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Manuale di Tecnologia della Confezione

Cap. IV LA PREPARAZIONE DEI M ODELLI

In questo capitolo si affronterà la fase relativa alla traduzione dell’idea di ciascun


elemento della collezione in un modello del capo, con tutta la documentazione ne-
cessaria per la successiva realizzazione.

IV.1 LO SVILUPPO T AGLIE

I prototipi di una collezione, dopo essere stati definitivamente approvati da


esperti dei vari settori, vengono accuratamente industrializzati ovvero sono stu-
diati nei minimi particolari, definiti in maniera esaustiva in ciascuna loro parte,
analizzati nel loro ciclo di montaggio e corredati di tutte quelle informazioni con-
venzionali necessarie per una produzione standardizzata.
Durante la campagna vendite, a mano a mano che sono inviate in azienda le
commissioni d’ordine, l’ufficio modelli provvede allo sviluppo delle taglie dei modelli
commissionati dai clienti. L’attività di questo reparto consiste nello sviluppare le
varie taglie partendo da quella base e definendo sia quelle superiori sia quelle in-
feriori; questa operazione viene detta in gergo “Grading”.
Il grading tradizionale si sviluppa in due fasi: nella prima fase si riporta un grafico
di tutte le taglie da sviluppare, nella seconda fase si provvede a realizzare i car-
toni per ciascuna taglia. Questo tipo di lavoro può essere notevolmente semplifi-
cato con l’ausilio del computer. Infatti dopo aver definito ed inserito i valori di
sviluppo ed utilizzando la base del modello precedentemente archiviata, il proce-
dimento di sviluppo avviene in maniera veloce ed esatta applicando automatic a-
mente a ciascuna misura i valori derivanti della tabella taglie e da quella di vesti-
bilità (vedi paragrafo II.2.1 e II.2.2); il modello viene disegnato nella nuova taglia
e vengono calcolati, quindi, i dati da trasferire per il piazzame nto.
Dal punto di vista della documentazione di ciascun articolo occorre sottolineare
che ogni modello deve essere corredato anche da:
ä una scheda tecnica all’interno della quale saranno definiti tutti i dati pecu-
liari per la sua fabbricazione;
ä una distinta base conterrà ciascun elemento necessario per la confezione
del modello;
ä una scheda di lavorazione nella quale vengono descritti tutti i passaggi ne-
cessari per la fabbricazione;
ä una scheda per il cliché per il piazzamento che definirà il modo di piazzare il
modello sul “materasso”2 di tessuti.
Nelle figure fig IV-1 e fig IV-2 riportiamo un esempio di sviluppo di un partic olare.

2
Per materasso s’intende la sovrapposizione di tutti i tessuti utilizzati per la fabbricazione di un
certo articolo in modo da poterli tagliare tutti insieme. Se, per esempio, una giacca di una cer-
to modello in una determinata taglia è richiesta con 6 tipi di tessuto diversi (per colore od an-
che per qualità e disegno purché compatibili con il piazzamento) in 5pezzi per tessuto, verrà
realizzato un “materasso” composto da 30 strati di tessuto.
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fig IV-1 Sviluppo Taglie di un Particolare di Giacca

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fig IV-2 Sviluppo Taglie di un Particolare di Pantalone

IV.2 IL T AGLIO

Il taglio è una delle operazioni più importanti e delicate di tutto il ciclo produttivo
delle aziende d’abbigliamento, perché proprio in questa fase si possono verificare
le maggiori difficoltà e si possono riscontrare i più grossi problemi da risolvere. Per
contro, se il progetto è stato correttamente eseguito e tutti i calcoli e gli sviluppi
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dei modelli sono stati ottimizzati, si otterranno capi perfettamente concorrenziali,


