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Le anatre selvatiche del Delta

Monitoraggi e ricerche
sugli Anatidi nel Delta del Po (Veneto)

A cura di Emiliano Verza e Michele Bottazzo

ISBN 978-88-6337-070-6

9 788863 370706
A cura di Emiliano Verza e Michele Bottazzo
Le
Le anatre
anatre selvatiche
selvatiche
del
del Delta
Delta
Monitoraggi e ricerche
sugli Anatidi nel Delta del Po (Veneto)

A cura di Emiliano Verza e Michele Bottazzo


Testi ed elaborazioni:
Emiliano Verza, Associazione Culturale Naturalistica Sagittaria
Michele Bottazzo, Veneto Agricoltura

Foto:
Marco Basso, Michele Bovo, Armando Caldas, Angelo De Poli,
Carlo Galliani, Lubomir Hlasek, Roberto Lerco, Roberto Modolo,
Massimo Piacentino, Luca Sattin, Roberto Sauli, Maurizio Sighele,
Aldo Tonelli, Danilo Trombin, Emiliano Verza, Jan Wegener.

Elaborazioni cartografiche:
Luisa Cattozzo

Pubblicazione realizzata in collaborazione con:


Ente Produttori Selvaggina, sezione del Veneto
Ambito Territoriale di Caccia RO3 “Delta del Po”
ACMA-FIDC Associazione Cacciatori Migratori Acquatici
Associazione Faunisti Veneti
Associazione Culturale Naturalistica Sagittaria

Foto in copertina:
Codone (foto J. Wegener)

Pubblicazione edita da:


Veneto Agricoltura
Azienda Regionale per i settori Agricolo, Forestale e Agro-Alimentare
Unità Complessa e Ricerca Faunistica
Viale dell’Università, 14 – 35020 Legnaro (Pd)
Tel. 049.8293711 – Fax 049.8293815
E-mail: info@venetoagricoltura.org
www.venetoagricoltura.org

Realizzazione editoriale:
Veneto Agricoltura
Azienda Regionale per i settori Agricolo, Forestale e Agro-Alimentare
Coordinamento editoriale:
Margherita Monastero, Silvia Ceroni
Settore Divulgazione Tecnica, Formazione Professionale ed Educazione Naturalistica
Via Roma, 34 – 35020 Legnaro (Pd)
Tel. 049.8293920 – Fax 049.8293909
E-mail: divulgazione.formazione@venetoagricoltura.org

È consentita la riproduzione di testi, grafici, tabelle,


previa autorizzazione da parte di Veneto Agricoltura,
citando gli estremi della pubblicazione.
PRESENTAZIONE

La straordinaria ricchezza di avifauna presente nelle zone umide del Veneto ed


in particolare nell’area deltizia polesana impone l’adozione, da parte delle competen-
ti istituzioni, di strategie volte alla conservazione delle relative popolazioni. Elemento
essenziale per realizzare dette strategie è l’acquisizione sistematica di dati conoscitivi
tecnico-scientifici, attraverso le ben note attività di censimento faunistico.
Detto approccio responsabile si è venuto sviluppando, negli ultimi tempi, sulla base
delle indicazioni formulate da primo nel piano faunistico-venatorio regionale approva-
to con legge regionale 17/96 e quindi dal successivo piano regionale approvato con
legge regionale 1/07. Tali strumenti di pianificazione riconoscono l’assoluta importanza
a livello internazionale delle presenze di anatidi nell’area del Delta del Po, così come
quelle della Laguna di Venezia, giungendo a conseguire la collaborazione delle aziende
faunistico-venatorie vallive nell’ambito di programmi scadenzati di censimento.
In materia, l’impegno della Regione del Veneto si è sviluppato peraltro non solo a
livello legislativo-regolamentare ma anche in termini prettamente operativi attraverso la
messa in campo di risorse finanziarie ed umane. Ne è scaturito un programma plurien-
nale di monitoraggio nell’area deltizia che ha visto Veneto Agricoltura quale soggetto
responsabile sotto i profili amministrativi e di coordinamento di operatori e censitori di
varia estrazione (Polizia e Ufficio Caccia provinciale, Associazioni naturalistiche locali,
faunisti professionisti e volontari).
Questo modello “virtuoso” di collaborazione ha consentito, senza spreco di risor-
se, di raccogliere una mole imponente di dati quantitativi che vengono qui felicemente
compendiati, a cura di Veneto Agricoltura, su indicazione della stessa Giunta regionale
che ha a suo tempo autorizzato e finanziato l’iniziativa.
L’auspicio è quello che lo sforzo compiuto e gli elementi conoscitivi acquisiti rap-
presentino un forte punto di riferimento per ottimizzare ulteriormente le strategie per la
gestione dell’avifauna acquatica nel Delta del Po e più in generale nelle zone umide dalla
fascia costiera, a partire da quelle che verranno espresse nel prossimo piano faunistico-
venatorio regionale, che nasce sotto l’egida di un approccio estremamente correlato ai
profili tecnico-scientifici della gestione faunistica.

Daniele Stival
Assessore Regionale alla caccia
PRESENTAZIONE

Veneto Agricoltura è nata su volontà della Regione Veneto nel 1999 e si occupa di
varie tematiche atte allo sviluppo delle politiche regionali nei settori agricolo, forestale
ed agroalimentare e con particolare riguardo alle attività di ricerca e di sperimentazione.
Anche la fauna selvatica pertanto è entrata nelle materie di pertinenza di Veneto Agri-
coltura inizialmente come tematica su cui fare ricerca e sperimentazione nelle aree in
gestione ad alto valore naturalistico, quali le foreste demaniali e le riserve naturali, ma
poi anche in tutto il resto del territorio veneto su precise indicazioni e programmi annuali
dell’Assessorato caccia e pesca della Regione. Dal 2002 infatti si sono portate avanti
ricerche applicate sulle principali categorie di fauna selvatica della Veneto con particola-
re riguardo alla sperimentazione di pratiche di gestione e miglioramento ambientale a fini
faunistici, alle indagini su specie preziose o problematiche, agli allevamenti sperimentali
e soprattutto sui monitoraggi faunistici.
Questi ultimi hanno visto nell’area del Delta del Po’ una delle zone più importanti di
indagine non solo per la risaputa valenza naturalistica ma anche per la già consolidata
presenza nel territorio di Veneto Agricoltura con aziende, centri pilota ed aree protette
(Po di Tramontana, Pradon, Bonello, Ca’ mello e Riserve naturali).
Oltre ai monitoraggi sugli anatidi svernanti nel Delta del Po’ sono state così attivate
anche ricerche con stazioni di inanellamento, prove di reintroduzione fauna stanziale,
miglioramenti ambientali ed altro svolti spesso in collaborazione con istituzioni locali.
Tutto ciò nella continua ricerca di soluzioni quanto più compatibili ed in equilibrio
tra esigenze di sviluppo territoriale e di salvaguardia del nostro patrimonio naturalistico
e faunistico.

Paolo Pizzolato
Amministratore Unico di Veneto Agricoltura
SOMMARIO

Introduzione 9

Stato delle conoscenze e dati storici sugli anatidi del Delta del Po 10

Materiali e Metodi 11
Fonte dei dati 11
Area di studio 11
Arco temporale 16
Metodiche 16
Attendibilità e valutazione dei dati 20

Analisi generale 23

Le specie 33
Fischione (Anas penelope) - Linnaeus, 1758 34
Germano reale (Anas platyrhynchos) - Linnaeus, 1758 44
Alzavola (Anas crecca) - Linnaeus, 1758 51
Mestolone (Anas clypeata) - Linnaeus, 1758 57
Moriglione (Aythya ferina) - Linnaeus, 1758 62
Cigno reale (Cygnus olor) - J. F. Gmelin, 1789 70
Volpoca (Tadorna tadorna) - Linnaeus, 1758 73
Canapiglia (Anas strepera) - Linnaeus, 1758 78
Codone (Anas acuta) - Linnaeus, 1758 81
Marzaiola (Anas querquedula) - Linnaeus, 1758 85
Moretta tabaccata (Aythya nyroca) - Güldenstädt, 1770 88
Moretta (Aythya fuligula) - Linnaeus, 1758 91

Altre specie 95
Oche e Casarca 96
Altri anatidi - specie tuffatrici, marine ed accidentali 99
Specie non più segnalate ed esotiche 105

Aspetti ecologici e gestionali 107


Gestione ambientale 107
Azioni gestionali 115
Gestione venatoria 118

Conclusioni 123
Ringraziamenti 125

Bibliografia 127

Mappe tematiche 129

Tabelle 133
Le anatre selvatiche del Delta 9

INTRODUZIONE

Il monitoraggio delle popolazioni di Uccelli acquatici, in particolare migratori, è attività ben con-
solidata in metodiche e finalità, e rappresenta in campo faunistico un caposaldo per la ricerca
e per le conseguenti applicazioni gestionali. Lo studio di questa categoria faunistica permette,
infatti, di valutare stato di salute ed efficacia delle scelte gestionali per le zone umide.
Il presente lavoro si è occupato dell’eterogeneo mondo degli Anatidi, una delle categorie avifau-
nistiche in assoluto più numerose ed importanti di tutta la costa veneta.
Le anatre selvatiche hanno suscitato, da sempre, grande interesse nelle genti del Delta. Sia come
fonte di sussistenza alimentare, dato il loro grande numero e la loro appetibilità, sia come oggetto
della passione venatoria, sia, più in generale, per la loro bellezza ed eleganza. La tessitura delle
screziature, gli abbinamenti cromatici e la cangiante lucentezza dei piumaggi fanno, degli Anatidi,
i “pappagalli d’Europa”.
Il grande Delta, che lo straordinario territorio del Veneto ci offre, rappresenta una meta agognata
per schiere di anatre selvatiche, che da tutta Europa e dalla Russia fin oltre gli Urali giungono in
questo el dorado mediterraneo: vaste zone umide che a mosaico si incastonano nell’arco Alto
Adriatico, migliaia di ettari di acque basse che come una tavola imbandita vengono “apparecchia-
ti” per gli acquatici, un clima relativamente mite e un luogo comodamente posto a metà strada
tra il nord Europa e l’Africa.
Nel Delta gli Anatidi sono patrimonio socio-economico e naturalistico che merita di essere gesti-
to al meglio, al fine di conservarlo intatto e fruttuoso. La gestione di questa categoria d’Uccelli,
infine, non può prescindere da ricerche approfondite, condotte con tecniche moderne, che indi-
rizzino le strategie di conservazione.
Anatidi in golena
Carpano, Po di Maistra
(foto: ATC RO3)
10

STATO DELLE CONOSCENZE E DATI STORICI


SUGLI ANATIDI DEL DELTA DEL PO
Il grande interesse venatorio che le anatre selvatiche suscitano nel Delta da secoli ha fatto sì che
le genti locali abbiano accumulato una grande esperienza sulle varie specie e sulle loro esigenze
ecologiche e gestionali. Gli Anatidi sono entrati persino in proverbi e tradizioni, fino a far parte
della vita comune delle persone.
Le prime informazioni relative agli Anatidi del Delta veneto e del Polesine si hanno per il XIX seco-
lo. Nel passato lo studio di questa categoria avifaunistica si basava perlopiù sull’attività venatoria:
i grandi ornitologi italiani dell’800 e dei primi del ‘900, praticando la caccia agli acquatici lungo
la costa veneta, ci hanno lasciato molte testimonianze ed informazioni relative alle anatre selva-
tiche. Tra i primi studiosi va citato sicuramente il Naccari, che nella sua Ornitologia Veneta del
1823 ci ha lasciato informazioni di dettaglio anche sul territorio del Delta. Di poco successivo è il
lavoro di Enrico Hillyer Giglioli (1886), dal quale si può attingere anche per notizie venete, ma è
sicuramente Arrigoni degli Oddi a pubblicare l’opera più completa sull’Avifauna italiana (1929),
con particolare riguardo al Veneto. Sempre dell’anteguerra è, infine, il lavoro di Labia (1936), una
vera e propria trattazione sulla caccia agli acquatici nelle valli del Polesine.
La prima monografia sugli Uccelli della provincia di Rovigo arriva nel 1896, grazie al lavoro
dell’ornitologo badiese Camillo Dal Fiume. Nel suo “Contributo allo studio dell’Avifauna del
Polesine” viene presentata una sintetica trattazione delle varie specie di Anatidi, con informazioni
su fenologia e popolazione.
Lo studio moderno degli Anatidi nell’area prende avvio alla metà degli anni ‘70 del Novecento,
con i primi censimenti della popolazione svernante (decennio 1975-85), organizzati dall’allora
Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina (ora ISPRA), editi in parte da Boldreghini e Rallo, ed
in parte dalla Regione del Veneto nella pubblicazione curata da Ennio Zanetti. Nella prima metà
degli anni ’90 uno studio curato da Mauro Fasola fa luce sulla popolazione nidificante e sulle pro-
blematiche gestionali correlate, nell’ambito del Piano d’Azione della Lipu sugli uccelli acquatici
nidificanti. A partire dal 1997 la Provincia di Rovigo imprime una decisa spinta allo studio degli
Anatidi, finanziando le due associazioni Faunisti Veneti e Sagittaria per i monitoraggi IWRB di
metà gennaio, e dal 1999 per lo studio della fenologia degli acquatici nelle Aziende Faunistico-
venatorie vallive. Tale notevole sforzo di ricerca ha portato in anni recenti alla pubblicazione dei
dati sugli Anatidi nei due atlanti degli Uccelli nidificanti e svernanti.
Per quanto riguarda, invece, i dati sul prelievo venatorio, nel 2006 ben due lavori vengono pub-
blicati come opere d’avanguardia sull’argomento: Benà & Rallo descrivono il prelievo di Anatidi
utilizzando i dati forniti dalle amministrazioni pubbliche, mentre Sorrenti et al., grazie alla colla-
borazione tra ACMA, Ambito Territoriale di Caccia RO3 e Provincia di Rovigo, arrivano a determi-
nare in maniera piuttosto precisa il carniere per l’area del Delta. Studi sull’argomento sono tutt’ora
in corso, con continuo aggiornamento effettuato grazie alla collaborazione del mondo venatorio.
Lo sforzo di ricerca maggiore, però, viene messo in campo a partire dal 2002 proprio dalla
Regione del Veneto, tramite l’Ente Veneto Agricoltura, con l’organizzazione di censimenti serrati
che hanno portato nel 2005 alla pubblicazione di un primo studio (Gli Anatidi del Delta del Po
– monitoraggio dal 2002 al 2005) e, infine, al presente testo.
Si può quindi affermare che, attualmente, il popolamento degli Anatidi del Delta del Po sia in
assoluto uno dei più studiati d’Italia, grazie alla grande mole di dati raccolti e alla considerevole
superficie indagata.
Dato il grande interesse che gli Anatidi rivestono, sia dal punto di vista gestionale che di sfrutta-
mento venatorio e, in prospettiva, turistico, è importante che raccolte dati standardizzate possano
proseguire, con l’affinamento di ricerche in particolare sulla gestione degli habitat.
Le anatre selvatiche del Delta 11

MATERIALI E METODI

Fonte dei dati Territoriale di Caccia RO3 “Delta del Po”.


La raccolta di campioni per la ricerca del virus
I dati relativi ai conteggi degli Anatidi sono stati dell’Influenza aviaria (H5N1), avviata per
raccolti grazie al finanziamento fornito sin dal l’area nel 2005 dalla Regione del Veneto con
2002 dalla Regione del Veneto all’Ente Vene- la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico
to Agricoltura, e formano la base principale di Sperimentale delle Venezie, ha permesso di
informazioni utilizzate per il presente studio. raccogliere molte informazioni biometriche e
Per la raccolta dei dati in alcune occasioni si è di struttura di popolazione relative agli Anatidi
collaborato con il piano di monitoraggio delle prelevati in periodo di caccia.
Aziende faunistico-venatorie finanziato dalla
Provincia di Rovigo, che dal 1997 raccoglie Area di studio
informazioni per quanto riguarda il mese di
gennaio, e dal 1999 per alcune fasi fenologiche Per quanto riguarda il monitoraggio degli Ana-
dell’Avifauna acquatica; tali informazioni sono tidi effettuato ogni 15 giorni dal 2002, è stata
consultabili presso il sito web dell’Ente (www. scelta un’area d’indagine sufficientemente rap-
provincia.rovigo.it). I dati precedenti al 1997 presentativa degli habitat del Delta e del popo-
sono stati presi dalla bibliografia consultata. lamento di Anatidi presente. Come si evince
Per quanto riguarda, invece, i dati relativi ai dall’immagine n° 1, l’area d’indagine scelta è
prelievi venatori, sono stati utilizzati sia dati quella che, almeno in periodo invernale, ospita
pubblicati (Benà & Rallo; Sorrenti et al.), sia la maggior parte degli Anatidi del Delta.
dati inediti messi a disposizione dall’Ente Pro- L’area d’indagine è la parte centro-settentrio-
duttori Selvaggina, dall’ACMA e dall’Ambito nale del Delta veneto, interamente ricadente

1 - Ubicazione
degli Anatidi
nel mese di gennaio
(anni 1997-2005)
con evidenziata
l’area d’indagine
(elaborazione tratta
da: Bon et al., 2005)
12 Materiali e metodi

in provincia di Rovigo, ed in particolare nei In mappa (n° 2) è possibile osservare l’area


comuni di Rosolina, Porto Viro e Porto Tolle. d’indagine, con evidenziata la parte citata nel
Ha come limiti geografici a nord il fiume testo come “Delta centrale”. Per una visione di
Adige, ad est il mare Adriatico, a sud il Po di dettaglio dei siti indagati si rimanda alle carto-
Venezia - Po di Pila e ad ovest la SS Romea. grafie tematiche poste nella sezione apposita.
L’area comprende, inoltre, tutte le valli da L’area d’indagine può essere suddivisa in
pesca del Delta. macroaree:
Su parte dell’area insiste il Parco Regionale - z one umide di Rosolina, comprese tra Adige
Veneto del Delta del Po, istituito nel 1997. Il e Po di Levante, comprendenti le “valli nord”;
Parco si estende per 12.066 ettari, dei quali - z one umide di Porto Viro, comprese tra Po
5.705 inseriti all’interno dell’area d’indagine. di Levante e Po di Maistra, comprendenti le
In particolare riguarda tutti i rami del Po, il “valli centro”;
40% della superficie di ogni valle, ed alcu- - z one umide di Porto Tolle comprese tra Po
ne aree lagunari (vedi mappa nella sezione di Maistra e Po di Venezia – Po di Pila, com-
2 – Area d’indagine.
Mappe tematiche). prendenti le “valli sud”.
Poligono arancione: Tutta l’area d’indagine è compresa all’interno Dal punto di vista ambientale l’area di studio
parte settentrionale dei siti della Rete Natura 2000, ed in particola- è costituita da un mosaico di zone umide di
dell’area d’indagine;
re del SIC IT 3270017 “Delta del Po: tratto ter- diversa tipologia, proprio delle zone costie-
poligono giallo:
area indicata nel testo minale e Delta veneto” e della ZPS IT 3270023 re e di foce fluviale. Il paesaggio è domina-
come “Delta centrale” “Delta del Po”. to da spazi ampi, con poche fasce boscate; è
Le anatre selvatiche del Delta 13

Sito Codice IWC Area (ha) Comune Tipologia ambientale Tabella 1:


Valli nord Elenco delle
Valle Boccavecchia RO0202 319,56 Rosolina valli
zone umide censite
Valle Passarella RO0204 175,34 Rosolina valli
Valle Cannelle RO0203 205,70 Rosolina valli
Valle Morosina RO0205 317,43 Rosolina valli
Valle Spolverina RO0206 263,74 Rosolina valli
Valle Segà RO0207 370,85 Rosolina valli
Valle Capitania RO0209 238,83 Rosolina valli
Valle Veniera RO0211 266,93 Rosolina valli
Valle Sagreda RO0212 330,67 Rosolina valli
Valle Pozzatini RO0213 336,76 Rosolina valli
Valle Vallesina e Fiordi di Albarella RO0210 99,58 Rosolina valli / bacini chiusi
Valli centro
Valle Canocchione RO0218 330,04 Porto Viro valli
Valle Moraro RO0224 375,91 Porto Viro valli
Valle Sacchetta RO0217 606,21 Porto Viro valli
Valle Bagliona RO0216a 462,08 Porto Viro valli
Valle Baglioncina (Lago del Polesine) RO0216b 147,95 Porto Viro valli
Valle San Leonardo RO0221 358,80 Porto Viro valli
Valle Scanarello RO0220 334,15 Porto Viro valli
Valle Ca’ Pisani RO0222 723,75 Porto Viro valli
Valle Ca’ Pasta RO0223 229,69 Porto Viro valli
Valli sud
Valle Chiusa RO0228 224,47 Porto Tolle valli
Valle Ripiego RO0229 340,99 Porto Tolle valli
Valle San Carlo (Valnova) RO0230 480,06 Porto Tolle valli
Valle Ca’ Zuliani RO0234 545,18 Porto Tolle valli
Sacche, lagune, bonelli
Laguna di Caleri RO0208 985,89 Rosolina sacche e lagune
Laguna di Marinetta RO0226 191,18 Rosolina sacche e lagune
Sacca Cavallari RO0226 559,87 Porto Viro sacche e lagune
Laguna Vallona RO0219 449,44 Porto Viro sacche e lagune
Laguna di Barbamarco e Busiura RO0231 795,89 Porto Tolle sacche e lagune
Isola della Batteria e Burcio RO0232 656,03 Porto Tolle sacche e lagune
Rami del Po
Po di Maistra RO0227 530,08 Porto Viro e Porto Tolle aste fluviali
Porto Tolle, Taglio di Po,
Po di Venezia (tratto SS Romea - Ca’ Venier) RO0236 717,61 aste fluviali
Porto Viro
Po di Venezia (tratto Ca’ Venier - Ca’ Zuliani) RO0238 393,77 Porto Tolle aste fluviali
Altro
Vasche dello zuccherificio di Contarina RO0237 8,65 Porto Viro bacini artificiali
Litorale (tratto da foce Po di Maistra RO0225 e
7.019,27   spiagge e mare
a foce Busa di Tramontana) RO0239
TOTALE   20.392,35

caratterizzato da un elevato dinamismo dei -T


 erre di bonifica: poste a contorno dell’area
sedimenti e di conseguenza delle fasce di di studio cingono i bacini vallivi; derivano
vegetazione. La presenza umana è molto scar- dalla bonifica di valli e zone umide, e sono
sa, costituita da pochi centri abitati costieri (in attualmente coltivate in maniera intensiva
primis Porto Levante, Boccasette e Pila) e da soprattutto a cereali.
presenza sparsa di case coloniche. Poche le -A
 ste fluviali: si tratta della parte terminale del
strade, perlopiù poste a margine dei comples- Po di Venezia e di tutto il corso del Po di
si lagunari-vallivi e lungo gli argini fluviali. Maistra, considerato il ramo più naturalifor-
Attività antropiche prevalenti sono la pesca me e con maggiore biodiversità; a confine di
professionale e turistica, la molluschicoltura alcuni settori dell’area di studio vi sono, poi,
(vongole), la vallicoltura, il turismo stagionale l’Adige ed il Po di Levante. Tali corsi fluvia-
e l’agricoltura intensiva per quanto riguarda le li presentano corso ampio, con scorrimento
terre di bonifica. lento delle acque, soggette a periodi di magra
Cinque le tipologie ambientali principali e periodi di torbida; sono tutti imbrigliati in
secondo le quali è possibile descrivere e sud- argini a gradoni, gestiti a prati da sfalcio, che
dividere il territorio in questione. rendono tali corsi d’acqua pensili, ovvero con
14 Materiali e metodi

Laguna Vallona livello dell’acqua posto al di sopra del piano


(foto E. Verza)
campagna. Questi rami del Po presentano il
corso principale, dotato di isole fluviali (ad
es. Isola Madonnina presso Ca’ Cornera), e
“golene” laterali, ovvero aree di espansione
del fiume, con livello idrico più basso, chiari
con canneti e fasce di bosco igrofilo a salici.
È presente in maniera importante il fenome-
no della risalita del cuneo salino, che con-
siste nell’ingresso dell’acqua salata dal mare
lungo il corso del fiume anche per chilometri
Scanno di Boccasette durante l’alta marea.
(foto D. Trombin)
- Valli: trattasi di bacini chiusi, separati dalle
altre zone umide mediante arginature; tutta
la loro superficie si trova al di sotto del livel-
lo medio marino, fenomeno accorso a causa
della subsidenza del suolo. Presentano acqua
bassa, limpida e salmastra, ottenuta artificial-
mente dalla mescolanza di quella dolce dei
fiumi e di quella salata delle lagune. Sono
formate da laghi ed isole (dette barene); la
vegetazione è costituita da fasce di canneto,
Canneti dell’Isola siepi di tamerici e piante alofile. Sono corpi
della Batteria;
lago del Panarin
idrici interamente gestiti dell’uomo in tutti i
(foto E. Verza) loro parametri, grazie soprattutto al lavoro
delle macchine idrovore.
- Sacche e lagune: zone umide di interfaccia
tra le valli, il fiume ed il mare, caratterizzate
da un elevato dinamismo dovuto all’azione
quotidiana delle maree, e al flusso di acqua
dolce, sedimenti e nutrienti portati dai fiumi. I
sedimenti risultano molto mobili, con alcune
aree relativamente stabili, ovvero le barre di
Lago aperto di valle; foce dette “scanni”, che proteggono le lagune
Valle Ripiego
(foto E. Verza) dall’azione del mare; le parti che ricevono
maggiore afflusso d’acqua dolce sono vege-
tate con fasce di canneto (i “bonelli”); barene
emerse e scanni hanno invece una vegeta-
zione prettamente alofila o alo-psammofila.
I fondali sono notevolmente sfruttati per la
molluschicoltura, soprattutto in Laguna di
Caleri, Marinetta e Barbamarco.
- Litorale: è la fascia marina prospiciente la
costa, con bassi fondali e banchi di sabbia
Barene in Valle Chiusa
mobile. Quest’area vede il periodico avan-
(foto E. Verza)
zamento e poi scomparsa delle barre di foce.
Al fine di comprendere meglio la grande
importanza ambientale dell’area di studio, di
seguito viene mostrato un elenco degli habitat
d’interesse comunitario presenti, codificati ai
sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, scel-
ti tra quelli ricchi d’acqua e d’interesse per le
anatre selvatiche. L’asterisco sta ad indicare gli
habitat a priorità di conservazione.
Le anatre selvatiche del Delta 15

Codice Barene
Codice in Valle Spolverina
Descrizione Cornie Land
habitat
Cover (foto E. Verza)
Sabbie sublitorali a debole
copertura permanente 1110 5.2.3
di acqua marina
Estuari 1130 5.2.2
Sedimenti misti emergenti
1140 4.2.3
durante la bassa marea
Lagune costiere * 1150 521
Vegetazione annua delle linee
1210 3.3.1.1
di deposito marine
Vegetazione pioniera a
Salicornia e altre specie delle 1310 521 Golena di Ca’ Pisani
zone fangose e sabbiose in Po di Maistra
Prati di Spartina (foto E. Verza)
1320 521
(Spartinion maritimae)
Pascoli inondati mediterranei
1410 421
(Juncetalia maritimi)
Praterie a fruticeti mediterranei e
termo-atlantici 1420 421
(Sarcocornetea fruticosi)
Steppe salate mediterranee
1510 523
(Limonietalia)*
Laghi eutrofici naturali con
vegetazione del Magnopotamion 3150 5.1.2
o Hydrocharition
Po di Maistra
Foreste alluvionali di Alnus
glutinosa e Fraxinus excelsior*
91EO 3116 presso Ca’ Venier
(foto E. Verza)
Boschi fluviali del Po a Quercus,
92A0 3116
Fraxinus, Alnus, Salix e Populus
Canneti   4111
Spartineti a Spartina juncea
  32
o Agropirum repens
Vegetazioni arbustive a Tamarix   3.2.2

Tabella 2: Vegetazioni prevalenti delle zone umide


dell’area d’indagine.

Canale di Valle
S. Leonardo
(foto E. Verza)
16 Materiali e metodi

Arco temporale I censimenti sono stati svolti durante le ore


di luce, in particolare da poco dopo l’alba al
L’arco temporale coperto dai censimenti del pomeriggio. Inoltre, sono stati svolti da squa-
presente studio va dall’autunno 2002 alla dre di operatori (solitamente due persone per
primavera 2010, ovvero relativo a 8 annate. ogni squadra) che hanno agito in contempora-
È stato scelto il periodo fenologico che va nea l’una con l’altra, per garantire l’assenza di
dall’inizio del passo autunnale, poco prima doppi conteggi o sottostime dovute allo sposta-
dell’apertura della stagione venatoria (fine ago- mento degli animali. Ogni squadra ha operato
sto), sino al passo primaverile; in particolare la raccogliendo i dati in una zona ben precisa
presente indagine analizza le fasi fenologiche (solitamente 3 o 4 valli ciascuna), confinante
di seguito schematizzate: con la zona di competenza della squadra suc-
- passo autunnale post-riproduttivo: (agosto) cessiva, costituendo così una rete di censitori
settembre, ottobre, novembre; uniformemente distribuiti su tutto il territorio.
- svernamento: (novembre) dicembre e genna- Eventuali spostamenti di gruppi di Anatidi sono
io (febbraio); stati immediatamente comunicati alla squadra
- passo primaverile pre-riproduttivo: (febbraio) vicina di competenza.
marzo e aprile. I dati sono stati raccolti con l’ausilio di cannoc-
Il monitoraggio primaverile, ovvero posteriore chiali a 60 ingrandimenti e di binocoli, in parti-
a febbraio, è stato svolto a partire dalla prima- colare da punti sopraelevati o panoramici, quali
vera 2007. torrette, altane, argini ed edifici. Va sottolinea-
I dati sono stati raccolti in sessioni effettuate to, ad esempio, che ogni valle è dotata di una o
ogni 15 giorni, ad esclusione del mese di gen- più torrette per l’osservazione della fauna.
naio, i cui dati si riferiscono esclusivamente ai Durante molte sessioni di monitoraggio è stato
censimenti effettuati a metà del mese. Nella utilizzato un natante per il censimento del trat-
scelta delle date si è cercato di mantenere la to di litorale antistante le aree vallive, in modo
massima sincronicità tra i vari anni, in modo da poter conteggiare soprattutto i gruppi di
da ottenere dati confrontabili. Le sessioni sono Anatidi che effettuano pendolarismo tra valli e
state svolte tipicamente attorno al giorno 10 e mare. In periodo invernale alcune volte anche
al 25 di ogni mese. Spesso ogni sessione è stata la laguna detta Isola della Betteria e Burcio è
effettuata nell’arco di due date consecutive, stata censita con natante. In alcune occasioni
però con conteggio contemporaneo delle zone è stato utilizzato anche il metodo del conteg-
più vicine e comunque delle specie più mobili, gio a video di gruppi di Anatidi fotografati con
al fine di evitare sovrapposizioni di dati. fotocamera digitale, come mostrato in figura.
Per migliorare l’efficacia dei rilievi si è, inoltre,
Metodiche provveduto a fornire le squadre di rilevatori di
schede di raccolta dati differenziate e apposi-
Le metodiche di raccolta, archiviazione ed tamente elaborate, nonché cartografie sempre
elaborazione dei dati sono state applicate in aggiornate, date le continue modifiche morfo-
maniera standardizzata, in modo da poter logiche cui le valli e le lagune sono soggette.
garantire uniformità e confrontabilità nel Durante l’arco temporale dei rilievi sono stati
tempo dei dati raccolti. utilizzati oltre 50 operatori.

Gruppo di fischioni
in mare fotografato
e stimato a video
(foto A. Tonelli)
Le anatre selvatiche del Delta 17

Censitori al tramonto
(foto E. Verza)
18 Materiali e metodi

Attività di censimento
in Po di Maistra,
golena Carpano
(foto M. Basso)
Le anatre selvatiche del Delta 19

Oculare
di cannocchiale che sta
inquadrando
un gruppo di Anatidi
(foto R. Modolo)

Squadra in attività
di rilevamento
(foto R. Modolo)

Monitoraggio
lungo il litorale
(foto E. Verza)
20 Materiali e metodi

Attendibilità e valutazione dei dati Di seguito viene mostrato un sintetico elenco


di tali siti problematici.
Alcuni siti per loro natura risultano difficili
da censire, rendendo complesso il conteggio Valle Boccavecchia settore nord-ovest
Valle Morosina settore nord
degli Anatidi. Trattasi di settori con morfologia
Valle Segà settore ovest
molto frazionata e con fitta vegetazione palu- Valle Sacchetta settore nord
stre. Tipicamente questi luoghi si trovano in Valle S. Leonardo settore ovest
valle, in particolare in quelle più dolci e quindi Valle Ripiego peschiere
Valle S. Carlo settore centrale ed est
abbondanti in canneti, piccoli chiari e dossi
Po di Maistra Lago di Ferro
con tamerici. Anche alcune golene del Po pos-
sono presentare caratteristiche simili, con un
dedalo di canaletti nascosti dal bosco igrofilo. Un’altra difficoltà riscontrata ha riguardato la
Presso questi ambienti si celano tipicamente dispersione in mare dei branchi. Nonostante
Germano reale, Canapiglia, Marzaiola, ma l’ampio settore di litorale indagato con i natan-
soprattutto l’Alzavola. Altri siti, invece, sono ti durante le sessioni di conteggio, è possibile
di difficile monitoraggio a causa della loro che in alcune occasioni una parte degli Anatidi
eccessiva distanza dalle torrette e dai punti di ivi presenti non sia stata contattata, in partico-
Torretta di osservazione,
Valle Sacchetta osservazione; lo sono, ad esempio, alcuni pic- lare fischioni. Questo è dovuto al fatto che le
(foto E. Verza) coli laghi di valle posti nel centro delle stesse. anatre selvatiche, in giornate di mare calmo,
Le anatre selvatiche del Delta 21

sono in grado di spostarsi dalla costa anche problematica diversa riguarda, invece, Mori-
di 10 miglia nautiche, rendendo quindi estre- glione e Codone: a causa della loro scarsità
mamente vasto il territorio da indagare. La e gregarietà, formano a volte gruppi compatti
maggior parte dei branchi, comunque, tende che si possono celare in siti di difficile conteg-
a rimanere entro le 3 miglia nautiche, fascia di gio. Radicalmente differente, invece, la situa-
litorale interessata dai rilevamenti. zione di specie quali Fischione, Volpoca, Oca
Infine risulta non ben censibile la fascia di selvatica e Mestolone, fortemente gregarie e
vegetazione alofita posta lungo i retroscanni portate a frequentare le zone aperte. Di que-
o le barene lagunari, a causa in alcuni tratti sti Anatidi, infatti, la percentuale di individui
della distanza dai punti di osservazione posti non censiti è decisamente bassa, il più delle
lungo gli argini di difesa. Si tratta in particola- volte praticamente nulla. Un ragionamento a
re della parte centrale della Laguna di Caleri, e parte va fatto per alcune specie rare, occasio-
degli scanni Cavallari, Gallo nord e Gallo sud nali o legate prettamente all’ambiente mari-
(Laguna di Barbamarco). Si ritiene comunque no: sono presenti a densità bassissime, a volte
che i quantitativi di Anatidi non censiti presso con pochi soggetti dispersi in questo vastissi-
questi luoghi siano esigui, data la scarsità di mo complesso di zone umide; è facile, quindi,
anatre in ambito lagunare durante il periodo che possano passare inosservate, in particola-
di riferimento. re se imbrancate in folti gruppi di altri Anati-
di, oppure molto lontane dalla costa. Si tratta,
Una problematica piuttosto rilevante è costitu- nello specifico, di Moretta tabaccata, Moretta
ita dalla biologia e dal comportamento di ogni grigia, Smergo minore, Orco marino e Orchet-
singola specie. Tra gli Anatidi, difatti, vi sono to marino.
sia specie criptiche, ovvero avvezze a mime-
tizzarsi, sia specie in grado di occupare vaste Data la grande mole di dati raccolti, e la
aree a bassa densità, sparpagliandosi, sia soli- complessità delle elaborazioni, nel testo ven-
te cambiare gli ambienti frequentati a seconda gono presentati vari grafici: ognuno di essi è
delle stagioni. A questo va aggiunto il fatto che in grado di spiegare un aspetto diverso della
diverse specie mutano comportamento con il presenza degli Anatidi, non essendo, infatti,
progredire della stagione venatoria. Le due possibile sintetizzare tutte le informazioni in
specie più complesse da censire risultano l’Al- un’unica tipologia di elaborazione grafica.
zavola ed il Germano reale, in quanto sono Questa ridondanza di grafici, quindi, serve a
solite nascondersi nel fitto della vegetazione spiegare tutti i fenomeni osservati. In partico-
acquatica, in particolare nelle ore più calde. È lare, i grafici di fenologia sono stati costruiti
quindi assodato che una parte dei contingenti utilizzando due set diversi di dati, il primo
presenti di queste due specie non venga rile- (agosto - febbraio) ricavato dalla media del
vata con i censimenti, in particolare in agosto periodo 2002-10, il secondo (marzo - aprile)
e settembre, fino ad una percentuale del 50%. dal periodo 2007-10.
Da ottobre in poi le due specie, in particolare Per ogni altra eventuale elaborazione si riman-
il Germano reale, tendono a frequentare aree da ai dati grezzi contenuti nelle tabelle poste
più aperte, divenendo quindi ben visibili. Una nell’ultimo capitolo.
22
Le anatre selvatiche del Delta 23

ANALISI GENERALE

Il presente studio prende in considerazione naturalizzate in Italia. A queste si deve aggiun-


tutte le specie della famiglia degli Anatidae. gere l’Anatra germanata, forma domestica del
Durante le attività di censimento sono state Germano reale, non presa in considerazione,
rilevate sia specie regolari, sia specie rare o ma che spesso è possibile osservare in stato di
accidentali, sia quelle fuggite dalla cattività o libertà.

