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n° 88

Bimestrale - Anno XIV


Aprile - Maggio 2016
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Bimestrale
Aprile - Maggio 2016

Soggetto Scala Pag.


Bf.109 V-1 Prototipo di Leandro Benincasi 1/72 6 montaggio
Messerschmitt Bf.109 B1 di Leandro Benincasi 1/72 12 montaggio
Messerschmitt Me.109 D-1 di Leandro Benincasi 1/72 18 montaggio
Bf.109 E-7 trop. di Fausto Muto 1/48 24 montaggio
Messerschmitt Bf.109 G2 di Paolo Totaro 1/32 30 montaggio
Messerschmitt Bf.109 G-6 di Oliver Peissl 1/48 40 montaggio
Bf.109 G6/R6 di Paolo Totaro 1/32 46 montaggio
Bf.109 STORY di Enzo Maio 54 storia

Rubriche
Accessori 62
Libri 65

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Un numero e una Leggenda


Alcuni numeri s ono legati indis s olubilmente a una Leggenda.
Dal 104 legato all'indimenticabile "Sp illone" s ino al 747 del Jumbo, p er chi s ogna guardando il cielo e gira la tes ta ogni volta che s ente il rumo-
re di un aereo, p er chi di una vacanza alle Maldive ap p rezza s op ratutto il volo, p er chi ha un gene di aquila nel DNA e avrebbe voluto es s e-
re Lindbergh o Hartmann nella vita p as s ata, ins omma p er tutti gli ap p as s ionati di aeronautica e modellis ti aeronautici il numero 109 indica
s olo lui, Il Mes s ers chmitt!
Pur avendo s for nato decine s e non centinaia di modelli di aerei nel cors o della s econda guerra mondiale (fors e trop p i p er ges tirli al meglio
e s ovente quelli s bagliati), la Ger mania e la Luftwaffe in p articolare p os s ono es s ere rias s unte in 7 velivoli fondamentali.
Provo a fare i nomi, ma benintes o s i tratta di una mia op inione, liberi di avere i vos tri beniamini, anche s e credo che almeno un p aio di loro
s aranno anche nella vos tra lis ta: Me.109, Fw.190, Me.110, He.111, Ju.87, Ju.88, Me.262.
E ades s o p arliamo del Me.109. Ques to è un editoriale e non un enciclop edia e non è luogo p er fare lunghe dis s ertazioni: p er ques to ci s ono
montagne di p ubblicazioni, monografie, p rofili e s chede tecniche.
Per cui diciamo che il Me.109, come il s uo naturale antagonis ta lo Sp itfire, non è s tato figlio della guerra anche s e p ens ato in s ua funzione
p oiché è s tato concep ito in temp o di "Pace".
Il p rogetto nacque nel 1933, entrò in s ervizio nel 1937 e tralas cio di citare cos a noi avevamo s ui tavoli dei p rogettis ti aeronautici a quel temp o
(ma anche gli USA, che andavano avanti a Boeing P-26 Peas hooter).
Stup ì il mondo al s uo es ordio nella guerra civile s p agnola con la vers ione B "Berta" e manifes tò s ubito le molte virtù e i p ochi difetti di gio-
ventù. Venne evoluto p es antemente a livello di motore e ar mamento e nella battaglia d'Inghilterra, con la vers ione E "Emil", s tette alla p ari del
p uros angue ingles e con il cuore R olls R oyce.
Curios amente, Me.109 e Sp itfire avevano "quas i" lo s tes s o motore, un 12 cilindri a V di 60° s ovralimentato con comp res s ore volumetrico di
s imile cilindrata (33,9 litri il DB601 e 27 litri il R olls R oyce Merlin), s olo che il Me.109 il motore lo montava cap ovolto p er far s p azio alle ar mi
montate s ulla cap p ottatura.
La vers ione E "Emil" p os s edeva ancora i s egni del cap os tip ite, una cap p otta motore un p o' gibbos a, i montanti di s os tegno ai p iani di coda,
un aria un p o' retrò che s figurava con la p erfezione e le linee filanti e ar moniche del cap olavoro di Sir R eginald Jos ep h Mitchell.
Amato dai p iloti p er le p res tazioni (beh, Galland avrebbe voluto s cambiarlo con lo Sp itfire, ma Goering non era d'accordo), in volo aveva il
limite della autonomia e a terra quello di un carrello con una carreggiata trop p o s tretta (anche lo Sp itfire non brillava in ques to, ma lui gio-
cava in cas a e atterrava s ull'erba ingles e).
La vers ione F "Fritz/ Friedrich" fece un enor me p as s o avanti nella aerodinamica e motoris tica ma uno indietro nell'ar mamento, p erdendo le
ar mi alari. Lo ap p rezzarono s op ratutto gli as s i che s ap evano s fruttare il cannone nel mozzo e le due mitragliatrici accop p iate, molto meno
quelli nor mali che p referivano qualcos a che innaffias s e di p allottole il nemico.
La vers ione G "Gus tav", la p iù p rodotta, vide legger mente incrementato l'ar mamento (le due famos e gobbe s ul mus o che os p itavano le MG131
da 13 mm al p os to delle MG17 da 7,92 mm) e incrementata la s ezione degli p neumatici p er dare maggiore s tabilità a terra. La G fu anche la
p iù amata dai p iloti e dagli as s i (Hartmann volò s olo s u ques ta vers ione, con la quale ottenne 352 vittorie, credo che nes s uno farà meglio di
lui in futuro...) e cambiò molto nel temp o con un'infinità di p iccole e gros s e modifiche arrivando fino alla G14.
La H, la vers ione da alta quota, fu un mero es p erimento p res to chius o.
E infine la K "K urfürs t", quella della fine, una macchina ancora p iù evoluta che oramai s olo nelle linee generali ricordava i s uoi antenati.
Il Me.109 era nato in un mondo di bip lani di tela con i carrelli fis s i e abbandonò il p alcos cenico quando oramai le eliche las ciavano il p as s o
ai motori a reazione; p er tutto il s uo temp o era s tato un es emp io, un mito, un rivale o un fedele comp agno di caccia.
È s tato l'aereo p rodotto in maggior numero di es emp lari (il record è difficilmente s up erabile), con quas i 34.000 es emp lari, ha abbattuto p iù
aerei di ogni altro velivolo nella s toria p as s ata (e vis ti i numeri anche di ogni p os s ibile futuro). I migliori as s i del 109, quelli con p iù di 100
vittorie, in tutto 105 p iloti, abbatterono in totale quas i 15.000 aerei.
Che dire di altro, p iù Mito di cos i! Sandro Degiani
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MESSERSCHMITT
BF.109 V-1PROTOTIPO
Quando, nel 1934, l’RLM (Reichsluftfahrtministerium, Ministero
dell’Aviazione del Reich) decise di ammodernare i velivoli in
dotazione presso la propria aeronautica militare, emise una spe-
cifica volta alla realizzazione di un moderno caccia monoposto.

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Montaggio
Questo apparecchio avrebbe dovuto
possedere le più avanzate caratteri-
stiche esistenti, ovvero cabina chiu- di
sa, cellula di costruzione interamente
metallica, ala unica con carrello d’at-
Leandro Benincasi
terraggio retrattile, motore in linea Gruppo Plastimodellismo
raffreddato a liquido, velocità e tan- Fiorentino
genza elevate.
A tale specifica risposero varie azien- Modello: Base MPM
de aeronautiche, ma fra tutte preval-
se la piccola Bayerische
Flugzeugwerke, guidata dall'ingegne-
re Willy Messerschmitt, che realizzò

Sono parti-
to dalle ali
“Airfix”, che ho
levigato per cancellare
tutte le parti in positivo, per
poi ripannellarle. Quindi ho eli-
minato l’area dei radiatori alari,
tagliato alettoni e flap, ricreato l’inter-
no del vano carrello, rimodellandone il
bordo, assolutamente tondeggiante.

Poi ho aggiunto i caratteristici rigonfiamenti alari, tipici dei primissimi


prototipi, per il contenimento della ruota del carrello.
Come già detto in precedenza, la forma di questi rigonfiamenti non è
quella presentata nel kit MPM e perciò va rifatta completamente.
Ho poi rifatto la forma degli slat, che erano di forma e lunghezza maggiori
rispetto alle versioni successive.
Infine ho ricostruito la griglia del radiatore posto alla radice alare.

Sono poi passato alla fusoliera, sempre utilizzando il kit


Airfix, almeno per la parte retrostante il cofano motore.
Anche per questa parte occorre procedere alla levigatu-
ra delle superfici e pannellature in negativo.

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Prima di unire i vari pezzi della fusoliera ho inserito


la cabina di pilotaggio, utilizzando sia parti dei kit
MPM sia pezzi autocostruiti. Gli interni (paratie late-
rali, posteriori, fondo) sono stati colorati in RLM02, il
cruscotto portastrumenti in nero e il seggiolino in
alluminio.

Successivamente ho unito
la parte posteriore della fusoliera con il muso del-
l’aereo, questa volta utilizzando il kit MPM.
Anche quest’ultima parte però ha subito dei notevoli
ritocchi, a cominciare da un certo ridimensionamen-
to del cofano motore (con riduzione dei rigonfiamen-
ti), nonché la perforazione degli scarichi del motore
e l’ampliamento delle fenditure laterali.

Interventi sul radiatore ventrale e


sui relativi flabelli regolabili.

Sono quindi passato alla problematica unione


della fusoliera con le ali; è in questa fase che si incontrano
le maggiori difficoltà, a causa dell'imprecisa qualità degli stampi.
una cellula estremamente compatta,
In questo caso occorre lavorare con stuccature e limature.
dalle prestazioni sorprendenti.
Per quanto riguarda il corretto diedro alare, occorre stare attenti a una
Il primo prototipo, il Bf.109 V-1, imma-
particolarità che contraddistingueva il prototipo, in quanto quest’ultimo,
tricolato D-IABI, spiccò il volo inaugu-
a differenza delle versioni successive, aveva un angolo diedro di soli 4
rale il 28 maggio 1935 dall’aeroporto
gradi anziché di 7 come in seguito. Per ottenere la giusta angolazione
di Augsburg-Haunstetten, ai comandi
mi sono avvalso di un cartoncino sagomato, usato come dima.
del pilota collaudatore Hans-Dietrich
"Bubi" Knötzsch.
Per un incredibile paradosso storico
questo aereo, che in seguito diventò
il maggiore avversario della Royal Air
Force, nel suo primo volo montò un
motore… britannico, il Rolls-Royce
Kestrel, a causa dell'indisponibilità
del propulsore tedesco Junkers Jumo
210, ancora in fase di collaudo.
Da notare che il motore britannico,
diversamente da quelli successiva-
mente adottati, era un motore in linea
a V non invertita, il che conferiva al
muso del prototipo una forma inusua-
le rispetto alle cellule successive, con
un cofano motore ampio nella parte
superiore e più stretto in quella infe-
riore.
Le rare foto disponibili rivelano i par-
ticolari più interessanti di questo pro-
totipo e le principali differenze con i

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Montaggio
Una volta unite le ali, sono dovuto
intervenire pesantemente per
chiudere le fessure presenti nella
connessione ala-fusoliera.

Come ultima cosa ho incollato i


piani di coda e i relativi rinforzi,
aggiungendo gli attuatori di movi-
mento del timone.

Prima di procedere alla colorazio-


ne vera e propria ho passato
sopra tutto il modello una mano
di primer. Personalmente uso il
Grey Primer dell’ Alcalad, dato ad
aerografo.
Questa finitura è fondamentale
per verificare la bontà del lavoro
eseguito, consentendo la corre-
zione di eventuali imperfezioni.

Sulle superfici inferiori ho poi steso varie


mani di alluminio, in diverse sfumature.
Tale verniciatura è limitata alle sole ali, al
radiatore anteriore e alla pancia del veli-
volo, ma non comprende gli alettoni, i
flap e la parte posteriore della fusoliera,
che sono stati dipinti dello stesso colore
delle superfici superiori.
Come vernici ho usato gli Alclad, per
ora insuperabili nella loro finitura e
resistenza.

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Sulle superfici superiori e su


quelle inferiori limitatamente alla
parte posteriore della fusoliera ho
steso una mano di grigio molto
chiaro, ottenuta mescolando lo
Sky Gray e il Medium Grey della
Tamiya, rispettivamente i codici
XF-19 e XF-20.
I radiatori posti alle radici alari
sono stati colorati con Steel, sem-
pre dell’Alclad.

modelli successivi , che qui breve-


mente si elencano:
1) capotta anteriore alloggiante il
motore inglese Rolls-Royce Kestrel a
V non rovesciata e conseguente
forma del cofano, ampia in alto e più
stretta in basso;
2) radiatore del liquido refrigerante
posto sotto il muso, di forma semicir-
colare;
3) radiatore del lubrificante sistemato
alla radice alare destra, alimentato
da un serbatoio posto simmetrica-
mente sulla radice alare sinistra;
4) due prese d’aria simmetriche,
poste alla radice alare;
5) grosse bugne sull’estradosso
alare, per accogliere le ruote stan-
dard di 580x165, al posto di quelle
ultra piatte 650x165 che vennero in
seguito adottate sui velivoli successi-
vi, per essere annegate completa-
mente nel profilo alare e migliorare
Terminata la colorazione ho passato una mano di vernice trasparente l'aerodinamica;
lucida su tutto il modello; personalmente uso la celebre cera Future. 6) ogiva particolarmente tondeggian-
Quando la vernice è risultata ben asciutta, ho applicato le decal sulle ali te.
e sulla fusoliera, comprensive delle insegne e dei codici di immatricola- Tali particolarità sono state della
zione D-IABI. massima utilità per la realizzazione
del modello.
A questo punto ho montato elica e ogiva.

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Montaggio

Fasi finali della costruzione: ho montato alettoni e flap, infine i carrelli anteriori…
… e il carrello posteriore.
Come ultimo pezzo ho applicato il tettuccio, incollandolo con poca colla vinilica.

