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Prove scritte:
Prova intermedia 08/11/2021;
I appello 20/01/2022, II appello 10/02/2022
Domande tipo.
Studente: “Se non sono soddisfatto del primo appello e sostengo il secondo appello perdo
automaticamente il voto?”
Docente.: “No. Ti iscrivi alla prova di esame nella quale avrai circa 40/60 minuti per
valutare se consegnare o meno. Se consegni perdi il voto del primo appello”.
Studente: “E’ possibile mantenere il voto per LE SESSIONI SUCCESSIVE?”
Docente.: “No”.
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Economia dei Sistemi Industriali 1
Domande tipo
Studente: “Dove trovo eventuali comunicazioni del docente?”
Docente: “sul sito didattica web ESI 1-2”.
Studente: “Devo studiare tutte le formule e a che servono?”
Docente : “Si. Sono parte integrante di ogni corso di economia industriale.
Studente: “Il libro di testo copre tutti gli argomenti del corso?”
Docente: “ Il libro di testo copre circa il 70% di quanto viene spiegato in aula”
Studente: “ Gli esercizi ”numerici” sono fondamentali per poter superare il corso?
Docente :“No. L’esercizio numerico non commentato da un punto di vista economico è di
scarso valore, in termini di punteggio.
Testi di Base:
D. W. Carlton, J.M. Perloff. Organizzazione Industriale. McGraw-Hill 2° ed.
Lucidi Lezione.
Disponibili 1,2 giorni prima della lezione sul sito Didattica web 2.0.
Dopo una settimana i lucidi saranno eliminati gli studenti li potranno ottenere contattandomi
per posta elettronica, o venendo nell’orario di ricevimento muniti di penna usb.
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Economia dei Sistemi Industriali 1
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Economia dei Sistemi Industriali 1
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Economia dei Sistemi Industriali 1
Riferimenti Bibliografici:
1. Introduzione all’economia industriale e richiami della teoria di base
2. Le politiche per la concorrenza ed il benessere sociale
Capitolo 14. Brevetti ed innovazione tecnologica pagg 349-385 (escluso il modello di pagina
359).
+
Materiale fornito dal docente sul sito web
Obiettivo.
Oggetto di studio dell'economia industriale è il comportamento delle imprese nei settori
industriali. Gli economisti industriali analizzano le politiche delle imprese nei confronti delle
imprese rivali e nei confronti dei clienti (politiche che riguardano, come minimo, i prezzi, la
pubblicità, la ricerca e sviluppo).
Gli economisti industriali si occupano di analizzare le condotte delle imprese che operano in
“mercati concorrenziali” e “non concorrenziali”.
I riferimenti teorici sono quelli della microeconomia e della teoria dell'impresa. Tuttavia
l’enfasi dell’economia industriale è indissolubilmente legata alle questioni di politica
economica, ovvero alle politiche statali nei confronti delle attività imprenditoriali.
Le imprese ed il contesto
Remanufacturing: 1, 2a, 2b
Lettura: # 1 FIAT_IPO
# 2 VW.case,
# 14 Reman 1/ La prossima frontiera industriale: il Remanufacturing
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 10/ESI1
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
• Temi di Economia industriale
Performance Interazione fra
del mercato: i mercati
Condotta
dell’impresa:
prezzo(i)
quantità politiche prezzo Mercati
profitto(i) pubblicità imperfettamente
valore innovazione concorrenzali
Surplus del consumatore collusione
Benessere Sociale comportamento
strategico
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Cosa determina i confini di una azienda (orizzontale/verticale/conglomerare)
Le prime due dimensioni Verticale
Una delle decisioni più importanti per
Orizzontale
una azienda riguarda l’acquisto degli
inputs (make or buy)
L’estensione
orizzontale di
un’impresa è, per Produrre Rivolgersi al
buona parte, Internamente Mercato
determinata dalla
struttura dei costi.
Raggiungimento del
Integrazione Separazione
punto di minimo della
Verticale Verticale
curva di Costo Medio
Totale Tapered Integration
Le imprese solitamente intraprendono l’integrazione verticale
quando ritengono di poter ridurre i costi di approvvigionamento
producendo in proprio alcuni beni. Tuttavia tale scelta può essere
fatta con l’obiettivo di entrare in nuovi mercati.
Lettura # 3: Vertical
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 13/ESI1
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Cosa determina i confini di una azienda (orizzontale/verticale/conglomerare)
Conglomerare
Per diversificazione conglomerale si intende un processo di inserimento in un settore con
caratteristiche completamente e radicalmente nuove rispetto alla specializzazione tecnologica,
commerciale e organizzativa dell'impresa. L'obiettivo è, spesso, di entrare in settori in
espansione rispetto ai settori di presenza, come pure di stabilizzare il flusso di cassa, nonché di
ripartizione del rischio.
Dimensione conglomerale: Benetton
Metà anni 1960. Inizio produzione: maglioni e collezioni particolari in termini di colori e fantasie.
1970-1987. Azienda in crescita: vestiti per uomini e donne, biancheria intima, pigiami, calze e accessori
1988. Diversificazione. L'acquisizione del controllo del Calzaturificio Varese: produzione scarpe.
1997. Ancora diversificazione per sfruttare le competenze accumulate nell'abbigliamento casual in quello
sportivo e anche per sviluppare le sinergie esistenti tra i due settori. (Nordica, Prince, Rollerblade, Killerloop,
Playlife).
1997-2002. mercato sportivo saturo. Rifocalizzazione e cessione dei marchi Nordica, Prince, Rollerblade
Oggi il Gruppo Benetton è presente in 120 Paesi del mondo. Il suo core business è l’abbigliamento: il gruppo
ha una consolidata identità italiana di stile, qualità e passione, che si riflettono nei marchi United Colors of
Benetton, casual, Sisley, più orientato al fashion, Playlife, abbigliamento per il tempo libero, e Killer Loop,
streetwear. L’azienda ha una produzione totale di circa 130 milioni di capi l’anno. La rete commerciale di
5.000 negozi moderni nel mondo offre ai clienti servizi di alta qualità e genera un fatturato totale di oltre 1,9
miliardi di euro.
Atlantia: 1, 2.
