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LA BELLE ÉPOQUE

Il 900 si apre con un clima di grande ottimismo che si interruppe poi con lo scoppio della
prima guerra mondiale. Questo periodo viene definito Belle epoque , il cui simbolo fu la torre
Eiffel che fu realizzata nel 1889 per un esposizione universale e rappresenta il progresso
proprio perché era fatta di acciaio che era dunque un materiale innovativo per quel periodo.
Durante questo periodo le case dei borghesi vengono dotate di acqua , correnti e servizi
igienici. Le strade vengono illuminate e l’uso della lampadina si estende anche in campo
domestico. Si assiste alla diffusione del telefono, radio e telegrafo senza filo mentre nel
settore dei trasporti si sviluppano le reti ferroviarie e fa la sua comparsa l’aereo e aumentano
anche in modo esponenziale le copie di riviste e giornali. Il mondo dell’arte e della cultura
sono attraversati da un forte dinamismo e le certezze che avevamo caratterizzato il periodo
positivista sono messe in crisi con la scoperta dell’inconscio e del relativismo. Inoltre durante
quest’epoca sorgono squilibri sociali tra la borghesia sempre più in espansione e il
proletariato che inizia a rivendicare i propri diritti. All’inizio del 900 nascono i primi movimenti
nazionalisti che si oppongono alla cosiddetta “massificazione sociale” esaltando la forza
militare e l’amore verso la propria nazione. L’urbanizzazione diventa un fenomeno sempre
più massiccio, inoltre molti uomini e donne emigrano dall’Europa all’America, grazie
all’alfabetizzazione di massa accresce il numero di coloro che vogliono partecipare alla vita
politica, infatti diventano pressanti le richiesta di suffragio universale e le associazioni sociali
di trasformano in veri e propri partiti di massa.

