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n° 88
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80 - scala 1/48
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Bimestrale
Aprile - Maggio 2016
Rubriche
Accessori 62
Libri 65
MESSERSCHMITT
BF.109 V-1PROTOTIPO
Quando, nel 1934, l’RLM (Reichsluftfahrtministerium, Ministero
dell’Aviazione del Reich) decise di ammodernare i velivoli in
dotazione presso la propria aeronautica militare, emise una spe-
cifica volta alla realizzazione di un moderno caccia monoposto.
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Montaggio
Questo apparecchio avrebbe dovuto
possedere le più avanzate caratteri-
stiche esistenti, ovvero cabina chiu- di
sa, cellula di costruzione interamente
metallica, ala unica con carrello d’at-
Leandro Benincasi
terraggio retrattile, motore in linea Gruppo Plastimodellismo
raffreddato a liquido, velocità e tan- Fiorentino
genza elevate.
A tale specifica risposero varie azien- Modello: Base MPM
de aeronautiche, ma fra tutte preval-
se la piccola Bayerische
Flugzeugwerke, guidata dall'ingegne-
re Willy Messerschmitt, che realizzò
Sono parti-
to dalle ali
“Airfix”, che ho
levigato per cancellare
tutte le parti in positivo, per
poi ripannellarle. Quindi ho eli-
minato l’area dei radiatori alari,
tagliato alettoni e flap, ricreato l’inter-
no del vano carrello, rimodellandone il
bordo, assolutamente tondeggiante.
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Successivamente ho unito
la parte posteriore della fusoliera con il muso del-
l’aereo, questa volta utilizzando il kit MPM.
Anche quest’ultima parte però ha subito dei notevoli
ritocchi, a cominciare da un certo ridimensionamen-
to del cofano motore (con riduzione dei rigonfiamen-
ti), nonché la perforazione degli scarichi del motore
e l’ampliamento delle fenditure laterali.
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Montaggio
Una volta unite le ali, sono dovuto
intervenire pesantemente per
chiudere le fessure presenti nella
connessione ala-fusoliera.
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Montaggio
Fasi finali della costruzione: ho montato alettoni e flap, infine i carrelli anteriori…
… e il carrello posteriore.
Come ultimo pezzo ho applicato il tettuccio, incollandolo con poca colla vinilica.
LA COSTRUZIONE le, mentre per le restanti parti ho uti- mente di tonalità grigio chiara. Poiché
lizzato un vecchio kit Airfix dedicato nello stesso periodo la Luftwaffe uti-
In commercio esiste (ma sarà ancora alla versione E (per capirsi, quello lizzava, per la colorazione dei suoi
disponibile?) una vecchia scatola con le pannellature in positivo e una caccia (vedi per esempio gli Heinkel
della MPM dedicata proprio al proto- serie interminabile di gigantesche He.51) il colore L 40/52 Hellgrau, ho
tipo. Si tratta di un kit piuttosto datato, rivettature). motivo di ritenere che anche nel caso
realizzato in short-run e alquanto In sostanza, ho salvato ben poco del del prototipo sia stato usato lo stesso
impreciso in alcune sue parti. kit MPM, praticamente solo la parte colore. Tale tesi è d’altronde sostenu-
Per esempio, le ali sono state realiz- anteriore della fusoliera, l’elica con ta da un grande esperto del settore,
zate in un unico pezzo, senza profon- l’ogiva, il tettuccio e i carrelli. Il resto Michael Ullmann, nel suo libro
dità del vano carrelli e con le bugne è Airfix, fortemente rimaneggiato. “Luftwaffe Colours 1935-1945”.
alari sovradimensionate, simili a Per le parti inferiori sembra invece
quelle che vennero poi adottate nelle LA COLORAZIONE essere stato lasciato il metallo natu-
ultime versioni G-10 e K-4, ma non rale, naturalmente lucidato.
corrispondenti a quelle realmente Sulla base di un'attenta osservazione SKYMODEL
impiegate nei primi prototipi, che e interpretazione delle poche foto a
erano più strette e allungate fino al disposizione, si può ragionevolmente
bordo estremo. A causa di queste pensare che il prototipo fosse dipinto
inesattezze ho rinunciato all’impiego nelle superfici superiori con un colore
di gran parte dei pezzi del kit origina- molto chiaro e lucido, quasi certa-
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MESSERSCHMITT
BF.109 B1
Dopo il felice esordio del primo prototipo
V-1, l’RLM (il ministero dell’aviazione tede- di
sco) ordinò all'azienda BFW di Willy Leandro Benincasi
Messerschmitt la costruzione di 10 esem- Gruppo Plastimodellismo
Fiorentino
plari di preserie, denominata B-0, caratte-
rizzata dall’istallazione del nuovo motore Modello: AML
Jumo 210, ora finalmente disponibile.
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Montaggio
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Montaggio
COSTRUZIONE
Per la realizzazione in scala 1/72 del-
l’aereo ho utilizzato il kit di plastica a
iniezione marca AML.
Occorre subito premettere che si trat-
ta di uno dei primi kit della nota casa
In ciascuna foto si può notare il medesimo pezzo prima e dopo gli inter-
modellistica e questo fatto ha reso
venti necessari, che hanno riguardato, oltre al taglio delle parti mobili,
particolarmente difficoltosa la costru-
anche la ricostruzione del vano carrelli.
zione del modello, che, a fronte di
innegabili vantaggi dati da una buona
Terminato questo lavoro, ho incollato le ali alla fusoliera, cercando di
e dettagliata precisione dei particola-
rispettare il corretto diedro alare.
ri (pannelli finemente incisi, cockpit e
parti mobili forniti in resina, ecc.),
presenta il pesante svantaggio di un Ho incollato anche
difficoltoso assemblaggio e di una l’estradosso alare e
imprecisa giunzione fra le varie parti infine le parti mobi-
(in particolare fra ala e fusoliera). li.
Per una fedele riproduzione del veli-
volo trattato è stato di grande aiuto,
anzi praticamente indispensabile,
avere una copia di un prezioso fasci-
coletto edito diversi anni fa dalla rivi-
sta russa M-Hobby, a cura del famo-
so ricercatore M. Maslov, che analiz-
za un Bf.109 B-1 attraverso un corre-
do fotografico semplicemente ecce-
zionale.
Si tratta di un velivolo tedesco appar-
tenente alla Legione Condor, cattura-
to dai Repubblicani e successiva-
mente ceduto ai sovietici, che ebbero
modo di testarlo e fotografarlo in ogni
suo particolare.
In mancanza di questo opuscolo si
può effettuare qualche ricerca sul
web, perché in qualche sito si posso-
no trovare tutte le foto presenti nella
pubblicazione, anzi molte di più.
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COLORAZIONE
Circa l’esatta colorazione dei Bf.109
in terra di Spagna, molte sono le teo-
rie e le ipotesi avanzate da vari ricer-
catori. Per quanto riguarda i primissi-
mi esemplari giunti sul suolo iberico,
sicuramente la livrea era molto chia-
ra, tanto che si può ragionevolmente
pensare che fossero addirittura privi
di verniciatura, in attesa di una cor-
retta mimetizzazione, da verificare
sul campo.
