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FINISSAGGI E

NOBILITAZION
I TESSILI
NOBILITAZIO
NI TESSILI
Con nobilitazione tessile
si intendono tutti quei
procedimenti che hanno
lo scopo di trasformare
il tessuto greggio in un
semi lavorato pronto al
confezionamento o alle
successive lavorazioni.

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FINISSAGGI TESSILI
Con finissaggi tessili si intendono un
insieme di lavorazioni che, pur
rientrano nella nobilitazione, si
applicano ai tessuti per migliorarne
l’aspetto, la mano, le funzioni e
anche le proprietà.

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FINISSAGGI TESSILI
La struttura chimica delle fibre tessili, siano esse naturali, artificiali
o sintetiche, determina per le stesse alcune proprietà che sono
naturalmente presenti anche nei manufatti che da esse si
producono. Si avranno quindi fibre (lino, canapa, seta, nylon,
poliestere) più tenaci di altre (lana,viscosa, acrilica); altre che
tendono a deformarsi sotto sforzo (cotone, viscosa) rispetto a
quelle che recuperano l'aspetto iniziale dopo deformazione
(lana); altre ancora che bruciano facilmente (cellulosiche),
lentamente e si autoestinguono (lana, seta) o bruciano e
fondono (sintetiche). Queste ed altre caratteristiche,
contribuiscono a definire, per un tessile, quelle proprietà positive o
negative dal punto di vista dell'impiego cui verrà destinato. In
quest'ottica il giudizio è formulato da diversi punti di vista:
vestibilità, mano, resistenza meccanica, idrofilia, lavabilità,
deformabilità, resistenza al fuoco ed altri ancora.

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FINISSAGGI TESSILI
Per la realizzazione dei finissaggi si fa ricorso, in
funzione della tipologia del substrato tessile (fiocco,
filato o tessuto), a:

Mezzi meccanici mediante l'applicazione di principi
fisici quali la frizione, la temperatura, la pressione, la
tensione ed altri ancora.

Mezzi chimici previa applicazione di prodotti chimici
naturali e/o di sintesi, che sono legati alle fibre in modo
più o meno permanente.

Combinazione di mezzi meccanici e chimici
attraverso l'impiego sia di processi meccanici che di
processi chimici.

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FINISSAGGI TESSILI
Gli obiettivi dei finissaggi sono di
modificare il tessuto per renderlo
appropriato per il suo scopo e conferire un
comportamento ottimale in confezione.
I parametri che caratterizzano la scelta del
tipo di finissaggio più opportuno sono:

Natura fibrosa del tessuto da nobilitare

Utilizzo finale del tessuto da nobilitare

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FINISSAGGIO MECCANICO A
SECCO

Calandratura si ottiene un effetto lucido, liscio, compatto per mezzo di frizione,
pressione, calore.

Lucidatura è una operazione di calandratura effettuata con particolari calandre
(rulli) che sfrutta l'azione del calore, dell'attrito e talora di ausialiari lucidanti.

Goffratura è un particolare tipo di calandratura che permette l'incisione di un
disegno semplice sul tessuto.

Smerigliatura si ottiene un tessuto con mano molto più morbida e con
maggiore effetto isolante perché viene sollevato il pelo superficiale del Tessuto.
Per ottenere questo effetto si utilizza un cilindro ricoperto da materiale abrasivo.

Garzatura si ottiene un sollevamento del pelo superficiale con conseguente
effetto di isolamento termico. A tale fine si utilizzano dei cilindri mobili con aghi
ricurvi in moto vario rispetto al tessuto.

Cimatura si taglia il pelo superficiale del tessuto con appositi organi di taglio.

Bruciapelo si elimina il pelo superficiali del tessuto bruciandolo con una
fiamma.

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FINISSAGGIO MECCANICO A
UMIDO

Calandratura ad umido il procedimento è praticamente
uguale a quello a secco, l'unico particolare differente è
l'utilizzo di vapore.

Follatura si modifica la struttura, il compattamento e il
rientro della lana con azione di calore combinato con
l’azione meccanica di sfregamento e compressione.

Sanforizzazione si rende il tessuto stabile
dimensionalmente tramite l'applicazione di forze
meccaniche e di vapore acqueo.