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 15/ESI1
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
l’agricoltura e le costruzioni. Questi due gruppi di attività sono molto diversi tra loro in
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Di conseguenza, il Piano prevede di
separare le attività di Iveco, CNH e
motori Industrial & Marine di FPT
Powertrain Technologies dalle attività
relative alle automobili, che includono
Fiat Group Automobiles, Ferrari e
Maserati, Magneti Marelli, Teksid,
Comau e il business Passenger &
Commercial Vehicles di FPT Powertrain
Technologies. Il progetto di scissione è
stato completato nel 2010.
La società che nascerà dallo spin-off sarà chiamata Fiat Industrial (FI) e sarà
quotata sul mercato borsistico di Milano con azioni ordinarie, privilegiate e di
risparmio, replicando esattamente l’attuale struttura di Fiat. Le tre categorie di
azioni di Fiat Industrial saranno quotate in concomitanza con la scissione. Dopo la
scissione, ogni azionista Fiat sarà proprietario di 1 azione Fiat Industrial e di 1
azione Fiat SpA.
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
September 10,2008
Chinese authorities are likely to give the green light to Coca-Cola's $2.5 billion bid for China
Huiyuan Juice, the mainland's top juice maker, says Dennis Nguyen, co-founder and co-
chairman at New Asia Partners. He discusses the M&A scene in China with CNBC's Maura
Fogarty.
Domanade. Per quale motivo, secondo voi, la Coca-Cola deve attendere il “green light”?
Quali sono le caratteristiche del mercato cinese dei Soft-Drink
Definizioni: costi
Costi
a) Costi Totali CT(q). CT(q)
I costi totali rappresentano tutti i costi che un’impresa
deve sostenere per produrre un livello di output pari a q:
La funzione di costo totale descrive una relazione di
efficienza fra l’output prodotto e gli input impiegati una
volta definita la tecnologia. (vedi la figura.1)
q
b) Costi Fissi (CF) e Costi Variabili (CV(q)). fig.1
I costi variabili sono rappresentati dalle categorie di
costi che variano al variare dell’output. I costi fissi, sono
voci di costo che rimangono costanti al variare del
livello di output. Per alcune categorie di costo risulta
difficile l’attribuzione a una delle due voci.
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
L’impresa e i suoi elementi caratteristici per l’analisi nell’economia industriale: costi e profitti
Definizioni: costi
Costi C’(q)
q
fig.2
e) Costi ed orizzonte temporale.
Parliamo di breve periodo ogni qualvolta l’impresa non è in grado di variare la propria scala di
produzione. Attenzione ciò non vuol dire che la produzione non varia, ma che alcuni input
(impianto) non possono essere modificati. Tale orizzonte temporale non è predeterminato ma
dipende dal settore industriale e dalla tecnologia.
Domanda. Una volta che ho costruito un impianto il prezzo di vendita dipende dai costi fissi?
Spesso si considerano i costi fissi come i soli costi affondati. Ma ciò è un errore.
Domanda. La compagnia low cost fee-fly possiede molte rotte locali. Nel 2003 ha deciso di
coprire la rotta Roma Palermo e per fare ciò ha comprato un ATR. Nel 2004 si rende conto
che tale rotta è non profittevole. Il costo dell’aereo è un costo affondato?
I costi affondati sono un importante variabile strategica per l’azienda poiché rappresentano un
commitment ovvero un impegno vincolante.
g) Costi di Transazione.
I costi di transazione indicano le spese che devono essere sostenute per effettuare uno scambio,
al di là del prezzo del bene scambiato. Ricadono in questa categoria i costi di informazione e le
spese relative alla stesura e alla garanzia dell' osservanza dei contratti.
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 24/ESI1
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
L’impresa e i suoi elementi caratteristici per l’analisi nell’economia industriale: costi e profitti
Definizioni: costi
Esempio.
L’azienda alpha acquista un bene capitale per 5 Ml€ i suoi costi totali sono pari a 3 Ml€. La
settimana successiva all’acquisto il bene subisce un aumento 8 Ml€.
Domande
Si identifichino le alternative strategiche per l’azienda. Si determini:
- il costo contabile?
- il costo opportunità?
- il costo economico?
Domande.
La definizione di Profitto Economico soddisfa gli interessi dei portatori di interessi
istituzionali di azienda(manager, operai, proprietari)?
La massimizzazione del profitto operata nei corsi di microeconomia a quale definizione di
profitto si avvicina?
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
L’impresa e i suoi elementi caratteristici per l’analisi nell’economia industriale: costi e profitti
Definizioni: profitti
dove n è la durata economica dell’attività, FCt è il flusso di cassa in ogni periodo ed i è il tasso
di interesse.
The decision to produce below capacity increased the price of oil from an estimated $10
(if OPEC produced at full capacity) to around $16 per barrel. Domanada: di che mercato
si tratta?
Domanada. Considerate le 2 industrie descritte nei seguenti due articoli e per ciascuno identificate il
mercato di riferimento e quali altri eventuali mercati vengono coinvolti:
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-09-17/a-rischio-miracolo-shale-negli-usa-
sempre-piu-petrolifere-bancarotta--211451.shtml?uuid=ACI9qlz&refresh_ce=1
http://www.repubblica.it/tecnologia/2015/09/25/news/google_nel_mirino_dell_antitrust_usa_per_android
-123656588/?ref=HREC1-27
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 28/ESI1
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
In the summer of 1995, Microsoft introduced its Windows 95 operating system for computers
powered by Intel-compatible microprocessors (PCs). At the time, Microsoft’s MS-DOS
and Windows 3.1 (its graphical user interface) dominated the market for PC operating
systems. In its first antitrust investigation of Microsoft, the United States Department of
Justice (DOJ) estimated that Microsoft’s market share for PC operating systems in 1993
was almost 80%. According to the DOJ, Microsoft’s main competitors in the market for
PC operating systems were PC-DOS, with approximately 13% of the market, and IBM’s
OS/2, which had an estimated market share of 4%. Though considerable attention was paid
to Microsoft’s $200 million marketing campaign for Windows 95 (including a reported
$12 million for the rights to the Rolling Stones’ Start Me Up), less attention was devoted to
the price Microsoft decided to charge, around $200, although registered owners of Windows
3.1 could upgrade for around $100. Domanada: di che mercato si tratta?
