Il periodo tra la fine dell’Ottocento e il 1914 viene chiamato Belle
époque, in francese “bella epoca”. L’inizio del Novecento viene celebrato a Parigi con l’Esposizione universale, una fiera dove vengono esposte le scoperte tecnologiche ed è il simbolo del progresso e della fiducia nel futuro. Le invenzioni e le scoperte scientifiche e tecnologiche alimentano un clima di ottimismo: è la cultura del positivismo. Le nuove invenzioni: l’elettricità, il telefono e il telegrafo, cambiano la vita quotidiana. il motore a scoppio rivoluziona anche i trasporti privati: si diffondono le prime automobili, inizialmente prodotti di lusso. i trasporti pubblici vengono rafforzati: ci sono treni più veloci, aerei, dirigibili e transatlantici. Vengono introdotte anche nuove forme di arte ( nasce l’Art Nouveau, che in Italia si chiama stile liberty o stile floreale) e intrattenimento ( come la fotografia e il cinematografo ). Migliorano le condizioni igieniche, viene istituito il suffragio universale maschile e i sindacati aiutano di più i lavoratori. L'ottimismo però si contrapponeva agli aspetti negativi: le condizioni di vita dei contadini non miglioravano, le donne non avevano diritto di voto ed erano subordinate ed erano discriminate nel lavoro le fabbriche utilizzano il sistema di catena di montaggio (introdotto da Ford), cioè ogni singolo operaio fa sempre la stessa piccola operazione in maniera ripetitiva e la conseguenza è che non servepiù manodopera specializzata (a discapito del piccolo artigiano) e quindi ogni operaio può essere facilmente sostituito. Tra la fine dell’800 e i primi del 900 nascono e si diffondono dei partiti che appoggiano le istanze politiche delle classi proletarie : i partiti socialisti. Nascono anche i sindacati. Il periodo della Bella Époque è un periodo di grande espansione coloniale da parte delle potenze europee nei confronti di Africa e Asia. nel 1900 Umberto I di Savoia, re d’Italia dal 1878, viene assassinato dall’anarchico Gaetano Bresci.
1903/1914 diventa presidente del Consiglio il liberale Giovanni Giolitti
Effetti sulla società italiana dello sviluppo industriale:
maggior benessere che comporta un maggior consumo, si cominciano a vedere oggetti precedentemente impensabili nelle case degli italiani (bici, macchine da cucire). Gli italiani, in questi anni, iniziano anche ad emigrare lentamente verso il Nord italia, l’America/all’estero per cercare più ricchezza Il programma politico di Giolitti Giolitti era già stato al governo nel 1892 e si era mostrato contrario alla repressione delle manifestazioni, era convinto che il governo non doveva intervenire per impedire gli scioperi ,la diversità di opinioni e di programmi politici non andava punita. Giolitti si schierò decisamente a favore delle libertà delle organizzazioni sindacali che lottavano per accrescere i salari dei lavoratori. Perciò Giolitti cercò di trovare un accordo con le forze socialiste e adottò una linea di non intervento nelle vertenze tra imprenditori e lavoratori. La politica giolittiana verso i socialisti Giolitti si era sempre proposto di stabilire rapporti di collaborazione con i socialisti riformisti che riteneva rappresentassero la classe operaia settentrionale. Filippo Turati gli appariva l'interlocutore più affidabile in quanto più autorevole tra i socialisti in Italia.Turati fu propenso a collaborare con Giolitti ma dovette tener conto dell'avversione del PSI contro Giolitti. Proprio per questo il tentativo di Giolitti fallì, infatti Turati non poté sostenere troppo apertamente la collaborazione per non perdere la maggioranza del partito.
L'atteggiamento di neutralità assunto da Giolitti nelle vertenze sindacali fu mantenuto
anche nel corso del grande sciopero generale del 1904, guidato dai socialisti. Giolitti fece molte riforme: fu il primo ad introdurre una specie di pensione, rese obbligatoria la presenza scolastica fino ai 13 anni, rese obbligatorie le assicurazioni sul lavoroe fece delle leggi per lo sviluppo del sud Italia. Nel 1912 cambiò le leggi di votazione e la rese tale da arrivare suffragio universale maschile: potevano votare tutti i maschi che avessero almeno 30 anni oppure i maggiorenni (21 anni) i quali sapevano leggere e scrivere o avessero fatto la scuola militare. patto Gentiloni