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EUROO 6,00 IN ITALIAA - MENSILE - ANNOO 18 - N. 10 - OTTOBRE 2020
PORSCHE A LE MANS
24 ORE, UNA VITA
MONZA HISTORIC
UN ANNO DA SUPEREROI
La BUONA
p.i.22/10/2020 ISSN 1723-4549
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EDITORIALE
di Francesco Pelizzari
La BELLEZZA
in vendita
Ci giunge notizia che le Ber-
linetta Aerodinamica Tecni-
ca sono state inserite nel ca-
talogo di un’asta di RM So-
theby’s. I tre esercizi di sti-
le di Franco Scaglione, re-
alizzati su base Alfa Romeo
1900 negli anni tra il 1953 e
il 1955 e denominati B.A.T.
5, B.A.T. 7 e B.A.T. 9 forma-
no un lotto unico, quindi sa-
ranno messe all’incanto in-
sieme. Non si tratta, si badi
bene, di un’asta di automo-
bili, bensì di arte moderna,
quella di New York del 28 ot-
tobre, mentre questa rivista
sarà in edicola.
“Uno straordinario trio di
sculture automobilistiche”
le definiscono nel comunicato di RM Sotheby’s, do- namico” realizzati quando i mezzi tecnici erano qua-
ve si aggiunge come “si tratti dei prototipi automobi- si inesistenti e la sana ingenuità data dall’assenza di
listici più immediatamente riconoscibili e più famosi scienza lasciava campo alla fantasia; pochi computer,
al mondo e offrirli tutti insieme è un evento che capi- tanto Uomo; matita e martello. Qui risiede il significa-
ta una sola volta nella vita”. to artistico di quelle tre (non) automobili.
Complimenti a RM Sotheby’s che se l’è “aggiudica- Le BAT di Scaglione ci fanno venire alla mente le luc-
te”, riconoscendo a queste auto il valore che gli spet- ciole estinte di Pier Paolo Pasolini, sacrificate sull’al-
ta. Ma ancora una volta dobbiamo sottolineare come tare della modernità: una bellezza non necessaria,
si tratti di un altro pezzo d’Italia e della nostra cultu- senza scopo, e proprio per questo sacra. Nel mondo
ra che non riusciamo a mantenere, prima ancora che di oggi in cui tutto ha un prezzo, tutto è negoziabile,
a tutelare. Le “BAT” furono vendute da Bertone già a la Bellezza nel nome del mercato è distorta, svuotata
quei tempi, com’era normale che accadesse; ma og- di contenuto: basta guardare i canoni estetici umani
gi dovrebbero stare in un’esposizione di arte moder- oggi in voga, ricercati perfino da molti giovani a suon
na in Italia, tutelate e valorizzate. E rese disponibili di “plastiche” che negano quanto ci può essere di bel-
al pubblico. Quel pubblico al quale sempre più spes- lo in un volto naturale, nel nome di una perfezione ar-
so, nonostante le mille opere “sotto tutela” (a volte tefatta, e dunque imperfezione a sua volta, in un cir-
dei sassi insignificanti), invece di Bellezza si propina colo vizioso senza fine né soddisfazione.
bruttezza. Brutte case, brutti quartieri, brutte auto- In un mondo ideale, le BAT sarebbero acquistate dal-
mobili, brutte città. Dove non può che crescere il de- lo Stato italiano, messe sotto tutela e valorizzate per
grado e l’ignoranza. quello che sono: testimoni della nostra Storia e degli
Le BAT di Scaglione sono prototipi di “studio aerodi- uomini che l’hanno fatta.
E
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ARCHIVIO PORSCHE – MATTEO BOEM Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003
TOMMASO FERRARI – ENRICO SCHIAVI (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, LO/MI COMEDI S.r.l.
RM SOTHEBY’S Per abbonamenti e arretrati: vedi ultima pagina via Don Luigi Sturzo 7 - 20016 Pero (MI)
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PAOLO CIONTI Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si E-mail: info@comedi.it
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LA FOTO DEL MESE
La rubrica di consulenza è a Vostra disposizione per chiarire aspetti di legge controversi, legati all’uso dell’auto d’epoca. L’avv. Giacomo Montanari,
del Foro di Venezia, è a Vostra disposizione gratuitamente per rispondere ai Vostri quesiti. Potete indirizzare le richieste a: Automobilismo d’Epoca -
Consulenza legale, via don Sturzo, 7; Pero (MI); oppure, più semplicemente, via e-mail all’indirizzo automobilismodepoca@edisport.it specificando
“Consulenza legale” nell’oggetto della mail.
Erich Glavitza
JOCHEN RINDT
A CHAMPION WITH HIDDEN DEPTHS
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⁄TORNA IL MARCHIO ALLARD, CON UNA “CONTINUATION” IDONEA ALLE GARE D’EPOCA
Allard Motor Company, un nome creato negli Gavin, archivista dell’Allard Owners Club, la e offrire ai clienti l’opzione dei documenti per
anni ‘30 dall’amore per le corse, la costruzio- “nuova” JR è realizzata partendo dai disegni ottenere le fiche e i certificati http che servono
ne di carrozzerie e “l’hot-rodding” prebellico, e dalle parti originali. per usare la macchina nelle competizioni più
fa il suo ritorno per la prima volta in 60 anni Le specifiche sono quelle delle JR originali del importanti per auto storiche, anche se non
(da quando il fondatore Sidney abbandonò la 1953, la continuazione della JR è stata co- costruita allora. Allard Sports Cars offre anche
scena, nella stessa sede di Clapham, Londra, struita da Lloyd Allard e dalla sua famiglia per cambi a tre e quattro marce (numero di tela-
dove aveva aperto l’attività una dozzina d’an- essere una copia perfetta della JR che dispu- io 3408 equipaggiato con il motore JR con
ni prima) e introduce la serie di “continuation” tò la 24 Ore di Le Mans del 1953. L’Allard ave- una versione riprogettata del V8 con valvole
Allard Sports Cars JR. E’ ancora la famiglia va ottenuto il terzo posto assoluto nella gara in testa Cadillac da 5.428 cc con specifiche
Allard a detenere il marchio e occuparsi di del 1950 con il modello J2. originali (300 Cv a 4500 giri) e il cambio con
questa operazione, che offrirà il primo telaio Poiché le corse sono una parte così impor- una serie di rapporti per ogni tipo di circuito.
della nuova serie in vendita all’asta RM So- tante dell’eredità e della passione dell’azien- La vettura sarà messa all’asta con una stima
theby’s di Londra il 31 ottobre 2020: il tela- da (l’Allard negli anni ’50 del secolo scorso di vendita di 180.000 - 240.000 sterline; nel
io porta il numero 3408. Costruito a mano ebbe una ottima carriera di successi nelle 2013 RM aggiudicò la JR Le Mans del 1953,
nel Regno Unito dal figlio di Sydney, Alan, e gare USA), la famiglia ha deciso di creare la originale, su cui è basata questa “continua-
dal nipote Lloyd, insieme al suo altro nipote serie continuation JR per essere competitiva tion”, alla cifra di 605.000 dollari.
⁄MIKI BIASION TORNA A BORDO DELLA LANCIA DELTA 4WD
ALLA FONDAZIONE GINO MACALUSO PER L’AUTO STORICA
Rinasce la signora della storia del rally protago- Fondazione Macaluso, ha ritrovato l’auto an- La Fondazione Gino Macaluso per l’Auto
nista, sotto la guida dei due campioni Biasion cora provvista di targhe e documenti originali Storica è nata a Torino nell’ottobre 2018 in
e Kankkunen, dei Rally di Argentina e Inghilter- Abarth poi ha voluto restaurarla completamen- memoria di Gino Macaluso, per volontà della
ra del 1987 e vincitrice di due titoli mondiali Nei te con pezzi originali. moglie e della famiglia. Scopo della Fondazio-
nuovi spazi della Fondazione Gino Macaluso “Il ritrovamento e il restauro di certe automobili ne è valorizzare l’Automobile come oggetto di
per l’Auto Storica, presentata nel giugno scor- è un racconto di passione e amore. La pre- culto che ha influenzato costumi e società del
so, è rinata il 13 ottobre un’autentica signora sentazione di questa auto speciale quindi non secolo scorso. La Fondazione organizza, pro-
del rally. Il due volte campione del mondo Miki poteva avere migliore luogo che la Fondazione muove e partecipa a manifestazioni, competi-
Biasion, ha restaurato una delle Delta da lui Gino Macaluso, dove sono conservati amore- zioni, raduni, mostre, fiere, seminari, convegni,
usate in gara: ritrovata per caso a fine 2018 volmente i sogni e i ricordi di tanti appassiona- laboratori legati alla storia dell’automobilismo.
dal pilota di Bassano, è la macchina che vinse ti” ha detto Miki Biasion. Parallelamente, promuove studi, restauri e
con lo stesso Biasion il Rally d’Argentina 1987, “Questa Lancia Delta 4WD dialoga con le auto- pubblicazioni sulle auto storiche, oltre a istitu-
contribuendo alla conquista del Campionato mobili della nostra fondazione ed è una grande ire borse di studio, premi e altre facilitazioni a
del Mondo Costruttori di quell’anno. La stessa emozione, una tessera fondamentale nel mo- sostegno della crescita di giovani piloti italiani
auto vinse quell’anno con Juha Kankkunen il saico dell’epoca d’oro dei rally e contribuisce e della loro carriera agonistica e di designer e
RAC Rally; il finlandese vinse anche il Campio- a rinnovare il sentimento di Gino Macaluso per altre figure professionali legate alla missione
nato del Mondo Piloti. l’automobile” ha affermato Monica Mailander principale della Fondazione.
Biasion, membro del board scientifico della Macaluso, Presidente della Fondazione. fondazioneginomacaluso.com
⁄“17° ITALIAN CLASSIC PARADE” DEL REGISTRO FIAT: L’ORGOGLIO DI POSSEDERE UN’AUTO ITALIANA
Una splendida e calda domenica estiva, il 13 settembre, ha accolto italiane, le Innocenti Mini, prodotte a Lambrate, in particolare nelle ver-
oltre 500 vetture che, arrivate da ogni dove, sono state disposte sul sioni Cooper, hanno sempre tanti appassionati. Complimenti al Registro
lungolago di Bardolino ed all’interno della località gardesana. Giunto alla Fiat Italiano per una grande giornata nella quale abbiamo festeggiato
17^ edizione questo raduno espositivo, senza iscrizioni, senza impe- “l’orgoglio di possedere un’auto italiana”.
gni, senza obblighi, è come sempre stato organizzato dal Registro Fiat www.registrofiat.it
Italiano con la collaborazione del club Benaco Auto Classiche e l’Asso-
ciazione Marinai Bardolino. Era ben rappresentata la storia della Fiat (e
dell’automobile…) dalla prima metà degli anni ’30 fino ad oggi: 508 S
Coppa d’Oro, 500 A-B-C, 600, Multipla Spiaggina, 600T pulmino, 127
e via discorrendo. C’erano anche delle X 1/9, e le immancabili 1100,
la sua erede 128, la 124 e la 125. E poi le ammiraglie 1800 berlina,
una 2300 Familiare e due 2300 S coupé 1^ e 2^ serie e una bellissima
130 3200 berlina blu metallizzato ed una Dino Coupé 2400. Impossibile
elencarle tutte.
Lo stesso dicasi per Lancia, con Ardea, Appia, varie Fulvia berlina e
coupé, Flavia coupè prima serie, Beta coupè e berlina e la Flaminia ber-
lina 2,8 fino alle Delta Integrale ed Evo, Thema anche in versione Ferrari.
Immancabili le Alfa Romeo, partendo dall’ammiraglia di inizi anni ’60
l’Alfona 2600 berlina, la 2000 Touring, per proseguire con la “fidanzata
degli italiani” la Giulietta (Sprint e Spider in versione Giulia 1600), una
prestigiosa Giulia Sprint Speciale ed a corollario le GT junior, una GTA,
varie 1300 super unificate, 2000 berlina 1972, GTV 2,5 ed un paio di
Montreal. Vari i “duetto”, coda tronca, America e quarta serie. Poi Alfet-
ta, 155, 75, GTV coupé e spider. Presenti alcune Ferrari Mondial e 348.
