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TERZA PAGINA DOSSIER PLASTICA

non sono considerate imballaggi:


il problema delle plastiche dure
A cura di Attilio Tornavacca,
Il Progetto “PLASMARE” di Ezio Orzes, Salvatore Genova*
CNR ed ESPER cofinanziato dal Francesco Petracchini, Gabriella Di Carlo**
Ministero dell’Ambiente affronterà
i principali problemi connessi Gli obiettivi della direttiva (F.E.), costituisce un extra-costo per i comuni
alla raccolta, alla separazione e 2008/98 CE e viene avviato dai consorzi di filiera (soprat-
al riciclo dei rifiuti di plastica La direttiva 2008/98/CE non prevede obiettivi tutto COREPLA) a recupero energetico…”
che non rientrano nella categoria di raccolta differenziata ma fissa specifici target
“imballaggi” e che il Corepla non per la preparazione per il riutilizzo e il riciclag- La disomogeneità delle plastiche
gio dei rifiuti urbani e all’articolo 11, punto 2 dure
intende prendere in carico. stabilisce che “entro il 2020, la preparazione Per quanto riguarda il comparto della pla-
36 per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, stica bisogna però far sì che tali frazioni
come minimo, carta, metalli, plastica e vetro merceologiche similari, ammesso che ne
igiene
igiene urbana
urbana
gennaio-marzo 2018 Il bando del Ministero provenienti dai nuclei domestici, e possibil- fosse eventualmente sancita la possibilità
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del mente di altra origine, nella misura in cui di conferimento congiunto insieme agli
Territorio e del Mare ha recentemente pub- tali flussi di rifiuti sono simili a quelli do- imballaggi da parte dei Comuni nel nuovo
blicato un bando per il cofinanziamento di mestici, sarà aumentata complessivamente accordo Anci-Conai in corso di definizione,
progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di almeno al 50 % in termini di peso”. Il d.lgs. possano essere effettivamente destinate al
tecnologie di recupero, riciclaggio e tratta- n. 205/2010, che ha recepito la direttiva quadro riutilizzo e riciclo e non invece allo smal-
mento di rifiuti non rientranti nelle categorie nell’ordinamento nazionale, ha introdotto gli timento in discarica o all’incenerimento.
già servite dai consorzi di filiera, all’ecodesign obiettivi di riciclaggio all’articolo 181 del d.lgs. Per raggiugere questo obiettivo è necessario
dei prodotti e alla corretta gestione dei rela- n. 152/2006. che la progettazione risponda
tivi rifiuti. La graduatoria finale ha stabilito Corepla non accetta e valorizza le cosiddette non solo alle esigenze
di cofinanziare il 50% delle spese del proget- “frazioni merceologiche similari” (di seguito
to presentato da CNR ed ESPER denominato f.m.s.) che altre filiere invece accettano. Sia
“PLAStiche per nuovi MAteriali mediante l’Associazione Comuni Virtuosi nel dossier pre-
un Riciclo Ecosostenibile - PLASMARE”. Le sentato nel 2013 che l’Associazione d’Ambito
attività previste da questo progetto, sia di ri- Torinese per il governo dei rifiuti in un rapporto
cerca industriale che di sviluppo sperimenta- del 10 gennaio 2014 hanno evidenziato che “…
le, prevedono un adeguato percorso di riciclo, nella filiera della plastica …la riciclabilità
riutilizzo e valorizzazione delle plastiche dure (e di conseguenza quello che dovrebbe esse-
che permettano di ottimizzarne il ciclo di vita. re chiesto ai cittadini di raccogliere) non
Attualmente il principale limite nel riciclo dei dipende e non deve dipendere (come in-
rifiuti domestici in plastica dura non rientran- vece accade oggi, ma fortunatamente
ti tra gli imballaggi, e quindi non accettati da non per tutte le filiere) dalla funzione
