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Lezione 6

31/10/17

POLITICA AGRARIA
La POLITICA AGRARIA studia le politiche per il settore agricolo nel più ampio contesto della
Politica Economica.

La legge che coordina tutta l’attività agricola è la LEGGE DI ORIENTAMENTO E MODERNIZZAZIONE


in agricoltura. La legge allarga la definizione di agricoltura sostenendo il carattere multifunzionale
dell’agricoltura.

• OGGI è un settore strategico per:


– Produzione di beni alimentari (es. sicurezza alimentare);
– Rilevanza nel commercio internazionale
– Implicazioni territoriali ed ambientali (es. sviluppo agricolo sostenibile);
– Ecc.
• Occupa una posizione rilevante:
– Nell’agenda dei governi
– Nel processo d’integrazione europea (essa stessa fu alla base della fondazione della CEE ad oggi
in occasione del consolidamento e all’allargamento dell’UE)
– Nel permanente processo di revisione delle politiche agricole

STRATEGIE D’INTERVENTO DELLE POLITICHE AGRICOLE


• Strategie di tipo DIRETTO  sono finalizzate a regolare la produzione intervenendo sui prezzi e
sul funzionamento dei mercati agricoli (condizionano le scelte produttive ed il rapporto
costi/ricavi per ottenere la garanzia di un livello minimo di redditività)
ES: Politiche di regolazione dei mercati e di supporto dei prezzi e dei redditi: sono
complesse, onerose e controverse dal punto di vista della equità sociale (tutte le misure di
protezionismo agricolo es. USA e CEE). Sono finalizzati ad accrescere e/o stabilizzare i livelli
di reddito agricolo individuale
• Regime di aiuti al reddito: diretti o indiretti, accoppiati o disaccoppiati dalla
produzione, ecc.
• Regime di regolazione dei mercati e sostegno dei prezzi dei prodotti agricoli sui
mercati interni + limiti alle importazioni + sovvenzioni alle esportazioni + misure di
regolazione pubblica dei mercati (ritiro delle eccedenze, quote produttive,
creazione delle associazioni dei produttori, ecc.).
• Strategie di tipo INDIRETTO  sono finalizzate a favorire e incentivare lo sviluppo e la
modernizzazione del settore primario (si migliora l’azienda a livello tecnologico miglior reddito)
• Interventi per la modernizzazione agraria (bonifica, irrigazione, redistribuzione terreni)
• Diffusione del progresso tecnico-scientifico
• Politiche educative, informative, di formazione professionale e di ricerca (ISMEA): una
migliore conoscenza del mercato favorisce un miglior reddito
• Azioni socio-strutturali
• Trasferimenti assistenziali (aiuti per aziende marginali o stati di calamità)
• Incentivi finanziari (esenzioni fiscali parziali, garanzia prestiti)
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OGGETTO DELLA POLITICA AGRARIA


1) MICROECONOMIA
Tutti quegli interventi pubblici diretti alle unità di produzioni singole o associate;
La Microeconomia politica propone degli interventi diretti pubblici destinati a:
__AZIENDE SINGOLE;
__AZIENDE LEGATE DA VARI RAPPORTI A MONTE ED A VALLE CON IMPRESE ASSOCIATIVE
PARZIALI; (le più diffuse, c’è una scarsa cooperazione)
__AZIENDE GESTITE DA IMPRESE ASSOCIATIVE INTEGRALI;
Per esempio:
-Accesso e/o ampliamento della proprietà terriera nuove aziende agraria e/o ampliamento
delle preesistenti;
-Investimenti nelle aziende agrarie (miglioramenti fondiari)  ammodernamento;
-Accesso al mercato dei capitali (credito agrario)  conduzione aziendale (capitale di
anticipazione= sono i costi di anticipazione);
-Indennità compensative per aziende che ricadono in zone montane o svantaggiate 
permanenza delle aziende in determinati territori

2) MACROECONOMIA
Sono tutti quegli interventi che possono essere:
1. Interventi pubblici legati a TUTTO IL SETTORE (agricoltura):
-DIRETTI: ossia rivolti a singoli operatori senza differenza di comparto o territorio.
I più classici esempi riguardano: Credito agrario (che rappresenta una materia rilevante);
contatti agrari; cooperazione agricola ecc..
-INDIRETTI: ossia rivolti alle imprese agricole, al territorio e l’agro-ambiente. I più classici
esempi riguardano: ricerca e sviluppo in agricoltura, assistenza tecnica, sicurezza
alimentare e servizio repressioni frodi a tutela del consumatore.
2. Interventi di COMPARTO (branche produttive di un Settore);
-Organizzazione Comuni di Mercato (ocm) disciplinano produzione e scambio di determinati
prodotti agricoli nell’UE; C’è ne solo uno ormai per semplificare il tutto a livello burocratico e per
facilitare il sistema dei premi
-Piano Agrumi I e II (riconversione agrumicola);
-Estirpazione dei vigneti;
3. Interventi pubblici su PARTICOLARI TERRITORI che sono caratterizzati da divari economico-
sociali che finiscono per coinvolgere anche l’agricoltura.
I più classici esempi riguardano:
-Legislazione speciale per il Mezzogiorno;
-Legislazione nazionale sulla montagna;
-Legislazione regionale su parchi naturali e riserve (Sicilia)
4. Interventi pubblici su ALTRI RAMI DI ATTIVITÀ ECONOMICA CONNESSI o meno con
l’agricoltura che esistono a causa delle crescenti interdipendenze tra agricoltura e altri settori.
Codesti interventi si suddividono in:
-Interventi pubblici a carattere intersettoriale, i cui più classici esempi riguardano i Piani,
programmi di sistema o di filiera, ed infine interventi sui distretti produttivi ecc..;
-Interventi pubblici relativi ad altri rami d’attività economica e riflessi sull’agricoltura, i cui più
classici esempi riguardano le politiche strutturali per le PMI; le delibere CIPE sulla localizzazione
degli stabilimenti industriali ed infine concessione di autorizzazione amministrative all’apertura
di supermercati.
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5. Interventi pubblici sugli AGGREGATI DELL’INTERO SISTEMA ECONOMICO e dell’ambiente che


riguardano:
-Gli equilibri relativi all’offerta globale (REDDITI) rispetto alla domanda globale (CONSUMI);
-Politiche fiscali che incidono sul reddito prodotto dall’interno sistema economica (IVA,
IRPEF);
-Politiche parafiscali che non costituiscono prelievo fiscale ma fanno parte della
“manovra” che agisce sui datori di lavoro a fini previdenziali e assicurativi;
-Politiche dei redditi e Politiche dei consumi;
-Gli equilibri relativi alle importazioni globali rispetto alle esportazioni globali;
-Politiche commerciali e prodotti agricoli;
-Grado di copertura import/export rispetto al resto del mondo;
-Accordi commerciali con i Paesi del bacino del Mediterraneo che sono penalizzati per
quanto riguarda il mercato degli agrumi;
-Gli equilibri relativi agli investimenti globali rispetto al risparmio globale;
-Le Politiche di investimento su grandi e medie infrastrutture (es: aeroporti, treni ecc..),
esse hanno degli effetti vantaggiosi anche sul settore agricolo in termini di tempi costi;
-Ponte nello Stretto di Messina;
-Secondo aeroporto in Sicilia orientale;
-Gli equilibri relativi all’Occupazione globale in funzione dell’offerta globale di lavoro e della
domanda globale di lavoro
-Politiche del lavoro che tendono a riequilibrare domanda ed offerta di lavoro tramite degli
strumenti sociali, previdenziali ed esistenziali (ad es: i Cantieri forestali)
-Hanno Azione di carattere generale, ben oltre gli equilibri tra i macroaggregati (ad es:
patto di stabilità del trattato di Maastricht e creazione dell’Euro)
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METODO DELLA POLITICA AGRARIA


Questo metodo è un metodo scientifico ed è dato dalla integrazione e complementarietà di 2 fasi:
-FASE INDUTTIVA in cui si ricavano generalizzazioni a partire dall’osservazione della realtà (dai
fatti alla teoria, dal particolare al generale);
-FASE DEDUTTIVA in cui si verifica la correttezza della fase induttiva in seguito dell’analisi della
realtà ( dalla teoria ai fatti, dal generale al particolare);
Tramite il Metodo Delle Approssimazioni Successive l’intervento pubblico è sviluppato in funzione
di: Tempo, Luogo, Ricorso ad alcune leggi economiche e Ricorso ad alcuni schemi di analisi. Ogni
intervento va contestualizzato in queste variabili
Fase deduttiva set aside: viene introdotta nella metà degli anni’ 80 su base volantaria per
ridurre eccedenze produttive e conseguenti oneri di bilancio
Fase induttiva: non ebbe grandi risultati

IPOTESI FONDAMENTALE NEL CAMPO DELLA


POLITICA AGRARIA
La validità dei modelli costruiti è legata al verificarsi delle seguenti 4 ipotesi:
1) HOMO ECONOMICUS ciascun individuo è un soggetto razionale ed opera con un unico intento
che è quello di massimizzare il profitto;
2) COETERIS PARIBUS ciascun fenomeno, processo può essere condizionato da una moltitudine di
fattori che renderebbero i modelli di studio non efficaci. Quindi si passa da molti fattori a modelli
con poche Variabili mentre le restanti si assumono Costanti. La scelta in Politica Agraria implica
processi analitici estesi ad un arco Temporale e Spaziale)
3) MODELLO STATICO afferma che quel modello che serve a spiegare un aspetto della vita
economica e sociale del paese è un modello che non deve entrare in gioco cioè si esclude il tempo
ES. curve di domanda, di costo, di produttività, ecc. (sintesi di possibilità alternative al variare delle
corrispondenti variabili indipendenti))
4) FINI PERSEGUITI afferma che ogni intervento pubblico deve poter essere valutato in base ai fini
cioè bisogna scegliere quegli interventi che rispondono meglio al contesto spazio-temporale nel
quale si opera. È indispensabile considerare i FINI per valutare compiutamente i RISULTATI
conseguiti dall’intervento pubblico e per SELEZIONARE fra interventi ALTERNATIVI quali
rispondono meglio al contesto spazio/temporale nel quale si opera)

ANALISI DEI FINI DELLA POLITICA AGRARIA


I fini perseguiti possono essere classificati in base a:
1) FUNZIONE SVOLTA: Fini Esplicativi E Fini Operativi;
2) IMPATTO SUL REDDITO: Fini Redistributivi E Fini Efficienti
3) GRADO DI AUTONOMIA E/O INTERDIPENDENZA rispetto ai fini della politica economica: Fini
Settoriali e Fini Globali
4) PERIODO DI RIFERIMENTO: Fini Di Breve/Medio Termine E Fini Di Lungo Termine;
5) GERARCHIA DEI FINI: Fini Prioritari E Fini Accessori;
6) GRADO DI SVILUPPO ECONOMICO DEL PAESE: Fini Nei Paesi Avanzati E Fini Nei Paesi In Via Di
Sviluppo;
7) MODALITÀ DI FORMAZIONE che si riferisce alla scala territoriale di riferimento ed approccio
seguito nella relativa elaborazione.
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1)FUNZIONE SVOLTA
__FINI DI TIPO ESPLICATIVO hanno la funzione di spiegare o interpretare il comportamento dei
soggetti economici come unità singole o aggregate
__FINI DI TIPO OPERATIVO hanno la funzione di guidare o condizionare il comportamento dei
soggetti economici come unità singole o aggregate. Essi si dividono in:
-Fini Prescittivi sono interventi obbligatori e l’azione di condizionamento dell’intervento si
esercita imponendo vincoli e comportamento.
Esempi: divieti o vincoli di produzione (licenze per coltivazione del tabacco, quote
latte); set-aside obbligatorio (cioè sono dei soldi che vengono dati ai contadini per
non coltivare la terra perché obbligati dall’UE); divieti di impianto di vigneti;
-Fini Orientativi vogliono condizionare il comportamento degli individui e i fini non sono
obbligatori. Esempi: credito agrario agevolato; aiuti al consumo (olio d’olivo, burro);
aiuto per l’agricoltura biologica ecc..

2) IMPATTO SUL REDDITO


__FINI REDISTRIBUTIVI puntano a redistribuire la ricchezza verso i soggetti più deboli (poveri) ad
esempio dare degli indennizi alle zone agricole montane o svantaggiose dal punto di vista
strutturale o ambientale;
Esempi: Legislazione sulla riforma fondiaria (conferimenti o espropriazioni di terre e la loro
rassegnazioni); interventi previsti nel quadro del PSR o POR (programma operativo
regionale) per le regioni ex obiettivo 1;
__FINI EFFICIENTISTICI hanno l’obiettivo di migliorare il funzionamento del sistema economico
come ad esempio ripristinare la concorrenza fra le imprese e un’efficiente allocazione delle
risorse tra settori e comparti.
Esempi: Interventi per la liberalizzazione in molti settori e comparti ad opera dell’UE;
Efficiente allocazione delle risorse (localizzazione delle industrie di trasformazione nelle
vicinanze delle aree dove si produce la materia prima); interventi per incrementare il flusso
di innovazioni di prodotto, di processo che incidono sulla produttività del settore.

3) GRADO DI AUTONOMIA E/O INTERDIPENDENZA


RISPETTO AI FINI DELLA POLITICA ECONOMICA
__FINI SETTORIALI operano quasi esclusivamente in funzione del settore agricolo, in autonomia
e limitata interdipendenza dai fini della politica economica, rispetto ai quali potrebbero
configgere;
Esempi: Interventi per la diffusione del progresso tecnologico in agricoltura; Interventi per
l’espansione degli investimenti privati in agricoltura; alcune politiche di mercato ecc.
__FINI GLOBALI sono in sintonia, funzionali ed integranti a quelli della politica economica, in una
visione intersettoriale dell’economia;
Esempi: Interventi di politica agraria che rispondono anche ai fini di politica economica
come il Miglioramento delle qualità dei prodotti agroalimentari; Diffusione dell’agricoltura
biologica; Indennità compensative per zone montane e/o svantaggiate;
Interventi di politica economica che rispondono ai fini della politica agraria come
l’approvvigionamento alimentare; la Stabilizzazione dei prodotti alimentari; il
Mantenimento addetti in agricoltura per salvaguardia e valorizzazione del paesaggio;
Potenziamento infrastrutture di carattere territoriale; Sostegno della ricerca, divulgazione e
informazione.
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4) PERIODO DI RIFERIMENTO
FINI DI BREVE/MEDIO TERMINE: interventi i cui risultati esplicano la loro efficacia in periodi di
tempo più o meno ristretti (1-2 anni). Hanno carattere specifico e sono limitati alle risorse
disponibili;
Esempi: Piena occupazione o sufficienti livelli di occupazione degli addetti;
Controllo del livello generale dei prezzi e del potere d’acquisto interno della moneta;
Eliminazione o riduzione di squilibri nella bilancia dei pagamenti;
Stabilizzazione del mercato e dei prezzi agricoli; Misure contro i disagi conseguenti a
calamità naturali;
Credito di soccorso; OCM e interventi nell’ambito dei PSR.
FINI DI LUNGO TERMINE si ricollegano ad interventi inerenti vari settori della vita del Paese e
possono produrre anche cambiamenti radicali in seno ad una comunità nazionale o
internazionale (orizzonte 8-10 anni ed oltre);
Esempi:
__Grandi obiettivi economico-sociali: Sicurezza nazionale – Conservazione paesaggio rurale
– Raggiungimento di livelli minimi di approvvigionamento alimentare – mantenimento o
accrescimento di scambi commerciali – Aumento del reddito nazione – Distribuzione del
reddito in termini personali, territoriali e settoriali.
__Misure che favoriscono la formazione superiore e le attività di ricerca scientifica:
Aumento del flusso di innovazioni verso l’agricoltura – Costituzione di osservatori, centri di
ricerca e sperimentazione
__Conservazione delle risorse naturali: Costituzione di Parchi e riserve – Forestazioni ecc..
Opere di bonifica ed irrigazione ecc..

5) GERARCHIA DEI FINI


L’ordine di priorità è dettato dalle:
RISORSE DISPONIBILI.
GRADO DI SVILUPPO ECONOMICO.
VINCOLI ISTITUZIONALI.
Oggi priorità elevata hanno: Incentivi per l’ecocompatibilità dei processi produttivi agricoli;
Sostegno e tutela dell’ambiente; Politiche dirette al conseguimento della piena occupazione e per
assicurare ai lavoratori elevati livelli di salario

6) GRADO DI SVILUPPO ECONOMICO DEL PAESE


FINI DI TIPO OMOGENEO sono comuni a tutti i paesi e puntano sullo sviluppo e prosperità
dell’agricoltura e delle comunità rurali con azioni dirette ed indirette sul piano economico-
sociale ed istituzionale;
FINI DI TIPO ETEROGENEO si differenziano in funzione dello sviluppo economico (nei paesi
avanzati tutela ambientale, qualità e sicurezza alimentare)
Esempi fini nei paesi in via di sviluppo ed in quelli avanzati: Superficie forestale in Italia;
Redistribuzione della terra; Opere generali di bonifica e di trasformazione irrigua.
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7) MODALITA’ DI FORMAZIONE (Processo di formazione


dei fini)
Secondo la TEORIA ECONOMICA:
-ECONOMIA DEL BENESSERE: l’azione pubblica ha come obiettivo la massimizzazione delle
funzioni di benessere sociale
-ECONOMIA NEO-CLASSICA: l’azione pubblica ha come obiettivo la massimizzazione del profitto
individuale e colletivo
Secondo il GOVERNO
Le politiche tendono a massimizzare il consenso, consolidando o rafforzando il potere dei governi.
Posizione assunta dal governo: essi si limitano ad adeguarsi al risultato dei processi di
contrattazione tra portatori di interessi diversi.
PROCESSO DI FORMAZIONE DEI FINI
A LIVELLO SOVRANAZIONALE (UE): le istituzioni hanno una funzione di mediazione tra lobby o
gruppi organizzati portatori di esigenze specifiche (agricoltori, consumatori ecc..)
A LIVELLO NAZIONALE: prevalgono le organizzazioni professionali degli agricoltori e le centrali
cooperative e, in alcuni casi, le regioni
A LIVELLO REGIONALE: (prevale) ruolo forte della burocrazia.

DEFINIZIONE AGRICOLTURA
La definizione di agricoltura è univoca? NO, cambia in funzione del tipo di approccio disciplinare;
dello scopo dell’analisi e dei fini dell’azione politica ecc.