In the summer and fall of 1994 the Rolling Stones embarked on their Voodoo Lounge Tour
of North America. The band earned a reported $119 million and established a record for
the highest grossing tour. Ticket prices charged by the Stones were in the $40 to $50
range. Domanada: di che mercato si tratta?
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 29/ESI1
1. Molti piccoli venditori e acquirenti. Il significato di piccolo è marginale. Ciò che più conta
è che nessun acquirente o venditore abbia dimensioni abbastanza ampie da poter influenzare il
prezzo di mercato (le imprese sono price taker).
2. Il prodotto è standardizzato. Tale definizione può essere molto restrittiva in molti casi.
Infatti, beni identici venduti nello stesse luogo ma in tempi diversi sono considerati prodotti
diversi da un punto di vista economico. Lo stesso vale per beni identici venduti in luoghi
diversi nello stesso momento.
3. Libertà e facilità di entrata e uscita. Non esistono ostacoli ad entrare ed uscire dal mercato.
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
I due mercati di riferimento per l’economia industriale: concorrenza perfetta e monopolio.
Gli esiti della Concorrenza Perfetta
p C’ p
CS
CMT O
pc
D=p(Q)
qc q Q
Qc
figura 3
RP
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 31/ESI1
Dall’esame della figura 3 è immediato ricavare come in concorrenza perfetta ogni impresa nel
lungo periodo:
pq - c(q)
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
I due mercati di riferimento per l’economia industriale: concorrenza perfetta e monopolio.
Definizioni: Monopolio
1. Esiste un solo produttore. Ciò implica che il bene prodotto dal monopolista non ha rivali.
2. L’entrata è bloccata. Ciò implica esistono delle condizioni, tecnologiche, giuridiche, etc,
che non consentono l’entrata di nuove imprese.
Industria = Impresa
p
CS C’ CMT
pm
RP D=p(Q)
R’
Q
Qm Qc
figura 4
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
I due mercati di riferimento per l’economia industriale: concorrenza perfetta e monopolio.
Le forme di mercato più comuni: Monopolio Puro, Impresa Dominante, Oligopolio Stretto e
Concorrenza Perfetta.
L’economia industriale pone come punto di partenza della propria analisi il confronto degli esiti
di queste due forme di mercato. Ciò non vuol dire eliminare le restanti forme di mercato. A
questo punto come possiamo identificare e tentare di classificare le diverse forme di mercato e
le relative industrie? Il primo modo è quello di considerare quante imprese vi operano è la loro
relativa quota di mercato . L’economia industriale adotta la seguente classificazione:
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Le forme di mercato più comuni: Monopolio Puro, Impresa Dominante, Oligopolio Stretto e
Concorrenza Perfetta.
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Le forme di mercato più comuni: Monopolio Puro, Impresa Dominante, Oligopolio Stretto e
Concorrenza Perfetta.
Le tipologie di mercato, la realtà: gli USA
Share of national income (%)
100 Pure Monopoly
Dominant Firm
Tight Oligopoly
Effective Competition
Fonte: The trend of the US economy 1940-1988. The Economics of Industrial Organization. W.G. Shepered. 1997
Domanda. Cosa osservate?
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 39/ESI1
In fewer than four years, Tyco has amassed a hanger business with annual revenue of more
than $400 million and 70 percent of the garment hangers, by industry executives' estimates.
Only a handful of rivals remain in the U.S., none with the global manufacturing reach that
big retailers and garment makers prefer.
Garment hangers, though essential to the retail clothing industry, are items most
people don't notice. At wholesale, most hangers cost between 6 cents and 25 cents each. The
lower price buys the flimsy, all-plastic white hangers found at mass merchandisers; toward
the upper end are the sturdy, clear hangers with metal hooks seen at many department stores.
Until a few years ago, most U.S. retailers inserted hangers in clothes at
distribution centers or at each store. Then, to cut labor costs, many switched to a system
called "garment on hanger," or GOH. Garments are put on hangers at the point of
manufacture and don't have to be touched till they're ready for display.
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Caso 2. Il potere di mercato nel “tempo”: le condotte.
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Not until 1997 were AMD and Cyrix capable of offering chips with Pentium-class
performance, at which point they had to deal with Pentium II. And when Pentium II came
out, the rules changed again. This version featured a proprietary connection or
cartridge. Computer manufacturers that wanted to switch to alternative suppliers in
the future would have to redesign their motherboards. By some estimates,
more than 70% of 1998 PCs contained the Pentium II. Intel has not only been able to
establish and maintain its dominance in the market for 486 processors-the so-called Wintel
standard. Its microprocessors have also either vanquished or marginalized all other families
of microprocessors. Its market share over the period 1993-1998 for all general-purpose
microprocessors was 80%. Worldwide market share in 1996 for the 486 family was
92.8%. Despite impressive speed advantages over the Pentium, IBM/Motorola's Power PC
(which is the power in Apple's PowerPCs) and Digital's Alpha microprocessor had market
shares of only 3.3% and 0,1 %.With the increase in the performance of its chips, Intel is
now starting to dominate other segments of the computer industry. In 1997 over 97% of
servers priced under $10,000, 75% of servers priced between $10,000 and $25,000, and
50% of all workstations sold contained Intel chips.
What is the constraining effect of small firms such as AMD and Cyrix on Intel's market power
and pricing?
What is the constraining effect on Intel's market power on its early microprocessor sales?
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
L’impresa Dominante. °
In una situazione del genere l'impresa con i costi inferiori ha una quota di mercato
relativamente grande ed è detta impresa dominante. Le rimanenti imprese denominate
imprese marginali o, frangia, sono price taker.
Come si vedrà fra qualche lucido in questa situazione l’impresa dominante che massimizza
i profitti non ha interesse a fissare un prezzo così basso da far uscire dal mercato tutte le
imprese marginali concorrenti. In secondo luogo, la presenza di questo tipo di imprese o la
minaccia di entrare mantiene il prezzo dell'impresa dominante più basso di quello di
monopolio.
