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2020
SWM 50 TL
TGM 125 Cross
BMW R 80 G/S
Paris-Dakar
Motor Bike Expo
di Verona
YAMAHA 250 YZ
TROFEO DELLE REGIONI
Editoriale
Presenti anche quest’anno! Dal 27 al 29 gennaio, - incontrare piloti che hanno contribuito a scrivere la
Veronafiere ha ospitato la 15esima edizione di Motor storia del motociclismo nazionale e internazionale,
Bike Expo. Tra i 720 espositori, provenienti da 35 Paesi, condividendo racconti e aneddoti di gare d’altri tempi.
distribuiti nei 7 padiglioni interni e nelle 5 aree esterne Per noi di Fuoristrada & Motocross d’Epoca,
del polo fieristico veneto, c’eravamo anche noi. ‘conoscere’ e ‘incontrare’ sono due parole chiave,
Tra i piloti di ieri e di oggi presenti sono spiccati i perché amiamo ancora dialogare a quattr’occhi,
nomi di Franco Picco, Ciro De Petri, Giò Sala, stringendosi la mano al termine di una piacevole
Tullio Pellegrinelli, Stefano Passeri, Marco chiacchierata utile anche come intervista da
Lucchinelli, Joan Pedrero, Lorenzo Savadori, pubblicare, consapevoli che nel nostro ambiente fa
Gianluca Nannelli e Toni Bou. E poi c’era sempre la differenza vedersi di persona. Non vogliamo
Alessandro Madonna con la sua Yamaha Ténéré solo essere la rivista che trovate in edicola o ricevete in
600 del 1988, entrambi ospiti e protagonisti al abbonamento, vogliamo anche metterci la faccia.
nostro stand, dove numerosi sono stati i visitatori E così, dopo averci visto al Motor Bike Expo,
curiosi di conoscere la moto con la quale il pilota ci troverete, di nuovo, al seguito delle gare di
ligure ha affrontato l’ultima Africa Eco Race. Regolarità, Motocross e Trial che seguiremo,
Con i ragazzi del Kerosene Racing Team, Luca nonché al seguito delle principali manifestazioni
Cappellini, Giorgio Cutrignelli e Diego Riva, Adventouring che si svolgeranno sul territorio
abbiamo trascorso un fine settimana lungo, intenso, italiano (e non solo...). La stagione agonistica è
emozionante e divertente. Quest’anno, al gruppo di ormai alle porte e come ogni anno ci troverete
lavoro si è unita Roberta Milan; a tutti loro va il mio al via... insieme a chi vive la passione delle due
più sentito ringraziamento per la collaborazione e ruote vintage anche partecipando ad eventi e
l’aiuto prestati. manifestazioni che contribuiscono a mantenere
intatto l’interesse verso il nostro settore
La nostra presenza nei tre giorni di Motor Bike Expo motociclistico.
è stata importante soprattutto per questi motivi: Anche in queste occasioni, ci piacerebbe conoscere
- conoscere i nostri lettori confrontandosi con e incontrare lettori, inserzionisti, collaboratori, piloti
alcuni di loro su argomenti che stimolano la comune e personaggi comunque estimatori del fuoristrada
passione per il fuoristrada d’epoca; d’epoca, perché è bello ascoltarsi su tematiche che
- conoscere nuovi potenziali inserzionisti desiderosi ci consentono di riavvolgere il nastro dei ricordi anche
di avvicinarsi sempre più al mondo delle due ruote in maniera nostalgica, nella consapevolezza però che
vintage; siamo tutti animati dallo stesso obiettivo: mantenere
- incontrare chi sostiene questa rivista per sulla cresta dell’onda il tassello vintage.
consolidare nel tempo una valida e costruttiva
collaborazione; Daniela Confalonieri
SOMMARIO
66 LE PETIT PASSERI
Quando rischi il tutto per tutto
70 A CONFRONTO
Giovanni Sala e Tullio Pellegrinelli
78 AMARCROSS
I vostri racconti
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84 EVENTI
Motor Bike Expo
90 AGONISMO
Novità e calendari 2023
92 NEWS
Oscar Norelli
34
FACEBOOK: FUORISTRADA & MOTOCROSS D’EPOCA
INSTAGRAM: FUORISTRADAEMOTOCROSSDEPOCAMEG
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ANNO 9 - N. 2 / MARZO/APRILE 2023
DIRETTORE RESPONSABILE:
DANIELE CAFIERI
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EDITOR:
DANIELA CONFALONIERI
COLLABORATORI:
MASSIMO CHIERICI, GIORGIO GOTTARDI, SAVERIO LIVOLSI
MATTEO PORTINARO, STEFANO PASSERI, MARCO SANTONI
SIMONE MAZZUCCONI, UFFICIO STAMPA MBE, FRANCESCO MAZZOLENI
MARIO VOLPE, ROBERTO PASQUALI, OSCAR MALUGANI
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MASSIMO CHIERICI, STEFANO ZONI, GIORGIO GOTTARDI
GRAFICO:
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contrariamente alla legge italiana; a-bis) mette a disposizione del pubblico, immettendola in un sistema di
reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, un’opera dell’ingegno protetta, o parte di essa…).
62 IL PROSSIMO NUMERO
IN EDICOLA IL 28 APRI
SARÀ
LE 2023
MOTOCROSS ANNI ’70
PRIMA E ULTIMA,
ALLO STESSO TEMPO
La Yamaha 250 del 1974 è stata la prima a essere
venduta con la mitica sigla YZ resistita fino ai giorni
nostri e l’ultima a essere equipaggiata con due
ammortizzatori posteriori.
Dal debutto nel Mondiale 1971
con il pilota svedese Torsten
Hallman, al Titolo iridato
vinto dal connazionale
Hakan Andersson nel
1973, ripercorriamo la storia e
descriviamo le caratteristiche
tecniche di una moto
entrata di diritto
nell’epopea del
Motocross made
in Japan
1 2
D
opo aver monopolizzato le
classifiche dei Campionati
3
del mondo di velocità e le
vendite ai piloti privati a partire
dalla fine degli anni Sessanta,
all’inizio della decade successiva
la Casa dei tre diapason inizia a
occuparsi di Motocross.
A dire il vero, in patria le Yamaha
da Cross esistevano e correvano
già da tempo, ma l’obiettivo
della dirigenza di Iwata è ora
quello di un'ulteriore invasione
motociclistica nipponica
dell’America e dell’Europa.
Negli Stati Uniti, le Yamaha da
fuoristrada sono già presenti e
abbastanza diffuse, ma si tratta 4
delle DT, una sorta di scrambler
adatte sì alle lunghe maratone che
si corrono nelle zone desertiche,
ma ben lungi da resistere alle
terribili e continue sollecitazioni di
una gara di Motocross.
Ed ecco che, puntualmente, sul
mercato più appetibile dal punto
di vista delle vendite potenziali si
‘materializza’, nel 1969, la DT-1
CMX 250, che secondo la Casa
giapponese dovrebbe essere
una moto da Cross ma, in realtà,
vista la struttura del telaio, delle
esili forcelle e degli ‘asfittici’
ammortizzatori... appare più
una DT dotata di parafango
anteriore rialzato e privata i modelli del 1970 e del 1971. ancora il motore derivato dalla DT
dell’impianto d’illuminazione.La Le cose vanno meglio con la DT-2 scrambler, si presenta con telaio,
stessa impressione suscitano MX 250 del 1972 che, pur avendo sospensioni e freni migliorati,
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1. Le scrambler DT erano abbastanza
diffuse negli Stati Uniti; oltre all’uso
turistico, venivano impiegate anche
nelle lunghe maratone desertiche.
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Nel 1974 il pilota svedese subisce Moisseev su KTM, mentre nel Mondiale e prima di rivedere
un serio infortunio alla schiena 1975 è secondo alle spalle di una Yamaha iridata nella 250,
e si deve accontentare del sesto Harry Everts su Puch; a fine bisognerà aspettare fino all’exploit
posto finale in Campionato, anno, la Casa di Iwata sospende di Neil Hudson nel 1981.
vinto dal russo Guennady la partecipazione ufficiale al Noi, per il momento, ci fermiamo
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Il telaio è un doppia culla chiusa 3,00 x 21” all’anteriore, e hanno dall’affusolato serbatoio in
con la classica triangolatura mozzi in alluminio con freno a alluminio dalla capacità di 6,80
centrale; le forcelle sono Kayaba tamburo laterale. litri fissato con delle cinghie; i
a perno centrale con foderi da 36 L’estetica è caratterizzata parafanghi, ben proporzionati,
mm di diametro.
Prima in assoluto a utilizzare
la storica sigla YZ che, tuttora,
contraddistingue i modelli da
Cross della Casa giapponese,
la YZ A è anche l’ultima a
essere equipaggiata con due
ammortizzatori, in questo caso in
alluminio alettato; come abbiamo
accennato in precedenza, dal
modello 1975 denominato YZ B
anche i privati potranno, infatti,
acquistare le moto con la
sospensione Monocross studiata
dal belga Lucien Tilkens e già
montata sul mezzo ufficiale di
Andersson a partire dal 1973.
Le ruote montano cerchi Did
in lega leggera d’alluminio e
coperture nelle classiche misure
di 4,00 x 18” al posteriore e 23
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sono realizzati in materiale tabelle portanumero, avremmo modello 1973 e lo saranno dal
plastico, mentre la cassa filtro e il preferito delle belle fiancatine, 1975 in avanti).
fondo sella sono in vetroresina. che sarebbero servite anche per Per la numerazione dei telai del
A voler trovare a tutti i costi riparare meglio il contenitore modello 250, la Yamaha ha scelto
una pecca nella bella e pulita del filtro dell’aria (fiancatine il prefisso 431, al quale fa seguito
linea, al posto delle semplici che, peraltro, erano presenti nel la numerazione vera e propria che
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24. L’albero motore ha le spalle di
grandi dimensioni completamente
circolari e alleggerite.
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29. L’accensione è una CDI elettronica.
IL PULCINO
L’impegno della Casa motociclistica SWM
nel settore Trial, coronato dal Titolo iridato
vinto da Gilles Burgat nel 1981, si estese a un
modello destinato ai quattordicenni,
ma dalle sembianze del tutto simili a quelle
delle sorelle maggiori.