LA SITUAZIONE ITALIANA ALL’INIZIO DEL 900


Studiando la storia del nostro Paese, non possiamo non ricordare la figura di Giolitti il quale
fu ministro degli interni durante il governo Crispi e faceva parte della sinistra storica. Egli fu
uno dei più importanti protagonisti della politica dal 1903 al 1914. Nei primi anni del 900, la
situazione italiana stava cambiando, infatti lo Stato interveniva direttamente sul sistema
economico favorendo la produzione interna ma nonostante ciò, il Sud era ancora in grande
difficoltà. Il Sud era più arretrato ed era un paese di analfabeti e contadini dove persisteva
ancora il latifondismo, ciò scatenò il fenomeno di forte immigrazioni. L’Italia in questo
periodo sta vivendo una fase di AUTORITARISMO attuata da Umberto I che con i ministri
Crispi e Pelleoux mette in atto una politica più repressiva che consiste in più tassazioni e per
questo il Re fu ucciso da Gaetano Bresci (anarchico italiano). Il suo successore, Vittorio
Emanuele III, attuò per questo motivo una politica più morbida e liberale affidando il governo
a Giuseppe Zanardelli, Giovanni Giolitti divenne ministro nel 1903.
1903-1914: ETÀ GIOLITTIANA
Giolitti proveniva da una sinistra storica e per questo portava avanti valori liberali ma
progressisti, era un neutralista e si dimise con la speranza di ricandidarsi al termine della
Guerra infatti i neutralisti pensavano che la Prima Guerra Mondiale fosse un breve conflitto e
quindi nel 1914 lasciò il governo a Salandra, il quale d’accordo con Il Re Vittorio Emanuele
III che era un interventista (colui che vuole la guerra), portarono l’Italia in Guerra. Giolitti
utilizzò la tattica del trasformismo storico, ovvero colui che passa da un’ideologia politica ad
un altra che gli permise di rimanere in carica per circa 12 anni. È stato più volte l’anima dei
vignettisti, con lui non c’è nessun cambiamento strutturale ma solo interventi sporadici e per
questo venne definito come il ministro della Malavita e ministro del doppio volto in quanto
attuò una politica che presentava due facce diverse al Nord e al Sud. Giolitti veniva dall’800
quando non esistevano i Partiti Socialisti, si è poi associato a loro per mantenere la sua
carica perché era il Partito emergente, in effetti al Nord che era più industrializzato ha anche
fatto delle riforme a favore del proletariato. Lui voleva che il proletariato scioperasse affinché
i capitalisti dessero a loro i diritti. Al Sud persiste ancora il latifondismo ma il divario tra Nord
e Sud nacque proprio con l’unità d’Italia. Il Sud era più arretrato ma fa un accordo con i
latifondisti per prendere i voti e quando gli operai scioperavano, mandava gli eserciti a
sparare a differenza del Nord in cui non interveniva mai. Pertanto al Sud non ci fu
un’evoluzione politica, si può dire che vigeva il motto “O brigante o emigrante”, infatti ci fu un
grande flusso di migrazione verso l’America del Sud. Quando ci fu una spaccatura nel
Partito socialista, Giolitti si alleò con i cattolici che intanto con Don Sturzo si stava
organizzando politicamente con un nuovo partito, ossia il Partito Popolare. Quindi già prima
dalla Guerra, la Chiesa si allontanò dal NON EXPEDIT (1870, presa di Roma con la breccia
di PortaPia e all’epoca il Papa era Pio IX che emanò il NON EXPEDIT dicendo che
scomunica il Re estraniandosi dalla politica). Giolitti cercò di potenziare il rapporto con la
Chiesa con il quale stabilisce il patto Gentiloni. Il patto Gentiloni tra i liberali di Giolitti e
l’Unione elettorale cattolica italiana era un Unione e non un Partito, quindi aveva bisogno di
un appoggio per questo conveniva anche ai cattolici l’alleanza con Giolitti. Il patto stabiliva 7
punti, tra cui:
-tutela delle scuole private gestite dalle Chiese.
-introduzione dell’insegnamento religioso nelle scuole.
-opposizione al divorzio.
Si tratta di una serie di riforme tendenti a creare uno Stato più cattolico. Con questa
alleanza, Giolitti sperava di evitare la discesa al potere del Partito Socialista. Giolitti promise
tutto questo ai cattolici per ottenere i voti, il programma Giolittiano prevede gli ideali
dell’Illuminismo: libertà e diritti inalienabili, il primo è il diritto alla vita. Fece una riforma
elettorale, allargò il suffragio universale maschile, potevano votare i maschi che avevano
prestato il servizio militare o coloro che sapevano leggere e scrivere. In politica estera anche
l’Italia partecipa alla corsa alle colonie infatti Giolitti conquista una colonia, la Libia definita
“scatolone di sabbia” in quanto si trattava di un territorio maggiormente deserto, non c’erano
materie prime. Successivamente, Giolitti perse la maggioranza in Parlamento e per questo
fu costretto a dare le dimissione e fu sostituito da Salandra, il quale ebbe una politica molto
più reazionaria.
LE CAUSE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
La Prima Guerra Mondiale è conosciuta da noi italiani come la Guerra del 15-18 ed è
definita “LA GRANDE GUERRA”, la Guerra per noi italiani inizia nel 1915, mentre il resto del
mondo combatteva già da un anno, quindi per gli altri si parla della Guerra del 14-18. Una
delle cause della Prima Guerra Mondiale è la tensione economica e politica che c’era tra le
grandi potenze europee sopratutto Francia e Inghilterra da un lato e Germania dall’altro.
Ciascuna di queste nazioni si era allargata oltre il proprio territorio, è il cosiddetto
colonialismo. La Germania che aveva meno colonie delle altre pensa bene di recuperare e
di conquistarne diverse dopo aver ingrandito la propria flotta navale e aver rafforzato i propri
armamenti, le altre nazioni europee non gradiscono tutto questo.Un’altra causa importante è
la Francia in quanto voleva riconquistare l’Alsazia e la Lorena. La situazione nei Balcani
(zona oggi conosciuta come ex Iguoslavia) era particolarmente instabile. Parte dei Pesi
Balcanici non sopportavano di stare sotto la monarchia Asburgica ovvero sotto il Governo
dell’Impero austro-ungarico e in quelle zone prendeva piede il Nazionalismo. I singoli paesi
dei Balcani volevano infatti rendersi indipendenti. È il 28 Giugno del 1914 quando un
nazionalista serbo di 19 anni, Gavrilo Princip spara all’arciduca Francesco Ferdinando erede
al trono e su sua moglie Sofia che stava in visita ufficiale a Sarajevo, li uccide e prova la
dirisi diplomatica che conduce alla Guerra neanche un mese dopo. È la fine del Luglio del
1914 e la Prima Guerra Mondiale inizia con i seguenti schieramenti: da un alto la TRIPLICE
INTESA con Inghilterra, Francia e Russia, Serbia e Montenegro, poi il conflitto si allarga e si
schierano alla Triplice Intesa anche il Giappone e un anno dopo l’Italia che rompe con la
precedente alleanza con Austria, Ungheria e Germania che costituivano dall’altro canto la
TRIPLICE ALLEANZA . Nel 1917 entreranno poi anche gli Stati Uniti di America, si parla
così di Prima Guerra Mondiale in quanto fino ad allora i conflitti erano rimasti nei confini
europei.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE


