Per l’esame avremmo 3 test in via ostiense 139, dove il primo tratterà della prima parte, il secondo test della
prima parte + la seconda e il terzo test delle due parti precedenti + l’ultima. Bisogna partecipare
necessariamente a tutte e tre i test per avere un voto finale.
Ci saranno sia domande aperte che domande a crocette.
Da definire ancora:
1° Test: venerdì 4 novembre;
2° Test: venerdì 25 novembre;
3° Test: martedì 20 dicembre.
Il libro è tecnologia & produzione. Tratteremo:
1. Gestione della produzione (capitolo 4, tutto): parlando dei processi produttivi, delle tecnologie e
delle fasi della gestione della produzione;
2. Organizzazione della produzione, (capitolo 3, da pagina 155/186, da 187 cenni);
3. Qualità, (capitolo 5, tutto);
4. Innovazione, (capitolo 1 da pagina 1/15 e 82/97 e capitolo 2 tutto );
Parleremo delle diverse tipologie dei processi produttivi, di come è modificata l’organizzazione in funzione
dell’innovazione tecnologica inserita nei processi produttivi e dell’organizzazione delle risorse umane.
Tecnologia di produzione = modo e mezzo-tramite, attraverso il quale gli input di un processo produttivo
vengono trasformati in output.
La parola tecnologia significa arte, mestiere, capacità pratica = scienza pratica.
La produzione trasforma dei fattori di input, in qualcosa di diverso come i prodotti e servizi, (riguardano
anche oggetti materiali).
La tecnologia è la messa in opera di un idea che passa per un processo scientifico/ produttivo.
Il tema fondamentale è capire come si relazionano i temi della produzione, dell’organizzazione e della
gestione della produzione , ma tenendo presente che stiamo affrontando un ambito estremamente dinamico,
dove l’innovazione, (concetto di trasformazione dall’idea scientifica ad un idea commercialmente
applicabile), dove trasforma economicamente l’idea in un fatto operativamente applicabile. Un altro tema
fondamentale è l’organizzazione delle risorse.
Flussi fisici ed economici nel processo produttivo
Il processo produttivo è l’elemento che genera effettivamente la trasformazione fisica di qualcosa, ed è
l’unico modo attraverso il quale siamo in grado di rispondere ai bisogni che la società richiama.
Il processo produttivo si divide in:
- Processo fisico: materiali, prestazioni, uomini, tecnologie, capitali, prodotti e servizi;
- Processo economico: costo materiali, salari e stipendi, ammortamenti, utili, oneri finanziari e il
fatturato;
Valore aggiunto = fatturato – costo materiali e prestazioni.
Tratteremo anche dei fornitori perché sono parte esterna all’azienda e condizionano fortemente quello che
poi l’azienda sarà in grado di realizzare/produrre come prodotto e/o servizio finale.
Senza un processo fisico l’azienda non esisterebbe.
Nel processo economico, i costi che si sostengono devono essere in grado di coprire gli investimenti e
soddisfare la richiesta dei clienti.
Introduciamo le istituzioni, cioè le regole del gioco, e il cambiamento dell’esistenza sociale. Abbiamo una
parola chiave, che ha un grosso impatto, ovvero la sostenibilità.
Parlare di processi produttivi è come una lente che guarda il futuro; non si può prescindere di immaginare
attraverso le idee, di variegare attraverso la scienza e di applicare attraverso la tecnologia, delle soluzioni
che siano in grado di mantenere alto l’impatto economico e di ridurre l’impatto in termini ambientali e di
massimizzare il valore in termini di benessere dal punto di vista sociale, di qualunque processo produttivo.
Nel mondo del lavoro, dobbiamo chiederci sempre:
- Quali sono i modelli istituzionali, (regole del gioco);
- Quali sono le idee disponibili e le tecnologie già realizzate;
7/10 - Gli obiettivi della lezione di oggi sono:
° Contestualizzare i concetti di tecnologia e innovazione nell’ambito del mercato globale e del Sistema
Impresa e introdurre le definizioni di prodotto, produzione e processi produttivi;
° Comprendere la classificazione dei processi produttivi;
° Analizzare il layout, il ruolo della tecnologia e delle persone nei processi produttivi.
Il mercato globale
La globalizzazione è un processo di crescente integrazione dei sistemi economici nazionali.