ben realizzati ed al minimo costo, ovvero con i minori sciupi e scarti di lavorazio-
ne.
Con l’introduzione del CAD/CAM3 si riesce ad ottenere in pochi secondi quella ot-
timizzazione che, con i piazzamenti manuali, non poteva essere trovata a meno di
non investire tanto di quel tempo che alla fine il costo complessivo dello studio
non risultava economico (per cui non veniva perseguito). In funzione del Software
adottato è possibile definire una serie di condizioni d’ingresso, farsi calcolare in
pochi secondi il piazzamento con gli scarti di tessuto, modificare i dati di ingresso
far ricalcolare al computer il nuovo piazzamento e così via fino alla definizione
della disposizione ottimale. Tutte le aziende di confezione che hanno introdotto
sistemi di piazzamento elettronici hanno trovato risparmi, in termini di solo mate-
riale impiegato (senza cioè considerare il tempo risparmiato e la qualità del lavoro)
di ben oltre il 4%: il che, soprattutto se il tessuto risulta di alto costo e la produ-
zione di capi elevata, porta il risparmio a cifre che rendono economico e vantag-
gioso l’acquisto del sistema computerizzato.
Il procedimento del taglio del tessuto per la realizzazione delle varie componenti è
un’operazione che, anche se con macchine e strumenti supportati dall’elettronica
e dall’automazione industriale, resta sostanzialmente immutata, in quanto, anche
nel ciclo di lavorazione industriale, si realizza secondo le seguenti fasi:

ä IL DISEGNO
ä IL MATERASSAGGIO
ä IL TAGLIO

Con la prima fase si realizza il disegno del modello o cliché in tutte le sue parti, sia
su carta che su supporto elettronico, con la seconda fase si prepara il
“materasso” dei tessuti, ovvero la sovrapposizione di tutti i tessuti appartenenti
agli ordini che devono essere prodotti in quel modello / taglia / tessuto, ed infine
con la terza fase si passa al taglio vero e proprio del materasso realizzando così
tutte le parti del capo.
Se confrontiamo la modalità di esecuzione delle operazioni sopra riportate, ese-
guite da un sarto e da un’azienda industrializzata, si possono rilevare le differenze
riportate nei paragrafi seguenti.

IV.2.1 Il Sistema Artigianale


Dovendo confezionare un capo alla volta, con clienti e caratteristiche somatiche
sempre diverse le une dalle altre, il sarto predispone sul tavolo il tessuto piegato
a metà, con il diritto all’interno e con le cimose perfettamente sovrapposte (a se-
conda del tipo del modello): con il gesso segna i contorni dei vari pezzi del mo-
dello direttamente sul tessuto e passa al taglio lasciando alcuni centimetri per le
cuciture. Le corrispondenti parti simmetriche non disegnate si otterranno dall’altra
metà del tessuto (sottostante) e cioè tagliando contemporaneamente i due strati
di tessuto precedentemente predisposti. In pratica il sarto disegna direttamente
sul tessuto, preventivamente disposto sul tavolo di lavoro, e taglia un capo alla
volta.

IV.2.2 Il Sistema Industriale


Con il sistema industriale i modi di disegnare e tagliare sono diversi e variano a
seconda della produzione dell’azienda: in generale le grosse aziende di confezione
hanno la possibilità di preparare il materasso, rintracciando nel data base azien-
dale relativo al portafoglio ordini, tutte le combinazioni tessuto / taglia / modello.
Questo significa che di un certo modello in una certa taglia è possibile rintracciare
velocemente con quali tessuti è stato venduto ed è, perciò, possibile realizzare
un “materasso” di tutti questi tessuti. In pratica dopo aver “lanciato” in produzio-
ne un modello, si prelevano dal magazzino tutti i rotoli contenenti le varie tipologie

3
CAD = Computer Aided Design (progettazione assistita dal calcolatore); CAM = Computer Ai-
ded Manufacturing (fabbricazione assistita dal calcolatore)
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di tessuto. Successivamente, con l’apposita macchina, si distendono su un piano