L’impresa Dominante
c) Una terza ragione è che un gruppo di imprese può agire in modo coordinato
così da formare un' impresa dominante.
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Le ipotesi
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
R’d(p) qd(p)
qf Qf Q qd Q Q
Le ipotesi di base
2. Tutte le imprese, marginali sono price-taker e determinano i loro livelli di output nel
3. Il numero di imprese nella frangia non è fisso: si entra liberamente nel mercato
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
S(p)
=pd
R’d(p)
qd(p)
qf Qf Q qd Q Q
Siano ora:
c(q f ) e c(q d )
I costi totali per ogni impresa della frangia e per l’impresa dominante.
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
max f ; f pqf cf q f
qf
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
q dD QOf Q QOf
d f d f
Q Q q dD q dD
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coefficiente di variazione=CV= dev.stand/media ci da una misura della variabilità adimensionale. Ci
serve per non dover usare la varianza che non è dimensionale. Si usa spesso per fare dei confronti.
la varianza si usa per valutare la variabilità in generale di un valore. in finanzia si esprime come
p*c^2
in questa tabella osserviamo come in mercati caratterizzati da imprese dominanti, le imprese dominanti
vanno a lavorare sulla quantità per mantenere stabili i prezzi. osserviamo infatti che a coefficienti di
variazione degli output alti non corrispondono coefficienti di variazioni elevati dei prezzi.
Al contrario in mercati caratterizzati da un assenza di imprese leader(dominanti) possiamo notare
come in realtà a coefficienti di variazioni degli output alti corrispondano anche coefficienti di
variazioni elevati dei prezzi.
1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Confrontando le 7 industrie con leader nei prezzi con le altre che presentavano un
industrie con solo due imprese (aspetto nel quale il settore delle banane presenta
il risultato di gran lunga maggiore), i prezzi dei settori con un leader sono meno
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Il caso del Salmone Norvegese.
Farming salmon began in Norway in the 1970s. By the mid-1980s farmed salmon had become
a major export, especially to the United States. Farmed salmon competes with wild salmon,
but has an advantage in that fresh wild salmon is only available at certain times of the year.
The United States is the world's largest producer of wild salmon. However, much of this is
canned and it must be frozen if consumed outside of the harvest season. Farmed salmon can
be harvested year-round and thus is always available fresh. As a result restaurants in the
United States were significant buyers of Norwegian farmed salmon, and wild and farmed
salmon are not perfect substitutes. Throughout the 1980s Norway produced 50% to 70% or
worldwide farmed salmon. Il supplied almost 80% of farmed salmon consumed in the United
States over the period 1985-88. Its market share in 1985 was 86%, but declined to 69% in
1989. The reduction in market share was due to entry and expansion by other countries such
as Canada, Chile, Ireland, and Scotland. Norway's dominance lead to complaints that its
farmed salmon was being "dumped" into the American market. In 1991 the United States
imposed a countervailing tariff of just over 26% on imports of Norwegian salmon, effectively
eliminating imports of Norwegian salmon. The profitability of Norwegian aquaculture
technology led to adoption by other countries in the 1980s. However because of biological
considerations-production cycles are 3 to 5 years-entry is slow.
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Quando parliamo di mercato ci riferiamo sia alla domanda che all’offerta. Una tipica variabile
che descrive un mercato è il prezzo. Quali altre conoscete?
Negli USA vengono utilizzati i codici SIC (Standard Industry Classification). I codici SIC
sono codici a 4 cifre ognuna delle quali presenta un livello di classificazione più dettagliato.
Ad esempio il codice SIC: D3537 indica il settore dei trattori, rimorchi e muletti, che fa parte
della Divisione Industria.
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Definizione di Mercato e Industria: le fonti pubbliche
L'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha predisposto una nuova classificazione delle
attività economiche (ATECO 2002) in armonia con le rilevazioni statistiche europee. Il
settore industriale “Lavori di impianto tecnico, riparazione e manutenzione di motori,
generatori e trasformatori elettrici” è identificato dal seguente codice: 31.10.2. Tale settore è
compreso in quello generale relativo a Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici.
L’articolazione è la seguente:
DK. Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici
31 Fabbricazione di macchine ed apparecchi elettrici.
31.1 Fabbricazione di motori, generatori e trasformatori elettrici
31.10. Fabbricazione di motori, generatori e trasformatori elettrici
31.10.1 Fabbricazione di motori, generatori e trasformatori elettrici
31.10.2 Lavori di impianto tecnico, riparazione e manutenzione di motori, generatori e
trasformatori elettrici
Maggiori informazioni le potete trovare sul seguente sito: http://www.istat.it;
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page?_pageid=1090,30070682,1090_33076576&_d
ad=portal&_schema=PORTAL
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 65/ESI1
L'intensità della relazione tra due variabili quantitative X e Y può essere misurata in genere
mediante il coefficiente di correlazione, r, i cui valori sono compresi tra -1 (nel caso di perfetta
correlazione negativa) e +1 (nel caso di una perfetta correlazione positiva). Nel nostro ambito
utilizzeremo come variabili da un lato il numero di imprese e dall’altro un indicatore di
performance.
Domande.
Se l’indicatore di performance è rappresentato dal prezzo, che correlazione vi attendete con la
variabile numero di imprese?
Se l’indicatore di performance è rappresentato dal profitto economico (generalmente una sua
proxy) o dal benessere sociale che correlazione vi attendete con la variabile numero di
imprese?