La globalizzazione è conseguenza:
- Della liberalizzazione degli scambi;
- Dei movimenti di capitale,
- Dei movimenti dei fattori produttivi;
- Del progresso tecnologico
Il covid è stata una situazione globale, (effetto a cascata), ha portato ad una distribuzione in luoghi in cui era
meno costoso a prescindere da dove il prodotto dovesse essere consumato.
La globalizzazione ha effetti sui sistemi economici:
Maggiore sviluppo;
Maggiore concorrenza;
Riduzione dei prezzi di beni e fattori produttivi
La globalizzazione ha effetti positivi in termini di opportunità di maggiore sviluppo, ha sviluppato
sicuramente molta concorrenza, ed ha contribuito alla riduzione dei prezzi. Può avere effetti più controversi:
La riduzione occupazione nei Paesi industriali e sulle economie dei PVS;
Forme di diseguaglianza e sfruttamento.
L’agenda 2030, a livello mondiale si sono stabiliti degli obiettivi, che prevedono degli impegni che vanno
dal benessere sociale, dalla capacità di consumo sostenibile. Sono 17 obiettivi tra i diversi paesi.
Quando parliamo di tecnologia dei cicli produttivi, (con il tema della sostenibilità), possiamo immaginare i
paesi che stanno investendo tanto sull’innovazione, anche con impatti sostenibili economici, ma se non è
integrata a livello mondiale, difficilmente si riesce ad uscire da una crisi.
Fino a ieri ai manager veniva chiesto di ottimizzare il risultato di breve termine riconoscendo anche la
peculiarità a prescindere dagli impatti che questi potevano generare. Oggi, invece, con il risultato legato
esclusivamente al fattore economico, ci dobbiamo assumere le nostre responsabilità.
Un altro aspetto importante che condizionerà l’evoluzione dei processi produttivi è la Customer Experience,
dove in qualche maniera chi acquista servizi o prodotti a sempre più bisogno di essere stimolato attraverso
esperienze originale e sempre più innovative. Altri aspetti importanti sono:
- Co-creazione e Service Innovation;
- Sharing economy e consumo collaborativo;
- Social Media e Social Network ;
- Electronic-commerce e mobile-commerce
Il ruolo dell’innovazione della tecnologia
Se oggi abbiamo prodotti e servizi in grado di catturare l’immaginazione e di creare l’attenzione e di creare
nuovi mercati e distruggerne altri, questo processo non è rose e fiori, però il punto di partenza è qualcosa che
caratterizza noi essere umani, ad esempio, l’immaginazione. Abbiamo la capacità di immaginare ciò che non
esiste, e di questa immaginazione sappiamo generarle e trasformarla in un bisogno. Tutto ciò che usiamo è
pervaso di tecnologie.
La tecnologica è pervasiva per ogni tipo di settore, tanto più è pervasiva tanto più c’è un avanzamento. La
realizzazione dei prodotti più avanzati, è oggi il risultato di combinazioni delle “tecnologie chiave” che
comprendono trasversalmente più settori. Le tecnologie modificano il mondo dei servizi.
I processi produttivi (capitolo 4)
Il prodotto ha un valore perché può essere venduto, nasce con un investimento, (richiede l’organizzazione,
tecnologie, tempo, infrastrutture...), lo posso vendere perché sono stato bravo ad intercettare un bisogno nel
mercato. Il legame tra prodotto e tecnologia, lo possiamo dividere concettualmente in 3 categorie:
I. Prodotti tecnologicamente avanzati: prodotti che sono estremamente all’avanguardia e cercano
sempre l’innovazione;
II. Prodotti intermedi: comprendono la parte dell’innovazione tecnologica, ma hanno un contenuto
tradizionale;
III. Prodotti tradizionali o maturi.
Quando parliamo di questa differenziazione la possiamo associale al ciclo di vita del prodotto.
Il ciclo di vita del prodotto vale per qualsiasi tipo di prodotto.
Il ciclo di vita di un prodotto è sempre più breve, la velocità nel lanciare sul mercato un prodotto innovativo
e nel rispondere all’innovazione dei concorrenti, è la nuova chiave competitiva, da cui deriva la corsa alla
riduzione dei tempi di sviluppo di un prodotto (lead time).
