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4.

L’ALLEVAMENTO
4.1 LE FORME DI ALLEVAMENTO
L’allevamento del bestiame è un’attività economica che ha come fine
sia la produzione alimentare (carne, latte e uova) sia produzioni di
altri generi: lana e pelli, fertilizzanti naturali (letame).
Ci sono tre forme di allevamento:
› pastorale, dove gli animali sono tenuti in libertà a pascolare; si
tratta di un allevamento di tipo primitivo diffuso soprattutto
nei Paesi in via di sviluppo. In Italia si pratica ancora nelle zone
montane, soprattutto per gli ovini;
› legato all’azienda agraria, dove gli animali trovano ricovero fisso
e sono alimentati direttamente con i foraggi prodotti dall’azienda
stessa. È un tipo di allevamento diffuso in molte piccole aziende
agricole della Pianura Padana;
› intensivo, spesso indipendente dall’azienda agraria, dove gli
animali vengono allevati razionalmente in stalle modello, per
ottenere soggetti specializzati per la produzione di carne (vitelli
e suini da macello o da salumificio), di latte, di polli da carne, di
uova.

4.2 GLI ANIMALI DA ALLEVAMENTO


› L’allevamento dei bovini richiede buoni pascoli e abbondante
fienagione; nel nostro Paese è concentrato nella Pianura Padana.
Le razze italiane più rappresentative sono la brunoalpina, la
chianina, la piemontese, la maremmana. Il numero di capi bovini in
Italia è di circa 6 milioni, insufficiente per soddisfare la domanda
interna di carne: per questo vengono importati dall’estero animali
vivi, carni fresche e congelate.
› L’allevamento dei suini ha avuto un costante progressivo aumento
in questi anni e oggi, nel nostro Paese, ci sono circa 9 milioni di
capi. Oltre alla produzione di carne fresca da macello, alimenta
l’importante industria delle carni insaccate (salami, prosciutti,
ecc.).

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› L’allevamento degli ovini e dei caprini, tipico delle zone montuose
o pianeggianti aride, in Italia è diffuso nel Meridione e nelle Isole
e ha una consistenza di 8 milioni di capi. Un tempo importante
per la produzione della lana, oggi lo è sempre di più per quella del
latte, da cui si ricavano pregiati formaggi, e per quella della carne.
› Gli allevamenti intensivi di razze avicole da carne e da uova
sono notevolmente aumentati in questi ultimi decenni. Le aziende
zootecniche per l’allevamento dei polli possiedono macchine
incubatrici dove avviene la schiusa delle uova; attrezzature
chiamate allevatrici per l’allevamento dei pulcini; gabbie a
batteria; grandi capannoni per l’allevamento a terra; impianti di
alimentazione automatica e di raccolta delle uova.
› A causa della sempre maggiore richiesta di carni, in Italia si
stanno diffondendo altri tipi di allevamento intensivo di volatili
da cortile, come oche, anatre, tacchini e faraone, e quello del
coniglio.

Foraggi e mangimi
Strettamente legata alla zootecnia è la produzione di foraggi, cioè
di quelle piante destinate all’alimentazione del bestiame (trifoglio,
avena, mais, soia, erba medica, ...).
Nei moderni allevamenti zootecnici intensivi l’alimentazione
foraggiera si accompagna alla distribuzione di mangimi, che
comprendono: semi (avena, orzo, mais, fave, lino, ...); residui della
lavorazione dei cereali (crusca di frumento, di mais, di segale, ...),
della spremitura di semi oleosi (arachidi, mais, ...), dell’industria
dello zucchero, dei birrifici e delle distillerie; mangimi di origine
animale.

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