be able to import gunpowder, ammunition, weapons and shipbuilding materials at
the same prices the allies would pay. There was still a third economic concession re-
ferring to the Portuguese ports overseas. Firstly, Portuguese ships would not have to
pay any taxes in Malacca. This concession was likely to start a conflict between the
States General and the VOC. Secondly, all the Asian ports would have to be closed
to privateers and pirates, which implied that some of the English, Dutch and Por-
tuguese ports in Asia would lose their rights to auction ships and goods captured from
their opponents in the Indian Ocean.

3. The problems of the data

When looking at graph 2 two problems arise concerning the data. The first prob-
lem is the representatively of the shipping between Amsterdam and Aveiro, when
compared to the shipping between Amsterdam and Setubal. The amount of ships in-
volved in the Aveiro salt trade between 1584 and 1715 is considerably less than the
one feeding the Amsterdam-Setubal trade. There are three possible explanations for
this difference.
The first possible explanation is the difference in the quality of the salt produced
in Aveiro and Setubal and therefore the levels of acceptance reached at the con-
sumption markets in Northern Europe. We do not find any indication in the literature
that the salt produced in Aveiro was of any lower quality than the one produced in
Setubal. However, there are some speculations on the amount of the salt produced
and therefore on the capacity and efficiency of the salt exports. That led us to con-
clude that although the salt from Aveiro and Setubal might have similar qualities, the
amounts produced were difference. Large fleets would have the tendency to prefer
Setubal to Aveiro if they were specialised on the salt trade.

41 IAN/TT, Ministério dos Negócios Estrangeiros, 814, 141v-142. IAN/TT, Ministério dos Negócios Es-
trangeiros, 816, 55-56v; 67-68v; 79v-80; 83v-84; 86. IAN/TT, Núcleo Antigo, 897, Maço 3, no. 5, 11. NA,
Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7017-2, May 16, 1705 (received June 20). NA, Archief van
de Staten Generaal, Lias Portugal, 7038-2, August 7, 1705 (received October 21) – this document is in la-
tin. See also: J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 2, s/p.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 179

The second possible explanation for the discrepancy between the salt exports
from Aveiro and Setubal to Amsterdam may rely on an environmental question. Stud-
ies have shown that Aveiro suffered from a chronic tendency to silt. The silting of the
harbour and surrounding area made it increasingly difficult to safely sail the ships in
and out of the harbour all year long. Furthermore, the increasing silting of Aveiro im-
plied that lighter and less deep vessels had to be sent for the salt trade. The use of
these smaller vessels indicates a lower volume of trade and an added risk to the voy-
age.42
A third and last explanation for the low levels of salt shipping held by Aveiro
when compared to Setubal is the position of Aveiro as port of call in a larger trading
system. Both Aveiro and Setubal had a specialised function for the international trade.
Salt was not produced anywhere else in the country in the quantities and with the
quality of these ports, and therefore they became specialised on the supply of the in-
ternational markets with salt. In the case of Setubal, as we have seen when discussing
the maritime routes that supported the export of the salt into the Northern European
markets direct trade between Setubal and the outside world seems to have been the
rule. That is not to say that Setubal did not hold a function of top-up cargos to ships
coming to Lisbon, but this port was able to maintain its own clients and business sys-
tem.
In the case of Aveiro, that does not seem to have been the case. Aveiro was part
of an integrated system that included the major Northwestern Portuguese ports, as
was the case of Viana do Castelo, Vila do Conde and Porto. The majority of the ships
coming to Aveiro did so via these Northerwestern ports or they would start their car-
go in Aveiro and top it up with other products sold at the other Northerwestern ports.
This cooperation between the Northwestern ports helped their projection in the in-
ternational markets, though that was never enough to surplant neither Lisbon’s pre-
ponderance in the international markets, or Setubal’s overwhelming control of the
Portuguese salt exports. Nonetheless, Aveiro’s importance in this Northwestern com-
plex is clear when compared to the shipping between these ports and Amsterdam in
the first half of the seventeenth century (see graph 3).
When considering the possible explanations for the differences in shipping of salt
between Aveiro and Setubal into the Northern European markets, I would claim that
quantity, silting and specialisation together determined the position in which Aveiro
and Setubal were left. Setubal was clearly exporting more salt than Aveiro, being be-
cause it produced more, did not have much environmental deterrents or was more
able to get a degree of specialisation. Being as it may, the salt from Setubal was the
stable currency found by the Portuguese kings to pay their diplomatic deals abroad.
That implies that the supply of Setubal was not only perceived as being stable and
constant, but also thought of as a hard currency in the international markets.
The second problem imposed by the data of graph 2 is the discrepancy between
the data available through the notarial contracts held in the archives of Amsterdam
and the data published by Virginia Rau about the salt exports from Setubal to the
Dutch market. On the first sight, one might think that there is a misrepresentation of
the sources. However, that is not the case. The figures collected through the notari-
al archives translate the amount of ships contracted in Amsterdam to travel to Setubal
and back, through different routes, as it has been stated earlier. The figures by Rau

42 H. Granja & M. da A. Araújo & N. Devy-Vareta, ‘Os aspectos geo-morfológicos e as dinâmicas histó-
ricas dos portos do NW português’, 21 pp. (unpublished paper).
180 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Graph 3. Shipping between Amsterdam and the Northwestern Portuguese ports, 1593-1639

120 ....................................................................................
Norte

Viana do Castelo
100 ....................................................................................

Porto

Aveiro
80 ....................................................................................

60 ....................................................................................
N˚ of ships

40 ....................................................................................

20 ....................................................................................

0
Source: G.A.A., N.A.
1593

1596

1599

1602

1605

1608

1611

1614

1617

1620

1623

1626

1730

1635

1738

Years

show the amount of Dutch ships entering the port of Setubal in a 10-year frame. There
is a clear difference between the number of ships leaving Amsterdam and the amount
of Dutch ships arriving at Setubal. One possible explanation for this could be that the
relevance of the volume of Amsterdam business in Setubal decreased and therefore,
Rau’s figures represent Dutch ships coming from other ports in the Dutch Republic.
However, that does not seem to be the case. In Rau’s figures, Amsterdam accounts
for about 93% of the Dutch ships arriving in Setubal. So we will have to look for the
answer somewhere else.43
I believe that the difference between the notarial archives results and Rau’s con-
clusions lie on the nature of the source of the trade. The notarial archives translate the
reality of private shipping. Private entrepreneurs hired private skippers with private
owned ships to operate the route Amsterdam-Setubal. After the treaty of 1661 and the
later settlement of 1669, it is the States General and the WIC that come to fetch the
salt from Setubal in order to fulfil the agreements stated in the treaty. That is not to
say that Rau’s figures show other ships than the ones appearing in the contracts be-
fore. The ships are the same as are the entrepreneurs and the skippers. The difference
lies on the fact that the private entrepreneur that hired ship and skipper privately
through a notarial contract, is after 1669 asking for specific permissions, also known
as passports, directly to the States General or via the WIC. So, there is a replacement
in the juridical form of the contracts to fetch salt, but there is little difference in the
actors and system behind it.

43 V. Rau, Estudos sobre a história do sal.


THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 181

4. Conclusion

We were able to see that Portuguese salt imported via Aveiro and Setubal made
a significant part of the relationship between Amsterdam and these specialised ports.
The routes connecting the Western European salt routes, Northern Europe, the Baltic
and Scandinavia were paramount for the survival of local industries and other com-
mercial circuits.
The previous assessment shows that although Aveiro and Setubal were similar
ports, mainly specialised on the export of salt, they belong to two categories of ports.
Aveiro was part of the Northwestern Portuguese port system and within that system
it played a crucial role in the international projection of all the ports within that sys-
tem. Setubal did not belong to a particular port system. It stood on itself and relied
on the amount, specialisation and prosperous environmental situation to profit from
a trade that due to its impact in the Portuguese economy was used as hard currency
in the international markets.
We may also state that war, peace and political events influenced the shipping
levels of salt into Amsterdam and therefore, the changes in the salt trade depended
on the context of the time. On the other hand, the variations in the salt trade deter-
mined the performance of other trading routes and other commercial systems. How-
ever, we cannot deny the importance of the salt exports to both the Dutch and the
Portuguese economies at the time.§
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 183

MONOPÓLIO E CONCORRÊNCIA - A “RODA DO


SAL”DE SETÚBAL (PORTUGAL) E AS ROTAS
INTERNACIONAIS (SEGUNDA METADE DO SÉCULO
XVII A INÍCIOS DO DE XIX)

Inês Amorim*

Resumo: Quanto se produz, como se produz, quanto se vende? O tema do controlo do


mercado e do consumo do sal é um clássico da historiografia francesa e espanhola. No
caso português existe a ideia de que se cingiu ao período de governo de Portugal, sob
a administração castelhana. A “roda do sal”, especificada para Setúbal, surge, contu-
do, como uma forma de controlo e de aferição da oferta e do consumo do sal. Este con-
trolo questiona-se quando surgem novos consumidores e rotas internacionais do sal, em
particular na segunda metade do século XVIII e, fundamentalmente, nos inícios de XIX,
em direcção ao Norte da Europa e Estados Unidos.

A investigação realizada procura responder à proposta de trabalho estruturado-


ra do II Seminário Internacional sobre o sal Português, que elegeu, como temática
central, “a articulação do sal português aos circuitos mundiais – antigos e novos
consumos”1. No caso vertente pretendemos analisar alguns aspectos do monopólio
comercial português e o seu significado no quadro da evolução da exportação do sal
português. Esta análise coloca, como hipótese contextualizadora, a possibilidade de
introdução de factores perturbadores nos centros de produção e comercialização
portugueses, no século XVIII e inícios de XIX, frente à emergência ou hierarquização
de novos centro produtores e consumidores, numa partilha de antigos e novos mer-
cados.
O estudo estrutura-se em três partes. Numa primeira define-se o conceito de mo-
nopólio na especificidade do caso português, em torno da “roda” do sal de Setúbal.
Numa segunda parte, terá sentido realizar um ponto da situação dos interesses do
mercado europeu pelo sal português, observando a relação de Portugal com os res-
tantes centros produtores europeus, nos séculos XVII a meados de XVIII. Numa ter-
ceira parte, avaliar-se-ão as alterações dos circuitos comerciais do sal português
(1790-1830) e possíveis repercussões na hierarquia produtiva dos salgados europeus
e dos mercados consumidores atlânticos.

* iamorim@letras.up.pt. Coordenadora e investigadora do Projecto SAL(H)INA História do Sal - natureza


e meio ambiente - séculos XV a XIX” POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004-”; Instituto de His-
tória Moderna – Universidade do Porto. Professora Associada do Departamento de História, Faculdade de
Letras da Universidade do Porto. Áreas de trabalho: História Moderna e Contemporânea, História Eco-
nómica e Social. Estudos e projectos nas sub-áreas: história marítima (história do sal, história da pesca,
história dos portos), história do trabalho e das classificações sócio-profissionais, história dos preços, his-
tória da ciência, história das relações sociais.
1 19 a 21 de Outubro de 2006, Portugal (Porto/Aveiro/Figueira da Foz/Leiria).
184 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Neste percuro recorreu-se ao cruzamento de informação produzida por estudos


realizados para outras realidades concorrenciais da produção e/ou do comércio por-
tuguês, permitindo-nos comparar e orientar a sua posição. A investigação da incon-
tornável historiadora portuguesa Virgínia Rau, e de outros estudos, formam um las-
tro informativo fundamental, a que se acrescentam fontes manuscritas e impressas de
que se elencam os relatórios de agentes do rei, memórias de académicos, econo-
mistas portugueses, de finais do século XVIII e as estatísticas do sal exportado2, re-
gistado nas chamadas balanças de comércio com o estrangeiro, para o período de
1790-18313 que, não obstante a dificuldade em avaliar criticamente, a sua valida-
de, não deixam de ser indicadores da hierarquização dos mercados.

I – Um sistema de monopólio comercial - a “roda do sal” de Setúbal

O tema do monopólio do mercado e do consumo do sal é um clássico da his-


toriografia, dominado pela perspectiva do controlo estatal e fiscal sobre os circuitos
da produção e da sua comercialização. A temática tem sido objecto de aprofunda-
mento, como sucedeu por ocasião da realização, em 1986, do seminário sobre o im-
posto do sal na Europa (séculos XIII-XVIII), que equacionou a génese do Estado Mo-
derno e o papel do imposto do sal na construção das finanças públicas, em particu-
lar como suporte da guerra4. Esta perspectiva de análise ultrapassa os limites do ve-
lho continente, como se afere das contribuições historiográficas expostas no Con-
gresso Internacional da Comissão Internacional História do Sal (CIHS), em Granada,
em 19955 e de diversos artigos publicados no Journal of Salt History6.
Em Portugal o monopólio do sal teve sempre contornos particulares. Generica-
mente, ao rei pertenciam o mar, rios e lagoas, que não seriam mais do que uma ex-
tensão da terra, e os direitos sobre os seus rendimentos passíveis de arrendamento7.
As salinas podiam ser de propriedade régia ou de particulares, mas os direitos pagos,

2 As estatísticas em Portugal surgem muito tardiamente. Não obstante a preocupação numa aritmética po-
lítica do reino com as contagens da população, quando se avaliam produções existem dificuldades em
estabelecer critérios ou técnicas. Os dados surgem desagregados sem descriminar se se trata de produtos
de exportação ou reexportação. As Balanças de Comércio Externo de que se conhece a série quase com-
pleta, de 1796 a 1831, com excepção dos anos de 1798 e 1808, encontram-se no Instituto Nacional de
Estatística; os anos de 1798 e 1808 no Arquivo Histórico do Ministério das Obras Públicas. Vide a críti-
ca a esta fonte em Alexandre, Valentim – Um momento crucial do subdesenvolvimento português: efei-
tos económicos da perda do império brasileiro. “Ler História”, nº 7, 1986, pp. 3-45.
3 Agradecemos, profundamente, os dados estatísticos sobre o sal exportado de Portugal, levantados por
Nuno Madureira, Professor do ISCTE, a partir das Balanças do Comércio Externo.
4 Hocquet, Jean - Claude – Le roi, le marchand et le sel, Lille, Presses de l’Université de Lille, 1987, 375
páginas
5 Malpica Cuello, Antonio; González Alcantud – La sal: del gusto alimentario al Arrendamiento de Sali-
nas, Granada, Diputación Provincial de Granada, Universidad de Granada, 1997
6 Weber Jacques – La rente de l’Inde: Les origines du monopole britannique du sel. “Journal of Salt His-
tory”, vol. 7, 1999, p. 87-106. A Oriente, a China pôs o sal ao serviço da política financeira e organizou
um sistema fiscal muito peculiar como se lê em Hocquet, Jean Claude – Production du sel et changement
technique en Chine. “Annales ESC”, n.5, Paris, 1991, 1021-1039. Em traços gerais, o imposto calculava
que todo o indivíduo, acima de determinada idade, era obrigatoriamente consumidor, pagando um pre-
ço estipulado pela finanças régias. Na China, nos finais do séc.XIII, foi com surpresa que Marco Polo ve-
rificou o controlo estrito estabelecido pelo Estado Imperial sobre os mercadores privados ligados ao ne-
gócio do sal.
7 As Ordenações do Reino, logo as primeiras publicadas, as Ordenações Afonsinas, concluídas em 1446
No Livro II compilam-se os direitos reais e a forma de os receber. Ordenações Afonsinas, 5 vol.s, Lisboa,
F. C. Gulbenkian, 1984.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 185

múltiplos, indicam receitas sobre a área da salina, a produção e a comercialização


do sal8. Sem que este inventário esteja feito, os forais manuelinos revelam, para todo
o Reino, e em particular para as vilas litorais, dotadas de salgados, os encargos pa-
gos ao rei, aos concelhos e a senhorios, evidenciando o valor vital do produto para
o consumo, para o comércio e o fisco, público e privado9.
O controlo régio tornou-se mais definido e, sobretudo, objectivamente mais in-
terventivo, em 1576, num contexto de esforço de guerra de Portugal no norte de Áfri-
ca, sendo determinada a instituição dum monopólio de compra e venda de sal, em-
bora revogado dois anos mais tarde10.
Posteriormente, quando Portugal perdeu a independência, em 1580, já sob a ad-
ministração da coroa de Castela, o controlo sobre o sal português fortaleceu-se, in-
tegrando-se na política de formação do monopólio do sal de Castela que, pelo me-
nos desde o século XIII, impusera, a Leão e Castela, o direito real (regalia) sobre a
compra do sal, direito que adquiriu contornos organizativos ao longo dos séculos XIV
e XV11. Filipe II de Castela acalentou diversos projectos, entre 1557 e 1563, de mo-
nopólio da produção, ao propor a incorporação de todas as salinas de Castela, ex-
cepto as da Andaluzia e Granada, e do comércio do sal,com a compra de todo o sal
da Andaluzia, visando a penetração do sal espanhol nos mercados controlados pela
Hansa e nos Países Baixos, o que provocou uma aceleração de preços e especula-
ção12. Portugal, sob a dependência de Castela resolveria, aparentemente, as conse-
quências daquela política que conduzira à ruína as salinas marítimas espanholas,
dado que era prática habitual recorrer-se aos centros produtores portugueses do li-
toral13. Com efeito, os clientes flamengos, ingleses ou do Cantábrico castelhano e
basco, preferiam fornecer-se em Portugal ou em França, de melhor mercado, com
melhores preços14, estrangulando o abastecimento à salga da pesca basca, em ple-
na expansão, assim como da pesca das Rias Baixas da Galiza15. A importância do

8 Sampaio, Alberto – Estudos Históricos e económicos II - As Póvoas Marítimas, Lisboa, Veja, 1979 Losa,
António - A extracção do sal a norte do Douro (Estudos medievais). “Bracara Augusta”, vol. XLVI, nº 98-
99, 1995-96, p. 275 a 368; Espinosa, Fernanda – Escritos Históricos, Porto, Porto Editora, 1972, p. 63-66.
Silva, Francisco Ribeiro da – O sal-produto tributado e mercadoria foraleira, in “I Seminário Internacio-
nal sobre o sal português”, coord. Amorim, Inês, Porto, IHM-UP, 2005, p. 63-74
9 A revisão foralenga levou à edição dos forais manuelinos, dados entre 1500 (o primeiro, de Lisboa) e
1520. Vd. Chorão, Maria José Mexia Bigotte – Os forais de D. Manuel 1496-1520, Lisboa, Arquivo Na-
cional da Torre do Tombo, 1990
10 Em 1576, D.Sebastião, invocando as muitas despesas da guerra, determinou a instituição dum mono-
pólio de compra e venda de sal. A prática era a de reservar um terço da produção interna para a Coroa a
um preço fixado e cobrar imposições sobre a venda para consumo interno. Desta deliberação escapava
o comércio externo, visto que qualquer produtor podia vender os restantes 2/3 da sua produção, embo-
ra a 2 de Setembro de 1578, fosse revogado. Vd. Rau, Virgínia – Estudos sobre a história do sal, Lisboa,
Presença, 1984, p. 142; Amzalak, Moses Bensabat - A Salicultura em Portugal. Materiais para a sua His-
tória, Lisboa, 1920, p. 34.
11 Esta política foi sistematizada em Castiñeira Castro, Víctor Manuel – El litoral gallego y el abasteci-
miento de sal a mediados del S. XVI. “Obradoiro de História Moderna”, nº8, 1999, pp.7-30, e ainda La-
dero Quesada, Miguel Angel - La recette du sel et son evolution dans les états de la Couronne de Castil-
le (XIII- XVI siécles), in “Le roi, le marchand et le sel, Actes de la Table Ronde”, Lille, 1987, p.81
12 Todas as salinas que não ficaram sujeitas ao domínio régio, especialmente as da Granada e Andalu-
zia, deveriam pagar 2 reais por cada fanega de sal destinada ao consumo interno e para o exterior ven-
der-se-ia ao preço fixado pela lei. Vide Castiñeira Castro, Víctor Manuel – El litoral gallego y el.., o.c., p.
18-19
13 Um dos pontos fundamentais seria o salgado de Aveiro, como comprovou a “Visita a los alfolíes de
Galicia” desenvolvida entre 15 de Agosto de 1566 e 2 de Dezembro de 1566. Vd. Id., Ibid., p. 19-20
14 Vd. Ladero Quesada, Miguel Angel - La recette du sel et son evolution …, o.c., p.96
15 Id., Ibid. p.77 ; Castiñeira Castro, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento ..., o.c., p.17 a
19
186 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

sal português tornara-se, assim, vital para um espaço económico mais alargado. Nas
vésperas de lançamento de um novo imposto sobre o comércio do sal, produzido nas
salinas portuguesas (“nuevo direcho”, 1 de Abril de 1601) de 220 reais sobre cada
moio, além dos 200 até então pagos, estalara uma crise gravíssima na costa da Ga-
liza, com perda de peixe por falta de sal, levando a queixas contínuas que argu-
mentavam ser causa de fomes e mortes por peste16. Como consequência, recua-se
na decisão fiscal e tal imposto não se aplicaria nem para consumo interno, nem so-
bre o que seguisse por terra, para Castela, e por mar, para a Galiza, Astúrias e Bis-
caia.
A partir de então, uma parte do sal português passa a ser expedida para provi-
mento destes destinos17, procurando-se canalizar toda a produção portuguesa para
os alfolins, ou armazéns de sal de Espanha18. Esta preocupação em abastecer o rei-
no vizinho mantém-se, alargando-se em 1628 quando se lança um novo direito adi-
cional, a extracção sobre a saída de sal para países estrangeiros, aproveitando uma
crise de produção na Baía Francesa que atraía mais estrangeiros, em particular os re-
beldes flamengos. O processo estrutura já um controlo da produção e ganha con-
tornos organizativos institucionais por parte da Coroa espanhola, que procura filtrar
o contrabando e abalar os interesses dos centros produtores e mercantis portugue-
ses. A criação de uma Junta de la Extracción, em Madrid, e, em Lisboa, da Adminis-
tração do Sal, em 1631, antecedidas por um processo de reconhecimento da pro-
dução do sal português (em 1629), suas qualidades e quantidades, significava a aten-
ção que merecia o assunto19. Sem nos determos nesta inventariação que merecerá
estudo detalhado, o processo culmina no monopólio do comércio do sal produzido
em Portugal, em 163120, e na publicação do Regimento do Sal, em 163821. Com a
Restauração da independência de Portugal, continuaram as imposições sobre o co-
mércio, mas o alvará de 22 de Fevereiro de 1641, reduziu a um só imposto de 500

16 Actas de las Juntas del Reino de Galicia. Volumen I: 1599-1629 . Santiago de Compostela: Junta de Ga-
licia, 1995, p. 504-509, documento de 4 de Março de 1599.
17 Vd. Rau, Virgínia – Estudos sobre a História …, o.c., p. 163.
18 Vd. Ladero Quesada, Miguel Angel - La recette du sel et son evolution …, o.c., p. 77.
19 Sobre o assunto SCHAUB, Jean Frédéric – Le Portugal au temps du Comte-Duc D’Olivares (1621-1640).
Le conflit de juridictions comme exercice de la politique, Madrid, Casa de Vélasquez, 2001, p. 229-379 ;
Id. - L’État quotidien entre arbitrisme et révolte, la gabelle au temps du comte-duc d’Olivares, in « Re-
cherche sur l’Histoire de l’État dans le monde Ibérique (15e - 20e siècle) », Paris, Presses de l’École Nor-
male Supérieure, 1993, pp. 21-50.
20 Alvará de 4 de Agosto de 1631, pelo qual todo o sal que se fizer no reino fosse comprado, cada ano,
até à terça parte, pagando-se o preço taxado; e que todo o sal que se gastasse no reino fosse por conta
da Real Fazenda, sem mais ninguém o poder vender. A compra e venda do sal passa a ser controlada pe-
los oficiais régios para isso nomeados. As receitas serão para aplicar na defesa do reino de Portugal e nos
gastos da ida e assistência do infante D. Carlos. Que ninguém venda ou compre sal, sob pena de perder
o sal. O sal que se comprar para as pescarias será dado a prazos, para com mais comodidade se poder
pagar. In Silva, José Justino de Andrade e, fl. 18-, comp. e anot. - Collecção Chronologica da Legislação
Portugueza. Lisboa: Imprensa de J. J. A. Silva, 1854, p. 215 a 216
21 Regimento do Direito do sal da Alfândega de Lisboa, de 13 de Julho de 1638: devido aos descaminhos
do sal que se fazem na barra dão-se instruções de procedimento aos oficiais responsáveis pela cobrança
do direito. São ordenadas várias medidas em torno dos procedimentos de cobrança do direito do sal, seu
registo, fiscalização e punições em caso de incumprimento do Regimento. Entre estas medidas é referida
a concessão de licenças, passadas pelo escrivão da Alfêndega, aos arraes dos barcos em que era decla-
rada a quantidade de sal que estes podiam carregar, o lugar onde e o dia a que deviam chegar carrega-
dos a bordo; após a entrega das licenças os arraes deviam ir às marinhas e lugares nomeados carregar o
sal declarado nelas sob determinadas penas caso não o fizessem. O sal entregue pelos vendedores devia
ser medido pelas medidas de pão afiladas pelos oficiais das Câmaras do termo a que pertencessem as ma-
rinhas. Nunca devia ser medido por cestos nem canastras, nem outras medidas sob pena monetária e de
degredo, sendo suficiente medir-se um só moio para incorrer destas penas. Os medidores do sal eram elei-
tos pelas Câmaras. Depois de carregados os barcos e chegados a bordo dos navios em que deviam des-
carregar, não podiam ir a bordo de outros navios e deviam esperar pela visita do Guarda-Mor, o qual pe-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 187

réis sobre cada moio saído para fora do Reino22.


A produção nunca será objecto de controlo régio, ao contrário do que aconte-
ceu em Espanha até meados de XIX (1870)23. Nesta, a produção encontrava-se quer
nas mãos de entidades públicas quer privadas, mas tendo em consideração que os
particulares exerciam a sua actividade no domínio público e em regime de conces-
são governativa. A política de estanco do comércio do sal pressupunha abusos dos
administradores (dependentes da Secretaría de Estado de Hacienda – Ministerio de
Hacienda–, na Dirección General de Rentas, criada no século XVIII), preços altos,
aquisição obrigatória de quantidades de sal pelos municípios (encabeçamento de
consumos obrigatórios)24. Em Portugal, tirando o monopólio ou “estanco” do co-
mércio do sal com o Brasil, até 180125, as tentativas realizadas para impor o direito
sobre o consumo do sal em Portugal, por Fontes Pereira de Melo, em 1872 (10 réis
em litro de sal, fiscalizado e cobrado nas salinas), seguindo o exemplo do que acon-
tecera em Espanha, desde a abolição do estanco do sal, não surtiram efeito dura-
douro, resumindo-se a um período de aplicação de 1882 a 188526. E nunca, em ter-
mos de produção, se verificou a concentração da produção e da propriedade das sa-
linas, que foram sempre de particulares. Só em meados do século XIX a legislação
relativa ao domínio público marítimo impôs a prova de propriedade de salinas sob
pena de expropriação pública27.
Clarificadas as características do sistema de monopólio peninsular, sublinhe-se
que, em Portugal, nunca se instituiu o sistema de controlo da produção, mas que se
podem encontrar formas de exercício de controlo e monopólio indirectos sobre a
produção. É no salgado de Setúbal que se encontra este sistema. Remonta ao reina-
do de D. Sebastião, por alvará de 26 de Setembro de 1570, a imposição de preços
fixos do sal, excluindo da comercialização do sal os corretores de sal estrangeiros e
portugueses, assim como os funcionários municipais e da Alfândega e Mesa do Sal,
dado que praticavam, indevidamente, revendas de sal. A especulação praticada por

dia as licenças e verificava se o barco levava mais ou menos sal do que o declarado para descarregarem
o sal nos navios. Depois dos navios serem carregados recebiam também a visita do Guarda-Mor para lhe
ser declarada a quantidade de moios de sal a bordo do navio e o nome dos barcos e arraes que aí des-
carregaram. As salinas situadas em local particular não pertencem ao rei, mas ao respectivo senhor, de-
vendo-se cobrar os direitos do sal. Sousa, José Roberto Monteiro de Campos Coelho e, “Systema, ou Col-
lecção dos Regimentos Reaes”, Lisboa, Oficina de Francisco Borges de Sousa, 1783, tomo II, 262-272.
Publicado em Rau, Virgínia – Estudos sobre a História…, p. 195-207.
22 Desde 1641, a chamada imposição, relativa à saída do sal para outros reinos, impunha cerca de 500
réis por moio ou 6250 réis por milheiro (1 milheiro=12. 5moios), imposição essa designada, nos “Livros
de saídas de sal”, por direitos de “extracção”. Outra determinação era a do “donativo”, imposição local
de 40 réis por moio, ou 500 réis por milheiro, fosse qual fosse o destino, provável herança da “imposi-
çam”.
23 Torrejón Chaves, Juan – El desarrollo del comercio interior: hacia un mercado unificado, in “Historia
Economica de España”, coord. Gónzalez Encisco, A.; Matés Barco, J.M. Madrid, Ariel, 2006, p. 271-272
24 Id., Ibid., p. 263-266.
25 Alvará de 24 de Abril de 1801, e providências de 7 de Abril de 1802 que impuseram 1600 réis por moio
de sal (IAN/TT, Alfândega de Lisboa, nº 2151, Livro 1º de registo de ordens relativas à administração Ré-
gia do sal do Brasil). Cf. Ribeiro, Maria de Lourdes Roque de Aguiar – As relações comerciais entre Por-
tugal e o Brasil segundo as “balanças de comércio”, 1801-1820, Lisboa, 1972, p.40-44.
26 Vide Amzalak, Moses Bensabat - A Salicultura em Portugal…, o.c., pp. 27 a 29.
27 Desde o decreto de 17/10/1865 que as licenças para construção de marinhas surgiram pela primeira
vez (sobre parcelas de leitos ou margens das águas do mar ou de quaisquer águas navegáveis ou flutuá-
veis). Anteriormente era feita apenas uma participação verbal na capitania do porto e na direcção das obras
da barra, para evitar desacordo sobre os alinhamentos exteriores. Vide Madahil, A G da Rocha - Subsí-
dios para o estudo da propriedade alagada na zona de influência da ria de Aveiro. “O Arquivo do Distri-
to de Aveiro”, Vol. XII, nº 47, p. 177 a 208. (Decreto de 31 de Dezembro de 1864, artigo 2º; artigo 380º,
§4º, do Código Civil de 1867, entrado em vigor a 22 de Março de 1868)
188 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

esse grupo de “corretores”, intermediários entre os produtores e os barcos aportados


para a carregação, levara a que, já sob governo do cardeal D.Henrique, se estabe-
lecesse, em 1578 (11 de Dezembro), a eleição, em Câmara, de três homens bons, do-
nos de marinhas, que, em nome do povo, fixariam o preço do sal. Tais práticas, es-
peculativas, repetiam-se no tempo da governação filipina constatando-se que o ver-
dadeiro “estanco” ou monopólio era realizado por muitos estrangeiros e “lingoas”,
tradutores, cuja mais valia linguística os colocava como mediadores entre “os pobres
e viuvas” (10 de Setembro de 1579), entre os “mal-governados ou necessitados para
desse modo estancarem o sal em suas mãos pondo-lhe depois o preço a seu bel-pra-
zer” (17 Outubro 1592). A breve trecho tornaram-se esses corretores proprietários de
salinas, melhor posicionados no mercado, embora fosse uma manobra proibida ain-
da por Filipe III (22 Setembro 1628) 28.
Este percurso justifica a origem da regimentada Roda do sal, segundo o sistema
de “repartição do sal”, ordenada por D.João IV(19 Junho 1641), após a restauração
da independência portuguesas (1 de Dezembro de 1640). O que estava em causa era,
não apenas calcular, estipular e efectuar a cobrança dos direitos, mas prever que a
venda do sal fosse feita proporcionalmente à colheita de cada produtor, numa dis-
tribuição ordenada, sem preferências de marinhas, evitando descida de preços que
a venda livre fomentava. O sal era fornecido aos barcos estrangeiros segundo a es-
cala ou “roda” estabelecida. Esta prática devia-se à peculiaridade produtiva das sa-
linas de Setúbal – a sua localização e distribuição. Com efeito, as marinhas que pro-
duziam o sal de Setúbal ocupavam um espaço em torno do Sado, desde a vila até
Alcácer do Sal, num percurso de 40 quilómetros, construídas em terrenos húmidos,
navegados e acessíveis à água salgada e ao transporte por uma rede de esteiros. Nal-
guns casos não lhes chegava um barco e o sal era carregado por carretas até ao lu-
gar de embarque. Desta forma se classificavam as marinhas: de “água-morta” ou
acessíveis em todo o tempo (de “boa imposta”, ou de prancha na eira) e de “águas
vivas”29, somente em grandes marés (de “ruim imposta”, ou de mau esteiro). As des-
pesas variavam com o grau de acessibilidade hidrográfica (produção de melhor sal
e custos de transporte, que justificava um contingente de mão-de-obra diversificado
e numeroso, com os inerentes custos) e exigiam o conhecimento das salinas e da sua
produção, justificando o papel dos corretores e/ou consignatários30. Esta diferencia-
ção justificava, assim, a obrigatoriedade da rodagem, sob pena de muitas serem aban-
donadas se sujeitas ao regime de concorrência livre.
O sistema era defendido pelos produtores de sal ao longo do século XVII, rea-
firmado durante os tempos conturbados de conflito e de paz com a Holanda (17 Ou-
tubro 1657, 6 de Maio 1659), que conduziu a saída de grandes quantidades de sal
de Setúbal. No início do século XVIII os protestos em relação à roda do sal faziam-
se a partir dos Estados Gerais Holandeses, que forçavam um acordo de venda do sal
de Setúbal. Em 1711 o embaixador português em Haia, informava el-rei das neces-
sidades de abastecimento de sal dos Holandeses, que tinham perdido o comércio em
França, aconselhando a fixação dos preços em Setúbal e “que se tire a Roda de Se-

28 Silva, A.A. da - Memória acerca da Roda do Sal das Marinhas do Sado, ou resposta à Curta Exposição
sobre a Roda do Sal de Setúbal, Lisboa, Typographia de G.M.Martins, 1852, pp.27-31; Rau, Virgínia – Es-
tudos sobre a história…, o.c., 156; Amzalak, Moses Bensabat – A salicultura…o.c., p.19-26
29 IAN/TT – Ministério do Reino, maço 492, caixa 612, sem folio, 24 de Novembro de 1761, Lisboa, car-
ta do desembargador Pedro Libório de Amorim sobre a produção das marinhas de águas mortas e de águas
vivas, de Setúbal.
30 Silva, A.A. da - Memória acerca da Roda do Sal das Marinhas do Sado…, o.c., p. 6-7
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 189

tubal”31. Por sua vez, o cônsul sueco em Lisboa (entre 1727 e 1738) referia-se aos
diferentes tipos de sal produzido em Setúbal, à sua importância e interesse, mas
apontava um “peculiar sistema organizativo” que impedia um comércio regular e o
tornava extremamente caro – a “roda do sal”32.
Estes protestos não seriam de surpreender se emitidos pelos estrangeiros, críticos
perante as demoras de carregação dos navios e tendo os seus próprios agentes. Po-
rém, surgem igualmente entre os portugueses, porque a roda criara uma dependên-
cia extrema do papel dos consignatários, que articulavam a venda com os proprie-
tários, revelando possibilidades de corrupção, quando os “línguas”, ou tradutores das
diferentes nações, avaliadores da produção das marinhas, até mesmo os oficiais da
Câmara, manifestavam, indevidamente, as suas preferências, polémica, que se ar-
rastou até meados do século XIX, como veremos na terceira parte33.
Acresce ainda uma outra perspectiva – a dos mestres das embarcações. O regi-
mento de 1703 determinara que o sal das marinhas de Setúbal só podia ser vendido
em navios de marítimos daquela vila e aos estrangeiros34, através da Casa ou Ir-
mandade do Corpo Santo, que congregava o corpo marítimo de Setúbal (proprietá-
rios, mestres e marítimos das embarcações), e que tinha o privilégio de se contratar
directamente, e por conseguinte preferencialmente, com os donos das marinhas (de
Setúbal, Sines e Sesimbra), dominando a navegação portuguesa no porto de Setú-
bal35. Tal contestação agudizara-se, particularmente, a partir de meados do século
XVIII, pela voz daquela corporação de mareantes, justificando uma avaliação dos
procedimentos adoptados naquele salgado, aspecto que não abordaremos neste es-
tudo.

II – O sal português no mercado europeu – séculos XVII a meados de XVIII

O mercado externo do sal português desenha-se no séc.XV, quando hanseáticos,


holandeses e zelandeses se voltaram para Portugal e chegaram mesmo até à Anda-
luzia36, em particular quando se deu uma importante modificação nos hábitos de
consumo da população europeia devida à exploração dos bancos de bacalhau da
Terra Nova37.
Já as relações comerciais em torno do sal com os reinos da Península Ibérica re-
gistam uma história, em grande medida por fazer, entre exportações (por mar e por

31 Amzalak, Moses Bensabat - A Salicultura em Portugal …o.c., p. 24


32 Lindberg, Erik – An 18th century Swedish perspective on the Portuguese salt industry. With trade and
production figures, in “I Seminário Internacional sobre o sal portugueês”, coord. Amorim, Inês, Porto, IHM-
UP, 2005, pp.184.
33 Amzalak, Moses Bensabat - A Salicultura em Portugal …o.c., p. 19. Foi extinta a “Roda do Sal”, por
decreto de 5 de Agosto de 1852
34 Pereira, Miriam Halpern – Negociantes, fabricantes e artesãos, entre velhas e novas instituições, Lis-
boa, Sá da Costa, 1992, pp.140.
35 Pereira, Miriam Halpern – Negociantes, fabricantes e artesãos …, pp.46-47.
36 Houtte, J.A.Van – Le sel dans les pays-Bas Bourguignons au Mayen Age et au XVI siècle, in “Horizons
marins, itinéraires spirituels (V-XVIII siècles)”, v.2, Paris, Sorbonne, 1987, p.230.
37 Mollat du Jourdin, Michel Mollat – A Europa e o mar, Lisboa, Presença, 1995, p. 175.
190 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

terra) ora legais, ora clandestinas38. Situemo-nos apenas no período de administra-


ção de Portugal pela Coroa de Castela. É bem sabido que a Coroa espanhola de-
senvolveu uma actividade legislativa intensa, no sentido de estender a Portugal, du-
rante o governo filipino (1580-1640), o monopólio do comércio do sal, arrecadan-
do tributos consideráveis, como se viu atrás. Só assim lhe foi possível canalizar sal
português de Aveiro, Setúbal e Lisboa, portos fundamentais de exportação, criando
as melhores condições para um rápido escoamento, procurando contrariar todos os
desvios ao abastecimento, em particular para a Galiza e Astúrias39. Desde a década
de 20 do século XVII que se invocam 400 000 fanegas (ou fangas) a enviar para os
alfolins da Galiza e Astúrias40, valor sucessivamente reafirmado em 1633, 1634,
1636, 1638 e 1639, como se pode verificar através de múltiplos registos contidos no
arquivo municipal de Aveiro41.
Com efeito, o controlo político do sal foi a arma utilizada por Espanha para agre-
dir as rebeldes Províncias Unidas do norte, necessitadas do sal português, de Lisboa
e Setúbal, e do de Cádis para a salga do arenque, proibindo-os de aceder aos por-
tos de sal peninsulares, em 1585-1590 e 1598-1608, obrigando-os a procurar no
Novo Mundo. As Tréguas, 1609-1621, parecem normalizar o tráfego, mas o retomar
das inimizades e a organização da Companhia Holandesa das Índias Ocidentais vol-
tava a direccionar a procura do sal para espaços extra-europeus, como as Caraíbas
e o arquipélago português de Cabo Verde. Contudo, a derrota holandesa nas Caraí-
bas, pelo controlo do sal de Punta de Araya, levou ao aumento contínuo dos preços
do sal ao longo da década de 20 do século XVII, sendo proibida a sua reexportação
a partir da Holanda, por exigências da procura interna do sal para a própria indús-
tria de pesca, objectivo impossível de conseguir42. Em 1630, Filipe IV embargou aos

38 Vd. Castiñeira Castro, Víctor Manuel - El litoral gallego …, o.c.. Ferreira Priegue, Elisa - Galicia en el
comercio marítimo medieval, Corunha, Fundacion “Pedro Barrie de la Maza” - Coleccion de Documen-
tos Historicos, 1988; Armas Castro, José - Pontevedra en los siglos XII a XV: Configuracion y desarrollo
de una villa marinera en la Galicia medieval, Pontevedra, Fundacion “Pedro Barrie de la Maza Conde
de Fenosa” - Galicia Historica, 1992; Capela, José Viriato - O comércio galaico-minhoto pela fronteira ter-
restre. Análise do movimento da alfândega de Vila Nova de Cerveira de 1788 a 1833 (breve nota). Ca-
dernos do Noroeste, vol. 3, nº 1-2, 1990; Silva, Francisco Ribeiro da - Porto, noroeste de Portugal e Ga-
liza: achegas para o estudos dos intercâmbios e influências (1580-1640). Separata do Boletim Cultural da
CMP, II série, vol. 3/4, 1985/86, p. 181 a 195.
39 “Eu El Rei faço saber a vós juiz de fora da Comarca de Aveiro que no arrendamento que se fez nesta
minha Coroa de Castela com Martim de Bolivar (cujo concessionário é o licenciado Dom João Sapata de
la Torre) da renda e direitos de sal para provimento dos partidos do Reino da Galiza e Principado das As-
túrias se pôs por condição que para as quatrocentas mil fanegas de sal que podem tirar cada ano do meu
Reino de Portugal, as justiças dele fariam embargar os navios e caravelas que fossem necessários para na-
vegar o sal; e porque convém que na provisão dele não haja dilacção, e Martim de Bolivar cumpra o ar-
rendamento, hei por bem e vos mando que embargueis os navios e caravelas para o levarem à Galiza e
Astúrias, e isto durante o arrendamento com que não sejam os navios e caravelas dos estrangeiros, se não
dos naturais desse meu Reino de Portugal que não estiverem aprestados ou aprestando-se para as con-
quistas dele, ou para servirem em minhas armadas, dando fiança a que não derrotarão a outra alguma par-
te, e irão em direitura à Galiza e Astúrias, e trarão certidão dos oficiais a que tocar de como lá fizeram a
entrega e descarga do sal que levaram [...]. Madrid, 22 de Setembro de 1625 Madahil, A.G.da Rocha -
Milenário de Aveiro. Colectânea de Documentos Históricos, vol. II - 1581-1792, Aveiro, Câmara Muni-
cipal de Aveiro, 1959, p. 87.
40 1624-06-25, Alvará que isenta do direito de 220 reis por milheiro, 400 mil fanegas de sal que do rei-
no se exportassem para a Galiza e Astúrias, por conta da Coroa de Castela. Vide Silva, José Justino de An-
drade e, comp. e anot. - Collecção Chronologica da Legislação Portugueza. Lisboa: Imprensa de J. J. A.
Silva, 1854, p. 123.
41 Base de dados – projecto da FCT, SAL(H)INA, a integrar o Centro Interpretativo e Eco-museu do sal de
Aveiro.
42 Vide Emmer, Pieter - Les Hollandais et le commerce du sel dans l’Atlantique (1580-1650). “Journal of
Salt History”, vol. 5, p. 12-13, 1997; Emmer, Pieter – The Dutch Salt and Sugar Trades and the making of
the second Atlantic System, 1580-1650, in “I Seminário Internacional sobre o sal português”, Amorim, Inês
coord., Porto, IHM-UP, 2005, pp.29-40.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 191

holandeses a compra de sal em Setúbal, Aveiro, Sanlúcar, Cádiz, Lisboa e Puerto de


Santa Maria. A irregularidade levou, naquele contexto, à deslocação das rotas ho-
landesas para o arquipélago de Cabo Verde, já no século XVI43 e com toda a força
após o fim das Tréguas44.
Os preços do sal em Amesterdão subiram continuamente ao longo da década de
20 do século XVII, sendo proibida a sua reexportação para outras cidades holande-
sas, que apresentavam preços ainda mais elevados. Entre 1628 e 1632, a Holanda,
ao receber grandes quantidades de sal procedentes de Tortuga, nas Índias Ociden-
tais, parecia ter resolvido os problemas de abastecimento. Contudo, a qualidade do
sal revelou-se pouco adequada à salga do peixe e carne. Mesmo a tentativa de o mis-
turar com sal de Brouage, do norte de França, trouxe consequências negativas para
a qualidade da salga dos arenques que acabaram por apodrecer45. A situação tam-
bém não era favorável para as salinas portuguesas e espanholas que viam afastar-se
os seus melhores clientes. Desde 1621 que as salinas de Cádiz e de La Mata não eram
exploradas, assim como em Setúbal o comércio havia sido muito reduzido. O re-
sultado foi que em 1630 a Coroa passou de uma exclusão total dos holandeses no
transporte e comércio do sal, a uma tentativa de arrecadar benefícios mediante a ven-
da de licenças do sal ibérico a comerciantes holandeses, permitindo-os carregar sal,
mediante pesadas licenças, em qualquer destes seis portos: Setúbal, Aveiro, Sanlú-
car, Cádiz, Lisboa e Puerto de Santa María e, por outro lado, elevando muito os di-
reitos de exportação de todo o tipo de sal46.
Após a Restauração da independência portuguesa, regularizou-se a relação com
as Províncias Unidas, mantendo-se os bons lucros com a cobrança de impostos so-
bre a exportação do sal, assim como uma fluente continuação do comércio com a
vizinha Galiza e Castela47.
A Holanda reforçou a sua posição como consumidora do sal português. Desde
Abril de 1641 que os holandeses enviaram grandes quantidades de sal de Setúbal
para Estocolmo, Dantzig, Koenisberg, anulando no Báltico o avanço, até então veri-
ficado, de barcos hanseáticos48. Se a guerra luso-holandesa, entre 1657-1660, daria,
de momento, preferência ao sal de Cádis49, com a paz de Haia, em 1669, o sal por-
tuguês assumiu, novamente, um valor estratégico nas relações de paz e comércio
com a Holanda50.
É bem conhecido o processo que permitiu à Holanda, desde então, controlar o
comércio do sal português, tendo em conta o tratado de paz (1669) que se prolon-
gou por 20 anos (1689), que previa uma extracção de sal a partir de Setúbal. Em mé-

43 Vd. Emmer, Pieter – The Dutch Salt and Sugar Trades…o.c., pág.71
44 Vd. – Amorim, Inês - As Ilhas de Cabo Verde nas rotas do sal – a construção de um complexo econó-
mico na época moderna, in “III Seminario Internacional de Historia de la navigación- Islas y navegación
en época medieval y moderna”, Granada, 15-17 Junio 2005 – no prelo.
45 Israel, Jonathan - La república holandesa y el mundo hispánico: 1606-1661, Madrid, Nerea, 1997, p.
188
46 Id., Ibid., p. 189
47 Vide Arquivo Distrital de Aveiro, Secção Notarial, Aveiro, n. 11, fol. 80v a 82, em 30 de Dezembro de
1668. publicado por Amorim, Inês - O Comércio do sal de Aveiro até meados de XVII - Relações co-
merciais com o Norte da Europa e Galiza. “Boletim Municipal de Aveiro”, Aveiro, n.17, 1991, p.9 a 15.
48 Israel, Jonathan - La república holandesa y el mundo hispánico ..., o.c., p. 283
49 Id., Ibid, p. 343
50 Rau, Virgínia – Estudos sobre a história…, o.c., p. 240.
192 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

dia sairiam perto de 80 000 moios anuais a transportar para a Holanda51. Para os 10
anos de 1680-90 dos barcos que estiveram em Setúbal que totalizam cerca de 1420
navios, 1121 eram barcos holandeses52. Virgínia Rau provou como foi conveniente
essa dependência, para ambas as partes, e Portugal só se viu livre dessa dívida em
1711, obrigando-se à fixação do preço em Setúbal que beneficiava os que o vendiam
em Amesterdão53. Após o fim do tratado os Holandeses terão mesmo procurado man-
ter o exclusivo da compra, como terá acontecido em 1713 a 1715, prática descrita
pelo consul sueco em Lisboa, aproveitando o facto de, com a guerra do Báltico e a
vitória da Dinamarca, a Suécia ver vedado o acesso ao estreito de Sund54.
A conjuntura política terá, então, alterado esta situação de vantagem para o sal
português. Quando a política anti-holandesa de Luís XIV terminou as suas hostili-
dades (1672-1679), a Holanda tomou nas suas mãos o comércio do sal francês. Os
negociantes holandeses colocaram os seus comissários nas zonas produtoras de sal
da Baía francesa (Guerande, e Lorient)55. Além do mais, os preços do sal português
de Setúbal subiram extraordinariamente nos inícios do século XVIII, e os holande-
ses sempre procuraram as vantagens do diferencial entre produção e mercado (vide
gráfico 1).

Gráfico 1 - Preço do moio e quantidade anual exportado a partir de Setúbal

250.000 4500

4000
200.000 3500

preço do moio em réis


3000
moios sal

150.000
2500

2000
100.000
1500

50.000 1000

500

0 0
1680
1685
1690
1695
1700
1705
1710
1715
1720
1725
1730
1735
1740
1645
1750
1755
1760
1765

sal exportado estrangeiro preço moio

Fonte: Dados retirados de Rau, Virgínia – Estudos sobre a História…, o.c., p. 284-285; e verificados no ori-
ginal IAN/TT, Ministério do Reino, maço 492, maço 612 (Anexo 1)

Mesmo assim, já sendo clientes das salinas do Oeste da França, os holandeses


mantinham os seus consules na Península Ibérica que os informavam da necessida-

51 Id., Ibid, p. 287


52 Contam-se 169 ingleses, 38 suecos, 35 noruegueses, 28 alemães, 13 dinamarqueses, 10 espanhóis,
6 franceses (cf. Id., Ibid., p. 289).
53 Id., Ibid., p. 245
54 Lindeberg, Erik – An 18th century Swedish perspective…, o.c., p. 185-186.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 193

de rápida em acudirem ao sal de Setúbal ou ao de Cádis, conforme a conjuntura exi-


gia.
Os dados trabalhados por Pierrick Pourchasse, para o século XVIII, confirmam a
ascensão do sal francês no Báltico, a partir da década de 20 de XVIII, 12% acima de
Portugal (vide Gráfico 2). As razões para a perda dessa supremacia, na década de 60
do século XVIII, fundamentam-se nas sucessivas más colheitas nas salinas do oeste
francês, entre 1763-177456. Nesta ocasião o sal exportado de Setúbal assinala recu-
peração assinalável, como se verifica no gráfico 1, confirmado pelos relatórios do De-
sembargador da Repartição do Sal de Setúbal que refere a crise em França e a opor-
tunidade para o salgado português, não obstante, logo em 1767, as notícias serem
de um ano de chuvas que interromperam a produção nas salinas de Setúbal57.

Quadro 1 – Exportações do sal para o Báltico dos seguintes salgados


Anos Total sal França Portugal Mediterrâneo Inglaterra
1720-29 . .264592 . .128456 . . . .48,5 . . .97411 . . .36,8 . . . . .1271 . . . .0,5 . . .12836 . . .4,9
1730-39 . .276560 . .133203 . . . .48,2 . . .80191 . . . . .29 . . . .31043 . . .11,2 . . .14842 . . .5,4
1740-49 . .334825 . .160611 . . . . . .48 . . .97255 . . . . .29 . . . .48482 . . .14,5 . . .12259 . . .3,7
1750-59 . .340060 . .147314 . . . .43,3 . .100475 . . .29,5 . . . .62398 . . .18,3 . . .17289 . . .5,1
1760-69 . .377762 . .157559 . . . .41,7 . .115229 . . .30,5 . . . .69987 . . .18,5 . . .24377 . . .6,5
1770-79 . .375532 . . .72023 . . . .19,2 . .102710 . . .27,4 . . .140093 . . .37,3 . . .47177 . .12,6
1780-89 . .447309 . . .77570 . . . .17,3 . .126027 . . .28,2 . . .112342 . . .25,1 . .109132 . .24,4
Fonte: Pourchasse, Pierrik - – La concurrence entre les sels ibériques …, o.c., p.329

Gráfico 2 - Exportações de sal para o Báltico, 1720 - 1789

60

50

40

30

20

10

1720-29 1730-39 1740-49 1750-59 1760-69 1770-79 1780-89

França Portugal Mediterrâneo Inglaterra

Fonte: quadro 1

55 Vd. Pourchasse, Pierrick – La concurrence entre les sels ibériques, français et britanniques sur les mar-
chés du Nord au XVIII siècle, in « Le sel de la Baie, histoire, archéologie, ethnologie des sels atlantiques »,
dir. Hocquet, J.C ; Sarrazin, J.L., Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2005, pp.334.
56 Id., Ibid., p. 335
194 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Os dados compulsados por Porchasse evidenciam ainda outras tendências que


apontam para uma alteração da hierarquização dos mercados abastecedores, como
sejam, a subida da exportação para o Báltico do sal do Mediterrâneo, desde a década
de 3058, marcada por preços altos em Setúbal, como informava o embaixador sue-
co para o ano de 1732/33 (vide gráfico 2 e quadro 1), empurrando os mercadores
suecos para o Mediterrâneo59. Na década de 70 os valores exportados pelo Medi-
terrâneo ultrapassam os restantes produtores, para voltarem a descer para níveis idên-
ticos aos exportados pelos restantes espaços produtores na década de 80, manten-
do-se a crescente exportação do sal inglês, aproximando-se dos valores de Portugal.
A cronologia torna-se, assim, mais detalhada. Verifica-se a decadência da oferta do
sal atlântico francês nas décadas de 60-70, o mesmo acontecendo com a portugue-
sa, embora de forma mais atenuada, e afirma-se o sal do mediterrâneo, assim como
o transportado por ingleses.

III Parte – A concorrência dos centros produtores – antigos e novos


mercados – finais do século XVIII a meados de XIX

Estas tendências se, por um lado, evidenciam, muito claramente, substituições


de fornecedores, por outro, registam a alteração das condições concorrencias entre
os tradicionais centros produtivos europeus (Portugal/França/sul de Espanha e o eixo
italiano) frente a novos clientes. Efectivamente, um conjunto de factores, contextua-
lizadores, poderão ter contribuído para esta alteração:
1º- a nova situação criada pela guerra de independência americana (em particu-
lar desde as Coercive Acts, de 1765-75), geradora de uma “fome de sal” e a
procura, pelos Estados Unidos de alternativas na Europa do Sul, nas colónias
africanas e nas Antilhas60;
2º- o posicionamento da Inglaterra contra a Holanda, passando a controlar, em
seu proveito, a rota do Báltico. Terminada a guerra, a Inglaterra tinha conse-
guido uma posição segura e os holandeses preferiram o acesso às minas de sal-
gema da Prússia, depois da partilha da Polónia61;
3º - a projecção do Norte da Europa, mesmo antes do bloqueio francês à Ingla-

57 IAN/TT – Ministério do Reino, maço 492, maço 612, fol. 59


58 Este movimento para o Mediterrâneo é registado em Hocquet, Jean-Claude – La navegación de la sal
en el Atlántico (siglos XIII-XVIII), in. “Navegación Marítima del Mediterráneo al Atlàntico”, ed. Malipica
Cuello, A., Granada, La Nao, 2001, p.19-57 e por Pira, Stefano – El commercio del sale sardo nel Sette-
cento: dal Mediterraneo all’Atlantico n(1700-1760) in “Storia del commercio del sale tra Mediterraneo e
Atlantico”, cura di Pira, Stefano, Caglliari, AM&D, 1997, pp.175-206. Neste artigo demonstra o aumen-
to da presença de barcos nórdicos, em especial suecos, articulados com o transporte de tropas, no âm-
bito da guerra de sucessão da Polónia e depois da Áustria (1731-1748), levando em troca o sal local, numa
altura em que se registariam problemas de produção em Portugal.
59 Müller, Leos - Consuls, Corsairs, and Commerce. The Swedish Consular Service and Long-distance Ship-
ping, 1720-1815, Estocolomo, Studia Historica Upsaliensia, 2004, p.100-101.
60 Huvet-Martinet, Micheline - Les puritains, les yankees et le sel (XVII-XIX siècles). “Journal of Salt His-
tory”, vol. 3, 1995, pp. 68-72
61 Pourchasse, Pierrik - La concurrence entre les sels ibériques …, o.c., pp. 336
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 195

terra62, beneficiando, especialmente, a Suécia, Dinamarca, Noruega, no Atlân-


tico e no Mediterrâneo, dirigindo-se directamente, aos centros produtores da
França e da Península Ibérica e Mediterrâneo63;
4º - o desenvolvimento, pela Inglaterra, desde o bloqueio de Luís XIV, da explo-
ração de salgema, em particular das minas de Cheshire, desde 1690, que cres-
cerá fortemente dada a proximidade das minas de carvão de Lancshire e a in-
fra-estrutura portuária de Liverpool64.

Estes sinais de mudança parecem ter correspondência em Portugal, na produção


de indicadores de carácter qualitativo e quantitativo. No primeiro caso desenvolveu-
se um discurso político-económico, debatido na Academia Real das Ciências de Lis-

Gráfico 3 - Preços moio em Setúbal e preços médios "por cento" de 404 medidas, em
florins, do moio de sal de Setúbal e de Cádis vendidos em Amesterdão - 1731-1765; 1776

3000

preços Setúbal em réis


preços sal Setúbal em florins
2500 preços sal Cádis em florins

2000

1500

1000

500

0
1731 1733 1735 1737 1739 1741 1743 1745 1747 1749 1751 1753 1755 1757 1759 1761 1763 1765 1776

Fonte: dados compulsados por Rau, Virgínia – Estudos sobre a História …, o.c., pp. 288

62 As relações entre a Holanda e a Suécia nos anos 30 do século XVII, permitiram o crescendo da ex-
ploração de recursos, como os metais – o ferro, que integrou nos circuitos ocidentais. Quando a ligação
se atenuou, porque a Holanda se desinteressou dessa mercadoria, a Suécia estava pronta para tomar o seu
próprio percurso. Vide Müller, Leos – The Dutch entrepreneurieal networks and Sweden in the Age of
Greatness, in Trade, diplomacy and cultural exchange. Continuity and change in the North Sea area and
the Baltic c. 1350-1750, ed. Hanno Brand, Hilversum, Uitgeverij, 2005, p.58-74
63 Müller, Leos - Consuls, Corsairs, and Commerce. The Swedish Consular Service and Long-distance Ship-
ping, 1720-1815, Estocolomo, Studia Historica Upsaliensia, 2004, p.109
64 Hocquet, Jean-Claude – La navegación de la sal en el Atlántico.., o.c., p.49.52 ; Hocquet, Jean Clau-
de – Le sel et le pouvoir…, o.c., p. 263. ; Pourchasse, Pierrik - – La concurrence entre les sels ibériques
…, o.c p. 336.
196 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

boa, que procurava elogiar a superioridade do sal português frente ao do Mediter-


râneo, o de Cádis e de Cálhari. A argumentação, científica, porque partia de uma
análise laboratorial dos diferentes cristais, evidenciava a pureza superior do sal por-
tuguês de Setúbal, porque podendo ser este de maior preço, como era efectivamen-
te (ver gráfico 3) a colheita de água de Cádis teria deixado, quatro vezes mais sedi-
mento do que o de Setúbal, “logo outro tanto perde o comprador”65
Sintomaticamente, quase pela mesma data uma outra memória económica pu-
blicada pela mesma Academia, referenciava as prometedoras descobertas de sal de
salgema na Ilha da Boavista:[…] do arquipélago de Cabo Verde, semelhante ao de
Polónia, e de outras partes da Alemanha66. Trata-se de uma clara alusão aos novos
consumos de sal de mina que, como vimos, era explorado, com sucesso crescente,
por ingleses. As memórias surgem, assim, numa altura em que Portugal se debatia
com outros concorrentes, ingleses e do mediterrânico, procurando integrar a carto-
grafia das minas de salgema que apresentavam sintomas de crescimento nos merca-
dos consumidores.
Os indicadores quantitativos referem-se às balanças de comércio e, não obstan-
te as deficiências estatísticas, são a oportunidade de estabelecer a evolução geral do
comércio externo do sal. Os dados compulsados referem-se aos seguintes países:
França, Estados Unidos, Espanha, Grã-Bretanha, Hamburgo, Holanda, Prússia, Sué-
cia, Rússia e dados esporádicos relativos à Alemanha e Itália (anexo 2)

Gráfico 4 - Exportação de sal - 1796 - 1831

300.000 5,000
4500
250.000
4,000
3,500
preço do moio em réis
200.000
3,000
n˚ moios

150.000 2,500
2,000
100.000
1,500
1,000
50000
0,500
0 0,000
1796 1800 1804 1809 1813 1817 1821 1825 1829

quantidades exportadas preço moio

65 Barros, José Joaquim Soares de - Considerações sobre os benefícios do sal comum, e em particular do
sal de Setúbal…, in “Memórias Económicas da Academia Real das Ciências, 1789-1815”, v.1(1789), Lis-
boa, pp.21-35.
66 Vandelli, Domingos - Memória sobre o sal-gema das Ilhas de Cabo Verde, in “Memórias Económicas
da Academia Real das Ciências, 1789-1815”, v. 4, 1812, Lisboa, pp. 51-52
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 197

Gráfico 5 - Balanças de exportação do sal português, em moios - 1796 - 1831

46000

31000
moios

16000

1000
1796 1799 1802 1805 1809 1812 1815 1818 1821 1824 1827 1830

França Grã-Bretanha Holanda

Gráfico 6 - Balanças de exportação do sal português, em moios - 1796 - 1831

81000

71000

61000

51000
moios

41000

31000

21000

11000

100

1796 1799 1802 1805 1809 1812 1815 1818 1821 1824 1827 1830

Rússia Suécia Prússia Dinamarca

Gráfico 7 - Balanças de exportação do sal português, em moios - 1796 - 1831

65000

49000
moios

33000

17000

1000
1796 1799 1802 1805 1809 1812 1815 1818 1821 1824 1827 1830

Espanha Estados Unidos Suécia Grã-Bretanha


198 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Os níveis apresentam-se ainda significativos nos finais de XVIII, mas a guerra in-
terrompe o comércio, para apresentar bons níveis entre 1807 e 1816, com um pico
no ano de 1813, um outro em 1824. Os preços, contudo, reflectem algum desinte-
resse nesta última década, sinal duma perda da pressão do consumo (gráfico 4).
Uma análise detalhada de alguns destinos fez-se de forma agrupada segundo al-
guns critérios: pelo peso sentido no passado (gráfico 5 -Holanda. França. Grã-Bre-
tanha), pela projecção crescente do norte da Europa (gráfico 6 - Rússia, Suécia, Di-
namarca e Prússia) e pela emergência nos dois grupos anteriores (Grã-Bretanha e Sué-
cia) articulado com afirmações crescentes – Estados Unidos – ao lado de um vizinho
concorrente – a Espanha (gráfico 7).