Per il mio modello ho abbracciato
Quando avevo quasi terminato il modello, mi sono accorto che stavo quest’ultima ipotesi, trattandosi oltre-
commettendo un grave errore: avevo dimensionato gli slat nella misura tutto del primo Bf.109 atterrato in
non corretta, quella delle successive versioni. In realtà gli slat dei primi Spagna.
Bf.109 erano molto più estesi. Si è reso necessario un ulteriore lavoro SKYMODEL
di incisione, taglio e rimodellazione.
A questo punto ho potuto sistemare un nuovo slat, della dimensione
corretta.
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Montaggio
E infine ho spruzzato del nero.
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MESSERSCHMITT
ME.109 D-1 di
Leandro Benincasi
Gruppo Plastimodellismo
Modello: AML
FLUGWAFFE
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Montaggio
All’approssimarsi
degli eventi bellici
della seconda guer-
ra mondiale, la
Svizzera decise di
dotarsi di un’ade-
guata forza aerea in
grado di difendere,
qualora necessario,
la propria neutralità.
Per fare questo, si
rivolse al mercato Qui si vedono i
piccoli rigonfia-
internazionale alla menti sul cofano
ricerca del velivolo motore, a forma
di fagiolo, per
più performante. alloggiare le
mitragliatrici di
A tale scopo le autorità svizzere fabbricazione
organizzarono a Zurigo, nel luglio del svizzera.
1937, un meeting aereo internazio-
nale basato su una prova di velocità
su di un percorso di media lunghez-
za, comprendente anche due atter-
raggi.
Alla gara parteciparono varie nazioni Gli interventi sulle
con i loro migliori aerei, ma quelli che ali: asportazione
destarono maggiore interesse furono degli ipersosten-
i velivoli presentati dalla Germania, tatori e migliora-
presente con numerosi caccia mento del vano
Messerschmitt 109. carrelli.
Al termine del meeting le autorità
svizzere non ebbero alcuna incertez-
za e si orientarono per l’immediato
acquisto del famoso caccia tedesco.
Con un primo ordine arrivarono dieci
Me.109 D-1, disarmati in previsione
di essere approntati con mitragliatrici
di produzione svizzera. La sistema-
zione di queste armi, più voluminose
Piccoli interven-
ti sulla parte
superiore dell’a-
la: prolunga-
mento dello
sportello di
accesso delle
armi alari e pic-
cola bugna
sullo stesso.
di quelle tedesche, comportò delle
piccole modifiche sia sul cofano
motore sia sul dorso alare, con dei
piccoli rigonfiamenti sagomati.
L’aereo riprodotto in scala, un Bf.109
D-1, venne fotografato presso l’aero-
porto di Dübendorf, in Svizzera, nel
giugno del 1945. Il velivolo sfoggiava
le vistosissime strisce bianche e
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Preparazione degli interni, quasi tutti autocostruiti. Miglioramento del seggiolino con bretelle.
Sistemazione dell’abitacolo e relativa colorazione. Fondo, parti laterali e seggiolino sono in RLM 2, mentre il
cruscotto è in nero.
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Montaggio
LA COLORAZIONE
Il modello prescelto è caratterizzato da una vistosa colorazione con strisce bianche e rosse.
Per prima cosa si passa un’ampia mano di primer Grey Alclad. Questo fondo uniforme mette in evidenza
eventuali imperfezioni e consente perciò di apportare adeguate correzioni.
Poi si dà una mano di bianco su tutte le parti dell’aereo che saranno colorate con quel colore di fondo.
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Quando si tolgono le maschere adesive… ci si augura che il risultato ottenuto non riveli sgradite sorprese.
Successivamente, occorre
mascherare le zone ora colorate
di bianco e rosso e dipingere la
rimanente parte del velivolo di un
verde molto scuro, quasi certa-
mente si trattava del RLM 70.
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Montaggio
rosse di neutralità, alle quali si
aggiungeva la pittura in bianco della
parte anteriore del cofano motore,
delle estremità alari e delle estremità
dei piani orizzontali.
COSTRUZIONE
Per riprodurre questo aereo sono
partito dal kit AML che, nonostante la
buona fattura, risente della data di
fabbricazione non troppo recente.
Buone le parti in resina contenute
nella scatola, pessima invece la fattu-
ra dei pezzi da congiungere, quali le Infine si applicano le decal, secondo le indicazioni suggerite
due valve della fusoliera e le ali. nei numerosi libri dedicati all’argomento.
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Modello: EDUARD
AIN EL-GAZALA,
LIBIA 1941
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Montaggio
Il 2./JG 27 si con-
giunse con il 1./JG
27 in Nord Africa nel
settembre del 1941,
sotto il comando di
Wolfgang Lippert,
che sul fronte orien-
tale aveva ottenuto
43 vittorie nel giro di
tre settimane.
L'arrivo del JG 27 cambiò drastica-
mente le sorti della campagna, che
fino ad allora era dominio della
Desert Air Force alleata.
Quest’ultima, equipaggiata con obso-
leti Hurricane e P-40 portati in volo
da piloti spesso inesperti,
subì pesanti perdite nei
confronti del JG 27, non-
ostante che la manuten-
zione dei Bf.109 venisse
effettuata in condizioni
estreme e la croni-
ca carenza di
carburante
limitasse esemplari realizzabili con questa COSTRUZIONE
non poco scatola Weekend sono due, entrambi
l’efficacia impiegati in Libia nel 1941: il primo Dopo aver staccato dallo sprue i due
del reparto tede- faceva parte del 2./JG basato a Ain lati della fusoliera e montato all’inter-
sco. En Gazala ed era in livrea tipicamen- no alcuni piccoli particolari, prima
Il JG 27 divenne subito sinonimo di te trop, il secondo era un velivolo della fase di colorazione procediamo
Afrikakorps e della campagna in appartenuto a Karl Wolfgang Redlich a sgrassare con dell’alcol denaturato
Nord Africa, fornendo copertura del 1./JG 27, sempre basato in Libia la plastica, in modo da rimuovere
aerea alle truppe di Erwin Rommel nel 1941. qualsiasi presenza di sporco che
per quasi tutte le operazioni nel L’unica pecca in tutto questo lavoro possa impedire un corretto fissaggio
deserto, dalla fine del 1941 al novem- eccezionale è il foglio di istruzioni, della vernice.
bre del 1942. che risulta alquanto caotico. Con l’aiuto dell’aerografo applichia-
Nella sua carriera operativa il reparto
ottenne 3.142 vittorie, perdendo
1.400 aerei e 725 piloti rimasti uccisi
in azione.
IL KIT
La scatola della Eduard comprende
quattro stampate di plastica grigia,
una trasparente e un set Super
Fabric per le imbragature.
I rivetti e le linee dei pannelli sono
ricreati in maniera superba.
Alettoni, timone ed eleva-
tori sono posiziona-
bili deflessi,
cosa che dà un
grande effetto
di movimento al
modello ultimato. Il
motore DB è splendidamente
dettagliato e optare per la chiusura
del cofano motore è un sacrilegio. Gli
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COCKPIT
La postazione del pilota con il relativo
pannello strumenti risulta piacevole e
veloce nel montaggio. La colorazione
avviene seguendo le stesse procedu-
re utilizzate per gli interni della fuso-
liera. Il pannello originale del kit è
stato sostituito con il foglio di fotoinci-
sioni della Eduard, regalando un
tocco di realismo in più.