Corepla, è rappresentato dalla loro eterogeneità che l’oggetto ha svolto prima di diven-
(sia in termini di composizione che di dimen- tare rifiuto ma dal materiale di cui
sioni) e spesso dalla mancanza di informazio- è composto. Mentre mandiamo a
ni circa la composizione (tipo di polimero o smaltimento molti rifiuti che avreb-
miscele di essi), eventuale presenza di additivi bero già oggi una filiera di riciclo
e/o componenti di materiale diverso (es. metal- (ad esempio manufatti in PE, PP o
lico). Un ruolo importante ha anche il costo del PET), molto di quanto chiediamo ai
processo di trattamento e la necessità di filiere cittadini di raccogliere in modo dif-
sostenibili anche dal punto di vista economico. ferenziato diventa Frazione Estranea
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di utilizzo ma anche ad aumentare e otti- La ricerca sulle plastiche miste logie per il riutilizzo delle plastiche dure è
mizzare le successive possibilità di riuso e di A livello mondiale sono molti i centri di stato finanziato anche dal programma LIFE
riciclo a fine vita, anche grazie ad opportuni ricerca impegnati a trovare soluzioni tecni- e LIFE+. Ad esempio l’Ungheria ha ricevuto
incentivi del mercato dei prodotti riciclati e che per risolvere il problema del trattamento un finanziamento per lo sviluppo del rici-
riciclabili (ad esempio in altri Stati non vie- delle plastiche miste e/o dure. La maggiore claggio del polistirolo espanso grazie a un
ne applicata l’IVA, o viene applicata un’ali- complessità di questa problematica am- solvente naturale e innocuo, il limonene,
quota più contenuta, sui prodotti riutilizzati bientale è determinata dall’estrema etero- che si ottiene dal trattamento delle bucce
e/o sui prodotti con materiali rigenerati). geneità delle diverse tipologie di polimeri di limoni, mandarini e arance quale sotto-
Le principali tipologie di polimeri impie- che risultano spesso incompatibili a causa prodotto dell’industria di lavorazione degli
gati per la produzione delle plastiche “non delle differenti strutture chimiche. Dalla mi- agrumi; questa tecnologia è stata sviluppa-
imballaggio” sono: scelazione di diversi polimeri non si otten- ta anche in Giappone ed ha avuto seguito
• LDPE (Polietilene a bassa densità) che gono infatti proprietà intermedie o migliori anche con il progetto POLYSOLVE. Attual-
comprende prodotti non alimentari legati ai solo se i vari polimeri sono compatibili. Se mente un’azienda tedesca sta promuovendo
contenitori di plastica dura; invece risultano incompatibili le proprietà l’utilizzo di un particolare solvente da loro
• HDPE (polietilene ad alta densità) che peggiorano drasticamente. brevettato per sciogliere i manufatti realiz-
comprende tubi, vasi, secchi e casse di pla- Per una corretta separazione dei diversi po- zati in polistirolo espanso. Lo sviluppo di
stica, giocattoli, mobili da giardino, compo- limeri che vengono utilizzati per produrre le tali processi con apparecchiature di piccole
nenti per la casa; plastiche dure si può evidenziare che: dimensioni potrebbe consentire anche di
• PET (Polietiletereftalato) che comprende a) attualmente i migliori processi di sepa- ridurre drasticamente i costi di trasporto di
contenitori rigidi resistenti a elevate tempe- razione delle plastiche sono quelli che uti- tali voluminosi materiali. 37
rature; lizzano lo spettro infrarosso che risultano Nel 2012 l’Università di Bologna ha coordi-
igiene
igiene urbana
urbana
• PVC (cloruro di polivinile) che include efficaci solo se le plastiche dure vengono nato 18 partner europei e l’ateneo cinese di gennaio-marzo 2018
tubazioni e infissi; macinate grossolanamente; Nanjing impegnati nel progetto di ricerca