Como se constata, verifica-se a situação residual de comércio com a Holanda,


enquanto a França iguala os valores da anterior. A Grã-Bretanha é um cliente que se
mantém. Dos países do Báltico, Rússia, Prússia, Dinamarca e Suécia, este último
apresenta níveis superiores e ascensionais. Ressalvando, então, as melhores expor-
tações registadas, da Inglaterra e da Suécia, confrontamos com um mercado vizinho
e tradicionalmente concorrente com Portugal, Espanha, e um novo mercado, os Es-
tados Unidos, os resultados evidenciam o apagamento da procura de Espanha, a par-
tir de 1816, enquanto os Estados Unidos se afirmam, não obstante o embargo fran-
cês de 1 de Outubro de 1809 a 30 de Setembro de 1813, por altura das Invasões
Francesas.

Novos clientes e velhas ligações - conclusão

O trajecto da Suécia vinha já a ser definido, com a abertura crescente aos por-
tos do Mediterrâneo, aproveitando as oportunidades de neutralidade (1756-1763,
1779-1783, 1793-1800), e construído sobre uma rede consular estabelecida em vá-
rias cidades do mediterrâneo, particularmente em Cádis e Lisboa67. A importância do
sal português terá sido um factor que justificou a nomeação do primeiro cônsul sue-
co no sul da Europa, em 1669, cujos relatórios, pormenorizados, descreviam as di-
nâmicas comerciais em torno do porto de Setúbal e Lisboa, chegando mesmo a en-
volver-se no tráfico regional do sal, conduzindo-o de Cádis para a Galiza68
O peso das exportações para os Estados Unidos não surpreende. Não obstante
o desenvolvimento da exploração salícola nos finais de XVIII, os Estados Unidos pre-
cisavam de grandes quantidades de sal para a pesca e salga de carne que ultrapas-
sassem os insucessos das primeiras instalações industriais69. A presença de navios
americanos nas águas de Cabo Verde, desde a década de 80 do século XVIII, sendo
a maioria dos que aportavam à procura de baleia e de sal70, comprova ser esta uma

67 Müller, Leos – Great power constraints and the growth of the commercial sector: the case of Sweden,
1600-1800, in “Atlantic Colonial Trade and European Economic Development, ed. Emmer, P.C., et alii, Lei-
den.Boston, Brill, 2006, pp.317-351
68 Müller, Leos - Consuls, Corsairs, and Commerce…, o.c., p.109
69 Litchfield, Carol D. Bertram, Bruce; Kupfer, Romaine L.- Avery Island, Louisiana: The first rock salt mine
in the United States. “Journal of Salt History”, vol. 3, 1995, p. 101-119; Litchfield, Carol D. – The great
Conemaugh salt works of western Pennsylvania. “Journal of Salt History”, vol. 8-9, 2001, pp. 265-288. Hu-
vet-Martinet, Micheline- Les puritains, les yankees et le sel (XVII-XIX siècles)…pp.57-100
70 Vd. Amorim, Inês - As Ilhas de Cabo Verde nas rotas do sal, o.c., (no prelo)
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 199

das três áreas extra-americanas de abastecimento (Grã-Bretanha – inclusivé do sal-


gema de Cheshire, Europa do sul e Caraíbas71).
Sabe-se, hoje, que o sal português embarcado para os Estados Unidos represen-
tava, em 1797/1798, 30.76% do total das importações de sal americanas72. Depois
daquela data a percentagem decresce até 1806, reduzindo-se a zero por cento, se-
gundo estas estimativas mas, em 1813/1814, as importações são retomadas, subin-
do para 38.73% do total. Não obstante a quantidade de importações aumentarem,
em 1815/16, Portugal perdeu peso percentual, representando apenas 16.74% do to-
tal do sal importado pelos Estados Unidos. Contudo, não é esta a imagem dada pe-
las Balanças de Comércio português, porque continuam a registar, no quinquénio
1809-1813, os maiores volumes de exportação de sempre ao mesmo tempo que se
confirma a continuidade de aquisição de sal por americanos, em particular através
dos portos portugueses do Brasil. Contra isto protestava o agente consular português
em Nova Iorque que, em Dezembro de 1816, publicitou a proibição das embarca-
ções americanas desembarcarem nos portos brasileiros73.
A confirmar o interesse mútuo pela compra e pela venda do sal de Setúbal para
os Estados Unidos, em 10 de Maio de 1852 o governo português permitiu que em
Setúbal se vendesse sal aos navios americanos pelos mesmos preços que aos navios
portugueses, e “por fora da roda”. As resistências locais geraram um bloqueio à car-
regação do barco, levando à intervenção militar, e a roda foi extinta por decreto de
5 de Agosto de 185274. A estrutura de rotatividade não tinha mais oportunidade quan-
do os clientes faltavam. A confirmar esta tendência, em 1838 tinha sido determina-
do que, pelo Ministério dos Negócios Estrangeiros, se obtivessem informações por
meio dos agentes portugueses no estrangeiro, a respeito do comércio do sal, inda-
gando-se ao mesmo tempo as razões por que o sal nacional tinha menor extracção
do que anteriormente tinha, comparado com o sal estrangeiro. “Foram autorizadas
as Associações Mercantis de Lisboa e Setúbal para entre si nomearem um membro
que formasse parte de uma comissão destinada a examinar o estado do referido co-
mércio, para em seguimento propôr os meios que lhe parecesse mais adequados ao
melhoramento deste ramo de produção e comércio nacional”75.
É evidente que a lei da procura e da oferta teria feito reduzir as condições de ten-
dência monopolizadora do sal de Setúbal, em particular a obrigatoriedade de seguir
o giro. A observação dos preços praticados no período final de XVIII e primeiras dé-
cadas de XIX atestam a descida geral dos preços. Contudo, o caso da Espanha é uma
excepção, em particular a partir de 1816 (vide gráfico 8).
Globalmente as curvas de preços reflectem um primeiro momento, o da agita-
ção relacionada com a conjuntura da guerra peninsular (1807-1814), desde o pre-

71 Huvet-Martinet, Micheline- Les puritains, les yankees et le sel (XVII-XIX siècles)…pp.64-65


72 Fontes usadas por Ribeiro, 1997: 242, Congresso dos Estados Unidos: American State Papers. Docu-
ments, Legislative and Executive of the Congress of the United States, Washington, Gales and Seaton, vols.
VII e VIII, 1832-1834;
73 Vd. Ribeiro, Jorge Martins – Sal português para as Américas: exportações para os Estados Unidos nos
finais do século XVIII e inícios do século XIX, in “I Seminário Internacional sobre o sal portugês”, coord.
Amorim, Inês, Porto, IHM-UP, 2005, p. 321.
74 Amzalak, Moses Bensabat – A salicultura…, o.c., p.38-39
75 Collecção de leis e outros documentos officiais pubblicados no ano de 1838. Lisboa: Imprensa Na-
cional, 1838, fol. 384.
200 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Gráfico 8 Preço da unidade moio em milhares de réis, 1796-1813

10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
1796

1798

1800

1802

1804

1806

1809

1811

1813

1815

1817

1819

1821
1823

1825

1827

1829

1831
lúdio da Guerra das Laranjas, em 180176. A Espanha reflecte este primeiro momen-
to, atenua-se em plena guerra peninsular, para disparar a partir de 1814, sem que se
aproxime mais dos valores unitários praticados com as outras nações. Se no primei-
ro se poderá explicar pelas dificuldades das relações políticas vigentes, no segundo
coloca-se a hipótese de corresponder às expectativas do fim do estanco do sal em
Espanha, desenvolvidas entre 1813 e 1823 e as sucessivas agitações.
Num exercício estatístico que avalie, no passado, a importância das exportações
de sal para Espanha, leva-nos, a analisar os dados relativos às saídas de Setúbal, para
a Galiza, entre 1680 e 1766 e publicados por Virgínia Rau. Surge de forma insigni-
ficante até à década de 40 para ganhar alguma dimensão, embora inferior às saídas
para o Norte da Europa (gráfico 9).

Ainda num exercício estatístico, coloca-se no mesmo gráfico os dados relativos


à saída de sal de Setúbal para a Galiza, apenas no período de algum fôlego, de 1731
a 1766 e os valores das balanças de comércio de 1796 a 1833, embora acautelados
para os limites da informação.
Sem informação para mais de 30 anos, a verdade é que os montantes saídos de
1808 em diante, em plena crise peninsular se ampliaram, até 1814, para mais não
subirem. Contudo, o facto dos preços por unidade se ampliarem coloca-nos a ques-
tão da importância para aquele mercado que compra sal, embora não em grandes
quantidades, mas a preços proibitivos. Assim sendo, num contexto de proximidade,
só um estudo de análise dos mercados regionais permitirá averiguar como se reali-
zava este percurso secular.§

76 Entre os princípios em causa estavam o abandono por parte de Portugal da sua tradicional aliança com
a Inglaterra, fechando-lhe os seus portos, e abrindo os portos de França e Espanha. Sem conseguir que Por-
tugal encerrasse os seus portos ao Reino Unido da Grã-Bretanha e da Irlanda do Norte, Napoleão assina
o Tratado de Fontainebleau com a Espanha (27 de Outubro de 1807), e Napoleão tentou a invasão de Por-
tugal, iniciando a que tradicionalmente se denomina Guerra Peninsular (1807-14), conhecida como in-
vasões francesas.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 201

Gráfico 9 Exportação de sal de Setúbal para o Norte da Europa e Galiza (1680-1766)

250.000

200.000

150.000

100.000

50.000

0
1680

1684

1688

1692

1696

1700

1704

1708

1712

1716

1720

1724

1728

1732

1736

1740

1744

1748

1752

1756

1760

1764
Gráfico 10 - Sal exportado para a Galiza (1731 - 1766) e Espanha (1796 - 1833)

60000

50000

40000
moios

30000

20000

10000

0
31
34
37

17 0
43

17 6
49
52
55
58

17 1
64

18 7
18 0
03

18 6
10
13
16
19

18 2
18 5
18 8
31
4

9
0

2
2
2
17
17
17
17

17

17
17
17
17

17

18

18
18
18
18

sal de Setúbal sal de Portugal


202 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

ANEXO 1

(in Rau, Virgínia – Estudos sobre a História…, o.c., p. 284-285; e verificados


no original IAN/TT, Ministério do Reino, maço 492, maço 612

Sal que se extraiu, em naus para reinos estrangeiros e em patachos, caravelas,


hiates, barcos, de fora e de Setúbal, para as barras do reino, pescarias, Galiza
e alguns portos de Inglaterra e Dunquerque, nos anos seguintes:

Anno Naus Moyos Preço Hiates para as Galiza, etc. Loges Total
Barras (moios) (moios) (moios) (moios)
1680 . . . .130 . . . . .70626,5 . . . . . . . . . . . . . . . .10705 . . . . . . .739 . . . . . .341 . . . . .82411,5
1681 . . . .189 . . . . .98273,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .7847 . . . . . . . . . . . . . . .328 . . . . .106448
1682 . . . . . .0 . . . . . . . . .0,0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 .......... ........ . . . . . . . . . .0
1683 . . . . . .0 . . . . . . . . .0,0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 .......... ........ . . . . . . . . . .0
1684 . . . . .85 . . . . .44331,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .4395 . . . . . . . . . . . . . . .257 . . . . .48983,5
1685 . . . .139 . . . . .73109,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .4720 .......... ........ . . . .77829,5
1686 . . . .199 . . . . .75898,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .3374 . . . . . . . . . . . . . . .114 . . . . . .79386
1687 . . . . . .0 . . . . . . . . .0,0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 .......... ........ . . . . . . . . . .0
1688 . . . . .98 . . . . .56411,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .3155 .......... ........ . . . .59566,5
1689 . . . . .43 . . . . .22278,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .3505 . . . . . . . . . . . . . . .155 . . . . . .25938
1690 . . . . . .0 . . . . . . . . .0,0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 .......... ........ . . . . . . . . . .0
1691 . . . .193 . . . . .98625,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .5243 . . . . . . . . . . . . . . .128 . . . .103996,5
1692 . . . .177 . . . .107324,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .6247 . . . . . . . . . . . . . . .180 . . . . .113751
1693 . . . .103 . . . . .72311,5 . . . . . . . . . . . . . . . .11280 . . . . . . . . . . . . . . .370 . . . . .83961,5
1694 . . . .176 . . . .119687,5 . . . . . . . . . . . . . . . .10543 . . . . . . .454 . . . . . . . . . . . .130684,5
1695 . . . .181 . . . .119141,5 . . . . . .778 . . . . . . .13168 . . . . . .1010 . . . . . . . .6 . . . .133325,5
1696 . . . .112 . . . . .80389,0 . . . . .1800 . . . . . . .13175 . . . . . . .937 . . . . . . .15 . . . . . .94516
1697 . . . . .96 . . . . .67478,5 . . . . .1500 . . . . . . .15420 . . . . . . . . . . . . . . .122 . . . . .83120,5
1698 . . . . .82 . . . . .61238,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .9893 . . . . . . .155 . . . . . .109 . . . . . .71395
1699 . . . .311 . . . .227901,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .8267 . . . . . . . . . . . . . . .371 . . . . .236539
1700 . . . .183 . . . .134675,0 . . . . . . . . . . . . . . . .10987 . . . . . . . . . . . . . . .308 . . . . .145970
1701 . . . .242 . . . .179249,0 . . . . . . . . . . . . . . . .10689 . . . . . . . . . . . . . . .350 . . . . .190288
1702 . . . .122 . . . .101178,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .6288 . . . . . . . . . . . . . . .265 . . . .107731,5
1703 . . . .144 . . . .102437,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .5674 . . . . . . . . . . . . . . .375 . . . . .108486
1704 . . . .110 . . . . .75920,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .3374 . . . . . . . . . . . . . . .303 . . . . .79597,5
1705 . . . .101 . . . . .65005,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .4583 . . . . . . . . . . . . . . .888 . . . . .70476,5
1706 . . . . .82 . . . . .56064,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .4801 . . . . . . . . . . . . . . .282 . . . . .60427,5
1707 . . . .103 . . . . .63578,5 . . . . . .778 . . . . . . . .4120 . . . . . . . . . . . . . . .552 . . . . .68250,5
1708 . . . . .99 . . . . .64228,5 . . . . .2000 . . . . . . . .4182 . . . . . . . . . . . . . . .290 . . . . .68700,5
1709 . . . . .63 . . . . .44331,5 . . . . .4000 . . . . . .10471,5 . . . . . . . . . . . . . .255,5 . . . . .55058,5
1710 . . . . .36 . . . . .22845,5 . . . . .2600 . . . . . . .11150 . . . . . . . . . . . . . .445,5 . . . . . .34441
1711 . . . .101 . . . . .60223,5 . . . . .2650 . . . . . . .13460 . . . . . . . . . . . . . .627,5 . . . . . .74311
1712 . . . . .68 . . . . .39490,5 . . . . .2650 . . . . . . . .5852 . . . . . .7317 . . . . . .752 . . . . .53411,5
1713 . . . .209 . . . .114024,5 . . . . .2650 . . . . . . .17527 . . . . . .1317 . . . . . .512 . . . .133380,5
1714 . . . .344 . . . .191772,0 . . . . .3650 . . . . . . . .2486 . . . . . .6660 . . . . . .331 . . . . .201219
1715 . . . .149 . . . . .78770,5 . . . . .2400 . . . . . . .5271,5 . . . . . .3065 . . . . . .531 . . . . . .87638
1716 . . . . .18 . . . . . .8121,5 . . . . .1250 . . . . . . .7485,5 . . . . . .4349 . . . . . .643 . . . . .20799,5
1717 . . . . .61 . . . . .39134,0 . . . . .2000 . . . . . . .7950,5 . . . . . .2186 . . . . . .730 . . . . . .50000
1718 . . . . .20 . . . . . .9078,0 . . . . .1400 . . . . . . .12418 . . . . . .2867 . . . . . .756 . . . . . .25119
1719 . . . . .54 . . . . .32977,5 . . . . .1100 . . . . . . .11622 . . . . . .2905 . . . . . .686 . . . . .48190,5
1720 . . . . .58 . . . . .35041,5 . . . . .1000 . . . . . . . .7338 . . . . . .4593 . . . .935,5 . . . . . .47908
1721 . . . . .72 . . . . .39505,0 . . . . .1150 . . . . . . . .7707 . . . . . .4822 . . . . . . .45 . . . . . .52075
1722 . . . . .58 . . . . .29989,5 . . . . . .800 . . . . . . .10262 . . . . . .3818 . . . . . .655 . . . . . .44724
1723 . . . . .80 . . . . .40599,5 . . . . .1200 . . . . . . .5475,5 . . . . . .4454 . . . . . .629 . . . . . .51158
1724 . . . . .46 . . . . .23714,0 . . . . . .600 . . . . . . . .7566 . . . . . .4448 . . . . . .932 . . . . . .36660
1725 . . . . .97 . . . . .47169,0 . . . . . .600 . . . . . . . .3188 . . . . . .5210 . . . . . .933 . . . . . .56500
1726 . . . .127 . . . . .62515,5 . . . . . .600 . . . . . .10016,5 . . . . . .6664 . . . . .1040 . . . . . .80333
1727 . . . .111 . . . . .63667,0 . . . . . .600 . . . . . . .10564 . . . . . .6740 . . . . . .876 . . . . . .81847
1728 . . . .137 . . . . .73002,0 . . . . . .600 . . . . . . .10727 . . . . . .5090 . . . . . .899 . . . . . .89718
1729 . . . .101 . . . . .52236,5 . . . . . .600 . . . . . . . .8510 . . . . . .5480 . . . . . .735 . . . . .66961,5
1730 . . . .114 . . . . .60647,5 . . . . . .800 . . . . . . .12478 . . . . . .4476 . . . . . .652 . . . . . .78718
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 203

1731 . . . . .70 . . . . .33893,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .7223 . . . . . . .320 . . . . . .562 . . . . . .41998


Anno Naus Moyos Preço Hiates para as Galiza, etc. Loges Total
Barras (moios) (moios) (moios) (moios)
1732 . . . . .25 . . . . . .8743,5 . . . . .3200 . . . . . .11049,5 . . . . . . . . . . . . . . .525 . . . . . .20318
1733 . . . . .88 . . . . .37481,5 . . . . .2200 . . . . . .12512,5 . . . . . . . . . . . . . . .546 . . . . . .50540
1734 . . . . .95 . . . . .36735,0 . . . . .1600 . . . . . .11937,5 . . . . . .9839 . . . . . .488 . . . . .58999,5
1735 . . . .108 . . . . .44477,5 . . . . .1600 . . . . . .17244,5 . . . . .5437,5 . . . . . .643 . . . . .67802,5
1736 . . . . .74 . . . . .34866,5 . . . . .1600 . . . . . .18551,5 . . . . . .6351 . . . . .1481 . . . . . .61250
1737 . . . . .99 . . . . .40445,0 . . . . .1200 . . . . . .17580,5 . . . .10573,5 . . . . . .808 . . . . .69407,5
1738 . . . .126 . . . . .45068,5 . . . . .1150 . . . . . .19148,5 . . . . .7415,5 . . . . . .799 . . . . .72431,5
1739 . . . .106 . . . . .44665,5 . . . . .1150 . . . . . .16696,5 . . . . .11930 . . . . . .660 . . . . . .73952
1740 . . . . .56 . . . . .22920,5 . . . . .1150 . . . . .25384,75 . . .12302,75 . . . . . .778 . . . . . .61386
1741 . . . .141 . . . . .61388,5 . . . . .1150 . . . . . . .24417 . . . . .11957 . . . . . .940 . . . . .98702,5
1742 . . . .116 . . . . .55515,0 . . . . .1150 . . . . . . .22569 . . . . . .6332 . . . . .1228 . . . . . .85664
1743 . . . .113 . . . . .55683,0 . . . . .1150 . . . . .20655,25 . . . .7788,75 . . . . . .910 . . . . . .85037
1744 . . . . .77 . . . . .33393,0 . . . . .1150 . . . . .28073,25 . . . .8525,75 . . . . . .847 . . . . . .70839
1745 . . . . .76 . . . . .36513,0 . . . . .1150 . . . . .18704,75 . . . .9643,75 . . . . . .838 . . . . .65699,5
1746 . . . .129 . . . . .55563,0 . . . . .1150 . . . . . .21512,5 . . . . . .4385 . . . . .1053 . . . . .82513,5
1747 . . . . .64 . . . . .29421,5 . . . . .1150 . . . . .22455,75 . . .18523,75 . . . . . .884 . . . . . .71285
1748 . . . .110 . . . . .46122,0 . . . . .1150 . . . . .23681,75 . . .17344,75 . . . . . .817 . . . . .87965,5
1749 . . . . .92 . . . . .37154,5 . . . . .1150 . . . . .27001,75 . . .21737,75 . . . . . .838 . . . . . .86732
1750 . . . .123 . . . . .44595,0 . . . . .1150 . . . . . . .27571 . . . . .10423 . . . . . .920 . . . . . .83509
1751 . . . .106 . . . . .42089,0 . . . . .1150 . . . . . . .20659 . . . . . .5453 . . . . . .837 . . . . .69038,5
1752 . . . .130 . . . . .46607,5 . . . . .1150 . . . . . . .11568 . . . . .23502 . . . . .1194 . . . . .82871,5
1753 . . . . .70 . . . . .26335,0 . . . . .1150 . . . . . .25762,5 . . . . . .8402 . . . . . .875 . . . . .61374,5
1754 . . . . .60 . . . . .23614,5 . . . . . .600 . . . . . . .24691 . . . . . .3522 . . . . . .657 . . . . .52484,5
1755 . . . . .66 . . . . .30545,5 . . . . . .600 . . . . . .19909,5 . . . . .11701 . . . . . .324 . . . . . .62480
1756 . . . . .75 . . . . .30701,0 . . . . . .600 . . . . . . .15551 . . . . .21982 . . . . . .510 . . . . . .68744
1757 . . . . .98 . . . . .39259,5 . . . . . .600 . . . . . .19006,5 . . . . .26077 . . . . . .170 . . . . . .84513
1758 . . . .133 . . . . .51654,5 . . . . . .850 . . . . . .14669,5 . . . .26214,5 . . . . . .794 . . . . .93287,5
1759 . . . .142 . . . . .60463,5 . . . . .1150 . . . . . . .16356 . . . . .15304 . . . .645,5 . . . . . .92769
1760 . . . .109 . . . . .47794,0 . . . . .1600 . . . . . .15711,5 . . . . .10277 . . . . . .463 . . . . .74245,5
1761 . . . .139 . . . . .50501,5 . . . . .1000 . . . . . .19580,5 . . . . .35328 . . . . . .480 . . . . .105890
1762 . . . .121 . . . . .48295,0 . . . . .1000 . . . . . .11821,5 . . . . . .2920 . . . .619,5 . . . . . .63656
1763 . . . .237 . . . . .96691,5 . . . . .1000 . . . . . .25667,5 . . . . .22872 . . . . . .562 . . . . .145793
1764 . . . .276 . . . . .98808,0 . . . . .1000 . . . . . .16267,5 . . . . . .5724 . . . . .1077 . . . .121876,5
1765 . . . .202 . . . . .74575,5 . . . . .1000 . . . . . .15814,5 . . . . . .6893 . . . . . .812 . . . . . .98095
1766 . . . .225 . . . . .77332,0 . . . . .1000 . . . . . . .14428 . . . . . . . . . . . . . . .843 . . . . . .92603
204 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

ANEXO 2

Instituto Naconal de Estatística - Balanças de comércio, 1796-1931 (vide notas 1 e 3)

TOTAL (França, Estados Unidos, Espanha,


Grã-Bretanha, Hamburgo, Holanda, Prússia, RÚSSIA
Suécia, Rússia e dados esporádicos relatvos à
Alemanha e Itália.)

ano quantidade . . . . . .valor .preço unit. quantidade . . . . . . .valor .preço unit.


1796 179965,2 . .395547,9 . . . . .2,198 . . .6755,0 . .14185,500 . . . . .2,100
1797 242416,6 . .509231,9 . . . . .2,101 . .10713,0 . .22497,300 . . . . .2,100
1798 ................... ........ .......... .........
1799 161703,1 . .387980,4 . . . . .2,399 ........ .......... .........
1800 125857,0 . .306086,6 . . . . .2,432 . .35970,0 . .86328,000 . . . . .2,400
1801 61395,0 . .191083,6 . . . . .3,112 ........ .......... .........
1802 103912,0 . .351054,8 . . . . .3,378 . . . .295,0 . . .1298,000 . . . . .4,400
1803 108156,0 . .362538,3 . . . . .3,352 . . . .819,0 . . .3003,600 . . . . .3,667
1804 58629,0 . .278446,8 . . . . .4,749 . . .1648,0 . . .9182,700 . . . . .5,572
1805 73409,5 . .256379,4 . . . . .3,492 . . .1728,0 . . .7273,600 . . . . .4,209
1806 105485,0 . .296556,2 . . . . .2,811 . . .2190,0 . . .5133,840 . . . . .2,344
1807 134652,3 . .395053,6 . . . . .2,934 . . .1966,5 . . .5856,000 . . . . .2,978
1808 38016,5 . . .85771,8 . . . . . . . . . . . .1045,0 . . .2395,200 . . . . .2,292
1809 117747,0 . .285944,8 . . . . .2,428 . . . .132,0 . . . .316,000 . . . . .2,394
1810 106576,5 . .285358,5 . . . . .2,677 ........ .......... .........
1811 126719,0 . .429574,2 . . . . .3,390 ........ .......... .........
1812 185231,5 . .508902,2 . . . . .2,747 . . .5917,5 . .15443,592 . . . . .2,610
1813 190512,0 . .565500,2 . . . . .2,968 . .17885,0 . .48070,010 . . . . .2,688
1814 98534,0 . .293731,0 . . . . .2,981 . . .8981,0 . .26688,195 . . . . .2,972
1815 144350,0 . .460616,5 . . . . .3,191 ........ .......... .........
1816 113824,0 . .350784,5 . . . . .3,082 . . .7130,0 . .17392,095 . . . . .2,439
1817 80827,5 . .241531,9 . . . . .2,988 . . .9206,0 . .23130,045 . . . . .2,512
1818 135889,0 . .373108,3 . . . . .2,746 . . .9325,5 . .23556,990 . . . . .2,526
1819 100321,5 . .261890,6 . . . . .2,611 . . .4615,5 . .10284,470 . . . . .2,228
1820 119228,5 . .262697,0 . . . . .2,203 . .15517,0 . .28079,480 . . . . .1,810
1821 112489,0 . .213807,0 . . . . .1,901 . . .4666,0 . . .8834,461 . . . . .1,893
1822 86898,0 . .172815,1 . . . . .1,989 . . .4693,0 . . .8340,480 . . . . .1,777
1823 187163,0 . .339571,9 . . . . .1,814 . .25545,0 . .43779,120 . . . . .1,714
1824 189925,0 . .336390,9 . . . . .1,771 . . .5798,5 . . .9483,600 . . . . .1,636
1825 164790,5 . .280257,4 . . . . .1,701 . .15052,0 . .23286,900 . . . . .1,547
1826 150725,0 . .256553,7 . . . . .1,702 . .14121,0 . .21185,800 . . . . .1,500
1827 147777,0 . .260257,0 . . . . .1,761 . .19518,0 . .29180,800 . . . . .1,495
1828 135344,0 . .247996,0 . . . . .1,832 . .19938,0 . .33619,588 . . . . .1,686
1829 169503,0 . .292559,9 . . . . .1,726 . .14088,5 . .21256,991 . . . . .1,509
1830 131033,0 . .232706,9 . . . . .1,776 . .18074,5 . .25365,303 . . . . .1,403
1831 56238,5 . .103146,0 . . . . .1,834 ........ .......... .........
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 205

SUÉCIA PRÚSSIA

ano quantidade . . . . . . .valor .preço unit. quantidade . . . . . . .valor .preço unit.


1796 . .55950,7 .117496,500 . . . . .2,100 . . . .420,0 . . . .987,000 . . . . .2,350
1797 . .52811,5 .110904,100 . . . . .2,100 . . .8182,5 . .17183,200 . . . . .2,100
1798 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1799 . .57842,0 .138820,800 . . . . .2,400 . .10515,0 . .25236,000 . . . . .2,400
1800 ........ .......... ......... . . .1460,0 . . .3504,000 . . . . .2,400
1801 . .37218,0 .100442,600 . . . . .2,699 . . .2582,0 . . .8572,800 . . . . .3,320
1802 . .34630,0 . .88746,000 . . . . .2,563 . . .7038,0 . .28860,400 . . . . .4,101
1803 . .34851,0 . .87661,200 . . . . .2,515 . . .4158,0 . .12619,400 . . . . .3,035
1804 . .10204,0 . .27959,100 . . . . .2,740 . . .2386,0 . . .9563,600 . . . . .4,008
1805 . .16445,5 . .41268,100 . . . . .2,509 . . .1952,5 . . .9270,000 . . . . .4,748
1806 . .23979,0 . .51653,760 . . . . .2,154 ........ .......... .........
1807 . .39809,0 . .83123,600 . . . . .2,088 . . . .200,0 . . . .400,000 . . . . .2,000
1808 . .36971,5 . .83376,640 . . . . .2,255 ........ .......... .........
1809 . .18095,0 . .40623,300 . . . . .2,245 ........ .......... .........
1810 . . .1320,0 . . .2970,000 . . . . .2,250 ........ .......... .........
1811 . . .2336,0 . . .5903,500 . . . . .2,527 ........ .......... .........
1812 . .63004,5 .152719,920 . . . . .2,424 ........ .......... .........
1813 . .34768,5 . .84271,500 . . . . .2,424 ........ .......... .........
1814 . .23111,0 . .65727,387 . . . . .2,844 . . .5033,5 . .14375,741 . . . . .2,856
1815 . .35610,0 . .98171,670 . . . . .2,757 . . .4023,0 . .12443,910 . . . . .3,093
1816 . .14550,0 . .37367,945 . . . . .2,568 . . .6845,0 . .19825,495 . . . . .2,896
1817 . .31230,5 . .78091,647 . . . . .2,500 . . .1345,0 . . .3248,175 . . . . .2,415
1818 . .33252,0 . .84429,900 . . . . .2,539 . . .8931,0 . .21611,770 . . . . .2,420
1819 . .13929,5 . .30972,480 . . . . .2,224 . . .3733,0 . . .9015,195 . . . . .2,415
1820 . .26149,0 . .42271,620 . . . . .1,617 . . .6432,0 . .17090,800 . . . . .2,657
1821 . .20458,5 . .37164,473 . . . . .1,817 . . .3171,0 . . .5784,900 . . . . .1,824
1822 . .36457,0 . .66689,920 . . . . .1,829 . . .1339,0 . . .2498,525 . . . . .1,866
1823 . .40587,5 . .67475,920 . . . . .1,662 . . . .691,5 . . .1234,000 . . . . .1,785
1824 . .44656,5 . .71755,600 . . . . .1,607 . . .6768,0 . .11795,680 . . . . .1,743
1825 . .50284,5 . .80758,900 . . . . .1,606 . . .4274,0 . . .7160,200 . . . . .1,675
1826 . .32930,0 . .52069,600 . . . . .1,581 . . .3478,0 . . .6291,450 . . . . .1,809
1827 . .31882,0 . .52134,520 . . . . .1,635 . . .2724,0 . . .4376,600 . . . . .1,607
1828 . .43023,5 . .77531,472 . . . . .1,802 . . . .180,0 . . . .302,400 . . . . .1,680
1829 . .58100,0 . .95211,113 . . . . .1,639 . . . .256,0 . . . .318,600 . . . . .1,245
1830 . .47629,5 . .74508,847 . . . . .1,564 . . .5286,0 . . .7100,400 . . . . .1,343
1831 ............................. . . .5184,5 . . .8533,479 . . . . .1,646
206 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

ANEXO 2 (continuação)

HOLANDA DINAMARCA

ano quantidade . . . . . . .valor .preço unit. quantidade . . . . . . .valor .preço unit.


1796 . . .2607,0 . . .5475,000 . . . . .2,100 . .47471,0 . .99688,500 . . . . .2,100
1797 . . .2290,0 . . .4809,000 . . . . .2,100 . .80769,5 .169615,750 . . . . .2,100
1798 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1799 ........ .......... ......... . .27224,5 . .65338,600 . . . . .2,400
1800 ........ .......... ......... . .19830,5 . .47593,200 . . . . .2,400
1801 . . . .519,0 . . .1533,600 . . . . .2,955 . . . .904,0 . . .3466,000 . . . . .3,834
1802 . . .4922,0 . .15994,800 . . . . .3,250 . .18058,0 . .54637,204 . . . . .3,026
1803 . . .6185,0 . .19402,000 . . . . .3,137 . .13289,5 . .36139,800 . . . . .2,719
1804 . . . .767,0 . . .4535,000 . . . . .5,913 . .11569,0 . .38318,100 . . . . .3,312
1805 . . .2826,0 . . .8551,000 . . . . .3,026 . .11560,0 . .37720,400 . . . . .3,263
1806 . . .1754,0 . . .4641,280 . . . . .2,646 . .15664,0 . .39084,560 . . . . .2,495
1807 . . .5930,0 . .17613,200 . . . . .2,970 . .19887,0 . .54639,200 . . . . .2,747
1808 ........ .......... ......... . . . . . . .0 ........... .........
1809 ........ .......... ......... . . . . . . .0 ........... .........
1810 ........ .......... ......... . . . . . . .0 ........... .........
1811 ........ .......... ......... . . . . . . .0 ........... .........
1812 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1813 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1814 . .10266,5 . .30430,000 . . . . .2,964 . . .3581,0 . . .9294,155 . . . . .2,595
1815 . .17915,0 . .57366,000 . . . . .3,202 . . .5726,0 . .17613,495 . . . . .3,076
1816 . .14738,5 . .42343,645 . . . . .2,873 . . .9238,0 . .25830,280 . . . . .2,796
1817 . . .5914,0 . .19382,945 . . . . .3,277 . . .3622,0 . .10533,705 . . . . .2,908
1818 . . .7462,0 . .18965,337 . . . . .2,542 . .19822,0 . .48635,560 . . . . .2,454
1819 . . .4292,0 . .10736,250 . . . . .2,501 . .20565,0 . .50724,895 . . . . .2,467
1820 . . .5392,0 . .12155,840 . . . . .2,254 . . .6722,0 . .15251,670 . . . . .2,269
1821 . . .7272,0 . .13095,000 . . . . .1,801 . .20731,0 . .36029,375 . . . . .1,738
1822 . . .5937,0 . .10928,047 . . . . .1,841 . . .1181,0 . . .2492,574 . . . . .2,111
1823 . . .8870,0 . .15780,000 . . . . .1,779 . .22048,0 . .39036,400 . . . . .1,771
1824 . . .7940,0 . .13141,840 . . . . .1,655 . .43815,5 . .74454,640 . . . . .1,699
1825 . . .5882,0 . . .9408,800 . . . . .1,600 . .38973,0 . .63262,600 . . . . .1,623
1826 . .10289,5 . .16070,600 . . . . .1,562 . .26345,0 . .44023,400 . . . . .1,671
1827 . . .9379,0 . .14124,700 . . . . .1,506 . .13228,0 . .22193,000 . . . . .1,678
1828 . . .9056,0 . .13488,600 . . . . .1,489 . . .7373,0 . .12588,400 . . . . .1,707
1829 . . .8243,0 . .13794,774 . . . . .1,674 . . .5838,5 . . .7705,412 . . . . .1,320
1830 . .11931,0 . .17735,876 . . . . .1,487 . . .2929,0 . . .4791,300 . . . . .1,636
1831 . . .8131,5 . .11186,157 . . . . .1,376 . . .2772,0 . . .4402,680 . . . . .1,588
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 207

GRÃ-BRETANHA HAMBURGO

ano quantidade . . . . . . .valor .preço unit. quantidade . . . . . . .valor .preço unit.


1796 . . .9200,5 . .22587,250 . . . . .2,455 . . .3622,0 . . .7606,200 . . . . .2,100
1797 . .28193,5 . .59206,750 . . . . .2,100 . . .4232,5 . . .8888,250 . . . . .2,100
1798 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1799 . .28565,1 . .68496,200 . . . . .2,398 . . . .583,0 . . .1399,200 . . . . .2,400
1800 . .18297,0 . .46979,200 . . . . .2,568 . . . .813,0 . . .1951,200 . . . . .2,400
1801 . . .8444,0 . .32283,000 . . . . .3,823 . . . .909,0 . . .3287,200 . . . . .3,616
1802 . . .8666,0 . .36424,400 . . . . .4,203 . . .1324,0 . . .4786,600 . . . . .3,615
1803 . .20559,0 . .74165,200 . . . . .3,607 . . .2304,5 . . .7843,800 . . . . .3,404
1804 . .12612,5 . .74182,600 . . . . .5,882 . . . .140,0 . . . .840,000 . . . . .6,000
1805 . .19504,5 . .65101,500 . . . . .3,338 . . .1065,0 . . .4184,400 . . . . .3,929
1806 . .21690,0 . .71959,000 . . . . .3,318 . . . .580,0 . . .2412,800 . . . . .4,160
1807 . .23645,5 . .88110,800 . . . . .3,726 . . . .783,0 . . .1740,000 . . . . .2,222
1808 ........ .................... ........ .......... .........
1809 . .44288,0 .104579,080 . . . . .2,361 ........ .......... .........
1810 . .35010,0 . .89608,200 . . . . .2,560 ........ .......... .........
1811 . .27592,0 . .99896,550 . . . . .3,620 ........ .......... .........
1812 . .17948,0 . .45440,200 . . . . .2,532 ........ .......... .........
1813 . .15059,5 . .45574,905 . . . . .3,026 ........ .......... .........
1814 . .20151,5 . .54911,555 . . . . .2,725 . . .1723,0 . . .4789,045 . . . . .2,779
1815 . .20787,5 . .67780,207 . . . . .3,261 . . .1923,0 . . .5434,200 . . . . .2,826
1816 . .20953,0 . .66481,472 . . . . .3,173 . . .3620,0 . .11802,665 . . . . .3,260
1817 . . .9241,5 . .35342,880 . . . . .3,824 . . . .917,0 . . .3851,400 . . . . .4,200
1818 . .23092,0 . .63499,220 . . . . .2,750 . . . . .95,0 . . . .350,000 . . . . .3,684
1819 . .18963,0 . .50733,070 . . . . .2,675 ........ .......... .........
1820 . .22383,0 . .50364,280 . . . . .2,250 . . . .638,0 . . .1390,840 . . . . .2,180
1821 . .20952,0 . .39137,130 . . . . .1,868 . . .1595,5 . . .2962,440 . . . . .1,857
1822 . .22330,0 . .42315,695 . . . . .1,895 . . . .651,0 . . .1196,560 . . . . .1,838
1823 . .23877,5 . .44858,120 . . . . .1,879 ........ .......... .........
1824 . .33865,5 . .64558,820 . . . . .1,906 . . .1288,5 . . .2090,800 . . . . .1,623
1825 . .21122,5 . .38573,200 . . . . .1,826 . . . . .56,0 . . . .134,400 . . . . .2,400
1826 . .21197,0 . .35953,000 . . . . .1,696 . . .2321,0 . . .4871,400 . . . . .2,099
1827 . .28335,5 . .62295,460 . . . . .2,198 . . .1432,5 . . .2388,100 . . . . .1,667
1828 . .29767,5 . .59759,160 . . . . .2,008 . . . .793,0 . . .1264,800 . . . . .1,595
1829 . .30734,0 . .52284,676 . . . . .1,701 . . .2945,5 . . .5681,396 . . . . .1,929
1830 . .24378,5 . .41638,987 . . . . .1,708 . . .1010,5 . . .1877,500 . . . . .1,858
1831 . .25616,0 . .39304,212 . . . . .1,534 ........ .......... .........
208 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

ANEXO 2 (continuação)

ESPANHA ESTADOS UNIDOS

ano quantidade . . . . . . .valor .preço unit. quantidade . . . . . . .valor .preço unit.


1796 . .13619,0 . .30771,980 . . . . .2,259 . .40260,0 . .96624,000 . . . . .2,400
1797 . .19654,5 . .41275,440 . . . . .2,100 . .34729,6 . .72932,150 . . . . .2,100
1798 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1799 . .18099,0 . .43438,400 . . . . .2,400 . .18809,5 . .45143,200 . . . . .2,400
1800 . .24024,0 . .57657,600 . . . . .2,400 . .25462,5 . .62073,400 . . . . .2,438
1801 . . .1111,0 . . .2666,400 . . . . .2,400 . . .9708,0 . .38832,000 . . . . .4,000
1802 . . .3328,5 . .24016,600 . . . . .7,215 . .23738,5 . .91642,000 . . . . .3,860
1803 . . .4521,0 . .38737,000 . . . . .8,568 . .21469,0 . .82966,300 . . . . .3,864
1804 . . .2881,5 . .25990,000 . . . . .9,020 . .16325,0 . .87663,700 . . . . .5,370
1805 . . .7339,0 . .35367,600 . . . . .4,819 . .10989,0 . .47642,800 . . . . .4,335
1806 . .21892,5 . .66312,000 . . . . .3,029 . .17735,5 . .55358,920 . . . . .3,121
1807 . .17072,3 . .53507,800 . . . . .3,134 . .25258,0 . .89255,000 . . . . .3,534
1808 ........ .................... ........ ....................
1809 . .24428,0 . .66050,200 . . . . .2,704 . .30804,0 . .74376,200 . . . . .2,414
1810 . .22815,0 . .79918,925 . . . . .3,503 . .47431,5 .112861,370 . . . . .2,379
1811 . .29993,0 . .87660,850 . . . . .2,923 . .66798,0 .236113,300 . . . . .3,535
1812 . .27961,0 . .85420,425 . . . . .3,055 . .70400,5 .209878,070 . . . . .2,981
1813 . .54366,5 .161163,470 . . . . .2,964 . .68432,5 .226420,270 . . . . .3,309
1814 . .21963,5 . .77450,790 . . . . .3,526 . . .1858,0 . . .5560,165 . . . . .2,993
1815 . .36407,0 .130960,550 . . . . .3,597 . .17679,0 . .58920,520 . . . . .3,333
1816 . . .6840,0 . .33095,230 . . . . .4,838 . .27103,5 . .88074,320 . . . . .3,250
1817 . . .5548,0 . .27398,310 . . . . .4,938 . . .9498,5 . .28537,425 . . . . .3,004
1818 . . .5766,5 . .37005,015 . . . . .6,417 . .25895,0 . .69486,990 . . . . .2,683
1819 . . .3552,0 . .19937,080 . . . . .5,613 . .27728,5 . .71194,700 . . . . .2,568
1820 . . .3449,5 . .21559,900 . . . . .6,250 . .28738,0 . .65593,560 . . . . .2,282
1821 . . .3963,5 . .18000,640 . . . . .4,542 . .27072,5 . .48199,240 . . . . .1,780
1822 . . .7708,5 . .26231,080 . . . . .3,403 . . .3534,0 . . .6668,658 . . . . .1,887
1823 . . .9019,0 . .27340,440 . . . . .3,031 . .53857,5 . .95284,880 . . . . .1,769
1824 . . .7117,0 . .22194,720 . . . . .3,119 . .34115,5 . .58844,160 . . . . .1,725
1825 . . .8164,5 . .23860,800 . . . . .2,923 . .14035,0 . .22629,200 . . . . .1,612
1826 . . .3643,5 . .18542,000 . . . . .5,089 . .28599,5 . .45001,750 . . . . .1,574
1827 . . .2591,0 . .12865,800 . . . . .4,966 . .33740,0 . .52507,600 . . . . .1,556
1828 . . .2440,0 . .14377,200 . . . . .5,892 . .14111,0 . .21136,600 . . . . .1,498
1829 . . .2224,0 . .16572,600 . . . . .7,452 . .39736,0 . .66532,134 . . . . .1,674
1830 . . .4521,0 . .35102,550 . . . . .7,764 . . .8571,0 . .13527,263 . . . . .1,578
1831 . . .2715,5 . .21106,800 . . . . .7,773 . . .7741,5 . .12016,293 . . . . .1,552
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 209

FRANÇA DIVERSOS

ano quantidade . . . . . . .valor .preço unit. quantidade . . . . . . .valor .preço unit.


1796 ........ .......... ......... . . . . .60,0 . . . .126,000 . . . . .2,100
1797 . . . . .40,0 . . . .240,000 . . . . .6,000 . . . .800,0 . . .1680,000 . . . . .2,100
1798 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1799 ........ .......... ......... . . . . .65,0 . . . .108,000 . . . . .1,662
1800 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1801 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1802 . . .1912,0 . . .4648,800 . . . . .2,431 ........ .......... .........
1803 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1804 . . . . .96,0 . . . .212,000 . . . . .2,208 ........ .......... .........
1805 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1806 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1807 . . . .101,0 . . . .808,000 . . . . .8,000 ........ .......... .........
1808 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1809 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1810 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1811 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1812 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1813 ........ .......... ......... ........ .......... .........
1814 . . .1865,0 . . .4503,975 . . . . .2,415 ........ .......... .........
1815 . . .3836,5 . .10242,530 . . . . .2,670 . . . .443,0 . . .1683,400 . . . . .3,800
1816 . . .2806,0 . . .8571,385 . . . . .3,055 ........ .......... .........
1817 . . .4305,0 . .12015,370 . . . . .2,791 ........ .......... .........
1818 . . .2248,0 . . .5567,515 . . . . .2,477 ........ .......... .........
1819 . . .2349,0 . . .6688,625 . . . . .2,847 . . . .594,0 . . .1603,800 . . . . .2,700
1820 . . .3686,0 . . .8673,080 . . . . .2,353 . . . .122,0 . . . .265,960 . . . . .2,180
1821 . . .2607,0 . . .4599,360 . . . . .1,764 ........ .......... .........
1822 . . .3067,5 . . .5453,609 . . . . .1,778 ........ .......... .........
1823 . . .2667,0 . . .4783,000 . . . . .1,793 ........ .......... .........
1824 . . .4249,5 . . .7574,240 . . . . .1,782 . . . .310,5 . . . .496,800 . . . . .1,600
1825 . . .6863,0 . .10980,800 . . . . .1,600 . . . . .84,0 . . . .201,600 . . . . .2,400
1826 . . .7800,5 . .12544,700 . . . . .1,608 ........ .......... .........
1827 . . .4822,0 . . .7990,400 . . . . .1,657 . . . .125,0 . . . .200,000 . . . . .1,600
1828 . . .8425,0 . .13501,800 . . . . .1,603 . . . .237,0 . . . .426,000 . . . . .1,797
1829 . . .7337,5 . .13202,220 . . . . .1,799 ........ .......... .........
1830 . . .6702,0 . .11058,896 . . . . .1,650 ........ .......... .........
1831 . . .3842,5 . . .6314,394 . . . . .1,643 . . . .235,0 . . . .282,000 . . . . .1,200
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 211

O SAL NA HISTÓRIA DA MADEIRA


(SÉCULOS XV-XVIII):

ALGUNS INDICADORES 1

Filipe dos Santos2

Resumo: Neste texto pretendemos coligir alguns indicadores factuais e documentais re-
lativos ao sal – privilégios, relações de poder, importação, preços, fiscalidade, metro-
logia e consumo –, na ilha da Madeira, durante os séculos XV a XVIII.

Abstract: In this paper we intend to point out some factual and documental indicators
relating to salt – privileges, relations of power, importation, prices, fiscal organization,
metrology and consumption –, in the island of Madeira, during the 15th to 18th centu-
ries.

Neste escrito pretendemos somente coligir alguns indicadores factuais e docu-


mentais relativos ao sal na ilha da Madeira, durante os séculos XV a XVIII, no que
concerne aos privilégios e relações de poder existentes em torno deste produto, im-
portação, preços, fiscalidade, metrologia e consumo. Consultámos, perseguindo este
escopo, algumas fontes impressas (COSTA, 1987; COSTA, 1995; COSTA, 1998;
MELO, 1972; VIEIRA, 1996; VIEIRA, 1998), certos corpos documentais existentes em
suporte informático3, um livro de Medição do Sal, referente a finais do século XVIII
e inícios do século XIX, da Câmara do Funchal – com meros intuitos prospectivos4
–, bem como estudos que se reportassem de alguma maneira ao sal na Madeira. Op-
támos por esta metodologia devido a condicionalismos vários de tempo e de meios.
A nossa humilde intenção e este modo de proceder explicam, com certeza, o regis-
to impressionista deste texto.

Aquando do processo de povoamento das ilhas da Madeira e Porto Santo, no


qual os capitães do donatário assumiram papel proeminente, a estes foi concedido,

1 Este estudo é uma versão, com substanciais adições, de um trabalho elaborado no âmbito do Seminá-
rio de Estruturas Económicas, ministrado pela Prof.ª Doutora Inês Amorim, do 2.º semestre do mestrado
em Estudos Locais e Regionais – Faculdade de Letras da Universidade do Porto. Agradecemos à Prof.ª Dou-
tora Inês Amorim, ao Prof. Doutor Alberto Vieira e à Prof.ª Doutora Ana Madalena Trigo de Sousa as suas
sugestões no sentido de melhorar este escrito.
2 Técnico Superior do Centro de Estudos de História do Atlântico (Funchal – Madeira).
3 Alojados no site http://www.nesos.net (Base de Dados de História das Ilhas Atlânticas) ou nas páginas
pessoais de Alberto Vieira, http://www.avieira.net e http://alb.alberto.googlepages.com/avieira2:
ANÓNIMO, 1750; ANÓNIMO, 1801; ANÓNIMO, 1821; MENEZES, 1850, vol. 2; PITTA, 1812; Arquivo
Histórico Ultramarino (AHU), Madeira e Porto Santo, cx. n.º 2, doc. 296; cx. n.º 5, doc. 977; cx. n.º 5,
doc. 995.
4 Arquivo Regional da Madeira (ARM), Câmara Municipal do Funchal (CMF), Lv. 1238 – Medição do Sal
(1771-1819).
212 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

pelo senhor da Ilha, o Infante D. Henrique, através da doação das capitanias, o usu-
fruto de rendimentos senhoriais: «rendas territoriais (terras e foros), redízima e as ren-
das decorrentes da posse e governo da capitania, tais como o selo donatarial e os pri-
vilégios de cunho banal sobre moinhos, fornos, serras de água, sabão e o sal»
(VERÍSSIMO, 2000: 108)5. As cartas de doação das capitanias – a capitania de Ma-
chico foi doada a Tristão Vaz Teixeira em 1440, a do Funchal, em 1450, a João Gon-
çalves Zarco, e a do Porto Santo a Bartolomeu Perestrelo, em 1446 – dizem-nos o se-
guinte:
«Tristam Teixeira doaçam da capitanja des dallem do ryo do Caniço dez pas-
sadas como uay pello rio açima atee Pomta de Tristam [...]
Item me praz que temdo elle sall pera vemder que o nom possa vemder outrem
damdo elles a razam de çimquo rs alqueire e mais nam e quamdo o nom teuer
que ho vendam os das ilhas a sua uoomtade atee que ho elle tenha» (in COS-
TA, 1987: 208, 210).

«Joham Gonçallvez doaçam das ylhas da Madeira e Porto Santo [...]


Item me praz que temdo elle sall pera vemder que o nam possa vemder outrem
senam elle damdo elle a rezão de meo reall o allqueire ou sua direita vallia de
prata e mais nam e quando ho nam tiuer que o vendam os da jlha a sua vom-
tade ate que o elle tenha» (in COSTA, 1987: 168, 170).

«Bertollameu Pero Estrello doaçam pera sempre da jlha do Porto Sancto [...]
Item me praz que temdo elle sall pera vender que ho nom possa vemder se-
nom elle dando o elle a rezam de meo reall de prata alqueire ou sua dicta val-
lia e mais nom e quamdo ho nam tiuer que ho uendam os outros da jlha a sua
vontade ata que ho elle tenha» (in COSTA, 1987: 246, 247).

Era estabelecido assim, através de uma norma idêntica, nas três capitanias em
que ficou dividido o arquipélago da Madeira, um regime de monopólio da importa-
ção e venda do sal. Mas no caso desse monopólio, como se pode ler acima, não ser
exercido de forma competente pelos capitães do donatário, «os da ilha» poderiam
importar e transaccionar livremente o sal. Conseguiram os capitães prover, de forma
cabal, as ilhas desse produto essencial?
Temos algumas notícias relativamente a este aspecto, colhidas nas actas de ve-
reação que até nós chegaram, dos séculos XV e XVI, do concelho do Funchal.
Numa vereação de maio de 1482:
«E logo ffoy requerjdo ao capitam que elle dese ordem como desse sall ao pouo
ssegundo hobrjgado he porque vaj em h_ mes ou dos que o pouo nom tem ssall
e amasom com auga ssa[lgada] e elle deu em rreposta que lhe o tjnha uendi-
do e que lhe era dicto que agora auja» (in COSTA, 1995: 66; a reconstituição
da palavra «ssa[lgada]» é do transcritor).

Na vereação do dia 6 de Junho de 1489:


«Item no dicto dia os abayxo assjnados acordarom por bem e proll do pouo e

5 O mesmo panorama é observado nos Açores. Leia-se José Guilherme Reis Leite: «O quadro de actua-
ção política e administrativa estava definido nas cartas de doação das capitanias [...], assim como os pri-
vilégios. Dos mais importantes recebiam [os capitães do donatário] o redízimo dos direitos reais de en-
trada e de todas as rendas, além dos direitos banais, como o monopólio dos moinhos, fornos de pão, ven-
da de sal» (LEITE, 2005: 315).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 213

bem da terra que os dous moios de ssal que ora embargou Lucano de Espin-
dolla que sse diz rrendeiro do senhor capitam que os castilhanos que o tem em
terra que o nom vendessem veendo hua carta do senhor jffante que Deus tem
em a quall dizendo que ffalleçendo ho ssal ao capitam e nom uendendo em
abastança o dicto ssal que de hy ha h_ ano o podesse vender quem qujssese6
e elle o capitam nom gouujse da merce do dicto ssall que lhe o dicto senhor
tem ffecta e por canto auja sseis ou sete annos que o capitam nom deu ssal ao
pouo acordarom que os dictos castilhanos ho uendessem a ssua uontade por
canto o dicto Lucano nom mostrou titollo nem arrendamento nem ffez nenh_
rrequerjmento a justiça pera sse embargar ho dicto ssal ssomente elle per sj des-
pois de o ssal sser em terra elle per sj ho embargou ho que com direito nom
podia ffazer dizendo o dicto Lucano que o capitam lhe tinha arrendado o dic-
to ssal de janeiro pera ca e lhe tinha dado lugar que o vendese a xij rrs. que
dise que eram meo llea(sic) de prata que elle asj o vendia e os dictos hoffic-
jaes e omes bons lhe mandarom que nom vendese o dicto ssal por o dicto pre-
ço ssomente a noue rrs. ssegundo o dicto capitam ssempre vendeo os anos pas-
sados que elle tijnha ssal e esto atee mostrar como per maes alto preço podia
vender e elle dise que o nom venderia atee vinda do capitam protestaua de
todo sseu direito auer o ssal que assy mandauom vender ho auer per quem di-
reito ffor» (in COSTA, 1995: 261).

Este último documento é, com efeito, fecundo de informação: o sal na ilha é as-
segurado por castelhanos, mas esse produto foi embargado por «Lucano de Espin-
dolla», que se diz rendeiro do capitão – provando que o abastecimento do sal está
a ser arrendado por este a outrem. Lucano de Espindolla está, assim, encarregue pelo
capitão de importar e vender o produto. A câmara, não obstante, manda que os cas-
telhanos tenham o direito de transaccionar, porque há já seis ou sete anos que o ca-
pitão «nom deu ssal ao pouo», e também porque o dito Lucano de Espindolla não
tinha razão legal, passe a expressão, para embargar o sal. Além disso, o preço a que
este queria vender estava acima do estipulado, o que não é aceite.
Na vereação de 11 de Janeiro de 1531, finalmente,
«foj acordado que ho sall de Pero Lopez mestre que sam ate xb[15] mojos de
sall visto a necessidade que hj ha dello na terra ho nom aver que em mentres
elle o vender posto que venha outro que se nam venda nenhù houtro este nom
ser vendido e que ho nom dee a majs preço que ha vynte rs ho alqueire» (in
COSTA, 1998: 203).

Ora, parece ter existido, de facto, por parte do capitão do donatário do Funchal
– ou das pessoas a quem o mesmo arrendava esse trato –, dificuldades em levar a
cabo o abastecimento do sal7.

6 Referência à «Carta do duque Dom fernãdo Em que mamda ao capitam que tenha fauoreçida aterra de
sabom E Da sall».
7 O problema do abastecimento do sal na capitania do Funchal já havia merecido a atenção do duque
D. Fernando, em diploma de 1468 («Carta do duque Dom fernãdo Em que mamda ao capitam que tenha
fauoreçida aterra de sabom E Da sall»): «Eu ho Jmfamte dom fernamdo [...] faço Sabeer Aquoamtos esta
mjnha carta for mostrada E o conhecimento della pertemçeer que per martim memdez De vascomçellos
E Duarte pestana meus caualeiros moradores Em avilla Do fumchall Da mjnha ylha Da madeyra procu-
radores Dos ofiçiaees E hom_s boõs E povoo Da Dita parte me foy apresemtado hum estormemto De Re-
querimento que hos vereadores procurador E hom_s boõs Da camara Do Dito logo fezeram a Ruy gon-
çaluez De Camara E amem Rodriguez De vascomçellos Juyzes hordinarios Em ho Dito logo Açercua Do
Sall E Sabom que Joham gomçalluez De camera meu capitam Em adita parte E costamça Rodriguez Sua
214 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Às dificuldades de provimento, e consequente escassez, os «apontamentos E ca-


pitolos Do ymfamte dom fernamdo pera esta ylha»8, de 1461, ajuntam a subida de
preço9 relativamente ao estipulado na doação henriquina:
«Y Ao que me pedijees por quoamto o capitam Desa ylha tem carta De mer-
çee Do Snñor ymfamte meu padre que nhuum posa vemder Sal Saluo elle nam
Def_demdo porem aos moradores que o nom leuem pera despesa De suas cas-
sas Sem o vemderem aalgu_a outra pesoa que vos De lugar que posaees leuar
sall pera vosas Despesas como Sempre teuestes E que mamde ao Capitam que
nom posa aleuamtar o dito Sall Do preço que lhe per o dito Senñor Em sua car-
ta E hordenado ¶ A esto vos Respomdo que me praz que Se guarde açerca Del-
lo acarta E mamdado Do Dito Senñor ymfante meu padre Asy Em ho poder-
des leuar pera vosas Despesas como no aleuamtamemto Do preço. E per este
mamdo ao Dyto capitam que guarde Em todo adita carta E vos De o trellado
Della pera Seer Registada no livro Da Camara» (in MELO, 1972: 15)10.