Assembramento
di fischioni
in Valle Canocchione
(foto E. Verza)
24 Analisi generale

Di seguito l’elenco delle specie segnalate in


provincia di Rovigo.
Tabella 3: Nome italiano Nome latino Anno di osservazione
Specie di Anatidi rilevate Cìgno reàle Cygnus olor  
in provincia di Rovigo.
Òca granaiòla Anser fabalis  
Òca lombardèlla Anser albifrons  
Òca selvàtica Anser anser  
Casàrca Tadorna ferruginea  
Volpòca Tadorna tadorna  
Fischiòne Anas penelope  
Canapìglia Anas strepera  
Alzàvola Anas crecca  
Germàno reàle Anas platyrhynchos  
Codòne Anas acuta  
Marzaiòla Anas querquedula  
Mestolòne Anas clypeata  
Fistiòne tùrco Netta rufina  
Morigliòne Aythya ferina  
Morètta tabaccata Aythya nyroca  
Morètta Aythya fuligula  
Morètta grìgia Aythya marila  
Edredòne Somateria mollissima  
Morètta codòna Clangula hyemalis  
Orchètto marìno Melanitta nigra  
Òrco marìno Melanitta fusca  
Quattròcchi Bucephala clangula  
Pesciaiòla Mergellus albellus  
Smèrgo minòre Mergus serrator  
Smèrgo maggiòre Mergus merganser  
Gòbbo rugginòso Oxyura leucocephala fine ‘800, 2004

Specie non più segnalate dopo il 1960    


Cìgno selvàtico Cygnus cygnus 1890
Òca colombàccio Branta bernicla 1906
Marzaiòla americàna Anas discors 1952
Ànatra marmorizzàta Marmaronetta angustirostris 1907

Specie fuggite dalla cattività    


Cìgno nèro Cygnus atratus varie date
Òca facciabiànca Branta leucopsis 1999
Òca egiziàna Alopochen aegyptiaca Anni ‘90, dal 2003 al 2007
Òca del Canada Branta canadensis 1989
Gèrmano beccomacchiato Anas poecilorhyncha Anni ‘00
Codòne guancebiànche Anas bahamensis Anni ‘00, 2008
Ànatra spòsa Aix sponsa Anni ‘90, 2004
Ànatra mandarìna Aix galericulata Anni ‘90, 2001
Fistiòne beccoròsa Netta peposaca 2005
Dendrocigna sp. Dendrocynga sp. 2010
Gòbbo della Giamàica Oxyura jamaicensis 2010
Le anatre selvatiche del Delta 25

I censimenti effettuati ogni 15 giorni in periodo dei 60.000 soggetti, con punte di oltre 70.000
autunno-invernale (periodo fine agosto – feb- in gennaio. Da febbraio la quantità di Anatidi
braio) e quelli effettuati in primavera (periodo censiti cala velocemente, dimezzandosi ogni
marzo – aprile) hanno permesso di avere un 15 giorni fino a tutto aprile.
quadro generale di quelle che sono la pre- In 17 occasioni è stata contata una quantità
senza degli Anatidi nel corso delle varie fasi di Anatidi superiore ai 70.000 individui, e
dell’anno (fenologia), la loro quantità e l’utiliz- per otto volte superiore agli 80.000 (record:
zo spaziale dell’area (siti – tipologie ambientali 84.626 individui nel novembre 2005, 85.448
– tipologie gestionali). nel dicembre 2006, 85.965 nel gennaio 2008).
Va precisato che i numeri di individui censiti, È interessante notare come a fine autunno ed in
e qui presentati, riguardano esclusivamente gli inverno i 2/3 del popolamento presente siano
individui in sosta nel momento del conteggio. costituiti dal Fischione, mentre la somma delle
Come spiegato nel corso della trattazione di altre specie resti abbastanza costante durante
ogni singola specie, le metodiche utilizzate tutto il periodo, ovvero di circa 20.000 unità.
non sono purtroppo in grado di quantificare Al fine di valutare il flusso di Anatidi, in par-
il numero di soggetti effettivamente in transito ticolare in sosta migratoria, è stato elaborato
sull’area. Il turn-over degli individui può essere un parametro, costituito dalla media annua-
molto elevato, soprattutto durante le fasi più le di tutte le anatre censite; il valore emerso
intense della migrazione. non significa nulla in senso assoluto, ma è un
importante parametro di valutazione del trend.
La media ottenuta su sette stagioni di censi- Confrontando, infatti, i valori ottenuti per ogni
mento permette di comporre un grafico feno- annata di censimento, si nota come vi sia
logico piuttosto chiaro per quanto riguarda un generale aumento di soggetti censiti, con
l’area del Delta centrale (grafico n° 1). Già a un’evidente fluttuazione ascrivibile probabil-
fine agosto all’interno dell’area di studio ven- mente a fenomeni naturali (grafico n° 2).
gono censiti mediamente quasi 15.000 Anati- Osservando, invece, i soli dati relativi al mese
di, costituiti in massima parte da germani reali, di gennaio (dati Provincia di Rovigo) si nota
ma con una buona presenza anche di alzavo- come il numero di Anatidi censiti in tutta la
le. Il numero di anatre conteggiate cresce poi provincia sia andato progressivamente aumen-
progressivamente fino al mese di gennaio, con tando (grafico n° 3).
l’arrivo nel Delta sia di quegli individui che poi La grande quantità di dati raccolti permette
resteranno a svernare, sia di quelli in semplice di comprendere anche l’utilizzo del territorio
sosta migratoria. Settembre vede una presen- messo in atto dagli Anatidi (grafici n° 4 e 5).
za compresa tra i 20.000 ed i 30.000 sogget- Le aree maggiormente frequentate sono i com-
ti, grazie all’arrivo soprattutto dei fischioni; plessi vallivi di Porto Viro e, in particolare, Grafico 1:
ottobre è mese di grandi flussi migratori, con Porto Tolle. In periodo prettamente invernale Anatidi Delta centrale:
presenza media a fine mese di quasi 55.000 anche i rami del Po assumono rilevanza; le valli agosto – febbraio
media anni 2002-10;
Anatidi, fra cui anche molti mestoloni; da di Rosolina risultano, invece, meno importan- marzo ed aprile
novembre viene stabilmente superata la quota ti. Le lagune, infine, appaiono di secondaria media anni 2007-10

Fischione Altre specie


Fischione
agosto (2) 529 12.697
Altre specie
settembre (1) 2.773 15.978 60.000

settembre (2) 10.237 20.781


ottobre (1) 19.694 18.703 50.000

ottobre (2) 31.295 22.165


40.000
novembre (1) 41.068 20.606
novembre (2) 40.234 24.359
30.000
dicembre (1) 48.382 21.283
dicembre (2) 45.004 22.537
20.000
gennaio 45.803 27.228
febbraio (1) 41.698 15.712 10.000
febbraio (2) 31.807 9.666
marzo (1) 9.081 6310 0
marzo (2) 1753 5744
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aprile (1) 62 2522


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aprile (2) 25 1458


26 Analisi generale

Grafico 2:
Media annuale
di Anatidi censiti, 60000
Delta centrale
50000

40000

30000

20000

10000

0
2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10

Grafico 3:
Totale Anatidi per la
provincia di Rovigo, 120.000
censimenti di gennaio
(dati Provincia
100.000
di Rovigo)
80.000

60.000

40.000

20.000

0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Grafico 4:
utilizzo del territorio
(Delta centrale) Totale Valli di Porto Viro
Totale Valli di Porto Tolle
Totale rami del Po
45000

40000

35000

30000

25000

20000

15000

10000

5000

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Le anatre selvatiche del Delta 27

importanza per la sosta degli Anatidi. ovvero oasi vallive e rami del Po, si rifugia
La notevole importanza delle valli di Porto mediamente 1/5 della popolazione censi-
Tolle è da attribuirsi sostanzialmente alle pra- ta (grafico n° 6). Le zone ad oasi sono, però,
tiche gestionali messe in atto, che tendono a molto importanti durante la fase dello sverna-
favorire la presenza delle anatre selvatiche mento di alcune specie, andandone ad ospitare
a scapito delle produzioni ittiche (vedi cap. il grosso dei contingenti, come nel caso della
Gestione ambientale). L’abbandono dell’itticol- Canapiglia, del Moriglione e della Moretta. Va
tura a favore della caccia anche in alcuni siti detto, per chiarezza, come vi sia un pendola-
del bacino di Porto Viro ha recentemente porta- rismo quotidiano tra le zone ad oasi, utilizzate
to ad un aumento di presenza in questo settore, come aree di rifugio diurno, e i laghi da caccia,
come risulta evidente dall’analisi annuale dei frequentati durante la notte per l’alimentazio-
dati. Considerando tutto il periodo di analisi si ne. I rami del Po, in particolare, assolvono a
può notare come le differenze tra i due bacini questa funzione di oasi per la sosta diurna in
non siano molto significative (individui censiti: quanto dotati di folta vegetazione scherman-
43% nelle valli di Porto Viro, 51% in quelle di te ed interdetti all’attività venatoria. Ad usu-
Porto Tolle); questo perché si possono osserva- fruirne in maniera significativa sono specie,
re, nel corso degli anni, periodici spostamenti ad esempio, quali Germano reale, Alzavola
degli Anatidi tra i due bacini, con prevalenza e Mestolone. A questo proposito va ricordato
dell’uno o dell’altro in maniera alternata. Essen- come il quantitativo di Anatidi censiti durante
do le valli un ambiente volto alla stabilità, si il mese di gennaio all’interno dei rami del Po
ritiene che questi cambiamenti nel popolamen- di tutta l’area deltizia (dati Provincia di Rovi-
to siano da attribuirsi sostanzialmente alle pra- go) sia andato progressivamente aumentando,
tiche gestionali vallive, di volta in volta rivolte presumibilmente per l’interruzione dell’attività
maggiormente alla pesca o alla caccia. venatoria.
Anche l’effetto della suddivisione venatoria Durante le giornate di massima attività venato-
del territorio può essere decifrato grazie ai dati ria valliva (tipicamente il sabato), i branchi di
raccolti. anatre selvatiche presenti assumono tre tipi di
Le aree di caccia delle valli sostengono il comportamenti difensivi, più o meno intensi a
grosso della popolazione presente (79% degli seconda delle specie, come spiegato nei capi-
individui censiti), mentre all’interno del Parco, toli dedicati ad ogni specie:

Grafico 5:
Totale Valli di Porto Viro media annuale
Totale Valli di Porto Tolle
di Anatidi censiti
suddivisi per aree
Totale rami del Po
35000

30000

25000

20000

15000

10000

5000

0
media media media media media media media media
2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10
28 Analisi generale

Grafico 6:
presenza degli Anatidi
nelle zone di caccia 60000
e a Parco Zone protette
Zone di caccia
50000

40000

30000

20000

10000

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no
no
se

se

- spostamento in mare (in particolare Fischio- alcuni branchi restano in mare anche per le
ne, Germano reale, Volpoca): i branchi all’al- 48 ore successive;
ba si spostano nel mare antistante l’area di - s postamento nei rami del Po (in particolare
studio, dalla foce dell’Adige sino alla Busa Germano reale, Canapiglia, Alzavola, Mesto-
Principali aree fluviali Dritta di Pila, ed anche più a sud, ad una lone, Moriglione): vengono utilizzate sia le
utilizzate dagli Anatidi distanza dalla costa compresa tra poche cen- golene che alcuni tratti del corso principale,
in giornata di massima
attività venatoria, e tinaia di metri e le 10 miglia nautiche; il gros- in particolare del Po di Venezia e del Po di
provenienza dei branchi so tende poi a rientrare nel pomeriggio, ma Maistra;
Le anatre selvatiche del Delta 29

- spostamento nelle oasi vallive e nelle valli È interessante notare come, in concomitanza
non attive (in particolare Germano reale, di eventi particolari, gli ambiti lagunari siano
Alzavola, Moriglione): questo comportamen- stati interessati dalla sosta di branchi numerosi
to viene effettuato in particolare in inverno di Anatidi. Tali fenomeni si osservano proprio
e dalla frazione più stanziale degli Anatidi, in occasione della sospensione dell’attività
dotati di una significativa conoscenza del ter- venatoria per avverse condizioni climatiche.
ritorio e dei suoi pericoli; Nel gennaio 1985, difatti, la quasi totalità
- spostamento in altre aree: alcuni individui degli Anatidi del Delta veniva censita nelle
tendono a rifugiarsi nelle aree lagunari pro- lagune, e nel gennaio 2002 in Laguna di Bar-
spicienti, in particolare l’Isola della Batteria; bamarco venivano censiti 25.000 fischioni.
viene osservato, però, come vi siano sposta- - Disturbo causato da natanti: le attività di
menti anche a lungo raggio, ovvero verso il pesca, sia professionale che turistica, e di
Delta meridionale ed addirittura la provincia turismo, determinano una presenza anche
di Ferrara. notevole di piccole e medie imbarcazioni
L’ambito lagunare censito si estende per 3.630 che in alcuni periodi dell’anno si diffondono
ettari, tutti interessati dall’attività venatoria, capillarmente in ambito lagunare. È evidente,
tranne i 656 ettari dell’Isola della Batteria e di contro, che gli ambiti vallivi siano decisa-
Burcio, già Riserva dello Stato, e dal 1997 inse- mente più tranquilli e quindi preferiti dagli
rita all’interno del Parco Regionale. Anatidi. Questa categoria di uccelli acqua-
I dati di censimento per le lagune del Delta tici, difatti, è particolarmente sensibile al
centrale, estese per 2.461 ettari, mostrano una disturbo antropico, anche a causa della pres-
notevole scarsità di Anatidi presenti, anche sione venatoria cui è soggetta; altri gruppi di
durante le giornate di silenzio venatorio; la uccelli, tra cui i Caradriformi, tollerano mag-
media annuale di individui censiti, difatti, giormente la vicinanza umana, e ciò risulta
non raggiunge le 100 unità. Un incremento evidente proprio in ambito lagunare.
delle presenze si osserva a partire da genna- - L’intensa attività di molluschicoltura praticata
io e soprattutto a fine febbraio. La maggior in ampi settori lagunari può aver provocato
parte degli individui è stata censita all’interno danni alla fauna bentonica e alle praterie di
dell’unica zona preclusa all’attività venatoria. fanerogame sommerse, cibo d’importanza
Tale situazione è probabilmente determina- primaria per gli Anatidi. La vicinanza di com-
ta dall’azione di varie concause, di seguito plessi vallivi con ampie superfici a ruppieti e
descritte. zostereti, e le attività di pasturazione in essi
- L’organizzazione dell’attività venatoria in praticate, determinano una concentrazione
ambito lagunare non è probabilmente conge- delle anatre selvatiche all’interno delle valli.
niale alla sosta degli Anatidi; difatti, mentre in Il monitoraggio del litorale è stato focalizzato
ambiente vallivo la caccia viene praticata un nel tratto che ospita i maggiori contingenti di
solo giorno alla settimana, nelle lagune vi è Anatidi. L’area risultata di maggiore interesse è
attività venatoria per cinque giorni alla setti- quella posta tra la foce del Po di Maistra e della
mana, in particolare durante il periodo autun- Busa di Tramontana, presso Pila, ovvero di
nale. Ciò determina, negli Anatidi, la ricerca di fronte alle valli di Porto Tolle. I gruppi di Ana-
aree più sicure per la sosta, quali i rami del Po. tidi frequentano il litorale da poche centinaia

2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10  media Tabella 4:
agosto (2) 0 21 3 3 1 1 19 0 6 Presenza di Anatidi
nelle lagune
settembre (1) 0 0 0 1 36 0 0 1 5
del Delta centrale
settembre (2) 0 8 20 2 2 0 0 0 4
ottobre (1) 0 0 5 0 5 1 5 0 2
ottobre (2) 0 0 2 0 0 3 63 0 9
novembre (1) 0 42 0 2 2 0 0 0 6
novembre (2) 1 0 8 4 2 3 0 0 2
dicembre (1) 0 0 11 0 1 0 1 0 2
dicembre (2) 0 0 2 20 2 0 6 1 4
gennaio 422 89 118 36 25 128 121 147 136
febbraio (1) 0 0 275 16 197 22 48 202 95
febbraio (2) 0 470 228 535 330 110 4 89 221
Media 35 53 56 52 50 22 22 37 41
30 Analisi generale

Branco di fischioni
in mare, dicembre 2008
(foto A. Tonelli)

di metri dalla riva sino a 3 miglia nautiche; più confronti della caccia. Tale spiegazione è stata
sporadica la presenza oltre tale distanza. data per analoghi comportamenti osservati sia
Il fenomeno della rimessa in mare viene osser- nel resto del litorale veneto e friulano, sia ad
vato già da fine settembre fino a tutto marzo, esempio nella Camargue francese (AA. VV.).
ma ha la sua massima intensità in inverno, pre- Va comunque detto che la frequentazione del
sumibilmente per la presenza dei contingenti litorale, soprattutto per Fischione e Volpoca, è
svernanti i quali hanno una conoscenza appro- da attribuirsi presumibilmente anche a com-
fondita del territorio e delle aree più tranquille. portamenti naturali, legati all’etologia delle
Per meglio valutare l’importanza del litorale specie.
per la sosta degli Anatidi, si è provveduto ad La specie di gran lunga più numerosa è risulta-
effettuare sessioni di censimento comprenden- ta essere il Fischione (90% delle segnalazioni),
ti giornate contigue. Di norma una delle due seguito poi da Volpoca (4%), Germano reale
giornate per ogni sessione era di silenzio vena- (4%) e Mestolone (2%). Poco presenti le altre
torio o di scarsa attività di caccia, ed una di specie, tra cui Alzavola e Canapiglia. È noto,
massima attività venatoria (il sabato). comunque, che anche altri Anatidi si rifugino
Come si può notare in griglia (vedi capitolo in mare, tra cui Codone, Moriglione e Moretta
Tabelle), durante le giornate di scarsa o nulla grigia. Alcune specie, infine, utilizzano questo
attività di caccia il numero di Anatidi rilevati habitat in maniera primaria, tra cui Orco mari-
va da 0 a 2.862 individui; di contro, durante no, Orchetto marino ed Edredone.
il sabato gli individui censiti vanno da 2.000 a La scala temporale di analisi relativamente ampia
20.860. È da notare come condizioni di mare permette di fare delle considerazioni in merito al
mosso non abbiano scoraggiato la permanen- trend degli Anatidi per l’area d’indagine.
za in mare dei branchi durante le giornate del Analizzando le medie annuali di presenza di
sabato. ogni specie, i dati di nidificazione e quelli di
Risultando quindi una correlazione diretta tra svernamento, si nota come in generale la situa-
l’attività venatoria praticata soprattutto in valle zione possa essere definita positiva.
e la quantità di Anatidi censiti in mare, si può Tale fenomeno è dato da un’interazione di fat-
affermare che la rimessa in mare delle anatre tori, di seguito evidenziati.
selvatiche sia un comportamento difensivo nei -A ndamento delle varie specie a livello con-
Le anatre selvatiche del Delta 31

tinentale: è noto come molte specie stiano Alzavola, preferiscono di gran lunga rifugiarsi
vivendo un periodo di stabilità, a livello euro- nelle golene del Po, ambientalmente idonee,
peo o di area del Mediterraneo - Mar Nero. piuttosto che in mare, soprattutto nelle gior-
- Concentrazione a livello locale: le attività nate meteorologicamente sfavorevoli. Ciò
di gestione valliva sempre più spinta nella permette un minor dispendio energetico. La
direzione di favorire la sosta degli Anatidi presenza del Parco, inoltre, ha favorito i feno-
cacciabili stanno portando a fenomeni di meni di pendolarismo giornaliero tra aree di
concentrazione locale, come ad esempio per pastura (laghi da caccia) e aree di sosta not-
il Fischione. La gestione valliva, difatti, è da turna (golene).
considerarsi la causa principale dell’aumento - Minor pressione venatoria: le sempre mag-
nell’area di molte specie. giori restrizioni in materia di caccia, tra cui
- Presenza di aree di rifugio: la presenza del in primis l’accorciamento del periodo vena-
Parco Regionale, che ha inglobato anche le torio, hanno ridotto il numero di giornate utili
oasi vallive, offre aree di sosta e rifugio, favo- all’esercizio della caccia; questo si esplica
rendo il permanere degli Anatidi soprattutto più che in una riduzione del carniere in mag-
in periodo invernale, e offrendo aree alterna- gior tranquillità per l’area, fatto che può aver
tive al litorale. Alcune specie, difatti, quali favorito la sosta di maggiori quantitativi di
Canapiglia, Germano reale, Mestolone ed Anatidi.

Popolazione nidificante Popolazione in transito Popolazione svernante


(1998 - 2010) (2002 - 10) (1997 - 2010)
Cigno reale in aumento in aumento in aumento
Volpoca in aumento in aumento in aumento
Germano reale stabile - in aumento stabile in aumento
Fischione  - in aumento in aumento
Alzavola  - in aumento in aumento
Marzaiola ? in aumento  -
Mestolone stabile ? stabile - in aumento in aumento
Canapiglia in aumento stabile - fluttuante in aumento
Codone  - stabile - in aumento ? stabile - in diminuzione ?
Moriglione in aumento in diminuzione stabile
Moretta in aumento in diminuzione stabile
Smergo minore  - ? in aumento
32
Le anatre selvatiche del Delta 33

LE SPECIE

I capitoli seguenti vanno a trattare ogni spe- La trattazione proposta non segue espressa-
cie nel dettaglio, approfondendo gli aspetti di mente l’ordine tassonomico, ma le specie
popolazione ed ecologici per quanto riguar- vengono presentate in ordine d’importanza a
da l’area di studio e la provincia di Rovigo livello locale.
in generale. La classificazione segue la lista
CISO-COI degli Uccelli italiani, versione del
2009 (Avocetta vol. 33 n. 1, in stampa).

Branco di Anatidi
(foto M. Piacentino)
34 Le specie

FISCHIONE (Anas penelope) - Linnaeus, 1758


Il Fischione è l’anatide più numeroso dell’area infatti, era considerato “abbondante nell’inverno,
del Delta del Po. La sua popolazione, difatti, aumentando nelle due epoche del passo” (Dal
influenza la maggior parte dei grafici qui pre- Fiume); nei primi decenni del ‘900 era “uccello
sentati per quanto riguarda l’analisi totale sulle comune” tra quelli oggetto di caccia (Labia) ed
anatre. anche Arrigoni degli Oddi (1929) lo considerava
Ha esigenze ecologiche ben definite, ascrivibi- l’Anatide più comune nelle valli venete.
li in sintesi a necessità di acqua piuttosto bassa,
relativamente salmastra, e alla presenza di ampi I Fischioni del Delta appartengono principalmen-
laghi che sfrutta per riunirsi in grandi branchi, te alla sub-popolazione che sverna nell’area del
formati anche da decine di migliaia di soggetti. Mediterraneo-Mar Nero, nidificante in particola-
Queste caratteristiche ambientali sono presen- re in Russia e Siberia, anche ad est degli Urali
ti in particolar modo presso i laghi da caccia (Derek et al., 1996). Dati derivanti da individui
delle valli. inanellati mostrano come ci sia un collegamento
Utilizza in maniera importante anche il mare tra l’Italia e le zone di nidificazione e muta della
antistante i complessi vallivi, formando grandi Siberia sud-occidentale e del Cazachstan, una
branchi soprattutto durante le giornate di caccia, delle principali zone di muta per la specie. Sem-
da poco distante dalla battigia sino ad alcune pre dati di inanellamento mostrano però come ci
miglia verso il largo. sia uno scambio anche tra il Veneto e l’Europa
settentrionale (Gran Bretagna, Olanda) (Spina &
Fenologia, popolazione e trend Volponi, 2008); tale fenomeno sarebbe da attri-
buire all’arrivo, durante condizioni climatiche
In provincia di Rovigo è specie presente tutto particolarmente rigide, di contingenti della sub-
l’anno, essendo estivante, migratore regolare e popolazione che sverna in Europa nord-occiden-
svernante regolare. tale, e che nidifica più ad occidente dell’altra. Il
Fischione
maschio adulto Nel Delta veneto era comune anche in passato, Delta si troverebbe quindi in una zona di sovrap-
(Foto R. Lerco) come dimostrato da vari autori. Alla fine dell’800, posizione tra le due sub-popolazioni.
Le anatre selvatiche del Delta 35

Da maggio a luglio sono presenti alcuni individui zione a partire già da fine gennaio. In marzo il
estivanti in siti vallivi (Valli Canocchione-Mora- numero di fischioni censiti cala notevolmente,
ro, Sacchetta, Ca’ Pasta, Chiusa, Ca’ Zuliani, riducendosi a poche decine in aprile.
Ripiego) e in un caso anche in Po di Maistra. Dal 2002, la soglia dei 50.000 individui è stata
Dal 1999 al 2010 la specie è stata rilevata in superata in 13 occasioni, sempre comprese tra
periodo estivo in sette annate, con un massimo novembre e i primi dieci giorni di febbraio. Le
di 14 individui nel giugno 2002, 11 nel maggio due date con il maggior numero di soggetti censiti
2006 e da 12 a 54 nel maggio 2009. La nidifica- sono state il 17 dicembre 2007 (58.120 indd.) ed
zione non è mai stata accertata in anni recenti, il 10 novembre 2009 (57.188 indd.). Queste par-
anche se è ritenuta possibile in quanto sono state ticolari concentrazioni sono dovute anche all’af-
osservate coppie in maggio e giugno in ambienti flusso nel Delta delle popolazioni svernanti nel
vallivi potenzialmente idonei. Tale fenomeno di veneziano e in Friuli Venezia Giulia, in conco-
estivazione era noto anche in passato per le valli mitanza di particolari condizioni climatiche. Tale
venete (Arrigoni degli Oddi, 1929), con presenza fatto è dimostrato sia da recenti studi effettuati
di “grossi branchi” o individui isolati, costituiti mediante radio-tracking (Roppa et al., 2009), sia
perlopiù da maschi giovani. Anche oggi questa dal conteggio contemporaneo delle presenze. A
presenza è attribuibile in parte a coppie con titolo di esempio si riporta una stima effettuata
individui feriti o debilitati, ma presumibilmen- nel dicembre 2007: presso la Foce dell’Isonzo
te anche ad individui effettivamente estivanti. (principale sito per la specie in Friuli-Venezia
Anche Ninni affermava alla fine dell’800 che la Giulia) l’11 del mese erano presenti circa 15.000
specie era “presente d’estate nelle lagune venete, individui, calati a 2.500 il 19 dicembre a causa
ed ha anche nidificato”. di un forte vento di bora verificatosi nei giorni
16, 17 e 18 (P. Utmar, com. pers.); il censimento
Per quanto riguarda il periodo d’indagine, grazie effettuato nel Delta proprio durante il momento
ai dati relativi alla presente pubblicazione si dispo- di freddo (17 dicembre) rilevava, difatti, un forte
ne di un numero significativo di informazioni. aumento della specie (quasi 60.000 individui)
La media delle fenologie delle otto stagioni di rispetto al conteggio effettuato 15 giorni prima
monitoraggio fa emergere un quadro chiaro e (40.000 indd. il 27 novembre).
definito (grafico n° 7). A fine agosto sono già
presenti alcune centinaia di individui (media = Considerando la media di individui censiti duran-
529); in maniera del tutto progressiva la specie te le 8 annate di conteggi, il trend è generalmente
aumenta fino al pieno inverno, stabilizzandosi al volto all’incremento (grafico n° 8).
di sopra dei 40.000 individui a partire da novem- I dati della Provincia di Rovigo, relativi ad oltre
bre. Interessante notare come da fine settembre un decennio di censimenti di metà gennaio,
a tutto ottobre la popolazione censita aumenti di mostrano un andamento di progressivo e costan-
10.000 unità ogni 15 giorni. Il proseguimento dei te incremento. Il Delta veneto, difatti, è zona
conteggi fino ad aprile mostra come questo anda- umida d’importanza internazionale per la specie,
mento sia “gaussiano”, con progressiva diminu- in accordo con i criteri di Ramsar.

Branco di fischioni
(foto A. Tonelli)
36 Le specie

Grafico 7: Agosto-febbraio:
Fischione, Delta centrale media 2002-10 60.000
Marzo-aprile:
media 2007-10
50.000
agosto (2) 529
settembre (1) 2.773
settembre (2) 10.237 40.000
ottobre (1) 19.694
ottobre (2) 31.295 30.000
novembre (1) 41.068
novembre (2) 40.234 20.000
dicembre (1) 48.382
dicembre (2) 45.004
10.000
gennaio 45.803
febbraio (1) 41.698
febbraio (2) 31.807 0

se br )
m 1)

b )
to 1)

no br )

di bre )
m (2)

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ge (2)

ra )
ar 2)

ar 1)
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ap (1)

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m 1

bb (1

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marzo (1) 9.081

bb nai
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di bre

fe aio
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se ost
marzo (2) 1.753

r
to
ag

m
ce

ce

fe
aprile (1) 62
aprile (2) 25

Grafico 8:
Media annuale
di fischioni censiti, 40000
Delta centrale
35000

30000

25000

20000

15000

10000

5000

0
2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10

Grafico 9: Totale
Fischione: censimenti provincia
IWC di metà gennaio 1984 9.068
relativi all’intera 70.000
1988 5.853
provincia di Rovigo
1989 7.339 60.000
(dati: ISPRA;
1993 12.839
Provincia di Rovigo)
1997 8.594 50.000
1998 24.017
1999 20.589 40.000
2000 19.844
2001 31.565 30.000
2002 62.431
2003 38.641 20.000
2004 39.958
2005 42.998 10.000
2006 48.195
2007 42.272 0
2008 53.541
4

0
8

1
19

19

19

19

19

19

19

20

20

20

20

20

20

20

20

20

20

20

2009 53.839
2010 51.733
Le anatre selvatiche del Delta 37

Utilizzo del territorio, preferenze gressivo nell’area di più adulti, notoriamen-


ambientali ed abitudini alimentari te più pesanti dei giovani, sia ad un effettivo
miglioramento delle condizioni ponderali,
Ambiente d’elezione per la specie nell’area grazie a favorevoli condizioni alimentari e di
sono i grandi laghi di valle. Molto gregaria, sosta. A far propendere per questa seconda
predilige aree aperte, adatte all’individuazione ipotesi sarebbe anche il confronto tra il peso
a lunga distanza dei predatori. La si osserva in medio dei soggetti rilevato nell’area (809,6 gr),
piccoli laghi di valle solo in condizioni di forte e quanto noto in bibliografia.
vento di bora.
Per alimentarsi necessita di laghi con abbon- Sul lungo periodo si nota come la specie utiliz-
dante presenza di praterie di fanerogame som- zi circa allo stesso modo il complesso vallivo
merse, appartenenti ai generi Nanozostera, di Porto Viro (46% delle presenze) rispetto a
Ruppia e in misura minore Potamogeton (in quello di Porto Tolle (53%). Analizzando la
dialetto dette “grisa”). La sosta, invece, viene situazione anno per anno è facile notare come
effettuata tipicamente al centro di detti laghi, le valli di Porto Tolle (in particolare Ripiego, S.
su barene spoglie e basse. Migliaia di ettari Carlo e Ca’ Zuliani) abbiano preso il soprav-
dell’ambiente vallivo vengono gestiti specifi- vento a partire dalla stagione 2005-06, con
catamente per questa specie, con gestione dei recente riequilibrio tra i bacini vallivi dei due
livelli idrici e della salinità, nonché con il man- comuni. Tale fatto emerge anche dall’analisi
tenimento di determinate barene. biometrica effettuata sui carnieri di quattro
I siti più importanti per la specie per il periodo stagioni venatorie (2006/07 – 2009/10) per i
2002-10 sono risultati essere le valli Ripiego, mesi compresi tra ottobre e gennaio. Mettendo
Ca’ Zuliani, Ca’ Pisani, Canocchione-Moraro, a confronto il peso medio dei soggetti abbattuti
S. Carlo, Chiusa e S. Leonardo. Durante gli nei comuni di Rosolina e Porto Viro (779,19
anni ’70 e ’80 del Novecento notevoli concen- gr; campione = 370 indd.) con quelli del
trazioni sono state osservate anche presso altre comune di Porto Tolle (823,23 gr; campione
valli, tra cui la Bagliona. = 286 indd.), si nota come questi ultimi siano
In generale è specie piuttosto legata agli più pesanti. Tale differenza può essere attri-
ambienti salini; va notato, però, come le valli buita al fatto che gli individui adulti tendono
con le maggiori concentrazioni abbiano una ad occupare maggiormente le aree primarie di
salinità relativamente bassa. alimentazione e sosta, costituite per le quattro
annate analizzate dal bacino vallivo di Porto
Questa predilezione della specie per le valli Tolle. Ovvero, i soggetti che formano i bran-
del Delta veneto è osservabile anche con chi più grandi sono perlopiù adulti, dominanti
un’analisi delle classi di sesso ed età degli indi- quindi sugli altri individui della specie, i quali
vidui presenti in autunno ed inverno. ripiegano in aree marginali formando gruppi
Come già noto gli individui adulti, ed in parti- meno numerosi. È anche presumibile che la
colare i maschi, occupano, durante lo sverna- “forza del gruppo” per il Fischione sia un fatto-
mento, le zone migliori. Dall’analisi effettuata re molto importante: più il branco è numeroso
sui carnieri è possibile notare come vi sia una più gli individui che lo compongono possono
preponderanza di maschi (64 % del totale), e in alimentarsi e riposarsi al meglio.
particolare di maschi adulti (40% del totale). Si osservano piccoli spostamenti quotidiani tra
Femmine adulte e giovani circa si equivalgo- i vari siti presenti all’interno dell’area di studio.
no (dati: stagioni venatorie 2006-07, 2007-08, Vi sono, infatti, valli utilizzate prettamente per
2008-09 e 2009-10; mesi: da ottobre a genna- l’alimentazione, ed altre, invece, che rappre-
io ; n° campioni = 588 individui). sentano per la specie anche punti di aggrega-
È inoltre possibile notare come il peso dei sog- zione e riposo diurno.
getti vada aumentando con il passare dei mesi. L’affezione dei branchi a determinate valli è
L’analisi effettuata su 335 individui, di due determinata da due fattori principali: la tran-
annate venatorie distinte, ha mostrato come quillità e la presenza di cospicue fonti alimen-
da ottobre a gennaio vi sia un incremento tari (in primis praterie sommerse, determinate
ponderale, con progressivo passaggio da una dalla più o meno efficace gestione valliva di
media di 733,6 gr ad oltre 815. Tale fenomeno ogni sito); molte valli, difatti, praticano una
potrebbe essere dovuto sia ad un arrivo pro- gestione volta a far sostare nel primo autunno
38 Le specie

Grafico 10:
Fischione: 25000
media annuale
di individui censiti
suddivisi per aree
20000

15000

10000

5000

0
media media media media media media media media
2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10

Totale Valli di Porto Viro Totale Valli di Porto Tolle

la maggior quantità di anatidi e folaghe pos- dall’uomo, utilizzo del territorio in maniera
sibile, i quali trasmettono poi ai branchi di complessa e differenziata ovvero con zone
fischioni in arrivo un segnale di appetibilità ottime per la pastura ma poco sicure (laghi
del sito, e li inducono a fermarsi. Questi primi troppo chiusi o troppo vicini alle lagune o con
branchi di fischioni in sosta attirano durante profondità non ideali) e zone sia di alimenta-
l’autunno sempre più soggetti, fino a formare zione che adatte al riposo (grandi laghi con
i grandi gruppi svernanti. La gestione valliva, barene appropriate).
quindi, mira a “fermare” il maggior numero In nord Europa utilizza le piane tidali per ali-
di fischioni a fine estate, fatto che garantisce mentarsi, seguendo il ciclo delle maree, non-
poi una buona presenza della specie durante ché prati anche nell’interno. Tali abitudini
l’inverno seguente. Questo meccanismo aggre- alimentari non vengono rilevate nel Delta del
gativo attuato dalla specie starebbe alla base Po, anche se tipiche della specie. L’assenza
della spiegazione di alcuni fenomeni che si dal complesso lagunare del Delta è da attri-
osservano nelle valli. Di anno in anno, difatti, buire a due fattori principali, ovvero il depau-
si osserva come alcuni siti mantengano buona peramento di parte delle praterie sommerse di
presenza della specie, mentre altri la perda- fanerogame, e l’attività venatoria non conge-
no, senza alcun apparente motivo di cam- niale ai ritmi della specie. È stato recentemen-
biamento ambientale. Valli che storicamente te dimostrato come gli zostereti lagunari, pur
hanno ospitato grandi branchi della specie essendo la fonte alimentare principale per la
possono per alcuni anni perderli, a favore di specie, non vengano utilizzati se posti in zone
valli tradizionalmente meno interessanti per con attività venatoria intensa (Friuli Venezia-
il Fischione. Giulia, Guzzon et al., 2006); la chiusura della
caccia in alcuni settori lagunari ha avuto come
Nel Delta è usuale che i branchi si alimentino effetto l’immediato sfruttamento massiccio
durante la notte e sino all’alba in determinati delle praterie sommerse; nei settori con attività
laghi, ed entro la prima metà del mattino si venatoria di 5 giorni alla settimana tali praterie
spostino nei punti di aggregazione. In letteratu- sono state sfruttate molto meno, e solo in ora-
ra è noto, sia per l’Italia che per l’estero, come rio notturno.
la specie si alimenti di notte dove particolar- Da notare inoltre come nel gennaio 2002, in
mente disturbata dall’attività venatoria. Per la concomitanza della temporanea sospensione
zona valliva del Delta è presumibile, invece, dell’attività venatoria nel Delta a causa del
che l’effettuazione di fasi di alimentazione sia gelo, siano stati censiti 25.000 individui nella
diurne che notturne sia dovuta ad un insieme Laguna di Barbamarco (Porto Tolle), zona in
di fattori: alta concentrazione di individui pre- cui la specie non è mai stata rilevata nell’ul-
senti, orari artificiali di pasturazione indotti timo decennio durante i mesi di caccia (Bon
Le anatre selvatiche del Delta 39

et al., 2005). Tutte le lagune vengono infatti sa (30 indd., 1997). Per quanto riguarda l’area
disertate dalla specie, pur essendo confinanti d’indagine, dal 2002 la specie è stata rilevata
con le valli che ospitano decine di migliaia di in ambiente lagunare solo in tre occasioni (1,
esemplari; ne risulta quindi che un ambiente 6 ed 8 individui), due delle quali nel mese di
idoneo per la specie non viene utilizzato per febbraio, ovvero dopo la chiusura dell’attività
fattori antropici limitanti. Ad esempio, dai dati venatoria.
dei censimenti di gennaio dell’intero Delta
(1997-2003) il Fischione è stato rilevato nelle Scarsamente utilizzate le valli di Rosolina (pic-
lagune, oltre che in quella di Barbamarco nel coli branchi presenti perlopiù nelle valli Moro-
2002, in quella del Basson (2 indd., 2001) e sina, Segà e Passarella).
nell’Isola della Batteria ove la caccia è preclu-

Distribuzione
del Fischione nelle Valli
di Porto Viro
e Porto Tolle, mesi di
novembre, dicembre
e gennaio 2006
(giorni martedì,
mercoledì, giovedì)

Distribuzione
del Fischione
in giornata di attività
venatoria (sabato)
40 Le specie

Movimenti prevalenti
effettuati dai branchi
in giornata di silenzio
venatorio;
azzurro:
assembramenti
principali

