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Lezione 7.

2: Politica
microeconomica
Contenuti

 Politica microeconomica
– Il perché dell’intervento: l’efficienza
 Politiche per la concorrenza e
regolamentazione
 L’esternalità e la politica economica
 La politica industriale
 La politica regionale
Capitoli testo

 Valli et al. Cap 14.


Politica microeconomica

 Interventi di politica economica a livello


d’impresa e di settore industriale.
 Perchè l’intervento:
– 1) Efficienza
 1a) statica
 1b) dinamica
– 2) Equità di allocazione e beni meritori
1a. Efficienza statica (Paretiana)

 In un mercato in concorrenza perfetta


l’equilibrio del sistema sarà caratterizzato da
un ottimo paretiano quando spostandosi da
tale posizione non si può migliorare il
benessere di qualcheduno senza peggiorare
quello di uno o più individui.
 Efficienza allocativa (statica o paretiana):
situazione in cui non si può migliorare il
benessere di uno o più individui senza
peggiorare quello di almeno un altro.
1a. Fallimento del mercato

 Si parla di fallimenti del mercato quando


alcune delle condizioni per l’ottenimento di
un equilibrio d’ottimo paretiano di
concorrenza perfetta non sono rispettate e il
mercato da solo “fallisce”, cioè non è in
grado di raggiungere una posizione
d’efficienza allocativa:
=> INTERVENTO DELLO STATO
1a. Fallimento del mercato

 Si hanno fallimenti del mercato in presenza


di: 1) regimi non concorrenziali
(monopolio/oligopolio) dovuti per esempio
alla presenza di economie di scala statiche o
dinamiche e di potere di mercato, 2)
esternalità; 3) beni pubblici; 4) informazione
asimmetrica; 5) elevati costi di transazione.
1b. Efficienza dinamica

 L’efficienza dinamica fa invece riferimento


alla capacità d’apprendimento e alla capacità
d’innovazione che un sistema può sviluppare
nel corso del tempo.
 Criterio di guida per le politiche
microeconomiche che intendono influenzare
la struttura produttiva di un paese:
– Specializzazione settoriale (settori ad alta
crescita)
– Supporto a settori innovativi
2. Equità economica e Beni meritori

 Politiche redistributive sulla base


dell’esistenza di sperequazioni di reddito (vedi
disuguaglianza):
– Pensioni previdenziali (invalidità, vecchiaia);
– Altri trasferimenti (sussidi di disoccupazioni, reddito
familiare, reddito di base/reddito minimo garantito,
ecc…)
– Tassazione progressiva (quanto progressiva?)
[nel 2016] l’intervento pubblico (trasferimenti e il prelievo ) riduce la
diseguaglianza di 15,1 punti. L’effetto dei trasferimenti è ben più rilevante
(10,8 punti) rispetto a quello del prelievo contributivo e tributario (4,3 punti)
[ISTAT, 2017].
2. Equità economica e Beni meritori

 Politiche per il supporto dei Beni Meritori,


espressione di bisogni meritori che
potrebbero non essere soddisfatti se lasciati
alla scelta individuale per ragioni culturali
(mancanza di informazione) o di consumo
(esternalità positive). Si vedano per esempio
le politiche per la riduzione dei costi
d’accesso all’istruzione, alla salute e alla
cultura.
Politiche della concorrenza e
regolamentazione
Funzionamento del mercato

 Un mercato è in una situazione non


concorrenziale quando sussistono una o più
delle seguenti condizioni: (1) importanti
economie di scala statiche o dinamiche, (2)
elevato potere di mercato, e (3) bassa
contendibilità dei mercati.
Funzionamento del mercato:
1. Economie di scala

 1a. ECONOMIE DI SCALA STATICHE:


relazione fra l’aumento della scala di
produzione e la diminuzione del costo medio
unitario di produzione.