di lavoro i tessuti facenti parte la produzione del modello, in un numero di strati
pari al numero di capi da produrre; si passa quindi al taglio del materasso, ovvero
si provvede a tagliare la sovrapposizione di tutti i tessuti seguendo il disegno del
modello. Nelle aziende di piccole dimensioni si provvede a stampare preliminar-
mente il cartamodello nella taglia da realizzare e, successivamente, si dispone sul
materasso per avere le informazioni sufficienti per il taglio dei vari tessuti. Sugli
impianti più moderni il taglio viene pilotato da un calcolatore che comanda un
plotter che, anziché disegnare il modello con una penna, provvede a “disegnare” il
modello con una taglierina, ottenendo direttamente le singoli componenti. Suc-
cessivamente queste componenti vengono contrassegnate e passate per
l’assemblaggio al reparto di cucitura.
A parte casi particolari, i materiali usati maggiormente per l’abbigliamento esterno
sono costituiti da tessuti a fili rettilinei o tessuti ortogonali (dalla disposizione
dell’ordito rispetto alla trama). Com’è noto, questi tessuti, sono formati da una
serie di fili di ordito che determinano la lunghezza della pezza e da una serie di fi-
lati che si intrecciano con i primi a 90° gradi (trame), secondo le evoluzioni di
un’armatura. Le estremità laterali che determinano l’altezza del tessuto si chiama-
no cimose. L’altezza del tessuto è una caratteristica commerciale legata all’uso
della stoffa, per cui si trovano in commercio tessuti con più altezze; quelli fabbri-
cati per l’abbigliamento esterno si stanno gradualmente uniformando all’altezza di
150 cm per esigenze specifiche dell’industria della confezione. Questo valore può,
comunque, essere diverso per particolari casi (i tessuti elastici, ed i bielastici in
particolare, sono fabbricati con un’altezza di 140 cm; i tessuti per camiceria han-
no spesso un’altezza di 130 cm, ecc.). Oggi sono molto utilizzati in abbigliamento
anche i tessuti a maglia in trama (maglia circolare successivamente aperta longi-
tudinalmente ed avvolta in rotolo come un tessuto ortogonale) ed a maglia in
catena (tessuti già fabbricati in pezze di determinate altezze) e affaldati sul piano
di taglio esattamente come se fossero tessuti a fili rettilinei.

IV.2.3 I Tessuti a Fili Rettilinei (a Navetta)


Riportiamo una breve descrizione degli elementi principali dei tessuti a fili rettilinei,
sapendo bene che per tutti gli addetti delle aziende produttrici di questi manufatti
tessili, la trattazione può risultare superficiale ed incompleta. Le parti dei tessuti
che descriveremo sono infatti quelle ritenute principali dai confezionisti dato che
per essi il tessuto risulta una delle materie prime.

IV.2.3.1 Gli elementi componenti il tessuto a navetta


Il tessuto a navetta è costituito da un intreccio di fili comprendenti almeno un
ORDITO e una TRAMA.
Durante l’operazione di tessitura vengono inseriti, all’interno dell’insieme dei fili
d’ordito (catena), quelli di trama secondo l’armatura progettata.
Le parti laterali del tessuto costituiscono le CIMOSE, o CIMOSSE (fig IV-3), e
hanno la scopo di proteggere il tessuto e sono funzionali per le successive fasi di
lavorazione.

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fig IV-3 Elementi Principali dei Tessuti a Fili Rettilinei

IV.2.3.2 Le Cimose
Le cimose, oltre a svolgere la funzione di protezione del tessuto da eventuali sfi-
lature di filati d’ordito, forniscono una salda presa per tutte le macchine del ciclo
di finissaggio che applicano tensioni laterali per tenere teso il tessuto o trazioni
necessarie per l’avanzamento della pezza stessa (asciugatura in ramosa, garza-
tura, smerigliatura, calandratura, lucidatura, ecc.)
La presenza di piccoli fori in cimosa testimonia l’uso di ancoraggi con aghi e piccoli
ganci.
Spesso la presentazione del foro riesce a determinare il diritto del tessuto, poiché
il sistema d’ancoraggio generalmente penetra nel tessuto dalla parte del rovescio
e fuoriesce sul diritto lasciando sollevate le fibre (fig IV-4).

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fig IV-4 Aspetto dei Fori sul Diritto e Rovescio delle Cimose
Le cimose possono essere di varie altezze e con diverse strutture tessili; sono
spesso caratterizzate da un ordito più fitto, da fili di ordito a composizione chimi-
ca diversa oppure da armature diverse da quelle del fondo del tessuto.

IV.2.3.3 L’altezza del tessuto


L’altezza del tessuto è una misura espressa in centimetri che viene rilevata tra
una cimosa e l’altra; si parla di altezza utile quando da tale misurazione si esclu-
dono le cimose.
L’ampiezza delle cimose può variare; si parte, infatti da pochi millimetri sino ad ar-
rivare ad alcuni centimetri.
Le altezze dei tessuti possono essere semplici o doppie (fig IV-5):

SEMPLICI se minori di 100 cm (generalmente 70/80cm)


DOPPIE se maggiori di 100 cm (generalmente 140/150cm).