Maserati, presente con un Biturbo SI e 3200 GT. Per le utilitarie sportive
ENRICO RICCI ARTIOLI Il primo, dal titolo “La Ferrari nel cuo-
re”, è stato realizzato assieme a Mauro
Forghieri: riporta le vicende delle quali
Come è nata la sua passione per le au- tecipare alla “corsa più bella del mondo” è stato protagonista per tanti anni a Ma-
tomobili? è un obiettivo che mi sono prefissato di ranello e il suo rapporto particolare con
È un sentimento che provo da sempre poi- raggiungere. Mi affascina pensare alla sua lo stesso Enzo Ferrari. Un secondo, è de-
ché da buon modenese sono cresciuto a nascita, 1927: dall’idea di due sportivi pra- dicato ai novant’anni della Pininfarina,
“pane e motori”. Mio nonno era amico di ticanti, che desideravano rimediare alla con oltre 400 immagini. Il più particola-
Enzo Ferrari e ha curato numerose pub- momentanea crisi dell’automobilismo. re penso sia però “Enzo e Laura Ferra-
blicazioni legate alla Casa di Maranello. È C’è un aneddoto che ci vorrebbe rac- ri. Storia di due grandi pazienti”, scritto
stato naturale farmi coinvolgere nella pas- contare? dal professor Cesare Carani, che in qua-
sione. Certo, vi racconto della Mercedes Coupé lità di medico fu molto vicino ai coniugi
Qual è stata la prima auto d’epoca che 350 CE degli anni ’70 che apparteneva a per un lungo periodo. A breve uscirà poi
ha guidato? mio nonno e che lui mi regalò, cosa che “Corse su carta”, che ha come tema l’in-
Ho debuttato con una Austin Healey 3000 ha cementato il nostro rapporto. Ora che credibile collezione di manifesti a carat-
Mk III color verde, con gli interni in pelle lui non c’è più, voglio farla tornare al suo tere automobilistico di Lauro Malagoli.
nera e dal grande fascino british. Guidan- splendore originario per usarla il più pos- Ha un sogno da realizzare?
dola, ho scoperto sensazioni meravigliose sibile. Vorrei rendere l’Artioli Editore 1899
e mi diverte cercare di rivivere qualcosa Ha conosciuto qualche grande pilota un riferimento per la cultura e la storia
degli Anni ’60. automobilistico? dell’automobile. Inoltre, per un futuro
La sua preferita? Sono fortunato perché da un rapporto progetto editoriale, vorrei intervistare i
Considero un capolavoro l’Alfa Romeo 8C di lavoro è nata una bella amicizia con il più grandi collezionisti del settore per
che iniziò a vincere la Mille Miglia nel 1932 grande Miki Biasion. Lo considero un asso descrivere come è nata la loro passione.
e, seppure in edizione differente, ha domi- nel suo settore, anche perché il “campio- Vuole rivolgere un augurio ai nostri
nato anche in seguito. Una meraviglia tec- ne del mondo”, come lo chiamo io, si è im- lettori più giovani?
nica e anche estetica, grazie alle carrozze- posto anche con la sua personalità. Alla fi- Che diventino anche nostri..! Scherzi
rie di Touring e Zagato. ne degli anni ’80, è stato un vero e proprio a parte, spero che nei libri della Artio-
Le piacciono le gare? Ce n’è una a cui orgoglio nazionale. Altrettanto emozio- li Editore 1899 possano trovare spunti
vorrebbe partecipare? nante è stato conoscere da vicino gli inge- per stimolare una passione magari anco-
Senza alcun dubbio, la Mille Miglia! Par- gneri Mauro Forghieri e Giampaolo Dalla- ra acerba.
S
pesso giocare di anticipo si può ri- no aver pensato gli organizzatori di Mila- Una scelta dettata dal desiderio di certezza
velare una mossa vincente, lo si no Autoclassica che hanno organizzato la e che va incontro alla voglia di bellezza e ri-
pensa soprattutto in questo mo- decima edizione da venerdì 25 a domeni- partenza, combinata ad una grande neces-
mento in cui, mentre scriviamo, ca 27 settembre nei Padiglioni di Fiera Mi- sità di sicurezza. Sicurezza che il polo fie-
è stato prorogato lo stato di emergenza lano, con due mesi di anticipo sulla prece- ristico Fiera Milano ha potuto certamente
Covid fino a fine gennaio 2021 e lo devo- dente data prevista. garantire.
Così Milano AutoClassica ha soddisfat- sentano l’associazione sul territorio e che ACI Global Servizi nonché grande appas-
to l’esigenza di partecipazione degli espo- hanno fatto da cornice ad una straordina- sionato, collezionista ed esperto del mar-
sitori, dei ricambisti, delle più importanti ria esposizione dedicata ai 90 anni del mar- chio Frera.
federazioni di categoria e del gran pubbli- chio Pininfarina. Grande attenzione è stata Di grande impatto visivo è stata la cele-
co di compratori che ha il desiderio d’in- dedicata anche alle numerose Case moto- brazione dei 110 anni Alfa Romeo con due
vestire in auto da collezione; e a proposi- ciclistiche lombarde con un focus partico- straordinarie vetture del Biscione, una 6C
to di federazioni un ampio spazio è stato lare dedicato alla Moto Guzzi, che nel 2021 2500 Villa d’Este del 1949, prodotta in soli
dato ad esposizioni, talk-show e premi do- compirà 100 anni. 32 esemplari, e una 6C 2500 Sport Cabrio-
ve celebrare tutto il meglio dell’automobi- Mentre l’Area incontri di ACI Storico è sta- let Pininfarina del 1947. Numerosi gli ap-
lismo d’epoca. ta l’agorà ideale per ospitare conferenze, puntamenti celebrativi del marchio a parti-
dibattiti, presentazione di libri sul motori- re da “L’Alfa Romeo e la Targa Florio”, che
Federazioni in forze smo storico e confronti sul futuro del mer- festeggiava il connubio tra la Casa del Bi-
Nell’area ospitalità dello stand istituziona- cato dei veicoli storici. Il primo appunta- scione e la Targa Florio Classica che con-
le di ASI ha trovato posto anche una nutrita mento ospitato è stato dedicato al motoci- tribuisce a rilanciare il settore delle com-
rappresentanza dei tanti club federati della clismo d’epoca con l’incontro dal titolo “Gli petizioni motoristiche storiche in un anno
Lombardia: per la prima volta, infatti, ASI albori del motociclismo italiano” condotto delicato.
è stato affiancato dai sodalizi che rappre- da Enrico Colombo, Direttore Generale di Sempre a proposito di Targa Florio, si è vo-
VOGLIA DI STORICHE
Modena Motor Gallery ha proposto la tradizionale mescolanza di commercio e cultura,
in equilibrio pressoché perfetto. Bellissime le Formula Junior ed eccellenti le competenze artigiane
DI RODOLFO SOLERA
N
onostante il Coronavirus di ri- ad istituire una categoria specifica per ac- sto con motore anteriore, quasi sempre di
torno e la concomitanza con compagnare i giovani appassionati a muo- derivazione Fiat 1100 o Lancia Appia, che
Milano Autoclassica (però, che vere i primi passi nello sport dell’automo- seguivano la stessa impostazione tecnica
peccato…), anche quest’anno bile. Servivano monoposto semplici da co- delle F1 degli anni ’50. Poi ci fu il passag-
Modena Motor Gallery ha lasciato il segno. struire, ma veloci, che utilizzassero la mag- gio al motore posteriore, i telai divennero
La voglia di auto storiche era così tanta e gior parte di componenti meccanici deriva- più piccoli e leggeri, le sospensioni più so-
repressa che pubblico e partecipanti non ti dalla grande serie. Fu un grande succes- fisticate, le prestazioni enormemente mag-
si sono risparmiati. Gli argomenti del resto so, emersero grandi talenti in Italia e in tut- giori. In mostra l’evoluzione è evidentissi-
c’erano tutti. A cominciare da “The Formu- ta Europa come Lorenzo Bandini, Giancar- ma e molto istruttiva, le più belle creazio-
la Junior Italian Job”, una splendida raccol- lo Baghetti, “Geki” Russo, e poi Jim Clark, ni di Stanguellini, Wainer, Dagrada, De San-
ta delle più belle monoposto della formula John Surtees, Denny Hulme e tanti altri. Da ctis, De Tomaso ed altri ancora sono lì a te-
cadetta che ha fatto da scuola ad una schie- noi in particolare si fecero un nome anche stimoniare una delle tappe più significati-
ra di giovani piloti, italiani e non solo. L’i- i piccoli Costruttori, che nel periodo di vi- ve del motorismo italiano. Il confronto tra
dea originale della Formula Junior fu pro- ta della “Junior”, dal 1958 al 1964, crearono le due generazioni, motore anteriore e mo-
prio di un italiano, il Conte nonché ex-pilo- dei veri e propri gioielli, seguendo da vici- tore posteriore, è impressionante anche vi-
ta Giovanni Lurani, che riuscì a convince- no l’evoluzione delle contemporanee For- sivamente per l’enorme differenza tecnolo-
re la Commissione Sportiva Internazionale mula 1. Dapprima arrivarono le monopo- gica e progettuale.
Celebrazioni e curiosità più intrigante delle quali ci è parsa la Peu- ti e sognatori intorno alle auto in vendita.
I 110 anni dell’Alfa Romeo sono stati onora- geot 403 Giardinetta appartenuta ad Aldo I commercianti hanno portato il meglio
ti con l’esposizione della bellissima RL Su- Moro, non tanto per l’auto in sé, anonima della loro offerta, con un atto di coraggio
per Sport del 1926 facente parte della col- e un po’ triste anche se molto rara in Ita- encomiabile perché in alcuni casi hanno
lezione di Mario Righini: è un’esemplare lia, ma proprio per le ragioni per le qua- dovuto sobbarcarsi la doppia presenza, vi-
unico in splendide condizioni, una Torpe- li fu scelta dal suo proprietario, uomo po- sta la già citata concomitanza con Milano
do nella interpretazione della Carrozzeria tente eppure estremamente riservato: vo- Autoclassica. Ma la Motor Valley non tra-
Castagna, che monta un 6 cilindri di 3.000 leva semplicemente un’auto comoda con disce mai e così i palati fini degli appas-
cc per una potenza massima di 83 CV. Altro cui poter viaggiare con la sua famiglia, ma sionati hanno potuto assaporare alcune
doveroso omaggio alla Casa del Biscione lo anche con la quale passare del tutto inos- ghiotte proposte, tra cui citiamo pescan-
si è potuto tributare dalla esposizione “Spi- servato. Altri tempi… Il confronto con la do a caso fior da fiore una splendida Ja-
derAmando”, cinque spider rigorosamen- Triumph TR3A utilizzata da Marcello Ma- guar MK II 3.8, una rarissima Fiat 1.400 Ca-
te rosse, dalla Giulietta alla prima Duetto stroianni in “La dolce vita” da questo punto briolet, una Ferrari 330 GT 2+2 da leccar-
1600 cc, per finire con le tre serie successi- di vista è stridente ed istruttivo. si i baffi e una, se volete, modesta ma mol-
ve delle spider coda tronca. to seducente Alfasud berlina prima serie,
Di tutt’altro sapore la curiosità destata dal- Sogni in vendita rossa e perfetta.
le auto appartenute a personaggi famosi, la Solito affollamento di visitatori interessa- I colpi di testa più azzardati come al solito
C
’era perfino Jean Todt, da osser- nerdì, per vedere come gli organizzato- in una vera impresa, con l’aiuto anche di
vatore attento e curioso, a Ral- ri avessero potuto mettere insieme in po- importanti aziende come Ford, Eberhard &
lylegend, che si è disputato rego- che settimane una “macchina” che soltan- Co. e Sparco, senza le quali nulla si sareb-
larmente, contro ogni previsione to a giugno era tutt’altro scontato che po- be potuto fare. Oltre alla disponibilità della
in tempi di Covid, dall’1 al 4 ottobre scorso. tesse avviarsi. Repubblica di San Marino, dove le strade si
Il presidente della FIA è arrivato a San Ma- Complimenti a Vito Piarulli e Paolo Valli trasformano per quattro giorni in una mec-
rino a sorpresa nel tardo pomeriggio di ve- ed ai suoi collaboratori, che sono riusciti ca del rallismo internazionale, raggiunta da
LE REGINE
Non soltanto le automobili
sono regine dei Rallye, anche
pilotesse e navigatrici e altre
donne impegnate a vario titolo: a
Rallylegend erano una pattuglia
numerosa. Nella foto a destra si
riconoscono Chantal Galli (prima
da sinistra con la maglia nera),
driver di vaglia negli anni 70/80,
e Fabrizia Pons (seconda da
destra seduta) navigatrice di tanti
campioni (l’ultimo “Lucky” che
naviga nel Campionato italiano
Rallye storici).
se abbiamo scorto un lampo, come se fos- dello stadio in cui erano esposte tutte le Lancia Strato’s Chardonnet ex-Maglioli, in-
se tornato per un istante alla famosa mone- auto in gara, soffermandosi su molte, con formandosi dei costi di gestione di un’auto
tina che Todt lanciò alla Parigi-Dakar del competenza e curiosità: osservando una del genere, dal restauro fino alle gomme.