 1b. ECONOMIE DI SCALA DINAMICHE O DI


APPRENDIMENTO: relazione fra il volume
cumulato di output e la diminuzione del costo
medio unitario di produzione
1.b Economie di scala dinamiche

La curva di apprendimento rappresenta costi unitari decrescenti


con un aumento del numero totale di unità prodotte (produzione
cumulativa che è stata finora prodotta). Con il tempo l'esecuzione di
un compito o di un insieme di compiti permetterà agli individui o alle
squadre di fare quei compiti in modo più efficace (economie
dinamiche di scala o learning by doing).
Ore di Costo
lavoro / Medio
Tempo per
produrre
una unità
aggiuntiva

T1

T2

Output Output
Cumulato
Funzionamento del mercato

 2. POTERE DI MERCATO: potere di


modificare il prezzo di mercato (forte
differenziazione di prodotto, collusione).
 3. CONTENDIBILITA’ DEI MERCATI BASSA:
difficoltà d’entrata ed uscita dovuta alla
rilevanza dei costi irrecuperabili, cioè di
“sunk costs” che rendono l’uscita dal mercato
difficile.
Funzionamento del mercato

 Mercati non concorrenziali:


– Monopolio (naturale o non)
– Oligopolio (collusivo o non)
– Concorrenza monopolistica (nel breve)
Monopolio ed INefficienza
allocativa

Perdita Netta: DBC

 Surplus del consumatore (concor): ABp1


 Surplus del consumatore (monop): ADp2
 Surplus del produttore (monop): DCp1p2
Monopolio ed INefficienza
allocativa

 Perdita netta di benessere sociale area DBC.


 Il monopolio non e pareto efficiente perché si
potrebbe convincere il monopolista a
praticare un prezzo di concorrenza e
compensarlo con la parte in eccesso di
surplus.
Monopolio ed efficienza allocativa

 Il monopolio è sempre inefficiente?


 No, se, per esempio, nel caso della presenza di
importanti economie di scala un solo produttore
può ottenere prezzi migliori dai fornitori ci si può
trovare nella situazione in cui il prezzo praticato
dal monopolista sia inferiore al caso precedente
(seppur superiore al prezzo concorrenziale) e
sia associato ad una quantità maggiore di output
dando origine a un surplus del produttore
maggiore.
Monopolio ed efficienza allocativa

Nuova curva costo marginale

 Se CEFp1 > DBC allora efficiente avere un


solo produttore!
Monopolio ed efficienza allocativa

 L’efficienza allocativa non vuol però dire che


il governo non possa volere redistribuire
l’extraprofitto dalle mani del produttore alla
collettività (governo), come per esempio nei
casi delle aste per aggiudicarsi il diritto di
produrre un determinato bene o servizio di
pubblica utilità come la rete telefonica
cellulare, la rete ferroviaria, ecc.
(regolamentazione monopolio naturale)
Politiche in presenza di monopolio

 Controllo dei prezzi;


 Imprese pubbliche (in casi di monopolio
naturale);
Controllo dei prezzi
 La regolamentazione del prezzo permette di
fissare un prezzo massimo per un bene, o servizio
prodotto, da un monopolista (si pensi per esempio al
prezzo per l’utilizzo della rete telefonica gestita da
Telecom Italia da parte d’altre compagnie che offrono
servizi telefonici):
– (1) si fissa un prezzo massimo pm tale che p1< pm<p3
– (2) si fissa il margine di profitto massimo;
– (3) si fissa il tasso di rendimento massimo sul capitale
investito
Impresa pubblica

 In presenza di monopoli naturali (alti costi fissi e


costi medi sempre decrescenti dovuti alla
presenza di economie di scala) lo stato
(impresa pubblica) diventava il produttore e
distributore del B/S.
– e.g. fornitura acqua, gas, telefono, treni, etc..
 Cambiamento tecnologico => riduzione costi
fissi e conseguente liberalizzazione (telefonia,
treni, gas, acqua) con successi (riduzione
prezzo) e fallimenti a seconda dei paesi.
Politiche in contesto oligopolistico:
Antitrust

 La legislazione antimonopolistica od
antitrust, si occupa di assicurare un grado di
concorrenza accettabile o fattibile sui
mercati:
– un’attività di vigilanza su accordi e/o pratiche di
tipo collusivo,
– abusi di posizione dominante
– mantenimento della concorrenza sui mercati a
seguito di fusioni ed acquisizioni
Antitrust
 Big five movies studios 1938-1948
 AT&T (American Telephone & Telegraph):
1974 caso antitrust … 1984 7 baby Bells),
 Pastasciutta in Italia: aumento del prezzo
fissato con cartello 2009-2010
 Microsoft e la Commissione Europea: 1993-
2004

