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L’ITALIA DALLA SINISTRA STORICA ALLA CRISI DI FINE SECOLO

La destra storica deluse le aspettative perché non riuscì a risolvere né la questione romana, né la questione
meridionale e nemmeno l'analfabetismo; introdusse solo tasse che furono difficili da accettare. Nelle
elezioni del 1874 salì la Destra storica nuovamente ma tutto il meridione votò la sinistra (a queste elezioni
non parteciparono i cattolici per rispetto del "non expedit" di Papa Pio IX). Nelle elezioni del 1876 la destra
perse altri voti per la proposta di nazionalizzare la rete ferroviaria e il presidente del consiglio Minghetti
diede le dimissioni. Salì al governo DEPRETIS, membro della Sinistra Storica e alle elezioni del 1876 ci fu la
rivoluzione parlamentare che vide il 70% dei consensi dati alla Sinistra. I membri del partito erano ex
membri delle fila mazziniane e il loro programma (esposto nel 1875) prevedeva l'abolizione della tassa sul
macinato, l'estensione del diritto al voto e istruzione elementare gratuita e obbligatoria. Depretis ebbe 8
incarichi e governò fino al 1887 e fece molte alleanze politiche anche con i moderati di Destra e diede inizio
alla collaborazione tra i due governi. Le leggi introdotte da Depretis furono la legge Coppino; la riforma
elettorale del 1882 abolizione della tassa sul macinato nel 1879-80. Con la politica di Depretis si parla per la
prima volt di politica del "trasformismo" che consisteva nella confluenza di più schieramenti politici che non
costituivano un'entità parlamentare precisa (molti pensavano a forme di corruzione basate su
soddisfacimento di interessi personali). Per quanto riguarda l'ambito economico Depretis prese posizioni
protezionistiche che sostenevano il Nord Industriale e posizione interventiste che portò alla nascita di
gruppi industriali (Torino-Milano-Genova) al Nord mentre nel centro c'erano grandi risorse di manodopera
e venivano sfruttati per il pagamento delle tasse.

Dopo la conquista e il protettorato imposto sulla Tunisia, svaniva il sogno della conquista italiana del Nord
Africa; L'Italia decise così di creare un trattato difensivo nel 1882 che prese il nome di Triplice Alleanza con
Germania e Austria-Ungheria per fronteggiare la Francia. L'Italia prova a conquistare il Corno d'Africa ma
fallisce miseramente creando un grande malcontento popolare soprattutto in Etiopia.

CRISPI: Crispi si servì della delusione provata dagli italiani dopo la sconfitta in Etiopia e si mostrava come
l'uomo forte di cui l'Italia aveva bisogno; infatti deteneva il potere esecutivo per anni (fu anche un grande
sostenitori di Bismarck) Introdusse un nuovo codice penale e fu sostenuto anche da Zanardelli con il quale
abolì la pena di morte e permise la libertà di sciopero.

Crispi tentò comunque di controllare i consensi ma il suo esecutivo entrò in crisi già nel 1891. Alla fine
dell'800 ci fu una crescita dell'Industrializzazione e del mondo operario; ci fu 'esigenza di creare sindacati
che difendessero e promuovessero gli interessi del proletariato. IL movimento operaio però era
frammentato e solo successivamente si diffuse il socialismo marxista grazie alla nascita del PSI (partito
socialista italiano) a Genova nel 1895 che sosteneva le azioni dei sindacati. Nacquero le camere del lavoro
che però riguardavano solamente alcuni luoghi e frammenti del regno d'Italia e per questo nacque la CGDL
(Confederazione generale del lavoro) divenne il primo sindacato nazionale.

GIOLITTI: emerse nel 1892, un politico di stampo liberale e progressista. LE conquiste in politica estere
furono bloccate dalle gravi condizioni economiche dell'Italia infatti Giolitti incentrò l'attenzione sulle
condizioni del meridione; egli pensava che la loro miseria dipendesse da pessime condizioni di vita e per
questo lo Stato doveva intervenire introducendo una riforma tributaria di tipo progressivo (pagare le tasse
in proporzione alle proprie ricchezze); dopo lo scandalo delle banca romana del 1893 Giolitti dovette dare
le dimissioni (poiché fece circolare troppe banconote causando delle frodi finanziarie). Crispi non fu
incolpato e per questo ritornò al governo.

Crispi quindi convoca bel 1894 lo stato d'Assedio in Sicilia e tribunali militari speciali per contrastare i
movimenti operai; questo però gli provoca un gran malcontento popolare che si manifesta anche con la
stampa; Crispi infatti per paura dovette introdurre le leggi anti-anarchiche contro il PSI. UN altro
provvedimento di Crispi fu ritornare alla conquista del Corno d'Africa nel 1895 ma fallì dopo la disfatta di
Adua del 1896 e per questo, dopo molte polemiche Crispi si dimise nel 1901.

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