PRIMA DEFINIZIONE
Si definisce AGRICOLTURA la somma delle attività economiche o l’insieme dei prodotti ottenuti da
un complesso di attività economiche aventi sede nelle specifiche unità di produzione e fondate
sui processi biologici della vita vegetale o animale.
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SECONDA DEFINIZIONE: DEFINZIONE GIURIDICO-


ECONOMICA
La definizione giuridico-economica di AGRICOLTURA è una nozione legata al concetto di IMPRESA
AGRICOLA (Art 2135)
“E’ imprenditore agricolo chi esercita un’attività diretta alla coltivazione del fondo*, alla
silvicoltura, all’allevamento del bestiame (dire animale forse è meglio) e attività connesse*. Si
reputano connesse le attività dirette alla trasformazione o all’alienazione dei prodotti agricoli,
quando rientrano nell’esercizio normale dell’agricoltura”.

* COLTIVAZIONE DEL FONDO: sono escluse le attività senza terra (coltivazioni fuori suolo; gli
allevamenti intensivi da latte e da carne; la pesca e ittiocoltura ecc..).
*ATTIVITÀ CONNESSE: si distinguono:

- ATTIVITA’ CONNESSE ATIPICHE: non sono esplicitate e di per se non qualificano l’impresa
agraria, ma è la connessione con le attività agricole richiamate nel I comma (coltivazione del
fondo, silvicoltura e allevamento) che le fanno qualificare come agricole.
Esse sono organizzate e gestite nell’ambito delle stesse aziende dalle quali sono state
espulse per effetto dei processi di divisione e specializzazione del lavoro.
Si collocano a monte e/o a piano del processo produttivo agricolo (es. approvvigionamento
idrico e distribuzione acqua; lavorazioni terreno; difesa antiparassitaria; difesa antigelo; ecc.).
Se sono esterne all’unità di produzione agraria, il rapporto di connessione viene
riconosciuto a condizione che siano organizzate e gestite dagli stessi produttori associati
sotto qualsiasi forma giuridica (cooperativa, consorzi, ecc,) nell’interesse e per conto delle
aziende associate.

- ATTIVITA’ CONNESSE TIPICHE sono quelle esplicitate nella norma generale del CC
(trasformazione ed alienazione dei prodotti agricoli).
Si collocano a valle del processo produttivo (es: trasformazione del latte in derivati; uva in vino;
commercializzazione prodotti aziendali ecc.) e rientrano nell’esercizio normale dell’agricoltura.
Requisito di NORMALITÀ: è controverso (è riferito ad attività tradizionalmente agricole e/o
svolte dalla maggioranza degli agricoltori della zona).
Possono essere organizzate e gestite all’esterno dell’unità di produzione in nome e per
conto degli agricoltori associati (entro certi limiti! la cantina sociale può acquistare parte
dell’uva da trasformare sul mercato).

Perché la definizione giuridico-economica pone diverse problematiche?


Per il trattamento particolare delle imprese agricole sotto diversi profili:
- CONTRATTUALE, PREVIDENZIALE ED ASSICURATIVO: rapporti di lavoro con il personale
dipendente;
- FISCALE: imposte;
- GARANZIE: nell’accessibilità al credito (non soggette a fallimento);
- CONTRIBUTIVO: accessibilità a contributi pubblici a fondo perduto;
- CREDITIZIO: accessibilità al credito agrario in condizioni
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TERZA DEFINIZIONE: SECONDO LA CONTABILITA’


NAZIONALE
La definizione di AGRICOLTURA secondo la Contabilità Nazionale fa riferimento ai PRODOTTI e
non alle IMPRESE che li producono:
- Somma di prodotti che per natura sono agricoli, indipendentemente dal fatto che le imprese
sono agricole o meno.
- Ne fanno parte i prodotti vegetali, animali, forestali e della pesca, nonché i prodotti della prima
trasformazione dell’uva in vino e delle olive in olio. [non è precisata la presenza della terra, e sono
escluse altre trasformazioni (formaggi)]

DECRETO LEGISLATIVO 18 maggio 2001 n.228 (“LEGGE DI


ORIENTAMENTO”)
Tale Decreto fu il primo provvedimento per la modernizzazione del settore agricolo.
Si compone di 36 articoli:
- Capo I Soggetti e attività (art. 1-4)
- Capo II Contratti agrari, integrità aziendale e distretti (art. 5-13)
- Capo III Rapporti con le Pubbliche Amministrazioni ( art. 14-15)
- Capo IV Rafforzamento della filiera agroalimentare (art- 16-31)
- Capo V Disposizioni diverse (art. 32-36)
La “Legge Di Orientamento” ridefinisce il ruolo dell’ imprenditore agricolo definito
precedentemente nella legge del 1942.
Nel 1942 le attività agricole principali erano considerate soltanto: coltivazione del fondo,
silvicoltura e allevamento del bestiame (attualmente si intende allevamento animale) Con le
disposizioni degli ultimi 20 anni si possono considerare attività agricole: la coltivazione dei funghi,
l’agriturismo, l’acquacoltura, la cinotecnica e l’allevamento dei cavalli.
OBIETTIVO DELLA LEGGE DI ORIENTAMENTO
Dare certezza di inquadramento alle attività agricole principali e a quelle connesse, comprese
quelle dirette alla fornitura di beni o servizi.

CAPO I; art. 1: ruolo dell’imprenditore agricolo


“E’ imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo,
silvicoltura, allevamento di animali e attività connesse”.
Per coltivazione del fondo, per silvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività
dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di
carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci,
salmastre o marine.
_IAP= IMPRENDITORE AGRICOLO PROFESSIONALE
La qualifica di IAP viene attribuita a colui che, in possesso di conoscenze e competenze
professionali adeguate, ai sensi dell’art. 5, dedichi almeno il 50% del proprio tempo di lavoro
complessivo e che ricavi dalle attività medesime almeno il 50% del proprio reddito globale da
lavoro
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ATTIVITA’ CONNESSE (art. 1)


Per attività connesse intendiamo le attività dell’imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione,
conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti ottenuti
prevalentemente dalla coltivazione del fondo, del bosco o dall’allevamento di animali; nonché le
attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o
risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le
attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed
ospitalità come definite dalla legge.
N.B NELLE ATTIVITA’ CONNESSE VI DEVE ESSERE NECESSARIO LEGAME “SOGGETTIVO” E
“OGGETTIVO” CON LE ATTIVITA’ PRINCIPALI.
• Soggettivo: stesso soggetto cui è imputabile l’attività principale
• Oggettivo: il Criterio Di Prevalenza (attinente alle attività agricole) che sostituisce il
principio di Normalità e consente il riconoscimento della multifunzionalità come attività
agricola. Puo fare tutte le attività che vuole ma a condizione che l’attività principale
rimanga prevalente (50%).
• PREVALENZA di prodotti ottenuti dall’attività principale
• PREVALENZA di attrezzature e risorse utilizzati per l’attività principale
• PREVALENZA di quantità o di valore: quantità se i beni da porre a confronto sono
omogenei ( marmellate di mele prodotte e mele acquistate).
NORMALITA
Il Criterio Di Prevalenza consente il riconoscimento della MULTIFUNZIONALITA’ dell’agricoltura.
Non esiste, però, una definizione unica di multifunzionalità. O meglio, esistono due modi
diversi di concepirla/definirla:
– Definizione normativa: ciò che dovrebbe fare l’agricoltura per la società. La
Multifunzionalità è quindi un obiettivo politico: “…l’insieme dei contributi che il
settore agricolo PUO’ apportare al benessere sociale ed economico della collettività
e che quest’ultima riconosce come propri dell’agricoltura”
– Definizione positiva: è tipico dell’impresa agricola:
• Produrre molteplici output, alcuni sono beni (commodities) altri sono
servizi (non-commodities)
• Alcuni servizi sono connessi a beni pubblici, producono esternalità; quindi,
non hanno mercato (non-commodity e non-market outputs)
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ATTIVITA’ AGRITURISTICHE E IMPRENDITORE ITTICO


Rientrano tra le attività connesse le attività
agrituristiche , l’organizzazione di attività ricreative
,culturali e didattiche, di pratica sportiva,
escursionistiche e di ippoturismo finalizzate ad
una migliore fruizione e conoscenza del territorio,
nonché la degustazione dei prodotti aziendali, ivi
inclusa la somministrazione del vino. La
stagionalità dell’ospitalità agrituristica si intende
riferita alla durata del soggiorno dei singoli ospiti.
_IMPRENDITORE ITTICO
E’ colui che esercita un’attività diretta alla cattura
o alla raccolta di organismi acquatici in ambienti
marini, di acqua dolce o salmastra, nonché le
attività a queste connesse, ivi compresa
l’attuazione degli interventi di gestione attiva,
finalizzati alla valorizzazione produttiva ed all’uso sostenibile degli ecosistemi acquatici.
Le attività connesse all’imprenditore ittico sono:
- Imbarco di persone non facenti parte dell’equipaggio su navi da pesca a scopo ricreativo o
turistico (pescaturismo);
- Attività di ospitalità, ristorazione, servizi ricreativi
- Lavorazione, conservazione, commercializzazione dei prodotti del mare.

4. DEFINIZIONE DI
AGRICOLTURA UE
• Art. 38 e Allegato II Trattato Istitutivo CEE –
Riguarda i prodotti che si ottengono mediante
processi biologici della vita vegetale e animale
• Elastica nei confronti della sede (anche senza
terra)
• Rigida  prodotti dell’Allegato II (agricoli o
trasformati purché compresi nell’elenco)
– Es. esclusi à Bergamotto, fichi, olive da tavola, cotone,
sommacco, carrubo, ecc.
• Attività connesse  riconoscimento attraverso la
Politica delle Strutture e di Sviluppo Regionale oggi
politica di sviluppo rurale
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L’IMPORTANZA DELL’AGRICOLTURA NEI


SISTEMI ECONOMICI NAZIONALI
__SISTEMA ECONOMICO: è l’insieme di attività economiche fra loro interdipendenti che si
realizzano in un dato territorio.
__REDDITO DEL SISTEMA ECONOMICO: è una grandezza atta a misurare i risultati
economici del sistema economico in un certo arco di tempo e in un dato spazio. Ed esso
rappresenta un flusso di beni materiali o servizi conseguiti o utilizzati nelle attività del sistema
(agricoltura, industria ecc..).
__Il REDDITO NAZIONALE comprende:
- il Reddito Netto è dato dalla differenza tra il valore dei beni e servizi prodotti nel Paese e i beni e
servizi impiegati senza ammortamenti;
- il Reddito Lordo è dato dalla differenza tra il valore dei beni e servizi prodotti nel Paese e i beni e
servizi impiegati compresi gli ammortamenti;
- il Reddito Interno prescinde dai rapporti con il resto del mondo;
- il Reddito Territoriale tiene conto dei rapporti con il resto del mondo.
Modalità di accertamento del reddito
1. Formazione Del Reddito -> (Produzioni) – (beni e servizi impiegati) per ciascun
aggregato (primario, secondario, terziario compresa P.A. che produce servizi destinabili alla
vendita o meno);
2. Distribuzione Del Reddito -> si riferisce al tipo di percettore del reddito quale
personalità fisica o giuridica (di lavoro; di capitale; di beni naturali; dell’organizzazione e
gestione della produzione; di enti pubblici) = Reddito Netto (intero sistema);
3. Impieghi Del Reddito -> (Consumi privati e pubblici) + (Investimenti privati e pubblici) +
(Risparmio privato e pubblico) = Reddito Netto (intero sistema).
Guardando alla politica agricola, si preferisce la modalità di determinazione sulla
Formazione Del Reddito. Perché?
– Per consentire l’elaborazione di redditi su scala territoriale ridotta e superare i problemi
connessi alle interdipendenze territoriali (nazionale à locale);
– Per ottenere la separazione degli aggregati economici per settore d’attività e sviluppare
analisi sull’agricoltura
– Per l’indisponibilità di documentazione statistica sufficientemente dettagliata e rilevata
con metodologie uniformi
__CONTO ECONOMICO TERRITORIALE è l’insieme di determinazioni contabili per
l’elaborazione del reddito e la quantificazione dell’occupazione del sistema economico in un dato
territorio e in un dato tempo, considerato nei suoi principali aggregati.
Come si elabora un conto economico territoriale? Vengono distinti:
A REDDITO SETTORE PRIVATO: servizi destinabili alla vendita
B REDDITO SETTORE PUBBLICO: servizi non destinabili alla vendita
C SALDO CON IL RESTO DEL MONDO
• Redditi di capitali e lavoro appartenenti agli operatori del sistema considerato (residenti)
e prodotti all’esterno (in altri sistemi);
• Redditi di capitali e lavoro appartenenti agli operatori di altri sistemi e prodotti
all’interno del sistema considerato
A+B = REDDITO INTERNO DEL SISTEMA
A+B +/- C = REDDITO TERRITORIALE DEL SISTEMA
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DEFINIZIONE DI SISTEMA ECONOMICO IN SVILUPPO


Un Sistema economico è in sviluppo quando si realizza un incremento del REDDITO PRO CAPITE
della popolazione a cui quel sistema si riferisce.

Alcune problematiche legate al Reddito Pro Capite


• Risulta legato simultaneamente in misura diretta al Reddito Complessivo ed in misura inversa
alla Popolazione – Es. Terzo Mondo e politiche di controllo demografico (migliore è il controllo
delle nascite e migliore sarà il pil)
• Limiti:
– Maschera profondi squilibri territoriali e sociali;
– Maschera diverse capacità di produrre espansioni o contrazioni del reddito
• Per un uso corretto occorre integrare con:
– L’analisi della struttura economico-sociale del sistema;
– La valutazione delle potenzialità di produrre incrementi o aumenti del reddito pro capite

SVILUPPO DI UN SETTORE
L’indice migliore usato è la PRODUTTIVITA’ DEL LAVORO, dato dal rapporto tra il Reddito Interno
del settore / Numero di addetti interni al settore

È utile per:
• Analisi storica dei processi di sviluppo e/o ristagno
• Studio delle disparità di redditi fra agricoltura e altri settori
• Studio delle differenziazioni territoriali

RELAZIONE FRA SVILUPPO DEL SISTEMA E


SVILUPPO AGRICOLO
Inizialmente Colin Clark elaborò uno schema di contabilità nazionale per analizzare il reddito in
funzione dei grandi aggregati di settore
Successive analisi dimostrarono quantitativamente il principio secondo il quale esiste una
correlazione inversa tra sviluppo del sistema (incremento del reddito pro capite) e la diminuzione
dell’apporto dell’agricoltura (incidenza del reddito di settore su quello di sistema).
Quindi lo sviluppo economico è incompatibile con lo sviluppo agricolo?
Non esattamente, la marginalizzazione dell’agricoltura varia in base a delle variabili nel tempo e
nello spazio. Quando facciamo questi confronti facciamo un Analisi Temporale (l’evoluzione della
correalazione) o un Analisi Territoriale (La diversità nei vari territori: nord vs sud)
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SIGNIFICATO E RUOLO DELL’AGRICOLTURA NEI PAESI


AVANZATI
• L’Agricoltura in termini di reddito si sviluppa secondo ritmi inferiori a quelli degli altri settori
(diversa velocità d’incremento rispetto agli altri settori= si parla di prodotti biologici, che hanno un
diverso tempo di consumo e quindi devono essere venduti sia con prezzi di mercato favorevoli o
no);
• L’Agricoltura stabilisce crescenti rapporti d’interdipendenza con gli altri settori a monte e a valle
in conseguenza dello sviluppo del sistema;
• L’Agricoltura ha un ruolo strategico perché:
– produce beni alimentari essenziali, usati come strumento per stabilire equilibri nello
scacchiere politico internazionale;
– da essa discende la dipendenza commerciale di un paese;
– da essa dipende la conservazione dell’ambiente e la tutela del paesaggio;
Quindi l’Agricoltura comunque condiziona le sorti dell’intero sistema economico (in misura
maggiore del proprio apporto in termini di reddito ed occupazione)
L’A. cresce secondo ritmi più lenti degli altri rami d’attività economica à perde d’importanza relativa nei
sistemi economici
Come facciamo ad affermare questo? Crescono e si differenziano notevolmente:
– PLV; Prodotto Lordo Vendibile.
– Consumi intermedi;
– Contributi correnti alla produzione;
– PL cf

ALTRI INDICATORI DELLO SVILUPPO AGRICOLO


Indici dello sviluppo dell’agricoltura in tendenziale contrazione
– Terra agricola (SAU); – Popolazione agricola; – % sulla totale attiva; – Ecc.
Indici dello sviluppo dell’agricoltura in tendenziale espansione
– Investimenti lordi; – Macchine e motori agricoli; – Consumi in: – combustibili; – energia
elettrica – fertilizzanti; – mangimi concentrati; – Ecc.

FATTORI CHE CARATTERIZZANO I PROCESSI DI


SVILUPPO ECONOMICO
• Graduale restringimento nel tempo dell’arco operativo sotteso dall’agricoltura (progresso
tecnologico, divisione e specializzazione del lavoro, destrutturazione attività produttive,
interdipendenze settoriali crescenti, ecc.);
• Meccanismo selettivo della domanda rispetto ai redditi: Legge di Engel Agisce nel tempo e
nello spazio. Agisce spostando il rapporto tra agricoltura ed altri rami d’attività economica ed
all’interno dello stesso settore agricolo tra le diverse produzioni;
• Scale di opportunità offerte dal commercio internazionale;
• Riduzione della popolazione agricola e di terra agricola (esodo intersettoriale, passaggio della
terra ad usi extragricoli, ecc.);
• Cambiamenti di localizzazione delle popolazioni ed accentramento d’infrastrutture e servizi
Lezione 6
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CARATTERI DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO


Struttura produttiva • (prevalenza del settore primario; impiego della forza lavoro; bassi livelli di
produttività; carenza d’infrastrutture, servizi alla produzione, capacità imprenditoriali; limitate
risorse per ricerca scientifica e tecnologica; ecc.)
Distribuzione del reddito • (diseguale, con parte della popolazione con un reddito al di sotto della
linea della povertà)
Rapporti con il mercato mondiale • (tendenza strutturale al disavanzo della bilancia dei
pagamenti, per affermazione di modelli di consumo di tipo occidentale, importazione di
macchinari e manufatti, esportazione di capitali per carenza di impieghi remunerativi all’interno,
per scopi speculativi, per ragioni di sicurezza; ecc.)
Caratteristiche demografiche e sociopolitiche • (tasso di crescita della popolazione elevato, ecc.)