In queste pagine ripercorriamo anche le orme
di un Marchio lombardo indimenticato
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GIALLO, IL PIÙ POTENTE la nuova veste che nel 1980 in abbinamento con il nero per
DEI COLORI sostituì in modo radicale quella il resto della componentistica
Il giallo è il colore più brillante precedente, anche in virtù delle (ricordando così, vagamente,
dello spettro visivo ed è, di caratteristiche fisiche di questo i temibili calabroni) fu davvero
conseguenza, quello più facile colore. Certo è che la scelta di azzeccata e identificativa.
da notare per l’occhio umano. utilizzare il giallo per parafanghi, Curiosa fu invece la
Chissà se in SWM decisero serbatoio, fiancatine e portafaro contemporanea comparsa
sul mercato della stupenda
Ossa 350/80 yellow (o, in
spagnolo, amarilla), radicalmente
monocromatica addirittura su
forcella, faro, telaio, forcellone,
manubrio e molle degli
ammortizzatori. La copia ridotta
della 350, ovvero la 250/80
orange (o naranja), si presentava
identica ma in un’accattivante
veste arancione.
Il capitolo Trial SWM iniziò qualche
tempo prima, e più precisamente
nel 1977, anno in cui fu assemblata
la moto che, in autunno, venne
presentata al Salone di Milano
in versione 125 Alpaca e 320
Guanaco. Lo sviluppo del
progetto, spinto dall’entusiasmo
dell’eclettico team manager Piero
Kuciukian, avvenne nel periodo
forse più glorioso della Casa
motociclistica fondata, nel 1971, da
Pietro Sironi e Fausto Vergani a
Vimercate, in provincia di Milano,
Casa ancora oggi apprezzatissima
soprattutto dagli appassionati di
6 Regolarità.
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Apriamo una breve parentesi sulla
nota etimologia dell’acronimo
SWM, ufficialmente Speedy
Working Motors per questioni di
marketing internazionale, ma in
realtà legata alla decisamente più
banale e lombarda contrazione
di ‘Sironi Vergani Vimercate
Milano’, con sede nella non lontana
Palazzolo Milanese.
Sui primi mezzi sperimentali a sella
bassa fu montato un propulsore
Sachs, che lasciò presto spazio ai
nuovi motori austriaci a valvola
rotante Rotax che, proprio
nel corso del 1977, andarono a
sostituire le unità motrici tedesche
alle quali si era affidata la SWM
fino a quel momento. Il gruppo
prove e sviluppo di Kuciukian,
quello che oggi sarebbe il ‘product 9
development team’, contava
sostanzialmente su due figure grande stile della Vespa PX svoltasi e forcellone di colore rosso,
che, al pari della prima, hanno tra il 19 e il 27 novembre 1977, parafanghi bianchi e gli elementi
fatto la storia del Trial italiano: nello stand SWM furono esposte in serbatoio (metallico), fianchetti e
Dario Seregni in veste di tecnico bella mostra le prime moto da Trial: portafaro di colore rosso e bianco.
e Giovanni Tosco nel ruolo di Alpaca 125 e Guanaco 320, così La squadra corse del 1978 poteva
collaudatore e pilota. denominate in virtù delle particolari contare su Charles Coutard,
Alla 45esima edizione del Salone doti arrampicatrici dei simpatici sesto classificato nel Mondiale
del ciclo e motociclo di Milano, camelidi sudamericani. Rossa e 1977 e Campione di Francia
quella della presentazione in bianca la livrea, con telaio, forcella in carica, sul ventenne Danilo
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13. Sella e serbatoio sono collegati
tra loro tramite una staffa metallica. Il
serbatoio, comune ai diversi modelli
da Trial, presenta una predisposizione
simmetrica del rubinetto.
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hoc, perché il fuoriclasse, sebbene CINQUANTA, IL TRIAL
onorato di tanta premura, declinò IN TAGLIA XS
la proposta e continuò la carriera Negli ultimi anni ’70 e nei primi
in sella alla moto iberica. anni ’80 trovarono spazio, nel
Si videro invece in produzione mercato italiano, dei ciclomotori
e in vendita, a partire dal 1980, destinati al Trial, ultima frontiera
diversi esemplari verniciati di dell’evoluzione dopo che la Casa
colore verde, che si distinguevano di Barzago Fantic Motor, con il
per la decal Gori sul serbatoio. In riuscitissimo 125, aveva dimostrato
realtà si trattava di SWM adattate che anche una cilindrata ridotta
alla veste cromatica tipica della sarebbe stata capace di avvicinare
Casa fiorentina fondata da i giovani a questa disciplina.
Giancarlo Gori, con la quale fu Nel 1978, Ancillotti con il suo
siglato un accordo commerciale SMT50 Trial e Malaguti con il
in virtù della compartecipazione suo Big Franz Trial si spinsero
azionaria. Le moto furono oltre ampliando la propria gamma
destinate principalmente al di ciclomotori, creando così i
mercato britannico, per il quale fu primi cinquantini italiani degni
tra l’altro apprestato l’interessante di tale nome. La vera svolta,
‘ibrido’ 100 Schoolboy, mezzo però, avvenne l’anno successivo
che metteva assieme il telaio del con la messa in vendita del
50 (di cui tratteremo nelle righe Fantic 50 Trial che sdoganò
a seguire) e il motore Rotax di definitivamente la ventesimo di
cilindrata ridotta. litro all’uso trialistico. I brianzoli 26
PICCOLA MA SIMPATICA
Ed eccoci finalmente alla
protagonista principale di
questo articolo.
30 Fedele in molti particolari alle
sorelle di maggiori cilindrate,
la SWM 50 TL fu presentata in
versione preserie alla Scottish
Six Days Trial del 1980. I primi
esemplari sfoggiavano forcella
anteriore e mozzi in color acciaio,
entrambi verniciati in nero nei
pezzi prodotti successivamente
e in catalogo a partire dall’anno
seguente. Caratteristica peculiare
è, senza ombra di dubbio, il telaio
con struttura a doppia culla che
aggira superiormente il propulsore,
appeso allo stesso attraverso
la testata e un ragno posteriore
infulcrato con il forcellone.
Le sospensioni sono made in
Italy by Marzocchi: all’anteriore,
31 una forcella a perno avanzato
con steli da 30 mm di diametro e
145 mm di corsa e al posteriore,
due elementi A73 da 350 mm con
escursione della ruota di 138 mm
e precarico delle molle regolabile
su cinque posizioni.
La scelta delle ruote non
fu certamente dettata da
considerazioni legate al
risparmio: cerchi Akront
color acciaio ‘bollino giallo’
(ridajje!) e pneumatici Pirelli
MT22 all’anteriore e MT13 al
posteriore dalle canoniche misure
dei cinquantini da Trial, ovvero
2.50 x 21” e 3.50 x 18”. Alla prima
sostituzione, le gomme solitamente
lasciavano il posto alle 2.75 x 21” e
4.00 x 18” montate sulle Trial ‘adulte’,
32 compatibili con i cerchi Akront.
comparativa ‘giallo versus verde’ piccole modifiche al 50 TL: fotografata in queste pagine. Alla
e il nostro bimestrale dedicò un alcune parti precedentemente ricerca del cinquantino del 1981
ampio servizio sul numero 5/2019. verniciate in nero, come pedane, acquistato, usato, a Trento nel
Nel 1981 Fantic Motor, tendicatena, pedale freno e 1983, non poteva non balzare
complice anche una rete di corpo del contachilometri, furono all’occhio l’annuncio singolare
vendita decisamente capillare, semplicemente zincate e il fondo su Internet di ben due esemplari
monopolizzava il mercato delle del tachimetro-contachilometri offerti in blocco: uno del 1981
moto da Trial per i quattordicenni Veglia diventò nero a differenza e l’altro del 1982. Località
e, quindi, la concorrenza ricorse a del precedente che era bianco. dell’inserzione: Trento! Un
prezzi più competitivi per attirare Zero novità nel 1983, perché il evidente segno del destino a cui
i clienti. A fronte di 1.341.130 Lire restyling fu calendarizzato nel 1984, non è stato possibile sottrarsi.
(franco fabbrica IVA compresa) l’annus horribilis SWM. La ‘piccola’
necessari per portare a casa la fu vestita con lo stesso abito L’EFFIMERO IRIDE
Fantic, i prezzi delle rivali erano delle sorelle maggiori e, quindi, Ci piace terminare questa
i seguenti: SWM 1.214.400 Lire, telaio blu, nuovo serbatoio Jumbo carrellata di colori con un’amara
Beta 1.290.000 Lire e Italjet style, nuove fiancatine e nuova considerazione: al primo trofeo
1.305.250 Lire. Aprilia fece la colorazione di forcella e forcellone, iridato di cui poté fregiarsi una
sua comparsa qualche mese più ora color acciaio. Da un punto di moto italiana da Trial fece seguito
tardi, con l’obiettivo di essere vista tecnologico, però, ancora il nero cupo del fallimento e
disponibile a tutti gli effetti per zero novità. L’unica di queste fu della chiusura. SWM lasciò
la stagione 1982. Proprio l’anno l’introduzione del freno a disco però un segno indelebile tra gli
che ancora oggi ricordiamo anteriore nell’ultimissimo periodo di appassionati del fuoristrada e chi
per il favoloso terzo Mondiale attività della subentrata SVM. oggi ha la fortuna di custodire
di calcio conquistato dall’Italia una moto da Trial SWM, giallo-
(quello di Bearzot, Zoff e Pertini, TWINS nera o rosso-bianca che sia, se
per intenderci) portò alcune Una breve parentesi sulla 50 TL la tiene ben stretta! ■
LA ‘PRIMULA
ROSSA’
Una piccola parte, circa una decina di
esemplari, dell’intera produzione TGM
Cross 125 modello 1982, anziché con
plastiche bianche, fu realizzata con
quelle di colore rosso, originando
così involontariamente una
rarità. Abbiamo raccolto la
testimonianza di Gianmarco
Terzi (il signor ‘T’ dell’acronimo della
Casa motociclistica parmense)
per saperne di più sulla scelta fatta
allora in TGM: fu causale oppure
ben precisa?
