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in Veneto
Razze locali di coniglio
in Veneto
Pubblicazione a cura di Maurizio Arduin
Coordinamento editoriale:
Maurizio Arduin, Federica Dal Molin
Realizzazione grafica:
Federica Mazzuccato
È consentita la riproduzione di testi, tabelle, grafici ecc. previa autorizzazione da parte di Veneto
Agricoltura, citando gli estremi della pubblicazione.
Bibliografia ............................. » 25
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INTRODUZIONE
Nel secolo scorso, ma soprattutto negli ul- scorso gli agricoltori delle diverse zone
timi 50-60 anni, l’uomo con le sue attività del Veneto hanno operato una continua
produttive ha modificato profondamente selezione sulle razze cunicole che ha por-
la base ecologica del mondo vivente ed in tato l’affermazione di numerosissime raz-
molti casi il danno arrecato è irreversibile. ze idonee a valorizzare le risorse naturali
Attualmente anche nella nostra regione delle più svariate aree, e di conseguenza
permangono ancora gravi pericoli per la favorire il reddito della famiglia agricola.
conservazione della natura e per il mante- L’allevamento rurale del coniglio aveva lo
nimento della diversità. scopo principale di produrre pelli da ven-
Nel settore cunicolo agli inizi del secolo dere a commercianti che le raccoglievano
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azienda per azienda destinandole in pri- risultano da un’indagine critica. In questo
mo luogo alla produzione di cappelli. Ser- modo si ottiene un’acquisizione di notizie
vivano ben cinque conigli per produrre un che consentono di stabilire l’autentici-
cappello. La carne veniva invece utilizzata tà di una razza e la sua presenza nei
per il consumo familiare. diversi bioterritori del Veneto. La rico-
La riduzione e la quasi scomparsa degli al- gnizione storica sulle razze locali di coni-
levamenti rurali ha portato all’abbandono gli presenti in Veneto individua inoltre le
di numerose razze e alla loro sostituzione connessioni reciproche con la realtà agri-
con ibridi commerciali allevati in grandi cola del tempo, per cui è lecito tracciarne
impianti d’allevamento. un’evoluzione nel tempo e nello spazio.
Questo lavoro ha lo scopo di valorizzare La ricerca iconografica facilita poi l’in-
l’immenso patrimonio di razze locali cu- dividuazione delle caratteristiche
nicole, che possono essere utilizzate per morfologiche facilitando il lavoro di re-
la qualificazione delle produzioni locali. cupero.
La ricca documentazione storica ancora Il lavoro fin qui svolto ha permesso di in-
disponibile permette di accertare l’esi- dividuare la documentazione storica suf-
stenza di queste razze locali, grazie alle ficiente all’individuazione di 13 razze lo-
descrizioni delle caratteristiche morfologi- cali in Veneto: Argentato di Champagne,
che e delle tipicità produttive raccolte nei Bianca di Vienna, Bianco di grossa mole,
documenti giunti fino ad oggi. Blu di Vienna, Cincillà, Comune veneto,
Attraverso la ricognizione storica si vuo- Focato, Fulvo di Borgogna, Gigante di
le realizzare una esposizione ordinata Fiandra, Lepre belga, Nostrano veneto,
di fatti e avvenimenti del passato quali Papillon, Rex e Russo.
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Le razze locali
Negli ultimi anni la tutela della biodiversi- cesso e condivisione dei benefici derivanti
tà ha assunto un’importanza strategica in dall’uso della biodiversità.
campo nazionale e internazionale. È aumentata così, a livello globale, la con-
È infatti dal 1992, anno in cui è stata sapevolezza che la perdita delle risorse
adottata la Convenzione sulla Biodiversità genetiche non rappresenta di “per sé”
(CBD), che si sono susseguiti una serie di solo la scomparsa di materiale genetico,
importanti eventi internazionali che han- ma anche e soprattutto la lenta estinzione
no posto al centro del dibattito la tutela e di un immenso patrimonio di informazio-
la salvaguardia delle risorse genetiche per ni legate alle colture tipiche e tradizionali,
l’alimentazione e l’agricoltura e di conse- associate ai saperi ed ai sapori locali.
guenza il concetto di razza locale. In Italia l’adozione di un vero e proprio
Da allora sono stati tre gli Accordi Interna- programma nazionale si concretizza il
zionali più significativi direttamente colle- 14 febbraio 2008 quando la Conferenza
gati alla Convenzione sulla Biodiversità Stato-Regioni approva il “Piano Naziona-
che, a partire dal 2000, hanno permesso le Biodiversità di interesse Agricolo”. A
di focalizzare l’attenzione su temi di rile- seguire il 30 settembre del 2012 il CPRG
vanza planetaria, quali la biosicurezza e (Comitato permanente per le Risorse Ge-
l’accesso alle risorse genetiche. netiche) ha approvato le Linee guida pro-
Si tratta del Protocollo di Cartagena (CBD, poste dal Gruppo di lavoro sulla biodiver-
2000), del Trattato internazionale sulle sità agraria e la Conferenza Stato Regioni
risorse genetiche vegetali per l’alimen- ha sancito l’intesa sulle Linee guida, ai
tazione e l’agricoltura (FAO, 2004) e del sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge
protocollo di Nagoya (CBD, 2010) sull’ac- 5 giugno 2003, n. 131.