CAUSE DI DECLINO DELL’AGRICOLTURA NEI PAESI IN VIA


DI SVILUPPO
Le cause di declino dell’agricoltura nei Paesi in via di sviluppo sono riconducibili a:
1. CAUSE DI DECLINO APPARENTE;
Le cause di declino apparente sono imputabili a: erronei criteri di valutazione e modalità di
accertamento insoddisfacenti. Inoltre possono essere ricondotte a: incapacità a seguire la
dinamica delle produzioni, delle superfici, dei prezzi ecc..
2. CAUSE DI DECLINO FISIOLOGICO;
Le cause di declino fisiologico si manifestano in tutti i Paesi del mondo, in tutti i sistemi politico-
economici e non possono essere controllate (sono frutti di leggi naturali dell’economia). Si
distinguono 3 grandi categorie
- Legge di Engel: agisce nel tempo e nello spazio. Agisce spostando il rapporto tra
agricoltura ed altri rami d’attività economica ed all’interno dello stesso settore agricolo tra
le diverse produzioni.
- Scala di opportunità offerte dal commercio internazionale: solo i prodotti ad elevato
grado di elaborazione tecnologica ed elevata trasferibilità nel tempo e nello spazio hanno
maggiori opportunità a livello internazionale (catena del freddo);
- Espansione delle attività pubbliche organizzate e gestite dallo Stato e da altri Enti a
servizio dell’agricoltura e delle attività connesse con l’agricoltura (servizi allo sviluppo,
servizi burocratico amministrativi ecc..).
3. CAUSE DI DECLINO PARZIALMENTE FISIOLOGICO;
Le cause di declino parzialmente fisiologico si manifestano nel lunghissimo periodo e come tali
possono essere controllati dai pubblici poteri. Si possono ricondurre:
- Al restringimento dell’arco operativo sotteso a valle del processo produttivo (es:
l’azienda lattiero-casearia diventa lattiera; l’azienda viticolo-enologica diventa viticola ecc..)
- Al restringimento dell’arco operativo sotteso dall’agricoltura a monte e a piano del
processo produttivo (PIL/PLV settore);
4. CAUSE DI DECLINO PATOLOGICO.
Le cause di declino patologico scaturiscono da scelte dei pubblici poteri e, quindi, da scelte
orientate per favorire il declino dell’agricoltura e/o dall’assenza di interventi mirati a
controllarne gli effetti distorsivi.
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FONTI DI FINANZIAMENTO
Fonti proprie dell’imprenditore o comunque interne all’impresa
• Capitalizzazione del lavoro;
• Reimpiego del reddito netto positivo dell’imprenditore;
• Nuovi conferimenti di capitale da parte dell’imprenditore;
• Utilizzo dei fondi di ammortamento e/o delle indennità di liquidazione.
Fonti esterne
• CREDITO ORDINARIO;
• CREDITO SPECIFICO PER L’AGRICOLTURA (non agevolato; agevolato); L’agricoltore è sempre
stato legato a questo tipo di credito per i vantaggi che aveva (riceveva entrambe le forme)
• Contributi in conto capitale.

ALCUNI EVOLUZIONI DEGLI SCENARI


Nel 93, con il Trattato di Maastricht ci sono stati di vincoli di spesa pubblica che porto ad una
notevole riduzione della spesa pubblica per l’agricoltura (scomparve il credito agrario agevolato)
e portò ad una selezione naturale tra Settori, Imprese e Banche che si avviarono verso:
-Impieghi più redditizi
-Impieghi meno rischiosi
-Territori più ricchi
Questo portò ad un calo dell’inflazione e dei tassi di interesse che resero più accessibile il Credito
Ordinario alle imprese agricole. Tuttavia e anche oggi le micro e piccole imprese faticano ad
accedere al credito per via delle onerose garanzie per accedere al credito

MERCATO DEL CREDITO IN AGRICOLTURA


__CONCORRENZIALE dal lato della domanda poiché le aziende che chiedono il credito sono tante
e tra di loro sono con caratteristiche profondamente diverse.
__OLIGOPOLISTICA dal lato dell’offerta poiché non tutti gli istituti di credito esercitano quello
dell’agricoltura, questo perché esso è credito agrario perché l’agricoltore ha problemi di garanzia
e problemi all’accesso a credito agevolato, il quale è gestito dall’UE (Si estrinseca mediante
specifiche linee d’azione pubblica che si accollano parte del tasso d’interesse e/o una parte delle
garanzie necessarie, in misura di norma non superiore al 50%) quindi il problema è rappresentato
dal fatto che quel contributo è soggetto ad un divieto degli aiuti di Stato (la % di fondo perduto
che viene data).
_SCARSO GRADO DI TRASPARENZA DEL MERCATO, che dipende da una diffusa asimmetria
informativa dal lato della Domanda (deve adesso portare un portare documenti di contabilità
quando prima non ne aveva bisogno e quindi ha diversi problemi con questo) e da quello
dell’offerta (le banche non hanno una buona conoscenza del settore agrario)
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RAZIONAMENTO DEL CREDITO


È una situazione nelle quale tali imprese, pur essendo disposte a pagare tassi d’interesse e spese
richieste dalle Banche, non riescono ad ottenere il finanziamento di cui hanno bisogno
Ci sono tre tipologie di razionamento:
_RAZIONAMENTO DEL PRIMO TIPO (nel quale le imprese ottengono un importo inferiore alla
richiesta avanzata: Pago 100 ma ottengo poi solo 60)
_RAZIONAMENTO DEL SECONDO TIPO (nel quale alcune imprese ottengono il prestito nella
misura richiesta ed altre invece (apparentemente identiche) non lo ottengono. È dovuto al fatto
che non sono in grado di dimostrare le relative garanzie)
_RAZIONAMENTO DEL TERZO TIPO (nel quale intere categorie d’imprese – ritenute dalle Banche
inaffidabili per rischi d’insolvenza e/o per insufficienza di garanzie – viene precluso l’accesso al
credito)

DIFFERENZE TRA AGRICOLTURA E ALTRI SETTORI NEL


MERCATO DEL CREDITO
L’Agricoltura presenta caratteristiche e peculiarità differenziali rispetto agli altri rami d’attività
economica che influenzano
DURATA DEL FINANZIAMENTO (breve termine; medio-lungo termine)
NATURA (tipo di azienda agraria; relativo indirizzo produttivo; ecc.)
SCOPO OD OBIETTIVO DEL FINANZIAMENTO
Queste sono:
• Elevato grado di suddivisione delle unità produttive (prevalenza di micro-piccolissime
imprese che comporta una proliferazione dei piccoli prestiti, una loro maggiore onerosità a parità
di altre condizioni ed un’accentuata competizione fra i potenziali richiedenti)
• Discontinuità del ciclo produttivo, sua rigidità e durata  Il ciclo produttivo vegetale per
esempio è molto più lungo rispetto a quello animale perché per ottenre un prodotto passano mesi
e mesi e spesso ci sono molti costi che devono essere sostenuti e per questo le banche non sono
molto propense a dare il credito. Invece quello animale (es vacche da latte) hanno un cliclo
produttivo dove il prodotto viene ottenuto ogni giorno e quindi hanno una maggiore propensione.
• Attività agricole si svolgono di norma all’aperto  la produzione è soggetta a:
a) andamenti stagionali; b) eventi fitopatologici e meteorici.
• Diffusione fra le imprese agricole di processi di compenetrazione tra unità di produzione ed
unità di consumo e fra impresa e famiglia  (Fenomeni di autoproduzione di mezzi produttivi e
servizi, di autoconsumo di produzioni e di autofinanziamento non monetario con riflessi sul
volume di credito necessario e sulla stessa esigenza di ricorrervi)
•L’Agricoltura presenta alcune tipologie di rischio per loro natura non assicurabili  Non
risultano pertanto trasferibili alle società assicuratrici e/o traducibili in costi espliciti
• Peggioramento delle ragioni di scambio tra l’agricoltura e gli altri settori produttivi  ISTAT à
la forbice si dilata sempre più (i Prezzi aumentano e i ricavi rimangono gli stessi)
• “Punto debole” delle aziende agricole per gli Istituti di Credito  hanno problemi nel portare
documenti relativi all’azienda e pratiche di contabilità
•Azione pubblica nel settore agricolo che storicamente ha agito su su: Tasso d’interesse (lo Stato
e/o le Regioni possono accollarsi una parte o fissarne un tetto massimo); Promozione dell’accesso
al credito;
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EVOLUZIONI DEGLI SCENARI NORMATIVI NEGLI


ANNI 90
Prima dell’avvento dell’euro, il credito per l’agricoltura godeva di una legislazione speciale, ossia
la LEGGE QUADRO del 1928 che aveva come finalità l’agevolazione dei finanziamenti in
agricoltura tramite una sottrazione del pagamento del credito da parte dello Stato
La legge Quadro verrà abolita con il DL 385/93 che è il TESTO UNICO delle norme legislative in
materia bancaria e creditizie. Venne abolito il Credito Agrario Agevolato per favorire il Credito
Ordinario ed inoltre vennero aboliti gli Istituti di Credito Agrario (così come gli altri istituti
specializzati) per favorire una maggiore competizione tramite la DESPECIALIZZAZIONE per favorire
una maggiore competizone.
Tuttavia questo ebbe più svantaggi che vantaggi (scarsa conoscenza del settore agricolo e quindi
minor propensione ad fornire crediti da parte degli Istituti Bancari. Quindi si è venuta creare
l’oligopolio vs polverizzazione della domanda)

STRUTTURA DEL TESTO UNICO


Titolo II  Banche
Capo VI  Norme relative a particolari operazioni di credito
Sezione I  Credito fondiario:
Sono i finanziamenti a medio lungo termine (comprare una serra o un trattore). Il Comitato
Interministeriale per il Credito ed il Risparmio determina l’ammontare massimo dei
finanziamenti in rapporto al valore dei beni ipotecati
Sezione II  Credito agrario e peschereccio
-CREDITO AGRARIO: “Il CREDITO AGRARIO ha per oggetto la concessione da parte delle
Banche di finanziamenti destinati alle attività agricole e zootecniche, nonché a quelle ad
esse connesse o collaterali”.
-CREDITO PESCHERECCIO: “ha per oggetto la concessione di finanziamenti destinati alle
attività di pesca ed acquacoltura, nonché a quelle ad esse connesse o collaterali”
-ATTIVITÀ CONNESSE O COLLATERALI: comprendono “l’agriturismo, la
commercializzazione e la valorizzazione dei prodotti, ecc. nonché le attività individuate dal
Comitato Interministeriale del Credito e del Risparmio (CICR)”
Ci sono delle garanzie e dei privilegi (le banche possono prendersi dei beni di un impresa in caso
di inadempimento) dei finanziamenti a breve termine e a medio-lungo termine nel credito agrario
e peschereccio:
Privilegio legale: su frutti pendenti, prodotti finiti e in corso di lavorazione, bestiame, merci,
scorte, materie prime, macchine, beni comunque acquistati con il finanziamento concesso.
Privilegio speciale: su impianti e opere esistenti e future, concessioni e beni strumentali, materie
prime, prodotti in corso di lavorazione, scorte prodotti finiti, frutti, bestiame e merci, beni
comunque acquistati con il finanziamento concesso
FONDO INTERBANCARIO DI GARANZIA: non riguarda specificamente l’agricoltura ma comunque
tende a coprire le spese delle banche quando non ricevono i fondi prestati. Tuttavia non
garantisce l’accesso al credito alle micro-piccole imprese perché ha risorse limitate.

ORIENTAMENTI SUI FINANZIAMENTI AGEVOLATI: Le banche, anche se volessero, non potrebbero


comunque erogare finanziamenti agevolati poiché devono attenersi ai patti stipulati con
l’Amministrazione Pubblica
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LINEAMENTI EVOLUTIVI DEL CREDITO AGRARIO NEGLI


ANNI ’90
Cambiamenti registratasi nella struttura del credito agrario
VECCHIA LEGGE QUADRO sul Credito Agrario (1760/1928). Credito Agrario = Credito Speciale.
Discriminazione dei finanziamenti in relazione della destinazione del capitale in:
• “CREDITO AGRARIO DI ESERCIZIO” (capitali di anticipazione e di circolazione e/o dotazione);
• “CREDITO AGRARIO DI MIGLIORAMENTO” (investimenti fondiari e miglioramenti in genere)
TESTO UNICO in materia bancaria e creditizia (DLgs 385/93): Principio discriminante diviene il
tempo di finanziamento. Sono quelle attuali:
_“CREDITO A BREVE TERMINE” (fino a 18 mesi);
•Spese di gestione aziendale
•Spese di gestione aziendale con aperture di c/c speciale
•Anticipi ai produttori
•Finanziamenti alle cooperative per anticipi ai soci conferenti
•Prestiti di conduzione per le cooperative agricole ed altre forme associate riconosciute
•Anticipazione sui contributi da enti regionali, statali, “AGEA”
•Spese di gestione aziendale degli ortoflorovivaisti
•Spese di gestione aziendale per l’attività agrituristica
•Prefinanziamenti a sostegno delle calamità natural
_“CREDITO A MEDIO TERMINE” (da 18 a 60 mesi);
•Prestito per acquisto macchine e attrezzature
•Prestito per acquisto macchine e attrezzature con il “Fondo di rotazione per la
meccanizzazione agricola”
•Prestito per il settore zootecnico
•Prestiti per il sostegno di operatori colpiti da avversità atmosferiche
•Prestiti di soccorso-calamità naturali
•Prestiti per l’attività vitivinicola
•Prestito speciale per l’agriturismo
•Prestito per l’acquisto di materiale informatico
•Prestito per l’attività ortoflorovivaistica
•Prestito per reimpianto vigneti

_“CREDITO A LUNGO TERMINE” (da 5 a 15 anni).


•Mutui a medio e lungo termine
•Mutui di soccorso – calamità naturali
•Mutui per l’agriturismo
•Mutui a medio e lungo termine per il settore vitivinicolo
•Mutui a medio e lungo termine su Regolamenti comunitari CE
•Finanziamenti per lo sviluppo del sistema agroindustriale regionale

PROGRAMMAZIONE 2007-2013 E 2014-2020


Il credito agrario agevolato è rimasto in queste politche UE di programmazione e fa parte del
Programma Operativo Regionale e nel PSR. Lo strumento è valido in tutte le regioni ma quello
che cambia è l’entità
Lezione 6
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IL MERCATO DEL LAVORO


ALCUNE CLASSIFICAZIONI
• Popolazione Rurale
– Difficile determinazione (progresso tecnologico; mobilità territoriale e professionale;
interdipendenza tra agricoltura e altri settori à rendono difficoltoso separare i modelli di
consumo e di vita tra zone rurali ed urbane);
– Utile per raffronti internazionali; per cogliere alcuni processi evolutivi territoriali; ecc.
Possibili criteri di definizione di una popolazione rurale:
– Consistenza e intensità demografica (n. residenti);
– Grado di interdipendenza dall’agricoltura con altri settori (nell’economia del comune);
– Media di indici demografici, grado di alfabetizzazione e diffusione di servizi igienico/sanitari;
– Occupazione agricola dei componenti la famiglia;
– Poli Urbani che inglobano alcune Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata; aree rurali
intermedie;
• Popolazione agricola
– È un ’aliquota della popolazione attiva che:
• Attende in forma prevalente all’attività agricola;
• Compresa tra un ’età di 15 e 65 anni.
• Vengono esclusi:
– Pensionati, casalinghe e studenti che pur svolgendo attività agricola non la realizzano in
condizioni professionali
– Gli agricoltori in cerca di prima occupazione.
• Sono compresi:
– Gli addetti assenti sul luogo di lavoro (fuori sede o domiciliati in luoghi diversi da quelli
della residenza);
– Gli addetti temporaneamente impediti (militari, detenuti, malati, ecc.).
Le due popolazioni sono destinarie di due diverse tipologie di interventi attuate dalla Politica
Agricola
Lezione 6
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CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELLA POPOLAZIONE


AGRICOLA
Grado di sviluppo di un territorio  % POPOLAZIONE AGRICOLA SULLA TOTALE ATTIVA
Nei diversi territori si assiste:
– Bassa incidenza < 12,5%;
– Media incidenza 12,5% – 25%;
– Alta incidenza 25% – 50%;
– Altissima incidenza >50%.
Questo fenomeno deve essere correlato all ’ incremento demografico (tasso natalità, tasso
mortalità; movimenti anagrafici)
LEGGE DI COLIN CLARK: se l’agricoltura incide molto su un sistema economico, allora questo sarà
poco sviluppato e viceversa
Composizione della popolazione agricola PER GENERE  per tradizione maschile anche se
cresce la componente femminile
Per tradizione la donna svolgeva lavori leggeri (minore impegno in forza fisica) e operavano solo
ad alcune fasce d’età; Spesso si presentavno solo per particolari operazioni come la raccolta e
spesso nella maggior parte dei casi erano dipendenti
Tuttavia dalla metà degli anni ’80 del secolo passato si assiste ad un processo di
“Femminilizzazione del lavoro in agricoltura” (anche nel Mezzogiorno d’Italia)
Composizione della popolazione agricola PER CLASSI D’ETÀ  utile per previsioni sullo sviluppo
della forza lavoro in agricoltura
• Caratteristiche agricoltura:
– Senilizzazione: una buona parte degli operatori è anziana
– Limitata incidenza delle forze di lavoro giovanili c’è sempre meno interesse nel partecipare alle
attivià agricole e per questo ci sono molte politiche di inserimento:
– Profonda differenziazione territoriale
Composizione della popolazione agricola PER CATEGORIE PROFESSIONALI
Vanno riguardate in funzione:
– Incidenza di Imprenditori e Libero Professionisti;
– Incidenza di Impiegati e Dirigenti;
– Incidenza di Lavoratori Autonomi (proprietari coltivatori, affittuari coltivatori, coloni, mezzadri)
– Incidenza di Lavoratori Dipendenti (braccianti, salariati avventizi, fissi, semifissi, ecc.) e
coadiuvanti (operano nell’ambito della famiglia):
• Salariati fissi a contratto annuo (compenso mensile e contratto annuo);
• Salariati fissi a contratto inferiore all’ anno
• Braccianti fissi (viene garantito un certo numero di giornate annue in funzione delle
esigenze aziendali);
• Avventizi o giornalieri di campagna: – Speciali (< 51 gg) - Eccezionali (51-100 gg) -
Occasionali (101 e 150 gg); – Abituali (151 – 200 gg) - Permanenti (> 200 gg).
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MOBILITA’ PROFESSIONALE E TERRITORIALE DELLA


