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Provincia di Lecce
Il modello adottato per il Distretto del “Salento Orientale”, come già ampiamente
sottolineato all’interno del documento “Protocollo d’Intesa del Nucleo Promotore” e al
quale è allegata la presente “INTEGRAZIONE”, nasce dalla premessa che: il Distretto è una
filiera produttiva per attività collegate ed integrate con il coinvolgimento delle istituzioni
operanti nei suddetti ambiti e, pertanto, espressione della capacità del sistema di
imprese e delle istituzioni locali di sviluppare una progettualità strategica comune, che
si espliciterà in un Programma per lo sviluppo del Distretto, in conformità agli strumenti
legislativi e programmatici regionali, e che assumerà la configurazione di reti di
imprese, legate per tipo di specializzazione (filiere produttive,) per attività collegate ed
integrate appartenenti ad uno o più ambiti territoriali anche non confinanti tra loro, ed
ancora sinergicamente collegate attraverso nuove forme di integrazione orizzontale (più
filiere), tra loro diverse e apparentemente lontane, ma caratterizzate da forti e spesso
poco visibili complementarità nelle loro strategie di produzione di innovazione.
Il Sistema Produttivo Distrettuale del “Salento Orientale” nel corso del tempo si è
notevolmente ampliato, nella presente “INTEGRAZIONE” si riporta, pertanto, una esaustiva
presentazione dell’ampliamento territoriale a supporto della consistenza e dello sviluppo
territoriale dell’Area Distrettuale.
Come più volte sottolineato all’interno del documento originario, il Salento è una “lingua
di terra”, corrispondente al territorio che si estende dalla provincia di Lecce e a parte di
quello delle province di Taranto e Brindisi, fino alla cosiddetta “soglia Messapica” (vale
a dire le ultime propaggini delle Murge baresi) verso Sud-Est fino al Capo di S.M. di
Leuca, tra il Golfo di Taranto (Mar Ionio) e il Canale d’Otranto (Mar Adriatico).
L’ambito interessato per la definizione degli obiettivi strategici in tema di
riqualificazione ambientale a fini turistici, produttivi e occupazionali, è costituito dai
territori ricadenti nell’area più volte qui definita come “Distrettuale”.
In questa parte di Salento, il turista viene abbagliato dalla luce del sole e dal profondo
azzurro del cielo, nota stralci di macchia mediterranea e il silenzio è rotto
dall’assordante, stridulo frinire delle cicale, o dal belato di greggi. Volano le gazze tra i
rami di ulivi e pampini verdastri di viti, alberi di fichi e fico d’india, piante di meloni si
stendono senza limiti per la terra rossa, irrorata dal sudore della gente e dal duro lavoro
Integrazione al Protocollo d’Intesa del Nucleo Promotore Distretto “Salento Orientale”
%"
di generazioni di contadini. Procedendo da Nord verso Sud si incontrano i comuni di:
Carpignano Salentino, Maglie, Palmariggi, Nardò, Gallipoli, Taviano, Racale, Alliste,
Ugento, Presicce, Tricase.
Spostandoci sulla costa raggiungiamo la perla dello Ionio, Gallipoli (città bella). Antica
città di pescatori e marinai, roccaforte contro i Turchi, luogo dal fascino orientale grazie
alle splendide spiagge, ai monumenti storici che la circondano, ai profumi della
tradizionale cucina e ai vicoli del suo borgo. La cittadina è resa ancor più caratteristica
dalla divisione in due parti, la città vecchia e il borgo nuovo. Il centro storico sorge su di
un’isola calcarea collegata alla terra ferma da un ponte in muratura ed è ricco di antiche
costruzioni e affreschi. Per fronteggiare gli attacchi nemici, nel 1500 vennero erette le
mura di cinta che furono poi ridimensionate in altezza alla fine del 1800 fino all’attuale
strada panoramica che circonda l’intero isolotto consentendo di godere del fantastico
panorama. Verso Nord si ammira una parte della costa neretina, mentre a Sud è visibile
la baia di Punta Pizzo. Ad Ovest nei pressi della costa, si incontra lo Scoglio dei Piccioni,
l’Isolotto del Campo ed in giornate particolarmente limpide si scorgono i profili dei
monti della Sila. A Sud Ovest appare chiara l’isola di Sant’Andrea con il faro. Subito
dopo aver attraversato il ponte ci si trova la fontana greco-romana e da qui ci si dirige al
borgo nuovo della città. La città di Gallipoli basa la sua economia (oltre che
sull'agricoltura e la pesca) sul turismo che si moltiplica nei mesi caldi e costituisce la
maggiore risorsa del territorio. L'attività portuale, un tempo molto fiorente, è oggi un
pochino in decadenza. Tantissime le strutture ricettive e le strutture balneari a
disposizione dei visitatori. Le bellezze del luogo hanno da sempre spinto gli abitanti di
Gallipoli a valorizzare il turismo come fonte di orgoglio e guadagno.