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mozzo Grimeca con freno laterale da segretario del Registro Storico CRM04 che, rispetto al modello
140 mm, monta un analogo Rimoldi TGM, che ci hanno fornito precedente, nella parte posteriore
delle stesse dimensioni. Decisione a interessanti ‘chicche’ utilissime per non termina più con il tubo
nostro avviso corretta, che preserva la stesura dei questo articolo. completamente verticale, ma
una pratica abbastanza comune inclinato in avanti, con l’aggiunta
all’epoca: chi per necessità doveva Come abbiamo accennato inoltre di un telaietto reggisella
sostituire il mozzo posteriore, in apertura, il modello 1982 asportabile.
spesso sceglieva proprio il Rimoldi. presenta diverse novità: L’adozione del monoammortizzatore
Altri ringraziamenti vanno a innanzitutto il telaio monotrave Corte & Cosso oleopneumatico
Gianmarco Terzi, uno dei tre sdoppiato con montante superiore regolabile, con serbatoio
ex titolari della Casa costruttrice a sezione tonda, realizzato in separato e interasse di 375
parmense e ad Aldo Lavezzini, acciaio al cromo molibdeno 25 mm, ha giocoforza costretto
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9. Il manubrio è un Verlicchi, le
leve del freno e della frizione sono
Tommaselli Racing, mentre il comando
14 dell’acceleratore è un Marchald.
il progettista a ridisegnare il Grimeca con freno laterale da 10. Il Marchio della factory emiliana è
forcellone in lega d’alluminio 140 mm di diametro, così come riportato anche sull’espansione.
estruso che, a causa dell’assenza sono rimasti identici il manubrio
degli attacchi con relativi rinforzi Verlicchi, le leve Tommaselli Racing 11. Il silenziatore è realizzato dalla
degli ammortizzatori, appare più e il comando del gas Marchald. lombarda Sem.
slanciato; questa sensazione Le novità riguardano anche
è confermata dal fatto che l’aspetto estetico: mentre il 12. Il monoammortizzatore è un Corte
l’interasse, rispetto ai 1.430 mm, è parafango posteriore e il serbatoio & Cosso oleopneumatico regolabile con
salito a 1.440, mentre rimangono con capienza da 7,5 litri rimangono serbatoio separato e interasse da 375 mm.
invariati i valori dell’altezza minima invariati, la sella ha una imbottitura
dal terreno e dell’altezza della sella, meno consistente nella parte 13. Il pilota Cadetto Daniele Bravini
rispettivamente di 345 e 980 mm. centrale, il parafango anteriore nel 1982: oltre a imporsi nel Campionato
Anche all’anteriore troviamo delle Stilmotor è sostituito da un M Regionale Emilia Romagna classe 80,
novità: la forcella a perno avanzato Robert e, soprattutto, di nuovo ha partecipato ad alcune gare proprio
non è più una Samfis, ma una disegno sono le fiancatine che in sella alla TGM 125 ‘Primula Rossa’.
Forcella Italia con steli da 38 mm ed proteggono i radiatori e i fianchetti
escursione da 300 mm, vale a dire con le relative tabelle portanumero. 14. Tornato al Cross, nel 1982 Beppe
le stesse misure della precedente. Canella su TGM 125 ‘Primula Rossa’
Entrambi i mozzi sono rimasti, a E adesso, come la classica è primo a Castiglione Olona, Arsago
parte il caso specifico della moto ciliegina sulla torta, veniamo Seprio (nella foto) e ad Arzachena.
del servizio fotografico, i classici alla novità più performante,
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IL BOXER ALLA
PARIS-DAKAR
BMW è stata la Casa motociclistica che,
con quattro edizioni conquistate su sette,
ha dominato la Parigi-Dakar nei primi anni
Ottanta. Per celebrare le vittorie africane,
l’azienda tedesca ha commercializzato,
nel 1984, una serie speciale della sua
Gelände/Strasse denominata, appunto,
Paris-Dakar. Oggi è uno dei modelli più
ambiti dai collezionisti di Enduro
IL FASCINO ESOTICO
DELL’AFRICA
L’evento inaugurale della
stagione motoristica
mondiale, da ben 44 anni a
questa parte, prende il via il
primo di gennaio: è la Dakar,
il più famoso dei Rally
africani che attrae milioni
di appassionati sparsi in
tutto il globo.
Oggi la Dakar non parte più
da Parigi e, forse, ha perso
un briciolo di romanticismo;
nemmeno arriva
nell’immensa spiaggia alle
porte della capitale del Senegal,
sul Lago Rosa, ma a imperitura
memoria di questa grande città
che ne ha visto l’esordio, ne
mantiene il nome.
Quasi trent’anni in Africa, dieci tra
gli altipiani e le pampas argentine,
da quattro edizioni la Dakar si
disputa in Arabia Saudita, dove
le dune tornano ad assumere una
cornice quasi familiare. Cambiano
gli scenari, ma quel che conta è
che la competizione abbia sempre
lo spirito dell’avventura.
42 Fuoristrada e Motocross d'Epoca
BMW R 80 G/S PARIS-DAKAR
1. Il francese
Hubert Auriol e
il belga Gaston
Rahier sono i
due piloti che
hanno vinto
quattro delle sei
Parigi-Dakar che
si sono disputate
dal 1980 al 1985,
anni in cui la
BMW ha preso
parte con una
squadra ufficiale
al più famoso dei
Rally africani.
Fuoristrada e Motocross d'Epoca 43
ENDURO STRADALI ANNI ’80
L’ANNO NERO
4
Nel 1986 un elicottero
dell’organizzazione, investito
da un’improvvisa tempesta di
sabbia, precipita durante la
7
gara senza lasciare scampo alle Dakar con una Yamaha XT 500, alcun inconveniente ed era la
cinque persone a bordo, tra cui nel 1980 Hubert Auriol passa alla più potente e veloce di tutte, per
Thierry Sabine. Il più famoso dei BMW ufficiale. L’esordio però non l’anno prossimo vorrei disporre di
Rally africani, perde così il suo è fortunato: l’Africaine (come viene un motore di 900 o 1000 cc. Per
ideatore e organizzatore. Il sogno soprannominato dai francesi), avere ancora più coppia e poter
del trentaseienne, patron della autore di una brutta irregolarità, raggiungere i 190 km/h su strada
Parigi-Dakar, rimane vivo grazie viene penalizzato ed è costretto buona” (tratto da ‘Motociclismo’ n.
al padre Gilbert, che prende in al ritiro. Si rifà nel 1981, quando 04 1981).
mano le redini della gara con la conquista la sua prima Parigi- Nel 1983, per la prima volta il Rally
determinazione di continuare a Dakar. Ed è la prima vittoria anche attraversa il deserto del Ténéré.
cercare scenari inediti, proprio per la BMW R 80 G/S, che ottiene Auriol, che s’era rotto un braccio
come piaceva al figlio tragicamente pure il 4° e il 7° piazzamento finale. 30 giorni prima del via, conquista
scomparso. All’arrivo, Auriol dichiara: “Confido la sua seconda Parigi-Dakar, la più
che la mia affermazione sproni dura e la più lunga tra quelle finora
I PROTAGONISTI: HUBERT l’industria motociclistica europea disputate. Questa volta, la sua BMW
AURIOL a uscire dal suo torpore nei è realizzata sulla base della sportiva
Dopo aver gareggiato da privato confronti dei giapponesi. Anche R 100 RS, con il motore elaborato e
nella prima edizione della Parigi- se la mia moto non ha accusato cilindrata portata a 1.015 cc.
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8. Un’immagine particolarmente
suggestiva del grande Rally africano:
Auriol transita in un tratto impegnativo
della gara e, sullo sfondo, nei loro abiti
tradizionali, si vedono alcuni abitanti
della zona che assistono al passaggio
dei piloti.
madre, con le quali ha raggiunto I PROTAGONISTI: FENOUIL, Dakar con una BMW R 75 stradale
livelli assoluti di competitività. AL SECOLO JEAN CLAUDE modificata da Schek, intuendo
L’esperienza totale maturata con MORELLET per primo il potenziale velocistico
i boxer bavaresi, vale a Schek Giornalista di ‘Moto Journal’, tester del grosso bicilindrico bavarese
l’incarico di uomo di riferimento su lunghe distanze in moto, è rispetto al mono. Conclude,
per lo sviluppo e la preparazione l’ideatore del percorso della prima purtroppo, con un ritiro dovuto
delle moto tedesche impegnate Parigi-Dakar che, inizialmente, a una rottura in gara. Fenouil ha
ufficialmente alla Dakar. doveva partire dalla capitale del disputato la Parigi-Dakar con la
Miglior risultato in gara per Senegal e terminare a Città del BMW fino al 1983 e poi, di nuovo,
Herbert Schek, ventunesimo Capo. Amico di Thierry Sabine, nel 1985, ottenendo come miglior
posto e primo nella categoria conosciuto al Rally Abdijan-Nizza, piazzamento un quarto posto nell’81;
Marathon, nel 1984. partecipa alla prima edizione della l’anno prima era giunto quinto.
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BMW CELEBRA LA
PARIS-DAKAR
Al Salone di Colonia dell’ottobre
1984, per celebrare i successi nel
più famoso dei Rally africani, BMW
presenta una versione speciale
della sua R 80 G/S chiamata
Paris-Dakar.
Questa special è caratterizzata
da una nuova veste estetica
con le grafiche rosso, blu e
azzurro sul voluminoso serbatoio
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DATI TECNICI
Motore: bicilindrico boxer, con una
cilindrata di 797,5 cc.
Potenza: 50 CV a 6.500 giri/min.
Coppia: 5,79 kgm a 5.000 giri/min.
Alimentazione: due carburatori a
depressione Bing da 32 mm.
Avviamento: sia a pedale, sia
elettrico.
Accensione: elettronica Bosh.
Cambio: 5 rapporti, con frizione
monodisco a secco.
Trasmissione: primaria a
ingranaggi, finale ad albero
cardanico.
22 Pneumatici: anteriore 3.00 x 21”,
posteriore 4.00 x 18”.
COLLEZIONISMO sbalorditiva cifra di 46.000,00 Sospensioni: anteriore forcella
Ai giorni nostri, le Paris-Dakar euro (tasse e diritti d’asta teleidraulica con steli da 36 mm,
sono molto ricercate dai compresi). posteriore monolever con
collezionisti e le quotazioni, Diciamo subito che acquistare ammortizzatore laterale. Escursione
già da qualche anno, sono in una moto a un’asta, qualunque anteriore 200 mm, posteriore 170 mm.
continua crescita. Nell’ottobre essa sia, è sicuramente il Freni: anteriore a disco da 260 mm,
del 2022, la Casa d’aste modo meno conveniente; è posteriore a tamburo da 200 mm.