MOTORE
Si passa al montaggio del DB, in que-
sta fase incontriamo qualche proble-
ma a causa delle dimensioni ridotte
di alcuni particolari.
Per dipingere il motore sono stati uti-
lizzati colori metallizzati dai toni scuri,
evidenziando il tutto con lavaggi di
colore a olio in modo da enfatizzare
le superfici in rilievo con colori chiari.
La collocazione del ruotino posteriore
e la blindatura alle spalle del pilota
sono gli ultimi step prima di procede-
re alla chiusura dei due gusci della
fusoliera.
L'ARMAMENTO
Dopo l’unione della fusoliera con
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Montaggio
conseguente utilizzo di stucco per eli- LE ALI all’installazione delle due prese d’aria
minare eventuali imperfezioni di situate sotto le ali è preferibile dipin-
fusione si applicano le due mitraglia- Prima di procedere all’unione dell’ala gere in nero le zone difficilmente rag-
trici Rheinmetall Borsig MG17 da inferiore con la superiore si dipinge giungibili e in seguito per dare pro-
7,92 millimetri, dotate di 1000 colpi. l’interno del vano carrelli, creando fondità ai condotti.
Nonostante siano in plastica, con una profondità con un lavaggio in tono Tutte le zone mobili che riproducono
buona colorazione il loro effetto è pia- scuro seguito dall’utilizzo di matite l’ala sono perfette nel loro assem-
cevole. acquarellabili per ottenere alcuni blaggio.
Prima di passare alla sezione alare si effetti particolari. Prima di procedere
montano i tubi di scarico.
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SEZIONE DI CODA
A differenza di quanto si immagina,
anche l’assemblaggio di questa
sezione non dà problemi e i due mon-
tanti degli elevatori posteriori sono
perfetti nel loro assemblaggio.
IL CARRELLO
Le ruote del carrello sono molto belle
e i raggi del cerchione hanno
un’ottima profondità; dopo
una attenta pulizia si dipin-
gono con colori acrilici.
Con lavaggi dai toni scuri e
profilando determinate l’applicare sia l’ante-
zone, raggiungiamo un'ottima resa di riore sia quello posteriore al
questo passaggio. resto del velivolo.
Non resta a questo punto che
CANOPY montare le antenne sotto le ali,
mascherare la zona motore e prepa-
L’unica nota dolente di questo lavoro rare con un accurato lavaggio di alcol
si è avuta con i trasparenti, alcuni denaturato il modello alla fase di
frame sono privi di profondità ed è colorazione.
stato difficile seguire il profilo nell’ap-
plicare le mascherature con nastro COLORAZIONE
adesivo. Problemi di spessore nei tra-
sparenti hanno creato difficoltà nel- Iniziamo questo passaggio cruciale
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Montaggio
del pennello asciutto. Per rendere
l’effetto cromaticamente più vario si è
ricorso a inchiostri per artisti dai vari
toni.
Per concludere definitivamente la
mimetica dell’aereo, alcune mani di
trasparente opaco si applicano all’in-
tero modello.
Non resta a questo punto che ultima-
re gli ultimi dettagli, quali la colora-
zione delle mitragliatrici alari, il tra-
sparente centrale e per finire l’anten-
na radio.
CONCLUSIONE
Il kit della Eduard è un vero e proprio
tecnica permette di fondere i diversi gioiellino, nelle rare situazioni in cui
colori dell’aereo e di creare un tutt’u- l’utilizzo dello stucco è indispensabile
no con le decal. si prova un certo timore nel danneg-
Come detto all’inizio, questo modello giare gli splendidi rivetti e le linee dei
presenta dei dettagli bellissimi e pannelli.
con una modulazione di colore, utiliz- numerosi, un lavaggio selettivo in Come detto in precedenza, gli unici
zando dei primer con tre tonalità dif- questo caso non ha senso. La scelta intoppi si sono avuti nel montaggio
ferenti applicati ad aerografo. Un nero quindi ricade su un lavaggio totale del trasparente anteriore e posterio-
per le superfici inferiori, un grigio per utilizzando dei colori a tempera per re, Una piccola constatazione negati-
le superfici intermedie e per finire del artisti molto più delicati dei consueti va va anche al foglio di istruzioni, a
bianco per le zone superiori. Se alla colori a olio. volte poco chiaro e con qualche erro-
fine di questa fase la superficie del I velivoli impiegati nel teatro bellico re nell'indicazione dei due esemplari
modello dovesse presentare un nordafricano erano soggetti a un da poter realizzare.
aspetto ruvido è necessario ammor- intenso sbiadimento dei colori a SKYMODEL
bidire con una carta abrasiva bagna- causa del forte sole e delle condizio-
ta molto fine. ni climatiche estreme, per questo
Dopo aver atteso un'intera giornata abbiamo utilizzato la vecchia tecnica Bibliografia
che il primer si asciughi, applichiamo Avions et Pilotes, Me.109 Tome 1 –
l'RLM 78 alle superfici inferiori e late- De 1936 à 1942
rali e l'RLM 79 alle zone superiori. I Kagero, Messerschmitt Bf.109 E, E-
colori in questa fase devono essere 1/E-3/E-4/E-7 models
diluiti oltre il 70%, in modo da creare Messerschmitt Bf.109 E Yellow,
variazioni di tono con il primer dato in Series 002, Mushroom
precedenza. Messerschmitt Bf.109 E Walk
Molta indecisione si è avuta nella tec- Around, 5534 Squadron-Signal
nica per realizzare la mimetica in
RLM80 del modello. Alla fine si è
optato per l’utilizzo dei pastelli per
artisti, che hanno conferito a queste
chiazze irregolari il giusto reali-
smo difficilmente rag-
giungibile
anche con
l’utilizzo dei
migliori
aerografi.
La fase di
mimetizzazione
del velivolo si conclude con l’applica-
zione di trasparente lucido, che ha il
duplice scopo di fissare i pastelli uti-
lizzati per la mimetica e di preparare
il modello alle decal.
INVECCHIAMENTO
Per amalgamare le decal al modello
e non creare un netto contrasto con
la mimetica si applicano delle legge-
re velature di XF-55 Tamiya. Questa
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di
Paolo Totaro
MESSERSCHMITT Modello: Base TRUMPETER
BF.109 G2
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Montaggio
La serie G2 viene
considerata l’apice
del progetto Bf.109,
essendo sensibil-
mente più evoluta in
aerodinamica,
potenza e manovra-
bilità rispetto alle
precedenti, meno
potenti o meramen-
te di transizione, e a
quelle successive,
più potenti e armate
ma anche più Come la logica suggerisce, il montaggio parte con gli interni: cockpit,
motore, vano radio/aria compressa armi. Fin qui quasi tutto da scatola,
pesanti. con poche aggiunte di cavi e set Eduard, oltre all'intero vano radio
Aires nella parte posteriore della fusoliera.