L’attività venatoria, e la gestione ad essa col- Solitamente all’alba, all’inizio della giornata di
legata delle zone umide in questione, hanno, caccia, i fischioni si portano in gruppi nume-
quindi, un’influenza di prim’ordine nei con- rosi in mare, rientrando poi nel corso della
fronti della specie. I monitoraggi che vengono giornata, o addirittura i giorni seguenti. Alcu-
svolti dal 2002 mostrano come in giornate di ni gruppi tendono però a rimanere all’interno
scarsa o nulla attività venatoria in ambito val- delle Valli, solo in zone particolarmente tran-
livo la specie si distribuisca per l’89% degli quille, poste all’interno delle oasi o sufficien-
individui all’interno dei laghi da caccia, men- temente lontane dagli appostamenti, oppure
tre solo per il 11% all’interno di zone fluviali si concentrano all’interno delle valli che non
e vallive precluse all’attività venatoria. Questo sono in attività in quella specifica giornata.
comportamento può essere spiegato da alcuni
fattori: Come detto, il litorale antistante il Delta viene
- la specie frequenta soprattutto i laghi aper- notevolmente utilizzato dalla specie. La pre-
ti salmastri, solitamente posti al di fuori dei senza di fischioni in mare è rilevata già in
confini delle oasi; il Parco, infatti, interessa autunno (fine settembre). Tutta la costa viene
soprattutto i rami del Po, habitat poco idoneo utilizzata (dalla foce dell’Adige alla foce del
per la specie; Po di Tolle), ma in particolare il tratto com-
- determinati laghi da caccia vallivi vengono preso tra la foce del Po di Maistra e quella
appositamente gestiti per supportare i contin- della Busa Dritta di Pila, ovvero esattamente
genti di fischioni (livelli idrici, salinità, fane- di fronte alle Valli di Porto Tolle. È comune in
rogame sommerse, pasturazione artificiale); inverno osservare branchi di alcune migliaia
- la specie usa come sistema difensivo, anche di individui, ma sono state rilevate concen-
dall’attività venatoria, la fuga in mare. trazioni ben maggiori (22.195 indd., genna-
Interessante comunque notare come la quota io 2003; oltre 22.000 indd., dicembre 2007;
d’individui presenti all’interno delle zone ad 20.000 indd., dicembre 2008). Tale fenomeno
oasi resti costante nel corso degli anni, con- è noto anche per la provincia di Venezia e per
trariamente a quanto avviene, invece, presso il Friuli-Venezia Giulia, nonché per il Delta del
i laghi da caccia, ove si nota un incremento. Rodano in Francia. Questo comportamento è
da attribuirsi primariamente al disturbo causa-
Durante le giornate di massima attività venato- to dall’attività venatoria, come rilevato da altri
ria (sabato) solo un’esigua parte degli individui autori e dallo stesso mondo venatorio; non
permane all’interno dell’area lagunare-valliva. è legato alle condizioni meteorologiche, in
Le anatre selvatiche del Delta 41

quanto viene osservato anche durante le gior- pratica una pianificazione venatoria specifica
nate di mare mosso. A conferma di ciò si nota per questa specie prevedono caccia a partire
come in autunno con il passare delle settimane da metà ottobre, a volte a settimane alterne,
il mare viene utilizzato in maniera sempre più con fornitura di alimentazione di soccorso
evidente, con apice di utilizzo in pieno inver- anche per tutto il mese di febbraio.
no, ovvero con condizioni di permanenza in Nel Delta veneto il Fischione, pur essendo
mare sfavorevoli. l’Anatide più numeroso, è la terza specie più
prelevata, dopo Germano reale ed Alzavola,
Aspetto caratteristico della specie nel Delta e rappresenta circa 1/5 delle anatre abbattute.
veneto è la frequentazione di una golena del I dati disponibili mostrano un aumento pro-
Po di Maistra. Tale sito, chiamato golena Car- gressivo dei capi prelevati, legato all’effettivo
pano, ha acque profonde e dolci, abbondante aumento fatto registrare dalla specie nell’area.
vegetazione sulle sponde, ovvero un ambiente In ambiente vallivo, ad esempio, si è passati da
non tipico per la specie; è posto a breve distan- una media annuale di 3.163 individui abbattu-
za dai complessi vallivi e viene utilizzato da ti (anni 1987-93), a 4.612 (1996-99) (aumento
dicembre a febbraio come area di rifugio alter- registrato soprattutto nelle valli di Porto Viro),
nativa al mare. a 6.001 (2000-04). L’analisi di tre annate vena-
Tale frequentazione è iniziata ad alcuni anni torie in ambiente lagunare (2002-03, 2003-
dalla chiusura di tutti i rami del Po all’attività 04, 2007-08. Sorrenti et al.) ha portato ad una
venatoria (1997), con apice registrato nel gen- stima molto simile (media di 6.152 soggetti).
naio 2006 (6.510 indd.). Si può affermare, quindi, che attualmente il
prelievo per l’area del Delta sia superiore ai
Prelievo venatorio, 12.000 individui, e verosimilmente anche
gestione e conservazione maggiore, dato l’aumento costante che la spe-
cie mostra.
Il Fischione è sempre stata una delle anatre più Analizzando la fenologia del prelievo, si può
ricercate dal punto di vista venatorio, e quindi osservare come all’aumentare progressivo dei
la sua gestione risulta di rilevanza sociale oltre fischioni nell’autunno aumenti anche il prelie-
che ambientale. La caccia a questa specie in vo. Questo, però, non vale più dopo novembre,
ambiente vallivo viene esercitata in particolare quando all’aumento dei contingenti censiti cala
a partire da ottobre, mentre si evita di effet- progressivamente il quantitativo dei soggetti
tuarla in settembre, al fine di non allontanare i abbattuti. Tale fenomeno può essere spiegato
primi branchi in sosta, che hanno la funzione con i comportamenti che la specie assume: la
di attrarre quelli in migrazione. I siti in cui si popolazione prettamente svernante, cioè, si

Grafico 11:
Valli Andamento del prelievo
Lagune del Fischione
35000
(dati EPS; ACMA)

30000

25000

20000

15000

10000

5000

0
settembre ottobre novembre dicembre gennaio
42 Le specie

abitua alla pressione venatoria, mettendo in Il Fischione forma abitualmente branchi mono-
atto strategie di difesa (ad es. spiccato pendola- specifici, o in associazione primariamente con
rismo con il litorale). Durante il passo, invece, i Mestolone e Codone; si associa in alcuni siti
contingenti sono più spaesati, ed è maggiore la con i branchi di folaghe. All’interno dei grup-
presenza di giovani dell’anno inesperti. pi di fischioni, inoltre, non è inusuale trovare
Il carniere giornaliero effettuato nei confronti alcuni individui di altre specie di Anatidi, tra
della specie può essere di notevole entità, con cui Germano reale, Alzavola, Volpoca e Cana-
quantità superiori a 300 individui prelevati in piglia, e di Marangone minore. Completamente
una singola valle. non sovrapponibili invece i siti frequentati dalla
specie rispetto a quelli delle anatre tuffatrici
Abitudini e comportamento (esclusa la golena Carpano del Po di Maistra).
Gli individui feriti o debilitati vengono abi-
La forte gregarietà della specie la porta nell’area tualmente predati dal Falco di palude (Cir-
a formare folti assembramenti, costituiti anche cus aeruginosus) e dal Gabbiano reale (Larus
da 30.000 esemplari insieme; inusuale infatti michahellis), come già osservato in passato
l’osservazione in periodo invernale di singoli (Martorelli, 1931), anche in mare, nella misu-
individui o gruppi inferiori ad alcune centina- ra complessiva giornaliera per l’area stimata in
ia. Gli episodi di maggior concentrazione sono alcuni individui. Sono state fatte osservazioni
stati osservati il 28 dicembre 2009 in Valle di attività predatoria del Pellegrino (Falco pere-
Ripiego (29.075 individui), il 22 gennaio 2010 grinus) nei confronti dei branchi.
in Valle Moraro (29.054 indd.) ed il 26 ottobre Nell’area del Delta sono stati osservati indivi-
2010 in Valle Ripiego (33.638 indd.). In tali dui ibridi e con aberrazioni cromatiche. Esiste
occasioni è risultata una densità compresa tra un dato storico di ibrido di Fischione x Codo-
77 e 97 individui ad ettaro. ne (Arrigoni, 1929), mentre recentemente un
La misura media dei branchi è costituita da ibrido maschio adulto di Fischione x Germano
almeno 500-1.000 esemplari. Tali concentrazio- reale è stato catturato in valle Ripiego. Sempre
ni non erano usuali fino ad una quindicina d’an- nel medesimo sito un individuo parzialmen-
ni fa, quando il massimo registrato in Italia era te albino è stato fotografato il 2 gennaio 2007
di 15.000 individui (Utmar in Brichetti, 1992). (F. Piccolo).

Lago di Valle S. Carlo


adatto alla specie
(foto A. De Poli)
Le anatre selvatiche del Delta 43

Laghi aperti di valle,


tipici per l’alimentazione
della specie; nella foto
è possibile notare
le praterie di
fanerogame sommerse;
Valle Ripiego
(foto E. Verza)

Barene di valle ottimali


per la sosta
del Fischione;
Valle S. Leonardo
(foto E. Verza)
44 Le specie

GERMANO REALE (Anas platyrhynchos)


Linnaeus, 1758
Il Germano reale è l’Anatide più diffuso da un decennio, in espansione verso l’interno
nell’area d’indagine, in quanto specie adat- della provincia di Rovigo.
tabile e plastica. È infatti possibile trovarlo in
tutte le tipologie di zone umide: dal mare, agli Alla fine dell’800 era descritta come specie
scanni, ai bonelli di foce, ai laghi di valle, alle “Comune, sedentaria e nidificante. Abbonda
golene del Po, alla rete di scolo tra i campi. nell’inverno” (Dal Fiume, 1896). Pure Labia
(1936) la considerava nell’area specie stazio-
Fenologia, popolazione e trend naria e nidificante, ma anche di passo tra la
seconda metà di agosto e la metà di novem-
In provincia di Rovigo è specie presente tutto bre, e la seconda metà di febbraio e la prima
l’anno, essendo nidificante, migratore e sver- di marzo. Secondo il Giglioli (1886) “giunge
nante. Una parte della popolazione è stan- fra noi in ottobre e novembre, anche prima,
ziale. La maggior parte degli individui risulta e riparte diretto al nord in febbraio e marzo”.
presumibilmente ibridata con la forma dome- L’ibridazione della forma selvatica con quella
stica. La popolazione nidificante nel Delta allevata ha portato negli ultimi decenni a cam-
veneto, stimabile attualmente in 700 – 1.500 biamenti sia morfologici che comportamentali.
coppie, risulta aumentata rispetto a quanto L’ibridazione è stata causata sia dalle massicce
noto per la seconda metà del ‘900, e, almeno immissioni di individui a scopo di ripopola-

Germano
reale maschio
(foto L. Hlasek)
Le anatre selvatiche del Delta 45

mento, effettuate nel Delta per molti anni con su 61 individui inanellati nella Laguna inferio-
migliaia di soggetti ed ancora praticate in altre re di Venezia (Valle Morosina - Ghebo storto
parti del Veneto e d’Italia, sia dalla presenza anni 2008-10), quattro sono stati ricatturati, e
di individui domestici in stato di semilibertà o di questi tre nel raggio di 10 km mentre uno a
sfuggiti alla cattività. La grande diffusione dei 54 km di distanza (L. Sattin, com. pers.).
“germani reali” domestici era già stata docu- Una certa quota di germani compie però
mentata dal Naccari (1823) per l’area costiera spostamenti più ampi, ed una parte di questi
del Veneto (“È moltiplicata, specialmente pres- anche di notevole entità. Proprio quest’ultima
so tutti i villici, per uso commestibile. Ve ne frazione, migratrice su lungo raggio, pare con-
sono moltissime varietà, essendo i suoi colori servi ancora le caratteristiche fisiche origina-
variatissimi. “); la capillare diffusione di varietà rie. Tale parte di individui è però difficilmente
locali (tra cui ad es. la Germanata veneta o la stimabile. Questi individui provengono da un
Mignon) hanno consentito un continuo flusso ampio areale che comprende l’Europa centrale
di geni domestici nella popolazione selvatica. ed orientale e le repubbliche ex-sovietiche. In
Attualmente sono circa 5.000 i germani reali primavera si nota lungo le coste Alto adriatiche
domestici detenuti nel Delta ad uso di richia- un flusso di individui provenienti dal Mediter-
mo da caccia (“anare da sògo”), molti dei quali raneo occidentale e diretti ad est (Spina & Vol-
ogni anno vengono rilasciati in natura a fine poni, 2008).
caccia o fuggono. Il Germano reale è una specie che presenta
I cambiamenti più evidenti osservati nel Ger- difficoltà di rilievo. Difatti, la sua attitudine a
mano a causa dell’ibridazione riguardano nascondersi tra la vegetazione acquatica (da
la spiccata stanzializzazione degli individui cui il vecchio nome latino “Anas boscas”) fa
coinvolti. La forma originaria era specie pro- si che sicuramente una parte dei contingenti
babilmente con due sub-popolazioni a livello non venga censita, provocando come effetto
locale, ovvero una semi-stanziale nidifican-
Sponda degradante
te, ed una prettamente migratrice; la frazione
adatta alla specie;
svernante giungeva tipicamente con i primi Valle S. Carlo
veri freddi di novembre e dicembre, ed era (foto E. Verza)
quindi di probabile origine centro ed est euro-
pea. Arrigoni (1929) citava l’arrivo in Veneto di
germani di piccole dimensioni (detti “mazorìni
morèti”) durante gli inverni più rigidi. Attual-
mente le fonti venatorie locali attestano la
cattura di questi “masorìni di S. Andrea” nella Barene con tamerici in
ambiente vallivo adatte
quantità di pochi soggetti all’anno, a fronte di
alla sosta della specie;
oltre 20.000 capi abbattuti. Tali germani pre- Valle S. Leonardo
sentano caratteristiche fisiche differenti, tra cui (foto E. Verza)
soprattutto un diverso rapporto di lunghezza
tronco / collo ed un peso decisamente minore
(meno di 1 kg a fronte di 1, 273 kg di media
degli individui attualmente presenti nel Delta;
media riferita a 658 individui pesati per il
periodo 2006-10).
Anche il comportamento a livello locale ha
subito modifiche: l’ibridazione ha prodotto
minor timore nei confronti dell’uomo (coppie
nidificanti possono essere oggi osservate anche
in ambito urbano).
È presumibile che, oggi, la maggior parte dei
germani presenti nel Delta sia stanziale, o
comunque si sposti all’interno della Pianura
Padana. Questa ipotesi è confermata ed esem-
pio da recenti campagne di inanellamento
effettuate lungo la costa Alto Adriatica. Difatti
46 Le specie

una sottostima nei dati. Tale fenomeno è par- massimo svernamento ma spesso già di movi-
ticolarmente acuto nel primo autunno, men- menti pre-migratori (in particolare nella secon-
tre va diminuendo con l’avanzare del freddo, da metà del mese – Spina & Volponi, 2008).
momento in cui i branchi tendono a stare mag- A febbraio la quantità di germani cala bru-
giormente nei laghi aperti. scamente, in quanto le coppie tendono già a
Va tenuto conto, quindi, che la popolazione disperdersi preparandosi alla riproduzione,
realmente presente, in sosta, è sicuramente più con calo progressivo dei soggetti contati nel
numerosa di quanto qui presentato. corso della primavera.
Durante il periodo d’indagine per ben sette
Per tutto il periodo autunno-invernale la spe- volte è stata superata la soglia dei 15.000 indi-
cie è presente con una popolazione numerica- vidui, ed in particolare: 22.510 (gennaio 2003),
mente piuttosto stabile, mediamente di poco 17.381 (settembre 2003), 15.984 (dicembre
superiore alle 10.000 unità, con apici in set- 2005), 17.181 (ottobre 2006), 20.496 (genna-
tembre, presumibilmente per l’arrivo nell’area io 2007), 18.930 (settembre 2009) e 17.240
di molti giovani, e in gennaio, momento di (ottobre 2009).

Grafico 12: Agosto-febbraio:


Germano reale, media 2002-10
Delta centrale Marzo-aprile: 16.000
media 2007-10
agosto (2) 9.526 14.000

settembre (1) 10.259


12.000
settembre (2) 13.885
ottobre (1) 10.445 10.000

ottobre (2) 11.318


8.000
novembre (1) 9.059
novembre (2) 11.725 6.000

dicembre (1) 9.129 4.000


dicembre (2) 9.788
gennaio 13.545 2.000

febbraio (1) 5.606 0


febbraio (2) 2.467
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marzo (1) 1.271


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marzo (2) 1.146


aprile (1) 1.109
aprile (2) 855

Grafico 13: Totale


Censimenti IWC provincia
di metà gennaio 1978 408
relativi all’intera
1981 3200
provincia di Rovigo 30000
1983 814
(dati: ISPRA;
1984 6.689
Provincia di Rovigo)
1985 492 25000
1988 4386
1989 3.590
20000
1993 3.222
1997 4.222
15000
1998 6.009
1999 5.549
2000 12.312 10000
2001 7.717
2002 16.416 5000
2003 26.836
2004 14.512
0
2005 11.581
78
81
83
84
85
88
89
93
97
98
99
00
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10

2006 11.694
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20

2007 23.600
2008 15.691
2009 19246
2010 16112
Le anatre selvatiche del Delta 47

Considerando le otto annate di conteggi, il In ambiente fluviale frequenta soprattutto le


trend della media annuale d’individui censiti golene con abbondante vegetazione sulle
mostra come la specie possa definirsi stabile. sponde; importanti per la specie il Po di Mai-
L’analisi del solo censimento di gennaio (inte- stra ed il Po di Venezia. È inoltre possibile
ra provincia di Rovigo) mostra, invece, come incontrarlo tra la vegetazione alofila del retro
la specie sia andata progressivamente aumen- scanno, dove spesso nidifica, nonché nei can-
tando, in particolare a partire dal 2000. Per il neti di foce, come quelli della Batteria o della
periodo 1999-03, difatti, il Delta veneto è con- foce del Po di Maistra. Il mare viene utilizza-
siderato zona d’importanza internazionale per to come zona di sosta durante le giornate di
il Germano reale, in accordo con i criteri della intensa attività venatoria.
Convenzione di Ramsar. La specie mostra comportamenti stagionali dif-
ferenziati: in periodo riproduttivo, infatti, tende
Utilizzo del territorio, preferenze a disperdersi su tutto il territorio, nidificando
ambientali ed abitudini alimentari tipicamente nelle golene e nella rete di scolo
delle campagne. In questo periodo le valli sono
Tra gli Anatidi del Delta, è la specie più adat- spesso utilizzate come zone di alimentazione,
tabile in fatto di scelta dell’habitat, e di conse- con pendolarismo tra queste e le campagne
guenza quella diffusa in maniera più capillare. coltivate prospicienti. Dopo la riproduzione i
germani reali iniziano a concentrarsi all’interno
In ambito vallivo, la specie tende a frequentare delle valli, in particolare a partire da luglio, in
maggiormente le zone ad acqua bassa e dolce, concomitanza anche con l’inizio della pastu-
associandosi quindi spesso con l’Alzavola e razione valliva. Durante tutto il periodo caldo
la Canapiglia. I siti con le maggiori concen- la specie è attiva soprattutto durante le prime
trazioni mostrano presenza di laghi dotati di ore del giorno, rifugiandosi poi all’ombra tra
canneto e barene con tamerici, ottimali per la la vegetazione. Col raffreddarsi della stagione,
sosta soprattutto durante la stagione più calda. il Germano reale tende a rimanere più a lungo
Tali preferenze ambientali erano già note per presso i laghi aperti. Con l’inizio dell’attività
l’area del Delta: Labia nel 1936 affermava che venatoria, poi, si sposta all’interno delle oasi
“…nelle valli preferisce i laghi interni e fra le vallive e nei rami del Po, alimentandosi presso
valli quelle cosiddette di “canna” in vicinanza i laghi da caccia soprattutto durante la notte.
delle risaie”. In generale, la specie è favorita dalla dolcifica-
Le valli con le maggiori concentrazioni sono, zione in atto di alcuni settori vallivi.
difatti, le quattro di Porto Tolle, la Canocchio- Tra tutte le specie è quella che frequenta mag-
ne-Moraro e la Sacchetta. Molto utilizzate giormente gli ambiti lagunari durante il perio-
anche le peschiere dismesse. Un ambiente do venatorio, anche se il numero di soggetti
piuttosto raro, ma molto apprezzato dalla spe- censiti durante il giorno in questi ambienti è
cie, è rappresentato dai giuncheti, presenti inferiore all’1% del totale dei soggetti contati.
soprattutto in Valle Sacchetta. Tende a nascon- La presenza all’interno delle lagune dell’area
dersi tra la vegetazione, e quindi a frequentare d’indagine aumenta a partire da metà gennaio
i laghi più piccoli e nascosti, soprattutto per la e per tutta la primavera.
sosta. In periodo tardo estivo-autunnale, difatti,
è possibile trovarlo al centro dei grandi laghi La media annuale di dati mostra come vi
alle prime ore del mattino, mentre già verso le sia una predilezione della specie per le valli
ore 9 scompare all’ombra. di Porto Tolle (45% degli individui censiti)
rispetto a quelle di Porto Viro (34%); meno
Media 2003-10,
Delta centrale
importante risulta il bacino vallivo di Rosoli-
Valle Ca’ Zuliani 20% na, mentre i rami del Po rivestono una discreta
Valle Ripiego 12% importanza per la specie (12%).
Valle Sacchetta 12%
Valle Chiusa 10%
Per quanto riguarda l’utilizzo del territorio, si
Valle Canocchione 9%
Po di Maistra 9%
nota come nell’autunno l’utilizzo dei laghi di
Valle S.Carlo 7% caccia sia preponderante, mentre con il pas-
Dati Valle Moraro 4% sare delle settimane la popolazione vada con-
agosto-febbraio Po (Romea/Ca’ Venier) 4% centrandosi nelle zone a Parco (ad esempio in
48 Le specie

Po di Maistra), sia come risposta alla pressione Dal punto di vista alimentare la specie è note-
venatoria, sia, forse, per l’arrivo di svernanti volmente eclettica. Per quanto osservato pres-
già avvezzi a tale comportamento. In media, il so l’area di studio, si nota come le praterie di
Parco ospita il 42% dei soggetti contati. fanerogame sommerse rivestano in valle gran-
Durante le giornate di massima attività vena- de importanza per la specie; in estate anche
toria nelle valli, la specie attua vari compor- le zone cerealicole sono molto utilizzate. La
tamenti difensivi, tra cui spostarsi in mare, pasturazione di valle, inoltre, è particolarmen-
spostarsi nei rami del Po, o rimanere in valle te appetita dal Germano reale.
nelle parti ad oasi.

Grafico 14:
Utilizzo del territorio, Totale Valli di Porto Viro e Porto Tolle
Delta centrale Totale rami del Po
(periodo 2002-10) 16000

14000

12000

10000

8000

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Grafico 15:
Presenza del Germano
reale nelle zone 14000
di caccia e a Parco Zone protette
Zone di caccia
(periodo 2002-10)
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di

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Le anatre selvatiche del Delta 49

Prelievo venatorio,
gestione e conservazione

Il Germano reale è la specie più importante dal


punto di vista venatorio, ovvero quella più pre-
levata; costituisce, difatti, il grosso del carniere,
ed in alcuni siti del Delta la sua quasi totalità.
Viene tipicamente cacciato nelle prime set-
timane di attività venatoria. Difatti per molti
anni è stato cacciato in “pre-apertura”, ovvero
sin dai primi di settembre, e sia per l’autunno
2009 che 2010 è stata l’unica specie legalmen-
te cacciabile prima dell’1 di ottobre.
Con il passare delle settimane, soprattutto in
ambiente vallivo, il numero di capi abbattu-
ti diminuisce progressivamente, a fronte però
di una presenza costante della specie. Questo
può essere spiegato osservando il grafico di
utilizzo delle zone ad oasi: è presumibile che
a seguito della pressione venatoria i germani si
spostino in zone più sicure, e cambino i com- Laghetto con canneto
portamenti alimentari, divenendo quindi meno in ambiente vallivo
vulnerabili. genericamente
adatto alla specie;
È la specie più prelevata: costituisce, difatti, Valle S. Carlo
oltre 1/3 del carniere sia in zona lagunare che (foto A. De Poli)
valliva, ed è prelevata circa in egual misura tra
i due ambiti. Analizzando i dati di prelievo a
partire dalla fine degli anni ’80, si nota come
all’aumentare della presenza della specie vi
sia stato un incremento nel numero di capi Laghetto vallivo
prelevati, con stima per il periodo 2000-04 di con giunchi
adatto alla specie;
circa 25.000 germani reali prelevati all’anno
Valle Sacchetta
nell’area del Delta veneto. (foto E. Verza)

Grafico 16:
Andamento mensile
5000 del prelievo
del Germano reale
4500 nelle valli (EPS)

4000

3500

3000

2500

2000

1500

1000

500

0
settembre ottobre novembre dicembre gennaio
50 Le specie

La caccia a questa specie ha ripercussioni sulla facile osservare gruppi di soli maschi, costitu-
gestione degli ambienti vallivi. Per attrarre la iti anche da centinaia di soggetti, in quanto il
specie, difatti, vengono preparati laghi con maschio abbandona la femmina durante l’in-
acque il più possibile dolci, con vegetazione cubazione. Il resto dell’anno, invece, si osserva
sulle sponde (tamerici e canneto), e presen- quasi sempre in coppie, che unendosi possono
za di barene utili alla sosta. Diversi tratti di formare stormi di centinaia o migliaia di indi-
peschiere dismesse vengono utilizzati proprio vidui, fino addirittura ad oltre 14.000 insieme.
come aree di rifugio per attrarre la specie. In Più spesso, però, si mescola con tutte le altre
primavera, inoltre, alcune zone particolar- specie di anatidi e con la Folaga. Tipicamen-
mente adatte alla sua riproduzione vengono te tra i germani troviamo la Canapiglia, molto
poco frequentate al fine di favorire la presenza simile dal punto di vista ecologico, ed anche
delle coppie, fatto che garantisce tranquillità l’Alzavola, con la quale condivide la predile-
anche a molte altre specie di uccelli acquatici. zione per le acque dolci e boscate. Caratteristi-
Lo stesso dicasi per i mesi di luglio ed agosto, ca della specie è la sua capacità di diffondersi
durante i quali la necessità di far sostare i ger- in maniera capillare nel territorio: ecco quindi
mani reali (che attraggono poi le altre specie che il Germano può involarsi da un fosso tra i
in transito) fa si che ampi tratti vallivi non ven- campi, o dal folto del canneto, o dalle salicor-
gano praticamente frequentati dall’uomo, con nie di una barena.
grande benefici per tutta la fauna. Nel Delta sono stati osservati comportamenti
predatori nei confronti della specie da parte
Il Germano reale non presenta particolari del Pellegrino (Falco peregrinus) ed in mare da
problematiche di conservazione, proprio gra- parte del Gabbiano reale (Larus michahellis);
zie alla sua adattabilità. Un fatto importante individui debilitati e pulli sono catturati dai
riguarda l’ibridazione con le anatre domesti- Corvidi, dal Falco di palude (Cyrcus aerugino-
che, che rischia di far perdere l’identità stessa sus) e dal Gabbiano reale. Femmine al nido e
della forma originaria. giovani sono inoltre predati dalla Volpe (Vul-
pes vulpes).
Abitudini e comportamento Nell’area vengono comunemente osserva-
ti individui con colorazioni aberrate, presu-
È specie territoriale in primavera. Il periodo mibilmente per la mescolanza con le anatre
riproduttivo è molto dilatato, andando infatti domestiche.
già da marzo sino a luglio inoltrato. In estate è
Le anatre selvatiche del Delta 51

ALZAVOLA (Anas crecca) - Linnaeus, 1758


L’Alzavola è, nell’area d’indagine, Anatide definiva anatra che “abbonda nell’inverno e
diffuso capillarmente, date le sue abitudini a nelle epoche del passo”, ed anche Labia (1936)
frequentare zone umide anche di ridottissime la annoverava tra gli uccelli di valle comuni.
dimensioni.
Recenti studi (Spina & Volponi, 2008) mostra-
Fenologia, popolazione e trend no come il Delta sia un crocevia di popola-
zioni provenienti da vaste parti del continente
In provincia di Rovigo è specie migratrice europeo. In Alto Adriatico giungono in autun-
regolare e svernante regolare. In periodo esti- no sia individui della popolazione nidificante
vo è presente con pochi individui estivanti, nell’area del Mar Baltico, sia individui pro-
e nell’ultimo decennio si ritiene possa avere venienti dalle coste del Mare del Nord (Gran
nidificato in maniera sporadica all’interno Bretagna e Paesi Bassi), nonché molti individui
delle valli di Porto Tolle. Per il maggio e giu- dalla Camargue francese. Soprattutto in inver-
gno degli ultimi anni (2007-09), ad esempio, è no si osserva l’afflusso in Veneto di alzavole
stata segnalata nelle valli Chiusa, S. Carlo e Ca’ provenienti da una vasta area rappresentata
Zuliani con un totale di 1 – 7 individui. In pas- da tutta l’Europa centro-settentrionale. Già in
sato, invece, era definita per l’area “stazionaria gennaio, però, la specie inizia i movimenti di
e nidificante” in Polesine (Dal Fiume, 1896), e ritorno ai quartieri di nidificazione, ad esempio
nidificante in scarso numero in Veneto (Arri- con passaggio sulla nostra area di molte alza-
goni, 1929). vole in arrivo dalla costa francese del Mediter-
raneo. Tale flusso di alzavole in spostamento,
È una specie da sempre comune nell’area del molto marcato poi in febbraio e marzo, è costi- Alzavola maschio
Delta. Dal Fiume alla fine dell’Ottocento la tuito da individui che sono diretti in Europa (foto M. Piacentino)
52 Le specie

nord-orientale, fino alla Russia e alla Siberia cui fenologia mensile spesso non è sovrapponi-
occidentale. bile alla fenologia di censimento. Le difficoltà
In inverno è noto come la specie possa com- di quantificazione della specie sono aggravate
piere continui spostamenti lungo la costa alto dal comportamento della medesima, che tende
adriatica, ad esempio tra il Delta veneto e la a frequentare luoghi riparati, quali i canneti, di
Laguna di Venezia. La grande popolazione difficile monitoraggio.
svernante nel veneziano, difatti, influenza Si può quindi affermare che la presenza della
positivamente quella di minore entità presente specie nell’area sia piuttosto variabile di anno
nel rodigino. in anno, a seconda del flusso di migratori pre-
È quindi molto probabile che in periodo senti, e che i dati qui riportati risultino una sot-
autunno-invernale nel Delta sia presente una tostima del contingente in sosta.
popolazione stabile svernante, alla quale si Nonostante ciò, alcuni tratti generali di com-
sovrappongono molte altre in transito o breve portamento emergono dall’analisi effettua-
sosta. Tale popolazione stabile, costituita in ta per l’area di studio del Delta centrale. I
gergo venatorio da “osèi fàti”, ovvero poco primi sparuti gruppi di alzavole compaiono
propensi a spostarsi, è testimoniata dai dati di nella prima parte di agosto (ad es: 9 indd.
censimento, ed è costituita da poche miglia- 11/08/2009). L’Alzavola ha due picchi di pre-
ia di esemplari. Il flusso di individui in tran- senza: uno nel primo autunno, in particolare in
sito, invece, è costituito da un numero ben settembre (4.705 indd., settembre 2006; 5.507
maggiore di soggetti, ed è documentato dal indd., settembre 2009), con buona presenza
ritrovamento nei carnieri di individui “nòvi” già a fine agosto in alcune annate (3.255 indd.,
o “novèi”, ovvero appena giunti, caratteriz- agosto 2006); un secondo picco in gennaio,
zati da minor grasso sottocutaneo e dal tipico ma generalmente inferiore al primo come
alone rossastro presente sulle parti inferiori del quantità di soggetti registrati (apice: 3.471
corpo. La presenza di tali soggetti è eviden- indd., gennaio 2008). Tra fine febbraio e la
te durante tutto il periodo venatorio, quindi prima metà di marzo si registra un aumento,
anche in pieno inverno. con calo progressivo fino alla scomparsa della
La quantificazione numerica della popola- specie entro aprile.
zione in transito mediante i censimenti risul- Sia l’analisi dei dati di metà gennaio per l’inte-
ta inefficace soprattutto per questa specie. La ra provincia che quella dei valori ottenuti dalla
presenza media censita, difatti, mostra una media annuale di individui censiti nell’area
popolazione autunnale di circa 2.000 soggetti, d’indagine, mostrano come la specie effettui
ed una invernale ancora inferiore. È probabi- fluttuazioni periodiche, volte in generale ad un
le, invece, che in autunno il turn-over degli progressivo aumento numerico.
individui in sosta sia molto elevato. Tale fatto Per quanto riguarda l’area d’indagine, dal 2002
sarebbe dimostrato dall’analisi dei carnieri, la la specie è stata censita con più di 3.000 indi-

Grafico 17: Agosto-febbraio:


Alzavola, Delta centrale media 2002-10
Marzo-aprile:
3.000
media 2007-10
agosto (2) 1.293
2.500
settembre (1) 2.209
settembre (2) 2.440
2.000
ottobre (1) 2.006
ottobre (2) 2.169
1.500
novembre (1) 1.254
novembre (2) 1.898
1.000
dicembre (1) 1.601
dicembre (2) 1.293
500
gennaio 2.626
febbraio (1) 1.136
0
febbraio (2) 793
)

)
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marzo (1) 736


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marzo (2) 599


aprile (1) 107
aprile (2) 6
Le anatre selvatiche del Delta 53

Grafico 18:
Valli Andamento del prelievo
Lagune di Alzavola nelle valli
2.000 e nelle lagune
(EPS; ACMA)
1.800

1.600

1.400

1.200

1.000

800

600

400

200

0
settembre ottobre novembre dicembre gennaio

Grafico 19:
Media annuale
3500 di alzavole censite,
Delta centrale
3000

2500

2000

1500

1000

500

0
2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10

Totale Grafico 20:


provincia Censimenti IWC
7.000 di metà gennaio
1984 2.374
1988 4.024
relativi all’intera
6.000 provincia di Rovigo
1989 1.533
(dati: ISPRA;
1997 364
5.000 Provincia di Rovigo)
1998 1.067
1999 1.113
4.000
2000 827
2001 1.331
3.000
2002 5.132
2003 3.430
2.000
2004 621
2005 1.697
1.000
2006 3.343
2007 2.651
0
2008 6.343
84

88

89

97

98

99

00

01

02

03

04

05

06

07

08

09

10

2009 3.198
19

19

19

19

19

19

20

20

20

20

20

20

20

20

20

20

20

2010 5.382
54 Le specie

vidui in 13 occasioni, con apici di 4.705 indd. I rami del Po sono una componente molto
(settembre 2006), 5.507 (settembre 2009), importante per la specie, utilizzati soprattutto
7.713 (novembre 2009) e 6.155 (dicembre come area di rifugio e riposo.
2009). Spesso durante la notte le alzavole abban-
donano le valli per nutrirsi sui bassi fondali
Utilizzo del territorio, preferenze lagunari. Le lagune, durante il giorno, vengo-
ambientali ed abitudini alimentari no però disertate, come dimostrato dai dati di
censimento (meno dell’1% delle segnalazio-
Come ben noto l’Alzavola predilige le acque ni totali). Tale comportamento è evidente, in
basse e dolci. Date le sue dimensioni e biolo- inverno, anche per il Delta meridionale ove
gia, è in grado di utilizzare anche zone umide non sono presenti valli, area posta al di fuori
di ridottissime estensioni, tra cui fossi e canali dell’area d’indagine: i branchi che durante il
tra i campi (soprattutto durante la migrazio- giorno sostano nei canneti di foce e nei rami
ne), maceri e stagni. Tipicamente ama le zone del Po, aree perlopiù inserite all’interno del
umide ricche di vegetazione, utilizzando, Parco, durante la notte e sino all’alba si spar-
infatti, golene del Po orlate di canneti (ad es. pagliano nelle lagune, nella rete scolante delle
a Ca’ Cornera), boschi igrofili del Po di Mai- campagne e nei laghetti da caccia delle azien-
stra, canneti di valle ricchi di piccoli chiari, de faunistico-venatorie terriere.
peschiere e canaletti di valle, canneti soggetti La specie si rifugia in mare, già da settembre,
a marea posti alle foci del Po (ad. es. Batteria durante le giornate di attività venatoria, anche
e Burcio). con condizioni di mare mosso.
Ampi tratti delle valli sono dedicati alla spe-
cie, ed appositamente gestiti. Predilige picco- La media annuale delle presenze mostra come
li laghi, protetti dal canneto ed anche dalle le valli di Porto Tolle assommino la maggior
tamerici, meglio se con barene spoglie nel parte degli individui censiti (56%), seguite
mezzo dove sostare e scaldarsi al sole in inver- dalle valli di Porto Viro (27%) e dai rami del
no. Ogni valle, solitamente, ha almeno uno di Po (15%). Difatti i primi due siti per frequenza
questi piccoli laghi, posto in una zona tran- di alzavole censite sono le valli Ca’ Zuliani e
quilla, dove far sostare le alzavole. Ripiego, grazie alle loro porzioni di canneto
Queste sue caratteristiche sono note da sem- e di acque dolci. In particolare in Valle Ca’
pre, come evidenziato da Labia (1936): “prefe- Zuliani sono stati censiti numeri ragguardevo-
riscono anch’esse come i germani i laghi poco li di individui (5.620 indd. il 25/11/09; oltre
profondi ed “imbarenati”. 8.000 indd., dicembre 2010).

Grafico 21:
Presenza dell’Alzavola
nelle zone di caccia 3000
e a Parco Zone protette
Zone di caccia
2500

2000

1500

1000

500

0
)

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no

no

di

di
se

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Le anatre selvatiche del Delta 55

Le valli di Rosolina risultano meno frequentate dicembre, quando la maggior parte degli indi-
(1% delle segnalazioni); tra queste Valle Moro- vidui viene censita all’interno delle zone pre-
sina risulta la più adatta grazie anche alle sue cluse all’attività venatoria. Per tutto l’autunno
cospicue porzioni di canneto. Tali valli, in pas- la specie frequenta in maniera preponderante
sato, erano di maggior interesse per la specie, i laghi da caccia delle valli. Queste abitudi-
e ciò è dimostrato sia dai dati di prelievo sia ni sono confermate dall’analisi temporale del
dai censimenti effettuati negli anni ’80 e ’90 prelievo venatorio.
del Novecento.
Prelievo venatorio,
Media 2003-10, gestione e conservazione
Delta centrale
Valle Ca’ Zuliani 36% L’Alzavola è sempre stata specie di grande
Valle Ripiego 10%
interesse venatorio, e per essa grandi sforzi
Po di Maistra 9%
Primi 10 Valle Sacchetta 8%
gestionali vengono fatti in ambiente vallivo.
siti per Valle Canocchione 7% Una delle maggiori problematiche in campo
frequenza Valle S.Carlo 6% venatorio è sempre stata quella che relativa-
di individui
Valle Baglioncina 5% mente pochi individui restano in maniera stabi-
censiti (dati
Po (Romea/Ca’ Venier) 4%
periodo le nell’autunno e nell’inverno, a favore invece
Valle Chiusa 4%
agosto- di grandi contingenti in semplice spostamento.
Valle Ca’ Pisani 4%
febbraio)
Poche, cioè, sono le alzavole che frequentano
le valli del Delta in maniera duratura, come
Nel complesso la specie utilizza le zone a avviene, invece, per il Fischione o altre specie.
Parco in maniera non rilevante (23% delle Golene del Po
Il prelievo nei confronti della specie mostra
di Maistra con ambiente
segnalazioni). Tali aree diventano importanti un andamento piuttosto irregolare, differente tipico per la specie
per la frazione svernante, ovvero a partire da di anno in anno, influenzato in primis dall’an- (foto E. Verza)
56 Le specie

damento della migrazione. Come già detto, il ne dei rami del Po all’attività venatoria, fatto
grosso degli individui prelevati appartiene alla che le permette di avere zone tranquille di
frazione in spostamento, più che a quella sver- sosta in periodo invernale. In Po di Maistra, ad
nante. esempio, il numero d’individui censiti a metà
Nel Delta veneto il carniere della specie è gennaio è passato da 1 nel 1997 a 2.379 nel
attualmente attestato tra il 20 ed il 30 % del 2003.
cacciato, e solitamente superiore ai 10.000 La popolazione svernante nell’area potrebbe
individui. essere decisamente incrementata con la crea-
Considerando il periodo 1987-1999 risulta zione di piccole zone umide ad acqua bassa in
una netta preponderanza del bacino vallivo di ambiente agrario, come dimostrato ad esempio
Porto Viro (50% dei capi abbattuti) rispetto a in Emilia-Romagna (Modena, Bologna).
Porto Tolle (27%) e Rosolina (23%).
Dati più recenti evidenziano come vi siano dif- Abitudini e comportamento
ferenze anche evidenti tra un’annata e l’altra, e
che il carniere in ambito lagunare sia più ele- È specie gregaria, in grado di formare assem-
vato di quello vallivo. bramenti anche di alcune migliaia di soggetti.
Più tipicamente nell’area deltizia può essere
La specie sta beneficiando della dolcificazione incontrata in branchi monospecifici di 100 o
di alcuni settori vallivi, nonché della preclusio- 200 individui, che eseguono rapide evoluzio-
ni a volo radente sui canneti. Frequentemente,
Chiaro tra
e soprattutto al passo, si muove anche in pic-
i canneti di foce
(foto A. Bocchi) coli gruppi o singoli esemplari. In primavera
e a fine estate si mescola tipicamente con la
Marzaiola, con la quale condivide abitudini
ed habitat. Si associa spesso con il Germano
reale. Di notte, il richiamo dei maschi è uno
dei suoni più caratteristici delle paludi del
Delta.