Bonhams ha messo all’incanto sufficiente che ci siano due, o Altezza: sella, 860 mm.
una BMW R 80 G/S Paris-Dakar più persone, che desiderano Peso: 250 kg (con pieno di
restaurata magistralmente e con ardentemente entrarne in carburante).
all’attivo 140 km, battuta alla possesso che il prezzo, in
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25
N
egli ultimi anni, Alex Alassio realizzare moto non solo nel nostro mesi prima.
è divenuto uno dei principali Paese, ma anche in tutto il mondo. L’avvio nel Supercross fu però
punti di riferimento per gli Qualche mese fa ha ricreato, per in sordina, tanto che nelle prime
amanti del Motocross d’epoca; un appassionato italiano, la Honda quattro tappe, Bailey non riuscì
del resto il ragazzo ligure non RC 250 di David Bailey del 1984. mai a conquistare la top 3. Questo
solo crea repliche, ma riesce Un lungo lavoro capace, anche in lo costrinse a forzare la mano
anche a far riemergere nel cuore questa circostanza, di dare i suoi nelle gare seguenti: a Daytona,
delle persone emozioni sopite frutti e soddisfazioni importanti. luogo storico per il movimento
da tempo. Tutto merito dei suoi In questo articolo, Alex ci racconta motoristico americano, il 10 marzo
mezzi, frutto di una capacità non i segreti della rossa nipponica che arrivò il primo trionfo dell’annata
comune, accudita e affinata come ha scritto momenti leggendari in davanti a Ricky Johnson e
una dote su cui fare sponda in ogni quel glorioso decennio, portando Johnny O’mara, i rivali nella
situazione. La cura del dettaglio, ‘The Little Professor’ sul tetto del corsa al Titolo. Ancora una vittoria
lo studio e la ricerca continua della National classe 500 e sul gradino a Houston, due settimane più
perfezione lo hanno portato a più alto del podio al Motocross tardi, ma una serie di tre gare fuori
1
dalla top 3 lo allontanarono di challenge outdoor dedicato alla Un’annata impreziosita
nuovo dal vertice. mezzo litro, David contò sul anche dalla partecipazione
Da fuoriclasse qual era, David personale tabellino di marcia al Superbowl di Genova, il
gettò il cuore oltre l’ostacolo ben 16 successi parziali, 8 trionfi 2 dicembre 1984: fu uno show
rendendosi protagonista di un assoluti sulle 10 tappe svolte e 7 sensazionale per gli appassionati
eccellente finale di Campionato, doppiette. Un vero e proprio rullo italiani, estasiati e ammaliati da quel
dove raccolse due affermazioni compressore che piegò la ferrea ragazzo tutto stile e talento in grado
e altrettante piazze d’onore. Uno resistenza del connazionale Broc di rapire l’attenzione generale con
sforzo incredibile che, però, non Glover, che fu costretto a cedere evoluzioni da batticuore.
gli permise di bissare il successo il Titolo ottenuto nel 1983 al
della stagione 1983, che passò portacolori della Honda. LE CARATTERISTICHE DELLA
nelle mani del compagno di Bailey completò la stagione HONDA 1984
squadra e amico, Johnny O’mara. 1984 con l’ennesimo successo Se David Bailey riuscì a disputate
Per Bailey ci fu comunque il al Motocross delle Nazioni una delle più entusiasmanti
secondo posto assoluto finale, al (l’ultimo riservato alla sola stagioni della sua carriera, il merito
termine di una rincorsa d’applausi classe 500), imponendosi con fu anche del mezzo meccanico
per grinta e tenacia. i compagni di squadra Jeff
Nonostante il mancato successo, Ward, Johnny O’mara e Ricky
la stoffa del campione emerse Johnson sul sabbioso tracciato 1. La bellissima e sorprendentemente
prepotentemente pochi mesi finlandese di Ruskeasanta: fedele all’originale Honda RC 250 del
dopo: il fuoriclasse della Honda era il 9 settembre e quello fu 1984 del campione americano David
scese in pista nel National 500 il quarto sigillo consecutivo Bailey nel locale riservato alla collezione
e dettò legge sin dall’inizio, della compagine americana di Andrea Fontanelli.
aggiudicandosi le prime 8 manche nella rinomata competizione
del Campionato. Al termine del internazionale.
2 3
al top che gli diede la possibilità con cassa filtro e silenziatore anche questo inconveniente. Fu
di fare a più riprese la differenza. modificato. Solo il forcellone poi la volta della sella, che nel
Alex Alassio, responsabile non dava preoccupazioni, ma 1984 era parecchio corta: dopo
del Marchio HSA Racing, ci ha era l’unico punto di sicurezza una serie di modifiche, anche quel
raccontato come ha ricostruito a dispetto dei tanti dubbi che problema venne meno. Da lì iniziò
questa opera d’arte del fuoristrada, avevo. Abbandonai in un angolo a tutti gli effetti quello che è il mio
analizzando non solo i punti la moto per due settimane, preso lavoro di sabbiatura, verniciatura e
principali della Honda, ma anche da un iniziale senso di sconforto. preparazione generale della moto.
da dove è partito il progetto. Continuavo però a guardarla e Compresi che la strada era ormai
“Tutto ha preso il via un paio di riguardarla tutti i giorni… finché in discesa… e che il traguardo
anni fa: all’inizio, però, non ero mi sono deciso a prendere in si stava avvicinando. Nel corso
proprio dell’idea di realizzare mano la situazione. Iniziai così della realizzazione, mandai anche
quest’opera... Andrea Fontanelli a sistemare un pezzo alla volta. una mail a David Bailey, che si
mi contattò più volte, cercando Chiamai Giovanni Stramigioli congratulò con me per la bontà
sempre di convincermi a iniziare della ditta Textra (costruttore del progetto. Qualche malalingua
questa avventura. Gli consigliai della Benelli in alluminio, ndr), che ha detto che questo mezzo è
di trovare una Honda del 1984, da tempo mi aiuta a realizzare le un incrocio tra 1983 e 1984, ma
visto che, comunque, non ne moto, e gli spiegai l’ambizioso il committente la voleva così e,
avevo mai realizzata una. Comprò progetto. Realizzò il forcellone, quindi, ho cercato di soddisfare al
la moto a Torino, io andai a il telaietto e, infine, il serbatoio. massimo le sue richieste. Come
prenderla, ma appena scaricata Dissi poi ad Andrea di comprare la poi mi ha confermato Johnny
dal furgone, pensai di non essere marmitta 250 del 1983, ma mi resi O’mara, alcune componenti
in grado di realizzare il progetto. conto che non c’entrava nulla con erano spesso aggiornate e,
Il problema principale era la quella dell’epoca. Così la tagliai e quindi, questa replica si può
marmitta, che doveva essere la gonfiai, puntandola e facendola assolutamente ritenere autentica
spostata da destra a sinistra, saldare da un amico: risolsi così nella sua forma. Ci sono voluti
Le vicende di un campione
indiscusso del firmamento
americano, di colui che ha
riprodotto il mezzo con cui scrisse
una parte della sua leggenda e
della persona che, attraverso
quella Honda, continua a sognare
come quando era un ragazzo: tre
storie che s’intrecciano, capaci di
unire ed emozionare. È questa la
meravigliosa potenza dello sport e
6 della passione. ■
S
iamo negli anni Cinquanta,
2 3
4
1. Paola Dolci inizia l’attività
agonistica nelle gimkane in sella a
una MV Agusta 125. Le foto sono
state conservate con tanto di
didascalia scritta, allora, a mano su
un foglietto a quadretti.
ricorda anche una Mondial ex Tartarini, il patron della Italjet di Baganza, la località famosa
Emilio Ostorero, con la quale il che, in quattro e quattrotto, per i numerosi stabilimenti di
Campione piemontese aveva vinto direttamente sul campo, le mette a stagionatura dei prosciutti che si
due Titoli italiani. disposizione una 175 che viene in trova in provincia di Parma: chi vi
Nel frattempo, la notorietà di seguito pubblicizzata con il nome scrive, era presente alla gara in
questa ragazza che spesso e caratteristico di ‘Zorro’. veste di spettatore.
volentieri ‘dà la paga’ a tanti Dopo la Italjet, Paola compra una La prima manche vide la nostra
maschietti esce dai confini laziali: Ossa 175, con la quale instaura eroina tagliare il traguardo in
accompagnata dal papà, e nelle subito un ottimo feeling: in sella terza posizione, mentre in quella
trasferte più lunghe anche dalla alla due ruote spagnola, la pilota successiva, nonostante la pioggia
mamma, Paola viene invitata a romana va davvero forte! avesse reso il terreno di gara
correre un po’ dappertutto. molto fangoso, fece ancora
In una gara nazionale a San Arriviamo al 1970, quando Paola meglio, piazzandosi al secondo
Marino, conosce Leopoldo viene invitata a correre a San Vitale posto. Concluse così la giornata
6
5. Dopo la Laverda, la pilota romana
continua con la Regolarità utilizzando
una Parilla 125.
5 7
8 9
’
inconvenienti del caso…
L
e squadre del Trofeo Siamo seduti in silenzio, il rischio di cadere è alto.
