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L’ITALIA DOPO L'UNITÀ

Tra il 1850-1870 ci fu la seconda rivoluzione industriale:


-sviluppo tecnologico; crescita finanza, l’economia è sempre più mondializzata e si crea il
sistema monetario aureo +banche che finanziano le industrie e creano così il capitalismo
finanziario+infrastrutture e vie di comunicazione 1870 e 1905-crescita produzione
industriale, nuove fonti energetiche(petrolio e elettricità),nuovi metalli e fibre e strumenti
operativi.
La classe operaia: lavoratori generici o specializzati (aristocrazie operaia), ceto medio e
questi favoriscono e chiedono:sindacati e organizzazioni politiche, diritto di sciopero,
legislazione sociale, miglioramento della situazione socio-sanitaria negli ambienti lavorativi,
istruzione elementare x tutti.Così il movimento socialista diventa partito socialista.
Nel 17/03/1861 si riunisce il Parlamento a Torino che aveva:-monarchia costituzionale lo
statuto albertino -re Vittorio Emanuele II.
L’italia dopo l’unità è un paese arretrato che vede:
-80% analfabeti
-una mancata igiene e scarsa sanità
-2% erano le sole persone al diritto di voto , poiché il diritto di questo era ancora legato al
reddito.
Si creano poi così la DESTRA STORICA e la SINISTRA STORICA. La lunga e difficile
costruzione dello stato italiano dal 1861-1876 fu opera della DESTRA STORICA:
-Erede del liberalismo moderato di Cavour; formata da un’elite di proprietari terrieri del
centro-nord . Provvedimenti:
-costruiscono ferrovie, strade e scuole;
-istituiscono il servizio militare obbligatorio;
-rendono obbligatorie e gratuite le prime due classi della scuola elementare; -aboliscono le
barriere doganali interne, ma queste peggiorano il sud perchè non in grado di reggere la
concorrenza del nord
Problemi:
-Differente sviluppo sociale, economico e culturale che divideva la penisola in tre;
-Tasse molto alte per la costruzione dello Stato e l’estinzione del debito pubblico
-“piemontizzazione” forzata del Paese,poiché Torino è la capitale
Conseguenze:
-distacco tra Governo e popolo
-nel Sud: Brigantaggio = forma estrema di protesta sociale. La guerra sarà vinta nel 1866
dallo Stato: inizio della“Questione meridionale”(è il divario tra nord e sud)data da:
-agricoltura: al nord aveva metodi moderni e migliori condizioni di vita e al sud latifondo,
senza investimenti e nessun miglioramento nei sistemi produttivi.
-anafabetismo: la media nazionale 62%, ma in alcune zone del sud anche 90%.
-condizioni di vita: al sud le conduzioni igienico sanitarie erano inesistenti e +diffusione delle
malattie infettive; al nord era meglio.
-industrie: al sud poco esistenti e in crisi perchè senza strumenti adeguati
-finanze pubbliche
-organizzazione dell’esercito: difficoltà a capirsi perché non c’è una lingua comune.
Obiettivi di recuperare:
-Il nord: Trentino-Veneto-Friuli, che erano austriaci + Roma e Lazio

Guerra austro-prussiana = Terza guerra d’Indipendenza italiana


Nel 1866 la Prussia, che sta per entrare in guerra con l’impero, propone alleanza all’Italia:
occasione per liberare il Veneto.Alla fine, l’Austria cederà solo il Veneto.
LA QUESTIONE ROMANA = conflitto tra Regno d’Italia e Chiesa
Nel 1861 Roma era stata proclamata simbolicamente capitale del Regno.La Chiesa
continua ad opporsi all’Unità italiana.I deputati della Destra, pur essendo cattolici,
seguono l’ideale di Cavour: “LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO”.Pio IX rifiuta ogni accordo
e scomunica il re. E cosi,Garibaldi lascia Caprera e, alla testa di 2000 soldati volontari,
marcia su Roma per conquistarla con la forza. Ma la minaccia di Napoleone III, costringe
l'esercito italiano ad intervenire contro lo stesso Garibaldi, che fu feritosull’Aspromonate.I
governi successivi, in attesa di risolvere la questione, trasferiscono nel 1865 la capitale a
Firenze. Nel 1867, Garibaldi tenta nuovamente la marcia, con 7000 uomini; viene sconfitto a
Mentana.Sarà solo la guerra tra Prussia e Francia, e la conseguente fine dell’Impero
Napoleonico, a
consentire il definitivo ritiro delle truppe francesi dal Lazio. Nel 20 settembre 1870
un reparto di bersaglieri entra a Roma dalla breccia di Porta Pia. In seguito,Roma e Lazio,
con un plebiscito, accettano l’annessione al Regno d’Italia. I Rapporti Stato/Chiesa saranno
regolati dalla “Legge delle Guarentigie”, cioè "garanzie", che
riconoscono l’esistenza di un nuovo stato: il Vaticano. Nel 1871 Roma è capitale.

