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La plastica costituisce il terzo materiale umano più diffuso sulla Terra dopo l’acciaio e il
cemento.
PLASTICA = Polimeri + additivi
Polimeri = macromolecole, composti formati da lunghe catene di atomi di C
CLASSIFICAZIONE POLIMERI
• Termoplastici
• Termoindurenti
SIGLE POLIMERI
ADDITIVI
– plastificanti: conferiscono flessibilità.
– stabilizzanti termici: prevengono la degradazione termica durante la lavorazione.
– lubrificanti: facilitano lo scorrimento del polimero fuso durante la lavorazione.
– distaccanti: impediscono l'adesione del polimero allo stampo.
– riempitivi: sono anche detti cariche ed hanno lo scopo di abbassare il costo del
materiale senza pregiudicarne le proprietà. Tipici riempitivi, di basso costo, sono
CaCO3, talco, mica, polvere di marmo, nerofumo, caolino, silice
– rinforzi: fibre di vetro, kevlar, carbonio...
– pigmenti e coloranti: sono utilizzati per dare colore e opacità al materiale
– agenti antifiamma: impediscono la combustione del materiale
– stabilizzanti alla luce e al calore: assorbono i raggi UV
– additivi antistatici e conduttivi
– tenacizzanti: elastomeri, che migliorano la resistenza agli urti
– agenti espandenti
SETTORI
Cosmetici, shampoo, fibre sintetiche per tessuti, vernici sintetiche, gomme e materiale
plastico di vario genere, industria automobilistica (negli ultimi 20 anni l’uso della plastica
nelle automobili è aumentato del 114% e si stima che, senza questo materiale, un auto
peserebbe 200 kg in più)...
Il settore della plastica in Italia conta oltre 11.000 imprese con un fatturato di 30
miliardi di euro di cui 5.000 si occupano della prima trasformazione con 110.000
addetti per un fatturato annuo di circa 15 miliardi.
Nel 2018 sono stati trasformati circa 5,8 milioni di tonnellate di resine termoplastiche e
1 milione di tonnellate di plastiche riciclate.
A livello regionale la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna e il Piemonte
rappresentano il 70% del mercato italiano in termini di personale occupato nel settore
della plastica.
L’Italia è leader mondiale nel packaging e il maggior numero di imprese sono
localizzate in Emilia, con un fatturato annuo di 3 miliardi di euro, ovvero il 60%
dell’industria nazionale delle macchine automatiche.
SOSTENIBILE?
PRODUZIONE ANNUA
Nel 2018: Asia e Cina sono i principali Paesi produttori di plastica rispettivamente
rappresentano il 51% e il 30% della produzione mondiale, mentre l’Europa rappresenta
solo il 17% della produzione.
Circa 9 milioni di tonnellate di rifiuti plastici vengono sversati ogni anno dai fiumi nei
mari e negli oceani di tutto il mondo.
L'86% degli sversamenti ha origine dai fiumi asiatici di Cina, India, Sud-Est Asiatico e
Indonesia.
Il resto dai fiumi di Africa (7,8%), Sud America (4,8%), Centro e Nord America (1%) ed
Europa (0,4%).
Possibile solo con la realizzazione di efficienti sistemi di gestione dei rifiuti plastici per il
riciclaggio e il riuso.
L’UE si è posta l’obiettivo di passare da un’economia lineare ad un’economia
circolare.
RICICLAGGIO
Il ciclo del fine vita della plastica: la gestione avrà in futuro un’importanza strategica
crescente.
Gli imballaggi in plastica, come tutti gli imballaggi, devono essere raccolti e riciclati
in base a precise disposizioni dettate dall’Unione Europea, recepite dai paesi
membri, come l’Italia, a titolo obbligatorio.
PRODOTTI RICICLATI
MATERIALI ISOLE
Esportazione in CINA della plastica post-consumo non riciclata in Europa fino al 2018.
Dopo?
NORMATIVA EUROPEA
Oltre l’80% dei rifiuti solidi è costituito da materiali plastici, di cui il 18% è rappresentato da
bottiglie e tappi di plastica (INDAGINE BEACH LITTER 2020 DI LEGAMBIENTE).
Il PE ( Parlamento Europeo) conferma il divieto d’uso della plastica usa e getta entro il
2021.