Decatissaggio si elimina l'effetto lucido del tessile, si
regolarizza la superficie, si stabilizzano le dimensioni dei
tessuti con l’azione di vapore saturo secco o surriscaldato.

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FINISSAGGIO CHIMICO
Applicazione ai tessuti:

procedimento per foulardaggio;

procedimento per esaurimento in
bagno lungo;

procedimento per spalmatura con
dispositivi a racle;

applicazione controllata di bassi
quantitativi di bagno.

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TRATTAMENTO AL PLASMA
Il trattamento al plasma è un processo di modifica
superficiale, in cui un gas (aria, ossigeno, azoto, argon,
anidride carbonica, ecc.), iniettato all'interno del reattore
con una pressione di circa 0,5 mbar, viene ionizzato a causa
della presenza di due elettrodi, tra i quali è realizzato una
campo elettrico ad alta frequenza. Le superfici del tessuto
esposte all'azione del plasma risultano modificate, sia
fisicamente (rugosità), sia chimicamente, per la rimozione
dei residui organici ancora presenti e per la successiva
introduzione di radicali liberi e di nuovi gruppi chimici
all'interno della catena molecolare di superficie del
materiale. Le caratteristiche meccaniche restano invece
inalterate, essendo il trattamento limitato ai primi strati
molecolari.

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TRATTAMENTO AL PLASMA

Fibra di seta al plasma


Fibra di seta non trattata

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TRATTAMENTO CON ENZIMI
Vecchi e nuovi enzimi usati nel tessile

Amilasi: sbozzima.

Cellulasi: biopolishing di tessuti e capi cellulosici, stone
wash di capi in denim.

Proteasi: trattamento di fibre proteiche (seta e lana).

Catalasi: eliminazione di acqua ossigenata dopo
candeggio.

Leccasi e perossidasi: ossidazione di coloranti.

Lipasi: eliminazione di trigliceridi naturali (in purga) o
presenti in bozzime (da sego).

Pectinasi: purga enzimatica di cotone grezzo.

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TASMANIA
Elegante e leggero, il tessuto “tasmania” è ottenuto dalle migliori lane australiane.
La sua fibra estremamente sottile permette di utilizzarla per creazioni particolarmente
pregiate e per capi di abbigliamento molto leggeri. La lana di Tasmania è ricavata dalle
pecore Merino della Tasmania, una regione che grazie al suo particolare clima temperato,
agli spazi molto estesi, alla sua natura incontaminata ed al cibo molto ricco permette di
originare una lana di altissima qualità. La regione è il luogo dove è stata riscontrata la
migliore qualità dell’aria al mondo, dato che incide notevolmente sulla qualità del filato.
La sua fibra sottile consente la creazione di abiti che non rappresentano un peso per chi li
dovrà indossare. Il suo tessuto si adatta perfettamente alla forma del corpo, avvolgendolo
e seguendolo in ogni movimento. E’ un tessuto molto resistente che non perde per
questo il suo carattere pregiato.
E’ molto apprezzato per la sua caratteristica termoregolatrice che mantiene un livello
ottimale della temperatura del corpo senza mai eccedere.

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FRESCOLANA
Tessuto leggero, ad armatura in tela o saia, fabbricato con filati pettinati a più
capi di lana merino. Ha una trama fitta e una superficie uniforme, dalla mano
secca che non si sgualcisce. Si presta alla confezione di completi
primaveraestate per uomo e donna. Fresco è un marchio brevettato dalla
Cagniere, azienda tessile che ha sperimentato questo trattamento partendo da
una tela ingualcibile ottenuta incrociando un filato ritorto a tre capi, in modo da
produrre una superficie particolarmente porosa. La loro costruzione è quasi
sempre semplice (tele, saie, batavie), basata su abbinamenti di fili pari che
conferiscono all'intreccio un effetto più liscio. Un tessuto simile al fresco lana,
ma più leggero, è il Tropical, una tela di lana formata da filati ritorti a 2 capi,
adatto a climi particolarmente temperati.