1989 per decidere chi, tra Vatanen e Jacky Fiat 124 coupé ha ricordato “con questa Prima di finire il giro, altro fuori program-
Ickx, avrebbe dovuto vincere la gara evi- abbiamo vinto (pilota Achim Warmbold, ma, c’è stato l’incontro con Michèle Mou-
tando una battaglia potenzialmente fratri- ndr) il Rally di Polonia del 1973”; si è av- ton, grande campionessa dei Rallye anni
cida. Quella volta andò bene al finlandese, vicinato a una Alpine 110 e con occhio da Ottanta (seconda nel mondiale 1982, pilo-
che mai più avrebbe avuto un capo come il intenditore, prima ancora di toccarla, ha ta Peugeot nel 1986) e oggi ispettrice della
“Napoleone” della Peugeot a consegnare al notato “questa è bella, ma la carrozzeria stessa FIA per la sicurezza, la quale curio-
caso i destini di una gara. non dovrebbe essere di metallo”; infine samente ha salutato Todt con un “Ciao, mi
Il presidente FIA ha poi fatto l’intero giro si è fatto fotografare vicino alla bellissima riconosci?”.
ACCORCIATA E ALLARGATA
La principale stranezza di Rallylegend 2020 (già vista da altre parti, peraltro): la Delta Integrale “tagliata”. All’inizio doveva essere una “show-car”
per presentare le abilità dell’autore, Artemio Racing, noto preparatore di Sanremo. Realizzata partendo da una scocca da buttare, mostra la capacità
di progettazione e saldatura: -70 cm (tutta la zona dei sedili posteriori, “inutile” su un’auto da corsa) e carreggiate allargate di 180 cm davanti e 260
dietro, più un po’ di preparazione di motore. A qualcuno è piaciuta: finora ne hanno fatte quattro.
Block po’ gara un po’ show, con il pubblico a stret- è un vero personaggio, idolo di centinaia
Tanti momenti emozionanti per chi è ap- to contatto con auto e piloti, a cominciare di migliaia di fan, funambolo delle spetta-
passionato di storia delle corse, pecca- dal giovedì sera in cui si è svolto il “Legend colari “Gimkhana”, un rallista che sembra
to che il pubblico non abbia potuto segui- Show”, la prova spettacolo in notturna che uscito da una versione postatomica di “Mi-
re Todt nella sua visita, attorniato com’e- è stata vinta secondo pronostico da Ken chel Vaillant”. Non sarà il pilota più veloce
ra da personale di sicurezza. Si sa che l’uo- Block. Un pronostico facile, data la natu- nei Rallye veri, ma è sicuramente un ele-
mo è molto riservato, ma a nostro parere si ra della competizione, disputata sulla stra- mento di grande visibilità per il movimen-
dovrebbe sempre trovare un momento di da sopra il villaggio, un tracciato con due to. Ecco, per esempio sarebbe stato inte-
contatto e dialogo anche tra le istituzioni e rettilinei in pendenza uniti da altrettante ressante vedere lui e Todt su un palco fian-
le persone comuni. Ciò detto, RallyLegend rotonde, una delle quali da percorrere due co a fianco a rispondere alle domande del
ha confermato la sua natura di evento un volte consecutive a mo’ di drifting. Block pubblico. Peraltro nelle edizioni preceden-
UN’APE DA 170
ALL’ORA
Prendete un Piaggio
Ape 50 del 1970,
montategli un
motore 4 cilindri
di 600 cc da circa
110 Cv (proveniente
da un motociclo
Honda Hornet) e
modificategli ad
hoc le sospensioni:
otterrete un “ordigno”
come quello di Loris
Rosati: fa quasi 170
km/h! Loris partecipa
a molti eventi dove
dà spettacolo con
“tondi” infiniti.
31
EVENTI
I
colori Martini abbinati all’automobi- TESTIMONIAL
lismo sono un’icona per gli appassio- Miki Biasion (sopra) testimonial della nuova linea Martini Heritage di Sparco. Sotto,
l’amministratore delegato di Sparco Claudio Pastoris (al centro) con il Brand Manager Niccolò
nati di tutto il mondo. Una sorta di bi- Bellazzini (a sinistra) ed il pilota Simone Campedelli.
glietto da visita: se indossi qualco-
sa con quelle strisce blu e rosse sei imme-
diatamente identificato come un “race ad-
dicted”. L’immaginario collettivo li ricorda
soprattutto abbinati a Lancia, nei Rallye in
primo luogo, e in subordine anche nella Ve-
locità, con le Beta Montecarlo e le Sport LC
del mondiale Marche; ma sono stati abbi-
nati anche in F1, con Tecno agli albori, poi
Lotus negli anni ’80 e di recente Williams, e
con Porsche a Le Mans. Ora Sparco ha cre-
ato una linea di abbigliamento e accessori
che riporta alla ribalta Martini Racing co-
me marchio: è più che un’ispirazione, per-
ché giubbotti, magliette e felpe sono pro-
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dotti con tecnologie che ricreano il feeling ria del marchio Martini. “Fin dalla sua na- bigliamento ignifugo omologato per il pilo-
dei tessuti dell’epoca, così come le patch in scita, nel 1977, la storia di Sparco è lega- ta di oggi, compresi i bellissimi caschi, che
molti cucite anziché stampate come si usa ta a doppio filo al mondo del rally -ha com- replicano in tutto e per tutto le divise di Bia-
oggi. Tra i piloti che hanno vestito quei co- mentato Claudio Pastoris, Amministratore sion, Alen, Kankkunen, Toivonen e gli altri
lori, uno dei beniamini del pubblico è sen- Delegato di Sparco-. Come leader del setto- eroi di quegli anni. E poi sedili e cinture da
za dubbio Miki Biasion, testimonial dell’o- re dell’equipaggiamento racing, siamo con- competizione omologati FIA, e ancora ac-
perazione presentata a RallyLegend do- vinti che passato, presente e futuro siano il cessori di ogni tipo come borse da viaggio,
po aver contribuito concretamente all’i- migliore dei mix per ripartire più forti che zaini, occhiali, telai e sedili per simulatori e
dea; e più che un’autorizzazione all’uso, si mai: la nuova Sparco-MARTINI Racing He- perfino monopattini elettrici. Un catalogo
può parlare di una vera e propria sinergia ritage Collection è lì a testimoniarlo”. per tutte le esigenze, quindi, realizzato tra
tra l’azienda torinese specializzata in abbi- Una “operazione attualità”, quindi, più che l’altro in collaborazione con la Fondazione
gliamento tecnico per l’automobilismo (e nostalgia, anche perché il catalogo Sparco- Gino Macaluso per l’Auto Storica, che di-
in molto altro, ormai, a partire dalla lavora- Martini Racing è molto ampio: oltre ai capi spone per l’appunto di numerose auto che
zione del carbonio) e la Bacardi, proprieta- casual di cui abbiamo detto, c’è tutto l’ab- portarono gloriosamente questi colori.
A
Sirmione, il transito della Mil- stra, attraverso delle selezionatissime e calità del Lago di Garda, tanto da annove-
le Miglia è anche sinonimo di rare immagini, l’immane patrimonio ico- rare alcune migliaia di presenze a Palazzo
mostra fotografica dedicata al- nografico sulla grande corsa. Callas Exhibitions.
la grande corsa. Un evento cul- La mostra fotografica a Sirmione è ormai Da oltre dieci anni, l’Amministrazione Co-
turale, che da anni caratterizza e accom- un tradizionale appuntamento atteso dai munale di Sirmione, con il patrocinio di
pagna la manifestazione mettendo in mo- visitatori e frequentatori della ridente lo- Regione Lombardia, allestisce un’interes-
Bellini, Marco Federici, Antonello Perin, noi rievocativa, ma importante, perché ci edizioni della Mille Miglia, dove è anche
Raffaele Trivini. permette di ammirare in piena efficienza i salita sul podio in un’occasione.
Questa mostra ha per titolo “Il Passaggio/ bolidi del passato.
The Passage”, un termine che racchiude Questo evento espositivo, previsto in pri- Romanzo
molti significati, ma in particolare il tran- mavera, ma spostato in autunno dal 3 otto- Al piano nobile del palazzo sono protago-
sito delle automobili sulle strade e l’attra- bre e fino al 29 novembre 2020, nel rispet- niste le fotografie in bianco e nero, unite
versamento dei borghi e città con le perso- to delle norme attuali, non è venuto meno da un fil rouge, che percorre le sale rac-
ne e le auto al centro dello scatto. Questa alla tradizione dell’inaugurazione ufficia- contando le storie di uomini e di auto in un
esposizione, con la netta separazione fra le alla presenza di autorità e ospiti illustri. emozionante romanzo di immagini. Nelle
gli scatti storici e quelli contemporanei, ci L’onore del taglio del nastro è toccato alla sale il pubblico si trova di fronte alla foto-
racconta ancora più il “passaggio” tra la madrina della manifestazione Maria Leit- grafia che ritrae Aymo Maggi e Bindo Ma-
gara vera di velocità, che ha fatto la storia ner, giornalista e conduttrice del TG2 Mo- serati su Isotta Fraschini tipo 8° SS car-
dell’automobilismo e quella, che vediamo tori RAI, nonché concorrente in quattro rozzeria Sala del 1927. È la prima vettu-
ra partita nel 1927, la pietra “miliare” della ra ufficiale della Scuderia Ferrari che con Tra gli scatti contemporanei, colpiscono
grande corsa. Meravigliosa anche la Mer- Taruffi passa al comando della corsa, ma la Porsche 356 Carrera che ha gareggiato
cedes Benz SSKL di Caracciola-Sebastian è costretta al ritiro per un guasto. Questo nella MM del 1957 o la Cisitalia 202 SC Pi-
del 1931: vincono la corsa e sarà l’unico esemplare partecipa da diversi anni alla ri- ninfarina, che ha gareggiato nell’edizione
successo della Casa tedesca nelle edizio- edizione di regolarità. del 1949 e successivamente è appartenu-
ni prebelliche. La mostra è una vera e propria macchina ta al famoso produttore cinematografico
Ci sarà l’occasione di osservare l’Auto del tempo, dove sullo stesso tracciato si Carlo Ponti. Cattura l’attenzione il bolide
Avio Costruzioni 815 Spider Touring Su- toccano e si mescolano epoche diverse. I Alfa Romeo 8C 2900 “Botticella”, esempla-
perleggera di Rangoni-Nardi, 1940: la pri- bolidi di ieri, con le cromature impolvera- re ufficiale della Scuderia Ferrari che ga-
ma vettura costruita da Enzo Ferrari, que- te, li rivediamo oggi luccicanti. In questo reggiò nella corsa del 1936, con Pintacuda
sto esemplare è l’unico esistente dei due intreccio appare evidente un comune de- al volante e lo scudo del “Cavallino ram-
costruiti. O la Ferrari 340 Spider Ameri- nominatore: la grande partecipazione po- pante”, nero in campo giallo, che spicca
ca Vignale di Taruffi-Vandelli, 1952, vettu- polare, ieri come oggi. sul colore rosso-amaranto dell’auto.
IL FASCINO DISCRETO
DELLE “INGLESI”
È stato un successo il raduno organizzato dall’Amams a Mantova il 27 settembre scorso,
con tante auto perfettamente marcianti, comprese alcune rarità
DI ATTILIO FACCONI
I
l fascino delle auto britanniche è sem- venute, hanno fatto bella mostra nella sug- campionario di auto costruite in Inghilter-
pre una forte attrattiva, come ha con- gestiva piazza Sordello con l’architettura ra. Con una disposizione appropriata si so-
fermato il raduno autunnale organiz- tardo medievale e rinascimentale a deline- no allineate, per periodo storico e per mar-
zato dall’associazione Amams Tazio arne i contorni. chio, una cinquantina di esemplari, tra spi-
Nuvolari di Mantova, che ha riscosso no- L’impeccabile organizzazione dell’Associa- der, coupé e berline, costruite dall’imme-
tevole successo. zione Mantovana Auto e Moto Storiche, in diato dopoguerra ai giorni nostri.
“Arrivano le inglesi”, preannunciava la lo- considerazione anche delle norme attual- La parte del leone è toccata alle MG, con
candina ufficiale dell’evento e le vetture mente vigenti, ha permesso agli appassio- una quindicina di esemplari in vari colori
delle Case britanniche, copiosamente con- nati e al pubblico di ammirare un ottimo e diverse motorizzazioni, comprese le ra-
Nuove aspettative
Ma c’è un altro, importante aspetto che emerge negli anni imme-
diatamente seguenti la presentazione di questi due modelli e che
renderà la competizione più serrata: sono le nuove aspettative de-
gli automobilisti, che richiedono auto più confortevoli e di miglio-
ri prestazioni. Tutte cose che a Torino, come a Milano, dettano le li-
nee guida attorno a cui ruota l’evoluzione dei due modelli. La 1500
diviene così, al Salone di Torino del 1964, 1500 C, dove le novità in-
trodotte sono comunicate da una moderata rivisitazione stilistica.
La Giulia TI resta immutata nel nome e nell’aspetto esterno, ma gli
aggiornamenti ugualmente ci sono.
Più confortevoli abbiamo detto? L’obiettivo è raggiunto nella ber-
lina Fiat con l’aumento del passo di 80 mm che migliora l’abitabi-
lità posteriore. Nella Giulia TI le misure restano invariate, ma i se-
dili anteriori, con seduta formata da un unico divano, a richiesta si
possono ottenere separati. E questo avviene nel maggio del 1964.
