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REGIONE PUGLIA

Provincia di Lecce

Sistema Turistico Locale delle Comunità di:


Acquarica del Capo, Alessano, Alezio, Alliste, Andrano,
Aradeo, Bagnolo del Salento, Botrugno, Cannole,
Carpignano Salentino, Castrignano dei Greci, Castrignano
del Capo, Castro, Collepasso, Corsano, Cursi, Cutrofiano,
Diso,Gagliano del Capo, Galatone, Gallipoli, Giuggianello,
Giurdignano, Maglie, Matino, Melissano, Melpignano,
Miggiano, Minervino di Lecce, Montesano Salentino,
Morciano di Leuca, Muro Leccese, Nardò, Neviano,
Nociglia, Ortelle, Otranto, Palmariggi, Parabita, Patù,
Poggiardo, Porto Cesareo, Presicce, Racale, Ruffano,
Salve, Sanarica, San Cassiano, Sannicola, Santa Cesarea
Terme, Scorrano, Seclì, Specchia, Spongano, Supersano,
Surano, Taurisano, Taviano, Tiggiano, Tricase, Tuglie,
Uggento, Uggiano la Chiesa.
COSTITUZIONE DEL
“DISTRETTO PRODUTTIVO TURISTICO,
CULTURALE E AGRO – AMBIENTALE, DEL
SALENTO ORIENTALE”
(ai sensi della L.R. n° 23 del 3 agosto 2007, art. 2 comma 4 lettera c)

Integrazione al Protocollo d’Intesa del Nucleo Promotore Distretto “Salento Orientale”


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INTEGRAZIONE AL PROTOCOLLO DEL NUCLEO PROMOTORE

Integrazione al Protocollo d’Intesa del Nucleo Promotore Distretto “Salento Orientale”


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Premessa

Il presente documento ha lo scopo di integrare il “Protocollo d’Intesa del Nucleo


Promotore” fornendo ulteriori dettagli sull’Area Distrettuale ed il relativo Sistema
Produttivo Distrettuale.

Il modello adottato per il Distretto del “Salento Orientale”, come già ampiamente
sottolineato all’interno del documento “Protocollo d’Intesa del Nucleo Promotore” e al
quale è allegata la presente “INTEGRAZIONE”, nasce dalla premessa che: il Distretto è una
filiera produttiva per attività collegate ed integrate con il coinvolgimento delle istituzioni
operanti nei suddetti ambiti e, pertanto, espressione della capacità del sistema di
imprese e delle istituzioni locali di sviluppare una progettualità strategica comune, che
si espliciterà in un Programma per lo sviluppo del Distretto, in conformità agli strumenti
legislativi e programmatici regionali, e che assumerà la configurazione di reti di
imprese, legate per tipo di specializzazione (filiere produttive,) per attività collegate ed
integrate appartenenti ad uno o più ambiti territoriali anche non confinanti tra loro, ed
ancora sinergicamente collegate attraverso nuove forme di integrazione orizzontale (più
filiere), tra loro diverse e apparentemente lontane, ma caratterizzate da forti e spesso
poco visibili complementarità nelle loro strategie di produzione di innovazione.

Un modello, quello del Distretto “Salento Orientale” nel quale, si è puntato a


“raggiungere l’equilibrio tra uno sviluppo autonomo delle destinazioni e la tutela
dell’ambiente, da un lato, e lo sviluppo di un’attività economica competitiva, dall’altro
lato…lo sviluppo delle destinazioni turistiche è infatti strettamente collegato al loro
contesto ambientale, alle caratteristiche culturali, all’intenzione sociale, alla sicurezza e
al benessere delle popolazioni locali” (Commissione delle Comunità Europee -
Comunicazione della Commissione- Agenda per un turismo europeo sostenibile e
competitivo – Bruxelles 2007).

In particolare, è stato individuato un Sistema Produttivo Distrettuale che presenta una


rilevante concentrazione di imprese fra loro integrate e che attraverso sinergie pro-attive
vanno a costituire un sistema produttivo rilevante da leggersi anche come sistema di
consumo complesso, costituito a sua volta dall’insieme dei prodotti e delle prestazioni
integrati e volto a soddisfare le aspettative del target di riferimento.

Il Sistema Produttivo Distrettuale del “Salento Orientale” nel corso del tempo si è
notevolmente ampliato, nella presente “INTEGRAZIONE” si riporta, pertanto, una esaustiva
presentazione dell’ampliamento territoriale a supporto della consistenza e dello sviluppo
territoriale dell’Area Distrettuale.

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Inizialmente, i paesi nella cui area si localizzavano le imprese aderenti erano Bagnolo del
Salento, Cannole, Castro, Cursi, Diso, Giuggianello, Giurdignano, Minervino di Lecce,
Muro Leccese, Ortelle, Otranto, Poggiardo, Santa Cesarea Terme, Surano, Uggiano la
Chiesa come illustrato anche nel capitolo 4 del documento originario. Oggi sono state
annesse all’Area Distrettuale altre aree definite soprattutto dalla volontà di adesione
dimostrata dalle aziende presenti per cui se per alcuni territori si sono già definite forti
aggregazioni socio economiche, con la partecipazione degli Enti Locali in altre aree le
adesione, iniziate da alcune aziende, sono in fase di perfezionamento, per cui i territori
oggi interessati dalla presenza del Comitato Promotore per la Costituzione del Distretto
Produttivo Turistico, Culturale e Agro – Ambientale sono compresi in tutta la parte
Orientale del “Grande Salento” così come riportato nella mappa presente nella pagina 2
del presente documento.

Come più volte sottolineato all’interno del documento originario, il Salento è una “lingua
di terra”, corrispondente al territorio che si estende dalla provincia di Lecce e a parte di
quello delle province di Taranto e Brindisi, fino alla cosiddetta “soglia Messapica” (vale
a dire le ultime propaggini delle Murge baresi) verso Sud-Est fino al Capo di S.M. di
Leuca, tra il Golfo di Taranto (Mar Ionio) e il Canale d’Otranto (Mar Adriatico).
L’ambito interessato per la definizione degli obiettivi strategici in tema di
riqualificazione ambientale a fini turistici, produttivi e occupazionali, è costituito dai
territori ricadenti nell’area più volte qui definita come “Distrettuale”.

Il paesaggio del Salento, compreso tra il Golfo di Taranto e il Capo di Leuca, è


caratterizzato da linee orizzontali, con forme morbide e dolci, che solo raramente
assumono aspetti montuosi. Tali profili sono dovuti alla diffusione di rocce calcaree che
hanno favorito sia un moderato sviluppo dell’idrografia superficiale, che la diffusione di
doline, grotte e cavità sotterranee. La costa ionica è una terra ricca di storia legata allo
sviluppo delle civiltà preistoriche (come documentano le testimonianze relative all’età
del Paleolitico rinvenute nelle grotte costiere, tra le quali sono da menzionare Grotta
Romanelli, del Cavallo, delle Veneri e Grotta Uluzzu), e classiche.

In un paesaggio come il nostro, determinato soprattutto dall’opera dell’uomo che


sapientemente ha adattato la natura alle necessità della vita, quello che conta non è solo
la posizione geografica o il fascino delle soleggiate località costiere, ma è soprattutto la
cultura, per cui le vicende storiche si
sovrappongono e cristallizzano nelle forme stesse del paesaggio. La varietà dei paesaggi
presenti nel Salento e la presenza di città fra le più antiche della provincia (Nardò,
Alezio, Ugento, ecc.) hanno catturato nel tempo l’attenzione di studiosi colpiti dalla
singolarità dell’architetture presenti e da quel senso di uniformità che non è mai
monotonia.

In questa parte di Salento, il turista viene abbagliato dalla luce del sole e dal profondo
azzurro del cielo, nota stralci di macchia mediterranea e il silenzio è rotto
dall’assordante, stridulo frinire delle cicale, o dal belato di greggi. Volano le gazze tra i
rami di ulivi e pampini verdastri di viti, alberi di fichi e fico d’india, piante di meloni si
stendono senza limiti per la terra rossa, irrorata dal sudore della gente e dal duro lavoro
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di generazioni di contadini. Procedendo da Nord verso Sud si incontrano i comuni di:
Carpignano Salentino, Maglie, Palmariggi, Nardò, Gallipoli, Taviano, Racale, Alliste,
Ugento, Presicce, Tricase.