Parchetti esterni
della conigliera
di Noventa di Piave.
Tratto da Licciardelli (1915).
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Il 24 luglio 2012 è stato pubblicato nella dizione rurale locale, in un rapporto stret-
Gazzetta Ufficiale n. 171 il decreto del Mi- tissimo e di dipendenza reciproca tra chi
nistro delle Politiche Agricole Alimentari e effettua la conservazione ex situ (banche
Forestali concernente l’adozione ufficiale del germoplasma) e chi salvaguarda e fa-
delle Linee guida nazionali per la conser- vorisce la conservazione on farm (alleva-
vazione in-situ, on-farm ed ex-situ, della tori custodi).
biodiversità vegetale, animale e microbica Infine per ultimo, in ordine di tempo, la
di interesse agrario. Legge 1 dicembre 2015 n. 194 “Disposi-
Con il “Piano Nazionale Biodiversità zioni per la tutela e la valorizzazione della
di interesse Agrario” assume carattere biodiversità di interesse agricolo e alimen-
prioritario, e nel contempo di alto valore tare” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
socio-culturale, il concetto di razza locale. n. 288 l’11 dicembre 2015.
Quest’ultimo deriva dalla traduzione in- All’Art. 2. “Definizioni” si legge:
glese di landraces e per locale si intende 1. Ai fini della presente legge, per «risor-
una razza, popolazione, ecotipo originari se genetiche di interesse alimentare
di un territorio regionale, oppure di origi- ed agrario» si intende il materiale ge-
ne esterna, purché introdotte da almeno netico di origine vegetale, animale e
50 anni in esso ed integrate tradizional- microbica, avente un valore effettivo
mente nell’agricoltura e nell’allevamento o potenziale per l’alimentazione e per
di quel territorio. l’agricoltura.
Rientrano in tale ambito anche le razze 2. Ai fini della presente legge, per «ri-
locali attualmente scomparse dal territo- sorse locali» si intendono le risorse
rio regionale, ma conservate presso alle- genetiche di interesse alimentare ed
vamenti o centri di ricerca presenti in altre agrario:
Regioni. a) che sono originarie di uno specifi-
È piuttosto evidente che la razza loca- co territorio;
le non può e non deve essere slegata b) che, pur essendo di origine alloc-
dal territorio di origine (bioterritorio) in- tona, ma non invasive, sono state
teso come luogo nel quale essa , grazie introdotte da lungo tempo nell’at-
all’azione degli allevatori, ha manifestato tuale territorio di riferimento, na-
nel tempo il proprio adattamento. turalizzate e integrate tradizional-
Le razze locali devono essere correttamen- mente nella sua agricoltura e nel
te identificate, partendo innanzitutto da suo allevamento;
un’accurata ricerca storico-documentale c) che, pur essendo originarie di uno
volta a dimostrare il legame con il territo- specifico territorio, sono attual-
rio di provenienza. mente scomparse e conservate in
La conservazione delle varietà locali non è orti botanici, allevamenti ovvero
realizzabile, se non nel bioterritorio, con centri di conservazione o di ricerca
le tecniche agronomiche dettate dalla tra- in altre regioni o Paesi.
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Razze locali di coniglio in Veneto
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Argentato di Champagne
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Bianca di Vienna
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Bianco di grossa mole
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Blu di Vienna
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Cincillà
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Comune veneto
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Focato
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Fulvo di Borgogna
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Gigante di Fiandra
È un coniglio comunemente allevato in non tale da raggiungere la caratteristica
Veneto nel secolo scorso (Montanari V. posizione della razza Lepre.
1941, Federazione provinciale dei fa- Il peso medio dei riproduttori supera i 6
sci femminili – Vicenza 1941, Lucaroni kg anche se può raggiungere e superare
1953). Esemplari di questa razza sono i 7 kg.
probabilmente ancora allevati in Veneto Pelliccia folta, soffice e brillante con ab-
e comunque sono facilmente reperibili in bondante sottopelo e peli a resta. Pelle
altre regioni. morbida e staccabile.