Non è una configurazione per ora definitiva, perché il divano uni-
co resta comunque la base. Con i sedili separati, tuttavia, ne gua-
dagna il comfort perché conducente e passeggero possono regola-
re singolarmente la posizione del sedile. È una cosa che oggi sem-
bra ovvia, ma va tenuto conto che si veniva da un periodo in cui le
famiglie erano più numerose di adesso e il divano unico consenti-
va di omologare la vettura per tre posti anteriori, comodo per le fa-
miglie con quattro figli. Infatti, la Giulia TI alla presentazione è di-
chiarata omologata per sei persone. Con questa modifica e con il
passaggio della leva del cambio dalla posizione al volante a quella
a cloche, si perde un posto sulla carta di circolazione, ma se ne av-
vantaggia l’immagine di auto veloce che, in ultima sintesi, è ciò che
il cliente Alfa Romeo cerca. lindrata pari o vicina. La notevole potenza del suo bialbero di 1,6 li-
Migliori prestazioni? La 1500 C guadagna tre cavalli di potenza (ora tri (92 Cv-DIN), abbinata a un’ottima aerodinamica della carrozze-
sono 75-DIN) e cinque chilometri orari di velocità massima, perché ria che ha un Cx pari a 0,34 quando le berline dell’epoca hanno in
anche il cliente Fiat, pur dando minore importanza alla sportività, media quasi una decina di punti in più, la spingono a 175 km/h, un
vuole una berlina grintosa. La Giulia TI in quanto a cavalleria resta valore allora superiore a molte vetture di due litri e anche oltre. Di-
tale a prima, ma si adottano (a partire da agosto 1963) più effica- fatti lo slogan per lei coniato è “disegnata dal vento”. A questo pro-
ci freni a disco sulle quattro ruote. Che la 1500 già alla presentazio- posito va detto che l’Alfa Romeo dichiara, con un eccesso di pru-
ne aveva all’avantreno, mentre la Giulia era rimasta inizialmente ai denza, “oltre 165 km/h”, forse per sorprendere chi l’acquista con
tamburi ventilati, pur in una sofisticata configurazione con tre cep- una prestazione superiore, del resto puntualmente riscontrata nel-
pi sui freni delle ruote anteriori. Riguardo alle prestazioni, la Giulia le prove condotte dalle riviste specializzate. La 1500 C si ferma pri-
TI non teme confronti, essendo avanti a tutta la concorrenza di ci- ma, ma i suoi 155 km/h rappresentano comunque un ottimo valore
assoluto. Poi c’è il cambio da considerare, che nella Giulia, a diffe- mitate, ciononostante il loro interno è piacevolmente arredato con
renza che nella rivale Fiat, è a cinque marce: cosa non comune all’e- materiali e finiture all’altezza. Insomma, la 1500 C e la Giulia TI gio-
poca e che per gli sportivi ha il suo fascino, dando loro lo spunto per cano una partita importante, sfruttando le doti che ne hanno decre-
appassionate discussioni. tato l’ottimo risultato di vendite sul territorio nazionale, conferma-
E la finitura? Qui occorre fare una premessa. In entrambe l’impo- to dalla posizione di rilievo conquistata nei mercati esteri.
stazione dell’abitacolo è legata a schemi nati nella seconda metà
degli anni Cinquanta. E non può essere diversamente, visto che Interni simili
quello è il periodo in cui le due vetture sono concepite e progettate. Guardiamo ora un po’ più a fondo questi interni, partendo proprio
Negli anni Sessanta lo stile degli interni evolve, a cominciare dal- dal cruscotto che è forse la prima cosa che un cliente osserva nel
la plancia e dal cruscotto. Il cambiamento avviene quando le due momento in cui prende in considerazione un nuovo modello. Lo
berline hanno raggiunto la maturità e le modifiche possibili sono li- sviluppo, secondo la moda allora imperante, è orizzontale. L’indi-
cazione della velocità è affidata a una striscia colorata che si svilup- analoga. La linea della carrozzeria è invece una questione di gusti.
pa da sinistra a destra con il suo aumentare. Normali lancette nella Lo stile americaneggiante della 1500 C (detto “a saponetta”) va di
1500 C forniscono invece le informazioni di servizio, quali il livello moda in quel momento, compresa l’abbondanza di cromature e di
carburante e la temperatura acqua. Più ricca la strumentazione del- profili in acciaio inox.
la Giulia TI, con l’aggiunta del contagiri e del manometro olio, co- Nessuna rivoluzione quindi, ma un solido attaccamento a stilemi in
me si conviene a un’auto che ha tutte le doti per entrare a pieno di- uso al Lingotto e graditi al pubblico. Al contrario della Giulia che,
ritto nel filone pubblicitario nato anni prima e che recitava: “la ber- con la coda tronca e rientrante, ha creato uno stacco tale da ren-
lina da famiglia che vince le corse”. derla diversa da tutte, conferendole una personalità che la fa nota-
Lo spazio a disposizione dei passeggeri e la comodità dei sedili è si- re immediatamente. E dettando un nuovo stile.
mile, i rivestimenti della selleria e dei fianchetti pure. Quindi non è Il comportamento stradale parla a favore della Giulia, mentre la
l’abitacolo a orientare la scelta del cliente. E neppure la possibili- 1500 C privilegia la guida comoda, come confermato dalla possi-
tà di trasportare i bagagli, visto che la capacità dei rispettivi vani è bilità di ordinarla con la frizione automatica Saxomat, accessorio
MODELLO Motore/Trazione Cilindrata (cC) Potenza (Cv-Sae) - giri Velocità (km/h) Prezzo di listino in £
Alfa Romeo Giulia TI 4 in linea ant/post 1570 106 - 6000 > 165 1.570.000
Fiat 1500 C 4 in linea ant/post 1481 83 - 5400 155 1.250.000
Ford Taunus 12 M Super - 2 porte V4 ant/ant 1498 57 - 5000 135 1.035.000
Opel Rekord 1,5 - 2 porte 4 in linea ant/post 1488 63 - 4800 134 1.305.000
Peugeot 404 4 in linea ant/post 1618 76 - 5500 146 1.530.000
Simca 1500 4 in linea ant/post 1475 81 - 5400 145 1.330.000
Volkswagen 1500 S - 2 porte 4 boxer post/post 1493 66 - 4800 135 1.290.000
TAMBURI VENTILATI
La Giulia TI in trasparenza. Si vede il divano unico anteriore e la
leva del cambio al volante. I tamburi alettati dei freni saranno
sostituiti dai dischi, come nella vettura del nostro servizio.
BIALBERO CONTRO
ASTE E BILANCIERI
A fianco, i bagagliai:
meglio rifinito sulla
Giulia, mentre la 1500 C
ha i passaruota scoperti.
Sotto, i motori: a sinistra
il bialbero Alfa, a destra
l’aste e bilancieri Fiat.
Nella 1500 il filtro aria
ha la “proboscide”
sdoppiata: quella verso
il collettore di scarico è
per l’inverno.
SCHEDA TECNICA
ALFA ROMEO GIULIA TI FIAT 1500 C
Motore 4 cilindri in linea, anteriore longitudinale, monoblocco e testata in lega leg- Motore Quattro cilindri in linea, anteriore longitudinale, monoblocco in ghisa, te-
gera Alesaggio e corsa (mm) 78 x 82 Cilindrata 1570 cc Rapporto di compressione sta in lega leggera, Alesaggio e corsa (mm): 77 x 79,5 Cilindrata 1481 cc Rapporto
9:1 Potenza 92 Cv-Din a 6000 giri (106 SAE) Coppia 13 kgm a 4000 giri Distribu- di compressione 8,8:1 Potenza 75 Cv-Din a 5400 giri (83 SAE) Coppia 10,8 kgm a
zione bialbero a camme in testa (doppia catena), valvole in testa Alimentazione un 3200 Distribuzione Un albero a camme nel basamento (catena), valvole in testa Ali-
carburatore verticale a doppio corpo Solex C 32 PAIA 7 Accensione bobina e spin- mentazione Un carburatore invertito doppio corpo Solex C 34 PAIA 2 oppure Weber
terogeno Lubrificazione forzata, capacità circuito 6,5 litri Raffreddamento ad acqua 34 DCHD Accensione bobina e spinterogeno Lubrificazione forzata, capacità car-
forzata, ventilatore sempre in presa Impianto elettrico Batteria 12V 40Ah, dinamo ter 3,5 litri Raffreddamento a liquido, ventilatore a innesto elettromagnetico Impian-
500 W Trasmissione Trazione posteriore Frizione monodisco a secco, comando to elettrico Batteria 12V 48Ah, dinamo 400 W Trasmissione Trazione posteriore
meccanico Cambio a 5 marce sincronizzate + RM Rapporti al cambio: 1^ 3,304 2^ Frizione monodisco a secco, comando meccanico Cambio 4 marce sincronizzate +
1,988 3^ 1,355 4^ 1 5^ 0,791 RM 3,01 Differenziale e rapporto finale 8/41 Pneuma- RM Rapporti: 1^ 3,75 2^ 2,30 3^ 1,49 4^ 1 RM 3,87 Differenziale e rapporto finale
tici 155-15 Corpo vettura Carrozzeria berlina a tre volumi, 4 porte, 5/6 posti Scoc- Coppia conica ipoidale, 4,1 (10/41) Pneumatici 5.60-13 Corpo vettura Carrozze-
ca portante in acciaio, struttura differenziata Sospensioni: anteriore ruote indipen- ria Berlina a tre volumi, 4 porte, 4/5 posti Scocca portante in acciaio Sospensioni:
denti con bracci trapezoidali trasversali, ammortizzatori idraulici telescopici non co- anteriori a ruote indipendenti con bracci oscillanti, tirante di reazione per il braccio
assiali, barra stabilizzatrice; posteriori ponte rigido, bracci longitudinali, molle eli- inferiore, molle elicoidali e ammortizzatori idraulici, barra antirollio; posteriori pon-
coidali coassiali agli ammortizzatori idraulici, stabilizzatore a croce Freni a tambu- te rigido, balestre semiellittiche longitudinali, ammortizzatori idraulici, barra anti-
ro ventilato sulle quattro ruote, poi a disco, servofreno Sterzo a vite senza fine e rul- rollio Freni A disco anteriori, a tamburo ventilati posteriori, servofreno, doppio cir-
lo oppure a cirolazione di sfere Capacità serbatoio carburante (litri) 46 Dimensio- cuito frenante Sterzo A vite senza fine e rullo Capacità serbatoio carburante (litri) 45
ni (in mm) e peso Passo 2.510 Carreggiate ant / post 1.310 / 1.270 Lunghezza Dimensioni (in mm) e peso Passo 2.500 Carreggiate ant / post 1.290 / 1.270
4.140 Larghezza 1.560 Altezza 1.430 Peso (kg) 1000 a vuoto Prestazioni Veloci- Lunghezza 4.130 Larghezza 1.540 Altezza 1.440 Peso (kg) 980 a vuoto Prestazio-
tà massima (km/h): oltre 165 ni Velocità massima 155 km/h
BAGAGLIAIO DIETRO
A sinistra, un prototipo
(si notino i cerchi di
recupero) quasi definitivo
della Urraco mostra
tutte le aperture dei
vani disponibili. Il vero
bagagliaio è posteriore:
nel vano anteriore la ruota
di scorta occupa quasi per
intero lo spazio.
Metallizzato
Oggi l’acquisto di uno di questi purosangue rimane altamente
Arriva la “300” raccomandabile compreso quello della cenerentola di due litri
Una realtà che non poteva essere consegnata alla storia e così, portatrice, come le sorelle maggiori di tutta l’eccellenza proget-
al Salone di Torino 1974, dopo 520 esemplari venduti, la Urra- tuale della Lamborghini Automobili e della stessa inimitabile
co P250 fu sostituita dalla P300 con motore da tre litri bialbero e esclusività (consigliamo di evitare soltanto i ventuno esempla-
265 Cv, sufficienti a ristabilire quella gerarchia che ci si sarebbe ri allestiti per gli USA).
aspettata fin dall’inizio. I prezzi vanno (Covid permettendo) dai circa centomila Euro di
Tra i tanti altri piccoli affinamenti il comando della distribuzio- quest’ultima ai duecentotrentamila per una rara Silhouette; noi
ne ora a catena; dal canto loro, i vecchi motori da 2,5 litri mono- cercheremmo, nella consapevolezza della difficoltà dell’opera-
albero furono ridotti nell’alesaggio per rientrare nei limiti anti fi- zione, una 3000 di colore metallizzato: una combinazione inimi-
sco dei due litri ma, nonostante 182 Cv per 2.000 cc siano indice tabile di eleganza, forza e carattere per la quale si possono arri-
indubbio di generosità, la lentezza della risultante Urraco P200 vare a spendere anche 180mila Euro nella quasi certezza di non
ne limitò le vendite a sessantasei unità contro le duecentocinque avere sbagliato.