Autorità garante della concorrenza e del mercato


fondata 1990: https://www.agcm.it/
Antitrust Europeo e Google 1
 In 2016 Google accusato di posizione diminante illegale –
possibile multa di 7,4 billion euro
– Priorità nei risultati di ricrca per I prodotti di Google shop senza
ragioni significative per il ranking prioritario
– I produttori di telefoni Android sono obbligati a caricare le aps di
Google e non alter apps

https://en.wikipedia.org/wiki/
Antitrust_cases_against_Google_by_the_European_Union
Antitrust Europeo e Google 2

 Multa di 2,4 mld per motore di ricerca - giugno


2017.
 In Settembre 2017 Google richiede nuovo giudizio
alla corte di appello Europea.
 2018 posizione dominante su Android, multa di 4,3
mld,
 2019 pratiche anticoncorrenziali in pubblicità;
multa di 1,49 mld.
 Settembre 2021 Google fa ricorse per la multa di
4.3 mld, sett 2022 la multa viene confermata ma
ridotta a 4.1 mld.
Untirust US Google
 2020-2021 36 Stati USA hanno presentato casi di
untitrust per posizione illegal dominante nel mercato
delle motori di ricerca attualmente sono in corso 4
procedure giudiziarie.
 Gennaio 2023 nuovo caso a livello federale per attività
illegali finalizate a posizione monopolitica nel mercato
della tecnologia pubblicitaria su internet

https://en.wikipedia.org/wiki/
United_States_v._Google_LLC
L’esternalità negative e la
politica economica
Politiche e esternalità

 Le politiche di regolamentazione sono


attuate non soltanto in presenza di situazioni
non concorrenziali, ma anche in presenza di
esternalità negative di produzione come nel
caso dell’inquinamento:
– Il produttore di birra e il produttore di acciaio (costi
– benefici- sociali)
Esternalità negative

 (1) Beni pubblici come l’aria;


 (2) Beni naturali di proprietà comune
(commons) come i pesci nel mare o un prato
da pastura d’uso comunitario (tragedia dei
commons – costo marginale di utilizzo vicino
a zero);
 (3) Gli effetti negativi di un comportamento
corrente vengono percepiti dalle generazioni
future, come nel caso dell’emissione di gas
serra.
Regolamentazione

 Regolamentazione ambientale:
– Fissazione dei massimali di emissione inquinante
– Fissazione uso materie prime (amianto), elementi
chimici (pfas) o processi di produzione
(sbiancamento carta).
 La fissazione dei massimali lascia alle
imprese decidere/identificare il processo più
efficiente per “inquinare meno”. Nel caso di
impatto importante sulla salute più efficaci le
seconde.
Imposte ambientali

 Le imposte Pigouviane introducono un


costo fisso aggiuntivo i per ogni unità di
prodotto (internalizzando il costo
dell’inquinamento) in modo tale che il
produttore abbia un costo marginale
(inclusivo dell’imposta) pari al costo sociale
e, pertanto, produca una quantità qs inferiore
a quella che avrebbe prodotto senza
l’imposta correttiva.
Aste di diritti di
acquisto/inquinamento

 Il governo può decidere di fissare un livello


massimo di inquinamento che i produttori
possono emettere e vendere all’asta dei
permessi a inquinare. Ogni impresa sarà
disposta a pagare un prezzo massimo pari
alla quantità d’output che intende produrre in
funzione dei suoi costi.
– Aste CO2
Politiche industriali
Politiche industriali

 L’intervento del governo che tende a


modificare la struttura industriale prende il
nome di politica industriale. L’obbiettivo è
quello di facilitare il cambiamento strutturale
con effetti di lungo periodo. Due tipologie
principali:
– Politiche di tipo orizzontale
– Politiche di tipo selettivo o settoriale
Politiche orizzontali