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FLANELLA
La Flanella (dal francese flanelle) è un tessuto morbido e resistente formato da
filato cardato in lana o in cotone, ad armatura generalmente in diagonale. In
seguito alla tessitura viene sottoposto ad un processo che si chiama follatura,
che lo rende compatto e uniforme. Dopo la follatura si effettua un procedimento
di garzatura, che rende la superficie leggermente pelosa. Lo strato di peluria che
si crea con il processo di garzatura, lo rende particolarmente caldo e isolante,
pur mantenendo la sua caratteristica leggerezza. La flanella di lana è disponibile
in commercio in vari pesi e generalmente viene utilizzata per l’abbigliamento
elegante, soprattutto maschile. In flanella di lana vengono infatti realizzati i
classici completi da uomo, giacche e pantaloni. Anche nell’abbigliamento
femminile troviamo capi in tessuto flanella, come gonne e giacche, tailleur e
pantaloni eleganti. Fra i colori più utilizzati di flanella di lana c’è il grigio nelle sue
varie sfumature e il blu.

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FUSTAGNO
Il Fustagno è un tessuto in cotone o lana ad armatura diagonale o a raso. Ha una
superficie molto compatta e vellutata sul lato del dritto e ruvida al rovescio. E’ simile
alla pelle di daino per via del suo aspetto scamosciato: questa caratteristica è ottenuta
con trattamenti specifici come la garzatura, la smerigliatura o la satinatura. Si distingue
in fustagno liscio o fustagno satinato (senza pelo) e fustagno classico, ovvero quel
tessuto con il pelo sollevato per renderlo simile allo scamosciato. Il fustagno è
conosciuto anche come frustano. Anticamente era prodotto in lino nell’ordito e in
cotone nella trama; proprio per la presenza del cotone era considerato un tessuto di
pregio. Una volta il tessuto cotone era molto costoso perché veniva importato dall’India.
Con la diffusione del cotone il fustagno divenne stoffa per abiti da lavoro e non più
tessuto pregiato, grazie alla sua caratteristica resistenza all’usura. Il fustagno è
considerato il tessuto ideale per l’abbigliamento da lavoro; viene infatti utilizzato da
sempre per realizzare i pantaloni da caccia e da campagna, grazie alla sua resistenza.
E’ però molto apprezzato anche per l’abbigliamento casual, sia da donna che da uomo.

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PANNO
Il panno è un tessuto molto antico che veniva prodotto per coprirsi dal freddo e dalle
intemperie. Si tratta di un tessuto formato da filo cardato di lana, o a volte in mischia
con altre fibre sintetiche. Dopo la tessitura viene follato per far restringere gli spazi tra
trama e ordito, creando un tessuto molto compatto ma morbido al tatto.
Successivamente sul tessuto prodotto viene effettuato un processo di garzatura per
ottenere uno strato peloso; infine tramite la cimatura si tagliano tutte le fibre alla stessa
altezza.
Durante la prima guerra mondiale, grazie alle sue caratteristiche termoisolanti, il panno
veniva utilizzato per la realizzazione delle divise militari, pertanto i colori prodotti erano
marrone, blu e grigio. Inoltre, prima dell’era dell’industrializzazione era l’unico tessuto a
disposizione che aveva qualità impermeabili, quindi era anche antipioggia e antivento.
Queste sue caratteristiche lo rendono ancora oggi perfetto nella realizzazione di
capispalla, giacche, mantelli e tutto ciò che concerne l’abbigliamento moda invernale.
Nel panno non sono più visibili trama e ordito e ha un aspetto uniforme.

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DRAP
Il drap è un tipo di panno molto fine, con pesi intorno ai 250-300 g/m2, in pura lana pettinata o
misto-lana, di vario peso. Originariamente era realizzato solo in filati cardati o misti
cardato/pettinato. E chiamato anche "draplan". E un tessuto morbido, setoso, con aspetto
brillante sul diritto, spesso realizzato con fibre nobili come il cachemire, tessuto a armatura a
tela o a saia. Viene leggermente follato, garzato, poi cimato, spazzolato e pressato. Spesso
subisce un trattamento finale, che aumenta la lucentezza del vello. Presenta un pelo corto,
liscio e direzionato e pertanto il posizionamento del modello al taglio è a verso obbligato. Tra le
tante qualità di drap si distinguono lo Zibeline con pelo inclinato e ondulato simile alla pelliccia,
l'édredon con pelo opaco e soffice, il drap de vire, tessuto molto ricercato, che aveva una
"cimossa parlante", contrassegnata da una sequenza di 4 fili in tre colori diversi (blu-rosso-
bianco) per le stoffe di qualità più elevata (rosso-giallo-bianco) per qualità intermedie, mentre i
drap di terza scelta si riconoscevano per cimosse con 6 fili beige e 6 bianchi. Con il termine di
"drapperia" s'intende tutta la categoria delle stoffe di lana medio-pesanti, specialmente se
tessute in filati pettinati, che vengono impiegate nella confezione di capi da uomo, mentre la
"laneria" indica, per convenzione, tessuti di lana più leggeri, riservati a capi femminili. Oggi
questa distinzione sembra superata e il drap è usato indistintamente per blazer, tailleur, e
mantelli.