SCHEDA TECNICA
LAMBORGHINI URRACO P250
Motore Otto cilindri a V di 90° Posteriore centrale trasversale Alesaggio 86 mm Corsa 53 mm Cilindrata 2.462 cc Rapporto di compressione 10,5:1 Potenza 220 CV a
7.800 giri Coppia 23 kgm a 5.750 giri Distribuzione monoalbero in testa (cinghia) Lubrificazione forzata, carter umido Capacità carter olio 6 litri Raffreddamento ad acqua
Capacità circuito 12 litri Alimentazione 4 carburatori doppio corpo Weber 40 10F1 Impianto elettrico 12V Alternatore 770 W Batteria 72 Ah Trasmissione Trazione po-
steriore Frizione monodisco a secco Cambio manuale a 5 marce Rapporti: I 2,687 II 2,105 III 1,565 IV 1,185 V 0,903 RM 2,54 Rapporto al ponte 4,25 Cerchi in lega legge-
ra 7Jx14” Pneumatici 205 VR14 Corpo vettura Coupé 2+2 posti Carrozzeria portante Sospensioni a ruote indipendenti, schema Mc Pherson, bracci inferiori trasversali,
puntoni longitudinali, molle elicoidali, barra antirollio Freni idraulici a disco sulle quattro ruote, servofreno Sterzo a cremagliera Capacità serbatoio carburante 70 litri Di-
mensioni (in mm) e peso Passo 2.450 Carreggiate ant e post 1.460 Lunghezza 4.250 Larghezza 1.760 Altezza 1.150 Peso a vuoto 1.150 kg Prestazioni Velocità mas-
sima 231 km/h Consumo medio carburante 16,9 litri/100 km Accelerazione 0-100 km/h 8,5 sec Accelerazione 0-1.000 m 30,1 sec
STILE CLASSICO
A lato e sotto: la MX-5, lanciata nel
1989, è stata un grande successo
mondiale, grazie ad una linea
classica, alle dimensioni contenute
e alle brillanti prestazioni. Ispirata
nel telaio a trave centrale e nel look
alla Lotus Elan, appena presentata
ha conquistato subito il mercato
anche grazie alle sue elevate
qualità costruttive, che hanno reso
possibili sensazioni di guida di
vecchio stampo unite a sicurezza e
comfort moderni. Il posto guida (a
lato) ha “look” e impostazione tipici
delle spider inglesi anni Sessanta.
nata della precedente Gruppo C, più leggera e meno assetata di carburante. Il quadrirotore di 2.616 cc, a tripla accensione, era
accreditato di oltre 700 Cv a 9.000 giri, un regime prudenziale per arrivare in fondo a tutti i costi (il motore in realtà poteva supe-
rare abbondantemente gli 11.000 giri) e limitare il consumo. Era un’occasione irripetibile, perché dall’anno successivo il motore
rotante sarebbe stato bandito dalla gara. In gara i rivali Mercedes, Porsche e Peugeot si ritirarono, mentre la Jaguar, vincitrice
l’anno prima, faceva viaggiare di conserva le sue XJR-12 perché penalizzate da un eccessivo consumo di benzina. L’agile e leg-
gera Mazda 787B dell’equipaggio Johnny Herbert, Volker Weidler e Bertrand Gachot poté quindi cogliere il suo primo ed unico
successo nella gara più famosa del mondo, grazie anche… al consumo ridotto, dovuto al regime di rotazione limitato!
COLORI SPECIALI
Sopra: per celebrare il suo centesimo anniversario, Mazda ha lanciato e reso disponibile dalla tarda primavera del 2020 un allestimento speciale,
disponibile su tutta la gamma, con vernice bianco metallizzato e interni bordeaux, i colori di lancio della R360 Coupé (qui a confronto con l’ultima
MX-5). Sotto, da sinistra, alcune tappe fondamentali dell’evoluzione Mazda: il gruppo di ingegneri costituito per far funzionare a dovere il Wankel;
l’ultima versione, Renesis; il vano motore della Cosmo Sport, modello su cui fu montato per la prima volta il Wankel birotore, battendo sul tempo di
soli tre mesi la NSU; tradizionale invece il motore della MX-5, un brillante 1.600 cc quattro cilindri e 16 valvole ispirato ai motori Alfa Romeo; infine il
birotore turbo montato sulla RX-7 di terza generazione del 1991, capace di ben 240 CV. Questa versione è stata prodotta in 68.589 esemplari.
N
on ha avuto un’infanzia facile e amorevole. Per nulla. tate nel 1980, ma mentre la Coupé GT debutta al Salone di Parigi
L’Audi Coupé GT è nata sì con un cinque cilindri, ma (con l’autunno alle porte) la Quattro ha già catturato l’attenzione
senza turbo, aveva dei passaruota esili al posto di fian- del mondo al Salone di Ginevra di marzo. In realtà, nonostante sia
cate allargate e aggressive, perlopiù soltanto trazione stata presentata dopo, proprio la Coupé era già a punto mesi pri-
anteriore, gli interni meno sportivi e non sfoggiava schemi dei dif- ma, a livello progettuale.
ferenziali o ambiziosi fondo scala… La Quattro nasce dalla mano di Martin Smith, che per rispettare il
In pratica lei era la sorella sfortunata e introversa della Quattro, la budget imposto da Audi usa come base la sobria due volumi allar-
classica ragazza che nessuno si fila e con cui nessuno vuole uscire, gandone i passaruota, ridisegnando i paraurti per renderli più ag-
perché tutti puntano a quella più vistosa. Così la Coupé GT è cre- gressivi e riducendo leggermente il Cx della vettura, mentre il pia-
sciuta all’ombra della “sorellona” tutta Rallye e traversi, un’ombra nale è modificato dalla Baur di Stoccarda affinché vi sia spazio a
così imponente e ingombrante che pochissime persone si ricorda- sufficienza per alloggiare la trazione integrale e i suoi differenziali.
no davvero di lei. Ed è proprio questo il bello. A volte è ancor più Le due vetture iniziano la commercializzazione il medesimo anno,
interessante scovare auto dimenticate o poco note per scoprirne differenziandosi nettamente: la Quattro ha un prezzo elevato ma
la storia, i pregi, i difetti, le innovazioni, e capire se meritassero o la tecnica all’avanguardia e le prestazioni fanno superare le previ-
meno di uscire dalla memoria degli appassionati. In questo caso sioni di vendita, la Coupé invece si deve accontentare di rappre-
- e non è poi così scontato - la storia della nostra Coupé è legata a sentare l’alternativa con “più stile che cavalli” proponendosi co-
doppio filo con quella dell’Audi Quattro: entrambe sono presen- me comoda e piacevole due volumi per un uso più quotidiano, con
me i cerchi, e che in generale manca quel “non so che” di aggres- lo sterzo, l’erogazione del motore, i sedili, le sospensioni… tutto è
sività subito percepibile nella sorella da Rallye; però gradiscono pacato, ben costruito ma tranquillo, come una sportiva che abbia
ugualmente la Coupé. deciso di concedersi un giorno di relax. Siamo vicino a Cremona,
dove le strade sono dritte come fusi e intervallate da rotonde a di-
Morbida e leggera stanza di qualche decina di chilometri tra loro; così avviamo il cin-
Non è che al volante ci aspettassimo faville e fuochi d’artificio tut- que cilindri e ci spostiamo alla ricerca di qualche “location” più in-
tavia abbiamo apprezzato il tranquillo dinamismo di questa pacio- trigante. Vicino al Castello di Padernello troviamo quello che stia-
sa sportiva. Il motore di questo esemplare è il 2.0 JS cinque cilindri mo cercando; l’Audi si fa guidare con piacere, il motore sopra i
con iniezione K-Jetronic da 116 Cv, aiutato da un peso di soli 1.120 3.500 schiarisce la “voce” e trasmette l’affascinante timbro tipico
kg, pochi per un’auto con un ottimo spazio a bordo e ben accesso- di questo frazionamento, anche se mancano qui i fischi, i sibili e gli
riata. Il tema principale dell’Audi Coupé GT sembra la morbidezza: sbuffi di turbina e pop-off. Il peso contenuto permette all’Audi di
muoversi abbastanza bene e il motore tira deciso fin oltre i 6.000 il telaio neutro. Ad un certo punto, con nostra gioia ci imbattia-
con un’accelerazione discreta e un’erogazione dolcissima e line- mo in una serie di strade interamente sterrate così accendiamo
are. Il cambio è proprio piacevole, con una leva bella ergonomica nel nostro cervello la modalità “Quattro” e proviamo a vedere se
da impugnare e un’azione che ricorda molto la trasmissione della la Coupé GT ha una frazione del potenziale della sorella più famo-
TT prima serie come resistenza e precisione; da qui a breve lo ap- sa. Qui le sospensioni e il peso piuttosto ridotto iniziano ad avere
prezzeremo ancora di più a causa di un imprevisto… Il grosso vo- ancora più senso con la scocca ben controllata dall’assetto e suffi-
lante con logo Audi al centro toglie un po’ di monotonia all’arreda- ciente movimento da garantire qualunque trasferimento di carico
mento interno e, benché non vinca premi di comunicatività, si im- vogliate; non vincerete certo una prova speciale però la Coupé ri-
pugna bene e contribuisce alla maneggevolezza di un’auto che na- uscirà comunque a farvi sorridere. Nel tempo che abbiamo passa-
sconde sospensioni morbide, che generano un accentuato rollio to insieme la Coupé è stata impeccabile, eccetto un temporaneo
in curva; tuttavia sulle strade secondarie in campagna non vengo- surriscaldamento dell’olio della pompa frizione che ha implicato
no mai meno al dovere di smorzare buche e toppe nell’asfalto; so- di percorrere qualche chilometro cambiando senza usare la frizio-
no come quei materassi morbidissimi che si adattano alla vostra ne, un fuori scena stimolante. Il cambio come dicevamo è ben pro-
forma ma senza farvi sprofondare troppo. gettato e la sua precisione aiuta: salire di marcia è piuttosto sem-
plice aumentando dolcemente di giri, mettendo in folle e inseren-
Frazione di Quattro do il rapporto successivo al calare del regime; a esser bravi le mar-
Andare a cercare i limiti dell’Audi è quasi un dispiacere, vi sembra ce entrano quasi da sole. Scalare è un po’ più complesso, dovendo
di turbare la sua quiete innata eppure la Coupé GT si difende be- anche frenare; tuttavia con una doppietta ben assestata che pareg-
ne: la tenuta non è eccezionale con quelle gomme dalla spalla al- gi i giri motore avrete il vostro innesto accompagnato da un som-
tissima e le sospensioni morbide, però riesce a tenere comunque messo “clunk”. Il fuori programma comunque dura poco e appe-
una media accettabile in tutto relax e senza preoccupazioni visto na l’olio della pompa frizione (che nel momento in cui scriviamo
SCHEDA TECNICA
AUDI COUPÉ GT
Motore Anteriore longitudinale raffreddato a liquido 5 cilindri in linea Alesaggio e corsa 79,5 x 77,4 mm Cilindrata 1994 cc Rapporto di compressione 10:1 Distribuzio-
ne albero a camme in testa (catena), due valvole per cilindro Accensione elettronica Alimentazione iniezione Bosch K-jetronic Lubrificazione forzata a carter umido Poten-
za 115 Cv a 5.400 giri Coppia 15,7 kgm a 3.700 giri Trasmissione Trazione anteriore Frizione monodisco a secco con comando idraulico Cambio a 5 marce + RM Rap-
porto finale 4,9 Ruote in lega leggera 6J x 14” Pneumatici 185/60 R14 oppure 175/70 R13 Corpo vettura Carrozzeria portante in acciaio, coupé due porte cinque posti
Sospensioni con molle elicoidali, ammortizzatori telescopici e barra antirollio, anteriori ruote indipendenti schema McPherson con braccio inferiore oscillante; posteriori
ponte rigido Freni: a disco auto ventilante; posteriori a tamburo Capacità serbatoio benzina 68 litri Dimensioni (in mm) e peso Passo 2.540 Carreggiate ant / post 1.400
/ 1.420 Lunghezza 4.350 Larghezza 1.680 Altezza 1.350 Peso 1.120 kg Prestazioni Velocità massima 185 km/h; accelerazione 0-100 km/h in 10,3”
I
n occasione dell’ultimo Salon Privé, il concorso di elegan- limitata a 15 esemplari (tre già vendute) realizzata su una base
za che si tiene a Blenheim Palace in Gran Bretagna, Touring non dichiarata ma che i dati salienti (motore V12 a 65°, cilindrata
Superleggera ha presentato in anteprima mondiale Touring 6262 cc e 740 Cv a 8.250 giri) e l’allestimento dell’abitacolo porta-
AERO 3, la sua ultima nata. no a pensare sia della Ferrari F12. L’esemplare portato in Inghil-
Si tratta di un’automobile il cui design prende ispirazione da un terra porta il numero 19, evocazione dell’Alfa Romeo 8C 2900 Le
trentennio di scuola di design italiana, dagli anni Trenta fino a Mans, altro modello di inestimabile valore storico.
tutti gli anni Cinquanta del secolo scorso, periodo nel quale la
Carrozzeria Touring Superleggera recitò un ruolo di protagoni- Design
sta assoluta. In pratica, è un condensato del meglio del design au- “Touring AERO 3 è la nostra dimostrazione di resilienza, di
tomobilistico mondiale, nel quale si trovano chiare ispirazioni al- voglia di riscatto e di gratitudine. Una rivalsa dopo le diffi-
le Alfa Romeo 6C 2500, 8C 2900B e 1900 “Disco Volante”, nonché coltà dei primi mesi dell’anno che hanno messo a dura pro-
alla BMW 328 che vinse la Mille Miglia del 1940. va l’intero settore automobilistico -afferma Salvatore Stranci,
Touring fu la prima a usare la galleria del vento per studiare l’ae- nuovo General Manager di Touring Superleggera-. Sono grato
rodinamica: la “profilatura al vento” divenne sinonimo di carroz- alla generosità, alla dedizione e all’abnegazione dei miei col-
zerie affusolate e vetture vincenti nelle competizioni di tutta Eu- laboratori, delle maestranze, di ogni reparto e dipartimen-
ropa, dando vita ad una solidissima reputazione di efficienza ae- to. Presentiamo con orgoglio un’anteprima mondiale con
rodinamica, velocità e stile, giunta fino a noi. 3 unità già vendute delle quindici che saranno prodotte.”