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 66/ESI1
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
L’indice di correlazione:
Indicando con X il numero delle imprese e con Y un indicatore di performance il
coefficiente di correlazione è dato da:
n
Xi X Yi Y
i 1
n n
2 2
Xi X Yi Y
i 1 i 1
Le possibili relazioni:
Y Y Y
2 2
X Y Xi X Yi Y Xi X Yi Y Xi X Yi Y
1 16 -4 -4.89 19.56 16.00 23.90
2 24 -3 3.11 -9.33 9.00 9.68
3 22 -2 1.11 -2.22 4.00 1.23
4 23 -1 2.11 -2.11 1.00 4.46
5 19 0 -1.89 0.00 0.00 3.57
6 21 1 0.11 0.11 1.00 0.01
7 24 2 3.11 6.22 4.00 9.68
8 19 3 -1.89 -5.67 9.00 3.57
9 20 4 -0.89 -3.56 16.00 0.79
Tot 3.00 60.00 56.89
n n
n 2
2
Xi X Yi Y Xi X Yi Y
i 1
n
i 1 i 1
Xi X Yi Y
i 1
0.051
n n
2 2
Xi X Yi Y
i 1 i 1
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 68/ESI1
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Esercizio 1
Nel file margini.xls sono riportati i dati (numero imprese e margine di profitto netto medio)
per alcuni settori industriali americani). A partire dai dati riportati si risponda alle seguenti
domande:
b) Quale è il settore che è risultato più vicino alla definizione di concorrenza perfetta e
perché?
c) Sapreste spiegare come mai i settori industriali Alluminium e Utility (water) sono così
stabili nel corso del tempo?
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1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Esercizio 2
Nel file CocaCola.xls sono riportati gli andamenti di alcuni indicatori relativi alla
performance economica dell’azienda. Considerate l’evoluzione del “net margin” nel tempo e
confrontatela con quella del settore “Beverage (Soft drink)”
b) Potete concludere che per un regolatore è sufficiente per garantire un migliore benessere
aumentare il numero di imprese che operano in un’industria?
Letture:
David E. Clark and Christopher G. Newton. Outsourcing lead optimisation the quiet
revolution. DDT Vol. 9, No. 11 June 2004. File: outsourcing.pdf
Marn M.C., Roegner E.V. Zawada C.C. Pricing New Product. McKinsey Quarterly 2003.
File: pricing.pdf
Goedhart et al . The five tipes of successful acquisition d enterprises. McKinsey Quarterly
2010. thefivetype.pdf
Michael Marn Eiric Roegner and Craig Zawada. The power of pricing. McKinsey
Quarterly. File: power.pdf.
Carsten Keller, Karl-Hendrik Magnus, Saskia Hedrich, Patrick Nava, Thomas
Tochtermann. Succeeding in tomorrow’s global fashion market. McKinsey Quarterly. File:
fashion.pdf.
36
1. Introduzione all’economia industriale e richiami alla teoria di base
Alcuni siti dove potete trovare dati relativi al numero di imprese e alla performance:
1. http://pages.stern.nyu.edu/~adamodar/
2. http://www.metamoney.com/
3. http://www.fortune.com
Generalmente esiste una relazione inversa tra il potere di mercato, ovvero la capacità delle
imprese di fissare prezzi al di sopra del costo marginale, ed il benessere sociale misurato in
modo statico.
37
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
Definizione di Potere di Mercato
Il Potere di mercato è relativo alla capacità di una impresa di aumentare in modo profittevole il
prezzo al di sopra di un certo livello competitivo (il livello di riferimento). Poiché il più basso
prezzo possibile che un'impresa può praticare è uguale al costo marginale di produzione, il
potere di mercato è di solito definito in funzione della differenza tra i prezzi praticati da
un'impresa e i suoi costi marginali di produzione.
Da un punto di vista empirico la definizione precedente comporta che per studiare un settore
industriale occorre valutare, o quanto prezzi di mercato praticati da un’impresa siano prossimi
ai costi marginale, o quanto tali prezzi si allontanino dai prezzi di monopolio. Nel primo caso
occorre effettuare stima dei costi marginali, mentre nel secondo la stima del prezzo di
monopolio dell'industria.
p
p PS
CS
O CS
pm C’
pc
D=P(Q)
D=P(Q)
Q
Qc Q
Qm
RP Figura 5
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso
RP= 76/ESI1
38
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
p PS
1.a)
1. Analisi Statica: CS
pm C’
1.a) (In)efficienza Allocativa
Dall’esame del grafico è immediato ricavare come prezzi al di sopra del costo marginale
producono un surplus dei produttori più alto, ma non abbastanza da compensare il più
basso surplus dei consumatori, conseguente ai prezzi più elevati. Inoltre, è presente una
perdita di benessere (PS).
Domande
La concorrenza perfetta garantisce un miglioramento paretiano?
Confrontando i le due forme di mercato siete in grado di capire quali sono gli “interessi”
delle aziende e dei consumatori?. E’ importante l’elasticità della domanda di mercato?
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 77/ESI1
39
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
Il concetto di X-inefficienza è €
stato introdotto da Leibenstein
[1966] ed è basato sull’ipotesi CMT
CMT1
che in monopolio la mancanza di
X-Inefficienze
confronto, ovvero concorrenza,
genera inefficienze manageriali. CMT2
(Il grafico mostra tale effetto sui
costi medi)
Figura 8 q
Un simile meccanismo è insito nella struttura stessa di ogni azienda ove si incontra una
separazione tra proprietà (azionisti) e gestione (manager). Gli azionisti sono interessati ai
profitti. I manager guardano alla retribuzione, alle prospettive di carriera, al livello di sforzo
etc. Si crea un problema principale agente in cui un agente (il manager dell'impresa) deve
intraprendere azioni che massimizzano l’obiettivo del principale (azionisti).
La ricomposizione dell’obiettivo
Soluzione esterna
Soluzione interna
40
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
1.b) (In)efficienza Produttiva: le X-Inefficienze
Livello di concentrazione ** **
degli azionisti
Soluzione interna
Soluzione esterna
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 81/ESI1
Il margine di profitto risulta dell’11,2 % più elevato negli Stati che hanno politiche meno
Lo strumento delle stock option è statisticamente meno frequente negli stati che hanno
41
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
1.b) (In)efficienza Produttiva: le X-Inefficienze
Domanda. La proxy utilizzata per misurare la quota di mercato nei precedenti articoli è coerente con la
definizione di potere di mercato?
Il ruolo della concorrenza, evidenzia il modello è duplice. Il primo effetto, detto «effetto da
minaccia di liquidazione» induce sicuramente un più elevato livello di sforzo. Quando la
concorrenza aumenta, la probabilità di fallire tende a crescere, dal momento che il livello dei
profitti si riduce. Il costo sopportato dal manager nel caso di fallimento lo induce quindi ad
impegnarsi maggiormente. Il secondo effetto è opposto, effetto costo del management,
(segue)
42
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
1.b) (In)efficienza Produttiva: le X-Inefficienze
La ricomposizione dell’obiettivo: evidenza empirica 2.
