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29 luglio 1900: Regicidio: Un anarchico (Gaetano Bresci) uccide re Umberto I a

Monza a causa della rigida politica del re, che solo due anni prima aveva ordinato la
repressione sociale a Milano quando il popolo chiedeva solo da mangiare perch era
arrivato alla miseria.
Si apre la questione sociale, comincia ad esserci un progresso economico a favore
delle classi possidenti. (Nel sud c'era il fenomeno del brigantaggio).
Il nuovo re, Vittorio Emanuele III (1900), cap di aver compreso la lezione
dell'assassinio del padre e, per questo, rinunci alla politica repressiva e autoritaria.
Cap quindi che c'era il bisogno di introdurre delle riforme sociali per ottenere una
pacificazione nazionale. Affid l'incarico di formare un nuovo governo a Zanardelli,
esponente della Sinistra democratica e progressista. Giovanni Giolitti divenne ministro
dell'interno. Giolitti bas il suo ruolo su una riforma dello stato, che avrebbe dovuto
riguardare l'unione fra una buona intesa burocratica e l'aumento del consenso nei
confronti del governo. Questo si sarebbe ottenuto con l'avvicinamento delle grandi
masse popolari alle istituzioni. Per questo, Giolitti:
- Non represse con le forze gli scioperi e le manifestazioni (Solo se ci fossero stati
grandi disordini pubblici)
Lasci una libert di riunione ed associazione. Favor cos le organizzazioni di
lavoratori.
Giolitti fu circondato da molte male ombre. Lo chiamarono Ministro della malavita.
Questa et si chiama et giolittiana perch fu lui ad ispirare la svolta politica, ma non
sar l'unico presidente del consiglio. LO SVILUPPO
DELL'INDUSTRIA ALL'INIZIO DEL 20ESIMO SECOLO.
La borghesia imprenditoriale del nord approfitt della fine del protezionismo e garant
all'Italia un decollo economico. In questo periodo l'Italia inizi ad inserirsi fra le
potenze industriali. Ci fu un riordino del
sistema Bancario, successivo allo scandalo della banca di Roma che port alla
costituzione della Banca d'Italia (1893). Ci fu una ristrutturazione e un rilancio delle
imprese siderurgiche.
Fu importante anche lo sviluppo dell'industria elettrica. Furono importanti gli impianti
idroelettrici, credettero che il carbone bianco (L'acqua), potesse sopperire alla
dipendenza dall'estero che l'Italia aveva di carbone nero. Fu importante l'industria
della Edison, fondata da Giuseppe Colombo.
Fu importante anche l'industria meccanica. Si svilupp il settore cantieristico. 1903
LAnsaldo di Sampierdarena divenne una societ. L'industria pensate conobbe un
particolare rilancio.
Sviluppo dell'industria meccanica leggera: Costruivano macchine agricole, armi,
macchine da cucire, macchine da scrivere. - 1908: Nacque la Olivetti. La maggiore
novit fu l'esordio dell'industria automobilistica. Nacque la FIAT (Fabbrica italiana
automobili torino), fondata nel 1899 da Giovanni Agnelli. Nacque poi la Lancia e la
Alfa. Fu importante anche il settore tessile, chimico ed estrattivo. Nacque cos
un'importante triangolo industriale, compreso fra Genova, Milano e Torino, che
ospit il pi importante decollo industriale italiano. Nel 1911 si registrarono un milione
di addetti all'industria (La met della totalit nazionale).
SVILUPPO DEI MOVIMENTI OPERAI:
Ci fu uno sviluppo delle organizzazioni sindacali e le politiche legate al movimento
operaio.
1901: Federazione italiana dei lavoratori della terra (Federterra): Era l'unione di
diverse leghe socialiste presenti nelle campagne.
1906: Confederazione generale del lavoro (CgdL) per i lavoratori delle fabbriche. Fu il
primo gande sindacato nazionale in italia. Fu il partito socialista ad assumere la guida
del movimento operaio. Furono molto attive e guadagnarono 12 seggi alle elezioni del
1895 ed incrementarono sempre di pi il numero dei deputati. Municipi rossi:
Svolgevano l'attivit amministrativa, ed erano conquistati elettoralmente dalle
sinistre. Tutto il movimento dei lavoratori era accompagnato da un'azione
propagandistica delle idee Marxiste. Il partito socialista diffondeva le proprie idee sul
giornale L'Avanti!, nato a roma nel 1896 e diretto da notevoli intellettuali come
Bissolati e Treves, e sosteneva anche in italia un impegnato dibattito teorico. Di questo
dibattito teorico divenne strumento la rivista Critica sociale diretta da Filippo Turati e
la sua compagna Anna Kuliscioff.