A câmara do Funchal preocupava-se com a venda do sal ao «povo», certifican-


do e fiscalizando, de certo modo, quem estava incumbido desta tarefa – como se ob-
serva na acta da vereação de 7 de Janeiro de 1497:
«Item na dicta vereaçam peramte os dictos oficiaes pareçeo Anna que vemdeo
sabam e sal de Antonio de Espindolla e per elles oficiaees lhe foy dado juramento so-
bre os samtos avamgelhos que bem e verdadeiramente huse de seu ofiçio e meeça

molheer De mjm tem com tall comdiçam que na Dita parte outra algu_a pesoa nom possa vemdeer o Dito
Sall E Sabom Se nam elles Ditos Joham gomçaluez E Sua molher ou quem pera ello Derem sua autori-
dade E que se enpachauam muy pouco De fazerem vijr as Ditas cousas aterra nem outr_ as ousaua tra-
zeer por assi ser adita Defesa pollo quall aterra E moradores Della eram muy mall prouidos Das ditas cou-
sas pedimdo amim por merçee que lhe ouuesse aello algum Remedio com Dereyto ¶ E visto por mjm ho
Dito estormemto E as Repostas Do dito capitam Em elles spritas E Razõees allegadas Sobre ambos hos ca-
sos por elle E plla Dita Sua molher E asy as Repricaçoões Dos Ditos vereadores E procurador E hom_s boõs
Detremjno Em ello ho que se segue. [...] ¶ E no casso Do sall detrimino que ho capitam tenha tall ma-
neyra que em nehum tempo aterra E moradores Della nam possa falleçer sall E pera Se Della fornecer lhe
Dou despaco tres meses os quaees passados plla primeyra veez ou vezes que lhe acomteceer fallecer Em
adita villa sall De vemda nõ gouua nem lhe aproueyte amerçee E liberdade que lhe tenho Dada de ou-
tra algu_a pesoa em esa parte vemder sall Se nam elle Do Dia que lhe asy ho Dito sall falleçer ahum anno
no quall Dia hos Juvzes E oficiaaes tomaram estormemtos De como ho Dito sall de vemda nam tem E lhe
falleçeeo opederam trazeer E vemder quaees queroutros que lhe aprouuer o dito anno Ser acabado pelo
preço que ho capitam he ordenado que ho vemda. As quaees Detrimjnaçoões Em todo asy comprires E
guardarees E fares comprir E guardar Sem outra Duuja nem Embargo que lhe aello Seja posto por que asy
he minha merçee feyta» (in MELO, 1972: 43-44).
8 Dados na sequência de uma representação por parte dos da ilha ao infante: «Eu ho Imfamte dom fer-
namdo [...] faço Saber a vos Joham gomçaluez De Camara De lobos meu Caualleyro E capitam por mjm
na mjnha ylha Damadeyra na parte Do fumchall E aos caualleyros escudeyros Juyzes vereadores procu-
rador E hom_s boõs Da Dita terra que amjm chegarom pero loremço E Joham fernamdez escudeyros cria-
dos Do Snñor ymfãte meu padre que Deos aJa vossos procuradores E a allem que por palavra me De vosa
parte Disserom me Derom por esprito çertos capitollos Em vosso nome E me pediram por merçee que hos
prouuesse E visto por elle ho que de vosa parte Requeriam por meu serujço E bem E proueyto Desa ter-
ra os quaees Eu ouuj todo ho que me De parte vosa Diserom E vi os Ditos capitollos E dey Em elles a de-
trimjnaçã que se Segue.» (in MELO, 1972: 11).
9 Carlos Montenegro Miguel confirma que, no que concerne ao sal, com efeito, do que se queixavam os
«povos» era da subida de preço e da penúria deste produto (MIGUEL, 1954: 18).
10 Na «Carta do duque Sobre baptista genoes», de 7 de Maio de 1466, o infante declara que, no que toca
ao aumento do preço do sal, antes de proceder a qualquer medida, teria de ouvir o capitão: «E quoam-
to Ao que de vosa parte me fallarom Açerca da vemda do Sall desa ylha dizemdo que ho Snñor ymfante
meu padre que deos aJa detrimjnou que ho capitam podese mamdar vemder o alquer do dito sall A meo
Reall de prata E mays nam E que elle hora A vemde adez Reaes posto que aaquelle preçio o Dito meo
Reall valia çinco rrs E mays nam pidimdo me que a ello nos prouesse. Eu nom pude Em ello detrimjna-
çom alg_a sem ho Dito Capitam Ser ouuydo E por tamto se vos Semtis agrauados podees tomar estormento
com Sua Resposta E emviaymo com todas Razoões E çertidam que teuerdes por vosa parte E asy averes
despacho como achar per Dereyto.» (in MELO, 1972: 30).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 215

e pese o sabão e sall ao pouoo bem e verdadeiramente gardamdo e damdo ao pobo


seu djreito e damdo bõoa comta ao senhor das cousas e mercadorias que vende e
ela rreçebeo o juramento e prometeo de ho asy fazer» (in COSTA, 1995: 579).

Perante estes testemunhos – relativos tão-só à capitania do Funchal nos séculos


XV e XVI, para a qual existe documentação impressa –, fica-nos um retrato, ainda que
algo impressionista, de uma terra onde a penúria de sal parece evidente; onde, no
abastecimento do sal, privilégio senhorial e monopólio do capitão do donatário, tra-
vam-se relações conflituantes de poder entre o capitão e o município, arbitradas pelo
Senhor da Ilha; e onde, em parte consequência destes factores, assistimos a uma es-
peculação do preço deste produto essencial.

Como evoluiu, em termos jurídicos, o privilégio senhorial e monopólio do abas-


tecimento do sal por parte do donatário? Fixemo-nos no caso do Funchal, cuja ca-
pitania-donataria foi extinta em 1766. Segundo uma provisão de D. Maria I, estuda-
da por Ana Madalena Trigo de Sousa, de confirmação ao Marquês de Castelo-Melhor
das Alcaidarias-Mores das ilhas da Madeira e Santa Maria (Açores), sabemos que por
promulgação do decreto de 2 de Agosto de 1766, as capitanias na posse do Conde
de Castelo-Melhor tornavam-se, pois, Alcaidarias-Mores. Desta realidade decorria
que para a coroa revertiam todas os privilégios de que era detentor o donatário (ju-
risdições cíveis e criminais, nomeação de oficiais de justiça e dadas de sesmarias),
à excepção da redízima sobre as rendas reais cobradas e dos monopólios dos fornos
de pão, moendas, serrarias e, finalmente, do sal (SOUSA, 2004: 40-41). Resta saber
de que modo era assegurado, em Setecentos, o abastecimento deste produto na ilha
da Madeira, e que relações económicas e de poder gerar-se-iam em torno desta rea-
lidade. As actas de vereação, do século XVIII, do município do Funchal poderiam
porventura elucidar acerca desta interrogação. Não podemos, porém, proceder à
análise desta documentação. Ainda assim, é de referir, seguindo mais uma vez a au-
tora citada, que o «percurso dos donatários madeirenses, sobretudo e de forma mui-
to notória nos casos do Funchal e de Machico, acabou por se integrar na nobreza ti-
tulada do continente português e essa realidade acabaria por ter duas importantes
consequências: a primeira relaciona-se com o facto de a donataria adquirir uma na-
tureza puramente honorífica que revertia a favor de cortesãos, totalmente afastados
da realidade insular; em segundo lugar, as famílias Castelo-Melhor e Vimioso opta-
ram por ir delegando as suas competências em procuradores e ouvidores, estando
mais interessados na arrecadação das suas rendas do que na manutenção, de facto,
das prerrogativas do seu poder» (SOUSA, 2004: 38). Pelo exposto, sendo absentis-
tas e representados por procuradores os donatários, não será ilícito induzir que o
abastecimento do sal se mantivesse à imagem do que nos dizem os escassos teste-
munhos das vereações funchalenses quatrocentistas e quinhentistas; ou seja, um
abastecimento precário e feito por intermédio de terceiros a cobro do donatário ou
alcaide-mor.
Relativamente, ainda, à penúria de sal, temos mais indicadores de meados do sé-
culo XVII: na correspondência particular de Diogo Fernandes Branco escreve-se, em
fins de Agosto de 1650, que o sal «não hai» (in VIEIRA, 1996: 177); em cartas de No-
vembro do mesmo ano refere-se que «Tão bem ha falta de sal que per nenhum pres-
216 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

so se acha o ultimo se vendeu a 8$ rs alqueire o seu preço ordinario he por 50 60 rs


alqueire», e que «Com a falta de navios desse reino val aqui o azeite a 200 rs cana-
da e de sal nenhum dinheiro se acha hum só alqueire» (in VIEIRA, 1996: 182, 193).
Em 1729, e à imagem do que se fazia na ilha aquando a ocorrência de crises fru-
mentárias – obrigar os capitães dos navios a descarregar os cereais que transporta-
riam para outros locais, para os vender ao povo –, a câmara do Funchal requisitou
barcos carregados de sal (PACHECO, 2002: 88).
Diga-se e reforce-se, a este respeito, que a Madeira, no período aqui considera-
do, seria, com efeito, mormente dependente do exterior, à imagem, em certa medi-
da, dos Açores – cuja «maior das dependências decorre da privação do sal» (ME-
NESES, 2005: 335). Ao invés da Madeira, o comércio dos Açores «com a metrópo-
le assenta na permuta do trigo açoriano pelo sal português» (MENESES, 2005: 405).
Não achamos ser temerário induzir que a Madeira estaria, comparativamente com
os Açores, numa posição de maior escassez de sal, porque a mesma é extremamen-
te deficitária em termos frumentários – sem meios, assim, de assegurar um produto
de troca pelo sal. Será que os cereais e o açúcar, a início, e o vinho, depois, conse-
guiram cumprir este papel na Madeira? Relativamente aos dois primeiros produtos –
em particular o açúcar –, exportados pela Madeira nos séculos XV e XVI, é facto as-
sente11; quanto ao vinho, produto madeirense por excelência exportado nos sécu-
los XVII e XVIII, leia-se de novo Avelino de Freitas de Meneses: «Na relação entre a
Madeira e o Reino, a analogia das conjunturas económicas entrava o desenvolvi-
mento do comércio. De facto, a insuficiência cerealífera e a abundância vinícola mú-
tuas dificultam as transacções» (MENESES, 2001: 347).

Podemos considerar a produção de sal na Madeira? De facto, a partir de finais


do século XVIII várias iniciativas tiveram lugar, em diversas localidades da costa, de
modo a se estabelecerem na Madeira e Porto Santo indústrias de extracção de sal ma-
rinho. O Elucidário Madeirense elenca essas tentativas, que tiveram, quase sempre,
«resultados pouco animadores» (SILVA, MENESES, 1998, vol. III: 228-231). Adriano
Ribeiro transmite algumas informações a este respeito. Segundo este autor, e de acor-
do com a Gazeta de Lisboa, de 3 de Março de 1798, por alvará de 20 de Dezembro
de 1792 obteve Thomas Eduard Watts uma licença para estabelecer uma fábrica de
pescarias e salinas na Praia Formosa. Em 1797 é aumentada esta concessão, fazen-
do com que abrangesse a totalidade da ilha da Madeira (RIBEIRO, 1992: 61)12. Es-
tas tentativas de estabelecimento de uma indústria poderão ser indício, com toda a
probabilidade, da existência de práticas artesanais anteriores de extracção de sal ma-
rinho para uso doméstico, levadas a cabo pelos madeirenses, em toda a costa da Ma-
deira e Porto Santo. O historiador citado diz-nos precisamente que, desde Seiscen-
tos, na foz da Ribeira de Machico e no calhau do Porto da Cruz, havia marinhas de
extracção de sal para a salga do peixe (embora não apresente a fonte que mencio-
na esta circunstância) (RIBEIRO, 2001: 76); e que na «vazante de uma enchente cau-

11 Escreve Alberto Vieira: «A Madeira ofereceu ao mercador do reino, num primeiro momento, as suas
madeiras e o excedente de cereais; todavia, o principal comércio com o reino foi o açúcar, solicitado des-
de o início pelos mercadores nacionais, que procuravam firmar o monopólio da rota lisboeta. A ilha re-
cebia em troca um grupo variado de produtos necessários a uso e consumo quotidianos, como ferra-
mentas, panos, tecidos, telha, louça, barro, ferro, carne, peixe, sal, azeite; tudo isto a troco de açúcar e
de reexportação de alguns produtos, como peles, escravos, breu, algodão.» (VIEIRA, 1987: 149).
12 Na sua monografia sobre as Freguesias da Madeira, Alberto Artur Sarmento, embora sem citar fonte e
com discrepância de datas, dá-nos os mesmos informes (SARMENTO, 1953: 218).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 217

sada pelo terramoto de 1755, o autor dos Anais de Machico referia que levou as trin-
cheiras da Marinha, ou seja, os muros que abrigavam estas concavidades que serviam
para fazer sal. Outro documento do século XVIII referia uma marinha, construída
com o mesmo objectivo, no Porto da Cruz» (RIBEIRO, 2001: 125). Em relação a es-
tas práticas de extracção do sal, poder-se-ia, talvez e ainda, colher vestígios mais con-
cretos na etnografia e na toponímia, mas não podemos proceder aqui a essa pers-
crutação.
Que importância teria esta extracção do sal – artesanal ou industrial, com intui-
tos empresariais ou meramente para a subsistência, nas marinhas e salinas da Ma-
deira – no consumo dos madeirenses? Qual a sua importância face ao sal importa-
do? Quer relativamente à primeira como à segunda questões, ainda que não tenha-
mos dados suficientes, aventamos a hipótese – altamente provável, como demons-
tram os dados que apontámos acima acerca da penúria de sal –, de que seria dimi-
nuta a importância deste mineral extraído na Madeira.

Vejamos agora alguns informes quantitativos atinentes à importação do sal na


Madeira.
No conjunto dos anos de 1675 a 1688, contemplados no livro 954 do núcleo da
Junta da Provedoria da Alfândega do Funchal (depositado na Torre do Tombo), estu-
dado por João Cosme, apenas nos dois últimos (1687-1688) houve importação de sal,
provindo de Lisboa. A quantia importada foi de 314 moios e 5 alqueires (COSME,
1993: 384).
João José Abreu de Sousa, na sua tese de licenciatura intitulada O Movimento do
Porto do Funchal e a Conjuntura da Madeira de 1727 a 1810, mostra que o sal en-
trado na Madeira vinha de Portugal Continental e do Mediterrâneo. O historiador co-
lige em tabelas as «cargas» de sal (e de outros produtos) entradas na alfândega do
Funchal, sem referir – ou talvez pelas fontes por ele usadas não o mencionarem –
exactamente a que quantidades de sal importado se referem estas cargas. Ainda as-

Gráfico 1 Sal entrado na alfândega do Funchal vindo do continente português (1727-1810)

20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Cargas

10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

8 ............................................................................................................

6 ............................................................................................................

4 ........................................................................................................................

2 ................................................................................................

0
1730

1735

1740

1745

1750

1755

1760

1765

1770

1775

1780

1785

1790

1795

1800

1805

Anos

Fonte: SOUSA, 1989: 122-133


218 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Gráfico 2 Sal entrado na alfândega do Funchal vindo do Mediterrâneo (1763-1802)

6 ............................................................................................................

5 ............................................................................................................

4 ........................................................................................................................
Cargas

3 ................................................................................................

2 ............................................................................................................

1 ............................................................................................................

0
1765

1770

1775

1780

1785

1790

1795

1800
Anos

Fonte: SOUSA, 1989: 154-156

sim, a informação que o autor transmite, sistematizamo-la nos gráficos que se se-
guem. Ressalve-se, no entanto, que alguns dos livros de «Entradas e Sahidas...» da
alfândega do Funchal usados por Abreu de Sousa na feitura deste estudo estão in-
completos – os relativos aos anos de 1760 a 1763 –, e outros, referentes a 1759,
1767, 1768 e 1770, não existem13. A leitura dos gráficos terá, obviamente, de tomar
em conta estes factos.

Perante a tipologia de informação explanada nos gráficos pouco podemos con-


cluir, por agora, sem o confronto com outras fontes. Cumpre-se, ainda assim, uma
ilação óbvia, quase pueril. O sal entrado na Madeira vinha maioritariamente do con-
tinente português, sem se especificar exactamente de onde. Será que a vinda deste
produto, das partes do Mediterrâneo, representa escassez de sal no ou nos centros
emissores habituais de Portugal Continental? Não o podemos responder. Refira-se
apenas que na correspondência particular de Diogo Fernandes Branco, faz-se men-
ção, em carta de 21 de Maio de 1651, a uma «caravelinha» que foi pirateada na Pon-
ta de São Lourenço e que «vinha de Sesinbra com sal e sardinha», e ao facto de 3
dias antes ter chegado «a esta ilha de Setuval huma setia franceza com sal e sardi-
nha e azeite» (in VIEIRA, 1996: 217, 219). Virgínia Rau aponta ainda, observando a
exportação do sal de Setúbal em 1796, que neste ano um navio de nacionalidade
portuguesa transportou sal daquele centro produtor para a ilha da Madeira (RAU,
1984: 293).
De igual modo, note-se que o abastecimento deste produto terá se processado
de forma irregular14, conforme podemos também constatar em alguns documentos
depositados no Arquivo Histórico Ultramarino.
Assim, na «Lista do mantimento pertencente á medida de alqueire, e Sal que en-
trou nesta Ilha desde o primeiro de Janeiro de 1767 the o ultimo de Dezembro do
mesmo anno»15 observa-se que a Madeira importou 522 moios e 45 alqueires.
Na «Noticia da Produção das Ilhas da Madeira, e Porto Santo, de sua Importa-

13 Acresce que, no que toca à documentação consultada pelo autor, «Muitas vezes os termos são ambí-
guos no que respeita a certos dados, como a descarga de géneros que não vem sempre expressamente
designada. A referência às escalas é com frequência esquecida» (SOUSA, 1989: 11).
14 Temos, com efeito, anos em que a importação é nula, como se constatou ao observar os dados relati-
vos ao início do terceiro quartel do século XVII.
15 AHU, Madeira e Porto Santo, cx. n.º 2, doc. 296.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 219

ção, e Exportação em o anno de 1787»16 –, no que concerne aos «Mantimentos Im-


portados para a Ilha da Madeira», revela-se que foram importados 984 moios de sal.
Ao compulsar documentação esparsa para este trabalho, notámos a existência no
arquivo da Câmara Municipal do Funchal, depositado no Arquivo Regional da Ma-
deira, de uma fonte de âmbito fiscal – os livros da Medição ou Registo do Sal, que
abarcam, com hiatos, os anos de 1696 a 184517. Relativamente às circunstâncias le-
gais que levaram ao aparecimento desta documentação, veja-se mais adiante.
Resolvemos, a título prospectivo, proceder ao estudo de parte desta documen-
tação, nomeadamente pela mesma nos conceder os quantitativos de sal importado.
Dado não termos tempo para algo mais, escolhemos, um pouco arbitrariamente é
certo, conhecer a informação dadas pelos registos de medição do sal de 1771 a 1780
(ARM, CMF, Lv. 1238 – Medição do Sal). Vejamos em maior pormenor esta docu-
mentação.
A medição do sal seria feita mormente pelo procurador dos mesteres e, mais ra-
ramente, pelo juiz do povo. Quase de modo sistemático temos as menções à quan-
tidade de sal medida, à localidade de onde provém, e ao imposto arrecadado, o qual,
a certa altura, é referido como sendo líquido. O sal seria deitado em uma certa par-
te da cidade do Funchal, especificando-se por vezes a «loge» em que tinha sido des-
carregado. Assim, tanto quanto pudemos ver, de 1771 a 1780, a medição por parte
do oficial camarário era feita no local onde seria vendido o produto. A data que cada
registo de medição apresenta no início é aquela em que o procurador dos mesteres
«deu conta […] da asiztencia que fez á medição do sal» (ARM, CMF, Lv. 1238 – Me-
dição do Sal: 3), e refere-se o tempo que levou a medição. Em princípio bastaria con-
tar os dias que levaram as medições, retrospectivamente, e teríamos a data precisa
do descarregamento do sal no Funchal. Mas nem sempre é assim: no registo de 19
de Agosto de 1774, diz-se que a «medição findou em 5 do dito mez á qual teve de
asistencia 5 dias». Desta forma, consideraremos aqui a data em que o procurador dos
mesteres dava conta da medição, conscientes que é tão-só aproximativa daquela em
que o sal chegava à ilha. Usaremos alguns informes presentes no livro da medição
do sal consultado de modo a completar as impressões que deixamos acima escritas
sobre a importação deste produto.
De 1771 a 1780, do total de 63 medições do sal, ou seja, de 63 importações des-
te produto, 53 dessas mesmas importações provinham de Lisboa; quatro remessas ti-
nham origem em Setúbal; uma vinha da Figueira; num registo refere-se que o sal era
provindo «dos Portos de Portugal»; em Abril de 1774 há uma carga deste produto vin-
da da Sicília18 («Cezilia»); finalmente, relativamente a 3 importações (em Abril e
16 AHU, Madeira e Porto Santo, cx. n.º 5, doc. 977.
17 ARM, CMF, Lvs. 1237 – L.º das entradas do Sal (1819-1845); 1238 – Medição do Sal (1771-1819); 1239
– Medições do Sal (1747-1758); 1240 – Registo do Sal (1696-1697) – volume que se encontra, devido ao
seu deplorável estado de conservação, fora de consulta; 1241 – Registo do Sal (1702-1711); 1242 – Re-
gisto do Sal (1711-1722); 1243 – Registo do Sal (1722-1725); 1244 – Registo do Sal (1725-1741); 1245
– Registo dos Mandados do Sal (1839-1844). Por exemplos, no fl. 1 do livro 1239 vemos escrito: «Dou
comissão ao Escrivão Thomé Roix Sylva para numerar e rubricar este livro que hade servir para o Escri-
vão da Almotaçaria assistir às medições do Sal e fazer carga delle Funchal 5 de Novembro de 1748. [Ass:]
Miguel de Arriaga Brem da Sylveira» (ARM, CMF, Lv. 1239 – Medições do Sal: 1); no fl. 1 do livro 1238
lê-se: «Este Livro hade servir para se Lançarem as mediçoens do sal, que nesta Ilha entrar. Funchal 18 de
Dezembro de 1770». (ARM, CMF, Lv. 1238 – Medição do Sal: 1).
18 Esta informação, se a confrontarmos com os dados disponibilizados por João José Abreu de Sousa
(SOUSA, 1989: 154-156), apresenta algumas dissonâncias, pois, segundo este autor, e como se pôde cons-
tatar no gráfico 2, entrou na alfândega do Funchal, no período de 1771 a 1780, vinda do Mediterrâneo,
uma só carga de sal, em 1771. Só poderíamos explicar esta disparidade se procedessemos a um estudo
aturado quer dos registos da alfândega, quer dos livros de medição do sal, o que de momento não se afi-
gura possível.
220 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Agosto de 1771, e em Agosto de 1775) não se faz menção ao local de proveniência.


Contabilizando a quantidade de sal importada em moios e alqueires mediante o lo-
cal de origem, e procedendo a alguns calculados matemáticos, concebemos o grá-
fico que se observa de seguida. Refira-se que, no concernente a uma remessa de sal
no fim do ano de 1778, não se declara a quantidade do produto importado, consti-
tuindo este um caso único. Mencione-se ainda, que no cômputo total destes 10 anos,
e descontando o exemplo anterior, entraram na Madeira e foram medidos pelos ofi-
ciais municipais, cerca de 4280 moios de sal.

Gráfico 3 Quantidade de sal entrado na Madeira, mediante o local de origem


(em moios e percentualmente) – 1771-1780

Lisboa 3.340,17 78%


....................................................

Setúbal 387,8 9%
....................................................

sem referência 229,15 5%


....................................................

Sal “vindo dos


Portos de Portugal” 170,35 4%
....................................................

Sicília 117,35 3%
....................................................

Figueira da Foz 36 1%

Fonte: ARM, CMF, Lv. 1238 – Medição do Sal

No que toca à quantidade de sal importado, e em termos percentuais, Lisboa,


com 3340,17 moios, isto é, 78% do total, ocupa de modo destacado a dianteira das
localidades de onde é originário este produto. Setúbal preenche, digamos assim, o
segundo lugar, com 387,8 moios, o que equivale a 9% do sal entrado de 1771 a
1780. 3% deste produto é provindo da Sicília e 1% da Figueira, percentagens míni-
mas comparativamente com o caso de Lisboa.
Seguidamente, veja-se o número de remessas anuais de sal entradas na Madei-
ra.

Gráfico 4 Número de entradas de sal na Madeira – 1771-1780

12 ....................................................................................................
Importações

10 ....................................................................................................

8 ....................................................................................................

6 ....................................................................................................

4 ....................................................................................................

2 ....................................................................................................

0 ....................................................................................................
1771

1772

1773

1774

1775

1776

1777

1778

1779

1780

Fonte: ARM, CMF, Lv. 1238 – Medição do Sal


THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 221

Este gráfico, em boa verdade, diz pouco, consolidando apenas a asserção men-
cionada anteriormente de que a importação de sal teria se processado de forma ir-
regular, isto é, de modo não constante em termos de tráfego comercial.
Visione-se, neste encadeamento, o próximo gráfico, que explana a quantidade
de sal importada anualmente e corrobora, assim, a irregularidade da importação des-
te essencial mineral.

Gráfico 5 Quantidade de sal entrado na Madeira (em moios) – 1771-1780

900 ....................................................................................................

800 ....................................................................................................

700 ....................................................................................................

600 ....................................................................................................
Sal - moios

500 ....................................................................................................

400 ....................................................................................................

300 ....................................................................................................

200 ....................................................................................................

100 ....................................................................................................

0 ....................................................................................................
1771

1772

1773

1774

1775

1776

1777

1778

1779

1780

Fonte: ARM, CMF, Lv. 1238 – Medição do Sal

Muitas e hipotéticas razões poderiam ser aduzidas para explicar esta evolução
das entradas do sal na Madeira. A inexistência, na ilha, de stocks em anos de gran-
de importação – sendo o inverso algo a considerar, igualmente –; quebra de extrac-
ção nos centros emissores nos anos de escassa importação; maior ou menor capa-
cidade dos mercadores deste produto em comprar, transportar e vender na ilha o sal;
restrições impostas, ou levantadas, por parte do alcaide-mor, ex-donatário; cons-
trangimentos comerciais decorrentes de uma desfavorável – ou favorável – conjun-
tura política ou económica; enfim, um imenso arrazoado poderia ser chamado à liça,
o qual, pelos escassos indicadores documentais compulsados, terá de ser, como foi
dito, meramente hipotético.
Jorge Martins Ribeiro – acrescente-se – refere que, em finais do século XVIII e iní-
cios do século XIX, algum do sal importado pelos Estados Unidos da América pro-
vinha de Portugal Continental e fazia escala nos arquipélagos da Madeira e Açores19.

Em algumas obras historiográficas encontramos menções a preços do sal prati-


cados na ilha da Madeira.
Veja-se o seguinte gráfico.

19 Escreve o autor que «A Madeira e os Açores quase não tinham expressão neste escambo, o que não
admira, dado não serem regiões produtoras de sal, assim todo aquele registado como sendo proveniente
destes arquipélagos, era-o certamente de Portugal metropolitano. Tal deve-se, quanto a nós, a deficiên-
cias dos registos consultados, que muitas vezes mencionavam apenas o último porto tocado pelo navio
antes deste chegar a território estadunidense». (RIBEIRO, 2005: 320).
222 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Gráfico 6 Preço do sal em réis, por alqueire

..................................................
160
..................................................
140
..................................................
120
100 ..................................................

80 ..................................................
Réis

60 ..................................................

40 ..................................................

20 ..................................................

0 ..................................................
1440

1466

1515

1589

1684

Fonte: SILVA, 1995: 504-505

A tendência ascendente do preço deste produto é evidente, especialmente com-


parando o preço atingido em 1684 com os 30 réis que custava o alqueire de sal em
1589. Razões para este fenómeno? Só um estudo mais aprofundado possibilitaria essa
perscrutação, no qual teria de se observar conjunturas e factores macro-económicos,
entre outros aspectos. Acrescente-se, a corroborar a subida de preço deste produto
ao longo dos séculos XV a XVII, a referência, numa carta de Diogo Fernandes Bran-
co a Estevão de Bruiz, de 31 de Agosto de 1650, que diz que «o sal fica valendo a
60 rs alqueire» (in VIEIRA, 1996: 177); noutra carta dirigida a Jaques Logan, de No-
vembro do mesmo ano, escreve-se que «o seu preço ordinario [do sal] he por 50$
60 rs alqueire» (in VIEIRA, 1996: 182).
Eduarda Gomes apresenta, na sua tese de mestrado subordinada ao tema O Con-
vento da Encarnação do Funchal. Subsídios para a sua História (1660-1777), em qua-
dros, preços do sal pagos pelas Clarissas do referido convento, de 1669 a 1769. Sis-
tematizámos a maior parte dessa informação nos gráficos 7 a 10, que se seguem.

Gráfico 7 Preço do sal em réis, por alqueire (1669-1693)

600 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
500 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
400 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
300 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
200 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
0...............................................................................................................................................
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 223

Gráfico 8 Preço do sal em réis, por alqueire (1705-1746)

600 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
500 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
400 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
300 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
200 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
0...............................................................................................................................................

Gráfico 9 Preço do sal em réis, por alqueire (1747-1754)

600 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
500 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
400 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
300 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
200 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
0...............................................................................................................................................

Gráfico 10 Preço do sal em réis, por alqueire (1755-1769)

600 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
500 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
400 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
300 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
200 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
0...............................................................................................................................................

1755 1757 1761 1762 1763 1767 1768 1769


1756

Fonte: GOMES, 1995: 231-236


224 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Descontando o facto de não termos os dados referentes a todos os meses do sé-


culo representado nos gráficos, e à parte certos anos nos quais o preço do sal por al-
queire sofre aumentos por vezes substanciais, notamos que a quantia de dinheiro ne-
cessária para a compra deste produto revela-se relativamente estacionária, eviden-
ciando, em termos estruturais, uma subida gradual. De 1669 a 1692 o preço mais
praticado é o de 80 réis, e nos anos seguintes o alqueire de sal custa mormente 100
e 120 réis. Assinale-se o apreciável aumento do preço em 1669 com aquele prati-
cado em 1589 – 30 réis –, como se viu no gráfico 6. Quais os motivos de todas es-
tas oscilações de preços? Só um estudo mais aturado, como já escrevemos, o diria20.
Acrescente-se apenas mais um indicador documental: no «Mappa dos pressos
dos Generos, que se vendem na Ilha da Madeira...»21, datado de 1798, há a refe-
rência de que um alqueire de sal orçaria os 500 réis, quantia deveras elevada se com-
pararmos com os quantitativos de vinte anos antes.

É interessante observarmos algumas informações sobre a metrologia do sal no ar-


quipélago da Madeira. Sobre isso, seguimos de perto Servulo Drummond de Mene-
zes, secretário geral do Governo Civil do Funchal, que nos dá uma «Relação dos Pa-
drões de pesos e medidas dos Concelhos do Districto do Funchal, que nos foram
apresentados na salla das vereações da Camara Municipal do Funchal, para serem
comparados com os padrões novissimos [do sistema métrico-decimal]». As medidas
usadas em cada concelhos são as que se seguem.

Tabela 1: Medidas do sal


Concelhos . . . . . . . . . . .Medidas
Funchal . . . . . . . . . . . . .«Alqueire para sal com subdivisões até salamim»
Câmara de Lobos . . . . . .«Alqueire para sal com subdivisões até meia quarta»
Calheta . . . . . . . . . . . . .«Alqueire para sal com subdivisões até meia quarta»
Porto do Moniz . . . . . . .«regula-se pelo que diz respeito a pesos e medidas,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .parte pelo da Calheta, parte pelo de S. Vicente»
S. Vicente . . . . . . . . . . . .«Quarta e meia quarta para sal»
Santana . . . . . . . . . . . . .«Alqueire para sal com subdivisões até meia quarta»
Machico . . . . . . . . . . . .Processava-se o mesmo que no Funchal,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .no que concerne ao sal e a outros produtos vários
Santa Cruz . . . . . . . . . . .«Alqueire para sal com subdivisões até meia quarta»
Porto Santo . . . . . . . . . .«Meio alqueire, quarta e salamim para sal»
Fonte: MENEZES, 1850, vol. 2: 50-56

Drumond de Menezes compara, sistematizando numa tabela, os pesos e medi-


das «das Ilhas da Madeira e Porto Santo com as unidades respectivas dos padrões mo-
dernos».
Extraímos os dados que concretamente nos interessam e apresentamo-los de se-
guida.

20 Na ilha açoriana de São Jorge (PEREIRA, 1987: 256), em 1599, um alqueire de sal valia 60 réis – o do-
bro do que era despendido 10 anos antes por um alqueire na Madeira – e em 1709 200 réis – quantia não
muito inferior à despendida na Madeira na mesma época, 240 réis. Um alqueire em S. Jorge teria a mes-
ma capacidade que na Madeira? Que razões para esta disparidade de preços em dois meios insulares dis-
semelhantes? Que constrangimentos similares ou diversos relativos ao abastecimento deste produto na Ma-
deira e S. Jorge?
21 «Mappa dos pressos dos Generos, que se vendem na Ilha da Madeira, sucedendo muitas vezes, ven-
derem-se por muitos mayores pressos, e muito poucas vezes, por menos pressos. Anno de 1798» – AHU,
Madeira e Porto Santo, cx. n.º 5, doc. 995: 1.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 225

Tabela 2: Correspondência alqueire de sal / litros, nos concelhos do arquipélago da Madeira (Sal –alqueire:
equivalência em litros)
Funchal . . .C.ª de Lobos . .Calheta . .São Vicente . .Santana . .Machico . .Santa Cruz . .Porto Santo
20,374 . . .20,201 . . . . . .21,020 . . .a . . . . . . . . . .20,484 . . .20,374 . . .20,650 . . . . .b

a: «Meia quarta de alqueire para sal egual a 2,54 litros»


b: «Meio alqueire para sal equal a 9,895 litros»
Fonte: MENEZES, 1850, vol. 2: página não numerada

Partindo das informações dadas por Drumond de Menezes, e tomando o exem-


plo do Funchal, procedemos a alguns elementares cálculos matemáticos e estabele-
cemos, para o alqueire e os seus submúltiplos, a correspondência entre estas medi-
das antigas e as do sistema métrico-decimal. Veja-se o quadro que se segue, cujos
valores têm, como será óbvio, um cariz meramente aproximativo.

Tabela 3: Correspondência alqueire de sal (e submúltiplos) / litros, no concelho do Funchal


alqueire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20,374 litros
meio alqueire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10,187 litros
quarta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5,0935 litros
meia quarta (um oitavo de alqueire) . . .2,54675 litros
salamim22 (uma 16.ª parte de alqueire) .1,273375 litros

Discuta-se neste ensejo algumas questões ligadas à fiscalidade do sal. No con-


junto dos 6 municípios existentes no arquipélago da Madeira em meados do século
XVIII – Funchal, Ponta do Sol, Machico, Santa Cruz, Porto Santo e Calheta –, apenas
o primeiro tinha como fonte de receita, além da imposição da carne, de um terço da
imposição do vinho, da renda do verde e dos foros e condenações, o imposto do sal
(SOUSA, 2004: 200). Ana Madalena Trigo de Sousa diz que
«O imposto ou renda do sal, presente apenas na contabilidade do município
do Funchal, teve a sua origem no alvará de 1708, pelo qual o rei fizera mercê
a este Senado da quantia de 600 reis por cada moio de sal, importado do rei-
no, que se vendesse nesta ilha. Destinava-se o produto deste imposto ao pa-
gamento do procurador desta Câmara na cidade de Lisboa e ao relojoeiro en-
carregue da manutenção do relógio da Sé.
O imposto do sal, tal como as condenações, está identificado na contabilida-
de do Funchal como receita viva, pois tratava-se de uma verba que resultava
de uma tributação imediata, efectuada pelo procurador dos mesteres, no mo-
mento da descarga do sal das embarcações chegadas ao porto, e sem recurso
a rendeiros» (SOUSA, 2004: 223; o itálico é da autora).

Já anteriormente, em finais do século XVII, o município do Funchal pediu ao rei


uma autorização para que se pudesse criar um tributo cujo encaixe constituísse 50
a 60 mil réis anuais, de modo a, com este dinheiro, manter um procurador perma-
nente na Corte. O rei permite, através de um alvará de Fevereiro de 1693, que se co-
brasse, durante quatro anos, 10 réis em cada alqueire de sal, acima do preço a que
fosse vendido este produto, para prover as despesas do representante da câmara. Em
1698 este alvará é prorrogado por mais quatro anos (VERÍSSIMO, 2000: 210).
É com certeza neste contexto que serão produzidos os livros da Medição ou Re-

22 Segundo o Dicionário Houaiss da Língua Portuguesa, 2002, Tomo II, Lisboa, Círculo de Leitores, p. 864,
salamim ou celamim é a «medida de capacidade para secos que equivalia à 16.ª parte de um alqueire».
226 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

gisto do Sal, de que falámos acima, quando nos reportámos à importação do sal. Não
nos será possível, uma vez mais, neste ensejo, averiguarmos da possibilidade de fa-
zer um tratamento em profundidade da fiscalidade do sal a partir desta documenta-
ção.
A câmara do Funchal, segundo Dinis Pacheco que estudou este concelho de
1725 a 1734, procedia à eleição e ajuramentação do tesoureiro, com a função de su-
pervisionar a cobrança deste imposto do sal (PACHECO, 2002: 84). De acordo com
o mesmo autor, na prática, esta receita podia ser aplicada em um maior número de
despesas, «mediante as devidas autorizações do senado municipal», para além das
que mencionámos anteriormente. Constituem essas despesas a aposentadoria do juiz
de fora, cadeiras para a sala de sessões do senado, obras na igreja de S. Lázaro, aqui-
sição de papel, cadernos e livros das fintas, vencimentos das amas dos expostos e do
meirinho da serra (PACHECO, 2002: 84). Escreve este autor: «Podemos inferir da flui-
dez e maneabilidade desta receita no suprimento de várias despesas que a Câmara
tem de suportar, mormente em situações de fraca liquidez do cofre municipal» (PA-
CHECO, 2002: 84).
Ana Madalena Trigo de Sousa, uma das autoras que temos vindo a seguir nestas
matérias fiscais, fornece numa tabela os montantes do imposto do sal cobrados no
concelho do Funchal na segunda metade do século XVIII, explicando que «os au-
mentos ou diminuições [são] justificados pela maior ou menor quantidade de sal che-
gado à Madeira» (SOUSA, 2004: 223). Transpusemos essa informação para o gráfi-
co que agora se visiona23.

Gráfico 11 Imposto do sal arrecadado no município do Funchal (1752-1783), em réis

500.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
450.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
400.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
350.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
300.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Réis

250.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
200.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
150.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
100.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
50.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
0 ....................................................................................................................................
1752

1754

1756

1758

1762

1764

1766

1768

1770

1772

1774

1778

1780

1782
1760

Fonte: SOUSA, 2004: 223

Relativamente à importância do imposto do sal no cômputo geral da receita do


município do Funchal, de 1752 a 1785, observe-se o gráfico 12.

23 A autora não apresenta quantitativos para certos anos porque alguns livros de receita e despesa desa-
pareceram ou estão em péssimo estado de conservação, o que tornava impossível a sua consulta (SOU-
SA, 2004: 199).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 227

Gráfico 12 A receita total do município do Funchal – 1752-1785

Imposição do vinho 71,90%


....................................................

Imposto do sal 8,80%


....................................................

Renda do verde 8,60%


....................................................

Receita consignada 6,90%


....................................................
Foros 3,60%
....................................................
Fonte: SOUSA,
Condenações 0,55% 2004: 225

É de salientar que, no conjunto da receita total do município do Funchal, o im-


posto do sal é o segundo mais importante em termos de quantia arrecadada – 8,8%
–, o que, juntamente com o facto de ser receita viva, ou seja, não dependente de ren-
deiros – como se viu –, demonstra bem a sua significância para as finanças do con-
celho. Em primeiro lugar, a grande distância, está a imposição do vinho, com 71,9%,
e, em terceiro lugar, a renda do verde, com 8,6% do total.

Algumas palavras se cumprem neste momento acerca do consumo do sal por


parte da população madeirense. Consultámos, perseguindo esse propósito, algumas
obras narrativas e de literatura de viagens escritas por estrangeiros e autóctones. O
anónimo de A Guide to Madeira containing a short account of Funchall... – obra pu-
blicada em 1801 – conta-nos, a propósito da lepra, que esta doença era «most cons-
picuous among the lower classes of the island, where diet is confined to salt provi-
sions, chiefly fish of the least nourishing kind» (ANÓNIMO, 1801: 68). A mesma cir-
cunstância é-nos relatada pelo autor de An Historical Account of the discovery of the
island of Madeira...: «The poorer natives are afflicted with a disease which is almost
hereditary to them, a kind of leprosy [...].The prevailing opinion is, that it proceeds
from the venereal disease ill cured; and the salt fish, upon which they chiefly subsist,
does not a little contribute to heighten its malignity» (ANÓNIMO, 1750: 67). Nico-
lau Pita revela que «The diet of the country people consists of bread and roots, with
a little animal food, and that chiefly salt fish» (PITTA, 1812: 86). Em A History of Ma-
deira..., diz-se que «Sometimes indeed, though it is considered as a luxury, not being
often seen on the cottage table, the rural people enjoy a meal of salt pork or salted
fish» (ANÓNIMO, 1821: 65).
Será prematuro, a partir destes parcos e indirectos informes, aduzir qualquer ila-
ção de maior, mormente porque o sal aparece-nos não por si só, mas associado à pre-
servação (salga) de proteínas animais (o peixe e a carne de porco) – as que mais en-
travam, segundo os testemunhos vistos, na ementa das classes sociais mais desfavo-
recidas (como é uso dizer-se hoje). Como se procederia à salga destes produtos? Es-
tes alimentos – se e quando importados – seriam introduzidos na ilha já salgados ou
proceder-se-ia à sua salga na Madeira? Não podemos responder de modo cabal a esta
questão; avancemos apenas com alguns indicativos que se referem a essas duas cir-
228 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

cunstâncias, especialmente à salga de peixe na ilha. No copiador de cartas de João


de Saldanha Albuquerque, comerciante e governador e capitão general da Madeira,
que cobre os anos de 1673 a 1694, existe uma «Memoria de que hade vir da ilha de
S. Miguel», de 1694, onde se refere um «caxão» de «4 de carne de vacca de boa sal-
moura e mais hum de 4 de carne de porco da mesma sorte» (in VIEIRA, 1998: 187);
acrescente-se que, no Paul do Mar, após a pesca, algum do peixe poderia ser desti-
nado «à salga para os dias maus» (SARMENTO, 1953: 120); lembremos, ainda, a
existência dos salgadeiros, classe profissional com lugar ou arruamento próprio na
freguesia da Sé, no Funchal (SARMENTO, 1953: 260); e leia-se, por fim, João Adria-
no Ribeiro, quando este escreve, numa monografia sobre o concelho de Machico,
que a «população média e baixa valia-se do peixe salgado quer em salmoura quer
seco ao sol» (RIBEIRO, 2001: 76)24.

Seria estultice, a partir dos indicadores expostos, pretender tirar ilações ou con-
clusões de maior. Não fomos guiados por essa primacial pretensão. Não obstante,
deixe-se registado o seguinte: o sal, tal como os cereais, é um produto essencial cuja
escassez demonstra a dependência estrutural da Madeira do exterior – neste caso pre-
ciso, sobretudo do continente português – no que toca a bens de primeira necessi-
dade, como diríamos hoje.
A importância e a penúria deste mineral configuram um quadro de relações de
poderes algo conflituantes entre as várias instituições políticas e administrativas do
arquipélago – capitão, donatário e município – e explicam a sua relevância em ter-
mos fiscais para o concelho do Funchal, o mais importante, em termos económicos,
da Madeira, e porto de entrada deste produto.§

Fontes Manuscritas e Impressas:

ANÓNIMO, 1750 – An Historical Account of the discovery of the island of Madeira, Abridged from the
Portugueze Original. To which is added, An Account to the present State of the Island, in a a Letter to a
Friend, Londres, J. Payne e J. Bouquet, Pater Noster Row
ANÓNIMO, 1801 – A Guide to Madeira: containing a short account of Funchall, with instructions to such
as repair to that island for health, Londres, T. N. Longman and O. Rees, Paternoster-Row
ANÓNIMO, 1821 – A History of Madeira. A Series of Twenty-seven coloured Engravings, illustrative of the
Costumes, Manners, and Occupations of the Inhabitants of that Island, Londres, R. Ackermann
Arquivo Histórico Ultramarino, Madeira e Porto Santo, cx. n.º 2, doc. 296; cx. n.º 5, doc. 977; cx. n.º 5,
doc. 995
Arquivo Regional da Madeira, Câmara Municipal do Funchal, Lvs. 1239 – Medições do Sal e 1238 – Me-
dição do Sal
COSTA, José Pereira da, 1987 – Livro das Ilhas, Secretaria Regional da Educação e Cultura – Região Au-
tónoma dos Açores; Secretaria Regional do Turismo e Cultura – Região Autónoma da Madeira
COSTA, José Pereira da, 1995 – Vereações da Câmara Municipal do Funchal. Século XV, Funchal, Cen-
tro de Estudos de História do Atlântico
COSTA, José Pereira da, 1998 – Vereações da Câmara Municipal do Funchal na primeira metade do Sé-
culo XVI e Apenso Vereações da Câmara de Santa Cruz. 1515-1516, Funchal, Centro de Estudos de His-
tória do Atlântico
MELO, Luís Francisco de Sousa, 1972 – «Tombo Iº do Registo Geral da Câmara do Funchal», in Arquivo

24 O mesmo autor refere que era usual a população do Porto Santo, onde havia alguma abundância de
sal extraído de poças e salinas, salgar peixe e trocá-lo por géneros que iam da Madeira, em especial le-
nha (RIBEIRO, 2001: 124, 125).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 229

Histórico da Madeira, n.º XV


MENEZES, Servulo Drummond, 1850 – Uma Epoca Administrativa da Madeira e Porto Santo, a Contar do
dia 7 de outubro de 1846, vol. 2, Funchal, Typ. Nacional, 1850.
PITTA, Nicolau B., 1812 – Account of the Island of Madeira, Londres, Longman, Hurst, Rees, Orme &
Brown, Edimburgo, John Anderson
VIEIRA, Alberto, 1996 – O Público e o Privado na História da Madeira, Vol. I, Correspondência particu-
lar do mercador Diogo Fernandes Branco (1649-1652), Funchal, Centro de Estudos de História do Atlân-
tico
VIEIRA, Alberto, 1998 – O Público e o Privado na História da Madeira, Vol. II, Correspondência de João
de Saldanha Albuquerque 1673-1694, Funchal, Centro de Estudos de História do Atlântico

Estudos:

AMORIM, Inês, 2005 – «Os inquéritos sobre o sal português nos séculos XVIII a XX» in I Seminário In-
ternacional sobre o sal português, Instituto de História Moderna da Universidade do Porto, pp. 111-125
BRAUDEL, Fernand, s.d. – Civilização material, Economia e Capitalismo, Séculos XV-XVIII, Tomo 1: As
Estruturas do Quotidiano: o Possível e o Impossível, Lisboa, Teorema
COSME, João dos Santos Ramalho, 1993 – «Subsídios para a História do Movimento Comercial do Por-
to do Funchal (1675-1688)», in Actas do III Colóquio Internacional de História da Madeira, Funchal, Cen-
tro de Estudos de História do Atlântico, pp. 383-388
GOMES, Eduarda Maria de Sousa, 1995 – O Convento da Encarnação do Funchal. Subsídios para a sua
História (1660-1777), Funchal, Centro de Estudos de História do Atlântico
GONÇALVES, Iria, s.d. – «Sal», in Joel Serrão (dir.) – Dicionário de História de Portugal, Vol. V, Porto, Li-
vraria Figueirinhas, pp. 416-419
LEITE, José Guilherme Reis, 2005 – «A Administração: As Estruturas e as Instituições», in Joel Serrão e A.
H. de Oliveira Marques (dir.), Nova História da Expansão Portuguesa, Vol. III – Tomo 1, Artur Teodoro de
Matos (coord.), A Colonização Atlântica, Lisboa, Editorial Estampa
MENESES, Avelino de Freitas de, 2005 – «A Economia e as Finanças», in Joel Serrão e A. H. de Oliveira
Marques (dir.), Nova História da Expansão Portuguesa, Vol. III – Tomo 1, Artur Teodoro de Matos (coord.),
A Colonização Atlântica, Lisboa, Editorial Estampa
MENESES, Avelino de Freitas de, 2001 – «A Circulação», in Joel Serrão e A. H. de Oliveira Marques (dir.),
Nova História de Portugal, Vol. VII, Avelino de Freitas de Meneses (coord.), Portugal, da Paz da Restaura-
ção ao Ouro do Brasil, Lisboa, Editorial Presença
MIGUEL, Carlos Montenegro, 1954 – «A Ilha da Madeira e o Comércio do Sal», in Das Artes e da Histó-
ria da Madeira, n.º 17, pp. 18-20
PACHECO, Dinis Gouveia, 2002 – «O Município do Funchal (1725-1734). Aspectos da Administração,
da Economia e do Quotidiano», in Islenha, n.º 31, Jul.-Dez., pp. 55-130
PEREIRA, António dos Santos, 1987 – A Ilha de S. Jorge (Séculos XV-XVII). Contribuição para o seu Estu-
do, Ponta Delgada, Universidade dos Açores – Departamento de História, Filosofia e Ciências Sociais
RAU, Virgínia, 1984 – Estudos sobre a História do Sal Português, Lisboa, Editorial Presença
RIBEIRO, Adriano, 1992 – «A indústria de conserva de peixe na Madeira», in Islenha, n.º 11, Jul.-Dez.,
pp. 59-70
RIBEIRO, João Adriano, 2001 – Machico – Subsídios para a História do seu Concelho, Machico, Câmara
Municipal de Machico
RIBEIRO, Jorge Martins, 2005 – «Sal português para as Américas: exportações para os Estados Unidos nos
finais do século XVIII e inícios do século XIX», in I Seminário Internacional sobre o sal português, Insti-
tuto de História Moderna da Universidade do Porto, pp. 311-326
SARMENTO, Tenente-coronel Alberto Artur, 1953 – Freguesias da Madeira, 2.ª Edição, Funchal, Edição
da Junta Geral do Distrito Autónomo do Funchal
SILVA, Padre Fernando Augusto, MENESES, Carlos Azevedo de, 1998 – Elucidário Madeirense, vol. III, ed.
fac-símile da edição de 1940-1946, Funchal, Secretaria Regional de Turismo e Cultura – Direcção Regional
dos Assuntos Culturais
SILVA, José Manuel Azevedo e, 1995 – A Madeira e a Construção do Mundo Atlântico (Séculos XV-XVII),
230 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

2 vols., Funchal, Centro de Estudos de História do Atlântico


SOUSA, Ana Madalena Trigo de, 2004 – O Exercício do Poder Municipal na Madeira e Porto Santo na Épo-
ca Pombalina e Post-Pombalina, Funchal, Centro de Estudos de História do Atlântico
SOUSA, João José Abreu de, 1989 – O Movimento do Porto do Funchal e a Conjuntura da Madeira de
1727 a 1810. Alguns Aspectos, Funchal, Secretaria Regional do Turismo, Cultura e Emigração – Direcção
Regional dos Assuntos Culturais
VERÍSSIMO, Nelson, 2000 – Relações de Poder na Sociedade Madeirense do Século XVII, Funchal, Di-
recção Regional de Assuntos Culturais
VIEIRA, Alberto, 1987 – O Comércio Inter-Insular nos Séculos XV e XVI. Madeira, Açores e Canárias (Al-
guns Elementos para o seu Estudo), Funchal, Centro de Estudos de História do Atlântico.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 231

DESTINO DAS EXPORTAÇÕES DO SAL PORTUGUÊS


NA SEGUNDA METADE DO SÉCULO XIX

Jorge Martins Ribeiro*

Resumo: Através do estudo e análise das estatísticas comerciais portuguesas, sobretu-


do as que dizem respeito ao comércio externo, publicadas intermitentemente entre
1848 e 1861 (1848, 1851 e 1855-1856) e, depois disso, de forma continuada até aos
nossos dias, tentaremos determinar quais os principais mercados do sal Português para
o intervalo 1848-1890. A partir desta data dispomos já de um trabalho acerca desta te-
mática, datado de 1959 e realizado sob os auspícios da Comissão Reguladora dos Pro-
dutos Químicos e Farmacêuticos.

O sal é juntamente com o vinho um dos principais produtos portugueses expor-


tados para o estrangeiro, sendo do conhecimento geral o facto de ser comercializa-
do desde tempos imemoriais. Na realidade, segundo Pierre Laszlo, a “fachada atlân-
tica da Península Ibérica está muito naturalmente votada à produção do sal: uma lon-
ga costa exposta a ventos secos e quentes e abençoada com Verões de fraca pluvio-
sidade”. Afirma ainda que, a exploração deste mineral é anterior à conquista roma-
na, encontrando-se documentada para os séculos X e XI, tendo a sua exportação co-
meçado muito cedo. Neste trabalho propomo-nos fazer algumas reflexões acerca da
comercialização deste mineral indispensável à vida e utilizado na alimentação hu-
mana, bem como na conservação de carne e peixe, no período que vai de 1848 a
1890. Aliás, o referido Pierre Laszlo escreve também que “este sal grosso português
era ideal para a salgação (sic) do peixe, do arenque em particular1.
A seguir às Balanças do Comércio (1783-1831), já estudadas, encontrámos pre-
cisamente para o ano de 1848 as primeiras estatísticas publicadas acerca do co-
mércio externo português. De facto, este primeiro volume intitulado Mapas geraes
do commercio de Portugal com suas possessões e nações estrangeiras durante o anno
de 1848 confeccionadas na primeira repartição da Direcção Geral das Alfandegas e
contribuições indirectas do tribunal do Thesouro Publico foi dado à estampa em
18512. No entanto, apesar da sua publicação mais ou menos regulam, entre 1848 e
1885, existem lacunas, não havendo dados para os anos 1849-50, 1852-53, 1857-
60, 1862-64, 1874, 1878-79 e 1883-84. A partir de 1885 a sua publicação torna-se
anual, mantendo-se, com regularidade, embora com algumas falhas, até à actuali-
dade. Terminamos este estudo em 1890, porque, a partir desta data, foram alvo de

* jribeiro@letras.up.pt; jmmr04@yahoo.com.brProfessor Auxiliar do Departamento de História da Facul-


dade de Letras da Universidade do Porto; Universidade do Porto. Instituto de História Moderna. Faculda-
de de Letras. Departamento de História e de Estudos Políticos e Internacionais.
1 LASZLO, Pierre – Pequeno Tratado do Sal, Lisboa: Terramar, 2006, p. I.
2 Mapas geraes do commercio de Portugal com suas possessões e nações estrangeiras durante o anno de
1848 confeccionadas na primeira repartição da Direcção Geral das Alfandegas e contribuições indirec-
tas do tribunal do Thesouro Publico. Lisboa: Imprensa Nacional, 1855
232 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

publicação e análise, em 1959, num trabalho realizado sob os auspícios da Comis-


são Reguladora dos Produtos Químicos e Farmacêuticos3.
Apesar da importância deste produto e de ser uma das principais produções por-
tuguesas, se comparamos as receitas obtidas com as dos vinhos exportados no pe-
ríodo 1865-1890 (Quadro 1), verificamos que estes últimos têm um peso muito maior
na economia do país.

Quadro 1 – Valores da exportação de Sal e Vinhos


Unidade: contos de reis
SAL VINHOS
1865 . . . . . .216 . . . . . .7.524
1866 . . . . . .221 . . . . . .7.602
1867 . . . . . .308 . . . . . .6.201
1868 . . . . . .302 . . . . . .6.863
1869 . . . . . .271 . . . . . .6.904
1870 . . . . . .281 . . . . . .8.656
1871 . . . . . .230 . . . . . .8.128
1872 . . . . . .239 . . . . . .9.247
1873 . . . . . .364 . . . . . .8.815
1874 . . . . . .602 . . . . . .9.233
1875 . . . . . .282 . . . . .11.134
1876 . . . . . .254 . . . . .10.246
1877 . . . . . .220 . . . . .11.350
1878 . . . . . .182 . . . . . .7.240
1879 . . . . . .280 . . . . . .7.111
1880 . . . . . .301 . . . . . .9.609
1881 . . . . . .200 . . . . . .9.807
1882 . . . . . .168 . . . . .10.148
1883 . . . . . .279 . . . . .11.133
1884 . . . . . .175 . . . . .10.894
1885 . . . . . .121 . . . . .13.456
1886 . . . . . .175 . . . . .16.883
1887 . . . . . .276 . . . . .11.359
1888 . . . . . .259 . . . . .12.946
1889 . . . . . .285 . . . . .12.323
1890 . . . . . .167 . . . . .10.898
Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português]. Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891

De qualquer modo, vários autores e historiadores dos séculos XVIII, XIX e XX são
unânimes em exaltar a excelência do sal português, sendo a sua qualidade consi-
derada superior ao produzido em França e na Espanha, até porque, de acordo com
Virgínia Rau, era o “mais adequado para os processos usados pelos neerlandeses e
outros povos do Norte”4. Aliás, segundo Inês Amorim “o sal atlântico aumentou o seu
posicionamento nos caminhos do mar, desde que o clima europeu atingiu um cer-
to arrefecimento, na baixa Idade Média, e as marinhas, mais setentrionais, deram lu-
gar às marinhas francesas e às do sudoeste da Península Ibérica.”5. Aliás, em 1848,

3 COMISSÃO REGULADORA DOS PRODUTOS QUÍMICOS E FARMACÊUTICOS – Exportação de Sal.


Lisboa: Tipografia Portuguesa, 1959. Agradecemos à Profª. Doutora Inês Amorim o facto de nos ter assi-
nalado a existência deste trabalho e de nos ter facultado as suas fotocópias.
4 RAU, Virginia – Rumos e vicissitudes no comércio do sal português nos séculos XIV a XVIII. In “RAU,
Virginia – Estudos sobre a história do sal português”. Lisboa: Editorial Presença, 1984, p. 280; AMORIM,
Inês – Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro, 2001, p. 5; RI-
BEIRO, Jorge Martins – Comércio e Diplomacia nas relações luso-americanas (1776-1822). Porto, 1997,
dissertação de doutoramento, policopiada, pp.36-39 e Sal português para as Américas: exportações para
os Estados Unidos nos finais do século XVIII e inícios do século XIX. In “I Seminário Internacional sobre
o sal português. Porto: Instituto de História Moderna da Universidade Moderna/Faculdade de Letras do Por-
to, 2005, pp. 314-315
5 AMORIM, Inês – Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro, 2001,
p. 5
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 233

na Câmara dos Pares do Reino afirmava-se que o sal em Portugal se formava quase
espontaneamente, cabendo ao legislador tornar a sua produção mais lucrativa6.
Socorrendo-nos, mais uma vez, dos trabalhos de Virgínia Rau, verificamos que
terá havido, no século XVIII, uma “viragem no comércio do sal português pelo que
respeita à posição relativa dos importadores”. Segundo esta historiadora “os holan-
deses perdem o seu predomínio de compradores, ou transportadores, a favor da Es-
candinávia (Suécia, Dinamarca e Noruega) no referente à rota do mar do Norte e do
Báltico”, surgindo novos compradores como a Rússia e a América do Norte. No fi-
nal de setecentos terá havido uma nova viragem neste comércio, sobretudo no do sal
de Setúbal, sendo agora os dinamarqueses e os norte-americanos os maiores clien-
tes deste produto7.
Em relação à documentação, por nós analisada, é curioso verificarmos que o sal
foi sendo incluído em diferentes classes pelas diferentes pautas alfandegárias. Em
1851 aparecia na classe 14 (produtos químicos e medicamentos compostos), após
1855 na 2ª. divisão da classe 16 (produtos químicos e medicinais), a partir de 1865
na classe 17 (produtos químicos) e a seguir a 1887 na classe VII (substâncias mine-
rais, vidro, cristal e produtos cerâmicos). Como vemos há uma certa indefinição em
classificar este mineral talvez porque, de acordo, com José Manuel Garcia:
“O cloreto de sódio possui uma imensa variedade de funções que vão desde a
condimentação das refeições até à conservação do peixe, da carne, das azeitonas,
etc., à preparação do queijo e das peles ou ainda servindo como supletivo na en-
gorda do gado e como complemento na farmacopeia.”8
Se analisarmos o quadro 2 (em anexo), aparecem representadas as quantidades
de sal exportado, por Portugal, na segunda metade de oitocentos. Até 1856 a unidade
de medida utilizada é a tradicional, o moio, entre 1861 e 1873 é o litro, unidade
igualmente utilizada no ano de 1878, nos restantes anos é usado o quilograma. Isto
dificulta singularmente a construção e análise do referido quadro, dado ser desejá-
vel reduzir tudo a quilogramas, de forma a termos uma ideia mais precisa do volu-
me deste tráfico. Os vários autores do século XIX são unânimes em considerar que
1 moio é equivalente a 15 fangas ou 60 alqueires. De acordo com António Lobo
Gyrão, na sua obra Memoria sobre os pesos e medidas de Portugal, publicada em
1833, 1 alqueire são 10,9739 litros, ou por aproximação grosseira 11 litros, o que
daria 660 litros por alqueire. Equivalência, esta, aceite pela maioria dos autores por-
tugueses, conforme refere o Prof. Jean Claude Hocquet, na sua obra Le sel et le pou-
voir9. Por seu turno, Luis Travassos Valdez na Noticia sobre os pesos e medidas de
Portugal e suas possessões ultramarinas e do Brasil, comparando com os antigos
systemas com o novo systema metrico decimal10, datada de 1856, afirmava que cada
6 Câmara dos Pares do Reino, sessão nº. 265, datada de 2 de Março de 1848, p. 320.
7 RAU, Virginia – Rumos e vicissitudes no comércio do sal português nos séculos XIV a XVIII. In “RAU,
Virginia – Estudos sobre a história do sal português”. Lisboa: Editorial Presença, 1984, pp. 290, 292.
8 GARCIA, José Manuel – Apresentação incluída no livro de RAU, Virginia – Estudos sobre a história do
sal português. Lisboa: Editorial Presença, 1984, p. 9.
9 GYRÃO, Antonio Lobo de Barbosa Ferreira Teixeira – Memoria sobre os pesos e medidas de Portugal,
sua origem, antiguidade, denominação, e mudanças, que tem sofrido até nossos dias, e mudanças, que
tem sofrido até nossos dias, bem como sobre a reforma que devem ter acompanhada de varias tabellas
de reducção, ou comparação de todas as medidas e pesos do mundo conhecido, antigas e modernas, com
as actuais de Lisboa. Para uso do commercio e boa intelligencia dos historiadores e geografos antigos e
modernos. Lisboa: Imprensa Nacional, 1833, p. 43; HOCQUET, Jean – Le sel et le pouvoir de l’an mil à
la Révolution Française, 1989, p. 479.
10 VALDEZ, Luis Travassos - Noticia sobre os pesos e medidas de Portugal e suas possessões ultramarinas
e do Brasil, comparando com os antigos systemas com o novo systema metrico decimal. Lisboa: Impren-
sa Nacional, 1856, p. 11. (Agradecemos esta informação à Profª. Inês Amorim).
234 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

moio era equivalente a 992 litros e 56 centilitros. Por outro lado, Carlos Augusto Pin-
to Ferreira, na sua obra Engenharia de Algibeira, dada à estampa em 1869, escreve
que um moio é igual a 8,28 hectolitros, ou seja 828 litros11. Estes dados, são, no en-
tanto, de carácter geral e não especificamente do sal e, como se sabe, as medidas uti-
lizadas para este mineral, bem como as suas conversões ao sistema métrico, varia-
vam de local para local. As medidas são diferentes, até entre locais tão próximos
como Aveiro, Ovar e Ílhavo.
Neste, como noutros domínios subsiste sempre uma dúvida, dada a diversidade
de medidas, qual a utilizada pelos serviços centrais do estado responsáveis pelas es-
tatísticas, neste caso, a Direcção Geral das Alfândegas. Será que utilizavam as me-
didas de Lisboa para o sal? Será que reduziam correctamente os dados provenientes
das outras localidades do país? Apenas estudos mais aturados e pormenorizados nos
arquivos dos organismos estatais poderão dar uma resposta a estas interrogações. No
entanto, pelo que nos foi dado ver, não parece ter havido muito cuidado no trata-
mento dos dados. Assim, conforme dissemos, atrás, entre 1861 e 1873, a unidade uti-
lizada é o litro. Porém, quando nas estatísticas de 1885 aparecem publicados qua-
dros resumo, com dados, a partir de 1871, a Direcção Geral dos Impostos conside-
ra que 1 litro de sal é igual a 1 quilograma do mesmo produto, o que é manifesta-
mente errado, pois para fazer uma tal equivalência é necessário ter em conta a den-
sidade do referido mineral, a qual, ainda para mas varia, conforme o sal é grosso ou
refinado.
No entanto, na sessão da Câmara dos Pares do Reino de 25 de Maio de 1882, o
Presidente do Conselho e Ministro da Fazenda, António Maria Fontes Pereira de
Melo, ao fazer o cálculo do imposto que se podia obter com a comercialização do
sal, afirmava que um moio era igual a 810 quilogramas12. Igualmente, nessa mesma
sessão, o Par do Reino Henrique de Macedo afirmava que cada moio de sal tinha 810
litros, “número redondo 800 litros”13. Já na sessão da Câmara dos Senhores Depu-
tados, do dia 26 de Maio de 1885, o Ministro da Fazenda Hintze Ribeiro em resposta
aos deputados Eduardo José Coelho e Consiglieri Pedroso, acerca do imposto a lan-
çar sobre o sal, calculava um moio igual a 834 litros ou seja aproximadamente 800
quilogramas e, com base nestas equivalências, precisava a verba que o estado po-
dia arrecadar com a comercialização deste produto. Dada a disparidade de medidas
e equivalências atrás referida, achámos ser este um bom ponto de partida para a con-
versão de moios e litros em quilogramas14.
Além disto, em termos de pormenor, as estatísticas variam muito. Se, entre 1848
e 1865 o pormenor chega ao ponto de nos ser fornecida a quantidade de sal expor-
tada por portos., a partir deste último ano (1865) tal pormenorização é deixada de
lado, indicando-se apenas o país de destino, não se podendo, assim, determinar qual
a quantidade que cabia às metrópoles ou às colónias. Por outro lado, as exportações
para as colónias portuguesas da África e da Ásia também aparecem nas estatísticas
do comércio externo.
Dadas as dificuldades acima aduzidas, construímos o quadro 2 (em anexo) no
qual mantivemos as unidades utilizadas nos documentos e calculámos as percenta-
gens de sal relativamente ao total exportado anualmente, para cada um dos países

11 FERREIRA, Carlos Augusto Pinto – Engenharia de Algibeira. Lisboa, 1869, p. 6.


12 Acta da Câmara dos Pares do Reino nº. 68, datada de 25 de Maio de 1882, p. 709.
13 Acta da Câmara dos Pares do Reino nº. 68, datada de 25 de Maio de 1882, p. 706.
14 Acta da Câmara dos Senhores Deputados nº. 91, datada de 26 de Maio de 1885, p. 1796.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 235

compradores deste produto. Por seu lado, o quadro 3 (em anexo) foi organizado
usando as equivalências mencionadas pelo Ministro da Fazenda Hintze Ribeiro, atrás
referidas, pois podemos pensar serem estas as utilizadas pelas Direcção Geral das Al-
fândegas. O quadro 4 (em anexo) mostra-nos a quantias obtidas pela venda deste mi-
neral às nações estrangeiras e colónias portuguesas.