Tantissime le attività commerciali presenti sul territorio. Agli occhi del turista non
mancheranno sicuramente negozi e botteghe in cui acquistare souvenir e fare shopping.
A Taviano la presenza di insediamenti umani appare già nel periodo Neolitico, tanto è
vero che nel territorio sono ancora evidenti resti megalitici, quali specchie e menhir. Il
paese ha avuto origini romane, anche se c'è chi afferma che siano cartaginesi. Durante i
Integrazione al Protocollo d’Intesa del Nucleo Promotore Distretto “Salento Orientale”
&"
conflitti tra Longobardi e Bizantini, che avevano preso il posto dei Romani, giunsero nel
Salento i primi monaci Basiliani per mezzo dei quali si diffuse il rito greco. Taviano basa
la sua economia sull'agricoltura, la piccola industria e l'artigianato, ma è soprattutto nel
campo della floricoltura che i tavianesi sono diventati maestri, riconosciuti in tutta
Europa, nell'arte dell'innesto.
Alcuni studiosi ritengono che i primi insediamenti nella zona di Melissano siano da far
risalire all'alto Medioevo (900 d.C.) quando la gente di Ugento, Felline e Casarano, per
sfuggire alle incursioni saracene, si rifugiarono nell'entroterra, mettendo a coltura la
fertile terra circostante.
Racale, centro agricolo del Salento meridionale, è situato lungo la statale Gallipoli-Leuca
che forma la strada principale ed assiale dell'abitato, al centro della Valle di Taviano e
alle falde del dosso calcareo detto li Specchi (104 m.), che lo divide dal litorale ionico.
Di origine romana, il piccolo borgo inizia a raggiungere una propria fisionomia in epoca
normanna. La maggior parte della popolazione di Racale è dedita all'agricoltura, in
particolare alla produzione di vino e ortaggi. Negli ultimi anni, inoltre, si è sviluppata
molto l'attività florovivaistica e turistica per mezzo, quest'ultima della vicinanza della
località balneare di Torre Suda.
Degno di nota, proseguendo verso il Capo di Leuca è il centro di Alliste, sorto su un’area
di formazione pliocenica caratterizzata da sabbioni tufacei, calcari compatti e strade
argillose. Da un punto di vista storico culturale a Felline, frazione di Alliste, spicca il
castello eretto nel XII secolo dai Bonsecolo.
Sempre nell’area individuata spostandoci verso sud vi è l’antico centro messapico di
Ugento. Qui da una posizione preminente domina un antico castello, il cui nucleo
originario (1200), presenta una pianta trapezoidale irregolare con torrioni angolari, due
dei quali sono andati distrutti. Ampiamente rimaneggiato nel ‘700 l’edificio sembra avere
origini molto remote, precedente forse al X secolo.
Un’altra ridente cittadina del Salento Occidentale è Presicce che con la vicina Acquarica
del Capo costituisce un importante sistema difensivo del territorio all’epoca della
dominazione Normanna. Punto di passaggio obbligato tra Lecce e Leuca, la città dovette
assolvere compiti difensivi molto importanti affidati ora al castello, ora a torri di vedetta
che ne controllavano il territorio circostante (come la torre di Celsorizzo, un casale
medievale ubicato al centro di una depressione naturale lungo la via che collega Presicce
ad Acquarica.
Si è di fronte ad un potenziale distretto naturale, in cui enogastronomia e circuito storico-
culturale e archeologico danno vita ad un interessante connubio di terra e sapori
nonostante le tante energie locali profuse dall'attivismo civico non siano ancora state
coordinate in maniera pro-attiva e proficua.
Da tale crescente nuova domanda turistica nasce la necessità di una proposta d’interessi
tesa a semplificare questa nuova tendenza con la valorizzazione delle emergenze diffuse
nell’area e l’individuazione di percorsi per la lettura delle stesse integrati da una più
ampia offerta di prodotti.