Tipico ambiente
vallivo con canneto,
ottimale per la sosta
della specie;
Valle Ca’ Pisani
(foto E. Verza)
Le anatre selvatiche del Delta 57

MESTOLONE (Anas clypeata) - Linnaeus, 1758


Il Mestolone è specie dalle abitudini regola-
ri, tanto da poter essere preso come esempio
descrittivo di alcuni tipici comportamenti di
fenologia ed utilizzo del territorio degli Anatidi.

Nel Delta è specie che può essere incontrata


durante tutto l’arco dell’anno, in quanto è nidi-
ficante regolare, anche se in scarso numero,
migratore regolare e svernante regolare.
I primi eventi riproduttivi osservati in Italia
risalgono agli anni ’70 del Novecento, anche
se il Naccari (1823) asseriva che “nidifica nei
così detti Canneti di Levante, Maistra, Tolle”,
ovvero proprio nel Delta veneto. Attualmente
la specie nidifica nel rodigino con poche cop-
pie, quasi tutte concentrate all’interno delle
valli di Porto Tolle; il 2009 è stato anno parti-
colarmente favorevole, con una popolazione
massima di 14 coppie nidificanti. La riprodu-
zione avviene all’interno dei complessi vallivi
su barene presso laghi salmastri o tra i canneti
delle zone più dolci.

Alla fine dell’Ottocento Dal Fiume scriveva del


Mestolone: “invernale, abbonda nelle epoche
del passo. Mostrasi anche ai primi di luglio”.
Anche secondo Labia (1936) la specie arrive-
rebbe nel Delta a partire dalla seconda decade
di luglio. Raggruppamenti di alcune decine
o centinaia di individui vengono attualmente
osservati ai primi di agosto, presumibilmente
costatiti sia da individui in spostamento migra-
torio che di origine locale.

L’Alto Adriatico, compresa quindi l’area del


Delta, è interessato, in autunno, dall’arrivo di
contingenti provenienti da vaste aree dall’Eu-
ropa centro-settentrionale e della Russia. La
nostra zona, in generale, è crocevia di diverse
popolazioni di Mestolone in transito attraver-
so il Paleartico occidentale. Anche per questa
specie, così come per il Codone, si ipotizza
una strategia migratoria ad arco attraverso l’Eu-
ropa (Spina & Volponi, 2008).

Mestolone maschio
adulto (foto R. Sauli)
58 Le specie

Grafico 22: Agosto-febbraio:


Mestolone, media 2002-10
Delta centrale Marzo-aprile: 8.000
media 2007-10
agosto (2) 691 7.000

settembre (1) 2.230 6.000


settembre (2) 2.880
ottobre (1) 4.665 5.000

ottobre (2) 6.133 4.000


novembre (1) 7.156
novembre (2) 6.249 3.000

dicembre (1) 5.984 2.000


dicembre (2) 6.309
gennaio 5.477 1.000

febbraio (1) 4.718


0
febbraio (2) 3.571

)
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marzo (1) 2.513

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marzo (2) 2.086

no

no

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se

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aprile (1) 576
aprile (2) 43

Grafico 23:
Utilizzo del territorio, Valli
Delta centrale Rami del Po
8000

7000

6000

5000

4000

3000

2000

1000

0
o
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fe
no

no

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di
se

se

Grafico 24: Totale


Censimenti IWC provincia 12000
di metà gennaio 1983 876
relativi all’intera
1984 762
provincia di Rovigo 10000
1997 2.049
(dati: ISPRA;
1998 2.692
Provincia di Rovigo) 8000
1999 1.286
2000 1.565
2001 3.370 6000
2002 3.689
2003 1.517 4000
2004 4.631
2005 5.254
2000
2006 5.278
2007 5.636
2008 11.836 0
83

84

97

98

99

00

01

02

03

04

05

06

07

08

09

10

2009 3.700
19

19

19

19

19

20

20

20

20

20

20

20

20

20

20

20

2010 6.198
Le anatre selvatiche del Delta 59

La fenologia del Mestolone risulta molto chia- In marzo ed aprile il transito della specie si fa
ra e regolare, con un aumento costante del veloce, con rapido esaurirsi dei contingenti
numero di soggetti contati a partire da fine censiti.
agosto sino a novembre, momento di massima Dal 2002 per dieci volte sono stati contati con-
presenza della specie, con una popolazione temporaneamente più di 8.000 soggetti, con
di circa 6-7.000 esemplari presenti. Il numero apice di 11.834 nel gennaio 2008 e 11.868 nel
di soggetti cala poi progressivamente. Que- novembre 2004.
sto andamento è dovuto al comportamento
migratorio della specie, che transita nell’area Il Mestolone è specie in aumento nell’area
con intensità sempre maggiore mano a mano del Delta. Tale trend è osservabile soprattutto
che ci si avvicina a novembre; in tale perio- considerando i dati dei censimenti di gennaio,
do i mestoloni si concentrano presso i grandi che hanno fatto registrare recentemente una
laghi di valle; a dicembre giungono nell’area popolazione di almeno 5.000 soggetti svernan-
i mestoloni svernanti, che si vanno invece a ti, pari circa ad ¼ dell’intera popolazione ita-
posizionare in maniera significativa in Po di liana. Meno marcato l’incremento registrabile
Golena Carpano
Maistra, mostrando quindi un comportamento con la media annuale dei dati, presumibilmen- in Po di Maistra
differente. te più assoggettato a fluttuazioni. (foto E. Verza)
60 Le specie

Grafico 25:
Media annuale
dei dati di censimento, 7000
Delta centrale

6000

5000

4000

3000

2000

1000

0
2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10

La metà dei soggetti censiti (49%) viene rileva-


ta all’interno delle valli di Porto Tolle, essendo
infatti Valle Ca’ Zuliani il sito più importante
per la specie nel Delta veneto, come confer-
mato sin dagli anni ’80 del Novecento (Zanetti,
1987); a seguire troviamo le valli di Porto Viro
(36% delle segnalazioni), con Valle Ca’ Pisani
come sito prioritario; altre valli importanti per
la specie risultano poi essere Ripiego, Canoc-
chione-Moraro e Chiusa. Il Po di Maistra è il
terzo sito per importanza all’interno dell’area
di studio.
Le valli di Rosolina ospitano una frazione non
significativa della popolazione, con la presen-
za in particolare di poche decine o centinaia
di soggetti in Valle Morosina.

Durante le giornate di attività venatoria la spe-


cie tende a rifugiarsi all’interno delle oasi val-
live (ad esempio delle valli più ampie come
Ca’ Zuliani e Ca’ Pisani) o nei rami del Po,
in particolare all’interno della golena centrale
del Po di Maistra (detta “Carpano”). Il litorale
viene frequentato in maniera irregolare (mas-
simo registrato: 1.241 indd., 27/11/10). La
presenza all’interno del Po di Maistra, come
detto, diviene significativa in inverno, quando
la zona è utilizzata come quotidiana area di
rimessa diurna, con presenza stabile tra dicem-
bre e febbraio di branchi compresi tra 1.000
e 3.000 soggetti (numero massimo registrato:
5.781 indd., 22/1/10).
In generale quasi un terzo dei mestoloni (27%)
viene censito all’interno delle aree a Parco.
Le anatre selvatiche del Delta 61

Il prelievo venatorio, in ambiente vallivo, te 2000-03, 2003-04, 2007-08. Sorrenti). Pur


segue la fenologia della specie, con apice nel con notevoli differenze tra una stagione vena-
mese di novembre. In tale contesto si nota toria e l’altra, si può affermare che attualmente
un incremento dei capi abbattuti dal periodo il prelievo nel Delta sia di circa 1.700 capi.
1987-93 (media: 683 indd. all’anno) al triennio
1996-99 (1.202 indd.) (Benà & Rallo, 2006); Al di fuori del periodo riproduttivo la specie
attualmente il prelievo si attesta intorno ai è piuttosto gregaria. Difatti viene quasi sem-
1.000 individui (2000-04). Si notano comun- pre censita in branchi, sia monospecifici che
que differenze interannuali anche marcate in associazione soprattutto con il Fischione,
nel numero di capi prelevati, sia nelle valli che possono raggiungere dimensioni notevoli
che nelle lagune. Il prelievo medio osservato (massimo registrato: 6.431 indd. in Valle Ca’
in ambito lagunare è di 687 individui (anna- Zuliani, 13/12/2006).

Branco di mestoloni
in Valle Ca’ Zuliani
(foto E. Verza)
62 Le specie

MORIGLIONE (Aythya ferina) - Linnaeus, 1758


Il Moriglione è specie che ha subito lungo la nell’inverno e nelle epoche del passo” (Dal
costa alto-adriatica un calo significativo. Nel Fiume, 1896). Arrigoni (1929) lo considerava
Delta veneto, infatti, era una delle specie più “abbondantissimo nell’Estuario Veneto”, pre-
importanti, con una popolazione svernante sente dal 15 settembre al 15 aprile, e talora
nel dopoguerra stimabile in diverse migliaia di anche in agosto.
esemplari. Attualmente è specie di secondaria È specie di recente insediamento come nidi-
importanza per l’ambiente deltizio. Tuttavia, ficante.
ha esigenze ecologiche ben definite, fatto che Fonti vallive confermano una grande presen-
la rende un utile indicatore per quanto riguar- za della specie nel Dopoguerra, con diverse
da la gestione delle zone umide. migliaia di individui. Tale florida situazione
pare sia continuata fino agli anni ’70 del Nove-
Fenologia, popolazione e trend cento.

In provincia di Rovigo è specie presente tutto Gli individui che giungono nel Delta in autun-
l’anno, essendo nidificante regolare, migrato- no ed inverno fanno parte della popolazione
re regolare e svernante regolare. La popola- che nidifica nell’Europa centro-meridionale,
zione nidificante è in discreto aumento, ed nel Baltico meridionale, nella Russia e Sibe-
è attualmente stimata in 60-100 coppie (anni ria meridionali, in Kazakhstan, costituita da 1
2007-10). milione di individui (Spina & Volponi, 2008.
Derek et al. 1996). Alcune ricatture effettuate
In passato il Delta veneto era un’area a grande in Alto Adriatico rivelano la provenienza anche
Moriglione maschio vocazione ambientale per il Moriglione. Alla di soggetti nidificanti in Andalusia. Ricatture
(foto R. Sauli) fine dell’800 era considerato “abbondante di individui inanellati mostrano, però, come vi
Le anatre selvatiche del Delta 63

sia un frequente collegamento tra la popola- profondi e non visibili, come ad esempio nel
zione svernante nei laghi Svizzeri e il Delta del settore settentrionale di Valle Sacchetta. Tale
Po. Tale movimento è osservato soprattutto in comportamento, unitamente all’esiguità della
inverno, ed è imputabile a spostamenti tempo- popolazione presente, può aver portato in
ranei compiuti dalla popolazione svernante in alcune occasioni a sottostime. È quindi proba-
Europa occidentale in momenti di particolari bile che in inverno la popolazione si avvicini
condizioni climatiche. In inverno, quindi, il più ai 2.000 soggetti che ai 1.000.
Delta si trova in una zona di sovrapposizione
tra le due sub-popolazioni. A partire dal 2002 le occasioni in cui sono stati
censiti più di 2.000 individui contemporanea-
Per la zona d’indagine, la media delle presen- mente sono andate progressivamente calando.
ze dal 2002 al 2010 evidenzia un trend espo- Inoltre, in sole 4 occasioni sono stati censiti
nenziale a partire dal mese di agosto fino al più di 3.000 individui, e comunque prima
tardo inverno. Il numero di soggetti contati a del 2006 (record di 3.744 indd. nell’ottobre
fine agosto (alcune centinaia) è plausibile con 2005). La media annuale di presenze mostra,
la somma dei riproduttori e della loro prole del infatti, una situazione di decremento a partire
Delta veneto; non si esclude, però, che già in dal 2002. I dati relativi al solo censimento di
quel mese giungano qui individui in sposta- gennaio, effettuato in tutta l’area del Delta, a
mento migratorio. partire dagli anni ’80 del Novecento, mostrano
Da fine ottobre la specie viene regolarmente una situazione di lieve decremento, con evi-
segnalata con una popolazione compresa tra denti fluttuazioni.
1.000 e 2.000 individui. In ottobre e novembre Utilizzando il test statistico di Spearman (Fow-
risulta in maniera abbastanza evidente il pas- ler & Cohen, 2002), si nota come i valori medi
saggio di contingenti in spostamento, che ten- annuali di presenza (periodo 2002-10) mostri-
dono a frequentare siti diversi rispetto a quanto no un netto calo, mentre i dati di svernamento
fanno i soggetti nidificanti e prettamente sver- mostrino una generale stabilità. È quindi pro-
nanti. Tale flusso è confermato dall’aumento babile che l’esigua popolazione svernante sia
di individui nei carnieri, ed è evidentemente stabile negli anni e in grado di sopportare i fat-
costituito anche da molti soggetti che transi- tori limitanti presenti a livello locale, mentre
tano senza sostare, non rilevabili quindi con i la popolazione che transita soprattutto durante
censimenti. l’autunno stia andando incontro ad un depau-
Si deve tener presente che non sempre risul- peramento. Per meglio comprendere queste
ta possibile rilevare gli effettivi contingenti in dinamiche è comunque necessaria una serie
ambiente vallivo, in quanto spesso questi ten- maggiore di dati.
dono a formare gruppi localizzati in laghetti

Agosto-febbraio:
media 2002-10
Grafico 26:
Marzo-aprile:
Moriglione,
media 2007-10 1.800 Delta centrale
agosto (2) 298 1.600
settembre (1) 623
1.400
settembre (2) 960
ottobre (1) 781 1.200

ottobre (2) 1.365 1.000


novembre (1) 1.145
800
novembre (2) 1.337
dicembre (1) 1.111 600

dicembre (2) 1.089 400


gennaio 1.274
200
febbraio (1) 1.599
febbraio (2) 1.141 0
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di
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aprile (1) 44
aprile (2) 47
64 Le specie

Grafico 27:
Media annuale 1800
di moriglioni censiti,
1600
Delta centrale
1400

1200

1000

800

600

400

200

0
2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10

Grafico 28:
y = -155,89x + 313697 Serie1
Test di Spearman R2 = 0,6235 Lineare (Serie1)
1800

1600

1400

1200

1000

800

600

400

200

0
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Grafico 29: Totale


Censimenti IWC provincia
di metà gennaio 1983 816
relativi all’intera
1984 3294 4000
provincia di Rovigo
1985 1520
(dati: ISPRA; 3500
1988 2322
Provincia di Rovigo)
1989 872
3000
1993 1.150
1997 600
2500
1998 412
1999 515 2000
2000 757
2001 1.198 1500
2002 1.801
2003 1.000 1000
2004 3.551
500
2005 2.298
2006 839
0
2007 617
83
84
85
88
89
93
97
98
99
00
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10

2008 817
19
19
19
19
19
19
19
19
19
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20

2009 297
2010 1.301
Le anatre selvatiche del Delta 65

Utilizzo del territorio, preferenze bassa, dolce, e ricca di vegetazione, ospita la


ambientali ed abitudini alimentari specie soprattutto al passo primaverile (225
indd., 9/3/2003). Recenti trasformazioni, però,
Caratteristica della specie è la necessità di pare abbiano radicalmente compromesso il
disporre di acque relativamente profonde e sito.
preferibilmente dolci. Nel Delta veneto, a In ambiente lagunare è piuttosto scarso, anche
causa della subsidenza e della gestione valliva, se alcuni individui vengono segnalati all’inter-
tali condizioni sono soddisfatte in poche zone, no dell’Isola di Batteria e Burcio, abbastanza
con conseguente scarsa presenza della specie. dolce. Frequenta il mare durante le giornate
Nelle valli frequenta i laghi più dolci e con di caccia.
canneto sulle sponde, o comunque con ricca Al di fuori dell’area d’indagine, ovvero a sud
vegetazione acquatica. Può essere trovato sia del Po di Venezia, individui in sosta o svernan-
in laghetti piccoli e boscosi, sia nel mezzo di ti sono piuttosto scarsi.
ampi specchi acquei, come già osservato da Gregario in periodo non riproduttivo, duran-
Labia (1936): “preferisce laghi aperti delle te la nidificazione si disperde maggiormente,
valli”. Soprattutto in passato, la gestione dei andando a nidificare anche in zone marginali,
laghi vallivi per il Moriglione prevedeva la quali le peschiere con canneto, grazie anche
presenza in particolare della pianta acquatica all’innalzamento del livello idrico operato dai
Potamogeton pectinatus, principale fonte ali- gestori delle valli in primavera. Nidifica quasi
mentare per la specie (detta “grìsa da magàssi”). esclusivamente in ambiente vallivo.
Nel Po frequenta le golene più profonde, cir-
condate da canneto, ma non vi nidifica. In par- Per quanto riguarda i movimenti che i grup-
ticolare, in Po di Maistra la golena Carpano pi effettuano all’interno dell’area di studio, è
viene utilizzata da dicembre a febbraio, men- evidente come ci sia interscambio diretto tra
tre la golena di Ca’ Pisani nel tardo inverno ed le principali aree di sosta, ovvero valli Canoc-
in marzo. Le golene del Po di Venezia vedono chione e Sacchetta, Po di Maistra e Valle Ca’
la presenza della specie solo durante la migra- Zuliani. Osservando i dati, infatti, si nota come
zione primaverile, tranne l’ansa di Volta Vac- la presenza in uno dei tre siti escluda quasi
cari e l’incile del Po di Tolle (esclusi però dalla sempre la presenza negli altri due.
zona d’indagine), ove si riscontra regolare pre- Dal punto di vista dell’utilizzo spaziale
senza in periodo invernale. dell’area, a fine estate i gruppi sono presen-
Un ambiente che presenta caratteristiche ti esclusivamente nei settori vallivi; già a set-
idonee per la specie sono le vasche dell’ex- tembre la specie tende ad abbandonare Valle
zuccherificio di Porto Viro, in particolare per Canocchione, mentre a partire da fine novem-
la riproduzione. Tale sito, costituito da acqua bre inizia ad essere frequentato il Po. Le valli

Grafico 30:
Valli di Porto Viro e Porto Tolle
Utilizzo dell’area
Rami del Po
1600

1400

1200

1000

800

600

400

200

0
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66 Le specie

Sacchetta e Ca’ Zuliani restano un caposaldo Nel recente passato la specie mostrava, rispet-
per la specie durante tutto il periodo di stu- to ad oggi, un utilizzo del territorio differen-
dio. In inverno Valle Canocchione è utilizzata te sotto certi aspetti (Zanetti, 1987). Durante
quando si manifestano episodi di disturbo negli gli anni ’80 le valli meridionali di Rosolina
altri siti. Del tutto secondaria l’importanza delle erano ben più utilizzate, con presenza inver-
altre aree, con saltuaria presenza ad esempio nale di almeno alcune centinaia di indivi-
nelle valli S. Leonardo, Baglioncina e Ca’ Pisa- dui (valli Veniera, Sagreda, Pozzatini); nel
ni. Soprattutto a fine estate è possibile osservare bacino vallivo di Porto Viro, a fronte di una
gruppi di individui in tutte le valli di Porto Tolle. buona presenza nelle consuete valli Sacchet-
Sul lungo periodo si nota come la specie uti- ta e Canocchione, venivano osservati branchi
lizzi circa allo stesso modo il complesso valli- importanti anche presso le valli S. Leonardo
vo di Porto Viro (47% delle presenze) rispetto (1.500 indd., gennaio 1984), Ca’ Pisani e
a quello di Porto Tolle (53%). In generale il Bagliona. Le lagune risultavano ben più utiliz-
37% delle segnalazioni è comunque attribuito zate di oggi, in particolare la Sacca Cavallari,
al Po di Maistra, baricentro dell’areale della la Laguna di Barbamarco, e nel Delta meri-
specie (2.850 indd., 2/2/2004; 1.566 indd. dionale le sacche di Scardovari, Canarin e
il 7/12/2005). La rilevanza dei rami del Po, Basson. Nel gennaio 1985, grazie anche alle
difatti, potrebbe essere alla base della maggior condizioni climatiche particolarmente rigi-
vocazionalità del Delta per la specie rispetto de, nelle lagune e sacche del Delta venivano
ad esempio alla laguna di Venezia. censiti oltre 1.000 Moriglioni. Particolarmen-
Le valli di Rosolina hanno scarso valore per la te rilevante è sempre stata la laguna dell’Iso-
specie (1% delle segnalazioni); si nota però, la della Batteria, oggi frequentata in maniera
per questo settore, un progressivo incremento marginale; qui il calo di presenze è stato rela-
delle presenze in anni recenti, presumibilmen- tivamente recente, con passaggio da 582 indi-
te dovuto all’aumento della popolazione nidi- vidui del 1997 a 0 a partire dal 2002 (dati di
ficante. Qui la specie è regolarmente presente metà gennaio; Provincia di Rovigo). Questi
nelle valli Morosina e Passarella, e durante il cambiamenti possono essere dovuti ad un’in-
passo piccoli gruppi in sosta possono essere sieme di fattori, tra cui il cambio di gestione
osservati ad esempio in Valle Sagreda. Anche in alcune aree vallive e problemi ambientali e
la Vallesina di Albarella, in quanto bacino gestionali nelle lagune (danneggiamento delle
chiuso con acque fonde, viene periodicamen- praterie sommerse, cambiamenti nell’eserci-
te frequentata. zio dell’attività venatoria).

Principali siti di presenza


del Moriglione,
periodo agosto-febbraio
Le anatre selvatiche del Delta 67

È noto, infine, come la specie fosse ben pre- nata di caccia i branchi tendono sia a rifugiarsi
sente anche presso il bacino vallivo posto nelle oasi vallive, sia nei rami del Po, sia in
lungo la Sacca di Scardovari, oggi completa- mare. La frequentazione delle aree a Parco
mente bonificato. Una testimonianza fotogra- diventa prioritaria da novembre in poi, quan-
fica dell’area mostra, ad esempio, come in un do la popolazione svernante giunge nell’area,
carniere del 1937 il Moriglione rappresentasse scegliendo i siti più tranquilli. Durante il passo
il 27% dei capi abbattuti. autunnale, invece, i contingenti tendono ad
essere rilevati con maggior facilità nelle zone
Nonostante la situazione incerta, il Delta vene- di caccia delle valli.
to resta uno dei quattro siti più importanti per
la specie nella regione del Veneto. In ambito Prelievo venatorio,
non costiero va segnalata la parte meridionale gestione e conservazione
del Lago di Garda e il limitrofo Laghetto del
Frassino, area che negli ultimi quattro inverni Nel passato la specie aveva nel Delta veneto
ha ospitato una popolazione compresa tra 600 una rilevante importanza venatoria, in quanto
e 700 individui; tale sito si pone come proba- uno degli Anatidi più numerosi. I cambiamen-
bile snodo di passaggio dei soggetti che dai ti ambientali e gestionali, comportando una
laghi alpini giungono lungo la costa veneta. drastica diminuzione del Moriglione, hanno
Un’altra area importante per la specie sono provocato una perdita di interesse dal punto di
alcune valli della Laguna inferiore di Venezia, vista sia venatorio che gestionale. Nelle valli
in primis valli Morosina e Figheri, area che ha in cui è ancora presente è oggetto di specifica
recentemente visto un incremento della spe- attività venatoria, spesso nel mese di gennaio,
cie, con contingenti autunnali anche superiori ovvero quando la caccia alle altre specie di
ai 2.000 individui. Anatidi è ormai infruttuosa. La maggior parte
degli individui, però, viene prelevata durante
L’utilizzo delle zone precluse all’attività vena- il passo autunnale, e soprattutto in ambiente
toria è rilevante per la specie (76% delle osser- lagunare. Il prelievo annuo nelle valli è calato
vazioni). Questo sia per il fatto che molte zone da circa 800 individui per la fine degli anni
ambientalmente adatte si trovano all’interno ’80, agli attuali meno di 300.
delle aree protette, sia probabilmente per una Considerando il periodo 1987-1999 risulta
certa sensibilità al disturbo venatorio. In gior- una netta preponderanza del bacino vallivo

Grafico 31:
Presenza del Moriglione
1600 nelle zone di caccia
Zone protette e a Parco
Zone di caccia
1400

1200

1000

800

600

400

200

0
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68 Le specie

Grafico 32:
Andamento Valli
del prelievo mensile Lagune
del Moriglione
(EPS; ACMA)

settembre ottobre novembre dicembre gennaio

di Porto Viro (75% dei capi abbattuti) rispetto Abitudini e comportamento


a Rosolina (17%) e Porto Tolle (8%) (Rallo &
Benà, 2006). In periodo riproduttivo è territoriale, e quindi
Il prelievo annuo per il Delta veneto è stima- presente con coppie sparse, a volte raggruppa-
bile in circa 3.500 individui, ed in progressivo te in aree relativamente piccole (ad es. Valle
calo. Nelle valli, ad esempio, si è passati da Sacchetta). In tal periodo dell’anno frequen-
una media di 765 individui prelevati all’an- ta anche acque basse e relativamente saline,
no (annate 1987-93) a 267 (annate 2000-04); disertando completamente i rami del Po. In
presso le lagune, inoltre, il numero di mori- autunno ed inverno, invece, diventa spiccata-
glioni abbattuti è calato da 3.657 (2002-03) a mente gregario, formando sia branchi mono-
1.499 (2007-08). specifici, sia misti con altre anatre tuffatrici e
la Folaga, con le quali condivide la predilezio-
Il trend della specie è quantomeno fluttuan- ne per le acque più profonde. Tale comporta-
te. Tale andamento è da tenere nella massima mento era ben noto anche in passato, come
considerazione, in quanto è reale il rischio di descritto da Labia (1936): “…in grandi branchi
un depauperamento della popolazione delti- accomunandosi con le folaghe”.
zia. Speranze sono riposte nel positivo anda- Spesso vengono osservati gruppi costituiti
mento della frazione nidificante, ancora però esclusivamente o in maggior parte da maschi.
piuttosto limitata. Tale fenomeno è dovuto sia alla migrazione
Recenti esperimenti di gestione valliva effet- e svernamento a sessi separati che tipicamen-
tuati in provincia di Padova hanno portato te effettua la specie, sia al fatto che spesso il
ad un incremento della specie per il periodo maschio abbandona la femmina già durante la
autunno-invernale. Tali azioni hanno portato cova, con la costituzione di gruppetti da 5 a 15
alla creazione di laghi di valle appositamente maschi (fino ad oltre 30 nel Delta) nei mesi di
mantenuti in salinità e profondità delle acque. maggio, giugno e luglio.
Le recenti restrizioni in materia venatoria
(apertura della caccia al Moriglione all’1 otto-
bre; bando delle munizioni in piombo) devono
essere attentamente studiate al fine di com-
prenderne il reale effetto sulla specie.
Risulta, quindi, importante l’adozione di con-
crete azioni di conservazione, in particolare
riguardanti la gestione di alcuni settori vallivi.
Le anatre selvatiche del Delta 69

Ambiente di
riproduzione
del Moriglione
in Valle Chiusa
(foto E. Verza)

Valle Sacchetta:
area di riproduzione
del Moriglione
(foto E. Verza)

Golena del Po
di Maistra adatta
alla sosta della specie
(foto E. Verza)
70 Le specie

CIGNO REALE (Cygnus olor) - J. F. Gmelin, 1789


Il Cigno reale è specie, per il Delta, di recen- te nel numero di coppie, stimate per il 2010 in
te colonizzazione. Naccari (1823), difatti, lo 15-25 e destinate sicuramente ad aumentare.
considerava “rarissimo” lungo la costa vene- Nidifica all’interno di quasi tutte le valli del
ta, ed anche Dal Fiume (1896), per Rovigo, lo Delta, ed è stato registrato un caso di riprodu-
considerava di comparsa accidentale; Arrigoni zione anche in una golena del Po di Maistra.
(1929) lo riteneva in Italia “di doppio passo I dati dei censimenti effettuati dal 2002 mostra-
irregolare e raro”. no come il numero di soggetti presenti aumen-
La popolazione italiana si è formata grazie ti con il passare dei mesi, stabilizzandosi da
ad introduzioni effettuate a partire dalla zona novembre sopra i quaranta individui. Non è
alpina, con inizio in alto Adriatico dagli anni ancora chiara la provenienza dei soggetti pre-
‘80 (Spina & Volponi, 2008). senti in autunno ed inverno. Data l’esiguità del
Nel Delta veneto è presente tutto l’anno, con contingente del Delta, rispetto ad esempio alle
aumento di individui in periodo invernale. È popolazioni del resto del Veneto, e dato l’au-
presumibile che vi sia arrivo nell’area di sog- mento progressivo osservato di anno in anno, è
getti da altre parti del nord Italia e, forse, anche possibile che il grosso dei soggetti appartenga
dall’estero. È, infatti, dimostrato come da fine alla popolazione locale, pressoché stanziale.
ottobre in Alto Adriatico arrivino soggetti delle In primavera la specie mostra un progressivo
popolazioni dell’Europa orientale (Spina & aumento nei mesi di marzo ed aprile.
Volponi, 2008). Per l’area del Delta centrale, i dati dal 2002
Insediatosi come nidificante nel 2000, con mostrano come ben il 63% degli individui sia
Cigno reale 1 coppia in Valle Sacchetta (Fracasso et al., stato censito presso le valli di Porto Viro, in
(foto A. Tonelli) 2003), è andato aumentando progressivamen- particolare Sacchetta e Canocchione-Moraro,
Le anatre selvatiche del Delta 71

Cigno in cova in Po di Maistra


nell’aprile 2008 (foto L. Sattin)
72 Le specie

Grafico 33a: Agosto-febbraio:


Cigno reale, media 2002-10 50
Delta centrale agosto (2) 17 45

settembre (1) 12 40
35
settembre (2) 22
30
ottobre (1) 35
25
ottobre (2) 39 20
novembre (1) 43 15

novembre (2) 47 10
5
dicembre (1) 39
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dicembre (2) 46

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no
febbraio (1) 37

di

di
se

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febbraio (2) 43

Grafico 33b: Marzo-aprile:


Cigno reale, media 2007-10
100
90
Delta centrale febbraio (1) 50 80

febbraio (2) 68 70
60
marzo (1) 42
50
marzo (2) 51
40
aprile (1) 55 30
aprile (2) 88 20
10
0
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che rappresentano il centro dell’areale della oltre 100 dal 2009 (record: 121 indd., dicem-
specie nel Delta. Inferiore la quota presente bre 2009).
nelle valli di Porto Tolle (9%) e nei rami del Po Viene censito, inoltre, per il 78% nelle aree di
(2%); assente dalle lagune. Ben il 26% delle caccia, data la sua predilezione per i grandi
segnalazioni si riferisce alle valli di Rosolina, laghi di valle.
che risultano piuttosto importanti per la specie. Può essere osservato sia a coppie che in gruppi
Sia i dati del presente studio, sia quelli relativi anche di decine di individui. Per la riproduzio-
al mese di gennaio raccolti dal 1997, mostrano ne sceglie barene spoglie, anche al centro dei
un notevole incremento della specie (gennaio: laghi, oppure siti nascosti tra le canne. Alcuni
0 individui nel 1997, 133 nel 2010). All’inter- soggetti sono particolarmente confidenti, dato
no dell’area di studio (Delta centrale) il numero l’elevato grado di frequentazione che la specie
massimo di individui censiti in contemporanea ha nei confronti dell’uomo; nel 2009, ad esem-
è andato aumentando negli anni: oltre 40 dal pio, un individuo ha sostato per mesi all’inter-
2004, oltre 60 dal 2005, oltre 70 dal 2008, no dell’area portuale di Porto Levante.
Le anatre selvatiche del Delta 73

VOLPOCA (Tadorna tadorna) - Linnaeus, 1758


La Volpoca è specie gregaria, in aumento in ma già nidificante presso le Valli di Comac-
tutta l’area costiera alto adriatica. È legata bio- chio dal 1968.
logicamente agli ambienti salini e costieri. Suo Nel Delta attualmente è nidificante regolare,
ambiente d’elezione sono, quindi, le lagune, migratore regolare e svernante regolare.
gli scanni ed il litorale. È caratteristico osser- La popolazione nidificante nel rodigino, posta
varla sulla battigia, e a volte è possibile rilevar- completamente ad est della SS Romea, è pas-
ne folti assembramenti in mare aperto. sata da circa 10 coppie nel 1992-94 (Fasola,
1996), a 60-70 (Fracasso et al., 2003), alle
Nel passato era specie di comparsa acciden- attuali oltre 100. Si riproduce tra la vegeta-
tale. Naccari (1823), difatti, scriveva “si trova, zione alofila ed i detriti, principalmente nei
però di rado, da novembre fino tutto il marzo, retroscanni e sulle barene lagunari, e, con un
e specialmente nelle valli salse di Caleri, numero poco inferiore di coppie, tra le barene
Levante, Maistra, ecc..”; Dal Fiume (1896) la delle valli più salate.
considerava “di comparsa accidentale nelle
valli del Basso Polesine”, ed anche Arrigoni I movimenti che la specie compie nel Medi-
(1929) la riteneva “rara nelle grandi valli del terraneo sono ancora poco noti. È probabile
Veneto”. Durante la seconda metà del Nove- che le volpoche presenti in autunno ed inverno
cento è andata progressivamente aumentando, lungo le coste dell’Alto Adriatico siano in parte
insediandosi come nidificante in varie parti soggetti stanziali, mentre per la maggior parte
d’Italia (Brichetti & Fracasso, 2003): nel 1969 provenienti dall’Europa di sud-est, dal Mar
era considerata ancora assai scarsa (Toschi), ed Nero e dalle regioni poste ancora più ad est, Coppia di volpoche
ancora scarsa nel 1978 (Moltoni & Brichetti), tra cui il Kazachstan. È inoltre probabile che, (foto C. Galliani)
74 Le specie

durante gli inverni più freddi, giungano nel centrale vengono censite alcune centinaia di
Delta individui della popolazione che nidifi- soggetti sino a tutto ottobre. Da novembre il
ca lungo le coste nord-occidentali dell’Europa. numero aumenta notevolmente, presumibil-
Movimenti di portata inferiore sono stati osser- mente per l’arrivo nell’area di contingenti in
vati, tra cui spostamenti tra il Delta ravennate spostamento migratorio. Da fine novembre
e la Puglia, e un movimento estivo di volpoche a tutto gennaio la popolazione è stabilmente
italiane verso i grandi laghi dell’Europa centro- attestata oltre i 2.000 individui, che calano
orientale al fine di completare le fasi della muta poi rapidamente in febbraio. In marzo si ha un
(Spina & Volponi, 2008. Derek et al.1996). nuovo aumento, dovuto al probabile passaggio
dei soggetti migratori.
L’analisi dei dati raccolti dal 2002 mostra Nell’area di studio del Delta centrale, dal 2002
come la specie vada incontro ad un progres- per dieci volte è stata contata, contemporane-
sivo incremento durante l’autunno. In estate amente, una quantità di soggetti superiore alle
la maggior parte delle volpoche frequenta siti 3.000 unità, con apice nell’inverno 2009-10
del Delta posti al di fuori dell’area d’indagi- di 6.219, 7.571 e 8.466 individui nei tre cen-
ne, andandosi infatti a concentrare nelle lagu- simenti di dicembre e gennaio.
ne situate a sud del Po di Venezia. Nel Delta La media annuale delle volpoche censite nel

Grafico 34: Agosto-febbraio:


Volpoca, Delta centrale media 2002-10
Marzo-aprile: 3.500
media 2007-10
agosto (2) 168 3.000
settembre (1) 209
2.500
settembre (2) 298
ottobre (1) 539
2.000
ottobre (2) 512
novembre (1) 1.408 1.500
novembre (2) 2.191
dicembre (1) 2.351 1.000

dicembre (2) 2.765


500
gennaio 2.872
febbraio (1) 1.215 0
febbraio (2) 524
)

)
(2

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marzo (1) 969


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se

marzo (2) 871


aprile (1) 483
aprile (2) 381

Grafico 35:
Media annuale
di volpoche censite, 3500
Delta centrale
3000

2500

2000

1500

1000

500

0
2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10
Le anatre selvatiche del Delta 75

Sito di riproduzione
in ambiente lagunare
(foto E. Verza)

Sito di riproduzione
in ambiente vallivo;
Valle Pozzatini
(foto E. Verza)
76 Le specie

Delta centrale mostra un nettissimo incremen- Non sono inconsueti assembramenti superiori
to, paragonabile a quello registrato ai censi- alle 1.000 unità, come ad esempio osservato
menti di gennaio per l’area di tutto il Delta in Valle Ca’Pisani (2.147 indd., 13/11/09), in
(gennaio: 61 indd. nel 1997, 8.154 nel 2010). Isola della Batteria (1.800, 4/2/07) o in Valle
La specie viene tipicamente segnalata a coppie Ca’ Zuliani (4.810, 22/1/10).
o in branchi, anche di notevole entità. Questo
avviene sia in periodo autunno-invernale, sia Per quanto riguarda l’utilizzo spaziale
durante il periodo riproduttivo; esiste, infatti, dell’area, si nota una dualità di comportamen-
una certa frazione di sub-adulti non riprodut- to: in periodo riproduttivo ed estivo è mag-
tivi, ed anche gli adulti si riuniscono presso giormente concentrata in ambito lagunare, a
Gruppo di volpoche
in Valle Ca’ Zuliani siti comuni di alimentazione durante la nidi- partire dall’autunno, invece, si sposta all’inter-
(foto M. Piacentino) ficazione (ad es. valli Baglioncina e Chiusa). no delle valli. Questo comportamento è dovuto
Le anatre selvatiche del Delta 77

sia alla predilezione per gli scanni durante la Le valli maggiormente frequentate sono, in
fase riproduttiva, sia alla sensibilità al distur- ordine decrescente d’importanza, Ca’ Pisani,
bo venatorio. Nonostante ciò, ben il 96% delle Ca’ Zuliani, Canocchione, S. Carlo, Moraro,
volpoche risulta censito in aree di caccia; la Sacchetta e Ripiego. Del tutto marginale la
specie, similmente al Fischione, suole rifugiarsi presenza autunno-invernale presso le valli di
in mare durante le giornate di attività venatoria. Rosolina, che vedono una presenza media ad
Le lagune dell’area d’indagine vengono ogni censimento di poche decine di soggetti.
comunque evitate nel periodo agosto – genna- La predilezione della specie per le acque sali-
io (media compresa tra 0 e 24 individui cen- ne è dimostrata anche dalla sua frequentazione
siti), con deciso aumento di presenze dopo la del litorale, essendo difatti la seconda specie
chiusura della caccia (media di 82 individui più frequentemente contattata in mare. A que-
censiti nel mese di febbraio). sto proposito si riporta una delle segnalazioni
di maggior rilievo, ovvero il conteggio ad un
miglio nautico dalla costa, presso Boccasette,
di 740 individui il 5 dicembre 2007. Da segna-
lare anche i conteggi di 560 individui di fronte
allo Scanno Cavallari il 20 dicembre 2008 e
la recente osservazione di 1.014 esemplari nel
tratto di mare antistante l’area del Delta cen-
trale il 27 novembre 2010.
Viene censita di rado in ambito fluviale, tra cui
il tratto di Po posto ad ovest della SS Romea.

La specie è in deciso aumento, e quindi non


soffre di particolari fattori limitanti. L’aumento
del numero di coppie nidificanti sembra corre-
lato principalmente con la disponibilità di siti
adatti. Il disturbo venatorio indiretto in ambito
lagunare, nonché i casi di bracconaggio (pur-
troppo abbastanza frequenti), possono creare
interazioni negative localizzate.
Uno dei principali fattori limitanti per le cova-
te è rappresentato dal Gabbiano reale (Larus
michahellis) e, pare, dalla recente colonizza-
Ambienti litoranei
zione degli scanni da parte della Volpe (Vulpes frequentati dalla specie
vulpes). (foto E. Verza)
78 Le specie

CANAPIGLIA (Anas strepera) - Linnaeus, 1758


La Canapiglia è specie comune ma mai par-
ticolarmente numerosa. È difficile, infatti,
imbattersi in branchi superiori alle 100 unità;
più facile, invece, osservare coppie o piccoli
gruppetti, sovente in alimentazione in mezzo
ai germani reali.