Procedendo dal Capoluogo verso Gallipoli incontriamo il Comune di Nardò. Città


messapica e Municipio Romano, Nardò rimase per molti secoli sotto il dominio bizantino
quando nel 1055 fu conquistato dai Normanni che vi costruirono un ducato con un
grande feudo. Questi la munirono di un muro e vi edificarono un castello, del quale però
non rimane alcuna traccia. L’attuale castello fu eretto, invece, tra il XV e il XVI secolo
sotto Giovanni Antonio Acquaviva d’Aragona. Il nucleo più antico all’interno
dell’abitato è in parte racchiuso dalle mura medievale ed è caratterizzata da una
planimetria per lo più regolare. Attualmente l’economia è abbastanza variegata: si passa
dall’allevamento di bovini, ovini, suini, alla pesca e alla produzione di olio, vino e
cereali. A queste si aggiunge sia la cospicua presenza di piccole e medie industrie (dedite
al manifatturiero e all’artigianato), che lo sviluppo di un turismo balneare nelle località
costiere di Torre Squillace, S. Isidoro, Torre Inserraglio, S. Caterina, S. M. al Bagno.
Degna di nota è anche la strepitosa scoperta fatta nella baia di Uluzzu nell’omonima
grotta, dove sono state rinvenute sulle pareti numerose scene di caccia tracciate dagli
uomini del Neolitico.

Spostandoci sulla costa raggiungiamo la perla dello Ionio, Gallipoli (città bella). Antica
città di pescatori e marinai, roccaforte contro i Turchi, luogo dal fascino orientale grazie
alle splendide spiagge, ai monumenti storici che la circondano, ai profumi della
tradizionale cucina e ai vicoli del suo borgo. La cittadina è resa ancor più caratteristica
dalla divisione in due parti, la città vecchia e il borgo nuovo. Il centro storico sorge su di
un’isola calcarea collegata alla terra ferma da un ponte in muratura ed è ricco di antiche
costruzioni e affreschi. Per fronteggiare gli attacchi nemici, nel 1500 vennero erette le
mura di cinta che furono poi ridimensionate in altezza alla fine del 1800 fino all’attuale
strada panoramica che circonda l’intero isolotto consentendo di godere del fantastico
panorama. Verso Nord si ammira una parte della costa neretina, mentre a Sud è visibile
la baia di Punta Pizzo. Ad Ovest nei pressi della costa, si incontra lo Scoglio dei Piccioni,
l’Isolotto del Campo ed in giornate particolarmente limpide si scorgono i profili dei
monti della Sila. A Sud Ovest appare chiara l’isola di Sant’Andrea con il faro. Subito
dopo aver attraversato il ponte ci si trova la fontana greco-romana e da qui ci si dirige al
borgo nuovo della città. La città di Gallipoli basa la sua economia (oltre che
sull'agricoltura e la pesca) sul turismo che si moltiplica nei mesi caldi e costituisce la
maggiore risorsa del territorio. L'attività portuale, un tempo molto fiorente, è oggi un
pochino in decadenza. Tantissime le strutture ricettive e le strutture balneari a
disposizione dei visitatori. Le bellezze del luogo hanno da sempre spinto gli abitanti di
Gallipoli a valorizzare il turismo come fonte di orgoglio e guadagno.
Tantissime le attività commerciali presenti sul territorio. Agli occhi del turista non
mancheranno sicuramente negozi e botteghe in cui acquistare souvenir e fare shopping.

A Taviano la presenza di insediamenti umani appare già nel periodo Neolitico, tanto è
vero che nel territorio sono ancora evidenti resti megalitici, quali specchie e menhir. Il
paese ha avuto origini romane, anche se c'è chi afferma che siano cartaginesi. Durante i
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conflitti tra Longobardi e Bizantini, che avevano preso il posto dei Romani, giunsero nel
Salento i primi monaci Basiliani per mezzo dei quali si diffuse il rito greco. Taviano basa
la sua economia sull'agricoltura, la piccola industria e l'artigianato, ma è soprattutto nel
campo della floricoltura che i tavianesi sono diventati maestri, riconosciuti in tutta
Europa, nell'arte dell'innesto.
Alcuni studiosi ritengono che i primi insediamenti nella zona di Melissano siano da far
risalire all'alto Medioevo (900 d.C.) quando la gente di Ugento, Felline e Casarano, per
sfuggire alle incursioni saracene, si rifugiarono nell'entroterra, mettendo a coltura la
fertile terra circostante.

Racale, centro agricolo del Salento meridionale, è situato lungo la statale Gallipoli-Leuca
che forma la strada principale ed assiale dell'abitato, al centro della Valle di Taviano e
alle falde del dosso calcareo detto li Specchi (104 m.), che lo divide dal litorale ionico.
Di origine romana, il piccolo borgo inizia a raggiungere una propria fisionomia in epoca
normanna. La maggior parte della popolazione di Racale è dedita all'agricoltura, in
particolare alla produzione di vino e ortaggi. Negli ultimi anni, inoltre, si è sviluppata
molto l'attività florovivaistica e turistica per mezzo, quest'ultima della vicinanza della
località balneare di Torre Suda.

Degno di nota, proseguendo verso il Capo di Leuca è il centro di Alliste, sorto su un’area
di formazione pliocenica caratterizzata da sabbioni tufacei, calcari compatti e strade
argillose. Da un punto di vista storico culturale a Felline, frazione di Alliste, spicca il
castello eretto nel XII secolo dai Bonsecolo.
Sempre nell’area individuata spostandoci verso sud vi è l’antico centro messapico di
Ugento. Qui da una posizione preminente domina un antico castello, il cui nucleo
originario (1200), presenta una pianta trapezoidale irregolare con torrioni angolari, due
dei quali sono andati distrutti. Ampiamente rimaneggiato nel ‘700 l’edificio sembra avere
origini molto remote, precedente forse al X secolo.

Un’altra ridente cittadina del Salento Occidentale è Presicce che con la vicina Acquarica
del Capo costituisce un importante sistema difensivo del territorio all’epoca della
dominazione Normanna. Punto di passaggio obbligato tra Lecce e Leuca, la città dovette
assolvere compiti difensivi molto importanti affidati ora al castello, ora a torri di vedetta
che ne controllavano il territorio circostante (come la torre di Celsorizzo, un casale
medievale ubicato al centro di una depressione naturale lungo la via che collega Presicce
ad Acquarica.
Si è di fronte ad un potenziale distretto naturale, in cui enogastronomia e circuito storico-
culturale e archeologico danno vita ad un interessante connubio di terra e sapori
nonostante le tante energie locali profuse dall'attivismo civico non siano ancora state
coordinate in maniera pro-attiva e proficua.

Da tale crescente nuova domanda turistica nasce la necessità di una proposta d’interessi
tesa a semplificare questa nuova tendenza con la valorizzazione delle emergenze diffuse
nell’area e l’individuazione di percorsi per la lettura delle stesse integrati da una più
ampia offerta di prodotti.

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Date le premesse, l’attuale Sistema Produttivo Distrettuale del “Salento Orientale”
risulta essere, rispetto al Sistema Produttivo Regionale e rispetto alle Politiche
Regionali di Sviluppo, rilevante dal punto di vista:

! Quantitativo
! Innovativo
! Strategico

Secondo quanto riportato ufficialmente all’interno del portale dell’Assessorato del


Turismo Puglia (www.operatori.viaggiareinpuglia.it/elenco/pagineUtili) aggiornato al 25
febbraio c.a., il sistema delle strutture legate al turismo in Puglia, nel dettaglio a Lecce e
provincia ed in particolare nell’area del Distretto “Salento Orientale”, risulta distribuito
come riportato nelle tabelle che seguono.

In particolare dalla tab.1, si rileva che il complesso delle strutture ricettive presenti
all’interno dell’”Area Distretto” sono pari a circa il 45,8% del totale delle strutture
ricettive presenti a Lecce e provincia e sono pari al 19,1% del totale delle strutture
ricettive della Puglia.

Tab. 1 – Distribuzione in Puglia e a Lecce e provincia delle attività aggregate per


tipologia “Strutture ricettive”

Area Distretto
Lecce e “Salento % base % base
Puglia provincia Orientale” regionale provinciale
affittacamere 165 49 20 12,1% 40,8%
alberghi 799 198 103 12,9% 52,0%
alloggi agrituristici 261 79 40 15,3% 50,6%
altri esercizi ricettivi 2 0 0 0,0% 0,0%
bed & breakfast 1327 805 333 25,1% 41,4%
campeggi 110 12 9 8,2% 75,0%
case e appartamenti 233 97 58 24,9% 59,8%
case per ferie 21 8 4 19,0% 50,0%
ostelli della gioventù 2 1 0 0,0% 0,0%
residenza tur. alberg. 63 23 15 23,8% 65,2%
villaggi turistici 101 13 6 5,9% 46,2%
Tot. 3084 1285 588 19,1% 45,8%

Fonte: Elaborazione su dati Portale Assessorato Turismo Puglia - 2008

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Si registra inoltre nella tab. 2 che la distribuzione delle strutture ricettive all’interno
dell’”Area Distretto” ha come presenza prevalente quella delle categorie in ordine “Bed
& Breakfast” (333), “Alberghi” (103), “Case e appartamenti” (58), “Alloggi agrituristici”
(40).