LA COSTRUZIONE le, mentre per le restanti parti ho uti- mente di tonalità grigio chiara. Poiché
lizzato un vecchio kit Airfix dedicato nello stesso periodo la Luftwaffe uti-
In commercio esiste (ma sarà ancora alla versione E (per capirsi, quello lizzava, per la colorazione dei suoi
disponibile?) una vecchia scatola con le pannellature in positivo e una caccia (vedi per esempio gli Heinkel
della MPM dedicata proprio al proto- serie interminabile di gigantesche He.51) il colore L 40/52 Hellgrau, ho
tipo. Si tratta di un kit piuttosto datato, rivettature). motivo di ritenere che anche nel caso
realizzato in short-run e alquanto In sostanza, ho salvato ben poco del del prototipo sia stato usato lo stesso
impreciso in alcune sue parti. kit MPM, praticamente solo la parte colore. Tale tesi è d’altronde sostenu-
Per esempio, le ali sono state realiz- anteriore della fusoliera, l’elica con ta da un grande esperto del settore,
zate in un unico pezzo, senza profon- l’ogiva, il tettuccio e i carrelli. Il resto Michael Ullmann, nel suo libro
dità del vano carrelli e con le bugne è Airfix, fortemente rimaneggiato. “Luftwaffe Colours 1935-1945”.
alari sovradimensionate, simili a Per le parti inferiori sembra invece
quelle che vennero poi adottate nelle LA COLORAZIONE essere stato lasciato il metallo natu-
ultime versioni G-10 e K-4, ma non rale, naturalmente lucidato.
corrispondenti a quelle realmente Sulla base di un'attenta osservazione SKYMODEL
impiegate nei primi prototipi, che e interpretazione delle poche foto a
erano più strette e allungate fino al disposizione, si può ragionevolmente
bordo estremo. A causa di queste pensare che il prototipo fosse dipinto
inesattezze ho rinunciato all’impiego nelle superfici superiori con un colore
di gran parte dei pezzi del kit origina- molto chiaro e lucido, quasi certa-

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MESSERSCHMITT
BF.109 B1
Dopo il felice esordio del primo prototipo
V-1, l’RLM (il ministero dell’aviazione tede- di
sco) ordinò all'azienda BFW di Willy Leandro Benincasi
Messerschmitt la costruzione di 10 esem- Gruppo Plastimodellismo
Fiorentino
plari di preserie, denominata B-0, caratte-
rizzata dall’istallazione del nuovo motore Modello: AML
Jumo 210, ora finalmente disponibile.

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Montaggio

Le variazioni rispetto alla cellula ini-


ziale erano concentrate soprattutto
nella parte anteriore della fusoliera. Il
nuovo motore, del tipo in linea a V
inversa, portò a una sostanziale
modifica della forma del muso. Il
radiatore del liquido refrigerante
posto sotto il motore aumentò di
dimensioni, mentre quello del lubrifi-
cante venne allocato sotto l’ala, con
la forma di un piccolo barile. Furono
inoltre installate le armi, costituite da
due mitragliatrici MG17 da 7,92 mm,
poste sulla parte superiore del cofa-
no motore.
I successivi esemplari della serie B-1
furono inviati in Spagna per parteci-
pare alla guerra civile, inquadrati
nella Legione Condor. Questi velivoli
erano caratterizzati dalla presenza di
un’elica bipala lignea Schwarz a
passo fisso, molto voluminosa, che
solo in seguito, nella successiva serie
B-2, venne sostituita da un’elica bipa- Gli interni, autocostruiti a parte alcuni pezzi forniti dal kit in fotoincisio-
la metallica a passo variabile VDM 9- ne.
1072-A.
Il modello qui presentato è proprio
uno dei primissimi aerei giunti in Anche seggiolino e cinture sono autocostruiti.
Spagna, anzi sembra essere stato il
primo Bf.109 ad atterrare nel 1936
all’aeroporto di Siviglia. Il colore RLM2 era la vernice impiegata per gli interni nei primi anni,
Si tratta, più precisamente, del V3 poi sostituita dal RLM66.

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Ho poi completato il cockpit in tutte le sue parti.

Ho lavorato sul cofano motore


con piccoli interventi di rifinitura.

Anche sulla restante parte del muso ho eseguito


ulteriori miglioramenti.

A questo punto la fusoliera era a posto.


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Montaggio

Sono passato agli importanti inter-


venti sull’ala.
Ho cominciato innanzitutto a
tagliare le parti mobili: gli alettoni,
i flap e gli slat.

(terzo prototipo) immatricolato 6-1, ai


comandi di Hannes Trautloft, ricono-
scibile per l’emblema personale del
pilota, il “cuore verde”.

COSTRUZIONE
Per la realizzazione in scala 1/72 del-
l’aereo ho utilizzato il kit di plastica a
iniezione marca AML.
Occorre subito premettere che si trat-
ta di uno dei primi kit della nota casa
In ciascuna foto si può notare il medesimo pezzo prima e dopo gli inter-
modellistica e questo fatto ha reso
venti necessari, che hanno riguardato, oltre al taglio delle parti mobili,
particolarmente difficoltosa la costru-
anche la ricostruzione del vano carrelli.
zione del modello, che, a fronte di
innegabili vantaggi dati da una buona
Terminato questo lavoro, ho incollato le ali alla fusoliera, cercando di
e dettagliata precisione dei particola-
rispettare il corretto diedro alare.
ri (pannelli finemente incisi, cockpit e
parti mobili forniti in resina, ecc.),
presenta il pesante svantaggio di un Ho incollato anche
difficoltoso assemblaggio e di una l’estradosso alare e
imprecisa giunzione fra le varie parti infine le parti mobi-
(in particolare fra ala e fusoliera). li.
Per una fedele riproduzione del veli-
volo trattato è stato di grande aiuto,
anzi praticamente indispensabile,
avere una copia di un prezioso fasci-
coletto edito diversi anni fa dalla rivi-
sta russa M-Hobby, a cura del famo-
so ricercatore M. Maslov, che analiz-
za un Bf.109 B-1 attraverso un corre-
do fotografico semplicemente ecce-
zionale.
Si tratta di un velivolo tedesco appar-
tenente alla Legione Condor, cattura-
to dai Repubblicani e successiva-
mente ceduto ai sovietici, che ebbero
modo di testarlo e fotografarlo in ogni
suo particolare.
In mancanza di questo opuscolo si
può effettuare qualche ricerca sul
web, perché in qualche sito si posso-
no trovare tutte le foto presenti nella
pubblicazione, anzi molte di più.
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COLORAZIONE
Circa l’esatta colorazione dei Bf.109
in terra di Spagna, molte sono le teo-
rie e le ipotesi avanzate da vari ricer-
catori. Per quanto riguarda i primissi-
mi esemplari giunti sul suolo iberico,
sicuramente la livrea era molto chia-
ra, tanto che si può ragionevolmente
pensare che fossero addirittura privi
di verniciatura, in attesa di una cor-
retta mimetizzazione, da verificare
sul campo.
Per il mio modello ho abbracciato
Quando avevo quasi terminato il modello, mi sono accorto che stavo quest’ultima ipotesi, trattandosi oltre-
commettendo un grave errore: avevo dimensionato gli slat nella misura tutto del primo Bf.109 atterrato in
non corretta, quella delle successive versioni. In realtà gli slat dei primi Spagna.
Bf.109 erano molto più estesi. Si è reso necessario un ulteriore lavoro SKYMODEL
di incisione, taglio e rimodellazione.
A questo punto ho potuto sistemare un nuovo slat, della dimensione
corretta.

Dovendo perciò riprodurre una finitura metallica


sulle superfici, ogni modellista sa quanto delicata sia
questa colorazione, impietosa nel rivelare ogni
imperfezione, ogni rugosità, ogni minimo graffio pre-
sente sulla superficie.
Per questo motivo occorre avere una grande cura nel
lisciare perfettamente le superfici del modello, usan-
do le carte abrasive più fini, fino a rendere tutto l’in-
sieme “tirato a lucido”.
Quando questo lavoro è compiuto, si possono sten-
dere varie mani di vernice d’alluminio, nelle varie
sfumature. Io uso le vernici Alclad.

Per quanto riguarda le insegne alari, non ho voluto usare


alcun tipo di decal, ma ho deciso di procedere alla loro
colorazione mediante mascherature. Ho realizzato innan-
zitutto una prima mascherina con foro centrale e ho dato
il colore bianco.

Poi ho applicato delle piccole stri-


sce di nastro adesivo.

16 SKYMODEL 88/16
12 a 17 B1:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:14 Pagina 17

Montaggio
E infine ho spruzzato del nero.

Togliendo le strisce, si può verifi-


care la bontà del lavoro.
Altrimenti occorrerà ripeterlo
(come purtroppo è successo a
me, per un difetto di adesione del
nastro).

Lo stesso ho fatto per il timone, anche se qui occorre il lavoro inverso.


Prima si copre il pezzo con il colore nero, poi si mettono le strisce di
adesivo e infine si dà il bianco.

A seguire si applicano le decal in fusoliera, compreso il famoso “cuore


verde”, pescato da non so quale scatola di vecchi modelli.

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18 a 23 d1:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:18 Pagina 18

MESSERSCHMITT
ME.109 D-1 di
Leandro Benincasi
Gruppo Plastimodellismo

IN DER SCHWEIZER Fiorentino

Modello: AML

FLUGWAFFE

18 SKYMODEL 88/16
18 a 23 d1:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:18 Pagina 19

Montaggio
All’approssimarsi
degli eventi bellici
della seconda guer-
ra mondiale, la
Svizzera decise di
dotarsi di un’ade-
guata forza aerea in
grado di difendere,
qualora necessario,
la propria neutralità.
Per fare questo, si
rivolse al mercato Qui si vedono i
piccoli rigonfia-
internazionale alla menti sul cofano
ricerca del velivolo motore, a forma
di fagiolo, per
più performante. alloggiare le
mitragliatrici di
A tale scopo le autorità svizzere fabbricazione
organizzarono a Zurigo, nel luglio del svizzera.
1937, un meeting aereo internazio-
nale basato su una prova di velocità
su di un percorso di media lunghez-
za, comprendente anche due atter-
raggi.
Alla gara parteciparono varie nazioni Gli interventi sulle
con i loro migliori aerei, ma quelli che ali: asportazione
destarono maggiore interesse furono degli ipersosten-
i velivoli presentati dalla Germania, tatori e migliora-
presente con numerosi caccia mento del vano
Messerschmitt 109. carrelli.
Al termine del meeting le autorità
svizzere non ebbero alcuna incertez-
za e si orientarono per l’immediato
acquisto del famoso caccia tedesco.
Con un primo ordine arrivarono dieci
Me.109 D-1, disarmati in previsione
di essere approntati con mitragliatrici
di produzione svizzera. La sistema-
zione di queste armi, più voluminose

Piccoli interven-
ti sulla parte
superiore dell’a-
la: prolunga-
mento dello
sportello di
accesso delle
armi alari e pic-
cola bugna
sullo stesso.
di quelle tedesche, comportò delle
piccole modifiche sia sul cofano
motore sia sul dorso alare, con dei
piccoli rigonfiamenti sagomati.
L’aereo riprodotto in scala, un Bf.109
D-1, venne fotografato presso l’aero-
porto di Dübendorf, in Svizzera, nel
giugno del 1945. Il velivolo sfoggiava
le vistosissime strisce bianche e

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18 a 23 d1:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:18 Pagina 20

Preparazione degli interni, quasi tutti autocostruiti. Miglioramento del seggiolino con bretelle.

Sistemazione dell’abitacolo e relativa colorazione. Fondo, parti laterali e seggiolino sono in RLM 2, mentre il
cruscotto è in nero.

20 SKYMODEL 88/16
18 a 23 d1:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:18 Pagina 21

Montaggio
LA COLORAZIONE
Il modello prescelto è caratterizzato da una vistosa colorazione con strisce bianche e rosse.
Per prima cosa si passa un’ampia mano di primer Grey Alclad. Questo fondo uniforme mette in evidenza
eventuali imperfezioni e consente perciò di apportare adeguate correzioni.
Poi si dà una mano di bianco su tutte le parti dell’aereo che saranno colorate con quel colore di fondo.

Una volta che il colore si è seccato, si procede a


mascherare le parti che dovranno restare di tale
colore.

Infine si passa al colore rosso.

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18 a 23 d1:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:18 Pagina 22

Quando si tolgono le maschere adesive… ci si augura che il risultato ottenuto non riveli sgradite sorprese.

Successivamente, occorre
mascherare le zone ora colorate
di bianco e rosso e dipingere la
rimanente parte del velivolo di un
verde molto scuro, quasi certa-
mente si trattava del RLM 70.

22 SKYMODEL 88/16
18 a 23 d1:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:18 Pagina 23

Montaggio
rosse di neutralità, alle quali si
aggiungeva la pittura in bianco della
parte anteriore del cofano motore,
delle estremità alari e delle estremità
dei piani orizzontali.

Un’ultima osservazione in merito alla


denominazione del velivolo: le autori-
tà svizzere scelsero di chiamare tutti
i Messerschmitt 109 acquistati dalla
Germania (sia le prime versioni sia le
successive) con la sigla Me.109,
anziché Bf. Oltre a ciò, in contrasto
con la denominazione tedesca che
definiva la versione D con il nome
“Dora”, fu preferito il nome “David”…
chiaramente di derivazione ebraica.

COSTRUZIONE
Per riprodurre questo aereo sono
partito dal kit AML che, nonostante la
buona fattura, risente della data di
fabbricazione non troppo recente.
Buone le parti in resina contenute
nella scatola, pessima invece la fattu-
ra dei pezzi da congiungere, quali le Infine si applicano le decal, secondo le indicazioni suggerite
due valve della fusoliera e le ali. nei numerosi libri dedicati all’argomento.
SKYMODEL

Da notare le piccole modifiche apportate, a seguito dell’impiego dell’armamento di fabbricazione svizzera,


con l’introduzione dei rigonfiamenti sagomati.

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24 a 29 muto:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:21 Pagina 24

BF.109 E-7 TROP.