450.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

400.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

350.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

300.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

250.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

200.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

150.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

100.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

50.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1848

1851

1855
1856

1861

1865
1866
1867
1868
1869
1870
1871
1872
1873
1874
1875
1876
1877
1878
1879
1880
1881
1882
1883
1884
1885
1886
1887
1888
1889
1890
Gráfico A
Fonte: Quadro 3 (em anexo)

O gráfico A, construído a partir do referido quadro 3, ilustra a evolução das ex-


portações de sal entre 1848-1890. E, através dele, constatamos que os anos de 1855,
1873, 1875 e 1876 foram aqueles onde os volumes das vendas foram mais elevados,
situando-se em torno das 250.000 toneladas. Por seu turno, em 1879 parece ter sido
muito fraco, pois a exportação, de acordo com o quadro 2, em anexo, teria descido
para cerca de 86 toneladas. Isto, no entanto, não corresponde à realidade. Devido
à inexistência da publicação com as estatísticas anuais do comércio externo portu-
guês para essa data, os dados que conseguimos coligir são muito parcelares. Na rea-
lidade, de acordo com o quadro 4, em 1879, o valor do sal exportado teria atingido
quase 280 contos de reis.
Como podemos verificar, os principais mercados do sal português, no intervalo
de tempo estudado, foram o britânico, o brasileiro e o escandinavo, Suécia e No-
ruega. Relativamente a estes dois países, não conseguimos determinar qual a parte
de cada um pois, em muitos dos anos analisados, aparecem-nos em conjunto. No
que diz respeito à Grã-Bretanha, a qualidade dos dados não nos permite determinar,
para a maior parte dos período estudado, qual a parte que coube à Inglaterra, à Ir-
landa, ao Canadá e à Índia, bem como às outras colónias do império. Sabemos, por
exemplo que, as importações de sal por parte do Canadá, onde era importante para
a salga de peixe, eram significativas, tanto em quantidade como em valor, conforme
se pode ver pelo quadro 5.
236 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Quadro 5 – Quantidade e valor das Exportações de sal para o Canadá


Unidade - toneladas
Anos . . . . . . . . .Quantidade . . . . . . . . . . . . .Valor
1848 . . . . . . . 6.389,120 . . . . . .11.108$200
1851 . . . . . . . 2.763,520 . . . . . . .3.713$000
1856 . . . . . . . 2.101,866 . . . . . . .6.911$000
1861 . . . . . . . 17.591,232 . . . . . .31.967$700
1865 . . . . . . . 9.427,493 . . . . . .16.843$500
1866 . . . . . . . 10.754,445 . . . . . .18.282$200
1867 . . . . . . . 11.330,562 . . . . . .18.117$300
Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português]. Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891

Relativamente à Espanha será de ter em conta as afirmações feitas na sessão da


Câmara dos Pares do Reino de 16 de Junho de 1885 por António de Serpa, no de-
curso da discussão acerca do Tratado de Comércio firmado com a Espanha, em 12
de Dezembro de 1883:
“Pôde-se apresentar o exemplo do sal, e ha já factos que o demonstrara. O sal
que figurava na nossa exportação para Hespanha por uma quantia insignifi-
cante, pois que ainda em 1881 exportâvamos d’este genero para Hespanha o
valor de 7:000$000 réis unicamente, póde vir a figurar depois de posto em exe-
cução o tratado por um valor muito consideravel. Isto não é uma simples con-
jectura. Já se provou, e eu direi porque circumstancias, que é uma realidade.
A Hespanha reduziu o direito sobre o sal de 3,25 pesetas a 0,54, isto é, redu-
ziu este direito á sexta parte de que era anteriormente. Succedeu que assignou
o seu tratado com a França poucas semanas, não me lembra agora exacta-
mente, o intervallo, que, foi pequeno, antes de ter terminado o nosso antigo tra-
tado, que nos dava o tratamento de nação mais favorecida. De modo que es-
tivemos durante algumas semanas, gosando para o nosso sal d’aquella impor-
tante reducção de direito. Durante aquelle pequeno espaço de tempo, a ex-
portação do sal para Hespanha foi extraordinaria. Eu sei que no caminho de
ferro da Beira Alta a receita avultou n’aquellas poucas semanas em; virtude dos
transportes de sal para a fronteira hespanhola. Nós já gozámos portanto d’es-
ta diminuição de direitos no sal pelos resultados que obtivemos podemos cal-
cular os que obteremos, quando em virtude do tratado ella de novo for posta
em pratica. Quando eu fui ministro dos negocios estrangeiros, tive occasião de
receber mais de uma reclamação de negociantes de sal, queixando-se de não
ter continuado era execução o tratado que permittia a introducção do sal em
Hespanha, com o direito reduzido. Aqui temos, pois, outra causa de erro dos
calculos baseado na estatistica de um anno ou até da media de muitos annos
anteriores ao tratado.Calcula-se o valor da exportação do sal para Hespanha
por uma quantia insignificante como na realidade foi, mas não se pensa que
por virtude do tratado aquelle valor vae augmentar consideravelmente”15.
No que diz respeito a Hamburgo, o deputado D. José de Saldanha citava o rela-
tório, de 31 de Dezembro de 1880, do cônsul geral de Portugal, nesta cidade, que
a propósito do sal escrevia:
“Sal. - Houve um augmento n’este genero vindo de Lisboa e Setubal; é um ar-
tigo que aqui se usa hoje tão pouco vindo de Portugal; o paiz produz o que ne-
cessita, de mais a mais empregam se para salgar, em geral, productos chimi-

15 Acta da Câmara dos Pares do Reino nº. 71, datada de 16 de Junho de 1885, pp. 551-552.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 237

cos, só se usa o de Portugal para alguns generos, sendo mais forte do que este
paiz produz.”
Já no relativo à Dinamarca, o referido deputado afirmava que o relatório do côn-
sul geral de Portugal nesse país, datado de 1 de Maio de 1881, considerava ter a im-
portação deste mineral diminuído. Apontava como causas disto, o facto do gado ter
passado a ser exportado vivo, o aumento do preço do sal de Setúbal, o qual subira
cerca de 33% no decurso do primeiro trimestre de 1881, e a utilização de produtos
químicos para a salga16.
Será, ainda, de referir os dados utilizados no Parlamento quando discutiam o pro-
blema do sal. Assim, as quantidades apresentadas na sessão nº. 37 da Câmara dos
Senhores Deputados, de 29 de Fevereiro de 1884, não são coincidentes com as das
estatísticas oficiais. De facto o ministro da Fazenda, Hintze Ribeiro, afirma o seguinte:
“Os documentos nº. 21 e 22 mostram, que ao passo que a exportação dos sal,
accusada pelas nossas alfandegas, se limitou em 1882 a 139.324.455 litros
(133.645 toneladas), subiu em 1883 a 225.619.227 litros (216.4212 toneladas);
o aumento de um anno para outro foi de 86.289.772 litros (82.772 toneladas).
Este augmento de certo em grande parte se explica por existir nos depositos
muito sal que para subtrahir ao imposto sobre o consumo no paiz só destinou
á exportação, determinando assim um movimento anormal; illusoria seria,
pois, a esperança de que com o imposto de um quarto de real se podesse ob-
ter uma receita de 56.404$866 réis; dada a exportação de 1882 o producto
deste imposto seria de 28.816$216; a prospectiva de tão escasso rendimento
não convida ao lançamento do tributo”17.
O autor da já citada publicação da Comissão Reguladora dos Produtos Quími-
cos e Farmacêuticos referia que, em 1874, Portugal era, ainda, o terceiro produtor de
sal, com uma safra de 700.000 toneladas e uma importante exportação. De facto,
neste ano, o país exportou cerca de 423.040 toneladas, que parece ser o volume mais
elevado do período analisado, pois em 1875 desce para 257.503,178 toneladas.
Aliás, de acordo com a referida comissão, teria sido a I Guerra Mundial, a respon-
sável pelo declínio deste “importante sector do nosso comércio externo”18. No en-
tanto, já na Acta da Câmara dos Deputados do dia 13 de Abril de 1850, se discutia
um relatório oficial no qual se afirmava ter havido uma diminuição da produção de
sal de 1848 para 1849 de cerca de mais de 80.000 moios (6.400 toneladas), criti-
cando-se o governo por explicar este fenómeno por causas atmosféricas19.
É interessante referir o facto das estatísticas quase não referirem a exportação de
sal de Cabo Verde e em alguns anos o arquipélago cabo-verdiano até ter recebido
sal metropolitano. Por outro lado, não deixa de ser curioso que incluam as colónias
portuguesas da África e na Ásia nos mesmos quadros dos países estrangeiros.
Apesar de Portugal ser um país produtor e exportador de sal, era também im-
portador deste mineral, conforme se pode ver pelos quadros 6 (em anexo) e 7 (em
anexo). No relativo às importações não se coloca o problema das unidades, pois nas
estatísticas oficiais aparece-nos sempre em quilogramas. Afigura-se-nos interessan-
te o facto de Portugal importar sal da Alemanha, Áustria, Bélgica, Brasil, Espanha, Es-

16 Acta da Câmara dos Senhores Deputados nº. 47, datada de 28 de Março de 1884, pp. 882-883.
17 Acta da Câmara dos Senhores Deputados nº. 37, datada de 29 de Fevereiro de 19884, p. 459.
18 COMISSÃO REGULADORA DOS PRODUTOS QUÍMICOS E FARMACÊUTICOS – Exportação de Sal.
Lisboa: Tipografia Portuguesa, 1959, p. 4.
19 Acta da Câmara dos Senhores Deputados nº. 72, datada de 13 de Abril de 1850, p. 161.
238 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

tados Unidos, França, Grã-Bretanha, Itália, Países Baixos, Suécia e das colónias por-
tuguesas da África. As quantidades são pouco significativas e, apesar da falta de da-
dos concretos, quer-nos parecer, nalguns casos, como o da Áustria, tratar-se de sal
mineral e noutros casos de sal reexportado por esses países. A nação que mais sal en-
viou para Portugal foi a Grã-Bretanha, sendo um dos seus principais portos impor-
tadores, o do Funchal. A Espanha, bem como os Estados Unidos também desempe-
nham um papel relevante neste escambo e a França passa a ter alguma importância,
se bem que residual, a partir de 1881. Por outro lado, é de notar que com excepção
de 1848, 1855, 1856, 1868, 1875, 1882 e de 1855 a 1890, o sal importado esteve
isento do pagamento de direitos alfandegários e, mesmo assim, nos outros anos, nem
toda a quantidade importada esteve sujeita ao pagamento de imposto.
A este respeito o Par do Reino Vaz Preto na sessão nº. 67 de 24 de Maio de 1882
afirmava.
“Se se tratasse, por exemplo, de propor um imposto Sobre a exportação, era ne-
cessario saber a quantidade de sal que se exportava; se se tratasse de lançar um
imposto sobre a importação era necessario tambem saber qual era a importa-
ção do sal; ainda que a importação d’este genero póde dizer-se não existe, se
algum vem é de Hespanha, mas é em quantidade insignificante. Esses dados,
porém, acham-se nas estatisticas commerciaes, e se a camara as quizer ver, eu
as mandarei immediatamente copiar, se bem que existam publicados nas es-
tatisticas commerciaes.”20
Embora com carácter ainda mais residual, as estatísticas oficiais portuguesas re-
ferem a reexportação de sal e o que passava através do território português em trân-
sito ou baldeação, conforme se pode ver pelos quadros 7 e 8.

Quadro 8
Anos . . . . . . . . . . . . . . .Brasil . . . . . . . . . . . . . . . . . Grã-Bretanha . . . . . . . . . . . . . . Estados Unidos . . . . .
. . . . . . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos
1869 . . . . . .7.024 . . .11,000 . . . . .0,11 . . . . . .4* . . . .0,10* ........ ........ ........ ........
1870 . . . . . . . .55 . . .20,000 . . . . .0,20 . . . . . .80 . . . . .1,00 . . . . .0,01 . . . . . . . . ........ ........
1877 .......... ........ ........ .40286** .441,00*+ . . .6,61** . . . . . . . . ........ ........
1887 .......... ........ ........ ........ ........ . . . . . . . . 220000*** . . .652*** ........
1888 .......... ........ ........ ........ ........ . . . . . . . . 260000*** .1.620*** ........
Quantidade - unidade: Kg; Valor - unidade: real

* para gasto de embarcações


** De Lisboa para Grã-Bretanha - teve despacho livre por haver pago o direito de consumo na respectiva alfândega
***De Itália para os Estados Unidos

Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português]. Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891

Quadro 9 – Baldeação e Trânsito


Quantidade - unidade: Kg; Valor - unidade: real
Anos . . . . . . . . . . Alemanha ........ ........ .Espanha ........ . . . . . . . . Estados Unidos
. . . . . . . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos
1887 . . . . . . . . . . ........ ........ 2.007.469 . . . .5.367 ........ ........ ........ ........
1888 . . . . . . . . . . ........ ........ 3.261.573 . . .15.534 ........ 1.290.000 . . . .2.300 . . . . . . . .
1889 . . . . .60.000 . . . . . .45 ........ 3.784.098 . . .11.390 ........ ........ ........ ........
Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português]. Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891

20 Acta da Câmara dos Pares do Reino nº. 67, datada de 24 de Maio de 1882, p. 695.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 239

Em 1887, 1888 e 1889 parte do sal que aparece na rubrica Espanha era espanhol,
apenas utilizando o território português como ponto de passagem e a outra parte era
proveniente da Grã-Bretanha. Os dados relativos à Alemanha para 1889 referem-se
a sal de proveniência espanhola.

***
Como acabámos de ver o sal era um produto importante para a economia por-
tuguesa, embora não atingisse nem os valores, nem o volume do vinho. O facto de
a sua exportação e dos direitos que daí podiam advir para o estado serem importantes
levou a que fosse objecto de discussões nas sessões parlamentares. Tanto Deputados,
como Pares do Reino preocupavam-se com a diminuição das importações, apon-
tando como causas deste fenómeno entre outras, o aumento do preço e a utilização
de produtos químicos para a salga, o que tornava as circunstâncias muito diferentes
das de 1821, em que era amplamente utilizado para salgar manteiga na Irlanda e car-
ne em Hamburgo21. A tudo isto, temos de somar o facto de ser o ganha-pão de mui-
tas famílias, principalmente nas regiões de Setúbal e de Aveiro, pelo que o lança-
mento de impostos sobre este mineral vai ser alvo de acaloradas discussões nas duas
Câmaras do Parlamento Português na segunda metade da centúria de oitocentos.
Aliás, de acordo com Pierre Laszlo “como em qualquer espaço, a história do sal é
para Portugal uma história de poder, de lutas de poder e de rivalidades pelo contro-
le de tributação desta riqueza”22.§

21 Acta da Câmara dos Senhores Deputados nº. 47, datada de 28 de Março de 1884, pp. 882.
22 LASZLO, Pierre, ob. cit., p. II
Anos . . . . . . Alemanha . . . . . % . . Argentina . . . . . % . . . . Áustria . . . . . % . . . . . . . . Bélgica . . . . . % . . . . . . . . . . Brasil . . . . . % . . . . . . . . . . Chile . . . . . %
240

1.848 . . . . . . . . . .696 . . . . . .0 . . . . . .1.879 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.988 . . . . . .1 . . . . . . . . .22.525 . . . . .10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


1.851 . . . . . . . . .3.161 . . . . . .2 . . . . . .2.209 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.739 . . . . . .2 . . . . . . . . .32.507 . . . . .21 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.854 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.855 . . . . . . . .24.325 . . . . . .8 . . . . . .2.293 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8.553 . . . . . .3 . . . . . . . . .59.823 . . . . .19 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.856 . . . . . . . . .3.407 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.744 . . . . . .1 . . . . . . . . .22.989 . . . . .18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.861 . . . . .3.587.393 . . . . . .2 . .1.908.745 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.586.646 . . . . . .2 . . . . .52.334.815 . . . . .28 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.865 . . . . .4.873.483 . . . . . .3 . . . .759.816 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .241.272 . . . . . .0 . . . . .41.844.960 . . . . .29 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.866 . . . . .2.822.965 . . . . . .1 .65.333.901 . . . . .31 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.234.318 . . . . . .1 . . . . .32.171.820 . . . . .15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.867 . . . . .2.042.913 . . . . . .1 . .2.214.828 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.489.788 . . . . . .1 . . . . .40.352.634 . . . . .22 . . . . . . . .352.756 . . . . . .0
1.868 . . . . .1.871.100 . . . . . .1 . . . .417.144 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .357.192 . . . . . .0 . . . . .35.748.508 . . . . .20 . . . . . . . .361.944 . . . . . .0
1.869 . . . . . . .158.400 . . . . . .0 . . . .124.200 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.494.540 . . . . . .1 . . . . .39.195.156 . . . . .24 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.870 . . . . .1.815.496 . . . . . .1 . .1.801.010 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.757.808 . . . . . .1 . . . . .35.401.349 . . . . .18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.871 . . . . .1.061.007 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.926.145 . . . . . .1 . . . . .29.604.236 . . . . .18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.872 . . . . .1.902.895 . . . . . .1 . . . .437.115 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .795.960 . . . . . .0 . . . . .29.183.440 . . . . .16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.873 . . . . .1.853.227 . . . . . .1 . .1.372.944 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.104.048 . . . . . .0 . . . . .40.538.874 . . . . .16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29.670 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
QUADRO 2 Sal - quantidades exportadas

1.875 . . . .34.545.226 . . . . .13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .54.773.451 . . . . .21 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


1.876 . . . . . . . .78.381 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .53.980.654 . . . . .22 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.877 . . . . . . .273.000 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40.512.722 . . . . .21 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.703.683 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10.106.306 . . . . .12 . . . . .31.781.119 . . . . .39 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.880 . . . . .3.469.024 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.500.808 . . . . . .4 . . . . .23.775.166 . . . . .12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.881 . . . . .1.814.380 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.951.040 . . . . . .2 . . . . .11.899.503 . . . . . .9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.882 . . . . .3.348.284 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.728.800 . . . . . .4 . . . . . .7.947.284 . . . . . .7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.885 . . . . .2.210.048 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.040.229 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.886 . . . . .3.720.016 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.573.200 . . . . . .1 . . . . . .5.799.492 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.887 . . . . .3.943.000 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20.280.000 . . . . .11 . . . . .10.155.000 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.888 . . . . .2.342.000 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.937.000 . . . . . .7 . . . . . .5.748.000 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.889 . . . . .5.167.000 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.276.000 . . . . . .3 . . . . . .4.162.000 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.890 . . . . .2.996.000 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .207.000 . . . . . .0 . . . . . .2.309.000 . . . . . .2 . . . . . .1.524.000 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
Anos . . . . . Dinamarca . . . . . % . . . Espanha . . . . . % . . . . . . . EUA . . . . . % . . . . . . . . França . . . . . % . . Grã-Bretanha . . . . . % . . . . . . . . Grécia . . . . . %
1.848 . . . . . . . .25.598 . . . . .12 . . . . . . .985 . . . . . .0 . . . . . .3.674 . . . . . .2 . . . . . . . . .11.075 . . . . . .5 . . . . . . . . .15.026 . . . . . .7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.851 . . . . . . . .24.002 . . . . .16 . . . . . . .608 . . . . . .0 . . . . . . . .55 . . . . . .0 . . . . . . . . . .9.861 . . . . . .6 . . . . . . . . .10.479 . . . . . .7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.854 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.855 . . . . . . . .37.209 . . . . .12 . . . . .31.419 . . . . .10 . . . . .34.340 . . . . .11 . . . . . . . . . .8.333 . . . . . .3 . . . . . . . . .49.087 . . . . .15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.856 . . . . . . . .17.152 . . . . .14 . . . . . .1.233 . . . . . .1 . . . . .11.896 . . . . . .9 . . . . . . . . . .5.089 . . . . . .4 . . . . . . . . .30.331 . . . . .24 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.861 . . . .11.692.672 . . . . . .6 . . . .690.459 . . . . . .0 . .7.888.314 . . . . . .4 . . . . . .6.981.788 . . . . . .4 . . . . .24.740.975 . . . . .13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.865 . . . . .5.924.584 . . . . . .4 . .1.102.529 . . . . . .1 . .5.812.332 . . . . . .4 . . . . . .4.806.454 . . . . . .3 . . . . .22.684.184 . . . . .16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.866 . . . . .5.399.615 . . . . . .3 . .1.534.737 . . . . . .1 . .1.897.780 . . . . . .1 . . . . . .2.091.744 . . . . . .1 . . . . .21.003.887 . . . . .10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.867 . . . . .7.433.811 . . . . . .4 . .1.687.155 . . . . . .1 . .2.239.817 . . . . . .1 . . . . .10.162.818 . . . . . .6 . . . . .20.059.449 . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.868 . . . .15.189.744 . . . . . .8 . .1.980.152 . . . . . .1 . .4.881.959 . . . . . .3 . . . . . .9.149.232 . . . . . .5 . . . . .25.020.546 . . . . .14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
QUADRO 2 (continuação)

1.869 . . . .12.071.580 . . . . . .7 . .4.240.978 . . . . . .3 . .2.834.061 . . . . . .2 . . . . . .4.320.384 . . . . . .3 . . . . .16.961.664 . . . . .10 . . . . . . . . .25.046 . . . . . .0


1.870 . . . .13.180.832 . . . . . .7 . .9.979.714 . . . . . .5 .11.318.284 . . . . . .6 . . . . . .8.605.293 . . . . . .4 . . . . .20.949.723 . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.871 . . . . .8.783.912 . . . . . .5 . .2.497.575 . . . . . .1 .11.884.780 . . . . . .7 . . . . . .7.662.740 . . . . . .5 . . . . .26.472.616 . . . . .16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.872 . . . . .5.669.300 . . . . . .3 . .2.997.389 . . . . . .2 . .6.404.148 . . . . . .3 . . . . . .4.194.279 . . . . . .2 . . . . .33.496.101 . . . . .18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.873 . . . .10.710.084 . . . . . .4 . .3.750.186 . . . . . .1 . .4.532.003 . . . . . .2 . . . . .10.616.212 . . . . . .4 . . . . .45.782.789 . . . . .18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.874 . . . . . . . .67.108 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9.271 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .47.357 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.875 . . . . . . . .10.580 . . . . . .0 . .8.718.916 . . . . . .3 .63.651.750 . . . . .25 . . . . . .1.173.488 . . . . . .0 . . . . .77.095.049 . . . . .30 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.840.145 . . . . . .1 101.718.986 . . . . .41 . . . . . . . .209.518 . . . . . .0 . . . . .70.872.427 . . . . .29 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15.817.353 . . . . . .8 .62.749.366 . . . . .33 . . . . . . . .133.520 . . . . . .0 . . . . .55.384.223 . . . . .29 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.745.691 . . . . . .2 . .9.963.414 . . . . .12 . . . . . .7.551.648 . . . . . .9 . . . . .12.217.783 . . . . .15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28.340 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .58.020 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.365.772 . . . . . .2 .11.231.068 . . . . . .6 . . . . . .5.935.952 . . . . . .3 . . . . .27.345.343 . . . . .14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.881 . . . . .9.047.354 . . . . . .7 . .3.682.531 . . . . . .3 . .3.255.961 . . . . . .3 . . . . . .5.339.772 . . . . . .4 . . . . .20.134.482 . . . . .16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.882 . . . . .5.574.724 . . . . . .5 . .3.479.055 . . . . . .3 . .9.595.760 . . . . . .8 . . . . . .5.258.968 . . . . . .5 . . . . .12.945.310 . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.885 . . . . .5.486.809 . . . . . .7 . .3.464.198 . . . . . .4 . . . . . . .362 . . . . . .0 . . . . . .7.325.862 . . . . . .9 . . . . .16.993.190 . . . . .21 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.886 . . . . .8.111.329 . . . . . .7 . .8.778.524 . . . . . .7 . .3.768.659 . . . . . .3 . . . . . .9.296.778 . . . . . .8 . . . . .13.135.448 . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.887 . . . . .7.648.000 . . . . . .4 . .5.131.000 . . . . . .3 .21.732.000 . . . . .12 . . . . .10.707.000 . . . . . .6 . . . . .17.562.000 . . . . .10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.888 . . . . .4.160.000 . . . . . .2 . .1.408.000 . . . . . .1 .10.138.000 . . . . . .6 . . . . .15.651.000 . . . . . .9 . . . . .20.745.000 . . . . .12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.889 . . . . .7.473.000 . . . . . .4 . .1.709.000 . . . . . .1 . .6.354.000 . . . . . .3 . . . . .17.079.000 . . . . . .9 . . . . .21.173.000 . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.890 . . . . .4.531.000 . . . . . .4 . . . .698.000 . . . . . .1 . .2.581.000 . . . . . .2 . . . . .14.104.000 . . . . .13 . . . . .12.784.000 . . . . .12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS
241
Anos . . . . . . . . . . Itália . . . . . % . . Marrocos . . . . . % Países Baixos . . . . % . . . . . . . Paraguai . . . . . % . . . . . . . . . Rússia . . . . . % Suécia e Noruega . . . . %
242

1.848 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .169 . . . . . .0 . . . . .12.845 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18.705 . . . . . .9 . . . . . . . . .90.574 . . . . .42


1.851 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21 . . . . . .0 . . . . . .6.944 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9.414 . . . . . .6 . . . . . . . . .47.581 . . . . .31
1.854 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.855 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .84 . . . . . .0 . . . . .11.144 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.869 . . . . . .1 . . . . . . . . .44.124 . . . . .14
1.856 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50 . . . . . .0 . . . . . .6.729 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5.809 . . . . . .5 . . . . . . . . .17.544 . . . . .14
1.861 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65.518 . . . . . .0 . .5.280.355 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.408.545 . . . . . .6 . . . . .54.248.529 . . . . .29
1.865 . . . . . . .411.580 . . . . . .0 . . . .227.700 . . . . . .0 . .7.122.736 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.367.472 . . . . . .4 . . . . .38.513.398 . . . . .27
1.866 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .120.432 . . . . . .0 .10.035.893 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5.227.275 . . . . . .3 . . . . . .6.742.635 . . . . . .3
1.867 . . . . . . . .24.840 . . . . . .0 . . . . .86.938 . . . . . .0 . .8.234.741 . . . . . .4 . . . . . . . .306.360 . . . . . .0 . . . . .17.986.508 . . . . .10 . . . . .64.250.560 . . . . .35
1.868 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64.030 . . . . . .0 . .7.506.124 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.297.872 . . . . . .6 . . . . .64.065.425 . . . . .35
QUADRO 2 (continuação)

1.869 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .122.956 . . . . . .0 .11.881.715 . . . . . .7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13.519.890 . . . . . .8 . . . . .57.021.004 . . . . .34


1.870 . . . . . . .231.840 . . . . . .0 . . . . .62.400 . . . . . .0 . .9.244.922 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12.686.602 . . . . . .7 . . . . .61.716.007 . . . . .32
1.871 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33.000 . . . . . .0 .10.918.940 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14.252.603 . . . . . .8 . . . . .49.696.595 . . . . .30
1.872 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .700.028 . . . . . .0 . .9.482.956 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14.801.066 . . . . . .8 . . . . .71.503.507 . . . . .39
1.873 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .582.772 . . . . . .0 .11.514.004 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17.814.666 . . . . . .7 . . . .105.850.426 . . . . .41
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20.241 . . . . . .0
1.875 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.542.920 . . . . . .1 . .4.233.978 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .180.000 . . . . . .0
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.013.522 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .53.000 . . . . . .0 . . . . . . . . .93.310 . . . . . .0
1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26.040 . . . . . .0 . . . .176.224 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .224.825 . . . . . .0 . . . . . . . .317.250 . . . . . .0
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .261.840 . . . . . .0 . .1.734.699 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .158.700 . . . . . .0 . . . . . . . . .99.800 . . . . . .0
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .63.600 . . . . . .0 .10.297.114 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.559.414 . . . . . .4 . . . . .87.910.179 . . . . .46
1.881 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .132.000 . . . . . .0 . .8.636.334 . . . . . .7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.962.814 . . . . . .6 . . . . .51.128.441 . . . . .41
1.882 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25.400 . . . . . .0 . .3.822.868 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.767.808 . . . . . .4 . . . . .50.798.772 . . . . .45
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.885 . . . . . . . . . . .40 . . . . . .0 . . . .167.740 . . . . . .0 . .2.810.520 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.770.392 . . . . . .3 . . . . .37.529.701 . . . . .46
1.886 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .224.588 . . . . . .0 . .5.063.316 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.208.264 . . . . . .1 . . . . .56.226.974 . . . . .48
1.887 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.000 . . . . . .0 . .7.605.000 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.966.000 . . . . . .1 . . . . .74.144.000 . . . . .40
1.888 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10.000 . . . . . .0 .10.596.000 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.507.000 . . . . . .1 . . . . .86.355.000 . . . . .50
1.889 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .55.000 . . . . . .0 .18.264.000 . . . . .10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.042.000 . . . . . .2 . . . . .98.728.000 . . . . .52
1.890 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64.000 . . . . . .0 .21.818.000 . . . . .20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .864.000 . . . . . .1 . . . . .45.784.000 . . . . .41
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
Anos . . . . . . . . Turquia . . . . . % . . . Uruguai . . . . . % África Portuguesa % Ásia Portuguesa . . . . . % . . . Embarcações . . . . . % . desconhecidos . . . . . % . . . . . . . . . Total
1.848 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.500 . . . . . .1 . . . . . .8.858 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .216.097
1.851 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.514 . . . . . .3 . . . . . . . . . . .506 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .154.601
1.854 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.855 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5.263 . . . . . .2 . . . . . . .539 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .300 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .318.705
1.856 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.296 . . . . . .1 . . . . . . .830 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .126.099
1.861 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.154.118 . . . . . .2 . . . .537.673 . . . . . .0 . . . . . . . .282.254 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .189.388.798
1.865 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.281.155 . . . . . .2 . . . .886.255 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .144.859.910
1.866 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.589.472 . . . . . .1 . . . .893.654 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .49.541.169 . . . . .24 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .207.641.297
1.867 . . . . . . . .24.840 . . . . . .0 . .4.526.597 . . . . . .2 . . . .763.982 . . . . . .0 . . . . . . . .248.400 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .140 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .184.489.875
1.868 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.902.168 . . . . . .2 . . . .655.443 . . . . . .0 . . . . . . . . . .5.796 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .182.474.379
QUADRO 2 (continuação)

1.869 . . . . . . .459.540 . . . . . .0 . . . .857.928 . . . . . .1 . .1.163.829 . . . . . .1 . . . . . . . .165.600 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .500 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .166.618.971


1.870 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.759.838 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .860 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .191.511.978
1.871 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.605.134 . . . . . .1 . .1.680.225 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .168.079.508
1.872 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .675.576 . . . . . .0 . .1.273.372 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .183.517.132
1.873 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.189.584 . . . . . .0 . . . .768.814 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8.280 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .257.988.913
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .423.040.000*
1.875 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .256.680 . . . . . .0 .11.321.140 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .257.503.178
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9.224.074 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .246.084.017
1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15.794.292 . . . . . .8 . . . . . . . . .83.800 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .191.492.615
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.938.858 . . . . . .4 . . . . . . . . .66.240 . . . . . .0 . . . . . . . . .62.400 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .82.392.181
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .86.360**
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.831.931 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .192.285.371
1.881 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.067.417 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .126.052.029
1.882 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.454.841 . . . . . .1 . . . . . . . . .24.840 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .212.000 . . . . . .0 . . .113.984.714
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .188.095.000***
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .116.413.000***
1.885 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .51.100 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .80.850.191
1.886 . . . . . . .175.600 . . . . . .0 . . . .248.400 . . . . . .0 . . . .244.361 . . . . . .0 . . . . . . . . .66.240 . . . . . .0 . . . . . . . .135.000 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .117.776.189
1.887 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .688.000 . . . . . .0 . . . . . . . . . .2.000 . . . . . .0 . . . . . .1.587.000 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .183.156.000
1.888 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .968.000 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.000 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .172.568.000
1.889 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .371.000 . . . . . .0 . . . . . . . . . .2.000 . . . . . .0 . . . . . . . .282.000 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .190.137.000
1.890 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41.000 . . . . . .0 . . . .629.000 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .110.934.000
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* Neste ano o total não corresponde à soma das parcelas, dado não possuirmos dados para todos os países
** Dados e totais parcelares. Deste modo, não achámos legítimo calcular aqui as percentagens
*** Nestes anos apenas nos é indicado o volume total do sal exportado para o estrangeio e colónias portuguesas

1848-1856: unidade - moios · 1861-1873: unidade - litros · 1874-1877: unidade - kg · 1878: unidade: litros · 1879-1890: unidade: kg

Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português].Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891


243
Anos . . . . . .Alemanha . . .Argentina . . . . .Áustria . . . . .Bélgica . . . . . . .Brasil . . . . . . .Chile . .Dinamarca . . . .Espanha . . . . . . . .EUA
244

1.848 . . . . . . . . . .557 . . . . . .1.503 . . . . . . . . . . . . . . . . .1.590 . . . . .18.020 . . . . . . . . . . . . . . . .20.478 . . . . . . .788 . . . . . .2.939


1.851 . . . . . . . . .2.529 . . . . . .1.767 . . . . . . . . . . . . . . . . .2.191 . . . . .26.005 . . . . . . . . . . . . . . . .19.202 . . . . . . .487 . . . . . . . .44
1.855 . . . . . . . .19.460 . . . . . .1.834 . . . . . . . . . . . . . . . . .6.842 . . . . .47.858 . . . . . . . . . . . . . . . .29.767 . . . . .25.135 . . . . .27.472
1.856 . . . . . . . . .2.725 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.395 . . . . .18.391 . . . . . . . . . . . . . . . .13.722 . . . . . . .987 . . . . . .9.517
1.861 . . . . . . . . .3.440 . . . . . .1.830 . . . . . . . . . . . . . . . . .4.399 . . . . .50.189 . . . . . . . . . . . . . . . .11.213 . . . . . . .662 . . . . . .7.565
1.865 . . . . . . . . .4.674 . . . . . . .729 . . . . . . . . . . . . . . . . . .231 . . . . .40.129 . . . . . . . . . . . . . . . . .5.682 . . . . . .1.057 . . . . . .5.574
1.866 . . . . . . . . .2.707 . . . . .62.655 . . . . . . . . . . . . . . . . .1.184 . . . . .30.853 . . . . . . . . . . . . . . . . .5.178 . . . . . .1.472 . . . . . .1.820
1.867 . . . . . . . . .1.959 . . . . . .2.124 . . . . . . . . . . . . . . . . .1.429 . . . . .38.698 . . . . . . .338 . . . . . .7.129 . . . . . .1.618 . . . . . .2.148
1.868 . . . . . . . . .1.794 . . . . . . .400 . . . . . . . . . . . . . . . . . .343 . . . . .34.283 . . . . . . .347 . . . . .14.567 . . . . . .1.899 . . . . . .4.682
1.869 . . . . . . . . . .152 . . . . . . .119 . . . . . . . . . . . . . . . . .1.433 . . . . .37.588 . . . . . . . . . . . . . . . .11.577 . . . . . .4.067 . . . . . .2.718
1.870 . . . . . . . . .1.741 . . . . . .1.727 . . . . . . . . . . . . . . . . .1.686 . . . . .33.950 . . . . . . . . . . . . . . . .12.640 . . . . . .9.571 . . . . .10.854
1.871 . . . . . . . . .1.018 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.847 . . . . .28.390 . . . . . . . . . . . . . . . . .8.424 . . . . . .2.395 . . . . .11.398
1.872 . . . . . . . . .1.825 . . . . . . .419 . . . . . . . . . . . . . . . . . .763 . . . . .27.987 . . . . . . . . . . . . . . . . .5.437 . . . . . .2.874 . . . . . .6.142
1.873 . . . . . . . . .1.777 . . . . . .1.317 . . . . . . . . . . . . . . . . .1.059 . . . . .38.877 . . . . . . . . . . . . . . . .10.271 . . . . . .3.596 . . . . . .4.346
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .67 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9
1.875 . . . . . . . .34.545 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .54.773 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11 . . . . . .8.719 . . . . .63.652
1.876 . . . . . . . . . . .78 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .53.981 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.840 . . . .101.719
QUADRO 3 - Sal - quantidades exportadas

1.877 . . . . . . . . . .273 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40.513 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15.817 . . . . .62.749


1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.552 . . . . . . . . . . . . . . . . .9.692 . . . . .30.478 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.674 . . . . . .9.555
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28
1.880 . . . . . . . . .3.469 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.501 . . . . .23.775 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.366 . . . . .11.231
1.881 . . . . . . . . .1.814 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.951 . . . . .11.900 . . . . . . . . . . . . . . . . .9.047 . . . . . .3.683 . . . . . .3.256
1.882 . . . . . . . . .3.348 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.729 . . . . . .7.947 . . . . . . . . . . . . . . . . .5.575 . . . . . .3.479 . . . . . .9.596
1.883 .....................................................................................................
1.884 .....................................................................................................
1.885 . . . . . . . . .2.210 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.040 . . . . . . . . . . . . . . . . .5.487 . . . . . .3.464 . . . . . . . . .0
1.886 . . . . . . . . .3.720 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.573 . . . . . .5.799 . . . . . . . . . . . . . . . . .8.111 . . . . . .8.779 . . . . . .3.769
1.887 . . . . . . . . .3.943 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20.280 . . . . .10.155 . . . . . . . . . . . . . . . . .7.648 . . . . . .5.131 . . . . .21.732
1.888 . . . . . . . . .2.342 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.937 . . . . . .5.748 . . . . . . . . . . . . . . . . .4.160 . . . . . .1.408 . . . . .10.138
1.889 . . . . . . . . .5.167 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.276 . . . . . .4.162 . . . . . . . . . . . . . . . . .7.473 . . . . . .1.709 . . . . . .6.354
1.890 . . . . . . . . .2.996 . . . . . . . . . . . . . . . . . .207 . . . . . .2.309 . . . . . .1.524 . . . . . . . . . . . . . . . . .4.531 . . . . . . .698 . . . . . .2.581
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
Anos . . . . . . . . .França . . .Grã-Bret. . . . . . .Grécia . . . . . . .Itália . . .Marrocos . .Países Bxs. . . . .Paraguai . . . . . .Rússia . .Suéc./Nor.
1.848 . . . . . . . . .8.860 . . . . .12.021 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .135 . . . . .10.276 . . . . . . . . . . . . . . . .14.964 . . . . .72.459
1.851 . . . . . . . . .7.889 . . . . . .8.383 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17 . . . . . .5.555 . . . . . . . . . . . . . . . . .7.531 . . . . .38.064
1.855 . . . . . . . . .6.666 . . . . .39.270 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .67 . . . . . .8.915 . . . . . . . . . . . . . . . . .1.495 . . . . .35.299
1.856 . . . . . . . . .4.071 . . . . .24.265 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40 . . . . . .5.383 . . . . . . . . . . . . . . . . .4.647 . . . . .14.035
1.861 . . . . . . . . .6.696 . . . . .23.727 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .63 . . . . . .5.064 . . . . . . . . . . . . . . . .10.941 . . . . .52.024
1.865 . . . . . . . . .4.609 . . . . .21.754 . . . . . . . . . . . . . . . . . .395 . . . . . . .218 . . . . . .6.831 . . . . . . . . . . . . . . . . .6.106 . . . . .36.934
1.866 . . . . . . . . .2.006 . . . . .20.143 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .115 . . . . . .9.624 . . . . . . . . . . . . . . . . .5.013 . . . . . .6.466
1.867 . . . . . . . . .9.746 . . . . .19.237 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24 . . . . . . . .83 . . . . . .7.897 . . . . . . .294 . . . . .17.249 . . . . .61.616
1.868 . . . . . . . . .8.774 . . . . .23.995 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .61 . . . . . .7.198 . . . . . . . . . . . . . . . .10.835 . . . . .61.439
1.869 . . . . . . . . .4.143 . . . . .16.266 . . . . . . . .24 . . . . . . . . . . . . . . . . . .118 . . . . .11.395 . . . . . . . . . . . . . . . .12.966 . . . . .54.683
QUADRO 3 (continuação)

1.870 . . . . . . . . .8.252 . . . . .20.091 . . . . . . . . . . . . . . . . . .222 . . . . . . . .60 . . . . . .8.866 . . . . . . . . . . . . . . . .12.166 . . . . .59.186


1.871 . . . . . . . . .7.349 . . . . .25.387 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .32 . . . . .10.471 . . . . . . . . . . . . . . . .13.668 . . . . .47.659
1.872 . . . . . . . . .4.022 . . . . .32.123 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .671 . . . . . .9.094 . . . . . . . . . . . . . . . .14.194 . . . . .68.572
1.873 . . . . . . . .10.181 . . . . .43.906 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .559 . . . . .11.042 . . . . . . . . . . . . . . . .17.084 . . . .101.511
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .47 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20
1.875 . . . . . . . . .1.173 . . . . .77.095 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.543 . . . . . .4.234 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .180
1.876 . . . . . . . . . .210 . . . . .70.872 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.014 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .53 . . . . . . . .93
1.877 . . . . . . . . . .134 . . . . .55.384 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26 . . . . . . .176 . . . . . . . . . . . . . . . . . .225 . . . . . . .317
1.878 . . . . . . . . .7.242 . . . . .11.717 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .251 . . . . . .1.664 . . . . . . . . . . . . . . . . . .152 . . . . . . . .96
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .58 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.880 . . . . . . . . .5.936 . . . . .27.345 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64 . . . . .10.297 . . . . . . . . . . . . . . . . .7.559 . . . . .87.910
1.881 . . . . . . . . .5.340 . . . . .20.134 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .132 . . . . . .8.636 . . . . . . . . . . . . . . . . .6.963 . . . . .51.128
1.882 . . . . . . . . .5.259 . . . . .12.945 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25 . . . . . .3.823 . . . . . . . . . . . . . . . . .4.768 . . . . .50.799
1.883 .....................................................................................................
1.884 .....................................................................................................
1.885 . . . . . . . . .7.326 . . . . .16.993 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . .168 . . . . . .2.811 . . . . . . . . . . . . . . . . .2.770 . . . . .37.530
1.886 . . . . . . . . .9.297 . . . . .13.135 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .225 . . . . . .5.063 . . . . . . . . . . . . . . . . .1.208 . . . . .56.227
1.887 . . . . . . . .10.707 . . . . .17.562 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6 . . . . . .7.605 . . . . . . . . . . . . . . . . .1.966 . . . . .74.144
1.888 . . . . . . . .15.651 . . . . .20.745 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10 . . . . .10.596 . . . . . . . . . . . . . . . . .2.507 . . . . .86.355
1.889 . . . . . . . .17.079 . . . . .21.173 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .55 . . . . .18.264 . . . . . . . . . . . . . . . . .3.042 . . . . .98.728
1.890 . . . . . . . .14.104 . . . . .12.784 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64 . . . . .21.818 . . . . . . . . . . . . . . . . . .864 . . . . .45.784
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS
245
Anos . . . . . . . .Turquia . . . .Uruguai . África Port. . . . Ásia Port. EmbarcaçõesDesconhecidos . . . . . .Total
246

1.848 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.200 . . . . . .7.086 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .172.877


1.851 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.611 . . . . . . .405 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .123.681
1.855 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.210 . . . . . . .431 . . . . . . .240 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .254.964
1.856 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.037 . . . . . . .664 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .100.879
1.861 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.025 . . . . . . .516 . . . . . . .271 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .181.624
1.865 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.147 . . . . . . .850 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .138.921
1.866 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.524 . . . . . . .857 . . . . . . . . . . . . . . . .47.510 . . . . . . . . . . . . . . .199.128
1.867 . . . . . . . . . . .24 . . . . . .4.341 . . . . . . .733 . . . . . . .238 . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . .176.926
1.868 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.742 . . . . . . .629 . . . . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .174.993
1.869 . . . . . . . . . .441 . . . . . . .823 . . . . . .1.116 . . . . . . .159 . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . .159.788
QUADRO 3 (continuação)

1.870 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.647 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . .183.660


1.871 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.539 . . . . . .1.611 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .161.188
1.872 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .648 . . . . . .1.221 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .175.993
1.873 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.141 . . . . . . .737 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8 . . . . . . . . . . . . . . .247.411
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .423.040*
1.875 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .257 . . . . .11.321 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .257.503
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9.224 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .246.084
1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15.794 . . . . . . . .84 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .191.493
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.818 . . . . . . . .64 . . . . . . . .60 . . . . . . . . . . . . . . . .79.014
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .86,360**
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.832 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .192.285
1.881 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.067 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .126.052
1.882 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.455 . . . . . . . .25 . . . . . . . . . . . . . . . . . .212 . . . .113.985
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .188.095***
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .146.413***
1.885 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .51 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .80.850
1.886 . . . . . . . . . .176 . . . . . . .248 . . . . . . .244 . . . . . . . .66 . . . . . . .135 . . . . . . . . . . . . . . .117.776
1.887 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .688 . . . . . . . . .2 . . . . . .1.587 . . . . . . . . . . . . . . .183.156
1.888 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .968 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . .172.568
1.889 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .371 . . . . . . . . .2 . . . . . . .282 . . . . . . . . . . . . . . .190.137
1.890 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41 . . . . . . .629 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .110.934

* Neste ano o total não corresponde à soma das parcelas, dado não possuirmos dados para todos os países
** Dados parcelares, não foi possível determinar o total exportado
*** Nestes anos apenas nos é indicado o volume total do sal exportado para o estrangeio e colónias portuguesas
unidade - tonelada métrica
Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português].Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
Anos . . . . . .Alemanha . . . . . .% . . .Argentina . . . . . .% . . . . .Áustria . . . . . .% . . . . . . . . .Bélgica . . . . . .% . . . . . . . . . . .Brasil . . . . . .% . . . . . . . . . . .Chile . . . . . .%
1.848 . . . . . . . . .9.532 . . . . . .4 . . . . . .2.324 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.988 . . . . . .1 . . . . . . . . .22.503 . . . . .10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.851 . . . . . . . . .7.862 . . . . . .4 . . . . . .3.209 . . . . . .2 . . . . . .9.532 . . . . . .5 . . . . . . . . . .2.739 . . . . . .2 . . . . . . . . .37.721 . . . . .21 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.854 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.855 . . . . . . . .30.602 . . . . . .8 . . . . . .3.289 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10.615 . . . . . .3 . . . . . . . . .87.944 . . . . .22 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.856 . . . . . . . . .9.658 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.584 . . . . . .2 . . . . . . . . .69.124 . . . . .19 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.861 . . . . . . . . .6.613 . . . . . .2 . . . . . .2.470 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8.383 . . . . . .3 . . . . . . . . .76.423 . . . . .23 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.865 . . . . . . . . .7.265 . . . . . .3 . . . . . .7.549 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .364 . . . . . .0 . . . . . . . . .57.999 . . . . .27 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.866 . . . . . . . . .4.297 . . . . . .2 . . . . . .4.297 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.104 . . . . . .1 . . . . . . . . .39.119 . . . . .18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.867 . . . . . . . . .3.908 . . . . . .1 . . . . . .3.440 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.690 . . . . . .1 . . . . . . . . .56.181 . . . . .18 . . . . . . . . . . .695 . . . . . .0
1.868 . . . . . . . . .3.080 . . . . . .1 . . . . . . .901 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .703 . . . . . .0 . . . . . . . . .49.447 . . . . .16 . . . . . . . . . . .713 . . . . . .0
1.869 . . . . . . . . . .280 . . . . . .0 . . . . . . .120 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.621 . . . . . .1 . . . . . . . . .52.040 . . . . .19 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.870 . . . . . . . . .2.232 . . . . . .1 . . . . . .1.486 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.477 . . . . . .1 . . . . . . . . .38.369 . . . . .14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.871 . . . . . . . . .1.288 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.814 . . . . . .1 . . . . . . . . .36.093 . . . . .16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.872 . . . . . . . . .3.551 . . . . . .1 . . . . . . .570 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.206 . . . . . .1 . . . . . . . . .34.901 . . . . .15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.873 . . . . . . . . .2.412 . . . . . .1 . . . . . .2.036 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.673 . . . . . .0 . . . . . . . . .47.306 . . . . .13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .52.000 . . . . . .9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.875 . . . . . . . .34.088 . . . . .12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .61.597 . . . . .22 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
QUADRO 4 Valor das exportações de sal

1.876 . . . . . . . . . .183 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .55.788 . . . . .22 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


1.877 . . . . . . . . . .410 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41.066 . . . . .19 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10.993 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16.982 . . . . . .9 . . . . . . . . .38.276 . . . . .21 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .58.100 . . . . .21 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.880 . . . . . . . . .5.269 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.250 . . . . . .4 . . . . . . . . .35.863 . . . . .12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.881 . . . . . . . . .2.833 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.613 . . . . . .2 . . . . . . . . .18.402 . . . . . .9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.882 . . . . . . . . .4.998 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.093 . . . . . .4 . . . . . . . . .10.825 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.885 . . . . . . . . .3.315 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.062 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.886 . . . . . . . . .5.580 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.360 . . . . . .1 . . . . . . . . . .9.339 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.887 . . . . . . . . .5.914 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30.423 . . . . .11 . . . . . . . . .15.231 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.888 . . . . . . . . .3.514 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17.905 . . . . . .7 . . . . . . . . . .8.905 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.889 . . . . . . . . .7.750 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9.414 . . . . . .3 . . . . . . . . . .6.245 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.890 . . . . . . . . .4.492 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .311 . . . . . .0 . . . . . . . . . .3.464 . . . . . .2 . . . . . . . . . .2.615 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS
247
Anos . . . . .Dinamarca . . . . . .% . . . .Espanha . . . . . .% . . . . . .E.U.A. . . . . . .% . . . . . . . . .França . . . . . .% . . . . . . .Grã-Bret. . . . . . .% . . . . . . . . .Grécia . . . . . .%
248

1.848 . . . . . . . .25.598 . . . . .11 . . . . . .6.787 . . . . . .3 . . . . . .3.674 . . . . . .2 . . . . . . . . .11.075 . . . . . .5 . . . . . . . . .16.088 . . . . . .7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


1.851 . . . . . . . .24.035 . . . . .13 . . . . . .6.515 . . . . . .4 . . . . . . . .55 . . . . . .0 . . . . . . . . . .9.893 . . . . . .5 . . . . . . . . .11.165 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.854 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.855 . . . . . . . .46.739 . . . . .12 . . . . . .5.604 . . . . . .1 . . . . .45.696 . . . . .12 . . . . . . . . .11.657 . . . . . .3 . . . . . . . . .67.040 . . . . .17 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.856 . . . . . . . .44.034 . . . . .12 . . . . .11.340 . . . . . .3 . . . . .25.152 . . . . . .7 . . . . . . . . .14.258 . . . . . .4 . . . . . . . . .85.151 . . . . .24 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.861 . . . . . . . .18.842 . . . . . .6 . . . . . .8.378 . . . . . .3 . . . . .11.489 . . . . . .4 . . . . . . . . .18.332 . . . . . .6 . . . . . . . . .43.562 . . . . .13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.865 . . . . . . . .10.487 . . . . . .5 . . . . .10.843 . . . . . .5 . . . . . .7.032 . . . . . .3 . . . . . . . . . .6.086 . . . . . .3 . . . . . . . . .33.737 . . . . .16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.866 . . . . . . . . .8.839 . . . . . .4 . . . . .14.032 . . . . . .6 . . . . . .2.999 . . . . . .1 . . . . . . . . . .3.192 . . . . . .1 . . . . . . . . .32.647 . . . . .15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.867 . . . . . . . .12.800 . . . . . .4 . . . . .18.340 . . . . . .6 . . . . . .3.295 . . . . . .1 . . . . . . . . .17.434 . . . . . .6 . . . . . . . . .31.991 . . . . .10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.868 . . . . . . . .30.306 . . . . .10 . . . . .21.186 . . . . . .7 . . . . . .7.857 . . . . . .3 . . . . . . . . .14.918 . . . . . .5 . . . . . . . . .35.523 . . . . .12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
QUADRO 4 (continuação)

1.869 . . . . . . . .18.851 . . . . . .7 . . . . .37.459 . . . . .14 . . . . . .2.616 . . . . . .1 . . . . . . . . .12.220 . . . . . .5 . . . . . . . . .21.809 . . . . . .8 . . . . . . . . . . . .60 . . . . . .0


1.870 . . . . . . . .17.522 . . . . . .6 . . . . .44.875 . . . . .16 . . . . .11.391 . . . . . .4 . . . . . . . . .12.583 . . . . . .4 . . . . . . . . .25.091 . . . . . .9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.871 . . . . . . . .11.286 . . . . . .5 . . . . .16.053 . . . . . .7 . . . . .15.997 . . . . . .7 . . . . . . . . .11.086 . . . . . .5 . . . . . . . . .30.733 . . . . .13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.872 . . . . . . . . .9.001 . . . . . .4 . . . . .13.926 . . . . . .6 . . . . . .7.345 . . . . . .3 . . . . . . . . . .5.908 . . . . . .2 . . . . . . . . .47.746 . . . . .20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.873 . . . . . . . .14.726 . . . . . .4 . . . . .17.517 . . . . . .5 . . . . . .8.208 . . . . . .2 . . . . . . . . .14.366 . . . . . .4 . . . . . . . . .60.291 . . . . .17 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.874 . . . . . . . .69.500 . . . . .12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9.200 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .67.300 . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.875 . . . . . . . . . .200 . . . . . .0 . . . . .23.891 . . . . . .8 . . . . .67.883 . . . . .24 . . . . . . . . . .1.676 . . . . . .1 . . . . . . . . .70.438 . . . . .25 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15.308 . . . . . .6 . . . . .97.670 . . . . .38 . . . . . . . . . . .208 . . . . . .0 . . . . . . . . .69.863 . . . . .27 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29.887 . . . . .14 . . . . .67.813 . . . . .31 . . . . . . . . . . .510 . . . . . .0 . . . . . . . . .61.592 . . . . .28 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19.393 . . . . .11 . . . . .15.461 . . . . . .8 . . . . . . . . .10.060 . . . . . .6 . . . . . . . . .62.710 . . . . .34 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25.700 . . . . . .9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64.400 . . . . .23 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17.265 . . . . . .6 . . . . .16.822 . . . . . .6 . . . . . . . . . .9.281 . . . . . .3 . . . . . . . . .41.155 . . . . .14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.881 . . . . . . . .14.235 . . . . . .7 . . . . . .7.155 . . . . . .4 . . . . . .4.932 . . . . . .2 . . . . . . . . . .8.406 . . . . . .4 . . . . . . . . .30.806 . . . . .15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.882 . . . . . . . . .8.340 . . . . . .5 . . . . . .5.953 . . . . . .4 . . . . .13.606 . . . . . .8 . . . . . . . . . .7.838 . . . . . .5 . . . . . . . . .19.401 . . . . .12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.885 . . . . . . . . .8.496 . . . . . .7 . . . . . .5.497 . . . . . .5 . . . . . . . . .2 . . . . . .0 . . . . . . . . .10.988 . . . . . .9 . . . . . . . . .25.485 . . . . .21 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.886 . . . . . . . .10.646 . . . . . .6 . . . . .12.775 . . . . . .7 . . . . . .5.685 . . . . . .3 . . . . . . . . .13.990 . . . . . .8 . . . . . . . . .19.714 . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.887 . . . . . . . .11.562 . . . . . .4 . . . . . .8.215 . . . . . .3 . . . . .32.567 . . . . .12 . . . . . . . . .16.092 . . . . . .6 . . . . . . . . .26.224 . . . . .10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.888 . . . . . . . . .6.300 . . . . . .2 . . . . . .2.414 . . . . . .1 . . . . .15.194 . . . . . .6 . . . . . . . . .23.491 . . . . . .9 . . . . . . . . .30.992 . . . . .12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.889 . . . . . . . .11.209 . . . . . .4 . . . . . .2.763 . . . . . .1 . . . . . .9.531 . . . . . .3 . . . . . . . . .25.767 . . . . . .9 . . . . . . . . .31.729 . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.890 . . . . . . . . .6.804 . . . . . .4 . . . . . .1.113 . . . . . .1 . . . . . .3.872 . . . . . .2 . . . . . . . . .21.169 . . . . .13 . . . . . . . . .19.091 . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
Anos . . . . . . . . . . .Itália . . . . . .% . . .Marrocos . . . . . .% . .Países Bxs. . . . . . .% . . . . . . . .Paraguai . . . . . .% . . . . . . . . . .Rússia . . . . . .% . . . . . .Suéc./Nor. . . . . . .%
1.848 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .610 . . . . . .0 . . . . .12.845 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18.502 . . . . . .8 . . . . . . . . .91.100 . . . . .41
1.851 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24 . . . . . .0 . . . . . .7.652 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10.214 . . . . . .6 . . . . . . . . .50.662 . . . . .28
1.854 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.855 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .128 . . . . . .0 . . . . .14.389 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.310 . . . . . .1 . . . . . . . . .57.257 . . . . .15
1.856 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .179 . . . . . .0 . . . . .23.207 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25.066 . . . . . .7 . . . . . . . . .42.433 . . . . .12
1.861 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .162 . . . . . .0 . . . . . .7.412 . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20.380 . . . . . .6 . . . . . . . . .99.069 . . . . .30
1.865 . . . . . . . . . .665 . . . . . .0 . . . . . . .350 . . . . . .0 . . . . .11.082 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9.866 . . . . . .5 . . . . . . . . .53.091 . . . . .25
1.866 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .244 . . . . . .0 . . . . .14.588 . . . . . .7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.943 . . . . . .4 . . . . . . . . .10.330 . . . . . .5
1.867 . . . . . . . . . . .30 . . . . . .0 . . . . . . .178 . . . . . .0 . . . . .12.701 . . . . . .4 . . . . . . . . . . .300 . . . . . .0 . . . . . . . . .30.573 . . . . .10 . . . . . . . .106.504 . . . . .35
1.868 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .240 . . . . . .0 . . . . .11.597 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15.920 . . . . . .5 . . . . . . . .104.899 . . . . .35
QUADRO 4 (continuação)