Tab. 2 – Distribuzione nell’Area Distretto “Salento Orientale” delle attività aggregate


per tipologia “Strutture ricettive”

case e appartamenti

ostelli della gioventù


altri esercizi ricettivi

residenza turistico
alloggi agrituristici

bed & breakfast

villaggi turistici
case per ferie
affittacamere

alberghiera
campeggi
alberghi

Area Distretto
“Salento Orientale” Tot.
Alliste 0 2 0 0 22 0 0 0 0 0 0 24
Bagnolo del Salento 0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 2
Cannole 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 2
Carpignano Salentino 0 1 2 0 1 0 0 0 0 0 0 4
Castro 1 9 0 0 8 0 0 0 0 0 0 18
Copertino 0 1 0 0 11 0 0 0 0 0 0 12
Corigliano d'Otranto 0 1 2 0 5 0 1 0 0 0 0 9
Cursi 1 0 0 0 7 0 0 0 0 0 0 8
Diso 0 1 0 0 3 1 0 0 0 0 0 5
Gallipoli 2 17 1 0 50 2 17 0 0 1 0 90
Giuggianello 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 3
Giurdignano 1 1 0 0 2 0 1 0 0 1 0 6
Maglie 1 1 0 0 15 0 0 0 0 0 0 17
Minervino di Lecce 2 2 0 0 3 0 1 0 0 0 0 8
Muro Leccese 1 1 2 0 7 0 0 0 0 0 0 11
Nardò 0 6 4 0 98 1 2 1 0 1 0 113
Ortelle 1 0 3 0 7 0 0 0 0 0 0 11
Otranto 6 22 19 0 14 2 16 0 0 6 4 89
Palmariggi 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 3
Poggiardo 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 0 6
Presicce 0 2 0 0 3 0 0 0 0 0 0 5
Racale 0 1 0 0 1 0 1 0 0 0 0 3
Santa Cesarea Terme 1 6 1 0 3 0 6 1 0 3 2 23
Surano 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1
Taviano 0 3 0 0 11 0 4 0 0 0 0 18
Tricase 0 5 0 0 12 2 0 1 0 0 0 20
Ugento 2 18 4 0 22 1 9 0 0 3 0 59
Uggiano la Chiesa 1 2 2 0 12 0 0 1 0 0 0 18
Tot. 20 103 40 0 333 9 58 4 0 15 6 588

Fonte: Elaborazione su dati Portale Assessorato Turismo Puglia - 2008

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Nella tab. 3 si riporta la distribuzione delle imprese di servizi turistici distinte per
“altre società”, “centri congressi”, “sedi storiche”, “centri fieristici”. Il totale delle
“imprese di servizi turistici” presenti all’interno dell’”Area Distretto” sono pari al
39,3% del totale presente a Lecce e provincia.

Tab. 3 – Distribuzione in Puglia ed in provincia di Lecce delle attività aggregate per


tipologia “Imprese di servizi turistici”

Area Distretto
Imprese di servizi Lecce e “Salento % base
turistici Puglia prov Orientale” provinciale
Altre Società* - 251 98 39%
Centri Congressi 50 30 12 40,0%
Sedi storiche 50 9 4 44,4%
Centri fieristici 2 0 0 0,0%
Tot. 102 290 114 39,3%
* Agenzie viaggi, stabilimenti balneari, centri sportivi, centri di intrattenimento. Fonte portale Assessorato Provincia di
Lecce

Fonte: Elaborazione su dati Portale Assessorato Turismo Puglia - 2008


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Nella tab. 4 in particolare si rileva la presenza di “Imprese di servizi turistici” a Gallipoli
(31), Otranto (29) e Nardò (10).
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Tab. 4 – Distribuzione nell’Area Distretto “Salento Orientale” delle attività aggregate
per tipologia “Imprese di servizi turistici”

Imprese di servizi
turistici

Area Distretto Altre Centri Sedi Centri


“Salento Orientale Società* Congressi storiche fieristici Tot.
Alliste 0 0 0 0 0
Bagnolo del Salento 0 0 0 0 0
Cannole 0 0 0 0 0
Carpignano Salentino 0 0 0 0 0
Castro 5 0 0 0 5
Copertino 2 0 0 0 2
Corigliano d'Otranto 0 1 1 0 2
Cursi 0 0 0 0 0
Diso 0 0 0 0 0
Gallipoli 29 2 0 0 31
Giuggianello 0 0 0 0 0
Giurdignano 0 0 0 0 0
Maglie 7 0 0 0 7
Minervino di Lecce 0 0 0 0 0
Muro Leccese 0 0 0 0 0
Nardò 10 0 0 0 10
Ortelle 0 0 0 0 0
Otranto 25 2 2 0 29
Palmariggi 1 0 0 0 1
Poggiardo 2 0 0 0 2
Presicce 0 0 0 0 0
Racale 1 0 0 0 1
Santa Cesarea Terme 3 3 0 0 6
Surano 0 0 0 0 0
Taviano 2 0 0 0 2
Tricase 6 0 0 0 6
Ugento 5 3 0 0 8
Uggiano la Chiesa 0 1 1 0 2
Tot. 98 12 4 0 114
*Agenzie viaggi, stabilimenti balneari, centri sportivi, centri di intrattenimento.
Fonte portale Assessorato Provincia di Lecce

Fonte: Elaborazione su dati Portale Assessorato Turismo Puglia - 2008


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Come riportato nella tab. 5, gli Enti e la Pubblica Amministrazione afferenti alla sfera
turistica in Puglia risultano essere, secondo quanto rilevato nel portale dell’Assessorato al
Turismo Puglia, 242 unità, di cui 99 a Lecce e provincia. Le unità presenti all’interno
dell’Area Distretto “Salento Orientale” sono il 32,3% del totale delle unità rilevate per
Lecce e provincia.

Tab. 5 – Distribuzione in Puglia e a Lecce e provincia delle attività aggregate per


tipologia
“Enti e Pubblica Amministrazione afferenti alla sfera turistica”

Area
Distretto
Lecce e “Salento % base % base
Puglia provincia Orientale” regionale provinciale
Enti e Pubblica
Amministrazione
afferenti alla
sfera turistica 242 99 32 13,2% 32,3%

Fonte: Elaborazione su dati Portale Assessorato Turismo Puglia - 2008

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La distribuzione nell’Area Distretto “Salento Orientale” delle attività aggregate per
tipologia “Enti e Pubblica Amministrazione afferenti alla sfera turistica” è piuttosto
omogenea come da tab. 6

Tab. 6 – Distribuzione nell’Area del Distretto “Salento Orientale” delle attività


aggregate per tipologia “Enti e Pubblica Amministrazione afferenti alla sfera turistica”

Enti e Pubblica
Amministrazione
Area Distretto afferenti alla
“Salento Orientale” sfera turistica
Alliste 2
Bagnolo del Salento 1
Cannole 2
Carpignano Salentino 1
Castro 1
Copertino 1
Corigliano d'Otranto 0
Cursi 1
Diso 1
Gallipoli 1
Giuggianello 0
Giurdignano 1
Maglie 1
Minervino di Lecce 1
Muro Leccese 1
Nardò 3
Ortelle 0
Otranto 2
Palmariggi 1
Poggiardo 2
Presicce 2
Racale 1
Santa Cesarea Terme 1
Surano 1
Taviano 1
Tricase 1
Ugento 1
Uggiano la Chiesa 1
Tot. 32

Fonte: Elaborazione su dati Portale Assessorato Turismo Puglia - 2008

La percentuale dei ristoranti, pizzerie, pub ed osterie rilevati è pari al 10,8% del totale
delle unità presenti all’interno del territorio di Lecce e provincia (Tab. 7).

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Tab. 7 – Distribuzione in Puglia ed in provincia di Lecce delle attività aggregate per
tipologia “Ristoranti, pizzerie, pub e osterie”

Area Distretto
Lecce e “Salento % base
Puglia provincia Orientale” provinciale)
Ristoranti, pizzerie,
pub e osterie 5293* 712 211 29,6%

* Fonte: Voce Ristoranti - Assessorato Turismo Puglia – Rapporto - 2006


Fonte: Elaborazione su dati Portale Turismo Provincia di Lecce - 2008"

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Dalla Tab. 8 si evince che la maggior parte dei “ristoranti, pizzerie, pub ed osterie” si
concentrano nell’area di Otranto, Santa Cesarea Terme e Castro.