2./JG 27, di
Fausto Muto

Modello: EDUARD

AIN EL-GAZALA,
LIBIA 1941

24 SKYMODEL 88/16
24 a 29 muto:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:21 Pagina 25

Montaggio
Il 2./JG 27 si con-
giunse con il 1./JG
27 in Nord Africa nel
settembre del 1941,
sotto il comando di
Wolfgang Lippert,
che sul fronte orien-
tale aveva ottenuto
43 vittorie nel giro di
tre settimane.
L'arrivo del JG 27 cambiò drastica-
mente le sorti della campagna, che
fino ad allora era dominio della
Desert Air Force alleata.
Quest’ultima, equipaggiata con obso-
leti Hurricane e P-40 portati in volo
da piloti spesso inesperti,
subì pesanti perdite nei
confronti del JG 27, non-
ostante che la manuten-
zione dei Bf.109 venisse
effettuata in condizioni
estreme e la croni-
ca carenza di
carburante
limitasse esemplari realizzabili con questa COSTRUZIONE
non poco scatola Weekend sono due, entrambi
l’efficacia impiegati in Libia nel 1941: il primo Dopo aver staccato dallo sprue i due
del reparto tede- faceva parte del 2./JG basato a Ain lati della fusoliera e montato all’inter-
sco. En Gazala ed era in livrea tipicamen- no alcuni piccoli particolari, prima
Il JG 27 divenne subito sinonimo di te trop, il secondo era un velivolo della fase di colorazione procediamo
Afrikakorps e della campagna in appartenuto a Karl Wolfgang Redlich a sgrassare con dell’alcol denaturato
Nord Africa, fornendo copertura del 1./JG 27, sempre basato in Libia la plastica, in modo da rimuovere
aerea alle truppe di Erwin Rommel nel 1941. qualsiasi presenza di sporco che
per quasi tutte le operazioni nel L’unica pecca in tutto questo lavoro possa impedire un corretto fissaggio
deserto, dalla fine del 1941 al novem- eccezionale è il foglio di istruzioni, della vernice.
bre del 1942. che risulta alquanto caotico. Con l’aiuto dell’aerografo applichia-
Nella sua carriera operativa il reparto
ottenne 3.142 vittorie, perdendo
1.400 aerei e 725 piloti rimasti uccisi
in azione.

IL KIT
La scatola della Eduard comprende
quattro stampate di plastica grigia,
una trasparente e un set Super
Fabric per le imbragature.
I rivetti e le linee dei pannelli sono
ricreati in maniera superba.
Alettoni, timone ed eleva-
tori sono posiziona-
bili deflessi,
cosa che dà un
grande effetto
di movimento al
modello ultimato. Il
motore DB è splendidamente
dettagliato e optare per la chiusura
del cofano motore è un sacrilegio. Gli

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24 a 29 muto:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:22 Pagina 26

mo il colore RLM 02. Una volta


asciutto il colore base, si applica un
lavaggio con un marrone molto
scuro.

COCKPIT
La postazione del pilota con il relativo
pannello strumenti risulta piacevole e
veloce nel montaggio. La colorazione
avviene seguendo le stesse procedu-
re utilizzate per gli interni della fuso-
liera. Il pannello originale del kit è
stato sostituito con il foglio di fotoinci-
sioni della Eduard, regalando un
tocco di realismo in più.

MOTORE
Si passa al montaggio del DB, in que-
sta fase incontriamo qualche proble-
ma a causa delle dimensioni ridotte
di alcuni particolari.
Per dipingere il motore sono stati uti-
lizzati colori metallizzati dai toni scuri,
evidenziando il tutto con lavaggi di
colore a olio in modo da enfatizzare
le superfici in rilievo con colori chiari.
La collocazione del ruotino posteriore
e la blindatura alle spalle del pilota
sono gli ultimi step prima di procede-
re alla chiusura dei due gusci della
fusoliera.

L'ARMAMENTO
Dopo l’unione della fusoliera con

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24 a 29 muto:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:22 Pagina 27

Montaggio

conseguente utilizzo di stucco per eli- LE ALI all’installazione delle due prese d’aria
minare eventuali imperfezioni di situate sotto le ali è preferibile dipin-
fusione si applicano le due mitraglia- Prima di procedere all’unione dell’ala gere in nero le zone difficilmente rag-
trici Rheinmetall Borsig MG17 da inferiore con la superiore si dipinge giungibili e in seguito per dare pro-
7,92 millimetri, dotate di 1000 colpi. l’interno del vano carrelli, creando fondità ai condotti.
Nonostante siano in plastica, con una profondità con un lavaggio in tono Tutte le zone mobili che riproducono
buona colorazione il loro effetto è pia- scuro seguito dall’utilizzo di matite l’ala sono perfette nel loro assem-
cevole. acquarellabili per ottenere alcuni blaggio.
Prima di passare alla sezione alare si effetti particolari. Prima di procedere
montano i tubi di scarico.
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24 a 29 muto:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:22 Pagina 28

SEZIONE DI CODA
A differenza di quanto si immagina,
anche l’assemblaggio di questa
sezione non dà problemi e i due mon-
tanti degli elevatori posteriori sono
perfetti nel loro assemblaggio.

IL CARRELLO
Le ruote del carrello sono molto belle
e i raggi del cerchione hanno
un’ottima profondità; dopo
una attenta pulizia si dipin-
gono con colori acrilici.
Con lavaggi dai toni scuri e
profilando determinate l’applicare sia l’ante-
zone, raggiungiamo un'ottima resa di riore sia quello posteriore al
questo passaggio. resto del velivolo.
Non resta a questo punto che
CANOPY montare le antenne sotto le ali,
mascherare la zona motore e prepa-
L’unica nota dolente di questo lavoro rare con un accurato lavaggio di alcol
si è avuta con i trasparenti, alcuni denaturato il modello alla fase di
frame sono privi di profondità ed è colorazione.
stato difficile seguire il profilo nell’ap-
plicare le mascherature con nastro COLORAZIONE
adesivo. Problemi di spessore nei tra-
sparenti hanno creato difficoltà nel- Iniziamo questo passaggio cruciale
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24 a 29 muto:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:22 Pagina 29

Montaggio
del pennello asciutto. Per rendere
l’effetto cromaticamente più vario si è
ricorso a inchiostri per artisti dai vari
toni.
Per concludere definitivamente la
mimetica dell’aereo, alcune mani di
trasparente opaco si applicano all’in-
tero modello.
Non resta a questo punto che ultima-
re gli ultimi dettagli, quali la colora-
zione delle mitragliatrici alari, il tra-
sparente centrale e per finire l’anten-
na radio.

CONCLUSIONE
Il kit della Eduard è un vero e proprio
tecnica permette di fondere i diversi gioiellino, nelle rare situazioni in cui
colori dell’aereo e di creare un tutt’u- l’utilizzo dello stucco è indispensabile
no con le decal. si prova un certo timore nel danneg-
Come detto all’inizio, questo modello giare gli splendidi rivetti e le linee dei
presenta dei dettagli bellissimi e pannelli.
con una modulazione di colore, utiliz- numerosi, un lavaggio selettivo in Come detto in precedenza, gli unici
zando dei primer con tre tonalità dif- questo caso non ha senso. La scelta intoppi si sono avuti nel montaggio
ferenti applicati ad aerografo. Un nero quindi ricade su un lavaggio totale del trasparente anteriore e posterio-
per le superfici inferiori, un grigio per utilizzando dei colori a tempera per re, Una piccola constatazione negati-
le superfici intermedie e per finire del artisti molto più delicati dei consueti va va anche al foglio di istruzioni, a
bianco per le zone superiori. Se alla colori a olio. volte poco chiaro e con qualche erro-
fine di questa fase la superficie del I velivoli impiegati nel teatro bellico re nell'indicazione dei due esemplari
modello dovesse presentare un nordafricano erano soggetti a un da poter realizzare.
aspetto ruvido è necessario ammor- intenso sbiadimento dei colori a SKYMODEL
bidire con una carta abrasiva bagna- causa del forte sole e delle condizio-
ta molto fine. ni climatiche estreme, per questo
Dopo aver atteso un'intera giornata abbiamo utilizzato la vecchia tecnica Bibliografia
che il primer si asciughi, applichiamo Avions et Pilotes, Me.109 Tome 1 –
l'RLM 78 alle superfici inferiori e late- De 1936 à 1942
rali e l'RLM 79 alle zone superiori. I Kagero, Messerschmitt Bf.109 E, E-
colori in questa fase devono essere 1/E-3/E-4/E-7 models
diluiti oltre il 70%, in modo da creare Messerschmitt Bf.109 E Yellow,
variazioni di tono con il primer dato in Series 002, Mushroom
precedenza. Messerschmitt Bf.109 E Walk
Molta indecisione si è avuta nella tec- Around, 5534 Squadron-Signal
nica per realizzare la mimetica in
RLM80 del modello. Alla fine si è
optato per l’utilizzo dei pastelli per
artisti, che hanno conferito a queste
chiazze irregolari il giusto reali-
smo difficilmente rag-
giungibile
anche con
l’utilizzo dei
migliori
aerografi.
La fase di
mimetizzazione
del velivolo si conclude con l’applica-
zione di trasparente lucido, che ha il
duplice scopo di fissare i pastelli uti-
lizzati per la mimetica e di preparare
il modello alle decal.

INVECCHIAMENTO
Per amalgamare le decal al modello
e non creare un netto contrasto con
la mimetica si applicano delle legge-
re velature di XF-55 Tamiya. Questa

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30 a 37 G2 ok:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:25 Pagina 30

di
Paolo Totaro
MESSERSCHMITT Modello: Base TRUMPETER

BF.109 G2

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30 a 37 G2 ok:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:25 Pagina 31

Montaggio
La serie G2 viene
considerata l’apice
del progetto Bf.109,
essendo sensibil-
mente più evoluta in
aerodinamica,
potenza e manovra-
bilità rispetto alle
precedenti, meno
potenti o meramen-
te di transizione, e a
quelle successive,
più potenti e armate
ma anche più Come la logica suggerisce, il montaggio parte con gli interni: cockpit,
motore, vano radio/aria compressa armi. Fin qui quasi tutto da scatola,
pesanti. con poche aggiunte di cavi e set Eduard, oltre all'intero vano radio
Aires nella parte posteriore della fusoliera.
Il kit di partenza, quello dedicato
all’F4, è più vicino al G2 che all'F4, a
giudicare da una serie di particolari:
ha le prese d’aria su entrambi i lati
del muso che erano presenti dai G2
in avanti ma non sugli F4; i pozzetti
carrelli sono squadrati, come in quasi
ogni versione del Bf.109 tranne che
nell’F-4, dove erano rotondi; manca il
bocchettone di rifornimento del car-
burante posto sulla fiancata sinistra

La ventola (piena) del kit è stata sostituita con una in alluminio autocostruita e protetta dalla rete di un setac-
cio per farina. La mossa più "semplice" per avere dei supporti motore (quasi) corretti è stata quella di rifarli
con plasticard e ottone. Il collettore dei cavi delle candele è tubo di ottone Albion da 0,8. Le singole uscite e
le candele stesse sono tubicini da 0,5 mm e dadi della Calibre 35.

Pompe e serbatoi del glicole provengono dal set Verlinden n. 1809, dal
quale ho preso anche l'ottimo timone.
Alcuni dettagli come il serbatoio incastonato nel supporto motore sono
stati realizzati in pasta Fimo.

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Cercare di riprodurre ogni singolo dettaglio permette di arrivare


a una resa finale coerente a questa scala e dà modo di
intuire quanto fosse costipato "l'ufficio" di questo aereo:
il pilota era letteralmente incastrato tra comandi,
strumenti, armi e carburante!

Altri piccoli dettagli, facili


da realizzare ma molto
appaganti per la vista a
lavoro concluso, sono:
bocchettone e tappo olio
motore, presa elettrica e
dell’ossigeno, filtro tropi-
cale (MDC) e per finire
interno del radiatore olio
migliorato con tubi in
metallo Albion e dadi
Calibre 35 più le parti
Eduard fotoincise.

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Montaggio
sotto la cabina di pilotaggio, tipico
degli F.
Ci sono poi alcune evidenti impreci-
sioni dimensionali e di forma (ogiva,
timone) e di versione (i supporti
motore sono quelli del G10). Nel
complesso è un buon kit, completo
anche di motore, e ben progettato
per quel che riguarda gli incastri e le
forme generali.
Valutate le particolarità di cui sopra,
ma anche le potenzialità a livello di
dettaglio, ho deciso di costruirlo
come un G2 e di renderlo aperto nei
pannelli di ispezione principali, con
l’idea di ambientarlo sollevato sui
cavalletti necessari per allineare armi
e congegno di mira.
Al fine di avere quanti più interni ben
dettagliati ho preso diversi aftermar-

Nella parte interna delle ali sono stati aperti e alesati


dal lato interno alcuni portelli di ispezione.
Le gambe del carrello sono da scatola, l’unica
aggiunta è il tubo dei freni con le fascette di ritegno.
Con del foglio di alluminio adesivo Bare Metal Foil è
stata ricoperta la sezione del pistone dell’ammortiz-
zatore, che era cromata.

L'ottimo tettuccio RB ha la parte anteriore caratteristica


di un “F”. Ho quindi cannibalizzato la parte frontale di un
G6 e usato la parte posteriore prelevata dalla scatola
Trumpeter, adattando la
sola parte centrale RB.
Per i trasparenti ho usato
fogli Evergreen da 0,5 mm
e dopo diversi tentativi ho
trovato il sistema per
riprodurre la linea rossa di
riferimento sui finestrini
laterali: un'incisione e un
filo di colore rosso acrilico
nel solco.