1.869 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .161 . . . . . .0 . . . . .17.258 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19.906 . . . . . .7 . . . . . . . . .82.904 . . . . .31


1.870 . . . . . . . . . .220 . . . . . .0 . . . . . . . .81 . . . . . .0 . . . . .12.631 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16.911 . . . . . .6 . . . . . . . . .92.623 . . . . .33
1.871 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41 . . . . . .0 . . . . .14.639 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19.422 . . . . . .8 . . . . . . . . .66.763 . . . . .29
1.872 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .756 . . . . . .0 . . . . .12.694 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14.658 . . . . . .6 . . . . . . . . .83.185 . . . . .35
1.873 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .745 . . . . . .0 . . . . .15.398 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .23.240 . . . . . .6 . . . . . . . .153.937 . . . . .42
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .293.000 . . . . .49
1.875 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.560 . . . . . .1 . . . . . .9.613 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .235 . . . . . .0
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.999 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .80 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .195 . . . . . .0
1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .116 . . . . . .0 . . . . . . .295 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .362 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .400 . . . . . .0
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .292 . . . . . .0 . . . . . .1.404 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .360 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .162 . . . . . .0
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26.200 . . . . . .9
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .122 . . . . . .0 . . . . .15.475 . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.339 . . . . . .4 . . . . . . . .132.574 . . . . .44
1.881 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .198 . . . . . .0 . . . . .13.306 . . . . . .7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10.911 . . . . . .5 . . . . . . . . .82.492 . . . . .41
1.882 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38 . . . . . .0 . . . . . .5.059 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.153 . . . . . .4 . . . . . . . . .75.048 . . . . .45
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.885 . . . . . . . . . . . .4 . . . . . .0 . . . . . . .253 . . . . . .0 . . . . . .4.216 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.156 . . . . . .3 . . . . . . . . .55.254 . . . . .46
1.886 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .337 . . . . . .0 . . . . . .7.605 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.812 . . . . . .1 . . . . . . . . .84.138 . . . . .48
1.887 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9 . . . . . .0 . . . . .11.428 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.949 . . . . . .1 . . . . . . . .111.918 . . . . .41
1.888 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15 . . . . . .0 . . . . .15.845 . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.761 . . . . . .1 . . . . . . . .129.661 . . . . .50
1.889 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .111 . . . . . .0 . . . . .27.395 . . . . .10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.563 . . . . . .2 . . . . . . . .147.694 . . . . .52
1.890 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .97 . . . . . .0 . . . . .32.790 . . . . .20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.295 . . . . . .1 . . . . . . . . .68.674 . . . . .41
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS
249
Anos . . . . . . . .Turquia . . . . . .% . . . .Uruguai . . . . . .% . .África Port. . . . . . .% . . . . . . .Ásia Port. . . . . . .% . . . .Embarcações . . . . . .% . .Desconhecidos . . . . . .% . . . . . . . . . .Total
250

1.848 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.500 . . . . . .1 . . . . . . . .22 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .224.148


1.851 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .154 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .506 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .181.937
1.854 ........................................................................................................................................
1.855 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.879 . . . . . .2 . . . . . . .693 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .500 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .391.341
1.856 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.911 . . . . . .1 . . . . . .2.144 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .362.242
1.861 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.744 . . . . . .1 . . . . . . .825 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .297 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .327.379
1.865 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5.006 . . . . . .2 . . . . . .1.044 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .215.671
1.866 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.186 . . . . . .1 . . . . . . .888 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .72.847 . . . . .33 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .220.551
1.867 . . . . . . . . . . .28 . . . . . .0 . . . . . .6.130 . . . . . .2 . . . . . . .824 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .200 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . .2 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .308.244
1.868 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.070 . . . . . .1 . . . . . . .660 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . .11 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .302.031
QUADRO 4 (continuação)

1.869 . . . . . . . . . .470 . . . . . .0 . . . . . . .887 . . . . . .0 . . . . . .1.048 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .120 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . .1 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .270.830


1.870 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.234 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .280.729
1.871 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.074 . . . . . .1 . . . . . .2.140 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .230.429
1.872 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.022 . . . . . .0 . . . . . .2.522 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .238.991
1.873 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.760 . . . . . .0 . . . . . . .747 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .364.372
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .601.500*
1.875 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .279 . . . . . .0 . . . . .10.972 . . . . . .4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .282.432
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8.141 . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .254.435
1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17.670 . . . . . .8 . . . . . . . . . . . .92 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .220.213
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5.640 . . . . . .3 . . . . . . . . . . .132 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .150 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .182.015
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .279.700*
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.243 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .300.658
1.881 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.658 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .199.947
1.882 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.076 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . .37 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .318 . . . . . .0 . . . . . .167.783
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .279.000**
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .175.400**
1.885 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .77 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .120.805
1.886 . . . . . . . . . .263 . . . . . .0 . . . . . . .372 . . . . . .0 . . . . . . .391 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . .99 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .310 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .175.416
1.887 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.033 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . .3 . . . . . .0 . . . . . . . . . .2.380 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .275.948
1.888 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.456 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .259.458
1.889 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .559 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . .3 . . . . . .0 . . . . . . . . . . .422 . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .285.155
1.890 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .62 . . . . . .0 . . . . . . .952 . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .166.801

* Nestes anos o total não corresponde à soma das parcelas, dado não possuirmos dados para todos os países
** Nestes anos apenas nos é indicado o valor total do sal exportado para o estrangeio e colónias portuguesas
unidade: real
Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português].Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
Anos . . . . . .Alemanha . . . . . . . . . .% . . . . .Áustria . . . . . . . . . .% . . . . .Bélgica . . . . . . . . . .% . . . . . . .Brasil . . . . . . . . . .% . . . .Espanha . . . . . . . . . .% . . . . . .E.U.A. . . . . . . . . . .%
1.848 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.855 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.856 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.861 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.865 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .144 . . . . . . . . .5
1.866 . . . . . . . . . . .40 . . . . . . . . .1 . . . . . . . .16 . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6 . . . . . . . . .0
1.867 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .935 . . . . . . . .15 . . . . . . .525 . . . . . . . . .8 . . . . . . . .57 . . . . . . . . .1
1.868 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15 . . . . . . . . .0
1.869 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26 . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.870 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . . .0
1.871 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.872 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .112.674 . . . . . . . .86 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
QUADRO 6 - Importação de sal

1.873 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .107 . . . . . . . . .1
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.875 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.350 . . . . . . . . .8 . . . . . . .457 . . . . . . . . .2
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.040 . . . . . . . .12
1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .482.261 . . . . . . . .76 . . . . . .2.096 . . . . . . . . .0
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .216.945 . . . . . . . .88 . . . . . .1.650 . . . . . . . . .1
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40 . . . . . . . . .4 . . . . . . . .77 . . . . . . . . .8 . . . . . . .660 . . . . . . . .64
1.881 . . . . . . . . . .474 . . . . . . . .92 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . . .0
1.882 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .622 . . . . . . . .31 . . . . . . . . .6 . . . . . . . . .0
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.885 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .756 . . . . . . . .93 . . . . . . . . .2 . . . . . . . . .0
1.886 . . . . . . . . . . .12 . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .356 . . . . . . . . .1 . . . . . .2.695 . . . . . . . . .5
1.887 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .905 . . . . . . . . .1 . . . . . .3.055 . . . . . . . . .5
1.888 . . . . . . . . . . .22 . . . . . . . . .0 . . . . . . .103 . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.123 . . . . . . . . .1 . . . . . .4.172 . . . . . . . . .3
1.889 . . . . . . . . . .159 . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65.042 . . . . . . . .37 . . . . . .2.645 . . . . . . . . .2
1.890 . . . . . . . . . .177 . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .482 . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .843 . . . . . . . . .0 . . . . . .3.023 . . . . . . . . .2
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS
251
Anos . . . . . . . . .França . . . . . . . . . .% . . .Grã-Bret. . . . . . . . . . .% . . . . . . .Itália . . . . . . . . . .% . .Países Bxs. . . . . . . . . . .% . . . . . .Suécia . . . . . . . . . .%Desconhecida . . . . . . . . .%
252

1.848 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15 . . . . . . .100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


1.855 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .166 . . . . . . .100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.856 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .97 . . . . . . .100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.861 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.065 . . . . . . .100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.865 . . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . . .0 . . . . . .2.995 . . . . . . . .95 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.866 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5.985 . . . . . . . .99 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.867 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.796 . . . . . . . .76 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.868 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.582 . . . . . . .100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.869 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.018 . . . . . . .100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.870 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.507 . . . . . . .100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
QUADRO 6 (continuação)

1.871 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.116 . . . . . . .100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


1.872 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18.511 . . . . . . . .14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.873 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.531 . . . . . . . .99 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.875 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25.812 . . . . . . . .90 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15.433 . . . . . . . .88 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .146.343 . . . . . . . .23 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26.881 . . . . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21 . . . . . . . . .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .232 . . . . . . . .23
1.881 . . . . . . . . . . . .6 . . . . . . . . .1 . . . . . . . .33 . . . . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.882 . . . . . . . . . .237 . . . . . . . .12 . . . . . . .126 . . . . . . . . .6 . . . . . . .905 . . . . . . . .46 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.885 . . . . . . . . . . .12 . . . . . . . . .1 . . . . . . . .44 . . . . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.886 . . . . . . . . . . .10 . . . . . . . . .0 . . . . .47.165 . . . . . . . .94 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.887 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .63.239 . . . . . . . .94 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .83 . . . . . . . . .0
1.888 . . . . . . . . . . .96 . . . . . . . . .0 . . . .112.496 . . . . . . . .85 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14.732 . . . . . . . .11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.889 . . . . . . . . . .528 . . . . . . . . .0 . . . . .81.494 . . . . . . . .47 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24.626 . . . . . . . .14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.890 . . . . . . . . . .268 . . . . . . . . .0 . . . .166.281 . . . . . . . .85 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24.827 . . . . . . . .13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
Anos . . . . .África Port. . . . . . . . . . .% . . . . . . .Total
1.848 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15
1.855 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .166
1.856 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .97
1.861 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.066
1.865 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.142
1.866 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.047
1.867 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.313
1.868 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6.597
1.869 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.044
1.870 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.509
QUADRO 6 (continuação)

1.871 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.116
1.872 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .131.185
1.873 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.638
1.874 ...................................
1.875 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28.619
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17.473
1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .630.700
1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .245.476
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.030
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.030
1.881 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .515
1.882 . . . . . . . . . . .86 . . . . . . . . .4 . . . . . .1.983
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .813
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50.238
1.885 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .813
1.886 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50.238
1.887 . . . . . . . . . . .72 . . . . . . . . .0 . . . . .67.354
1.888 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .132.744
1.889 . . . . . . . . . .617 . . . . . . . . .0 . . . .175.111
1.890 . . . . . . . . . . .62 . . . . . . . . .0 . . . .195.963
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

unidade: kg
Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português].Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891
253
Anos . . . . . .Alemanha . . . . .Áustria . . . . .Bélgica . . . . . . .Brasil . . . .Espanha . . . . . .E.U.A. . . . . . .França
254

1.848 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.855 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.856 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.861 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.865 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5 . . . . . . . . .1
1.866 . . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . .
1.867 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9 . . . . . . . . .7 . . . . . . . . .5 . . . . . . . . . .
1.868 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . . . .
1.869 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.870 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . . . .
1.871 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.872 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .396 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.873 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . . . .
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.875 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .150 . . . . . . . .16 . . . . . . . . . .
1.876 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .59 . . . . . . . . . .
QUADRO 7 - Valor da importação de sal

1.877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.759 . . . . . . . .44 . . . . . . . . . .


1.878 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .953 . . . . . . . .36 . . . . . . . . . .
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.880 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .80 . . . . . . .257 . . . . . . . .16 . . . . . . . . . .
1.881 . . . . . . . . . . .40 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24 . . . . . . . .13
1.882 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.374 . . . . . . . .80 . . . . . .2.027
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.885 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13 . . . . . . . .28 . . . . . . . . .2
1.886 . . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5 . . . . . . . .47 . . . . . . . . .2
1.887 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15 . . . . . . . .49 . . . . . . . . . .
1.888 . . . . . . . . . . . .4 . . . . . . . .10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .31 . . . . . . .126 . . . . . . . .10
1.889 . . . . . . . . . . . .9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .103 . . . . . . . .62 . . . . . . .111
1.890 . . . . . . . . . . .10 . . . . . . . . . . . . . . . . . .150 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .58 . . . . . . . .56 . . . . . . .100
...................................................................................
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
Anos . . . . . . .Grã-Bret. . . . . . . .Itália . .Países Bxs. . . . . . .SuéciaDesconhecida .África Port. . . . . . . .Total
1.848 . . . . . . . . . . . .9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9
1.855 . . . . . . . . . . .26 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26
1.856 . . . . . . . . . . .18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18
1.861 . . . . . . . . . .203 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .204
1.865 . . . . . . . . . .165 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .171
1.866 . . . . . . . . . .471 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .473
1.867 . . . . . . . . . .113 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .133
1.868 . . . . . . . . . .273 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .274
1.869 . . . . . . . . . .224 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .224
1.870 . . . . . . . . . .314 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .315
QUADRO 7 (continuação)

1.871 . . . . . . . . . .377 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .377


1.872 . . . . . . . . . .543 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .939
1.873 . . . . . . . . . .453 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .456
1.874 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.875 . . . . . . . . . .778 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .944
1.876 . . . . . . . . . .601 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .660
1.877 . . . . . . . . . .595 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.398
1.878 . . . . . . . . . .512 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.501
1.879 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.880 . . . . . . . . . .487 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2.087 . . . . . . . . . . . . . . . . .2.927
1.881 . . . . . . . . . .903 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .980
1.882 . . . . . . . . . .918 . . . . . .2.250 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .147 . . . . . .7.796
1.883 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.884 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.885 . . . . . . . . . .768 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .811
1.886 . . . . . . . . . .873 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .928
1.887 . . . . . . . . .1.606 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . . .2 . . . . . .1.674
1.888 . . . . . . . . .2.983 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .70 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.234
1.889 . . . . . . . . .4.822 . . . . . . . . . . . . . . . . . .251 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12 . . . . . .5.370
1.890 . . . . . . . . .7.357 . . . . . . . . . . . . . . . . . .384 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5 . . . . . .8.120
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

unidade: real
Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português].Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891
255
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 257

LE PORT DE AVEIRO ET LES CONDITIONS DE


SALINITÉ DE LA LAGUNE AU DÉBUT DU XXE SIÈCLE

Nicole Devy-Vareta1

Résumé: La dynamique de la barre et l’évolution du port de Aveiro ont largement pesé


sur les cycles de la production de sel dans la Ria, surtout depuis l’Époque Moderne. Il
semble que les salines aient tiré parti de l’ouverture de la barre actuelle, en 1808, qui
a fixé jusqu’à aujourd´hui l’entrée de la Ria. Cette communication va essayer de me-
surer l’ampleur des relations entre la barre, le port et la complexité mouvante des pro-
cessus hydrologiques, dont les impacts sont encore mal connus. Le point de départ de
ce travail préliminaire est le rapport de Adolfo Loureiro, ingénieur des Travaux Publics,
qui offre une multitude d’informations et de pistes de recherche. Ce qui permettra de
jeter un regard prospectif sur l’évolution de la ria et de ses systèmes productifs, où le
sel passe au second plan pendant la seconde moitié du XXe siècle

Resumo: A evolução da barra e do porto de Aveiro teve um papel relevante no ciclo da


produção de sal na ria. O engenheiro Adolpho Loureiro é o autor de “Os Portos Marí-
timos de Portugal e Ilhas Adjacentes”, obra publicada pela Imprensa Nacional entre
1904 e 1920. O relatório que se refere a Aveiro (1904) é um repositório de informações
que permitem uma reflexão sobre as mudanças ocorridas na ria a partir dos finais de
Oitocentos. As obras na barra, no porto e nos vários canais da ria interferiram directa-
mente na circulação hidrológica e nos processos de erosão/deposição de sedimentos
na ria. Serão aqui evocados os impactes desta dinâmica no espaço das marinhas e na
respectiva produção de sal

Le dynamisme du littoral atlantique est, en même temps, l’origine et le résultat


d’une passionnante histoire des relations entre l’évolution de l’environnement natu-
rel, l’exploitation des ressources locales et le commerce portuaire. La lagune de Avei-
ro (Portugal) illustre une histoire et une géographie, où le sel se trouve au cœur des
activités économiques traditionnellement liées à la ville. On sait que la production
de sel marin à Aveiro commence à devenir irrégulière à partir du XVIIIe siècle. Ins-
tabilité du climat, obstruction de la barre qui bloque l’entrée des eaux salées, dimi-
nution de la demande de sel, orientation vers la pêche et la cueillette des zostères
(moliço)…, autant de facteurs naturels e socio-économiques analysés dans quelques
récents travaux, pour expliquer la baisse de l’importance du sel dans la région (Amo-
rim, 2001 ; I Seminário…, 2005). Néanmoins, au début du XXe siècle, l’activité des
salines dans la lagune est encore notoire. Car les salines ont tiré parti de l’ouverture
et de la régularisation de la barre qui, à partir de 1808, cherchent à améliorer l’ac-

1 Maître de Conférence, Département de Géographie, Faculté des Lettres de Porto, membre du Projet
POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004-”SAL(H)INA História do Sal - natureza e meio ambiente
- séculos XV a XIX”
258 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

cès du port de Aveiro. En exploitant les informations de l’ouvrage de l’ingénieur Adol-


fo Loureiro sur le port de Aveiro (1904), cette étude préliminaire essaiera de jeter les
bases d’une réflexion sur les changements de la circulation hydraulique dans la la-
gune et ses conséquences sur la production de sel.

1. Adolfo Loureiro, l’homme et son œuvre

Avant d’examiner l’essentiel de l’ouvrage sur les salines, penchons nous d’abord
sur l’auteur, qui illustre le monde scientifique, technique et culturel du Portugal pen-
dant le XIXe siècle. Un siècle perturbé jusque dans les années 1850 par les guerres
libérales et le progressif démembrement de l’Ancien Régime. Les premières réformes
sont alors promulguées, par exemple la vente des biens nationaux, la nouvelle car-
te de l’administration du territoire ou de l’enseignement. Mais la majorité des déci-
sions de modernisation économique et sociale sont l’apanage de la seconde moitié
du siècle.
Adolfo Ferreira de Loureiro (1836-1911) est un ingénieur militaire, qui obtient
d’abord sa licence de mathématiques à l’Université de Coimbra (1856), avant d’in-
tégrer l’École Militaire de Lisbonne (Escola do Exército, fondée en 1837). Officier en
1858, il devient aussi ingénieur en 1859 (Silva, 1911). Il a en fait suivi la filière la plus
classique, à une époque où la plupart des ingénieurs sont encore des militaires. Les
premières écoles civiles d’ingénieurs ont vu le jour en 1852, lorsque le nouveau con-
texte politique et institutionnel de la «Régénération» (1851) entreprend de profondes
réformes dans l’enseignement supérieur (Rodrigues, 1999). C’est le temps de la re-
cherche d’une alliance plus étroite entre “progrés”, “science” et “instruction” qui se
manifeste alors au Portugal, comme dans d’autres pays de l’Europe occidentale. La
formation et la vie professionnelle de Adolfo Loureiro se déroule donc dans une pé-
riode de transition, où les institutions héritées de l’Ancien Régime côtoient les orga-
nismes des temps nouveaux. Cette transition est fort longue pour les ingénieurs, car
ce n’est que dans les dernières années du XIXe siècle que les civils l’emporteront sur
les militaires (Rodrigues, 1999).
Ces quelques lignes permettent de contextualiser le fait que Adolfo Loureiro est
encore héritier du temps des Lumières, et de ce fait membre de plusieurs sociétés lit-
téraires et scientifiques. Du début à la fin de sa vie, il a énormément écrit. D’abord
comme homme de lettres pendant sa jeunesse. Puis en tant que rédacteur de rapports
officiels et de mémoires, pendant toute son activité professionnelle. Il a en effet di-
rigé de nombreux chantiers du Ministère des Travaux Publics, une institution clef de
la politique économique de la «Régénération» (Silva, 1911). Signalons en particulier
ses fonctions dans la régularisation de fleuves et rivières du Centre litoral (Mondego,
Vouga et Liz), ou encore les travaux dans les ports de Figueira da Foz, et Leixões au
nord de Porto. Dans son œuvre sur les ports maritimes du Portugal (1903-1907),
Adolfo Loureiro associe donc l’érudition de l’homme de lettres aux compétences de
l’ingénieur, qui a participé dans de nombreuses commissions d’études pour l’amé-
lioration des ports et des barres sur la côte ouest de l’Atlantique.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 259

2. La barre, le sel et Aveiro : lecture revisitée de A. Loureiro

Les notes historiques sur le port de Aveiro précisent l’importance de la barre et


sa relation directe avec la richesse de la ville. On connaît mieux aujourd’hui le pro-
cessus de la formation de la lagune depuis le Xe siècle, dont on ne rappellera ici que
les traits fondamentaux2.
En 922, Ovar était encore un port de mer. Tout au long du Moyen-Âge, une flè-
che littorale se forme du nord vers le sud, selon l’orientation de la dérive dominan-
te, et arrive à la latitude de Aveiro à la fin du XVe siècle (fig.1-A). Sa progression con-
tinue, et avec elle, celle de la barre, qui atteint les environs de Mira au XVIIIe siècle.
Du XVI au XIXe siècle, le refroidissement climatique du Petit Âge Glaciaire provo-
que, comme un peu partout en Europe atlantique, un léger abaissement du niveau
de la mer. La fréquence des hivers pluvieux accélère l’afflux de sédiments de l’hin-
terland dans la lagune, la déposition de sables et la formation de dunes sur le litto-
ral. Au gré des tempêtes et des inondations, l’ensablement s’accentue à la fin du
XVIe ; la barre, alors presque obstruée, se situe déjà au sud de la latitude de Aveiro.
Le commerce maritime de la ville se trouve définitivement perturbé par les difficul-
tés de la navigation, quand il n’est pas bloqué par la complète obstruction de la bar-
re naturelle.

A – Fin du XVe siècle


B – Situation actuelle et position de la barre

S. J.: Dunas de S. Jacinto; Barreta: petite barre3


in Araújo, 2007 (modificado), adaptado de
Martins, 1949

Fig. 1 – Evolution de la lagune de Aveiro, XV-


XXe siècle

Qu’en est il de la production des salines ? Le colmatage progressif de la lagune


et la diminution de la salinité provoquent le déplacement vers le sud de nombreux
marais salants documentés au Moyen-Âge, suivant le déplacement de l’entrée des
marées par une barre très incertaine. La production de sel a été directement affectée
par la situation de la barre et de la lagune, surtout à la fin du XVIIIe siècle. Mais le
fait est que les contraintes de l’environnement naturel ne sont pas les seules déter-
minantes de la situation. On observe un changement dans l’activité commerciale du
produit ; la diminution de la demande de sel de Aveiro, parfois difficile à écouler, a
aussi eu une forte influence sur les salines. Les temps dorés du sel de Aveiro parais-
sent déjà révolus au début du XIXe siècle (Amorim, 2001).

2 Voir, par exemple, Dias et alii, 1997 et les communications de Araujo et Granja intégrant, entre autres,
O litoral…, 2002 et European Seaport…, 2007.
260 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

C’est justement l’intérêt de l’œuvre de A. Loureiro que de présenter une des-


cription détaillée de la longue histoire de la barre, après son ouverture en 1808 (p.
22 et ss). Lorsque le projet prend sa forme définitive en 1802, les principaux enjeux
sont déjà établis : améliorer la navigation et l’accès du port, éliminer les effets négatifs
de la stagnation des eaux continentales dans la lagune (insalubrité et inondations des
terres agricoles) et régulariser l’alimentation en eau des marais salants (fig. 1-B). Na-
vigation et marais salants sont les objectifs économiques qui ont eu un poids décisif
sur le choix du local de la barre artificielle, située juste à l’ouest de la ville. Les pro-
priétaires des salines ont alors exercé une forte influence sur les premiers responsa-
bles des travaux, Reinaldo Oudinot et Luis Gomes de Carvalho. Mais en fait, sur le
plan technique, le choix de la localisation de la barre s’avère difficile, ce qui sera par
la suite toujours reconnu, notamment par l’ingénieur Silvério Augusto Pereira da Sil-
va en 1874 (p. 32).
Si l’ouverture a eu des effets immédiats positifs, la situation de la barre se dété-
riore rapidement pendant la première moitié du XIXe. L’ensablement de l’entrée s’ac-
centue et une nouvelle flèche de sable se développe du Sud vers le Nord, provoquant
l’obstruction partielle ou totale de la barre, avec quelques années particulièrement
critiques, comme 1838, 1857, 1861 et 1873. Les réclamations des propriétaires fon-
ciers (surtout des salines et des parcelles de moliço) augmentent d’intensité et exigent
la résolution définitive de la question de la barre. En 1857, Silvério Silva prend en
main la direction des travaux qu’il conservera jusqu’en 1886. C’est alors que s’opè-
re un changement radical des projets, soutenus par une reconnaissance systématique
de la côte et le développement de nouveaux instruments cartographiques e hydro-
graphiques (Reis, 1887). En même temps, la nouvelle Répartition des Statistiques
(1859) décide d’élaborer en 1869 un « Questionnaire sur les salines », qui correspond
à un recensement de l’activité salicole dans le pays (Amorim, 2005).
Il a fallu donc prés d’un siècle d’avancées et de reculs des travaux avant de trou-
ver la position adéquate des digues de soutien et des jetées, dont la construction et
le renforcement permanent ont toujours posé de nombreux problèmes4. Tout ceci lié
au défi de trouver le point idéal de rencontre d’un complexe réseau hydraulique, en-
tre les divers courants des marées et de la lagune. Car de nombreux fleuves et riviè-
res se jettent dans la Ria, dont les plus importants sont le Vouga, l’Antuã et le Boco.
Seule la résultante de toutes ces forces, canalisée en un seul flux et reflux, pouvait
empêcher l’accumulation de sable dans la barre, tout en assurant la stabilisation des
marges soutenues par les digues. En 1877, on rétablit le débit du canal de Mira, puis,
en 1879, on commence la percée du Canal de Espinheiro dans l’île de Mó, encore
inachevé quand A. Loureiro publie son ouvrage (p. 57-68)5. Mais dans la conclusion,

3 Dans son rapport de 1859, Silvério Silva mentionne que l’ouverture de la « barreta de Vagueira, à 9 kms
au S. de la nouvelle barre » a eu lieu en 1839 (p. 38). Cette distance correspond à un endroit, juste au sud
de Vagueira, où le cordon se rétrécit et où se maintient de nos jours la menace d’une rupture. Un rapport
antérieur, élaboré par João Luis Lopes en 1843, indique la date de 1837, précisant que le local de l’ou-
verture, qui a provoqué la destruction d’une digue, se trouve à une lieue de la barre, donc à mi-chemin
de Vagueira. « C’est au sujet de cette barreta, ou d’une autre du même genre, que l’administration de Avei-
ro a demandé en 1844 la formation d’une commission d’ingénieurs… (p.38). On peut lancer l’hypothè-
se de deux ruptures de la flèche sableuse au sud de la barre, en 1837 et 1839, à quelques kilomètres de
distance.
4 La construction était basée sur la technique du fascinage ou gabionnage et pose de piquets, utilisée en-
core de nos jours par les écoles d’ingénierie verte. Pour la jetée Sud qui se détériore, A. Loureiro propo-
se l’utilisation de blocs de granite et de béton (p. 69-71).
5 L’arrêt des travaux provoque la fermeture presque complète de la barre en 1908, par une flèche N-S qui
s’est rompue l’année suivante (A. Nobre, 1912).
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 261

l’auteur insiste sur le fait que le futur de la barre, et donc le futur des activités loca-
les – salines, agriculture et navigation -, reposent sur la résolution définitive de la cir-
culation hydraulique.
L’auteur fait aussi mention de la mobilité des sables et du reboisement qui, dès
le XVIIIe siècle, est une préoccupation dominante dés le XVIIIe sur toute la côte Ouest
du pays. Les champs de dunes avançent sur les parcelles cultivées, ou viennent ag-
graver la déposition de sédiments dans les bras des rias de Mira et S. Jacinto. Les du-
nes représentent alors de vastes espaces nuisibles, qui atteigent 1 a 4 km de largeur
entre Ovar e Vagos. En 1802, une loi pionnière du reboisement des dunes promul-
guée sous l’influence de José Bonifácio de Andrada e Silva était restée sans effet dans
la région6. Le « Mémoire sur le Reboisement du Pays » de 1868 (Relatório acerca da
Arborização…) contient des extraits du rapport des ingénieurs Silvério Silva, Reis et
Resende Junior sur les dunes de Mira a Ovar (p. 56-62). Ils défendent tous le reboi-
sement des cordons côtiers pour bloquer l’ensablement de la lagune et des terres agri-
coles de la Gafanha. Mais l’entreprise ne commencera qu’à la fin du siècle, sous l’é-
gide des Services Forestiers créés en 1886; les travaux débutent en 1888 dans les sec-
teurs de S. Jacinto, Costa Nova et le Nord de la Gafanha. L’ « Inventaire des Dunes
littorales » (Reconhecimento…) de 1896 réalisé à l’échelle nationale sera le pas vrai-
ment décisif du reboisement du cordon dunaire de S. Jacinto, qui se poursuivra jus-
qu’en 19317.

3. Un regard prospectif sur le XXe siècle

Quelles leçons tirer des informations et les commentaires de A. Loureiro, domi-


nées, comme il le dit lui-même, par « la finalité de la navigation »?:

• malgré les vicissitudes du flux e reflux maritime de la barre, les salines n’en de-
meurent pas moins à l’œuvre : A. Loureiro avance le chiffre de 300 hectares de
salines au début du XXe. Les chiffres disponibles sont néanmoins hétérogènes
et invitent, pour l’instant, à la prudence, si l’on cherche à reconstituer l’évolu-
tion de l’activité salicole8. Malgré tout, l’hypothèse d’une revalorisation d’un
nombre indéterminé de salines, abandonnées avant 1808 et réactivées pendant
la seconde moitié du XIXe, au moment du rebondissement de la salaison de la
morue, n’est pas à rejeter. Cette hypothèse serait confirmée par les 284 unités
recensées par le Questionnaire de 1869 (Anexo 1).

• À mesure que les travaux autour de la barre avancent, les conditions hydrau-
liques sont perturbées et la force des marées augmente9. En 1903, on observe

6 José Bonifácio de Andrada e Silva (1763-1838) naturaliste dans la tradition du Siècle des Lumières, avait
voyagé et étudié en Europe de 1790 a 1800. Il avait pris contact avec l’expérience française de reboise-
ment des Landes de Gascogne (1815).
7 Le secteur reboisé de S. Jacinto est intégré dans la Réserve Naturelle des Dunes de S. Jacinto depuis 1979.
8 I. Amorim, 2005. L’auteur y présente les sources primaires et secondaires du nombre de salines de la
Ria, du Moyen-Âge à 1956.
9 Contrairement aux marées, il existe peu de données sur l’évolution des conditions de salinité de la la-
gune à cette époque. « Nous ne connaissons aucune étude sur ce sujet dans le pays, que ce soit à l’échelle
nationale ou régionale », affirme-t-on dans un rapport de 1912 (A. Nobre, 1915, p. 11). Les ingénieurs
chargés du rapport ont fait des relevés de Mira à Povoa de Varzim, qui indiquent une salinité un peu in-
262 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

déjà la dégradation des talus (motas) du Canal de Espinheiro ou d’autres rem-


blaiements, par manque d’entretien. Par ailleurs, il faut reconnaître aussi que
le matériel (grés et torrão [argile compactée]), fragilisé par la mise en culture
de la superficie des motas, ne résiste pas aux tempêtes (p. 68). Mais c’est sur-
tout à partir de la seconde phase des travaux du port (1932-1936) que l’am-
plitude des marées s’accroît (Annexe 1). De 1865 à 1925, l’amplitude des ma-
rées de vive-eau moyenne à la barre oscille entre 1,10 m et 1,22 m, passant à
1,84 m en 1934, et 2,42 m en 1963, après la construction des structures ac-
tuelles (1950-1958) (Teixeira, 1994, p. 43 e ss ; Annexe 1). Le régime hydrau-
lique de la lagune a donc profondément changé, car l’importance des débits
fluviaux a proportionnellement diminué par rapport aux marées. Par ailleurs,
le drainage et le désensablement dans les infrastructures portuaires renforcent
les courants internes (les 2/3 du débit s’écoule par le Canal), ce qui provoque
l’érosion des murs (motas) des salines. Ces nouvelles conditions environne-
mentales liées au renforcement de l’activité du port ne sont donc pas favora-
bles à l’activité salicole, qui s’effondre à partir des années 1950. Mais les chan-
gements des milieux aquatiques n’expliquent pas tout. Il faut aussi ajouter les
faibles revenus et la dureté du travail comme facteurs du déclin des salines.

• La concurrence des activités portuaire, salicole et agricole se fait donc sentir


avec plus d’acuité, lorsque les eaux salées pénètrent plus librement dans la Ria.
Les pressions foncières, dont l’auteur ne parle qu’indirectement par l’intermé-
diaire de l’influence des propiétaires, sont inévitablement associées aux systè-
mes productifs et à l’évolution naturelle de la ria. Au cours des siècles les plus
récents et au fur et à mesure que la sédimentation augmente, les terres émer-
gées sont exploitées et, petit à petit, on assiste à l’appropriation de ces terrains
temporairement inondés. Dans le labyrinthe des canaux, ce mouvement a pu
s’accélérer pendant les périodes d’instabilité de la première moitié du XIXe siè-
cle. Quels sont les effets de ce processus sur l’évolution de la superficie occu-
pée par les salines et les écosystèmes du sapal10? Il s’agit d’une question fon-
damentale sur laquelle devront se pencher les futures recherches.

En guise de conclusion, il sera bon de rappeler que l’évolution de la Ria de Avei-


ro découle de l’articulation complexe de contraintes et d’opportunités, autant d’ori-
gine naturelle que socio-économique. Comme nous l’avons dit au début de la com-
munication, le sel se trouve au cœur de cette histoire. Il s’agit d’une longue histoire
qui est en train de se perdre, puisqu’il ne reste plus qu’une dizaine de salines à Avei-
ro. Ce patrimoine identitaire ne peut pas disparaître. Car, comme sur toutes les cô-
tes européennes, l’exploitation artisanale du sel représente la meilleure illustration de
l’intégration entre zones humides et sociétés locales. Et dans la perspective du dé-
veloppement durable, les salines appartiennent aussi à l’histoire de l’avenir.§

férieure à la moyenne de l’Atlantique. Selon S. Teixeira, il n’y a pas de données crédibles sur la salinité
de la Ria avant 1963 (1994, p. 76 et ss). L’auteur présente la variation de la salinité de plusieurs stations
en 1988-1989. Pour des données plus récentes (1996), voir par exemple le rapport de l’application du mo-
dèle Maretec (IST-Lisbonne) à la Ria.
10 Marais littoral ou d’embouchure, périodiquement inondés par les eaux salées et occupés par une vé-
gétation halophile.
Annexe 1

Amplitude des marées e nombre de salines dans la Ria de Aveiro, XIX-XXIe siècle

Amplitude des marées (m)


Sources (amplitude) . . . . . . .Date . . . . . . . . . .Barre . . . . . . . . . . . .Aveiro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Nombre de salines . . . . . .Sources (salines)
Loureiro, 1904, p.33 . . . . . . .avant 1808 . . . . .1,60 . . . . . . . . . . .0,10 au fort [presque nulle à Aveiro] . . . . . .env. 180 (1790-91)1 . . . . .in Amorim, 2005
Franzini, in Loureiro, p. 8 . . .1812 . . . . . . . . .3,80 (V) . . . . . . . . .1,45 (V)* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .275 (1815)2 . . . . . . . . . . .in Amorim, 2005
Rapport de J. Rennie,
in Loureiro, p. 44 . . . . . . . . .1855 . . . . . . . . .— . . . . . . . . . . . . .“marées ordinaires”: 1,0 . . . . . . . . . . . . . . .— . . . . . . . . . . . . . . . . . . .—
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“marées mortes”: 0,66 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Rapport de Sousa Brandão,
in Loureiro, . . . . . . . . . . . . . .1859 . . . . . . . . .— . . . . . . . . . . . . .“de 0,30 à 0,50 m quand en moyenne . . . .— . . . . . . . . . . . . . . . . . . .—
p. 54 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . elle devrait être de 0,81 m” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
A. M. Reis, 1887 . . . . . . . . .18653 . . . . . . . .U: 1,18* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .284 (1869)4 . . . . . . . . . . .in Amorim, 2005
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .VE: 1,10* . . . . . . . .— . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Amax: 1,42* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
S. Teixeira, 1994 . . . . . . . . . .1953 . . . . . . . . .U: 2,53 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .270 (1956)5 . . . . . . . . . . .in Amorim, 2005
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .VE: 2,39 . . . . . . . .— . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Amax: 3,06 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
S. Teixeira, 1994 . . . . . . . . . .1988 . . . . . . . . .U: 2,75 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .env 15 (2000) . . . . . . . . .in Neves, 2005
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .VE: 2,57 . . . . . . . .— . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Amax: 3,30 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

*V : Vives-eaux de M. Franzini. nómicas da Academia Real das Ciên- 3 L’unité de hauteur U indiquée sur la 4 AHMOP – DGCI, RE7 “Inquérito à
Unité de hauteur U : valeur moyen- cias, 1789-1815,Banco de Portugal, carte de 1865 est de 0,65 m, et Indústria do sal, 1869”.“Questionnai-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

ne de l’amplitude de la plus grande Lisboa, 1991 l’ « amplitude maximale de la marée re sur les salines”
marée, vers les vives-eaux d’équino- (pendant 6 ans )» est de 1,76 m. Les
2 C. Lacerda Lobo - Memória sobre o 5 João Maria Cardoso de Menezes –
xe. U est utilisée comme valeur valeurs U, VE et Amax sont dans le ta-
constante pour mesurer l’oscillation estado das pescarias na costa do Al- bleau des données extrapolées par Inquérito à Indústria do sal, IV volu-
des marées. garve no ano de 1790, in “Memórias l’intermédiaire d’une unité de correc- me: Salgado de Aveiro, Lisboa, Co-
Económicas da Academia Real das missão Reguladora dos Produtos Quí-
VE : amplitude de marées de vive- tion, de mode à harmoniser les diffé-
Ciências”, 1789-1815, v. 5 (1815), micos e Farmacêuticos, 195 (Enquête
eau moyenne. rentes méthodologies de calcul de U
Lisboa, 1991, pp. 69-102 sur l’industrie du sel)
Amax : amplitude de marée extraor- depuis le XIXe siècle (Teixeira, 1994,
dinaire de vive-eau d’équinoxe p. 41-42)

1 C. Lacerda Lobo, in Memórias Eco-


263
264 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Références bibliographiques

AMORIM, Inês, 2001, Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX), Câmara Municipal de Aveiro
AMORIM, Inês, 2005, Os inquéritos sobre o sal português nos séculos XVIII e XX, in I Seminário Inter-
nacional sobre o sal português, 2004 (Actas, coord. I. Amorim), IHM-Fac. Letras Porto, pp. 113-125.
DIAS, J.M.A; RODRIGUES, A; MAGALÃES, F, 1997, Evolução da linha de costa em Portugal desde o úl-
timo máximo glaciário até à actualidade: síntese dos conhecimentos, Estudos do Quaternário, 1, APEQ,
Lisboa, pp.53-66.
European Seaport Systems in the Early Modern Age – a comparative approach-Proceedings, Hisportos- Ins-
tituto de História Moderna, FLUP, Porto, 2007
LOUREIRO, A. Ferreira de, 1904, Porto de Aveiro, in Os Portos marítimos de Portugal e Ilhas adjacentes,
Imprensa Nacional, Lisboa, 1903-1907
Modèle Maretec (application à la Ria de Aveiro) http://www. maretec. mohid. com/ Estuarios/ MenusEs-
tuarios/ Descri%C3%A7%C3%A3o/ descricao_ RiaAveiro .htm
NEVES, Renato, 2005, Os salgados portugueses no século XX – que perspectivas para as salinas portu-
guesas no século XXI? , in I Seminário Internacional sobre o sal português, 2004 (Actas, coord. I. Amo-
rim), IHM-Fac. Letras Porto, pp. 127-134.
NOBRE, A. e outros, 1915, A Ria de Aveiro, relatório oficial do regulamento da Ria de 28 de Dezembro
de 1912, Imp. Nacional, Lisboa
O Litoral em perspectiva histórica, secs XVI-XVIII-Actas, Instituto de História Moderna, FLUP, Porto, 2002
Reconhecimento dos areaes do littoral, Portaria do 16 de Maio de 1896.
REIS, A. Maria, 1887, Costa Oeste de Portugal : plano hydrographico da barra e porto da ria de Aveiro,
levantado em 1865, 1.20.000, Dir.geral dos Trab. Geodésicos do Reino, Lisboa
Relatorio ácerca da arborisação geral do paiz..., elaborado por C. RIBEIRO e J. F. NERY DELGADO, Lis-
boa, Acad. Real das Ciências, 1868, 317 p., 1 mapa dos incultos, esc. 1:500 000.
RODRIGUES, M. L., 1999, Os engenheiros em Portugal, Celta, Oeiras
I Seminário Internacional sobre o sal português, 2004 (Actas, coord. I. Amorim), IHM-Fac. Letras Porto,
2005
SILVA, Inocêncio. F.; P. Brito Aranha, Diccionario Bibliographico Portuguez, vol. VIII (1867) e XX (1911),
Lisboa
SILVA, J. Bonifácio de Andrada e — Memoria sobre a necessidade e utilidades do plantio de novos bos-
ques em Portugal, Lisboa, Typo. da Acad. Real das Ciências, 1815, 187 p.; 2ª ed., Acad. de Ciências, Soc.
Ind. Gráfica, 1969, 171 p.
TEIXEIRA, Sebastião L. R. B., 1994, Dinâmica morfossedimentar da Ria de Aveiro (Portugal), Dissertação
de Doutoramento em Geologia do Ambiente, Universidade de Lisboa.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 265

REPRESENTAÇÕES DO SAL NOS MAPAS DO


ARQUIVO DA ADMINISTRAÇÃO DO PORTO DE
AVEIRO

João Carlos Garcia*, Jorge Macieirinha**, Nuno Silva Costa***

Resumo: A figuração das salinas nas cartas hidrográficas portuguesas do século XIX, sua
evolução e características, será analisada a partir do universo cartográfico existente no
arquivo de Porto de Aveiro. A apresentação do inventário desse conjunto documental
será enquadrada em projectos semelhantes que têm vindo a ser desenvolvidos, em di-
versos arquivos e bibliotecas em Portugal, nos últimos anos.

Com a abertura da barra na ria de Aveiro, em 1808, obra de engenharia que de-
finiu a localização actual da ligação permanente entre as águas da laguna do Vou-
ga e o mar, iniciou-se um conjunto de novas dinâmicas físicas e humanas que alte-
raram fortemente todo o espaço envolvente.
Com o objectivo de analisar a evolução da organização desse espaço e no âm-
bito das comemorações dos 200 anos da abertura da barra da Ria de Aveiro, a Ad-
ministração do Porto de Aveiro - APA, em parceria com a Faculdade de Letras da Uni-
versidade do Porto, iniciou um projecto de investigação cientifica tendo em vista a
inventariação do espólio documental antigo do seu Arquivo histórico1. Aí se encon-
tram documentos fundamentais que permitem a elaboração da história socio-eco-
nómica da região, a reconstituição das paisagens do half-delta de Aveiro e as cons-
tantes alterações resultantes da antropização desse território2.
Nesta breve nota, não se pretendem realizar tais abordagens, mas apenas dar a
conhecer o universo dos mapas existentes no Arquivo, com destaque para os tipos
de figuração e representação das salinas e do sal na cartografia antiga da Ria de Avei-
ro. Assim, começaremos por descrever o núcleo de mapas já inventariado, para em
seguida, com base em exemplos ordenados cronologicamente e que têm localiza-
das as salinas, identificarmos as formas a evolução das representação do sal nas ima-
gens cartográficas.

*Departamento de Geografia ; Faculdade de Letras da Universidade do Porto; investigador projecto


SAL(H)INA (POLI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004)
**Mestrando da Universidade Nova de Lisboa
***Centro Estudos Africanos da Universidade do Porto
1. Ver publicações do projecto Sal(h)ina, coordenado pela Prof. Doutora Inês Amorim (Fundação para a
ciência e Tecnologia – FCT, PPCDT/HAR/56381/2004 e POCTI/HAR/56381/2004).
2. Ver Um Imperativo Histórico. Exposição histórico-documental do Porto de Aveiro, 2ª ed., Aveiro, Por-
to de Aveiro, 1998.
266 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

O universo cartográfico

Sobre o universo cartográfico inventariado no Arquivo da Administração do Por-


to de Aveiro - APA importa referir que o núcleo mais antigo integra 27 pastas de do-
cumentos designados “velharias”, com limites cronológicos entre a segunda meta-
de do século XVIII e a primeira metade do século XX, organizadas segundo espaços
geográficos e temas. No quadro do acervo histórico da APA, encontramos aqui o
maior número de mapas representativos de marinhas de sal. Para além deste fundo
existe ainda, com datas que se situam entre a segunda metade da década de 1870 e
a primeira metade da década seguinte, uma série de livros denominada Despeza e
dos trabalhos das Obras da Barra de Aveiro onde são reproduzidos e refeitos os prin-
cipais trabalhos cartográficos sobre a ria de Aveiro com data próxima ou posterior à
abertura definitiva da barra e onde também se incluem representações do salgado de
Aveiro.
Em relação às referidas 27 pastas de “velharias” importa referir que as fontes car-
tográficas que encerram são maioritariamente manuscritas predominando, até ao iní-
cio do século XX, os suportes em tela e papel vegetal, que foram progressivamente
sendo substituídos pelas cópias em marion e, posteriormente, em ozalide. Parte da
cartografia que servia de base à redacção de novos projectos não era elaborada de
raiz, correspondia, antes, à cópia de elementos de base de mapas anteriores, aos
quais eram adicionadas novas informações. Deste processo encontramos variantes
de que é exemplo a adição de novos elementos em cartas manuscritas previamente
elaboradas em tela, papel vegetal ou copiadas para marion. No interior das pastas,
os mapas encontram-se anexados a relatórios, memórias e pareceres, ou dispersos,
de forma avulsa. Os livros da despeza e dos trabalhos das Obras da Barra de Aveiro
são um conjunto de volumes manuscritos, encontrando-se os mapas insertos, nu-
merados e refeitos como figuras dos textos de que fazem parte integrante.
O universo das fontes que procuramos descrever foi, na sua maioria, elaborado
por engenheiros civis e militares que desenvolveram os mais diversos projectos ao
serviço das diferentes instituições que se sucederam na administração pública dos do-
mínios portuários, em Aveiro. Ao longo do século XIX e primeira metade do século
XX foram projectados, construídos ou refeitos vários importantes canais e molhes, en-
tre outras infra-estruturas portuárias. Muitos dos documentos relacionados com es-
sas obras, encontram-se a acompanhar os relatórios enviados pelos órgãos de ges-
tão administrativa do Porto de Aveiro à respectiva tutela ou a organismos com quem
partilhavam interesses ou responsabilidades3. Assim, para além dos mapas a que nos
referimos encontramos, no Arquivo da APA, produção cartográfica portuguesa da Di-
recção de Obras Publicas do Distrito de Aveiro, da Direcção dos Serviços Fluviais e
Marítimos, da Direcção Geral dos Trabalhos Geodésicos do Reino, da Missão Hi-
drográfica da Costa de Portugal ou do Instituto Geográfico Cadastral.
Do conjunto dos responsáveis colectivos e individuais pela elaboração das fon-
tes cartográficas que se inserem no conjunto em análise destacamos dois exemplos
de particular importância para a figuração das áreas de salina. Em primeiro lugar a
Direcção Geral dos Trabalhos Geodésicos do Reino que procede, a partir da déca-

3. Através das marcas de pertença presentes nas folhas dos mapas ficamos a saber o percurso institucio-
nal de muitos dos documentos que o porto de Aveiro recebia e enviava. Tendo em conta a ausência de
datação, em muitos exemplares, os carimbos e assinaturas têm um papel fundamental para a compreen-
são da origem e objectivos para os quais as imagens foram elaboradas.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 267

da de 1850, ao levantamento cartográfico da região em grande escala4. Em segun-


do lugar, destacamos os projectos de rectificação de esteiros desenvolvidos na Ria,
de que foram exemplos os trabalhos coordenados por José Maria de Melo Matos, que
representaram diferentes espaços de salinas e foram sendo elaborados com maior re-
gularidade a partir do último quartel do século XIX5.
Os dois núcleos documentais (pastas e livros) que estamos a tratar abrangem a
vasta área de influência da Ria de Aveiro, que subdividimos em função dos fenó-
menos representados nos seguintes espaços: a ria, a barra, os canais e as marinhas
de sal6. Estes espaços não são apenas figurados no seu conjunto, mas também indi-
vidualizados através de imagens com grandes escalas e às quais acrescentamos os
diferentes recortes espaciais que têm origem na construção e desenvolvimento de di-
ferentes infra-estruturas portuárias, com ligação à reestruturação e desenvolvimento
da actividade piscatória.
As salinas tanto integram os mapas de menor escala, onde se representa com
maior generalização a totalidade da Ria ou evidencia um dos seus aspectos, como
são alvo da figuração de grande escala, ao interagirem com outros fenómenos, como
é o caso do desenvolvimento da rede de canais7. Por um lado, podemos afirmar que
as grandes escalas são as que predominam entre os mapas estudados; por outro lado,
devemos reconhecer que o espaço geográfico das salinas é o menos representado por
entre as grandes escalas8.
A variedade de espaços geográficos e de escalas é ainda acompanhada por uma
diversidade de tipos de mapas, desde os mapas de projecto, de cadastro, de costas
e fundos marinhos, de bacias fluviais, de batimétricos e portuários, até às plantas pro-
jecto, cadastrais, portuárias e urbanas. Diferentes necessidades obrigam os enge-
nheiros civis e hidráulicos à realização de permanentes trabalhos portuários e a con-
sequentes levantamentos de mapas hidrográficos. Mas uma vez mais, as salinas re-
velam um número mínimo de exemplares.
Para além do núcleo de cartografia elaborada com o intuito de representar a Bar-
ra, o Porto e a região de Aveiro, existem núcleos cartográficos com plantas portuá-
rias da Horta, de Ponta Delgada e de Lourenço Marques (Maputo). Quanto à carto-
grafia estrangeira ela é residual e corresponde à tentativa de implementar ou sim-
plesmente fundamentar soluções portuárias, procurando tirar partido da experiência
de outras instituições noutros países. Por um lado, parte dos exemplos de cartogra-
fia relativa a outros portos ajuda-nos a compreender o processo de incorporação, no
espólio da APA, de estudos e obras dos autores que nos últimos dois séculos foram
trabalhando em vários portos nacionais e “ultramarinos”. Por outro, encontramos

4. Exemplo é o mapa: Cidade d’Aveiro / Planta levantada pela Secção Hydrographica da Direcção Geral
dos Trabalhos Geodésicos do Reino. - Escala 1: 2 500 ; [W 8º 40´ - W 8º 38´ / N 40º 38´ - N 40º 36´]. -
1865. - 1 planta : ms., color., tela ; 64 x 83 cm em folha de 78 x 90 cm. Cota: Arquivo E, n.n.
5. Projecto de rectificação dos esteiros do Gramato e, Ceboleira: Planta geral / José Maria de Melo Mat-
tos. - Escala 1: 5 000 ; [W 8º 41’ - W 8º 38’ / N 40º 43 - N 40º 41’]. - 1 planta : ms., color., tela ; 85 x 50
cm em folha de 88 x 57 cm. - In: Projecto de rectificação dos esteiros do Gramato e Ceboleira: Peças de-
senhadas / José Maria de Melo Matos. - 1896. - Desenho n.º 1. Cota: Pasta 18 - n.º 1.
6. Ver Inês Amorim; João Carlos Garcia (coord.) – A Barra e os Portos da Ria de Aveiro 1808 – 1932: Ca-
tálogo da Exposição, Aveiro, Administração do Porto de Aveiro, 2008.
7. Cfr. Ante-projecto de um Porto interior em Aveiro / Engenheiro António Craveiro Lopes. - Escala 1: 2
000 ; [W 8º 40’ - W 8º 39’ / N 40º 38’ - N 40º 37’]. - 1925. - 1 planta : ms., color., tela ; 45 x 81 cm. Cota:
Pasta 20 A - n.º 1.
8. O recurso às grandes escalas é ainda reforçado pela elaboração de séries cartográficas manuscritas da
Ria de Aveiro, na escala de 1: 2 500, datadas na última década do século XIX, existentes no arquivo da
APA onde também foram incluídas figurações de marinhas de sal.
268 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

uma cartografia internacional, parte dela impressa, que nos mostra a importância do
conhecimento e desenvolvimento, na construção portuária, tendo em vista o domí-
nio de técnicas que possibilitassem solucionar algumas das necessidades do Porto de
Aveiro.
O conjunto de mapas que temos vindo a comentar é essencialmente técnico, cir-
cula por entre um público restrito e especifico preocupado com o (re) conhecimen-
to do espaço fluvio-maritimo da Ria de Aveiro, na medida em que este serve alterar
o território de acordo com as técnicas, os métodos e, particularmente, com as ideias
e científicas, económicas e até políticas.

Figurações do Sal

Conjuntamente com as salinas do estuário do Tejo e do Sado e as da foz do Gua-


diana, as marinhas de sal da Ria de Aveiro constituíram uma das fontes de riqueza
do Estado português, ao longo dos séculos. No quadro Oitocentista e nas primeiras
décadas do século XX, as salinas, os seus proprietários e o sal produzido, continua-
vam a ter um determinante papel na economia da cidade e da região9.
Sendo as salinas notáveis obras de construção tradicional, a sua relação com a
engenharia institucional nem sempre foi tranquila. Muito dependentes dos ecossis-
temas existentes e da sua evolução natural, facilmente as grandes obras de desasso-
reamento ou rectificação de canais produziam efeitos nefastos sobre a manutenção
das marinhas e a produtividade do sal, o que naturalmente implicava a elaboração
de documentação. No entanto, no Arquivo da Administração do Porto de Aveiro, a
primeira observação sobre o inventário elaborada mostra, como referimos, que exis-
te um escasso número de mapas que representem as áreas das salinas.
Este facto deve-se, em grande medida, a uma explicação de carácter geográfico
e histórico específico da região, já que as marinhas encontram-se relativamente dis-
tantes para Leste da área portuária. Ao longo do tempo as intervenções, para a cons-
trução, requalificação e alargamento do Porto de Aveiro produziram mudanças pou-
co significativas nas estruturas das salinas. Também os principais eixos de navegação
(Canal Principal de Navegação, Canal de S. Jacinto, Canal do Espinheiro e o Canal
de Mira) encontram-se distantes das áreas de salinas ou contornam as mesmas. Mes-
mo as intervenções realizadas no esteiro natural da vila, que atravessa a área de sa-
linas, não produziram modificações estruturais significativas, dado que as requalifi-
cações ocorridas relacionaram-se com o açoreamento dos fundos, erosão e o possí-
vel abatimento das margens10.
Passando para os escassos mapas encontrados com a representação das marinhas
constata-se, em primeiro lugar que as salinas se encontram principalmente repre-
sentadas no seu aspecto cadastral e de divisão da propriedade.
Relativamente à gráfica do interior das salinas, podemos afirmar que é incipien-
te, pouco variável e não padronizada existindo exemplos de mapas em que apare-
cem as salinas “em branco”, outros em que se utilizam tramas de pequenos traços

9. Ver Inês Amorim – Porto de Aveiro: Entre a Terra e o Mar, Aveiro, Administração do Porto de Aveiro,
2008.
10. Ver Leonardo de Castro Freire – Sobre um exame de diversas obras da bacia hidrográfica do Vouga,
Aveiro, 13 Dezembro, 1892, ms.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 269

em azul, e outros ainda que mostram as marinhas com uma figuração idêntica à do
sapal circundante, não se distinguindo graficamente as salinas da restante cobertu-
ra vegetal. Estas variações de simbologia estão claramente relacionadas com os ob-
jectivos e intenções que orientaram a construção de cada um dos mapas e dos téc-
nicos ou instituições envolvidas.
Assim, de todo o universo cartográfico inventariado no Arquivo da APA, selec-
cionamos quatro exemplares de entre duas dezenas de mapas onde encontramos fi-
guradas as salinas, afim de comentarmos as intenções da produção e a tipologia des-
tes documentos de certa forma marginais na colecção existente.

Fig. 1 - [Mapa da Ria de Aveiro] / J. L. Lopes. - Escala [ca. 1: 50 000], 2000


braças =[8 cm]; [W 8º 46’ - 8º 43’ / N 40 º 39’ - N 40º 37’]. - [ca. 18—]. - 1
carta: ms., aguarelada, papel ; 35,5 x 21, 5 cm em folha de 38 x 24 cm.
Cota: Pasta nº 1 – nº 33

O primeiro mapa (fig.1) é um dos exemplares mais antigos


existentes no Arquivo. Elaborado na escala de 1. 50 000, re-
presenta a quase totalidade da Ria de Aveiro e tem como principal objectivo o le-
vantamento da batimetria dos canais da Ria tendo em vista a sua navegabilidade. É
importante destacar a presença de um projecto que tinha como objectivo o desvio
do leito do rio Vouga para o Canal do Espinheiro. É este um importante elemento que
demonstra as ideias e obras dos engenheiros ao serviço do Porto de Aveiro, sobre-
tudo na forma de encarar a intervenções no espaço, tendo em conta os problemas
endógenos da barra e as soluções que a ciência e a técnica coevas davam como res-
posta a esses mesmos desafios.
Relativamente à figuração das salinas observa-se a quase total omissão da sua
presença, embora esteja indicada, de forma pouco rigorosa, a localização através do
topónimo, da área das marinhas. Por um lado, a indicação de “MARINHAS” é a re-
ferência mais visível no conjunto da mancha gráfica, o que de certa forma pode re-
velar a importância que o desenhador quis dar a esse espaço mas, por outro, grafi-
camente as salinas não se distinguem das áreas de vegetação circundante, o que
pode ser interpretado, como falta de interesse no âmbito
dos projectos portuários pelas actividades aí desenvolvi-
das.

Fig. 2 - Planta da Barra de Aveiro em Novembro de 1875. - escala 1:


10 000; [W 8º 45’ - w 8º 39’ / N 40º 39’ - N 40º 35’]. – 1875. – 1
planta: p&b, papel ; 37 x 23,5 cm. Cota: Bib / Pa 5/ lv 40/ Fig. 1

A planta de projecto da fig. 2, onde se figuram as obras


para a consolidação da abertura da Ria, projectando-se o
molhe norte (tracejado), alargamento do molhe sul, e ain-
270 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

da os molhes para estanque do açoreamento na costa interior de S. Jacinto, tem na


parte superior, quase periférica, como representação da área de salinas, um esboço
de forma incipiente e simples da delimitação das marinhas.