Prima dell’industrializzazione della confezione le altezze dei tessuti si distingueva-


no in altezza semplice per tutti i tessuti estivi ed in altezza doppia le lane e le
drapperie maschili.
Oggi, per esigenza dell’industria della confezione, vengono prodotti tessuti in 150
cm (altezza doppia) indipendentemente dalla composizione fibrosa e dalla stagio-
ne.
Tessuti in altezza massima (200/300 cm) possono venire prodotti mediante ma c-
chine per tessere in doppia altezza per fili rettilinei o mediante telai circolari per
maglieria.
A livello sartoriale il tessuto si presenta piegato in due, l’interno costituisce il di-
ritto e viene avvolto su uno spesso cartone.
A livello industriale si presenta aperto A TUTTA ALTEZZA, avvolto su cilindri di
piccolo diametro, con il diritto all’interno per evitare che si sporchi.

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fig IV-5 Altezze del Tessuto

IV.2.3.4 Le Ampiezze di Sicurezza del Piazzamento


Nel determinare l’altezza del piazzamento o del cliché è bene sottrarre alcuni cen-
timetri (generalmente 3 o 4 ) dall’altezza utile del tessuto, in quanto ciò permette
una maggior sicurezza nel caso in cui la sovrapposizione dei tessuti nel materasso
non produca bordi perfettamente perpendicolari, mentre occorre aggiungerli (4
cm) alla lunghezza del piazzamento per poter acquistare il materiale con un mini-
mo di tranquillità (fig IV-6).

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fig IV-6 Dimensioni di Sicurezza

IV.2.4 La Classificazione o Codifica dei Tessuti


I tessuti in commercio sono tanti e ognuno di essi ha caratteristiche diverse; è
pertanto importante arrivare ad una classificazione o codifica affinché, all’interno
dell’azienda, il linguaggio sia comune.
Per esempio può accadere che, per esigenze aziendali, a volte un tessuto viene
inserito in una classe invece che in un’altra in funzione della qualità.
Se ciò accade, è necessario informare adeguatamente gli operatori dell’azienda di
questo fuori standard, inserendo descrizioni ed avvertimenti nei vari documenti e
tabelle, in modo che tutti si attengano alle nuove disposizioni.
Per aiutarci nella classificazione possiamo tenere presenti le seguenti considera-
zioni generali:

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1. pur essendo a conoscenza che tutti i tessuti hanno un diritto, in quanto molti
trattamenti di finissaggio esaltano le caratteristiche di un solo lato (il diritto),
alcune industrie di confezione considerano alcuni tessuti senza diritto (o senza
rovescio), in quanto valutano irrisorie le differenze sui due lati (fig IV-7 Tessuti
senza Diritto Commerciale). Questo utilizzo indifferenziato permette di effet-
tuare dei risparmi sui consumi di tessuto per la minore presenza di vincoli nella
fase di piazzamento.

fig IV-7 Tessuti senza Diritto Commerciale

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2. il verso nei tessuti fantasia è determinato dalla fantasia stessa. Certe fanta-
sie, però, possono essere utilizzate indifferentemente seguendo il verso che va
dall’alto verso il basso o quello che va dal basso verso l’alto (fig IV-8);
l’importante è che tutti i pezzi del modello componenti un capo abbiano lo stes-
so verso.

fig IV-8 Tessuti con Verso Obbligato e Semiobbligato da Disegno

3. il verso nei tessuti è determinato dalla direzione del pelo che, spazzolato, de-
ve scendere verso il basso, poiché produce meno pilling e (per esempio nei tes-
suti per cappotti) favorisce l’impermeabilità del capo (fig IV-9).

fig IV-9 Tessuti con Verso Obbligato da Finissaggio Superficiale

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4. in assenza di pelo vero e proprio è bene ricordare che in alcuni tessuti, per
esempio quelli di lana, è spesso presente una leggerissima peluria che viene
appiattita dai cilindri dello stiro (calandratura) e direzionata per un unico verso.
Con questi tessuti, cambiare il verso dei pezzi dello stesso capo significa creare
effetti di luce contrastanti con conseguente cambio del tono di colore, oppure
permettere una maggiore formazione di pilling nelle zone a verso contrario. In-
fatti gli sfregamenti dovuti all’uso quotidiano produrrebbero, nel tempo, un
aspetto differente a causa di un diverso comportamento delle singole parti.
Questi tessuti possono essere considerati con verso semiobbligato in quanto
può, comunque, essere realizzato un capo con il tessuto tutto con un verso ed
un altro per il verso opposto (fig IV-10).