SKYMODEL 88/16 33
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Come base ho dato vari toni di Lacquer alluminio Alclad II, poi acrilici
Lifecolor scelti dai due set della Luftwaffe. Dovendo dipingere con delle
mascherine autoprodotte numero e stemma, ho deciso di usare lo stes-
so metodo per le croci, in modo da rendere tutto il lavoro coerente. Gli
stencil adesivi sono molto comodi, ma per realizzarli serve molta
pazienza. Per dipingere i vermicelli, dopo numerose prove ho utilizzato
delle mascherine di carta autoprodotte tenute a poche millimetri dal
modello per creare la sfumatura sui bordi, servendosi dell’aerografo per
spruzzando il colore. Con i colori di base, in alcuni punti è stato ripas-
sato ad aerografo il bordo di alcuni di questi vermicelli, per correggere
alcune sbavature. Per completare il lavoro sono stati realizzati un lavag-
gio e un leggero invecchiamento a olio e prodotti a base solvente.
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Montaggio

Ancora una volta l'attenzione a


ogni dettaglio paga i suoi frutti.
Magari ci saranno degli errori
macroscopici dovuti all’assenza
di qualche informazione, ma l'oc-
chio si perde nei vari sportelli
aperti, e tanto basta per essere
soddisfatti e appagati.

L'antenna del Me.109. Studiando le foto d’epoca si può scomporre in diverse sezioni separate da isolatori
ceramici. Realizzati questi e la molla tensionatrice con plasticard e filo di rame, il resto sarà una passeggiata,
grazie anche al filo elastico EZ Line utilizzato per questo lavoro. Un piccolo schizzo a mano libera aiuta a
comprendere la scomposizione delle parti.

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30 a 37 G2 ok:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:25 Pagina 36

ket che ho poi usato solo in parte, o nella mimetica africana


che comunque a fine lavoro si sono standard in RLM 79 su 78,
rivelati invisibili: canne RB, ruote sulla quale furono applicati dei
Eduard, vano radio Aires, ogiva e “vermicelli” in verde scuro (RLM
elica Barracuda, filtro tropicale MDC, 80?) a mano libera, forse cercando di
interni Eduard, cockpit frame e cintu- prender spunto dalle splendide livree
re RB Products e il motore Verlinden. italiane dell’epoca.
Come ulteriore sfida, ho deciso di Non essendo un asso dell’aerografo,
realizzare il “2 NERO” del II./JG.77 ho penato un bel po’ cercando la giu-
ritratto a Gabes nei primi mesi del sta via. Alla fine ho optato per usare
1943 e presente in almeno tre foto dei colori Tamiya per i vermicelli e per
storiche del Bundesarchiv. i ritocchi sul colori di fondo. In gene-
La particolarità di questa livrea sta rale non li amo a causa del loro odore

e per la scarsa capacità coprente che


rende necessarie più mani sovrappo-
ste di stesura rispetto ai Lifecolor,
che invece prediligo. Ma proprio per
quest’ultima caratteristica, e anche
per la loro impareggiabile finezza, si
sono rivelati perfetti per questo com-
pito.
Anche qui, come in molti miei proget-
ti, la ricerca ha preso il suo tempo:
esistono diversi profili di quest’aereo,
nessuno secondo me corretto al
100%. Basandomi principalmente
sulle foto originali, ho cercato di repli-
care quanto più possibile vicino al
vero i dettagli, la livrea e le insegne,
dovendo ricorrere agli stencil per la
maggior parte delle insegne.
Qui i ringraziamenti sono estesi
rispetto all’articolo del G6 presente
su questo numero, con in più
Francesco “kekkus” e Marco “church”
per il supporto morale durante la
camo a vermicelli!
SKYMODEL

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Montaggio

Le luci di navigazione del kit sono in una forma piena. Per ren-
derli più credibili ho preferito usarle come dima per riprodurle
col solito foglio di plastica trasparente per camice da 0,5 sago-
mato a caldo. Le lampadine sono filo da pesca scaldato con
l’accendino per arrotondarlo, poi colorato del colore attinente.
Ora il modello ha il contrasto che desideravo tra esterni e inter-
ni, manca solo un'impolverata finale per armonizzarlo alla base
che verrà.

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38 a 39 smm12:66 a 67 smm4 10-03-2016 11:52 Pagina 26

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38 a 39 smm12:66 a 67 smm4 10-03-2016 11:52 Pagina 27

Le fotografie di soggetti reali immortalati in situazioni particolari sono


da sempre un grande stimolo creativo per il modellista.
Talvolta la sfida consiste nella fedele riproduzione della scena
fotografata, spesso viene invece raccolto lo spunto, sviluppato in
un contesto parallelo, diverso ma comunque plausibile.
Il diorama, come la fotografia, trasmette all'osservatore
il messaggio di un momento definito.
Il lato artistico deve fondersi con quello dell'esperienza modellistica
per arrivare al risultato e risolvere problemi ed imprevisti che distinguono
la riproduzione di una scena reale ad un mero adattamento.
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40 a 45 Peissl:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:29 Pagina 40

MESSERSCHMITT
BF.109 G-6
La serie G del Bf.109 sostituzione delle MG17 serviva più
spazio in fusoliera, ecco nascere le
è stata quella pro- due bugne visibili davanti al cockpit. di
La G-6 raggiunse il fronte nel feb-
dotta in maggior braio del 1943 e fu prodotta fino all'e-
Oliver Peissl
numero di esempla- state del 1944. Ovviamente anche la
Modello: EDUARD
G-6 ebbe sottovarianti, modifiche,
ri, per questo vi migliorie, che infine portarono alla G-
furono anche innu- 14.

merevoli sottova- IL KIT


rianti. Il motivo prin- Diversi produttori si erano cimentati
cipale dell'appari- nel Bf.109 in 1/48, tra questi Zvezda,
Fujimi, Hasegawa, Revell e ICM. Tutti
zione della G, che i modelli hanno caratteristiche inte- (WGr.21), meno comuni delle gondo-
sostituì la F, è dovu- ressanti e quindi l'aspettativa per il le con le MG151; si tratta del Bf.109
nuovo kit Eduard era notevole. Il G-6/W/Trop. del IV Gruppo del
to alla necessità di modello non è perfetto, però a tutt'og- Jagdgeschwader 3 Udet, pilotato da
avere un motore più gi non c'è mai stato un 109 con que- Franz Beyer. Interessante lo schema
sto livello di dettaglio superficiale, nel iniziale presente sulle ali superiori e
potente, il DB 605. cockpit e nel carrello. Non voglio smi- la mimetica a nuvole diagonali sulle
nuire i difetti, però tutto va commisu- fiancate, tipica dei velivoli realizzati a
G-6 rato! Regensburg. Sulle radici alari era
presente una sorta di walkway, molto
La G-6 è stata la variante più nume- IL MONTAGGIO rara sui G-6.
rosa della serie; si distingueva dalla
precedente G-5 per un armamento Poiché mi piacciono gli allestimenti e
potenziato grazie alle MG131 e un gli schemi mimetici inusuali, ho scel-
motore più potente. A causa della to un G-6 con i lanciarazzi da 21cm

40 SKYMODEL 88/16
40 a 45 Peissl:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:29 Pagina 41

Montaggio

Il cockpit Brassin si monta senza difficoltà, previa colorazione. Occorre esaminare bene le fonti poiché spesso
gli esemplari dei musei sono stati ridipinti con livree di fantasia. Il pannello strumenti è fornito in fotoincisIone
e in resina, basta aggiungere gli interruttori per le WGr.21. Le imbracature sono state sostituite con quelle della
Fabric, che contengono anche le fibbie fotoincise. Alcuni piccoli dettagli del set Cutting Edge completano l'in-
terno.

Grazie ai disegni in scala si com-


prende rapidamente quali parti
delle ali vanno corrette, è suffi-
ciente tagliare gli eccessi e poi
carteggiare.

Le estremità hanno una forma


errata e vanno corrette.

Il raccordo ali-fusoliera presenta delle imprecisioni; per evitare di danneggiare le pannellature mentre si car-
teggia lo stucco, si applica del nastro adesivo.
In seguito andranno corrette anche le due carenature davanti al cockpit, caratteristiche di questa versione
dotata di mitragliatrici di fusoliera più ingombranti.

SKYMODEL 88/16 41
40 a 45 Peissl:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:38 Pagina 42

Le superfici preparate con carta abrasiva a grana finissima ricevono una mano di primer per scovare le even-
tuali imperfezioni. I trasparenti sono stati mascherati internamente ed esternamente.
Su un fondo bianco si applica poi un preshading con il nero, in modo da accentuare le ombre lungo le pan-
nellature.
Le superfici inferiori sono in grigio azzurro RLM. Poiché i velivoli impiegati contro i bombardieri alleati sub-
ivano parecchi danni, è ragionevole variare la tonalità delle pannellature per simulare le riparazioni.

42 SKYMODEL 88/16
40 a 45 Peissl:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:30 Pagina 43

Montaggio

Le superfici superiori sono in grigioverde RLM74 Graugrün e grigioviola RLM75 Grauviolett. I colori sono
stati applicati in velature successive, per non nascondere la preombreggiatura. La mimetica sulle fiancate è
stata realizzata con l'RLM76 con chiazze riprodotte sulla base dell'interpretazione delle foto d'epoca.

Gli scarichi sono stati sostituiti con quelli Brassin,


che sono singoli e vanno incollati internamente. La
colorazione va fatta alla fine, non conviene infatti
mascherarli con il rischio che si stacchino.
40 a 45 Peissl:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:30 Pagina 44

L'invecchiamento è stato effettuato con velature di un


colore rosso-bruno lungo le pannellature, seguito da
un grigio chiarissimo. Qualche leggera scrostatura
lungo le zone soggette a usura è stata realizzata con
una spugnetta sporcata di Silver.
Le decal provengono dalla scatola, per applicarle è
stata data una mano di trasparente lucido e sono
entrati in gioco i liquidi Microscale.
Una mano di trasparente satinato completa l'effetto.

QUALI CORREZIONI? CONCLUSIONE


Le ali sono troppo lunghe, i tip troppo Il modello finito fa bella mostra di sé
appuntiti, il raccordo Karman errato, il nella mia vetrina. Prima o poi realiz-
carrello è troppo dritto, le pannellatu- zerò una basetta per dargli un po' di
re inferiori tra ala e fusoliera sbaglia- vita, penso che userò un pilota e
te e la fusoliera è troppo lunga. Mi una pista di cemento ubicata da
scuso se ho dimenticato qualcosa, qualche parte in Germania.
tuttavia gli errori riscontrati non sono SKYMODEL
terrificanti, se ne viene a capo in
maniera relativamente facile ottenen-
do un modello assolutamente al top
della categoria.

44 SKYMODEL 88/16
40 a 45 Peissl:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:30 Pagina 45

Montaggio
Bibliografia
• Dainippon Kaiga Co., Aero Detail 5
Messerschmitt Bf.109 G
• SAM Publications, The
Messerschmitt Bf.109 Part 2, John
Ritger
• HT Model Special, Messerschmitt
Bf.109G-6, L. Hladik, P. Sumichrast
• Flugzeug Classic Extra,
Messerschmitt Bf.109 Teil 2, Markus
Wunderlich
• Heel, Deutsche Flugzeug-Cockpits
1935-1945, Kenneth A. Merrick
• Squadron/Signal Publications,
Messerschmitt Bf.109 in Action Part
2, J. R. Beaman Jr., D. Greer
• Struve-druck: IV./Jagdgeschwader 3
– Chronik einer Jagdgruppe 1943-
1945, Jochen Prien
Con i colori a olio molto diluiti e pennelli finissimi sono state realizzate
diverse colature, mentre altri effetti sono stati ricreati con i prodotti
specifici Mig, sempre avendo cura di seguire il flusso dell'aria.
Il modello è stato infine completato con i dettagli minori come le anten-
ne, il mozzo, il carrello e i lanciarazzi WGr.21.

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46 a 53 G6 totaro:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:43 Pagina 46

BF.109 G6/R6

di
Paolo Totaro

Modello: HASEGAWA

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46 a 53 G6 totaro:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:43 Pagina 47

Montaggio
Il G6/R6, con due ulteriori MG151 da
20 mm sotto le ali, oltre a quella pas-
sante per il mozzo dell’elica e alle due
MG131 in fusoliera, pur perdendo in
maneggevolezza, aumentava sensi-
bilmente le proprie capacità offensive,
una necessità molto sentita, in parti-
colare contro le formazioni di bombar-
dieri alleati.
L’interesse in questo velivolo aumen-
ta, per il pubblico italiano, grazie del-
l’impiego da parte di gruppi di volo
della Regia Aeronautica di diversi
esemplari concessi dall’alleato tede-
sco. L'ottimo kit di base mi ha permes-
Il kit Hasegawa è uno dei primi “new so di concentrarmi sui dettagli
generation”, distante anni luce dai meno riusciti, sostituendoli con
plasticoni Revell, Matchbox o gli stes- aftermarket o cannibalizzando un
si Hasegawa degli anni Settanta cui G10 Revell in attesa di montaggio,
ero abituato prima della pausa cano- prodigo di parti. Con alcuni pezzi
nica durata decenni e dovuta ai clas- d'avanzo ho cominciato a fare
sici impegni dell’età matura (lavoro- delle prove di stress su superfici
famiglia-figli). È tuttora un ottimo kit, e rivetti.
sebbene corto di lunghezza di 3 mm
rispetto ai disegni tecnici più accredi-
tati; è stato comunque in parte supe-
rato dalle nuove tecnologie progettua-
li e costruttive dei più recenti modelli
in commercio, ad esempio nella pre-
senza e nella finezza del dettaglio
superficiale. Ho voluto così provare
l’effetto “stress skin”, approfittando
del fatto che comunque avrei aggiun-
to i rivetti principali sulle superfici.
Nel tempo ho accumulato una quanti-
tà invereconda di riferimenti e after-
market e l’occasione di assemblarlo
ha finalmente spalancato un mondo:
- interni Eduard, fotoincisioni;
- esterni Eduard, fotoincisioni;
- pozzetti ruote RB, fotoincisioni;
- canopy RB, fotoincisioni;
- cinture di sicurezza RB, fotoincisioni;
- pedali Waldron, fotoincisioni;
- ogiva ed elica Barracuda, resina:
- scarichi Eduard;
- canne MG151 Master, metallo;
- ruote DEF Models, resina;
- decal Cutting Edge;
- radiatore olio Eagle Editions;
- rivetti Archer, resina;
La scelta dell’esemplare da riprodurre
è stata fatta dopo aver trovato diverse
discrete foto di questo soggetto: il veli-
volo n. 1 della 364ª Squadriglia del
150° Gruppo Autonomo CT assegna-
to al capitano Mario Bellagambi, pre-
sente a Sciacca dal giugno del 1943.
Il confronto on line è stato fondamen-
tale per interpretare quanto più cor-
rettamente e coerentemente possibile
le immagini e le fonti documentali, al
fine di realizzare un modello il più pre-
ciso possibile. Mi piace pensare che
questa interpretazione del 364-1 sia
quella più fedele al vero tra quelle che
ho visto.