Gli elementi di ciclo di vita del prodotto hanno la possibilità rispondere al cambiamento del mercato e di
generare nuovi bisogni, sono strettamente collegati all’innovazione tecnologica.
Possiamo definire il prodotto anche secondo diverse prospettive, ovvero come una sorta di sistema di vari
componenti che messi tutti insieme, grazie alla loro sinergia, generano quel prodotto.
Proprio per la sua capacità di integrazione di varie parti è un sistema che nasce con l’idea di rispondere a
certi bisogni e aspettative del cliente.
Il prodotto totale è quello che l’azienda immagina, pianifica, progetta per rispondere a dei bisogni, e quel
prodotto stesso può integrare elementi tecnologici, materiali e di servizi, che caratterizza una determinata
categoria di brand e una determinata tipologia di automobile.
Il prodotto totale è un sistema che tiene conto di tutte le aspettative del cliente e comprende:
▪ Il prodotto generico (es. automobile) che è l’oggetto della transazione, (tra prodotto totale e prodotto
generico cambia, perché dire automobile da smart, Mercedes, Lamborghini è differente, perché
quest’ultime sono prodotti totali pronti alla vendita);
▪ Il prodotto atteso che risponde alle esigenze minimali del cliente (es. termine di consegna, assistenza
tecnica). Il prodotto atteso è quel tipo di concetto che scatena la soddisfazione e l’insoddisfazione del
cliente, (ciò che il cliente si aspetta quando riceve il prodotto), è una combinazione di tanti elementi. È
una capacità di risposta da parte dell’azienda per un cliente e mancare quest’empatia tra il prodotto e i
propri clienti significa generale insoddisfazione.
L’insoddisfazione ai tempi di oggi, è tecnicamente pericolosa, perché si scatenano social, blog e
l’immagine di un azienda può essere distrutta con una sola relazione negativa di un cliente. Per l’azienda
il concetto di prodotto atteso significa regolare dei processi interni, ad esempio i tempi di consegna.
▪ Il prodotto integrato che offre vantaggi e servizi non attesi (es. offerte di garanzia). È un integrazione di
diverse aziende, ad esempio, l’azienda che vende delle automobili, ha fatto accordi con una compagnia
assicurativa, e quando vende un automobile offre il servizio della compagnia assicurativa;
▪ Il prodotto potenziale che include tutto ciò che il cliente può attendersi, cioè il cliente non sa cosa vuole.
Intercettare un bisogno di cui non si ha neppure bisogno, ma poi diventa essenziale, ad esempio il
telefonino.
La produzione ha l’obiettivo di trasformare alcune cose che prima non c’erano . Per fare questo ha bisogno
di molte cose, complesso di mezzi, semilavorati, componenti, tecnologie, fatti esterni che combinati tra loro
permetto di realizzare un cambiamento, (nessuna cosa che è entrata in un modo rimane così com’è).
Il servizio è un prestazione immateriale che consente di soddisfare uno o più bisogni dei clienti.
Anche l’erogazione del servizio può prevedere una transazione.
La Servitization è la progressiva integrazione di servizi integrati ai prodotti e rappresenta l’individuazione di
soluzioni integrate al prodotto/servizio che permettono di risolvere un problema o un bisogno del cliente.
Un sistema di produzione è costituito da:
° Un complesso di mezzi, di unità e di risorse che determinano la trasformazione fisica dei fattori
della produzione;
° Un complesso di mezzi che assicurano il flusso delle materie prime, dei semilavorati e dei
componenti nel processo produttivo, fino al completamento del prodotto finito.
° La trasformazione dei fattori produttivi permette di realizzare il prodotto (trasformazione, manuale,
meccanizzata rigida, robotizzata).
Qual è l’elemento di base del sistema produttivo?
L’elemento più importante è il processo, le materia prime sono un anello del processo.
Il processo produttivo è una combinazione di tante attività, all’interno di qualsiasi azienda ci sono i processi.
Dobbiamo comprendere come una sequenza di attività, sequenziali e che proprio attraverso il lavoro che si
fa, si genera il cambiamento e la trasformazione delle cose. Ed è attraverso un processo che noi generiamo
un valore, che è sia materiale (parte fisica), immateriale (parte di sevizi), o mobile.
PROCESSO = Sequenza di ATTIVITA’ interrelate e caratterizzate da INPUT e da OUTPUT e dal relativo
VALORE AGGIUNTO.