Tab. 8 – Distribuzione nell’area Distretto “Salento Orientale” delle attività aggregate per
tipologia “Ristoranti, pizzerie, pub, osterie”

Area Distretto Ristoranti, pizzerie,


“Salento Orientale” pub e osterie
Alliste 7
Bagnolo del Salento 2
Cannole 2
Carpignano Salentino 5
Castro 7
Copertino 14
Corigliano d'Otranto 6
Cursi 2
Diso 2
Gallipoli 23
Giuggianello 1
Giurdignano 1
Maglie 15
Minervino di Lecce 3
Muro Leccese 4
Nardò 21
Ortelle 1
Otranto 32
Palmariggi 1
Poggiardo 5
Presicce 3
Racale 7
Santa Cesarea Terme 9
Surano 1
Taviano 7
Tricase 14
Ugento 11
Uggiano la Chiesa 5
Tot. 211

Fonte: Elaborazione su dati Portale Turismo Provincia di Lecce - 2008"

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A supporto del requisito della rilevanza quantitativa si riporta la Tab. 9 nella quale si
pone in evidenza la consistenza del Sistema Produttivo di Distretto che vanta l’adesione
di ben 239 soggetti giuridici i quali una volta disaggregati producono un numero
altrettanto interessante di imprese a loro volta associate. Si riporta, a titolo di esempio,
l’Associazione Idruntina Albergatori la quale consta di 15 alberghi associati.

Tab. 9 – Consistenza Distretto “Salento Orientale” attività aggregate per “Natura


giuridica del soggetto” che ha espresso l’adesione.

Natura giuridica N. soggetti Distretto


soggetto “Salento Orientale”
impresa 189
ente pubblico 19
associazione 26
associazioni sindacali 2
fondazione 3
tot. 239

Fonte: Elaborazione su dati interni"

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Nella Tab. 9 si rileva la consistenza e la distribuzione del Sistema Produttivo Distrettuale
con riferimento a tutti i comuni interessati dalla presenza delle imprese che hanno aderito
al Distretto “Salento Orientale”.

Tab. 9 - Consistenza e Distribuzione del Sistema Produttivo Distrettuale

N. soggetti Distretto
Comuni interessati “Salento Orientale”
Alliste 1
Bagnolo del salento 1
Bari 1
Cannole 3
Carpignano salentino 3
Castro 18
Copertino 1
Corigliano d'Otranto 1
Cursi 3
Diso 1
Gallipoli 1
Giuggianello 15
Giurdignano 9
Lecce 11
Maglie 1
Melendugno 3
Minervino di lecce 12
Muro leccese 9
Nardò 1
Ortelle 18
Otranto 48
Palmariggi 13
Poggiardo 18
Presicce 1
Racale 15
Santa Cesarea Terme 1
Surano 0
Taviano 2
Tricase 3
Ugento 3
Uggiano la Chiesa 22
tot. 239

Fonte: Elaborazione su dati interni"

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A supporto del requisito della rilevanza con riferimento all’innovazione, si sottolinea
che il Distretto “Salento Orientale” adotterà una serie di strumenti, già illustrati nel
documento principale. Tali strumenti contribuiranno a portare il Sistema Produttivo
Distrettuale verso un accrescimento della propria capacità innovativa al fine di ampliare
anche la presenza sui mercati esteri, intensificare i processi di crescita e favorire la
nascita e lo sviluppo di nuova imprenditorialità.
Tra gli strumenti a supporto del programma si riportano anche la realizzazione di un
sistema di servizi eco-sostenibili per l’accoglienza, la realizzazione di un piano operativo
integrato dei servizi di accessibilità, formazione continua e scambio di saperi,
Osservatorio del Distretto ed altro ancora, come già illustrato.

Da un punto di vista strategico il modello del Distretto “Salento Orientale” è volto a


conquistare e consolidare una posizione concorrenziale ponendo comunque l’accento
anche sulla sostenibilità favorendola, programmandola e promuovendola, di fatto
consentendo di supportare i livelli occupazionali ed elevando la capacità di fronteggiare
eventuali periodi di crisi. Gli obiettivi già fissati prevedono anche il potenziare
l’imprenditorialità diffusa, valorizzare la dimensione locale, lavorare in rete, sviluppare e
valorizzare i “saperi”, sostenere l’identità sociale del territorio, realizzare un’offerta di
qualità ambientale e sociale su tutto il territorio, promuovere una specializzazione
dell’offerta del Distretto.

Con riferimento al requisito della significatività, la concentrazione di imprese è da


intendersi significativa con riferimento ai vari settori e filiere di riferimento. Di seguito si
riporta la tab. 10 nella quale si evidenzia la numerosità delle imprese/associazioni/enti
per filiera orizzontale.

Per quanto concerne ad esempio l’attività “agricola” le imprese risultano essere 46 alcune
di queste svolgono anche attività zootecniche, per quanto concerne la “pubblica
amministrazione” sono 17. Le “associazioni” afferenti alla sfera turistica sono 26 più due
“associazioni sindacali”, i “servizi” sono afferenti oltre alla sfera prettamente turistica
anche a quella culturale, dei beni culturali e dell’ambiente.

Tab. 10 – Distribuzione del sistema produttivo distrettuale all’interno dell’area Distretto


“Salento Orientale” per tipologia di filiera orizzontale

N.
ATTIVITA' SOGGETTI
Agricola 46
Artigianale 10
Ricettiva 72
Ristorazione 13
Servizi 39
Commerciale 11
Edile turistica 1
Associazione 26
Associazioni sindacali 2
Fondazione 2
Pubblica amministrazione 17
Totale 239

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I DISTRETTI IN ITALIA

L’Italia è caratterizzata da un’estesa concentrazione, quantitativa e qualitativa, di


patrimonio culturale e paesaggistico; in ogni angolo del nostro “bel paese” possiamo
trovare le testimonianze del nostro passato e gli interventi del nostro presente,
un’inestimabile ricchezza unica e diffusa. Ogni realtà, anche la più piccola, presenta delle
unicità che la differenziano dalle altre, una peculiarità questa che rende difficile
presentare politiche di sviluppo e valorizzazione omogenee. Tutti questi microcosmi
hanno radici e tradizioni diverse, sono tutti importanti perché identificano la comunità e
la rappresentano. Data questa frammentazione diventa difficile pensare ad un progetto di
sviluppo economico e sociale che sia unico, perché si perderebbero di vista le
caratteristiche che rendono il nostro paese così originale: le radici e il contesto
ambientale e culturale che invece devono essere alla base per uno sviluppo sostenibile.
Superando l’ottica di uno sviluppo unitario, globale, si può pensare a questa
frammentazione socio-culturale come punto di partenza per una nuova idea di sviluppo
dove è possibile distinguere il territorio in aree comuni e specializzate prendendo spunto
dalla fortuna dei distretti industriali e sperimentare così nuove soluzioni.
I distretti industriali vengono istituzionalizzati nel 1991 (legge n. 317 del 5 ottobre 1991,
art. 36). E’ una legge che affida alle Regioni il compito di individuare “aree locali
caratterizzate da un’elevata concentrazione di piccole imprese specializzate in un
determinato settore produttivo”. Tali distretti vengono definiti aree territoriali locali
caratterizzate da elevata concentrazione di piccole imprese, con particolare riferimento
al rapporto tra la presenza delle imprese e la popolazione residente nonché alla
specializzazione produttiva dell'insieme delle imprese.
Si parla di aree e di sviluppo di attività produttive (comma 4), si intende favorire la
creazione di relazioni, modalità di identificazione, lo sviluppo di infrastrutture e servizi
dedicati ma non c’è nessun riferimento alle comunità locali né all’ ambiente. La totale
mancanza di riferimenti alle comunità locali e all’ambiente creano le premesse per un
forte degrado socio - ambientale nelle zone interessate dai distretti.
In seguito, notati i limiti dell’azione della legge del 1991, troppo restrittiva rispetto alla
realtà dei distretti italiani che si era andata sviluppando, lo stato ha emanato la Legge n.
140/1999 che ha reso più flessibili i criteri per l’individuazione dei Distretti Industriali,
rafforzando al contempo il ruolo delle Regioni in questo settore aumentando la
discrezionalità nella verifica dei requisiti e la possibilità di utilizzare altre modalità
operative rispetto al contratto di programma, eliminato dalla nuova normativa.