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46 a 53 G6 totaro:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:43 Pagina 48

Una volta deciso che "SI PUO'


FARE" ho iniziato il mio personale
FRANKENSTEIN grazie a pochi
semplici utensili per realizzare la
bombatura tra i pannelli e i rivetti.
Sulla fusoliera ho calcato un po'
più la mano rispetto a quanto fatto
sulle ali.
Ho avuto la fortuna di poter visio-
nare parte di un Bf.110 a titolo di
comparazione per capire al meglio
come erano assemblate le super-
fici. Di pari passo ho arricchito con
l’aftermarket disponibile i vari
radiatori del glicole e i pozzetti car-
relli. Le gambe del carrello e i rela-
tivi portelli sono stati accorciate in
corrispondenza del pistone, per
rendere meglio l'effetto peso di un
veicolo carico a terra.

48 SKYMODEL 88/16
46 a 53 G6 totaro:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:43 Pagina 49

Montaggio

Prove d'insieme prima di passare al reparto


verniciatura: è essenziale che il modello
poggi stabilmente in terra senza zoppicare,
cosa facile vista la tipologia del carrello.
Per il bordo di uscita dell'ala ho usato una
varietà anche eccessiva di parti: flabelli
radiatori Eduard, flap Black Dog e alettoni
Revell.
Le pale dell'elica hanno ricevuto una base
nera spefifica Alclad II, con a seguire le
stesse lacche (laquer) in tono alluminio
chiaro. In seguito ho trattato queste parti
con la tecnica del sale per creare delle scro-
stature in una fase successiva.

Sotto: una foto parte di una sequenza scat-


tata a Sciacca. Il 364-1 è ritratto in maniera
sufficientemente chiara da poterlo riprodur-
re, smentendo in maniera chiara alcuni pro-
fili poco attendibili a esso dedicati. Sempre
meglio poter osservare la foto originale
visto che il profilo è solitamente una sua
interpretazione.

COLORAZIONE da macchie in fusoliera definite e ton- superfici alari con la demarcazione tra
deggianti, disposte simmetricamente RLM 74 e 75 “a denti di sega”, sche-
A giudicare dalle macchie in fusoliera in RLM 74, 75 e 02 (raramente anche ma riscontrato sull’esemplare in que-
ben visibili nelle foto, così come dal- in 70) su fondo 76, mentre i velivoli stione e su altri Bf.109 della Regia
l’andamento della mimetica sulle ali in WNF le avevano sfumate, allungate, coevi.
altri aerei della medesima squadri- fitte e dall’andamento obliquo. Per i Diverse fonti dichiarano che le matri-
glia, questo esemplare fu prodotto velivoli MTT dei primi lotti erano inve- cole originali Luftwaffe fossero
presso gli stabilimenti Erla. Le diffe- ce allungate verticalmente e obliqua- TO+QE al momento di lasciare il cen-
renze di “stile pittorico” fra le varie fab- mente, di dimensioni maggiori, e nei tro affluenza velivoli di Bari. Le stesse
briche ci aiutano infatti a identificare soli RLM 74 e 75. fonti lo indicano come avente il Werke
le diverse origini dei lotti di produzio- Una particolarità dello schema Erla, Nummer 18391, ma di questo non
ne: i velivoli Erla erano caratterizzati in alcuni lotti, è quella di avere le sono convinto: una disamina dei codi-

SKYMODEL 88/16 49
46 a 53 G6 totaro:20 a 25 fiat g55 8-03-2016 8:43 Pagina 50

Dato che l’obiettivo del lavoro era principalmente giocare con il WEATHE-
RING (invecchiamento) ho usato come base di partenza vari toni di Alclad II,
poi coperti dalla tecnica del sale. Sono quindi passato come nel vero aereo
al primer RLM 02 e infine ai colori finali della mimetica, iniziando dal celeste
inferiore, che in principio ho clamorosamente sbagliato confondendo RLM
76 con RLM 78... buona parte del lavoro di preshading (preombreggiatura)
andrà perduto a causa di questa svista. Capita! Il contrasto di toni per le parti
inferiori sarà in parte coperto dalla mano finale di grigio molto diluito.

Portare a compimento questo genere di


schema mimetico è sostanzialmente un
atto di fede: bisogna pianificare un per-
corso per dipingere i vari colori e credere
nel risultato sino alla fine! Mentre per le
macchie in fusoliera ho lavorato a mano
libera, per le ali ho usato delle dime di
cartoncino tagliato con le forbici. Per la
cancellazione di insegne e codici tede-
schi ho usato del grigio chiaro della
Regia, in alcuni scatti è evidente il forte
contrasto con il colore scuro delle ali.
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Montaggio

A causa di questo schema così


complesso fatto di continue
sovrapposizioni, è fondamentale
usare colori attendibili e di buona
qualità. Con i Lifecolor mi sono
trovato benissimo. Solo alla fine,
e dopo diverse correzioni, ho
schiarito di poco i singoli pannelli
con dei toni appena alleggeriti. La
tecnica del sale comincia a
mostrare le sue potenzialità
anche in campo aeronautico...

La capottina della RB è splendida, anche se come tutte le fotoincisioni


da piegare e di disegno semicomplesso necessita di molta attenzione e
di intuito nell’assemblaggio. Non avendo riferimenti certi per la blinda-
tura posteriore, ho scelto "a sentimento" di istallare una LATE, comun-
que compatibile col periodo.
In quest'area decisamente più delicata e soggetta a un'USURA insisten-
te per via dello sfregamento dato dall’azione meccanica e dai passaggi
continui del pilota e degli avieri, ho usato un vecchio pennello inumidi-
to con Airbrush Cleaner Vallejo per realizzare i graffi intaccando il colo-
re Lifecolor e lasciare trasparire gli Alclad II, che non vengono intaccati
da questo solvente. Il lavoro può essere realizzato con uno stecchino di
legno imbevuto nel solvente o un pennellino a punta fine. Fate delle
prove a parte e agite con prudenza. Il risultato è eccellente.

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Quando si parla di invecchiamento sugli


aerei occorre tenere conto di un fattore
che nei mezzi di terra non si presenta, le
turbolenze, le rotazioni e i flussi dell’aria
durante il volo. Questi incidono sulla
forma e le caratteristiche delle macchie e
colature. Sono stati usati soprattutto
prodotti a solvente. Per i fumi per esem-
pio ho diluito poco colore a olio per
volta miscelando Ocra, Terra di Siena
Bruciata e Nero.

Alcuni dettagli dell’autocostruzione dei cavi e dei dielettrici della com- ci assegnati ai vari impianti di produ-
plessa antenna del Bf.109. zione riferita a diversi lotti di produzio-
ne ci dice che il lotto che inizia per 18
fosse assegnato alla Messerschmitt
di Regensburg, mentre i lotti di produ-
zione Erla con codici vicini al 18 sono
15-16. Questo resterà un piccolo
mistero, almeno fino al prossimo
modellista interessato alla questione
che, speriamo, scoprirà più di me!

Questo modello nasce a seguito di


un’iniziativa del forum, prevalente-
mente terrestre, Contest Zimmerit:
dopo un contest orientato al weathe-
ring avente come unico soggetto un
mezzo corazzato.
Senza il contributo di parecchi “amici
di tastiera” non sarei riuscito a com-
pletare questo lavoro, perlomeno non
così. Tra i tanti, vorrei ringraziare in
particolare Massimo “mad” per l’aiuto
fotografico, Francesco “blitz” per la
ricerca storica, ma anche Fulvia “zia”
per lo spazio che mi lascia dedicare al
modellismo e Vittorio “totto” per il sup-
porto incondizionato.
SKYMODEL

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Montaggio

La posizione delle superfici mobili


potrebbe sollevare dei dubbi da
parte dell’osservatore. Il Bf.109 era
un progetto all’avanguardia per molti
aspetti e su questo in particolare
eccelleva: per aumentare la
curvatura dell'ala e abbas-
sare la velocità di stallo in
configurazione di atterrag-
gio, gli alettoni si abbassava-
no simmetricamente insieme ai flap,
di modo che alla massima estensio-
ne dei secondi (42,5°) entrambi gli
alettoni si portassero automatica-
mente a - 11° rispetto alla posizione
neutra (quasi neutra: - 1,2°) in confi-
gurazione pulita, pur mantenendo
tutta la capacità di manovra necessa-
ria nella fase di atterraggio.
Anche l’escursione dei comandi
(tutti) era proporzionale all’estensio-
ne dei FLAP. Questo, unito all’esten-
sione automatica degli SLAT sul
bordo di attacco, rendeva il 109 un
aereo maneggevole in grado di atter-
rare in campi “proibiti” per altri vei-
coli.

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BF. 109

Attribuiamo per un momento degli aggettivi puramente estetici


ed emotivi agli aerei della seconda guerra mondiale. Lo Spitfire è
il massimo dell'eleganza. Il P-40 è un robusto e potente cassone
volante. Il Mustang è una macchina sportiva americana.
L'Hurricane è come un'affidabile familiare vintage. Il Me.262 è uno
squalo. Il P-47 è forza bruta. Lo Zero è un aereo civile senza sale.
Il Lighting è Star Wars. Lo Stuka è il brutto che piace. Il Typhoon
è un attaccabrighe da rissa in osteria. Il Wildcat è un simpatico
barilotto. Il Fiat G.50 è il brutto della classe. Il Tempest è una mac-
china sportiva inglese. Forse non tutti saranno d'accordo al 100%
con le mie descrizioni, ma un solo aggettivo trova tutti consen-
zienti per il -109: è cattivo. Anzi, IL CATTIVO per eccellenza.
Specie se visto frontalmente, con le sue linee squadrate.
Heinkel He.51 LA STORIA
Volò clandestinamente nel 1933 e già nel 1935 venne costituito il primo
gruppo caccia pienamente operativo della neonata Luftwaffe, lo Tutto cominciò molto male, e mancò
Jagdgeschwader 2 (JG 2) Richthofen. Come design era molto simile ai poco che il nostro caccia non vedes-
suoi predecessori della Grande Guerra, ma tutte le aviazioni del mondo se mai la luce. Willy Messerschmitt
adottavano ancora gli stessi parametri. Biplano, carrello fisso, abitacolo iniziò prima della Grande Guerra a
aperto. Il primo requisito per un aereo da caccia era l'agilità, il secondo interessarsi all'aviazione e il suo
la maneggevolezza ed il terzo la manovrabilità; la potenza di fuoco e la primo amore furono gli alianti. Tenete
velocità erano considerate meno importanti. Bisogna tenere ben pre- presente questa particolarità, perché
sente questo scenario quando si pensa al requisito del 1935 destinato a sarà importante negli anni a venire.
rimpiazzarlo, anche se era appena entrato in servizio. Si voleva fare un Non fu un grande pilota, anzi nemme-
passo in avanti, no un pilota di modeste prestazioni,
ma nessuno (a ma sempre e solo un progettista (e
Berlino come nei alla fine anche uno scaltro uomo d'af-
gruppi di volo) fari). Negli anni Venti aveva il suo pro-
sapeva esatta- prio ufficio tecnico e si appoggiava
mente quanto per la costruzione degli alianti e
lungo potesse motoalianti soprattutto alla
essere questo Bayerische Flugzeugwerke, che
passo. aveva la sede poco distante. Il gover-
no bavarese incoraggiò una fusione
tra le due compagnie, e così avvenne.
Il primo aeroplano fu il trasporto civile
leggero BFW M.20, che esordì nel
1928 uccidendo il pilota collaudatore.
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STORIA
Arado Ar.80V1
Per non eccedere troppo nelle inno-
vazioni, l'Arado puntò solo sul pas-
di Enzo
saggio dalla formula biplana a quel- “the Penguin”
la monoplana. L'approccio troppo Maio
prudente e conservatore risultò
fatale durante le prove comparative
con gli altri tre velivoli. Eppure si trattava di un design comunque più
moderno dell'He.51 da poco in servizio e di una macchina assolutamen-
te senza sorprese né difetti intrinseci.

Nonostante tutto, la Lufthansa pre-


sentò un ordine di diversi esemplari,
ma di lì a poco ci furono altri inciden-
ti; ciò fece andare su tutte le furie
Sopra e sotto
Erharld Milch, capo dell'aviazione
Focke-Wulf Fw.159V1
civile tedesca e asso di guerra, che
Si adottò la formula monoplano,
aveva perso un carissimo amico pro-
ma eliminando l'ala inferiore, non
prio nel primo crash. Cancellò tutti gli
quella superiore. Questa confor-
Heinkel He.112V1 ordini degli M.20, portando la BF al
mazione aerodinamica è chiamata
Dei quattro partecipanti al concor- fallimento. Disse molto chiaramente
parasole: presenta moltissimi
so del 1935, l'He.112 era visto che non voleva più sentire parlare di
vantaggi come stabilità, agilità e
come il favorito. Il motore era Messerschmitt per il resto della sua
visibilità verso il basso, ma è più
uguale per tutti, il nuovo Jumo vita, accusandolo apertamente di
indicata per un aereo da turismo
210, per cui le differenze si sareb- costruire "aeroplani insicuri ed essere
che per un caccia. Ma quello che
bero viste nelle soluzioni aerodi- insensibile verso le vittime preferendo
decretò la fine del Fw.159 fu il suo
namiche, nel peso della cellula e il proprio tornaconto". La stampa
complicatissimo e fragile carrello
nei tempi di costruzione industria- scandalistica ci andò a nozze. Willy
d'atterraggio.
le. La Heinkel però, per acconten- accettò amaramente il giro di boa,
tare i desideri dei piloti di avere sbarcando il lunario progettando e
ancora la grande maneggevolezza vendendo aerei civili alla Romania.
dei biplani, adottò una grande (e Quando Milch lo venne a sapere, si
pesante) ala ellittica che aveva un arrabbiò ancora più di prima, accu-
basso carico alare, a scapito della sandolo di tradimento della Germania
velocità. e mandando la Gestapo a fargli visita.