Mondiale, con i suoi sei piloti ascoltando l’alternarsi degli I miei avversari diretti non
e del Vaso d’Argento, con interventi dei nostri manager sono inseriti nelle squadre
i suoi quattro piloti, sono riunite che, prendendo la parola a turno, nazionali e, quindi, transitano
nell’accogliente sala meeting ci mettono al corrente della due ore abbondanti dopo di me,
dell’hotel. situazione classifiche e delle insieme alle squadre di club; di
conseguenza, trovano terreno come Archimede Pitagorico nei Le persone incontrate nel paddock
asciutto e sponde capaci di offrire fumetti di Topolino. Un rapido e i colleghi incrociati nel Parco
loro un’aderenza ottimale. calcolo mi consentì di elaborare Chiuso forse si resero conto
Le classifiche ufficiali lette da un’ipotesi che avrebbe potuto della mia tensione. Avevo caldo e
Rottigni non mi lasciano scampo: rappresentare una soluzione al mio sudavo nonostante la temperatura
non ho potuto far nulla per dramma. Ipotesi presto spiegata. non proprio gradevole dell’alba.
contrastare i miei colleghi della Tre piloti al minuto, con la possibilità Ricordo che intorno a me, tutti si
classe 80, da Gianluigi Gandolfi di retrocedere di quattro minuti coprivano con giacche e maglie
su KTM a Gianmarco Rossi su rispetto al mio tempo teorico di pesanti, mentre io mi sollevavo le
TM, fino a Pierfranco ‘Chicco’ passaggio sfruttando la tolleranza, maniche fino a metà braccio nella
Muraglia che gareggia in visto che ci sono due controlli orari speranza di trovare sollievo…
sella a una bellissima Tresoldi prima di arrivare alla PS. Questo Il via mi fu dato con accanto
motorizzata Honda. significa retrocedere di ben 12 piloti Franco Bartocci, che mi fece le
Mentre ascolto, rifletto sulla mia più due della mia terna di partenza. ultime raccomandazioni unite ad
posizione in classifica: sono quarto Pensai anche: se gioco facendo alcune informazioni da parte dei
e domani, terzo giorno di gara, si finta di avere qualche inconveniente nostri uomini ombra sparsi lungo il
cambiano le PS. Andremo a Leffe meccanico nei pressi della PS, percorso.
in Val Seriana e, quindi, si ripresenta ecco che posso fare entrare ancora In compagnia di una miriade di
il problema: tocca ancora a me qualche moto prima di transitare a pensieri durante il trasferimento,
aprire le danze nell’erba viscida del mia volta tra le fettucce del Cross arrivò il momento cruciale
mattino. Devo trovare una soluzione, Test. Questo significherebbe trovare quando al cronometrista della
perché non accetto in alcun modo segnate le curve e, dove il terreno Federazione comunicai, pochi
di prendere paga. Sono furioso e è più soffice, avere la possibilità istanti prima dello scadere del
nervoso, ma fortemente motivato. di sfruttare delle sponde. Certo tempo giusto d’ingresso al primo
Di fronte alle mie lamentele su che, oltre a essere un’operazione CO, che era mia intenzione
quella che ritengo un’ingiustizia, il rischiosa per me, lo è ancora di sfruttare al massimo la tolleranza
team manager del Vaso, Franco più per il risultato della squadra e, consentita… adducendo una
Bartocci ribadisce che siamo qui per certamente, se metto in atto questo banale ma incontestabile scusa:
vincere come squadra e la classifica stratagemma, devo portarlo a l’inaspettata, quanto impellente,
individuale non è importante. Ma io compimento da solo, senza alcun e quindi non procrastinabile,
proprio non ci sto… Credevo di supporto, perché chiaramente non pipì. Il cronometrista mi metteva
trovare un appoggio confidandomi posso condividere con nessuno fretta ma, in questi casi, si sa che
con la dirigenza ma, ovviamente (e questa mia idea. Dovrò essere bisogna aspettare pazientemente
lo dico con il senno di poi), la cosa molto preciso e, inutile dirlo, non l’epilogo delle funzioni fisiologiche.
importante era davvero il risultato potrò permettermi alcun errore. Con calma e con grande
complessivo della Nazionale. Insomma, è vietato sbagliare! sicurezza, andai a timbrare
Mi congedo con un pochino di Perché essere penalizzati con uno due minuti dopo il mio tempo
amaro in bocca, prendendo la o più minuti di ritardo con questi teorico, con il cronometrista che
via della camera e infilandomi nel distacchi minimi, vorrebbe dire far mi seguì di corsa fino al tavolino
letto. Non riesco però a dormire saltare la squadra. dei giudici per controllare la
e continuo a rimuginare sulla Passai una notte piuttosto timbrata. Ho ancora nelle orecchie
situazione, per me, inaccettabile. agitata... il grido di quel pover’uomo che,
ignaro del mio schema, mi gridò:
‘
All’alba del terzo giorno, mi trovai “Ricordati di segnalare al prossimo
Nella notte insonne prende
a fare colazione con Enrico Zuffa, controllo che sei a più due!”.
forma il mio ‘piano diabolico’:
mio compagno di stanza, Angelo Prima fase portata a
perché non sfruttare la
Signorelli, Edi Orioli e Renato compimento.
tolleranza per mettere un
Pegurri, ma rimasi chiuso nei Al secondo CO, dopo aver
po’ di moto davanti al mio
miei pensieri: nessuna parola e segnalato il mio nuovo orario
cammino? Soprattutto in
nessuno scambio di opinioni in teorico di passaggio, dovevo
’
Prova Speciale…
merito alla giornata d’affrontare. trovare un’ulteriore scusa per
Ero concentrato a simulare nella sfruttare gli altri due minuti
Dovete sapere che, all’epoca, mia mente tutti i possibili imprevisti di tolleranza. Dopo le dovute
esisteva la tolleranza, che non incrociando le varie ipotesi, con spiegazioni riguardo la mia
veniva penalizzata, di 2 minuti gli inconvenienti che si sarebbero timbrata anomala, mi misi ad
e 59 secondi in più rispetto al potuti verificare se avessi davvero armeggiare sulla moto simulando
tempo teorico di passaggio. Mi si messo in pratica il mio ‘piano un’indispensabile messa a punto
accese così una lampadina… diabolico’. del motore in vista del Cross Test
che avremmo dovuto affrontare proprio un incosciente. Ma della carreggiata della strada.
nel successivo tratto di percorso. ero deciso e non avevo mai L’atterraggio è dolce, morbido
Le mie scarse ‘doti meccaniche’ contemplato la possibilità di fallire, e mi permette di entrare nella
erano ben note a tutto l’entourage di avere messo in piedi tutto successiva curva a sinistra senza
della Nazionale e, quindi, non mi questo casino per nulla. sbandate e senza incertezze.
fu difficile far digerire un ulteriore Appena fuori dalla fotocellula della Proseguo gasato, incredibilmente
ritardo nella timbrata per colpa della Prova Speciale, non mi assalì efficace nell’azione, tanto
mia goffaggine nel ripristinare il alcun rimorso o alcun pentimento. che affronto le ultime curve
giusto setting del motore che stavo Nessuna indecisione. mordendo il manubrio con i denti.
pasticciando. Tutti erano ormai in Bartocci arrivò allarmato Esco non solo dalla Prova
allarme ed erano stati avvisati che all’ingresso del fettucciato e mi Speciale, ma anche da questa
procedevo con qualche problema chiese cosa fosse successo: trance agonistica ed emotiva…
di non chiara identità. “Perché sei in questa posizione? Comincio così a percepire di
Il secondo obiettivo era Sei stato penalizzato?”. Se avessi nuovo i rumori esterni, le pacche
centrato. accumulato quel ritardo in un solo sulle spalle degli amici e lo
Viaggiavo a più quattro con un CO, la squadra del Vaso d’Argento stupore manifestato con il vociare
sorriso appena accennato sotto il sarebbe finita fuori dai giochi per le di approvazione delle persone
casco, proprio come quello di un prime posizioni. presenti: tutto questo mi fa
bambino che sta combinando una Non credo di avergli risposto, rientrare nel mondo reale.
marachella ben confezionata. tanto ero in trance agonistica! A questo punto credo di aver
Scollinando dalla Val Brembana alla Non vedevo nulla al di fuori del portato a compimento il mio
Val Seriana, incontrai diversi uomini percorso d’affrontare: niente progetto, ma non ne avrò la
ombra assoldati dalla Nazionale per pubblico e nessun rumore, conferma fino a sera poiché,
tenere sotto controllo i piloti italiani eccezion fatta per quello come detto, i miei avversari
e per vedere che gli stranieri non proveniente dal mio motore. arriveranno almeno un paio d’ore
si prendessero delle ‘libertà’ non Niente di niente. dopo di me a percorrere le PS.
consentite dal regolamento. “Tre, due, uno… via!”. Il seguito della corsa avrà lo
“Forza Passeri che sei in ritardo!”, Gas spalancato e guida come stesso andamento, perché la
era il coro pressoché unanime se non ci fosse un domani. Le voglia di rivincita, unita allo stato
che si sollevava tra i tifosi al mio prime curve mi servirono per di grazia che stavo attraversando,
passaggio lungo il percorso; valutare se la mia azione avesse non mi abbandonarono per il
con il numero 8, transitavo infatti creato le condizioni sperate sul resto della giornata.
insieme ai piloti con il 25 e il 26. terreno della PS. Man mano che Dopo aver sostituito gomma
Ma la gente ignorava che stavo proseguivo, mi rendevo conto posteriore, gomma anteriore e
procedendo in tolleranza e che che riuscivo ad avere una buona filtro dell’aria e dopo aver fatto
quindi, a fine giornata, non avrei aderenza e riuscivo a spingere rifornimento al Controllo Orario
subìto penalità. Ciò nonostante, anche nelle contropendenze. di arrivo, sistemo la moto in
la tensione non accennava a Prendevo sempre più forza e Parco Chiuso e all’uscita trovo
diminuire… anzi. coraggio. Uscendo molto veloce Bartocci e Rottigni che mi
Ora dovevo creare le condizioni per in giusta traiettoria da una a attendono con il viso tirato che
attendere il passaggio di qualche destra, c’era una collinetta dietro tradisce il loro stato d’animo.
altra moto in PS ma, soprattutto, la quale, dopo una decina di Una bella lavata di testa
dovevo dare del gran gas per metri scendendo dalla cima, si con la promessa di non fare
riprendermi l’auspicata posizione trovava una strada d’attraversare mai più niente del genere,
in classifica per la quale avevo longitudinalmente. Terza, quarta è il seguito dell’incontro.
innescato il meccanismo. Tutt’altro e senza mollare il gas, stacco L’unica cosa che mi salvò da
che facile. Tutt’altro che scontato. le ruote prima del culmine della ulteriori conseguenze, fu che
salita, con quella anteriore che il risultato ottenuto contribuì al
‘
Tre, due, uno… via! In Prova punta dritto verso il cielo. consolidamento in classifica della
Speciale, gas spalancato e Sono attimi che sembrano durare squadra. Primo di classe con
guida come se non ci fosse tantissimo, con i fotogrammi che una buona posizione anche
un domani. Altrimenti, avrei si muovono al rallentatore, ma nella classifica assoluta.
messo in piedi tutto questo ho tutto sotto controllo. Tiro la A parte l’aspetto esteriore
frizione, tocco il pedale del freno da cane bastonato, dentro
’
casino per nulla.
posteriore, sposto leggermente di me sentivo l’immensa
il sedere di lato, fuori dalla sella, soddisfazione di aver centrato
Ripensando a quei momenti, rilascio la frizione e scendo l’obiettivo per il quale avevo
mi viene da dire che sono stato di punta appena oltre la fine rischiato il tutto per tutto. ■
www.anlas.com
A CONFRONTO
CAMPIONI A
CONFRONTO
Giovanni Sala, nato a Bergamo
il 23 novembre 1963 e Tullio
Pellegrinelli, nato a Bergamo
il 6 febbraio 1964, sono i
protagonisti di questa intervista
‘a confronto’; tra i piloti da
battere nelle gare di Enduro degli
anni Novanta, entrambi hanno
contribuito a scrivere la storia
di questa disciplina sportiva
aggiudicandosi Titoli nazionali
e internazionali, individuali e a
squadre. Conosciamoli meglio
chiacchierando con loro
M
etti un salumiere e un imbianchino che
hanno un talento naturale per correre in
moto; prediligono il fango o la polvere del
rude fuoristrada, e quando sul proprio cammino
incontrano chi crede in loro, riescono a esprimersi ai
massimi livelli, fino a laurearsi campioni del mondo.