! Quantitativo
! Innovativo
! Strategico
In particolare dalla tab.1, si rileva che il complesso delle strutture ricettive presenti
all’interno dell’”Area Distretto” sono pari a circa il 45,8% del totale delle strutture
ricettive presenti a Lecce e provincia e sono pari al 19,1% del totale delle strutture
ricettive della Puglia.
Area Distretto
Lecce e “Salento % base % base
Puglia provincia Orientale” regionale provinciale
affittacamere 165 49 20 12,1% 40,8%
alberghi 799 198 103 12,9% 52,0%
alloggi agrituristici 261 79 40 15,3% 50,6%
altri esercizi ricettivi 2 0 0 0,0% 0,0%
bed & breakfast 1327 805 333 25,1% 41,4%
campeggi 110 12 9 8,2% 75,0%
case e appartamenti 233 97 58 24,9% 59,8%
case per ferie 21 8 4 19,0% 50,0%
ostelli della gioventù 2 1 0 0,0% 0,0%
residenza tur. alberg. 63 23 15 23,8% 65,2%
villaggi turistici 101 13 6 5,9% 46,2%
Tot. 3084 1285 588 19,1% 45,8%
case e appartamenti
residenza turistico
alloggi agrituristici
villaggi turistici
case per ferie
affittacamere
alberghiera
campeggi
alberghi
Area Distretto
“Salento Orientale” Tot.
Alliste 0 2 0 0 22 0 0 0 0 0 0 24
Bagnolo del Salento 0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 2
Cannole 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 2
Carpignano Salentino 0 1 2 0 1 0 0 0 0 0 0 4
Castro 1 9 0 0 8 0 0 0 0 0 0 18
Copertino 0 1 0 0 11 0 0 0 0 0 0 12
Corigliano d'Otranto 0 1 2 0 5 0 1 0 0 0 0 9
Cursi 1 0 0 0 7 0 0 0 0 0 0 8
Diso 0 1 0 0 3 1 0 0 0 0 0 5
Gallipoli 2 17 1 0 50 2 17 0 0 1 0 90
Giuggianello 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 3
Giurdignano 1 1 0 0 2 0 1 0 0 1 0 6
Maglie 1 1 0 0 15 0 0 0 0 0 0 17
Minervino di Lecce 2 2 0 0 3 0 1 0 0 0 0 8
Muro Leccese 1 1 2 0 7 0 0 0 0 0 0 11
Nardò 0 6 4 0 98 1 2 1 0 1 0 113
Ortelle 1 0 3 0 7 0 0 0 0 0 0 11
Otranto 6 22 19 0 14 2 16 0 0 6 4 89
Palmariggi 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 3
Poggiardo 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 0 6
Presicce 0 2 0 0 3 0 0 0 0 0 0 5
Racale 0 1 0 0 1 0 1 0 0 0 0 3
Santa Cesarea Terme 1 6 1 0 3 0 6 1 0 3 2 23
Surano 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1
Taviano 0 3 0 0 11 0 4 0 0 0 0 18
Tricase 0 5 0 0 12 2 0 1 0 0 0 20
Ugento 2 18 4 0 22 1 9 0 0 3 0 59
Uggiano la Chiesa 1 2 2 0 12 0 0 1 0 0 0 18
Tot. 20 103 40 0 333 9 58 4 0 15 6 588
Area Distretto
Imprese di servizi Lecce e “Salento % base
turistici Puglia prov Orientale” provinciale
Altre Società* - 251 98 39%
Centri Congressi 50 30 12 40,0%
Sedi storiche 50 9 4 44,4%
Centri fieristici 2 0 0 0,0%
Tot. 102 290 114 39,3%
* Agenzie viaggi, stabilimenti balneari, centri sportivi, centri di intrattenimento. Fonte portale Assessorato Provincia di
Lecce
Imprese di servizi
turistici
Area
Distretto
Lecce e “Salento % base % base
Puglia provincia Orientale” regionale provinciale
Enti e Pubblica
Amministrazione
afferenti alla
sfera turistica 242 99 32 13,2% 32,3%
Enti e Pubblica
Amministrazione
Area Distretto afferenti alla
“Salento Orientale” sfera turistica
Alliste 2
Bagnolo del Salento 1
Cannole 2
Carpignano Salentino 1
Castro 1
Copertino 1
Corigliano d'Otranto 0
Cursi 1
Diso 1
Gallipoli 1
Giuggianello 0
Giurdignano 1
Maglie 1
Minervino di Lecce 1
Muro Leccese 1
Nardò 3
Ortelle 0
Otranto 2
Palmariggi 1
Poggiardo 2
Presicce 2
Racale 1
Santa Cesarea Terme 1
Surano 1
Taviano 1
Tricase 1
Ugento 1
Uggiano la Chiesa 1
Tot. 32
La percentuale dei ristoranti, pizzerie, pub ed osterie rilevati è pari al 10,8% del totale
delle unità presenti all’interno del territorio di Lecce e provincia (Tab. 7).