QUALE È LA DIZIONE CORRETTA? BF.109 O ME.109?


Generazioni di modellisti si sono scannate allegramente su questa interessante (ma sterile) diatriba, che
continuerà sino alla fine dei tempi. Le aziende modellistiche e le riviste aeronautiche specializzate hanno
contribuito pesantemente anche loro a gettare sia acqua sia benzina sul fuoco, generando solo confusio-
ne.
Storicamente e legalmente parlando, il problema non esiste proprio. Il velivolo venne progettato e accet-
tato dalla Luftwaffe nel 1936 come Bf.109, dalla sigla del suo costruttore, appunto la Bayerische
Flugzeugwerke.
Solo nel 1938 Willy Messerchmit riuscì a farsi nominare amministratore delegato, assumendo praticamen-
te il controllo dell'azienda. Dopo quella data incominciò a battezzare i suoi prodotti con la sigla Me. dalle
prime due iniziali del suo cognome. Quindi è tecnicamente corretto scrivere Me.210 Hornisse, Me.163
Komet e Me.262 Schwalbe, ma su tutti i documenti ufficiali tedeschi, su tutte le fatture di pagamento e le
lettere d'ordine, il nostro velivolo è siglato sempre e solo Bf.109, sino agli ultimi giorni del Terzo Reich. I
primi a creare l'equivoco furono proprio gli alleati durante la guerra, riferendosi al velivolo qualche volta
come Me.109 o semplicemente come “il” Messerschmitt. Diciamo che era un vezzo comune all'Asse quel-
lo di inserire per civetteria il nome del costruttore nella sigla del velivolo. Come da noi il Cr.42 stava per
Celestino Rosatelli e il Mc.202 stava per Mario Castoldi (anzi, le dizioni ufficiali corrette sono Macchi C.202
Folgore e Macchi-Castoldi 202 Folgore). Anche Kurt Tank riuscì a marcare il territorio battezzando il Ta.154.
I Brits usarono sempre e solo come sigla l'azienda costruttrice con il nome di battesimo dell'aeroplano,
mentre gli Yankee usarono come sigla la denominazione ufficiale della forza armata preceduta dal nome
del fabbricante e seguita dal nome di battesimo; per entrambi, il nome del progettista era irrilevante.
Quindi, anche se la mia barba bianca sa benissimo che la denominazione storica giusta è Bf.109, qualche
volta mi sono lasciato andare anch'io a scrivere Me.109, visto che è la forma che va per la maggiore. Però
ho il dovere di dire ai miei cinghialetti e cinghialoni che lo Zio Cinghiale è in errore. Non vuole aver sem-
pre ragione anche quando sa di aver torto. Visto che questo è un articolo storico e non modellistico, devo
fare il purista in questa particolare circostanza.
Per il resto, usate pure tra di voi la sigla che vi piace di più, ma non rompete il prossimo sull'aver ragione
a tutti i costi.

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Bf.109V1
Al suo debutto non piacque a nessuno a livello estetico, dai poli-
tici ai militari, dai veterani di guerra ai piloti collaudatori. Era una
macchina aliena per la mentalità del 1935, troppo moderna e con
troppe cose nuove tutte assieme. Era l'unico concorrente che
avesse il rivestimento interamente metallico e non telato. Le
prove di volo rivelarono un caratterino nervoso e difficile, che
non perdonava gli errori. La classica maneggevolezza dei biplani
era un ricordo del passato. Si trattava di un velivolo immaturo e
pieno di guai da correggere, ma rappresentava un salto in avanti
da Star Wars rispetto all'He.51. Poco alla volta ci si rese conto dello straordinario potenziale di crescita, del-
l'eccellente velocità ascensionale e dell'aggressività. Si potevano fare cose nuove neanche solo immaginate
poco prima. Si sarebbero dovuti riscrivere tutti i manuali di combattimento e ricominciare da zero a pensare
all'arma aerea, ma il sacrificio valeva la pena? Alla fine anche i più scettici dovettero piegarsi all'evidenza. Il
Bf.109 non era troppo nuovo, erano gli altri che erano diventati vecchi prima del previsto. PS: ironia della
sorte. Per fare un dispettuccio a Willy, non gli consegnarono in tempo il suo motore Jumo 210. Quindi per far
partecipare il velivolo alla gara fece volare il primo prototipo (nella foto) con un motore britannico, il Rolls-
Royce Kestrel V12 dalle caratteristiche e dimensioni simili. Fu paradossale, sia per la RAF sia per la
Luftwaffe, che il primo dei tanti Messerschmitt che avrebbero dato del filo da torcere agli alleati per tutta la
guerra abbia potuto vincere la competizione d'appalto grazie alla stessa azienda che fornirà il motore a
Spitfire, Hurricane e Lancaster.

Willy se la cavò perché l'accusa era bando di concorso per un nuovo cac- aerei da caccia di tutto il mondo era
soprattutto emotiva, ma è brutta cosa cia moderno, destinato a sostituire il stato sempre lo stesso: biplano, car-
finire nella lista nera dei potenti. La biplano He.51, aereo all'epoca in rello fisso, elica bipala a passo fisso,
luce in fondo al tunnel arrivò con il prima linea. A questo concorso aderi- abitacolo scoperto e due mitragliatrici
grande riarmo voluto dal partito nazi- rono Arado, Focke-Wulf ed Heinkel, sincronizzate sul muso. All'inizio degli
sta nel 1933; c'era bisogno di tutti i con l'impegno di realizzare dei proto- anni Trenta apparvero all'orizzonte
progettisti esistenti e al nostro Willy tipi d'avanguardia pagati dal governo. delle evoluzioni tecnologiche che
fu data una nuova occasione per Grazie all'amicizia che si era nel frat- furono accolte con tiepido entusiasmo
ritornare in pista. Nel 1934 vinse l'ap- tempo fatto con Hermann Goering e o con aperta diffidenza, se non con
palto della Luftwaffe per un nuovo Rudolf Hess, il nostro Willy dichiarata ostilità: monoplano, carrello
aereo da collegamento, con il suo Messerschmitt riuscì ad avere da retrattile, abitacolo chiuso, elica a
M.37 che entrò in produzione come Berlino la possibilità di partecipare passo variabile, flaps, costruzione
Bf.108 Taifun. Vi ricordate il back- alla gara. Bella cosa avere degli amici interamente metallica, radio a bordo.
ground come progettista di alianti? potenti al potere. A Milch, che era pur Tutti i piloti da caccia dell'epoca vole-
La sua ossessione era la massima sempre il capo dell'RLM (e come vano aerei migliori dei loro potenziali
semplicità costruttiva possibile, unita pilota da caccia era stato molto più in avversari, ma contemporaneamente
a una cellula dalla maggiore legge- gamba degli altri due), questa cosa di avevano le loro idiosincrasie per le
rezza possibile, con la migliore finez- essere stato scavalcato dovette dare novità troppo spinte. Un carrello
za aerodinamica possibile. Queste non poco fastidio; mandò giù il rospo retrattile diminuiva la resistenza aero-
caratteristiche, che furono il tallone ma fece sapere dietro le quinte a dinamica e aumentava la velocità, ma
d'Achille del fallimentare M.20, rap- Willy che la BFW non aveva nessuna era più fragile, più complesso nonché
presentarono l'asso nella manica per possibilità di vincere, che non si costoso da costruire. Come robustez-
il -108. Era semplice e veloce da sarebbe beccata il becco di un za, allora come oggi, un carrello fisso
costruire ed economicissimo da Reichmark e che lo sconsigliava cal- è sempre imbattibile. Inoltre c'era il
gestire: soprattutto aveva un consu- damente a intraprendere la costru- timore che non si aprisse in fase di
mo di carburante molto modesto. In zione anche di un solo prototipo, per atterraggio. Il passaggio dalla consoli-
mani civili, conquistò diversi record di non sprecare tempo e denaro. Non data formula biplana al monoplano fu
durata e resistenza, proprio come un mi riesce difficile immaginare gli altri una piccola sofferenza, perché si per-
aliante! Willy e la rinata Bayerische industriali tedeschi che ridacchiavano deva molta maneggevolezza. Ma l'op-
Flugzeugwerke erano usciti dal casti- alle spalle del quarto incomodo, il posizione maggiore fu quella legata
go. Ma ancor prima che il successo perdente dichiarato. all'abitacolo chiuso: senso di claustro-
del Bf.108 esplodesse, era accaduta fobia, perdita di visibilità a 360°, pani-
un'altra cosa, molto più importante. UNA PARENTESI TECNICA co di restare intrappolati dentro in
All'inizio del 1934 una Luftwaffe in caso di incidente (oramai il paracadu-
piena espansione aveva emesso un Per circa vent'anni il design degli te era diventato standard e affidabile).

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STORIA
L’asso Heinz Bar del JG 77,
a bordo del suo Bf.109F4
con parabrezza blindato, si
prepara al decollo con l’aiu-
to del personale di terra.
Russia, maggio 1942.

Anche la radio fu vista come un'inge- mente metallica... ma aveva un handi- NASCE IL -109
renza: legati a una catena di coman- cap inaccettabile: il suo motore radia-
do anziché selvaggi cavalieri liberi nel le era sottopotenziato (la cosa si risol- Willy voleva vincere e riversò nel suo
cielo blu. Tutte queste innovazioni non se nel 1938 con il P-40 a motore in nuovo design tutte le innovazioni tec-
avvennero in un colpo solo ma gra- linea). Gli italiani entrarono tardi in nologiche disponibili, oltre a qualcosa
dualmente, e non contemporanea- scena, nel 1937 con due mediocri in più. Da più parti si dice che il Bf.109
mente per tutte le aviazioni. Nel 1934 monoplani a carrello retrattile e abita- discende dal Bf.108, ma non si tratta
volò il Gladiator, con la sola innova- colo scoperto (l'abitacolo chiuso di un'evoluzione diretta. Tra i due c'è
zione dell'abitacolo chiuso; nel 1935 venne scartato subito dopo i primi la stessa genealogia esistente tra un
toccò all'Hurricane, che aveva però la prototipi), tali Mc.200 e G.50, ma Big Mac e il Kebab: la carne in mezzo
costruzione ancora in tela come i suoi facemmo un clamoroso passo indie- a del pane c'è, ma il resto è diverso.
predecessori biplani. Il Polikarpov I-16 tro nel 1939 con il Cr.42, per ripiega- Devo ricordare anche l'importante
del 1934 era monoplano a carrello re su una formula obsoleta ma collau- contributo a entrambi i velivoli dato da
retrattile, ma manteneva l'abitacolo data per accontentare l'industria Robert Lusser. Mentre Messerschmitt
aperto. Il Grumman F3F del 1935 era intrallazzona, i politici bustarellati e i era fondamentalmente un esperto
ancora un biplano, ma aveva il carrel- capricci dei piloti (bocca mia statte strutturale e di aerodinamica, lui era
lo retrattile e l'abitacolo chiuso. Sulla zitta). Obiettivamente, nel 1935 mol- un ingegnere puro molto più sofistica-
carta il Curtiss P-36, sempre del tissimi aviatori in tutto il mondo aveva- to, che compensava le lacune del
1935, doveva essere il velivolo più no una fobia per il tettuccio chiuso, primo (difatti terminò la sua carriera
avanzato dell'epoca: incorporava tutte ma RAF/Luftwaffe/USAAC furono ina- alla NASA passando prima nel team
le innovazioni tecnologiche sopra movibili: se non gradite, le porta è di von Braun). Il primo prototipo
descritte, oltre alla costruzione intera- quella. In Italia invece... Bf.109 V1 volò nel 1935 e nel 1936

L’asso Gerhard Barkhorn, famoso per i suoi 301


abbattimenti e le 1104 missioni di guerra, posa
insieme a un aviere. Il rapporto tra addetti ai servi-
zi a terra e i piloti era molto forte e sinergico e
spesso sfociava nell’amicizia.