LA SINISTRA AL GOVERNO 1876-1896


Nonostante abbia pareggiato il bilancio dello Stato, la Destra perde alle elezioni del 1876.
Viene sostituita dalla Sinistra= democratici risorgimentali. I presidenti del consiglio sono
Depretis, e poi Crispi.
Agostino Depretis è un politico che voleva unire le idee della destra e della sinistra
storica, e favorisce così il trasformismo. Gli interessi di entrambi i partiti cercano di
diventare comuni per fare un'unico partito. Il trasformismo faceva in modo che gli ideali
politici non esistessero più tra queste due, per lasciare posto ad interessi che fossero
comuni .

Riforme:
-applica meno tasse ,
-amplia il suffragio universale maschile: che porta i votanti dal 2% al 7%: maschi, almeno
21 anni,
paganti 20 lire annue di tasse o che abbiano superato esami 2 elementari.
-fa l'istruzione obbligatoria fino alle 3 elementare.
Dopo di lui viene al governo in nomina di presidente del consiglio Francesco Crispi, dal
1887/1896 .Era contrario al trasformismo e fa 4 cose principali:
-conquistare l'Etiopia con una politica coloniale, ma sarà una fallimentare politica
coloniale che porterà alla sconfitta di Adua(1896) ,per via della mala organizzazione
dell'esercito italiano. Vuole far ciò per espandere il dominio nazionale , aumentare risorse ,
espandere un ideologia nazionalista nei cittadini e per far in modo che gli altri paesi notando
questa campagna coloniale avrebbero temuto maggiormente l’Italia.
-vuole creare delle masse unioni per eliminare la disegualità tra gli italiani. Decise così di
fare costituire più monumenti pubblici e di cercare di fare sviluppare un sentimento
nazionalista per trovare punti in comune tta gli italiani.
3) fa delle riforme: una nuova riforma penale che abolisce la pena di morte , una sicurezza
pubblica (+ potere alla polizia ) ed include il diritto allo sciopero.
4) reprimere i conflitti , come il brigantaggio ,ma c'erano altri squilibri come “Gli fasci
siciliani” . Questi sono gruppi di lavoratori che hanno il simbolo di un fascio e insorgono per
la loro situazione economica scomoda causata dallo Stato.
Successivamente nomina nel 1889 Giolitti ministro del Tesoro e delle Finanze.La sconfitta

ad Adua del 96 sarà l’evento definitivo che segna il declino politico di Crispi. (Altre

Importanti riforme della Sinistra:Abolizione tassa sul macinato;adozione del

protezionismo per difendere le attività nazionali dalla concorrenza estera).

Nel 1878: muore Vittorio Emanuele II; gli succede Umberto I, che regnerà fino al 1900: età
umbertina

GIOLITTI
Giolitti era un uomo sobrio e moderato, esattamente come le sue posizioni politiche,

orientate verso un liberalismo progressista, lontane dagli entusiasmi patriottici.

Inizialmente vicino alla Sinistra storica del presidente del consiglio Agostino Depretis, se ne

distanzia presto, criticando severamente il trasformismo. Nel maggio del 1892 la scelta per

il nuovo presidente del consiglio cade su Giolitti che, quando era stato ministro, si era fatto

notare per le sue capacità e per la sua indipendenza da Crispi.A far cadere il primo governo
Giolitti nel 1893, è però uno scandalo: un comitato parlamentare accusa il presidente del

consiglio di aver coperto, negli anni in cui era stato ministro del Tesoro, gravi irregolarità

compiute dalla Banca di Roma in cambio di anticipazioni in denaro, con cui i politici

finanziavano le proprie campagne elettorali. Nel 1903 viene nominato a capo del governo,

ed inizia così la vera propria età giolittiana, ed in questo periodo Giolitti : 1)rende la

pressione fiscale più equa applicando il principio della progressività delle imposte 2)lascia

una relativa libertà organizzativa alle masse operaie, in particolare non reprimendo i Fasci

dei lavoratori in Sicilia. Questo atteggiamento suscita l’opposizione dei liberali più

conservatori, che invocano misure speciali per reprimere con la forza le rivolte operaie.

Attua questi atteggiamenti perché ritiene che soltanto attraverso il miglioramento delle

condizioni economiche e sociali delle classi popolari il paese avrebbe potuto conoscere

prosperità e tranquillità.

-POLITICA INTERNA GIOLITTIANA:Per prevenire anche le agitazioni e migliorare le

condizioni di vita dei lavoratori per favorire così un progresso nazionale, ricorre a delle

riforme di tipo sociale. Decide così di:

-fare una legislazione a favore dei lavoratori anziani, infortunati o invalidi

- emanare delle norme per tutelare il lavoro di donne e bambini.