LE FORZE DELL'ESTREMA:
Il partito socialista si divise in:
1. Una corrente riformista detta Minimalista. (Riformisti): Volevano trasformare la
societ con delle riforme. Volevano che i comunisti facessero delle riforme. Filippo
turati fu un socialista riformista.
2. Una corrente rivoluzionaria detta Massimalista: Programma di masse. Si deve
arrivare alla rivoluzione. Non ci deve essere nessun legame con il governo. Due figure
di spicco furono Leonida Bissolati (Fortemente anticlericale, voleva l'abolizione della
religione nelle scuole). E ci fu Benito Mussolini (Anche lui fu fortemente anticlericale,
arriv persino ad accoltellare un prete.)
L'anima del partito socialista fu a lungo Filippo Turati, che seppe capire gli umori e
difenderne l'unita, nonostante quelle propensioni riformiste. Nel 1900, il PSI, present
un programma minimo di riforme: Suffragio universale. Imposta progressiva sui
redditi. Settimana lavorativa di 36 ore. Indennit parlamentare. (Il dare
periodicamente una somma di denaro ad ogni membro del parlamento.) Affidamento
delle terre incolte ad una cooperativa di contadini.
La crescente importanza del partito socialista li spinse a distinguersi ed identificarsi
sempre di pi con l'opposizione di sinistra, che comprendeva anche anarchici,
repubblicani e radicali, con cui i socialisti avevano avuto momenti di iniziativa politica
comunque. Specialmente contro le soppressione proposte dai conservatori in
occasione di scioperi o manifestazioni.
L'anarchismo (Localizzato nell'area toscana nord-occidentale/Emilia) si caratterizzava
per un astensionismo elettorale, e per il fatto che riproposero il metodo rivoluzionario
e gli attentati terroristici. (Tutto questo era stato condannato dai socialisti, nato da una
scissione con gli anarchici.) Mussolini faceva parte degli anarchici. I repubblicani
erano figli delle tradizioni mazziniane, e avevano in mente un modello organizzativo
interclassista. Divennero un partito a Milano, nel 1895. Il primo leader fu Pietro Nenni.
I radicali avevano come punto di riferimento Agostino Bertani, un uomo che aveva
parteciapato alle battaglie risorgimentali (Le cinque giornate, la spedizione dei mille) e
avevano anche come punto di riferimento Cavallotti, giornalista avversario di Crispi.
Questa corrente si ispirava alle idee risorgimentali ed era legata alla massoneria.
Rimase a met strata fra partito moderno e mondo dei notabili, e non trov mai un
ampio seguito fra le masse, poich erede delle lite intellettuali. I radicali oscillarono
fra opposizione e partecipazione al governo. Tutte queste forze, compresi i comunisti,
vennero chiamati con il linguaggio politico del tempo: L'estrema.
GIOLITTI AL GOVERNO. POLITICA MOVIMENTO OPERAIO.
La politica giolittiana avvantaggi particolarmente il movimento operaio che, durante i
primi anni del secolo, pot sfruttare la maggiore disponibilit degli industriali e
investire nel miglioramento delle condizioni di lavoro nelle fabbriche. Le camere di
lavoro passarono da 14 a 76 in soli due anni.
1902: Zanardelli introdusse l'obbligo di riposo settimanale e i 12 anni di et come et
minima per entrare nel mondo del lavoro. 1903: Zanardelli mor e gli succedette
Giolitti. Continu quella politica di apertura nei confronti dei lavoratori fino a proporre
a Turati e ai radicali di entrare nel nuovo governo. Per non successe con l'opposizione
pi radicale del partito. Ma comunque i socialisti sostenettero il governo di Giolitti,
ogni volta che si trattava di sconfiggere l'opposizione dei moderati e conservatori. Ci
fu un crescente peso della corrente massimalista. Infatti, nel 1904 i massimalisti
prevalsero.
L'esito fu la proclamazione del primo sciopero generale della storia italiana. Questo
per si rivel un fallimento poich ci furono poche adesioni e perch Giolitti non esit
ad andare a nuove elezioni, riuscendo a ridimensionare il peso dell'estrema in
parlamento.