POPOLAZIONE
Si intende la modificazione della consistenza qualitativa e quantitativa della popolazione nel
tempo e nel territorio
• Si può manifestare in modo:
– SPONTANEO (dal sud al nord in Italia)
– FORZATO (eventi esterni che provocano flussi notevoli)
– CONTROLLATO (dettati da normative ad hoc, soprattutto nelle economie pianificate)
• Tipologie di processi di mobilità:
– ESODO AGRICOLO; è praticamente un passaggio della popolazIone agricola ad altre
categorie di popolazione attiva. Questo passaggio può avvenire all’interno della stessa zona o in
ambito nazionale/internazionale (con completo o parziale distacco dall’agricoltura in entrambi i
casi).
– MIGRAZIONE INTERNA E STAGIONALE; è un tipo di mobilità a livello locale dove non si
realizza però il cambiamento di residenza. Questo può essere dato da opportunità lavorative
legate allo sviluppo dell’agricoltura in zone limitrofe. Per esempio il lavoratore si sposta da un
azienda all’altra perché una ha finito un attività e un'altra invece la deve cominciare
– PROCESSI EMIGRATORI; è una mobilità territoriale a livello nazionale o internazionale
della popolazione residente (non solo agricoltura). È caratterizzata da una birezionalità (si va da
un luogo di partenza a quello di arrivo e viceversa) e se coinvolge l’agricoltura si può avere un
esodo agricolo
– SPOPOLAMENTO TERRITORIALE ED URBANESIMO; lo spopolamento genera una
forte alterazione degli equilibri della popolazione per un eccessivo trasferimento (es Dubai dove la
maggior parte delle popolazione è straniera e pochi sono gli indigeni). Spesso oggetto di
spopolamento sono certe aree rurali o agricole. L’urbanesimo invece è l’opposto (concentrazione
di attività economiche e demografiche in una data area)

LE CAUSE DI MOBILITA’
• Sviluppo economico (al crescere del reddito pro capite diminuisce l’apporto dell’agricoltura al
sistema e si incrementa l’attrattività verso settori extra-agricoli);
• Presenza di economie esterne (concentrazione di servizi legati prevalentemente al terziario);
• Squilibrio di risorse tra determinati territori (forza lavoro, quantità di terra, di capitali ed
organizzazione).
Indice ettari/addetti agricoli  se è basso tanto più elevata sarà la spinta alla
mobilità e viceversa;
•Specializzazione del lavoro e progresso tecnologico (causa di espulsione della forza lavoro);
• Squilibri tra redditi agricoli ed extra-agricoli (fattore di attrazione ed espulsione allo stesso
tempo);
• Calamità naturali e cambiamenti climatici (terremoto, eruzioni, alluvioni, ecc.);
• Crisi economica e finanziaria (espulsione territori svantaggiati);
• Orientamenti pubblici che intervengono su altri settori maggiormente
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EFFETTI SULLA MOBILITA’


• Mercato del lavoro  Aumento del prezzo del lavoro sia nell ’ ipotesi di mercato libero che
regolamentato;
• Produttività del lavoro  Cresce all’aumentare della mobilità, anche se si tratta di un dato poco
reale;
• Flussi finanziari ed investimenti produttivi  aumentano grazie alle rimesse degli emigrati, con
riflessi positivi anche sulla bilancia dei pagamenti; ma nel lungo periodo porta comunque un
impoverimento
• Spopolamento di alcune aree e congestione di altre (urbanesimo e qualità della vita).

MERCATO DEL LAVORO E CONTRATTAZIONE COLLETTIVA


IN AGRICOLTURA
CARATTERI DAL LATO DELL’OFFERTA (lavoro)
1) Difficile definizione dell’offerta di lavoro:
• STRUTTURA FRAMMENTATA: gli addetti presenti sono in una vasta gamma e rappresentano
solo una parte rispetto a quelli fissi (vedere Categorie Professionali). Quindi entrano nel
mercato del lavoro agricolo ma per tempi molto ristretti (vengono chiamati a periodi)
• SISTEMA DELLE GARANZIE: più che un sistema che incità alle attività agricole a tempo pieno è
diventato un sistema previdenziale e copertura dei rischi di invalidità, disoccupazione, ecc.
per i lavorati stagionali o part-time
2) SURROGABILITÀ dell’offerta e riflessi sulla formazione del prezzo
La surrogabilità può avvenire con: Lavoro manuale con lavoro meccanizzato (frutto dello sviluppo
tecnologico); – Lavoro immigrato rispetto al lavoro indigeno; – Lavoro qualificato (alta
specializzazione) rispetto al lavoro generico; – Presenza di regolamentazione del mercato del
lavoro (contratti collettivi o privati di difficile configurazione)
3) Imprecisa definizione dei ruoli
Il mercato è dominato da figure miste (soggetti di offerta che in alcuni momenti si presentano
come soggetti di domanda). Secondo la statistica è elevato il numero di lavoratori dipendenti, con
impieghi precari in funzione delle esigenze di fabbisogno di lavoro che possono localmente
determinarsi

CARATTERI DAL LATO DELLA DOMANDA


1) Presenta una struttura di tipo concorrenziale, anche se in alcuni momenti e condizioni risulta di
tipo oligopolistico. Le aziende o esercitano la domanda di lavoro per un intero anno o
impegnano saltuariamente e non sempre
2) Presenta una marcata stagionalità: Irregolarità del calendario dei fabbisogni di lavoro
esistente in determinate realtà territoriali ed in determinati indirizzi produttivi
3) Caratteristiche qualitative
– Alta surrogabilità  Genericità di alcune prestazioni
– Bassa surrogabilità  prestazione di lavoro specializzato
– In generale la surrogabilità è condizionata dal progresso tecnologico
– Altre caratteristiche sono condizionate dal mercato regolamentato e non regolamentato
4) Apertura e chiusura del mercato: Tende ad essere chiuso per effetto della contrattazione
collettiva (provinciale) • Risultato: – Esistenza di differenziazioni a seconda dell’ area territoriale
considerata (Nord e Sud)
Lezione 6
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LE TIPOLOGIE DI MERCATO
Il MERCATO DEL LAVORO è un mercato complesso, che comprende:
- Un MERCATO REGOLAMENTATO, i quali sono tutti i rapporti di lavoro che sottostanno alla
normativa sulla contrattazione collettiva; sono indipendenti dal rapporto quantitativo tra
domanda ed offerta di lavoro; ed essi riflettono parzialmente la variabilità e le situazioni di
apertura e chiusura del mercato.
- Un MERCATO NON REGOLAMENTATO, i quali sono tutti i rapporti di lavoro che si formano
liberamente sul mercato; sono dipendenti dalla quantità di domanda ed offerta di lavoro
esistente sul mercato; ed hanno vario grado di apertura e chiusura del mercato.
Esso si suddivide in 2 categorie:
- Mercati Palesi (o speciali o liberi) che sono quelli che non operano in contrasto con la
legge;
- Mercati Occulti (o neri o sommersi) che spesso sono mercati illegittimi che non
garantiscono condizioni di sicurezza (es: offerta proveniente da lavoratori giovani, anziani o
extracomunitari ecc..) .

PRINCIPALI EFFETTI
• Nella contrattazione collettiva
– Il PREZZO ha una limitata variabilità (entro i limiti previsti dal contratto collettivo);
– Si forma una concorrenza bilaterale
– Il mercato è limitatamente imperfetto e con alto grado di chiusura
• Nel mercato privato
– Il PREZZO ha un ’alta variabilità
– Si forma una concorrenza bilaterale o concorrenza dal lato dell’offerta e oligopolio parziale dal
lato della domanda
– I soggetti di offerta di lavoro sono molteplici e possono provenire anche dalla popolazione
inattiva, dall’attività extragricola, dal lavoro autonomo

CONTRATTAZIONE COLLETTIVA IN AGRICOLTURA


• Origini ed evoluzioni:
– Debolezza organizzativa del movimento sindacale
– Problematiche generali (riforma agraria e distribuzione della proprietà terriera)
– Riconoscimento diritti di grande portata e valore
• Struttura del contratto:
– Ha due livelli territoriali: provinciale e nazionale
– Livello provinciale  introduce modifiche integrative su assunzione, classificazione operai,
retribuzione e modalità di pagamento, condizioni di lavoro (garanzie, controlli, norme
disciplinari); Ovviamente questo rientra poi a livello nazionale
– Livello aziendale  (grandi aziende capitalistiche che si riflettono sulla contrattazione
provinciale);
– Cassa integrazione per malattia;
– Qualifiche operai (comune, qualificato e specializzato);
– Orario di lavoro (6,40 h/gg; 40 ore settimana, riduzione per attività speciali)
– Licenziamento (giusta causa e giustificato motivo) e dimissioni
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L’UE, LA PAC E IL PSR (slide 14)


STORIA DELL’UE
Il 25 marzo 1957 nasce la Comunità Economica Europea (CEE), con la firma del Trattato di Roma,
con 6 Paesi fondatori ossia Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi.
Successivamente si aggiunsero Danimarca, Irlanda, Regno Unito (non c’è più), Grecia, Spagna e
Portogallo.
Il 7 febbraio 1992 con il trattato di Maastricht nacque l’UE a cui si aggiunsero altri stati come
Austria, Finlandia; Svezia, Repubblica Ceca, Estonia, Cipro, Lettonia, Ungheria, Malta, Polonia,
Slovenia, Slovacchia, Bulgaria, Romania e infine Croazia.
Essa garantisce la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali all’interno del suo
territorio attraverso un mercato europeo comune e la cittadinanza dell’Unione europea, inoltre
promuove la pace, favorisce il progresso scientifico e tecnologico, mira alla stabilità politica, alla
crescita economica tra gli Stati Membri.

ISTITUZIONI E ORGANI UE
- PARLAMENTO EUROPEO rappresenta i cittadini ed è eletto direttamente da questi;
- CONSIGLIO DELL’UE rappresenta i singoli Stati membri;
- COMMISSIONE EUROPEA ha il compito di difendere gli interessi generali dell’Unione;
- CORTE DI GIUSTIZIA vigila sullo stato di diritto comunitario;
- CORTE DEI CONTI controlla il finanziamento delle attività dell’Unione.

ALTRI ORGANISMI
- COMITATO ECONOMICO E SOCIALE
EUROPEO rappresenta la società civile, i
datori di lavoro e i lavoratori;
- COMITATO DELLE REGIONI rappresenta
gli enti regionali e locali;
- BANCA EUROPEA per gli Investimenti finanzia i progetti d’investimento dell’UE e sostiene le
piccole e medie imprese attraverso il Fondo Europeo per gli Investimenti;
- BANCA CENTRALE EUROPEA responsabile della politica monetaria europea;
- MEDIATORE EUROPEO prende in esame i reclami inerenti a cattiva amministrazione da parte
delle istituzioni e degli organi dell’UE;
- GARANTE EUROPEO PER LA PROTEZIONE DEI DATI ha funzioni di salvaguardia della riservatezza
dei dati personali dei cittadini;
- UFFICIO DELLE PUBBLICAZIONI UFFICIALI DELLE COMUNITÀ EUROPEE pubblica informazioni in
merito all’UE;
- UFFICIO DI SELEZIONE DEL PERSONALE DELLE COMUNITÀ EUROPEE assume personale destinato
alle istituzioni e ad altri organismi dell’UE.
- SCUOLA EUROPEA DI AMMINISTRAZIONE ha il compito di offrire al personale dell’UE una
formazione in settori specifici.
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PAC
La Politica Agricola Comune comprende l’insieme delle regole e delle indicazioni che l’Unione
Europea ha voluto darsi, sin dalla sua nascita, per promuovere la centralità del settore agricolo,
garantendo uno sviluppo equo e solidale dei Paesi membri.
In particolare la PAC persegue i seguenti obiettivi: incrementare la produttività del comparto
agricolo, assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzare i mercati,
garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e prezzi ragionevoli ai consumatori.
La PAC è una delle politiche comunitarie più importanti ed impegna notevolmente il bilancio
dell’Unione Europea (circa il 34%).
La PAC nasce con L’ARTICOLO 39 del Trattato di Roma (avvenuto nel 1957, Trattato che istituisce
la Comunità economica europea) e fin dai suoi inizi si prefissarono 4 obiettivi principali:
● Soddisfare gli agricoltori grazie al prezzo di intervento. Ovvero il prezzo minimo garantito per i
prodotti agricoli stabilito dalla Comunità Europea.
● Orientare le imprese agricole verso una maggiore capacità produttiva. Questo attraverso lo
sviluppo tecnologico e l’uso di migliori tecniche agronomiche.
● Stabilizzare i mercati
● Assicurare prezzi accessibili ai consumatori

Per raggiungere i primi due obiettivi prefissati dalla PAC, fu istituito il FEOGA, ovvero il Fondo
Europeo di Orientamento e Garanzia Agricola. Il FEOGA viene istituito quindi, per garantire il
guadagno ai produttori di beni agricoli e orientarli a produrre maggiormente ciò che è richiesto
dal mercato. Questo meccanismo mostrò da subito difetti, venivano favorite sia le aziende più
efficienti, sia quelle meno efficienti, a scapito dell’ammodernamento e con gravi costi sopportati
dalla Comunità Europea. Questi fattori, uniti alla crisi mondiale alimentare e al cambiamento
climatico, portarono la riforma della PAC ad essere oggetto di dibattito all’interno del Parlamento
Europeo.

Nel 2003 a Lussemburgo, il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea ha


raggiunto un accordo su una riforma fondamentale della PAC (riforma Fischler). Una riforma che
modificherà notevolmente la PAC, modificando la natura del sostegno UE al settore agricolo,
questo sostegno sarà infatti più orientato verso il mercato, più semplice e fonte di minori
distorsioni commerciali.
Alcuni degli elementi innovativi della nuova PAC sono:
- Il REGIME DI PAGAMENTO UNICO, che sostituirà la maggior parte dei premi attualmente previsti;
- Il MECCANISMO DELLA MODULAZIONE ossia la riduzione dei pagamenti alle grandi aziende al
fine di favorire lo sviluppo rurale;
- Il DISACCOPPIAMENTO ossia gli agricoltori continuano a percepire pagamenti diretti per
mantenere il reddito stabile, ma senza il nesso con la produzione.
- La CONDIZIONALITÀ ossia gli agricoltori devono rispettare determinate norme in materia di
tutela ambientale, sicurezza alimentare e benessere degli animali, in caso contrario subiranno
riduzione dei pagamenti;
- L’AUDIT ossia gli agricoltori possono beneficiare di un nuovo sistema di consulenza aziendale;
- La REGIONALIZZAZIONE in cui dal 2010 da parte dell’autorità nazionale è possibile rinunciare al
calcolo degli aiuti individuali.
- Lo SVILUPPO RURALE in cui si ha un aumento degli stanziamenti destinati allo sviluppo rurale e
nuove misure a favore dell’ambiente e della qualità degli alimenti.
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Tutti gli agricoltori beneficiari di pagamenti diretti sono soggetti al rispetto della condizionalità, al
fine di evitare riduzioni o esclusioni nell'erogazione dei contributi comunitari.
La PAC costa circa 0,30 cent al giorno per ogni cittadino europeo. L’agricoltura è l’unico settore
interamente finanziato a carico del bilancio europeo. Questa spesa è così grande in quanto le
spese europee sostituiscono quelle nazionali.
La spesa agricola è finanziata da due fondi:
- il FEAGA (Fondo europeo agricolo di garanzia) che finanzia esclusivamente le misure di
mercato, i pagamenti diretti e altre misure che ricadono nel I pilastro della PAC che si occupa di 2
temi:
- gli Interventi Di Mercato che riguardano la stabilizzazione dei redditi degli agricoltori
tramite la gestione dei mercati agricoli;
- i Pagamenti Diretti agli agricoltori;
- il FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) che finanzia esclusivamente le spese
per lo sviluppo rurale riguardante il II pilastro della PAC.
Oggi le priorità della PAC sono: qualità e sicurezza alimentare; tutela dell’ambiente e benessere
degli animali; la competitività dell’agricoltura europea e la salvaguardia delle comunità rurali.

CENSIMENTO DELL’AGRICOLTURA E UNITA’ DI


RILEVAZIONE (Domanda prof)
Il censimento generale dell’agricoltura è un censimento economico. Censimento significa
acquisire informazioni su qualcosa in particolare (ad esempio acquisire informazione sul numero
di abitanti). Tale censimento consiste nel conteggio delle aziende agricole in Italia e
nell’individuazione delle loro caratteristiche. Viene effettuato ogni 10 anni.
Gli aspetti positivi sono la precisione delle informazioni, mentre quelli negativi sono i tempi
elevati in quanto effettuato ogni 10 anni.
Il censimento considera anche gli appezzamenti non contigui poiché l’azienda è frammentata. Gli
addetti non si hanno nel censimento dell’agricoltura poiché questi si hanno con il censimento
della popolazione che rileva la parte della popolazione attiva che si divide tra i diversi settori
(primario, secondario e terziario).
L’ISTAT (Istituto Nazione di statistica) è un’ente di ricerca pubblico italiano, le cui attività
comprendono: censimenti sulla popolazione, censimenti sull’industria, sui servizi e
sull’agricoltura; indagini campionarie sulle famiglie e numerosi indagini economiche come
contabilità nazionale, prezzi, commercio estero ecc..
L’ISTAT ci da anche la rilevazione trimestrale per poter dare miglior completezza del censimento
decennale.
(DATI ISTAT) Le banche dati sono archivi in cui l’utente può scegliere in base alle proprie esigenze
i dati e il loro livello di dettaglio per costruire le proprie tabelle in maniera personalizzata. I
sistemi informativi contengono informazioni e dati scaricabili sul foglio elettronico. I dati sono
diffusi a cadenza non regolare, ma di solito si hanno alla conclusione di alcune indagini.
L’unità Di Rilevazione è l’azienda agricola forestale e zootecnica. Nel 5 censimento generale
dell’agricoltura (2000) l’unità di rilevazione è stata definita come l’unità tecnico-economica
costituita da terreni in cui si attua la produzione agraria, forestale e zootecnica operata da un
conduttore (colui che la conduce) che può essere una persona fisica, socio o ente che ne sopporta
il rischio. Lo strumento di rilevazione del censimento è un questionario, complesso e articolato, il
cui fine è quello di rilevare le caratteristiche generali dell’azienda e informazioni sugli addetti e
sull’organizzazione del lavoro.
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GREENING o PAGAMENTO ECOLOGICO


E’ un pagamento per le pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente (serve a remunerare i
beni pubblici). Viene erogato annualmente per ettaro ammissibile di SAU. L’agricoltore per avere
il pagamento deve diversificare le colture, mantenere i prati permanenti e mantenere il 7% di
aree di interesse ecologico.