Nel Delta veneto la specie è nidificante regola-


re, migratore regolare, svernante regolare.
Una frazione della popolazione potrebbe esse-
re sedentaria, mentre la maggior parte degli
individui è sicuramente di passo o svernante.
La popolazione nidificante, concentrata in pri-
mis nelle valli di Porto Tolle, risulta in aumen-
to, e costituita al momento da poco meno di
50 coppie. Nidifica, inoltre, nella zona dei
retro scanni.

Sembra non essere stata mai particolarmente


numerosa nel Delta veneto: Dal Fiume alla
fine dell’Ottocento la definiva “poco frequente
nell’inverno”, ed anche Labia (1936) la anno-
verava tra gli uccelli “meno comuni”, conside-
randola di passo con presenza sovrapponibile
a quella di Codone e Fischione. La nidificazio-
ne della specie, infatti, è attestata per la costa
Alto Adriatica solo a partire dagli anni ’70 del
Novecento.

I dati derivanti dall’inanellamento (Spina &


Volponi, 2008) mostrano come le canapiglie
che giungono in Alto Adriatico soprattutto
per lo svernamento provengano dall’Europa
centro-Orientale, in particolare da Germania,
Repubblica Ceca e area Baltica. Due soggetti
abbattuti all’interno dell’area di studio (1992
e 1994 – Po di Maistra e Valle S. Carlo) pro-
vengono, infatti, proprio da Repubblica Ceca
e Lettonia.

I dati di censimento mostrano come la spe-


cie, in autunno, sia presente prevalentemente
all’interno dei complessi vallivi, con contin-
genti in rapida migrazione o soggetti in disper-
sione post-riproduttiva; fino a metà novembre,
difatti, vengono censiti nel Delta centrale
mediamente meno di 200 soggetti. Da fine
novembre si assiste ad una maggior presenza

Canapiglia maschio
(foto A. Caldas)
Le anatre selvatiche del Delta 79

di individui censiti, corrispondenti anche al Le aree vallive di maggior presenza sono le


picco di abbattimenti. In dicembre e genna- valli Ca’ Zuliani, Ripiego, Sacchetta e Canoc-
io si ha il massimo di canapiglie censite, che chione. Le valli di Rosolina sono interessate
corrispondono all’insediamento nell’area dei in maniera marginale dalla presenza della spe-
contingenti svernanti. Difatti, proprio a parti- cie. Durante il passo primaverile è possibile
re da dicembre il grosso degli individui viene incontrarla anche in tutti gli ambiti lagunari,
contattato in Po di Maistra, a testimonianza frequentati solo a partire da febbraio.
delle differenti abitudini mostrate dalle varie In particolare per questa specie, il Po di Mai-
popolazioni che si susseguono tra l’autunno e stra risulta fondamentale. La presenza in que-
l’inverno. sto sito determina, infatti, che il grosso degli
La presenza primaverile è relativa a soggetti in individui sia censito all’interno delle aree di
transito pre-nuziale, con apice nella seconda non caccia, ove la specie si rifugia durante il
metà di marzo; in aprile i pochi soggetti con- giorno (72% dei soggetti censiti). La presenza
tattati si riferiscono presumibilmente già alle in questo ramo del Po è andata aumentando
coppie in nidificazione. sin dal 1997, presumibilmente per l’interdi-
Nel periodo 2002-10 per 12 volte sono stati zione dell’area all’attività venatoria (Bon et
censiti più di 1.000 individui, con massimo al., 2005).
registrato nel gennaio 2008 di 2.140 canapiglie.
Il prelievo nel Delta veneto è stimabile in 2.500
La media annuale di presenze (valori 2002-10) esemplari, in aumento rispetto al recente pas-
mostra una situazione di fluttuazione periodi- sato. In ambito vallivo il massimo del prelievo
ca, con risultato finale di stabilità. I dati del si registra nel mese di novembre, mentre nelle
solo mese di gennaio, invece, mostrano come lagune nel mese di dicembre. Alcune valli
la popolazione prettamente svernante sia in hanno adottato misure venatorie atte a favorire
aumento, anche se con differenze interannuali la presenza della Canapiglia, tra cui lo stop del
a volte marcate. prelievo per alcune annate al fine di incentiva-
re l’incremento e la fidelizzazione dei branchi.
È specie legata tendenzialmente alle zone La Canapiglia beneficia sicuramente delle ope-
ad acqua dolce e bassa. Come preferenze razioni di dolcificazione in corso presso ampi
ambientali è piuttosto simile al Germano reale, tratti vallivi, nonché della protezione dei tratti
con il quale, infatti, s’imbranca spesso. Prefe- fluviali.
risce i laghi di valle ed alcune golene del Po. Dal punto di vista comportamentale, sono stati
Queste abitudini erano già state osservate in osservati fenomeni di cleptorapassitismo della
passato: Labia scriveva che è “amante delle Canapiglia nei confronti della Folaga, con sot-
acque dolci entro terra, delle lagune e dei laghi trazione delle pianete acquatiche strappate dal
interni delle valli”. fondale durante l’alimentazione.

Agosto-febbraio: Grafico 36:


media 2002-10 Fenologia ed utilizzo
Rami del Po
Marzo-aprile: Valli e lagune
dell’area da parte
media 2007-10 1000 della Canapiglia,
agosto (2) 24 900
Delta centrale
settembre (1) 62 800
settembre (2) 158
700
ottobre (1) 97
600
ottobre (2) 124
novembre (1) 124 500

novembre (2) 404 400


dicembre (1) 606
300
dicembre (2) 812
200
gennaio 1.006
febbraio (1) 830 100

febbraio (2) 486 0


marzo (1) 47
)

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aprile (1) 10
aprile (2) 12
80 Le specie

Grafico 37: Totale


Censimenti IWC provincia 2.500
della Canapiglia 1984 445
di metà gennaio
1997 84
relativi all’intera 2.000
1998 28
provincia di Rovigo
1999 224
(dati: ISPRA,
2000 79 1.500
provincia di Rovigo)
2001 170
2002 153
2003 487 1.000
2004 952
2005 1.181
500
2006 1.470
2007 318
2008 2.268 0
2009 572
84

97

98

99

00

01

02

03

04

05

06

07

08

09

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19

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20

20

20

20

20

20

20

20

20

20

20
2010 1.000

Media annuale Media


di Canapiglie censite, annuale 800
Delta centrale di indd. 700
censiti 600
2002-03 270 500
2003-04 360 400
2004-05 448 300
2005-06 727 200
2006-07 218 100
2007-08 468 0
2008-09 261 2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10
2009-10 402
Le anatre selvatiche del Delta 81

CODONE (Anas acuta) - Linnaeus, 1758


Il Codone, per l’area del Delta, è specie rego- zone di svernamento africane poste a sud del
lare ma abbastanza scarsa in numero. È migra- Sahara. In Italia il passo autunnale sembra
tore regolare e svernante regolare. In periodo meno importante di quello pre-nuziale, in
estivo sono state raccolte recenti segnalazioni, quanto si ritiene che la specie compia in Euro-
attribuibili presumibilmente ad individui debi- pa una migrazione ad arco, transitando lungo
litati o aufughi; nel maggio 2009, difatti, una le coste atlantiche in autunno, ed invece attra-
coppia è stata segnalata sia in Valle Canoc- versando il Mediterraneo nel tardo inverno-
chione che Sacchetta, ed 1 individuo sempre primavera.
in Valle Sacchetta nel giugno 2010. I dati di censimento raccolti sembrano con-
Dal Fiume (1896) lo definiva nel Delta “inver- fermare tale ipotesi. A fine estate e nel primo
nale, abbondante nelle due epoche del passo”, autunno la specie viene segnalata con pochi
abitudini confermate da Labia (1936), che ne soggetti; un brusco incremento si osserva a
osservava la presenza già in agosto, conside- partire da fine ottobre, per il presumibile arri-
randolo, per le valli, frequentatore tanto dei vo di contingenti in transito migratorio. Per
laghi aperti e grandi quanto di quelli interni e tutto novembre si ha la presenza di circa 400
poco profondi. individui censiti, che vanno poi calando in
I dati di inanellamento hanno permesso di dicembre e gennaio, a testimonianza dell’av-
ricostruire gli spostamenti della specie lungo venuto passaggio dei branchi. In febbraio si ha
la costa alto adriatica, anche se diversi aspetti nuovamente un incremento, indice del passo
della migrazione sono ancora da comprendere pre-nuziale, con veloce calo poi in marzo ed
(Spina & Volponi, 2008). I codoni che giun- aprile. La specie, comunque, viene censita con
gono in Alto Adriatico in autunno sono costi- numeri piuttosto bassi: solo in otto occasioni
tuiti soprattutto da quelli nidificanti nell’area sono stati contati contemporaneamente più di
del Mar Baltico e della Finlandia; spostamen- 700 esemplari, con record di 1.412 nel febbra-
ti importanti si segnalano anche dalle coste io 2007 e 1.242 nell’ottobre 2008. Va, inoltre,
dell’Europa settentrionale e dal Mar Caspio. segnalato un dato primaverile di 1.406 indivi-
Molti dei codoni in transito sono diretti alle dui registrati il 16 marzo 2006.

Maschio di Codone
(foto M. Basso)
82 Le specie

Grafico 38: Agosto-febbraio:


Codone, Delta centrale media 2002-10
Marzo-aprile: 500
media 2007-10
450
agosto (2) 1
settembre (1) 22 400

settembre (2) 53 350

ottobre (1) 113 300


ottobre (2) 461
250
novembre (1) 392
200
novembre (2) 415
150
dicembre (1) 350
dicembre (2) 335 100

gennaio 240 50
febbraio (1) 427 0
febbraio (2) 390

1)

)
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marzo (1) 233

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to

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ot

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fe
no

no

di

di
se

se
marzo (2) 162
aprile (1) 29
aprile (2) 7

Grafico 39:
Media annuale
600
di codoni censiti,
Delta centrale
500

400

300

200

100

0
2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10

Grafico 40:
Censimenti IWC 1.600
di metà gennaio
relativi all’intera
provincia di Rovigo
1.400
(dati: ISPRA;
Provincia di Rovigo) 1.200

1.000

800

600

400

200

0
84

97

98

99

00

01

02

03

04

05

06

07

08

09

10
19

19

19

19

20

20

20

20

20

20

20

20

20

20

20
Le anatre selvatiche del Delta 83

La media annuale di individui censiti mostra censiti per l’intera area d’indagine del Delta
un andamento fluttuante, interpretabile come centrale; qui il Codone frequenta soprattutto
stabilità o lieve incremento. I dati di gennaio, i grandi laghi, in associazione con Fischione
invece, mostrano per l’intera area del Delta e Mestolone, oppure in gruppi monospecifici.
una situazione fluttuante ma volta probabil- Secondariamente la specie frequenta la con-
mente ad un calo sul lungo periodo. La scarsità finante Valle S. Carlo; di minore importanza
della specie, tuttavia, non permette valutazio- altre valli, tra cui Ca’ Pisani, Ripiego e Canoc-
ni oggettive del suo trend. Limitatamente allo chione-Moraro.
svernamento, ad esempio, la popolazione è Ben l’84% degli individui viene censito presso
costituita da poche centinaia di soggetti. le zone di caccia.

I dati raccolti dal 2002 mostrano come la spe- Contrariamente al passato, il prelievo nei con-
cie sia fortemente concentrata presso i bacini fronti del Codone risulta di scarsa importanza.
vallivi di Porto Tolle (85% delle segnalazioni), L’accorciamento del periodo di caccia a fine
e solo secondariamente presso le valli di Porto inverno ha ridotto la possibilità di prelievo nei
Viro. Questa caratteristica è confermata dai confronti della specie, la quale, difatti, veniva
dati di prelievo, disponibili dalla fine degli anni prelevata in maniera significativa anche in feb-
‘80, con prevalenza di codoni catturati proprio braio e marzo. Il carniere vallivo, ad esempio,
presso le valli di Porto Tolle. Rara la presen- è passato da una media di 830 individui per
za della specie sia nei complessi lagunari che il decennio 1987-1999 (Benà & Rallo, 2006),
nei rami del Po, dove viene segnalata presso le agli attuali 309 (media anni 2000-04). I dati
golene del Po di Maistra. Molto scarsa la pre- disponibili per l’ambiente lagunare (anna-
senza anche nelle valli di Rosolina. La specie te 2000-03, 2003-04, 2007-08) mostrano un
viene segnalata in mare durante le giornate di prelievo medio di 968 individui all’anno. Si
massima attività venatoria. L’assenza dei bran- può quindi affermare che il prelievo si aggi-
chi dai conteggi per alcune date invernali può ri attualmente intorno ai 1.300 capi all’anno.
essere attribuita proprio a questo comporta- In ambiente vallivo il massimo del prelievo si
mento, fatto che può aver portato ad una sot- osserva nel mese di novembre, momento di
tostima della specie in quelle specifiche date. notevole transito; interessante notare, però,
Il sito in assoluto più importante è Valle Ca’ come in settembre le valli catturino media-
Zuliani, che ospita il 67% di tutti gli individui mente già una quarantina di soggetti all’anno.

Valle Ca’ Zuliani


(foto E. Verza)
84 Le specie

La specie è in declino presso ampi settori del ne di relativa stabilità, anche se presente con
proprio areale riproduttivo europeo (BirdLife, un numero molto limitato di soggetti in sosta
2004). Nel Delta il Codone pare in situazio- migratoria e svernamento.

Branco di codoni
(foto M. Basso)
Le anatre selvatiche del Delta 85

MARZAIOLA (Anas querquedula) - Linnaeus, 1758


Per il Delta, la Marzaiola è un’anatra tipica- a campione effettuato per sei valli del Delta
mente presente al passo. È un migratore ad per i mesi di luglio ed agosto 2009 e 2010 ha
ampio raggio, che trascorre l’inverno nell’Afri- mostrato come a metà agosto siano già pre-
ca sub-sahariana. La sua fenologia nel Delta, senti alcune centinaia di individui (373 indd.,
difatti, è di nidificante irregolare, migratore 11/08/09; 184 indd., 10/08/10). Il massimo di
regolare, svernante accidentale. Attualmente individui censiti si ha a fine agosto; da quel
nidifica con meno di 10 coppie prevalente- periodo il numero di marzaiole cala della metà
mente in ambiente vallivo e presso le vasche ogni 15 giorni, esaurendosi entro settembre. In
dello zuccherificio di Contarina; nel recente ottobre la specie è presente con pochissimi
passato nidificava regolarmente in ambiente individui (solo 2 censiti dal 2002), testimoniati
agrario, e non si esclude che alcune coppie soprattutto dal prelievo venatorio: ad ogni tratta
ancora oggi vi possano essere. si registra l’abbattimento di uno o due soggetti
Per l’Ottocento Dal Fiume la definiva “abbon- per ogni valle e laguna. A partire da novem-
dantissima nel passo primaverile, scarsa assai bre la presenza si fa del tutto sporadica: per la
in quello autunnale; estiva e nidificante”. zona di Boccasette si segnala l’abbattimento
di 3 individui (1/11/08; 22/12/02; 27/12/02),
La marzaiole che transitano sull’area del Delta mentre per le quattro annate venatorie dal
provengono da un vasto areale che comprende 2000 al 2004 nelle valli sono stati abbattuti
l’Europa centrale, settentrionale ed orientale, e cumulativamente 6 individui in novembre e
la Russia. 6 in dicembre. Esiste un unico dato di sver-
L’arrivo post-riproduttivo dei primi gruppi namento, raccolto l’11 gennaio 2001 in Po di
avviene in agosto, e saltuariamente anche da Maistra (Bon et al., 2005), ed un unico dato di Maschi di Marzaiola
fine luglio (27 indd., 21/7/10). Un censimento abbattimento per il gennaio 2004. (foto R. Sauli)
86 Le specie

A febbraio cominciano a transitare i primi sog- medesimo sito a distanza di pochi giorni. Tali
getti in migrazione pre-riproduttiva; l’apice individui (22) hanno mostrato quasi tutti un
del passo è registrato per la seconda metà di incremento del peso, mediamente del 6,8%,
marzo, il quale va poi esaurendosi entro aprile. con casi anche del 19% e 31%. Le ricatture
sono avvenute nell’arco di 8 giorni, tempistica
Una recente campagna di inanellamento ha che potrebbe indicare il periodo massimo di
fatto luce su alcune dinamiche mostrate dalla sosta di un individuo per riacquistare le energie
specie durante il passo primaverile (L. Sattin, necessarie per continuare la migrazione.
com. pers.). In un sito di inanellamento posto
in ambiente vallivo nella laguna inferiore I dati di censimento mostrano come dal 2002
di Venezia (Valle Morosina - Ghebo storto), il numero di individui censiti sia aumentato,
durante la primavera 2009 sono stati marcati facendo presumere un aumento del flusso
59 individui, l’85% dei quali di sesso maschile. migratorio autunnale della specie. Per la fase
Alcuni individui sono stati ricatturati presso il primaverile i dati non coprono ancora un arco

media
Delta centrale 2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10
2002-10
agosto (2) 0 67 5 335 2545 236 1170 974 667
settembre (1) 0 0 0 1220 34 78 353 956 330
settembre (2) 0 0 0 37 4 0 94 203 42
ottobre (1) 0 0 0 0 0 0 0 2 0
ottobre (2) 0 0 0 0 0 0 0 0 0
novembre (1) 0 0 0 0 0 0 0 0 0
novembre (2) 0 0 0 0 0 0 0 0 0
dicembre (1) 0 0 0 0 0 0 0 0 0
dicembre (2) 0 0 0 0 0 0 0 0 0
gennaio 0 0 0 0 0 0 0 0 0
febbraio (1) 0 0 1 0 0 0 0 0 0
febbraio (2) 0 0 3 0 1 0 0 73 10
Media 0 6 1 133 215 26 135 184 87

media
2007-08 2008-09 2009-10
2007-10
febbraio (1) 0 0 0 0
febbraio (2) 0 0 73 24
marzo (1) 34 75 36 48
marzo (2) 232 131 299 221
aprile (1) 187 37 63 96
aprile (2) 18 5 16 13
Media 79 41 81 67

Grafico 41:
250
Marzaiola, Delta
centrale, media
presenze 2007-10
200

150

100

50

0
)

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Le anatre selvatiche del Delta 87

temporale sufficientemente rappresentativo. getti rilevati presso gli altri ambienti.


È una specie che condivide con la consimile La progressiva posticipazione dell’apertura
Alzavola habitat ed abitudini. Predilige, difatti, venatoria nei confronti della marzaiola (dai
le aree vallive con acqua bassa e possibilmen- primi di settembre del 2001 all’1 ottobre del
te dolce, nonché le golene del Po. Al passo 2010), nonché la chiusura della caccia prima-
frequenta anche le aree lagunari con maggior verile, hanno di fatto causato una progressiva
apporto d’acqua dolce. È però poco propensa diminuzione dei capi prelevati, fino a rendere
a frequentare la rete idrica dei campi, come il prelievo di questa specie poco significativo.
invece fanno Alzavola e Germano reale. Già Per il periodo 2000-04 la media di individui
Labia aveva identificato queste sue preferen- prelevati nelle valli è stata di 201 sogget-
ze ambientali per l’area del Delta: “preferisce ti all’anno, a fronte di una media di 372 per
i laghetti interni, le acque poco profonde e il periodo 1987-1992 (Benà & Rallo, 2006);
imbarenate”. l’analisi su tre annate di prelievo nelle lagune
I dati di censimento mostrano come ben l’86% (2002-03; 2003-04; 2007-08) mostra come il
delle segnalazioni si riferisca alle valli di Porto numero di capi abbattuti sia variato da 31 a
Viro, in particolare alle Valli Canocchione- 266 (media 166). Si può stimare, quindi, che
Moraro e Sacchetta. Il 12% degli individui recentemente il prelievo generale sia stato di
viene censito nel bacino vallivo di Porto Tolle, circa 400 soggetti all’anno, e destinato a calare
mentre molto più bassa è la percentuale di sog- nel prossimo futuro.
88 Le specie

MORETTA TABACCATA (Aythya nyroca)


Güldenstädt, 1770
Nel Delta veneto la specie, in passato, era sicu- lazioni in contesto vallivo per i mesi di maggio
ramente più numerosa che al giorno d’oggi. e giugno (ad es nel 2008: 2 indd. a fine maggio
Secondo il Dal Fiume (1896) era “generalmen- in Valle Sacchetta; 1 ind. il 2 giugno in Valle
te scarsa nelle epoche del passo e nell’inverno. Chiusa). La specie è quindi ritenuta nidificante
Nidifica raramente”. Labia, tra le due guerre possibile con una coppia.
(1936), la annoverava tra le specie “meno
comuni”, e ne descriveva così presenza ed L’analisi delle segnalazioni effettuate nell’arco
abitudini nel Delta veneto: “vive in piccoli di un decennio (dall’autunno 2000 all’autunno
branchetti ma perlopiù isolata, ama le acque 2010) mostra come la maggior parte degli indi-
profonde e i grandi laghi delle valli, non disde- vidui venga censita dall’autunno sino a febbra-
gna di posarsi in mare come tutte le sue conge- io, con apice assoluto in settembre. Dato che
neri. Uccello di passo tra la prima quindicina i censimenti di agosto non hanno mai eviden-
di luglio e tutto agosto.” Arrigoni (1929), inve- ziato la presenza della specie, è presumibile
ce, la considerava “comune nelle grandi valli che l’arrivo dei migratori inizi in settembre,
del Po di Rovigo”. esaurendosi poi a novembre; da dicembre in
poi vengono rilevati i pochissimi individui
Attualmente la specie, nel Delta veneto, è svernanti.
migratore regolare e svernante irregolare. Non
vi sono segnalazioni recenti per il resto della Ben il 57% degli individui censiti è stato rile-
Moretta tabaccata provincia. Indizi di possibile nidificazione vato in Valle Ca’ Zuliani, seguito dal 25% in
maschio (foto R. Sauli) sono stati raccolti negli ultimi anni, con segna- Po di Maistra; di minore importanza gli altri
Le anatre selvatiche del Delta 89

n° totale indd. n° osservazioni Grafico 42:


osservazioni osservati 45
totale indd. osservati Presenza della Moretta
Gennaio 7 10 tabaccata in provincia
40
Febbraio 6 12 di Rovigo,
Marzo 4 4
35
periodo 2000-10
30
Aprile 1 2
25
Maggio 1 2
20
Giugno 1 1
Luglio 2 2 15

Agosto 0 0 10

Settembre 9 40 5

Ottobre 4 9 0
Novembre 8 13 io

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Dicembre 3 4

Se

D
N
siti, tra cui le valli Canocchione e Sacchetta. ce, in aumento, e utilizza specchi d’acqua con
In ambiente vallivo la specie frequenta gli stes- livelli superiori ai 20-30 cm, ricchi di vege-
si siti delle altre anatre tuffatrici, così come in tazione sommersa e galleggiante, con estesi
ambiente fluviale; le morette tabaccate, difat- canneti disetanei e acque con limitata torbidità
ti, vengono usualmente trovate nel mezzo dei (Marchesi & Tinarelli, 2008).
branchi di anatre tuffatrici, anche se a volte L’attuale assenza della Moretta tabaccata come
individui o coppie vengono osservati da soli. nidificante dal Delta veneto è da imputarsi pri-
Viene contattata anche al centro di grandi mariamente alla scomparsa di zone umide par-
laghi aperti. In Po di Maistra viene rilevata sia ticolarmente adatte, ovvero paludi con acqua
in golena Carpano che in quella di Ca’ Pisani. dolce, possibilmente non eutrofica. Tali aree
Il 99% degli individui è stato censito all’inter- erano presenti nel Delta durante i secoli passa-
no di aree a Parco. Tranne in un caso, tutte le ti, in particolare al centro dell’Isola d’Ariano e
osservazioni si riferiscono a siti interni all’area presumibilmente lungo il margine occidentale
d’indagine del presente lavoro. dei complessi vallivi, ovvero ad interfaccia con
La maggior parte delle segnalazioni si riferisce le zone agricole; era inoltre presente una gran-
ad individui singoli o a coppie; più scarse le de quantità di piccoli siti adatti, costituiti da
osservazioni di gruppetti, costituiti da 3 – 7 gorghi, residui di rotte, stagni, maceri, ecc…
individui. In un unico caso sono state osser- Le zone umide d’acqua dolce sono uno degli
vate 11 morette tabaccate insieme (settembre ambienti che più sono stati oggetto di bonifi-
2005). ca. I siti d’acqua dolce rimasti non soggetti a
marea presentano, oggi, acque perlopiù eutro-
Distribuzione Valle Ca’ Zuliani 57%
percentuale
fiche.
Po di Maistra 25%
della Va però considerato che il Delta veneto pre-
Valle Canocchione 5%
popolazione
Valle Sacchetta 4% senta un ambiente potenzialmente idoneo alla
censita
Vasche zuccherificio Contarina 3% nidificazione della specie, ovvero i settori ad
di Moretta
tabaccata Oasi di Volta Grimana 2% acqua dolce delle valli. Tale ambiente, este-
Po di Venezia 1% so a macchia di leopardo per alcune migliaia
Valle Chiusa 1%
di ettari, presenta acque limpide solitamente
basse, con una salinità compresa tra 0 e 10
La parte emiliano-romagnola del Delta ospi- %, con fasce di canneto, giunchi e faneroga-
ta 10 – 20 coppie riproduttive, in progressiva me sommerse, tra cui il Potamogeton pectina-
diminuzione (Costa et al., 2009), che rappre- tus. La dolcificazione in atto per fini venatori
sentano circa il 10% della popolazione nidi- sta espandendo tale ambiente in molti settori
ficante a livello nazionale. In quest’area la vallivi. La spontanea colonizzazione di alcune
specie nidifica in zone umide ricche di vege- coppie o la loro reintroduzione potrebbe por-
tazione e con acque limpide; sono preferiti tare alla creazione di una popolazione locale,
i chiari con Cladium mariscus e Carex elata, così come accaduto per la Moretta.
emergenti dall’acqua bassa, e circondati da Il secondo fattore limitante più importante per
bosco igrofilo a salici e frassini (Costa et al., la specie a livello locale è rappresentato dall’ab-
2009). La popolazione nidificante presso altre battimento accidentale, in quanto la Moretta
zone umide dell’Emilia-Romagna risulta, inve- tabaccata può essere confusa con la Moretta o
90 Le specie

addirittura con altre specie; tale fattore limitante Azioni gestionali a favore della specie potreb-
è considerato uno dei più importanti anche per bero essere la creazione in ambiente agrario
l’Emilia-Romagna (Marchesi & Tinarelli, 2008). di zone umide ad acqua bassa e dolce, ricche
La chiusura della caccia alla Moretta a partire di vegetazione, nonché la gestione di alcuni
dalla stagione venatoria 2009-10 potrebbe por- settori vallivi specificatamente per favorire la
tare alla diminuzione di questi episodi. Inoltre, presenza delle anatre tuffatrici. La creazione
l’apertura posticipata della caccia al Moriglio- di appositi siti in ambiente agrario in Emilia-
ne (a partire dall’1 ottobre) potrebbe diminuire Romagna ha permesso l’insediamento di
ulteriormente gli abbattimenti accidentali, dato 10-13 coppie, corrispondenti al 13-17% della
che il grosso delle morette tabaccate transita popolazione nazionale (Marchesi & Tinarelli,
sul Delta in settembre. 2008).
Le anatre selvatiche del Delta 91

MORETTA (Aythya fuligula) - Linnaeus, 1758


La Moretta, comune in passato, è specie ormai to immessi circa nel 2000 nel bacino vallivo
piuttosto scarsa nell’area del Delta veneto. È di Porto Tolle. La prima nidificazione è stata
un’anatra tuffatrice gregaria, con abitudini osservata con certezza nel 2005, e si nota un
simili a quelle del congenere Moriglione, ed è lento ma costante incremento nel numero di
un migratore piuttosto tardivo. coppie e nei siti occupati. Attualmente la stima
è di una decina di coppie nidificanti, concen-
La specie appare in diminuzione, come sver- trate primariamente in valle Ca’ Zuliani, e in
nante, in tutt’Italia (Brichetti & Fracasso, 2003). misura minore nelle altre tre valli di Porto
Tale fenomeno, accentuato a livello locale da Tolle; recenti segnalazioni si hanno anche per
cambiamenti nella gestione idraulica delle Valle Sacchetta.
valli, ha portato ad un calo significativo della
specie nell’area del Delta. Nell’Ottocento Le morette che giungono in Alto Adriatico in
Dal Fiume la definiva in Polesine “abbondan- autunno ed inverno provengono dall’Europa
te nell’inverno e nelle epoche del passo”, e centro-settentrionale e dalla Russia. Si nota,
Labia, durante gli anni ’30 del Novecento, la in particolare, un afflusso dalle zone di nidi-
annoverava tra gli uccelli “comuni” in ambien- ficazione poste nel Baltico e in Europa cen-
te vallivo. trale. Dati di inanellamento relativi all’Italia
settentrionale mostrano come giungano da noi
Può essere osservata durante tutto il corso anche individui provenienti da zone piutto-
dell’anno; è infatti nidificante, migratrice rego- sto orientali, tra cui la zona russa degli Urali
lare e svernante regolare. Come nidificante è di (Spina & Volponi, 2008).
recente insediamento: la popolazione presente Movimenti tipici si osservano dai laghi svizzeri Moretta
pare si sia originata da individui d’allevamen- durante i rigori invernali: un individuo marca- (foto M. Piacentino)
92 Le specie

to il 17 novembre 1984, ad esempio, è stato Anche la media annuale di soggetti censi-


catturato nel Delta dopo meno di un mese ti all’interno dell’area di studio mostra come
(1/12/84). vi sia un calo significativo, come rilevato
Durante la migrazione pre-nuziale transitano mediante il test statistico di Spearman (Fowler
sulla nostra area anche individui che hanno & Cohen, 2002).
svernato nel Mediterraneo occidentale.
Considerando il periodo agosto – febbraio, si
I dati di censimento mostrano come la specie, nota come il 54% dei soggetti venga censito
in autunno, sia presente in scarso numero, o nei rami del Po (Po di Maistra). Il 39%, poi, è
quantomeno sosti in maniera molto limitata rilevato nelle valli di Porto Tolle, ed in partico-
all’interno dell’area d’indagine (mediamente lare in Valle Ca’ Zuliani; tale buona presenza
meno di 50 individui). In questo periodo la spe- pare sia fatto relativamente recente, dato che
cie frequenta soprattutto i laghi da caccia delle i censimenti effettuati durante gli anni ’80 del
valli. Nella seconda metà di novembre si assiste 900 non attestavano tale situazione. Meno
ad un incremento, che coincide con un cam- importante risulta la presenza nel bacino di
bio di abitudini della Moretta, la quale tende Porto Viro (6%), con gruppi o singoli individui
quindi a concentrarsi all’interno dei rami del osservati in particolare nelle valli Canocchione
Po. L’apice di presenza (circa 250 individui) si e Sacchetta; durante gli anni ’80 tali valli risul-
registra a fine febbraio, in concomitanza con la tavano importanti, unitamente alla S. Leonardo
migrazione pre-riproduttiva. Il numero di sog- e alla Bagliona.
getti censiti va poi calando progressivamente. Molto scarsa nelle valli di Rosolina, area che
L’avvicendarsi nell’area di almeno quattro in passato ospitava discreti contingenti (ad es.
popolazioni distinte sarebbe testimoniato dalle 300 indd., Valle Sagreda, gennaio 1984) e che
diverse aree frequentate nelle varie fasi dell’an- fruttava quasi il 40% delle morette prelevate in
no: fino a novembre le morette vengono censite ambiente vallivo (Benà & Rallo, 2006).
in valle, tra novembre e gennaio il grosso degli La Moretta è specie amante delle acque rela-
individui sosta nella golena “Carpano” del Po tivamente profonde, ambiente che oggi può
di Maistra (frazione prettamente svernante), in reperire solo presso alcune golene del Po o
febbraio e marzo, in concomitanza del ripas- canali di valle; l’alimentazione avviene anche
so, vengono censiti nella golena di Ca’ Pisani in laghi vallivi poco profondi, meglio se con
del Po di Maistra. Vi è, infine, la popolazione acque dolci, come osservato già da Labia
nidificante. Durante gli inverni particolarmen- (“frequenta preferibilmente le acque dolci o
te rigidi, inoltre, l’arrivo nell’area di soggetti salmastre”).
che solitamente svernano ad altre latitudini è L’ambiente lagunare, potenzialmente idoneo,
segnalato dalla presenza di morette abbastanza viene del tutto disertato, presumibilmente
confidenti o contattate in siti inusuali. a causa dell’eccessivo disturbo antropico,
Durante le sessioni di censimento la specie eccetto l’Isola della Batteria, in passato uno
non è mai stata contattata con contingenti di dei siti migliori per la specie. Le potenzialità
notevoli dimensioni. Solo per otto volte a par- dell’ambiente lagunare sono state dimostra-
tire dal 2002 è stata censita con più di 200 te ad esempio nel 1985, allorquando con il
individui, con apice di 400 nel febbraio 2004 gelarsi delle superfici vallive ben 1.252 moret-
e 549 nel febbraio 2006. te vennero censite in particolare nelle lagune
La popolazione svernante nel Delta veneto di Caleri, Barbamarco, Canarin e Scardovari
appare molto limitata e non significativa rispet- (Zanetti, 1987).
to al totale nazionale (circa 6.000 individui), e Anche il litorale è poco utilizzato: la specie,
notevolmente diminuita rispetto agli anni ’80 difatti, se disturbata preferisce rifugiarsi all’in-
del Novecento. Negli inverni 1984 e 1985, ad terno dei rami del Po o nelle oasi vallive.
esempio, venivano censite nel Delta veneto tra Le vasche dello zuccherificio di Contarina
le 1.250 e le 1.550 morette svernanti (Zanet- sono un ambiente utilizzato dalla Moretta,
ti, 1987). In Veneto, tuttavia, vi è il principale dove si ipotizza abbia anche nidificato.
nucleo di svernamento italiano, ubicato nella
parte meridionale del Lago di Garda e Laghetto Il prelievo venatorio mostra differenze radica-
del Frassino, ove, anche in autunno, vengono li tra l’ambiente vallivo e quello lagunare. In
censite fino a quasi 2.000 morette. valle, negli ultimi vent’anni, la moretta è sem-
Le anatre selvatiche del Delta 93

media 2002-10 Grafico 43:


agosto (2) 12
300 Moretta, Delta centrale:
agosto – febbraio
settembre (1) 23
250 media anni 2002-10;
settembre (2) 43
marzo ed aprile
ottobre (1) 22
200
media anni 2007-10
ottobre (2) 44
novembre (1) 27
150
novembre (2) 95
dicembre (1) 112
100
dicembre (2) 102
gennaio 143
febbraio (1) 145 50

febbraio (2) 241


marzo (1) 128 0

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aprile (1) 12
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aprile (2) 7

Grafico 44:
Valli Fenologia
Rami del Po
180
ed utilizzo dell’area
da parte della Moretta
160

140

120

100

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Grafico 45:
y = -8,1121x + 16353 Serie1 Test di Spearman –
R2 = 0,6444 Lineare (Serie1)
140
Moretta, valori
di presenza
media annuale
120 dal 2002 al 2010

100

80

60

40

20

0
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
94 Le specie

Branco di morette agli individui in transito migratorio, mentre


e moriglioni
in valle le morette riescono efficacemente a
(foto M. Sighele)
sottrarsi all’attività venatoria. La maggior parte
degli individui in sosta, difatti, viene censi-
ta all’interno delle zone a Parco (85% delle
segnalazioni), sia fluviali che vallive.
La riduzione del periodo di caccia ha progres-
sivamente diminuito le possibilità di prelievo
nei confronti della Moretta; recentemente,
inoltre, la specie è stata tolta dall’elenco delle
specie cacciabili presso le zone umide costiere
pre stata prelevata in numero molto scarso e, del Veneto.
oltretutto, in continuo calo (media: 124 indd.
1987-93; 26 indd. 1996-99; 14 indd. 2000- Viene osservata sia a coppie o piccoli branchi,
04). Nelle lagune, invece, la Moretta viene sia in gruppi più numerosi, in associazione con
prelevata con una media di 850 individui anatre tuffatrici quali Moriglione, Moretta gri-
(media 2002-03, 2003-04, 2007-08, Sorrenti). gia e Moretta tabaccata. Evita, invece, le altre
Tali differenze starebbero ad indicare come il specie, che solitamente usano frequentare le
prelievo lagunare sia rivolto esclusivamente acque basse.
Le anatre selvatiche del Delta 95

ALTRE SPECIE

Di seguito vengono trattate le specie più scarse


in numero, di presenza irregolare o comunque
meno importanti dal punto di vista gestionale.