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Nella nuova normativa si fa esplicito riferimento ai Distretti Produttivi Locali, che
vengono definiti come contesti produttivi omogenei, caratterizzati da una elevata
concentrazione di imprese, prevalentemente di piccole e medie dimensioni, e da una
peculiare organizzazione interna.

Nel frattempo sono nate numerose esperienze distrettuali che non si rifacevano ai
parametri della normativa vigente, nate dalla voglia di lavorare in rete su determinate
questioni. Tali esperienze hanno creato le premesse per una diversificazione delle norme
e soprattutto degli ambiti, come avviene nel settore agroalimentare con i marchi di
origine protetta e nel settore turistico con i sistemi di offerta turistica locale (SLOT)
identificati, in base alla legge n. 135 del 29 marzo 2001 come “un contesto turistico
integrato o omogeneo che può uscire anche dagli ambiti regionali e comprendere
anche più regioni, che è caratterizzato da un’offerta turistica integrata con i beni
culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi prodotti tipici dell’agricoltura e
dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o
associate”.
Pochi mesi dopo un Decreto Legislativo (n. 228 del 18 maggio 2001) all'articolo 13
istituzionalizza i Distretti Rurali e Agroalimentari di qualità, definiti come sistemi
produttivi locali “caratterizzati da un'identità storica e territoriale omogenea derivante
dall'integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché dalla produzione di
beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali
e territoriali.
Vengono esplicitamente poste alla base dell’azione le tradizioni e le vocazioni del
territorio.
Ancora più recente è la nascita dei Distretti di Economia Solidale (nati dall’esperienza
della Rete di Economia Solidale), che si auto-configurano quali laboratori di
sperimentazione civica, economica e sociale. Tali Distretti, nati per rafforzare tutte le
realtà del Terzo settore che ritengono necessario lavorare in rete in territori circoscritti, si
basano su 3 principi:
• Valorizzazione della dimensione locale
• Sostenibilità sociale (economia di giustizia)
• Sostenibilità ecologica
La realizzazione pratica dei tre principi viene perseguita attraverso il metodo della
partecipazione attiva dei soggetti. La Rete nazionale dei Distretti (RES) sta mutuando
una serie di peculiarità già esistenti in Europa e che in Italia hanno visto l’esperienza

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guida del Parco dell’Aspromonte, sperimentando una serie di strumenti volti a
stabilizzare l’occupazione, sostenere il mercato interno, porre l’ambiente e le comunità
locali alla base del proprio agire. Attualmente l’esperienza maggiormente significativa è
rappresentata dal Distretto Marche (l’unico ad avere estensione regionale) che nel
proprio circuito sta anche sperimentando con successo l’utilizzo di una moneta locale
parallela valida solo all’interno del Distretto.
Sono nati anche dei Distretti Culturali, che rappresentano un modello di sviluppo locale
autosostenibile intesi come sistema di relazioni territorialmente delimitate in cui
interagiscono i processi di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale con la
realtà socio economica diffusa. Il primo distretto culturale italiano è un’area tutelata
dall’UNESCO in cui otto comuni compresi in tre province si sono uniti per migliorare il
territorio del Sud-Est siciliano: le “Città tardo-barocche del Val di Noto”. Il fine del
modello di distretto culturale è quello di promuovere, attraverso un’azione
integrata, il senso d’appartenenza e d’identificazione di una comunità rendendola
capace di “sostenere sé stessa” poiché le sole azioni senza il supporto e il consenso
collettivo, senza un senso d’identificazione, sono destinate al fallimento.
La Finanziaria 2007 riprende il tema dei Distretti Produttivi, per quanto riguarda i loro
finanziamenti. Nella Legge n° 296 del 27 dicembre 2006, all’articolo 1, comma 890 è
evidenziato che in attesa dell’adozione da parte del ministro dell’Economia del decreto
di individuazione dei distretti, viene riconosciuto un contributo statale ai progetti
regionali relativi ai distretti produttivi, L’agevolazione massima è fissata al 50% delle
risorse pubbliche complessivamente impiegate in ciascun progetto.

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LA SITUAZIONE DEI DISTRETTI IN PUGLIA
E I NUOVI ASSETTI DISTRETTUALI

In Puglia la normativa vigente è rappresentata dalla Legge Regionale n. 2 del 31 gennaio


2003 che disciplina gli interventi di sviluppo economico, le attività produttive, le aree
industriali e le aree ecologicamente attrezzate, rifacendosi all’articolo 117 della
Costituzione ed all’articolo 26 del decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998.
Fra le peculiarità della legge, la gestione affidata ai Comuni, la possibilità di lavorare in
forme associative e l’incentivazione alla creazione di accordi.
La Giunta Regionale ha recentemente deciso di andare oltre la L.R. n. 2/2003 alla luce di
due considerazioni fondamentali che ritroviamo negli Atti di Indirizzo:
1. La necessità di definire obiettivi chiari in tema di politica industriale regionale, da
cui far discendere le strategie e gli strumenti più idonei al perseguimento di tali
obiettivi;
2. La necessità di tener conto della pluralità di soggetti e di strumenti relativi alle
politiche industriali, anche se finora scarsamente o malamente utilizzati.
La legge del 2003 non è mai stata del tutto applicata ma le analisi effettuate su questa e
sulle altre normative regionali hanno orientato la Regione Puglia a cambiare la norma.
Fra le osservazioni:
• Dati e criteri adottati per la selezione delle aree distrettuali vetusti e non
rispondenti alla realtà;
• Scarso livello di partecipazione delle singole imprese all’attività dei distretti
dovuto in parte all’incapacità dei Comitati di Gestione di interpretare i complessi
bisogni delle imprese;
• Minima diversificazione delle specializzazioni, considerate un bene per la stabilità
del sistema locale;
• Eccessivi criteri di identificazione di un distretto.
La Regione ha inoltre predisposto le linee guida per i piani di finanziamento europei
2007-2013, che tiene in gran considerazione il tema dei Distretti, dividendo le riflessioni
a seconda del comparto interessato:

Turismo
Occorre far crescere Distretti Turistici Territoriali e Tematici così da valorizzare le
variegate peculiarità di ciascun territorio, compreso il patrimonio culturale.
Serve inoltre:

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• una connessione tra i Distretti Turistici Territoriali e Tematici e l’ area vasta di
riferimento;
• rafforzare e promuovere “reti turistiche” materiali e immateriali tra operatori,
servizi e attività produttive tipiche nonché la cooperazione tra soggetti pubblici e
privati;
• promuovere il territorio regionale con le sue bellezze paesaggistiche, artistiche ed
architettoniche;
• sviluppare nuove attività capaci di innescare ricadute positive sul territorio regionale
sia in termini di servizi e di nuovi sbocchi occupazionali, sia in termini di
incentivazione e mobilitazione di flussi turistici, sia di impatto sulle attività
dell’indotto;
• operare sulla base di priorità d’intervento che consentano di: potenziare
l’integrazione tra i diversi livelli di governo;
• riqualificare e valorizzare la ricettività, in particolare sotto il profilo della
sostenibilità ambientale;
• completare le infrastrutture a servizio e sostegno dell’economia turistica;
• rafforzare i sistemi di commercializzazione e di promozione turistica sfruttando
canali innovativi e le nuove forme di intermediazioni;
• creare iniziative volte a potenziare specifici “tematismi” (turismo termale, balneare,
religioso, ecc.) che hanno una valenza strategica per l’economia regionale.

Risorse culturali
Valorizzare il patrimonio culturale al fine di incidere positivamente sull’attrattività
territoriale, rafforzare la coesione sociale ed elevare la qualità di vita della comunità
regionale.
Vi è poi un patrimonio storico-culturale in grado di elevare l’attrattività del territorio,
(anche a fini turistici) e di innescare ed alimentare processi di sviluppo basati sulla
piena valorizzazione delle ricchezze locali e sul miglioramento della qualità della vita
delle popolazioni che vi risiedono.
Rafforzare ed ampliare i processi di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale
mediante il coinvolgimento di tutte le risorse disponibili (umane, materiali e
immateriali), completare e potenziare i sistemi a rete e i circuiti territoriali utilizzando
modelli di gestione e valorizzazione unitaria ed integrata del patrimonio culturale al fine
di conseguire maggiore qualità nei servizi, efficienza nella spesa, adeguate economie di
scala e capacità di attrazione della domanda.

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Tale strategia verrà rafforzata attraverso interventi volti a coniugare la promozione e la
creatività culturale con la qualificazione e diversificazione dell’offerta, al fine di favorire
le eccellenze e valorizzare il contributo del settore della cultura e dello spettacolo alla
crescita economica e all’occupazione.