Nel 2019 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale europea la Direttiva UE 2019/904,
meglio conosciuta come direttiva SUP (Single Use Plastics), volta a ridurre l’incidenza di
determinati prodotti di plastica sull’ambiente imponendo divieti e limitazioni di vendita di
alcuni prodotti non riciclabili in plastica come: bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce,
agitatori per bevande, aste per palloncini, contenitori in polistirene espanso, come le
scatole con o senza coperchio destinati all’immediato consumo, contenitori per bevande e
tazze in polistirene espanso con i loro tappi e coperchi e la vendita di prodotti costruiti con
plastica degradabile.
L’Italia ha previsto, nella Legge di Bilancio 2020, la plastic tax (attualmente sospesa
causa coronavirus) recependo la direttiva 2019/904/UE.
La plastic tax comporta un aumento del prezzo dei beni monouso al fine di renderli meno
appetibili al consumatore in modo da indurlo all’acquisto di beni con materiali più duraturi e
sostenibili; alcuni Paesi applicano tasse agli imballaggi, altri ad alcuni tipi di materie
plastiche e/o articoli di plastica non riutilizzabili.
Gli introiti statali della Plastic tax con un’imposta di 0,45 euro al
chilogrammo saranno presumibilmente i seguenti: nel 2020 sarebbero
dovuti essere 485,78 milioni di euro, mentre nel 2021 saranno 986,36 milioni,
nel 2022 986,36 milioni e nel 2023 986,36 milioni di euro.
RIFIUTI SPIAGGE/ ISOLE
Gli effetti delle plastiche nei mari sono devastanti. “L’impatto più evidente è il soffocamento
dei grandi animali (tartarughe, balene, uccelli). E poi c’è quanto entra nella catena
alimentare e arriva all'uomo. Quindi in tutti gli organismi troviamo all’interno del sistema
digerente troviamo plastica.
Ricordiamo che le microplastiche, particelle sotto i 5 micrometri, sono infatti responsabili
dell’inquinamento marittimo e circa il 30% dei pesci ne è contaminato.
Le previsioni entro il 2050: negli oceani ci saranno più plastiche che pesci, e almeno il
95% della fauna ittica avrà ingerito microplastiche.
BOTTIGLIE DI PLASTICA
Europa: (secondo un rapporto del 2017 di Seas at Risk un’associazione no profit che si occupa
di promuovere campagne ed iniziative per la tutela degli habitat marini a livello sia europeo che
internazionale) in ogni anno vengono consumate circa 46 miliardi di bottiglie di plastica.
Primato in Europa dell' Italia: ogni anno si consumano 8 e più miliardi di bottiglie da 1,5 litri di
acqua minerale, che producono 280 mila tonnellate di rifiuti in plastica; consumo procapite di
circa 206 litri. Seconda al mondo (dopo il Messico) per acqua in bottiglia.
La nuova «isola di plastica» è stata appena scoperta nel Mar dei Sargassi da una
spedizione di Greenpeace per esplorare l’area dell’Atlantico in cui si concentrano
le plastiche e le microplastiche. La notizia arriva dalla Cnn che ha seguito
l'imbarcazione di Greenpeace. La spedizione parla di rifiuti facilmente
distinguibili: flaconi per shampoo, attrezzi da pesca, contenitori rigidi spessi o
borse e molti altri tipi di plastica.
Conclusioni
La produzione della plastica ha subito notevoli cambiamenti nel tempo: da una produzione
e impiego massiccio negli anni ’90 ad una produzione e ad un uso più consapevole e
limitato dall’inizio degli anni 2000.
La lavorazione della plastica ha già subito una riduzione negli anni precedenti in seguito
all’emanazione di norme che regolamentano la produzione e l’uso di prodotti
biodegradabili, oggi con la Plastic tax si spera in un ulteriore diminuzione nonostante sia
un materiale difficilmente sostituibile proprio per le sue caratteristiche e i suoi pregi.
Questa imposta è stata introdotta con lo scopo di limitare la produzione e il consumo di
prodotti con materiali plastici non biodegradabili e non riciclabili, ma la Plastic tax potrebbe
portare ad un innalzamento generale dei prezzi.
Indubbiamente questa tassa incentiverà l’attività di innovazione, ricerca e sviluppo di un
materiale simile a quello plastico, ma eco – friendly.