Moriglioni al tramonto
(foto M. Piacentino)
96 Altre specie

OCHE E CASARCA

Nell’area del Delta veneto le oche non sono la era ritenuta rara dall’autore, almeno fino al
presenti con contingenti stabili o particolar- 1908, anno di un’insolita comparsa di nume-
mente numerosi. La specie più frequente è rosi branchi, con la cattura di un individuo
sicuramente l’Oca selvatica (Anser anser), di proprio nei pressi di Loreo (8 febbraio 1908).
presenza regolare nell’area; l’Oca lombardel- Sempre nel medesimo periodo Labia (1936),
la (Anser albifrons), invece, non viene segna- per il Bassopolesine definiva Oca granaiola ed
lata tutti gli anni, ma si presenta solitamente Oca selvatica come uccelli rari.
con invasioni periodiche; la più rara, infine,
è l’Oca granaiola (Anser fabalis), di comparsa Analizzando tutte le osservazioni note per il
decisamente irregolare. Polesine nel periodo 2002-10, si nota come
l’Oca selvatica si presenti nell’area a partire
Queste specie non sono mai state particolar- da novembre, con calo da febbraio; in aprile
mente numerose nell’area. Alla fine dell’Ot- le segnalazioni sono sporadiche, mentre quel-
tocento Dal Fiume definiva l’Oca granaiola le estive sono riferite ad individui aufughi o
“abbastanza frequente nelle epoche del passo appartenenti alle popolazioni naturalizzate in
e nell’inverno”, dell’Oca selvatica scriveva che Italia. Le osservazioni si riferiscono solitamente
“mostrasi raramente nell’inverno”, mentre non a gruppi compresi tra 1 e 10 individui (82%
menzionava affatto l’Oca lombardella. Per il delle segnalazioni); in sole dieci occasioni si è
Veneto l’Arrigoni (1929) scriveva che l’Oca superato tale numero: branchi di13-19 indivi-
Oca selvatica selvatica “può considerarsi rara”, e ben più dui per cinque volte, di 23-28 individui quattro
(foto R. Sauli) numerosa nel passato; anche l’Oca lombardel- volte, e 40 individui insieme in un’unica occa-
Le anatre selvatiche del Delta 97

n° totale indd. n° osservazioni Grafico 46:


osservazioni osservati 120
totale indd. osservati Oca selvatica -
Gennaio 8 67 Delta del Po,
Febbraio 10 76 100 anni 2002-10
Marzo 5 23
80
Aprile 3 4
Maggio 0 0 60
Giugno 2 3
Luglio 0 0 40

Agosto 1 1
20
Settembre 1 1
Ottobre 0 0
0
Novembre 7 113 io

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Dicembre 13 85

tte
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Se

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N
sione. È quindi evidente che la specie transita - 1 in Sacca di Scardovari il 19 gennaio 2007
nell’area velocemente, sostando in maniera - 20 nelle valli di Porto Viro il 17 novembre
irregolare con pochi individui; tale fenologia 2007
pare sia rimasta invariata nel tempo, giacché
Arrigoni ai primi del Novecento scriveva, per
il Veneto, che “passa regolarmente ma senza Ancora più rara risulta essere l’Oca granaiola.
fermarsi”. Tale fenomeno è confermato dai siti Per il recente passato vi è una segnalazione
delle segnalazioni: l’Oca selvatica, difatti, non di 15 individui in Valle Ca’ Zuliani (26/1/85)
ha località preferenziali nel Delta, ma viene (Boldreghini et al., 1988). Solo quattro le
contattata un po’ ovunque sia in ambito val- segnalazioni dal 2002:
livo, che lagunare, che fluviale, che agrario. - 17 individui nel gennaio 1997 in Sacca di
Uno dei pochi casi di effettivo svernamento Scardovari;
è stato osservato nel 2002-03, con presenza - 1 individuo, presumibilmente aufugo, nelle
costante di 4 individui, imbrancati con le oche risaie presso Ca’ Vendramin il 26 e 29 mag-
lombardelle, dal 10 dicembre al 15 febbraio. gio 2002;
- 30 individui il 14 gennaio 2003 in Sacca del
Canarin;
Per quanto riguarda l’Oca lombardella, le - 9 indd. nel novembre 2009 in Valle Sacchetta.
osservazioni note per il Polesine nel periodo
2002-10 mostrano una presenza sporadica. Se consideriamo l’odierna presenza di branchi,
Limitatamente agli inverni 2002 e 2003 si è anche numerosi, che svernano regolarmente
assistito ad un fenomeno di svernamento di presso le altre zone umide dell’Alto Adriati-
alcuni branchi, conformemente con quanto co (in particolare Foce dell’Isonzo, Laguna
osservato in altri siti della costa Alto Adriatica. di Venezia e valli di Comacchio) risulta dif-
Tra la metà di gennaio e la metà di febbraio ficile comprendere l’assenza delle oche dal
2002 la presenza ha interessato un gruppo di Delta veneto. Tra i possibili motivi vi sarebbe
massimo 64 individui, mentre tra il 15 genna- l’aspetto comportamentale di questi uccelli,
io e tutto febbraio 2003 hanno svernato fino che manifestano un’elevata gregarietà e fedel-
ad un massimo di 126 soggetti. Il sito scelto tà ai siti di svernamento, spesso indotti grazie
ha riguardato l’area della località Ca’ Pisani, alla presenza di popolazioni stanziali risultato
ovvero le valli Ca’ Pasta, Ca’ Pisani e Moraro e di immissioni. Un fattore limitante importan-
le terre di bonifica poste in gronda a tali valli, te nell’area di studio è costituito dal bracco-
in particolare i medicai compresi all’interno naggio: ogni anno, difatti, si registrano casi di
della Zona di ripopolamento e cattura detta abbattimento, in particolare in area lagunare,
“Villaregia”. fatto che può indurre i pochi soggetti in transito
- 2 nei campi a Mazzorno Sinistro, Adria, il 27 a scegliere altri territori di sosta o svernamen-
novembre 2003 to. Tale motivazione era già stata considerata
- 4 in Valle S. Carlo il 23 dicembre 2003 come il principale fattore limitante per l’area
- 4 in loc. America, Ca’ Emo di Adria, il 25 (Boldreghini et al., 1988).
gennaio 2004
- 1 in Sacca di Scardovari il 10 settembre 2004
98 Altre specie

Grafico 47:
Casarca – Delta del Po, n° osservazioni
anni 1998-10 totale indd. osservati
20

18

16

14

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10

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Se

N
La Casarca (Tadorna ferruginea) è specie con probabile che provengano in massima parte
areali riproduttivi posti in Nord Africa, Turchia dalle popolazioni naturalizzate.
ed in parte nell’Europa di sud-est. Recente- È stata segnalata con singoli individui o a cop-
mente si sono formate popolazioni naturaliz- pie, ma anche in gruppi di 3, 5 e 6 esemplari.
zate in vari paesi dell’Europa occidentale, in La maggior parte delle segnalazioni si riferi-
particolare in Svizzera. sce all’ambiente vallivo, e per tre volte al Po
La specie, in passato, non era segnalata per di Venezia, ove la specie sosta nelle golene;
la provincia di Rovigo. Nell’ultimo decennio è stata segnalata anche in ambiente agra-
(anni 1998 – 2010) la Casarca è stata segna- rio e all’interno di un chiaro da caccia posto
lata 20 volte, ed in particolare tutti gli anni nell’entroterra della provincia.
dal 2004 al 2009. Recentemente, quindi, È interessante notare come nel settembre 2008
può essere definita, nel Delta veneto, specie da 2 a 5 soggetti abbiano sostato in Valle
regolare, anche se rara. Le segnalazioni sono Ripiego per più di venti giorni.
decisamene concentrate nei mesi autunnali, Si segnala, infine, l’osservazione effettuata nel
per ben il 70% nei mesi di agosto, settembre luglio 2005 nelle risaie in loc. Bacucco di due
ed ottobre; settembre è il mese dell’anno che individui, uno dei quali con faccia scura; è
detiene il massimo delle osservazioni. Questa probabile che si trattasse di una Casarca aufu-
fenologia dimostrerebbe il passaggio nell’area ga appartenente alle specie Tadorna cana o
di individui in spostamento migratorio. Non è Tadorna variegata.
nota l’origine degli individui segnalati, ma è
Le anatre selvatiche del Delta 99

ALTRI ANATIDI
SPECIE TUFFATRICI, MARINE ED ACCIDENTALI

Il Fistione turco (Netta rufina) è presente, sono, inoltre, una segnalazione per la Sacca di
nel Delta veneto, sia alle epoche del passo Scardovari ed una per il tratto di Po posto ad
che in inverno. Nel 2010 è stato documen- ovest della SS Romea.
tato il primo caso di nidificazione, avvenu- L’abbattimento accidentale è, sicuramente, un
to in Valle Passarella. Questo Anatide viene fattore fortemente limitante.
segnalato tutti gli anni dalle due alle cinque
volte (totale di 29 segnalazioni dal 1999 al
2010) ma con pochissimi individui; in virtù di La Moretta grigia (Aythya marila) è specie
ciò può essere considerato regolare nell’area. migratrice regolare e svernante irregolare.
In autunno la specie compare in settembre, Trenta le segnalazioni nel periodo 1994 –
con apice di segnalazioni in ottobre, a testi- 2008 per l’area del Delta veneto. La specie
monianza della presenza di un flusso migra- compare in novembre e dicembre solitamente
torio; in novembre, poi, si fa più scarsa, per in piccoli gruppi (fino a 10 indd. insieme); si
aumentare in dicembre, gennaio e febbra- ha un’unica segnalazione per i mesi di settem-
io, presumibilmente per l’arrivo dei soggetti bre ed ottobre; nei mesi di gennaio, febbraio e
svernanti; in marzo si ha un aumento delle marzo le osservazioni sono pressoché costanti,
segnalazioni. In aprile e nei mesi estivi non vi con singoli individui o coppie; gruppi fino a
sono segnalazioni. Questo tipo di fenologia cinque individui sono stati osservati in sosta
starebbe ad indicare che i fistioni turchi che anche per una decina di giorni consecutiva-
compaiono nel Delta provengono dalle popo- mente, nel mese di marzo. Per i mesi compresi
lazioni migratrici extra-italiane, come dimo- tra aprile ed agosto non vi sono segnalazioni.
strato dai dati di inanellamento per altre aree Si può quindi affermare cha la Moretta grigia
dell’Italia settentrionale, con afflusso dall’Eu- sia di comparsa invernale, con flussi di migra-
ropa centrale (Spina & Volponi, 2008); è altre- tori che sostano in maniera scarsa.
sì probabile che alcuni soggetti derivino dai Questa fenologia era già stata osservata in
nuclei nidificanti italiani, rappresentati da una passato: “rarissima nell’inverno” secondo
ventina di coppie, molte delle quali presenti Dal Fiume (1896), di comparsa eccezionale
in Alto Adriatico e in parte di origine dome- secondo Labia (1936). Arrigoni (1929) riferiva
stica. Viene solitamente osservato con singoli che “in alcuni anni è discretamente copiosa
individui o a coppie, spesso imbrancato con nelle valli attorno a Venezia (soprattutto nel
le altre anatre tuffatrici; meno di frequente si novembre)”.
osservano gruppetti, della consistenza di 3 – 7 Viene osservata soprattutto nei branchi di
esemplari. anatre tuffatrici e folaghe, in particolare nelle
Dal Fiume alla fine dell’Ottocento lo defini- valli Ca’ Zuliani e Canocchione, in Po di Mai-
va, per il Polesine, “rarissimo nell’inverno”, ed stra (golene Carpano e di Ca’ Pisani), in Po di
anche Labia negli anni ’30 lo annoverava tra Venezia (Porto Viro e Volta Vaccari), presso le
gli uccelli di comparsa eccezionale in valle, vasche dello zuccherificio di Contarina, nella
citandone per l’appunto il nome dialettale di Vallesina di Albarella. Interessanti le segnala-
“oselo foresto” ovvero forestiero. Anche l’Ar- zioni in Valle Sagreda e per due volte in Sacca
rigoni (1929) lo considerava raro ed irregolare di Scardovari, ovvero lontano dagli assembra-
nel Veneto. menti di anatre tuffatrici, fatto che conferme-
La specie viene segnalata sia in ambiente val- rebbe anche l’abitudine di una sosta casuale
livo, che fluviale, che lagunare, ma frequen- durante la migrazione.
ta in particolare gli stessi siti del Moriglione. Negli ultimi 15 anni sono stati segnalati alme-
Quasi la metà delle segnalazioni (44%) è stata no quattro casi di bracconaggio nei confronti
effettuata in Valle Ca’ Zuliani, e molte anche della specie, sia dovuti ad abbattimento acci-
in Po di Maistra (19%) in particolare in golena dentale che volontario. Nel recente passato la
“Carpano”. Le altre segnalazioni si riferiscono specie era tipicamente cacciata ad esempio in
ad altre valli, senza un ordine particolare, e vi Sacca di Scardovari.
100 Altre specie

L’Edredone (Somateria mollissima) è Anati- Attualmente la specie è da considerarsi rara


de marino che nidifica tipicamente lungo le nel Delta veneto. Per l’ultimo decennio esisto-
coste del nord Europa. In Italia è svernante no solo due segnalazioni certe, ma è probabile
con circa un centinaio di soggetti, e di recente che la specie sia comparsa anche altre volte,
insediamento anche come nidificante alle foci data l’estensione delle zone umide presenti e
dell’Isonzo. le sue abitudini marine. Un fattore limitante è
Arrigoni lo considerava “in Italia specie assai sicuramente rappresentato dagli abbattimenti
rara ed accidentale”. Per l’area del Delta vene- accidentali.
to esiste un’unica segnalazione storica, riferi- -D
 al 28 gennaio al 19 febbraio 2007 due indi-
ta alla cattura di un individuo nel novembre vidui hanno sostato nella parte settentrionale
1914 in comune di Porto Tolle (Arrigoni degli della Sacca di Scardovari (Trave et al., in Bon
Oddi, 1929). Il recente incremento che la spe- et al., 2009); il sito è caratterizzato da acque
cie ha mostrato sia in nord Europa che in Italia salate, piuttosto antropizzato, ed è assimila-
starebbe alla base dell’aumento delle segna- bile ad un golfo.
lazioni in tempi recenti lungo la costa veneta. -2
 indd. nel novembre 2007 nella zona di Pila
Per Rovigo vi sono sei segnalazioni per l’ulti- (Porto Tolle).
mo decennio, tutte riferite al litorale o a lagune
piuttosto salate. La presenza di diversi indivi-
dui tassidermizzati nell’area testimonierebbe, Il genere Melanitta comprende due spe-
comunque, una presenza maggiore di quanto cie che mostrano caratteristiche ecologiche
si creda, date anche le abitudini marine della abbastanza simili. Nelle aree di svernamento
specie che la rendono di difficile osservazio- sono anatre tipicamente marine, ed infatti, nel
ne. Va detto, infine, che il bracconaggio può Delta veneto, vengono rilevate principalmen-
essere un fattore limitante importante per la te in mare; solo occasionalmente vengono
diffusione della specie nel Delta. osservate in ambiente lagunare, in particolare
-1 ind. l’11 gennaio 2001 in mare presso Boc- nei settori più ampi e salati, quali la Sacca di
casette (P. Ronconi); Scardovari (2 segnalazioni), la Laguna di Cale-
-1 ind. femmina il 14 e 27 dicembre 2003 ri (1 segnalazione) e quella di Barbamarco
in Sacca di Scardovari, con osservazione (1 segnalazione). Si spingono in mare aperto
di mobbing da parte di un Gabbiano reale anche per decine di chilometri, rendendone
(Azzolini et al.); di fatto impossibile la stima. È comunque evi-
-1 ind. il 28 dicembre 2003 in Sacca di Scar- dente come Orco marino (Melanitta fusca) ed
dovari (C. Dell’Acqua, A. Turri); Orchetto marino (Melanitta nigra) siano spe-
-1 ind. maschio adulto l’11 gennaio 2006 in cie di comparsa occasionale, in concomitanza
Sacca di Scardovari, presso gli scanni (N. di condizioni climatiche sfavorevoli. Secondo
Baccetti, M. Zenatello); Dal Fiume (1896), infatti, l’Orco marino era
-1 ind. maschio il 16 maggio 2007 presso Pila “di rara comparsa nell’inverno”, e non vi sono
(G. Neto); notizie per l’Orchetto. Anche Arriogni (1929)
-1 ind. nell’inverno 2008-09 in Laguna Vallona. considerava l’Orco più regolare e numeroso
dell’Orchetto, ritenendo, comunque, la costa
veneta come una delle aree italiane più fre-
La Moretta codona (Clangula hyemalis) è un quentate dalle due specie.
Anatide nordico; è sempre stata specie di com- Dal 1997 sono stati contattati sedici volte,
parsa irregolare lungo la costa alto adriatica, con prevalenza di segnalazioni per l’Orco (10
soprattutto in concomitanza di inverni parti- volte). La zona che ha fornito maggiori dati è
colarmente rigidi. Dal Fiume alla fine dell’Ot- il tratto di litorale, entro le 3 miglia nautiche
tocento la considerava per il Delta veneto dalla costa, compreso tra la foce del Po di
“usualmente di rara comparsa negli inverni Levante e la Busa Dritta di Pila, zona molto
rigidi. Gli adulti sono rarissimi”. In genera- più censita rispetto agli altri tratti di mare.
le, Arrigoni degli Oddi (1929) scriveva che Vengono censiti in singoli individui ma, più
“nell’Estuario Veneto si mostra in tutti gli anni tipicamente, in branchetti compresi tra i 3 ed
o quasi nell’autunno-inverno e talora in grande i 18 individui per l’Orco, e fino a 30 per l’Or-
copia”, a sottolineare l’occasionalità della sua chetto. L’Orco viene contattato perlopiù in
comparsa e l’arrivo a carattere invasivo. gennaio, con solo tre casi in novembre (7 e 29
Le anatre selvatiche del Delta 101

novembre) e dicembre; l’Orchetto, invece, ha ’80 del Novecento, con alcune centinaia di
un periodo di presenza più dilatato, con segna- individui presenti in Sacca di Scardovari (Bol-
lazioni già in settembre (9 settembre) in ottobre dreghini & Rallo, 1982. Zanetti, 1987). Inte-
(19 ottobre), e l’ultima registrata l’1 febbraio. ressante l’osservazione di 115 individui nel
Il bracconaggio nei confronti di queste due marzo 1984 nella laguna degli Allagamenti.
specie è sicuramente un fattore limitante
Sacca di
importante. Mese di gennaio
Scardovari
Altre lagune

1976 300  
1978 17  
Il Quattrocchi (Bucephala clangula) in Italia è 1979 205  
1980 0  
specie di passo regolare e svernante regolare
1981 615  
con circa 3.000 individui, concentrati perlopiù 1983 23  
in Adriatico, e provenienti fondamentalmente 1984 4 2
dalla Finlandia (Spina & Volponi, 2008). 1985 54 8
In Veneto, così come in Polesine, è sempre
stata specie regolarmente presente, anche se Ventiquattro le segnalazioni della specie dal
in numero limitato. Dal Fiume nell’Ottocento 2001 al 2010 per l’area del Delta di Rovigo, a
la definiva, per il Delta, “invernale e non rara testimonianza della sua regolarità. Va notato,
nelle epoche del passo”, ed Arrigoni (1929) la però, che lo svernamento non avviene tutti gli
considerava addirittura “comune nel novem- anni, e può quindi essere definito irregolare. Le
bre, marzo – aprile e nell’inverno nell’estuario segnalazioni sono prettamente invernali, con
veneto”. Entrambi gli autori concordavano sul tre osservazioni nel mese di novembre, cinque
fatto che prevalessero i giovani nella popola- in dicembre, ben undici in gennaio e cinque
zione presente. Labia (1936) lo annoverava tra in febbraio. Già Labia aveva osservato come
le specie “meno comuni” degli ambienti vallivi la specie giungesse nel Delta tra novembre e
del Delta. dicembre. Le osservazioni si riferiscono a sin-
Maschio
Notevole, invece, la popolazione invernale goli individui, a coppie, o a gruppi di tre – sei di Fistione Turco
censita tra la fine degli anni ’70 e i primi anni soggetti; solo nell’inverno 2001-02, in con- (foto M. Piacentino)
102 Altre specie

comitanza con un evento di svernamento, è (1896) scriveva che “i giovani sono comu-
stato possibile osservare un gruppo di 12 – 18 ni nell’inverno, rari gli adulti”, mentre Labia
individui. (1936) la definiva “rara” nel contesto vallivo
Due le aree principali di presenza della specie, del Bassopolesine.
ovvero la Sacca di Scardovari ed i rami del Po. Per il rodigino esistono segnalazioni di indivi-
Il primo sito è un’area storica per il suo sver- dui svernanti, comprese tra la metà di dicem-
namento, costituita, oggi, da acque prevalen- bre e tutto febbraio. Per il periodo antecedente
temente salate; in Po, invece, la specie viene il 2000 sono note due segnalazioni per il mese
segnalata nelle golene del Po di Maistra ed in di gennaio, relative ad ambienti lagunari (2
Po di Venezia, nel tratto compreso tra Porto indd., gennaio 1984, Boccasette; 4 indd., gen-
Viro e Ca’ Venier, quindi in zone ad acqua naio 1985, Sacca di Scardovari. Zanetti, 1987),
prettamente dolce. I principali nuclei svernanti mentre recentemente la specie è stata osserva-
sono stati segnalati proprio nei rami del Po. ta solo in ambito fluviale. Nel dicembre 2000
Nessuna segnalazione, invece, per la zona viene segnalato un individuo in Po di Venezia.
valliva, contrariamente a quanto osservato da A partire dalle annate successive si osservano
Labia per il passato (“ama le acque salate delle fenomeni di svernamento, attribuibili probabil-
valli piuttosto profonde”). Solo in quattro occa- mente al medesimo gruppo:
sioni il Quattrocchi è stato censito al di fuori -1 8 dicembre 2001 – 20 gennaio 2002: da 1 a
di queste zone, e precisamente in Laguna di 5 individui in Po presso Ca’ Venier;
Caleri, altro bacino salato, all’interno dell’Isola -2 3 dicembre 2002 – 23 febbraio 2003: da
della Batteria, contesto lagunare protetto, e nel 1 a 6 individui negli ambiti fluviali del Po di
litorale presso Albarella. Maistra e presso Ca’ Cornera;
L’attività venatoria praticata in laguna è da -1 3 gennaio – 2 febbraio 2004: da 1 a 5 indi-
considerarsi un probabile fattore limitante, così vidui in Po di Maistra.
come le intense attività di molluschicoltura. In Per il periodo successivo esistono altre due
passato la specie veniva attivamente caccia- segnalazioni; dal febbraio 2006 la specie non
ta, ad esempio in Sacca di Scardovari. La sua è più stata segnalata. Altri siti di presenza, sem-
buona presenza passata è testimoniata anche pre fluviale, sono stati Mazzorno, Volta Vac-
dall’esistenza di un nome dialettale specifico cari e Tolle.
dato al Quattrocchi, ovvero il “campanàto”,
a simboleggiare il suono squillante che esso
produce durante il volo. Lo Smergo minore (Mergus serrator) è, nel
Delta veneto, migratore regolare, svernante
La Pesciaiola (Mergellus albellus) è specie di regolare, e sono segnalati alcuni casi di estiva-
comparsa irregolare. Le fonti storiche indicano zione. Sei le osservazioni effettuate in periodo
come in passato fosse più comune: Dal Fiume estivo nell’ultimo decennio, relative ai mesi di

Grafico 48:
Smergo minore -
400
Censimenti di gennaio -
provincia di Rovigo
350

300

250

200

150

100

50

0
4

5
89

94

97

98

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8

8
19

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19

19

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20

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20

20

20
Le anatre selvatiche del Delta 103

maggio e giugno, con anche un caso di presen- maniera significativa, soprattutto durante le
za regolare da aprile ad agosto; si presume che giornate di mare calmo.
tale fenomeno sia dovuto perlopiù ad individui La presenza in ambito vallivo è sporadica ma
debilitati o inabili al volo. regolare, con osservazione quasi tutti gli anni
La specie viene segnalata a partire dai primi di di qualche soggetto, in particolare presso le
novembre, ma con contingenti più numerosi valli più salate del comune di Rosolina. L’os-
da dicembre; si trattiene nell’area fino a tutto servazione più significativa è stata effettuata
marzo, con ultimi individui segnalati nella nel dicembre 2010, con 6 soggetti presenti in
prima metà di aprile. Viene osservata perlopiù Valle Segà. In passato la specie era maggior-
con singoli individui, a coppie o a piccolissimi mente presente all’interno delle valli, proba-
gruppi; una singola laguna può ospitare fino bilmente grazie a livelli idrici maggiori (nel
ad oltre un centinaio di individui (massimo gennaio 1984 70 indd. in Valle Sagreda e 20
registrato: 123 indd. in Sacca di Scardovari il in Valle Venera).
21/3/09). Vi sono, infine, alcune rare segnalazioni anche
I soggetti che svernano nell’Alto Adriatico, per i rami del Po.
Delta compreso, provengono dalle popolazio- La relativa stabilità osservata per l’area fa ben
ni nidificanti lungo le coste dell’Europa setten- sperare soprattutto a fronte di una calo regi-
trionale e della Russia. strato presso vaste zone di riproduzione del
Alla fine dell’Ottocento era considerato “abba- nord Europa. Casi di bracconaggio vengono
stanza frequente nell’inverno” (Dal Fiume), ed purtroppo segnalati, ed anche un caso di feri-
anche i censimenti effettuati a partire dagli mento per ingestione di un amo; come per gli
anni ’80 del Novecento mostrano come la svassi, è possibile che la specie resti intrappo-
specie sia regolarmente presente come sver- lata all’interno delle reti da pesca.
nante, con un numero di individui abbastan-
za variabile di anno in anno, ma comunque
più o meno compreso tra i 50 ed i 100 sog- Lo Smergo maggiore (Mergus merganser) è
getti. Durante gli anni ’80 lo Smergo minore specie con vasti areali di nidificazione in nord
era presente con contingenti superiori ad oggi; Europa e Russia. Sull’arco alpino è presente
se però consideriamo il periodo 1997 – 2010 una popolazione che nidifica nei laghi, soprat-
si può notare come la specie abbia un anda- tutto della Svizzera, con recente insediamento
mento altalenante ma volto presumibilmen- anche in Piemonte, Friuli e Veneto (Brichetti &
te all’incremento. Gli individui svernanti nel Fracasso, 2003).
Delta veneto (media di 85) rappresentano una In provincia di Rovigo è sempre stata spe-
frazione significativa della popolazione italia- cie piuttosto rara. Dal Fiume (1896) scrive-
na, stimata in 1.500 individui. va: “mostrasi molto di rado nell’inverno. Nel
Lo Smergo minore è scarso all’interno dicembre 1883 ebbi due maschi adulti presi
dell’area d’indagine del Delta settentrionale, presso Badia”, ed anche Labia (1936) lo anno-
essendo infatti più numeroso a sud del Po di verava tra gli uccelli rari del Bassopolesine.
Venezia. Per il periodo 1997 – 2010 sono note solo
La specie frequenta in maniera primaria sac- sette segnalazioni della specie in Polesine, di
che e lagune con spiccato tenore di salinità, seguito elencate. Va notato come siano state
vaste ed aperte, tenendosi lontano dai can- effettuate quasi tutte in tratti fluviali di gran-
neti e pescando nei punti più profondi. I siti di dimensioni, e spesso presso l’Adige. Que-
maggiormente frequentati nell’ultimo decen- sta attitudine della specie alle acque dolci è
nio, difatti, sono le sacche di Scardovari e del tipicamente osservata anche nel resto d’Italia,
Canarin, seguite in maniera minore da tutti gli ed era già nota a livello locale, tanto che Dal
altri ambiti lagunari del Delta. In particolare la Fiume ne citava il nome dialettale di “Serolòn
Sacca di Scardovari è sempre stata, sin dagli del Po”. La provenienza di questi soggetti non
anni ’80, il sito con i contingenti più numerosi. è nota, ma è possibile che appartengano tutti
Durante gli anni ’80 si osservava una maggiore o quasi alla popolazione alpina, considerando
frequentazione anche degli altri siti, tra cui la anche il collegamento diretto osservato tra la
Laguna di Caleri, quella di Barbamarco e l’Iso- Svizzera ed il Delta del Po grazie al ritrova-
la della Batteria. mento di un soggetto inanellato (Spina & Vol-
Il litorale antistante il Delta è utilizzato in poni, 2008).
104 Altre specie

- 1 ind. in Po presso Cavanella Po il 15 gennaio provincia di Rovigo è specie di comparsa acci-


1999 (D. Trombin). dentale, con tre segnalazioni nell’arco di oltre
- 2 ind. in Adige (a valle della Statale Romea) un secolo. Alla fine dell’Ottocento Dal Fiume
il 17 gennaio 2002 (A. Barbieri, A. Talamelli). scriveva “Di comparsa accidentale, l’ebbi una
- 3 ind. in Po di Venezia a Cavanella Po il 18 sol volta: un esemplare trovasi pure nella pic-
gennaio 2002 (S. Casellato, D. Trombin). cola raccolta dell’Accademia dei Concordi”.
- 1 ind. femmina in Po di Goro ad Ariano Pole- Recentemente la specie è stata segnalata pro-
sine a metà gennaio 2002 (M. Passarella). prio all’interno dell’area di studio del Delta
- 1 ind. in Po, tratto Serravalle–ponte Romea, il centrale.
14 gennaio 2004 (D. Trombin). Nel 2004 una femmina è stata osservata dal 13
- 1 maschio e 2 femmine in Adige alla foce gennaio al 14 febbraio nella Vallesina e Fiordi
(lato veneziano) il 28 gennaio 2004 (M. Pas- di Albarella, frammista alle folaghe (Cassari,
serella). Gramolelli et al., in Bon et al., 2005); il sito
- 1 ind. femmina in mare di fronte alla foce è un bacino chiuso d’acqua perlopiù salata,
dell’Adige il 13 febbraio 2005 – RO (P. Ron- profonda alcuni metri, posto in gronda alla
coni). Laguna di Caleri, che spesso ospita gruppi di
anatre tuffatrici.
Sempre nel 2004 un maschio, invece, è stato
Il Gobbo rugginoso (Oxyura leucocepha- osservato spostarsi da Valle Ca’ Pisani al Po
la) è, in Europa,  specie tipica di particolari di Maistra, il 2 marzo (Ronconi, in Bon et al.,
zone umide poste a basse latitudini, come ad 2005).
esempio gli stagni costieri della Sardegna. In

Moretta codona
maschio
(foto M. Sighele)
Le anatre selvatiche del Delta 105

SPECIE NON PIÙ SEGNALATE ED ESOTICHE


Oltre alle specie sin qui trattate, l’Avifauna detenuti in condizioni di semi-libertà a scopo
della provincia di Rovigo ha ospitato raramen- ornamentale, ad esempio in zoo, parchi, alle-
te anche altri quattro tipi di Anatidi. Tali specie vamenti, stagni pubblici o giardini; solitamente
sono state segnalate tra la fine dell’Ottocento e tali individui sono tarpati, ma la loro prole è
gli anni ‘50 del Novecento. in grado, spesso, di fuggire dalla cattività, for-
mando popolazioni “naturalizzate” in grado
Nel passato il Cigno selvatico (Cygnus cygnus) di riprodursi in stato di naturale libertà. Casi
era una specie compresa nell’Avifauna del eclatanti sono avvenuti presso alcune nazioni
Polesine. Dal Fiume (1896) scriveva “Di com- europee: in Gran Bretagna, ad esempio, esisto-
parsa accidentale. Nel gennaio 1890 cinque no popolazioni naturalizzate di Oca egiziana
individui comparvero sull’Adige presso Badia”. ed Anatra sposa costituite ormai da centinaia
Da allora la specie non è più stata segnalata, di individui, selvatici da diverse generazioni;
anche se oggi è di comparsa regolare in Italia in Svizzera la Casarca è ormai talmente “insel-
durante gli inverni rigidi. vatichita” da mostrare addirittura movimenti
migratori.
L’Oca colombaccio (Branta bernicla) è specie Tale presenza sempre maggiore di spe-
di comparsa accidentale in Italia. Per il rodi- cie esotiche è da considerarsi una forma di
gino esiste un’unica segnalazione, relativa “inquinamento” ambientale. Come sempre,
all’abbattimento di un soggetto il 25 dicembre l’introduzione di specie alloctone può porta-
1906 presso Loreo (Arrigoni degli Oddi, 1929). re a squilibri negli ecosistemi. Uno dei risvolti
più evidenti della presenza di questi Anatidi è
Esiste un’unica segnalazione di Anatra mar- l’ibridazione con le specie europee, fenomeno
morizzata (Marmaronetta angustirostris) per la che può creare gravi danni alle specie rare. In
provincia di Rovigo. Trattasi di due individui Spagna, ad esempio, l’affermarsi dell’esotico
catturati nel febbraio 1907 nella cosiddetta Gobbo della Jamaica sta mettendo a repenta-
“Valle Donzella”, ovvero una delle valli, ora glio la sopravvivenza genetica in purezza del
bonificate, che cingevano la Sacca di Scardo- Gobbo rugginoso, specie che versa in sfavore-
vari. Il dato è riportato da Arrigoni degli Oddi vole stato di conservazione. Immissioni volon-
(1929). Attualmente la specie viene segnalata tarie hanno, inoltre, artificialmente allargato
con regolarità solo nel Meridione, ove sono l’areale riproduttivo di alcune specie europee,
stati osservati recenti casi di nidificazione. come ad esempio Oca selvatica e Cigno reale,
fatto ancora da valutare nella sua portata.
Vi è, poi, la segnalazione di una specie near- Più in generale, la continua immissione di
tica, ovvero la Marzaiola americana (Anas individui esotici ha portato ad un notevole
discors). Un individuo, presumibilmente fem- aumento nella segnalazione di specie allocto-
mina giovane, è stato catturato il 3 febbraio ne lungo tutta la costa adriatica, compreso il
1952 in “Valle Santona”, ovvero Centona, Delta del Po.
facente oggi parte di Valle Sagreda (in: Chelini, Di seguito viene fornito un sintetico elenco
1984). Sporadicamente, difatti, questa specie delle specie rilevate negli ultimi anni nell’area
giunge in Europa, con 4 segnalazioni accer- del Delta veneto.
tate per l’Italia nell’ultimo secolo (Brichetti &
Fracasso, 2003). Il Cigno nero (Cygnus atratus) è specie che ha
oramai formato piccoli nuclei naturalizzati in
nord Italia. Nel Delta veneto viene regolar-
La detenzione in cattività di molte specie “eso- mente segnalato tutti gli anni, con un totale
tiche” o “alloctone”, ovvero non appartenenti di 23 osservazioni per la provincia di Rovigo
alla fauna del continente europeo, ha provo- (anni 2001-10). Le segnalazioni si riferiscono a
cato, negli anni, una presenza sul territorio tutti i periodi dell’anno, e per una vasta gamma
nazionale di individui “aufughi”, ovvero fug- di siti, che vanno dalle valli, ai rami del Po,
giti dalla cattività, o volontariamente immes- alle lagune, alle risaie, ed anche ai gorghi
si in natura. Molti, infatti, sono gli Anatidi del Polesine occidentale. Vengono segnalati
106 Altre specie

singoli individui, ma a volte anche coppie e Il Codone guancebianche (Anas bahamensis) è


in un’occasione tre insieme; nell’aprile 2010 una specie americana frequentemente allevata
è stato osservato anche un comportamento a scopo ornamentale in Italia. Ne esistono due
di corteggiamento in una coppia presente in varietà, una delle quali completamente bianca.
Valle Ripiego, senza però nessun esito ripro- Esistono due recenti segnalazioni della specie,
duttivo. Per un individuo è stato possibile sta- relative a due individui abbattuti accidental-
bilire la fuga dalla cattività, dato che portava al mente presso le valli di Porto Viro, il primo in
piede un anello di riconoscimento (individuo morfismo normale durante gli anni Duemila,
fulminatosi contro cavi); un altro, invece, è ed il secondo in abito bianco il 4 ottobre 2008.
stato ferito da bracconieri in giornata di caccia.
Due specie del genere Aix devono alla bellez-
L’Oca facciabianca (Branta leucopsis) giunge za del piumaggio dei maschi la loro grande
in Italia con pochi esemplari durante gli inver- diffusione in cattività in Europa, tanto da aver
ni freddi. Per il Delta veneto è stata raccolta formato anche popolazioni naturalizzate. Trat-
un’unica segnalazione, attribuita ad un indi- tasi dell’Anatra sposa (Aix sponsa) e dell’Ana-
viduo aufugo a causa del suo comportamento tra mandarina (Aix galericulata): la prima di
confidente (8/9/99, Golena Madonnina, Ca’ origini nordamericane, la seconda asiatica. Di
Cornera – Gramolelli L.). seguito vengno elencate le uniche segnalazio-
ni registrate.
L’Oca egiziana (Alopochen aegyptiacus) è spe- -A natra sposa: 2 indd., maschio e femmina, il
cie africana che ha formato in Europa diverse 18 dicembre 2004, ed 1 maschio il 27 e il 29
popolazioni naturalizzate, soprattutto in Gran dicembre 2004 in Po di Venezia a Ca’ Zen;
Bretagna. Viene comunemente allevata in qua- -A natra mandarina: 6 indd. in volo a Boccaset-
lità di specie ornamentale anche in Italia. Dal te il 24 novembre 2001.
2003 al 2010 è stata segnalata quasi tutti gli
anni, per sette volte. Il Fistione beccorosa (Netta peposaca) è
- 2 indd. in laguna di Barbamarco a Pila l’11 un’anatra tuffatrice d’origini sudamericane.
luglio 2003; L’individuo maschio segnalato il 20 gennaio
- 2 indd. il 13 gennaio 2004 nelle Bonifiche di 2005 in Valle Ca’ Zuliani è sicuramente d’ori-
Isola della Donzella; gine aufuga.
- 1 ind. il 23 maggio 2005 alle vasche dello
zuccherificio di Contarina; Il 25 maggio 2010 in Valle Segà è stato osser-
- 2 indd. osservati dal 3 al 5 aprile 2006 in Po vato un individuo di Anatide appartenente al
di Maistra, golena di Ca’ Pisani; genere Dendrocygna, che comprende un grup-
- 1 ind. il 17 aprile 2006 presso lo scanno di po di specie delle regioni tropicali. L’impossi-
Boccasette; bilità di effettuare una corretta determinazione
- 3 indd. il 5 ottobre 2007 in golena Pomella, non ha permesso di avere un’attribuzione pre-
loc. Bar Americano, Po di Venezia; cisa di tale individuo.
- 1 ind. il 12 gennaio 2010 in Az. F.V. S. Egidio,
San Martino di Vanezze. Da ultima, va citata l’osservazione di una
femmina di Gobbo della Giamaica (Oxyura
Per l’Oca del Canada (Branta canadensis) esi- jamaicensis), effettuata l’11 ottobre 2010 in
ste un dato di 1 individuo osservato nel set- Valle Ca’ Zuliani. Tale specie americana ha
tembre 1989 presso Porto Levante (Ballerio, in formato popolazioni naturalizzate in alcune
Brichetti et al., 1992). regioni europee; la sua presenza sta mettendo
a repentaglio la sopravvivenza dell’autoctono
Il Germano beccomacchiato (Anas poeci- Gobbo rugginoso. Per il Veneto, esistono altre
lorhyncha) è un Anatide tipico del sud-est segnalazioni della specie per il Lago di Garda.
asiatico. Durante gli anni Duemila nelle valli
di Porto Viro è stato abbattuto un individuo di
questa specie, senz’altro fuggito dalla cattività.
Le anatre selvatiche del Delta 107