Risorse ambientali
Rafforzamento delle strutture organizzative e dei sistemi di progettazione, gestione e
monitoraggio, nonché la promozione e lo sviluppo della connettività ecologica diffusa
sul territorio regionale.
Fra le azioni che la Regione intende supportare abbiamo:
promuovere l’economia territoriale, attraverso azioni di marketing territoriale
specifiche per il turismo;
favorire la qualificazione, la diversificazione e la promozione dell’offerta
turistica integrata dei sistemi territoriali;
tutelare, valorizzare e promuovere i beni e le attività culturali al fine di
aumentare l’attrattività territoriale;
promuovere lo sviluppo della connettività ecologica diffusa sul territorio regionale.

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CARATTERISTICHE DI UN MODERNO
DISTRETTO PRODUTTIVO LOCALE

Oggi il distretto può essere definito come un ambiente insediativo locale nel quale il
patto sociale per lo sviluppo è fondato sulla valorizzazione del patrimonio dei beni
ambientali, agricoli, culturali e turistici presenti, che tende a sviluppare un modello di
sviluppo locale autosostenibile e la valorizzazione della patrimonio territoriale, sia
materiale che immateriale.
I distretti produttivi in tale accezione sono individuati come coalizioni attive per lo
sviluppo locale. Tale alleanza può essere formata da imprese, associazioni di categoria,
enti locali, autonomie funzionali, centri di servizio, d’innovazione e di formazione.
I nuovi Distretti dovrebbero nascere superando l’idea di aggregazione territoriale fatta da
Comuni e preferendo une definizione basata su un sistema di relazioni tra i soggetti
protagonisti dello sviluppo di un determinato territorio.
I soggetti interni a un Distretto devono essere :
• le imprese
• i consumatori e le loro associazioni
• i risparmiatori-finanziatori delle imprese e le loro associazioni o imprese
• i lavoratori dell'economia solidale
• le istituzioni (in particolare gli Enti locali)
• le associazioni di categoria
• l’università
• i centri di ricerca
• Tutte le realtà capaci di sviluppare una progettualità strategica in rete da cui
possano trarre beneficio le comunità locali.
I Distretti Produttivi saranno dei soggetti autonomi che avranno il compito, come
richiesto dalla Regione, di rafforzare la competitività dei sistemi territoriali cui si
rivolgono, attraverso interventi per la ricerca e l’innovazione, per la formazione
professionale e manageriale, per l’alta formazione.(…)
I Distretti Produttivi possono assumere la configurazione di reti di imprese, legate per
tipo di specializzazione orizzontale (comparti produttivi) e/o verticale (filiere produttive)
per attività collegate ed integrate..
Obiettivo dei distretti è razionalizzare e concentrare la spesa, attraverso la realizzazione
di progetti di filiera e di rete rivolti alla creazione di beni collettivi nel campo della
logistica, dell’innovazione, della formazione e dell’internazionalizzazione.

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#%"
Il Distretto Produttivo è uno strumento messo a disposizione delle imprese, con
l’obiettivo di stimolare una progettualità strategica rivolta alla creazione di beni
collettivi, soprattutto di natura immateriale.

MOTIVAZIONI

Il distretto intende far interagire i settori del turismo, dell’agricoltura, dell’ambiente e


della cultura.

Negli ambiti territoriali del Distretto vi è una presenza significativa di imprese agricole,
culturali, turistiche, artigianali e ambientali, alcune delle quali hanno già compiuto dei
percorsi di interazione fra loro sviluppando un modello che una volta ottimizzato può
essere sicuramente replicato . Vi è inoltre una presenza di attori istituzionali e sociali
aventi competenze ed operanti nell’attività di sostegno all’economia locale.

Analisi di partenza
La zona delimitata dal Distretto presenta una forte presenza di conoscenze legate al
mondo rurale, conoscenze che non rappresentano elementi di folklore ma sono vive,
attuali, presenti.
La tradizione è ancora tramandata, i saperi ancora si diffondono. Questo prezioso
patrimonio si scontra con una modernizzazione che rischia di travolgere ritmi e saperi
che formano oggi la tradizione e il collante delle comunità locali.
L’implementazione del turismo ha creato le premesse per la nascita di molte piccole
strutture ricettive familiari cui non sono seguiti particolari migliorie nei servizi base, o
peggio un proliferare di attività spesso improvvisate, che invece di creare cultura del
territorio evidenziano gli aspetti più folklorici allontanandosi sempre più dalla tradizione
reale, quella vissuta ancora oggi con gran dignità dagli abitanti di queste zone.
Il fenomeno della concentrazione dei turisti solo nel mese di agosto e la sproporzione fra
richieste di soggiorni al mare rispetto alle altre bellezze del territorio.
Nonostante che sul territorio sono presenti alcuni grandi attrattori turistici come
l’ambiente, i beni culturali, i saperi delle comunità locali ed un’enorme ricchezza
enogastronomica.

Queste Comunità negli ultimi anni hanno capito l’importanza del valorizzare il proprio
patrimonio ambientale, rurale, eno-gastronomico, culturale. Tali interventi, di tipo

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prevalentemente localistico, necessitano ora di un lavoro di interazione, come già sta
accadendo fra alcune ditte del comparto agricolo.
Il Distretto intende facilitare la via per l’attivazione di programmi che permettano un
reale sviluppo sostenibile del territorio, superando la logica delle azioni volte
esclusivamente alla tutela.
Sono necessari interventi mirati alla valorizzazione del territorio in modo eco-sostenibile
e il più possibile solidale, basati sull’integrazione fra tutti gli attori presenti sul territorio.
Il recupero non può e non deve rappresentare più il fine dell'intervento ma deve essere
collaterale alla realizzazione di un sistema di erogazione di diversi servizi per poter
rispondere alla crescente domanda di consumi culturali e ricreativi.
Per essere efficace, il Distretto deve utilizzare l'intero patrimonio disponibile, occorrono
le infrastrutture di trasporto e di comunicazione necessarie per l'accesso alle strutture,
quelle da destinare alla produzione e vendita dei servizi. Si dovranno, inoltre, valorizzare
i beni ambientali, le manifestazioni e i prodotti del territorio.

SETTORI E SOTTOSETTORI

Settori di Competenza del Distretto:

• Agricoltura;
• Zootecnia;
• Ambiente;
• Turismo;
• Beni Culturali;
• Cultura;
• Artigianato;
• Risparmio energetico.

Sottosettori di Competenza o Azioni collegate ai Settori di Competenza:

- Valorizzazione delle risorse umane nelle imprese e nelle PA;

- Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la


competitività del sistema produttivo del distretto;

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- Programmazione ed attuazione di interventi per un uso sostenibile ed efficiente delle
risorse ambientali quali fattori di sviluppo primari del distretto;

- Promozione di azione strategiche, nella pianificazione del Piano di Sviluppo del


Distretto per garantire l’inclusione sociale;

- Promozione ed organizzazione di servizi per la qualità della vita e l’attrattività


territoriale;

- Potenziare il sistema delle organizzazioni dell’Economia civile;

- Tutelare e valorizzare le risorse naturali e culturali per potenziare l’attrattività e lo


sviluppo del distretto;

- Sviluppare una rete di trasporto per la mobilità distrettuale sostenibile ed accessibile;

- Sostenere processi di innovazione e di riconversione dei sistemi e dei settori


produttivi tradizionale e del terziario attraverso, anche azioni di attrazione di
competenze ad alto contenuto tecnologico e di conoscenza nonché di investimenti
esterni;

- Ogni azione tesa a sostenere ed ottimizzare lo start – up di impresa;

- Progettazione per la realizzazione di beni collettivi alle imprese del distretto


nell’ambito della logistica, dell’innovazione, della formazione e
dell’internazionalizzazione;

- Tutela e valorizzazione dei borghi rurali dei centri e degli insediamenti storici;

- Promozione e programmazione degli interventi di ammodernamento e di innovazione


delle PA;
- Espletare ogni azione tesa a garantire l’accesso delle capacità dei cittadini ai processi
consultivi e decisionali pubblici con lo scopo di rafforzare la coesione sociale,
economica e territoriale (e-democracy).

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OBIETTIVI

Di carattere generale:

Il Distretto rappresenta i presupposti per una formula diversa di interazione tra i soggetti
che partecipano alla costituzione del distretto, una diversa scala di valori di aggregazione
tesi a condizionare sia le procedure di scelta progettuale che i singoli progetti di categoria
e quindi l’intero piano di sviluppo del distretto.