-migliorare le condizioni salariali, che contribuirono ad aumentare la richiesta di beni di

consumo sui mercati e conseguentemente di ampliare anche la produzione.

-estendere a tutti i lavoratori l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e

di istituire l’Istituto Nazionale per le Assicurazioni (INA)


-trasferire allo Stato le spese per l'istruzione elementare (questo permise di costruire

nuovi edifici e combattere più efficacemente l’analfabetismo)ed estendere l’obbligo

scolastico fino al 12 anno di età.

-distribuire gratuitamente il chinino contro la malaria

-attuare anche riforme igienico-sanitarie che favorirono un aumento della popolazione.

Attua anche dei miglioramenti in ambito industriale dati da :

-provvedimenti di commesse pubbliche e di protezionismo doganale, e ciò fa raddoppiare

la produzione agricola

-sviluppo del fatturato da parte delle industrie meccaniche, chimiche, tessili e alimentari.

-affermazione dell'industria automobilistica, della gomma e idroelettrica.

-estensione della rete ferroviaria , infatti vennero costruite nuove linee e ampliate quelle

esistenti e realizzati nuovi trafori come quello del Sempione. Ma, lo sviluppo dell’industria,

dell'agricoltura e il conseguente progresso sociale non si distribuirono in modo non del

tutto uniforme su tutto il territorio nazionlale, perchè le regioni del sud restavano

sottosviluppate per via delle condizioni di arretratezza economica e sociale, rispetto a

quelle centrali e del nord. Avendo compreso che la trasformazione economica e sociale del

paese esigeva non solo una base di consenso parlamentare ma anche un'apertura alle

forze politiche, Giolitti decide così di cercare un accordo con il Partito socialista, che aveva

un programma di riforme ben diverso dal suo. Propone a Filippo Turati , a capo della

corrente riformista allora alla guida del partito, di entrare nel suo primo governo per evitare
così ogni tentazione rivoluzionaria. Non ci riuscì e ci fu nel 1904 il primo sciopero generale

nazionale, che in seguito dopo qualche anno ,come conseguenze ebbe:

-che la corrente socialosta trovò molti punti d’accordo con la politica di Giolitti. A rafforzare

la corrente socialIsta del socialismo contribuì la nascita della Confederazione generale del

Lavoro (CGL).

-un riavvicinamento alla Chiesa con l'obiettivo di un reciproco appoggio per far fronte al

pericolo della crescita dei “rossi”. Dalla “dottrina sociale della Chiesa”, si sviluppò nel

cattolicesimo italiano un orientamento favorevole ai principi liberali. L’accettazione della

situazione politica italiana si accompagnò così a una più ampia apertura verso i

fondamentali diritti dell’intero corpo sociale.Pio X decide di ammettere la possibilità di una

partecipazione dei cattolici alle elezioni pubbliche.

Un importante rifrorma che ci fù nel 1912 è quella del suffragggio universale maschile:

ammetteva al voto tutti i cittadini di sesso maschile che avessero compiuto 30 anni-che

sapessero leggere e scrivere- o se avevano svolto il servizio militare .

IL PATTO GENTILONI: Per favorire lo schieramento liberale a lui favorevole decise di

stipulare un accordo con Vincenzo Ottorino Gentiloni. In questo patto:

-i cattolici si impegnavano a sostenere l'elezione dei deputati liberali

-i liberali in cambio, si impegnavano ad abbandonare le politiche anticlericali (es. legge sul

divorzio)e a difendere le scuole cattoliche e l'insegnamento della religione.

Tuttavia, il risultato non fu quello sperato, perché il Primo ministro non poté consolidare una

maggioranza in grado di sostenere la sua azione politica e tutte le recenti trasformazioni


sociali e politiche e la nascita dei partiti di massa sembravano non favorire ciò.(Questo suo

metodo fu simile al trasformismo di Depretis nonostante le sue critiche al riguardo).

LA POLITICA ESTERA GIOLITTIANA : punta in questi anni ad:

-a ridurre la permanenza nella Triplice Alleanza a un patto puramente difensivo

-un avvicinamento con la Francia

-accordi con Francia e Inghilterra. In questo modo, la Francia riconoscerà la priorità

italiana sulla Libia e una penetrazione in Tripolitania e Cirenaica, in cambio del

riconoscimento Italiano di quella Francese sul Marocco. Desiderano di nuovo che

l’Italia si affermi come una grande potenza, dotata di un impero coloniale e così nel

1910 nasce l’Associazione nazionalista Italiana, che inizia una campagna

stampa,anche finanziata dal mondo cattolico, per spingere il paese alla conquista

della Libia, che l’Italia realizzerà nel 1911 con la guerra Italo-Turca. Giolitti iniziò ad

essere favorevole ad una gueera per dare soddisfazione ed attenuare l’opposzione

del movimento politio nazionalista e x accontentare i moltemplici interessi

economici interni,come quelli delle finanze e delle industrie.

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