Fig. 3 - Copia de uma parte da


Planta indicativa do Plano d’Obras
para o melhoramento da Barra de
Aveiro: Projecto de 26 de Fevereiro
de 1874. - Escala [ca. 1: 20 000],
2000 m = [10 cm] ; [W 8º 46’ - W
8º 38’ / N 40º 41’ - N 40º 38’]. - 1
carta : ms., color., papel ; 41 x 28
cm. - In: Livro da despeza e dos
trabalhos das Obras da Barra de
Aveiro. Anno economico de 1881 a
1882. - 1882. - N.º 7, 5.ª Parte, p.
243, fig. 1. Cota: Bib D 10 - 34.

Na Fig. 3 observa-se um mapa onde se apresenta um plano de melhoramento da


navegabilidade da barra e dos canais no interior da Ria. O objectivo principal é o le-
vantamento mais exacto e detalhado da configuração da barra e da Ria na sua área
central, de forma a ser possível planificar o projecto de criação de um canal central
de navegabilidade.
As salinas encontram-se figuradas na sua dimensão cadastral, já que as propos-
tas do projecto atentam à área norte das mesmas. A representação da divisão da pro-
priedade está graficamente bem conseguida, assim como a utilização das tramas e
das cores como elementos diferenciadores das marinhas no conjunto do espaço. De
facto, uma intervenção deste género, que traria mudanças substanciais na dinâmica
da Ria, implicava a necessidade de um levantamento o mais minucioso de todo e ter-
ritório envolvente.

Fig. 4 - Porto e Barra de


Aveiro. Planta com o Projecto
do seu melhoramento / A. M.
dos Reis ; C. A. da Costa ;
cop. J. Delgado. - Escala 1: 20
000 ; [ W 8º 46´ - W 8º 39´ /
N 40º 41´ - N 40º 36´]. - [ca.
1969]. - 1 carta : Ozalide ; 35
x 65 cm em folha de 36 x 68
cm. - In: Cadastro das Mari-
nhas de Sal / J.A.P.A. - 1960. -
Mapa em Carteira. Cota: SA
C2.

O último mapa histórico que apresentamos (Fig 4) é dos poucos encontrados no


Arquivo, elaborados objectivamente com a intenção de figurar e descrever a área das
salinas. Esta imagem, onde se destaca a composição cadastral das marinhas11, en-
contra-se junto de um relatório onde a administração central pede a um engenhei-
ro da então Junta Autónoma do Porto de Aveiro para corrigir e actualizar a planta ca-

11. Em anexo a este documento, existe informação sobre o nome dos proprietários das parcelas que se
encontram numeradas no respectivo mapa.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 271

dastral das marinhas de 186512. Assim, não sendo uma produção de iniciativa local,
revela-se um exemplo de grande valor documental, pois pode permitir, através da
comparação com cartas idênticas de várias épocas e nomeadamente com a referida
de 1865, termos uma perspectiva sincrónica das alterações morfológicas das áreas
marinhas. Para além de tudo mais, a existência deste mapa, como parte do relatório
descrito, pode revelar um novo interesse nas marinhas, na medida em que a politi-
ca das grandes obras publicas da década de 1960 levou a que o Porto de Aveiro co-
meçasse a invadir áreas mais interiores da Ria, tal como o demonstram os mapas ac-
tuais (Fig. 5).

Fig. 5 – Área ocupada pelo Porto de Aveiro e suas Infra-


estruturas na actualidade (retirado do sitio do MOPTC)

A partir das considerações e exemplos observados poderemos concluir que a in-


ventariação de núcleos de material cartográfico, como é o existente no Arquivo da
Administração do Porto de Aveiro, permite aprofundar estudos relativos a fenómenos
histórico-geográficos relevantes para o conhecimento das realidades sociais, eco-
nómicas e politicas dos espaços cartografados. No caso da figuração das salinas na
cartografia produzida, coleccionada e conservada pelo do Porto de Aveiro, ainda que
de diminuta representatividade em termos de quantidade e qualidade informativa po-
deremos colocar duas reflexões: em primeiro lugar, questionar a relação entre mo-
dernidade e tradição que para a região de Aveiro passa pela compreensão de como
a abertura, construção e constantes requalificações da barra porto e de Aveiro esta-
vam em consonância com as actividades locais endógenas, ou se o porto foi pensa-
do numa estratégia essencialmente regional, nacional ou mesmo ibérica; em segun-
do lugar, questionar a importância real da produção de sal, ao longo do tempo, nas
actividades económicas da região e até do país13.
São estes exemplos de problemas que uma abordagem pluridisciplinar entre a
História da cartografia, a Geografia histórica, História da Ciência e da Técnica e a his-
tória social e económica podem ajudar a esclarecer, com base nos mapas existentes
nos arquivo.§

12. Junta Autónoma do Porto de Aveiro, Relatório sobre as Salinas de Aveiro, Aveiro, 1965,cota: SA C2.
O mapa foi elaborado com base no Plano Hydrographico da Barra e Porto da Ria de Aveiro por Filipe Fol-
que levantado em 1865. Sobre a evolução da cartografia hidrográfica portuguesa, ver: Maria Fernanda Ale-
gria e João Carlos Garcia – “A Cartografia Hidrográfica em Portugal Continental, na segunda metade do
século XIX e inicio do século XX”, in Actas. O litoral em perspectiva histórica, séculos XVI a XVII, Porto,
Faculdade de Letras da Universidade do Porto, 2002, p 9-20.
13. Inês Amorim (coord.) – I Seminário Internacional sobre o Sal Português
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 273

“ VELHOS PRODUTOS, NOVOS CONSUMOS”

Filomena Cardoso Martins*, Ana Margarida Ferreira da Silva**

Resumo: O Sal ao longo de séculos teve um papel preponderante na economia mun-


dial e grande influência na cultura dos povos a ele ligados. A perspectiva era de uma
produção em grande escala, destinada a fins muito específicos e amplamente conhe-
cidos, como a salga dos alimentos. Actualmente numa economia aberta e altamente
competitiva, em que os consumidores têm um grau de exigência extremamente eleva-
do, procurando produtos diferenciados de qualidade, a necessidade de descobrir no-
vas formas de “olhar” para este produto milenar, torna-se fundamental. Nesta nova abor-
dagem o papel dos agentes de desenvolvimento e em particular o papel que as insti-
tuições de ensino superior e investigação científica, como as Universidades podem e
devem desempenhar, é um factor incremental muito relevante.
Palavras-chave: sal, certificação, consumo, investigação&inovação

Abstract: Along times, salt has a great importance in international economy and a big
influence in the culture of communities linked with its production. On those times pro-
duction perspective was of mass production with specific goals, has for instance food
salt conservation. Actually in an open and high competitive economy, consumers de-
mand plays an important role in terms of quality exigency and diversity of products. This
creates the need to find new ways to “look” and produce this millenary product. On that
approach development agents, high education institutions, namely universities and re-
search institutes has an important role to play in order to answer to both market and pro-
duction needs.

1. Introdução

A produção de Sal através de métodos artesanais ou tradicionais está associada


a paisagens e valores culturais, sociais, ambientais e patrimoniais gerados ao longo
da história. No entanto, desde meados do século XX que a actividade salineira arte-
sanal enfrenta uma marcada regressão, tendo mesmo em alguns locais desapareci-
do
Os locais de produção de sal estão implantados em zonas húmidas cuja reco-

* filo@dao.ua.pt. Investigadora do Projecto SAL(H)INA História do Sal - natureza e meio ambiente - sé-
culos XV a XIX” POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004. Professora Associada, Departamento
de Ambiente e Ordenamento, Universidade de Aveiro. Desenvolve projectos de investigação nas áreas de
Planeamento e Gestão de Zonas Costeiras, Conservação do Património Natural e Cultural, tanto na sua
vertente biofísica como social e cultural através da aplicação do princípio de responsabilidade transge-
racional (validação e inovação científica do capital de conhecimento tradicional acumulado pelas gera-
ções anteriores, como forma da herança científica e cultural para as gerações futuras).
274 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

nhecida importância para a conservação da natureza e manutenção da biodiversi-


dade deu origem à atribuição de diversificados estatutos de protecção no âmbito de
convenções internacionais (e.g. Ramsar, Bona, Berna, Biodiversidade) de directivas
europeias (e.g. Aves, Habitats – Rede Natura 2000) e das áreas protegidas nacionais
(e.g. Portugal – RNAP – Rede Nacional de Áreas Protegidas). Estas áreas lagunares e
estuarinas incluem ecossistemas importantíssimos e frágeis que sofrem pressões in-
tensas tanto do ponto de vista de ocupação física do território como de descargas di-
rectas e/ou indirectas de poluentes, com pressões de diferentes ocupações territoriais
(aquacultura intensiva, alterações do sistema hídrico por infra-estruturas de trans-
porte, etc.) existindo o risco de extinção de todo um património natural, cultural, his-
tórico e humano.
As salinas, desempenham elas próprias um papel importantíssimo enquanto ha-
bitats de substituição (algumas populações de espécies de aves intimamente ligadas
a estes habitats encontram-se numa situação critica ao nível europeu), evidencian-
do o equilíbrio estabelecido entre a utilização antrópica do meio e as suas funções
naturais e suscitando
“As regiões não são apenas os espaços geográficos, dado que surgem dotadas de
recursos e competências de variada natureza, bem como em quantidade e qualida-
de diversos. Como resultado disso, os territórios gerem competências que podem ser
usadas para qualificar os produtos da região” (Ribeiro, J., Santos, J., 2006)
Neste contexto e numa economia globalizada e competitiva, em que o papel do
Sistema Cientifico já não se circunscreve ao formato tradicional de ensino e investi-
gação, sendo a sua actuação alargada procurando estabelecer relações do tipo uni-
versidade-indústria e universidade-sociedade, as universidades desempenham um
papel estratégico no apoio que podem dar aos agentes regionais. Assumem-se como
agentes de desenvolvimento, podendo focalizar as suas competências na valoriza-
ção de produtos tradicionais do território, através de processos que validam a qua-
lidade e origem do produto e de processos de investigação geradores de inovação po-
dendo gerar novas áreas de negócio.

2. O Caso do Sal
Sal Artesanal, que futuro para uma tradição?

Nos últimos anos tem-se assistido, a nível mundial, ao renascimento do interes-


se por produtos artesanais / tradicionais, fruto da emergência de novos nichos de mer-
cado que se sustentam na oferta/procura de produtos diferenciados, associados a for-
tes matrizes territoriais e de qualidade referenciada e elevada, impulsionados pelo
desenvolvimento de estudos dirigidos entre outros para a identificação das caracte-
rísticas do produto, dos locais e técnicas de produção, motivando a sua recuperação.
Este fenómeno é já visível em Portugal, em alguns locais produtores de sal marinho
artesanal.
Actividades desta natureza reflectem-se de forma positiva sobre a região salíco-
la onde está implantada a área de produção, dando origem a um conjunto de efei-
tos multiplicadores que podem fomentar o desenvolvimento de um “cluster” asso-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 275

ciado ao produto, à actividade produtiva e ao espaço de produção. Por um lado fun-


damentam a diferenciação do produto, contribuindo para a sua qualificação e reva-
lorização económica, aspectos fundamentais para que os produtores (alguns orga-
nizados em associações outros em formato empresarial) consigam conquistar e con-
solidar os nichos de mercado que suscitaram o reacender do interesse por esta acti-
vidade artesanal em acentuado processo de declínio. Por outro lado, possibilita a
emergência de novos produtos (flor de sal, sal aromatizado) e actividades (turismo
cultural e de natureza) tanto ligados ao espaço de produção como à produção e ao
território envolvente, criando um conjunto de mais valias diversificadas, sustentadas
na diversidade e identidade regional.
O efeito multiplicador deste tipo de acções pode ser projectado para outras áreas
do território nacional, onde se mantém alguma actividade deste tipo, ou ainda para
outros países, em especial países de língua oficial portuguesa (PALOP), onde a acti-
vidade de produção de sal marinho artesanal pode vir a ocupar um espaço impor-
tante, tanto a nível económico (à escala nacional como regional e local) como de ma-
nutenção da identidade cultural e coesão social.
Neste contexto qual o papel que o Sistema Científico deve assumir de apoio a
uma actividade tradicional?

3. A nova Missão das Universidades

Actualmente as Universidades alargam a sua acção a outros domínios que vão


para além das clássicas funções de ensino e investigação. “O Sistema Científico em
geral e nomeadamente as Universidades, assumem cada vez mais o papel de agen-
tes de desenvolvimento. Este novo papel está focalizado essencialmente em 3 áreas
de actuação: a promoção do conhecimento individual, a transferência e dissemina-
ção de conhecimento e o reforço da capacidade institucional de uma região.” (Ro-
drigues, C. 2001).
A forma de abordagem na promoção do conhecimento individual, sendo esta
uma função tradicional das Universidades, também está a mudar. A Universidade, ao
representar actualmente uma função central para o tecido sócio-económico da re-
gião onde está inserida, tem o ónus de responder eficazmente através da criação de
cursos adequados às necessidades da região. A transferência e disseminação do co-
nhecimento, incorpora a relação universidade-indústria, factor impulsionador da ca-
pacidade de inovação e consequente competitividade das empresas. “Na relação uni-
versidade-indústria a transferência do conhecimento pode ser feito de diferentes for-
mas: consultoria técnica e de gestão, investigação sob contrato, criação de consór-
cios de investigação e desenvolvimento, o acesso de empresas a instalações técni-
cas das universidades, a formação profissional e a colocação de licenciados nas em-
presas, o recurso a patentes e licenças e o desenvolvimento de spin-offs.” (Rodrigues,
C. 2001).
Como forma de implementação desta nova abordagem, as universidades pro-
movem cursos de empreendedorismo, parcerias empresas/sistema científico, proto-
colos de associações empresariais/sistema científico e formativo e criam Unidades
276 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

de Transferência de Tecnologia1, incubadoras de empresas2, entre outras iniciativas.


A título de exemplo podemos citar o caso da empresa Necton, uma spin-off3 da
Escola Superior de Biotecnologia, da Universidade Católica, que iniciou a sua acti-
vidade com a produção de microalgas e na sequência do seu desenvolvimento “des-
cobriu” o interesse na produção de Sal Marinho Artesanal, sendo agora esta a sua ac-
tividade central e a produção de microalgas secundária. “A sua estratégia cumpre
uma relação estreita com a comunidade onde a empresa se encontra inserida, fo-
mentando projectos de interesse geral. Pretendendo ser, dentro de alguns anos, uma
referência europeia e um polo regional de desenvolvimento económico.” (www.nec-
ton.pt). A qualidade dos seus produtos é regularmente controlada por laboratórios
creditados, tendo iniciado a sua comercialização no mercado internacional e pos-
teriormente apostado na sua comercialização interna.
O Instituto Tecnológico das Canárias4 que desenvolve investigação na área da
Biotecnologia Marinha, é outro caso interessante de aproveitamento das competên-
cias científicas de uma instituição de ensino superior e investigação. No âmbito das
suas actividades e associado à produção salícola estão a estudar a microalga Duna-
liella Salina, enquanto elemento distintivo da qualidade das Salinas Tradicionais e
elemento impulsionador de novos produtos associados, como Sal de Mesa (β-Caro-
teno), Azeite de Oliveira rico en β-caroteno, Artemia para consumo humano, entre
outros. (Mendonza, H., 2006)
A Universidade de Aveiro, no âmbito do Projecto SAL5 baseia a sua estratégia no
desenvolvimento de diferentes objectivos comuns, locais e multidisciplinares com
vista à criação das bases necessárias para conseguir definir um modelo de recupe-
ração integral das Salinas Atlânticas que integre as diferentes perspectivas de abor-
dagem (patrimonial, ambiental e económica). Neste contexto e aproveitando as di-
versas valências científicas e a experiência adquirida nos últimos anos relativamen-
te à relação do sistema cientifico com as empresas, a sociedade e a região, está a de-
senvolver várias acções que pretendem responder aos objectivos globais do projec-
to e às necessidades da actividade a nível local, promovendo o apoio e validação do
Saber Empírico, através da investigação desenvolvida.
Estas acções realizadas por uma equipa multi-disciplinar (Dptos. Química, Físi-

** asilva@dao.ua.pt. Investigadora do Projecto SAL(H)INA História do Sal - natureza e meio ambiente -


séculos XV a XIX” POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004. Mestre em Inovação e Políticas de
Desenvolvimento na Universidade de Aveiro, com a seguinte dissertação: “Uma Estratégia de Inovação e
Competitividade no Salgado de Aveiro”
1 Unidades de transferência de tecnologia académicas, identificam e difundem a oferta tecnológica da
universidade nas empresas e promovem, para além da investigação aplicada, a investigação dirigida para
o mercado. Identificam também as necessidades e solicitações tecnológicas da indústria, promovem a sua
divulgação na comunidade académica e impulsionam a geração de novas soluções tecnológicas que sa-
tisfaçam as necessidades das empresas. (Universidade de Aveiro- www.ua.pt)
2 Incubadoras de empresas nas Universidades, são unidades funcionais que dão apoio a novas empresas
de base tecnológica, de forma a fomentar o empreendedorismo. Promovem a criação de empresas, so-
bretudo spin-offs das suas unidades de investigação, ou de base tecnológica relacionada com as suas com-
petências científicas e tecnológicas. (Universidade de Aveiro – www.ua.pt)
3 Spin-offs académicos são empresas de base tecnológica ou de serviços desenvolvidas no seio acadé-
mico, cujo o destino final é a integração no mundo empresarial. (Universidade do Minho – www.umi-
nho.pt)
4 Este Instituto tem como missão: Liderar a inovação e transferência de tecnologia em sectores estratégi-
cos que promovam a competitividade e desenvolvimento sustentável das Canárias, da sua situação geo-
gráfica e cultural, sendo excelentes em gestão. (www.itccanarias.org)
5 Europeu Interreg IIIB “SAL - Sal do Atlântico. Revalorização da identidade das salinas do Atlântico. Re-
cuperação e promoção do potencial biológico, económico e cultural das zonas húmidas costeiras”
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 277

ca, Eng.ª Civil, Geociências, Biologia, Ambiente e Ordenamento, Línguas e Culturas


e UNAVE) desenvolvem-se em várias vertentes como a investigação científica, a cria-
ção de ferramentas de suporte ao conhecimento, à divulgação e à gestão do produ-
to sal, da actividade salícola e dos espaços de produção, a divulgação e a ligação à
sociedade.
Na área da investigação científica desenvolvem-se trabalhos de caracterização
química e microbiológica do sal, caracterização da componente geológica das Sa-
linas, biodiversidade das Salinas e estudo de protótipo para a construção, manuten-
ção dos muros das Salinas de forma mais resistente, ecológica e “económica”, com
a utilização de novos materiais como os geossintéticos.
Na área de criação de ferramentas desenvolve-se um Fundo Documental que
congrega as referências bibliográficas da actividade salícola ou com ela relaciona-
das, existentes nos países que integram o projecto (Portugal, Espanha, França e Rei-
no Unido) e um SIG (Sistema de Informação Geográfica) aplicado ao Salgado de
Aveiro que integra os trabalhos desenvolvidos pelas várias equipas, permitindo a sua
consulta fácil e posterior adaptação para utilização num processo de gestão da área
de produção do Salgado. “Actualmente, o Salgado de Aveiro encontra-se submeti-
do a pressões de diferentes origens como sejam a conversão a aquacultura, as alte-
rações do sistema hídrico por infra-estruturas de transporte e a pressão urbanística
que têm vindo sucessivamente a relegar para último plano a actividade que carac-
terizou este Salgado ao longo de séculos – a salicultura. Em 1956, a área do salga-
do dedicada à produção de sal rondava os 1500 ha, enquanto que na actualidade
se fica pelos 50ha. Para que seja possível a coexistência entre as diferentes activida-
des, com uma exploração sustentável dos recursos, é imperioso que se pratique uma
gestão efectiva do salgado, constituindo o SIG uma ferramenta fundamental” (UNA-
VE et al, 2007).
Ao nível de divulgação, a equipa do projecto SAL, tem vindo a organizar algu-
mas actividades direccionadas para um público mais abrangente, de forma a sensi-
bilizá-lo para esta temática, nomeadamente no que diz respeito aos efeitos do Sal na
saúde e às características nutricionais do mesmo (demonstrando as qualidades do Sal
Marinho Artesanal face aos restantes tipos de sais à venda para utilização alimentar).
Outro aspecto focado neste processo de divulgação é a demonstração, através de
uma oficina de trabalho com base na tecnologia SIG, da utilidade das novas tecno-
logias no apoio a uma actividade tradicional. Estas actividades de divulgação são en-
quadradas no âmbito de acções de cariz institucional, promovidas pela Universida-
de, como por exemplo a Semana Aberta da Ciência e Tecnologia.
A preocupação de estabelecer uma ligação à sociedade de forma continuada, re-
lativa à temática do SAL, prende-se com alguns factores relevantes, dos quais se pode
destacar:
– o facto da Universidade ser, ela própria, proprietária de Salinas;
– a vontade institucional de promover a actividade salícola enquanto activida-
de de referência no quadro identitário da região;
– o interesse no desenvolvimento de actividades de investigação e divulgação
enquanto projectos – piloto, que fomentem a emergência de projectos de ca-
rácter empresarial (privados, públicos ou em parceria público-privado) com
base no aproveitamento deste recurso.
278 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Neste sentido a Universidade tem em desenvolvimento várias propostas de pro-


jectos e parcerias com outras entidades que pretendem dar continuidade ao traba-
lho no âmbito da temática do Sal.

4. Considerações finais

Através dos exemplos sumariamente descritos atrás podemos constatar que as


instituições constituintes do Sistema Científico, qualquer que seja a sua tipologia (ins-
titutos de investigação, institutos politécnicos ou universidades) desempenham ac-
tualmente um papel preponderante na consolidação da capacidade relacional da re-
gião onde estão inseridas. Esta “nova” função pode ser materializada através da “Rea-
lização de projectos específicos que envolvam acções de cooperação entre empre-
sas e que possam contribuir para diminuir o fosso existente entre a ciência e tecno-
logia e a sociedade, entre a investigação fundamental e aplicada e entre a descoberta
de novas tecnologias e o desenvolvimento de produtos e processos de produção viá-
veis”( Pires, A. & Castro, E. 1997, in Rodrigues, C., 2001).
A natureza e diversidade de acções que estas instituições desenvolvem / podem
desenvolver “(…) contribuem para a competitividade de uma região através da ofer-
ta de recursos técnicos, da disponibilização do conhecimento que pode ser aplica-
do à inovação do produto e do processo, da criação de novas empresas, assim como
através de oportunidades e de experiências partilhadas, dado serem parte do capital
social e da rede onde se inserem”.(Raposo, M.. & Sarraqueiro, Z. 2005)§

5. Bibliografia

Comissão das Comunidades Europeias, O Papel das Universidades na Europa do Conhecimento; Comis-
são das Comunidades Europeias, 2003
Mendonza, H., Dunaliella Salina y Las Salinas, Comité de Orientação, Projecto Interreg SAL, Aveiro, 17-
19 Outubro 2006
Morgan, K., The Learning Region: Institutions, Innovation and Renewal, Regional Studies, 1997
Necton, SA., Guia de Boas Práticas em Salinicultura, Animação local para o desenvolvimento e criação
de emprego na Ria Formosa, Olhão, 2006
Raposo, M., Sarrasqueiro, Z., A Universidade e o Desenvolvimento Regional, Cadernos de Economia,
2005
Ribeiro, J., Santos, J., Produtos do Território e Desenvolvimento Local, 2006
Rodrigues, C., Universidades, sistemas de inovação e coesão regional, Dissertação de mestrado, Univer-
sidade de Aveiro, 2001
UNAVE, Silva, A., Martins, F., A Vantagem da Inteligência Geográfica, Exposição/Concurso de posters, 5º
Encontro de Utilizadores ESRI, Lisboa, 28-29 Março 2007

6. Webgrafia

www.necton.pt; www.itcanarias.org; www.ua.pt; www.uminho.pt


A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 279

OS MUROS (MOTAS) DAS MARINHAS DE SAL DE


AVEIRO

Carlos Coelho*

Resumo: A actividade da recolha do sal encontra-se em decadência, existindo muitas


marinhas abandonadas. O processo de degradação e abandono das marinhas é acele-
rado pelas fortes correntes de enchente que penetram no interior da laguna, destruin-
do os muros de protecção das marinhas (motas). As motas são pequenos diques rudi-
mentares, construídos pelos agricultores, com baixas cotas de coroamento e constituí-
dos pela consolidação de lodos com pedras e matéria orgânica. Estas motas garantiam
a defesa da laguna contra o avanço das águas salgadas e controlavam, com o apoio de
comportas a hidrodinâmica da ria. Actualmente, as motas não protegem de forma efi-
caz os terrenos, devido ao deficiente estado de conservação, à permeabilidade e à re-
duzida cota de coroamento.
Apresenta-se um levantamento do estado de conservação de algumas motas, a carac-
terização sumária do regime hidráulico da ria e a avaliação da evolução da dinâmica
lagunar e suas consequências na funcionalidade das motas e das próprias marinhas.

1. Introdução

O Departamento de Engenharia Civil da Universidade de Aveiro tem desenvol-


vido algum trabalho de caracterização das estruturas que definem as ilhas onde se
procede à actividade de recolha do sal. Estas estruturas, tradicionalmente construí-
das em terra, têm sofrido uma degradação acentuada, alterando de forma significa-
tiva a imagem da ria e o comportamento hidrodinâmico dos seus canais.
Neste trabalho procede-se a uma breve caracterização da laguna de Aveiro e da
sua formação, como representação do espaço onde se localizam as marinhas de sal.
É brevemente descrita a importância do sal ao longo dos tempos, relacionando-se
com a evolução das próprias marinhas onde é produzido.
Relativamente aos muros das marinhas, descreve-se a forma como estes eram
construídos no passado. No presente verifica-se que essa construção não é eficaz e
existe uma degradação generalizada das motas. Como tal, tentam identificar-se as
causas desta situação e descreve-se o estado actual da laguna e das marinhas, de
acordo com um levantamento que se está a efectuar. É ainda realizada uma breve ca-
racterização da dinâmica dos canais da ria e dos sedimentos utilizados para a cons-

* ccoelho@civil.ua.pt Secção Autónoma de Engenharia Civil da Universidade de Aveiro. Licenciatura em


Engenharia Civil, FEUP (1994). Mestrado em Estruturas de Engenharia Civil, FEUP (1997). Doutoramen-
to em Engenharia Civil, Universidade de Aveiro (2005). Engenheiro projectista (Setembro de 1994 a Fe-
vereiro de 1999). Assistente (Fevereiro de 1999 a Maio de 2005) e Professor Auxiliar (desde Maio 2005)
na Secção Autónoma de Engenharia Civil da Universidade de Aveiro.
280 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

trução das motas.


Por fim, são apresentadas algumas considerações sobre possíveis soluções que
estão a ser estudadas para adequar as motas às condições actuais da ria e assim me-
lhorar o comportamento hidráulico, geotécnico e estrutural dos muros das marinhas
de sal de Aveiro.

2. A Laguna de Aveiro

A configuração da costa portuguesa sempre sofreu modificações ao longo dos


anos, sendo ainda visíveis, ao nível da geologia, os indícios que permitem afirmar
que o local que hoje é conhecido como laguna de Aveiro era em tempos um vasto
golfo marinho que se estendia desde próximo de Espinho até à Serra da Boa Viagem,
na Figueira da Foz. Ao longo do tempo os sedimentos transportados pelos ventos e
pelas correntes marítimas foram convergindo para a costa, formando dois grandes ca-
bedelos. Desde Ovar, o cordão dunar viria e estender-se para sul.
Assim, no século XII criou-se a barra da Torreira e no século XV, a barra chega-
va a um local conhecido como Senhora das Areias. Com o passar dos anos o pro-
cesso de formação do cordão de dunas deu origem a uma laguna, na qual desaguam
o rio Vouga e outros pequenos cursos de água. Durante vários séculos, a localização
da barra, conheceu diferentes posições, entre Ovar e Mira, chegando a haver anos
em que a laguna ficou completamente isolada do mar. Devido à contínua deposição
de sedimentos, em 1757 a laguna fechou-se completamente, altura em que Aveiro
registou uma grande mortalidade e estagnação económica. No dia 3 de Abril de 1808
foi reaberta a comunicação com o mar, desta vez através de uma ligação artificial que
permitiu que Aveiro recuperasse da crise criada. A barra de Aveiro foi então fixada
no local onde ainda hoje se encontra.
Os aspectos mais característicos da laguna de Aveiro são:
• O sistema de ilhas rodeadas de canais;
• Os canais de Ílhavo/Mira e S. Jacinto/Ovar que divergem desde a barra para sul
e para norte respectivamente, e que seguem paralelos à linha da costa;
• A comunicação com o mar, efectuada apenas por uma única ligação mantida
artificialmente, a barra.

Os diversos ramais que constituem a ria podem ser classificados em:


• Cales: designação para os esteiros principais ou canais, que permitem a nave-
gação dos barcos mercantes a qualquer maré;
• Esteiros: correspondem aos esteiros secundários, que por vezes estão assorea-
dos e não permitem a navegação a qualquer maré;
• Folsas: são pequenos canais sem saída que ligam os esteiros às marinhas, sen-
do muitas vezes pertencentes às mesmas. Estas estão geralmente assoreadas,
salvo quando os proprietários as mantêm limpas e, para isso ser vantajoso, é
necessário que o esteiro onde desaguam esteja também desassoreado, para ser
navegável em todas as marés.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 281

2.1. O sal
Os Romanos estabeleceram-se na foz do Rio Vouga em Cacia quando ainda não
existia laguna. Nos recônditos da costa (Aveiro) instalou-se uma primária indústria
salineira. Devido à importância que o sal assumia na economia das antigas civiliza-
ções, a produção de sal foi continuadamente crescendo até à fundação de Aveiro,
lugar privilegiado porque se situava no centro da zona produtora e também porque
tinha acesso fácil por mar. Foi nessas terras alagadiças e bastante nutritivas que se de-
senvolveu a agricultura e a produção de sal.
Durante a época medieval, a importância do sal marinho ganhou relevo devido
ao uso dado na conservação dos alimentos. A exportação de sal, que remonta ao séc.
XIII, era de sal preferencialmente produzido a norte, sendo esta situação alterada em
favor de Lisboa e mais tarde de Setúbal. Desde o início desta grande indústria, que
as zonas de Aveiro, Lisboa e Setúbal se destacaram. Posteriormente a produção de
sal foi também levada até ao sul, sendo Faro o primeiro local de exploração.
Já no século passado, nos anos 30 houve uma significativa redução do preço do
sal ao produtor, o que resultou numa quebra de produção. Nos anos 50 a produção
era praticamente assegurada devido à existência de uma extensa frota bacalhoeira e
uma indústria química consumidora de sal. Nos anos 70, devido a diversos factores
(aumento do custo de produção, introdução de novos processos tecnológicos na in-
dústria química e das pescas, alterações na economia e na sociedade) assistiu-se a
uma sucessiva desvalorização do sal. Observou-se uma sucessiva diminuição da pro-
dução e muitas marinhas foram abandonadas ou destruídas.
Nos dias de hoje uma grande percentagem das marinhas de sal desapareceu de-
vido ao abandono da actividade, e as mais importantes razões para que tal tenha
acontecido são:
• A falta de adaptação às novas tecnologias;
• As condições atmosféricas que condicionam a produção;
• O uso generalizado do “frio” na conservação dos alimentos que coloca de par-
te o uso do sal;
• O atractivo e rentabilidade de outras actividades face à salicultura.

2.2. As marinhas de Aveiro


Os terrenos ideais para a construção de marinhas de sal, devem ter o nível freá-
tico bastante abaixo da superfície para que nunca brote água na marinha. Os terre-
nos devem ser suficientemente impermeáveis para que a água se mantenha na ma-
rinha e não se infiltre levando com ela o sal e devem evitar a presença de qualquer
matéria orgânica susceptível de sujar o sal. Assim, entende-se os terrenos argilosos
como bons terrenos para as marinhas de sal.
Uma marinha de sal corresponde a um conjunto de reservatórios feitos de terra
que se destinam a receber a água do mar, através de rios, esteiros ou sapais que com
ele comunicam, onde evapora a água, retendo o sal que nela vem dissolvido. As ma-
rinhas do salgado de Aveiro situam-se nos concelhos de Aveiro e Ílhavo. As marinhas
ocupam actualmente as áreas de sapal, que constituem ilhas dentro da ria, sendo
muito poucas as que têm acesso por terra.
Na figura 1 observa-se em fotografia aérea o salgado de Aveiro, que abrange ma-
rinhas separadas por esteiros e canais, distribuídas por 5 grupos:
282 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

• Grupo de São Roque ou Esgueira: junto ao aglomerado urbano de Aveiro, e se-


parado deste pelo canal de São Roque, limitado a norte e poente pelo Canal
da Veia e a nascente pelo Esteiro de Esgueira.
• Grupo do Sul: a sul do Canal Principal que comunica com o canal das Pirâ-
mides até à Cale de Gafanha, limitado a poente pelo canal de Ílhavo, a nas-
cente pelo Canal das Pirâmides e a sul por Ílhavo.
• Grupo do Mar: a norte do Canal Principal e a sul do Esteiro de Sama, limita-
do a nascente pela Cale da Veia e a poente pela Cale da Gafanha ou Canal da
Cidade.
• Grupo do Norte: entre a Cale do Espinheiro ou Rio Novo, limitado a norte e a
poente pelo Esteiro de Sama, a sul pela Cale dos Bulhões e a nascente pela
Cale da Veia.
• Grupo do Monte Farinha: entre a Cale de Oiro e Parrachil a norte, a Cale do
Espinheiro ou Rio Novo a nascente e sul, e a Cale de Oiro e a Cale da Gaivo-
ta a poente.

Figura 1: Localização do salgado da ria de Aveiro.

Em Aveiro, o trabalho nas marinhas de sal começa em Março/Abril, com o co-


meço dos trabalhos preparatórios e reparações. Nesta fase do trabalho, quando se ini-
ciam as limpezas das marinhas, são retiradas as lamas e levadas para os muros o que
permite a conservação do muro. A extracção do sal decorre desde a Primavera até
Setembro/Outubro, altura em que, com o aparecimento das primeiras chuvas é ne-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 283

cessário tapar os montes de sal acumulado até à altura.

3. Muros das Marinhas (Motas)

Os múltiplos canais e esteiros que se desenvolvem em toda a laguna de Aveiro


são contidos por muros de terra. Estes muros definem os limites exteriores das mari-
nhas e representam o primeiro cuidado na construção de uma salina. Os muros, ou
motas, têm como principal função fechar e proteger as marinhas, devendo sempre
ter cotas de coroamento superiores às maiores marés. No entanto, as motas não de-
vem ser demasiado altas para que o transporte do sal para fora da marinha seja fa-
cilitado e também para que não seja impedida a circulação do vento, fundamental
no processo de evaporação da água e cristalização do sal.
Além disso, as motas das marinhas servem também de acessibilidade às eiras,
pelo que devem ter condições para a circulação de pessoas e/ou carros. As eiras são
lugares propositadamente escolhidos para armazenar o sal, situados nos muros ex-
teriores das marinhas e estrategicamente colocadas para que o sal fique em segurança
relativamente à água, e para que seja facilitado o seu transporte por barco ou por car-
ro.

3.1. Construção tradicional


Tradicionalmente, as motas são constituídas por duas paredes paralelas de “tor-
rão”, que delimitam as marinhas e simultaneamente impedem a inundação durante
as marés. O torrão é um paralelepípedo de terra argilosa endurecida com uma face
de cerca de 20 por 20 centímetros e com profundidade igual ao tamanho da lâmi-
na de uma enchada, usada para retirar o torrão do chão das marinhas de junco, lo-
cal onde são produzidos. A qualidade do torrão (argila com grande implantação de
flora ambiental) origina uma aglutinação muito forte e uma completa integração no
ambiente do meio local. A caixa
constituída pelas paredes do muro é
preenchida com lamas, que conferem
a necessária impermeabilidade ao
muro.
Este tipo de construção tradicio-
nal respondia assim aos dois aspectos
principais exigidos para a sua função,
originando estabilidade ao muro de
defesa, bem como a impermeabilida-
de necessária para o bom funciona-
mento das marinhas de sal. A figura 2
esquematiza o processo construtivo.

Figura 2: Ilustração representativa do processo


tradicional de construção das motas, em torrão.
284 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

De acordo com a figura 2, as duas paredes das motas de vedação eram realiza-
das em torrão, paralelas e com um talude conveniente. Entre as paredes era defini-
do um intervalo de 3.0 m a 3.5 m (geralmente a largura na base dos muros), que se
enchia de lama. Para que estas duas linhas de torrão não resvalassem depois pelo solo
escorregadio da praia, era costume colocá-los de maneira a que a superfície cober-
ta de vegetação assentasse directamente no chão do sapal. Levantadas duas ou três
fiadas, enchia-se imediatamente o vão compreendido entre elas, caixa do muro, com
lamas de baldeação, provenientes do interior da marinha. Os marnotos cortavam a
lama em paralelepípedos alongados, postas, com baldes (pequenas pás compridas
e estreitas), e depois atiravam-na com esta forma e com os próprios baldes, para den-
tro da caixa dos muros.
À medida que as fiadas iam subindo, o muro ia estreitando. Tendo na base 3.5
m de largura, o muro ficava apenas com 2.5 m a uma altura de 1.2 m, sendo a dife-
rença absorvida pelos taludes. Chegado a uma cota não atingida por cheias ordiná-
rias, o muro era encimado por um capelo de lama.
Esta maneira de construir oferecia bastante resistência ao embate das águas, por-
que o torrão enfenava, isto é, as plantas que trazia da praia lançavam raízes à lama
dos muros, tornando-se estes, por tal modo, muito mais sólidos. Ainda assim, os mu-
ros mais expostos aos ventos dominantes eram guarnecidos de pedra solta, ordina-
riamente grés vermelho, ou de uma sebada, de fachina entrelaçada em estacas de pi-
nheiro.
Apesar de todas estas precauções, praticamente todos os anos os muros sofriam
danos com os vendavais de Inverno. As pedras resvalavam, as sebadas desfaziam-se,
o torrão desmoronava-se, a lama diluía-se, ao ponto de muitas vezes se abrirem nos
muros grandes bocas, chamadas cambeias. Todos estes estragos eram anualmente re-
parados, antes de se principiarem os trabalhos de amanho, ou seja, entre Fevereiro
e Abril.

3.2. Causas da degradação das motas


A construção das motas, realizada da forma descrita no ponto anterior, deixou
de ser eficaz por diversos motivos. Além dos factores já mencionados, relacionados
com a menor utilização do sal e consequente abandono da actividade, a degrada-
ção dos muros é também devida às obras realizadas no porto de Aveiro, com con-
sequências ao nível das amplitudes de maré, das velocidades de corrente e da sali-
nidade da água dentro da laguna.
A fixação artificial da barra foi fundamental para a resolução do problema de ins-
tabilidade do sistema lagunar e por outro lado permitiu o crescimento do porto de
Aveiro. No entanto, o aprofundamento do canal principal para permitir a entrada de
embarcações de grande porte, alterou a hidrodinâmica nos canais da ria. Os volu-
mes de água a entrar e a sair da ria em cada ciclo de maré aumentaram significati-
vamente.
Surgiram dificuldades de manutenção dos muros, devido aos maiores níveis de
água, relacionados com as maiores amplitudes de maré, maiores velocidades de cor-
rente nos canais originadas pelas correntes de enchente e de vazante e ao avanço da
salinidade. Parte da vegetação existente nos muros não sobreviveu às novas salini-
dades, deixando de cumprir a função de revestimento e protecção dos muros. Como
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 285

consequência, verifica-se a destruição dos muros pela parte lateral superior sujeita
à acção das marés, associada à falta de flora de protecção, em resultado do aumen-
to da salinidade e até por vezes, da poluição.
Estas dificuldades nas condições de produção de sal conduziram também a ou-
tro problema enfrentado pelo salgado de Aveiro, relacionado com a falta de pessoal
disponível para a actividade. Houve portanto uma relação simultânea de causa e efei-
to, já que o abandono da actividade facilitou a degradação das motas e as dificul-
dades de manutenção das marinhas conduziram ao abandono da actividade.
Ainda relacionada com o abandono da actividade é a questão das acessibilida-
des, já que a natureza insular de algumas marinhas acarreta custos de transporte agra-
vados, que se reflectem no valor de produção.
Há ainda a referir que a localização da antiga lota de Aveiro veio promover, nos
canais principais, a circulação de embarcações de alguma dimensão, o que provo-
ca ondulação, ampliando os efeitos das acções sobre as motas e conduzindo a um
maior desgaste dos muros das marinhas.
Assim, em resumo, as principais causas de degradação dos muros podem ser
enumeradas como sendo:
• Abandono da actividade nas marinhas (falta de manutenção);
• Canalização de grandes caudais na embocadura da barra;
• Maiores amplitudes de maré e velocidades de corrente;
• Ondulação provocada pelas embarcações.

Todas as causas referidas levam à degradação dos muros de defesa das marinhas
que se encontrarem junto a canais ou esteiros. As principais consequências são:
• Desgaste da superfície exposta à acção erosiva da água, sendo tanto mais ac-
tiva e importante, quanto maior o volume de água e a sua velocidade;
• Fractura, ou aparecimento de rachas que se devem à má compactação dos so-
los através da qual ocorrem infiltrações, levando a quebras ou rombos (cam-
beias) e até à destruição total da mota.

a) Cotas de coroamento insuficientes b) Rombos

Figura 3: Diferentes problemas de degradação das motas.


286 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

A degradação das motas das marinhas é um fenómeno evidente que está a con-
sumir o salgado de Aveiro, fazendo-o desaparecer fisicamente. Os rombos nos mu-
ros são responsáveis pelo alagamento das marinhas que se vão transformando em
grandes reservatórios de água, que se enchem e esvaziam de acordo com os senti-
dos da maré. Em diversos locais da ria, para grandes períodos do ciclo de maré, já
não se distingue a posição dos canais em relação aos limites do que eram as mari-
nhas.

3.3. Levantamento da situação actual das motas


Apesar da grande dimensão da área ocupada pelas marinhas e da dificuldade de
aceder a alguns locais, tem sido efectuado o reconhecimento de uma elevada ex-
tensão do terreno ocupado pelo salgado. Este reconhecimento engloba um levanta-
mento pormenorizado de diversos muros, com a caracterização de dimensões e ma-
teriais. Desta forma, tem sido criada uma base de dados onde é identificado o tre-
cho de muro e a marinha a que corresponde, com a definição da largura do muro
ao nível do coroamento, os materiais que o constituem e o seu estado de conserva-
ção, bem como uma breve referência às características do canal que lhe é adjacen-
te.

a) Muro em terra

b) Muro reforçado
com entulho

c) Muro reforçado com


estacas de madeira

d) Muro reforçado
com placas de betão

e) Muro revestido por enro-


camento

f) Muro reforçado com


pneus

Figura 4: Diferentes tipos de reforço dos muros.


THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 287

Em termos da situação actual dos muros, verifica-se que existem muitos em ele-
vado estado de degradação ou já inexistentes e outros onde existiu algum tipo de in-
tervenção (figura 4). Os processos mais comuns na recuperação dos muros de defe-
sa das marinhas resultam do conhecimento empírico dos marnotos e revelam-se ge-
ralmente práticos e eficazes face aos condicionalismos. No entanto, a agressividade
do meio e a fuga da terra subadjacente são obstáculos ao bom funcionamento, como
se constata na aplicação ineficaz de reforços de placas de betão, visível na figura 4d.
Ao ser necessário intervir rapidamente num muro prestes a arrombar ou já ar-
rombado e com o mínimo de investimento possível, foram criadas pelos marnotos
soluções de revestimento para os muros de defesa das marinhas. Alguns dessas so-
luções serão descritas seguidamente.

Estacarias e Entabuamento (figura 4c)


Corresponde a um processo tradicional, que apesar do custo continua a ser a so-
lução mais indicada para a maioria dos casos de grande exposição à erosão fluvial.
As maiores dimensões são aconselhadas em casos especiais de acentuada erosão
abaixo da cota da base dos muros (nos canais).

Pedra, Resíduos Cerâmicos e Entulho (figuras 4b e 4e)


É uma solução que se aplica a muros que possam ser alargados, e em que a ero-
são fluvial não é acentuada. Esta solução é económica, mas estes materiais são sus-
ceptíveis à agressividade química das águas. Quando se utiliza esta solução, deve-
se ter em atenção que o núcleo do muro deve ser plástico e resistente, em terra ar-
gilosa.

Sacos de Serapilheira com Betão


Os sacos com betão dispostos em xadrez e suportados na base por estacas, são
um processo adequado para casos pontuais, como por exemplo, a falta de material
terroso no muro, ou quando o talude tem de ser vertical.

3.4. Hidrodinâmica dos canais da ria e características das argilas das motas
Pretendeu efectuar-se uma caracterização do regime de correntes e marés, bem
como a caracterização dos materiais que compõem os muros de algumas marinhas,
por análise sedimentológica, com vista a viabilizar o estudo de um muro alternati-
vo às soluções actuais.
Relativamente a uma caracterização hidráulica genérica, pode-se referir que os
canais da ria de Aveiro estão protegidos da acção da agitação marítima. Os canais
que conduzem à admissão de água para as marinhas estão sujeitos às amplitudes de
maré e velocidades de corrente, constituindo estas as duas principais acções natu-
rais com influência sobre as motas de terra que delimitam e protegem as marinhas
de sal. Como referido anteriormente, nos canais principais, a circulação de embar-
cações de alguma dimensão provoca ondulação, ampliando os efeitos das acções so-
bre os muros.
Deve ainda referir-se que a previsível subida generalizada do nível médio das
águas do mar, possibilitará maiores e mais frequentes galgamentos do coroamento
dos muros, conduzindo a mais frequentes inundações das marinhas.
288 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

No âmbito do trabalho desenvolvido, tentou ainda simular-se o comportamen-


to das correntes e marés nos canais anexos às marinhas, com recurso a um modelo
numérico que permitisse a extrapolação para qualquer situação, facilitando o estu-
do de soluções. No entanto, verificou-se que não é fácil modelar as condições exis-
tentes na ria, na região das marinhas. Nesta zona, a dimensão de muitos dos canais
não é compatível com o nível de detalhe do modelo e o modelo não simula os gran-
des reservatórios de água que actualmente muitas marinhas representam. Assim, os
valores medidos durante as campanhas de campo realizadas representam apenas
uma indicação da ordem de grandeza das velocidades de corrente e das cotas do ní-
vel da água a que as motas estão sujeitas.
Como indicação, refira-se que as máximas amplitudes de maré no interior da ria
aproximam-se dos 3.5 metros, enquanto os valores máximos de velocidades de cor-
rente serão de cerca de 2.4 m/s na embocadura da barra e canal principal e de cer-
ca de 1.0 m/s nos canais de menor dimensão.
De forma resumida, nos canais da ria, a circulação caracteriza-se por:
• A amplitude e a corrente da maré diminuírem para montante;
• A maré propagar-se com atraso variável de local para local;
• A inversão das correntes de maré ocorrer com atraso relativamente aos pontos
extremos da curva da maré;
• A salinidade diminuir da barra para os extremos.

Foram também recolhidas amostras do solo que compõe os terrenos superficiais


das motas e foram efectuadas análises em laboratório. Os resultados preliminares re-
velam que os solos correspondem a argilas compactadas lodosas, com baixa resis-
tência ao corte, grande deformabilidade e elevada plasticidade. Estes resultados se-
rão comprovados por novos ensaios, para uma futura utilização de parâmetros, ne-
cessários ao dimensionamento de uma solução que utilize as argilas existentes no lo-
cal.

4. Conclusões

Os estudos que têm vindo a ser desenvolvidos visam o dimensionamento de uma


solução para as motas das marinhas de sal, que seja eficaz na protecção das mari-
nhas, pois considera-se que a manutenção do salgado de Aveiro obriga em primei-
ro lugar à manutenção dos próprios muros que delimitam as marinhas. Devido ao
estado de degradação de algumas das motas, é já difícil a sua reconstrução. Assim,
a magnitude dos danos nos muros das marinhas deve ser um critério importante na
definição de eventuais intervenções. As marinhas, ainda num razoável estado de con-
servação, serão mais fáceis de recuperar.
Outro aspecto fundamental na definição de um local de intervenção passa pela
localização da própria marinha, associando o potencial de produção de sal em qua-
lidade e quantidade, com a facilidade de execução da intervenção, considerando os
custos associados à mobilização de equipamento para realização da recuperação.
Relativamente a condicionantes da construção, deve atender-se aos acessos à
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 289

obra de recuperação dos muros, uma vez que os locais são de difícil acesso e veri-
fica-se uma contínua degradação das condições de navegação nos canais. Na ge-
neralidade dos casos, a utilização de maquinaria para transporte de terras (uso pre-
ferencial de argilas existentes no local) terá de ser efectuado por barco. A dimensão
da largura de coroamento do muro deve atender à possibilidade de utilização de ma-
quinaria.
Por fim, considera-se que o uso de argilas existentes no local, combinado com
a utilização de geossintéticos poderá ser uma solução viável, para algumas das ma-
rinhas menos degradadas e de melhor acessibilidade. Os geossintéticos poderão re-
presentar a função antigamente conferida pelo torrão, resistindo de forma eficaz às
maiores solicitações actuais e mitigando impactes ambientais negativos. Neste tipo
de solução, é fundamental garantir o bom funcionamento de alguns aspectos, no-
meadamente a resistência à acção dos roedores e ter em atenção a impermeabilidade
da fundação da mota, já que corresponde a uma zona geralmente mais vulnerável.

Agradecimentos
A realização deste trabalho contou com a preciosa colaboração dos alunos da
licenciatura em Engenharia Civil da Universidade de Aveiro, João Cordeiro e
Carla Pereira, aos quais se agradece.§
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 291

REALIZACIÓN DE UN CENSO DE LAS SALINAS DE


CASTILLA – LA MANCHA

Jesús-F. Carrasco* & Katia Hueso Kortekaas**


Asociación de Amigos de las Salinas de Interior

Resumen: Se puede decir, utilizando un término prestado de la Biología, que las sali-
nas de evaporación solar en el interior del continente, son un endemismo ibérico. A lo
largo de la Historia, en la Península, llegaron a funcionar más de 250 de estas explo-
taciones. Alrededor de 50 lo hicieron en las tierras que, en estos momentos, forman par-
te de la región de Castilla – La Mancha. En la Asociación de Amigos de las Salinas de
Interior nos propusimos realizar un censo de las salinas que alguna vez existieron en
la región como primer paso para estudiarlas más detalladamente y contribuir a su con-
servación. En esta comunicación se ofrece un avance de algunos resultados alcanzados
hasta el momento: se ha realizado una búsqueda documental de las salinas de toda la
región y un estudio pormenorizado de dos provincias: Guadalajara y Cuenca.

Palabras clave: Salinas de interior, paisaje de la sal, Castilla – La Mancha, censo de sa-
linas.

Antecedentes:

Hace mucho tiempo que la sal común ya no se considera un tesoro. Pero durante
siglos, en todo el mundo, la producción, el almacenamiento, el transporte y la ven-
ta de la sal estuvieron bajo control del gobierno de turno y los beneficios generados
se persiguieron por todos los medios. Para producir y comercializar la sal se cons-
truyeron instalaciones especiales, a veces muy complejas y en ocasiones monu-
mentales, y con las rentas se pudieron erigir grandes edificios, tanto de guarda y de-
fensa como administrativos y religiosos.
Esa atención y dedicación de entonces se volvió abandono y dejadez en muchos
lugares desde hace años. Por muy importantes, y rentables, que fueran algunas de
esas instalaciones hace más o menos tiempo ahora se hunden y desaparecen. El im-

* jesusf_carrasco@hotmail.com. Sociólogo por la Universidad Complutense de Madrid (España). Consul-


tor de formación de recursos humanos, es especialista en formación a distancia y ha trabajado tanto en
España como Iberoamérica. Es secretario de la Asociación de Amigos de las Salinas de Interior desde su
fundación en 2002, donde realiza estudios de etnología e historia de salinas y ejerce tareas de contacto
institucional.
** katia@silente.net. Consultor en medio ambiente y desarrollo local. Bióloga por la Universidad de Lei-
den (Países Bajos). Ha trabajado como investigadora en ecología y conservación en diversos países. En la
actualidad es consultor en medio ambiente y desarrollo local, especialmente en planificación de espacios
naturales y evaluación de impacto. Como presidente de la Asociación de Amigos de las Salinas de Inte-
rior desde 2002, investiga, defiende y divulga el paisaje y la cultura de la sal
292 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

parable abandono de la actividad salinera tradicional fue convirtiendo las salinas en


fantasmas y creando un paisaje de ruinas. Tras el abandono vino el olvido. Y los dos
juntos pudieron empezar a borrar las piedras y ocultar a las personas que estuvieron
ligadas a ellas. Unas y otras siguieron el mismo camino de la luz a la sombra.
La sal común se ha obtenido de muy diversas maneras según las épocas, las zo-
nas del mundo y la forma como se presente este compuesto en la naturaleza. Des-
de la recolección de la producida de forma natural en algunas costas marinas o la-
custres hasta el cocimiento de salmuera, la producción en salinas de evaporación so-
lar o la extracción en minas de sal gema. Hay una forma de obtener la sal que, en
Europa, es propia de la Península Ibérica: las salinas de interior. Este tipo de salina
comparte con las de la costa el aprovechamiento de la radiación solar y el viento para
evaporar la salmuera aunque sea a muchos kilómetros de cualquier mar. Utilizando
un término prestado de la Biología podemos decir que las salinas de evaporación so-
lar, en el interior del continente, son un endemismo ibérico. Y no se trata de un caso
aislado. A lo largo de la Historia llegaron a funcionar, entre España y Portugal, cen-
tenares de salinas de este tipo. En el territorio de lo que hoy es Castilla – La Mancha
hubo alrededor de cincuenta.

El proyecto ETNOSAL

La Asociación de Amigos de las Salinas de Interior es una organización sin áni-


mo de lucro, privada e independiente, que se dedica a la investigación, puesta en va-
lor y divulgación del paisaje de la sal. Por cumplir los objetivos de generar y difun-
dir conocimientos sobre las salinas y por sustentar de manera firme los argumentos
que permitan ejercer cuantas acciones de protección del patrimonio natural y cul-
tural sean necesarias, se consideró que un trabajo, ineludible e inaplazable, era re-
alizar un censo de las salinas de interior. Lo primero, para delimitar el campo de es-
tudio. Pero también como presentación de una realidad extendida por el territorio pe-
ninsular y casi tan ampliamente ignorada.
Para empezar el inventario se pensó en los territorios que actualmente forman la
Región de Castilla La – Mancha. Distintas informaciones previas avalaban la creen-
cia de que la cantidad de salinas que habían funcionado en esas tierras representa-
ban un número significativo con respecto al total. Una cantidad todavía no deter-
minada exactamente y que es el objetivo principal de otro proyecto que ya está en
marcha. Además, el origen de la Asociación estaba en las tierras salineras de la pro-
vincia de Guadalajara que es una de las cinco que forman la región.

Objetivos del proyecto

Objetivos generales
– Elaborar un censo de las explotaciones salinas que alguna vez funcionaron en
el territorio de lo que hoy es la Comunidad Autónoma de Castilla – La Man-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 293

cha, con especial atención a las pertenecientes al tipo denominado salinas de


interior.
– Localización e identificación de los restos materiales que haya de las salinas.
– Localización de los salineros y sus huellas.

Objetivos específicos
– Recopilación de la información documental disponible en cuanto a localiza-
ción y funcionamiento de las salinas en el territorio de lo que hoy es Castilla
– La Mancha.
– Obtención de imágenes actuales de las salinas.
– Obtención y estudio de testimonios de salineros.

Calendario previsto:
Cuando comenzó el trabajo se estableció un calendario provisional, a cuatro
años vista, con la intención de dedicar una campaña a cada provincia “salinera” de
las cinco que forman la región. Así, se planteaba el siguiente orden cronológico:
Guadalajara en el año 2004
Cuenca en el año 2005
Albacete en el año 2006
Toledo en el año 2007
A finales del año 2006 se han realizado las campañas de las provincias de Gua-
dalajara y Cuenca, como estaba previsto, en los años 2004 y 2005. Han quedado en
suspenso (a la espera de contar con fondos materiales) las campañas correspon-
dientes a las provincias de Albacete y Toledo.

Actividades desarrolladas
El trabajo se organizó alrededor de tres ejes principales denominados “Fuentes
documentales”, “Imágenes” y “Experiencias personales”.
En cada uno de ellos las actividades fueron las siguientes:

1.- “Fuentes documentales”:


Búsqueda de datos:
1. Biblioteca Nacional de España
2. Instituto Geológico y Minero de España
3. Biblioteca Histórica de la Escuela de Minas (Universidad Politécnica de Madrid)
4. Archivos Históricos de distinto ámbito (nacional, provincial, etc.)
5. Consejo Superior de Investigaciones Científicas
6. Base de datos de la Asociación de Amigos de las Salinas de Interior
7. Documentos de diverso tipo en diferentes localizaciones:
• Documentos electrónicos
• Documentos procedentes de archivos personales
• Proyectos técnicos relacionados con salinas
• Recopilaciones efectuadas por curiosos y eruditos locales

2.- “Imágenes”:
294 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

• Búsqueda de imágenes antiguas de salinas


• Toma de fotografías. Estado actual de las salinas
• Ordenación y selección de imágenes

3.- “Experiencias personales”:


• Localización de salineros
• Entrevistas en profundidad
• Análisis del contenido de las entrevistas

Plan de trabajo

En las dos campañas, más intensamente en la primera del año 2004, el eje “Fuen-
tes documentales” se trató de una investigación de gabinete. El objetivo era locali-
zar, recoger y ordenar datos sobre las salinas de Castilla – La Mancha existentes en
bibliotecas, archivos y otros lugares citados más arriba. Esta labor se realizó funda-
mentalmente, pero no en exclusiva, en Madrid puesto que la época de mayor acti-
vidad de las instalaciones salineras, a las que se refiere el estudio, se produjo hace
años, y durante siglos la producción y el comercio de la sal estuvieron regulado por
el Estado. El objetivo principal de esta fase era la búsqueda de pruebas documenta-
les que permitieran la elaboración del censo de instalaciones salineras que funcio-
naron en la región.
El eje “Imágenes” empezó justo a continuación del precedente. Su ámbito era la
provincia concreta que se tratase en cada campaña: en el año 2004 la de Guadala-
jara; en 2005, Cuenca. Tuvo, en cada caso, una duración aproximada de cuatro me-
ses y la actividad fue discontinua por razones de disponibilidad material de tiempo,
por identificar e incluir nuevas localizaciones y por hacer las fotos en la época de
primavera y verano buscando contrastes propios de la explotación salinera. El trabajo
tenía planteadas dos facetas; por un lado la búsqueda de imágenes antiguas y por otro
la producción de imágenes actuales. En esta fase se conjugaban técnicas de gabinete
y de trabajo de campo.
El eje “Experiencias personales” coincidía en su realización con el precedente.
Por tanto, era una actividad discontinua. En él se trataba de recuperar la experiencia
de los trabajadores de la sal. Era una investigación de tipo cualitativo basada en tes-
timonios directos obtenidos mediante entrevistas con personas relacionadas profe-
sionalmente con la producción de sal: salineros, gerentes, propietarios…

Recursos humanos

En las dos campañas realizadas han trabajado dos personas, con distinto grado
de dedicación según el trabajo concreto y la disponibilidad personal, durante los cin-
co meses previstos en el cronograma. Para los ejes 2 (“Imágenes”) y 3 (“Experiencias
personales”) las dos personas mencionadas antes con la ayuda de colaboradores con-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 295

cretos según la experiencia profesional de cada uno (fotografía, por ejemplo) y la dis-
ponibilidad de tiempo dada la época estival en la que se desarrollaron estos dos ejes.
Las dos campañas se desarrollaron entre los meses de mayo y septiembre.

Algunos resultados de las dos campañas realizadas dentro del proyecto


ETNOSAL

Aunque el proyecto ETNOSAL, como se ha explicado antes, aún no ha termina-


do la fase de exploración de las cuatro provincias previstas, hay algunos resultados
que se pueden ir adelantando. Uno es la lista de referencias a instalaciones saline-
ras correspondientes a las provincias de Guadalajara y Cuenca y el resultado de la
comprobación hecha durante los trabajos realizados en este proyecto. La clasifica-
ción según el estado de conservación se explica a continuación y está basada en una
comunicación (Carrasco & Hueso, 2006) que aparece en la bibliografía adjunta y que
se presenta aquí como un resultado más del proyecto ETNOSAL.
Las referencias a instalaciones salinas que aparecen en el proyecto se han loca-
lizado de muy diversas maneras y, una vez captadas, se ha intentado cotejarlas en
varias fuentes. El proceso de comprobación de una cita podía empezar con la men-
ción en un documento o producto de una conversación con un informante, fuera ex-
perto o no. Si el nombre de la salina en cuestión correspondía con el de un munici-
pio, llamábamos a ese Ayuntamiento solicitando información del lugar. También si
sabían de alguna persona que conociera la instalación o si había estudios de cual-
quier tipo (históricos, arqueológicos, de costumbres..) y nivel de profundidad sobre
la zona. A continuación tratábamos de entablar contacto con las personas que nos
decían y procurábamos encontrar las referencias bibliográficas, o de otro tipo, que
nos hubieran descubierto.
El proceso continuaba (y sigue) abierto y nuevas referencias nos hacían revisar
las anteriores en un proceso de retroalimentación continua. Así a los nuevos infor-
mantes se les preguntaba con la información más reciente y las consultas docu-
mentales se afinaban con la información que íbamos recogiendo en el campo. Este
proceso nos permitió orientarnos en la confusión de nombres que, a veces, nos en-
contramos al identificar una salina. A veces es muy difícil localizar el lugar donde
se encuentra una salina sólo con la denominación que aparece en un documento.
Sólo en los casos en los que el nombre con el que se conoció a la largo de la His-
toria no ha cambiado, sigue en funcionamiento o ha estado funcionando hasta hace
unos años y los restos han llegado a nuestros días. Pero no siempre es así y no hay
que remontarse a documentos medievales para encontrar ejemplos. En la provincia
de Guadalajara, la misma salina, se puede encontrar con todos estos nombres según
la época y el tipo de documentos que se consulte: Salinas de Santamera, Salinas de
Cercadillo, Salinas del Gormellón y “La Escuadra”.
En la provincia de Cuenca hubo una explotación de sal gema de la cual se tie-
ne referencia desde época romana. Plinio ya cita las bondades de la sal de Egelasta.
Pues bien, La citada Egelasta, Iniesta, Minglanilla y La Pesquera se refieren al mismo
yacimiento según la denominación de diferentes momentos históricos, según los
296 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

cambios administrativos, y diferentes sondeos realizados a lo largo de la Historia.