Il processo lo potremmo rappresentare con attività, (input), che si susseguono e con risorse necessarie:
Materiali: primari, secondari, semi componenti, tecnologie;
Persone: fortemente collegato all’organizzazione delle risorse umane che permette la trasformazione;
Impianti e macchinari: tecnologie, che offrono una forma di investimento importante.
Capitali.
Output: consegnare ai clienti i prodotti/ servizi che essi ordinano, con qualità richiesta e nei tempi
concordati, l’insieme di questi elementi formano i ricavi.
I ricavi con le risorse genera il risultato economico aziendale, ovvero il valore aggiunto. All’interno di
un’azienda non ci sono solamente i processi produttivi ma possiamo allargarci come ad esempio i processi
organizzativi. La progettazione di prodotti e servizi è correlata al loro processo di produzione:
− La progettazione di prodotti o servizi: devono essere concepiti in modo tale che essi possono essere
creati efficacemente;
− La progettazione dei processi che producono il prodotto o servizio: i processi dovrebbero essere
progettati in modo da essere efficienti.
Le decisioni che vengono prese durante la progettazione del prodotto o servizio, impattano sul processo che
li produce. La progettazione la dobbiamo fare considerando delle variabili:
- Posizionamento del processo: che ne definisce le caratteristiche generali:
o Input e output;
o Posizionamento delle diverse attività e fasi che susseguiranno;
o Decidere la tecnologia che ho bisogno di utilizzare nel mio processo;
o Sapere quali sono le competenze che le risorse umane devono avere;
o Capire come immagino la mia produzione in termini di quantità e varietà di quel prodotto.
- Analisi del processo: affina i dettagli:
o Capire com’era strutturato il processo prima;
o Incorporare nel progetto la variabilità del processo.
La personalizzazione richiede una flessibilità di utilizzo dei vari componenti, e devo immaginare prima di
fare. Devo costruire tanta flessibilità/ varietà, come faccio?
La costruisco attraverso gli output che mi permettono dei punti di scambio da utilizzare, ad esempio posso
utilizzare alcuni semi componenti invece che altri.
La varietà significa prodotti che hanno un prodotto generico simile ma con componenti diverse, ad esempio
l’automobile con i cerchioni diversi, senza tettuccio, sedili di pelle… Varietà e volumi condizionano il
posizionamento del processo e la progettazione che noi riusciamo a mettere in campo.
Le decisioni relative ad un processo possono richiedere una quantità relativamente grande di tempo e denaro
per poter essere implementate, mentre le esigenze del mercato, in un ambiente concorrenziale, possono
cambiare rapidamente.
Le aziende possono utilizzare una combinazione di tipi di processo produttivo.
11/10 La progettazione di prodotti e servizi è correlata al loro processo di produzione
Ci sono varie scelte da fare che condiziona il posizionamento strategico del processo che impatta in termini
di investimenti che devono essere sostenuti per poterlo realizzare. Bisogna capire anche la forma e la natura
del processo e il modo più comune è quello di posizionare il processo in base alle caratteristiche del
VOLUME & VARIETA’ di prodotti/servizi.
Abbiamo sempre più una richiesta di elasticità dei processi produttivi alle variazioni del mercato, devo
essere in grado di anticipare il cambiamento e rendere flessibile la mia azienda, rispetto alle mie condizioni
esterne, (competitività).
Dobbiamo essere sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale. L’impresa che investe deve
garantire sia con effetti positivi che negativi al soggetto economico la stessa tipologia di prodotto, sia sul
contesto ambientale che alle persone.
- Persone: termini di benessere individuale e sociale;
- Ambientale: termini di sfruttamento delle risorse disponibili sul pianeta che abbiamo a disposizione.
Processi a lotti
▪ Volumi e varietà medi;
▪ Possono assomigliare al processo a reparti ma non hanno la stessa varietà/quantità;
▪ Realizzano più di un prodotto alla volta;
▪ Ci sono attività di tipo ripetitivo;
▪ Ad esempio: produzione di capi abbigliamento, componentistica settore auto, macchine industriali,
alimenti surgelati gourmet…
Processi di massa
Produzione di tantissime quantità di un prodotto, per massimizzare il valore, in termini di remunerazione.