Area Distretto
Lecce e “Salento % base
Puglia provincia Orientale” provinciale)
Ristoranti, pizzerie,
pub e osterie 5293* 712 211 29,6%
Tab. 8 – Distribuzione nell’area Distretto “Salento Orientale” delle attività aggregate per
tipologia “Ristoranti, pizzerie, pub, osterie”
N. soggetti Distretto
Comuni interessati “Salento Orientale”
Alliste 1
Bagnolo del salento 1
Bari 1
Cannole 3
Carpignano salentino 3
Castro 18
Copertino 1
Corigliano d'Otranto 1
Cursi 3
Diso 1
Gallipoli 1
Giuggianello 15
Giurdignano 9
Lecce 11
Maglie 1
Melendugno 3
Minervino di lecce 12
Muro leccese 9
Nardò 1
Ortelle 18
Otranto 48
Palmariggi 13
Poggiardo 18
Presicce 1
Racale 15
Santa Cesarea Terme 1
Surano 0
Taviano 2
Tricase 3
Ugento 3
Uggiano la Chiesa 22
tot. 239
Per quanto concerne ad esempio l’attività “agricola” le imprese risultano essere 46 alcune
di queste svolgono anche attività zootecniche, per quanto concerne la “pubblica
amministrazione” sono 17. Le “associazioni” afferenti alla sfera turistica sono 26 più due
“associazioni sindacali”, i “servizi” sono afferenti oltre alla sfera prettamente turistica
anche a quella culturale, dei beni culturali e dell’ambiente.
N.
ATTIVITA' SOGGETTI
Agricola 46
Artigianale 10
Ricettiva 72
Ristorazione 13
Servizi 39
Commerciale 11
Edile turistica 1
Associazione 26
Associazioni sindacali 2
Fondazione 2
Pubblica amministrazione 17
Totale 239
"
Nel frattempo sono nate numerose esperienze distrettuali che non si rifacevano ai
parametri della normativa vigente, nate dalla voglia di lavorare in rete su determinate
questioni. Tali esperienze hanno creato le premesse per una diversificazione delle norme
e soprattutto degli ambiti, come avviene nel settore agroalimentare con i marchi di
origine protetta e nel settore turistico con i sistemi di offerta turistica locale (SLOT)
identificati, in base alla legge n. 135 del 29 marzo 2001 come “un contesto turistico
integrato o omogeneo che può uscire anche dagli ambiti regionali e comprendere
anche più regioni, che è caratterizzato da un’offerta turistica integrata con i beni
culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi prodotti tipici dell’agricoltura e
dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o
associate”.
Pochi mesi dopo un Decreto Legislativo (n. 228 del 18 maggio 2001) all'articolo 13
istituzionalizza i Distretti Rurali e Agroalimentari di qualità, definiti come sistemi
produttivi locali “caratterizzati da un'identità storica e territoriale omogenea derivante
dall'integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché dalla produzione di
beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali
e territoriali.
Vengono esplicitamente poste alla base dell’azione le tradizioni e le vocazioni del
territorio.
Ancora più recente è la nascita dei Distretti di Economia Solidale (nati dall’esperienza
della Rete di Economia Solidale), che si auto-configurano quali laboratori di
sperimentazione civica, economica e sociale. Tali Distretti, nati per rafforzare tutte le
realtà del Terzo settore che ritengono necessario lavorare in rete in territori circoscritti, si
basano su 3 principi:
• Valorizzazione della dimensione locale
• Sostenibilità sociale (economia di giustizia)
• Sostenibilità ecologica
La realizzazione pratica dei tre principi viene perseguita attraverso il metodo della
partecipazione attiva dei soggetti. La Rete nazionale dei Distretti (RES) sta mutuando
una serie di peculiarità già esistenti in Europa e che in Italia hanno visto l’esperienza
Turismo
Occorre far crescere Distretti Turistici Territoriali e Tematici così da valorizzare le
variegate peculiarità di ciascun territorio, compreso il patrimonio culturale.