PSR
Il PSR è un documento di programmazione redatto dalle Regioni, nell’ambiente del nuovo quadro
di riferimento a livello Europeo noto come “AGENDA 2000”.
Il PSR è il principale strumento di programmazione e finanziamento per gli interventi nel settore
agricolo, forestale e dello sviluppo rurale e opera sull’intero territorio regionali.
Le principali disposizioni riguardanti la politica di sviluppo rurale dell’UE per il periodo 2007-2013,
e le misure che possono essere prese dagli Stati membri e dalle regioni, sono stabilite nel
regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio del 20 settembre.
Il regolamento afferma che la politica di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013 sia incentrata sui
3 temi (“assi tematici”) seguenti:
- Potenziamento del settore agricolo e forestale;
- Salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio rurale;
- Miglioramento della competitività delle zone rurali.

Il Fondo Europeo Agricolo Per Lo Sviluppo Rurale (FEASR) è un fondo strutturale dell’UE relativo
al sostegno dello sviluppo rurale, istituito col Reg. 1698/2005 per sostituirsi ad una parte del
FEOGA. Questo fondo pone un accento particolare sul cosiddetto 2° pilastro della PAC.
Le 6 priorità (PRINCIPI) del PSR per il periodo 2014-2020 sono le seguenti:
1) Promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nei settori agricoli e forestali;
2) Rafforzare la competitività dell’agricoltura e la vitalità delle aziende;
3) Organizzazione delle catene alimentari e gestione del rischio;
4) Preservare e migliorare gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura;
5) Promuovere l’uso efficiente delle risorse e sostenere la transizione verso un’economia a basse
emissioni di carbonio;
6) Sviluppo del potenziale occupazione e sviluppo rurale.

ISMEA
L’ISMEA è l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, ed è un ente pubblico economico
vigilato dal MIPAAF.
Fa parte del SISTAN (sistema statico nazionale) e del SIAN (sistema informativo agricolo
nazionale). Nell'ambito delle sue funzioni istituzionali l'ISMEA realizza servizi informativi,
assicurativi e finanziari e costituisce forme di garanzia creditizia e finanziaria per le imprese
agricole e le loro forme associate, al fine di favorire l'informazione e la trasparenza dei mercati,
agevolare il rapporto con il sistema bancario e assicurativo, favorire la competitività aziendale e
ridurre i rischi inerenti alle attività produttive e di mercato. L'ISMEA affianca le Regioni nelle
attività di riordino fondiario, attraverso la formazione e l'ampliamento della proprietà agricola, e
favorisce il ricambio generazionale in agricoltura in base ad uno specifico regime di aiuto
approvato dalla Commissione europea.
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INEA
L’INEA è l’istituto Nazionale Di Economia Agraria ed è un ente pubblico di ricerca sottoposto alla
vigilanza del MIPAAF (Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali). E’ stato istituito
nel 1928 e fa parte del SISTN (sistema statico nazionale).
Gli ambiti di ricerca sono collegati all’ambiente, all’agricoltura e allo sviluppo rurale.
Svolge attività di promozione e diffusione della cultura ambientale, di censimento delle realtà
agricole italiane e inoltre attività di collegamento tra le istituzioni nazionali ed internazionali del
Paese.

FONTI STATISTICHE
L’informazione statistica serve per l’elaborazione delle scelte individuali e collettive. Serve agli
operatori economici, alle autorità e al pubblico. Offre dati sulla situazione economica,
demografica, sociale e ambientale.
La statistica analizza in termini quantitativi i fenomeni collettivi ossia i fenomeni il cui studio
richiede l’osservazione di un insieme di manifestazioni individuali.
Perché risponde ai principi di obiettività, trasparenza, rigore scientifico?
L’elaborazione delle statistiche della comunità presenta i caratteri dell’ imparzialità,
dell’affidabilità, dell’indipendenza scientifica, dell’efficienza economica e della riservatezza
statistica. Essa non comporta oneri eccessivi per gli operatori economici.
Gli attributi di qualità dell’informazione statistica ufficiale sono:
IMPARZIALITÀ ovvero le statistiche sono prodotte secondo un disegno oggettivo e scientifico non
condizionate da influenze politiche, adottando le metodologie concordate con gli organismi
internazionali;
AFFIDABILITÀ ovvero i risultati rispecchiano i fenomeni reali con maggior accuratezza possibile.
La scelta delle fonti, dei metodi e delle procedure risponde a criteri scientifici.
PERTINENZA ovvero quando le statistiche colmano un bisogno informativo pubblico
EFFICIENZA quando utilizzano nel modo migliore possibile le risorse disponibili.
RISERVATEZZA, devono garantire la riservatezza del dato individuale
TRASPARENZA E ACCESSIBILITA’

La maggior parte delle statistiche è prodotta dal Sistema Statistico Nazionale SISTAN.
È una rete costituita da organismi pubblici, vale a dire un network pubblico che ha il compito di
raccogliere, elaborare, archiviare e diffondere l’informazione statistica.
ISTAT, INEA ecc… sono sono controllare dal SISTAN
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RISCHI IN AGRICOLTURA
Il RISCHIO è una componente intrinseca all’attività d’impresa.
L’imprenditore combina i fattori della produzione, compie delle scelte assumendo dei rischi.
In questo modo si crea l’impresa. Non c’è impresa senza rischio.
Non c’è alcun imprenditore che quando compie una scelta è sicuro delle conseguenze, senza
sapere dei rischi che può incorrere nella scelta.
Il rischio è in grado di generare un impatto sul risultato e profitto dell’impresa
La Capacità Imprenditoriale sta nel saper scegliere la combinazione dei fattori produttivi che
Permette di ottenere il risultato economicamente più efficiente.
Ma in agricoltura si sta all’aperto e quindi per quanto l’imprenditore possa prendere le migliori
scelte egli deve sottostare al carattere biologico della produzione che condiziona il risultato.
TIPOLOGIE DI RISCHIO
_RISCHIO DI PRODUZIONE: dipendere del carattere biologico, avversità meteoriche, infestazioni.
L’imprenditore non sa mai con certezza la qualità e la quantità della produzione
_RISCHIO DI MERCATO: incertezza nel collegamento tra imprenditore e mercato. La possibilità di
non trovare mercati adatti a prezzi attesi o non riuscire a reperire fattori produttivi a prezzi
convenienti (+ costi di produzione e stesso ricavo)
_RISCHIO FINANZIARIO: rischio di bancarotta per mancanza di risorse finanziarie per ripagare
debiti o anticipare spese
_RISCHIO ISTITUZIONALE: rischio che norme e regolamenti vadano incontro a cambiamenti
imprevisti dopo aver preso delle decisioni produttive e quindi si può andare incontro a minor
sostegno
_RISCHIO PERSONALE: legato alla capacità di competenze imprenditoriali o degli addetti. Non tutti
hanno le stesse capacità di formulare aspettative
Il rischio diventa sempre meno legato ad attività dell’impresa, ma finisce sempre più per essere
condizionato da fattori esterni all’impresa e su cui l’imprenditore non può agire.

GESTIONE DEL RISCHIO


Processo con obiettivo di salvaguardare il patrimonio dell’impresa contro le perdite di esercizio
dell’attività attraverso l’uso di strumenti (prevenzione, assicurazione) di varia natura e nelle
migliori condizioni di costo.
Il processo è circolare e si hanno 5 fasi:
1) Identificazione delle fonti di rischio: avere consapevolezza di quali rischi a cui si può andare
incontro
2) Quantificare i rischi e potenziali perdite
3) Valutare le possibili strategie da adottare
4) Scelta della strategia migliore (o migliore combinazione di strategie)
5) Monitoraggio e se opportuno rivedere le scelte e ricominciare il processo
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CARATTERISTICHE DEL RISCHIO


1. Il rischio è correlato ad un evento
2. L’evento deve avere una probabilità di manifestarsi (ovvero non deve essere né un evento
impossibile, né un evento certo)
3. Le conseguenze dell’evento possono essere favorevoli (opportunità) o dannose (minaccia)
La gestione del rischio dipende dalla volontà dell’imprenditore. Essa dipende da:
_Grado di avversione al rischio: condizione che porta l’imprenditore a preferire il guadagno certo
ma ridotto oppure accettare il rischio per avere un maggior guadagno.
_Percezione del rischio: percezione soggettiva che fa comportare l’imprenditore in maniera
diversa di fronte al rischio. È data dalle esperienze e dalle abitudini dell’imprenditore.

STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO


STRUMENTI DI GESTIONE EX-ANTE
Mirano a proteggere i risultati prodotti a prescindere dal verificarsi di un evento
Es: diversificazione colturale, uso varietà resistenti, uso teli anti-grandine; irrigazione, uso di
prodotti chimici (antiparassitari, diserbanti…); accesso al credito; prestazione di lavoro ad altre
imprese (per evitare rischi al reddito). Ciò dimostra la multifunzionalità dell’agricoltura
dimostrando che la produzione non è la solo attività
STRUMENTI DI GESTIONE EX-POST
Mirano ad attenuare i danni causati dagli eventi
Es: assicurazione; interventi pubblici con indennizzi per gelate o con sussidi in situazioni difficili
(es: Covid)

POLITICHE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO


• L’intervento pubblico di sostegno alla gestione del rischio trova una giustificazione:
 Quando si va oltre il «normale» rischio imprenditoriale e gli effetti hanno una portata
da compromettere la vitalità delle aziende
 Quando esistono situazioni di fallimento del mercato che limitano la possibilità̀e la
capacità di gestione del rischio con impatti sulle imprese e sui territori con riflessi
sull’occupazione
• Le politiche che hanno affrontato in modo diretto il problema della gestione del rischio fanno
riferimento a:
 POLITICHE EX POST che compensano i danni derivanti da eventi catastrofici/eccezionali
 POLITICHE EX ANTE che si pongono come obiettivo di migliorare la capacità di gestione del
rischio da parte degli agricoltori stessi
Tra le politiche di gestione del rischio vi è la PAC.
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POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO IN EUROPA


FASE INIZIALE
Sicuramente la prima riflessione va fatta in merito alla PAC e alla sua evoluzione: la pac nasce con
la nascita della CEE (1957) e nasce con un preciso obbiettivo: incremento dei livelli di
produttività, allora gli strumenti che furono messi in campo per favorire un rapido sviluppo della
produzione, fu una politica di sostegno del prezzo (politica copiata da un’analoga politica
realizzata in USA). Questa politica funzionò molto bene, avendo addirittura sovrabbondanza di
produzione, con l conseguenza che l’UE tolse dal mercato, acquistando, i beni sovraprodotti.
L’UE venne influenzata dalla pressione degli USA che sostenevano che i sostegni al prezzo erano troppo
onerosi e non si garantiva la libera concorrenza nel mercato e quindi si passo da una politica di
sostegno al prezzo si passò a politiche di sostegno al reddito, per un eccessivo costo della PAC nei
confronti dell’UE.
Il sostegno del reddito prima fu accoppiato alla capacità produttiva, oggi è via via diventato più
disaccoppiato, cioè si rivolge all’unità di produzione a prescindere dalla capacità produttiva.
Nel tempo quindi è diminuito il livello di sostegno. Però attenzione l’UE ha introdotto delle
novità all’interno della PAC, ad esempio ha dato forme di sostegno che in qualche modo
tendevano a riconoscere all’agricoltore, la sua capacità di produrre anche servizi ecosistemici per
il territorio (tutela territorio e ambiente), come il Greening. Un altro strumento che l’UE
attraverso a PAC sta sempre più insistendo, è proprio la POLITICA DI GESTIONE DEL RISCHIO, sulla
base di quelle che sono le esperienze maturate in altri contesti.
2005: COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO
Avviene una comunicazione della commissione al consiglio: dove all’interno vengono ribaditi 3
strumenti importanti:
1. Assicurazione contro le calamità naturali
2. Fondi mutualistici, interviene con cause diverse soprattutto legati ad eventi di tipo
fitopatoloico.
3. Indennizzo dei danni di crisi del reddito, questo strumento di sostegno, fu un modello
interamente importato dagli USA, proprio perché viene dato un libero accesso a strumenti
di assicurazione del reddito, quindi se l’agricoltore non riesce ad accumulare il reddito che
aveva previsto ad inizio campagna, scatta una assicurazione che lo risarcisce.
PROGRAMMAZIONE PAC 2007/2013
Gli strumenti arriveranno poi successivamente, con la revisione della PAC:
Ha previsto il supporto agli interventi ex post, quali pagamenti per i danni da calamità naturali o
sovvenzioni al pagamento del premio assicurativo
Art. 68 Reg. UE che ha introdotto una misura specifica che ha previsto premi per assicurazioni
sulle perdite da calamità naturali, e fondi mutualistici, per danni da malattie animali e vegetali.
PROGRAMMAZIONE PAC 2014-2020
Si allargano gli strumenti per la gestione del rischio, e si trovano risorse finanziarie nell’ambito
della politica di sviluppo rurale su: ASSICURAZIONI AGRICOLE, FONDI DI MUTUALIZZAZIONE, e
anche STRUMENTI DI STABILIZZAZIONE DEL REDDITO.
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POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO IN ITALIA


Legge 364/1970 si istituisce il FONDO DI SOLIDARIETÀ NAZIONALE (FSN)
• INTERVENTI EX POST di risarcimento per danni da calamità naturali, per favorire la ripresa
economica
• INTERVENTI EX ANTE mediante la sovvenzione di polizza assicurativa agevolata
D.Lgs 102/2004 amplia gli strumenti:
• Polizze monorischio (copertura dei danni da avversità)
• Polizze pluririschio (copertura di tre avversità) e multirischio (copertura di tutte le avversità
assicurabili)
Quali strumenti?
Con la rinuncia al «sostegno dei prezzi» (disaccoppiamento) e le regole che limitano l’intervento
nazionale per garantire «libera circolazione dei beni» e «pari opportunità alle imprese», l’Unione
Europea ha:
• Pubblicato nel 2001 il documento sul «risk management in agricoltura», che delinea interventi
per avversità atmosferiche, malattie vegetali e animali ed emergenze ambientali;
• Inserito la gestione del rischio tra le priorità della Politica di Sviluppo Rurale per il periodo di
PROGRAMMAZIONE 2014-2020, prevedendo uno specifico capitolo «Risk managment toolkit»
(art.36-39 del Reg. UE 1305/2013) con obiettivo di stabilizzare i redditi;
• Previsto azioni per il contenimento dei rischi nei Regolamen4 sull’OCM.

GLI STRUMENTI DELL’ATTUALE PROGRAMMAZIONE


2014/2020
Innanzitutto le POLIZZE ASSICURATIVE:
- A cosa servono? Servono a esternalizzare il rischio mediante sottoscrizione di un contratto
assicurativo
- Soggetti? Impresa che cede il rischio aziendale; Compagnia di assicurazione che si obbliga
a risarcire l’impresa assicurata in caso di danni derivanti da particolari sinistri
- Condizioni? A fronte del trasferimento del rischio l’impresa agricola corrisponde alla
compagnia assicuratrice il premio assicurativo, a copertura del quale può ricevere il
contributo finanziario previsto nella PAC; Il contributo pubblico non può eccedere il 65%
del premio assicurativo; I «condifesa» contrattano le condizioni contrattuali per i propri
assicurati.
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Anche il FONDO DI MUTUALITÀ:


- Cos’è: è uno strumento condivisione del rischio che offre la possibilità di proteggere
l’impresa da perdite economiche derivanti dal verificarsi di avversità atmosferiche,
fitopatie, epizoozie, infestazioni parassitarie, emergenze ambientali
- • Chi gestisce i fondi?• Cooperative Agricole, Consorzi di cooperative agricole, Società
consortili costituite da imprenditori singoli o associati, Organizzazioni di produttori e
Unioni/Associazioni di produttori, Consorzi di difesa, Reti d’impresa
- • Cosa copre? • I rischi di fluttuazioni di ricavo e di beneficiare, in caso di perdite
eccessive, di pagamenti compensativi alle condizioni stabilite dalla politica di sviluppo
rurale
- • Livello contributo? Reg. UE 1305/2013 stabilisce il massimale per i contributi pubblici,
per le spese amministra[ve di costituzione del fondo, per gli importi versati, (max 65%)

Ma lo strumento più innovativo e recente è lo STRUMENTO DI STABILIZZAZIONE DEL REDDITO:


- A cosa serve? Tutelare il reddito derivante dall’attività agricola in caso di drastiche
riduzione rispetto al reddito medio (o storico), significa che se succede un evento il quale
crea un diminuzione del reddito medio o storico, questo strumento porta il reddito al
livello precedete (medio o storico)
- Come funziona? Erogazione di indennizzi agli agricoltori in caso di perdite superiori al 30%
del reddito medio annuo del produttore (media degli ultimi 3 anni)
- A quale reddito si riferisce? Somma dei ricavi che l’agricoltore realizza dalla vendita della
propria produzione sul mercato (unicamente dall’attività agricola), incluso qualsiasi tipo di
sostegno pubblico fatta eccezione per i costi dei fattori di produzione
- Livelli d’intervento? Livello massimo di perdita compensabile è pari al 70%; Il contributo
pubblico ammissibile è pari al 65% delle compensazioni pagate dal fondo.
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COSA NON HA FUNZIONATO IN SICILIA?