• PP (polipropilene) comprende imbuti di b) risulta di notevole interesse anche il triennale Bioclean, che puntava a individua-
olio, manufatti vari e altri involucri di pla- processo di separazione con idro-cicloni re microrganismi (funghi e batteri aerobi
stica rigida dura; utilizzato principalmente nelle industrie o anaerobi) capaci di degradare in modo
• PS (Polistirene) comprende cornici, tar- minerarie. Questa tecnologia separa, per estensivo diverse famiglie di polimeri quali
ghe, piastre, interruttore della luce e pannelli densità, i polimeri in scaglie immersi in un polietilene, polipropilene, polistirene, polie-
isolanti. flusso d’acqua. teri e poliesteri, PVC. Sono state coinvolte
Tuttavia, per molte miscele post-consumo di nelle attività di ricerca anche sette piccole-
materie plastiche quali quelle con densità medie imprese, tra le quali la bolognese
simili attualmente non sono ancora disponi- Felsilab, oltre alla federazione europea del-
bili tecnologie a basso costo di separazione le materie plastiche, PlasticsEurope, che ha
dei vari polimeri e in grado di rimuovere i avuto il compito di promuovere ed imple-
contaminanti esterni. L’Istituto Fraunhofer mentare a livello continentale gli interessan-
IVV di Dresda in Germania sta attualmente ti risultati ottenuti. Recentemente in Italia
sviluppando attività di ricerca per la sepa- sono state finanziate dal programma LIFE+
razione e la purificazione delle materie pla- alcune iniziative che hanno dimostrato che
stiche e il riutilizzo dei materiali polimerici varie tipologie di plastiche dure possano es-
omogenei: miscele PET-PVC e ABS-HIPS, sere opportunamente riutilizzate, con pro-
laminati plastico-metallo. cessi ambientalmente ed economicamente
L’istituto opera inoltre per sviluppare sostenibili per produrre nuovi manufatti.
tecnologie di separazione dei conta- Per esempio il programma europeo “RePla-
minanti interni quali: Ce BELT”, progetto pilota che si proponeva
• materiali barriera, pigmenti e ca- di individuare i possibili percorsi di riutiliz-
riche dal PET; zo e valorizzazione della plastica urbana o
• materie plastiche contenenti ritar- assimilata. A tale programma hanno ade-
danti di fiamma da quelle che non ne rito in Italia tre aziende specializzate nella
contengono; lavorazione delle materie plastiche ed Etra,
• ritardanti di fiamma bromurati da azienda multiutility gestore della raccolta
rifiuti plastici dall’industria elettrica. di rifiuti che opera in Veneto. Con il mate-
A livello europeo lo sviluppo di tecno- riale plastico raccolto è stato realizzato un
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nastro trasportatore e alcune componenti


strutturali, che solitamente vengono realiz-
zati in alluminio e materiali plastici vergini.
Il nastro trasportatore è stato testato ed è
risultato idoneo all’utilizzo in ogni settore,
dall’industria tecnica a quella alimentare,
grazie alle diverse possibili capacità di ca-
rico e alla sua efficienza alle sollecitazioni
statiche e dinamiche.

Quanta plastica dura nei rifiuti


urbani?
Nell’ambito di questo progetto Etra ha rea-
lizzato uno studio del possibile flusso e degli
scenari di raccolta e riciclaggio a livello na-
zionale ed è emerso che nel territorio servi-
to da Etra vengono prodotti oltre 13 chilo-
grammi per abitante/anno di plastica non
da imballaggio. Si tratta di circa il 3,3% del
38 totale dei rifiuti prodotti, una quantità non
trascurabile, che proiettata a livello nazio- due possibili modelli integrati di raccolta di pertanto risultando in un costo incrementale
igiene
igiene urbana
urbana
gennaio-marzo 2018 nale corrisponde a circa 800.000 ton/anno tali materiali: nullo.