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LODEN
Tessuto resistente, formato con filati grossi di lana merino o mohair, altamente e
follata sul rovescio, spazzolata e appiattita in un'unica direzione, sul diritto, in
modo che la superficie faccia scivolare le gocce d'acqua accrescendo
l'idrorepellenza della stoffa. Solitamente in tinta unita verde scuro, si può trovare
nelle varianti marrone, grigio, blu o nero nei pesi medio e pesante per realizzare
giubbotti, soprabiti e cappotti. Attualmente, con il sinonimo di loden, intendiamo
anche il classico cappotto di origine sudtirolese, realizzato nei toni del verde
foresta, caratterizzato da una mantellina che scende a coprire l'avambraccio e
da inconfondibili bottoni bombati in pelle. La foggia e il tessuto di questo capo
derivano dagli ampi mantelli da caccia, preferiti dai nobili dell'Impero austro-
ungarico per le caratteristiche naturali d'impermeabilità e traspirabilità. Il loden
originale prodotto dall'antico lanificio Mössmer, fabbrica fondata nel 1882 che,
procedendo nella ricerca, ha recentemente brevettato il primo loden ignifugo, in
grado quindi di resistere alla fiamma. La località di Vandoies ospita un piccolo
museo dedicato al loden, dove è possibile seguire l'intero ciclo produttivo del
tessuto, dalla tosatura delle pecore alla realizzazione del capo finito.

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CASTORINO
Tessuto pesante in panno di lana molto morbida, a pelo fitto, corto e
schiacciato. La sua superficie è particolarmente lucente tanto da ricordare la
pelliccia del castorino (beaver), nome sotto il quale è conosciuta la nutria, un
animale simile al castoro, che abita lungo i fiumi del Sud America. Per ragioni
di sopravvivenza il pelo di questo roditore si adatta all'habitat naturale ed è
pertanto impermeabile all'acqua. Il suo manto presenta un fitto e soffice strato
lanuginoso, disseminato di peli più lunghi e spessi come setole, che vengono
successivamente rasati ad altezza uniforme con un particolare processo di
lavorazione. La sua pelliccia è meno pregiata del castoro. II tessuto castorino,
dopo la rasatura del pelo, subisce un finissaggio lucidante che ne enfatizza la
caratteristica di base e ne migliora l'aspetto. È sinonimo di lusso e preziosità,
vissuti senza ostentazione nel rispetto della natura. É particolarmente indicato
per la confezione di giacche invernali, mantelli e cappotti classici, tipo
chesterfield, a un petto con abbottonatura anteriore a patta, ma si presta bene
anche per la realizzazione di modellature più articolate e di tagli e particolari
che mettono in evidenza calore, lucentezza e sofficità.

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VELOUR
Velour è un termine che indica un tessuto dalla superficie
pelosa, simile al velluto. Un tempo indicava un tessuto di
lana, cardato, pesante, con pelo soffice, fitto e corto,
ottenuto con garzatura e cimatura. Oggi indica un
peluche realizzato a maglia. Di solito è fatto di cotone,
ma può anche essere fatto con materiali sintetici come il
poliestere. Il Velour viene utilizzato in una vasta gamma
di applicazioni, tra cui abbigliamento e arredamento.