▪ Alti volumi, bassa varietà;
▪ Attività ripetitive e molto prevedibili;
▪ Sequenza lineare di attività;
▪ Ad esempio: produzione di alimenti come pizze surgelate, imbottigliamento birra, produzione
automobili.
C’è l’esigenza di mantenere la forza e il valore, garantendo una flessibilità di personalizzazione del prodotto
per rispondere a esigenze del cliente, che ai giorni d’oggi vi chiede un esperienza legata all’utilizzo del
prodotto/ servizio. Una ricerca di flessibilità è sempre presente e garantita dalla combinazione
dell’innovazione tecnologica e l’idea del prodotto che voglio realizzare (innovazione del prodotto).
Processi continui
▪ Processi h24, sono prodotti in un flusso senza fine;
▪ Hanno tecnologie rigide e ammortamenti importanti;
▪ Flusso lineare e scorrevole;
▪ Operano con volumi più elevati della produzione di massa e con varietà inferiore
▪ Ad esempio: raffinerie, server, centrali elettriche, acciaierie…
I processi produttivi dei servizi
Il servizio è un prestazione immateriale che consente di soddisfare uno o più bisogni dei clienti. Il servizio è
più difficile da controllare, perché ha un fattore di materialità che rende il momento della produzione e il
momento dell’erogazione del servizio, lo rende più diretto al cliente. I
I processi di erogazione di un servizio hanno un impatto diretto sulla qualità del servizio.
La distribuzione di un bene immateriale richiede di definire un’organizzazione in grado di fornire lo stesso
livello di servizio in contesti diversi.
Una parte del processo si svolge in front office e una parte in back office.
Possiamo descrivere una caratterizzazione dei servizi, in base alla varietà e volumi.
❖ Service shop
▪ Livelli di contatto con il cliente, personalizzazione, volumi dei clienti e discrezionalità del
personale intermedi;
▪ Mix tra front e back office;
▪ Offre standard e personalizzazione
Esempi: ristoranti, alberghi, negozi di marca.
❖ Servizi di massa
▪ Molte transazioni con I clienti e bassa personalizzazione;
▪ Sono fortemente meccanizzati e orientati al prodotto;
▪ Il valore è nel back office con un modesto intervento del front-office, che segue rigide procedure
Esempi: supermarket, aeroporti, compagnie aeree.
Lead Time
Costruisco, scelgo e studio il tempo che deve essere destinato ad ogni fase di lavorazione, questo si interseca
con la procedura. Ma condiziona il rapporto con il mercato, perché il tempo che intercorre tra il primo input
al momento in cui siamo in condizione di realizzare il prodotto finito, determina la capacità di rispondere ad
una domanda del cliente.
Il Lead Time in tutti i processi rientra come fattore produttivo, ma in quei processi in cui si avvicina la
relazione tra l’impresa e il mercato influisce ancora di più.
Il flusso condiziona molto il risultato in termini di efficacia.
Si intersecano delle competenze di vario genere, ovvero:
▪ Competenza manageriale: perché devo intersecare vari aspetti anche con una valutazione dei costi e
una valutazione strategica;
▪ Ingegneristica: la produzione richiede anche una procedura ingegneristica.
Si possono avere due visioni:
▪ Strettamente interna con riferimento al singolo impianto produttivo o una specifica impresa;
▪ Ampia con riferimento alla intera catena del valore Supply Chain, (più aziende), ogni azienda è
specializzata nella trasformazione di una determinata fase.
Rete prodotto
Studia le relazioni e connessioni tra diversi semi componenti che formano un prodotto. Proprio perché il
prodotto finale è l’assemblaggio di questi semi componenti guardando una rete, aiuta a studiare come e dove
conviene posizionare i magazzini polmone, devo avere un luogo fisico per il magazzino e devo decidere i
componenti, in quale fase dovrà essere utilizzato e per quali prodotti sarà necessario.
Rete processo
Ho un elevata quantità di processi e infatti Porter (Catena del valore), identifica processi primari e quelli di
supporto, spesso quelli di supporto non c’entrano niente con la produzione. Sono lo studio che permette di
evidenziare le relazioni che intercorrono tra i diversi processi e che proprio attraverso questo input/output,
permettono di ottenere il risultato finale.
All’interno dell’azienda devo immaginare che ci possono essere dei processi che a seconda del prodotto
finale, a volte entrano in connessione altre volte no.