fig IV-10 Tessuti con Verso Semiobbligato da Finissaggio Superficiale

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5. il velluto unito è un tessuto con verso, che possiamo classificare anche se-
miobbligato in quanto nello stesso piazzamento il tessuto può essere steso al-
ternativamente con il pelo orientato in un senso e nel senso opposto (conse-
guentemente anche i capi avranno il pelo con orientazioni opposte; vedi fig
IV-11). Quando possibile, se ci sono cioè margini economici per l’articolo, è più
sicuro piazzare il modello sul materasso di tessuti aventi lo stesso orientamento
del pelo (verso obbligato). I sistemi di piazzare il modello sul velluto sono diver-
si a seconda del manufatto:
ä se si producono capi spalla o giacche, si fa “lisciare” il velluto verso l’alto in
modo che la luce del velluto sia più brillante.
ä se si producono pantaloni , si fa “lisciare” il velluto verso il basso in modo
che si noti meno l’affetto usura.

fig IV-11 Verso del Velluto in Funzione del Capo

6. vi sono poi tessuti che non rientrano facilmente in una classificazione (es. i
tessuti scozzesi); in questi casi è bene definire con termini adeguati le modalità
del loro utilizzo.

Le precedenti considerazioni possono essere riassunte nello schema della figura


fig IV-12 riportata di seguito.

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CLASSE PRESENTAZIONE DESCRIZIONE CAMPIONE

Senza il diritto
1 Senza il rovescio
Senza il verso

Con il diritto
2 Senza il verso

Verso semiobbligato
Da stampa

Verso semiobbligato
Da leggerissima peluria
3 (lana)

Verso semiobbligato
Da pelo (velluto)

Verso obbligato
Da stampa

4
Verso obbligato da pelo
(loden, velluti, peluche)

Tessuti particolari:
5 analizzare di volta in
volta

fig IV-12 Schema di Classificazione o Codifica dei Tessuti


La classificazione riportata precedentemente permette di formulare le seguenti
considerazioni:
1. i tessuti con classe 1, considerati senza diritto e senza rovescio, sono quelli
che si prestano a piazzamenti ottimali (minor consumo = minor costo);
2. in base all’aumento del numero della classe, il consumo dello stesso capo di-
venta maggiore (maggiore consumo = maggior costo);
3. la scelta della classe determina spesso, ma non sempre, la qualità del pro-
dotto e le caratteristiche complessive del capo;

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4. in fase di scelta dei tessuti è importante saper valutare, fra due tessuti simi-
lari, quello che appartiene alla classe più conveniente;
5. quando una fabbrica di tessuti propone il campionario è indice di capacità tec-
nico-creativa e flessibilità il saper proporre piccole modifiche capaci, comun-
que, di posizionare il tessuto in una classe diversa, migliorandone il rapporto
qualità-prezzo.

IV.2.5 Tipologie di Piazzamento


Dopo aver classificato i tessuti in base alle caratteristiche che vincolano il piaz-
zamento del modello sul materasso, passiamo ad illustrare le terminologie e le tec-
niche più comuni utilizzate in questa fase della fabbricazione dei capi
d’abbigliamento.

IV.2.5.1 Il Diritto Filo del Tessuto e del Modello


Il diritto filo del tessuto è, in generale, quella linea che corre parallela ad uno degli
elementi componenti il tessuto (ordito o trama nei tessuti a navetta, file o ranghi
di maglie per i tessuti a maglia). Nella confezione, però, per dritto filo di un tes-
suto si intende la linea parallela ad un qualunque filo d’ordito o ad una qualunque
fila di maglie o più semplicemente alle cimose del tessuto.
Nel modello il dritto filo deve essere sempre segnalato con una linea (abr. D.F.)
che deve essere parallela all’ordito e che generalmente è posta sul centro dietro,
centro davanti, ecc.

IV.2.5.2 Disposizioni “in piedi” del Modello


Quando il diritto filo del tessuto (un filo d’ordito) combacia con il diritto filo del
modello, si dice che il capo è “IN PIEDI”.
Il modello viene disposto sul tessuto nel senso dell’ordito, in piedi (fig IV-13), per i
seguenti motivi:

1. l’ordito è generalmente costituito da un filato con maggiori performance e ma g-


giore resistenza e permette, al capo tagliato in questo senso, di avere un buon
a piombo sulla persona;
2. in un tessuto la percentuale di rientro è generalmente maggiore nel senso
dell’ordito (lunghezza del capo) e si può supplire all’inconveniente lasciando un
orlo. Se fosse disposto “giù di verso” o di traverso, il capo si ridurrebbe nel
senso della larghezza e modificherebbe la vestibilità;
3. il capo segue il verso del tessuto e, nel caso dei tessuti a pelo lungo, la dispo-
sizione “in piedi” è inevitabile.

