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DESIGN SOSTENIBILE

Sostenibile: appare la prima volta a fine 800 riferito all’ambito forestale; vi fanno parte i concetti di
rispetto per l’ambiente e del prossimo (anche inteso come prossima generazione)

1972: il Club di Roma, associazione no profit non governativa fondata dall’imprenditore italiano
Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexaner King composta da scienziati, economisti,
imprenditori, attivisti e capi di stato, che si propone di individuare i principali problemi che
l’umanità dovrà affrontare relativamente ai cambiamenti globali, pubblica “I limiti dello sviluppo”
con la firma dei Donella Meadows, uno studio commissionato all’MIT che documenta la questione
ambientale in termini di scarsità delle risorse e crisi del petrolio. Si afferma ch senza un
cambiamnto la terra raggiunge il limite delle risorse entro 100 anni, limite seguito da declino del
livello di popolazione e del sistema industriale. Nel 1922 è stato pubblicato il primo
aggiornamento dal titolo Oltre i limiti nel quale si sostiene che i confini della capacità di carico
sono già stati superati; un secondo aggiornamento, Limits to Growth: the 30 year Update del 2004,
in cui si parla della degradazione dell’ambiente.

1987: la Commissione internazionale su ambiente e sviluppo WCED pubblica Our common future
noto come il rapporto Brundtland (dal nome del presidente della commussione, il primo ministro
norvegese Gro Harlem Brundtland in cui viene definito come sostenibile ciò che soddisfa le
necessità attuali senza compromettere la possibilità per le generazioni future di appagare i propri
bisogni.

Gli anni 80 vedono l’avviarsi di studi per sistemi per l’energia pulita oltre ad aprire il dibattito
politico sull’argomento; ma non si evidenziano a livello progettuale prodotti che testimonino una
tendenza allo stile di vita sostenibile, rivolti cioè alla definizione di una nuova estetica sostenibile.

1991: la World Conservation Union IUCN, il Programma ambiente delle Nazioni Unite UNEP e dal
Fondo Mondiale per la Natura WWF presentano Caring for the Earth. A strategy for Sustainable
living, che definisce lo svilupppo sostenibile come miglioramento della vita umana ottenuto
mantenendosi entro le capacità di carico degli ecosistemi (ossia la capacità di un ecosistema di
produrre e esssere sfruttato per fini economici senza degradarsi), e offre oltre 130 proposte da
attuarsi in maniera locale, regionale e nazionale, e internazionale.

Già negli anni 70 si parlava di sperpero e di discariche di oggetti dovuti al consumo sconsiderato,
dibattiti intorno ai quali enzo mari comincia i progetti di autoproduzione e Gillo Dorfles rilascia
interviste contro lo spreco (anche se nella storia del progetto il discorso è partito dalle arts and
crafts che puntavano all’integrazione degli edifici nella natura passando per alvar aalto con
l’inserimento del rispetto della natura nei parametri progettuali).

1992: in Triennale è allestita la mostra Il giardino delle cose che propone la metafora di un mondo
possibile in quanto sostenibile, cominciando provocatoriamente un dibattito intornao alla qualità
della materia

1994: mostra Arte e Natura nella Mole Antonelliana, in cui emerge l’orientamento della
produzione verso l’uso di materiali disassemblabili e riciclabili, oltre a un risparmio energetico e
dei materiali
1994: Gunter Pauli con Heitor Gurgulino de Souza fonda l’ZERI zero emission research and
initiatives sull’idea che scienza e progresso non siano mali da espiare e propone un metodo che
guarda alle teniche della natura. Questo segna il pasaggio da ecosviluppo a sviluppo sostenibile,
che ha un’accezione globale mentre il primo considerava solo i danni al territorio e non all’intero
pianeta. Quindi si prende coscienza che non sono sufficienti soluzioni tecniche mirate e parziali,
ma sono necessari scenari complessivi in grado di ripensare la produzione. Anche se non è
ufficialmente unistituzione internazionale collabora col FAI e con le Nazioni Unite

1935: Tansley conia il termine e il concetto di ecosistema usato per definire l’insieme degli elementi
viventi e non che in uno stesso spazio fisico sono legati e tenuti in equilibrio da una serie di
complesse relazioni di interdipendenza.