I socialisti videro nascere all'interno della corrente di sinistra, i sindacalisti
rivoluzionari. (Anarcosindacalisti) che dettero vita a violente agitazioni nella pianura
padana e fecero nascere L'unione sindacale italiana, in contrapposizione alla CGdL,
ritenuta troppo riformista.
RIFORME DELLEt GIOLITTIANA.
Dopo un breve governo di Sidney Sonnino, Giolitti torn al potere nel 1906 e vi rest
tre anni. Ci fu un'altra pausa e torno a governare fra il 1911 e il 1912. In questi due
periodi lui impost la sua attivit riformista su due principali linee guida: Il
rafforzamento del controllo dello stato sull'economia e l'amministrazione pubblica. Il
coinvolgimento e il sostegno politico della borghesia imprenditoriale del nord e delle
organizzazioni dei lavoratori, socialiste e cattoliche. Inoltre fu finalmente portata a
termine la nazionalizzazione delle ferrovie, costata cara allo stato. Fu modernizzato il
servizio delle poste. Inizi l'istruzione elementare in gran parte dell'italia. Nel 1912 fu
istituito il monopolio statale sulle assicurazioni a vita. Fino ad allora fu gestito da
compagnie straniere ed ora affidato all'istituto nazionale delle assicurazioni. (Ina). Ci fu
uno sviluppo dell'impegno pubblico: Crebbe la sindacalizzazione di ferrovieri, impiegati
postali, burocrati che si impegnarono per ottenere il loro diritto di sciopero. Giolitti
seppe conciliare questa politica con un buon andamento delle finanze e una tenuta del
valore della moneta.
POLITICA DEL MEZZOGIORNO.
Quel riformismo non ebbe successo nel mezzogiorno che era il punto di debolezza
della politica giolittiana.
Per esempio, a nord la politica di ordine pubblico fu tollerante, mentre al sud vennero
repressi sanguinosamente tutte le manifestazioni, si utilizzarono persino le armi.
Durante quel periodo, ci fu una tesi che sostenette che il nord si arricch dopo aver
sottratto qualsiasi ricchezza al sud con una politica fiscale iniqua, e con una
ripartizione degli investimenti sbilanciata a vantaggio del nord. Questa idea di
sfruttamento del meridione trov i suoi rappresentanti in Nitti e Luigi Sturzo, sacerdote
di Caltagirone.
Comunque, a causa dell'emigrazione di massa che caratterizz l'inizio del 1900,
impover notevolmente le regioni meridionali poich tolsero braccia utili per il lavoro.
Per contrastare questa situazione di degrado del mezzogiorno, Giolitti prese iniziative i
cui effetti positivi vennero annullati dal terremoto del 1908 che colp e rase al suolo
Reggio Calabria e Messina, costringendo lo stato ad utilizzare le risorse limitate per
l'intera area meridionale dell'italia.
LA POLITICA ESTERA DI GIOLITTI E LA CONQUISTA DELLA LIBIA.
Giolitti fu molto prudente in materia estera e si concentr principalmente sui problemi
interni del paese. In seguito alla conferma della triplice alleanza, l'Italia firm con
Parigi un accordo che mise fine alla guerra doganale provocata dal protezionismo di
De Pretis. L'intervento in Cina aveva fruttato una base commerciale a Tien Tsin. Tutto
ci permise all'italia di riprendere un'attivit coloniale che si concretizz in guerra con
la conquista della Libia (Attualmente Tripolitania e Cirenaica). L'impresa fu preparata
con un graduale avvicinamento alla Francia. Nel 1902, Giolitti strinse con accordo per
la divisione delle sfere di influenza in Africa. L'italia non si sarebbe opposta alle mire
coloniali del francesi nei confronti del marocco. E la francia non si sarebbe opposta
all'invasione italiana dei territori africani appartenenti agli ottomani.
Nel 1910 venne attuata un'intensa campagna di stampa che riusc a convincere anche
i pi scettici, come i giornalisti del Corriere della Sera che la guerra avrebbe avuto
degli effetti positivi. Furono per ostili i massimalisti, la maggioranza del partito
socialista. Furono i nazionalisti a sostenere la conquista. Ci fu anche la voce favorevole
di Giovanni Pascoli e Gabriele d'Annunzio.
1911: Giolitti cap che l'impresa coloniale avrebbe avuto motivi strategici, era per
evitare che le sponde africane divenissimo completamente dei francesi e degli inglesi.