fig IV-13 Disposizione in Piedi del Modello

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IV.2.5.3 Disposizione “giù di verso” o di “traverso” del Modello

Se il modello viene posto con il diritto filo parallelo alla trama (altezza del tessu-
to), si dice disposto seguendo il diritto “FILO TRAMA” o “ giù DI VERSO” o, più
comuneme nte di “TRAVERSO” (fig IV-14).

fig IV-14 Disposizione "giù di verso" o di traverso del Modello


Esistono modelli che esigono parti “giù di verso” perché creano motivi estetic a-
mente validi (fig IV-15).

Esempio:disposizione in parte IN PIEDI e in parte DI TRAVERSO

fig IV-15 Disposizione in parte “in piedi” e in parte “di traverso”


A volte, per motivi di linea del capo, l’altezza del tessuto è insufficiente a conte-
nere il modello in piedi, per cui si è costretti a disporlo di traverso (è il caso degli
ampi chimono) come riportato in fig IV-16.

L’altezza è insufficiente per disporre il modello IN PIEDI, esempio: modello


del chimono disposto DI TRAVERSO

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fig IV-16 Modello di Chimono Disposto “di traverso”


Oppure per valorizzare la decorazione del tessuto, il modello è posto DI TRAVERSO
come nell’esempio della seguente fig IV-17.

fig IV-17 Disposizione di Traverso per Valorizzazione Decorazione

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IV.2.5.4 Lo Sbieco nel Tessuto e nel Modello


Si parla di piazzamento “in sbieco” del modello sul tessuto quando quest’ultimo si
piega a 45°, cioè la cimosa verrà posta parallela alla trama e il diritto filo del mo-
dello si troverà diagonalmente cioè nel punto di piegatura del tessuto.
Questo sistema viene utilizzato per capi ampi, come gonne a mezza ruota o per
altri vari motivi. In pratica un modello o parte di un modello si dice disposto “in
sbieco” quando la linea del diritto filo viene posta sulla linea diagonale che si ot-
terrebbe piegando il tessuto a 45° (fig IV-18)
E’ necessario disporre sul modello il punto esatto del diritto filo per rendere più
veloci i piazzamenti, come mostrano le figura fig IV-19 e fig IV-20 sottostanti.

fig IV-18 Determinazione dello”sbieco”sul tessuto

fig IV-19 Disposizione "in sbieco" del Modello

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fig IV-20 Modello di Gonna a "mezza ruota"

IV.2.5.5 Disposizione del Modello per Piazzamento con Pezzi Combaciati


Una disposizione si dice “combaciata” o baciata quando due pezzi (davanti), per-
fettamente uguali, diventano un destro e un sinistro solo perché sono stati posti
sul tessuto in modo opposto (vedi fig IV-21 e fig IV-22). Di alcune disposizioni
classiche esiste anche una simbologia codificata (fig IV-23) che permette ai
confezionisti di identificare immediatamente il tipo di disposizione. Su tutte le di-
sposizioni di cui esiste un simb olo standard verrà riportata la relativa figura.

fig IV-21 Disposizione COMBACIATA (es.1)

fig IV-22 Disposizione COMBACIATA (es.2)

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fig IV-23 Simbolo della Disposizione Combaciata

IV.2.5.6 Disposizione del Modello per Piazzamento con Pezzi Non combacia-
ti
Nella disposizione con pezzi non combaciati, due davanti perfettamente uguali
possono essere indossati solo su una parte della persona esempio parte sinistra
(fig IV-24).
Si tratta di una disposizione che si effettua generalmente per tessuti di classe 1,
poiché il pezzo destro può diventare il rovescio di un pezzo sinistro capovolto.
Difficilmente viene utilizzato con tessuti di classe 2: in questi casi il destro si tro-
va nello strato di tessuto sottostante e occorre stendere un numero pari di strati.
Nella fig IV-25 si riporta il simbolo.

fig IV-24 Disposizione NON COMBACIATA

fig IV-25 Simbolo della Disposizione NON COMBACIATA

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IV.3 L’ ABBINAMENTO DELLE T AGLIE

Se si effettuano tanti piazzamenti quante sono le taglie vendute, è facile produrre


ampi scarti (maggiore consumo).
Per risolvere questo problema molte ditte controllano il venduto e stabiliscono
prima se conviene abbinare due o più taglie, o più capi della stessa taglia, in un
unico piazzamento.
Per rendere inequivocabili le scelte effettuate si utilizza un linguaggio codificato
(codici del verso delle taglie) riportato nella tabella di fig IV-26.