Proprio perché i processi potrebbero non essere fatti tutti all’interno della stessa organizzazione, abbiamo
outsourcing, ovvero risorse esterne.
L’azienda in alcuni casi fa delle scelte dove mi controlla se gli conviene realizzarlo nel mio impianto,
(gestione diretta), oppure se mi costerebbe di meno affidarmi ad un’altra azienda che lo fa per me e mi
fornisce quel semi componente. Però abbiamo dei vantaggi e svantaggi:
° Buy: ci tiene lontani dalla gestione di quel processo;
° Make: ci impegna su costi fissi che ci saranno indipendentemente dalla domanda di mercato.
Il capitolato è un documento in cui sono scritte per filo e per segno le caratteristiche del prodotto o del
servizio che dovrà essere rilasciato da un potenziale fornitore. Questo capitolato rappresenta un documento
formale, caratteristiche definite (orario prodotti, quantità ecc.…). Queste regole molto spesso sottostanno
alla scelta del fornitore.
Se il fornitore non è in grado di garantire quel prodotto secondo le regole del capitolato può pagare delle
penali, perché se sbaglia condizionano tutto il processo produttivo dell’azienda.
Outsourcing può essere in-coming oppure out- coming.
Posso decidere di realizzare gli impianti sia per produrre ciò che serve a me sia per gli altri, cioè posso
diventare fornitore di qualcun altro ed entrare in questa rete di produzione. Oltre a me posso produrre per
altri committenti, questo mi aiuta con il fatturato e il business.
18 ottobre – capitolo 3
Obiettivi della lezione
▪ Introdurre i principali modelli produttivi: cenni sull’evoluzione storica;
▪ Comprendere l’evoluzione dei modelli produttivi in funzione dei cambiamenti tecnologici della
produzione.
Tecnologia, innovazione, modelli produttivi
Qualunque paradigma organizzativo richiama sia elementi fisici, che ne determinano le caratteristiche, sia
aspetti di tipo organizzativo che riguardano lo stile che l’organizzazione ha. Il sistema valoriale condiziona
le scelte strategiche dell’organizzazione e condiziona lo stile manageriale e di leadership.
Ci deve essere coerenza tra aspetti più fisici che riguardano le tecnologie.
Il modello organizzativo è influenzato:
° Dalle tecnologie legate alla trasformazione fisica;
° Dal flusso dei materiali;
° Dal flusso ed il modo di trasferire le informazioni.
Nello stesso tempo dietro questo paradigma fisico e tecnico, c’è un paradigma gestionale ed organizzativo
che sfrutta al massimo le tecnologie e le opportunità del sistema interpretandolo di volta in volta.
Quindi possiamo analizzare i modelli produttivi in base a due prospettive
1° In funzione all’evoluzione tecnologica;
2° In funzione dei modelli manageriali.
In entrambi i casi i modelli produttivi dipendono anche dalle caratteristiche dei mercati che hanno
determinato e determinano una evoluzione delle figure professionali. Entrami i fattori creano dei diversi
modelli produttivi e che sono caratterizzati non solo da fattori interni ma anche fattori esterni. Abbiamo:
▪ Evoluzione tecnologica;
▪ Evoluzione dei modelli manageriali;
▪ Evoluzione dei mercati a livello macro;
▪ Evoluzione delle competenze associate ad ogni tipo di lavorazione.
Evoluzione tecnologica
L’industria 4.0, se la guardiamo in un flusso temporale ampio, è una delle ultime generazioni
dell’evoluzione industriale che sottopone sempre l’attenzione al fattore lavoro, piuttosto che alla
sostituibilità di tale fattore con le macchine.
Abbiamo 4° rivoluzioni industriali:
1° Telaio meccanico (1784): sistemi meccanici basati su acqua e vapore;
2° Catena di montaggio (1870): energia elettrica e divisione del lavoro, da una capacità produttiva
limitata ad una possibilità di sfruttare le opportunità delle produzioni di massa;
3° PLC (1969): passaggio all’automazione, cioè, la macchina sostituisce ma non è in grado di
controllare e con l’automazione si aggiungono funzioni alla macchina che vengono sottratte al fattore
umano, ma il fattore umano resta molto importante all’interno dell’azienda. Cambia il proprio ruolo e
la competenza;
4° Industria 4.0, (oggi): si basa sul concetto di industria 4., intelligenze artificiali e Internet of Things, si
basa sull’idea che IT possano essere integrate nel processo produttivo e all’interno del business,
messe in relazione risorse e fattori. Il fattore umano può diventare estremamente limitato e con
competenze sempre più alte e significative.