Il kit di partenza, quello dedicato
all’F4, è più vicino al G2 che all'F4, a
giudicare da una serie di particolari:
ha le prese d’aria su entrambi i lati
del muso che erano presenti dai G2
in avanti ma non sugli F4; i pozzetti
carrelli sono squadrati, come in quasi
ogni versione del Bf.109 tranne che
nell’F-4, dove erano rotondi; manca il
bocchettone di rifornimento del car-
burante posto sulla fiancata sinistra
La ventola (piena) del kit è stata sostituita con una in alluminio autocostruita e protetta dalla rete di un setac-
cio per farina. La mossa più "semplice" per avere dei supporti motore (quasi) corretti è stata quella di rifarli
con plasticard e ottone. Il collettore dei cavi delle candele è tubo di ottone Albion da 0,8. Le singole uscite e
le candele stesse sono tubicini da 0,5 mm e dadi della Calibre 35.
Pompe e serbatoi del glicole provengono dal set Verlinden n. 1809, dal
quale ho preso anche l'ottimo timone.
Alcuni dettagli come il serbatoio incastonato nel supporto motore sono
stati realizzati in pasta Fimo.
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Montaggio
sotto la cabina di pilotaggio, tipico
degli F.
Ci sono poi alcune evidenti impreci-
sioni dimensionali e di forma (ogiva,
timone) e di versione (i supporti
motore sono quelli del G10). Nel
complesso è un buon kit, completo
anche di motore, e ben progettato
per quel che riguarda gli incastri e le
forme generali.
Valutate le particolarità di cui sopra,
ma anche le potenzialità a livello di
dettaglio, ho deciso di costruirlo
come un G2 e di renderlo aperto nei
pannelli di ispezione principali, con
l’idea di ambientarlo sollevato sui
cavalletti necessari per allineare armi
e congegno di mira.
Al fine di avere quanti più interni ben
dettagliati ho preso diversi aftermar-
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Come base ho dato vari toni di Lacquer alluminio Alclad II, poi acrilici
Lifecolor scelti dai due set della Luftwaffe. Dovendo dipingere con delle
mascherine autoprodotte numero e stemma, ho deciso di usare lo stes-
so metodo per le croci, in modo da rendere tutto il lavoro coerente. Gli
stencil adesivi sono molto comodi, ma per realizzarli serve molta
pazienza. Per dipingere i vermicelli, dopo numerose prove ho utilizzato
delle mascherine di carta autoprodotte tenute a poche millimetri dal
modello per creare la sfumatura sui bordi, servendosi dell’aerografo per
spruzzando il colore. Con i colori di base, in alcuni punti è stato ripas-
sato ad aerografo il bordo di alcuni di questi vermicelli, per correggere
alcune sbavature. Per completare il lavoro sono stati realizzati un lavag-
gio e un leggero invecchiamento a olio e prodotti a base solvente.
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Montaggio
L'antenna del Me.109. Studiando le foto d’epoca si può scomporre in diverse sezioni separate da isolatori
ceramici. Realizzati questi e la molla tensionatrice con plasticard e filo di rame, il resto sarà una passeggiata,
grazie anche al filo elastico EZ Line utilizzato per questo lavoro. Un piccolo schizzo a mano libera aiuta a
comprendere la scomposizione delle parti.
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Montaggio
Le luci di navigazione del kit sono in una forma piena. Per ren-
derli più credibili ho preferito usarle come dima per riprodurle
col solito foglio di plastica trasparente per camice da 0,5 sago-
mato a caldo. Le lampadine sono filo da pesca scaldato con
l’accendino per arrotondarlo, poi colorato del colore attinente.
Ora il modello ha il contrasto che desideravo tra esterni e inter-
ni, manca solo un'impolverata finale per armonizzarlo alla base
che verrà.
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MESSERSCHMITT
BF.109 G-6
La serie G del Bf.109 sostituzione delle MG17 serviva più
spazio in fusoliera, ecco nascere le
è stata quella pro- due bugne visibili davanti al cockpit. di
La G-6 raggiunse il fronte nel feb-
dotta in maggior braio del 1943 e fu prodotta fino all'e-
Oliver Peissl
numero di esempla- state del 1944. Ovviamente anche la
Modello: EDUARD
G-6 ebbe sottovarianti, modifiche,
ri, per questo vi migliorie, che infine portarono alla G-
furono anche innu- 14.
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Montaggio
Il cockpit Brassin si monta senza difficoltà, previa colorazione. Occorre esaminare bene le fonti poiché spesso
gli esemplari dei musei sono stati ridipinti con livree di fantasia. Il pannello strumenti è fornito in fotoincisIone
e in resina, basta aggiungere gli interruttori per le WGr.21. Le imbracature sono state sostituite con quelle della
Fabric, che contengono anche le fibbie fotoincise. Alcuni piccoli dettagli del set Cutting Edge completano l'in-
terno.
Il raccordo ali-fusoliera presenta delle imprecisioni; per evitare di danneggiare le pannellature mentre si car-
teggia lo stucco, si applica del nastro adesivo.
In seguito andranno corrette anche le due carenature davanti al cockpit, caratteristiche di questa versione
dotata di mitragliatrici di fusoliera più ingombranti.
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Le superfici preparate con carta abrasiva a grana finissima ricevono una mano di primer per scovare le even-
tuali imperfezioni. I trasparenti sono stati mascherati internamente ed esternamente.
Su un fondo bianco si applica poi un preshading con il nero, in modo da accentuare le ombre lungo le pan-
nellature.
Le superfici inferiori sono in grigio azzurro RLM. Poiché i velivoli impiegati contro i bombardieri alleati sub-
ivano parecchi danni, è ragionevole variare la tonalità delle pannellature per simulare le riparazioni.
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Montaggio
Le superfici superiori sono in grigioverde RLM74 Graugrün e grigioviola RLM75 Grauviolett. I colori sono
stati applicati in velature successive, per non nascondere la preombreggiatura. La mimetica sulle fiancate è
stata realizzata con l'RLM76 con chiazze riprodotte sulla base dell'interpretazione delle foto d'epoca.
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Montaggio
Bibliografia
• Dainippon Kaiga Co., Aero Detail 5
Messerschmitt Bf.109 G
• SAM Publications, The
Messerschmitt Bf.109 Part 2, John
Ritger
• HT Model Special, Messerschmitt
Bf.109G-6, L. Hladik, P. Sumichrast
• Flugzeug Classic Extra,
Messerschmitt Bf.109 Teil 2, Markus
Wunderlich
• Heel, Deutsche Flugzeug-Cockpits
1935-1945, Kenneth A. Merrick
• Squadron/Signal Publications,
Messerschmitt Bf.109 in Action Part
2, J. R. Beaman Jr., D. Greer
• Struve-druck: IV./Jagdgeschwader 3
– Chronik einer Jagdgruppe 1943-
1945, Jochen Prien
Con i colori a olio molto diluiti e pennelli finissimi sono state realizzate
diverse colature, mentre altri effetti sono stati ricreati con i prodotti
specifici Mig, sempre avendo cura di seguire il flusso dell'aria.