SIMBOLO DESCRIZIONE ABBINAMENTO


ALLA CLASSE
DEL TESSUTO

TAGLIA

DISPOSIZIONE LIBERA DELLE


TAGLIE
1-2

DISPOSIZIONE TAGLIE VERSI


OPPOSTI
3

DISPOSIZIONE TAGLIE STESSO


VERSO
4

fig IV-26 Tabella dei Codici del Verso delle Taglie rispetto alla Classe di Tessuto

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IV.3.1 Il verso dei pezzi all’interno di una taglia

I pezzi di un modello della stessa taglia (davanti, dietro, maniche, ecc.) vengono
disposti diversamente in base al verso del tessuto.

Il simbolo riportato nella fig IV-27 seguente equivale ad un pezzo.

= pezzo

fig IV-27 Simbolo del Pezzo

in presenza di tessuti senza verso, ovvero di cl.1 e cl. 2, si dispongono i pezzi


della stessa taglia senza considerare il verso:

Nello schema della fig IV-28 se ne riporta un esempio.

fig IV-28 Esempio di Piazzamento di Tessuti Senza Verso

(Un davanti, il dietro e una manica seguono un verso mentre l’altro davanti e l’altra
manica seguono il verso opposto)

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In presenza di tessuti con verso semiobbligato o verso obbligato, cl.3 e cl. 4, si


dispongono i pezzi della stessa taglia per unico verso (fig IV-29):

fig IV-29 Esempio di Piazzamento di tessuti con verso

(Tutti i pezzi dello stesso modello: il dietro, i due davanti e le due maniche,
seguono lo stesso verso)

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IV.3.2 Esempi di Piazzamento


Diamo nelle pagine seguenti le combinazioni di piazzamento più comuni, indicando
in calce ad ogni illustrazione la simbologia relativa all’esempio ed una breve descri-
zione di cosa è rappresentato in figura.

fig IV-30 Classe 1 tg.42 – 46


Disposizione: non combaciata. Verso pezzi nella taglia: senza verso. Verso delle taglie: libero

fig IV-31 Classe 2 tg. 40 – 44


Disposizione: combaciata. Verso pezzi nella taglia: senza verso. Verso delle taglie: libero
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fig IV-32 Classe 3 tg. 40 – 42


Disposizione: non combaciata. Verso pezzi nella taglia: con verso. Verso delle taglie: opposti

fig IV-33 Classe 4 tg. 40 – 42


Disposizione: non combaciata. Verso pezzi nella taglia: con verso. Verso delle taglie: stesso

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IV.3.3 Schema riassuntivo dei simboli

Settore Simbolo Descrizione


1 Senza diritto, senza rovescio e senza verso

2 Con il diritto senza verso

Tessuto 3 Verso semiobbligato

4 Verso obbligato

5 Particolare (quadri, bordi, ecc)

Pezzi combaciati

Pezzi non combaciati


Modello
Pezzi per lo stesso verso

Pezzi per versi opposti

Disposte liberamente

Taglie Una per un verso e l’altra per il verso opposto

Per lo stesso verso

A Zig – zag diritto dentro verso contrario

B Tagliata ai lati: diritto sopra stesso verso

Tagliata ai lati: diritto sopra stesso verso con-


C trario

Stesura
D Tagliata ai lati: diritto dentro stesso verso

E Tagliata ai lati: diritto dentro verso contrario

F Particolare, far seguire le istruzioni

fig IV-34 Tabella dei Simboli


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Manuale di Tecnologia della Confezione

IV.3.4 Griglia per il Controllo di ogni Piazzamento


Una volta disegnato un piazzamento occorre effettuare una serie di verifiche per
evitare di mandare in produzione uno schema sbagliato o, comunque, non ottimiz-
zato. Dalla disposizione dei pezzi sul materasso dipende sia la corretta realizzazio-
ne del capo4 (perfetta aderenza del capo di produzione con il prototipo realizzato
dall’ufficio progetti) sia la riduzione dei costi di produzione tramite l’ottimizzazione
del tessuto consumato (riduzione degli scarti).