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CAMMELLO
Il cammello è un tessuto ad armatura tela o sai in 100% filato di cammello o misto
lana e può avere un peso variabile tra i 350 e i 550 grammi a metro quadro. La
lana viene ricavata dal sottovello del manto, quella parte del pelo che ha il
compito di riparare l’epidermide degli animali che vivono in climi freddi. La parte
sottostante è una lanugine molto fine e morbida, con grandi proprietà termiche,
con una lunghezza dai 2,5 ai 12,5 cm, di colore variabile tra il bruno giallastro e il
marrone sabbia. Non va strappato, ma si stacca naturalmente durante il periodo
della muta del pelo e si recupera dai raccoglitori che seguono gli spostamenti dei
cammelli a una o a due gobbe in carovana. Si raccoglie in Cina, Mongolia, in alcuni
Paesi dell’ex Unione Sovietica, nei Paesi arabi e in Africa. Le qualità migliori
provengono dall’Asia minore e dal Golfo Persico. Per quanto riguarda i colori, si va
dalle tinte neutre e naturali dal beige al marrone rossiccio a quelle più scure e
viene anche cardato, follato e rifinito ottenendo un tessuto leggermente peloso,
morbido e resiste.

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PLAID
Tessuto pesante in lana cardata a debole torsione o pregiata fibra di cachemire,
soffice e particolarmente caldo, trattato con follatura e poi garzato. Talvolta alcune
versioni del plaid presentano fili d'ordito in cotone ritorto. Può essere in tinta unita o
fantasia, a disegno tartan o a generici quadri scozzesi. La tipologia pare derivi da
una particolare foggia del costume dei montanari scozzesi, che utilizzavano un
grande rettangolo di lana a quadroni, legato in vita con una cintura, per ripararsi dal
rigore dell'inverno. Con il termine plaid intendiamo anche una coperta, morbida e
calda, di grandezza variabile, dai riquadri a colori vivaci, rifinita con frange lungo i
bordi, usata comunemente negli Sati Uniti. Il plaid suggerisce un'idea d'intimità e
comfort ed è stato uno dei tessuti prediletti dallo stilista americano Ralph Lauren,
affezionato cultore delle radici americane di cui ripropone spesso in chiave
attualizzata, elementi de vestire country, come gilet, ponch e mantelle, giacconi
tipo canadese frangiati alle estremità, proprio come una coperta plaid.

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MOLESKINE
Tessuto fitto e lucente, che assomiglia nell'aspetto a un pesante tessuto di pelle. E’ una
varietà di Fustagno. Presenta, sul diritto, un pelo molto lungo, che imita il manto della
scimmia, poi stampato e garzato sul rovescio. Tradizionalmente era realizzato con ordito
e trama in fibra di cotone, ma può essere anche in lana o misto-lana. È fabbricato con un
procedimento simile al velluto liscio, con un intreccio che ha come base raso da 8, effetto
trama, con tessitura molto serrata. Le trame sono inserite in numero di 2 sul diritto e 1
sul rovescio, in modo da formare un effetto flottante, solo su un lato del tessuto. In fase di
finissaggio viene rasato e cimato. Il moleskine è un tessuto simile al beaverteen, ma più
pesante. Oggi è adatto per mantelli e copricapi. Si presta bene per realizzare il brithish
warmer, una versione più sportiva del cappotto a doppio petto da uomo e anche il
classico giaccone 4, usato come driving coat, per non impacciare i movimenti del
guidatore.

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CASENTINO
Il panno casentino è un tradizionale tessuto di lana tipico del Casentino. Il tessuto viene
follato (infeltrito) per renderlo impermeabile e garzato per ottenere un lato peloso. Il
"panno grosso", ricavato dalla tosatura delle pecore della valle, era apprezzato per l'alta
resistenza all'usura e alle intemperie ed era adatto alle necessità di chi doveva vivere in
viaggio o trascorrere fuori, all'aperto, buona parte della giornata. Sembra inoltre che il
suo aspetto esteriore, con il pelo irregolare ed una rifinitura sommaria, fosse stato dettato
dai governanti toscani. Il ricciolo, che contraddistingue gli abiti in panno casentino,
costituisce un funzionale doppio strato, antifreddo e antipioggia, e veniva inizialmente
ottenuto con un finissaggio particolare, con la garzatura, che estraeva il pelo, e in seguito
con la rattinatura. Sfregando la lana con pietra si otteneva il ricciolo, mentre oggi per
produrlo sono usati macchinari (rattinatrice). Le proprietà del tessuto garantiscono anche
il perfetto isolamento termico, oltre alla traspirazione dei vapori propri del corpo umano.

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