Il modello è stato infine completato con i dettagli minori come le anten-
ne, il mozzo, il carrello e i lanciarazzi WGr.21.
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BF.109 G6/R6
di
Paolo Totaro
Modello: HASEGAWA
46 SKYMODEL 88/16
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Montaggio
Il G6/R6, con due ulteriori MG151 da
20 mm sotto le ali, oltre a quella pas-
sante per il mozzo dell’elica e alle due
MG131 in fusoliera, pur perdendo in
maneggevolezza, aumentava sensi-
bilmente le proprie capacità offensive,
una necessità molto sentita, in parti-
colare contro le formazioni di bombar-
dieri alleati.
L’interesse in questo velivolo aumen-
ta, per il pubblico italiano, grazie del-
l’impiego da parte di gruppi di volo
della Regia Aeronautica di diversi
esemplari concessi dall’alleato tede-
sco. L'ottimo kit di base mi ha permes-
Il kit Hasegawa è uno dei primi “new so di concentrarmi sui dettagli
generation”, distante anni luce dai meno riusciti, sostituendoli con
plasticoni Revell, Matchbox o gli stes- aftermarket o cannibalizzando un
si Hasegawa degli anni Settanta cui G10 Revell in attesa di montaggio,
ero abituato prima della pausa cano- prodigo di parti. Con alcuni pezzi
nica durata decenni e dovuta ai clas- d'avanzo ho cominciato a fare
sici impegni dell’età matura (lavoro- delle prove di stress su superfici
famiglia-figli). È tuttora un ottimo kit, e rivetti.
sebbene corto di lunghezza di 3 mm
rispetto ai disegni tecnici più accredi-
tati; è stato comunque in parte supe-
rato dalle nuove tecnologie progettua-
li e costruttive dei più recenti modelli
in commercio, ad esempio nella pre-
senza e nella finezza del dettaglio
superficiale. Ho voluto così provare
l’effetto “stress skin”, approfittando
del fatto che comunque avrei aggiun-
to i rivetti principali sulle superfici.
Nel tempo ho accumulato una quanti-
tà invereconda di riferimenti e after-
market e l’occasione di assemblarlo
ha finalmente spalancato un mondo:
- interni Eduard, fotoincisioni;
- esterni Eduard, fotoincisioni;
- pozzetti ruote RB, fotoincisioni;
- canopy RB, fotoincisioni;
- cinture di sicurezza RB, fotoincisioni;
- pedali Waldron, fotoincisioni;
- ogiva ed elica Barracuda, resina:
- scarichi Eduard;
- canne MG151 Master, metallo;
- ruote DEF Models, resina;
- decal Cutting Edge;
- radiatore olio Eagle Editions;
- rivetti Archer, resina;
La scelta dell’esemplare da riprodurre
è stata fatta dopo aver trovato diverse
discrete foto di questo soggetto: il veli-
volo n. 1 della 364ª Squadriglia del
150° Gruppo Autonomo CT assegna-
to al capitano Mario Bellagambi, pre-
sente a Sciacca dal giugno del 1943.
Il confronto on line è stato fondamen-
tale per interpretare quanto più cor-
rettamente e coerentemente possibile
le immagini e le fonti documentali, al
fine di realizzare un modello il più pre-
ciso possibile. Mi piace pensare che
questa interpretazione del 364-1 sia
quella più fedele al vero tra quelle che
ho visto.
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48 SKYMODEL 88/16
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Montaggio
COLORAZIONE da macchie in fusoliera definite e ton- superfici alari con la demarcazione tra
deggianti, disposte simmetricamente RLM 74 e 75 “a denti di sega”, sche-
A giudicare dalle macchie in fusoliera in RLM 74, 75 e 02 (raramente anche ma riscontrato sull’esemplare in que-
ben visibili nelle foto, così come dal- in 70) su fondo 76, mentre i velivoli stione e su altri Bf.109 della Regia
l’andamento della mimetica sulle ali in WNF le avevano sfumate, allungate, coevi.
altri aerei della medesima squadri- fitte e dall’andamento obliquo. Per i Diverse fonti dichiarano che le matri-
glia, questo esemplare fu prodotto velivoli MTT dei primi lotti erano inve- cole originali Luftwaffe fossero
presso gli stabilimenti Erla. Le diffe- ce allungate verticalmente e obliqua- TO+QE al momento di lasciare il cen-
renze di “stile pittorico” fra le varie fab- mente, di dimensioni maggiori, e nei tro affluenza velivoli di Bari. Le stesse
briche ci aiutano infatti a identificare soli RLM 74 e 75. fonti lo indicano come avente il Werke
le diverse origini dei lotti di produzio- Una particolarità dello schema Erla, Nummer 18391, ma di questo non
ne: i velivoli Erla erano caratterizzati in alcuni lotti, è quella di avere le sono convinto: una disamina dei codi-
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Dato che l’obiettivo del lavoro era principalmente giocare con il WEATHE-
RING (invecchiamento) ho usato come base di partenza vari toni di Alclad II,
poi coperti dalla tecnica del sale. Sono quindi passato come nel vero aereo
al primer RLM 02 e infine ai colori finali della mimetica, iniziando dal celeste
inferiore, che in principio ho clamorosamente sbagliato confondendo RLM
76 con RLM 78... buona parte del lavoro di preshading (preombreggiatura)
andrà perduto a causa di questa svista. Capita! Il contrasto di toni per le parti
inferiori sarà in parte coperto dalla mano finale di grigio molto diluito.
Montaggio
SKYMODEL 88/16 51
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Alcuni dettagli dell’autocostruzione dei cavi e dei dielettrici della com- ci assegnati ai vari impianti di produ-
plessa antenna del Bf.109. zione riferita a diversi lotti di produzio-
ne ci dice che il lotto che inizia per 18
fosse assegnato alla Messerschmitt
di Regensburg, mentre i lotti di produ-
zione Erla con codici vicini al 18 sono
15-16. Questo resterà un piccolo
mistero, almeno fino al prossimo
modellista interessato alla questione
che, speriamo, scoprirà più di me!
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Montaggio
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BF. 109
STORIA
Arado Ar.80V1
Per non eccedere troppo nelle inno-
vazioni, l'Arado puntò solo sul pas-
di Enzo
saggio dalla formula biplana a quel- “the Penguin”
la monoplana. L'approccio troppo Maio
prudente e conservatore risultò
fatale durante le prove comparative
con gli altri tre velivoli. Eppure si trattava di un design comunque più
moderno dell'He.51 da poco in servizio e di una macchina assolutamen-
te senza sorprese né difetti intrinseci.