Pos. Classe di tessuto Controlli da eseguire


a) CON TESSUTI DI CLASSE 1 1) Il numero dei pezzi

b) CON TESSUTO DI CLASSE 2 1) Il numero dei pezzi


2) Che i pezzi combacino
c) CON TESSUTO DI CLASSE 3 1) Il numero dei pezzi
2) Che i pezzi combacino
3) Che le taglie siano disposte per
versi opposti
d) CON TESSUTO DI CLASSE 4 1) Il numero dei pezzi
2) Che i pezzi combacino
3) Che le taglie siano disposte per
unico verso

IV.4 LA PREPARAZIONE DEL T ESSUTO PER IL PIAZZAMENTO

Prima di passare al taglio è necessario preparare il tessuto tenendo presente al-


cune sue caratteristiche fondamentali quali:
ä il diritto e rovescio
ä il verso
Il verso del tessuto può essere determinato dal disegno, dal verso del pelo o da
tessuti cangianti o velluti che obbligano l’orientamento del verso del pelo.
Terminato il controllo del tipo di tessuto si passa ad analizzare il modello, control-
lando se è simmetrico o no oppure se riporta motivi particolari per il piazzamento.
Nel piazzamento di tipo “sartoriale” lo spreco del tessuto è notevole, ma tuttavia
tollerabile, perché il costo per la realizzazione di un abito, tutto sommato, è tal-
mente alto rispetto alla confezione industriale che un minimo spreco di tessuto in
più risulta praticamente non rilevabile rispetto al costo complessivo del capo.
La grande produzione di serie, invece, non si può permettere simili sprechi perché
una manciata di centimetri quadrati per capo, moltiplicata per il numero di cam-
pioni di prodotto finale, dà origine a una cifra notevole. Ne consegue che
l’ottimizzazione del piano di taglio risulta remunerativa anche se il risparmio in % di
tessuto non è elevato.
Il tessuto può essere disposto con più sistemi a seconda del metodo, Artigianale o
Industriale.
Se il tessuto da disporre serve per un solo capo possiamo utilizzare più metodi:
ä a piegatura in doppio (cioè cimosa contro cimosa);
ä a piegatura lungo l’ordito o piegatura parziale (una parte viene piegata e
l’altra resterà scempia);
ä a doppia piega (quando le due parti del tessuto si piegano lungo l’ordito e le
cimose comb aciano nella parte centrale dello stesso);

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Se non vengono disposti i vari pezzi in maniera corretta o ne manca qualcuno o vengono me-
scolati i pezzi delle varie taglie si avrà nella migliore delle ipotesi lo sciupo di tutti i pezzi di tes-
suto tagliati o, nella peggiore, uno o più capi difettosi dopo aver proseguito nelle successive fa-
si di lavorazione (con tutto il valore aggiunto relativo).
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Manuale di Tecnologia della Confezione

ä in sbieco (quando il tessuto si piega a 45°, cioè la cimosa andrà a posarsi


parallela alla trama).
Nell’industria vengono, invece, adottati sistemi più rapidi per il taglio per cui si
adotta quasi sempre il piazzamento in aperto: il materasso è, quindi, preparato in
tutta l’altezza del tessuto.
Solo raramente viene fatto “in chiuso”, cioè cimosa contro cimosa, e solo nel ca-
so in cui i modelli non abbiano cuciture centrali.
Per un miglior utilizzo, maggior risparmio del tessuto e delle varie parti che com-
pongono un modello, fodere, telette ecc., occorre disporre i pezzi con sistemi lo-
gici e ben definiti.
Il progetto del piazzamento viene effettuato, in quasi tutte le ditte di medio-
grandi dimensioni, con un sistema computerizzato che permette, in poco tempo,
di definire il piazzamento ottimale e di utilizzare il tessuto con sprechi minimi. Dal
piazzamento si ottiene il disegno del piazzato o cliché che servirà per definire sul
materasso la disposizione di tutti i pezzi componenti il modello in una o più taglie
in funzione dei vincoli relativi alla classe del tessuto.
Il cliché sarà steso e fissato sul materasso, e l’addetto al taglio provvederà, se
necessario, a suddividerlo in tronconi di dimensioni più piccole per poter essere più
maneggevole; successivamente saranno tagliati i singoli pezzi mediante diversi tipi
di taglierina.

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