Serve inoltre:
Risorse culturali
Valorizzare il patrimonio culturale al fine di incidere positivamente sull’attrattività
territoriale, rafforzare la coesione sociale ed elevare la qualità di vita della comunità
regionale.
Vi è poi un patrimonio storico-culturale in grado di elevare l’attrattività del territorio,
(anche a fini turistici) e di innescare ed alimentare processi di sviluppo basati sulla
piena valorizzazione delle ricchezze locali e sul miglioramento della qualità della vita
delle popolazioni che vi risiedono.
Rafforzare ed ampliare i processi di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale
mediante il coinvolgimento di tutte le risorse disponibili (umane, materiali e
immateriali), completare e potenziare i sistemi a rete e i circuiti territoriali utilizzando
modelli di gestione e valorizzazione unitaria ed integrata del patrimonio culturale al fine
di conseguire maggiore qualità nei servizi, efficienza nella spesa, adeguate economie di
scala e capacità di attrazione della domanda.
Risorse ambientali
Rafforzamento delle strutture organizzative e dei sistemi di progettazione, gestione e
monitoraggio, nonché la promozione e lo sviluppo della connettività ecologica diffusa
sul territorio regionale.
Fra le azioni che la Regione intende supportare abbiamo:
promuovere l’economia territoriale, attraverso azioni di marketing territoriale
specifiche per il turismo;
favorire la qualificazione, la diversificazione e la promozione dell’offerta
turistica integrata dei sistemi territoriali;
tutelare, valorizzare e promuovere i beni e le attività culturali al fine di
aumentare l’attrattività territoriale;
promuovere lo sviluppo della connettività ecologica diffusa sul territorio regionale.
Oggi il distretto può essere definito come un ambiente insediativo locale nel quale il
patto sociale per lo sviluppo è fondato sulla valorizzazione del patrimonio dei beni
ambientali, agricoli, culturali e turistici presenti, che tende a sviluppare un modello di
sviluppo locale autosostenibile e la valorizzazione della patrimonio territoriale, sia
materiale che immateriale.
I distretti produttivi in tale accezione sono individuati come coalizioni attive per lo
sviluppo locale. Tale alleanza può essere formata da imprese, associazioni di categoria,
enti locali, autonomie funzionali, centri di servizio, d’innovazione e di formazione.
I nuovi Distretti dovrebbero nascere superando l’idea di aggregazione territoriale fatta da
Comuni e preferendo une definizione basata su un sistema di relazioni tra i soggetti
protagonisti dello sviluppo di un determinato territorio.
I soggetti interni a un Distretto devono essere :
• le imprese
• i consumatori e le loro associazioni
• i risparmiatori-finanziatori delle imprese e le loro associazioni o imprese
• i lavoratori dell'economia solidale
• le istituzioni (in particolare gli Enti locali)
• le associazioni di categoria
• l’università
• i centri di ricerca
• Tutte le realtà capaci di sviluppare una progettualità strategica in rete da cui
possano trarre beneficio le comunità locali.
I Distretti Produttivi saranno dei soggetti autonomi che avranno il compito, come
richiesto dalla Regione, di rafforzare la competitività dei sistemi territoriali cui si
rivolgono, attraverso interventi per la ricerca e l’innovazione, per la formazione
professionale e manageriale, per l’alta formazione.(…)
I Distretti Produttivi possono assumere la configurazione di reti di imprese, legate per
tipo di specializzazione orizzontale (comparti produttivi) e/o verticale (filiere produttive)
per attività collegate ed integrate..
Obiettivo dei distretti è razionalizzare e concentrare la spesa, attraverso la realizzazione
di progetti di filiera e di rete rivolti alla creazione di beni collettivi nel campo della
logistica, dell’innovazione, della formazione e dell’internazionalizzazione.