di materiali che attualmente non vengono a) Raccolta congiunta con la plastica da Se da un lato il modello di raccolta congiun-
recuperati. Le attività di studio del progetto imballaggio (per le frazioni più piccole); ta con la plastica da imballaggio risulterebbe
Replace BELT hanno evidenziato che: b) Conferimento diretto degli utenti in cas- quindi il più ragionevole e immediato, dall’al-
1) la plastica NON da imballaggio è una soni scarrabili nei Centri di raccolta (con tro si scontra con l’attuale impostazione della
presenza significativa nei rifiuti urbani (cir- possibilità di conferire anche gli oggetti più raccolta della plastica, limitata agli imballaggi
ca 3% nel caso del bacino ETRA), quella da voluminosi). che sono assoggettati a Contributo ambientale
imballaggio già oggi intercettata (al netto Per quanto riguarda il primo modello (rac- così come definiti nell’ambito dell’ultimo Ac-
della FE) è pari a circa il 5,8%; colta congiunta agli imballaggi in plastica) cordo ANCI-COREPLA 2014-2018. L’ostacolo
2) attualmente è rinvenibile in varie frazio- è stato evidenziato che i vantaggi sarebbero è pertanto prevalentemente di tipo normati-
ni dei rifiuti urbani raccolti (secco residuo, i seguenti: vo/regolatorio piuttosto che di convenienza
ingombranti e imballaggi in plastica); • si interviene in sistemi di raccolta già economica. Dal punto di vista tecnico molte
3) la necessità di separazione tra imbal- esistenti aumentando la quantità di rifiuto delle plastiche non da imballaggio sono infatti
laggi e non imballaggi in plastica crea intercettato costitute di polimeri analoghi a quelli degli
inefficienza nella raccolta degli imballi in • l’intercettazione media nella raccolta de- imballaggi e potrebbero venire raccolte con-
plastica (35% di scarti riconducibili a errori gli imballaggi in plastica è di circa 30 kg/ giuntamente e avviate a selezione.
di conferimento) e mancate opportunità di ab*anno
valorizzazione; • l’obiettivo di intercettazione della plastica Il plasmix
4) quasi la metà della plastica non da im- non da imballaggio è di 3,5 kg/ab*anno Anche le plastiche miste possono essere van-
ballaggio finisce nel secco residuo; • la plastica non da imballaggio già con- taggiosamente sottoposte a processi di rici-
5) oltre il 15% della plastica non da imbal- tenuta nella raccolta della plastica da im- clo meccanico come dimostrato dal progetto
laggio viene conferita «erroneamente» nella ballaggio ed ora conteggiata come scarto o “Ri-prodotti in Toscana” promosso da Revet
raccolta degli imballaggi in plastica e questo frazione neutra è pari al 30% circa dell’o- che nel 2011 ha inaugurato a Pontedera le
rappresenta circa il 35% delle frazioni estra- biettivo di intercettazione nuove linee per il riciclo e per l’estrusione
nee (FE) del multileggero; • La quantità derivante dalla raccolta con- di profili pieni in plastiche miste (plasmix),
6) Circa 1/3 della plastica non da imbal- giunta subirebbe un aumento reale di circa destinati a successive lavorazioni investen-
laggio è intercettata o intercettabile nella 2,5 kg/ab*anno (l’8,5% in più rispetto al do nel progetto circa 11 milioni di euro. La
Frazione Ingombranti (CdR). valore attuale) Regione Toscana ha recentemente definito
• Da valutare se questo quantitativo potrà i criteri e le modalità per i finanziamenti
Modelli di raccolta differenziata venire “assorbito” dai sistemi di raccolta destinati agli enti locali finalizzati all’ac-
Nel suddetto progetto sono stati individuati senza impattare sulla loro organizzazione e quisto di prodotti realizzati con plastiche
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miste provenienti dalla RD degli imballaggi progetto Plasmare, verranno approfondite e prodotti con materia prima seconda potreb-
toscani nell’ottica di favorire l’occupazione affrontate per cercare di individuare le mi- bero non essere commercializzabili poiché
ed il riciclo virtuoso a km zero. Un altro in- gliori soluzioni sono le seguenti: alcuni additivi il cui uso era consentito in
teressante esempio di iniziative per il riciclo 1) le plastiche termoindurenti, avendo passato ora non sono più permessi;
delle plastiche eterogenee arriva poi dalla legami formati a seguito di operazioni di 5) Ia parte prevalente e più avanzata dell’in-
zona di Lucca dove nel 2015 ha preso vita il reticolazione definitive, non possono avere dustria del riciclo delle plastiche a livello eu-