Este proceso de revisión continua con la identificación y localización de las ins-
talaciones salinas continúa. En este momento los datos de las provincias de Guada-
lajara y Cuenca están tal y como aparece en las tablas siguientes y la explicación de
la columna “Estado actual” es esta:

– Sin producción desde hace años: Se refiere a una instalación en la que toda-
vía se pueden observar parte o todas las instalaciones en pie.
– Desaparecidas: Se refiere a aquellas instalaciones identificadas pero de las que
no hay rastros apreciables sobre el terreno. Esto puede ser debido al efecto del
paso del tiempo, o bien por la acción humana directa que ha hecho despare-
cer las instalaciones construyendo nuevas edificaciones, carreteras o inun-
dando la zona por la construcción de un embalse.
– En fase de (o con proyecto de) recuperación: Se refiere a aquellas instalacio-
nes que se encuentran en proceso de recuperación o con un proyecto real para
recuperarlas.
– Sin localizar: Se refiere a aquellas referencias (normalmente bibliográficas) que
no han sido localizadas en el terreno.

Censo de las salinas de la provincia de Guadalajara


Nombre de la salina . . . . . . . . . . . . . . .Estado actual
Comarca de Sigüenza
Alcuneza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
El Atance . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Desaparecidas bajo el embalse del mismo nombre
Bujalcayado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Carabias . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Imón . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
La Olmeda de Jadraque . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Paredes de Sigüenza . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Riba de Santiuste . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Rienda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Santamera / Gormellón / Cercadillo . . .Sin producción desde hace años
Tordelrrábano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Desaparecidas bajo una carretera
Torre de Valdealmendras . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Valdelcubo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar

Comarca de Molina de Aragón-Alto Tajo


Almallá / Armallá / Tierzo . . . . . . . . . . .En fase de proyecto de explotación turística
Anguita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Anquela del Ducado / Selas . . . . . . . . .Desaparecidas bajo edificaciones y suelo agrícola
Armallones . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar
Hombrados . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar
La Loma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar
Ocentejo / La Inesperada . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Saelices de la Sal . . . . . . . . . . . . . . . . .En fase de recuperación para explotación turística
Rueda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar
Terzaga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Traid . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Valsalobre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Otras zonas
Alcocer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 297

Censo de las salinas de la provincia de Cuenca


Nombre de la salina . . . . . . . . .Estado actual
Belinchón . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción de sal desde hace años, hoy vende salmuera
Beteta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Afloramientos salinos, nunca se explotaron para sal
Cañaveras . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar
Cañete . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar. (Es muy posible que sea Salinas del Manzano)
Enguídanos . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar
Huélamo . . . . . . . . . . . . . . . . . .Desaparecida en el siglo XVI
Las Majadas . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar
Minglanilla . . . . . . . . . . . . . . . .Mina de sal, sin producción desde hace años
Monteagudo de las Salinas . . . .Sin producción desde hace años
El Pedernoso . . . . . . . . . . . . . . .Hubo producción de salitre, no produjo sal
La Pesquera . . . . . . . . . . . . . . . .Mina de sal, sin producción desde hace años
Salinas del Manzano . . . . . . . . .En producción, aunque en franca recesión
Santa Cruz de Moya . . . . . . . . .Mina de sal, sin producción desde hace años
Tragacete . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años, hoy vivienda particular
Valdemoro – Sierra . . . . . . . . . .Sin localizar
Valsalobre . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años
Villar de la Encina . . . . . . . . . . .Sin localizar
Villar del Humo . . . . . . . . . . . . .Sin localizar
Villarrubio . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar
Víllora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años

A continuación se presenta una selección de documentos publicados que fue-


ron consultados para la realización del censo de las salinas de las provincias de Gua-
dalajara y Cuenca, primeros pasos para completar el correspondiente a la Comuni-
dad Autónoma de Castilla – La Mancha.§

Bibliografía

Altimir, J. (1949): La sal en el mundo. Tomo I Europa, Barcelona. Ediciones al servicio de la industria sa-
linera.
Ander-Egg, E. N. (2003): Técnicas para la recogida de datos e información, Métodos y técnicas de inves-
tigación social IV. Buenos Aires-México. Ed. Lumen.
Bernard, H., Pelto, P., Werner, O., Boster, J., Romney, K., Johnson, A., Ember, C. & Kasakoff, A. (1986): “The
construction of primary data in cultural anthropology”. Current Anthropology 27(4): 382-396
Carrasco, Jesús-F. & Hueso, Katia (2006): «Métodos tradicionales de obtención de sal: una revisión de con-
ceptos». I Congreso Internacional de Minería y Metalurgia en el contexto de la Historia de la Humanidad:
pasado, presente y futuro. 6-9 de julio de 2006. Mequinenza. Zaragoza.
Cebrián Abellán, A, & Cano Valero, J.(1992): Relaciones topográficas de los pueblos del Reino de Murcia
(1575-1579). Murcia. Universidad de Murcia, Secretariado de Publicaciones.
Contreras, A., Lafraya, S., Lobillo, J., Soto, P. & Rodrigo, C. (1998): Los métodos del diagnóstico rural rá-
pido y participativo Curso de Diagnóstico Rural Participativo, El Rincón de Ademuz, Valencia
Cruz García, O.(1989): “Norias de tradición mudéjar en Imón”. Revista de Folklore, 107: 147-166.
Espejo, C.(1919): “La renta de salinas hasta la muerte de Felipe II”. Tipografía de la Revista de Archivos,
Bibliotecas y Museos. Madrid
Instituto Tecnológico GeoMinero de España (1997): Inventario nacional de recursos minerales de cloru-
ro sódico y sales potásicas. Madrid. Instituto Teconológico GeoMinero de España.
López Gómez, A. (1970): “Salinas de la comarca de Imón (Guadalajara)”. Revista de Estudios Geográfi-
cos, pp. 371-394, Madrid
Morère, N. (1991): “L´exploitation romaine du sel dans la region de Sigüenza”. En Gerión, Homenaje al
Dr. Michel Ponsich. Madrid. Editorial de la Universidad Complutense de Madrid. Páginas 223-235
Morère, N. (1994): “La sal en la Península Ibérica. Los testimonios literarios antiguos”. Hispania Antiqua
XVIII: 235-250
Morère, N. (1995): La sal según la “Geografía” de Estrabón. Un mapa de la sal y algunas aportaciones.
298 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Documento inédito.
Morère, N. (2001): “À propos du sel hispanique, Archeologie du sel: Techniques et Societés”. XIVé Congrès
UISPP, Liège.
Pastor de Togneri, R. (1963): “La sal en Castilla y León. Un problema de la alimentación y del trabajo y
una política fiscal (Siglos X – XIII)”. Cuadernos de Historia de España. XXXVII – XXXVIII págs. 42-87. Bue-
nos Aires
Pastor y Rodríguez, J. (1880): Estudio sobre el desestanco de la sal y el régimen legal, administrativo y eco-
nómico más conveniente para la industria salinera española. Madrid. Imprenta y fundición de M. Trillo.
Puche Riart, O., Mazadiego Martínez, L.F. & Ayarzagüena Sanz, M. (2002): Los museos y las minas mu-
seo de la sal en Europa. Manuscrito.
Sala Aniorte, F. (2000): “Antropología de la sal en el arco Mediterráneo. Las ciudades salineras y su iden-
tidad cultural”. Actas del curso Antropología del Mediterráneo, Universidad Internacional del Mar, Mur-
cia.
SNV (2004): Rapid rural appraisal, participatory rural appraisal and participatory learning and action.
http://snvworld.org/cds/rgMRD/rural-development (Revisado en agosto 2004)
UCLM (2004): Respuestas de los pueblos de la provincia de Guadalajara. Relaciones Topográficas de Fe-
lipe II. Centro de Estudios de Castilla – La Mancha. http:// www. uclm. es / ceclm / DOCUMENTACION%
20 VIRTUAL / relaciones / relas . htm (Revisado en septiembre de 2004)
V.V.A.A. (Varios años): Estadística Minera de España. Dependiente del Ministerio de Fomento, Industria y
Hacienda según las épocas.
Yegros, S. (1852): Apuntes sobre salinas. Madrid. Imprenta de la Viuda de D. Antonio Yenes.
Zarco-Bacas y Cuevas, E. (1983): Relaciones de pueblos del Obispado de Cuenca. Cuenca. Diputación
Provincial.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 299

DO GLORIOSO PASSADO DAS MARINHAS DO


SADO…

Renato Neves* - Mãe d´água

Resumo: Este trabalho baseia-se na análise de fotografias aéreas da área do salgado do


Sado, desde meados de 1980 até à actualidade. Nele se espelha a evolução da ocupa-
ção do salgado com a sua utilização para diferentes fins, nomeadamente a aquacultu-
ra, os arrozais, e a destruição pela expansão urbana e infra estruturas rodoviárias, ques-
tionando-se o deficiente ordenamento a que a área está sujeita.

Glorioso passado

No conjunto dos salgados portugueses o Sado assumiu um papel especialmen-


te preponderante tendo em determinados períodos sido o principal centro produtor
nacional, quer em número de marinhas quer em produção global. Como é bem co-
nhecido o chamado sal de Setúbal foi um dos principais produtos de exportação de
Portugal, assegurando algum equilíbrio comercial a uma economia periclitante, re-
sultante de circunstâncias históricas particularmente difíceis como as que se viveram
no período da Restauração.
A procura do sal de Setúbal nesses períodos levou a uma intensa construção de
marinhas, desde a embocadura do estuário até quase ao limite da área de influên-
cia das marés, não sendo difícil de compreender que tenha havido uma procura das
melhores localizações quer em termos da tomada das águas, quer, sobretudo, dos lo-
cais de acostagem para carregamento do sal.
Foi certamente um compromisso difícil de alcançar, já que muitas localizações
excelentes em termos de qualidade da água (entendida aqui como grau de salinida-
de), não têm a mesma correspondência em termos de acessibilidade e capacidade
de manobra das embarcações, condicionando por isso, de alguma forma, o escoa-
mento do produto, como se verifica no interior da intricada rede de esteiros e ramais
dos canais da Vaia, Mourisca, Faralhão e Praias do Sado. A situação inversa verifica-
se em muitas localizações ao longo do canal de Alcácer.

*littorina@mail.telepac.pt. Ornitólogo. Trabalhou durante cerca de 10 anos no Instituto de Conservação


da Natureza, realizando entre outros trabalhos inventários de populações de aves aquáticas dependentes
de salinas. Actualmente é gerente da empresa Mãe d´água, a qual actua na área da Ecologia realizando
estudos, caracterização, gestão e monitorização de sítios de interesse natural, alargando também estes do-
mínios a componentes de divulgação e promoção destes elementos. A Mãe d´água desempenha o papel
de entidade cordenadora do Projecto INTERREG – SAL em Portugal
300 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Figura 1 - Localização dos diferentes grupos de salinas existentes no estuário do Sado

Analisando a toponímia coligida por Virgínia Rau (1984) e Erik Lindberg (2005)
relativa a grupos, nomes de marinhas e esteiros do salgado do Sado e fazendo a sua
correspondência aos grupos actuais de salinas (quadro 1), verificamos que muitos dos
locais de produção conhecidos até meados do século XX estão perfeitamente refe-
renciados pelo menos a partir do século XVI-XVII.
É curioso verificar que muitos dos nomes citados por Lindberg corresponderem
aos nomes dos esteiros que rasgam todo o salgado e que, como referimos anterior-
mente, desempenhavam um papel crucial no abastecimento das várias marinhas por
eles servidos e também para o escoamento do sal por via fluvial. Outro aspecto in-
teressante focado na documentação citada por Lindberg, reside no facto de salinas
situadas no mesmo esteiro terem classificações diferentes quanto à qualidade do sal
nelas produzido.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 301

Quadro 1 – Correspondência toponímica actual a partir de Rau (1984) e Lindberg (2005)

Toponímia em Rau (1984) .Toponímia em Lindberg (2005) .Correspondência actual*


Abul . . . . . . . . . . . . . . . . . .Abul . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro do Abul - Bocas de Palma
Alberge . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro do Alberge - Faias
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Baya . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Vaia
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Bombarahla . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro da Bombaralha - Batalha
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Boranca . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro da Barroca - Vale de Judeus
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Boza da Cazada . . . . . . . . . . . . . .Esteiro da Boca da Casada - Praias do Sado
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Cachopos . . . . . . . . . . . . . . . . . .Cachopos
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Carualhas . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro das Carvalhas - Vaia
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Chaxolha . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sachola
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro do Alemo . . . . . . . . . . . .Esteiro de Álamo - Vaia
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro de Joa Barlandrouve . . . .Esteiro de João Landrob - Faralhão
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Faralho . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Faralhão
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Gambea . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Gâmbia
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Guarnadihlo . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro do Granadilho -Praias do Sado
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mourisca . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mourisca
Cabo de Musgos . . . . . . . . .Musgos . . . . . . . . . . . . . . . . .Pontal de Musgos, sítio nas proximidades
do actual grupo da Gâmbia
Esteiro de Palma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Bocas de Palma
Espim do Norte . . . . . . . . . .Espam da banda da-Norte . . . .Actualmente o topónimo tem correspon-
dência apenas na margem sul, na época
seria provavelmente uma das designações
grupo actual de Bocas de Palma
Espim do Sul . . . . . . . . . . . .Espim . . . . . . . . . . . . . . .Espim, sítio nas proximidades do actual
grupo de Cachopos
Enxorroqueira . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Enxarroqueira
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Maria Mansa . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro da Maria Mansa - Faralhão
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Monte de Cabraz . . . . . . . . . . . .Monte de Cabras
Monte Vil . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Actual Montevil, nas proximidades de Tor-
rinha/Casas Novas
Motrena . . . . . . . . . . . . . . .Motrema . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mitrena
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Murta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .O sítio da margem sul conhecido por Mur-
ta situa-se entre os actuais grupos da Com-
porta e dos Cachopos, não existindo vestí-
gios físicos da existência de salinas neste
local
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Painha . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro da Painha - Faralhão
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Pinheiro Torte . . . . . . . . . . . . . . .Pinheiro Torto
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Potte Vueiro . . . . . . . . . . . . .Porto Viceiro? Existem várias salinas com
este nome no grupo das Faias
Vale do Judeu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Vale de Judeus
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Rio Frio . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro do Rio Frio - Praias do Sado
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Telhada . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Telhada
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Zumbujal . . . . . . . . . . . . . . . . . .Zambujal sítio onde existem várias salinas
no actual grupo da Gâmbia

Os nomes correspondentes aos grupos ac-


tuais (localizados no mapa da figura 1) são
apresentados a itálico

Triste presente

Ao longo da sua história o salgado do Sado conheceu múltiplos ciclos de incre-


mento e retracção e até modificações tecnológicas, como as que ocorreram com a
chegada ao salgado de produtores de Aveiro (por volta de 1940/1950) que alteraram
algumas marinhas setubalenses para a tecnologia ou uso aveirense.
No entanto, a partir de meados da década de setenta do século XX iniciou-se um
longo ciclo de abandono e transformação das salinas, originado pela desvalorização
302 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

do produto e aumento dos custos de produção, tendo até aos nossos dias sido des-
truídas ou seriamente danificadas aproximadamente 80% das salinas existentes à
data da elaboração do Inquérito à Indústria do Sal promovido pela CRPQF (1957).
Das mais de 300 salinas que existiam em actividade nessa época restam menos de
10 em actividade e, destas, algumas em funcionamento parcial com recurso a solu-
ções tecnológicas e adaptações já longe das tecnologias locais que fizeram a exce-
lência do sal de Setúbal.
O quadro 2 mostra as principais causas dessa destruição nos diferentes grupos.

Quadro 2 - Causas da destruição ou alteração de uso das salinas do Sado


(ocupação por sapal)

extensivas (anterio-
urbanização, etc.)

intensivas (poste-
res a 1980/1990)
Cultura do arroz

Renaturalização
Obras (vias de
comunicação,

riores a 1990)
Pisciculturas

Pisciculturas
Grupo

Monte de Cabras . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . .x . . . .x
Mitrena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . .
Praias-do-Sado . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . .x . . . .x
Faralhão . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . .x . . . .x
Mourisca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . .
Vaia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . .x . . . . .
Vale de Judeus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . .
Pinheiro Torto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . .x
Gâmbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . .x . . . . .
Sachola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . .
Bocas de Palma . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . .x . . . . . .x . . . . .
Monte da Pedra . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Enxarroqueira . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . .x
Faias . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Telhada . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Batalha . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Torrinha/Casas Novas . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Cachopos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . .
Comporta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x

As figuras 2, 3, e 4 ilustram a situação actual de alguns grupos de salinas do sal-


gado de Alcácer, tendo sido sobrepostas sobre as fotografias aéreas o uso actual des-
sas antigas áreas salineiras, vendo-se perfeitamente o efeito da expansão dos arrozais
e a alteração de uso das próprias salinas, sendo previsível que as suas estruturas ve-
nham a desaparecer progressivamente.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 303

Figura 2 –
Grupo da En-
xarroqueira

Figura 3 –
Grupo da Tor-
rinha

Figura 4 –
Grupos das
Faias, Telhada
e Batalha
304 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Vil futuro?

Em face da evolução do salgado do Sado temos muitas perguntas e poucas res-


postas:
• Pode a economia ser (sempre) o motor determinante para a construção da pai-
sagem?
• Paisagem / natureza: a Reserva Natural e a Rede Natura 2000 (as salinas do
Sado encontram-se no interior de uma ZPE e SIC); o ordenamento não pode pa-
rar e inverter a situação?
• Farão sentido as paisagens salineiras sem sal? Que gestão de salinas para a Con-
servação da Natureza?
• Que argumentos para travar a futura pressão para a transformação de salinas
em aquaculturas? (no novo quadro comunitário 2007-2013)
• O antigo prestígio do sal de Setúbal para a salga de peixe não pode ser capi-
talizado para novos mercados?
• Não será possível retomar a produção através do método tradicional de cris-
talização sobre tapete de algas (casco), valorizando desta forma um processo
verdadeiramente ímpar em termos tecnológicos (logo com uma forte mais va-
lia em termos de marketing)? §

Referências

Lindberg, Erik (2005). An 18th century Swedish Perspective on the Portuguese salt Industry. With trade and
production figures in I Seminário Internacional sobre o Sal Português. Edição Instituto de história moder-
na da Universidade do Porto (pag. 176-179)
Rau, Virgínia (1984). Estudos sobre a história do sal português. Editorial Presença
Silva, J. Ferreira da (1957). Inquérito à Indústria do sal – V Volume – Salgado de Setúbal. CRPQF
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 305

LES MARAIS SALANTS PORTUGAIS, VERS UNE GES-


TION INTÉGRÉE?

Ludwig Nedelec*

Les marais salants portugais sont le


résultat d’un long travail humain de fa-
çonnement. À la conjonction entre la
terre et la mer, cette situation leur
confère une entité particulière. Proté-
gés des grandes tempêtes océaniques à
l’intérieur de vastes lagunes, comme
sur la côte de l’Algarve, ou par les
méandres des estuaires comme celui
du Mondego, ces marais ont pu se dé-
velopper au sein d’un espace relative-
ment paisible et ouvert sur le monde.
Les premières traces de marais salants au Portugal remontent probablement au
cours du premier millénaire avant J.-C. Avec les marins phéniciens présents sur les
côtes occidentales de la péninsule Ibérique, en particulier sur la rive droite de l’es-
tuaire du Sado. La région d’Abul (Alcacer do Sal) parait avoir été leur premier éta-
blissement mais ils se positionnent aussi dans la région de Lisbonne, de Santarem et
de Setubal. Et si ces derniers semblent avoir initié la technique solaire pour la récol-
te du sel au Portugal et dans le sud espagnol, il est probable que les romains l’aient
reprise à leur compte et encouragé son développement en corrélation avec les usines
de salaison de poissons. La richesse piscicole des côtes lusitaniennes les incita cer-
tainement à développer les marais salants dans l’optique d’obtenir le précieux sel,
élément indispensable à la préparation du garum, plat fortement prisé par les popu-
lations de l’Empire. Les vestiges datant de l’époque impériale romaine, retrouvés à
l’intérieur du Sado ou du Tage illustre une telle hypothèse. Les périodes romaines, wi-
sigothiques ou musulmanes ne laissent pas de grandes traces historiques sur le sel et
si les marais salants durant tous ces siècles ont perdurés, il faut attendre le contexte
bien particulier d’une Reconquista péninsulaire, créatrice de royaumes nouveaux,
pour voir se dégager une identité particulière des marais salants.
Les salines entrent de nouveau dans le giron chrétien dès le Xe siècle, laissant
alors leur marque dans l’histoire nationale. Remis à des ordres religieux à vocation
militaire ou à des nobles ayant bien servis les souverains, les marais salants ne vont

*Etudiant en thèse / Enseignant Collège-Lycée; Depuis Octobre 2002: Maître auxiliaire II (= équivalent en-
seignant) au collège et Lycée de Bretagne en Histoire-Géographie et Education Civique. En Thèse de Géo-
graphie avec M. MIOSSEC A. depuis 2002 sur le thème des marais salants français et portugais. Juin 2002:
– DEA Géographie: Sociétés et Aménagement, Mer et Littoral. Juin 2001: – Maîtrise Sciences de la Terre
et de l'Univers.
306 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

cesser de croître pour atteindre des sommets dans leur développement vers le XIVe
et le XVIIe siècle. Cette expansion salicole trouve ses origines dans l’extension du ter-
ritoire national, dans l’augmentation de la population, dans le développement de la
pêche et du commerce avec l’étranger, en particulier les échanges maritimes vers
l’Empire ou le Nord de l’Europe, et par la volonté créatrice de la bourgeoisie et de
la noblesse prête à investir dans une opération financière fructueuse. Un ensemble
de facteurs qui assure un débouché rentable au sel et favorise la demande de ce pro-
duit, encourageant ainsi la création de nouvelles salines.
Le XIXe et le XXe siècle se caractérisent par le déclin des débouchés du sel qui
entraîne avec lui la fermeture progressive de nombreux marais salants. Leur abandon
entraîne une remise en cause de leur existence par leur transformation géomorpho-
logique. Devenant peu rentables, ils sont alors remodelés pour recevoir des espaces
rizicoles ou des sites liés à l’aquaculture ou bien tout simplement sont laissés à
l’abandon et se détériorent de façon naturelle. Le manque d’entretien entraîne bien
souvent la détérioration des digues qui cèdent sous l’assaut répété de la mer. Une
géomorphologie de schorre et de slikke se développe à l’intérieur de ces bassins de
marais. Un envasement avec atterrissement du fond a lieu, favorisé par une végéta-
tion envahissante mettant fin à ce qui faisait la particularité même de ces espaces, an-
nulant de surcroît le travail humain qui, au cours des siècles, a su dominer la natu-
re en créant un véritable espace productif et environnemental.
Aujourd’hui, les marais salants portugais sont à la fois, des outils et des espaces
de production (aquaculture, saliculture), et deviennent des espaces écologiques et
protégés. C’est par exemple, un lieu d’accueil pour l’avifaune migratrice. Face à cet
intérêt écologique et devant le risque de leur disparition, la protection de ces lieux
a été une nécessité. C’est ainsi que, protégés par la loi, ils deviennent une sorte de
“sanctuaire”, glissant peu à peu vers la patrimonialisation. Patrimoine environne-
mental, outil de la biodiversité surtout lorsqu’il abrite une faune et une flore d’une
grande richesse. Patrimoine culturel gardant la mémoire de l’usage traditionnel, des
traditions liées au sel et de la culture locale. Patrimoine technique lié à l’usage d’ins-
truments n’ayant que peu évolués depuis des siècles et à la morphologie des bassins
eux-mêmes qui forment l’appareil productif des marais. Un patrimoine qui rend hom-
mage à l’entreprise humaine ayant façonné au fil du temps ces espaces, qui de nos
jours, participent au maintien de la biodiversité et à la richesse de ces lieux.
C’est ainsi que le Portugal est entré dans une démarche de développement du-
rable à propos des marais salants qui parsèment son littoral. Par une gestion intégrée
associant défense de l’environnement et activités pérennes, il lui est possible de
contribuer plus facilement à la protection des bassins salicoles tout en développant
un outil économique capable de préserver les ressources naturelles. Une démarche
qui s’organise dans une optique neuve de réutilisation des sites lorsque l’aquacultu-
re s’y installe ou pour maintenir l’usage traditionnel de la saliculture, gardant ainsi
les structures morphologiques qui font les particularités de ces zones humides ; aug-
mentant de surcroît leur attrait auprès d’une population citadine, grande consom-
matrice de tels espaces.
Une situation qui explique tout l’intérêt qu’il peut y avoir de discuter et d’ap-
précier la gestion qu’il y a autour de ces sites salicoles. Les marais salants portugais
sont actuellement dans une phase de transition. Entre une disparition progressive d’un
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 307

côté (du à l’arrêt de l’activité salicole ou la mise en place sur ces sites de nouvelles
activités économiques) et de l’autre, une mise en valeur en tant que patrimoine, la
saliculture portugaise est en pleine mutation économique et culturelle. Une évolu-
tion qui ne peut se faire qu’autour d’une gestion intégrée même si cette dernière est
porteuse de nombreuses questions. Comment concilier sereinement dans un même
espace les réserves ornithologiques et la circulation touristique? Comment mainte-
nir une activité économique pérenne tout en préservant l’espace naturel du site? Des
questions qui, à l’aide d’une concertation locale, nationale et européenne semblent
aujourd’hui trouver des réponses. C’est pourquoi, à travers un court descriptif s’ap-
puyant sur deux exemples, nous montrerons comment les marais salants portugais,
grâce à une gestion intégrée, deviennent des espaces du développement durable et
avancent progressivement vers un état de patrimonialisation?

§§§

Les salines sont le fruit d’une longue histoire. Et si celle-ci connait aujourd’hui
des vicissitudes, les marais salants restent encore les gardiens, les détendeurs d’une
richesse difficilement chiffrable en accueillant en leur sein une faune et une flore
d’une grande importance et d’une grande variété à tous les niveaux du vivant. Ce sont
de véritables espaces de biodiversité à la fois faunistique et floristique. Par leur po-
sition privilégiée entre la terre et la mer, les marais salants bénéficient de qualités éco-
logiques et environnementales poussées. Ils participent, au sein du système écolo-
gique, au jeu relationnel entre la faune et la flore.
Les marais sont des sites où la productivité biologique résulte, en premier lieu,
de la qualité et de la quantité d’éléments nutritifs disponibles dans l’eau et les sédi-
ments, et en second lieu, de la nature des réseaux trophiques (peuplements végétaux
et animaux) qui s’y développent. Les éléments nutritifs dissous (azote, phosphore, si-
lice…), apportés par les eaux marines ou le ruissellement d’eaux douces, sont recy-
clés sur place par la décomposition bactérienne des matières organiques. Les eaux
douces étant beaucoup plus riches que les eaux marines en éléments nutritifs, les
eaux saumâtres et estuariennes sont des eaux d’une grande fertilité. Grâce aux mé-
canismes de photosynthèse (végétaux et bactéries phototrophes) et de chimiosynthèse
(bactéries particulières), ces éléments nutritifs permettent une production de matiè-
re organique vivante (végétaux et bactéries) appelée production primaire. C’est sur
elle que va reposer tout le reste de la chaîne trophique. C’est sur elle que va reposer
la forte présence ou non d’une faune et d’une flore abondante.
Situés sur l’axe migratoire atlantique, à l’abri du vent et des marées, fourmillant
de vers et de crustacés marins, les marais salants portugais attirent la faune ailée. Leur
offrant un biotope varié et riche, procurant à chacun un territoire privilégié. Ils se
nourrissent aussi bien sur les laisses de mer et sur les vases que dans les différents bas-
sins qui composent les salines. En hiver, ils représentent un important reposoir de ma-
rée haute pour les milliers de limicoles, canards et bernaches qui hivernent en ces
lieux. Au printemps, les migrateurs revenant d’Afrique y font étape avant de continuer
leur longue route vers les sites nordiques de nidification, pendant que d’autres s’y ins-
tallent pour élever leurs nichées. L’inventaire réalisé en 1998 par la Réserve Naturelle
du Sado a permis de dénombrer un total de 25 593 limicoles avec 14 980 anatidés
308 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

et 1 311 individus d’autres groupes soit 15 % de la population hivernante. Ces


quelques chiffres évoquent un aperçu de la richesse faunistique des zones salicoles
et prouvent une nouvelle fois l’intérêt de maintenir en état ces espaces puisqu’ils
constituent des zones de repos sur les couloirs de migration ; des zones de repro-
duction et des zones de nourriture pour l’avifaune. La disparition de ces zones, en-
traînerait la disparition de certaines escales ou lieux de ravitaillement pour les oiseaux
migrateurs. La construction d’une route, d’une usine ou d’une zone résidentielle fait
disparaître de nombreux végétaux et de nombreux animaux vitaux pour l’avifaune (J.
ELPHICK, 1996).
La richesse de l’avifaune s’illustre par quelques oiseaux symboliques aux marais
salants comme l’avocette élégante (Recurvirostra avosetta) présente dans les salines
atlantiques qui lui servent de lieux de reproduction. L’avocette est l’emblème du mar-
noto. Avec son long bec, son plumage blanc rehaussé de noir et ses hautes pattes
bleues, elle est une espèce reine des marais salants où sa palmure développée lui per-
met de se déplacer facilement dans la vase où, grâce à son long bec elle peut filtrer
la vase et trier sa nourriture. L’avocette migre en automne vers les lagunes marocaines
ou les lacs d’Afrique orientale.
On trouve aussi l’échasse blanche (Himantopus hymantopus) mais également
l’aigrette garzette (Egretta garzetta), le bihoreau gris (Nycticorax nycticorax) et la grue
cendrée (Grus grus), bel échassier qui passe, pour un certain nombre d’entre eux, ses
hivers dans le sud du Portugal. Ce dernier est un animal gracieux, danseur même en
dehors de la parade nuptiale.
Le réseau hydraulique qui compose les différents bassins au sein des salines joue
un rôle écologique de grande importance. Il permet une bonne circulation des eaux
entre les bassins favorisant la filtration des flux entre la terre et la mer. Son maintient
en état est donc une priorité d’autant plus qu’il assure le développement de la pro-
duction primaire indispensable au bon fonctionnement de la chaîne écologique.
C’est en effet un lieu de reproduction pour la faune aquatique, à la fois utile pour
l’avifaune et la recomposition des stocks de pêche des estuaires. Une faune piscico-
le composée d’espèces d’origine marine dont l’installation n’est que temporaire, ar-
rivant en fonction de l’ouverture des vannes sur l’océan, d’espèces autochtones ca-
pables de se reproduire dans ce milieu. L’abondance de ces peuplements varie d’un
bassin à l’autre. Une caractéristique importante de ces milieux concerne le renou-
vellement des peuplements benthiques des marais. En effet, la régénération de ces
peuplements se fait par deux types de mécanismes complémentaires. Le premier mé-
canisme de peuplement se fait par le recrutement des larves émises par les espèces
en place, alors que le second mécanisme est du à la colonisation d’espèces littorales
et côtières lorsque le renouvellement de l’eau est opéré par l’exploitant du marais.
Cette colonisation s’orchestre sous des formes de dissémination comme les gamètes,
les oeufs ou les larves. Les renouvellements d’eau ne sont donc pas utiles que pour
la production de sel ou le maintien d’une bonne qualité de l’eau pour l’aquacultu-
re. Ils sont très importants pour la biodiversité observée dans ces milieux. L’ouvertu-
re ou la fermeture des différents vannages du marais détermine des fenêtres tempo-
relles qui permettent l’entrée et la colonisation d’espèces en provenance de la zone
côtière et inversement, l’ouverture des vannes permet de relâcher en mer de futurs
reproducteurs.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 309

Les salines ne sont pas qu’une aire de passage pour l’avifaune, elles possèdent
également une grande richesse floristique : l’obione (Halimione portulacoides) dont
la floraison intervient en été, offre des fleurs jaunâtres, d’assez petite taille mais qui
marquent le paysage lorsque apparaissent les premiers carrés blancs formés par le sel.
La salicorne (Salicornia europea L.), plante comestible au goût salé que l’on peut dé-
guster comme légume, cuite ou en salade, ou comme condiment lorsqu’elle est confi-
te dans le vinaigre prend une couleur rouge caractéristique avant de sécher et dépé-
rir.
Sur les levées, la végétation varie selon le sol. Elle ne sera pas la même si le sol
est riche en chlorure de sodium ou s’il en est dépourvu par suite des chutes d’eau
douce, qui l’ont en quelque sorte nettoyé, lessivé. Lorsque le marais salant est aban-
donné et qu’il reste alimenté par l’eau de mer, il se colmate peu à peu. On voit alors
se développer Glyceria maritima, Obione portulacoides et Salsola soda ainsi que
quelques Salicornia herbacea et quelques représentants de Suaeda maritima. On y
trouve aussi quelques graminées essentiellement composées par les Agrostis alba et
par les Polypogron maritimum. Sur les levées, la végétation banale côtoie les plantes
plus rares comme Cochlearia danica, Glyceria procumbens, Hordeum maritimum ou
encore Frankenia laevis à l’emplacement des anciens tas de sel. La présence de ces
organismes végétaux sur les marais salés est importante car leur dégradation, or-
chestrée par l’association des peuplements bactériens, de la microfaune et de la
méiofaune benthique, permet de maintenir ces populations à un certain niveau de
peuplement, constituant des sources directes ou indirectes d’alimentation pour la ma-
crofaune présente dans les marais. Maintenir une population avifaune élevée im-
plique alors de se pencher sur la conservation de la flore et de sa diversification.
A travers ce bref rappel, les marais salants, par l’existence d’une faune est d’une
flore variée, peuvent être qualifiés comme étant des espaces naturels de qualité, com-
me étant des lieux de la biodiversité. Ils constituent aujourd’hui des paysages d’une
grande richesse à la fois faunistique et floristique qu’il convient de sauvegarder et de
mettre en valeur par une gestion qui puisse maintenir l’activité productrice et éco-
nomique de ces sites tout en préservant la forte vitalité écologique de ces espaces.
Leur défense et leur mise en valeur passant par l’introduction ou le maintien d’acti-
vités économiques pérennes, en accord avec l’aspect naturel des lieux.

La présence de l’eau et des oiseaux migrateurs donne aux marais salants une va-
leur écologique qui imprègne leur identité. Lorsqu’ils sont maintenus en état et qu’ils
ne subissent pas de grandes transformations morphologiques, ils apparaissent com-
me une forme de “sanctuaire écologique”, protégé à la fois par une volonté nationale
et supranationale. Les Directives européennes sur l’avifaune et l’appareil législatif por-
tugais relatif aux questions environnementales, ont permis aux salines d’être sauvées
de l’appétit des bâtisseurs. Préserver ces lieux salicoles en l’état, au titre de la richesse
naturelle qu’ils recèlent, fait de ces espaces une forme de patrimoine environne-
mental.
La forte médiatisation portée sur ces espaces, les mesures de protection écolo-
gique et leur aspect dit naturel font qu’ils basculent vers une patrimonialisation en-
vironnementale et qu’aujourd’hui l’homme les regarde autrement. Il ne s’agit plus
seulement de lieux de récolte du sel ou d’autres usages traditionnels mais de zones
310 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

humides utiles à l’environnement. L’espace productif qu’ils constituent à la base se


combine désormais à d’autres éléments et leur permettent de devenir environne-
mental, écologique surtout lorsqu’ils abritent une faune et une flore d’une grande ri-
chesse. La présence de l’eau ou des oiseaux migrateurs leur donne une valeur sym-
bolique liée à l’espace naturel et leur maintien en état les transforme en quelque sor-
te en patrimoine environnemental. Les usages traditionnels qui avaient fait de ces ma-
rais des outils au service des intérêts humains, disparaissent peu à peu pour laisser
place à la création d’un patrimoine écologique à ciel ouvert.
Ainsi, le marais salant n’apparaît donc plus comme un espace de production ou
un espace technique mais comme un espace dit naturel, et cela quelque soit son de-
gré de transformation ou d’artificialisation. Pourtant les marais salants ne sont pas des
espaces naturels dans le sens où ces lieux restent fictifs puisque, entièrement réali-
sée par la main de l’homme. Malgré la présence de l’eau, des oiseaux ou de la vé-
gétation qui donne cette sensation d’être dans un paysage dit naturel, il n’en demeure
pas moins qu’il s’agit d’une nature artificielle, anthropisée mais qui reste un espace
naturel, écologique aux yeux des citadins qui l’observent. Un espace que l’on peut
qualifier d’anthropo-naturel. C’est également un lieu qui de par son apparence na-
turelle devient un instrument de bien-être pour l’esprit, un lieu d’évasion dans un es-
pace de nature avec la présence de l’eau, des oiseaux qui envoie un faux message
au visiteur en lui laissant croire qu’il est dans un lieu naturel, du moins en apparen-
ce. Ces espaces constituent souvent une source de plaisir et de détente pour les ci-
tadins européens en mal de vert, aguerris aux questions environnementales, à la re-
cherche d’un autre tourisme que celui des grandes plages qu’offre le Portugal. Ce
phénomène participe à accentuer la préservation des marais salants puisque étant na-
turels, il convient de préserver ces espaces. C’est en quelque sorte la “naturalisation”
d’un espace artificiel, construit par l’homme, formant ainsi un espace antrhopo-na-
turel et qui devient à travers les yeux des visiteurs, des nouveaux acteurs qui l’ob-
servent, un espace naturel marqué par la présence d’un milieu aquatique et de l’avi-
faune, un espace qu’il convient de sauvegarder. Ainsi, l’écotourisme devient un élé-
ment participant à la patrimonialisation environnementale.
Outre le fait d’être considérés aujourd’hui comme des zones naturelles, les ma-
rais salants sont également des espaces traditionnels ayant gardé un savoir-faire et des
techniques remontant à la genèse de leur création. Avec des outils rudimentaires du
Moyen-âge, les ouvriers du sel vont refaire les gestes mille fois centenaires. Ces ou-
tils varient dans leur forme et dans leur appellation d’une région à une autre mais leur
utilité reste la même. Recueillir le précieux trésor qu’est le sel. Les marnotos font un
métier encore très peu touché par la modernité ambiante et les techniques de ra-
massage du sel ou les outils en bois traditionnellement présentés dans les livres ou
par les ouvriers du sel eux-mêmes, alimentent une certaine image de ce métier au-
près des touristes-visiteurs. Un savoir-faire, une culture technique ancestrale qu’il
convient de mettre en valeur auprès des populations écotouristiques puisqu’il s’agit
là d’un patrimoine à la fois culturel et technique qu’il convient de présenter et faire
perdurer dans la mémoire collective des populations locales et extérieures. D’où l’im-
portance de développer des lieux de préservation de ce patrimoine technique et cul-
turel afin de le partager au plus grand nombre.
Et si les outils du marnoto ou les routes du sel sont des moyens de diffuser la cul-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 311

ture salicole, le sel et son utilisation à travers la vie quotidienne est le moyen com-
plémentaire de cette diffusion auprès des populations extra-locales, leur permettant
de s’approprier cette culture et de mieux l’apprécier et la défendre. Les marais salants
sont certes vecteurs d’une culture spécifique, mais c’est véritablement par l’inter-
médiaire des produits issus des marais que les touristes-visiteurs participent au main-
tient et à la diffusion de cette culture locale. Si le sel a de nombreux usages histo-
riques et quotidiens, c’est par la cuisine, sous la houlette des grands chefs ayant dé-
veloppé l’usage de la Fleur de Sel, que se fait la promotion des marais salants à tra-
vers la société. Une diffusion, renforcée par un marketing commercial vigoureux, et
qui a permis le développement de produits typiques à base de sel de l’Atlantique
comme les mélanges aromatiques de Fleur de Sel avec des épices. Ces produits sti-
mulent l’imaginaire de l’acheteur et du touriste en insistant sur l’idée qu’il achète
avant tout un produit régional naturel, traditionnel et de qualité. D’autant plus natu-
rel que les marais salants bénéficient de mesures de protection qui offrent à ces es-
paces, une sorte de label de qualité rendant encore plus attractif, dans un contexte
écotouristique toujours plus grandissant, leur visite et l’achat des produits qui en sont
issus. Le sel devient l’ambassadeur auprès des grandes tables européennes, d’une
identité locale forte symbolisée par le traditionalisme des outils et des produits fai-
sant de ces espaces une forme de patrimoine culturel et technique qu’il convient de
maintenir et de mettre en valeur.

C’est ainsi que progressivement se dessine l’image d’un marais salant qui tend à
devenir de plus en plus un patrimoine culturel, technique et environnemental. Cet-
te dynamique de patrimonialisation, encouragée par les mesures de protection à tous
les niveaux et par le développement écotouristique, se renforce et pose la question
de la gestion d’un tel patrimoine.

En protégeant juridiquement les marais salants, on permet de préserver l’espace


tel qu’il est lors de sa mise sous protection mais un tel système n’apporte pas la ga-
rantie de trouver les moyens nécessaires au maintien en état de cet espace et à leur
remise en valeur. L’avenir des marais salants n’est pas assuré même si ces derniers
sont protégés par la législation. La loi a permis de sauver une part de l’identité sali-
cole mais ces espaces demeurent fragiles de par leur nature. Ils peuvent encore être
voués à l’abandon et à la détérioration naturelle. Le manque d’entretien des parties
communes comme les canaux, encourage la perte des salines les plus éloignées.
L’abandon des marais salants et de la production de sel ou de toute autre activité, se
marquent dans le paysage par un abandon progressif des différents bassins qui com-
posent le marais et par le manque d’entretien de l’ensemble du complexe ; au risque
parfois de voir la mer reprendre le dessus en faisant reculer la zone endiguée et en
ouvrant des brèches remettant en cause la qualité du marais pour la faune lorsque le
système hydraulique périclite et les bassins s’envasent. L’avenir des marais salants doit
donc être pérennisé.
La visite des marais par les touristes-visiteurs participe à ce mouvement de pé-
rennisation de l’espace salicole puisqu’il permet d’expliquer au public l’importance
et la nécessité de protéger ces zones humides et maintenir ainsi une pression in-
consciente sur les pouvoirs publics. De plus, lorsque cette ouverture en direction d’un
312 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

public extérieur se combine avec la mise en place d’un emploi éco-environnemen-


tal, la vie du marais ne peut en être que revitalisée. Néanmoins, cette action reste li-
mitée dans l’espace et dans l’impact que cela peut avoir dans la gestion des salines
abandonnées. Lorsque l’identité salicole est utilisée en développant la publicité fai-
te sur les produits du marais ou en créant des lieux dont la vocation ne concerne ab-
solument pas les marais salants mais qui portent un nom à connotation salicole com-
me c’est le cas pour certains restaurants, on participe indirectement à la préservation
de ces espaces. La diffusion de la terminologie salicole au sein de la société, en-
courage la sauvegarde du patrimoine salicole et la diffusion de l’identité locale en la
faisant connaître d’une part et,
d’autre part en lui donnant un prix,
une qualité aux yeux de la société.

Mais l’impact sur la sauvegarde


des marais salants de ces deux
modes opératoires reste difficile à
quantifier et n’apporte pas vraiment
de réponse quand il s’agit de gérer
au quotidien les anciens marais sa-
lants qui menacent de disparaître
sous l’action de la mer. C’est pour-
quoi, leur défense et leur mise en
valeur passent par le développe-
ment local d’activités économiques
pérennes, en accord avec l’aspect
naturel des lieux, dans un esprit de
développement durable territorial,
dans l’espoir de réduire le coût de
l’entretien qui pèse sur les budgets
alloués à la protection de ces sites et
pour maintenir le lien anthropolo-
gique, économique qui a parcouru Le marnoto d’Aveiro, patrimoine culturel et identitaire
l’histoire de ces espaces maritimes.
Des activités éco-environnemen-
tales capables d’assurer une pérennisation économique et environnementale de l’es-
pace salicole.
Durant la grande épopée du commerce du sel, les usages traditionnels des ma-
rais salants se combinèrent avec l’idée que se faisait l’homme de ces espaces, avec
le projet qu’il posait sur cette nature mise à son service. Se superposa alors une vi-
sion productiviste, commerciale et stratégique sur les marais salants. Au point qu’ils
devinrent objet de fortes spéculations et le sel, de l’or. Aujourd’hui encore, même si
le sel n’a plus autant d’importance qu’autrefois, les marais salants restent attractifs
pour quelques activités économiques liées à la présence de l’eau comme l’aquacul-
ture. Des activités nouvelles qui tentent d’apporter une réponse à la déprise salico-
le qui, malgré quelques expériences de relance et de mise en valeur du patrimoine
salicole, n’arrive pas à prendre fin. Entre usages traditionnels et nouveaux usages, les
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 313

salines portugaises connaissent actuellement un regain d’activité, touchant à la fois


le développement de la vie économique et touristique locale. Ainsi, par une gestion
intégrée qui soit un processus de planification continu et concerté, associant défen-
se de l’environnement et activités pérennes, il est possible de contribuer plus facile-
ment à la protection et à la mise en valeur des marais salants, dans une optique neu-
ve de réutilisation des sites pour de nouvelles activités ou pour la remise en valeur
des usages traditionnels. Des activités capables de garder les mêmes structures qui
font de ces zones humides des zones d’intérêt écologique ; augmentant de surcroît
leur attrait auprès d’une population citadine et touristique, grande consommatrice de
tels espaces. Une gestion favorisant l’entente sur l’équilibre optimal à atteindre entre
la conservation, l’exploitation durable et le développement économique des marais
salants au profit de l’ensemble de la population locale.
Une gestion pérenne des ces lieux patrimoniaux qui n’en demeure pas moins dif-
ficile car dépendante d’une multitude d’acteurs, confrontant le gestionnaire à des dif-
ficultés liées aux conflits d’usage. De même, se superpose à l’ensemble une donnée
touristique qu’il faut prendre en compte puisque l’écotourisme croissant peut se ré-
véler être source de conflit pour certaines activités économiques. C’est pourquoi, il
convient de maîtriser et d’éduquer ce tourisme par des sentiers balisés, des panneaux
explicatifs ou par l’intermédiaire d’un écomusée. Le pari est ici, d’insuffler au visi-
teur une pédagogie de l’environnement tout en veillant à ne pas faire des salines des
documents muséographiques mais de véritables lieux de vie et d’espérance. De
même qu’il faut instruire le visiteur sur les risques qu’il peut faire courir sur la récolte
ou la qualité du sel par ses agissements comme il convient de lui expliquer certaines
règles à respecter pour la tranquillité de l’avifaune ou pour le bon fonctionnement
des activités présentes sur le marais. Bref, une gestion qui soit capable d’allier à la
fois mise en valeur, protection, patrimonialisation et activités économiques tout en
respectant les équilibres naturels ainsi que les hommes et leurs intérêts.

C’est pourquoi, à travers les deux exemples qui suivent, nous illustrerons com-
ment les marais salants portugais participent à ce mouvement de patrimonialisation
et comment, à l’aide d’une gestion intégrée, ils tentent de pérenniser l’ensemble des
activités économiques et l’espace environnemental. Ainsi, l’espace salicole de Fi-
gueira da Foz illustre clairement cette dynamique patrimoniale et pérenne insufflée
à la fois par les acteurs privés et publics concernés par les marais salants. En effet, les
salines de Figueira da Foz ont connu une époque faste au cours des siècles mais
lorsque les débouchés du sel diminuèrent, la déprise salicole arriva et l’urbanisme
commença à rogner l’espace salicole. Aujourd’hui protégées de la pression urbaine
par la loi, elles subissent néanmoins l’influence des activités humaines. Compris entre
un port économique relié à une zone industrielle et un espace d’habitation en forte
progression, les salines restent menacées par les risques liés aux activités portuaires
et par les rejets humains au niveau du fleuve Mondego. Deux points qui peuvent à
tout moment réduire la qualité des eaux qui traversent l’ensemble des marais. Néan-
moins, il est toujours possible de limiter ces effets néfastes et cette épée de Damo-
clès qui n’a que peu d’influence face au véritable danger qui guette la saliculture lo-
cale.
Suite à la déprise salicole au cours du dernier siècle, les marais salants encore
314 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

en activité, ne représentent plus qu’un peu moins de la moitié de l’ensemble de la


zone humide comprise dans un coude du fleuve Mondego. Une diminution de l’ac-
tivité salicole qui trouve son origine dans la diminution du nombre des ouvriers du
sel qui ne sont aujourd’hui que quelques dizaines. Une situation qui ne va pas en
s’arrangeant puisque les salines sont marquées par le vieillissement de la population
des marnotos qui accentue la diminution de l’entretien des parties communes des
marais liée à l’absence d’une reprise de la saliculture par une main d’œuvre nouvelle.
Cela pose le problème de la lutte contre l’envasement et du bon entretien du réseau
hydraulique ; deux facteurs caractéristiques des zones humides qu’il convient de sur-
veiller si l’on souhaite maintenir la qualité de cet espace. De même, la déprise sali-
cole a permis le développement d’une aquaculture productiviste qui pose quelques
problèmes: celui de la qualité des eaux, celui du réseau hydraulique et celui de la
qualité paysagère. La modification des bassins pour permettre ce type d’aquacultu-
re entraîne la modification du réseau hydraulique en fonction des changements ap-
portés aux différents bassins qui constituaient les anciennes aires salicoles. Tout com-
me il est difficile d’assurer une bonne qualité de l’eau desservant les salines encore
en activité quand les rejets se font dans les mêmes chenaux. Aussi, si l’activité péri-
clite, il ne sera pas possible de revenir en arrière et de rétablir à moindre frais tout
ce qui faisait l’avantage faunistique et floristique de ces zones humides. C’est égale-
ment le cas pour les qualités paysagères et environnementales du site qui demeurent
fortement remises en cause avec les modifications apportées aux différents bassins
des anciennes salines.
Malgré ces difficultés, quelques acteurs locaux, à la fois privés et publics, et dans
le cadre d’un projet européen de remise en valeur du patrimoine salicole, le projet
Interreg SAL, tentent de promouvoir la saliculture et les marais salants de Figueira da
Foz. Ceci constitue une démarche intéressante puisqu’il s’agit de remettre en valeur
la saliculture locale et le patrimoine salicole auprès de la population locale et de la
population écotouristique. Cela n’a pu se faire que parce qu’il existait en ce lieu une
volonté publique et privée de participer ensemble à un tel projet, lui-même soutenu
par l’Europe. Et c’est à travers la création d’un écomusée et d’une route du sel par-
courant une saline municipale entièrement restaurée dans ce but, que la culture sa-
licole locale peut être diffusée. De même, un bâtit salicole fut restauré dans une dé-
marche de promotion du patrimoine local. Il permet de présenter les outils tradi-
tionnels du marnoto et d’accueillir des expositions sur le sel. Un écomusée a été
construit pour recevoir les groupes et présenter lui aussi un espace plus grand pour
l’accueil du public et la vente des produits locaux. Ce bâtiment sert également de
point de vue. Enfin, un circuit thématique, avec des structures interprétatives et de
présentation tout le long du parcours, permet aux visiteurs d’explorer les lieux tout
en développant ses connaissances. Ce circuit pédagogique est un atout dans la dé-
couverte du patrimoine salicole et environnemental puisqu’il permet d’identifier des
oiseaux, des poissons et des plantes locales, ainsi que le paysage salicole et son his-
toire.
Cette démarche entre parfaitement dans une optique de développement durable
puisqu’elle permet de remettre en valeur un patrimoine menacé et pourquoi pas par-
ticiper à la relance de l’activité salicole. Du moins, elle encourage le partage des
connaissances et des savoirs sur la culture et les outils locaux du sel avec un public
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 315

extérieur à cette culture, favorisant la découverte de ce patrimoine culturel, technique


et environnemental. Et s’il reste des difficultés à régler entre la saliculture et l’aqua-
culture, le plan de gestion qui se met en place actuellement permettra certainement
de les résoudre tout en maintenant cette valorisation patrimoniale, atout de cette zone
humide.

Un circuit thématique au ser-


vice des touristes-visiteurs

La route du sel sur les che-


mins de Figueira da Foz, une
initiation écotouristique des
marais salants
316 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Castro Marim constitue un autre exemple de mise en valeur du patrimoine sali-


cole. Ce dernier est quelque peu différent de Figueira da Foz mais là aussi, la sali-
culture de l’Algarve souffre du vieillissement de la population salicole et de la diffi-
culté de trouver une relève pour assurer la reprise. Comme dans les régions littorales
du Nord, les pressions immobilières et touristiques sont fortement présentes. Si
l’aquaculture existe aussi sur ces lieux, elle reste limitée dans l’espace alors que la
saliculture artisanale locale est davantage confrontée au problème posé par la
concurrence d’une saliculture de type industriel qui pose la question d’une diffé-
renciation juridique sur le statut du sel, entre sel artisanal et sel industriel. Ici la dé-
marche de développement durable liant promotion de la saliculture artisanale et ac-
tivités économiques pérennes passe par la mise en place d’une gestion intégrée entre
des acteurs publics tels que la Réserve naturelle qui a sous sa coupe l’ensemble des
marais salants, ou les collectivités locales et des acteurs privés tels que les sauniers
indépendants ou organisés au sein d’une coopérative de sel, Tradisal. Ensemble, ils
tentent d’organiser une bonne gestion des activités présentes sur la Réserve. La sali-
culture restant au sein de la saline, l’activité majeure.
Leur intégration dans le projet européen Interreg SAL, participe notamment à cet-
te volonté de gestion et de pro-
motion qui consiste à mettre en
valeur les territoires salicoles et
leur richesse, par le biais de la
promotion des atouts écologiques
comme celui de l’avifaune. Cette
mise en valeur passe par la créa-
tion de sentiers de randonnée par-
semés de panneaux explicatifs du
marais, de sa faune et de sa flore ;
par l’existence d’un bâtiment
d’accueil du public pouvant rece-
voir des groupes et organiser des
conférences ou des expositions, et
par l’établissement de plaquettes
touristiques à destination d’un
public amateur de randonnée et
d’espace naturel. Le but étant évi-
demment de faire découvrir le
marais de l’intérieur en y faisant
circuler les touristes afin de se re-
trouver au centre d’information
ou de rencontrer les ouvriers du
sel et d’apprécier ainsi la richesse
culturelle, floristique et faunis-
tique de ces zones humides.

Néanmoins, la gestion mise


Une exposition au cœur de l’histoire et de
en place au sein de la Réserve na- l’espace salicole
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 317

turelle connaît une limite interne, celle de la dualité des activités et des partenaires.
En effet, la présence d’une saliculture industrielle et d’une saliculture artisanale pose
la difficulté de la reconnaissance par les touristes-visiteurs, des produits issus des ma-
rais en tant que produits artisanaux et régionaux, porteurs d’un savoir et d’une cul-
ture locale. La création d’un écolabel du sel peut être envisagée comme étant une
solution possible pour distinguer la différence entre le sel artisanal et le sel industriel.
Un moyen de valoriser à la fois une culture, un savoir-faire local et traditionnel ain-
si qu’une économie régionale qu’il convient de maintenir.

§§§

La saliculture portugaise comme la saliculture atlantique européenne a énormé-


ment souffert et souffre encore de la déprise salicole et de la concurrence des acti-
vités pour un territoire riche et convoité. Confrontée à un certain nombre de pro-
blèmes, l’activité salicole est remise en cause alors même qu’elle représente un hé-
ritage particulier de la technique, de la culture locale et traditionnelle, et un atout
écologique.
Ces espaces salicoles possèdent également un pouvoir d’attractivité touristique,
renforcé par la pression d’un écotourisme croissant. Des lieux qui ont une valeur cul-
turelle, technique et environnementale qui les sanctuarise. Les salines sont un lieu de
mémoire représentant un savoir-faire et une culture ancienne et locale. Devenant pa-
trimoine, ils gardent la mémoire de l’usage traditionnel et de la culture salicole tout
en s’insérant dans un cadre environnemental exceptionnel. C’est la patrimonialisa-
tion. Cette dynamique patrimoniale leur confère une sorte de label de qualité. Une
labellisation utilisée et renforcée par les collectivités locales et les acteurs du marais
afin de mieux développer l’économie touristique et garantir ainsi la pérennisation des
activités..
Un patrimoine qu’il convient de protéger au mieux. Et l’un des meilleurs moyens
de sauvegarder ces lieux et ces techniques et de maintenir en activité les salines tra-
ditionnelles et de défendre la qualité des produits issus du marais. La vente d’un
sel naturel et traditionnel, obtenu par un travail humain ancestral, pourra permettre
de faire passer celui-ci comme un sel culinaire de haute qualité, aux vertus gustatives
et thérapeutiques fortes. Ainsi, il sera possible dans une économie de l’offre et de la
demande, d’ajuster son prix en fonction de ses qualités permettant d’augmenter les
revenus des marnotos. De même qu’il serait tout à fait possible de développer un la-
bel de qualité sur le sel portugais et d’améliorer les circuits d’échange. Des condi-
tions indispensables si l’on souhaite développer l’activité salicole de façon pérenne
et si l’on veut assurer la relève au sein de la population du sel en rendant plus inté-
ressant ce métier auprès de la jeunesse portugaise. Si le métier devient plus hono-
rable, mieux qualifié par la société et qu’il permet de faire vivre dignement toute une
famille, alors la relève et la reprise salicole aura lieu. Le marnoto n’est pas simple-
ment qu’un ouvrier du sel ou un cueilleur de Fleur de Sel, il est aussi celui qui vé-
hicule une image, un savoir, une qualité qui se marquent à travers les produits qu’il
met en vente auprès des populations. Un gage de qualité pour un terroir de qualité.
C’est d’autant plus important que les marais salants constituent un patrimoine cul-
turel et écologique et que les visiteurs s’attendent à trouver un tel patrimoine lorsqu’ils
318 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

arrivent sur les marais. Or l’aquaculture ou la saliculture industrielle répondent-ils à


cette démarche culturelle et écologique? Il existe donc bien un choix politique, éco-
nomique et écologique à faire lorsqu’il s’agit pour le décideur d’implanter sur des ma-
rais abandonnés une activité économique comme l’aquaculture ou une activité éco-
nomique comme la saliculture traditionnelle. Les conséquences sur l’espace, les po-
pulations locales et la pérennisation de l’économie régionale ne seront pas les
mêmes. Les atouts du développement durable et de l’écotourisme sont à envisager
si l’on souhaite assurer un avenir serein aux populations et aux espaces locaux.
Développer l’écotourisme autour du patrimoine salicole et/ou des réserves orni-
thologiques, avec une animation touristique du site organisée par les acteurs eux-
même du marais pourrait contribuer à la diffusion culturelle et économique au bé-
néfice de tous. Les marais salants sont un atout dans le développement de l’écotou-
risme, alternative au tourisme balnéaire. En effet, une interaction se fait entre ces es-
paces antropo-naturels et le milieu touristique en ajoutant une plus-value pour le tou-
risme locale alors même que le tourisme permet le maintient de ces espaces natu-
rels. Les touristes servent les marnotos car ils peuvent acheter les produits du marais
sur place ou sur les marchés régionaux et permettent ainsi de maintenir une activité
économique sur les salines ; et les marnotos participent au maintien et à la survivance
d’un patrimoine technique et écologique, à la diffusion d’une identité culturelle for-
tement ancrée dans le paysage de ces espaces géographiques pour des touristes nos-
talgiques d’un certain passé local et amateurs d’espaces naturels. Un tourisme qui se
révèle sur le long terme être un acteur majeur et un témoin actif en participant à la
mise en valeur d’une partie importante de l’identité locale. Une patrimonialisation
culturelle, technique et environnementale qui, aujourd’hui comme hier, contribue à
enrichir ces espaces salicoles.