Si conoscono da sempre, ovvero sin da quando
sentivano pronunciare il nome dell’altro tra i primi
classificati; in altre parole, erano tra gli uomini da
battere, capaci di condurre la moto in prova speciale
in un maniera diametralmente opposta. Stima e
rispetto reciproco hanno sempre contraddistinto il loro
rapporto, anche quando si contesero fino all’ultima
gara il Titolo iridato del 1992.
In questa intervista ‘a confronto’, conosciamo meglio
i piloti Giovanni Sala (per gli amici Giò) e Tullio
Pellegrinelli, entrambi bergamaschi, separati alla
nascita da un paio di mesi.
ma nessuno mi dava una moto con cui correre dopo rischio in più, questo mio modo di guidare dava i
aver concluso al terzo posto nei Cadetti. Finché sulla suoi frutti, mentre nel fettucciato ho sempre fatto
mia strada è comparso il Gilera Club Arcore, che ha fatica, perché serviva una guida più pulita, in modo
creduto in me dandomi una moto per gareggiare negli particolare sul bagnato. E invidiavo Tullio quando lo
Juniores; nel 1982 ho corso su Gilera e ho vinto il Titolo vedevo entrare in questo tipo di prova speciale: tutte le
Italiano Junior, ma dopo un anno da Senior sempre su volte pensavo… ma come va piano… invece quando
Gilera, ero di nuovo appiedato, perché la Casa di Arcore usciva dal fettucciato il tempo gli dava ragione. Era
non forniva più modelli al proprio Moto Club. Da qui è redditizio e pulito al tempo stesso; anche se ero più
nata la mia storia con la Kram-It di Maurizio Radici…”. veloce, capitava che mi precedeva proprio per questo
suo modo di affrontare le prove speciali. E poi era
Quando e dove vi siete conosciuti? sempre molto freddo e concentrato: ogni situazione
Giò: “Ci siamo conosciuti sui campi di gara, anche veniva verificata e affrontata da Tullio con molta
se prima di confrontarci nelle varie prove nazionali e attenzione… mentre quando arrivavo io, capitava
internazionali, il nome di Tullio Pellegrinelli era ben spesso che il pubblico si spostasse talmente ero
presente nella mia mente semplicemente leggendo irruente! Mi esprimevo meglio nel Cross, perché
le classifiche, dove lo trovavo sempre tra i più forti. nell’Enduro la smania di dover fare il tempo in prova
Quando mi sono dedicato al Cross, ho continuato speciale a volte mi fregava, producendo una guida
a seguire l’Enduro sapendo dei duelli che c’erano sporca spesso inefficace”.
soprattutto tra lui e Giorgio Grasso, finché sono Tullio: “All’inizio anch’io ero un po’ irruente, ma
diventato pilota ufficiale KTM: da quel momento, dopo una serie di infortuni alle ginocchia, mi sono
disputando l’Italiano e il Mondiale da professionista, calmato modificando il mio modo di guidare. Sono
abbiamo iniziato a confrontarci anche in prova speciale, diventato sempre meno aggressivo in sella a una
mettendomi in mezzo alle loro battaglie”. moto, accompagnandola e assecondandola in ogni
Tullio: “A dire il vero, ci allenavamo anche insieme, ma curva e controcurva. Una guida stilosa, che mi
poi Giò è diventato troppo forte…”. avvantaggiava laddove era necessario essere precisi
Giò: “Ma vai a quel paese!”. e morbidi nell’accelerazione in prova speciale, mentre
(Risata generale). in mezzo al fango non ero proprio l’uomo da battere.
Quando invece c’era una linea viscida con alcuni
Descriveteci il vostro stile di guida. tratti particolari, facevo la differenza. Considerate
Giò: “A me hanno solo insegnato ad accelerare… poi che sono sempre stato quasi maniacale nel
perché questo era sinonimo di andare forte. Peccato sistemare la moto, con una ciclistica e un motore
lo facessi anche quando non era il caso per essere che potessero consentirmi questo tipo di guida; Giò,
lo stesso efficace! La mia era, di conseguenza, una invece, era in grado di portare al traguardo qualsiasi
guida sporca e irruente, oserei dire esuberante, mezzo conducesse in gara! Di lui, ho sempre
quindi l’esatto opposto di Tullio. Il più delle volte, ammirato la grande manetta e la potenza fisica, un
soprattutto nelle prove in linea, prendendomi qualche po’ meno lo stile di guida…”.
Giò: “Anche perché non l’avevo!”. collo, ma in Finlandia ho perso tutto il vantaggio che
(Risata generale). avevo accumulato nelle prove precedenti. Ricordo
Tullio: “A dire il vero, nel suo modo di guidare, Giò di aver cambiato traiettoria per guadagnare mezzo
era anche molto furbo, soprattutto nella scelta delle centesimo di secondo, quando una pietra mi ha
traiettorie, dove sfoderava una tecnica tutta sua; urtato la cruna della catena; dal marsupio, presi gli
quando era nei canali, a un certo punto saltava fuori attrezzi per rimediare al danno, ma il tempo perduto
dalla traiettoria e diventava molto redditizio. Anche mi fece scivolare in classifica dal primo al sesto
grazie alla sua prestanza fisica, è rimasto integro fino posto. Arrivammo così a pari punti all’ultima gara del
alle sue partecipazioni alla Dakar, mentre la mia carriera Mondiale. Tra me e Tullio c’era un astio agonistico
è stata costellata da infortuni e sfortune… tant’è che ho giusto e bello, ma vi confesso che se quel giorno
più ricordi di campionati e gare persi che vinti… ma va avesse avuto l’influenza e fosse rimasto a letto, gliene
bene così”. sarei stato grato! Scherzi a parte… feci bene la prima
speciale con un doppio salto su cui, a lui, si spense
Riavvolgiamo il nastro dei ricordi e torniamo al la moto; riuscii a dargli parecchi secondi, ma ho
Mondiale di Enduro 1992… commesso l’errore di abbassare la guardia, mentre
Tullio: “Abbiamo battagliato molto, tanto che fin dalle lui andava sempre meglio guadagnando il terreno
prime gare ci alternavamo alla vittoria in una sorta di perduto. Da quel momento non sono più riuscito a
testa a testa avvincente ed esaltante. Ma cercavo di gestire la cosa: era come se avessi disimparato ad
rischiare poco e di portare a casa comunque il risultato, andare in moto… ed è iniziato una sorta di calvario
mentre nell’ultima gara della stagione iridata ho sempre agonistico. Ero incapace di reagire, ero teso e
dato oltre il 100 per 100, come è accaduto nel 1992. nervoso, di fronte a un avversario che manifestava un
Sai… dopo che perdi una Sei Giorni, come quella grande autocontrollo. Con il senno di poi, penso mi
di San Pellegrino del 1986, per soli 4 decimi… lì sia servito più perdere che vincere quel Mondiale del
per lì ti crolla il mondo addosso, ma l’amaro in 1992, soprattutto per fare esperienza, ma all’epoca
bocca che senti, ti serve nelle gare successive. mi ha bruciato… e non poco! Da lì sono ripartito con
In altre parole, da quel giorno ho sempre cercato maggiore determinazione, affrontando la stagione
di mettermi al riparo da situazioni che potessero iridata 1993 con un’altra filosofia di gara: manetta sin
compromettere la stagione, per poi giocarmi il tutto dall’inizio per mettere fieno in cascina con l’obiettivo di
per tutto al rush finale. Ricordo che nell’ultima gara del non giocarmela all’ultima prova! Così è arrivato il mio
Mondiale 1992 riuscii a raggiungere livelli massimi di primo Titolo mondiale”.
determinazione, concentrazione e freddezza, che mi
fecero concludere da vincente la stagione iridata”. Siete stati non solo avversari ma anche compagni
Giò: “Durante quell’annata, gara dopo gara mi rendevo di squadra, in Nazionale…
conto che il Titolo poteva essere alla mia portata, Tullio: “In particolare lo siamo stati nel 1994, quando
anche se Tullio mi teneva testa alla grande. Ho a Tulsa, negli Stati Uniti, abbiamo vinto il Trofeo delle
sempre cercato di attaccare le gare, anche a rotta di Nazioni: gli altri compagni di squadra erano Mario
La gara perfetta…
Tullio: “Beh, lui ne ha tante!”.
Giò: “Hai tempo? Ne ho talmente tante che servirebbe
un’intera giornata! Quando fai bene in gara è sempre
molto bello. Ricordo, però, in particolare una linea nella
prova in Svezia valevole per il Mondiale 1998: aveva
piovuto e in quella gara la cilindrata in cui partecipavo
partiva davanti alle altre (c’è stato un periodo in cui,
a rotazione, le classi si alternavano nel prendere il
via). Era l’ultima speciale di giornata e pensai che la
pioggia avesse ormai pulito sassi e radici. Decisi così
di partire a rotta di collo… tanto che riuscii anche a
mettere la quarta marcia della mia KTM! Morale della
favola, rifilai 16 secondi al mio diretto avversario, il
francese Eric Bernard che si piazzò alle mie spalle.
Ricordo che a fine giornata volevo cambiare le gomme
in vista della gara di domenica, ma Farioli mi chiese
perché lo stavo facendo, visto che avevo già vinto il
Mondiale. Non l’avevo nemmeno immaginato… ero
così concentrato nel perseguimento del mio obiettivo
che, con la testa, ero già proiettato al giorno seguente.