-Innanzitutto ancora L’OFFERTA DELLE POLIZZE è un’offerta molto costosa, chiaramente
l’agricoltore ha meno interesse a inseguire polizze monorischio, ma ha molto più interesse a
seguire polizze multirischio, che in Sicilia hanno un costo più oneroso, questo a causa di una
scarsa presenza di dati e informazioni.
-Un altro aspetto è quello della BUROCRAZIA, poiché ci sono più soggetti coinvolti e un limitato
interesse delle campagne assicuratrici.
-RITARDI NEI PAGAMENTI da parte dell’AGEA
-LIMITATA CONOSCENZA E CAPACITÀ DI FARE SISTEMA, perché in realtà le regione dove questi
strumenti funzionano la cultura del consorzio di difesa è molto più affermata.

ALTRE CONSIDERAZIONI
La Sicilia non ha aderito alle opportunità legate alla gestione del rischio, che però devono essere
prese in considerazione perchè:
- L’UE sta passando da un sostegno diretto del reddito ad un sostegno indiretto del reddito
che è collegato agli Strumenti Di Gestione del rischio.
- La richiesta di una maggiore liberalizzazione dei mercati agricoli: cioè ala globalizzazione
degli scambi, quindi di fatto se le imprese sono spinte ad abbracciare questa sfida di
mercato, avranno sempre più l’esigenza di doversi dotare di questi strumenti di
stabilizzazione del reddito, perché sul piano internazionale la competizione e più alta e
dura, rispetto al mercato locale.
- Quindi concorrenza in un mercato globalizzato
- Cambiamenti climatici
- I maggiori investimenti in capitali per conseguire economie di scala
- Di fatto non si attivano politiche di cessione del rischio a terzi (limitata adozione di
innovazione organizzativa): si protesta nella fase ex-post.
- Si registra un limitato coinvolgimento del territorio (problema comune di atre politiche-
manca un piano di comunicazione che coinvolga PA, tecnici e imprenditori)
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POLIZZE ASSICURATIVE
A cosa servono? Servono a esternalizzare il rischio mediante sottoscrizione di un contratto
assicurativo, cioè a trasferire il rischio connesso al verificarsi di un eventuale evento, a dei
soggetti terzi
- Soggetti? Impresa che cede il rischio aziendale; Compagnia di assicurazione che si obbliga
a risarcire l’impresa assicurata in caso di danni derivanti da particolari sinistri. Questi
rapporti contrattuali sono sostenuti da un contributo che è di origine pubblica (condizione
essenziale).
- Condizioni? A fronte del trasferimento del rischio l’impresa agricola corrisponde alla
compagnia assicuratrice il premio assicurativo, a copertura del quale può ricevere il
contributo finanziario previsto nella PAC, dove all’interno di un documento vengono
specificate delle caratteristiche e le imprese assicurative che vogliono introdurre le
assicurazioni in agricoltura, devono poter rispettare quelle condizione previste all’interno
del Piano Assicurativo Nazionale; Il contributo pubblico non può eccedere il 65% del
premio assicurativo; I «Condifesa» contrattano le condizioni contrattuali per i propri
assicurati. Cioè la contrattazione non avviene in un dialogo tra privati, bensì vengono
istituzionalizzati dei soggetti che definiscono pacchetti assicurativi/formule contrattuali
che sono corrispondenti alle specifiche esigenze dell’impresa, del comparto produttivo e
del territorio. Questi soggetti sono i consorzi di difesa “condifesa”, che non sono altro che
forme associative di tipo parziale, perché si costituiscono tra produttori che hanno lo
stesso problema e desiderano di accedere senza problemi alle polizze ass. e quindi la
contrattazione sarà fatta dal consorzio, non più dal singolo produttore, per avere un
maggiore potere contrattuale nell’accordo da stipulare con i contratti assicurativi. Questo
da un vantaggio anche alle polizze perché possono contare sulla vendita di servizi
assicurativi di una certa importanza.
Le polizze assicurative sono lo strumento maggiormente preferito degli agricoltori.

CONDIZIONI PER L’AMMISSIBILITÀ AL FINANZIAMENTO


PUBICO
La condizione essenziale per il ricorso al mercato assicurativo è ce ci sia una copertura pubblica,
allora la questione diventa: quali sono i termini per avere l’accesso al finanziamento pubblico?
1. Deve essere relativa a danni quanti-qualitativi dell’intera produzione aziendale. Quindi
l’intervento pubblico non scatta se l’evento rimane un evento circoscritto, ma è limitato a
una parte della superficie aziendale.
2. C’è una soglia minima di danno al di sotto della quale la copertura finanziaria istituzionale,
non interviene.
3. La FRANCHIGIA è quel valore minimo, spesso calcolato in % del valore assicurato, al di
sotto del quale non scatta l’indennizzo.
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TIPI DI FRANCHIGIA
È oggetto di particolare attenzione. Questa può essere
- FISSA: è quella espressa in % del valore assicurato: se il danno è inferiore alla franchigia
non si ottiene nessun finanziamento.
- SCALARE: tende a garantire ulteriormente l’agricoltore, ed è quella che varia in funzione
del danno registrato. Molto più appetibile, perché risponde in maniera migliore alle
richieste degli imprenditori agricoli.
Il livello di franchigia maggiore colpisce il danno più basso, la franchigia minore colpisce il danno
più alto.

ELEMENTI CONTRATTUALI
Oltre alla franchigia, unica o scalare vi sono altri elementi importanti:
- SCOPERTO: % di danno liquidabile che, in caso di sinistro, è a carico dell’assicurato che
non è una costante all’interno dei contratti assicurativi, e soprattutto tende ad assumere
valori che sono tendenzialmente variabili in trono al 20 % nel caso di calamità naturali. La
scopertura rappresenta un ulteriore elemento di aggravio per l’assicurato, perché
addizionato agli altri elementi (franchigia, limite d’indennizzo) la polizza diventa meno
appetibile.
- LIMITE D’INDENNIZZO: % in valore che la compagnia riconosce come valore massimo
dell’indennizzo. Cioè la compagni si tutela fissando un tetto massimo. Questo potrebbe
differire per la tipologia di evento, in funzione della probabilità che accadi, più questa è
bassa, maggiore sarà il tetto massimo.
- COPERTURA O DECORRENZA: arco temporale durante il quale la polizza è valida.

MERCATO ASSICURATIVO IN ITALIA


Il mercato assicurativo dipende molto da norme europee e nazionali, che intervengono a parziale
copertura della polizza assicurativa. A livello europeo le diverse tipologie di strumenti trovano
utile collocazione all’interno di questi articoli: Reg. UE 1305/2013 Polizze di Assicurazione +
Fondi Di Mutualizzazione + Strumento Di Stabilizzazione Del Reddito
- Art. 36: pagamento di compensazioni finanziarie agli agricoltori in caso di perdite
economiche causate da avversità atmosferiche o dall'insorgenza di focolai di epizoozie e
fitopatie o da infestazioni parassitarie o dal verificarsi di una emergenza ambientale
- Art. 37: sovvenzione ai contratti assicurativi per il raccolto, degli animali e delle piante:
- Art.38: Fondi di mutualizzazione per le avversità atmosferiche, le epizoozie e le fitopatie,
emergenze ambientali
- Art. 39: Strumento di stabilizzazione del reddito. Il sostegno è concesso solo se il calo di
reddito è superiore al 30% del reddito medio annuo dei tre anni precedenti. Il reddito è la
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somma degli introiti che l’agricoltore ricava dalla vendita della propria produzione sul
mercato, incluso qualsiasi tipo di sostegno pubblico e detratti i costi dei fattori di
produzione. Gli indennizzi versati agli agricoltori dal fondo di mutualizzazione compensano
in misura inferiore al 70% la perdita del reddito
PIANO ASSICURATIVO AGRICOLO NAZIONALE (PAAN)
Mipaaf
Altro strumento importante a livello nazionale è il PAAN, che definisce:
 Produzioni vegetali
 Strutture aziendali
 Allevamenti zootecnici
 Rischi
 Garanzie assicurabili
 Combinazioni di copertura assicurative per mancata resa
 Contenuti obbligatori del contratto assicurativo

PACCHETTI ASSICURATIVI
Esistono per facilitare il ricorso a questo strumento, definendo Ex-Ante alcune tipologie di polizze.
Di fatto la compagnia assicurativa che opera nell’ambito dell’assicurazione in dell’agricoltura,
sviluppa dell proposte all’interno di pacchetti predefiniti, con lo scopo di semplificare, da un lato
la vita dell’imprenditore, e dall’altro per proporre soluzione alternative al problema della gestione
del rischio. I pacchetti qauli sono?
- Pacchetto A (ex polizza multirischio): Copertura di tutte le avversità accessorie, di
frequenza e catastrofali (copertura totale alle colture aziendali).
- B (polizza pluririschio): che combina l’offerta contrattuale coprendo almeno un’avversità
di frequenza e una catastrofale.
- C (polizza pluririschio): che copre tre avversità di frequenza + una o tutte le avversità
accessorie
- D (PAAN): Polizze assicurative che coprono l’insieme delle avversità catastrofali
Mentre le prime tre sono strettamente collegati al regolamento europeo, l’ultimo è più
strettamente legato ad un’esperienza di tipo nazionale.

TIPI DI AVVERSITÀ E POTENZIALI RISCHI


- AVVERSITÀ ACCESSORIE: si verificano con bassa frequenza, ma qualora si verificano
generano un danno basso
- AVVERSITÀ DI TIPO CATASTROFALE: se la probabilità che si verifichi una catastrofe cresce,
e quindi in qualche misura ci avviciniamo in una probabilità di tipo medio. Qualora la
catastrofe si dovesse verificare generano un danno molto alto.
- AVVERSITÀ DI FREQUENZA: avversità che si verificano più facilmente ma che generano un
danno potenzialmente basso.
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SISTEMA DEL GESTIONE DEL RISCHIO (S.G.R.)


Importante perché rappresenta a livello istituzionale il soggetto di riferimento, cioè chi lavora in
questo ambito tende di collegarsi con mezzi informatici al SGR per poter attenzionare/visionare
documenti che tendono a chiarire la posizione rispetto a questi aspetti del rischio quindi:
- Cosa fa?: realizza un monitoraggio del sistema assicurativo nazionale, sia dal lato della
domanda che dell’offerta.
- Perché?: perché vige il principio che di fatto l’azienda può ricorrere a tutte le soluzioni
assicurative possibili, anche a livello privato, però può ottenere il finanziamento solo da
una di queste polizze, in modo da non avere un doppio finanziamento.
- Come può accadere? La tentazione al doppio finanziamento può avvenire perché si
possono verificare sovrapposizioni all’interno degli strumenti, ma anche sovrapposizione
di livello (tra europeo e nazionale), perché il ricorso al mercato assicurativo può avvenire o
attraverso l’OCM o attraverso PSRN (politica del II pilastro della PAC).
Struttura coinvoltaAGEA (agenzia per le erogazioni in agricoltura):
La struttura che a livello nazionale viene coinvolta è l’AGEA, che è quell’ente intermedio tra l’UE e
lo stato membro. Cosa fa? L’AGEA è la struttura attraverso la quale passano tutte le risorse
trsferite da livello EU a livello nazionale. Si occupa:
Circolare annuale per definire:
- Modalità e condizioni per l’accesso ai contributi
comunitari
- Rischi assicurabili
- Fonti di finanziamento
- Misure del contributo
- Limiti contributivi per gli incentivi assicurativi
Adempimenti:
- Agricoltore attivo, cioè deve dimostrare di vivere di
agricoltura.
- Fascicolo aziendale aggiornato presso l’organismo
territoriale competente
- Predisposizione del piano di coltivazione, con indicazione
delle coltivazioni assicurate e aree non produttive, strettamente connessi alla funzione
assicurativa.
- Va allegato alla polizza assicurativa il Piano Assicurativo Individuale (PAI) ottenuto dal
SIAN (Sistema Informatico Agricolo Nazionale), strettamente connessi alla funzione
assicurativa.
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Cosa verifica AGEA?:


- Coerenza tra PAI, rischi coperti, resa media individuale, prezzi unitari massimi
- Chiede documenti per dimostrare la resa media individuale
- Prevede la possibilità di stipulare polizze integrative, non agevolate, per coprire la parte
di rischio a carico dell’imprenditore (con corrispondenti condizioni per garanzie, valori e
quantità assicurate)

PROSPETTIVE PER IL MERCATO DELLE ASSICURAZIONI IN


AGRICOLTURA
Da una lato le istituzioni voglio come scelta politica che questo mercato cresca, così da diminuire
le risorse per altre forme d sostegno. È chiaro che, sebbene la sfiducia, in prospettiva qualcosa
cambierà e sarà sempre più spinto al ricorso di questi strumenti. È chiaro però che la grossa
difficoltà, il grosso limite sono le tipologie di contratto assicurative e le altre condizioni sopra
elencate (premi ulteriormente agevolati e contratti semplificati e flessibili, sarebbero delle
soluzioni). Altro aspetto importanti riguarda le avversità, esiste nel PAAN una lista delle avversità
e la loro etichettatura, ma in realtà l’esperienza quotidiana nei diversi territori, pone il problema
che non tutti i possibili danni sono oggetto di attenzione dalla copertura del contributo pubblico,
allora l’incremento potrà favorire il mercato. Altro tema scottante sono i ritardi e le tempistiche,
non sempre il finanziamento arriva rapidamente dal momento in cui avviene l’evento. Sarà anche
necessario la promozione di campagne di informazione ad hoc.
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LE AGGREGAZIONI D’IMPRESA
Il tema delle aggregazioni in agricoltura è importante perché, come abbiamo più volte detto,
questo tessuto produttivo è prevalentemente, da un lato composto da micro-piccolissime
imprese, e dall’altra parte da medio-grande imprese, ma il primo è il tessuto di gran lunga più
diffuso e questo pone una serie di problematiche che hanno da sempre caratterizzato l’agricoltura
e che l’hanno sempre posta ad un livello di attenzione differente dalle altre imprese da parte delle
istituzioni pubbliche, si sono sempre preoccupati di sostenere aiutare o di alleviare gli eventuali
problemi derivanti da questa peculiarità di questo tessuto produttivo.
Di fatto il tema dell’aggregazione è stato un problema sempre oggetto d’attenzione e in maniera
particolare, l’obbiettivo del intervento pubblico si è prevalentemente concentrato nella messa a
punto di strumenti che in qualche modo potessero favorire l’aggregazione. Storicamente in
alcuni territori questo è avvenuto con l’affermazione del movimento cooperativo. La verità
comunque è che, a parte alcune epoche storiche e a parte alcune peculiarità territoriali, di fatto il
movimento cooperativo è tendenzialmente fallito, allora sono stati messi a punto nuovi
strumenti per incentivare l’aggregazione, fino ad arrivare alle Organizzazioni dei Produttori. Si
sono così affinati i mezzi per favorire l’aggregazione, si sono messi a punto dei cosiddetti protocolli
linee guida per individuare i soggetti che potevano beneficiare di queste forme di aggregazione e
quindi favorire il loro collegamento con il mercato (favorire un aggregazione tramite la
disponibilità di risorse finanziare per stare insieme, per superare logiche divisorie, per trovare
obbiettivi comuni e per vere un maggiore potere contrattuale). Questa esigenza non è un esigenza
specifica dell’agricoltura ma ha influenzato la politica economica in generale. Ecco che così nasce
l’interesse, da parte dell’Europea, verso le piccole imprese. (risposte alle prime 3 domande delle
slide)
A cosa servono le collaborazioni tra imprese?
Certamente stare insieme, si porta alcuni vantaggi e alcuni svantaggi:
VANTAGGI:
- Incrementare il potere contrattuale: migliorare la capacità di volgere una qualsiasi
transizione a proprio favore. Perché più l’impresa è piccola mire è il potere contrattuale, e
quindi di competitività. La competitività è strettamente connessa al tema dell’economia di
scala.
- Crescita sul mercato: strettamente collegata al potere contrattuale.
SVANTAGGI:
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- Burocratizzazione: è chiaro che stare insieme presuppone la possibilità di realizzare dei


sistemi di relazione su base fiduciaria, nel senso che i soggetti tra di loro devono avere
reciproca stima e fiducia, che spesso si concretizza in rapporti di tipo contrattuale,
mettendo tutto nero su bianco. Questo pone dei limiti alla libertà di azione
dell’imprenditore agricolo.
- Incremento dei costi fissi (che rischiano di allontanare il raggiungimento di risultati
positivi), perché le economie di scala non sono legate unicamente ad aspetti produttivi,
ma spesso le diseconomie di scala sono di tipo organizzativo ecc. l’aggregazione funziona
quando tutti i soggetti si muovono con la stessa intensità, stesso entusiasmo verso il
raggiungimento dell’obbiettivo comune. Il contrario potrebbe incidere su questi costi.

LE AGGREGAZIONI AZIENDALI NEL CONTESTO EUROPEO


In Italia ci sono quasi 4 milioni di PMI e questa esigenza comune con gli altri paesi europei ha di
fatto, nel 2008, spinto il legislatore europeo a prevedere e varare un Small Business Act, che
nasce da una commissione europea con l’obbiettivo di creare una sorta di quadro programmatico
rivolto alle PMI e sostenere questo tessuto produttivo.

FORME COLLABORATIVE
AGGREGATI INFORMALI
Nascono sulla base di accordi tra soggetti che hanno una qualche relazione di tipo personale, di
fatto non siamo davanti a tipologie di rapporti in ambienti economici ben definiti, e però il fatto
che ci siano ancora accordi di questo tipo può richiamarsi come opportunità di cambiamento.
Non sono disciplinati dalla legge, ma semplicemente vi è un’impresa madre che tende a collegarsi
con altre imprese satelliti. Sussiste ovviamente quando si hanno reciproci vantaggi, legati a
rapporti tecnico- produttivi, personali e finanziari.