progetto Life Eco-Pulplast per il riciclo degli altro destino se non come carica (riempiti- ropeo e mondiale è interessata a sviluppare
scarti plastici di cartiera per produrre pallet vo) in manufatti di cemento ecc. Le plastiche tecnologie di riciclo di alta qualità, ovvero a
seconda vita ed evitare il ricorso ai pallet dure in polimeri termoplastici, oggetto del utilizzare polimeri omogenei per ottenere con
in legno. Capofila del progetto è la Selene progetto PLASMARE, risultano alquanto ete- il loro riciclo manufatti succedanei a quelli
Spa, tra le aziende leader in Italia nel settore rogenee e quindi difficilmente riciclabili se realizzati con materiali polimerici vergini,
degli imballaggi flessibili in plastica. Gli altri non accuratamente separate; quindi processi sostenibili anche dal punto
partner erano Lucense, organismo di ricerca 2) per alcuni materiali, specialmente quelli di vista economico e non solo per l’intrinseco
e soggetto gestore del Polo di Innovazione che si induriscono con il calore (termoindu- valore ambientale. La produzione di manu-
di Regione Toscana per il settore cartario, renti), il processo di lavorazione può avere fatti in plastiche miste surrogati di altri ma-
Serv.eco., consorzio delle cartiere del Distret- un costo molto superiore alla produzione di nufatti di basso valore, in questo senso, viene
to Cartario lucchese e Zero Waste Europe nuova plastica. spesso considerato come un’attività a scarso
Foundation. Attualmente, un grosso limite 3) Per alcune materie plastiche, come il valore aggiunto: un modo per trasformare, in
nel riciclo dei materiali in plastica dura non polipropilene, si può riciclare solo un certo sostanza, rifiuto in altro rifiuto....
rientranti tra gli imballaggi è rappresenta- numero di volte (tipicamente 3 nel caso del Verrà inoltre valutata la possibilità di miglio- 39
to dalla loro eterogeneità (sia in termini di PP) e dopo diventano inutilizzabili. rare il processo di riciclo intervenendo nella
igiene
igiene urbana
urbana
composizione che di dimensioni e durezza) 4) una criticità che si manifesta spesso per il fase di separazione (del granulato) con la gennaio-marzo 2018
e spesso dalla mancanza di informazioni riciclo di plastiche dure è determinata dalla messa a punto di un sistema prototipo che
circa la composizione (tipo di polimero o consistente presenza di additivi diversi per sfrutta le differenti proprietà chimico-fisiche
miscele di essi), e sull’eventuale presenza di ogni polimero e in diverse quantità a secondo delle diverse tipologie di plastiche. Saranno
additivi e/o componenti di materiale diverso dell’uso a cui è destinato il singolo manu- quindi studiate e sperimentate tecnologie
(ad es. di tipo metallico). fatto. A seconda del tipo di manufatto questi innovative ed ecosostenibili per il riciclo
additivi sono utilizzati per resistere all’esterno delle matrici materiali di cui è composto il
Le problematiche del progetto (sedie da giardino, ecc.), alla fotodegradazio- rifiuto considerato e verrà valutata la loro
Plasmare ne o al calore e alla fiamma ecc. La presenza applicabilità su scala industriale mediante la
In conclusione, le attuali principali proble- di questi additivi può compromettere l’effetti- realizzazione di un sistema prototipo per la
matiche che a livello nazionale, grazie al vo riciclo della materia in quanto i manufatti separazione su scala di laboratorio. Median-
te l’analisi della composizione e della qua-
lità del materiale recuperato verrà valutata
l’effettiva riciclabilità del rifiuto considerato
e l’efficienza del processo. Sulla base dei ri-
sultati ottenuti si procederà all’identificazio-
ne della filiera industriale per il riciclaggio
delle materie prime seconde recuperate.
Nell’ambito del progetto verrà inoltre valu-
tato il ciclo di vita (mediante metodo LCA) e
l’efficienza dell’intero processo di trasforma-
zione sviluppato, nonché la potenzialità di
mercato del prodotto. Infine, la diffusione dei
risultati ottenuti e delle tecnologie sviluppate
sarà garantita da attività di divulgazione che
coinvolgeranno, oltre ai diretti partecipanti,
anche i Comuni per tramite dell’Associazione
Comuni Virtuosi, le aziende del settore e le
associazioni di categoria interessate.

*ESPER **CNR

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