Fritjof capra: fisico e teorico dei sistemi. Sostiene che la sostenibilità debba partire
dall’ecoalfabetizzazione e puntare sulla cultura del consumo dando una prospettiva diversa
rispetto alla classica fiducia nella tecnologia.

Nel suo testo In the Bubble, john Thackra dichiara che l’80% dell’impatto viene calcolato sin dal
progetto, perché è li che si decide le energie di cui c’è bisogno per produrre o per smaltire .

Caratteri della sostenibilità: autocostruzione, monomatericità, riuso e riciclo, disassemblabilità,


aggiornabilità, uso di energie rinnovabili, servizio vs prodotto, scelta dei materiali.

Driven innovation: capacità di innovare secondo un modello basato su saperi che leghino
dimensioni sociali a quelle economico produttive.

Comportamento rilevante per l’ambiente o ambiente rielvante: atto che scientificamente ha


impatto sull’ecosistema indipendentemente dalle motivazioni per cui è compiuto

Comportamento significativo in senso ambientale o ambiente significativo: atto pro ambientale


significativo per la persona che lo determina a prescindere dalla reale rilevanza in termini di
impatto ambientale. Lo attuano i prosumers, consumatori critici che usano criteri di sostenibilità
nelle scelte di acquisto riguardo energia usata riciclabilità ecc

Al designer è affidato il compito di ripensare il bello della nostra contemporaneiità associandolo


allo sviluppo sostenibile, per creare una coscienza sociale.

OCSE: organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Già negli anni 80 alcuni economisti sottolineano l’errore di misurare lo sviluppo in base al PIL;
viene ribadito nel 2007 in occasione del convegno beyond gross domestic product, promosso dalla
comunità europea con lo scopo di trovare nuovi parametri per indagare il benessere, considerato
l’alto tasso di povertà causato dall’economia classica.

1992: alla vigilia del vertice della terra di rio è stato fondato il World Buisness Council for
Sustainable Development WBCSD con l’intento di coinvolgere le aziende nel tema della
sostenibillità. Attualmente conta 200 membri da più di 35 paesi per circa 1000 imprese

Global reporting Initiative: linea guida per calcolare l’impatto economico ma anche ambientale e
sociale delle imprese.
Green tech: sempre più aziende ci investono considerando il risparmio a livello di costi energetici e
la protezione da boicottaggi, oltre al guadagno di immagine e pubblicitaria. Il passo successivo
dovrebbe essere il design sistemico, considerato che anche il design dei servizi ha dimostrato di
muovere capitali come nel caso delle car sharing ecc

Problematiche del favorire la diffusione della sostenibilità come moda: nonostante in un primo
momento faccia stringere accordi tra aziende e associazioni no profit che abbiano interesse di
mostrarsi attente al tema, rischia di essere considerata una moda e quindi passare troppo in fretta;
inoltre favorire l’ecobuisness, ossia l’ammorbidimento dei criteri con cui viene concessa la
certificazione di sostenibilità per soldi.

Il più del 10% degli italiani sceglie criticamente i prodotti e più del 45 vorrebbe più informazioni e
più limpide riguardo prodotti e etica aziendale.

Non è possibile decidere cosa sia più giusto senza dubbio: ad esempio non si è ancora riuscito a
stabilire se sia più inquinante una bottiglia di plastica, di vetro o lattina, nemmeno col metodo
LCA; poi i casi chiedono soluzioni diverse: ad esempio in un ospedale è più sostenibile usare piatti
nuovi di plastica che disinfettare quelli in ceramica.

A causa anche de boicottaggi le aziende si sono sentite costrette ad attuare il Corporate social
responsability, che si fonda sul fatto che le imprese debbano rendere conto del proprio operato nel
rispetto dell’ambiente e comportarsi correttamente nei confronti di azionisti e degli stakeholders,
ossia clienti, fornitori, finanziatori, collaboratori, residenti delle aree limitrofe ecc

Il design per riduzione

È considerata un’alternativa plausibile alle soluzioni meno efficaci per la sostenibilità ed è il


contrario del consumismo.