ASPETTI ECOLOGICI E GESTIONALI

delle risorse di tali siti. Sono ambienti molto


GESTIONE AMBIENTALE complessi dal punto di vista ecologico, sono
ambienti stabili, dotati di un’elevata capacità
L’area d’indagine del Delta centrale è costitu- dell’intero sistema di ritornare alle condizioni
ita dalla compenetrazione di quattro tipologie d’origine dopo situazioni perturbative, e sono
ambientali, ovvero valli da pesca e da caccia, caratterizzate da molteplici connessioni tra il
lagune e sacche soggette a marea, parte ter- sistema della pianura e quello marino. Si può
minale dell’Adige e rami del Po, terreni agrari pertanto affermare che l’importanza ecologica
di bonifica. Le valli risultano essere l’ambiente delle valli da pesca risiede nel risultato delle
in assoluto più importante per gli Anatidi, e complesse interazioni tra sistemi continentali,
meritano quindi una trattazione più completa. sistemi marini ed azione antropica. La conser-
vazione di tali ambienti consente di mantenere
Valli da pesca efficienti molte aree naturali costiere dotate di
un alto grado di diversità biologica, che spes-
Le valli da pesca possono essere definite come so si sono salvate proprio per via della tipo-
habitat semi-naturali assimilabili alle lagune logia degli sfruttamenti praticati dall’uomo fin
costiere. Le valli subiscono una gestione attiva da epoche remote. La pesca e l’acquacoltura
del sistema ambientale che consente il man- estensiva, infatti, ben rappresentano un ottimo
tenimento del proprio stato. Secondo quan- caso di utilizzo compatibile idoneo alla con-
to mirabilmente descritto da Carrada & Fresi servazione delle zone umide, come è avvenuto
(1988) le valli manifestano un’elevata produtti- nel Delta del Po. In particolare, la vallicoltura,
Branco di alzavole
vità biologica, che chiarisce l’interesse da sem- intesa come particolare caso di acquacoltura in Valle Ca’ Zuliani
pre manifestato dall’uomo nello sfruttamento estensiva, è diventata uno dei principali stru- (foto M. Bovo)
108 Aspetti ecologici e gestionali

menti per la conservazione delle zone umide, Le azioni gestionali che vengono effettuate
facendo diventare le valli del Delta alcuni dei all’interno degli ambienti vallivi sono com-
più mirabili esempi di zone umide italiane. plesse e si basano sull’esperienza affinata in
almeno tre secoli di vallicoltura veneta.
La conduzione gestionale è indirizzata all’al- I fondali degli specchi d’acqua vengono perio-
levamento ittico e all’attività venatoria. Ogni dicamente smossi, per evitare l’accumulo di
valle è composta da numerosi bacini di diverse sostanze organiche che porterebbero all’eutro-
dimensioni, separati da argini, barene e canali, fizzazione degli stessi (bloom algali, anossia).
i quali sono gestiti in modo diretto per quanto I canali di servizio vallivi e quelli perimetrali
concerne i livelli idrici, la salinità e la confor- vengono ripuliti per mantenere un efficiente
mazione del territorio. scorrimento e ricambio delle acque, median-
La gestione è tesa, pertanto, alla creazione te l’utilizzo di scavatori. Alcuni bacini vallivi
di un ambiente simile ad una laguna costiera vengono periodicamente prosciugati al fine di
naturale, dove la circolazione artificiale delle eliminare eventuali eccessi di materiale orga-
acque, effettuata tramite delle pompe, garanti- nico e di esporli all’azione dell’aria e del sole.
sce perfettamente il ricambio idrico e la vivifi- I livelli idrici dei bacini vengono regolati in
cazione dei vari laghi. funzione delle esigenze trofiche delle specie di
La circolazione artificiale delle acque simula interesse venatorio, favorendo, di fatto, anche
quanto accade effettivamente in natura, ovvero le specie protette.
con l’ingresso di acqua salata marina e d’ac- Al fine di creare condizioni ambientali ido-
qua dolce fluviale. nee per la sosta ed il riposo degli Anatidi, e
per eliminare l’eccessivo accumulo di sostan-
All’interno delle valli itticoltura estensiva e za organica, ogni anno vengono svolte azio-
pratica venatoria sono attività economiche ni di manutenzione presso le barene (isolette
con esigenze compatibili, dove gli interventi solitamente di forma allungata). Lo scavo dei
gestionali sono rivolti al mantenimento delle canali comporta la deposizione del sedimento
condizioni idonee alla vita dei pesci allevati e scavato al di sopra delle barene. Tale azione
degli uccelli acquatici oggetto di caccia. non influisce negativamente sulla vegetazione,
In alcuni casi, per favorire la permanenza degli che riesce rapidamente a ricostituirsi. Il sedi-
uccelli si sottraggono degli specchi d’acqua mento, in alcuni punti, viene inoltre distribuito
vallivi all’allevamento delle specie ittiche; in alla base delle barene, in modo da permettere
altri viene introdotta dell’acqua dolce, che la formazione di sponde degradanti. Queste
favorisce la permanenza di alcune specie di superfici prive di vegetazione hanno la funzio-
Uccelli, oltre che regolare la fase migratoria ne di offrire zone di sosta (“ponsaùre”) molto
delle specie ittiche allevate. importanti per gli Anatidi (in particolare Ger-
mano reale e Fischione). La morfologia di alcu-
La gestione delle valli, finalizzata all’attività di ne barene viene modificata in modo da offrire
itticoltura e venatoria, è di tipo conservativo, rifugi agli Anatidi in momenti di particolare
e presuppone un intervento artificiale mirato rigore climatico (“sacche anti-bora”), oppure
al mantenimento delle condizioni ideali per lo per favorirne la sosta dopo l’alimentazione
sviluppo della fauna ittica e per l’avifauna. e permettere la termoregolazione in inverno
(superfici affioranti o appena sommerse).
Le valli sono bacini idrici chiusi e separati Ogni anno si procede con la piantumazione,
dagli ambienti circostanti tramite argini costru- mediante talea, di nuovi filari di Tamarix sp.,
iti dall’uomo, interrotti da chiuse e chiaviche. e con la potatura di quelli già presenti allo
Se tali complessi non fossero soggetti ad una scopo di accelerarne l’accrescimento e anche
gestione attiva sarebbero facilmente interessati l’espansione di rami basali schermanti. Tale
da fenomeni di eutrofizzazione e di degrado arbusto è resistente alla salinità e all’insola-
dei pregevoli e delicati habitat presenti. Tutte zione, ed è quindi particolarmente ricercato.
le valli dl Delta, inoltre, si trovano al di sotto Tali filari vengono piantati primariamente con
del livello del mare, a causa dei fenomeni di lo scopo di frangivento autunno-invernale e di
subsidenza; per tale motivo è necessario uti- creazione di zone ombrose per l’estate, non-
lizzare il lavoro costante delle idrovore mec- ché di schermatura dai rumori e dalle luci. Il
caniche. beneficio riguarda sia il comparto ittico (ad
Le anatre selvatiche del Delta 109

esempio nella zona delle peschiere), sia gli In autunno ed inverno il livello idrico dei
uccelli acquatici, in particolare gli Anatidi. laghi dedicati alla caccia viene artificialmen-
Vengono così creati ulteriori siti di nidificazio- te abbassato, al fine di far emergere o semie-
ne per il Germano reale. L’effetto di scherma- mergere la praterie di “grìsa” e le barene nude.
tura dai venti è più evidente sul margine dei Tale abbassamento determina la creazione di
laghi aperti soggetti all’azione della bora. vaste distese di acqua poco profonda, ottimali
Ma è la gestione dell’acqua il vero cardi- per la sosta e l’alimentazione degli Anatidi di
ne attorno cui ruota tutta la gestione valliva; superficie.
ossigenazione e limpidità dell’acqua, nonché Le acque scaricate dalla Valle nei corpi idrici
mantenimento della vegetazione sommersa, adiacenti, infine, non incidono minimamente
sono i due obiettivi primari di ogni vallicoltore. sull’inquinamento degli stessi, in quanto sono
Al fine di evitare l’eutrofizzazione e l’ecces- mediamente di qualità superiore rispetto a
siva presenza di sostanza organica, l’acqua quelle d’immissione in valle, grazie al fenome-
viene fatta muovere, attraverso chiaviche e no della fitodepurazione e del lagunaggio che
canali, mediante l’immissione di acqua dolce la circolazione valliva delle acque favorisce. È
dai fiumi e di acqua salata dalle lagune, e evidente quindi che le valli hanno nell’area la
successivamente fatta defluire. Ciò permette funzione aggiuntiva, e fondamentale, di bacini
anche l’ingresso in valle di sostanze nutritive di miglioramento idrico, con beneficio per la
e invertebrati che sono fonte trofica per gli fauna e la flora.
uccelli acquatici. La corretta gestione idrica
permette lo sviluppo delle praterie di piante Ogni valle è composta da bacini idrici separati
acquatiche sommerse (dette “grìsa”), fonda- gli uni dagli altri; questa separazione permette
mentali per l’alimentazione degli Anatidi. Tali la gestione differenziata dei vari laghi, al fine di
praterie crescono nei fondali dei laghi vallivi consentire gradi di salinità diversa, di regolare
a buona ossigenazione, ed ospitano al loro i livelli idrici a seconda delle varie necessità,
interno una comunità ittica e di invertebrati di completare la circolazione idrica in manie-
Femmina di Moriglione
che entra a far parte dell’alimentazione delle ra autonoma bacino per bacino. La suddivi- con “grisa” nel becco
anatre selvatiche. sione dei bacini consente di differenziare le (foto M. Piacentino)
110 Aspetti ecologici e gestionali

questi laghi le praterie sommerse sono costi-


tuite prevalentemente da piante del genere
Ruppia. Si rinvengono anche altre formazioni
vegetali a Phragmites australis, a giunchi (Jun-
cus littoralis, J. acutus e Schoenus nigricans)
e rigogliose siepi a tamerice prevalente. Tali
ambienti sono i più adatti ad attirare anatidi
amanti di acque dolci e ricche di vegetazione
quali Alzavola, Marzaiola, Germano reale,
Canapiglia e varie anatre tuffatrici.
- Laghi d’acqua salmastra: hanno un livello
di salinità intermedio, solitamente compreso
tra il 5 ed il 15‰ in quanto qui avviene il
vero mescolamento dell’acqua dolce con
quella salata attinta dalle lagune di Caleri,
Nanozostera noltii; specie acquacolturali allevate, oltre che offrire Cavallari e Marinetta, Vallona, Barbamarco e
Valle Bagliona agli uccelli acquatici un ventaglio più ampio Busiura. Sono questi i grandi laghi, con livelli
(foto E. Verza)
di potenziali nicchie trofiche da utilizzare a idrici tra 40 cm ed un metro di profondità,
seconda delle preferenze di ogni specie. che attirano i fischioni. Qui le praterie delle
Ecco quindi che ogni valle presenta un insieme fanerogame a Ruppia maritima e R. cirrosa
di caratteristiche morfologiche comuni: gran- iniziano a mescolarsi con Nanozostera
di laghi d’acqua solitamente salmastra, aperti, noltii, quando il livello di salinità supera il
con presenza di poche barene senza tamerici; 12‰, e formano grandi praterie sommerse.
laghi più piccoli, circondati da siepi di tame- Il paesaggio si presenta aperto con barene
rici, solitamente con acqua dolce e fasce di lunghe e basse.
canneto; peschiere di svernamento del pesce, - L aghi salati: hanno una salinità che può
ovvero una serpentina di arginelli e canali pro- essere pari o quasi a quelle delle acque
fondi, ricca di arbusti. marine e sono utilizzati principalmente per
Sinteticamente, le varie tipologie di laghi pos- scopi ittici. Qui possono essere rinvenute solo
sono essere descritte come segue: le praterie a Zostera noltii. Percentualmente
- Laghi d’acqua dolce: hanno salinità compresa rappresentano la minoranza dei laghi di
tra lo 0 ed il 10‰, grazie all’introduzione di valle in quanto i meno adatti alla sosta
acqua dai rami del Po (Po di Venezia, Maistra degli Anatidi di interesse venatorio. Sono
e Levante) e dall’Adige; hanno un livello idri- mantenuti con acque profonde (anche oltre
co solitamente piuttosto basso, fino a meno un metro) e attirano, invece, le popolazioni
Ruppieto in
Valle Sacchetta di 10 cm durante il periodo venatorio, e sono di Volpoca.
(foto E. Verza) utilizzati prettamente per la caccia. Presso

All’interno delle valli le attività umane, lega-


te ai diversi interventi gestionali con il con-
seguente disturbo antropico, sono evitate
durante l’intero arco della stagione venatoria,
e vengono mantenute di scarsa entità anche
durante il resto dell’anno, soprattutto a parti-
re da luglio. Tale pratica favorisce la sosta di
grandi quantità di Anatidi e di una moltitudine
di altre specie faunistiche.
Le valli sono ambienti che devono fare i conti
con la modernità: le trasformazioni ambien-
tali e socio-economiche stanno rapidamente
mutando la conduzione delle zone agro-silvo-
pastorali del nostro paese.
Proprio in quanto attivamente gestite e modifi-
cate dalla mano dell’uomo, e costituite da una
Le anatre selvatiche del Delta 111

grande quantità di interazioni ambientali che addirittura prioritari ai sensi della Direttiva
vanno a costituire un delicato equilibrio, le 92/43/CEE “Habitat”. Le valli ospitano, infat-
valli possono facilmente mutare in aspetto e, ti, la maggior parte della superficie di alcu-
quindi, dotazione faunistica. ni di questi habitat oramai molto rarefatti in
ambiente lagunare, tra cui, ad esempio, lo
Uno dei grandi problemi che le zone umide Juncetalia maritimi.
della costa adriatica devono affrontare è costi- - Diminuzione delle superfici vallive adat-
tuito dalla massiccia presenza di sostanze te alle anatre tuffatrici, gruppo di specie in
inquinanti ed azotate che provengono dalle declino in molte parti d’Italia e del Mediter-
attività umane. Le valli, attingendo acqua dalla raneo.
parte terminale dei due principali fiumi italiani - Concentrazione di grandi quantità di anatidi
e dalla parte meno profonda del Mare Adria- in spazi ridotti (basti l’esempio del Fischione,
tico, si trovano a dover trasformare e smaltire in grado di formare branchi di 30.000 indivi-
un notevole carico inquinante. Tale problema dui in meno di 300 ettari di superficie); tale
sembra, però, aver afflitto maggiormente la fenomeno potrebbe esporre le specie a rischi
fauna ittica ed altre componenti ambientali, legati a fattori locali (epidemie, morie, intos-
più che gli Anatidi. sicazioni, attività venatoria intensa, ecc…).
Tale argomento merita comunque maggiori
Nell’ultimo decennio si è assistito ad un pro- approfondimenti.
gressivo aumento della dolcificazione di molti
settori vallivi, con relativo abbassamento dei Come già detto, tra le più importanti prati-
livelli idrici. Tale tendenza ha lo specifico che gestionali vallive troviamo lo scavo dei
scopo di aumentare la ricettività delle valli nei canali con conseguente deposito di sempre
confronti degli Anatidi cacciabili del genere nuovo sedimento sulle barene, nonché l’innal-
Anas, a scapito delle anatre tuffatrici, il cui zamento dei livelli idrici. Tale attività viene
interesse venatorio è andato calando. Alcune realizzata a partire dal mese di febbraio e si
valli risultano ormai per l’80% dolcificate, con protrae fino alla fine del mese di luglio, ovvero
abbandono parziale o addirittura totale delle al di fuori del periodo venatorio e di arrivo dei
pratiche di allevamento ittico. Questa tenden- primi contingenti in migrazione autunnale. È
za produce tre conseguenze principali: però da considerare che tali pratiche vengono
- perdita degli habitat alofili, molti dei quali svolte nel periodo di riproduzione dei Cara-
considerati d’importanza comunitaria o driformi, ovvero Limicoli, Laridi e Sternidi. Le

Prateria di fanerogame
sommerse; Valle S. Carlo
(foto E. Verza)
112 Aspetti ecologici e gestionali

valli del Delta veneto, difatti, ospitano migliaia Rami fluviali


di coppie di specie rare e protette dalle con-
venzioni internazionali, come ad esempio il L’area del Delta veneto ospita la foce dei due
Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) principali fiumi italiani, ovvero Adige e Po. Il
o l’Avocetta (Recurvirostra avosetta). Ogni primo presenta acque più fresche e minor tra-
anno molte coppie vengono così disturbate, sporto di sedimenti rispetto al Po, caratteristi-
e costrette ad abbandonare la riproduzione. che che forniscono alle valli settentrionali del
Risulta quindi necessario coniugare le esigen- comune di Rosolina un apporto idrico ottimale.
ze gestionali a fini ittico-venatori con la con- Il Po, invece, presenta maggiore inquinamen-
servazione delle colonie di uccelli acquatici in to, soprattutto come carico di sostanze azotate,
riproduzione. maggior carico di sedimenti e importanti feno-
meni di risalita del cuneo salino. Le valli che
Il recente ritorno di una precisa specie nel beneficiano maggiormente delle acque del Po
panorama ambientale delle valli del Delta sono quelle poste lungo l’asta del Po di Maistra
veneto ha portato a episodi critici dal punto di e di Venezia, mentre quelle in gronda al Po di
vista gestionale. Trattasi del Fenicottero (Pho- Levante hanno maggiori problemi di approvvi-
enicopterus roseus), ciconiforme che a partire gionamento di acqua dolce.
dai primi anni ’90 del Novecento ha mostra- In generale queste aste fluviali hanno le carat-
to un sorprendente incremento, passando da teristiche della parte terminale dei fiumi di pia-
poche decine di individui a punte di oltre nura: presentano corso ampio, con scorrimento
6000. Recenti rilievi hanno confermato che la lento delle acque, soggette a periodi di magra
specie può avere un impatto, anche importan- e periodi di piena (torbida); sono tutti imbri-
te, nei confronti delle praterie di fanerogame gliati in argini a gradoni, che rendono tali corsi
sommerse, laddove i branchi si alimentano in d’acqua pensili, ovvero con livello idrico posto
maniera regolare. Ciò è dovuto alle particolari al di sopra del piano campagna. Le arginature
abitudini alimentari del Fenicottero, che suole maestre sono gestite a prati da sfalcio. Que-
smuovere il fondo dei laghi con le zampe, alla sti tratti fluviali presentano il corso principale,
ricerca di invertebrati. Tale fenomeno è stato dotato di isole fluviali (ad es. Isola Madonnina
recentemente studiato, ad esempio, presso presso Ca’ Cornera), e “golene” laterali, ovve-
le zone umide del Coto Donana, in Spagna ro aree di espansione laterale del fiume, con
(Rodríguez-Pérez et al., 2007), ove è stato livello idrico più basso, all’interno delle quali
osservato un impatto nei confronti della prate- si possono trovare chiari con canneti e fasce di
ria a Ruppia maritima. È evidente che, seppur bosco igrofilo soprattutto a salici. È presente in
in siti circoscritti, la specie possa portare ad maniera importante il fenomeno della risalita
una diminuzione di vocazionalità ambientale del cuneo salino, con ingresso dell’acqua sala-
per quanto riguarda gli Anatidi, dato che la ta durante l’alta marea all’interno dell’alveo,
“grìsa” è, nel Delta, la principale fonte alimen- per tratti lunghi anche diversi chilometri. Alla
tare per migliaia di anatre selvatiche. foce i tratti fluviali si fondono con gli ambien-
Con particolari condizioni climatiche, solita- ti lagunari, presentando lateralmente canneti
mente in inverno, e al fine di ottimizzare le soggetti a marea chiamati “bonelli”.
già cospicue risorse trofiche naturali, in que- La vegetazione spondicola dei rami del Po
ste aree viene somministrata alimentazione di presenta caratteristiche tipiche, con fasce più
soccorso per gli uccelli acquatici, costituita da o meno strette di bosco igrofilo, ascrivibile in
granaglie (miglio per l’Alzavola, risone e sorgo molti settori all’habitat 92A0 “Foreste a galleria
per tutte le specie). di Salix alba e Populus alba”; la specie domi-
In alcuni casi, però, questa pratica assume i nante è il Salice bianco (Salix alba), seguito
connotati di una pasturazione vera e propria, da Salix fragilis e Pioppo nero (Populus nigra);
con diversi quintali somministrati ogni giorno, presso le golene, dove la corrente si fa minore
con inizio già in luglio-agosto. e la morfologia è più frastagliata, crescono i
Questa attività ha sicuramente effetti positivi salici cespugliosi: Salix caprea, S. cinerea, S.
dal punto di vista alimentare per gli Anatidi, triandra. Rara la presenza dell’Ontano nero
ma rischia di accentuare il fenomeno, già (Alnus glutinosa), più frequente lungo l’Adi-
descritto, del concentramento di molti indivi- ge. Tutte queste fasce boscate sono domina-
dui in superfici ridotte. te dalla presenza dell’alloctono Falso indaco
Le anatre selvatiche del Delta 113

(Amorpha fruticosa). All’interno di queste aree delle golene e dei boschi igrofili non è più sog-
la vegetazione è poco o per nulla gestita, con getta all’azione attiva esercitata dall’uomo fino
rilascio al suolo delle piante morte, e presenza a qualche decennio fa, periodo in cui le golene
di vene d’acqua, chiari e zone melmose, che erano coltivate a riso, i boschi periodicamen-
creano un dedalo di microambienti utilizzati te tagliati e i chiari gestiti per la caccia alle
soprattutto dall’Alzavola e dal Germano reale. anatre selvatiche. La principale conseguenza
Le golene, invece, presentano tipicamente un dell’abbandono di queste pratiche si osserva
lago centrale più ampio, bordato da fasce di nella progressiva chiusura di alcuni chiari, in
canneto a Phragmites australis e, quindi, quin- particolare di canna.
te di salici. Non vi è grande sviluppo di vege- Una problematica è rappresentata dai lavori di
tazione acquatica sommersa, a causa della sistemazione idraulica che interessano gli argi-
torbidità delle acque, ma presso alcune gole- ni ed anche il corso dei rami fluviali. Tali atti-
ne più stabili, in cui l’acqua riesce a filtrarsi, vità, se non troppo invasive, pare non possano
crescono praterie di Potamogeton pectinatus, avere un impatto significativo sugli Anatidi,
P. crispus, Ceratophyllum demersum, e poche come invece possono avere su altre categorie
altre meno diffuse, e in rari casi piccole esten- avifaunistiche.
sioni di lamineti. Tali piante acquatiche risul- Un altro fattore negativo è rappresentato dalla
tano molto importanti per la dieta di numerosi capillare presenza, in alcuni periodi dell’an-
Anatidi. La Nutria (Myocastor coypus), rodi- no, di natanti da pesca e turismo. Gli Anatidi,
tore americano, esercita un’azione del tutto comunque, grazie alla loro mobilità ed adat-
negativa su questa vegetazione, data la gran- tabilità, per il momento pare siano in grado di
de densità che raggiunge all’interno dei rami tollerare tale tipo di pressione antropica.
fluviali. La sua presenza è uno dei fattori limi- Da ultimo, un fattore potenzialmente molto
tanti l’espansione di alcune specie di piante negativo è rappresentato dalla sempre mag-
acquatiche, le quali costituiscono l’habitat per giore presenza di acqua salata, in particolare
la nidificazione di alcuni Anatidi, tra cui la durante i periodi di magra estiva dei fiumi. Tale
Moretta tabaccata. fenomeno provoca cambiamenti nel popola-
Tutto questo insieme di habitat fluviali è con- mento di piante acquatiche, con scomparsa,
tinuamente soggetto ai cambiamenti di livello ad esempio, dei lamineti e delle praterie gal-
idrico del fiume. leggianti di Castagna d’acqua (Trapa natans).
Le golene rappresentano siti di rilevante
importanza per gli Anatidi. Sono frequentate La relativa tranquillità di cui godono i rami
soprattutto in periodo autunno-invernale, pri- del Po li rende, oggi, uno degli ambienti più
mariamente come aree di rifugio. Quelle del importanti per le anatre selvatiche del Delta.
Po di Maistra possono raggiungere una densità
di oltre 10.000 Anatidi in sosta. Sono predilette
dalle anatre tuffatrici, grazie alla loro profon- Sacche e lagune
dità, ma ospitano anche importanti contingenti
di mestoloni e canapiglie. I canneti delle gole- Le lagune del Delta sono un ambiente che si
ne sono preferiti da Germano reale ed Alzavo- estende per migliaia di ettari, e che funge da
la. Le golene vengono solitamente evitate dagli interfaccia tra zone umide interne, terre col-
Anatidi nei giorni di massima piena del Po. tivate e centri abitati da una parte, e il mare
Tra le golene più importanti poste all’interno dall’altra. La loro grande rilevanza è data
dell’area di studio del Delta centrale vanno dall’elevata produttività biologica. Una delle
ricordate la “Carpano”, la “Ca’ Pisani”, la loro caratteristiche più importanti è la velocità
“Maestrazza”, l’”Incile” e il “Lago di Ferro”, dei cicli che in esse avvengono, che gli con-
tutte poste all’interno del Po di Maistra, e quel- feriscono grande dinamismo. L’acqua scorre
le di Ca’ Cornera (golena Madonnina) e Ca’ in due direzioni, diverse ed opposte: quella
Venier del Po di Venezia. salata, che grazie alla marea entra nel sistema
deltizio, anche per chilometri, e quella dolce,
Gli ambiti fluviali presentano ampi tratti sog- che tenta di trovare la via verso il mare, ostaco-
getti a notevole dinamismo, a causa dell’impe- lata da anse, bonelli, secche ed argini. Grande
tuosità delle acque di questi due grandi fiumi e è la commistione dei due flussi, che creano
al materiale trasportato. La naturale evoluzione infiniti gradienti di salinità, ossigenazione e
114 Aspetti ecologici e gestionali

torbidità, fecondando senza posa questa terra, qua dolce. Incastonata tra le valli troviamo,
in una pulsazione che pare un respiro. Da poi, la Laguna Vallona, effettivamente un’ex-
questo vitale fenomeno deriva il dinamismo valle sprofondata con la subsidenza. A fare da
delle fasce di vegetazione, che si muovono spartiacque tra le lagune del comune di Porto
seguendo salinità ed accumuli di sedimen- Viro e quelle di Porto Tolle vi è la foce del
ti; sabbie ed argille vengono continuamente Po di Maistra, con alcuni bonelli di canna; da
depositate, spostate, stratificate e divelte di qui, verso sud, si allunga la Laguna di Busiu-
nuovo, offrendo alla fauna straordinari terreni ra, prima, e di Barbamarco, poi. Ancora più
di alimentazione. Alle bocche dei rami del Po a sud troviamo il complesso noto come Isola
si formano i canneti, detti bonelli, soggetti a della Batteria e Burcio, formato da un’ex-val-
marea e solcati da labirintici canaletti, i “para- le sprofondata e da un sistema lagunare tra
deli”, che portano ai “chiari”. Al loro interno i più naturaliformi di tutto il Delta. Questo
trovano rifugio le anatre selvatiche, soprattutto sito è caratterizzato dalla presenza notevole
durante la migrazione, ed in particolare alza- dell’acqua dolce, con ampi canneti, fatto che
vole, germani reali e canapiglie. Dietro di essi, lo rende particolarmente interessante per gli
e dietro la cintura degli scanni, si aprono le Anatidi: vi sostano centinaia di germani reali
grandi superfici acquee del corpo centrale di ed alzavole, e vi possono essere trovati anche
sacche e lagune; sui fondali crescono qua e là moriglioni, canapiglie e volpoche.
praterie di fanerogame, tra cui la Nanozostera L’ambiente lagunare è dotato di grande capa-
nolii nei punti più salati, e la Ruppia cirrosa in cità di assorbimento dei cambiamenti e dei
quelli più dolci, molto ricercate dagli Anatidi. danni arrecatigli, grazie alla sua capacità di
Le basse maree fanno affiorare alcuni tratti di autorigenerarsi. Nonostante ciò, la pressione
fondale, ove si spargono a cibarsi d’invertebra- antropica cui è sottoposto risulta, in alcuni siti,
ti un po’ tutte le specie di Anatidi di superficie, particolarmente invasiva.
in particolare germani e volpoche. I punti più In primis l’attenzione va posta sulla mollu-
profondi sono utilizzati in particolare da smer- schicoltura: l’allevamento delle vongole ha
ghi minori e quattrocchi, che s’immergono per arrecato danni, anche gravi, alle praterie di
metri alla ricerca di pesci e crostacei. A dife- fanerogame marine e a tutto il benthos, cibo
sa di tutti i corpi lagunari troviamo gli scanni, primario per gli Anatidi; la diminuzione di
barre di foce sabbiose che a corona li proteg- alcune specie dall’ambiente lagunare, tra cui i
gono dalla forza del mare. Sono caratterizzati Quattrocchi, è da attribuirsi in una certa misu-
da forte dinamismo, con periodici cambiamen- ra a questa attività.
ti di forma ed addirittura di posizione, a causa Va poi notato come la piccola navigazione,
della continua deposizione ed erosione dei turistica e legata alla pesca dilettantistica, sia
sedimenti. La loro cresta è costituita da dune notevolmente aumentata nell’ultimo decen-
di sabbia mobile, coperta da vegetazioni alofi- nio. In particolare in periodo primaverile ed
le e psammofile, caratterizzate dalla presenza estivo, la presenza di piccole imbarcazioni è
di Ammophila littoralis. Il lato a laguna degli divenuta capillare, e rappresenta una fonte di
scanni, detto “retroscanno”, è importante per disturbo per gli Anatidi così come per tutta la
la presenza della Volpoca: qui la specie nidi- fauna.
fica, si alimenta e sosta. Tra la Spartina juncea Subsidenza ed erosione della costa hanno
ed i giunchi del retroscanno nidificano pure recentemente provocato danni alle formazio-
Germano reale e Canapiglia. ni di Cannuccia di palude, ambiente utilizzato
All’interno dell’area d’indagine del presente per il rifugio e la nidificazione da molte specie
studio si trovano alcune importanti lagune e di anatre selvatiche.
sacche: partendo da nord troviamo la Laguna Infine, l’organizzazione dell’attività venatoria
di Caleri, completamente salata e caratterizza- in ambito lagunare sembra non essere con-
ta dalla presenza, nel centro, dei più ampi ed geniale con la sosta degli Anatidi durante il
articolati sistemi di barene lagunari del Delta; periodo autunno-invernale, come ampiamen-
a sud dell’Isola di Albarella si apre la Sacca te spiegato nei capitoli precedenti. La maggior
di Cavallari e Marinetta, anche questa piutto- tranquillità offerta dalle valli induce gli Ana-
sto salata e molto antropizzata; il suo margine tidi ad utilizzare le lagune in maniera spora-
meridionale ospita la foce del Po di Maistra, dica, o comunque molto al di sotto delle loro
beneficiando, quindi, di maggior apporto d’ac- potenzialità.
Le anatre selvatiche del Delta 115

AZIONI GESTIONALI

La salvaguardia e l’incremento delle specie di Creazione di nuove zone umide


Anatidi del Delta del Po devono necessaria- in ambiente agrario
mente essere operati tramite azioni gestionali
concrete. Questo sia ai fini della conservazione Uno degli ambienti quasi del tutto scomparsi
delle specie, alcune delle quali rare o in dimi- dal Delta veneto è quello dalle paludi d’ac-
nuzione, sia ai fini dello sfruttamento venatorio qua dolce. Tale tipologia ambientale è stata
e turistico di questa categoria d’uccelli. letteralmente spazzata via dalle bonifiche, in
Va primariamente ricordato che la gestione a particolare durante la prima metà del Nove-
fini venatori degli Anatidi interessa qualcosa cento. Vaste zone ad acqua dolce e stagnante
come 8.000 ettari di zone umide vallive. Ne erano tipicamente presenti in Polesine, costi-
consegue che la gestione attiva qui operata tuite da laghi con canneti e lamineti, boschi
ha effetti positivi sulla conservazione di molti igrofili con frassini ed ontani, varie tipologie
habitat delle acque dolci e saline. Ecco che di prati umidi. Osservando le carte storiche,
l’interesse venatorio, se ben indirizzato, per- in particolare relative al XVIII secolo, si nota-
mette la salvaguardia di biotopi di grande valo- no alcune grandi paludi interne, tra cui quella
re naturalistico e paesaggistico. posta al centro dell’Isola di Ariano, ad ovest
del cordone dunoso, le paludi di S. Giustina,
Sulla base dei dati raccolti e delle esperien- a nord di Adria, e vaste fasce poste tra le valli
ze maturate negli ultimi decenni in varie parti e le zone coltivate. Per trovare un esempio di
d’Italia, di seguito vengono proposte una serie come poteva apparire parte di questi territori è
necessario spostarsi fino al ravennate, ovvero Stagno realizzato
di azioni gestionali relative ai differenti biotopi
dall’ATC RO3
del Delta. presso la Valle della Canna o Mandriole e la presso Ca’ Venier
zona allagata di Punte Alberete. (foto E. Verza)
116 Aspetti ecologici e gestionali

Questi ambienti ospitavano una flora ed una to in periodo estivo. Un importante incentivo
fauna oggi scomparsa o molto rarefatta in Pole- ambientale sarebbe costituito dall’ampliamen-
sine. Tra le specie nidificanti tipiche di que- to di tali siti e dal mantenimento in periodo
sti ambienti troviamo la Moretta tabaccata, la estivo dell’acqua.
Marzaiola e l’Alzavola; la presenza di queste
paludi permetteva, presumibilmente, la consi- Al fine di permettere l’insediamento di alcune
stente presenza delle oche e delle anatre tuffa- specie di Anatidi attualmente non nidifican-
trici, oggi difatti piuttosto scarse. ti nel Delta veneto (Oca selvatica, Moretta
Recenti esperienze hanno evidenziato come la tabaccata, Alzavola), l’incremento del numero
creazione di zone umide d’acqua dolce possa di coppie delle specie già nidificanti (Germano
radicalmente mutare il popolamento di Anatidi reale, Canapiglia, Marzaiola, Mestolone, Mori-
di una data zona. A livello nazionale l’esem- glione, Moretta, Fistione turco) e l’incremento
pio più significativo è rappresentato dall’ap- della popolazione svernante (in particolare
plicazione dei Regolamenti CEE 2078/92 e Oca selvatica ed Alzavola), si raccomanda la
CE 1257/99 nella Regione Emilia-Romagna: realizzazione di zone umide con le seguenti
grazie alle azioni D1/9 e F1/10 tra il 1995 ed caratteristiche. Le indicazioni di seguito ripor-
il 2004 sono stati realizzati circa 4.500 etta- tate sono da intendersi come generali, e quindi
ri di zone umide di pianura. Tale intervento da contestualizzare di volta in volta.
ha portato alla realizzazione di un mosaico di
piccole zone umide, costituite da stagni, prati Dimensioni comprese tra 1 e 5 ettari. Realiz-
umidi, canneti. zazione di arginello perimetrale. Realizzazio-
ne di lievi scavi nel mezzo, in modo da avere
Per quanto riguarda il Delta veneto la realiz- livelli d’acqua differenti, variabili da pochi cm
zazione ex-novo di zone umide d’acqua dolce fino ad un massimo di 50 cm. Realizzazione di
è demandata esclusivamente all’iniziativa pri- isolette o dossi, da tenere possibilmente privi
vata del mondo venatorio. Attualmente nel di vegetazione, al fine di favorire la sosta. Sfal-
Delta, in ambiente agrario, sono presenti solo cio periodico della vegetazione, da effettuar-
tre chiari da caccia, realizzati in aziende fau- si a fine estate o prima di marzo, in modo da
nistico-venatorie (loc. Scanarello, Ca’ Dolfin e controllare soprattutto la Phragmites australis.
Scardovari), ed un chiaro realizzato dall’Am- Gestione degli eventuali canneti in maniera
bito Territoriale di Caccia RO3 all’interno di disetanea. È preferibile non piantumare alberi
una Zona di ripopolamento e cattura. Tali aree o arbusti nè all’interno nè sui margini. Prevede-
risultano di ridottissima estensione (in totale re l’eventuale immissione d’acqua in periodo
meno di 20 ettari), e soggette a prosciugamen- estivo al fine di evitare il prosciugamento.

Chiaro da caccia
presso loc. Scanarello
(foto E. Verza)
Le anatre selvatiche del Delta 117

Se utilizzati a fini venatori, prevedere di desti- zione delle fasce agrarie poste al piedi delle
nare ad oasi almeno la metà della superficie di arginature del Po, in particolare dei settori più
ogni sito. umidi. Difatti, la formazione di zone acquitri-
nose e di ristagno dell’acqua piovana, unita-
Gestione valliva mente alla presenza di piante infestanti, è in
grado di attirare specie quali il Germano reale
La gestione che attualmente è effettuata sulla e l’Alzavola.
maggior parte delle superfici vallive risulta Va inoltre ricordato come lo sfalcio estivo
essere molto efficace per la sosta, l’alimenta- della vegetazione delle sponde di fossi e canali
zione e la riproduzione degli Anatidi. Va però provochi la perdita di molte covate di Germa-
specificato che negli ultimi decenni l’abbas- no reale, che utilizza tali ambienti in maniera
samento dei livelli idrici e la dolcificazione, significativa. È consigliabile, quindi, effettua-
al fine di attirare le anatre del genere Anas, re le pratiche di sfalcio al di fuori dei mesi di
hanno invece sfavorito le anatre tuffatrici. marzo, aprile e maggio.
Questa categoria d’Anatidi risulta da tempo in
diminuzione nell’area del Delta, e in generale Gestione lagunare
lungo tutta la costa Alto Adriatica.
Al fine di riconsolidare le popolazioni di Mori- La gestione delle lagune a fini faunistici risulta
glione e Moretta, e di permettere la sosta ed complessa e, in parte, di difficile applicazione;
anche la nidificazione di specie rare e minac- l’importante presenza di attività economiche
ciate, quali la Moretta tabaccata, sarebbe in questo ambiente risulta, infatti, prioritaria.
importante il destinare alcuni laghi di valle Tra le azioni che potrebbero portare beneficio
alla specifica gestione per queste specie. In al popolamento di Anatidi vanno ricordate:
maniera ideale, si potrebbe presupporre che - c reazione di aree non soggette all’allevamen-
ogni valle dedicasse un lago a tale categoria to dei molluschi, al fine di ricostituire le pra-
ornitica. terie di fanerogame sommerse;
È noto come le anatre tuffatrici preferiscano - limitazione dell’accesso ad alcuni settori
le acque profonde e ricche di vegetazione dei canneti durante il periodo riproduttivo
sommersa. Un lago di valle specificatamente dell’Avifauna;
dedicato potrebbe presentare le seguenti carat- - favorire l’afflusso d’acqua dolce nelle aree
teristiche: non prioritarie per l’allevamento delle von-
- dimensioni comprese tra 5 e 30 ettari; gole;
- livello idrico costante compreso tra 1 e 2 - r iorganizzazione dell’attività venatoria presso
metri; alcuni settori lagunari.
- acqua preferibilmente dolce, meglio se con
salinità inferiore al 10%; Gestione fluviale
- presenza di fasce di canneto perimetrali;
- presenza di praterie sommerse di Ruppia cir- L’ambiente fluviale risulta di difficile gestio-
rosa. ne a causa del veloce e continuo scorrimento
delle acque. Va comunque detto che esperi-
Gestione agraria menti gestionali sarebbero importanti in ambi-
to golenale. La chiusura dei chiari e dei canali
È noto come diverse specie d’Anatidi siano abi- d’accesso è sicuramente una problematica da
tuali frequentatrici dei campi coltivati. L’Alza- valutare. Golene con corretto ricambio idrico
vola si alimenta, soprattutto di notte, in fossi e o, al contrario, con acque del tutto ferme, in
scoline; il Germano reale nidifica nella rete sco- grado di far depositare i sedimenti, ma alimen-
lante dei campi e si alimenta in particolare negli tate dalle infiltrazioni, possono creare ambienti
appezzamenti di cereali; le oche necessitano di di grande interesse per gli Anatidi.
estensioni piatte ed aperte, meglio se terre di Come detto, la Nutria è in grado di influenzare
bonifica, coltivate a grano ed erba medica. negativamente le vegetazioni acquatiche che
Un’azione gestionale interessante per aumen- supportano gli Anatidi. Un controllo della sua
tare la sosta di alcune specie di Anatidi e popolazione all’interno delle golene fluviali è
soprattutto per fornire siti di alimentazione, quanto mai auspicabile, anche se di difficile
potrebbe essere costituita dalla non coltiva- applicazione.
118 Aspetti ecologici e gestionali

GESTIONE VENATORIA

La caccia agli Anatidi è la forma di attività regolata dalla pianificazione faunistico-vena-


venatoria prevalente nell’area del Delta del toria del territorio, operata dalla Regione del
Po. L’abbondanza delle anatre selvatiche, Veneto e dalla Provincia di Rovigo, in ottem-
unitamente alla grande estensione delle zone peranza alla Legge Nazionale n. 157 dell’11
umide, hanno permesso il grande sviluppo di febbraio 1992, alla Legge Regionale n. 50 del
questa pratica, in particolare durante il Nove- 9 dicembre 1993, e al vigente Piano Faunistico
cento. Da caccia riservata a pochi facoltosi, Venatorio Regionale (2007-2012), L.R. n.1 del
soprattutto durante il Rinascimento ed il ‘700, 5 gennaio 2007.
è diventata una forma di attività venatoria Organismo principe della gestione venatoria
comunemente praticata, in particolare a partire è l’Ambito Territoriale di Caccia, per l’area
dal Dopoguerra. Tale aumento di interesse per denominato A.T.C. RO3 “Delta del Po”, che
le anatre selvatiche è stato favorito dalla dimi- racchiude al suo interno tutti i soci che pratica-
nuzione del prezzo delle armi e da un certo no l’attività venatoria nel Bassopolesine. Fanno
aumento del benessere nell’area del Bassopo- parte del territorio amministrato dall’A.T.C.
lesine, in particolare a partire dagli anni ’70. anche le valli, tutte in forma di Azienda fau-
Una certa rivalità, tuttavia, persiste a tutt’og- nistico-venatoria, istituite dalla Regione con
gi tra i cacciatori di valle e quelli, molto più disciplinare regolato dalla Provincia. Questa
numerosi, che praticano l’attività cinegetica pianificazione territoriale non riguarda, inve-
nelle lagune. ce, le aree inserite all’interno del perimetro
Le più radicate tradizioni venatorie relativa- del Parco Regionale Veneto del Delta del Po,
mente alla caccia agli acquatici si mantengo- istituito nel 1997.
no, oggi, presso i comuni più vicini al mare, e
dotati di ampie zone umide, ovvero Rosolina, Questa forma di caccia viene praticata principal-
Porto Viro e Porto Tolle. mente da appostamento fisso. In area lagunare
ogni appostamento è in capo all’Amministra-
Al giorno d’oggi l’attività venatoria nell’area zione Provinciale, e dato in gestione all’A.T.C..
del Delta, come nel resto della regione, è Questi appostamenti sono posizionati in sacche