(segue), quando la concorrenza si intensifica, i profitti diminuiscono, e di conseguenza può
diventare troppo oneroso per il proprietario, che percepirebbe solamente i profitti al netto
dalla remunerazione al manager, indurre uno sforzo sufficiente a ridurre i costi. Il risultato
finale è quindi incerto. In figura 10, l’effetto minaccia è rappresentato dalle linee blu e
l’effetto costo da quelle rosse.
costi medi
Esito finale?
Figura 10 # imprese
43
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
1.c) Le attività di rent-seeking
Le principali fonti di costo di un vettore
aereo e il loro peso sui costi totali sono
riportati nella tabella 1. Alcuni di questi
costi variano a livello nazionale (lavoro e
carburante) o anche su scala più piccola
(tariffe aeroportuali e servizi a terra),
mentre altri fattori produttivi sono
acquistati su mercati internazionali. I costi
dei vettori aerei dipendono da numerose
dimensioni dell'organizzazione produttiva
che riguardano la composizione della
flotta, il tipo di rotte servite, l'ampiezza
della rete di collegamenti e la struttura
della rete.
Giannaccarri A., 2003. “Volo Alitalia verso il mercato”. Mercato concorrenza e regole, n.8, pp.
201-207.
- abuso utilizzo slot (1994-1996),
- accordi code-sharing con aumento delle tariffe tratte nazionali (1999),
- over commission: premi alle agenzie (2001, 2002),
- supplemento tariffario insieme altre 5 compagnie.
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 87/ESI1
Seppure esistano differenziali nei costi dovuti a determinanti locali Neven et al. [2006]
evidenziano che l’industria europea del trasporto aereo nel periodo 1976-1994, ha
mostrato prezzi medi dei servizi di trasporto vicini a quelli monopolistici nonostante i
margini di guadagno (profitti) siano in linea con quanto si può ottenere in un mercato
competitivo.
Domande.
Quale configurazione di mercato rappresenta meglio il mercato del trasporto aereo?
A cosa possono essere imputati i bassi margini (profitti) a fronte di potere di monopolio?
Nel caso VW.case esistono attività di Rent-seeking?
44
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
2) (In)efficienza dinamica
Costi
F: costo da sostenere per effettuare l’innovazione che riduce i costi di produzione
Costi di produzione (rendimenti costanti di scala)
c : costo marginale senza innovazione
c : costo marginale con innovazione
n: profitto senza innovazione, c c
i: profitto con innovazione
2) (In)efficienza dinamica
INCENTIVI
Monopolio: Im Concorrenza Perfetta:Ic
i>F+ n=Im
> Ic= 0+F< i
Il risultato ottenuto non può essere generalizzato concludendo che l’efficienza dinamica,
innovazione, è più facilmente raggiungibile in quei mercati che si avvicinano maggiormente
alla situazione di concorrenza perfetta. Schumpeter (1943), argomenta e dimostra come sia
proprio il potere di monopolio ad incoraggiare l’innovazione
45
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
2) (In)efficienza dinamica
2) (In)efficienza dinamica
Allora chi innova nella realtà?
46
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
2) (In)efficienza dinamica
Ma c’è di più
E’ evidente come le attività innovative, tenuto conto delle caratteristiche settoriali, siano
stimolate da due elementi apparentemente opposti: da un lato concorrenza, che rende le
imprese più inclini ad investire in ricerca come reazione ai bassi profitti; dall' altra un
sufficiente potere di mercato che permetta di beneficiare ex post dei frutti degli sforzi
innovativi. Ma cosa può favorire o rallentare un simile fenomeno?
2) (In)efficienza dinamica
47
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
2) (In)efficienza dinamica
Indicati con:
Parliamo di innovazione:
prezzo di mercato: p m c
radicale se pm c c
2) (In)efficienza dinamica
Definizione: innovazione radicale e non radicale.
Innovazione
non radicale radicale
p p
pm c
c c
m
c p c
D(p) c
R’ D(p)
R’
q Figura 12 Q
Chi effettua un’innovazione non radicale Chi effettua un’innovazione radicale
non riesce ad appropriarsi di tutti i benefici, riesce ad ottenere il massimo benefici:
ma solo di una parte (rettangolo diviene monopolista
tratteggiato)
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 96/ESI1
48
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
2) (In)efficienza dinamica
Un modello. Gli incentivi all’innovazione e gli spillover.
Consideriamo un mercato in cui operano due imprese che producono un bene omogeneo e che
competono sul prezzo. In tale mercato l’attività innovativa, di tipo non radicale, permette di
ridurre il costo di produzione. Le imprese prima di competere sui prezzi devono decidere il
livello di attività innovativa da effettuare.
Siano:
c1 c - X1 (1)
c2 c - X2
costo unitari di produzione per le due imprese. Dove:
X1 m1 m2
(2)
X2 m2 m1
Rappresentano l’ammontare di ricerca e sviluppo disponibile da ciascuna impresa. Tale
ammontare dipende dalla propria attività di R&S, mi (i=1,2) e dallo spillover [0,1]. Se =1
l’attività innovativa del mio competitore e completamente appropriabile se =0 l’innovazione
è escludibile.
2) (In)efficienza dinamica
Un modello. Gli incentivi all’innovazione e gli spillover.
Siano, inoltre:
C R2 &S m 22
2
i costi associati alle attività di R&S. Inoltre, per ipotesi, le due imprese competono sul prezzo e
conseguentemente le loro funzioni di domanda sono date da:
Q se pi pj
q i (pi , p j ) 0,5Q a p i se p i p j (4)
0 se pi p j
49
quello che andiamo a dimostrare è che non conviene investire in ricerca e sviluppo quando
c’è un certo theta, cioè un grado di spillover che permetta alle altre imprese di acquisire la
consocenza che deriva dall’innovazione.
p1 p2 c prezzi
Scriviamo le due funzioni di profitto nel punto “smile” e determiniamo l’ammontare ottimo di
R&S per l’impresa 1.