 Interventi statali che influenzano gli agenti


economici in tutti i settori industriali:
– Regolamentazione più o meno stringente dei
diritti di proprietà con brevetti, diritti d’autore e
marchi,
– Supporto alla ricerca di base, imprenditorialità ed
internazionalizzazione delle imprese (si veda
presentazione di settimana prossima).
Politiche selettive

 Specifici settori industriali, aree geografiche


(regioni) o imprese, vengono definite come
obbiettivo specifico delle politiche.
 Gli interventi di politica industriale selettiva
sono principalmente effettuati attraverso
sussidi ed altri interventi dello stato sotto
forma di aiuti e finanziamenti.
Politiche selettive

 Tipi di sussidi e aiuti:


– Fiscali - crediti d’imposta e sgravi fiscali
– Finanziario: contributi in conto capitale,
finanziamenti, incentivi per la R&S, la
salvaguardia dell’ambiente ed il risparmio
energetico
Normativa Europea

 Aiuti concessi se non distorcono la


concorrenza ed il commercio estero.
 Aiuti di Stato possono essere concessi per i
seguenti obbiettivi orizzontali:
– lotta contro i cambiamenti climatici e tutela
dell’ambiente;
– ricerca, sviluppo e innovazione;
– salvataggio e ristrutturazione di imprese in
difficoltà;
Normativa Europea
– supporto di piccole e medie imprese;
– sostegno all’occupazione;
– formazione;
– supporto del capitale di rischio;
– servizi d’interesse economico generale.
Politiche industriali in Italia

 L’evoluzione della politica industriale italiana


si compone di quattro fasi principali:
– (1) la politica dei settori (1955-1984): supporto
dei settori nazionali strategici, avanzati, ad alta
crescita (telecomunicazioni, trasporti, chimica,
ecc.). Il ruolo della grande impresa pubblica,
– (2) la politica dei fattori (1985-1994): supporto
servizi avanzati, economie esterne, ricerca
scientifica e innovazione. Il mercato unico
Europeo.
Politiche industriali in Italia
– (3) la politica dei territori (1995-2004):
valorizzazione delle PMI, distretti e politiche
regionali. Globalizzazione e regionalizzazione.
 Dal 1992 inizia una diminuzione importante
del finanziamento pubblico (vedi riduzione
debito e problemi di corruzione associati
all’azione pubblica – mani pulite) che è
continua durante la crisi 2007-2015;
Aiuti di stato totale in % del PIL.
(Italia)

Trend di
diminuzione
comune a
livello EU
ma ITA
diminuzione
maggiore
Aiuti di stato totale in % del PIL.
(Germania, Francia e Italia)
Aiuti di stato totale in % del PIL.
(Italia) - 2018

L’Italia è uno dei


paesi della UE
con il minor
intervento
pubblico! Dal
2000 al 2018
circa 0.3% del
PIL
Politiche industriali in Italia

 (4) la politica della produttività (2016-…)


piano nazionale industria 4.0 con aumento
significativo del finanziamento, la rinascita
della politica industriale in Italia.
Nel 2019 gli
investimenti
Investimenti lordi e netti lordi a prezzi
costanti sono
ancora -19%
rispetto al
2007

Fonte: Cresti Lucchesi Pianta (2020)


Industria/impresa 4.0

 Settembre 2016 Piano Nazionale Industria


4.0 (2017-2020) – Piano Calenda, che poi
diventa Impresa 4.0 (2018).
 Prima vera politica industriale a supporto
dell’ammodernamento produttivo delle
imprese italiane in anni.
 Investimento nei 4 anni di circa 30 miliardi.
Industria/impresa 4.0

 Direttrici chiave: investimenti innovativi (ex:


super ammortamento) e competenze (ex:
competence centre);
 Direttrici di accompagnamento:
infrastrutture abilitanti (ex: banda ultralarga)
e strumenti pubblici di supporto (ex: supporto
al made in italy con catene digitali di vendita)
Piano Nazionale Transizione 4.0
 Marzo 2020 il governo lancia la nuova
politica industriale (con impegno triennale)
Transizione 4.0 con un budget di 7 Miliardi
per l’anno 2020.
– introduzione di un “credito d’imposta beni
strumentali” 4.0 in sostituzione di super e iper-
ammortamento
– ampliamento del credito d’imposta R&S con
un’apertura all’innovazione e ai progetti 4.0 e con
obiettivi di sostenibilità ambientale.
– Credito d’imposta formazione 4.0
Piano Nazionale Transizione 4.0