SKYMODEL 88/16 55
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Bf.109V1
Al suo debutto non piacque a nessuno a livello estetico, dai poli-
tici ai militari, dai veterani di guerra ai piloti collaudatori. Era una
macchina aliena per la mentalità del 1935, troppo moderna e con
troppe cose nuove tutte assieme. Era l'unico concorrente che
avesse il rivestimento interamente metallico e non telato. Le
prove di volo rivelarono un caratterino nervoso e difficile, che
non perdonava gli errori. La classica maneggevolezza dei biplani
era un ricordo del passato. Si trattava di un velivolo immaturo e
pieno di guai da correggere, ma rappresentava un salto in avanti
da Star Wars rispetto all'He.51. Poco alla volta ci si rese conto dello straordinario potenziale di crescita, del-
l'eccellente velocità ascensionale e dell'aggressività. Si potevano fare cose nuove neanche solo immaginate
poco prima. Si sarebbero dovuti riscrivere tutti i manuali di combattimento e ricominciare da zero a pensare
all'arma aerea, ma il sacrificio valeva la pena? Alla fine anche i più scettici dovettero piegarsi all'evidenza. Il
Bf.109 non era troppo nuovo, erano gli altri che erano diventati vecchi prima del previsto. PS: ironia della
sorte. Per fare un dispettuccio a Willy, non gli consegnarono in tempo il suo motore Jumo 210. Quindi per far
partecipare il velivolo alla gara fece volare il primo prototipo (nella foto) con un motore britannico, il Rolls-
Royce Kestrel V12 dalle caratteristiche e dimensioni simili. Fu paradossale, sia per la RAF sia per la
Luftwaffe, che il primo dei tanti Messerschmitt che avrebbero dato del filo da torcere agli alleati per tutta la
guerra abbia potuto vincere la competizione d'appalto grazie alla stessa azienda che fornirà il motore a
Spitfire, Hurricane e Lancaster.
Willy se la cavò perché l'accusa era bando di concorso per un nuovo cac- aerei da caccia di tutto il mondo era
soprattutto emotiva, ma è brutta cosa cia moderno, destinato a sostituire il stato sempre lo stesso: biplano, car-
finire nella lista nera dei potenti. La biplano He.51, aereo all'epoca in rello fisso, elica bipala a passo fisso,
luce in fondo al tunnel arrivò con il prima linea. A questo concorso aderi- abitacolo scoperto e due mitragliatrici
grande riarmo voluto dal partito nazi- rono Arado, Focke-Wulf ed Heinkel, sincronizzate sul muso. All'inizio degli
sta nel 1933; c'era bisogno di tutti i con l'impegno di realizzare dei proto- anni Trenta apparvero all'orizzonte
progettisti esistenti e al nostro Willy tipi d'avanguardia pagati dal governo. delle evoluzioni tecnologiche che
fu data una nuova occasione per Grazie all'amicizia che si era nel frat- furono accolte con tiepido entusiasmo
ritornare in pista. Nel 1934 vinse l'ap- tempo fatto con Hermann Goering e o con aperta diffidenza, se non con
palto della Luftwaffe per un nuovo Rudolf Hess, il nostro Willy dichiarata ostilità: monoplano, carrello
aereo da collegamento, con il suo Messerschmitt riuscì ad avere da retrattile, abitacolo chiuso, elica a
M.37 che entrò in produzione come Berlino la possibilità di partecipare passo variabile, flaps, costruzione
Bf.108 Taifun. Vi ricordate il back- alla gara. Bella cosa avere degli amici interamente metallica, radio a bordo.
ground come progettista di alianti? potenti al potere. A Milch, che era pur Tutti i piloti da caccia dell'epoca vole-
La sua ossessione era la massima sempre il capo dell'RLM (e come vano aerei migliori dei loro potenziali
semplicità costruttiva possibile, unita pilota da caccia era stato molto più in avversari, ma contemporaneamente
a una cellula dalla maggiore legge- gamba degli altri due), questa cosa di avevano le loro idiosincrasie per le
rezza possibile, con la migliore finez- essere stato scavalcato dovette dare novità troppo spinte. Un carrello
za aerodinamica possibile. Queste non poco fastidio; mandò giù il rospo retrattile diminuiva la resistenza aero-
caratteristiche, che furono il tallone ma fece sapere dietro le quinte a dinamica e aumentava la velocità, ma
d'Achille del fallimentare M.20, rap- Willy che la BFW non aveva nessuna era più fragile, più complesso nonché
presentarono l'asso nella manica per possibilità di vincere, che non si costoso da costruire. Come robustez-
il -108. Era semplice e veloce da sarebbe beccata il becco di un za, allora come oggi, un carrello fisso
costruire ed economicissimo da Reichmark e che lo sconsigliava cal- è sempre imbattibile. Inoltre c'era il
gestire: soprattutto aveva un consu- damente a intraprendere la costru- timore che non si aprisse in fase di
mo di carburante molto modesto. In zione anche di un solo prototipo, per atterraggio. Il passaggio dalla consoli-
mani civili, conquistò diversi record di non sprecare tempo e denaro. Non data formula biplana al monoplano fu
durata e resistenza, proprio come un mi riesce difficile immaginare gli altri una piccola sofferenza, perché si per-
aliante! Willy e la rinata Bayerische industriali tedeschi che ridacchiavano deva molta maneggevolezza. Ma l'op-
Flugzeugwerke erano usciti dal casti- alle spalle del quarto incomodo, il posizione maggiore fu quella legata
go. Ma ancor prima che il successo perdente dichiarato. all'abitacolo chiuso: senso di claustro-
del Bf.108 esplodesse, era accaduta fobia, perdita di visibilità a 360°, pani-
un'altra cosa, molto più importante. UNA PARENTESI TECNICA co di restare intrappolati dentro in
All'inizio del 1934 una Luftwaffe in caso di incidente (oramai il paracadu-
piena espansione aveva emesso un Per circa vent'anni il design degli te era diventato standard e affidabile).
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STORIA
L’asso Heinz Bar del JG 77,
a bordo del suo Bf.109F4
con parabrezza blindato, si
prepara al decollo con l’aiu-
to del personale di terra.
Russia, maggio 1942.
Anche la radio fu vista come un'inge- mente metallica... ma aveva un handi- NASCE IL -109
renza: legati a una catena di coman- cap inaccettabile: il suo motore radia-
do anziché selvaggi cavalieri liberi nel le era sottopotenziato (la cosa si risol- Willy voleva vincere e riversò nel suo
cielo blu. Tutte queste innovazioni non se nel 1938 con il P-40 a motore in nuovo design tutte le innovazioni tec-
avvennero in un colpo solo ma gra- linea). Gli italiani entrarono tardi in nologiche disponibili, oltre a qualcosa
dualmente, e non contemporanea- scena, nel 1937 con due mediocri in più. Da più parti si dice che il Bf.109
mente per tutte le aviazioni. Nel 1934 monoplani a carrello retrattile e abita- discende dal Bf.108, ma non si tratta
volò il Gladiator, con la sola innova- colo scoperto (l'abitacolo chiuso di un'evoluzione diretta. Tra i due c'è
zione dell'abitacolo chiuso; nel 1935 venne scartato subito dopo i primi la stessa genealogia esistente tra un
toccò all'Hurricane, che aveva però la prototipi), tali Mc.200 e G.50, ma Big Mac e il Kebab: la carne in mezzo
costruzione ancora in tela come i suoi facemmo un clamoroso passo indie- a del pane c'è, ma il resto è diverso.