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 99/ESI1
1 c c m1 a c m12 (6)
2
2 c c m1 a c
50
se l’innovazione è imitabile non avremo incentivi ad innovare. In un paese è importante
mantenere una protezione dell’innovazione, della proprietà intellettuale. é importante far si che
ci sia un adeguato sistema di tutela dei brevetti, altrimenti in generale un’impresa no avrebbe
incentivi ad innovare.
1 a c (7)
0 a c m1 m1
m1
Caso b)
L’innovazione non è appropriabile =0. Dalla (6) e (8) otteniamo:
2
a c (8)
2 c c a c 0 1
2
Domanda. L’impresa 1 ad incentivo ad innovare?
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 102/ESI1
51
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
2) (In)efficienza dinamica
Un modello. Gli incentivi all’innovazione e gli spillover. NON FARE
Considerazioni:
Caso c)
L’innovazione non è ne completamente appropriabile ne non appropriabile (0,1). Dalla (8):
2 2
a c 1 a c 1
2 (9)
2 2
Il precedente modello seppure con i limiti insiti nella sua costruzione, ad esempio la certezza
degli effetti della R&S, mostra come la mancanza di forme di tutela dell’attività innovativa
possano rallentare tali attività e conseguentemente generare inefficienza dinamica.
Cosa fanno le autorità per evitare ciò?
Dal precedente modello appare evidente come esista un trade-off tra efficienza dinamica ex
ante (incentivo all’innovazione) ed efficienza statica ex post (creazione di monopoli o mancata
diffusione dell’innovazione nel caso di innovazioni non radicali).
La strategia migliore per il governo è rappresentata da promettere dapprima alle imprese un
guadagno dall’innovazione (protezione) e una volta ottenuto ciò rimangiarsi la promessa.
Chiaramente un siffatto comportamento è atteso dalle imprese che non innoveranno.
Il governo deve attuare dei comportamenti (politiche, leggi) che vincolino il suo impegno
iniziale. Deve effettuare un commitment (tagliarsi i ponti alle spalle) e ciò avviene con le
seguenti leggi su:
- brevetti,
- diritti di autore,
- marchi di fabbrica
- segreto industriale o di fabbricazione
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 104/ESI1
52
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
2) (In)efficienza dinamica: le politiche (brevetti, diritti di autore e marchi di fabbrica)
I marchi di fabbrica sono costituiti da parole, simboli o altri segni utilizzati per distinguere
un bene o un servizio fornito da un'impresa da quelli forniti da altre imprese.
Il segreto industriale riguarda principalmente un processo produttivo che per sua natura
trova origine nell’azienda o richieda necessariamente, per il suo utilizzo, l’accesso nella
azienda stessa.
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 105/ESI1
53
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
I brevetti sono fra le forme che garantiscono l’esclusività (spillover pari a 0) quelle che
garantiscono un maggior poter di monopolio. Nella tabella vengono riportati alcuni dati
relativi all’importanza delle diverse forme di protezione a livello indutriale.
Domanda 1. Perché, secondo voi, nel settore industriale dell’Ingegneria elettronica il peso dei
brevetti è scarso?
Domanda 2. E quindi vero che l’innovazione è solo funzione della struttura dell’industria
(numero, aziende, etc)?
54
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
Le royalty.
Un brevetto fornisce all'inventore il monopolio di un'idea per un periodo di tempo
determinato. Il detentore del brevetto può realizzare direttamente il prodotto (o adottare il
nuovo processo) oppure concederlo in licenza in cambio di un pagamento di una royalty. Ora
dimostreremo che, se il mercato prima dell'innovazione è concorrenziale, per un inventore che
massimizza i profitti è indifferente essere l'unico venditore del prodotto oppure concederlo ad
altri in licenza. Tuttavia, per un regolatore che considera l’efficienza dinamica un tale
strumento può risultare assai utile.
Quanto sopra osservato può essere ricavato graficamente. In particolare distinguiamo fra
una innovazione radicale e non radicale. Gli elementi per l’analisi sono quelli già introdotti:
55
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
2) (In)efficienza dinamica: le royalty
Domande. Gli incentivi dell’innovatore sono diversi nelle due situazioni? Cosa accade al
surplus del consumatore?
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 111/ESI1
Domande. Gli incentivi dell’innovatore sono diversi nelle due situazioni? Cosa accade al
surplus del produttore e più in generale al benessere?
56
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
57
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
$157 million. Amount of licensing revenue earned by New York University in 2006. “New
York University hauled in $157 million in 2006 by charging licensing fees to use faculty
inventions. Stanford University, a distant second that year, collected $61 million.” (Tim
Simmons, Staff Writer, “University inventions' cash value unrealized,” The News & Observer,
April 20, 2008).$150 million. Royalties received by the University of Florida from sales of
Gatorade developed by inventor Dr. Robert Cade. “Dr. Robert Cade, [invented] Gatorade at
the University of Florida in 1965 as a way to both quench players' thirst and replace
carbohydrates and electrolytes lost through sweating in the intense Florida heat. . . He created a
$19-billion industry, the industry sports drinks. Robert Cade came up with a formula for
Gatorade back in 1965. . .The Florida Gators for whom it was named drank it the entire 1966
season. But as [Chairman of the University of Florida department of medicine, Dr. Edward
Block] recalls, Gatorade hit it big the following year when Florida beat Georgia Tech in the
Orange Bowl. ‘At the end of the game,’ recalls Dr. Block,” when the coach for Georgia Tech
was being interviewed, they said to him, well, coach, what happened? And he said, well, the
difference in the game was those Gator boys drank Gatorade at half time, and that was it.’ Now
owned by Pepsi, Gatorade has an 80 percent share of the sports drink market, and it's generated
more $150 million in royalties for the University of Florida, which helps explain why the
University of Florida recently dedicated a historic marker on campus recognizing Dr. Robert
Cade and his invention, Gatorade.” (Greg Allen, “Robert Cade, Inventor of Gatorade, Dead at
80,” NPR Morning Edition, November 28, 2007) Listen to this NPR story.