MOTIVAZIONI
Negli ambiti territoriali del Distretto vi è una presenza significativa di imprese agricole,
culturali, turistiche, artigianali e ambientali, alcune delle quali hanno già compiuto dei
percorsi di interazione fra loro sviluppando un modello che una volta ottimizzato può
essere sicuramente replicato . Vi è inoltre una presenza di attori istituzionali e sociali
aventi competenze ed operanti nell’attività di sostegno all’economia locale.
Analisi di partenza
La zona delimitata dal Distretto presenta una forte presenza di conoscenze legate al
mondo rurale, conoscenze che non rappresentano elementi di folklore ma sono vive,
attuali, presenti.
La tradizione è ancora tramandata, i saperi ancora si diffondono. Questo prezioso
patrimonio si scontra con una modernizzazione che rischia di travolgere ritmi e saperi
che formano oggi la tradizione e il collante delle comunità locali.
L’implementazione del turismo ha creato le premesse per la nascita di molte piccole
strutture ricettive familiari cui non sono seguiti particolari migliorie nei servizi base, o
peggio un proliferare di attività spesso improvvisate, che invece di creare cultura del
territorio evidenziano gli aspetti più folklorici allontanandosi sempre più dalla tradizione
reale, quella vissuta ancora oggi con gran dignità dagli abitanti di queste zone.
Il fenomeno della concentrazione dei turisti solo nel mese di agosto e la sproporzione fra
richieste di soggiorni al mare rispetto alle altre bellezze del territorio.
Nonostante che sul territorio sono presenti alcuni grandi attrattori turistici come
l’ambiente, i beni culturali, i saperi delle comunità locali ed un’enorme ricchezza
enogastronomica.
Queste Comunità negli ultimi anni hanno capito l’importanza del valorizzare il proprio
patrimonio ambientale, rurale, eno-gastronomico, culturale. Tali interventi, di tipo
SETTORI E SOTTOSETTORI
• Agricoltura;
• Zootecnia;
• Ambiente;
• Turismo;
• Beni Culturali;
• Cultura;
• Artigianato;
• Risparmio energetico.
- Tutela e valorizzazione dei borghi rurali dei centri e degli insediamenti storici;
Di carattere generale:
Il Distretto rappresenta i presupposti per una formula diversa di interazione tra i soggetti
che partecipano alla costituzione del distretto, una diversa scala di valori di aggregazione
tesi a condizionare sia le procedure di scelta progettuale che i singoli progetti di categoria
e quindi l’intero piano di sviluppo del distretto.
6. Lavorare in rete
Operare in una logica di sistema, facendo interagire produzioni locali, ambiente, beni
culturali e archeologici, infrastrutture e servizi turistici. Le singole risorse non hanno da
sole la capacità di produrre la “massa critica” di utenti indispensabile nella realizzazione
di una economia di distretto.
1. Sportello
Composizione e funzioni:
2. Il Distretto Turistico del Salento Orientale” è espressione della capacità del sistema di
imprese e delle istituzioni locali di sviluppare una progettualità strategica comune che
si esprime in un Programma per lo sviluppo del Distretto, in conformità agli
strumenti legislativi e programmatori comunitari, nazionali e regionali vigenti.
4. Il Distretto Turistico del “Salento Orientale” può interessare territori di più regioni,
anche al di fuori del territorio nazionale secondo le modalità ed i criteri previsti dagli
accordi stipulati tra la Regione Puglia e la Regione e/o Paese che include gli altri
territori.
I soggetti:
1. I soggetti che promuovono il riconoscimento di un Distretto Turistico del “Salento
Orientale” sono:
a) Imprese del territorio;
b) Imprese operanti nel territorio regionale;
c) Associazioni di categoria e sindacali di rilevanza regionale e rappresentate in seno
al CNEL.
Possono partecipare:
5. I componenti del Comitato di Distretto possono essere rieletti una sola volta;
4. Al Presidente compete:
a) la rappresentanza del Distretto;
b) la convocazione del Comitato;
c) la vigilanza sullo stato di attuazione del Programma di sviluppo;
d) la redazione della relazione annuale sullo stato di attuazione del Programma di
sviluppo.
1. Il Programma di sviluppo del Distretto dovrà essere presentato dal Presidente del
Distretto contestualmente:
• Alla Presidenza della Regione Puglia;
• all’Assessorato regionale per lo sviluppo economico;
• alle Province nel cui ambito territoriale opera almeno un terzo delle aziende che
hanno sottoscritto il Programma di sviluppo;