L’Italia non entra in guerra subito .il Paese sarebbe sceso in Guerra ma è l’Austria che
dichiara Guerra alla Serbia. L’Italia però si sente tranquilla e non interviene, nascono due
movimenti: gli interventisti e i neutralisti. Nei neutralisti troviamo: socialisti, cattolici e liberali
e non volevano la guerra e gli interventisti erano invece formati da: nazionalisti, dai grandi
gruppi industriali che erano favorevoli alla Guerra. La Guerra può essere divisa in 5 fasi:
1. Grande movimento: la Germania credeva in una Guerra che si sarebbe combattuta solo
nel fronte Orientale, quello Russo mentre su quello Occidentale si sarebbe affrontata una
guerra lampo. I tedeschi erano convinti di riuscire ad arrivare a Parigi in brevissimo tempo.
2. Battaglia della Marna: in cui i francesi fermano i tedeschi e inizia ufficialmente una Guerra
di posizione.
3. Dopo il Patto di Londra, l’Italia entra in Guerra con la Triplice intesa .Non entra prima
perchè aveva un patto difensivo cioè : doveva scendere in guerra solo se Austria e
Germania sarebbero state attaccate .
Sul fronte italiano troviamo il generale Luigi Cadorna che voleva cacciare gli austriaci al di là
delle Alpi. Il risultato fu l’inizio di una Guerra di trincea caratterizzata da numerose perdite.
4. Con lo scoppio della Rivoluzione Russa, gli Imperi centrali riusciranno a smuovere truppe
sul fronte meridionale e occidentale. Con Lenin, la Russia uscirà dalla Guerra. Fu sancito in
questo periodo, il trattato di Brest-Litvosk, fu un trattato di pace stipulato tra la Russia e gli
Imperi Centrali e sanciva la vittoria degli Imperi centrali sul fronte orientale e l’uscita della
Russia dalla Prima Guerra Mondiale. La situazione in Italia era piuttosto problematica e
termina con la battaglia di Caporetto , le truppe austriache sfondano le linee italiane
costringendoli ad indietreggiare fino al Piave. Al governo abbiamo Armando Diaz che
promette terreni ai contadini, i soldati resistono valorosamente al Piave fino ad arrivare a
Vittorio Veneto dove abbiamo la disfatta degli austriaci. L’Austria firma poi l’armistizio con
l’Italia.
5. Quando i tedeschi attaccano la flotta americana, il presidente degli Stati Uniti d’America
Wilson prende la decisione di entrare in Guerra. I ministri dei Paesi vincitori (Francia, Gran
Bretagna, Italia e Stati Uniti) si riunirono a Parigi in una Conferenza per la Pace, con il
trattato di Versailles si pone fine alla Guerra e la Germania fu riconosciuta come principale
colpevole del conflitto e sottoposta a pesanti sanzioni. Il trattato di Versailles obbligava la
Germania a cedere i territori al Belgio , Cecoslovacchia e Polonia, l’Alsazia e la Lorena che
erano stati sottratti alla Francia. La Germania doveva cedere il famoso corridoio di Danzica
(colonia) per offrire alla Polonia uno sbocco sul mar del nordquesta sarà una delle cause
della Seconda Guerra Mondiale, fu distrutta la flotta aerea, abolita la flotta navale e la leva
obbligatoria . La Germania doveva pagare 132 miliardi di marchi oro .
Le linee di confine a fine guerra erano limitate a furono distrutti molti stati .
Il Presidente americano Wilson presenta al congresso il suo piano per il dopoguerra in
quanto sapeva benissimo che la Guerra non finiva semplicemente con una vittoria e con la
dichiarazione di fine delle ostilità e nel trattato di Versailles, in questi 14 punti, sono presenti
cause della Seconda Guerra Mondiale. In uno di questi punti è presente la necessità di
creare un’organizzazione, ossia la Società delle Nazioni che nasce con lo scopo di evitare
un'altra Guerra ma la società delle Nazioni successivamente fallisce e verrà sostituita
dall’Onu. Nei

suoi 14 punti, Wilson parlava del rispetto dell’autodeterminazione, secondo il quale ciascun
popolo può decidere il suo destino.
L’impero austroaungarico di sfascia e nascono stati come la Bosnia Erzegovina .Tra le
spedizioni aeree bisogna ricordare il Barone rosso .

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