Anche da quelle esperienze nasce ora AERO 3, supercar in serie Touring AERO 3 è una fuoriserie che si ispira al lusso sportivo
Costruzione “OLTRAGGIOSA”
Nelle foto grandi, la strabiliante Aero 3: gli inglesi definirebbero la pinna
Dietro lo stile dagli evidenti richiami al passato, c’è un attento “outrageous”. La macchina presentata a Salon Privé porta il numero
studio per la realizzazione delle parti di carrozzeria, in carbonio, 19, omaggio all’Alfa Romeo 8C 2900 Berlinetta di Le Mans (qui sopra).
con particolare attenzione alla sicurezza, alle valutazioni strut- Un’altra Touring a cui ci si è ispirati è la BMW 328 del 1940 (70).
N
ella prima metà degli anni Sessanta la Formula Uno è glio risaltare l’abilità dei piloti. È il periodo in cui inizia l’ascesa di
in pieno fermento. Il cambiamento più evidente è tec- Colin Chapman come Costruttore. Egli, infatti, intuisce per pri-
nico ed è la collocazione del motore dietro le spalle mo quale sarà, con la nuova formula, l’evoluzione delle monopo-
del pilota anziché davanti ad esso, cosa che muta pro- sto. Occorrerà costruire macchine affusolate e leggere, con l’o-
fondamente l’aspetto delle monoposto e anche la loro dinamica. biettivo di ridurre la resistenza dell’aria contenendo al massimo
Inoltre, il nuovo regolamento, che entra in vigore nel 1961, ridu- la sezione frontale e portando all’interno della carrozzeria tut-
ce da 2,5 litri a 1.5 la cilindrata dei motori aspirati e viene proibi- to ciò che crea resistenza come, per esempio, gli ammortizzato-
ta la sovralimentazione. ri anteriori. Poi bisognerà abbassare il più possibile il baricentro
Si hanno così macchine più piccole, dove l’inferiore potenza è della vettura e accentrare le masse, per avere una macchina sta-
compensata dalla migliore maneggevolezza e dalla riduzione del bile, docile e reattiva. Di qui la posizione semi-sdraiata che assu-
peso - il minimo regolamentare è 450 kg - con l’intento di far me- meranno i piloti di monoposto in quegli anni. Chapman, inoltre,
cura molto l’assetto per migliorare la tenuta di strada e dare al mente per la nuova cilindrata 1.5 e che Chapman offre in vendita
pilota un’auto che risponda sinceramente e con immediatezza ai ai team privati, pur utilizzandola a volte egli stesso come vettu-
comandi. Egli, infatti, ha ben presente qual è il limite dei costrut- ra per il proprio pilota di punta, Jim Clark, che vince alcune gare
tori britannici, in particolare di chi, come lui, fabbrica il telaio ma fuori campionato con una 24 motorizzata Climax.
deve ricorrere al mercato per avere il motore e, a volte, anche la Per la propria scuderia, invece, il geniale progettista ha in mente
trasmissione. Infatti usa, come fanno altri costruttori inglesi, il la 25, la cui gestazione è parallela alla 24, che sarà la prima mono-
quattro cilindri in linea Climax, che, con 155 Cv, paga pegno nei posto di F1 con telaio monoscocca, una tecnica che sarà presto
confronti del più potente V6 Dino Ferrari che ne ha ben 190. E imitata da tutti. La 24 nasce invece con un tradizionale telaio tu-
questa differenza la deve compensare lavorando sull’efficienza bolare; non per farne una vettura meno competitiva, ma perché
del telaio e sull’assetto. In questo contesto nasce nel 1962 la Lo- si tratta di una soluzione tecnica conosciuta a tutti e che permet-
tus 24 la quale, si badi bene, non è una semplice evoluzione del- te una più semplice gestione da parte dei clienti privati.
la 21 (vedi Automobilismo d’Epoca n° 93), ma una nuova mac- Ci sono, tuttavia, nella 24 alcuni aspetti che la apparentano con
china dedicata ai motori V8 in arrivo da BRM e Climax specifica- la 25, come le sospensioni che sono quasi le medesime, tenuto
conto che in ogni caso è una monoposto in linea con i canoni tec- sto P15 il cui motore era un 16 cilindri a V di 135 gradi, 1,5 litri di
nici voluti da Chapman. cilindrata, sovralimentato con un compressore a doppio stadio
di fabbricazione Rolls-Royce. Quel motore erogava la bellezza di
16 cilindri 600 Cv, che significano ben 400 Cv/litro; ma al costo di una com-
Ci concentriamo ora sul motore della 24 qui fotografata, l’otto ci- plicazione tecnica e un consumo ingestibili. Insomma, il corag-
lindri a V di 90° BRM siglato P56. gio non mancava da quelle parti; peccato che le brillanti idee non
Premettiamo che la BRM, acronimo per British Racing Motors fossero supportate dall’affidabilità, che rappresentava il princi-
(anno di fondazione 1950) è l’unica scuderia inglese che nell’e- pale ostacolo da superare per vincere le gare e il titolo iridato;
ra delle monoposto F1 di 1,5 litri costruisce per intero la propria nemmeno la limitazione della potenza ben al di sotto dei 500 Cv
macchina. Nel corso della storia i suoi progettisti hanno già di- evitava rotture meccaniche. Nel 1962, però, qualcosa cambia: il
mostrato di possedere una notevole fantasia, a volte al limite del- V8 si dimostra potente (188 CV contro i 174 del pari frazionamen-
la superbia “imperiale”: basti pensare che hanno debuttato nel to Coventry-Climax) e finalmente c’è la tanto sospirata affidabi-
mondo dei Gran Premi di Formula Uno, nel 1950, con la monopo- lità, come dimostrano le vittorie ottenute da Graham Hill che nel
coglie invece valide affermazioni. Nel 1962 Innes Ireland vince il casione del Gran Premio di Monaco del 1963, a cui era stata iscrit-
IX Cristal Palace Trophy sull’omonimo circuito, successo com- ta con il numero 16 dalla Reg Parnell Racing per il pilota John
pletato dal quarto posto di Trevor Taylor. A Karlskoga, in Svezia, Campbell-Jones, ma non si presentò; o ancora, al Gran Premio di
Masten Gregory si aggiudica l’ottava Kanonloppet, giungendo se- Germania dello stesso anno, dove avrebbe dovuto scendere in pi-
condo al III Gran Premio di Danimarca. Qui, a Roskilde, Gregory sta con il numero 19, condotta da Masten Gregory. Quest’ultimo,
sul podio è chiuso a sandwich tra il vincitore, Jack Brabham e il che era ingaggiato da Parnell, risulta aver usato una Lola nelle ul-
terzo classificato, Innes Ireland, entrambi al volante di Lotus 24 time due gare di campionato, i GP di USA e Messico; due esem-
ma spinte dal V8 Climax. plari Lotus 24 della scuderia furono affidate ai piloti locali Rod-
L’anno dopo da segnalare c’è il terzo posto di Ireland al IV Lom- ger Ward e Hap Sharp, nel primo caso, e allo stesso Sharp insie-
bank Trophy sul circuito di Snetterton, il secondo di Siffert al IV me a Chris Amon nel secondo. Quindi la terza monoposto rima-
GP di Imola e la vittoria, al XII GP di Siracusa, di Jo Siffert con la se inutilizzata, a meno che non fosse stata usata da altri piloti lo-
24 iscritta dall’Ecurie Filipinetti. cali, che nelle cronache risultavano iscritti con Lotus 24 in qua-
Nel 1964 l’unico risultato di rilievo di una Lotus 24-BRM è il ter- lità di “privati”: potrebbe essere stata la “nostra”, noleggiata da
zo posto di Trevor Taylor a Goodwood, in occasione del News of Parnell senza fornire null’altro (assistenza, per esempio), per al-
the World Trophy, dopodiché le 24-BRM, che nel frattempo pas- leggerire il monte spese dell’impegnativa trasferta. Un certo Walt
sano di mano in mano, ottengono nel prosieguo dell’annata e nel Hansgen, americano, risulta iscritto come “privé” a entrambe le
corso del 1965 qualche piazzamento con partecipazioni via via gare, unico su Lotus 24: è ipotizzabile che a lui sia stata affitta-
più sporadiche. ta la macchina che Masten Gregory in America sostituì con una
L’esemplare da noi fotografato porta il numero di telaio “P1”, do- Lola Mk 4°-Climax, anch’essa iscritta dalla Reg Parnell Racing.
ve la sigla sta per “Parnell”, il Reg proprietario del team omonimo
e che costruì tre telai di questo modello, con parti fornite diretta- Peter Revson
mente dalla Lotus; una specie di “scatola di montaggio”, in cui gli La Lotus 24 “P1” nel 1964 fu poi usata da Peter Revson, il pilota
Inglesi sono maestri da sempre. La carriera di questa macchina americano rampollo della famiglia dei cosmetici Revlon, in un-
indica chiaramente la destinazione ai clienti: tra il 1963 e il 1964 dici Gran Premi, di cui quattro iridati; nei sette fuori campiona-
ha infatti disputato ventisei Gran Premi, di cui tredici non validi to la monoposto fu iscritta dalla “Revson Racing America”, dun-
per il campionato del mondo. In alcuni casi fu iscritta ma in real- que dallo stesso pilota, che ottenne un quarto posto al GP Solitu-
tà non prese parte all’evento, in quanto “non pronta”: come in oc- de disputato il 19 Luglio e il sesto al GP del Mediterraneo a Per-
COLOTTI
Nelle foto sopra, la panoramica del posteriore
della monoposto (dietro al roll-bar, si scorge
la scatola di contenimento dell’accensione
elettronica Lucas), a destra la sospensione
con braccio inferiore a triangolo rovesciato e il
gruppo molla-ammortizzatore. Il cambio è un
Colotti a 6 marce, originale dell’epoca. Qui a
fianco, a sinistra una diversa inquadratura della
sospensione posteriore, con puntoni di reazione
e barra antirollio e, a destra, l’interno della ruota,
con freno a disco, porta mozzo e semiasse.
SCHEDA TECNICA
LOTUS-BRM 24 (1962-1964)
Motore BRM P56, 8 cilindri a V di 90° Monoblocco e teste in alluminio Alesaggio e corsa 68,5 x 50,8 mm Cilindrata 1498 cc Potenza 180-220 Cv a 10250-11.000 gi-
ri Rapporto di compressione 10,5:1 Distribuzione due alberi a camme in testa per bancata (ingranaggi), due valvole per cilindro Alimentazione iniezione indiretta Lucas
Accensione elettronica Lucas Lubrificazione a carter secco, radiatore, capacità circuito 8 litri Raffreddamento ad acqua forzata, radiatore, capacità circuito 7 litri Impian-
to elettrico 12V Trasmissione Motore posteriore centrale longitudinale Trazione posteriore Frizione frizione bidisco a comando idraulico Cambio Colotti T34 a 6 marce
+ RM, innesti frontali Differenziale autobloccante a nottolini con coppia conica rapporto finale 10/33 Pneumatici Dunlop Racing “L” section, anteriori 6,00x15”, posterio-
ri 7,00x15” Corpo vettura Telaio tubolare in acciaio, pannelli carrozzeria in fibra di vetro Sospensioni a ruote indipendenti con molle elicoidali, ammortizzatori idrauli-
ci e barre antirollio; anteriori a doppio triangolo oscillante; posteriori a triangolo inferiore con semiasse oscillante, braccio superiore e doppio tirante di reazione Freni Gir-
ling a disco, doppio circuito idraulico Sterzo a cremagliera Dimensioni (in mm) e peso Passo 2.286 Carreggiate ant. / post. 1.346 / 1359 Lunghezza 3.607 Larghez-
za 1.594 Altezza 838 Peso a vuoto 455 kg
AMICA RAFFINATA
Nel 2020 ha compiuto 50 anni la Citroën Ami 8, evoluzione del concetto originario
di utilitaria-familiare tutto fare, semplice ma raffinata allo stesso tempo. Come
la campagna pubblicitaria che le fu dedicata, di grande efficacia come nella
tradizione della Casa. L’abbiamo raccontata nel fascicolo di febbraio 2020.