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Messerschmitt Bf.109 G-6


“Bianco” 15 del 10./JG 53. Questo
aereo monta le due gondole R-2
per i razzi 21cm WGR "Pulk-
Zerstörer".Il caccia da intercetta-
zione è pilotato da Fritz Muller
Bad, Lippspringe 1944.

partecipò alle prove comparative della no appena portato in volo nel 1936 divenne l'icona della Blitzkrieg, com-
Luftwaffe con gli altri tre concorrenti. un velivolo altrettanto avanzato tec- batté su tutti i teatri di guerra, fu sot-
La prima impressione dei collaudato- nologicamente, interamente metalli- toposto a continui miglioramenti che
ri, che provenivano tutti dai biplani co ed estremamente simile come lo resero competitivo anche con rea-
He.51, non fu buona: troppe cose design: lo Spitfire. La seconda fu la lizzazioni più moderne, venne pro-
nuove in un colpo solo. Già durante il straordinaria semplicità, economia e dotto incessantemente sino all'8
suo sviluppo l'asso della Grande velocità di costruzione della cellula, maggio 1945, proprio grazie alla sua
Guerra aveva esclamato: "Questa record che rimase imbattibile per incredibile semplicità di costruzione.
macchina non sarà mai un caccia!". qualunque altro velivolo pariclasse Se c'è un paragone che si deve fare
Paradossalmente, fu proprio l'ap- sino al termine del secondo conflitto con un suo diretto pariclasse con-
proccio prudente o troppo conserva- mondiale. Il genio aeronautico di temporaneo, l'unico possibile è con lo
tore delle altre aziende a fare la diffe- Willy si manifestò proprio grazie al Spitfire; l'Hurricane era leggermente
renza. L'Arado Ar.80 era monoplano suo background di progettista di più anziano e il P-40 nacque dopo
ma con carrello fisso e abitacolo alianti: unire il meglio della tecnologia ma già vecchio. Fulmini, tuoni, cavalli
aperto. Il Focke-Wulf Fw.159 aveva il industriale con la massima ricerca- selvaggi, averle e tempeste sono di
carrello retrattile e l'abitacolo chiuso, tezza per la leggerezza nel peso generazioni successive. Entrambi
ma un'ala parasole. L' Heinkel strutturale e la semplicità di costru- hanno in comune molte cose. Lo
He.112 aveva l'abitacolo aperto e il zione. Non si lasciò influenzare dai stesso carrello d'atterraggio dalla
carrello chiuso, ma l'ala era caratte- desiderata dei vecchi piloti da caccia carreggiata stretta, il ruolo primario
rizzata da una larga forma ellittica per conservatori e puntò solo al massimo come intercettori diurni senza voca-
soddisfare il desiderio dei piloti di un delle prestazioni. Fu una bella rivinci- zione per l'attacco al suolo, la ridotta
basso carico alare che garantisse ta, che fece rosicare parecchi perso- autonomia e la limitata visibilità
maggiore manovrabilità. Poco alla naggi illustri, facendo entrare il posteriore. Il Tommy puntava su una
volta emerse il fatto incontestabile Bf.109 dalla porta di servizio e uscire elevata cadenza di fuoco con otto
che, pur essendo un aeroplano ner- con la gloria dal portone principale. mitragliatrici ma di calibro leggero, un
vosetto, veloce, difficile e immaturo, il Alle fine del 1936 l'aereo fu scelto effetto da lupara vantaggioso per un
Bf.109 rappresentava il futuro. Ci definitivamente quale il futuro caccia tiratore medio. Il Crucco puntava su
furono due cose che fecero pendere della Luftwaffe.
l'ago della bilancia in favore del Il resto è storia. Il nostro velivolo
nostro brutto anatroccolo. La prima fu
l'indiscrezione che i britannici aveva-

Illustrazione di un
Bf.109 F4 Trop. in
combattimento in
Nord Africa.

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STORIA
COME SAREBBE STATA LA VERSIONE NAVALE ME.109T?
Sarebbe stato un disastro come la sua controparte britannica, il Seafire. Ricordatevi la vecchia e saggia
regola dell'esperienza. Un caccia navale può operare benissimo dalla terraferma, ma un caccia terrestre
non può essere convertito efficacemente in un aereo imbarcato. Un apparecchio che decolla e atterra da
una portaerei deve essere progettato sin dall'inizio per questo scopo, le scorciatoie non funzionano. Con
lo stesso carrello d'atterraggio dalla carreggiata stretta e il gancio d'appontaggio sistemato per ripiego a
metà della coda, il Me.109T avrebbe avuto lo stesso spaventoso rateo di incidenti delle prime versioni del
Seafire. Si persero più macchine per incidenti che per il fuoco nemico. Il Sea Hurricane era solo un po’
meno problematico. Tutti i piloti della Royal Navy ricordano invece il salto
di qualità con le piacevolissime capacità di appontaggio del Wildcat.
Anche se era un barilotto nel dogfight, anche se anch'esso aveva uno
carrello stretto, veniva giù sul ponte senza patemi d'animo e lo strappo
del gancio d'arresto non gli spaccava la fusoliera. Era stato costruito pro-
prio per fare quel mestiere.
Fortunatamente, per i mancati piloti della Kriegsmarine la portaerei Graf
Zeppelin non venne mai completata e il problema si estinse sul nascere.

Sopra un Messerschmitt Me-109 T-2 e


sotto la portaerei mai completata GRAF ZEPPELIN.

una bassa cadenza di fuoco con frattempo quello che era cambiato
quattro sole mitragliatrici ma di cali- era il peso delle macchine e la velo-
bro superiore, che avvantaggiava il cità minima di atterraggio. I piloti della
tiratore molto esperto. Un ruolo non RAF e della Luftwaffe veterani della
previsto ma gradito fu la ricognizione Battle of Britain che erano ancora in
fotografica, un adattamento parzial- pista nel 1945 rimpiangevano le
mente riuscito quello come caccia- prime versioni delle loro macchine,
bombardieri. Le loro gambe corte molto più agili e piacevoli da pilotare
non furono mai migliorate drastica- delle più potenti ma pesanti evoluzio-
mente: un Mustang con i soli serbatoi ni successive. Come c'è un abisso tra
interni aveva il doppio del raggio d'a- lo Spit Mk.I e il Mk.24, lo stesso dica- 5 settembre 1940. Bf.109 E
zione di uno di loro due con i serbatoi si tra il Bf.109B e il K-10. Da entram- “Bianco 6” del tenente Heinz
esterni. E il Fw.190 dimostrò una poli- bi i caccia, i loro progettisti spremet- Schnabel del 1. Staffel,
valenza sul campo di battaglia tero ogni goccia del design iniziale Jagdgeschwader 3, precipitato a
seconda solo al Phantom di due per potenziarli sempre più. Aldington nel Kent. Schnabel
decenni successivi. SKYMODEL sopravvisse all'impatto.
Tornando a bomba, qual'era all'epo-
ca il miglior caccia da dogfight tra lo
Spit e il -109?
Nessuno dei due. Pregi e difetti si
compensavano a vicenda, la vittoria
spettava al pilota più abile o a quello La fine. Se non abbattuti, gli ultimi Bf.109 furono distrutti a terra duran-
che si trovava nella posizione tattica te l’avanzata e il consolidamento sul territorio delle truppe alleate.
migliore all'inizio dello scontro. Pochi sono gli esemplari bellici sopravvissuti.
Entrambi rappresentavano il meglio
delle tecnologie aeronautiche del
1940, erano i purosangue di quegli
anni. Tutti e due subirono la critica dai
loro detrattori riferita alla stretta car-
reggiata che li rendeva diffici-
li/pericolosi in atterraggio. Se questo
è vero per il 1944, all'epoca della loro
ideazione a metà degli anni Trenta
tutti i piloti del mondo erano abituati
alla stretta carreggiata dei biplani a
carrello fisso e ad atterrare sull'erba.
Nessun aviatore della Grande Guerra
si lamentò mai dello stretto carrello
del suo aeroplano: le ruote di un
Sopwith Camel e di un Emil erano
alla stessa identica distanza. Ma nel

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61 pubbla:20 a 25 fiat g55 9-03-2016 12:50 Pagina 61

VENDITA PER CORRISPONDENZA, SENZA LIMITI DI ORDINE, CONTATTI ORE NEGOZIO DAL LUNEDÌ POMERIGGIO AL SABATO
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FOXHOUND 1/48 AVANTGARDE - MIG 31 B/BS FOXHOUND 1/48 AVANTGARDE - FOUGA CM.170 MAGISTER 1/48 EDUARD - BF 109 G6 LATE PROFIPACK 1/48
AIRFIX - DEFIANT MKI 1/48 K ITTY HAWK - XF5U-1 FLYING FLAPJACK 1/48 K INETIC - REPUBLIC P-47D THUNDERBOLT RAZORBACK 1/24 MENG MODEL: F-106A DELTA
DART 1/72 DISPONIBILI: TRUMP ETER - JUNKERS JU 87G-2 STUKA 1/32 K ITTY HAWK - T-28B/D TROJAN 1/32 HONK K ONG MODEL - DE HAVILLAND MOSQUI-
TO MK.IV SERIES II 1/32 HONK KONG MODEL - MITCHELL B 25 GUNSHIP 1/32 HASEGAWA - AERMACCHI MC 202 FOLGORE 1/48 MRC - HH-34J USAF COMBAT
RESCUE 1/48 K INETIC - SUPER ETENDARD 1/48 KINETIC - SU-33 SEA FLANKER 1/48 ZOUK EI- MURA - HORTEN HO229 1/48 HASEGAWA - AERMACCHI MC.205
VELTRO 155 GRUPPO 1/48 SP ECIAL HOBBY - INAM RO 43 ITALIA WAR 1/48 K ITTY HAWK : OS2U KINGFISHER 1/32 TAN MODEL: F84 RF THUNDERFLASH 1/48
(DECAL ITALIANE) EDUARD - MIG15/MIG15 BIS/MIG15 UTI (PROFIPACK) 1/72 euro 17,40 VALOM - F-101C VOODOO MONOPOSTO 1/72 euro 30,50 VALOM - RF-
101C VOODOO MONOPOSTO 1/72 euro 30,50 MIRAGE - PZL P.11C 1/48 FLY - MACCHI M5 1/48 R ODEN - HEINKEL HE51 B.1 1/48 euro 27,50 K INETIC - ROYAL
NAVY SEA HARRIER FRS1 1/48 K ITTY HAWK - F35B LIGHTNING 2 1/48 euro 59,00 KINETIC - AMX BIPOSTO 1/48 KITTY HAWK - AIRACOBRA P-39Q/N 1/32 KITTY
HAWK : F-86K SABRE (NATO) con decal italiane KINETIC : MIRAGE IIIE/V-MIRAGE IIIEBR/ IIIEA / V SOUTH AMERICA 1/48 SP ECIAL HOBBY - INAM RO 43 1/48 SPE-
CIAL HOBBY - INAM RO 44 1/48 KINETIC - AMX MONOPOSTO 1/48 KINETIC - T-45 A/C GOSHAWK 1/48 euro 43,00 BRONCO MODELS - AIRSPEED A.S. 51 HORSA
GLIDER MKI ITALERI - CANT Z.506B AIRONE 1/72 (STAMPO MIGLIORATO) SWORD MODELS - GANNET AEW.3 1/72 SWORD MODELS - F9F-8P PHOTO-COUGAR
1/72 euro 19,50 RS MODELS- AMBROSINI SAI 403 DARDO 1/72 euro 19,40 KINETIC - MIRAGE III E/0/R 1/48 euro 44,00 K ITTY HAWK - AH-1Z VIPER 1/48 euro
41,00 KITTY HAWK - F9F-8/F9F-8P COUGAR (single seater) 1/48 euro 48,50 KITTY HAWK - OV/10D BRONCO 1/32 euro 79,00 KITTY HAWK - F-86D SABRE 1/32 ZOU-
K EI- MURA - HO229 ORTEN 1/32 euro 135,00ZOUKEI-MURA - P-51 D/K MUSTANG IV 1/32 euro 115,00 ITALERI - F104 A/C STARFIGHETER 1/32 euro 90,00 AIRFIX
- FOLLAND GNAT 1/48 euro 22,00 AIRFIX - GLOSTER JAVELINE 1/48 euro 69,50 HK MODEL - METEOR MKIV 1/32 euro 85,00 K ITTY HAWK - F9F-8T COUGAR (SIN-
GLE SET) 1/48 euro 47,00 KITTY HAWK - F/94C STARFIRE FIGHTER 1/48 euro 40,00 KINETIC - FOUGA MAGISTER CM 170 1/48 euro 42,00 ICM - BEECH C-45 con decal
italiane 1/48 euro 28,00 ANNUNCIATI 2016: K ITTY HAWK : RE 84 F THUNDERFLASH 1/32 KITTY HAWK: F84 THUNDERSTREAK 1/32 HK MODEL: LANCASTER B
III 1/32 KITTY HAWK : F11F TIGER 1/32; HOBBY BOSS: J-32B/E LANSEN 1/48

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62 a 65 accessori:54 a 57 accessori 8-03-2016 8:57 Pagina 62

Accessori
quindi questi set di miglioria per
MiG-21 UM air scoops questi gloriosi aerei. L-29R Delfin reccon conversion
EG

QUICKBOOST 1/48 QUICKBOOST 1/48


ART. 48669 ART. 48676
Le prese d’aria sulla fusoliera sono Questi quattro pezzi in resina, un
una delle caratteristiche salienti pod ventrale in due parti e nuovi
del MiG-21. Queste in resina della serbatoi alari, permettono di tra-
Quickboost, più realistiche delle sformare l’addestratore cecoslo-
originali, sostituiscono senza alcu- vacco Aero L-29 della AMK nella
versione da ricognizione.
M.M. Su-9 Fishpot Pitot tubes

QUICKBOOST 1/48
ART. 48678
P-40K Kittyhawk, P-51A Mustang,
P-40M Kittyhawk Exhaust Questo set permette di sostituire
rapidamente i tubi di Pitot sull’ala
e sul muso del kit Trumpeter.
QUICKBOOST 1/48 M.M.
ART. 48674, 48675, 48685

na modifica quelle del kit Per chi ama il dettaglio ed anche


Trumpeter. Sebbene destinate al per chi non vuole perder tempo o
non ha la pazienza per farlo, esi- B-25 Mitchell Seats
biposto UM, sono utilizzabili
anche sul caccia F-13 della stessa stono in commercio degli scarichi with Safety Belts
marca. in resina belli pronti da sistemare
M.M. nei loro alloggiamenti e da colora-
re a dovere; come vedete dal tito- QUICKBOOST 1/48
lo, i tre presi in esame, sono tutti ART. 48681
Hawk T Mk.1A Control lever dedicati ad aerei della WWII e
prodotti dalla consolidata Purtroppo Quickboost non lo indi-
Quickbost; in ordine di titolo ca, ma sarebbe stato meglio dire
abbiamo il P-40K dell’Italeri, il P- che questi sedili si adattano più ai
QUICKBOOST 1/48 51A della ICM ed infine Il P-40M modelli tardi del famoso bimotore. Su-9 Fishpot antennas
ART. 48670 di Hobby Boss. La scala quarto di pollice lascia
EG subito intendere che questi sedili
L’indicazione della confezione sono dedicati a kit tipo Accurate,
dice di utilizzare queste leve di Revell, Academy e vari altri rebox QUICKBOOST 1/48
comando sul kit Hobby Boss, ma in commercio. ART. 48679
perché no in altri modelli? Una EG
leggera modifica ed il gioco è Tra gli accessori dedicati al Su-9
fatto. della Trumpeter non potevano
EG mancare le caratteristiche antenne
di questo poco conosciuto inter-
cettore.
Scale Aircraft Conversions 1/72,

Su-9 Fishpot air scoops

OV-1 Mohawk Air Scoops QUICKBOOST 1/48


ART. 48677
QUICKBOOST 1/48 Il Sukhoi Su-9, a giudicare dalle F-16C Fighting Falcon Parachute
ART. 48673 recensioni, non sembra essere uno Cover Hellenic Air Force
dei migliori prodotti della
Penso che la Roden si sia fatta Trumpeter. Queste belle prese
conoscere proprio con l’uscita sul d’aria contribuiscono certamente a QUICKBOOST 1/72
mercato di questo bel bimotore migliorare la situazione. ART. 72502
turboelica e la sua ambientazione http://www.quickboost.net/
sudest asiatica, non a caso su quel M.M. Confesso la mia ignoranza in fatto
filone seguirono il Trojan anti guer- di aerei ellenici, ma è evidente che
riglia ed il Pilatus, ben vengano se per il kit Tamiya viene prodotto

62 SKYMODEL 88/16
62 a 65 accessori:54 a 57 accessori 8-03-2016 8:57 Pagina 63

Accessori
questo contenitore di paracadute,
vuol dire che una certa differenza I-153 control lever
con gli altri c’è. Il nome Tamiya è
sinonimo di qualità ed a questo
punto i colleghi modellisti greci , QUICKBOOST 1/72
molto attivi tra l’altro, saranno ben
contenti.
ART. 72495
EG
Sono ben tre e finemente dettaglia-
te le barre di comando in resina,
per l’I-153 della ICM, che trovia-
mo in questa confezione
Quickboost.
M.M.