C’est donc bien dans une optique de développement durable que le Portugal ten-
te de s’unir autour d’une gestion intégrée pour protéger les zones salicoles. Une ges-
tion dualiste entre le développement d’activités pérennes pour relancer l’économie
locale tout en favorisant le maintient en eau, garant de la richesse écologique des ma-
rais. Une gestion soutenue par une mise en place de mesures de protection (Natura
2000, la directive Habitat), et l’intérêt suscité par les parcs nationaux ou par le dé-
veloppement des écomusées. Des outils qui participent à une dynamique de patri-
monialisation afin que les espaces salicoles dépassent la fonction qu’ils ont d’être à
la fois outil et espace de production pour devenir aujourd’hui de nouveaux territoires
du développement durable. Un combinat d’éléments patrimoniaux et environne-
mentaux, entre un espace productif et écologique capable d’assurer à ce titre le dé-
veloppement local par une gestion innovante qui rassemble l’ensemble des acteurs
pour permettre sereinement le développement d’activités en accord avec les lieux et
maintenir ainsi la préservation des ressources naturelles et des ressources écono-
miques.§
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 319

Bibliographie :

ANDRE J., L’alimentation et la cuisine à Rome, 2e éd., Paris, 1981


BERDOULAY V., Milieu, colonisation et développement durable, l’Harmattan, 2000
BURON G., De l’origine des marais salants guérandais, Bulletin de la Société archéologique et historique
de Nantes et de Loire-Atlantique, t. 126, p. 9-62, 1990
CADORET A., Protection de la nature : histoire et idéologie, de la nature à l’environnement, Ed. l’Har-
mattan, Paris, 1985
CALLENDER M.H., Roman Amphorae with index of Stamps, Londres, 1965
COLMOU D., La presqu’île d’Arvert: des milieux fragiles perturbés par 20 ans d’ouverture au tourisme,
Norois n° 117, 1983
CORLAY J.P., Géographie sociale, géographie du littoral, Norois, tome 42, n°165, 1993
CURTIS R.I., Garum and Salsamenta. Production and commerce in Materia Medica, Leyde, 1991
ELPHICK E., Atlas des oiseaux migrateurs, Bordas, Paris, 1996, 180 p.
HOCQUET J.C., Le sel et le pouvoir, de l’an mil à la révolution française, Ed. Albin Michel, 517 p., 1985
HOCQUET J.C., L’évolution des techniques de fabrication du sel marin sur les rivages de l’Europe du Nord-
Ouest, In : Les hommes et la mer dans l’Europe du Nord-Ouest, de l’antiquité à nos jours, Lille, p. 3-22,
1986
MESPLIER A., Le tourisme en France, Ed. Breal, 9e édition, 2001
LEMONNIER P., “Les salines de l’Ouest : logique technique logique sociale”, Presses Universitaires de Lil-
le, Paris, 1980
MIOSSEC A., Les littoraux entre Nature et aménagement, SEDES collection Campus, 1998
MOLLAT M., Sel et Société. Discriminations et contradictions, dans Studi Romagnoli, 1971
RAU V., Estudos sobre a historia do sal português, Editorial Presença, 1984, 359 p.
SACHS I., L’écodéveloppement. Stratégies de transition vers le XXIe siècle, Ed. Syros, Paris, 1993
SEGONZAC G., Les chemins du sel, Gallimard, 1991
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 321

INICIATIVAS DE RECUPERACIÓN DE SALINAS DE


INTERIOR EN ESPAÑA

Katia Hueso Kortekaas1 & Jesús-F. Carrasco2


Asociación de Amigos de las Salinas de Interior

Resumen: Si definimos las salinas de interior como explotaciones de sal por evapora-
ción solar que obtienen la salmuera de fuentes no marinas, podemos afirmar que cons-
tituyen un fenómeno exclusivamente ibérico dentro del continente europeo. A pesar de
su rareza, las salinas de interior están desapareciendo a gran velocidad de la geografía
española, debido al abandono del medio rural, la competencia de las salinas indus-
triales y el desinterés de las autoridades e incluso de sus propietarios. En esta comuni-
cación se presenta una panorámica del origen, ubicación y situación de las salinas de
interior en España. Se muestran asimismo varios casos de estudio donde se está llevando
alguna actividad de recuperación del patrimonio salinero en el interior, así como la la-
bor que está realizando la Asociación de Amigos de las Salinas de Interior para fomentar
y divulgar dicha recuperación.
Palabras clave: Salinas de interior, patrimonio natural, patrimonio cultural, España

Abstract: If we define inland salinas as solar evaporation salt making facilities that ob-
tain brine from athalassohaline sources, we can consider these salinas as an exclusively
Iberian phenomenon within the European continent. Despite their rarity and fragility, in-
land salinas are disappearing at great speed in Spain, due to the abandonment of rural
areas, the competition with industrial salinas and the lack of interest of authorities and
even their owners. This article presents an overview of the origin, location and situation
of Spanish inland salinas. Several case studies are shown, in which there is a certain ac-
tivity to recover their heritage. Also, the activity of the Association of Friends of Inland
Salinas to promote and disseminate their recovery is discussed.
Key words: Inland salinas, natural heritage, cultural heritage, recovery, Spain

1katia@silente.net. Consultor en medio ambiente y desarrollo local. Bióloga por la Universidad de


Leiden (Países Bajos). Ha trabajado como investigadora en ecología y conservación en diversos
países. En la actualidad es consultor en medio ambiente y desarrollo local, especialmente en
planificación de espacios naturales y evaluación de impacto. Como presidente de la Asociación de
Amigos de las Salinas de Interior desde 2002, investiga, defiende y divulga el paisaje y la cultura
de la sal
2 jesusf_carrasco@hotmail.com. Sociólogo por la Universidad Complutense de Madrid (España). Consultor
de formación de recursos humanos, es especialista en formación a distancia y ha trabajado tanto en Es-
paña como Iberoamérica. Es secretario de la Asociación de Amigos de las Salinas de Interior desde su fun-
dación en 2002, donde realiza estudios de etnología e historia de salinas y ejerce tareas de contacto ins-
titucional.
322 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

1. Qué son las salinas de interior

Aunque existen muchas posibles definiciones de lo que puede ser una “salina de
interior”, en la presente comunicación manejaremos la definición propuesta por la
Asociación de Amigos de las Salinas de Interior, es decir, “aquellas explotaciones de
sal y ecosistemas halófilos asociados que se alimentan de un manantial atalasohali-
no de salmuera y que es evaporada gracias a la acción del sol y del viento” (Carras-
co Vayá & Hueso Kortekaas, 2006a). También se conocen como “salinas de manan-
tial” o “salinas continentales”. Desde este punto de vista, se puede decir que exis-
ten salinas de interior en diversas grandes regiones del mundo: Asia Central, Norte
y Este de África, cordillera de los Andes… y la Península Ibérica. No se conocen ex-
plotaciones de sal de este tipo en otros países europeos, lo cual de por sí es un po-
deroso argumento a favor de su protección por parte de autoridades nacionales y or-
ganismos supranacionales. Como se verá más adelante, las explotaciones ibéricas son
muy numerosas y, algunas de ellas poseen además una riqueza patrimonial de gran
calado.

2. Las salinas de interior ibéricas

La gran mayoría de las salinas de interior de España y Portugal tienen su origen


hace 200 millones de años, durante el Triásico Superior, aunque hay algunas salinas
cuyo origen data del Mioceno (hace unos 5 – 20 millones de años). Lo que es hoy
la Península Ibérica estaba entonces cubierta en su mitad occidental por el Mar de
Thetys. Este mar sufrió procesos cíclicos de evaporación y reinundación, de mane-
ra que se fue formando una gruesa capa de sales sobre el suelo. Cuando, por movi-
mientos tectónicos, este suelo se movió, la capa de sal acabó fragmentada y cubier-
ta de suelo más joven. En algunos lugares, sin embargo, estas capas quedaron rela-
tivamente cerca de la superficie e incluso afloraba en ciertos puntos. La existencia
de capas freáticas por debajo de las sales, yesos y margas impermeables hizo que,
en algunos puntos frágiles, donde fracturaba la capa de sales y el suelo que queda-
ba por encima, surgieran manantiales naturales de salmuera. En otros lugares, en lu-
gar de una capa de sales y yesos más o menos horizontal, se formaba lo que se co-
noce como un diapiro, es decir, una bolsa de sales, que al ser más plástica y ligera
que los materiales circundantes, iba ascenciendo por el subsuelo por presiones tec-
tónicas como lo hace una gota de aceite dentro de un vaso de agua. De esta mane-
ra queda muy cerca de la superficie.
Aunque no hay ningún censo completo de las salinas de interior en la Penínsu-
la Ibérica, existen numerosos inventarios históricos (Altimir Bolva, 1949; IGE, 1912;
ITGME, 1997; Plata Montero, 2006), regionales (Carrasco Vayá, 2006; Carrasco Vayá
& Hueso Kortekaas, 2006b; González Navarro, 1996; Iranzo García, 2005; Lorman,
2000; Luengo & Marín, 1994; Mata Perelló & Mansilla Plaza, 1997; Núñez Herrero
et al., 2006; Pérez Hurtado de Mendoza, 2004; Vieira de Sá, 1946) o temáticos (Ber-
nués, 1998; Casado de Otaola. & Montes del Olmo, 1995; Pardo, 1948; Petanidou,
1997; VVAA, 2005), que permiten aventurar una cifra aproximada de las salinas que
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 323

existen o existieron en su día en la Península Ibérica.


La Tabla 1 ofrece unas cifras aproximadas de salinas por región, obtenidas a par-
tir de algunos de los inventarios citados más arriba. Se distinguen además tres tipos
de salinas: de interior o manantial, de costa y minas de sal. Las cifras citadas en la
tabla deben considerarse preliminares, a falta de un inventario exhaustivo y siste-
mático que las coteje. La tabla, sin embargo, ofrece unos órdenes de magnitud que
pueden ser útiles a la hora de dar una visión general del patrimonio salinero ibéri-
co. El primer dato que cabe resaltar es el gran número de instalaciones salinas que
hay o hubo en España y Portugal: alrededor del medio millar. Este dato puede variar
debido a la definición de “salina”: Hay zonas salineras que constan de varias ex-
plotaciones independientes (p. ej. la Bahía de Cádiz), pero también hay salinas que
constan de diversos nombres a lo largo de la historia (p. ej. Santamera / Gormellón
/ Cercadillo, en Castilla – La Mancha). Por otro lado, hay muchas salinas antiguas que
han desaparecido y tan sólo algunas de ellas se recuperan mediante excavaciones ar-
queológicas. Otras quedan debajo de infraestructuras humanas (edificios, carreteras,
embalses, campos de cultivo, etc.) y nunca se podrán conocer. Por estas razones,
conviene tomar la cifra citada arriba como meramente orientativa.
El siguiente dato que merece atención es que la mitad de las instalaciones in-
ventariadas hasta la fecha, eran salinas de interior. De nuevo conviene leer esta otra
cifra como orden de magnitud y no como cifra absoluta. De las aproximadamente
260 salinas de interior que mediante esta revisión bibliográfica se han detectado en
la península, se estima que una treintena está en funcionamiento, la mayoría de ellas
en Andalucía (Salud Parrilla com. pers.). Fuera de esta región, se encuentran algunas
en proceso de franca recuperación (Salinas de Añana, en el País Vasco; Salinar de Lo
Roldán, en Aragón) o bien gozan de muy buena salud productiva (Marinhas de sal
de Rio Maior, en Portugal) (obs. pers.). Otras, sin embargo, están en un retroceso apa-
rentemente irreversible (Salinas del Manzano, en Castilla – La Mancha) (obs. pers.).

Tabla 1: Número estimado de instalaciones salineras por región y por tipo de producción.

Comunidad Autónoma . . . .Marina . . . .Manantial . . . . .Mina . . . . .Total . . . . . . . .%


Andalucía . . . . . . . . . . . . . . . . .110 . . . . . . . . .109 . . . . . . . .0 . . . . . .219 . . . . .45,4
Aragón . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . .29 . . . . . . . .2 . . . . . . .31 . . . . . .6,4
Asturias . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . .0 . . . . . . . .2 . . . . . .0,4
Baleares . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8 . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . .0 . . . . . . . .8 . . . . . .1,7
Canarias . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64 . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . .0 . . . . . . .64 . . . . .13,3
Cantabria . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . .2 . . . . . . . .5 . . . . . .1,0
Castilla-La Mancha . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . .57 . . . . . . . .4 . . . . . . .61 . . . . .12,7
Castilla y León . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .9 . . . . . . . .1 . . . . . . .10 . . . . . .2,1
Cataluña . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . . . .16 . . . . . . . .3 . . . . . . .21 . . . . . .4,4
Comunidad Valenciana . . . . . . . . .7 . . . . . . . . . .12 . . . . . . . .1 . . . . . . .20 . . . . . .4,1
Extremadura . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . .0 . . . . . . . .0 . . . . . .0,0
Galicia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . .0 . . . . . . . .2 . . . . . .0,4
Madrid . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . .0 . . . . . . . .1 . . . . . .0,2
Murcia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4 . . . . . . . . . . .7 . . . . . . . .0 . . . . . . .11 . . . . . .2,3
Navarra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .6 . . . . . . . .1 . . . . . . . .7 . . . . . .1,5
País Vasco . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . .0 . . . . . . . .2 . . . . . .0,4
Portugal . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12 . . . . . . . . . . .4 . . . . . . . .0 . . . . . . .16 . . . . . .3,3
La Rioja . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . .0 . . . . . . . .2 . . . . . .0,4
TOTAL . . . . . . . . . . . . . . . . . . .207 . . . . . . . . .261 . . . . . . .14 . . . . . .482 . . . .100,0
% . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43 . . . . . . . . . .54 . . . . . . . .3 . . . . . .100
324 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Finalmente, se observa en la Tabla que las regiones con mayor número de sali-
nas de interior se encuentran en la vertiente oriental de la Península Ibérica: Anda-
lucía, Aragón, Castilla –La Mancha, Cataluña, Comunidad Valenciana, Navarra, Mur-
cia y País Vasco. Castilla y León, con nueve salinas, pero un territorio muy vasto, pre-
senta una densidad considerablemente inferior a las otras regiones citadas. Además,
de estas nueve salinas, la mayoría se encuentran en su extremo nororiental. Todo ello
concuerda con la hipótesis del origen geológico de la sal de interior. En la Figura 1
se muestra una comparación entre un mapa de la Península durante el Triásico (ob-
sérvese que, según el dibujante del mapa, ya entonces existían España y Portugal) (Fá-
brega, 1928) y otro que muestra las explotaciones de sal activas en 1995 (ITGME,
1997), lo cual permite observar un grado importante de solapamiento entre los lu-
gares salineros y la ubicación del mar de Thetys en el Triásico. Muchas de estas sa-
linas, como se puede ver en el mapa de la derecha, se encuentran en los valles de
los grandes ríos (Ebro, Tajo, Guadalquivir, Guadiana, Júcar).

Figura 1: Comparación entre la situación del mar de Thetys hace 200 millones de años (izda.) y localiza-
ción de salinas activas en 1995 (dcha.)

3. El patrimonio de las salinas de interior

Si tratar de inventariar las salinas es una tarea complicada, hacerlo con el patri-
monio natural y cultural que éstas albergan, es casi imposible. Dentro de las salinas
de interior ibéricas existen diversas tipologías constructivas y metodológicas que de-
penden de factores geográficos, topográficos, hidráulicos y técnicos. No obstante, sí
puede afirmarse que las salinas constituyen un magnífico ejemplo de paisaje cultu-
ral, en la medida de que en ellas interactúan el hombre y la naturaleza de manera
sostenible. El hombre aprovecha un recurso natural, la sal, mediante tecnología de
bajo impacto y con el uso de energías renovables. Por otro lado, la explotación de
la sal permite la presencia de un ambiente salino que es raro en el interior. Este am-
biente hace que aparezcan especies de flora y fauna halófilas muy raras y frágiles,
más habituales en marismas costeras que en la meseta central. Este tipo de paisaje
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 325

cultural se puede definir como el “paisaje de la sal” (Hueso Kortekaas & Carrasco
Vayá, 2006).
Las construcciones asociadas a una salina son de carácter modesto, pues fueron
pensadas con criterios productivos, no estéticos. Sin embargo, tomadas las cons-
trucciones de una salina en su conjunto, constituyen un complejo preindustrial de
gran interés arquitectónico, histórico y cultural. Típicamente, una salina consta de
(desde la obtención del agua hasta la venta de sal): manantial, pozo, noria o bom-
ba, canalizaciones, concentradores, evaporadores, cristalizadores, caminos, alma-
cenes, etc. Todas estas construcciones reciben nombres específicos, que varían de
una región a otra, lo cual constituye de por sí un rico patrimonio lingüístico.
Finalmente, cabe mencionar la cultura de la sal que se crea en el entorno de una
salina. No sólo conviene resaltar la influencia de estas explotaciones sobre la histo-
ria y la economía local y regional, sino el elenco de tradiciones, creencias, métodos
de trabajo, etc. que surgen a partir de la actividad productiva y la presencia de la sal
en el entorno.

4. Puesta en valor de salinas. Ejemplos de España

4.1 Salinas de Añana


A finales de los años noventa del siglo XX, el pueblo de Salinas de Añana veía
agonizar las salinas que vió nacer, once siglos antes. Ello, a pesar de haber sido pro-
tegidas como Bien de Interés Cultural, con categoría de monumento, ya en el año
1984. Cinco mil eras de evaporación, que cubrían unas 12 hectáreas del llamado Va-
lle Salado, contruidas sobre pilares para salvar los desniveles del terreno, habían co-
lapsado o amenazaban con hacerlo. Poco podían hacer los escasos 200 habitantes
del núcleo de Salinas de Añana; cifra que, por cierto, no alcanza la cuarta parte de
la población con la que contaba en 1900. La escasa rentabilidad de la salina elimi-
nó una de las pricipales actividades del pueblo y la cercanía de la capital regional,
Vitoria, no hizo sino acelerar el proceso de despoblación. A esto había que añadir
la compleja situación de propiedad que presentaban entonces las salinas: hasta 80
salineros, que actuaban cada uno por su cuenta. En el año 2000, sin embargo, des-
de la Diputación Foral de Álava se propuso la redacción de un Plan Director, que ha-
bría de recuperar el monumento. Para ello fue necesario constituir una sociedad que
aglutinara a los propietarios y actuara como interlocutor válido ante las instituciones.
Así nació Gatzagak S.A.. Mediante un acuerdo de cesión de uso de las instalaciones
a la Diputación Foral, ésta comenzó los trabajos de recuperación del valle según lo
establecido en el Plan Director.
Con un presupuesto de 20 millones de euros y una duración de 20 años, es un
plan de recuperación ambicioso en el que tienen cabida actividades como la pro-
ducción de sal, la obtención de energía solar, las visitas turísticas e incluso la cele-
bración de espectáculos al aire libre (Diputación Foral de Álava, 2001; V. Angulo, M.
Landa y J.I. Lasagabaster, com. pers.). Algunas de ellas ya están teniendo lugar con
gran éxito: La aún escasa producción de sal de Añana (50 T/año frente a las 8.000
T/año que llegaba a producir en sus buenos tiempos) comienza a ser demandada por
326 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

restuarantes en el País Vasco. Todos los años se celebra la Feria de la Sal, que con-
siste en un espectáculo nocturno seguido de un mercadillo de productos ecológicos,
a la cual asisten miles de personas. Y ya se han comenzado las visitas por el valle Sa-
lado, a pesar de no haberse finalizado los trabajos de restauración, valiéndose del
lema “abierto por obras”. Hoy en día, Salinas de Añana participa en un proyecto co-
munitario Interreg IIIB denominado SAL, que permitirá profesionalizar la producción
de sal mediante cursos de formación de salineros y mejorar la calidad del producto
turístico mediante la creación de una ruta de la sal con los demás socios del proyecto
(Forum des Marais Atlantiques, 2004).

4.2 Poza de la Sal


Poza de la Sal, también en el norte de España, se encuentra entre el páramo de
Masa y la llanura de La Bureba. A pesar de su pequeño tamaño y su escasa pobla-
ción (menos de 200 habitantes), Poza de la Sal alberga numerosos monumentos his-
tóricos (iglesias, un castillo, casas nobles) que motivó su protección integrada como
Bien de Interés Cultural con categoría de Sitio Histórico en 2001. Este ámbito de pro-
tección incluye el Salero, al noroeste del casco antiguo. Las salinas, o Salero, se en-
cuentran en un valle de topografía compleja, pues su origen geológico está forma-
do por uno de los diapiros más importantes del mundo, y éste se hace visible en este
lugar. La explotación de las salinas se produjo mediante una combinación única de
técnicas de minería y evaporación solar. Debido a la complejidad del proceso pro-
ductivo, que requería una intensa mano de obra, se fue abandonando la actividad
hacia los años sesenta del siglo XX. Hoy en día, hay lugareños que aún poseen par-
tes de la salina, que recogen sal de manera informal. Algunos de los interesantes edi-
ficios asociados a la producción de sal son las entradas a las galerías, la casa de ad-
ministración, los alfolíes o almacenes de sal y las eras de cristalización, todos ellos
realizados en carpintería de madera y muros de mampostería en el siglo XVIII (Sáiz
Alonso, 2001; E. Sáiz Alonso y P. Puente Roque, com. pers.).
Gracias a su nuevo estatus de protección del casco histórico, además del im-
portante trabajo realizado por la Asociación de Amigos de las Salinas de Poza (re-
cientemente galardonada por su labor), el gobierno regional ha promovido el Plan
Director para todo el ámbito de protección. Hasta el momento, el Plan Director ya
ha sido redactado y se ha creado un Centro de Interpretación. Este centro no sólo
ofrece visitas guiadas en la zona, sino que alberga los archivos municipales, con
abundantes referencias a la producción local de sal en el pasado. Las salinas pro-
piamente dichas están siendo acondicionadas para las visitas, con limpieza de sen-
deros, colocación de señales y paneles, etc. Todos los años se celebra un campo de
trabajo para la reparación y limpieza de las instalaciones productivas. (Planz S.L.
2005).

4.3 Otros ejemplos de España


Además de los ejemplos mencionados anteriormente, existen otras salinas en Es-
paña en las que se están realizando trabajos de recuperación y puesta en valor (Hue-
so Kortekaas & Carrasco Vayá, 2006). En algunos casos, la puesta en valor consiste
en la creación de un museo más o menos relacionado con el lugar y su tradición sa-
linera, como es el caso del Museo Municipal de Salinas del Manzano (Castilla – La
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 327

Mancha) o la rehabilitación del enorme alfolí de las Salinas de Gerri de la Sal (Ca-
taluña) como centro cultural. En otro municipio, se ha creado un centro temático de
mayor envergadura, como es el Parc Cultural de la Sal de Cardona (Cataluña), que
incluye una visita a la mina, también conocida como Muntanya de Sal. Hay además
lugares en los que la salina está protegida como espacio natural y las autoridades res-
ponsables de su gestión están recuperando las construcciones y han creado algún
tipo de equipamiento interpretativo, como es el centro de visitantes del Parque Re-
gional de Ajauque y Rambla Salada (Murcia), los paneles para hacer una visita au-
toguiada en las Salinas de Saelices de la Sal (Castilla – La Mancha) o de una senda
interpretativa por la salina, como la del Salí de Cambrils (Cataluña). En Saelices, ade-
más, está previsto recuperar la producción de sal, a título demostrativo. Finalmente,
hay casos en los que prima la visión lúdica, como los baños de agua salada que se
pueden disfrutar en las Salinas de Minglanilla (Castilla – La Mancha) o en el Salinar
de Lo Roldán, en Naval (Aragón). En este último caso se han colocado además pa-
neles interpretativos, está prevista la creación de un museo en el alfolí principal y hay
una senda de 1 km de longitud que une ambos lugares. Y, no menos importante, esta
salina está en producción.

4.4 La Asociación de Amigos de las Salinas de Interior


La Asociación de Amigos de las Salinas de Interior es una entidad sin ánimo de
lucro, privada e independiente, que se dedica a la investigación, recuperación, pues-
ta en valor y difusión del patrimonio natural y cultural de salinas y del paisaje de la
sal. La Asociación nació en 2002 en Sigüenza (Guadalajara) y cuenta entre sus miem-
bros con profesionales de la arquitectura, diseño gráfico, ecología, sociología, his-
toria, ingeniería… y de procedencia internacional (España, Francia, Holanda, Suiza,
Portugal, EEUU,…). Entre los servicios que ofrece la asociación están la organización
de eventos relacionados con sus fines (cursos, conferencias, seminarios de tipo téc-
nico o general; exposiciones, puestos en ferias y concursos relacionados con salinas).
Ofrece también asistencia técnica en materia de uso público, turismo y planificación;
así como propuestas de desarrollo local de zonas salineras. Así, ha participado en el
Plan Director de las Salinas de Poza de la Sal (Burgos), en el Plan de Rehabilitación
del Humedal de Saelices de la Sal (Guadalajara), en proyectos internacionales como
“Interreg SAL” o “ALAS” y tiene diversas propuestas en marcha para diveras salinas
en España. Entre los trabajos de investigación que está llevando a cabo la asociación,
cabe destacar el Proyecto Etnosal, un intento por recuperar el patrimonio etnológi-
co de las salinas de Castilla –La Mancha, así como el inventario de las salinas de Es-
paña, para el cual se están buscando fondos. Por último, pero no menos importan-
te, está la labor de divulgación, que se traduce en asistencia a congresos, jornadas,
ferias, etc. y en una importante actividad de publicación de artículos en prensa ge-
neral y especializada. Cuando acude a actos públicos, la asociación pone a la ven-
ta algunos productos promocionales (libros, postales, camisetas) para ayudar a fi-
nanciar su tarea. Para conocer en detalle las actividades de la asociación, se pueden
consultar las Memorias Anuales que se distribuyen electrónicamente a principios de
año (ACASI, 2004, 2005 & 2006).§
328 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Referencias

ACASI (2004) Memoria anual 2003, Asociación de Amigos de las Salinas de Interior, Guadalajara. Distri-
bución electrónica
ACASI (2005) Memoria anual 2004, Asociación de Amigos de las Salinas de Interior, Guadalajara. Distri-
bución electrónica
ACASI (2006) Memoria anual 2005, Asociación de Amigos de las Salinas de Interior, Guadalajara. Distri-
bución electrónica
Altimir, J. (1949): La sal en el mundo. Tomo I Europa, Barcelona. Ediciones al servicio de la industria sa-
linera, Barcelona
Bernués, M. (1998) Humedales españoles inscritos en la Lista del Convenio de Ramsar. Col. Técnica, Mi-
nisterio de Medio Ambiente, Organismo Autónomo de Parques Nacionales (2ª Ed.), Madrid
Carrasco Vayá, J.-F. (2006) Proyecto ETNOSAL: recuperación del patrimonio etnológico de las salinas de
Castilla-La Mancha. Actas del Congreso Internacional “La sal de interior en la historia: economía, medio
ambiente y sociedad”. Sigüenza (Guadalajara), 6 – 9 de septiembre de 2006 (en prensa)
Carrasco Vayá, Jesús-F. & Hueso Kortekaas, Katia (2006a) Métodos tradicionales de obtención de sal: una
revisión de conceptos. Actas del Primer Congreso Internacional de Minería y Metalurgia en el contexto
de la Historia de la Humanidad: Pasado, presente y futuro, Mequinenza, 6-9 de julio de 2006, en prensa
Carrasco Vayá, J.-F. & Hueso Kortekaas, Katia (2006b) ETNOSAL, un intento de recuperar la memoria sa-
linera de Castilla – La Mancha. Rev. Oppidum, 2 (en prensa)
Casado de Otaola, S. & Montes del Olmo, C. (1995) Guía de los lagos y humedales de España. J.M. Re-
yero Editor, Madrid
Diputación Foral de Álava (2001) Gatz Harana / Valle Salado (Álava, Spain)
Fábrega, P. (1928) Geología. Introducción al estudio de los criaderos minerales. Madrid
Forum des Marais Atlantiques (2004) Resumé du formulaire de candidature SAL « Sel de l’Atlantique »,
Documento inédito
González Navarro, J. (1996) Las salinas tradicionales de Gran Canaria. FEDAC, Las Palmas de Gran Ca-
naria
Hueso Kortekaas, K. & Carrasco Vayá, J.-F. (2006) Inland saltscapes: Values for a sound socioeconomic de-
velopment. Actas del Congreso Internacional “La sal de interior en la historia: economía, medio ambiente
y sociedad”. Sigüenza (Guadalajara), 6 – 9 de septiembre de 2006 (en prensa)
IGE (1912) Relación de las salinas de España. Instituto Geológico de España, Madrid. Documento inédi-
to
ITGME (1997) Inventario nacional de recursos minerales de cloruro sódico y sales potásicas. Instituto Tec-
nológico GeoMinero de España, Madrid
Iranzo García, E. (2005) Las salinas continentales de la provincia de Valencia. Universitat de València, Va-
lencia
Lorman, J. (2000) Libro de la sal. Edicions de turisme cultural Illes Balears, Palma de Mallorca
Luengo, A. & Marín, C. (1994) El jardín de la sal. Ecotopía Ediciones, Santa Cruz de Tenerife
Mata Perelló, J.M. & Mansilla Plaza, L. (1997) Las salinas continentales de Aragón y de Cataluña. Una par-
te de nuestro patrimonio minero. En: Actas de la primera sesión sobre el patrimonio minero metalúrgico.
Almadén, Servicio de Publicaciones de la Universidad de Castilla-La Mancha. Colección Ciencia y Téc-
nica. p. 291-297
Núñez Herrero, M. A., Navarro Sequero, A. & Fernández Díaz, M. (2006) Las salinas del interior de la Re-
gión de Murcia. Folleto de la Consejería de Industria y Medio Ambiente, Región de Murcia, Murcia
Pardo, L. (1948) Catálogo de los lagos de España. Instituto Forestal de Experiencias e Investigaciones, Ma-
drid
Pérez Hurtado de Mendoza, A. (coord.) (2004) Salinas de Andalucía. Consejería de Medio Ambiente, Jun-
ta de Andalucía, Sevilla
Petanidou, T. (1997) Salt In European History and Civilisation, Hellenic Saltworks, S.A., Atenas
Plata Montero, A. (2006) El ciclo productivo de la sal y las salinas reales a mediados del siglo XIX. Dipu-
tación Foral de Álava, Vitoria
Planz S.L. (2005) Propuesta de plan de gestión y uso píblico de las Salinas de Poza de la Sal (Burgos). Do-
cumento inédito, Valladolid
Sáiz Alonso, E. (2001) Las salinas de Poza de la Sal. Diputación Provincial de Burgos, Burgos
Vieira de Sá, M. (1946) Sal comum, sal do mar e sal de mina. Livraria Sá da Costa, Lisboa
VVAA (2005) Patrimonio industrial: Lugares en peligro. Actas del Seminario TICCIH – España “Patrimo-
nio industrial: Lugares en peligro”, Gijón, 21 de septiembre de 2005
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 329

ECOMUSEU MARINHA DA TRONCALHADA –


CENTRO INTERPRETATIVO: IMPULSIONADOR DAS
SALINAS DE AVEIRO

Ana Gomes* e Gabriela Mota Marques**1

Resumo: O sal, associado à laguna, continua a ser um ponto de referência de Aveiro,


para além de representar um elemento da sua identidade e especificidade, constituin-
do uma mais-valia local. Há por isso que explorar esse valor como atractivo turístico
numa perspectiva de gestão integrada de preservação e de promoção de património cul-
tural e natural e do desejado desenvolvimento sustentável.
É nesse sentido que surge o Ecomuseu marinha da Troncalhada – Centro Interpretativo
onde o sal ganha nova ênfase na perspectiva económico-social.
Palavras-chave: sal, ecomuseu, centro interpretativo, Museu da Cidade, sustentabilida-
de, turismo cultural, paisagem.

Contexto

Os elementos de perpetuação do património cultural e da sua diversidade levam


a que as sociedades actuais procurem ajustar a oferta às suas necessidades. Neste
contexto, os museus aceitam moldar-se, modificar-se face às exigências que lhe são
feitas conjugando as respostas com o cativar dos seus potenciais visitantes. Neste ca-
pítulo, as salinas integradas na Ria de Aveiro, enquanto elemento natural, paisagís-
tico, biológico, geológico, etnográfico, antropológico e histórico, não são excepção
e pretendem adaptar-se aos requisitos do seu público. Por esse facto, a Marinha da
Troncalhada, salina onde se conserva a produção de sal segundo métodos artesanais,
surge como espaço museológico que une o ambiente natural e humano numa ten-
tativa de preservar o equilíbrio da relação entre ambos.
Aliás, tendo em linha de conta este binómio homem/natureza, nos anos 90, pro-
cedeu-se à recuperação da Marinha da Troncalhada com objectivos lúdico-pedagó-
gicos seguindo o conceito de ecomuseu. Pela sua implantação, este equipamento
museológico assumia, predominantemente, um cariz de paisagem natural, associa-
da à laguna. Hoje, fruto de uma outra percepção do espaço, compreende-se o eco-
museu como fazendo parte de uma realidade urbana e não puramente natural.
Existe, desta forma, uma interacção entre o ecomuseu e o território em que se in-

* Chefe de Divisão de Museus e Património Histórico da Câmara Municipal de Aveiro; agomes@cm-avei-


ro.pt
** Técnica Superior da Divisão de Museus e Património Histórico da Câmara Municipal de Aveiro, mgmar-
ques@cm-aveiro.pt
330 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

sere, entendendo-se este como uma aliança entre cidade / laguna e implementando,
deste modo, o papel de museu de território, que lhe confere um sentido global. Abar-
cam-se, assim, não só os limites geográficos, mas também os traços sociológicos, cul-
turais e histórico-económicos de toda a região, que se reconhece nesta teia de rela-
ções biológicas, humanas, físicas [Davis, 1999: 4] que caracterizam o complexo e
único sistema das salinas. No fundo, será expressar a sua perspectiva de museu vivo,
se por museu entendermos, nas palavras de Sérgio Lira, um objecto de cultura, de de-
leite espiritual, de prazer estético, de conhecimento científico, de puro entreteni-
mento que se usa [Lira, 2005].

A identidade: palco, actores e obra


“Que futuro para o salgado?”

A pergunta, patente no hebdomadário Correio do Vouga data de Maio de 2003,


mas poderia reflectir a manchete de um outro periódico local de décadas anteriores.
Aliás, tomando como referência os finais do século XIX e o século XX, a imprensa
local levanta com insistência este assunto, fazendo do sal a notícia e revelando o
quanto a actividade salícola é determinante para a comunidade, não só como fonte
de rendimento, mas também e muito como sua imagem e identidade1.
Uma das referências recorrentes conduz à questão da produção anual de sal ava-
liada em termos quantitativos, tanto numa perspectiva do total do salgado como por
cada marinha. Dessa realidade é exemplo a notícia publicada pelo Povo de Aveiro,
em 1882,: “Para se avaliar a importância da industria salina d’esta cidade, damos em
seguida a estatistica do sal expelido só pela estação do caminho de ferro d’Aveiro nos
anos de 1880 e 1881: Em 1880:6:051:711 kº - 613 wagons. Em 1881: 7:170:013 Kº
- 727 wagons (:..)” [O Povo de Aveiro, 19.03.1882:3]. Subjacentes a estas questões
estão as políticas de preços dando perspectivas de mercado, formas de escoamento
de produto, dados de metrologia, bem como as directrizes municipais de controlo
da actividade.
Este tipo de fonte, para além das informações com um carácter, predominante-
mente, económico, têm implícitas, de igual modo, realidades do foro antropológico
e social que se podem expressar sob a forma de notícias sobre a contratação dos mo-
ços, os vários trabalhos decorrentes da safra, e as vivências [festas, romarias ou o pró-
prio quotidiano].
A importância do sal para a comunidade local não se resume nem traduz, ape-
nas, neste tipo de documentação2.
Outras fontes, como as de natureza cartográfica, reforçam o papel desta activi-
dade e, ainda que de forma nem sempre exacta, ajudam a localizar e delimitar a área
das marinhas face à laguna e à Vila/Cidade, contribuindo para uma percepção da
evolução do próprio território e da construção da paisagem, ao longo dos séculos.

1 Periódicos como o Campeão das Províncias, O Povo de Aveiro, O Democrata ou, mais recentemente,
Litoral e o Correio do Vouga reproduzem esse reportório de contas, números, preocupações e alegrias em
torno da prática da salicultura.
2 Como é sobejamente conhecido, a primeira referência escrita a Aveiro, remontando ao século X, ex-
pressando já a relevância da produção de sal. Trata-se do testamento da Condessa Mumadona Dias doan-
do um conjunto de bens ao cenóbio de Guimarães, entre os quais se encontram salinas em Aveiro [Ma-
dahil, 1959: 2-6].
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 331

Exemplos disso: o mapa de 1634 de Pedro Teixeira [www. arkeotavira. com/ Mapas/
Teixeira/ índex.pdf]; a planta da Vila e Ria de Aveiro, datada do século XVIII, da au-
toria de Carlos Mardel [Museu de Aveiro | IMC,IP] ou, já em 1874, a Planta indica-
tiva do plano d’obra para melhoramento da Barra d’Aveiro [AHD-APA]. Entrando
pelo século XX, com a proliferação da imagem fotográfica, inúmeros são os teste-
munhos que retratam a paisagem salícola que se vislumbra a partir da cidade, bem
como as actividades e vivências que lhe estão associadas3. Já os ortofotomapas aju-
dam a perscrutar, dos céus, as marcas fossilizadas da actividade no território.
Para além deste tipo de registos outros há, ainda, que contribuem para o conhe-
cimento e análise destas mutações. Tomando como exemplo o Inquérito à Industria
do Sal realizado, em 1956, pela então Comissão Reguladora dos Produtos Farma-
cêuticos, surgem registadas 270 marinhas [Amorim, 2005:124], número este consi-
derável, muito embora já no anos 60 se escrevesse sobre a problemática da susten-
tabilidade e da necessidade de “acudir à industria salineira” [Litoral, 02.07.1060: 7].
As suas características conserveiras, em particular na salga do peixe [exemplo
disso o bacalhau, cujo grosso da frota pesqueira se concentrava na região de Avei-
ro], como condimento e como ingrediente aplicado a determinadas indústrias da ca-
riz químico e farmacêutico, para além do seu uso como técnica de vidrado cerâmi-
co, justificaram a sua fama e a sua procura. Dando emprego a parte da população
local, em torno do sal de Aveiro formou-se uma comunidade com manifestações e
vivências peculiares.
Desta realidade com cinquenta anos subsistem, hoje, no activo, unicamente,
nove salinas, tendo em linha de conta que uma das quais [a Marinha da Troncalha-
da] tem subjacente à sua laboração objectivos culturais sob a forma de ecomuseu.
Significa isso que, hoje em dia, a produção é consideravelmente diminuta se com-
parada com os registos, levantamentos e inquéritos feitos outrora à safra do sal. As
regras do mercado que impõem uma feroz concorrência de sais provenientes de ou-
tras paragens, mesmo de fora de Portugal; o desinteresse por uma actividade sazo-
nal e de dividendos incertos; a conversão das marinhas noutros sectores como a pis-
cicultura ou a identificação do sal como produto mineiro explicam as diferenças.
Não obstante esta descrição menos optimista da actualidade existe um reverso
da medalha: o sal continua a ser um dos ex-libris de Aveiro e motivo de visita à ci-
dade, associado ao interesse pela singularidade da paisagem lagunar que oferece a
Ria. Da mesma forma, a procura desse sal, produzido nas marinhas locais em mol-
des artesanais, é uma realidade fazendo persistir um pequeno grupo de marno-
tos/produtores, empenhados em dar continuidade à tradição e em fazê-la renascer.

O património

Se os dados disponíveis parecem mostrar um cenário pouco prometedor para o


sal de Aveiro, alguns actores acreditam na sua viabilidade económica, muito embo-
ra com valências que vão além da produção artesanal e da comercialização directa
do produto. A procura de novos mercados/novos produtos, como garante de conti-
nuidade desta actividade e com o recurso a programas de fundos estruturais comu-

3 A Imagoteca Municipal de Aveiro, instalada no Museu da Cidade de Aveiro, possui uma colecção alar-
gada de documentação fotográfica sobre a temática sal/cidade.
332 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

nitários é tida como a oportunidade para revitalizar o sector. É neste contexto que ga-
nha corpo o projecto Sal do Atlântico, uma parceria transnacional no âmbito do pro-
grama Interreg IIIB que envolve trinta parceiros de Portugal, Espanha, França e Rei-
no Unido. Tal como refere a sua denominação, o projecto tem como missão a “Re-
vitalização da identidade das salinas do Atlântico. Recuperação e promoção dos po-
tenciais biológicos, económicos e culturais das zonas húmidas costeiras”. Isto é, o
Sal do Atlântico procura a valorização de uma actividade de cariz tradicional, ten-
do subjacente o reconhecimento do produto ao nível comunitário, a que se associa
a sua forte vertente de património cultural e natural.
Aproveitar a oportunidade oferecida por este projecto, ao garantir a troca de
ideias e de experiências com os congéneres nacionais e europeus, procurando uni-
los em torno de um objectivo comum que a todos trará dividendos, revelou-se, as-
sim, o momento fulcral. Desta forma, várias são as iniciativas que têm vindo a ser de-
senvolvidas pela CMA, a qual reforçou a componente turística. É nesta perspectiva
que se enquadram as acções associadas à dinamização e valorização do Ecomuseu.
Estas acções incluem:

Quadro 1 – Acções da responsabilidade da CMAveiro no âmbito do projecto Sal do Atlântico

Acção • iniciativa

Objectivos
• Estudo sobre o salgado de Aveiro
• Diagnosticar a sua real e actual situação como intuito de definir estratégias de actuação futura
Consultoria histórica
• Congregar informação a partir de fontes documentais visando a constituição de uma base de
dados a disponibilizar no Centro Interpretativo e Ambiental do Ecomuseu Marinha da Troncalhada
Valorização económica e social
• Constituir a Fena.Sal [Federação Nacional de Produtores de Sal Marinho Artesanal],
• Criar estruturas associativas locais [Associação de Produtores e Marnotos da Ria de Aveiro];
• Fomentar o reconhecimento da profissão de marnoto através da formação e da certificação do
produto e da unidade produtiva.
SIG / Instrumentos de Gestão de Território
• Sistematizar informação com o intuito de criar instrumentos de gestão
Rota do Sal do Atlântico
• Criar a rota internacional das salinas do Atlântico;
• Colocar Aveiro nos meios de difusão turística internacionais;
• Promover o Ecomuseu Marinha da Troncalhada;
• Revitalizar a salicultura tradicional e a paisagem
Infraestruturas
• Dotar o Ecomuseu de novas valências que valorizem o seu serviço lúdico-pedagógico.
Promoção
• Realizar acções de divulgação e promoção do sal artesanal [feira de sal, exposição itinerante,
seminários e workshops, notas de imprensa];
• Executar material promocional [folhetos, painéis explicativos];
• Participar em certames nacionais e internacionais.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 333

O projecto: conceito(s), missão, gestão e obra

A promoção de um desenvolvimento sustentável dos recursos da Ria, o fomen-


to de acções concertadas entre entidades, a oferta dos seus produtos a um público
exigente e motivado para o património cultural, a sua inserção em rotas turístico-cul-
turais de âmbito internacional onde se possa afirmar pela sua singularidade, tudo isto
poderá funcionar como mecanismo de salvaguarda.
É nessa perspectiva que a percepção do Ecomuseu Marinha da Troncalhada
como património museológico faz sentido e tem condições para vigorar, para além
de reforçar o sentimento de pertença das suas comunidades e de recuperar a me-
mória colectiva. Desta feita, tem como missão, enquanto identidade de lugar, “a re-
cuperação da Memória Colectiva de um grupo sócio-económico, cuja actividade ca-
racterizou profundamente a cidade de Aveiro, demonstrando a especificidade dos tra-
balhos do salgado aveirense e os seus métodos de produção artesanal” [CMA, 1999].
Na sua perspectiva de museu de território, a missão do “ecomuseu abarca, não só
tudo dentro da sua área geográfica, mas também dá ênfase à complexa teia de rela-
ções entre sistemas físicos, químicos, biológicos e actividade humana.” [CMA |
DMPH, 2006].
Causa deste alargar da missão e, por inerência, das transformações das próprias
teorias museológicas, o ecomuseu, enquanto equipamento cultural de serviço pú-
blico, tem vindo a registar, desde a sua abertura, em 2000, um número crescente de
visitantes [Gráfico 1], os quais, muito embora repartidos pelo ano, se concentram,
como será previsível, no período de safra do sal [Gráfico 2].

Gráfico 1 Número de visitantes 2000-2006 (visitas guiadas e marcação prévia)

16.000 ................................................................
14.668
14.000 ................................................................
12.359
12.000 ................................................................

10.000 ................................................................

8.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.329
.........................

6.000 ................................................................
4.946
4.349
4.000 ................................................................
2.904 2.423
2.000 ................................................................

0 ................................................................
2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

Fonte: CMA | DMPH, Análise estatística, 2007


334 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Gráfico 2 Distribuição de visitas ao longo de 2006

4.500 ...................................................................................................

4.000 ...................................................................................................

3.500 ...................................................................................................

3.000 ...................................................................................................

2.500 ...................................................................................................

2.000 ...................................................................................................

1.500 ...................................................................................................

1.000 ...................................................................................................

500 ...................................................................................................

0 ...................................................................................................
Jan

Fev

Mar

Abr

Mai

Jun

Jul

Ago

Set

Out

Nov

Dez
Fonte: CMA | DMPH, Relatório de Gestão 2006

Ecomuseu da Marinha da Troncalhada | Centro Interpretativo e Ambiental


Programa Museológico

A crescente procura do Ecomuseu Marinha da Troncalhada, que se resume a uma


marinha a funcionar em moldes tradicionais, e as políticas museológicas actuais es-
tão na origem da necessidade de repensar o serviço público que é prestado e, por
consequência, a sua missão.
A resposta a essas exigências levou, em primeira instância, a equacionar a ges-
tão e dinamização deste equipamento numa perspectiva integrada, perfeitamente jus-
tificável tendo em linha de conta a implementação do Museu da Cidade de Aveiro,
desenvolvido num conceito de museu polinucleado, composto pelo Museu da Ci-
dade [centro nevrálgico], pelo Núcleo Arte Nova, pelo Ecomuseu Marinha da Tron-
calhada e Museu – Centro Interpretativo e Ambiental e pelo Museu Etnográfico de
Requeixo [Figura 1].

Neste universo, o Ecomuseu Marinha da Troncalhada – Centro Interpretativo e


Ambiental assume um papel de extrema relevância, uma vez que, sendo um dos ele-
mentos da identidade local com maior expressão e ao representar um espaço cultu-
ral que regista um número considerável de visitantes, constitui, desta forma, uma
mais-valia para a formação de públicos no âmbito do referido Museu da Cidade.
Assim, neste contexto de exigida gestão de públicos, torna-se essencial a exis-
tência de um espaço de acolhimento e contextualização pedagógica formulado
numa lógica de serviços educativos integrados num conceito global do projecto que
abaixo de esquematiza.
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 335

Figura 1 Linha conceptual do Museu da Cidade de Aveiro

Figura 2 Circuito de visitas do Museu da Cidade de Aveiro (gestão integrada)

Figura 3 Circuito de visita do Ecomuseu Marinha da Troncalhada


336 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Projecto de arquitectura

O Centro Interpretativo e Ambiental do Ecomuseu Marinha da Troncalhada foi


projectado para ocupar um lugar de destaque na paisagem lagunar e servir de equi-
pamento de apoio pedagógico à já existente Marinha da Troncalhada. Explica-se,
deste mpdo, a sua proximidade física e, em paralelo, o distanciamento necessário
para garantir que o visitante usufrua de modo complementar das duas realidades
[ria/salina].
O projecto de arquitectura, de linhas contemporâneas, foi concebido pelo *ate-
lier de santos, arquitectura no âmbito do programa Aveiro POLIS, cujo programa de
intervenção se desenvolveu num espírito de valorização da frente lagunar do espa-
ço urbano. Com uma área útil total de cerca de 205 m2, o espaço compreende um
átrio principal e um átrio de serviço exterior; a recepção e a portaria; um espaço po-
livalente/expositivo; os gabinetes de trabalho e as áreas de reserva/área técnica.
A ligação entre a marinha e o centro Interpretativo é assegurada por percurso pe-
donal e ciclável, acompanhando o Canal Principal que ladeia toda esta área salíco-
la. Aliando a perspectiva pedagógica ao lazer, este percurso estende-se até ao cen-
tro da cidade através da construção de uma ponte móvel sobre o Canal das Pirâmi-
des [eclusas] e usufruindo, em simultâneo, da intervenção urbanística ao longo do
Canal de são Roque.
Obedecendo aos conteúdos programáticos museológicos, este acesso garante a
interrelação Ria/cidade, do mesmo modo que reforça a estratégia de gestão integra-
da de visitas/públicos ao Museu da Cidade de Aveiro, entendido enquanto rede equi-
pamentos culturais similares que tem subjacente a sua sustentabilidade.

Figura 4 – localização do Centro Interpretativo e Ambiental e da Marinha da Troncalhada


Fonte: João Ferrand | APA, 2004
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 337

Notas finais

O sal constituiu um dos elementos relevantes da identidade cultural de Aveiro,


fruto de uma prática secular com forte peso na sociedade e economia locais, apesar
da diminuição na produção e, por inerência, da sua presença na paisagem regista-
da nas últimas décadas e acentuada nos anos mais recentes. É nesse contexto que se
afirma o papel do Ecomuseu Marinha da Troncalhada como um forte contributo para
sustentabilidade das salinas.
Muito embora tendo como objectivo primeiro a componente pedagógica, afir-
ma-se ainda, face à sua localização, como um elemento da paisagem salícola e de
ecossistema e, simultaneamente, como o impulsionador de políticas de salvaguarda,
de preservação e fruição tendentes à sua revitalização.§

Figura 5 Estratégias de gestão


338 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

Fontes

Correio do Vouga, Aveiro [Maio de 2003]


O Litoral, Aveiro [Julho de 1960]
O Povo de Aveiro, Aveiro [Março de 1882]
AHD-APA [1874] Planta indicativa do plano d’obra para melhoramento da Barra d’Aveiro.
Museu de Aveiro | IMC. IP, Planta da Vila e Ria de Aveiro
Mapa do Porto da Foz do Rio Vouga in Pedro Teixeira Mapa del Rey Planeta [1634] www. arkeotavira. com/
Mapas/ Teixeira/ índex.pdf, consultado em 20 de Outubro de 2006.

Bibliografia

Amorim, I. [2001] Aveiro e os caminhos do sal. Séculos XV-XX, Aveiro, Câmara Municipal de Aveiro.
Amorim, I [2005] Os inquéritos sobre o sal português nos séculos XVIII a XX, Actas do I Seminário Inter-
nacional sobre o Sal Português, Porto, IHM.UP | Faculdade de letras da Universidade do Porto, pp. 111-
125.
CMA [1999] Projecto de Musealização da Marinha da Troncalhada [texto policopiado].
CMA | DMPH [2006] Conteúdo programático do Centro Interpretativo e Ambiental [texto policopiado].
CRPQF [1956] Inquérito à indústria do Sal. Salgado de Aveiro, Vol. IV, Lisboa, Comissão Reguladora dos
Produtos Químicos e farmacêuticos.
Davis, P. [1999] Ecomuseum, a sense of place, london, Leicester University Press.
Lira, S. [2005] Museus e consumo, Trabalhos de Antropologia e Etnologia, vol. 45 [1-2], SPAE, pp. 97-103.
Madahil, A. [Coord.] [1959] Milenário de Aveiro. Colectânea de textos históricos, vol. I, Aveiro, Câmara
Municipal.
A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 339

O PROJECTO INTERREG – SAL A DERRADEIRA


OPORTUNIDADE PARA AS SALINAS TRADICIONAIS
DE PORTUGAL?

Renato Neves* - Mãe d´água

Resumo: O Projecto INTERREG - SAL congrega cerca de 30 parceiros representando


mais de uma dezena de sítios, desde a Bretanha às Ilhas Canárias, onde se faz ainda a
extracção do sal por métodos artesanais. Apesar de apresentarem algunas problemáti-
cas distintas e da sua realidade social ser também bem distinta, existem uma série de
convergências e interesses comuns que levaram estes sítios a associarem-se num pro-
jecto que visa a valorização da actividade salineira e a manutenção dos valores do pa-
trimónio natural e cultural a ela associados. No caso de Portugal a integração dos pro-
dutores num movimento global de defesa e valorização das salinas e do sal tradicional
será a única forma de manter as nossas paisagens salineiras.

O que é o SAL?

O Projecto INTERREG – SAL (revalorização das salinas do Atlântico. Recupera-


ção do potencial biológico, económico e cultural das zonas húmidas costeiras) de-
senvolve-se no quadro do INTERREG – IIIB Arco-Atlântico (prioridade D), sendo a
coordenação assegurada pela Universidade de Cadiz, a qual gere um orçamento glo-
bal de cerca de 5 milhões de Euros, distribuídos por cerca de 31 parceiros de Portu-
gal, Espanha, França e Reino Unido, oriundos de uma grande variedade de institui-
ções, compreendendo Universidades, autarquias locais, associações de produtores,
associações de defesa do ambiente, empresas, associações de municípios e orga-
nismos de gestão e ordenamento do território. Este conjunto de entidades represen-
ta cerca de 11 sítios salineiros, a maioria dos quais possui núcleos de salinas artesa-
nais em produção.

Figura 1 - Logotipo do Projecto SAL (Universidade de


Cadiz – 2005) – representação do produto sal com três
eixos em movimento (produção, cultura e natureza)

* littorina@mail.telepac.pt. * Coordenador Nacional do Projecto INTERREG - SAL


Ornitólogo. Trabalhou durante cerca de 10 anos no Instituto de Conservação da Natureza, realizando en-
tre outros trabalhos inventários de populações de aves aquáticas dependentes de salinas. Actualmente é
gerente da empresa Mãe d´água a qual actua na área da Ecologia realizando estudos, caracterização, ges-
tão e monitorização de sítios de interesse natural, alargando também estes domínios a componentes de
divulgação e promoção destes elementos. A Mãe d´água desempenha o papel de entidade cordenadora
do Projecto INTERREG – SAL em Portugal
340 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

As acções do Projecto

Embora o Projecto SAL esteja ainda a decorrer - terminará em Setembro de 2007


-podem-se analisar desde já, de uma forma resumida, alguns resultados gerais, de-
correntes dos 7 eixos de trabalho definidos no formulário de candidatura:

0- Situação actual da actividade salineira


Foi realizado um trabalho muito exaustivo comparando a realidade geográfica e
sócio-económica dos vários sítios bem como as tecnologias utilizadas. Trata-se de um
trabalho pioneiro, sendo a primeira vez que se realizou algo semelhante para um vas-
to conjunto de localidades salineiras do litoral atlântico europeu. O conjunto de da-
dos recolhidos segundo a mesma metodologia assume uma grande importância para
a caracterização das zonas e para o futuro processo de denominação de origem.

1- Exposição itinerante
A recolha iconográfica constitui um acervo notável de elementos do passado e
do presente dos sítios de produção de sal situados entre a Bretanha e as Canárias, não
só dos 11 locais representados no Projecto SAL, como de muitos outros situados na
referida área geográfica. A realização e montagem desta exposição constituem um
excelente exemplo de trabalho em rede.

2 - Biodiversidade
Apesar de ter sido possível a definição de uma metodologia de trabalho comum,
existem alguns sítios e parceiros que não têm desenvolvido quaisquer trabalhos. Tem
sido difícil adoptar uma estratégia que permita chegar aos resultados pretendidos, no-
meadamente a publicação de um manual que incorpore sugestões para acções de
maneio, visando a promoção da biodiversidade a realizar pelos próprios salineiros.

3 – Estruturação da profissão
As diferenças na situação associativa dos produtores franceses, portugueses e es-
panhóis têm dificultado enormemente o desenvolvimento da acção. Porém, recen-
temente houve sinais de melhoria, pois existe já uma proposta de estatutos ao nível
das associações nacionais e ao nível da futura Federação Europeia. Está igualmente
em preparação no âmbito do projecto um pedido para apresentar à Comunidade Eu-
ropeia relativo ao estatuto ou carácter agrícola do sal marinho recolhido manual-
mente o que permitirá o reconhecimento do produto através dos selos DOP (Deno-
minação de Origem Protegida) ou IG (Indicação Geográfica).

4 – Transmissão de conhecimentos e profissionalização dos produtores


Dadas as diferenças de situações sociais entre os países é muito difícil estabele-
cer bases comuns para uma uniformização da formação; no entanto alguns dos sí-
tios irão realizar experiências autónomas de formação com apoio directo ou indirecto
do INTERREG – SAL (Aveiro, Castro Marim e Cadiz).

5 – Desenvolvimento turístico
Estão a ser criadas as bases de uma rota das salinas atlânticas, estando progra-
THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS 341

mado um curso de guias turísticos que se constituirá como o primeiro núcleo de re-
cursos humanos indispensáveis ao funcionamento dessa rota inicial, a qual se pre-
tende que venha a ser progressivamente aumentada. Paralelamente, decorrem di-
versos projectos locais de criação de Museus de Sal (Figueira, Castro Marim e Avei-
ro) e outras estruturas de apoio às visitas a salinas.

6 – Preservar a identidade paisagística das salinas e utilização de


ferramentas comuns (SIG) para a gestão do território
As situações cadastrais e os instrumentos de planeamento e ordenamento apre-
sentam diferenças tão acentuadas nos vários países que tem sido difícil aglutinar os
parceiros em torno da actividade, salientando-se no entanto a colaboração da Uni-
versidade de Aveiro com o Fórum des Marais, a qual tem permitido o desenvolvi-
mento de projectos piloto na Ria de Aveiro e na Ilha de Ré.

7 – Novos produtos
Decorrem trabalhos no âmbito da biotecnologia e do estudo de soluções para os
problemas de erosão dos muros. Os primeiros resultam da parceria de trabalho en-
tre o Instituto Tecnológico das Canárias, a Universidade do Algarve e a Necton, os
segundos são da responsabilidade exclusiva da Universidade de Aveiro. Os trabalhos
de biotecnologia têm aberto novos campos de investigação muito interessantes. Por
um conjunto de circunstâncias o trabalho de estudo da erosão dos muros só será tes-
tado em Aveiro.

8 – Difusão
A maioria dos parceiros tem desenvolvido uma intensa actividade de difusão não
apenas do projecto, mas de toda a problemática ligada às salinas e ao sal tradicio-
nal, entre os quais se destacam a realização de conferências, seminários, debates,
workshops, feiras e exposições. Iniciou-se a realização de um DVD acerca da reali-
dade do sal tradicional no Arco Atlântico, estando em marcha a realização de um
fundo documental para consulta on-line que recolherá as referências bibliográficas
relacionadas com o sal e que se encontram dispersas pelas várias instituições liga-
das ao projecto (associações, centros de investigação, universidades, administrações
autárquicas e regionais e diversos institutos).

Um balanço do Projecto para Portugal

Considerando a situação de declínio progressivo e acentuado da produção de sal


marinho artesanal no nosso país, não temos dúvidas em considerar que o INTERREG
– SAL terá de ser o ponto para o relançamento da actividade em Portugal; se tal não
vier a acontecer existe o risco desta vir a conhecer a extinção na maioria das regiões
salineiras, ou manter-se apenas para efeitos meramente demonstrativos ou educati-
vos, sem qualquer significado económico.
Apesar da manutenção de todos os constrangimentos económicos e legais que
a actividade enfrentava à data do início da aprovação do Projecto (Outubro de 2004),
342 A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

houve, mercê da dinâmica criada pelo próprio projecto, uma evolução positiva em
Portugal que pode ser traduzida no seguinte:

• Criação e dinamização de estruturas de organização local dos salineiros


• Bases para a criação de uma Federação Portuguesa de Produtores de Sal Ma-
rinho Artesanal (FENASAL)
• Representação dos produtores portugueses num grupo de trabalho europeu
• Reconhecimento por parte das autarquias e órgãos da administração regional
da necessidade de preservação das salinas
• Multiplicação de acções relativas à divulgação do património ligado às salinas
• Consultas regulares aos representantes dos produtores por parte do organismo
da tutela do sector (Direcção Geral das Pescas e Aquicultura), para aspectos li-
gados ao quadro legal desta actividade

Uma futura certificação e denominação de origem do sal, um novo quadro le-


gal para a produção e comercialização e uma organização eficaz dos produtores na-
cionais, aliados ao interesse e promoção das autarquias e dos agentes e operadores
turísticos, será a chave para a inversão do longo ciclo de decadência do sal em Por-
tugal. O INTERREG – SAL apontou alguns desses caminhos, deu visibilidade ao pro-
duto, aos sítios e às pessoas que fazem o sal, a paisagem e a sobrevivência das tec-
nologias, tentando retirar os produtores de uma situação de menoridade social em
que se encontram, integrando-os num contexto europeu que luta por interesses se-
melhantes.
Terão de ser agora os produtores a seguir esses caminhos e a procurar parceiros
estratégicos para a realização de projectos sectoriais (recuperação de edificações,
reabilitação de estruturas, apoio a acções de marketing, formação, turismo, etc.), pois
só com estes apoios iniciais será possível consolidar os mercados, as estruturas pro-
dutivas e associativas e as actividades complementares que permitirão a sustentabi-
lidade económica da actividade.

Lista dos parceiros portugueses do INTERREG – Sal


Universidade de Aveiro
Câmara Municipal de Aveiro
Câmara Municipal da Figueira da Foz
Câmara Municipal de Leiria
Câmara Municipal de Castro Marim
TradiSal
Universidade do Algarve
Necton

Potrebbero piacerti anche