 Nell’inverno 2020 sulla base dei


finanziamenti futuri del Recovery Fund il
piano viene dotato di un budget di 24 Miliardi
da spendere nel 2021-22 (fino alla primavera
23).
 Maggiorazione delle aliquote e fruizione del
credito d’imposta anticipato a 1-3 anni
(supportare gli investimenti delle imprese
ADESSO)
La politica regionale
Politiche regionali

 In Italia Esistono due tipologie principali di


politiche regionali:
– (1) le politiche di sviluppo regionale, attraverso
le quali vengono allocati fondi nazionali alle aree
svantaggiate (soprattutto le regioni del
Mezzogiorno);
– (2) le politiche industriali regionali amministrate
dalle stesse Regioni
Politiche industriali regionali
 Legge costituzionale 2001 e legge 5 giungo 2003
definisco i paletti di attività di politica economica a
livello regionale:
– Sviluppo sistema produttivo
– Ricerca scientifica e tecnologica
– Sostegno all’innovazione
 Prima implementazione nel 2006 in Piemonte e
Emilia, a seguire le altre regioni a diversi livelli di
importanza.
 A causa delle limitazioni budgettarie il
cofinanziamento Europeo e fondamentale
Politiche regionali: La CE

 Le politiche Europee (2014-2020) regionali di


convergenza/coesione finanziate
(finanziamenti indiretti co-finanziati e gestiti
a livello nazionale PON e regionale POR)
dai Fondi Strutturali per il riequilibrio dello
sviluppo socio-economico delle regioni
Europee attraverso il sostegno allo sviluppo
industriale nelle regioni.
Politiche regionali: La CE

 Esistono vari fondi principali:


– Il Fondo di Coesione (FC) – 63 Mld
– Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) -
187,4 Mld
– Fondo Sociale Europeo (FSE) – 84 Mld

 Budget totale EU per la coesione: 351,8


Miliardi
Politiche regionali: La CE

 Il Fondo di coesione assiste gli Stati membri


con un reddito nazionale lordo (RNL) pro
capite inferiore al 90% della media
dell'Unione europea. I suoi obiettivi sono la
riduzione delle disparità economiche e sociali
e la promozione dello sviluppo sostenibile.
 Accesso al fondo dipende dalla media
nazionale, l’Italia non è ammessa sebbene
alcune regioni del Sud abbiano livelli di
reddito simili all’est Europa.
Politiche regionali: La CE

 Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (20,7


Mld destinati all’ITA) mira a consolidare la
coesione economica e sociale dell'Unione
europea correggendo gli squilibri fra le regioni. Il
70% circa dei fondi sono stati destinati alle 5
regioni del sud Italia a + basso sviluppo
 Dopo la crisi del 2008 le regioni italiane sono
rimaste quasi senza budget la politica regionale
industriale dipende pertanto significativamente
dal finanziamento FESR.
Politiche regionali: La CE

 Il Fondo Sociale Europeo investe sulle


persone, riservando speciale attenzione al
miglioramento delle opportunità di
formazione e occupazione in tutta l'Unione
europea. Suo ulteriore obiettivo è
avvantaggiare le persone in condizioni di
maggiore vulnerabilità e a rischio di povertà.
Cosa dovete sapere
Cosa dovete sapere

 Politica microeconomica
– Il perché dell’intervento: l’efficienza (ottimo
paretiano)e i fallimenti del mercato,
– Il perché dell’intervento: l’efficienza dinamica;
 Politiche in presenza di monopolio/oligopolio:
– Controllo dei prezzi;
– Imprese pubbliche (in casi di monopolio naturale);
– Legislazione antimonopolistica (Antitrust);
Cosa dovete sapere

 L’esternalità e la politica economica:


– Esternalità e beni pubblici
– Regolamentazione ambientale;
 La politica industriale:
– Orizzontali
– Selettive
– La nuova politica industriale italiana
 La politica regionale:
– La politica regionale e la CE

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