RITARDO DI RISPOSTA
Ford Escort RS Cosworth: la 1^ serie è la più
desiderata dagli appassionati nonostante
(o forse proprio per questo) la brutale
erogazione. La prova in dic/genn 19/20.
Numero Mese-Anno
ALFA ROMEO 600 50 ago/set-09
2000 31 ott-07 850 BERLINA 85 mar-13
ALFASUD SPRINT 4 mag/giu-04 850 COUPE’ 77 mag-12
ALFETTA 75 mar-12 850 SPIDER-SPORT SPIDER 20 ago/set-06
GIULIA GT JUNIOR 36 apr-08 BALILLA 43 dic-08/gen-09
GIULIA SPRINT GTA 122 nov-16 NUOVA 500 82 nov-12
GIULIETTA / GIULIA SPIDER 110 ago/set 15 RITMO 105 TC, 125 TC, 130 TC 34 feb-08
GIULIETTA (GIULIA) SPRINT 83 dic-12 X1/9 46 apr-09
GIULIETTA 1.6, 1.8, 2.0 TIPO 116 9 mar/apr-05 INNOCENTI
GIULIETTA TURBODELTA 21 ott-06 MINI COOPER 35 mar-08
GTV/SPIDER 79 lug-12 JAGUAR
NUOVA SUPER 44 feb-09 E TYPE 124 feb-17
AUTOBIANCHI XJ (1a, 2a, 3a serie 1968-1992) 45 mar-09
A111 32 nov-07 XJ-S 68 giu-11
A112 ABARTH 40 ago/set-08 XJR 4.0 SUPERCHARGED 130 ago/sett-17
A112 V SERIE 119 lug-16 LAMBORGHINI
PRIMULA COUPÉ I E II SERIE 15 mar-06 DIABLO 97 mag-14
BENTLEY LANCIA
MULSANNE TURBO 76 apr-12 APPIA 70 ago/set-11
BMW APRILIA BERLINA 107 mag-15
320 iS 49 lug-09 BETA COUPÉ (TUTTE LE SERIE) 10 mag/giu-05
SERIE 6 E24 26 apr-07 BETA HPE 100 ago/set-14
Z3 88 giu-13 DELTA HF INTEGRALE “EVO” 137 mag-18
CITROËN FULVIA 53 dic-09/gen-10
AMI 6 24 feb-07 FULVIA COUPE’ 5M 1,3 S - 1,6 HF LUSSO 73 dic-11/gen-12
CX 8 feb-05 FULVIA II SERIE 105 mar-15
FERRARI LAND ROVER
208-308-328 52 nov-09 RANGE 56 apr-10
348 80 ago/set-12 LOTUS
TESTAROSSA - TR512 - F512M 63 dic-10/gen-11 ELAN M100 101 ott-14
FIAT ELISE 113 dic-15/gen-16
1100 /103 64 feb-11 MASERATI
1100 B/E 93 dic-13/gen-14 BITURBO 6 set/ott-04
1100 R E 124 7 nov/dic-04 BITURBO 2.24 SPYDER RACING 38 giu-08
124 COUPÉ 1400, 1600, 1800 14 gen/feb-06 QUATTROPORTE 112 nov-15
124 SPECIAL 33 dic-07/gen-08 MERCEDES-BENZ
126 25 mar-07 190E 2.3-16 (W201) 146 apr-19
127 I E II SERIE 13 nov/dic-05 C 114 141 ott-18
128 COUPÉ S-SL 1100-1300 16 apr-06 CLASSE S W126 18 giu-06
1300 E 1500 11 lug/ago-05 G KLASSE 96 apr-14
132 I, II E III SERIE 12 set/ott-04 SEC W 126 106 apr-15
911 TURBO 3.0 / RSR STORY 157 giu-20 SIATA SPITFIRE (1962-1980) 9 mar/apr-05
911 TURBO 3.3 12 set/ott-05 SPRING 850 21 ott-06 TR2 148 giu-19*
912 5 lug/ago-04 TR2 FRANCORCHAMPS 88 giu-13
912 (1965) 98 giu-14* SIMCA
TR2 (1954) - TR3 B (1962) 119 lug-16
917 46 apr-09 80 ANNI 104 feb-15 TR3 A 2 dic-03/gen-04
917 TARGATA 144 feb-19 8 SPORT CABRIOLET 120 ago/set-16 TR3 A 18 giu-06
924 GTP - 944 GTP 75 mar-12 8 SPORT REPLICA DEHO (1949) 100 ago/set-14 TR5 P.I. 81 ott-12
924 - 924 TURBO - 924 CARRERA GT 4 mag/giu-04 1000 86 apr-13 TR6 29 lug-07
924 - 924 CARRERA GT 86 apr-13 1000 COUPÉ/1200 S COUPÉ 22 nov-06 TR7 102 nov-14
928 S 23 dic-06/gen-07 1005 135 mar-18
934 Gr. 4 119 lug-16 ABARTH 1150 CORSA 86 apr-13 TURBOT
935 71 ott-11 ARONDE 138 giu-18 SUPERTRACTION 2 29 lug-07
935 Gr. 5 145 mar-19 CHRYSLER 1307-8 125 mar-17 TYRRELL
936 120 ago/set-16 RALLYE, RALLYE 1-2-3 10 mag/giu-05 P34-FORD (1976-77) 148 giu-19
944 S 134 feb-18 SINGER
959 111 ott-15 VANDEN PLAS
9 LE MANS 59 lug-10 PRINCESS 1300 54 feb-10
968 156 apr/mag-20
TYP 64 149 lug/ago-19 ŠKODA VOLKSWAGEN
PUMA 110 R (1976) 107 mag-15 1500 62 nov-10
GTV 58 giu-10 SPADA G40/60 85 mar-13
ZANZARA (1967) 73 dic-11/gen-12 GOLF GTI STORY 158 lug/ago-20
RELIANT GOLF III GTI 2 litri 112 nov-15*
SCIMITAR SABRE 135 mar-18 STANGUELLINI GOLF GTI 82 nov-12
RENAULT 1100 SPORT INTERNAZIONALE 60 ago/set-10 GOLF GTI MKI 140 ago/sett-18*
10 MAJOR 78 giu-12 STEYR-PÜCH GOLF GTI 1.6 (1981) 55 mar-10
4 CV 22 nov-06 500 129 lug-17 GOLF GTI 1.6 (1982) 89 lug-13
DAUPHINE-ALFA ROMEO 45 mar-09 650 37 mag-08 GOLF GTI 1.8 I SERIE 45 mar-09
DAUPHINE-GORDINI 81 ott-12 GOLF GTD 129 lug-17
FLORIDE / CARAVELLE 89 lug-13 STUDEBAKER KARMANN GHIA 29 lug-07
R4 31 ott-07 SKYHAWK 37 mag-08 KARMANN GHIA 150 set-19*
R4 TL 145 mar-19 SUNBEAM MAGGIOLONE 107 mag-15
R5 121 ott-16 1000 HP 126 apr-17 MAGGIOLINO 59 lug-10
R5 ALPINE 65 mar-11 ALPINE TIGER 154 feb-20 MAGGIOLINO (SPECIALE) 152 nov-19
R5 TURBO 17 mag-06 TIGER 46 apr-09 MAGGIOLINO 1200 TIPO 113 (1963) 93 dic-13/gen-14
R5 TURBO 125 mar-17 VENEZIA 104 feb-15 MAGGIOLINO CABRIO 1500 (1956) 79 lug-12
R5 TURBO (40 anni) 157 giu-20 SALZBURG RALLYE KÄFER (1973) 84 feb-13
R8 GORDINI 54 feb-10 SUZUKI SAMBA BUS 6 set/ott-04
R12 GORDINI 124 feb-17 4X4 LJ80 - SJ 413 64 feb-11 TL 1.6 28 giu-07
R16 68 giu-11 SAMURAI 150 set-19* VOLKSWAGEN-PORSCHE 914 3 mar/apr-04
SUPER5 GT TURBO 81 ott-12* TALBOT VOLKSWAGEN-PORSCHE 914 150 set-19*
RILEY SUNBEAM LOTUS 45 mar-09 VOLVO
2 1/2 LITRE (1951) 94 feb-14 LAGO 74 feb-12 122S “AMAZON” 85 mar-13*
9 “SPECIAL” (1936) 114 feb-16 TATRA 142 (1970) 122 nov-16
SPRITE 1.5 105 mar-15 244 GLE D6 34 feb-08
TATRA T77-T87-T97-T600-T603 25 mar-07
RMC 244 TURBO 66 apr-11
TECNO 480 135 mar-18
SEABROOK 136 apr-18
FORMULA 3 1969 E R. PETERSON 141 ott-18 780 COUPÉ 131 ott-17
ROLLS-ROYCE PV 544 31 ott-07
THEODORE
SILVER SHADOW 113 dic-15/gen-16 1800/1800 ES 21 ott-06
TR1 (1978) 152 nov-19
ROVER P 1800 74 feb-12
2000 TC 36 apr-08
TOJEIRO WILLIAMS
BRISTOL 34 feb-08
SAAB FW05-FORD (1976) 149 lug/ago-19
96 V4 85 mar-13* TOYOTA ZAZ
99-900 TURBO 130 ago/sett-17 2000 GT 152 nov-19 968 A/M 39 lug-08
SONETT & FACETT 75 mar-12 CELICA GT 1600 35 mar-08
SONETT III 20 ago/set-06 GT-ONE 155 mar-20 VARIE
SONETT III 123 dic-16/gen-17 RAV 4 (1994) 105 mar-15 AUTO A 2 TEMPI 26 apr-07
SPORT 800 112 nov-15 GP DI FRANCIA 1954 96 apr-14
SAFAF MICROCAR 86 apr-13
6CV (1933) 73 dic-11/gen-12 TRABANT
SPECIALE GRUPPO B 146 apr-19
SAM P60 54 feb-10 SPECIALE LANCIA
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Quarantacinque anni separano queste due auto da competizione, regine
delle corse. Le loro forme parlano dell’evoluzione dell’automobile, non
soltanto aerodinamica: l’auto a sinistra è spinta da un motore 12 cilindri 4.9
raffreddato ad aria; quella a destra da un V4 2.0 unito a un motore elettrico,
per una potenza totale quasi doppia.
312 P ufficiali e semi ufficiali; quattro Alfa scacchi ne sono passate a decine, spes- no liberi da intoppi di qualsivoglia tipo,
Romeo TT 33/3. Un’edizione talmente ric- so vincitrici. Come detto, diciannove in tanto da stabilire un record sulla distan-
ca e importante da richiamare l’attenzio- tutto, anche se due di queste, nel 1996 e za (oltre 5.335 km, 397 giri) che pareva im-
ne di Hollywood: Steve McQueen realizza 1997, soltanto come motore, montato sul- battibile; infatti ci vollero ben 39 anni per-
il suo cult-movie “Le Mans” in questa edi- la TWR-Joest, una eccezionale Sport na- ché fosse battuto, dall’Audi, nel 2010. E a
zione, iscrivendo addirittura una Porsche ta da un’operazione fatta di competenza tutt’oggi resta al terzo posto nella classi-
908/2 sotto le insegne della “Solar Produc- e fantasia (telaio delle Jaguar di qualche fica della maggior distanza percorsa. En-
tion”, per girare le immagini da dentro la anno prima, progettato da TWR e ricicla- trambe le vittorie, nel 1970 e 1971, arriva-
gara. Fu una gara eccezionale anche sot- to tagliando fisicamente il tetto della mac- rono per merito della 917 in versione “cor-
to il profilo della durezza: delle 51 partite, china per adeguarlo al regolamento della ta”, alla fine più competitiva rispetto a
soltanto 7 tagliarono il traguardo per esse- gara…). quella lunga, nonostante i numerosi ten-
re classificate. Rimarrà nella storia come tativi di messa a punto. Quest’ultima so-
“Clash of the titans”, lo scontro tra titani: Record luzione, che in teoria doveva essere più
protagonisti prototipi fino a 5 litri di cilin- La seconda volta della Porsche a Le Mans aerodinamica, si scontrò fin dal debutto,
drata, 600 e più Cv, con uno sforzo mai vi- fu immediata, nel 1971, con la vittoria an- nel 1969, con le ancora limitate conoscen-
sto prima da parte dei Costruttori in lizza. cora della 917 stavolta guidata da Helmut ze nell’applicazione delle leggi dell’aria
Da allora, di Porsche sotto la bandiera a Marko/Gijs van Lennep. I due gareggiaro- all’automobile. Sui lunghissimi rettilinei
DAVIDE E GOLIA
Il confronto diretto (sopra) tra la 917, a sinistra, e la 919 Hybrid del 2014 (a destra) permette di osservare la differenza di dimensioni delle due auto.