AGGREGATI FORMALI
Estremamente più diffusi, vi è un rapporto di tipo contrattuale, che fissa i contenuti dell’accordo
e ne predefinisce le azione, i vincoli e le responsabilita. Possono essere clasificati per:
1. Base Contrattuale (che definiscono obblighi e doveri delle imprese partecipanti):
- La durata dell’accordo che può avere carattere permanente se il rapporto è di lunga
durata, o carattere transitorio se il rapporto ha un termine assoluto al raggiungimento di
obbiettivi prestabiliti;
o Contratti di collaborazione, come consorzi e le associazioni in partecipazione;
o Contratti che determinano rapporti di dipendenza, come i contratti di dominio;
o Es. associazioni temporanee tra imprese (ATI), consorzi ecc.
2. Base Patrimoniale:
- Un’impresa acquista una quota più o meno cospicua del patrimonio di un’altra per avere
un controllo tale da partecipare alle assemblee ed esprimere la propria volontà: si
vengono a creare le Holding Company e i Trust.
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CONTRATTI DI RETE
Nel campo dell’agroalimentare, una
grande novità è data da i CONTRATTI DI
RETE, risultando favorita rispetto alle
metodiche tradizionali. Il contratto di rete
un accordo con il quale più imprenditori
si mettono insieme per raggiungere un
obbiettivo. Questa normativa non tanto
recente, ma recente si è aperta la porta
per il settore agroalimentare (2012). Alla
base della costituzione di un contratto di
rete vi è un intervento normativo che
risale al 2009: che definisce l’opportunità di istituire i contratti di rete.
Cos’è ? è un contratto tra imprenditori che perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e
collettivamente. Il vantaggio è che a differenza di quello che dicevamo prima, non c’è un dominio,
ecco perché il contratto di rete si è diffuso anche nell’agroalimentare. Quindi le imprese che
aderiscono al contratto di rete mantengono la loro autonomia, ma riescono anche a crescere
individualmente. Incrementano la capacità innovativa, quini la competitività sul mercato
attraverso la predisposizione di un programma comune. In questo programma vengono definite le
motivazione per il quale si costituisce la rete, e anche i passi che si seguiranno nella realizzazione
degli obbiettivi. Quindi, si obbligano sulla base del programma a collaborare, in forme, in ambiti
predeterminati attinenti all’esercizio dell’imprese, a scambiarsi informazioni o prestazioni di
natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovvero ancora ad esercitare in comune
una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa.
Il contratto può anche prevedere l’istituzione di un Fondo Patrimoniale Comune e la nomina di un
Organo Comune incaricato di gestire, in nome e per conto dei partecipanti, l’esecuzione del
contratto o di singole parti o fasi dello steso (coprire i costi per la potatura, la raccolta, ecc.).
Tutto quello che è disciplinato nel programma deve essere compiuto. Differisce dalle imprese
associative parziali per lo strumento legislativo, che è molto più flessibile.

Presupposti della rete


- COMPLEMENTARIETÀ  perché da sole le imprese non sarebbero in grado di realizzare
quello che è possibile fare stando insieme, quindi ogni soggetto è complementare
all’altro, altrimenti il rischio è non tutti saranno mossi dallo stesso obbiettivo, quindi
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ognuno tende ad arretrare (caso del fallimento storico delle aggregazione di imprenditori,
vedi OP). Allora tutti devono poter seguire la stessa finalità
- INTERDIPENDENZA  nel senso che, nessuna impresa deve perdere la propria
autonomia, ma con il presupposto di stare insieme, con il risultato che deve servire a
crescere di dimensione, quindi economia di scala, e quindi economia di costo, che in
qualche modo favoriscono il raggiungimento dei mercati e guadagnare flessibilità
organizzativa e ambire a realizzare progetti con lo scopo di guadagnare in competitività
(tradotto in maggior potere contrattuale).

TIPOLOGIE DI RETE
Le reti condividono lo stesso fine, ma dal punto di vista del mezzo si differenziano in:
- Reti del sapere nascono con l’obbiettivo di condividere il “Know How” tra le imprese
partecipanti, per trarne vantaggio in termini i competitività. Questo si concretizza ad
esempio alla capacità d’investimento e magari avere nel territorio un importante centro di
ricerca.
- Reti del fare insieme cioè l’obbiettivo della rete può essere la realizzazione di un
comune investimento, in maniera tale che il costo non gravi unicamente su un soggetto,
ma per quota viene suddiviso per tutti i soggetti.
- Reti del fare quando tra i soggetti ci sono scambi di prestazioni, in agricoltura molto
diffuso, perché si verifica spesso che se l’indirizzo produttivo è monocolturale, per effetto
dello svolgimento del ciclo biologico, allora l’impresa non ha un calendario del lavoro
equamente distribuito nell’anno, e allora, di fatto, ci si mette in rete perché soggetti di
natura diverse possono creare occasioni e opportunità, in un momento nel quale l’azienda
ha la possibilità occupazionale da garantire in nu epoca precisa del ciclo colturale.
Motivazioni ad aggregarsi

PERCHÉ FARE RETE?


• La sinergia tra imprese in rete consente di:
– Divenire un soggetto di dimensioni tali da poter affrontare meglio il mercato, anche estero;
– Ampliare l’offerta;
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– Dividere i costi;
– Accedere a finanziamenti e contributi a fondo perduto;
– Godere di agevolazioni fiscali;
– Partecipare alle gare per l’affidamento dei contratti pubblici;
– Impiegare il distacco del personale tra le imprese: l’interesse della parte distaccante sorge
automaticamente in forza dell’operare della rete;
– Assumere in regime di codatorialità il personale dipendente secondo le regole di ingaggio
stabilite nel contratto di rete. Praticamente non è più la singola azienda ad assumere il dipendente
ma l’intera associazione
CREDITO E ISMEA PER IL FINANZIAMENTO IN
AGRICOLTURA
Abbiamo iniziato l’argomento del credito e finanziamento in agricoltura analizzando quali erano e
quali sono oggi le fonti di finanziamento per l’agricoltura, definendo le fonti di finanziamento
distinte in fonti interne ed esterne, mentre il credito l’avevamo distinto in credito ordinario e
credito agevolato. Nella distinzione tra tipologie di credito abbiamo sviluppato una riflessione di
tipo storica, abbiamo detto come l’agricoltore è sempre stato interessato al credito agevolato, in
quanto in passato ne ha sempre goduto, conservando questa mentalità. Poi abbiamo analizzato il
mercato del credito e abbiamo visto che presenta caratteristiche peculiari, cioè oggi la forma di
una libera concorrenza dal lato della domanda, vi è una pluralità di soggetti che chiedono
risorse/accesso al credito. Ma questi diversi soggetti presentano caratteristiche tra loro
profondamente diverso, sia per caratteristiche tipiche dell’unità di produzione (dimensione,
modalità di organizzazione del lavoro, la dotazione di capitali fondiari e di scorta) e quindi
capacità imprenditoriali talmente diversi l’uno dall’altro, e poi anche indirizzi produttivi diversi il
che espone queste unità di produzione ad una condizione che non li agevola all’accesso al credito.
Poi dalla parte del mercato, questo assume la forma di un oligopolio, perché sono pochi, dal
punto di vista numerico, gli istituti di credito che sono disposti e che quindi hanno formalizzato
delle linee i credito rivolte all’agricoltore.
Questo è successo perché la RIFORMA DEL SISTEMA BANCARIO, che è stata una naturale
conseguenza di quello che è stato l’avvento della moneta unica con il trattato di Maastricht, che
ha introdotto delle importanti novità all’interno degli ordinamenti nazionali a livello di credito e in
materia di sistema bancario. Questo decreto legislativo, il 385 del 93 ha abolito gli Istituti Di
Credito Speciale, che erano legate all’agricoltura da tempo memorabile, e che quindi operavano
nel settore e avevano acquisito una grande specializzazione. Tra l’altro il tutto è stato fatto nella
speranza di creare condizioni di maggiori concorrenza tra gi istituti di credito ha di fatto
introdotto un principio, il principio della despecializazione che doveva liberalizzare il mercato,
offrendo ad possibilità anche ad altri istituti di credito. Ma di fatto il risultato previsto non si è
manifestato perché di fatto non tutti gli istituti di credito hanno colto questa opportunità e non
hanno utilizzato la procedura che era prevista dal punto di vista legislativo e quindi non tutti gli I.
di C. si sono convenzionati con l’assessorato della agricoltura e foreste di competenza a livello
regionale. Quindi di fatto è successo che, il legislatore voleva creare le condizioni per far diventare,
anche dal lato dell’offerta una libera concorrenza, ma in realtà, come abbiamo visto, il mercato è
rimasto imperfetto. Questa imperfezione è dovuta a delle asimmetrie informative, cioè non si ha
conoscenza di quelle che sono le caratteristiche dell’agricoltura, e non i ha conoscenza delle
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capacità dell’azienda agraria di fare fede agli impegni assunti nei confronti del sistema bancario.
Cioè non si può facilmente dimostrare questa fede da parte degli agricoltori. Questa carenza
d’informazioni è dettata dalle peculiarità dell’agricoltura e spesso dalla carenza di una
documentazione contabile con la quale si possa dimostrare in un arco temporale congruo, quali
sono stati i livelli di redditi prodotti dall’attività esercitata.

Il risultato è che le asimmetrie informative producono dei processi di razionamento del credito,
cioè ci sono aziende, a volte intere realtà, la quale l’accesso al credito viene precluso o
quest’accesso diventa particolarmente oneroso. L’agricoltura è penalizzata soprattutto laddove
non è in grado di dimostrare garanzie.
L’altra considerazione che abbiamo fatto in merito alla riforma della disciplina bancaria e
creditizia, riguardava, oltre la despecializzazione, la costituzione del Fondo Interbancario di
garanzia che doveva sostenere l’impresa, ma che non ha risorse in maniera sufficiente per
garantire tutte le operazioni, questo ha incrementato il clima di discrezionalità.
La trasformazione avvenuta all’interno della definizione normativa di agricoltura, e quindi
l’apertura a queste linee di credito verso le attività secondarie, ha prodotto come risultato un
innalzamento del livello di concorrenza nei confronti di quelle unità di produzione rivolte
esclusivamente all’attività primarie.
In fine l’altra caratteristica importante è l’avvento, quale fattore discriminante del credito, del
“tempo”: CREDITO A BREVE, MEDIO E LUNGO TERMINE. il credito breve termine è quello deve
finanziare le piccole somme (microcredito) e soprattutto le spese legate all’avvio dei processi
produttivi. Il credito a medio termine è rivolto all’effettuazione degli investimenti o per la
costituzione dei cosiddetti capitali di scorta. Quindi il fattore discriminante diventa, adesso il
tempo.
C’eravamo lasciati parlando delle evoluzioni che si erano verificate negli scenari complessivi.
Avevamo richiamato, i parametri di convergenza che di fatto imponendo un tetto al debito
pubblico hanno creato le premesse per far abbassare i tassi d’interesse e rendere più agevole
l’accesso al credito ordinario (strategie del legislatore).
(Tutto ciò è il riassunto della lezione finanziamento e credito negli appunti già vecchi.).
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LINEAMENTI EVOLUTIVI DEL CREDITO NEGLI ANNI ‘90


Un evoluzione è stata l’abbassamento dei tassi d’interesse. L’altra cosa che avevamo accennato e
riprendiamo adesso, è che a livello internazionale era via via maturata una decisione. Questo
livello internazionale è la sede degli accordi del commercio mondiale (World Trade Organization).
Il World trade organization è un tavolo di partenariato, dove si siedono tutti i paesi del mondo che
sono interessati ad intrattenere rapporti commerciali con il resto del mondo, certamente nel
commercio tutti i paesi, in maniera indiscriminata, riconoscono l’opportunità per la creazione di
migliori condizioni di benessere per le proprie popolazioni, quindi di fatto tutti i paesi sono
interessati alla partecipazione di trattative commerciali con il resto del mondo, sia per
approvvigionarsi per tutto ciò che non si ha la possibilità di produrre a livello interno, sia per dare
la possibilità ai Paesi di specializzarsi nella produzione di quei beni per i quali gode di uno stock di
risorse naturali, e quindi può raggiungere maggiori livelli di specializzazione, quindi può
raggiungere maggiori livelli di economie di scala, e quindi può presentarsi sul commercio
internazionale con un opportunità in più di realizzare delle buone performance produttive.
Attorno a questo tavolo, dove si siedono soprattutto i grandi Portatori d’interessi che sono
rappresentai dai paesi più ricchi o dalle aggregazioni dei paesi più ricchi (USA, UE, CHINA), dove si
discutono e colpi di round, verbalmente i Paesi voglio fare prevalere i loro più comodi e
vantaggiosi interessi, e allora è proprio in questi tavoli che nel 96, l’USA contesta l’UE per i troppi
aiuti che arrivano agli agricoltori da parte appunto dell’UE, portando così a una serie di restrizioni
al credito agevolato a breve termine, con conseguenze inevitabili per il settore agricolo: da un
lato si riconosce che il settore agricolo risulta penalizzato rispetto agli altri settori economici si
nella fase di acceso che in quella di erogazione del finanziamento; dall’altro rileva che “gli aiuti
destinati a ridurre i costi del credito agrario a breve termine, costituiscono aiuti di Stato di natura
funzionale..” che devono soddisfare le condizioni dell’art. 92 del Trattato di Maastricht (parità
delle condizioni di concorrenza) e quindi tali aiuti devono essere subordinati ai soli effettivi
svantaggi. Ciò creò non pochi disagi per specifiche tipologie di unità produttive.
Lezione 6
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UNA POSSIBILE RISPOSTA ALLA CRISI: I CONSORZI-FIDI


Allora quale può essere la soluzione che si è trovata e messa a punto per tentare a superare
queste difficoltà? La risposta, che a livello politico è stata trovata, è quella di estendere anche
all’agricoltura la possibilità di attivare dei cosiddetti consorzi Fidi di garanzia collettiva. Gli
agricoltori si possono riunire in consorzi Fidi, che non sono altro che delle forme associative
parziali costituite da agricoltori con l’obbiettivo di facilitare il loro accesso al mercato del credito
(questi consorzi non nascono per l’agricoltura, che ne accesso dopo, come risposta alla crisi di
accesso al mercato del credito). Quindi la diffusione nel settore agricolo è abbastanza recente. Si
rileva come strumento centrale ed innovativo per l’avvicinamento della domanda all’offerta del
credito agrario. La loro azione è infatti diretta a concentrare e qualificare la domanda di credito.
Una volta costituiti essi operano – dal punto di vista economico – come un’impresa associativa
(quale che sia lo schema giuridico adottato). Quindi di fatto, non si presenta più la piccola-media
impresa al mercato del credito, ma si presentano questi consorzi aumentando così il potere
contrattuale.
Il consorzio si può costituire sotto forma di società cooperativa, o di altra forma giuridica:
consorzio. L’altro aspetto importante è rappresentato dal fatto che gli agricoltori che aderiscono al
consorzio Fidi sottoscrivono una disponibilità a partecipare, mettendo in comune un piccola
somma, che nell’insieme costituisce un Fondo Di Garanzia. Di fatto succede ce l’agricoltore
contribuisce in una piccola misura, ma ottiene come ricambio la possibilità di dimostrare un fondo,
quindi una garanzia, data dalla somma dei partecipanti che aderiscono al consorzio Fidi. Quindi
oltre ad avere vantaggi di tipo fiscali, qualora l’agricoltore non dispone di altre forme di garanzia, si
trova la possibilità di averla grazie l consorzio Fidi.
Qual è l’impatto prodotto dal consorzio Fidi?
Il consorzio Fidi agisce in contrasto al quel fenomeno di razionamento del credito. Razionamento
che era determinato da quella differenza che si realizzava dal lato della domanda e dell’offerta, e
da quella caratteristica peculiare della domanda, che era appunto particolarmente articolata; e poi
di fatto agisce in contrasto in quelle forme di mercato imperfetto che si realizzano nei diversi
contesti. Poi, in fine, agisce contro le asimmetrie informative, perché costituendosi una garanzia
accessoria, in più, anche quelle strutture produttive che altrimenti non avrebbero come accedere
al mercato del credito, quindi possono godere di questa opportunità e godere appunto di uno
strumento per dimostrare solidità nei confronti dell’istituto di credito.
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VANTAGGI PER L’IMPRESA AGRICOLA


Il consorzio fidi crea un’opportunità per l’azienda agricola da una parte, e per la banca dall’altra.
Tutte le imprese hanno vantaggio un vantaggio all’acceso al credito mediante consorzio fidi, ma
sicuramente tutte quelle imprese che hanno problemi di garanzia, tutte quelle imprese che hanno
interesse al credito ordinario di breve termine, con il consorzio fidi trovano vantaggi, perché
l’accesso al credito ordinario, soprattutto a breve termine, richiede una valida garanzia, e proprio
grazie al consorzio fidi queste imprese godono di maggiori garanzie, possono accedervi. Poi
ancora, abbiamo detto come secondo alcune forme di razionamento, alcune imprese spesso, a
parità di condizioni, riescono ad ottenere un accesso al credito, ma in misura ridotta rispetto la
loro richiesta. Questa quindi non è considerabile una piena vittoria, poiché bisogna accontentarsi
di un credito ridotto, dove questa situazione può comportare non pochi disagi a livello produttivo,
allora questo non può essere sufficiente, allora, anche in questo caso il consorzio Fidi è una
risposta per la soluzione, poiché presentandosi il consorzio si ha un potere contrattuale maggiore
dato dall’aggregazione degli imprenditori in questo consorzio, assicurando così le somme richieste
all’istituto di credito. Abbiamo detto che ci sono anche problemi di tempestività, cioè il tempo che
intercorre tra l’istanza di accesso al credito e l’effettivo ottenimento del credito, cambia molto
sia in funzione dell’entità dell’importo richiesto, ma anche in funzione della tipologia di attività
produttiva, della sua dimensione ecc. questo perché la banca dovrà assicurarsi della bontà del
soggetto col quale sta intrattenendo un nuovo rapporto, allora può accadere che questi tempi
possono anche non essere sempre compatibili con l’attività d’impresa. Con il consorzio Fidi questi
tempi si raccorciano. Ancora, abbiamo detto, che con il consorzio Fidi, si ha la possibilità di
accedere a coperture aggiuntive, perché si costituisce il fondo sussidiario che supporta e sostiene
queste operazioni di credito
Anche la banca, dicevamo, ha dei vantaggi. Intanto come abbiamo detto prima, con il consorzio
fidi, non avrà più a che fare con molti soggetti, ma con un unico che è dato appunto
dall’aggregazione degli imprenditori in questo consorzio Fidi. Ancora ha il vantaggio che si ha un
ulteriore garanzia che è appunto il consorzio Fidi, che ha la possibilità di dimostrare la solvibilità,
perché rappresenta un tot di produttori che costituiscono un Fondo Di Garanzia. Ancora, i
risparmi si possono anche generare dal fatto che la Fase Di Istruzione è semplificata perché il
consorzio, per esempio, se il consorzio raccoglie tutta la doc. dell’azienda, raccoglie tutta ciò che è
necessario per favorire l’istruzione della pratica all’interno della banca, in modo da essere in
condizione di presentarsi alla banca con parte delle pratiche risolte da parte del consorzio. Ancora
il consorzio fidi può diventare un interlocutore anche con gli altri enti, istituzione che operano nel
territorio, e quindi sono anche molto favorevoli e propensi a sostenere questi strumenti, perché se
ne vedono la potenzialità di sostenere l’agricoltura, al punto che a volte il consorzio Fidi può
diventare un interlocutore su linee di credito che non necessariamente riguardano l’agricoltura.
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Altra cosa importante è quella che il consorzio Fidi operando-acquisendo una grande
specializzazione nei rapporti nei confronti del settore primario costruisce, o fa riferimento a
competenze (agronomi), che garantiscono ulteriormente perché l’agronomo può fare attività di
accompagnamento e effettuare controlli e di verifica che le somme richieste siano effettivamente
indirizzate per la realizzazione di investimenti che possano poi produrre concretamente un
vantaggio per le unità di produzione che le hanno richieste.