1. Favorire uno sviluppo locale autosostenibile


Costruire un sistema di relazioni interne al Distretto ridefinendo il rapporto fra abitanti,
fra produttori e fra abitanti, produttori e territorio al fine di determinare equilibri durevoli
fra gli insediamenti umani, l’ambiente, le risorse locali connesse con i settori della
cultura, dell’ambiente, del turismo e dell’agricoltura.

2. Programmare lo sviluppo sostenibile del territorio


Sensibilizzare le comunità coinvolte riguardo all’importanza del patrimonio territoriale
locale, da intendere come insieme di ricchezze da accrescere e valorizzare e non come
risorse da sfruttare a fini di profitto, una strategia che si mostrerà conveniente anche sotto
il profilo economico, a patto di allontanarsi dai classici parametri del Pil tenendo nel
giusto conto gli aspetti sociali ed ambientali di un territorio.

3. Promuovere l’impresa solidale


Costruire in ambito locale le condizioni affinché le comunità che si riconoscono nel
sistema territoriale e nel Distretto, diventino di fatto “impresa solidale”, individuando
strumenti e modelli economici locali che siano capaci di promuovere l’occupazione e di
fronteggiare eventuali periodi di crisi.

4. Potenziare l’imprenditorialità diffusa


Favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità diffusa come base del riconoscimento del
valore economico del patrimonio culturale, i cui effetti principali saranno l’emergere di
filiere di un turismo eco-sostenibile e solidale, lo sviluppo delle competenze utilizzate
nell’insieme dei settori dell’economia e lo sviluppo delle capacità di creazione ed
innovazione delle imprese.

5. Valorizzare la dimensione locale

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Favorire la chiusura dei cicli e la filiera corta, sia all’interno delle comunità afferenti al
Distretto sia nella proposta rivolta ai visitatori esterni.

6. Lavorare in rete
Operare in una logica di sistema, facendo interagire produzioni locali, ambiente, beni
culturali e archeologici, infrastrutture e servizi turistici. Le singole risorse non hanno da
sole la capacità di produrre la “massa critica” di utenti indispensabile nella realizzazione
di una economia di distretto.

7. Sviluppare e valorizzare i “saperi”


Utilizzare le eccellenze nel campo della conoscenza, valorizzare le tecniche, le culture
produttive e i saperi ambientali attraverso i quali è stato costruito il patrimonio culturale
territoriale (nella conservazione dei beni, nella salvaguardia ambientale, nell’artigianato,
nelle tecniche costruttive,…). I saperi contribuiscono ad arricchire (valore aggiunto) il
capitale (patrimonio culturale territoriale riconosciuto quale risorsa economica) se
integrati con le politiche di valorizzazione e gestione del patrimonio culturale.

8. Sostenere l’identità sociale del territorio


Potenziare le ricchezze culturali del territorio con l’obiettivo di sprigionare il potenziale
che risiede nelle culture differenti affinché vi sia coerenza nel modello di sviluppo locale
(la ricchezza delle diversità nella collettività), dando loro la possibilità di esprimersi nella
varie forme organizzative (eventi, festival, mostre…)

9. Realizzare un’offerta di qualità ambientale e sociale su tutto il territorio


La qualità ambientale è un bene indivisibile che richiede, per essere prodotta, il concorso
di risorse diverse di cui solo attori diversi possono essere i portatori (Amministrazioni
pubbliche, imprenditori, rappresentanze sociali, agenzie di comunicazione, istituzioni
formative e culturali…).
Qualificare l’ambiente attraverso la valorizzazione delle risorse identitarie (le peculiarità
storico-culturali), e promuovere “stili di vita” e “immagini” del territorio, significa
concorrere per identificare il sistema locale nelle relazioni globali.

10. Promuovere una specializzazione dell’offerta del distretto

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Operare in una logica di competitività per fronteggiare la concorrenza e per concorrere ad
arricchire le dinamiche del mercato, in modo tale che si riesca a determinare la domanda
piuttosto che adeguare l’offerta.

STRUMENTI DEL DISTRETTO

Il Distretto si munisce di alcuni strumenti e programma alcuni interventi di interesse


comune, l’organizzazione e la gestione di questi strumenti avvengono attraverso
l’individuazione e la formazione di risorse umane presenti nell’ambito del distretto ed
indicate dai diversi attori del piano di sviluppo;

1. Creazione di uno sportello di assistenza autonomo;


2. Realizzazione di un sistema di servizi eco-sostenibili per l’accoglienza;
3. Realizzazione di un piano operativo integrato dei servizi di accessibilità;
4. Creazione e sistemazione di itinerari e di segnaletica turistica;
5. Formazione continua e scambio di saperi;
6. Portale specifico per prodotti ed itinerari turistici;
7. Osservatorio del Distretto;
8. Creazione di strumenti atti a implementare la filiera corta.

1. Sportello

• Offrire assistenza e consulenza per la realizzazione di ogni procedura di


partecipazione a bandi, ad attività di promozione, ad attività di aggiornamento svolte
in rete ed inerenti ad ogni campo di funzione del Distretto;
• Segnalazione di progetti e/o eventi dove è ricercata manodopera più o meno
specializzata;
• Segnalazione delle possibilità formative interne al Distretto;
• Punto informativo sulle opportunità di finanziamento esistenti per le diverse attività
della filiera produttiva del settore ambientale, culturale, turistico e rurale;
• Assistenza tecnica ed operativa, per l’avviamento di progetti che possano prevedere
anche partnership fra pubblico e privato;
• predisposizione di un repertorio specializzato che consenta un aggiornamento
costante delle ditte e/o degli operatori che lavorano sul territorio.
2. Realizzazione di un sistema di servizi eco-sostenibili per l’accoglienza

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Favorire logiche e pratiche collaborative fra gli operatori sui temi dell’eco-
sostenibilità;
Formare ed aggiornare gli operatori sugli standard qualitativi e quantitativi tali da
attrarre flussi di viaggiatori interessati al turismo eco-sostenibile;
Attivare e favorire accordi commerciali fra gli operatori del Distretto e fornitori di
servizi eco-sostenibili.

3. Realizzazione di un piano operativo integrato dei servizi di accessibilità


Creazione di trasporti intergrati all’interno del Distretto e di tutti i servizi dedicati al
tempo libero, con particolare attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale;
Interazione con i mezzi di trasporto delle direttive principali.

4. Creazione e sistemazione di itinerari e di segnaletica turistica


Censire ed attivare circuiti alternativi a quelli tradizionali, riattando o rendendo
fruibili i sentieri e le vie che collegano i paesi dell’entroterra con la fascia costiera.
Creare una segnaletica appropriata, mirata, qualificata e quantificata in termini
sufficienti da essere visibile da parte dei fruitori fin dal loro ingresso nell’area inclusa
nel Distretto.
Creare una mappa dei sentieri e dei servizi utili ai fruitori

5. Formazione continua e scambio di saperi


Rafforzare gli strumenti della formazione degli operatori sulle tematiche eco-solidali.
Favorire il passaggio dei saperi dalle vecchie alle nuove generazioni.

6. Creazione di un portale telematico


Un portale con funzioni informative, rivolto alle comunità locali ed ai visitatori, su
tutte le attività economiche, culturali, amministrative che animano il distretto. Una
bussola per orientarsi in un sistema dove il collegamento in rete è punto nevralgico e
di forza. In esso dovranno trovare riferimento tanto le associazioni, i gruppi sociali,
quanto la gente comune.

7. Osservatorio del Distretto


Creazione di un osservatorio in grado di monitorare costantemente e coerentemente
nel tempo l’evolversi dei fattori fondamentali del Distretto:
- Evoluzione delle comunità e dell’economia locale

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- Interazione fra gli attori
- Formazione continua
- Eco-sostenibilità del progetto
- Verifica dei livelli di attrazione

8. Creazione di strumenti atti a implementare la filiera corta


Creazione di contenitori nei quali fruitori del Distretto e le Comunità locali possano
consumare e/o acquistare i prodotti locali.

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ORGANISMO E FUNZIONI

Composizione e funzioni:

1. Il Distretto Turistico del “Salento Orientale” è caratterizzato dalla compresenza:


a) di una significativa concentrazione di imprese fra loro integrate in un sistema
produttivo rilevante, caratterizzato, anche, dalla compresenza di imprese leader;
b) di un insieme di attori istituzionali e sociali aventi competenze ed operanti
nell’attività di sostegno all’economia locale.