Alla fine, però, cambiai lo stesso le gomme! Anche
nella prova dell’Italiano a Marzabotto feci davvero
bene, soprattutto perché gareggiai domenica con la
sola seconda a disposizione: il giorno prima avevo
rotto il cambio e la moto era rimasta in questa marcia.
Allungammo il rapporto e giocai tanto di frizione
che, di conseguenza, andava sostituita a ogni CO: in
queste condizioni vinsi classe e assoluta… ed è
stata davvero una grande sensazione!”.
Tullio: “Da quella volta, sulle moto che davano al Giò
hanno tolto tutte le altre marce!”.
(Risata generale).
Tullio: “Scherzi a parte, fu un successo che suscitò
molto scalpore. Per quel che mi riguarda, invece, penso
che a livello mondiale l’ultima prova della stagione
1992 sia stata la migliore che abbia disputato. Vinsi
di manetta e di testa, per giunta in sella a una moto
‘inedita’ nel nostro ambiente come la Honda; era di
serie ma con una buona base e dovevo comunque
adattarla alle mie esigenze. Senza il supporto diretto
della Casa madre, non era dotata di un motore
speciale, come potevano essere quelli montati sulle
KTM ufficiali che ti consentivano di competere sempre
Tullio Pellegrinelli su Kram-It.
ai massimi livelli. Nel Campionato nazionale, invece,
Giovanni
Sala e Tullio
Pellegrinelli
con Daniela
Confalonieri.
FARIOLI
SHERCO
HONDA
KTM
N
ello scorso numero, vi Urgeva un meccanico e, A proposito di Roberto Pilli, mi
avevo parlato delle mie quindi, mi sono recato da un ritorna in mente un simpatico
(dis)avventure come pilota professionista sopraffino, nonché ritornello di quando correva nel
di Regolarità nella Viterbo tra la grande amico, appassionato da Cross con la Beta 125 e 250 cc:
seconda metà degli anni Settanta sempre e regolarista della prima “Forza Beta, forza lupi, so’ finiti
e la prima metà degli anni Ottanta. ora: al secolo Fausto Bannella. i tempi cupi, co’ ‘sti Cagiva e
Vi dicevo anche che eravamo un E subito ha l’aneddoto pertinente: ‘sti Kapponi c’avete rotto li …
nutrito gruppo di amici, conoscenti “Mi ricordo che una volta, su Viale
e parenti solidali nella passione per Trieste, Mauro Cenci partì di 1
questo sport. Come promesso, scatto con la vespa GS su una
in questa seconda (e ultima, state ruota, ma con il bloccasterzo
tranquilli!) puntata, voglio fare chiuso... Se ne accorse, ma non
una panoramica di tutti quei fece una piega, levò una mano dal
nomi che hanno fatto ‘storia’ manubrio, tolse il bloccasterzo e
nel viterbese e dintorni nelle continuò ad andare impennando…
pratiche fuoristradistiche. Mi Lo giuro, l’ho visto con i miei occhi!”.
scuso in anticipo se ho dimenticato Mitologia motociclistica
qualcuno e per le inevitabili, cittadina…
eventuali, imprecisioni. A Viterbo, Mauro Cenci (classe
1935) è stato forse il miglior
Partiamo subito... col piede crossista-regolarista della sua
sbagliato… epoca (anni ’50 e ’60): corse con la
Pochi giorni fa, come un pollo, sono Gilera nel Cross e nella Regolarità e
partito con la mia Bonneville del fece la Valli Bergamasche del 1963.
2007 (onesta e fedele come un cane Anche suo figlio Mario è stato un
corso) con il bloccasterzo chiuso: ottimo pilota. Il fratello Peppino,
gran botto in un piazzale, leva del è stato anche lui un grande
freno rotta, qualche graffio alla appassionato, padre di Daniele
marmitta… e autostima a zero. Cenci, ottimo Junior nazionale e
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BEEEP…”. Un inno di guerra attività, Roberto Gentili, al secolo riferimento per tutti. Una boutique
da Armata Brancaleone, quale Robertone. Riuscire a battere (non che aveva quel qualcosa in più,
in fondo eravamo, ma descrive sempre), con la sua fida Beta, i dato dal fatto che lui le novità le
bene lo spirito goliardico, Cagiva del concessionario romano vedeva in diretta nel Mondiale 500,
leggero e spensierato con cui ci Cappelletti era diventata, nella sperimentandole in tempo reale sui
presentavamo sui campi di Cross o prima metà degli anni Ottanta, una campi in qualità di partecipante. È lì
nel paddock delle gare di Enduro. questione di sana e reiterata rivalità. che apprendeva le nuove tendenze
Il nostro condottiero era Ezio Quei Cagiva 125 raffreddati ad in fatto di Marche e di accessori
Marcucci, concessionario per acqua erano tremendi e, all’epoca, si vari, trasferendole poi in negozio.
Viterbo di Beta, Villa, Tm, TGM vociferava che fossero addirittura dei Per un ragazzo di Viterbo, le foto
e, più tardi, anche di KTM. Ezio 180 di cilindrata, tanto erano potenti. di Motocross dei campioni del
era anche un ottimo meccanico Ezio, con la sua calma abituale, circus erano qualcosa di irreale e
preparatore, maestro a sua volta di non l’ho mai visto arrabbiato: per
un altro grande meccanico ancora in tutta risposta, modificava lamelle,
metteva ‘bombolette’ (per capirci, 1. 1985, Camerino, Campionato Italiano
4 tipo il sistema YEIS di Yamaha), Junior: Marco Santoni su una Tm 125
travasi, carburatori, marmitte… e preparata da Roberto Gentili, al secolo
non si può certo dire senza risultati. Robertone.
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nastri di partenza anche i portacolori scorso numero): per Alessandro Anche al nostro stand ha fatto
del Kerosene Racing Team, Nico è stata una piacevole vetrina, tappa Franco Picco: “Sono tutti
Traverso e Alessandro Madonna. con tanto di sessione autografi entusiasti di Motor Bike Expo,
Allo stand della nostra rivista, ha per gli appassionati che hanno perché è la fiera giusta, che si
fatto bella mostra di sé proprio seguito la sua avventura in Africa, svolge al momento giusto e con
la Yamaha Ténéré 600 del 1988 dove con grinta e spirito di la formula giusta, aperta a tutti i
che il pilota ligure ha condotto abnegazione, è riuscito a portare gusti della moto - ha dichiarato il
in gara nella recente Africa Eco la sua due ruote fino al Lago pluricampione veneto - Vedo in
Race (di cui abbiamo scritto sullo Rosa di Dakar. giro sempre più giovani vicini alla
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1. Il nostro stand al Motor Bike Expo:
da sinistra, Luca Cappellini, Roberta
Milan, Diego Riva, Daniela Confalonieri
e Giorgio Cutrignelli.
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lavoro di squadra con il Comune di risultati che avvalorano l’intenso è chiara: non è la moto che fa il
Verona e il Comando della Polizia lavoro svolto finora”. motociclista, ma il motociclista
Locale per il miglioramento della Per Francesco Agnoletto, che fa la moto. Le aziende
viabilità, anche con la messa a con Paola Somma ideatore presenti a Motor Bike Expo 2023
regime definitiva del parcheggio e organizzatore della hanno saputo cogliere la sfida
scambiatore alla Genovesa, sono manifestazione, “la nostra linea e questo eccezionale risultato
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La stagione agonistica 2023 dei regolaristi italiani su ogni singola gara di cui potranno beneficiare
prenderà il via nel fine settimana di sabato 18 e piloti, accompagnatori e addetti ai lavori, la classe X
domenica 19 marzo e sarà caratterizzata da cinque aperta alle moto fino al 1985, l’orario delle Operazioni
appuntamenti: dall’Umbria al Piemonte, dalla Preliminari assegnato a ciascun partecipante da
Toscana alla Sicilia, fino al Veneto, la carovana del rispettare seguendo la trafila verifiche amministrative,
Gruppo 5 affronterà tre prove da un giorno e due prove verifiche tecniche e moto in Parco Chiuso in maniera
da due giorni, soprattutto con l’obiettivo di contenere scrupolosa (dalla classe A alla classe T80RS nelle
i costi delle trasferte necessarie per prendere parte al prime quattro gare, viceversa nelle restanti tre), la
Campionato Italiano. Oltre all’innalzamento dell’età gratuità dello speaker messo a disposizione dal
massima per poter ottenere la licenza agonistica promoter media Soloenduro e le premiazioni di fine
(passata da 75 a 80 anni), le principali novità Campionato in un evento dedicato e in una località di
riguardano la disponibilità di una app informativa prestigio che saranno comunicati a tempo debito.
MOTOCROSS TRIAL
Ripartiamo nel 2023 con un calendario da fare In fase di definizione, la stagione agonistica 2023
invidia e con una serie di piste da mondiale, in degli appassionati di Trial, rivolta a chi da qualche
cui potranno esprimersi al meglio anche le nostre anno calca questi campi di gara e rivolta anche a
benamate moto d’epoca. Quest’anno, il progetto chi vuole avvicinarsi in maniera semplice a questa
messo in atto seguendo le indicazioni ricevute specialità che unisce sport e natura. Tra le novità,
dai piloti a fine stagione attraverso le ‘pagelle’, sono previste manifestazioni in un Trofeo Trial Epoca
prevede dei cambiamenti rivolti per lo più a una GR5 e in un contestuale Trofeo Trial Marathon, con
maggiore uniformità dell’età dei partecipanti tre appuntamenti di due giorni caduno (questo su
alle classi di appartenenza. Innanzitutto è stata richiesta di alcuni piloti che avrebbero avuto difficoltà
prolungata l’età ‘competitiva’ dei piloti, che da 75 nelle trasferte più lontane). Questi due trofei di Trial
è passata a 80 anni, permettendo a qualcuno di abbinati hanno il grande pregio di portare semplici
rientrare e a qualcun altro di continuare a correre appassionati, anche principianti e piloti maturi sulle
in moto; alcune classi hanno poi visto una più stesse zone con gli stessi punteggi; il tutto senza
equa distribuzione dell’età dei partecipanti, alcuna esasperazione, ma con lo spirito del puro
ma per questo vi rimandiamo alla lettura del divertimento. La partecipazione a questi due trofei
regolamento FMI, cosa che suggeriamo sempre è aperta dai 18 agli 80 anni ed è richiesta la Licenza
di fare nel modo più attento possibile. FMI Fuoristrada 2023; solo per il Trofeo GR5
Il calendario 2023 prevede una gara al mese, riservato ai piloti con motocicli costruiti fino al 1992
giorno più giorno meno, così da dare a tutti il occorre presentare l’iscrizione del mezzo al Registro
tempo necessario per riposare e rimediare a Storico FMI. Nessun vincolo, invece, per il Trofeo
eventuali inconvenienti meccanici che dovessero Marathon, aperto a tutte le moto da Trial, d’epoca
verificarsi durante la stagione agonistica. Si parte e moderne, un’occasione unica per apprezzare e
da Montevarchi con il Moto Club Brilli Peri vivere questa specialità come si praticava negli anni
che si è impegnato per rendere il Miravalle più Ottanta e Novanta.