PER QUALI IMPRESE È PIÙ CONVENIENTE L’ACCESSO AL


CREDITO MEDIANTE IL CONSORZIO FIDI?
Il giudizio di convenienza quindi si esprime raffrontando due situazioni il tasso d’interesse più
tutte le altre spese che si pagano attraverso il consorzio fidi, e il tasso più l spese che si pagano
con un accesso libero sul merato del credito, senza l’ausilio del consorzio.

L’accesso al credito è particolarmente importante per la micro impresa per il micro credito. La
microimpresa perché è quella che ha maggiormente difficoltà all’acceso al credito ordinario, allora
l’azienda ha bisogno di crearsi delle garanzie accessorie per poter avere un’opportunità di acceso
al credito. Un altro problema è il microcredito (a breve termine), che è la forma di credito che è
stato maggiormente penalizzata dall’evoluzione degli accordi internazionali e dall’avvento della
disciplina di divieto di aiuti di stato.
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
In prospettive future le aziende saranno portate sempre più a confrontarsi con il mercato del
credito, allora è necessario che queste si dotino di strumenti e di risorse che possono favorire
questo processo di adattamento/modernizzazione, e per fare questo l’accesso al credito è
importante. Di fatto l’impresa singola viene esposta quando si presenta sul mercato internazionale
e così sarà spinta a fare rete ecc. allora non sempre le strategie alle quali assistiamo sembrano
ritagliate per il settore agricole, ma sono strategie comuni agli altri settore e che possono rivelarsi
non a vantaggio dell’agricoltura. Quindi di fatto l’ammodernamento dell’economia agricola
nazionale per potere dare piena attuazione a quelli che sono gli orientamenti delle politiche,
quindi l’agricoltura multifunzionale, competitiva e le politiche di sviluppo rurale, richiedono
l’accesso alle risorse. Ma abbiamo visto come le banche a volte rappresentano degli interlocutori
poco presenti in alcuni contesti poiché alcuni non hanno aderito alle linee di credito per
l’agricoltura. Allora sarebbe necessario una riqualificazione del credito agrario, e andrebbe
realizzata nella misura tale in cui è possibile tentare di contenere i costi. In prospettiva futura,
visto che dobbiamo andare verso il credito ordinario, allora noi ci impegnano a mettere a punto
professionalità che possono accompagnare l’imprese, ma poi di fatto queste dovendosi
confrontare con le strutture private (banche), hanno la necessità di trovare delle soluzioni che in
qualche misura rendono più facile l’accesso al credito ordinario.
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TERRA E AGRICOLTURA: PROBLEMI VECCHI E


NUOVI
ASPETTI STORICI E PROBLEMATICHE
1. Tipologia di riforma fondiaria nel mondo e principali caratteristiche del modello italiano.
2. Il catasto terreni e la riforma fondiaria.
3. Modalità organizzative e costi della riforma fondiaria.
4- I problemi metodologici e la valutazione dei risultati della riforma fondiaria.

Buona parte del processo di riforma fondiario si è sviluppato nel tempo e si è concluso, quindi ha
una connotazione storica, dobbiamo sapere per grandi linee cosa è successo nel tempo.
Oggi ci sono nuovi problemi che riguardano la terra, tra cui l’accesso ad essa nella misura
opportuna perché si possa realizzare una dimensione economicamente sostenibile
nell’unità di produzione, la gestione di una terra che se abbandonata darebbe problematiche
con riferimento alla gestione del territorio (viviamo la fase storica del riconoscimento del
problema dei cambiamenti climatici), la sia messa a coltura e l’utilizzo razionale in chiave
sostenibile.

Prima il latifondismo era il modello più diffuso, poi si è voluto realizzare un’operazione di
esproprio e una suddivisione della terra con la sua attribuzione a una pluralità di soggetti
che ne traevano fonte di reddito e perazione. Questo è stato realizzato attraverso una serie
di strumenti che hanno permesso il riconoscimento del diritto di proprietà: ovvero non ci
può essere un’espropiazione di assegnazioni se non c’è un catasto in cui figura questa
operazione, non può esserci una fase di riassegnazione se non c’è la possibilità di riscatto da
parte di un soggetto che può detenere il suo titolo di possesso per un processo produttivo.

INSIEME DI CIRCOSTANZE ESISTENTI IN ITALIA NELLA FASE


POST BELLICA
1. Il trapasso dal partito unico e dalla dittatura alla democrazia.
2. Il cambiamento del regime politico-istituzionale ( da un sistema a burocrazia centralizzata
ad un sistema decentrato) e l’emanazione di una nuova Costituzione.
3. Il graduale superamento di una fase storica legata all’isolamento internazionale decretato
dalla Società delle Nazione nel 1935, ed una ripresa degli scambi con l’estero.
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4. Una diffusa situazione di crisi dovuta:


 Alla scarsità delle risorse disponibili.
 Ai bassi redditi pro capite.
 All’elevato apporto dell’agricoltura nell’economia nazionale (28% in termini di
reddito e 40% in termini di occupazione):.
 Ad un’elevata aliquota di spesa per consumi privati destinata ai prodotti
alimentari (oltre il 50%).
 Ad un rilevante deficit della bilancia commerciale agroalimentare, dovuto alla
dipendenza dell’acquisto dai mercati esteri che ha portato a un aumento del
debito.
 Ad un alto grado di disoccupazione (12%) e sottoccupazione (45%) delle forze di
lavoro in agricoltura. Questa disoccupazione era dovuta alle difficoltà di accesso al
mercato del lavoro; l’occupazione che c’era non era efficiente, ma la sua qualità era
da sottoccupazione quindi il lavoratore si accontentava del minimo di redditività
che gli consentisse di andare avanti.
 L’esigenza di ricorrere all’assistenza economica e finanziaria estera, sostenuta e
messa a punto nel 1948 dal Segretario di Stato USA Marshall, attraverso il Piano a
lui intitolato. Il piano Marshall si aprì a fonti finanziare esterne, a un sostegno per
consentire ai paesi distrutti dalla 2 guerra mondiale di cominciare l’attività di
ricostruzione; è così si è ricostruita l’Italia, condizione di maggior qualità della vita e
maggior benessere.

Soprattutto nel mezzogiorno d’Italia le masse contadine (ex-combattenti) che tornavano dalla
guerra, non trovando a casa buone opportunità per sostenersi, rivendicavano la loro
partecipazione al conflitto e a protestare per richiedere garanzie sul loro futuro. Ci furono
diversi movimenti di protesta e rivendicazione, in quanto essi manifestavano il diritto di
esistenza e quindi chiedevano di essere messi nella condizione di potersi sostenere e
volevano il diritto di accesso alla terra per poter autoprodurre il necessario per il loro
fabbisogno. Di fronte alla difficile situazione economica e alle scarse opportunità di
occupazioni alternative nei settori extragricoli, l’agricoltura rappresentò l’unica valida
possibilità di occupazione e di reddito.

Da qui è cominciato il lento percorso della RIFORMA AGRARIA.


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LA RIFORMA AGRARIA
L’Italia era l’unico Paese occidentale ancora privo di una riforma, quindi iniziò una
contrapposizione tra soggetti favorevoli e contrari, ci furono posizioni divergenti tra chi non voleva
perdere il diritto al possesso di un pezzo di terra e chi aspirava ad essa.

Si arrivò così al DL 24/02/1948 che per la prima volta istituisce una casa per mutui 30ennali per i
coltivatori diretti per accelerare la formazione della piccola proprietà terriera, stimolando
rapporti diretti tra proprietari e contadini. Quindi poiché nessuno poteva acquisire la libera
contrattazione delle terre, si chiedeva che i soggetti potessero essere messi nella condizione
di appropriarsi di esse. Con questo Decreto, in 10 anni furono venduti 1.300.000 ha di terra,
in 15 anni 2 milioni a 600-700.000 agricoltori attraverso la concessione temporale agevolata
(dovevano quindi lavorare per poi riscattare la terra).

A supporto di questo processo vi furono questi 3


importanti interventi normativi che operavano
su 3 contesti territoriali differenti. Poi attraverso
questi 3 interventi furono messe a bando le
terre distribuite e si attivò il processo di
trasferimento della terra. In totale furono dati a
150.000 famiglie 700.000 ha di terra.

La dimensione dei poderi variava nelle diverse zone


agrarie, in rapporto alla fertilità dei suoli e alla
pressione esercitata dai movimenti contadino,
quindi dipendeva dalla loro capacità di negoziazione.

Contestualmente agli espropri fu attivato il percorso della bonifica, l’intervento dell’uomo con
opere di miglioramento fondiario di tipo comprensoriale per realizzare una maggior
accessibilità alla terra attraverso acqua di irrigazione, sistemazioni idraulico agrarie,
bonifiche dei terreni, ecc.

LA RIFORMA FONDIARIA EBBE 4 FASI:


1. La prima, rappresentata dall'acquisizione della terra mediante espropriazioni, conferimenti
obbligatori e/o acquisti;
2. La seconda, assai più complessa, consistente nella trasformazione delle terre e del territorio in
cui queste ricadevano;
3. La terza, diretta alla realizzazione di piani di ripartizione delle terre acquisite, alla selezione
degli aspiranti coltivatori ed all'assegnazione delle terre;
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4. La quarta, infine, concepita in modo da assicurare prestazioni di assistenza economico -


finanziaria e tecnica agli assegnatari per indirizzarli ed inserirli gradualmente nel processo
produttivo.

IL CATASTO
Lo strumento di supporto per lo svolgimento di questa riforma fondiaria fu il catasto, un registro in
cui vi è raccolta tutta l’utilizzazione del suolo e una distinzione di esso per qualità e classe di
coltura. Il catasto registra l’attribuzione di una specifica particella territoriale a un soggetto
che ne dimostra il titolo di possesso; ogni categoria ha una politica di reddito comunitario e
agrario su cui si calcola in maniera indiretta l’imposta.

Il catasto serve a trovare i soggetti possessori di terre che non sono utilizzate, o che sono state
abbandonate poiché i possessori sono morti, poi l’Agenzia del territorio verifica lo stato di
abbandono e le sequestra, infine le terre vengono cedute all’ISMEA e messe a disposizione.
Oggi c’è un interesse al fatto che la terra non si abbandoni: si mira a renderla disponibile con
formule quali ad esempio il comodato d’uso per creare opportunità per chi altrimenti non
avrebbe fondo. C’è una moltitudine di enti caritatevoli che annualmente ricevono una
moltitudine di beni immobiliari, ma cosa se ne fanno? E’ una rendita, ma è anche un costo,
quindi le svendono.

Quindi il catasto:
 Agevola il trasferimento dei diritti di proprietà sulla terra (e degli eventuali vincoli) e
l’ascesa dei coltivatori alla gestione delle aziende che vi si organizzano;
 Garantisce la sicurezza del diritto di proprietà, incentivando l’esecuzione delle opere di
miglioramento sulla terra;
 Facilita il ricorso al credito nel settore agricolo e/o in altri settori produttivi, poiché le
banche possono trovare nella terra una base certa per le necessarie garanzie.
 Consente una precisa individuazione nello spazio dell’ubicazione e dei confini della terra
in potere della ditta proprietari.
 Dispone per ciascuna ditta una classificazione delle qualità e classi di coltura e della
relativa superficie: da queste classificazione discende l’imponibile di reddito dominicale e
agrario, che è il reddito patrimoniale; chi non coltiva la terra paga un’imposizione fiscale
che si costruisce in base al reddito dominicale e agrario ( le famose tariffe d’estimo).
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MODALITA’ ORGANIZZATIVE E COSTI DELLA RIFORMA


Per poter realizzare la riforma fondiaria furono costituiti degli ENTI DI RIFORMA , traformati poi in
ENTI DI SVILUPPO però da qualche anno sono stati dismesso da qualche anno e i suoi ruoli
sono stati trasferiti all’Assessorato dell’Agricoltura. Gli enti di sviluppo agricolo ebbero
l’importante ruolo di favorire il trasferimento e di accompagnare i produttori in un processo
di ammodernamento: c’era chi si occupava della meccanizzazione agricola, quindi la regione
acquistava le macchine innovative e le metteva a disposizione del comprensorio (proprio a
questo ruolo di collegamento dobbiamo le innovazioni varietali).

LE UNITA’ FONDIARE
Le unità fondiarie oggette di assegnazione furono i PODERI, le QUOTE e i LOTTI.
La differenza tra i tre riguarda gli aspetti territoriali, la dimensione degli appezzamenti, gli
indirizzi produttivi e la dotazione in capitale fondiario.
Il Podere era terra senza miglioramento, mentre la Quota prevedeva terra comprensiva di
investimenti fondiari (ad esempio dotazione di un pozzo) e quindi il valore fondiario era più
alto. I Lotti sono senza trasformazione.
PODERI
Agli assegnatari vennero consegnate terre trasformate a cura degli enti di riforma, con
investimenti fondiari diretti a consentirne la messa a coltura e/o una migliore valorizzazione
(sistemazione dei terreni, case, stalle, opere di viabilità e, eventualmente piantagioni
arboree ed opere irrigue);
Il costo della trasformazione venne caricato agli assegnatari stessi nella misura dei 2/3 ed al netto
del contributo statale, entro i limiti della sopportabilità finanziaria;
La dimensione media è di 10ha con minimi di 2 ha (indirizzi ortofrutticoli) e massimi 40 ha (agro-
silvo-pastoriali). Erano molto utilizzate (meno del 40%)
QUOTE
Si trattò in generale di appezzamenti (trasformati o meno, sempre a cura degli enti) assegnati ai
contadini. ad integrazione di altri appezzamenti da loro stessi detenuti a vario titolo;
Le dimensioni erano di 1-4 ha ed erano le più assegnatae (40% o più)
LOTTI
Si trattò di appezzamenti ripartiti dagli enti di riforma appena acquisiti senza operarvi alcuna
trasformazione o quasi, ma con l'obbligo degli assegnatari di effettuare i miglioramenti
occorrenti; Per questo erano le meo assegnate con un delle dimensioni tra 3 e 6 ha
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Tra gli assegnatari ci furono 750 mila Apiranti ma quelli che ottennero i fondi furono 113 mila in
Italia.

In sicilia ci furono 154 mila aspiranti e 23 mila assegnatari

CARATTERISTICHE ASSEGNATARI
_In relazione alla qualifica (titolo) posseduta: risultò che ad accedere all'assegnazione delle terre
furono per il 50% braccianti o salariati, per il 43% piccoli affittuari, coloni e mezzadri (in
massima parte già insediati sulle terre assegnate) e per il residuo 7% piccoli proprietari
contadini;
_In relazione alle loro condizioni economiche: trattandosi, nella maggior parte dei casi, di soggetti
nullatenenti che non disponevano di risorse proprie, durante la fase di trasformazione gli
enti di riforma dovettero utilizzarli nell'esecuzione delle opere, assicurando loro la
remunerazione salariale delle relative prestazioni;
_Riguardo alla provenienza, gli assegnatari risiedevano nello stesso comune in cui ricadeva la
terra assegnata nell'85% dei casi e nel 10% in comuni limitrofi;
_Pur non escludendo la presenza di lavoratori singoli, la stragrande un maggioranza degli
assegnatari (oltre il 95 %) erano lavoratori capofamiglia, che non possedevano
appezzamenti di terreno se non in misura insufficiente per sé medesimi e le loro famiglie.

I problemi di accesso alla terra di sono esauriti con i tempi moderni o si sono limitati alle
iniziative legislative di riforma fondiaria e agraria?

No. Infatti la terra è sinonimo di reddito: redistribuire più equamente la terra, migliorandone al
tempo stesso la produttività favorisce una più equa distribuzione del reddito. Di fatto accade
che ci ha la possibilità di entrare in possesso della terra ha una possibilità in più per poter
realizzare una fonte di reddito, in quanto gli investimenti sulla terra sono destinati a
diventare produttivi. Ecco che diventa importante attenzionare quest’aspetto.

Storicamente si è assistito a una forte competizione della terra tra usi produttivi a fini alimentari
e non: in una prima fase storica la coltivazione della terra era legata a usi residenziali, cioè
abbiamo sottratto la terra a condizione naturale per metterla in coltura per raggiungere
livelli di sicurezza alimentare, poi si è assistito a una fase di espansione demografica e di
sviluppo di metropoli, ,poi le metropoli si sono dotate di infrastrutture a supporto della vita
moderna. Quindi abbiamo continuamente sottratto terra,anche nella fase della
competizione per l’edilizia accessoria ( si pensi alle case in villeggiatura).

Oggi un tema che ci affascina tanto è quello delle agroenergie: pensando di riscattare la nostra
dipendenza da risorse energetiche di natura fossile, pensiamo di mettere a punto tecnologia
che consenta di realizzare il prodotto di alcune biomasse vegetali, ecc. per finalità
energetiche. Paradossalmente domani potremo trovare più conveniente usare la terra per
una coltivazione no food,.
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Quindi il focus problematico si concentra su:


 Riduzione della SAU e competizione della terra tra “usi agricoli ed extragricoli”, “food e
no food”:
 Capacità imprenditoriale e professionale dell’agricoltore rispetto alla proprietà/possesso
della terra: finalità a caratteri imprenditoriali.
 Lavoro e giusta remunerazione senza dover necessarimanete coincidere con la proprietà,
per assicurare a tutti pari opportunità.
 Ruolo del moderno agricoltore- in rapporto al bene terra –coartefice del futuro di coloro
che verranno dopo di lui. Si pensi a una prospettiva in cui egli sarà sempre meno
produttore di beni, e sempre più di servizi ecosistemici

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