2. Il Distretto Turistico del Salento Orientale” è espressione della capacità del sistema di
imprese e delle istituzioni locali di sviluppare una progettualità strategica comune che
si esprime in un Programma per lo sviluppo del Distretto, in conformità agli
strumenti legislativi e programmatori comunitari, nazionali e regionali vigenti.

3. Il Distretto Turistico del “Salento Orientale” ha una configurazione verticale (filiere


produttive) per attività collegate ed integrate, appartenenti ad uno o più ambiti
territoriali anche non confinanti tra loro, con il coinvolgimento delle istituzioni
operanti nei suddetti ambiti;

4. Il Distretto Turistico del “Salento Orientale” può interessare territori di più regioni,
anche al di fuori del territorio nazionale secondo le modalità ed i criteri previsti dagli
accordi stipulati tra la Regione Puglia e la Regione e/o Paese che include gli altri
territori.

I soggetti:
1. I soggetti che promuovono il riconoscimento di un Distretto Turistico del “Salento
Orientale” sono:
a) Imprese del territorio;
b) Imprese operanti nel territorio regionale;
c) Associazioni di categoria e sindacali di rilevanza regionale e rappresentate in seno
al CNEL.

Possono partecipare:

d) Enti e associazioni pubbliche;


e) Aziende speciali;

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f) Camere di Commercio;
g) Società a partecipazione pubblica;
h) Associazioni private;
i) Fondazioni;
j) Consorzi e associazioni non formalizzate;
k) Università;
l) Istituzioni pubbliche e private riconosciute e attive nel campo dell’istruzione e
della formazione professionale e della promozione, dell’innovazione e della
ricerca finalizzate allo sviluppo del sistema produttivo.

Nucleo promotore del Distretto Turistico

1. I soggetti che promuovono il riconoscimento del Distretto Turistico del “Salento


Orientale” costituiscono il Nucleo Promotore che mediante la sottoscrizione di un
Protocollo d’Intesa presenta istanza di riconoscimento del Distretto alla Regione
Puglia;

2. Il Protocollo di Intesa previsto dal punto precedente individua le motivazioni alla


base dell’avvio del Distretto, i principali obiettivi e le caratteristiche dei progetti più
significativi, che si intendono avviare al fine di valorizzare il sistema produttivo
locale, espressioni progettuale delle categorie presenti e rappresentate all’interno del
Distretto Produttivo del “Salento Orientale”;

3. Il Protocollo d’Intesa prevede la esatta composizione del Comitato di Distretto e


garantisce la rappresentanza delle imprese, degli Enti Locali e delle Parti Sociali.

Comitato di Distretto Turistico

1. Il Nucleo Promotore del Distretto Turistico, dopo l’avvenuto riconoscimento, avvia la


costituzione del Comitato di Distretto, formato dai rappresentati degli imprenditori,
delle istituzioni locali e delle parti sociali, nel rispetto di quanto indicato nel
Protocollo d’Intesa. Il Nucleo Promotore cessa le sue funzioni al momento della
nomina del Comitato di Distretto;

2. Il Comitato di Distretto svolge i seguenti compiti:

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a) redige e coordina l’adozione del programma di sviluppo del distretto produttivo e ne
promuove l’attuazione;
b) promuove l’utilizzo degli strumenti e delle risorse delle politiche industriali
comunitarie, nazionali e regionali;
c) esprime proposte e pareri alla Giunta Regionale in materia di politica industriale
regionale;
d) organizza ed effettua le procedure di monitoraggio delle diverse fasi di realizzazione
del programma di sviluppo del Distretto;
e) convoca ogni sei mesi, ovvero ogni qualvolta lo ritenga necessario, i rappresentanti
delle imprese e delle istituzioni che sottoscrivono il Programma di Sviluppo del
Distretto;

3. Il Comitato di Distretto si intende definitivamente formato nel momento in cui tutti i


rappresentanti previsti dal Protocollo d’Intesa sono stati formalmente nominati. La
mancata nomina dei propri rappresentanti in seno al Comitato, decorso il termine di
30 giorni dalla formale richiesta da parte del Nucleo Promotore, costituisce rinuncia
alla designazione;

4. Il Comitato di Distretto si riunisce la prima volta su convocazione del Nucleo


Promotore. In tale riunione elegge il Presidente ai sensi dell’articolo 6. Dopo tale
elezione, il Comitato viene convocato dal Presidente ed è regolarmente costituito con
la presenza di almeno la metà dei componenti in carica e delibera a maggioranza
assoluta degli intervenuti;

5. I componenti del Comitato di Distretto possono essere rieletti una sola volta;

6. Il Comitato di Distretto, al fine di una migliore funzionalità, promulgherà un apposito


regolamento interno che sarà presentato alla Giunta Regionale contestualmente al
Programma di sviluppo del Distretto;

7. Il Presidente, 90 giorni prima della scadenza del Comitato di Distretto, promuove il


rinnovo del Comitato;

8. Al Presidente e ai componenti il Comitato di Distretto per l’espletamento delle


funzioni, non spetta alcun compenso.

Presidente del Distretto Turistico

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1. Il Comitato di Distretto elegge il proprio Presidente a maggioranza assoluta dei
componenti;

2. Il Comitato deve eleggere il Presidente entro la terza riunione e comunque entro 20


giorni dalla prima convocazione. Fino alla elezione del Presidente, la convocazione
del Comitato è fatta dal componente più anziano dello stesso Comitato. In mancanza
di elezione del Presidente nel termine previsto, il riconoscimento del Distretto
Produttivo di cui all’art. 4, comma 6 si intende decaduto;

3. Il Presidente nomina un segretario del Comitato di Distretto, il quale può essere


scelto anche al di fuori dalle persone designate tra i componenti del Comitato di
Distretto;

4. Al Presidente compete:
a) la rappresentanza del Distretto;
b) la convocazione del Comitato;
c) la vigilanza sullo stato di attuazione del Programma di sviluppo;
d) la redazione della relazione annuale sullo stato di attuazione del Programma di
sviluppo.

Programma di sviluppo del Distretto Turistico del “Salento Orientale”

1. Il Programma di sviluppo, redatto in modo e forma libera, ha durata triennale, può


essere aggiornato periodicamente dal Comitato di Distretto e prevede:
a) la descrizione dei punti di eccellenza e degli eventuali punti di criticità del
Distretto;
b) gli obiettivi generali e specifici di sviluppo;
c) le azioni ed i connessi progetti da realizzare da parte dei soggetti sottoscrittori;
d) i piani finanziari e temporali di spesa relativi alle azioni ed ai progetti da
realizzare;
e) l’entità ed il tipo di risorse pubbliche e private necessarie per la realizzazione di
azioni e progetti;

2. I progetti previsti all’interno del Programma di sviluppo riguardano interventi di


sistema alla realizzazione dei quali si candidano gruppi di soggetti sottoscrittori. Sono
esclusi interventi che riguardano singole imprese;

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3. Al Programma dovrà essere allegato un elenco dettagliato dei sottoscrittori e dei
cofinanziatori con la chiara evidenziazione, per ciascuno di essi, di:
• Ragione sociale e sede, sia legale che operativa;
• Breve descrizione dell’attività svolta;
• Solo per le imprese sottoscrittrici: numero degli addetti, comprensivo, oltre al
titolare, di soli dipendenti a libro matricola e altri rapporti assimilati al lavoro
dipendente;

4. Il programma dovrà essere sottoscritto con firma autografa:


• dal Presidente del Distretto
• dai legali rappresentanti delle imprese;
• dai legali rappresentanti, o aventi titolo, degli altri soggetti che concorrono alla
formazione dei Distretti Produttivi.

Per l’approvazione e la verifica del Programma di sviluppo del Distretto

1. Il Programma di sviluppo del Distretto dovrà essere presentato dal Presidente del
Distretto contestualmente:
• Alla Presidenza della Regione Puglia;
• all’Assessorato regionale per lo sviluppo economico;
• alle Province nel cui ambito territoriale opera almeno un terzo delle aziende che
hanno sottoscritto il Programma di sviluppo;

Risorse per la gestione e l’attuazione dei Programmi di Sviluppo

1. La Regione concorre alla realizzazione dei Programmi di sviluppo dei Distretti


Tursitici attraverso le azioni e le misure previste dalla legislazione regionale vigente;

2. Per l’individuazione delle modalità e delle forme di finanziamento degli interventi


previsti nel Programma di sviluppo si definiranno specifici accordi di Programma con
la Regione Puglia ai sensi della normativa vigente;

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3. I contributi regionali per l’attuazione del Programma di Sviluppo sono erogati a
favore dei soggetti pubblici, privati o di natura mista responsabili dell’attuazione
delle iniziative inserite nel Programma.

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