adatto alle nostre ‘vecchiette’, poi si va in Sicilia, Ricordiamo le categorie dei due trofei: Gentlemen
a Partanna, dove la famiglia Valenti e il Moto (zone bianche, facili), Clubmen (zone gialle, più
Club Valle del Belice faranno di tutto per rendere tecniche, intermedie) ed Expert (zone verdi,
memorabile la partecipazione dei crossisti italiani; impegnative ma non pericolose).
a seguire, l’Emilia Romagna ci vedrà impegnati Le classifiche di gara vedranno premiati i primi
in quel di Castellarano con l’omonimo Moto tre di ogni categoria di entrambi i trofei, mentre la
Club, mentre il giro di boa avrà luogo al Ciglione premiazione FMI di fine anno sarà per categoria ma
della Malpensa con il Moto Club MV Agusta. A dedicata anche alle classi Pre’77, Pre ’80, Pre ’85 e
luglio l’appuntamento agonistico è con il Circuito Mono (motocicli con mono ammortizzatore).
Ciclamino ad Arco di Trento e di ritorno dalle Per i nuovi partecipanti o per piloti che vorranno
ferie, l’ultima gara di Campionato si svolgerà nello cambiare categoria sono disponibili i ‘numeri
scenario di Maggiora Park. La festa di fine anno fissi’ da richiedere alla mail roberto.pasquali@
avrà luogo a Città di Castello con il Trofeo delle federmoto.it.
Regioni, con alcune novità riportate sempre nel Il calendario definitivo è in fase di stesura. 15 e
regolamento FMI. 16 aprile, Due Giorni di Caglio (Co); in attesa di
Tutto questo sempre supportato dal promoter Fx conferma Asiago, il 29 e 30 luglio e Folgaria, il 9 e
Action Group. 10 settembre.
Per conoscere meglio la stagione agonistica dei fuoristradisti italiani, vi invitiamo a consultare il sito www.federmoto.it
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oci, amici e simpatizzanti
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PRIMA DOPO
I
eri, oggi ma, soprattutto, attività e il costume di un paese erano soprattutto la Valsassina
domani. La storia del Moto Club che oggi conta oltre novemila e la Valtellina, nel periodo di
Oggiono ha inizio nell’ormai abitanti. Un secolo di vita, dunque, prima mobilità ludica su due
lontano 1923: era il 14 gennaio, per l’Oggiono, durante il quale ha ruote motorizzate. E poi c’erano
quando fu fondato questo saputo diventare, in Lombardia, le inedite corse su circuito
sodalizio sportivo in un piccolo un punto di riferimento importante cittadino, che consentivano agli
Comune della Provincia di Lecco, per gli appassionati delle due appassionati di assieparsi a bordo
cresciuto camminando, mano ruote, tanto da portare a casa ben strada per assistere allo spettacolo
nella mano, con l’economia, le 125 Titoli italiani, quasi tutti in dei centauri, in tuta di pelle nera,
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emotivamente coinvolti nel rivedere qualche anno fa. parte in più occasioni, facendo
il simbolo di quella vittoria risalente Sotto la presidenza di Giuseppe così volare le presenze del Club
alla stagione 1974: alzandolo di Marazza, il Moto Club Oggiono lecchese a ben oltre cinquanta.
nuovo al cielo, il pensiero è andato ha iniziato a riscuotere consensi E cosa dire del Motocross?
all’amico e compagno di squadra, e risultati su tutto il territorio L’Oggiono è un gruppo che, da
Giovanni Castagna scomparso nazionale, gareggiando sia sempre, sa farsi largo nelle corse
nell’Enduro, sia nei Motorally, in fuoristrada, non solo tra gli
senza dimenticare i raid africani uomini ma anche tra le donne, con
7. Angelo Fumagalli, il primo pilota che hanno consentito alla società Silvia Santagà più volte vincitrice
del Moto Club Oggiono al via della lombarda di ricoprire un ruolo del Campionato Regionale e,
Parigi-Dakar: siamo nel 1992. di primo piano; ancora oggi è il spesso, tra le prime nell’Italiano.
sodalizio sportivo che ha inviato
8. Nell’edizione 1998 della più piloti alla lunga maratona Anche la Velocità ha fatto parte
Parigi-Dakar, l’allora Presidente del nel deserto che si è svolta in delle discipline sportive praticate
Moto Club Oggiono, Giuseppe Marazza tre continenti, dall’Africa al dagli oggionesi, con l’allora astro
posa accanto al pilota dakariano, Sudamerica, fino all’attuale Arabia nascente, Matteo Campana
Lorenzo Lorenzelli. Saudita, dove i portacolori del tra i protagonisti principali della
Moto Club Oggiono non sono specialità. E poi c’erano Lorenzo
9. Nel Motocross, tra i piloti portacolori mai mancati. Il debutto alla Mauri e Nicholas Rovelli, che
dell’Oggiono c’è anche Silvia Santagà, Parigi-Dakar è avvenuto nel si presentavano al via dei vari
immortalata in sella a una Honda MX2 250. 1992, quando il pilota di Sirone, Campionati in pista e dei Gran
Angelo Fumagalli si schierò Premi della Montagna togliendosi
10-11-12. Immagini dalla festa dei al via indossando la divisa non poche soddisfazioni; proprio
100 anni del Moto Club Oggiono svoltasi dell’Oggiono; nel corso degli la Velocità in Salita aveva regalato
lo scorso 14 gennaio, proprio il giorno in anni, è stato l’unico pilota italiano un tricolore all’Oggiono con Enrico
cui fu fondato nell’ormai lontano 1923. ad aver preso parte alla gara in Cereda nella ottavo di litro.
Il Sindaco Chiara Narciso è intervenuta tre differenti categorie, dalle moto Anche il Supermotard ha dato,
alla serata, posando poi in sella alla ai truck, fino alle auto, e ancora e continua a dare, grandi
moto Carniti realizzata nel Comune oggi è tra i partecipanti in veste di soddisfazioni alla società
lombardo; con lei ci sono il Presidente assistente a vari team. La presenza lombarda: in primis con Max
Pietro Galbiati e il Direttore sportivo dell’Oggiono alla gara regina dei Verderosa, che ha sfiorato il Titolo
Ettore Turati. Roberto Gaiardoni e Gianni Rally Raid è andata avanti fino mondiale (perso per uno strano
Pilloni sollevano il Trofeo vinto, assieme al 2013, quando l’ultimo pilota, regolamento), con Riccardo
a Giovanni Castagna, nel 1974; foto di ovvero Fabio Mauri, ha indossato Peroni in Europa e in Italia con
gruppo dei piloti che correranno nel 2023 i colori sociali del sodalizio Alessandro Mantia e Andrea
con i colori sociali del Moto Club Oggiono. lombardo; in totale sono stati Viganò, tricolore nella stagione
una quindicina e vi hanno preso appena conclusa.
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In questo quadro, il sodalizio oratori, con l’obiettivo di qui. Ed è una storia che è stata
lecchese ha visto i suoi piloti togliere dalla strada i giovani, costruita anche grazie alla
impegnati in numerose discipline una proposta che ha ricevuto dedizione dei dieci presidenti
sportive, mettendo al centro il plauso e il pieno consenso che si sono alternati alla
della propria attività l’aspetto da parte del Sindaco Chiara guida del Moto Club: Silvio
agonistico. Con l’avvento del Narciso e dell’intera Limonta, Dante Donadeo,
Presidente Pietro Galbiati amministrazione comunale. Gelindo Crippa, Giovanni
nel 2015, le competizioni fanno Castagna, Mauro Tanaglia,
ancora parte delle attività La cronaca degli ultimi giorni Antonio Aldeghi, Dario
del club, ma un occhio di ci porta ai festeggiamenti per Redaelli, Antonio Porcheddu,
particolare riguardo è sempre i primi 100 anni del Moto Club Giuseppe Marazza e Pietro
più rivolto ai giovani, con Oggiono: una bellissima festa Galbiati, a loro va il sentito
l’obiettivo di avvicinarli al mondo è stata organizzata lo scorso ringraziamento dell’intera
delle due ruote; in questo, il 14 gennaio, richiamando amici comunità di Oggiono per tutto
team manager e direttore che si erano allontanati dal club quello che hanno fatto.
sportivo Ettore Turati ha un e vecchi soci come Cesare La classica ciliegina sulla
ruolo importante, proponendo Beretta, che alla faccia dei torta dei festeggiamenti sarà
una serie di iniziative, con il suoi 97 anni compiuti… ha reso la pubblicazione di un libro
supporto della Federazione partecipe i 200 commensali di un dedicato ai 100 anni del Moto
Motociclistica Italiana, agli pezzo della sua storia legata alla Club Oggiono, alla storia del
istituti scolastici del territorio, società oggionese. paese, delle sue aziende e delle
dove periodicamente si svolgono Tagliato il prestigioso traguardo sue attività produttive, con una
corsi ‘Primi Passi’ e ‘Hobby del secolo di vita, il sodalizio serie di foto anche inedite che
Sport’. Non solo. Il Moto Club lecchese è già proiettato contribuiranno a tramandare nel
Oggiono desidera rispolverare al futuro, perché la storia tempo l’epopea motociclistica di
le gimcane di una volta negli dell’Oggiono non finisce questo club lombardo. ■
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perché la motocicletta
Vintage è femmina
Sarolea 500:
la ‘Monotube’ da Cross
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la ‘Monotube’ da Cross
all’Isola
I Cavalieri del Cross
L’intervista:
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Un successo!
a Lanciano
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