predecessori biplani. Il Polikarpov I-16 tro nel 1939 con il Cr.42, per ripiega- Devo ricordare anche l'importante
del 1934 era monoplano a carrello re su una formula obsoleta ma collau- contributo a entrambi i velivoli dato da
retrattile, ma manteneva l'abitacolo data per accontentare l'industria Robert Lusser. Mentre Messerschmitt
aperto. Il Grumman F3F del 1935 era intrallazzona, i politici bustarellati e i era fondamentalmente un esperto
ancora un biplano, ma aveva il carrel- capricci dei piloti (bocca mia statte strutturale e di aerodinamica, lui era
lo retrattile e l'abitacolo chiuso. Sulla zitta). Obiettivamente, nel 1935 mol- un ingegnere puro molto più sofistica-
carta il Curtiss P-36, sempre del tissimi aviatori in tutto il mondo aveva- to, che compensava le lacune del
1935, doveva essere il velivolo più no una fobia per il tettuccio chiuso, primo (difatti terminò la sua carriera
avanzato dell'epoca: incorporava tutte ma RAF/Luftwaffe/USAAC furono ina- alla NASA passando prima nel team
le innovazioni tecnologiche sopra movibili: se non gradite, le porta è di von Braun). Il primo prototipo
descritte, oltre alla costruzione intera- quella. In Italia invece... Bf.109 V1 volò nel 1935 e nel 1936
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partecipò alle prove comparative della no appena portato in volo nel 1936 divenne l'icona della Blitzkrieg, com-
Luftwaffe con gli altri tre concorrenti. un velivolo altrettanto avanzato tec- batté su tutti i teatri di guerra, fu sot-
La prima impressione dei collaudato- nologicamente, interamente metalli- toposto a continui miglioramenti che
ri, che provenivano tutti dai biplani co ed estremamente simile come lo resero competitivo anche con rea-
He.51, non fu buona: troppe cose design: lo Spitfire. La seconda fu la lizzazioni più moderne, venne pro-
nuove in un colpo solo. Già durante il straordinaria semplicità, economia e dotto incessantemente sino all'8
suo sviluppo l'asso della Grande velocità di costruzione della cellula, maggio 1945, proprio grazie alla sua
Guerra aveva esclamato: "Questa record che rimase imbattibile per incredibile semplicità di costruzione.
macchina non sarà mai un caccia!". qualunque altro velivolo pariclasse Se c'è un paragone che si deve fare
Paradossalmente, fu proprio l'ap- sino al termine del secondo conflitto con un suo diretto pariclasse con-
proccio prudente o troppo conserva- mondiale. Il genio aeronautico di temporaneo, l'unico possibile è con lo
tore delle altre aziende a fare la diffe- Willy si manifestò proprio grazie al Spitfire; l'Hurricane era leggermente
renza. L'Arado Ar.80 era monoplano suo background di progettista di più anziano e il P-40 nacque dopo
ma con carrello fisso e abitacolo alianti: unire il meglio della tecnologia ma già vecchio. Fulmini, tuoni, cavalli
aperto. Il Focke-Wulf Fw.159 aveva il industriale con la massima ricerca- selvaggi, averle e tempeste sono di
carrello retrattile e l'abitacolo chiuso, tezza per la leggerezza nel peso generazioni successive. Entrambi
ma un'ala parasole. L' Heinkel strutturale e la semplicità di costru- hanno in comune molte cose. Lo
He.112 aveva l'abitacolo aperto e il zione. Non si lasciò influenzare dai stesso carrello d'atterraggio dalla
carrello chiuso, ma l'ala era caratte- desiderata dei vecchi piloti da caccia carreggiata stretta, il ruolo primario
rizzata da una larga forma ellittica per conservatori e puntò solo al massimo come intercettori diurni senza voca-
soddisfare il desiderio dei piloti di un delle prestazioni. Fu una bella rivinci- zione per l'attacco al suolo, la ridotta
basso carico alare che garantisse ta, che fece rosicare parecchi perso- autonomia e la limitata visibilità
maggiore manovrabilità. Poco alla naggi illustri, facendo entrare il posteriore. Il Tommy puntava su una
volta emerse il fatto incontestabile Bf.109 dalla porta di servizio e uscire elevata cadenza di fuoco con otto
che, pur essendo un aeroplano ner- con la gloria dal portone principale. mitragliatrici ma di calibro leggero, un
vosetto, veloce, difficile e immaturo, il Alle fine del 1936 l'aereo fu scelto effetto da lupara vantaggioso per un
Bf.109 rappresentava il futuro. Ci definitivamente quale il futuro caccia tiratore medio. Il Crucco puntava su
furono due cose che fecero pendere della Luftwaffe.
l'ago della bilancia in favore del Il resto è storia. Il nostro velivolo
nostro brutto anatroccolo. La prima fu
l'indiscrezione che i britannici aveva-
Illustrazione di un
Bf.109 F4 Trop. in
combattimento in
Nord Africa.
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STORIA
COME SAREBBE STATA LA VERSIONE NAVALE ME.109T?
Sarebbe stato un disastro come la sua controparte britannica, il Seafire. Ricordatevi la vecchia e saggia
regola dell'esperienza. Un caccia navale può operare benissimo dalla terraferma, ma un caccia terrestre
non può essere convertito efficacemente in un aereo imbarcato. Un apparecchio che decolla e atterra da
una portaerei deve essere progettato sin dall'inizio per questo scopo, le scorciatoie non funzionano. Con
lo stesso carrello d'atterraggio dalla carreggiata stretta e il gancio d'appontaggio sistemato per ripiego a
metà della coda, il Me.109T avrebbe avuto lo stesso spaventoso rateo di incidenti delle prime versioni del
Seafire. Si persero più macchine per incidenti che per il fuoco nemico. Il Sea Hurricane era solo un po’
meno problematico. Tutti i piloti della Royal Navy ricordano invece il salto
di qualità con le piacevolissime capacità di appontaggio del Wildcat.
Anche se era un barilotto nel dogfight, anche se anch'esso aveva uno
carrello stretto, veniva giù sul ponte senza patemi d'animo e lo strappo
del gancio d'arresto non gli spaccava la fusoliera. Era stato costruito pro-
prio per fare quel mestiere.
Fortunatamente, per i mancati piloti della Kriegsmarine la portaerei Graf
Zeppelin non venne mai completata e il problema si estinse sul nascere.
una bassa cadenza di fuoco con frattempo quello che era cambiato
quattro sole mitragliatrici ma di cali- era il peso delle macchine e la velo-
bro superiore, che avvantaggiava il cità minima di atterraggio. I piloti della
tiratore molto esperto. Un ruolo non RAF e della Luftwaffe veterani della
previsto ma gradito fu la ricognizione Battle of Britain che erano ancora in
fotografica, un adattamento parzial- pista nel 1945 rimpiangevano le
mente riuscito quello come caccia- prime versioni delle loro macchine,
bombardieri. Le loro gambe corte molto più agili e piacevoli da pilotare
non furono mai migliorate drastica- delle più potenti ma pesanti evoluzio-
mente: un Mustang con i soli serbatoi ni successive. Come c'è un abisso tra
interni aveva il doppio del raggio d'a- lo Spit Mk.I e il Mk.24, lo stesso dica- 5 settembre 1940. Bf.109 E
zione di uno di loro due con i serbatoi si tra il Bf.109B e il K-10. Da entram- “Bianco 6” del tenente Heinz
esterni. E il Fw.190 dimostrò una poli- bi i caccia, i loro progettisti spremet- Schnabel del 1. Staffel,
valenza sul campo di battaglia tero ogni goccia del design iniziale Jagdgeschwader 3, precipitato a
seconda solo al Phantom di due per potenziarli sempre più. Aldington nel Kent. Schnabel
decenni successivi. SKYMODEL sopravvisse all'impatto.