È una razza pesante con portamento eret- Testa massiccia e marcata, leggermente
to, dal tronco forte, arrotondato e lungo convessa. Portamento delle orecchie a
almeno 64 cm. Arti robusti, muscolosi: di V, carnose alla base, con una lunghezza
media lunghezza e portati diritti con poco minima di 16 cm., sempre proporzionata
appoggio gli anteriori, ben sviluppati i po- alla lunghezza del corpo in rapporto di 1
steriori. Petto largo con masse muscolari a 4. Occhi grandi e vivi.
ben sviluppate e tronco ampio. Groppa Sono presenti diverse colorazioni: grigio
arrotondata con lombi carnosi. Bacino selvatico, grigio lepre, grigio scuro, grigio
largo, linea addominale molto elevata ma ferro, grigio acciaio, blu, lepre e fulvo.
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Lepre belga
È un coniglio comunemente allevato nella Le zampe sono molto lunghe, sottili e di-
nostra regione verso la metà del secolo ritte; appoggiano poco e conferiscono il
scorso (Lucaroni 1953, Fracanzani 1963). caratteristico portamento di tutto il corpo.
Esemplari di questa razza oggi sono alle-
vati sia in Veneto che in altre regioni.
Il coniglio di razza Belga è somigliante
alla lepre selvatica; grazioso e nobile è
pieno di temperamento e presenta for-
me caratteristiche. Il corpo allungato, ben
sviluppato, sodo e asciutto, ha un ventre
irrilevante. Il dorso è arcuato. Non presen-
ta giogaia. La testa è allungata, fine, con
collo nobilmente formato e ben visibile.
Gli occhi sono grandi e vivaci. Le orecchie
sono fini e pelose, ben formate, portate
leggermente all’indietro e lunghe propor-
zionalmente al corpo ma non più di 13
cm. La coda è lunga e portata aderente
alla groppa.
Il peso medio dei riproduttori si aggira at-
torno a 3,2-3,4 kg anche se può raggiun-
gere i 4 kg.
La pelliccia è fitta e abbondante special-
mente nella giarra. Il pelo è di media lun-
ghezza.
Il sovra colore è rosso-volpe, ben lucente,
con sfumature ondulate focate e castane.
Le sfumature sono provocate da ciuffi di
peli di giarra con punta nerastra. Il sovra
colore si estende dalla punta del naso
fino alla base della coda, preferibilmente
allungandosi sui fianchi verso il ventre. Le
sfumature, più intense sul dorso, sono
assenti sul petto e sulle zampe posteriori
che pure sono ben colorate.
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Nostrano veneto
È un coniglio allevato in Veneto nel secolo plari del Nostrano veneto possono ancora
scorso (Maiocco 1927, Montanari 1941, essere recuperati nel territorio regionale o
Federazione provinciale dei fasci femmi- in altre regioni.
nili – Vicenza 1941, Fracanzani 1963) e Si tratta di un coniglio di taglia medio –
conosciuto anche con il nome di coniglio piccola e di pelame grigio selvatico. È un
comune. Alcuni esemplari sono stati re- animale molto vivace con indole selvati-
cuperati e allevati presso l’Azienda Pilota ca. I maschi raggiungono il peso di circa
e Dimostrativa Sasse Rami a Ceregnano 2 kg. mentre per le femmine il peso si
(Ro) nel periodo 1999-2003 nell’ambito aggira attorno a 2,1 kg. La pelle sottile,
del progetto “Le Faunali 2”. I risultati di carne ottima e buone rese al macello. In
questa esperienza sono stati presentati al media i piccoli per parto sono in nume-
Convegno Nazionale “Parliamo di alleva- ro di 5-6 con punte anche di 9-10 redi.
menti alternativi e valorizzazione del terri- All’età di 22-25 settimane entrambi i sessi
torio” tenutosi a Cuneo nel 2003. Esem- raggiungono il peso di 1,8-2 kg.
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Papillon
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Rex
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Russo
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Bibiliografia
Anonimo, 1941. La massaia rurale vi- Licciardelli G., 1915. Coniglicoltura pra-
centina e l’allevamento del coniglio. tica. Ulrico Hoepli Editore - Milano
Federazione provinciale dei fasci fem- Lucaroni A., 1953. Alleviamo il coniglio.
minili – Vicenza. Cassa di Risparmio di Verona Vicenza
Fracanzani C., 1963. La coniglicoltura si Belluno. Verona.
potenzia diffondendo ottimi riprodut- Maiocco F., 1927. Il coniglio. G. B. Para-
tori. Pollicoltura n. 6 pp.:23-23. via & c., Torino.
Fracanzani C., 1963. Due coniglietti a Montanari V., 1941, Come si alleva e si
pelo corto in una figliata di Bianchi di utilizza il coniglio – Ispettorato Provin-
Vienna. Pollicoltura n. 10 pp.:18. ciale dell’Agricoltura di Vicenza.
Fracanzani C., 1964. Il coniglio farfalla
può risolvere la coniglicoltura familia-
re. Pollicoltura n. 3 pp.:24-25.
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