Riutilizzo o reimpiego

Promuove il riutilizzo di oggetti o di loro parti come input di altri cicli produttivi. Il riutilizzare ciò
che di solito consideriamo scarto ti permette di vedere che non è per forza un oggetto da buttare
ma che può avere una nuova vita, oltre a generare posti di lavoro.

Innovazione e design

Il cocetto di riduzione si è sempre associato a un concetto contrapposto all’innovazione, dando


l’impressione di voler arrestare lo sviluppo.

L’innovazione perché sia attuabile deve necessariamente mantenere un legame con la memoria del
passato e sia strumento per interpretare il cambiamento.

Design driven o design thinking o radical design: indica un progetto incentrato sull’innovazione
radicale del valore simbolico ed emozionale dei prodotti, che porta una ridefinizione del senso
degli oggetti.

Design used centerd o design incrementale: attraverso indagini etnografiche e un’attenta


osservazione comportamentale e degli ambiti specifici trova risposte mirate a bisogni evidenziati
dai consumatori stessi.
Smontaggio montaggio e autocostruzione

Va prevista in fase di progettazione. Smontarlo a fine vita e montarlo prima dell’uso costituiscono
modus operandi del design sostenibile; costituiscono operazioni che nella storia del design parte
con l’autoproduzione di Dino Gavina degli anni 74 con Metamobile progettati da enzo mari.
L’ottimizzazione della struttura di un prodotto al disassemblaggio è compito del progettista, che
dovrà garantire uno smontaggio in profondità al fine di recuperare più elementi e materiali
possibile. Il designer deve quindi progettare anche le parti interne; in questo modo è possibile
sviluppare una nuova innovazione espressiva, indice di una maturità espressiva che appartiene ai
prododotti originali, frutto di una progettazione basata sul design for disassembly (progettazione
per disassemblaggio) e sul design per componenti. Un'altra cosa che può essere garantita dal
progettista che segua queste linee guida è una minore obsolescenza del prodotto, potendo
sostituire le parti che sono state innovate tecnologicamente, senza dover buttare quelle che
funzionano e saranno ricomprate uguali nel prodotto successivo. Inoltre col design for
disassembling è possibile creare prodotti i cui componenti si deteriorano tutti nello stesso
momento.

Piegare e compattare

Necessario per il nomadismo frenetico a cui ambisce il XXI secolo. È sostenibile perché riducento
gli spazi di stoccaggio e rispondendo a necessità contemporanee, riduce lo scarto di invenduto e le
spese di magazzino, oltre a quelle di trasporto essendo necessari meno viaggi per oggetti più
compressi che estesi. Alternativa alla riduzione degli spazi di magazzino è la filosofia del just in
time, ossia produrre il numero esatto di prodotti che si sa i clienti vogliano.

Flessibilità

Nonostante la globalizzazione la società chiede una forte personalizzazione del prodotto. La


flessibilità rende più lunga la vita del prodotto sia per affezione che per adeguata
personalizzazione.

Freestanding: il cliente preferisce scegliere gli elementi d’arredo da accostare a piacimento


piuttosto che comprare moduli coordinati pensati da altri ex cucine precomposte.

Innovazione tecnologica

Tra le tecnologie he nel futuro miglioreranno la sostenibilità sono le nanotecnologie e l’RFID;


quest’ultimo è un sistema per l’identificazione automatica i oggetti o persone attraverso la lettura a
distanza di na sorta di codice a barre detto tag RFID. È sostanzialmente un cip che invia segnali
che letti danno info sull’oggetto su cui è montato, tipo scatola nera. Utile soprattutto in fase di
smaltimento del prodotto. Il motivo di questa certezza è che già adesso lo sviluppo del prodotto è
orientato verso l’automatizzazione delle funzioni (domotica, auto automatiche con start and stop
freno automatico ecc) che porta a un consumo minimo delle risorse oltre che a un lavoro preciso.
Altro aspetto su cui si investe molto è l’adattamento attraverso le nanotecnologie, quindi la
capacità del prodotto di mutare pelle a seconda del clima per allungare la vita o banalmente non
sporcarsi, riducendo i costi di pulizia.