Tornando a bomba, qual'era all'epo-
ca il miglior caccia da dogfight tra lo
Spit e il -109?
Nessuno dei due. Pregi e difetti si
compensavano a vicenda, la vittoria
spettava al pilota più abile o a quello La fine. Se non abbattuti, gli ultimi Bf.109 furono distrutti a terra duran-
che si trovava nella posizione tattica te l’avanzata e il consolidamento sul territorio delle truppe alleate.
migliore all'inizio dello scontro. Pochi sono gli esemplari bellici sopravvissuti.
Entrambi rappresentavano il meglio
delle tecnologie aeronautiche del
1940, erano i purosangue di quegli
anni. Tutti e due subirono la critica dai
loro detrattori riferita alla stretta car-
reggiata che li rendeva diffici-
li/pericolosi in atterraggio. Se questo
è vero per il 1944, all'epoca della loro
ideazione a metà degli anni Trenta
tutti i piloti del mondo erano abituati
alla stretta carreggiata dei biplani a
carrello fisso e ad atterrare sull'erba.
Nessun aviatore della Grande Guerra
si lamentò mai dello stretto carrello
del suo aeroplano: le ruote di un
Sopwith Camel e di un Emil erano
alla stessa identica distanza. Ma nel
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61 pubbla:20 a 25 fiat g55 9-03-2016 12:50 Pagina 61
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101C VOODOO MONOPOSTO 1/72 euro 30,50 MIRAGE - PZL P.11C 1/48 FLY - MACCHI M5 1/48 R ODEN - HEINKEL HE51 B.1 1/48 euro 27,50 K INETIC - ROYAL
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HAWK : F-86K SABRE (NATO) con decal italiane KINETIC : MIRAGE IIIE/V-MIRAGE IIIEBR/ IIIEA / V SOUTH AMERICA 1/48 SP ECIAL HOBBY - INAM RO 43 1/48 SPE-
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GLE SET) 1/48 euro 47,00 KITTY HAWK - F/94C STARFIRE FIGHTER 1/48 euro 40,00 KINETIC - FOUGA MAGISTER CM 170 1/48 euro 42,00 ICM - BEECH C-45 con decal
italiane 1/48 euro 28,00 ANNUNCIATI 2016: K ITTY HAWK : RE 84 F THUNDERFLASH 1/32 KITTY HAWK: F84 THUNDERSTREAK 1/32 HK MODEL: LANCASTER B
III 1/32 KITTY HAWK : F11F TIGER 1/32; HOBBY BOSS: J-32B/E LANSEN 1/48
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Accessori
quindi questi set di miglioria per
MiG-21 UM air scoops questi gloriosi aerei. L-29R Delfin reccon conversion
EG
QUICKBOOST 1/48
ART. 48678
P-40K Kittyhawk, P-51A Mustang,
P-40M Kittyhawk Exhaust Questo set permette di sostituire
rapidamente i tubi di Pitot sull’ala
e sul muso del kit Trumpeter.
QUICKBOOST 1/48 M.M.
ART. 48674, 48675, 48685
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62 a 65 accessori:54 a 57 accessori 8-03-2016 8:57 Pagina 63
Accessori
questo contenitore di paracadute,
vuol dire che una certa differenza I-153 control lever
con gli altri c’è. Il nome Tamiya è
sinonimo di qualità ed a questo
punto i colleghi modellisti greci , QUICKBOOST 1/72
molto attivi tra l’altro, saranno ben
contenti.
ART. 72495
EG
Sono ben tre e finemente dettaglia-
te le barre di comando in resina,
per l’I-153 della ICM, che trovia-
mo in questa confezione
Quickboost.
M.M.
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Accessori
AIRES 1/48
ART. 4654
Questa pinna caudale inferiore in
resina sostituisce quella del MiG-
23 della Trumpeter.
http://www.aires.cz/en/
M.M.
64 SKYMODEL 88/16
62 a 65 accessori:54 a 57 accessori 8-03-2016 8:57 Pagina 65
Libri
Richard A. Franks Richard A. Franks tutti gli elementi di “Airframe &
Miniature “ ma molto più detta-
“The De Havilland Hornet & Sea “THE HAWKER TYPHOON” gliata sull’analisi di ogni sezione
Hornet” della macchina, non a caso la
monografia è corredata da foto e
AIRFRAME & MINIATURE N°2
disegni inediti spettacolari degli
AIRFRAME ALBUM N°8 UPDATE & EXPANDED interni più reconditi.
VALIANT WINGS PUBLISHING VALIANT WINGS PUBLISHING Questo volume è dedicato ad un
bimotore storico per gli inglesi e
La Valiant avanza a passo di carica Una riedizione del n° 2 delle pub- poco presente sui tavoli dei
nella pubblicazione delle sue blicazioni della Valiant uscita nel modellisti, giusto un manipolo di
opere, con queste due ultime usci- 2011; non soltanto è stato amplia- appassionati: il Bristol Blenheim,
te nel mese di novembre siamo a to il testo includendo gli ultimi kit Per chi volesse avere maggiori
ben 7 opere distribuite nelle varie di Brengun nella scala regina 1/72 informazioni ecco il sito della casa
collane nel solo 2015, e vi dico ed il massiccio Typhoon in 1/24 di editrice.
subito che sta arrivando l’ottava Airfix, ma sono state incluse mag- EG
dedicate alla battaglia di Taranto. giori informazioni sui dettagli di
Analizziamo però questa, della Tigercat, un Fairey Firefly FR
costruzione del velivolo , non
serie Airframe Album, dedicata al Mk.IV/V ed un F-86F Sabre.
incluse nella prima edizione;
De Havilland Hornet ed alla sua Per chi volesse avere maggiori
Le pagine sono state portate a 176
versione navale Sea Hornet. informazioni ecco il sito della casa
e tutte le costruzioni di kit incluse
Velivolo successivo al Mosquito ed editrice: www.valiant-wings.co.uk
in questo volume sono state com-
anch’esso realizzato in legno, fu EG
missionate a proposito.
l’ultimo caccia a pistoni concepito EG
dalla casa inglese, entrato in servi- Richard A. Franks
zio alla fine della seconda guerra
mondiale, equipaggiò le unità da
“The Bristol Blenheim”
caccia diurne del RAF Fighter
Command britannico e successiva- AIRFRAME ALBUM N°5
VALIANT WINGS PUBLISHING
Quinto volume della collana
“Airframe Album” della validissi-
ma Valiant: abbiamo già visto nei
precedenti numeri che questa
serie di monografie si concentra
sugli aspetti fisici e la costruzione
di diverse versioni del velivolo, ha
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HME_SE_210x297_210x297.qxd 13/01/16 12:13 Pagina 1
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