I-153 cockpit doors


troviamo anche tutte le indicazioni
QUICKBOOST 1/72 per i colori da usare, ma senza
menzionare FS o marche varie;
ART. 72503 l’armadio trasportabile deve essere
colorato di rosso per cui ho pensa-
Non si può certo dire che
to forse ad un contenitore di DPI
Quickboost abbia trascurato il
antincendio o similari, ed infine il
Polikarpov U-2 / Po-2 propeller Polikarpov I-153 della ICM: questi
carrello ovviamente per il traspor-
sono i portelli laterali dell’abitaco-
to di vario materiale da lavoro. E’
lo, che è indispensabile lasciare
chiara subito la possibile ambien-
aperti se si vuole mostrare qualco-
QUICKBOOST 1/72 sa degli interni.
tazione in un hangar o su una
ART. 72492 piazzola di servizio e manutenzio-
M.M.
ne. EG
I-153 propeller “A” w/tool
Quest’elica bipala in resina, sottile
e con un buon dettaglio del
mozzo, sostituisce quella del
M.M.
Polikarpov U-2 della ICM. Vista la QUICKBOOST 1/72 Junkers Ju 88, Short Stirling,
delicatezza, occorre una certa
ART. 72498 Dorier Do17, F4D-1 Skyray, SAAB
attenzione per separarla dalla
materozza e lisciarne i residui.
J21 Landing Gear
Questo set è dedicato alle prime
M.M.
versioni del caccia biplano sovieti-
co, che avevano una piccola ogiva
sul mozzo dell’elica. Le due pale
SCALE AIRCRAFT CONVERSIONS
sono separate e non mancano i 1/72, 1/48
due minuscoli contrappesi, ripro- ART. 72118, 72119,
dotti in doppia copia. Il tutto si 72120,72121, 48294
assembla sulla pratica dima fornita USAF/US Army Tow Tractor Driver,
nella confezione. Per il kit ICM. USAF Utility Trailer Wagon, USAF Dopo un periodo di pausa il fab-
M.M. 2 Wheel Tilt cabinet-Late bricante texano di carrelli riprende
a produrre carrelli e ruote in
metallo bianco; accessori più
robusti rispetto alla plastica ed
AEROBONUS 1/32 adatti a reggere i nostri kit più
ART. 320070, 320065, 320075 robusti. Personalmente non amo
I-153 exhaust molto la qualità di questi stampi,
L’Aerobonus, sempre attenta nel troppe bave ed imperfezioni e
presentare mezzi di superficie, quindi troppa preparazione; sta di
QUICKBOOST 1/72 figurini e manufatti, in queste tre fatto però che la produzione riem-
confezioni ci offre, in scala 1/32, pe vastamente il panorama di kit;
ART. 72494 un figurino in posizione seduta, per cui ecco una piccola lista dei
che rappresenta un autista di trat- kit coperti da questi blister:
Questi minuscoli tubi di scarico, tore o qualsiasi mezzo di servizio
perfettamente forati, aggiungeran- USAF e/o US Army, un carrello
no un apprezzabile tocco di reali- con ruote ed un armadio di servi-
smo al caccia biplano sovietico
Polikarpov I-153 della ICM.
I-153 propeller “B” w/tool zio trasportabile. Il figurino è com-
posto dal busto e gambe stampate
M.M. con la sedia, la testa e le due brac-
cia, all’interno della confezione
QUICKBOOST 1/72
ART. 72499
Sempre per il Polikarpov I-153
della ICM, ecco la versione tarda
dell’elica con il mozzo nudo. La
finezza è sempre di prim’ordine
come per il primo tipo ed anche
qui troviamo la dima per il corret-
to assemblaggio.
M.M.

SKYMODEL 88/16 63
62 a 65 accessori:54 a 57 accessori 8-03-2016 8:57 Pagina 64

Accessori

cia inferiore dei pezzi: sono in


realtà dei fari d’atterraggio retratti-
li, che mancano nel kit.
M.M.

MiG-23 MF/ML correct tail fin

AIRES 1/48
ART. 4654
Questa pinna caudale inferiore in
resina sostituisce quella del MiG-
23 della Trumpeter.
http://www.aires.cz/en/
M.M.

pate le due MG-131, per cui siamo


•Item 72118 Junkers Ju-88 obbligati a montarla chiusa. Il pro-
Zvezda 1/72 blema viene superato dall’item
•Item 72119 Short Stirling Italeri 672088 che, non solo offre il
1/72 motore con tutti i suoi portelli, ma
•Item 72120 Dornier Do 17 Airfix anche le armi separate ed il portel-
1/72 lo a parte . Non contenti di ciò, i
•Item 72121 F4D-1 Skyray nostri amici cechi hanno pensato Pannelli strumenti e accessori
Tamiya 1/72 anche a chi non ama montare e per interni
•Item 48294 SAAB J21 A-3 PM dipingere uno Junkers Jumo, ma
1/48 nello stesso tempo vuole mostrare
EG qualcosa, ecco quindi la confezio-
ne 672084 che è composta dal YAHU MODELS
carter posteriore del motore, le SCALE 1/72, 1/48, 1/32, 1/24
Fw 190A-8 engine, MG-131 armi, i tralicci del castello motore
mount, Propeller, e la paratia con le scatole porta La polacca Yahu si è specializzata
Engine & fuselage gun nastri dei proiettili. In ultimo, non in fotoincisioni precolorate che
meno importante degli altri ecco riproducono la strumentazione di
l’articolo 672086 con l’elica da numerosi modelli d’aereo. Nel
montare mediante un comodo tool catalogo, in continua crescita, tro-
BRASSIN 1/72 che ci permette di dare l’esatta viamo però anche altri elementi
ART. 672082, 672084, angolazione delle pale, e la vento- quali sedili, cinture in microfibra
672086, 672088 la , sempre in resina, posta all’in- con fibbie fotoincise, mascherine
gresso della naca. adesive e singoli strumenti, con
Mai visti così tanti set di dettaglio Ad occhio e croce per montare cui superdettagliare gli abitacoli
e miglioria per un kit; nel giro di questo kit con tutti i set forniti ci dei nostri modelli. Si tratta di pro-
due mesi me ne sono passati tra le vorrà un bel pò di tempo, però il dotti di alta qualità, dotati di una
mani almeno 10 dedicati al nuovo gioco vale la candela, i pezzi sono superba riproduzione dei quadran-
Fw 190 A8 1/72 di Eduard. Ora stampati in maniera egregia ed il ti. Oltretutto i pannelli strumenti
non lavoriamo più sul cockpit ma risultato sarà fantastico. sono quasi sempre in pezzo unico
ci dedichiamo più alla zona del EG pur mantenendo una buona tridi-
propulsore; il set 672082 è esclusi- mensionalità, facilitandone gran-
vamente dedicato al motore, uno demente il montaggio specie nella
splendido motore in 1/72 con in MiG-23 MF/ML correct air intakes scala più piccola.
più i portelli posizionabili aperti o http://yahumodels.siemianowice.c
chiusi, ma in questo caso non vi om/
sono dubbi: aperti. Però la coper- AIRES 1/48 M.M.
tura delle armi del muso ha stam- ART. 4653
Si vocifera sul web che il MiG-23
della Trumpeter abbia le prese
d’aria non del tutto corrette. A
parte le differenze di forma, a mio
parere non evidentissime, queste
della Aires sono sottili e con un
buon dettaglio superficiale. Ci
sono anche due “oblò” in resina
trasparente da installare sulla fac-

64 SKYMODEL 88/16
62 a 65 accessori:54 a 57 accessori 8-03-2016 8:57 Pagina 65

Libri
Richard A. Franks Richard A. Franks tutti gli elementi di “Airframe &
Miniature “ ma molto più detta-
“The De Havilland Hornet & Sea “THE HAWKER TYPHOON” gliata sull’analisi di ogni sezione
Hornet” della macchina, non a caso la
monografia è corredata da foto e
AIRFRAME & MINIATURE N°2
disegni inediti spettacolari degli
AIRFRAME ALBUM N°8 UPDATE & EXPANDED interni più reconditi.
VALIANT WINGS PUBLISHING VALIANT WINGS PUBLISHING Questo volume è dedicato ad un
bimotore storico per gli inglesi e
La Valiant avanza a passo di carica Una riedizione del n° 2 delle pub- poco presente sui tavoli dei
nella pubblicazione delle sue blicazioni della Valiant uscita nel modellisti, giusto un manipolo di
opere, con queste due ultime usci- 2011; non soltanto è stato amplia- appassionati: il Bristol Blenheim,
te nel mese di novembre siamo a to il testo includendo gli ultimi kit Per chi volesse avere maggiori
ben 7 opere distribuite nelle varie di Brengun nella scala regina 1/72 informazioni ecco il sito della casa
collane nel solo 2015, e vi dico ed il massiccio Typhoon in 1/24 di editrice.
subito che sta arrivando l’ottava Airfix, ma sono state incluse mag- EG
dedicate alla battaglia di Taranto. giori informazioni sui dettagli di
Analizziamo però questa, della Tigercat, un Fairey Firefly FR
costruzione del velivolo , non
serie Airframe Album, dedicata al Mk.IV/V ed un F-86F Sabre.
incluse nella prima edizione;
De Havilland Hornet ed alla sua Per chi volesse avere maggiori
Le pagine sono state portate a 176
versione navale Sea Hornet. informazioni ecco il sito della casa
e tutte le costruzioni di kit incluse
Velivolo successivo al Mosquito ed editrice: www.valiant-wings.co.uk
in questo volume sono state com-
anch’esso realizzato in legno, fu EG
missionate a proposito.
l’ultimo caccia a pistoni concepito EG
dalla casa inglese, entrato in servi- Richard A. Franks
zio alla fine della seconda guerra
mondiale, equipaggiò le unità da
“The Bristol Blenheim”
caccia diurne del RAF Fighter
Command britannico e successiva- AIRFRAME ALBUM N°5
VALIANT WINGS PUBLISHING
Quinto volume della collana
“Airframe Album” della validissi-
ma Valiant: abbiamo già visto nei
precedenti numeri che questa
serie di monografie si concentra
sugli aspetti fisici e la costruzione
di diverse versioni del velivolo, ha

The Korean War “The first jet-vs-jet


air battles”

AIRFRAME EXTRA N°2


VALIANT WINGS PUBLISHING
mente fu utilizzato con successo
come caccia intercettore nella Ulteriore novità dalla Valiant, una
Malesia britannica; la versione nuova collana dedicate ai teatri di
imbarcata, Sea Hornet fu destinata Guerra con trattazione modellisti-
alle portaerei della Royal Navy. ca. Purtroppo in redazione non è
Poco si sa di questo aereo, per cui arrivato il numero 1 dedicato al
ben vengano le 101 pagine di periodo storico della guerra aerea
disegni al tratto e foto in B/N su in Europa dal D-Day alla fine del
tutta l’anatomia di questa macchi- conflitto; ciononostante ho avuto,
na; di seguito la parte relativa al per altre vie, modo di sfogliarlo ed
camouflage con all’interno i profi- è bello. Questo secondo volume
li di Caruana e poi finalmente il concerne la guerra di Korea, non
montaggio di due kit, uno in scala molto visitata dai modellisti italia-
1/72 ed un altro in scala 1/48; per ni, ma che ha comunque segnato
l’esattezza uno SpecialHobby ed la storia con le prime battaglie tra
un Trumpeter, la ditta ceca in par- jets. La prima metà del volume è
ticolare si è distinta nella produ- dedicata alla storia, gli eventi che
zione di ben 4 kit nella scala regi- portarono al conflitto, le forze in
na, a seguire la cinese con due kit campo e le battaglie aeree; ovvia-
in quarto di pollice. mente foto in B/N ed a colori
degni di nota, il tutto è corredatao
EG da una marea di profili di Caruana.
La seconda parte mostra il montag-
gio passo passo e gli articoli di ben
5 modelli in scala 1/72 e 1/48;
nella fattispecie abbiamo un Mig
15 bis, un Seafire FRMk.47, un

SKYMODEL 88/16 65
HME_SE_210x297_210x297.qxd 13/01/16 12:13 Pagina 1

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