Globalmente non si è soliti condividere le conoscenze intorno l’energia rinnovabile (a differenza di


quelle su medicina o economia); per questo nasce l’Eco Patent Commons, progetto internazionale
del consiglio mondiale degli imprenditori per lo sviluppo sostenibile WBCSD ispirato al modello
open source, in collaborazione co IBM, Nokia, Sony, con il compito di raccoogliere e pubblicare
ogni brevetto che presenti caratteristiche innovatice per la tutela dell’ambiente.

Sostenibilità e materia

Ogni scelta progettuale è frutto di un’analisi di esigenze requisiti e prestazioni. Nel caso della
sostenibilità oltre alla dematerializzazione e il riciclaggio ecc ci si può avvalere delle normative ISO
14025 e dei software LCA life cycle assessment (strumento per analizzatre in modo quantitativo le
ricadute ambientali del prodotto lungo tutte le fasi del suo cilco di vita, dall’estrazione dei
materialli allo smaltiento) che consentono di valutare le prestazioni energetiche di materiali e
processi. Problema di questi software è la complessità; ci sono poi le ecowheel, ossia grafici che
monitorano il raggiungimento degli obiettivi prefissati come selezione di materiali a basso
impatto, ottimizzazione delle tecniche di produione ecc; ancora gli ecoindicator, ossia valori
numerici che indicano il peso ambientale di un materiale o d un processo lungo l’intero ciclo di
vita; riassumono in un punteggio il peso degli impatti ambientali espressi come emicìssione di
anidride carbonica, NOx ecc sui principali effetti considerati in un’analisi LCA, come l’effetto serra
o l’assottigliamento della fascia di Ozono. I valori ottenuti dall’Lca viene fatta una media e poi
moltiplicati per fattori di riduzione. I risultati così ottenuti rappresentano ecoindicator dei
materiali e dei processi. I valori ecoindcator relazionati al peso di materiale utilizzato permettono
al progettista di stimare l’impatto del prodotto. Questi strumenti vengono chiamati ecotools.

Altre opportunità in tema di sostenibilità sono i nuvi materiali come biopolimeri, gomma naturale,
cheratina, collagene; tra questi c’è il mater-bi e l’ingeo fiber. Philis nel 96 presenta Ecoboard, casse
acustiche realizzato con un materiale realizzato con un materiale di scrti di lavorazione della canna
da zucchero che garantisce ottime qualità acustica e 20% di leggerezza in meno. Questi materiali,
sebbene sembrino buone soluzioni, non valgono del tutto: infatti la produzione di questi materiali
comporterebbe una coltura intensiva di alcuni prodotti agricoli con conseguente impoverimento
del terreno per mancanza di rotazione (monoculture prolungate); oltre a occupare spazi coltivabili
con conseguente diminuzione di produzione agricola e possibile aggravamento dei prezzi sul
prodotto bioplastico.

Un altro esempio è Neofite, la metamorfosi delle plastiche, una mostra della triennale promossa da
domus academy e O2 e allestita da Bruno Munari: articolata in due sezioni, una presentava
soluzioni economiche e teoriche al problema dei rifiuti, l’altra propooneva una nuova famiglia di
materiali plastici ottenuta dal riciclaggio di rifiuti il Neolite. Interessante è il fatto che questo
materiale per esistere ha bisogno di tecnologie nuove, sottolineando la necessità di creare una
cutura del rifiuto come risorsa per poterle sviluppare.

Quindi: laddove è possibile scegliere materiali riciclati; se non è possibile, scegliere quelli nuovi
riciclabili. Usare meno materiale possibile assottigliando gli spessori; limitare la compresenza di
più materili.

Semplicità

La semplicità è ricercata dall’utente contemporaneo. Un grosso aiuto lo da la tecnologia con le


intelligenze artificiali e la loro capacità di apprendimento e quindi di personalizzazione (fuzzy
logic) che aumenta l’affezione.
Premi: ethic award, premio alla responsabilità etica.

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