Artigianato, manifattura e macchina a valore – 1° rivoluzione
La caratteristica della produzione prima era disponibile un unico macchinario che riusciva a fare diverse
attività in funzione dell’inserimento di diversi componenti. L’organizzazione della produzione prevedeva
l’utilizzo di un solo tipo di macchinario con parti intercambiabili.
La figura professionale che era associata al tipo di lavorazione viene chiamato manutentore perché è come
se fosse un meccanico capace di comprendere la macchina. La capacità produttiva dell’artigiano si amplifica
in termini di numerosità, variabilità e tempi di realizzazione del prodotto stesso.
Ognuna di queste riguarda sia i materiali necessari e il lavoro necessario, sia il modo in cui scandisco i ritmi
di approvvigionamento.
Le previsioni, in accordo con la legge dei grandi numeri, risultano tanto più affidabili quanto maggiore è la
dimensione della popolazione statistica. Per ragionare sui numeri grandi è necessario ricorrere
all’aggregazione che può essere fatta lungo due dimensioni: il tempo ed il prodotto.
Tecniche di previsione
Le tecniche di previsione della domanda si dividono in quantitative e qualitative.
Per le quantitative utilizziamo due famiglie modelli:
1. I modelli basati su serie storiche: si definisce un arco temporale e si studia l’andamento della domanda
in quell’arco temporale, studiandone i brand in modo da poter immaginare il futuro che ci siamo
preposti. Si basano su dati quantitativi emersi dalla storia passata della domanda stessa.
Si dividono in tre classi:
A. Regole semplici: si basano sulla domanda di periodi precedenti
B. Identificazione e scomposizione di un trend: mettono in evidenza il trend generale isolando le
componenti casuali delle variazioni nella domanda passata
C. Utilizzo ponderato dei consuntivi di rendita recenti che si serve di quattro tecniche diverse:
a. Media mobile;
b. Attenuazione esponenziale;
c. Filtri adattivi;
d. Box-Jenkins.
2. I modelli causali: si studia quali sono le cause che determinano delle variazioni rispetto ad una
determinata variabile. Variabili che possono influenzare la domanda in una relazione causa/effetto.
Possiamo avere due modelli:
A. Modelli di regressione ad una equazione: in essi il termine di previsione, chiamato variabile
dipendente, si ipotizza che vari in modo sistematico con una o più variabili indipendenti;
B. Modello econometrico: guarda ad un insieme di equazioni di regressione dove alcune delle
variabili dipendenti in un’equazione diventano variabili indipendenti in altre equazioni.
La fase quantitativa si associa ad uno studio di tipo qualitativo e queste due informazioni integrate mi danno
una lettura più chiara della realtà che andrò ad affrontare.
Uno dei metodi il più diffusi è il metodo Delphi, (tecniche qualitative), il quale si basa su interviste profonde
e focus gruppo, che serve a comprendere alcuni fenomeni attraverso l’informazione che possiamo acquisire
da persone esterne e che ci aiutano ad interpretare il dato quantitativo.
La difficoltà è la selezione delle persone che andrò ad intervistare e dovrò codificare delle informazioni e
interpretarle per avere un quadro più corretto e oggettivo possibile.
Quando parliamo di tecniche di previsione e le associamo ai piani e alla programmazione, le aziende
utilizzano uno strumento di pianificazione che si chiama Over Planning.
Over planning
Viene utilizzato nei modelli di tipo monocentrico, perché avendo una minore flessibilità rispetto alle
quantità, cercano di supportare con un extra quantità in magazzino, cerca di rendersi autonomo.
L’over planning si tratta di una sovra-stima, (ci carica di costi), da una parte ci aiuta a coprire un surplus di
domanda dall’altra ci carica di costi nel momento in cui c’è il processo inverso.
Per poter disporre di un buon piano di produzione è necessario:
▪ Disporre di previsioni il più possibile precise;
▪ Applicare l’over planning ai componenti a basso grado di prevedibilità;
▪ Suddividere in zone temporali il piano.