Appostamento di caccia
in ambiente lagunare
(foto E. Verza)
Le anatre selvatiche del Delta 119

e lagune, sia nel mezzo degli specchi acquei, Botte da caccia in valle
(foto E. Verza)
sia celati tra le canne e la vegetazione alofita
sui margini e nel retroscanno. Nelle lagune di
tutto il Delta veneto sono in numero di 318, la
maggior parte dei quali ubicati nel mezzo della
Laguna di Caleri, in Laguna Vallona, in Busiura
e Barbamarco, nel Basson e negli Allagamenti.
All’interno dell’area d’indagine del Delta sono
presenti circa 160 appostamenti. Gi apposta-
menti lagunari possono essere di tre tipologie
(Piano Faunistico Venatorio provinciale), di
seguito elencate. Trattasi di parallelepipedi in cemento, sprofon-
- La “coeggia”: normalmente si trova a ridosso dati nel fondale, con diametro di circa 1 metro,
dei canneti; essa e’ costituita da una barrie- il cui bordo sporge di poche decine di cm dal
ra di canne palustri infisse nel fondo, ed ha pelo dell’acqua. Sono ubicate sia nel mezzo dei
come scopo la formazione di un nascondi- laghi, soprattutto per la caccia ai grandi bran-
glio per il cacciatore e la sua barca, dove lo chi di fischioni, sia tra le barene e le canne.
stesso rimane in attesa dell’arrivo degli uccel- Ogni valle è dotata di una quindicina di queste
li. In taluni casi, particolarmente in presenza postazioni, ognuna delle quali spesso “doppia”
di fondali con pochi centimetri di acqua, le (botte e controbotte), ovvero in grado di ospi-
canne possono non essere infisse nel fondo: tare due cacciatori contemporaneamente; non
in questo caso il sito viene allestito con il solo sono quasi mai, però, utilizzate tutte contempo-
taglio di piccole quantità di canna (“chiaro”) raneamente, ma turnate a seconda del numero
per poter penetrare con la barca; le canne di cacciatori presenti, della stagione dell’anno,
tagliate vengono poste intorno al natante per e delle condizioni meteorologiche.
meglio mimetizzarlo.
- La “coeggia-palco” è una struttura un po’ L’attività venatoria in ambito lagunare viene
più sofisticata della precedente, ed è nor- praticata su di una superficie di 7.743 ettari,
malmente ubicata nei laghi aperti. Si tratta di mentre sono a disposizione della caccia di
una struttura fissa costituita da un palchetto valle 4.557 ettari. L’istituzione del Parco ha
in legno delle dimensioni di circa mt. 1 x 2, sottratto alla caccia 7.501 ettari di zone umide,
sostenuto da pali in legno infissi nel fondo, e facendo di fatto scomparire la forma di caccia
da una barriera di canne palustri che accer- in ambito fluviale. Fanno parte della superficie
chiano e celano l’intera struttura, il cacciato- del Parco, difatti, tutti i rami del Po, le oasi
re e la barca. delle valli, estese per circa il 40% di ognuna,
- Il “palco” ha la stessa struttura della prece- che erano state precedentemente istituite, e
dente con la sola differenza che non esiste pochi tratti lagunari, ovvero le foci del Po di
nessuna barriera in canna palustre che possa Gnocca (Bacucco) e l’Isola della Batteria.
celare il cacciatore. Data questa disposizione territoriale, risulta
una densità di 1 appostamento fisso ogni 24
Oltre che da appostamento fisso, la caccia alle ettari in ambito lagunare, e di 1 ogni circa 25
anatre viene praticata da appostamenti tempo- ettari per le valli.
ranei, costituiti da nascondigli tra la vegetazio-
ne, o da imbarcazioni in secca o saldamente In generale il periodo di caccia va dalla fine
ancorate ed inamovibili. Tali postazioni pos- di settembre al 31 gennaio, ovvero è rivolto
sono mutare di giorno in giorno. Altre forme prevalentemente agli individui stanziali (in
di caccia minori sono costituite dall’apposta- particolare Germano reale), a quelli di passo
mento temporaneo tra la vegetazione delle post-riproduttivo e ai contingenti svernanti. In
dune degli scanni, e dalla caccia vagante in ambito vallivo la caccia viene praticata, per
ambiente agrario, soprattutto al Germano reale tradizione, solo il sabato, con integrazione di
e all’Alzavola. un’altra giornata solitamente a fine periodo
venatorio, e preferibilmente il mercoledì. Nelle
All’interno delle valli, invece, sono presenti lagune, invece, la caccia è aperta tutta la setti-
quasi 320 appostamenti fissi denominati “botti”. mana, ad esclusione del martedì e del venerdì.
120 Aspetti ecologici e gestionali

Recenti studi hanno fatto luce sul carniere segue: all’apertura e per le prime settimane
annuale ottenuto nell’area del Delta veneto di caccia si concentra lo sforzo venatorio nei
(Benà & Rallo, 2006; Sorrenti et al., 2006). confronti del Germano reale e dell’Alzavo-
Dalle analisi effettuate emerge come in alcuni la presso i laghi più piccoli, dolci e bosca-
casi vi siano differenze tra il prelievo effettua- ti; con l’arrivo dei primi freddi, e massimo
to nelle valli e quello delle lagune, per quanto verso novembre, si comincia la caccia nei
riguarda l’abbondanza di ciascuna specie e la grandi laghi salmastri, al fine di insidiare il
fenologia del prelievo. Le differenze sono da Fischione che proprio in tale periodo inizia
attribuirsi all’interazione di più fattori, sinteti- ad essere presente in maniera significativa;
camente riassunti di seguito. in dicembre e gennaio il carniere diviene più
- Differenti caratteristiche ambientali: le due scarso, quindi il prelievo è rivolto al Mori-
macroaree ambientali condividono una glione e ad un rallide, la Folaga, che condi-
serie di habitat ma ne presentano alcuni dif- vide con gli Anatidi i grandi laghi. Tutte le
ferenti, fatto che favorisce una diversa fre- altre specie entrano a far parte del carniere
quentazione delle specie di Anatidi. in maniera quasi causale, ognuna a seconda
- Prelievo generico effettuato nelle lagune – della propria fenologia.
prelievo mirato effettuato nelle valli: nelle
lagune si tende, difatti, e cacciare ciò che L’ACMA, in collaborazione con l’ATC RO3 e
è in transito in quel dato momento, in virtù la Provincia di Rovigo, ha effettuato uno stu-
del fatto che gli Anatidi non frequentano sta- dio sul prelievo di Anatidi nelle aree lagunari
bilmente tali aree (vedi cap “Analisi gene- del Delta veneto (Sorrenti et al, 2006; Sorren-
rale”); nelle valli, invece, la gestione fa sì ti, ined.). Lo studio risulta attualmente il più
che siano presenti popolazioni differenziate attendibile per quanto riguarda l’area, gra-
a seconda dei vari laghi e dei vari perio- zie alla metodica utilizzata (iniziativa partita
di dell’anno; a seguito di ciò per le valli è dai cacciatori, raccolta di schede anonime,
possibile fare una pianificazione di mas- ecc…). I risultati mostrano come il carniere
sima del prelievo, in modo da sfruttare le annuale delle lagune sia compreso tra i 30.000
specie via via più numerose. La caccia di ed i 40.000 capi, per la maggior parte costi-
valle tradizionalmente è organizzata come tuiti da Germano reale, Alzavola e Fischione.
Stima del prelievo Specie 2002-03 % 2003-04 % 2007-08 %
di Anatidi nelle Lagune Alzavola 8354 24,0 7077 18,5 9840 29,8
(Sorrenti – ACMA)
Germano reale 10447 30,1 16741 43,8 12213 37
Fischione 6649 19,1 7420 19,4 4386 13,3
Codone 1397 4 732 1,9 776 2,4
Marzaiola 266 0,7 31 0,1 200 0,6
Mestolone 865 2,5 260 0,7 935 2,8
Canapiglia 2026 5,8 2071 5,4 1707 5,2
Moriglione 3657 10,5 3308 8,6 1499 4,5
Moretta 1087 3,1 618 1,6 842 2,6
Totale 34748 100 38258 100 32993 100

Un’analisi comparativa è stata effettuata per del Delta risulta superiore alle 60.000 unità.
quanto riguarda il prelievo esercitato all’inter- Secondo Sorrenti et al. (2006), però, va conside-
no delle Aziende faunistico-venatorie vallive, rato come il prelievo reale debba essere aumen-
prendendo come campione i dati desunti dai tato di altri 8-10.000 esemplari, arrivando ad
registri per quattro annate venatorie (periodo una stima di circa 70.000 Anatidi prelevati.
2000-04) (E.P.S.). Da questa analisi risulta
come le tre specie più prelevate rimangano le La reale quantificazione dell’incidenza dell’at-
stesse, con un carniere annuale totale di poco tività venatoria sul popolamento locale di
più di 25.000 capi. La fenologia del prelievo, Anatidi è, ad oggi, di difficile interpretazio-
inoltre, mostra come la quantità di capi prele- ne. Questo soprattutto a causa della difficoltà
vati vada calando con il passare dei mesi. nello stimare il numero di individui in transito
sull’area durante la migrazione, i quali sosten-
Dai dati qui presentati, limitatamente al periodo gono il grosso del prelievo. Vanno comunque
2000-04 il prelievo totale di Anatidi per l’area fatte le seguenti considerazioni.
Le anatre selvatiche del Delta 121

Media Stima del prelievo


Specie % di Anatidi nelle Valli
2000-04
8.000
Alzavola 5.535 22% (E.P.S.)
7.000
Germano reale 11.949 46%
6.000
Fischione 6.001 23%
5.000
Codone 309 1% 4.000
Marzaiola 201 1% 3.000
Mestolone 1.006 4% 2.000
Canapiglia 457 2% 1.000

Moriglione 267 1% 0
settembre ottobre novembre dicembre gennaio
Moretta 14 0%
Totale 25739 100

- La quasi totalità delle specie di Anatidi del ciabili e scarsi di numero, come già descritto,
Delta è in aumento o stabile per quanto l’abbattimento accidentale o volontario può
riguarda l’ultimo decennio, come descritto avere un’incidenza significativa.
nei capitoli precedenti.
- La gestione valliva finalizzata alla caccia per- Le leggi ed i regolamenti che negli ultimi
mette il mantenimento di preziosi ambienti trent’anni hanno riguardato la caccia agli
umidi, altrimenti destinati a mutare. Molti di Anatidi hanno portato ad una progressiva
tali ambienti sono habitat d’interesse comu- diminuzione delle aree di caccia, delle specie
nitario o addirittura a priorità di conservazio- prelevabili e del periodo venatorio.
ne in accordo con la Direttiva CEE “Habitat”.
- I regolamenti venatori e la presenza del Parco Con l’entrata in vigore della Legge Nazionale
Regionale contribuiscono a mitigare l’inci- 157/92 sono state stabilite le specie di Anatidi
denza dell’attività venatoria. oggetto di caccia. Recentemente le disposizio-
- Appositi regolamenti e consuetudini attenua- ni regionali hanno portato al bando del pre-
no il prelievo, come ad esempio l’interruzio- lievo nei confronti della Moretta, esclusa dal
ne della caccia quando le valli gelano, o la novero delle specie cacciabili per la stagione
non contemporaneità della caccia in tutte le 2008-09, poi reintegrata, ed ora nuovamente
valli il sabato. esclusa per le zone umide.
- Esiste, tuttavia, il fenomeno del bracconag- Anche i carnieri consentiti sono stati ridimen-
gio, anche questo di difficile quantificazione, sionati, con attuale quantità consentita per
che si esplica in particolare nell’utilizzo di ogni cacciatore di 25 capi giornalieri e 425
strumentazioni vietate, nel superamento del stagionali, con limitazioni in particolare per
carniere consentito e nell’abbattimento di Codone e Canapiglia (attualmente massimo
specie protette; per alcuni Anatidi non cac- 50 capi per specie all’anno).

Italiano Dialetto del Delta


Anatidi Osèi
Germano reale Masorìn (maschio); Ànara (femmina)
Canapiglia Pgnòlo, Pignòlo (maschio); Pngòla (femmina)
Alzavola Sarsègna
Marzaiola Crècola, Rochèto
Codone Dasià, Asià, Asiào
Fischione Ciòsso (maschio); Ciòssa, Ciossèa (femmina); Biancona (femmina adulta)
Mestolone Fòfano
Moriglione Magàsso, Munàro
Moretta Penacìn, Magassìn
Moretta grigia Brinòn
Moretta tabaccata Quartìn, Risaròla
Smergo minore Munghèta
122 Aspetti ecologici e gestionali

Una delle problematiche riscontrate nella L’esperienza maturata a livello locale in fatto
conservazione delle popolazioni di Anatidi è di gestione venatoria degli Anatidi, suggerisce
costituita dall’avvelenamento da piombo. Gli un prelievo che si adatti alla fenologia delle
Anatidi, difatti, durante le fasi dell’alimentazio- varie specie, nonché al loro sfruttamento nelle
ne possono ingerire i pallini da caccia presen- situazioni di massima presenza e stabilità.
ti sul fondo delle zone umide; tale ingestione Di seguito vengono sintetizzate alcune buone
porta ad intossicazioni ed anche avvelenamen- pratiche messe in atto presso alcuni contesti
ti per il discioglimento del piombo (saturni- vallivi al fine di ottimizzare il prelievo.
smo). Il fenomeno è particolarmente grave per - Riduzione del disturbo: minima presenza
specie quali il Cigno reale e le anatre tuffatri- antropica e limitazione dei lavori di manu-
ci. Molti studi sono stati compiuti al riguardo, tenzione nelle aree di riproduzione (aprile –
e tale problematica era già nota in Veneto ai maggio – giugno), nel periodo estivo di muta
primi del ‘900 (Arrigoni, 1929). In nord Ameri- e a fine estate – inizio autunno (luglio – set-
ca, prima del bando delle munizioni in piom- tembre), al fine di favorire la sosta del Ger-
bo, si stimava la morte di oltre 300.000 Anatidi mano reale, specie in grado di richiamare e
all’anno per saturnismo. Uno studio condotto far sostare tutte le altre specie; in particolare
nel Parco Naturale del delta delI’Ebro (Spagna) la sosta dei primi fischioni in arrivo, da metà
ha dimostrato come il 27 % dei germani reali agosto all’1 ottobre, permette l’”attacca-
risulta colpito da avvelenamento, il che signi- mento” del Fischione al sito, con successivo
fica in termini assoluti che 10.000 individui su incremento durante l’autunno. Il prelievo del
di una popolazione di 36.500 germani risul- Moriglione, di norma, non dovrebbe essere
tano affetti da saturnismo, con morte di 2.500 praticato prima dell’1 dicembre, al fine di
di questi. non allontanare i branchi che intendono
L’adesione dell’Italia all’AEWA ha comporta- svernare nell’area.
to tra le misure di attenuazione contenute nel - Posticipazione dell’inizio della caccia: spo-
Piano Faunistico Venatorio regionale l’emana- stando l’apertura della stagione venatoria
zione del bando delle munizioni in piombo, all’1 o al 15 ottobre alcune valli permettono
con utilizzo dapprima di pallini con piombo la sosta di grandi quantità di Anatidi in tran-
nichelato (a partire dalla stagione 2007-08) sito migratorio, i quali percepiscono il sito
e successivamente di pallini in leghe senza come favorevole e sicuro.
piombo. - Riduzione delle giornate di caccia: effettua-
zione di 2 o 3 “tratte” mensili in periodo
Le limitazioni venatorie hanno riguardato in autunnale, al fine di favorire l’incremento
particolar modo il periodo di caccia. Sino a dei branchi in sosta, ovvero dei cosiddetti
prima dell’entrata in vigore delle L.N. 157 del “osèi fati”.
1992, la caccia agli Anatidi poteva essere eser- - Pratica dell’esercizio venatorio solo in un
citata da agosto ad aprile. settore della valle: lasciando almeno metà
A partire dal 2006 è stata vietata la pre-apertu- della valle non interessata dalla caccia si per-
ra, che permetteva di cacciare le specie Alza- mette la rimessa dei branchi all’interno della
vola, Germano reale e Marzaiola a partire dai valle stessa, evitando quindi che si spostino
primi di settembre. A partire dalla stagione in altri siti, quali il mare o i rami del Po; que-
venatoria 2008-09, inoltre, è stata vietata la sto garantisce meno stress agli Anatidi, minor
caccia a tutte le specie prima dell’1 ottobre, mortalità e maggior garanzia della loro per-
ad esclusione del Germano reale. manenza nell’area. Si ritiene ottimale anche
A partire dalla stagione 2009-10, infine, sono la turnazione dei settori vallivi a seconda dei
state poste limitazioni anche all’esercizio della vari periodi dell’anno (ad es.: laghi piccoli in
caccia nel mese di gennaio, al fine di tutelare autunno, laghi grandi in inverno).
maggiormente le popolazioni in svernamento, - Censimenti: prelievo solo delle specie che,
con possibilità di sparo solo il mercoledì ed il stimate alcuni giorni prima della “tratta”,
sabato a partire dal gennaio 2011. risultino sufficientemente numerose.
Le anatre selvatiche del Delta 123

CONCLUSIONI

Lo studio qui presentato si basa su di uno sfor- conoscenze acquisite relativo alle pratiche di
zo di ricerca tra i maggiori mai sperimentati in gestione delle zone umide deltizie finalizzate
Italia per quanto riguarda gli Anatidi. alla conservazione degli Anatidi, sedimenta-
Imponente la massa di dati raccolti, corri- te in secoli di esperienza e sperimentazione
spondenti a oltre 26.000 singole segnalazio- valliva e lagunare. Il lavoro svolto, infine, ha
ni; molto vasta l’area interessata dai rilievi, permesso di prendere coscienza di quali siano
ovvero 20.000 ettari di zone umide tra le più i fattori limitanti e le minacce che gravano sul
importanti del Mediterraneo. Folto il grup- popolamento faunistico del Delta.
po di collaboratori che hanno partecipato ai
rilievi, costituito da oltre 60 persone, per un Nonostante il grande lavoro svolto diversi sono
totale di oltre 1.200 giornate-uomo di lavoro ancora i dubbi da sciogliere relativamente al
sul campo, svolte spesso in condizioni meteo- mondo delle anatre selvatiche che popolano
rologiche proibitive. la zona costiera del Veneto.
Questo grande sforzo di ricerca ha fatto sì che, Per prima cosa serve una quantificazione reale
oggi, si conoscano con una certa accuratezza del numero effettivo di soggetti che transita-
l’andamento stagionale di ogni specie, la sua no sull’area del Delta, in particolare durante
consistenza numerica e il suo stato di conser- il passo autunnale; tale informazione sarebbe
vazione a livello locale. vitale anche per comprendere la reale inciden- Volpoche
Ancor più importante, forse, il patrimonio di za che l’attività venatoria può avere nei con- (foto M. Piacentino)
124 Conclusioni

fronti delle varie specie. Cattura e marcaggio, Da ultimo, per molte specie nulla si sa sulla
mediante serrate campagne di inanellamento, loro struttura di popolazione, e sui loro com-
potrebbero portare ad una stima del turn-over portamenti sociali, fattori che influenzano
dei soggetti in sosta migratoria. notevolmente l’utilizzo dell’area.
In secondo luogo, troppo poco si sa sugli Il presente studio vuole quindi essere sia un
spostamenti migratori, spesso complessi ed punto d’arrivo per quanto riguarda alcuni
influenzati da molteplici parametri; tale cono- aspetti della biologia degli Anatidi, sia una
scenza di dettaglio potrebbe essere acquisita solida base di partenza per l’affinamento degli
con il supporto di moderne tecniche di rileva- studi faunistici riguardanti le straordinarie zone
mento, tra cui il tracking satellitare. umide della costa adriatica.
Le anatre selvatiche del Delta 125

RINGRAZIAMENTI

Un particolare ringraziamento va all’Ente Produttori Selvaggina e alle Aziende Faunistico-vena-


torie, all’Ambito Territoriale di Caccia “RO3” e all’ACMA, nonché all’Area Attività Produttive
della Provincia di Rovigo e alla Polizia Provinciale. Si ringraziano in particolare per l’aiuto fornito
sul campo e per la revisione critica Maurizio Sighele, Luca Sattin, Francesco Scarton, Michele
Sorrenti, Roberto Tinarelli, Danilo Trombin, nonché Alessandra Cadore e Franz Fioravanti per
l’archiviazione dei dati.
Il presente lavoro non sarebbe stato possibile senza l’indispensabile apporto di tutti gli amici e
colleghi che hanno partecipato, in varia forma, ai rilevamenti e alle elaborazioni nel corso di un
decennio: Emilio Altieri, Paola Amidei, Roberta Anreoli, Carlo Avezzù, Maurizio Azzolini, Gian-
luca Barausse, Paolo Basciutti, Marco Basso, Luca Bedin, Ilaria Beltrami, Riccardo Benetti, Silvia
Bertollo, Jeanette Bizzotto, Andrea Bocchi, Mauro Borgato, Luca Boscain, Eddi Boschetti, Michele
Bovo, Angela Bovolenta, Sandro Brina, Alessandra Cadore, Sonia Calderola, Michele Campos,
Maria Carnacina, Moreno Chillon, Lorenzo Cogo, Alessandro Costato, Annamaria Dal Passo,
Ilaria Dal Zotto, Alberto Darderi, Silvio Davison, Silvana De Col, Gustavo De Filippo, Roberta De
Nardi, Angelo De Poli, Nicola De Rossi, Mirko Destro, Ennio Di Gangi, Nicola Donà, Giuliana
Duò, Gabriele Facchin, Andrea Favaretto, Giulia Ferrari, Franz Fioravanti, Isabella Finotti, Giada
Fornasa, Laura Frisaldi, Alessandro Galetto, Andrea Garbo, Laura Gramolelli, Carlo Guzzon, Ric-
cardo Leonardi, Sergio Leonardi, Roberto Masin, Michael Mirimin, Roberto Modolo, Luca Molon,
Angelo Nardo, Menotti Passarella, Claudio Pavarin, Fabio Piccolo, Luigi Piva, Marco Putinato,
Francesca Quindolo, Bruno Roccato, Paolo Ronconi, Luca Saccone, Stefano Sagredin, Matteo
Salata, Gianfranco Salvato, Giorgia Santaterra, Luca Sattin, Giacomo Sgorlon, Anna Stradiotto,
Oscar Sutto, Andrea Targa, Simone Tenan, Aldo Tonelli, Giuseppe Tormen, Alessandra Tozzi,
Danilo Trombin, Ursula Veken, Matteo Veronese, Lorenzo Zanella.
126
Le anatre selvatiche del Delta 127

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Le anatre selvatiche del Delta 129

MAPPE TEMATICHE

Superficie del Parco


Regionale Veneto
del Delta del Po
relativa all’area
d’indagine
130 Mappe tematiche

Zone umide
censite
Le anatre selvatiche del Delta 131
132 Mappe tematiche
Le anatre selvatiche del Delta 133

TABELLE

Tabella relativa a
censimenti svolti in mare

Data Suddivisione anatidi Totale Anatidi Condizioni del mare

24/10/08 venerdì 0 anatidi 0 non rilevate


2000 fischioni, assieme a germani reali,
25/10/08 sabato 2000 mosso per bora
volpoche, alzavole, mestoloni
28/10/08 martedì 140 fischioni 140 non rilevate

8000 fischioni, 850 germani,


08/11/08 sabato 9300 non rilevate
100 alzavole, 350 volpoche
mosso per vento
22/11/08 sabato 4500 fischioni, 250 germani, 150 volpoche 4900
di tramontana
18/12/08 giovedì 2000 fischioni, 100 volpoche, 34 germani 2134 non rilevate

20/12/08 sabato 20000 fischioni, 860 volpoche 20860 poco mosso

29/12/08 lunedì 220 germani 220 non rilevate

30/12/08 martedì 2500 fischioni, 150 volpoche 2650 non rilevate

20/01/09 martedì 0 anatidi 0 non rilevate

23/02/09 lunedì 110 fischioni 110 non rilevate

26 volpoche, 48 germani reali,


23/03/09 lunedì 83 non rilevate
7 alzavole, 2 canapiglie

11/11/09 mercoledì 2450 fischioni 2450 non rilevate

25/11/09 mercoledì 60 fischioni 60 non rilevate

09/12/09 mercoledì 2 germani reali 2 non rilevate

28/12/09 lunedì 2850 fischioni, 12 volpoche 2862 non rilevate

23/11/10 martedì 434 fischioni 434 non rilevate


15422 fischioni, 1187 germani reali, 1014
27/11/10 sabato 18864 poco mosso
volpoche, 1241 mestoloni
In azzurro giornate di censimento con scarsa o nulla attività venatoria;
in giallo giornate di censimento con massima attività venatoria.
134 Tabelle

Tabelle riassuntive dei censimenti svolti


nell’area del Delta centrale dal 2002 al 2010

Media
Stagione 2002-03 24/08/02 10/09/02 25/09/02 10/10/02 22/10/02 11/11/02 25/11/02 10/12/02 23/12/02 14/01/03 01/02/03 15/02/03 agosto-
febbraio

Cigno reale 3 0 4 10 10 11 16 21 12 23 6 13 11

Cigno nero 0 0 0 0 0 2 2 0 0 0 0 0 0

Oca lombardella 0 0 0 0 0 0 0 0 0 29 109 126 22

Oca selvatica 0 0 0 0 0 0 0 4 4 14 0 4 2

Volpoca 33 86 413 174 191 147 596 590 158 828 1247 46 376

Fischione 4 1305 7121 11620 16629 21357 33205 47202 36744 38114 40188 18969 22705

Canapiglia 0 12 183 74 61 61 123 98 230 484 1041 878 270

Alzavola 99 1937 1951 1227 75 795 326 222 47 3362 949 94 924

Marzaiola 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Germano reale 3356 7681 11211 12439 13187 10231 12338 5661 5328 22510 6996 3919 9571

Codone 0 2 101 126 171 144 423 466 44 494 65 113 179

Mestolone 277 811 2602 1693 4434 4136 4444 6878 2232 1513 5637 2644 3108

Moriglione 248 423 200 585 1086 1553 2554 2120 2630 999 2963 2749 1509

Moretta 0 10 0 26 0 47 135 145 157 184 305 244 104

Moretta grigia 0 0 0 0 0 0 0 0 1 3 0 0 0

Moretta tabaccata 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0

Fistione turco 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Fistione beccorosa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Quattrocchi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 9 6 0 1

Pesciaiola 0 0 0 0 0 0 0 0 1 2 6 0 1

Smergo minore 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0

Anatre non ident. 3000 812 0 2000 3000 5201 561 200 3665 50 0 0 1541

Totale 7020 13079 23786 29974 38844 43685 54724 63607 51254 68620 59518 29799 40326
Le anatre selvatiche del Delta 135

Media
Stagione 2003-04 23/08/03 10/09/03 25/09/03 09/10/03 22/10/03 11/11/03 01/12/03 10/12/03 23/12/03 13/01/04 02/02/04 16/02/04 agosto-
febbraio

Cigno reale 3 0 7 13 6 16 22 17 11 14 7 0 10

Cigno nero 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca lombardella 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0

Oca selvatica 0 0 0 0 0 0 9 0 0 0 2 0 1

Volpoca 9 146 17 2 171 530 536 1498 998 1298 1214 521 578

Fischione 0 799 13962 14082 27848 42463 28335 36624 43001 38455 36564 39675 26817

Canapiglia 9 17 76 10 212 182 45 745 788 952 1036 250 360

Alzavola 1994 628 591 2107 825 561 445 20 384 598 682 507 779

Marzaiola 67 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6

Germano reale 10545 17381 11695 9649 9504 5962 11175 8085 9963 11672 4480 2003 17676

Codone 0 6 5 28 27 394 417 269 556 202 701 249 238

Mestolone 23 2905 4691 5302 4344 11541 2644 3377 5447 4631 3184 2637 4227

Moriglione 65 210 400 766 1349 1639 1358 890 887 3500 3318 698 1257

Moretta 0 4 17 29 111 53 124 81 91 123 130 400 97

Moretta grigia 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 4 1 1

Moretta tabaccata 0 3 0 3 0 4 2 1 0 2 1 2 2

Fistione turco 0 0 0 7 0 7 4 3 2 0 7 0 3

Fistione beccorosa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Quattrocchi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Pesciaiola 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 5 0 1

Smergo minore 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0

Anatre non identificate 820 0 350 0 440 0 0 0 0 0 500 973 257

Totale 13535 22099 31811 31998 44837 63353 45116 51611 62132 61453 51835 47916 52308
136 Tabelle

Media
Stagione 2004-05 24/08/04 07/09/04 21/09/04 07/10/04 21/10/04 09/11/04 23/11/04 07/12/04 21/12/04 20/01/05 03/02/05 17/02/05 agosto-
febbraio

Cigno reale 11 4 14 30 21 13 25 32 48 21 14 24 21

Cigno nero 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca lombardella 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca selvatica 0 0 0 0 0 0 0 0 4 9 1 1 1

Volpoca 142 314 268 303 244 189 261 372 802 1207 531 381 418

Fischione 223 2438 13470 24353 28295 49204 51967 41279 49522 42997 40418 34411 31548

Canapiglia 0 26 105 219 46 40 557 446 475 1173 1137 1149 448

Alzavola 833 1948 2573 1774 1422 443 505 1160 1705 1260 1957 769 1362

Marzaiola 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 3 1

Germano reale 10436 6243 1296 10057 13940 9081 7864 9996 12697 9923 12515 3452 8958

Codone 3 2 35 160 57 204 178 115 145 230 73 726 161

Mestolone 1148 2238 2998 7073 4391 6344 11868 2931 4366 5254 3660 3738 4667

Moriglione 121 536 1055 1731 1339 2140 1282 2065 1639 2296 1915 1825 1495

Moretta 19 36 24 20 5 33 124 184 145 211 107 114 85

Moretta grigia 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Moretta tabaccata 0 7 5 0 1 1 1 0 0 0 2 2 2

Fistione turco 0 0 0 3 1 0 0 0 0 0 0 0 0

Fistione beccorosa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Quattrocchi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0

Pesciaiola 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Smergo minore 0 0 0 0 0 0 1 1 2 0 0 0 0

Anatre non identificate 210 1037 783 464 1202 0 314 237 700 0 0 0 412

Totale 13151 14829 22626 46187 50964 67692 74947 58818 72250 64582 62331 46595 49581
Le anatre selvatiche del Delta 137

Media
Stagione 2005-06 24/08/05 08/09/05 22/09/05 11/10/05 25/10/05 15/11/05 24/11/05 07/12/05 20/12/05 20/01/06 30/02/06 17/02/06 agosto-
febbraio

Cigno reale 8 17 25 33 40 48 18 60 30 64 59 69 39

Cigno nero 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca lombardella 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca selvatica 0 1 0 0 0 40 0 0 7 23 0 0 6

Volpoca 375 339 294 572 383 570 1593 2094 1541 1637 2462 256 1010

Fischione 1282 5662 10451 23755 46144 50947 56581 53088 36925 48194 46905 37208 34762

Canapiglia 33 76 52 90 189 195 1300 1416 1689 1470 1558 659 727

Alzavola 693 3763 1370 2937 4350 129 881 791 609 2985 2069 1684 1855

Marzaiola 335 1220 37 0 0 0 0 0 0 0 0 0 133

Germano reale 8385 5740 6551 5994 11034 12173 13079 15984 9064 8802 6453 4339 8967

Codone 0 18 33 106 190 757 438 311 60 222 373 265 231

Mestolone 105 1923 2126 4894 6925 7810 6426 8237 6345 5277 5183 3932 4932

Moriglione 535 989 2117 725 3744 2605 3127 1656 1448 839 901 1401 1674

Moretta 38 67 205 0 38 39 183 134 33 116 54 549 121

Moretta grigia 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 0

Moretta tabaccata 0 11 0 0 0 2 0 0 0 3 1 0 1

Fistione turco 0 1 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0

Fistione beccorosa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Quattrocchi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0

Pesciaiola 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0 0

Smergo minore 0 0 0 0 0 2 0 0 1 2 0 0 0

Anatre non identificate 2232 1150 597 600 4264 700 1000 0 500 350 0 1100 1041

Totale 14021 20977 23858 39706 77301 76017 84626 83771 58254 69985 66022 51465 55500
138 Tabelle

Media
Stagione 2006-07 28/08/06 12/09/06 26/09/06 10/10/06 24/10/06 09/11/06 28/11/06 13/12/06 02/01/07 23/01/07 07/02/07 19/02/07 agosto-
febbraio

Cigno reale 21 17 13 47 45 56 66 31 54 53 57 36 41

Cigno nero 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0

Oca lombardella 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca selvatica 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6 2 0 1

Volpoca 457 267 220 260 653 971 3832 1841 4135 2431 1030 404 1375

Fischione 955 8062 12653 21819 32408 37213 42089 48004 52390 42245 40899 33671 31034

Canapiglia 23 46 230 131 111 115 190 277 504 304 455 234 218

Alzavola 3255 4705 2347 1105 3479 3018 2093 1265 2388 2453 1715 1106 2411

Marzaiola 2545 34 4 0 0 0 0 0 0 0 0 1 215

Germano reale 10900 7695 12852 12497 17181 8375 13507 7584 14763 20496 6330 2285 11205

Codone 0 80 181 146 612 685 647 392 832 201 1418 824 502

Mestolone 774 2930 2386 4200 5929 8097 7273 7076 9506 5633 5008 2761 5131

Moriglione 202 705 1014 869 1518 780 517 941 675 611 674 385 741

Moretta 28 3 17 2 98 4 33 188 196 71 85 257 82

Moretta grigia 0 1 0 0 0 0 0 1 1 2 0 0 0

Moretta tabaccata 0 2 4 0 4 0 0 1 1 1 0 4 1

Fistione turco 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0

Fistione beccorosa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Quattrocchi 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 1 0

Pesciaiola 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Smergo minore 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0

Anatre non identificate 0 4 200 0 403 55 0 0 0 276 0 360 108

Totale 19160 24551 32121 41076 62441 59370 70248 67601 85446 74785 57674 42329 53067
Le anatre selvatiche del Delta 139

Media
Stagione 2007-08 27/08/07 10/09/07 25/09/07 09/10/07 29/10/07 13/11/07 27/11/07 17/12/07 27/12/07 10/01/08 05/02/08 21/02/08 agosto-
febbraio

Cigno reale 28 18 36 41 41 62 41 42 55 64 8 26 39

Cigno nero 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca lombardella 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca selvatica 0 0 0 0 0 0 26 0 6 4 0 0 3

Volpoca 150 164 217 800 1084 1417 2541 2930 2278 2856 397 373 1267

Fischione 81 2365 7519 18498 32020 37711 40262 58120 49669 53539 26637 20513 28911

Canapiglia 41 104 174 59 162 178 582 479 820 2251 544 328 477

Alzavola 1917 1718 1566 1286 2415 1542 1758 1928 2101 4821 1228 1054 1945

Marzaiola 236 78 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 26

Germano reale 11676 11133 17512 11475 8836 7051 12021 8640 12732 12687 4317 1391 9956

Codone 0 14 38 114 1062 748 596 510 294 322 539 431 389

Mestolone 650 794 2583 4720 6831 6646 10275 10172 11253 11834 5608 4090 6288

Moriglione 562 449 725 216 728 315 782 862 571 817 1252 1031 693

Moretta 7 25 33 17 23 30 85 91 54 174 259 129 77

Moretta grigia 0 0 0 0 0 1 0 2 1 4 0 0 1

Moretta tabaccata 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Fistione turco 0 0 1 0 1 2 0 0 0 0 0 0 0

Fistione beccorosa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Quattrocchi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0

Pesciaiola 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Smergo minore 0 0 0 0 0 0 1 0 0 6 0 6 1

Anatre non identificate 377 0 0 0 450 0 0 0 0 0 0 0 69

Totale 15725 16862 30404 37227 53653 55703 68970 83776 79834 89381 40789 29372 50141
140 Tabelle

Media
Stagione 2008-09 29/08/08 11/09/08 23/09/08 13/10/08 27/10/08 12/11/08 25/11/08 17/12/08 29/12/08 20/01/09 09/02/09 23/02/09 agosto-
febbraio

Cigno reale 27 37 47 64 79 79 64 36 97 54 73 98 63

Cigno nero 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca lombardella 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca selvatica 0 0 0 0 0 2 0 0 2 0 0 0 0

Volpoca 160 209 521 374 523 2095 2126 3263 3890 5247 1439 2104 1829

Fischione 1292 758 8247 23127 45176 32464 32929 48867 39867 53683 51636 33088 30928

Canapiglia 78 77 155 92 178 200 268 555 573 556 377 25 261

Alzavola 1089 951 3620 3369 983 1595 1462 1263 830 2567 412 553 1558

Marzaiola 1170 353 94 0 0 0 0 0 0 0 0 0 135

Germano reale 13643 7282 11999 5141 8409 9610 12225 8332 8819 13970 1907 851 8516

Codone 2 39 13 15 1242 177 20 257 714 19 98 204 233

Mestolone 1117 2042 1878 4053 9514 6497 2225 3869 6533 3680 5456 3738 4217

Moriglione 213 356 710 357 581 129 563 158 332 257 465 63 349

Moretta 4 11 13 73 59 8 55 16 69 186 77 38 51

Moretta grigia 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Moretta tabaccata 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Fistione turco 0 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Fistione beccorosa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Quattrocchi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Pesciaiola 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Smergo minore 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0

Anatre non identificate 0 200 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 17

Totale 18796 12315 27300 36665 66744 52856 51937 66617 61726 80219 61940 40762 48156
Le anatre selvatiche del Delta 141

Media
Stagione 2009-10 26/08/09 10/09/09 23/09/09 13/10/09 27/10/09 13/11/09 25/11/09 10/12/09 29/12/09 15/01/10 15/02/10 26/02/10 agosto-
febbraio

Cigno reale 38 1 28 42 73 56 121 69 64 77 68 81 60

Cigno nero 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0

Oca lombardella 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Oca selvatica 0 0 0 0 0 0 0 0 28 11 0 0 3

Volpoca 20 145 435 1828 846 5343 6042 6219 8478 7759 1396 819 3278

Fischione 397 798 8476 20297 21977 59638 36564 53868 57262 51717 50340 37030 33197

Canapiglia 11 139 286 98 33 18 165 835 1417 968 489 370 402

Alzavola 464 2024 5507 2261 3802 1945 7713 6155 2276 4565 72 838 3135

Marzaiola 974 956 203 2 0 0 0 0 0 0 0 73 184

Germano reale 7265 18930 27525 17240 8779 9989 11587 8854 4936 11037 1848 1568 10797

Codone 0 12 15 212 323 23 598 478 34 233 149 305 199

Mestolone 1431 4196 3778 5387 6695 6177 4839 5335 4787 5991 4008 5031 4805

Moriglione 441 1315 1457 996 575 0 509 197 527 896 1307 978 767

Moretta 0 25 3 10 17 0 24 55 69 79 144 196 52

Moretta grigia 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Moretta tabaccata 0 2 0 0 0 0 2 0 0 0 0 4 1

Fistione turco 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Fistione beccorosa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Quattrocchi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0

Pesciaiola 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Smergo minore 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 0 0 0

Anatre non identificate 266 0 0 410 25 1500 0 0 0 30 0 2 186

Totale 11307 28543 47713 48784 43145 84689 68165 82065 79878 83366 59821 47297 57064
Finito di stampare nel mese di novembre 2011
presso Safigraf srl - Industria Grafica - Schio (VI)
Le anatre selvatiche del Delta
Monitoraggi e ricerche
sugli Anatidi nel Delta del Po (Veneto)

A cura di Emiliano Verza e Michele Bottazzo

ISBN 978-88-6337-070-6

9 788863 370706
A cura di Emiliano Verza e Michele Bottazzo

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