Settembre 1911: L'italia dichiar guerra agli ottomani. Furono occupate le coste, ma
l'invasione della libia non fu cos rapida, poich incontrarono la resistenza dell'esercito
e delle popolazioni locali.
L'italia spost la guerra sull'egeo ma fu la ripresa della guerra nei Balcani a indurre
Istanbul a firmare l'accordo di pace di Ouchy nel 1912. - Questa fu chiamata Pace di
Losanna: Prevedeva l'abbandono delle terre libiche da parte degli ottomani, e il ritiro
italiano dalle isole. Fu l'inizio della guerra a comportare il ritiro delle truppe e a limitare
il dominio italiano alle zone costiere. La guerra era costata la perdita di circa 3 mila
soldati e la Libia si rivel essere molto povera di materie prime e difficilmente
coltivabile. Per il prestigio dell'italia fu rafforzato e questa conquista conferm la
debolezza dell'impero ottomano.
Questa guerra divide ulteriormente il partito socialista, e una parte di loro segue
Giolitti (Massimalisti, non MUSSOLINI). Da qui nasce una nuova concezione. Come
esistono nazioni ricche e povere, l'Italia ha il diritto di arricchirsi e quindi doveva
conquistare la Libia.
I CATTOLICI E LA POLITICA:
Durante gli ultimi anni del Governo, Giolitti si avvicin ai cattolici, un fronte che si era
evoluto particolarmente nei primi anni del secolo. Il movimento Democristiano mise in
discussione la chiusura dello stato nei confronti dei cattolici e i democratici-cristiani
erano divisi in due schieramenti:
1. I moderati: Tipo il giornalista Filippo Meda, che sosteneva che ormai era impossibile
una pacificazione che portasse i cattolici nello stato.
2. I Radicali: guidati da Romolo Murri, fondatore della rivista La cultura sociale e
della Lega Democratica Nazionale, che riprendeva i toni accesi dello stato liberale e
era poco propenso all'ammorbidimento diplomatico di Meda. Proponeva ai cattolici una
forte critica sociale nei confronti del capitalismo borghese. Si differenziarono per il loro
conservatorismo.
Le scissioni interne dell'Opera dei congressi (Associazione che raccoglieva le maggiori
associazioni cristiane di assistenza sociale), portarono al suo scioglimento e Pio X fece
sospendere Murri dal sacerdozio e lo scomunic che essere stato eletto deputato del
gruppo radicale. Giolitti prefer collaborare con i cattolici moderati come Meda. I
cattolici sostenevano la maggioranza liberale ogni qualvolta che veniva messa in
difficolt dai socialisti. Giolitti quindi cerc di trovare sostegno nella maggioranza cos
come aveva fatto con i socialisti, ma non cap che ormai i tempi erano cambiati.
LA CADUTA DI GIOLITTI.
Nel 1912 giolitti riusc a far approvare da un'ampia maggioranza una riforma elettorale
che avrebbe avuto un impatto rivoluzionario sulla politica italiana.
Suffragio universale maschile: Il diritto di voto fu esteso a tutti i cittadini maschi che
avessero compiuto trent'anni, oltre a tutti i maggiori di 21 che avessero avuto i
requisiti. Oppure tutti coloro che avevano prestato servizio militare. Aveva mandato
tutti in guerra, togliendo mani utili a lavoro, e questa era una specie di ricompensa. Fu
istituita l'indennit dei deputati: Per questo, gli elettori divennero circa un quarto della
popolazione italiana. Questo per non fu un vero e proprio stipendio. Dopo lo scontro
della Libia, Giolitti fece sciogliere le camere per poi tornare alle elezioni, in cui arriv il
momento in cui i cattolici avrebbero dovuto sostenere Giolitti. Sempre nel 1912, con il
congresso socialista di Reggio Emilia, i massimalisti ebbero ancora la meglio ed
espulsero alcuni esponenti come Leonida Bissolati e Bonomi che avevano appoggiato
la guerra di Libia e avevano proposto la trasformazione del partito sul modello del
Labour Party inglese. Questi due fondarono il Partito Socialista Riformista Italiano.
Tra i dirigenti ci fu Benito Mussolini, un'attivista Romagnolo che prese la direzione
dell'Avanti! E fu promotore di un'impostazione rivoluzionaria ed antiriformista. Per
paura che i moti rivoluzionari prendessero piede, Giolitti strinse un accordo con
Gentiloni (Patto gentiolini). Lui era il presidente dell'Unione Elettorale Cattolica, che
orientava le scelte dei cattolici alle amministrative, nei limiti concessi dalla gerarchia
ecclesiastica. Giolitti ottiene il sostegno dei cattolici non varando una legge sul
divorzio, garantendo l'istruzione elementare e mantenendo l'insegnamento della
religione cattolica nelle scuole.