Economia dei Sistemi Industriali 1 Prof. Paolo Mancuso 115/ESI1
58
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
59
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
Le royalty: esercizio
Sia Q = 100 – p la funzione di domanda inversa. Sia 30 € il costo marginale in assenza di
innovazione. Se 20 € è il costo marginale in presenza di innovazione. Si determini sotto
l’ipotesi di rendimenti di scala costanti:
a) il tipo di innovazione,
b) l’incentivo ad innovare per un monopolista e per un’azienda in concorrenza perfetta,
d) se in base a quanto ricavato nel punto c) concordate con le ipotesi di Schumpeter che il
monopolista ha maggiori incentivi ad innovare?
60
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
Il modello (Scherer).
La soluzione la otteniamo per via grafica (figura 16). In blu rappresentiamo i benefici ed in
rosso i costi attualizzati
€ in ogni processo di innovazione c’è una fase
Bpv iniziale in cui il costo è inevitabilmente alto e
in cui quindi i costi sono maggiore dei
benefici. ci sarà poi un punto in cui il beneficio
sarà massimo e il costo minimo, e quindi
Cpv quello sarà il punto in cui si dovrà lanciare il
prodotto sul mercato
t° t
Figura 16
Nel punto t° avverà l’innovazione. In tale punto i guadagni eccedono i costi per l’ammontare
maggiore. A questo punto ci chiediamo in che modo la struttura di mercato può influenzare
tale risultato.
man mani che si aumenta il numero dell e imprese nel mercato, i benefici derivanti dall’innovazione diminuiscono,
come si nota nel grafico sottostante. Si arriva a un punto in cui ci sono così tante imprese sul mercato che non converrà
più innovare
Il modello (Scherer).
L’aumento del numero di imprese presenti in un mercato sposta la curva dei benefici verso il
basso e aumentandone la pendenza (perché?)
€
Bmpv Beneficio in Monopolio
t°° t° t
Figura 16
Via via che le imprese aumentano si riduce l’incentivo ad innovare. In generale i mercati
oligopolistici sono quelli che garantiscono un più rapido progresso tecnologico.
61
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
Due letture e relative domande
Come abbiamo visto, la presenza di innovazioni, sia di processo che di prodotto, appropriabili ha
un effetto negativo sull’efficienza dinamica. Lo stato può intervenire attraverso forme di sussidio
sia dirette che indirette:
Indirette:
Crediti di imposta per chi svolge attività di R&S.
Favorire l’attività cooperativa nelle fasi di R&S.
Dirette
Sovvenzionare le imprese per svolgere particolari programmi di ricerca.
62
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
Cosa hanno mostrato gli studi empirici sul ruolo del sostegno pubblico all’innovazione
Mansfield (1984), in base a uno studio su 25 grandi imprese del settore chimico, petrolifero,
delle attrezzature elettriche e dei metalli primari degli Stati Uniti, conclude che senza
sovvenzione dello stato queste imprese avrebbero finanziato solo tra il 3% il 20% della R&S
sull'energia che hanno invece svolto con il sostegno del governo.
Lichtenberg (1987) riscontra che, per l'intero settore privato, le spese federali per la R&S
non portano ad aumentare o diminuire in modo statisticamente significativo le spese del
settore privato. Pertanto, lo Stato può aumentare la somma totale destinata alla ricerca e
nello stesso tempo essere certo che tali spese non ridurranno di un uguale importo gli
investimenti in ricerca da parte dell'industria privata (si veda però l'Esempio 14.4 sul libro di
testo)
Le essential facilities
Definizione.
Un qualsiasi input, che in una data industria risulti indispensabile a tutte le imprese in essa
presenti per operare e che non sia facilmente duplicabile.
63
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
Le essential facilities
Esempio 3: le TLC
France and Germany provide an interesting contrast of the path toward telecommunications
deregulation. Both countries started from a similar initial situation, with a large, state-owned
operator controlling virtually all of the country's telecommunications. Both countries allowed
new competitors to enter the market at about the same time. Beyond this, the differences are
more significant than the similarities. One of the most important steps in the deregulation
process is the "interconnection decision," that is, determining the amount of money a
competitor has to pay to use the incumbent's local network. In France, a distinction was made
between new competitors that built their own networks and those that didn't: the latter
were required to pay a higher access fee. No such distinction was made in Germany. This
gave bare-bones resellers an advantage in Germany, at least during the first year. In fact, these
firms did not have to make significant investments and nevertheless were able to access the
Telekom network at the same price as other new entrants.
64
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
Esempio 3: le TLC
The treatment of new competitors in Germany is more favorable in several respects. Far
example, German customers wishing to try a new long-distance carrier can do so by
simply dialing the access code and then the desired number. They are billed in a single
Deutsche Telekom statement, and the corresponding amount is transferred to the new
competitor. No such "call-by-call" option is available in France. The most significant
difference between Germany and France is, however, the level of the access fees. Before
the interconnection decision was made in Germany, Deutsche Telekom asked for a fee of
6.5 pfennig per minute. Competitors pushed for a one-pfennig rate. The German
regulator followed an unexpected route: It took the average of the access fee in 10
countries and carne up with the value of 2.7 pfennigs. That this value was unexpectedly
low is proved by the fact Deutsche Telekom's stock dropped by 7.7% in a single day and
by a further 6% a few days later. After one year of competition, 51 new rivals entered
the market to steal about one third of Deutsche Telekom's long-distance business.
During the same period, France Telecom lost a mere 3% market share. Deutsche
Telekom's CED claims his competitors are nothing but "arbitragers“ who simply use the
low access fees to piggyback on Telekom's network. In fact, few carriers invested in their
own network during the first year after deregulation.
Esempio 3: le TLC
In December 1998, the German regulator reacted to this problem by allowing Deutsche
Telekom to charge higher access fees to resellers who don't build their own network, a
distinction the French regulator made from the start. The importance of the
interconnection decision shows in the numbers. Whereas Deutsche Telekom's stock had
its ups and downs, France Telecom's shares soared 103% during the first year of full
competition. In contrast, long-distance charges in Germany have fallen by nearly
90% in one year, and local competition exists in more than one dozen cities. Rates
in Germany have gone from among the highest in the world to among the lowest in
the world. Rates in France have also dropped, but by much less than in Germany.
65
2. Le politiche pubbliche per la concorrenza ed il benessere sociale
FINE
INTRODUZIONE
66