Il Non Expedit fu sospeso in 330 collegi.
E' grazie a questo che le elezioni furono un successo per Giolitti, per anche l'Estrema
si rafforz. 20 dei 48 candidati entrarono in parlamento. Nel 1914, giolitti di dimise
ancora e gli subentr Antonio Salandra.
Giugno 1914: Settimana rossa, un moto insurrezionale scoppiato ad Ancona contro il
militarismo e i preparativi alla guerra. Ci furono manifestazioni contro il governo,
scontri, vittime e assalti contro edifici pubblici. Questi moti si estesero in tutta Italia,
destando preoccupazioni di tutte le forze conservatrici.
Per l'entrata in guerra distolse il governo dai problemi interni. La partecipazione alla
guerra pose fine all'epoca giolittiana.

Il patto Gentiloni
Una delle pi importanti riforme di Giolitti fu la riforma elettorale, varata nel 1912,
durante il suo quarto mandato, che allarg il suffragio a tutti i cittadini maschi con
almeno 21 anni capaci di leggere e scrivere, e con almeno 30 anni se fossero
analfabeti ma avessero compiuto il servizio militare. Questo fu un un allargamento
importante del diritto di voto, e quando nel 1913 vennero indette nuove elezioni,
Giolitti credeva di poter vincere e allargare la sua maggioranza.La Chiesa cattolica,
invece, temeva l'espansione dei Socialisti e dei Radicali. Ottorino Gentiloni era un
esponente del Vaticano, che propose un patto ai candidati moderati liberali che
volevano ottenere il voto dei Cattolici. Questo patto, conosciuto come patto
Gentiloni, e pretendeva da parte dei Liberali una politica di rispetto dei valori
cattolici e del nucleo della famiglia, con la promulgazione di leggi contro il divorzio e
laborto, oltrech la tutela delle scuole private, che in Italia erano per lo pi propriet
della chiesa, in cambio del voto cattolico. Il patto Gentiloni proveniva dall'esigenza
dei Liberali di assicurarsi voti, anche se ci si scontrava con lo spirito autentico della
loro politica, e da quello della Chiesa di assicurarsi dei vantaggi politici, oltre che dal
comune accordo di frenare l'avanzata socialista.Le elezioni videro la vittoria dei
Liberali, duecento deputati dei quali erano di matrice cattolica, e le richieste del
patto Gentiloni vennero soddisfatte. Ma la vittoria non fu schiacciante come Giolitti
aveva previsto, in quanto anche i Socialisti e i Radicali ottennero un buon numero di
seggi, accrescendo la loro influenza. Per questa serie di motivi, Giolitti si trov
davanti una situazione politica, in parlamento, difficile da affrontare, e nel momento in
cui i Radicali minacciarono di allontanarsi dalla maggioranza in seguito alle diverse ed
inconciliabili opinioni sulla guerra in Libia, decise di dare le dimissioni alla fine del
1913. Venne quindi formato un governo capeggiato da Antonio Salandra, candidato
suggerito dallo stesso Giolitti. Giolitti pensava di poter controllare il suo candidato,
che proveniva dalle sue stesse fila, ma Salandra, con spirito di ambizione, in seguito
si sciolse dall'influenza dell'autorevole politico, e senza informare n il parlamento n
la sua stessa parte politica, port l'Italia a partecipare alla prima guerra mondiale
(del patto di Londra era informato solo il suo Ministro degli Esteri, complice il Re)
nonostante la netta maggioranza dei neutralisti, sia nel paese che nel parlamento.
Giolitti prov a tornare sulla scena, ma data la situazione di emergenza, le manovre
di Salandra e dello stesso Re, e la violenta campagna interventista, il governo non
pot essere cambiato.
Il governo Salandra dovette occuparsi, sul fronte interno, di violenti scontri e
frequenti scioperi sostenuti dalle forze insurrezionaliste, anarchiche e dai gruppi
politici extra-parlamentari di nuova formazione. Questa situazione diede luogo a
quella che si chiam la "settimana rossa", periodo in cui il paese si ritrov
praticamente paralizzato dalle continue sollevazioni

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