Per prima cosa si nota come il posto guida sulla 917 sia molto avanzato; inoltre sono assenti le ali, mentre l’auto moderna ha un alettone posteriore
enorme e un’altrettanto voluminosa “pinna”. La 917 è lunga 3905 mm, con un passo di 2330 mm ed è alta appena 940 mm; la 919 è lunga 4650 mm,
ha il passo di 2475 mm ed è alta 1050 mm. Il peso è di circa 800 kg contro 870, un dato incredibile se si pensa che sulla macchina moderna tutto
(motore a parte) è più grande e che il motore elettrico, i dispositivi che lo governano e soprattutto le batterie hanno un peso considerevole.
ecco il colpo di scena: l’americano torna ai d’occhio il tempo e il pilota tedesco torna dizione in tono minore della gara. Due 936
box con un pistone bucato da una valvo- in pista a 10 minuti dalla fine lasciando un sono riportate fuori dal museo Porsche
la. Tutto sembra perduto, ma Barth, che è filo di fumo e viaggiando, tra la trepidazio- all’ultimo momento per vincere di nuovo
anche ingegnere oltre che pilota, suggeri- ne generale, a meno di 100 km/h riuscendo ma, a corto di preparazione, si ritirano en-
sce di staccare alimentazione e accensio- nell’impresa, con 11 giri di vantaggio sulla trambe. L’anno dopo la Casa non è presen-
ne al cilindro danneggiato e di percorrere Mirage in seconda posizione. te in veste ufficiale, per non ostacolare i
ancora due giri per tagliare il traguardo: numerosi clienti privati iscritti con le 935.
a Le Mans bisogna infatti passare sotto la Eterna 936 Nel 1981, invece, cambiano di nuovo i re-
bandiera a scacchi per essere classificati, Nel 1978 è finalmente la volta della Re- golamenti e tra le Sport Prototipo appa-
e il cronometraggio scatta nel momento in nault di vincere a Le Mans. L’anno dopo re la classe del futuro, la Gruppo C (co-
cui le auto entrano ai box. L’unica accor- però Porsche è già di nuovo in cima al po- me consumo). Porsche ha un nuovo mo-
tezza è quella di non arrivare sul traguar- dio, con la 935, in pratica una 911 omolo- tore 2.6 turbo da provare per essere mon-
do la seconda volta prima dello scadere gata in Gr. 5. I regolamenti sono cambia- tato sulla nuova 956 del 1982. Protagoni-
delle 24 ore, altrimenti bisognerebbe per- ti di nuovo, favoriscono le cosiddette “Sil- sta è di nuovo il modello 936, che si presta
correre un altro giro di quasi 14 km. Così houettes”, cioè auto con aspetto esteriore a collaudare il motore… vincendo la ga-
sulla 936 si monta un orologio per tenere simile a quelle di serie. È comunque un’e- ra con Ickx/Bell. I quali si ripetono, con la
nuova macchina, l’anno dopo. Gli anni del Le regole permettono di omologare un’au- to delle prestazioni. Così Porsche aiuta
Gruppo C vedono un dominio totale del- to da corsa con la produzione di un model- il preparatore tedesco Dauer a omologa-
la Casa di Stoccarda, che vince la 24 Ore lo stradale… in esemplare unico! La Por- re una versione targata della sua 962, pro-
di Le Mans fino al 1987 senza interruzio- sche in realtà ne costruirà qualcuno in più, dotta su ordinazione, da schierare alla 24
ni, gli ultimi due anni con la 962 evoluzio- e quell’anno vince la gara con Aiello/Mc- Ore come GT. Così la 962 torna dal letargo
ne della 956. Macchine che sono anche un Nish/Ortelli. Nel frattempo però sono arri- e rivince, sette anni dopo, seppure con po-
business per la Porsche; nel 1984 in griglia vate altre vittorie: le due del 1996/97 di cui tenza limitata a circa 600 Cv (il suo motore
di partenza ce ne sono ben 16 esemplari! abbiamo detto più sopra, con la ex-Jaguar è quello che poi sarà montato dalle TWR);
motorizzata dal 6 cilindri boxer biturbo ri- i piloti sono Haywood/Dalmas/Baldi e bat-
Dauer ciclato dalla 962 e portato al limite dei 3 li- tono le Toyota ufficiali.
Segue un lunghissimo periodo di assen- tri e quella del 1994, ottenuta dal team Por- Dopo altri diciassette anni di assenza nel-
za da Le Mans in veste ufficiale, che du- sche ufficiale schierando una… Dauer. Il la classe di vertice, Porsche tornerà a vin-
ra fino al 1998 quando uno dei tanti episo- regolamento ammette in classe GT qualsi- cere nel triennio 2015-17 con la 919, stra-
di particolari a livello di regolamento por- asi auto abbia una corrispondente produ- tosferico prototipo ibrido: motore V4 di 2
ta la Porsche a iscrivere alla 24 Ore una GT zione stradale dimostrata, ancorché mini- litri da 500 Cv, abbinato a uno elettrico che
che sembra un prototipo… è la 911 GT-1. ma e adottando misure per il contenimen- restituisce fino a 400 Cv.
UN ANNO DA SUPEREROI
Monza Historic si è disputata giocoforza in tono minore, ma è già tanto che si sia corso
Inferiore al solito il numero di auto, ma molte sempre di altissimo livello
E poi c’era la BMW con i “colori” della Marvel… ad augurare un 2021 normale
DI RICCARDO TURCATO - FOTO REYNAUD GUILLAUME, PHOTO CLASSIC RACING E ALICE OSTI
I
n tempi normali, varcare Porta Veda- za, ma, a causa della pandemia di Covid19, siamo abituati quasi ovunque, e braccialet-
no è sempre un’emozione. Senti l’a- l’evento era a porte chiuse. Tutto era blin- to per poter proseguire. “Indossare la ma-
drenalina salire e sprigionarsi al pari dato e riservato ai team ed addetti del set- scherina potrebbe coprire la tua espres-
dei rumori dalla pista, dei profumi del tore media. sione. Sii italiano. Usa i gesti”.
box, dai colori delle tribune ed il brulica- A Porta Vedano quest’anno ad attenderci Era il simpatico cartello che ci ha accolti in
re dei tifosi. c’era un primo sbarramento di controllo. sala stampa, e che giocava sulla ben cono-
Quest’anno è stato particolarmente diver- Nome e cognome in lista, e via verso il par- sciuta gestualità italiana durante le discus-
so. Tristemente diverso. Abbiamo assisti- cheggio. Prima di entrare nella zona pad- sioni per ricordare a tutti che si gira solo
to al week-end di gara organizzato da Pe- dock, secondo controllo delle credenzia- con la mascherina portata correttamente
ter Auto all’autodromo nazionale di Mon- li, controllo della temperatura, a cui ormai sul volto.
Niente Ferrari
Nell’Endurance Racing Legends, che ve-
de in pista le auto più giovani e veloci
dell’evento, a svettare in entrambe le gare
è stata la bellissima Dallara SP1 del 2001
dell’ex-team Oreca Playstation. Il prototi-
po SP1 della casa dell’ingegner Gian Pa-
olo Dallara, che faceva parte della clas-
se LMP900 ad inizio 2000, fu pensato per
Torneremo! della BMW Alpina 3.0 CLS, del team Le- ti siamo stati nel nostro quotidiano supe-
Tra le nostre pagine guardiamo al passa- gendary Racing, da dove fanno capolino reroi in questi mesi difficili.
to con la voglia di tuffarci nel futuro por- scintillanti supereroi Marvel, ci auguria- Da Monza, immagine più iconica pensia-
tando con noi emozioni e ricordi sempre mo che il prossimo anno possa essere mi- mo non possa esserci per sperare in un
vivi. Vogliamo quindi concludere con una gliore. Colorato e più gioioso. 2021 migliore, e sempre in pista. L’orga-
nota di speranza e di colore. È proprio il Con eventi non più a porte chiuse. Dove nizzazione Peter Auto ha già conferma-
caso di dirlo visto la vettura in questione. appassionati possano mischiarsi a pilo- to la tappa monzese anche per il prossi-
Ammirando la bellissima livrea speciale ti, meccanici ed addetti ai lavori. Noi tut- mo anno.
BERNINA EXPRESS
Giunto alla sesta edizione, Gran Turismo Bernina è un appuntamento fisso
per gli appassionati delle sportive più o meno antiche. Notevolissimo il livello delle 80 auto iscritte
TESTO E FOTO DI LUCA DANILO ORSI
D
al 17 al 20 settembre si è di- auto da sogno guidate da autentici appas- te a La Rosa, zona di partenza, rompen-
sputata la sesta edizione della sionati ed ex-piloti professionisti. do il silenzio surreale delle Alpi con l’urlo
classica cronoscalata “Bernina La prima giornata si è svolta al Grand Ho- dei motori lanciati tra una curva e l’altra
Gran Turismo”, la prima di que- tel Kempinsky di Sankt Moritz, dove i par- al massimo numero di giri.
sta nuova era Covid e uno dei pochissimi tecipanti e gli addetti stampa si sono in- Il ritrovo è fissato alle sette del mattino,
eventi automobilistici disputati nel 2020. contrati tra verifiche tecniche e cocktail c’è un po’ di nebbia, fa freddo e l’asfalto
Circa 80 partecipanti si sono divertiti lun- di benvenuto. non è al meglio, ma bastano poche curve
go il tortuoso percorso sulle Alpi Svizzere, Sabato e domenica, invece, sono inizia- per prendere confidenza.
una strada che collega il piccolo villaggio te le danze e dal paddock realizzato all’O- Come sempre l’Alfa Romeo è ben rappre-
alpino di La Rosa al Passo del Bernina; 80 spizio Bernina le vetture si sono trasferi- sentata: Giulia GTA, GTAm, una splendi-
Arancia meccanica
Nel suo sorprendente colore arancio con
sponsor storico Jaegermeister, spicca
un’incredibile BMW M1 Procar (configu- guidata da Andrea Klainguti, della fine de- Quintessenza da corsa
razione da corsa, Gr. 4, di cui furono pro- gli anni Venti, con la particolarità di ave- L’auto che più ci ha affascinati è, quasi
dotti soltanto una quarantina di esempla- re un cambio a preselezione: sul seletto- inutile dirlo, l’Alfa Romeo Giulia TZ2 del
ri) con il suo inconfondibile sei cilindri in re scegli la marcia che ritieni più adatta e 1965, evoluzione della TZ, più bassa e più
linea dal sound meraviglioso. Automo- al momento giusto basta spingere la fri- larga, ne sono state prodotte soltanto una
bile incredibile, tedesca nel marchio ma zione, “sfrizionare”, e la marcia si innesta. decina ma è una delle Alfa da corsa più af-
in pratica fatta in Italia: linea di Giugia- Da segnalare anche la partecipazione del fascinanti di sempre, quintessenza del mo-
ro, ingegnerizzazione di Dallara, telaio e mitico ex-pilota di Formula 1 Arturo Mer- torsport, che ha avuto purtroppo vita bre-
meccanica Lamborghini e infine motore zario, l’eterno cow-boy, a bordo di una ve, soppiantata dalla Giulia GTA, auto più
(capace di 900 Cv in omologazione Grup- Abarth 2000; c’è anche Stefan Johansson, adatta alle competizioni di tipo Turismo
po 5 sovralimentata) sviluppato da BMW ex-pilota Ferrari e McLaren e vincitore dove peraltro fu dominatrice per qualche
Motorsport. Tra le curiosità c’è una Riley, della 24 Ore di Le Mans nel 1997. anno. La TZ2, nonostante una cilindrata di
soli 1600 cc, dava filo da torcere ad auto di alla 1000 Km di Monza, dove la TZ2 vince nosciamo, ma ci vengono in mente la Ver-
cilindrata anche doppia; il bialbero in allu- la sua classe (prima vittoria di una lunga nasca Silver Flag che si disputa sui lunghi
minio eroga circa 170 Cv, su soli 630 kg di serie), settima assoluta con Bussinello/de rettilinei e sui tornanti della strada in sali-
peso. La particolarità di quest’auto è che Adamich. Pochi giorni prima, ai test di Le ta che collega Castell’Arquato a Vernasca.
alcune parti del telaio sono annegate nel- Mans, lo stesso Bussinello su TZ2 aveva Ma a favore della manifestazione svizzera
la carrozzeria in fibra di vetro, contribuen- fatto segnare il 14° tempo assoluto, risul- c’è anche il panorama mozzafiato delle Al-
do a irrigidire ulteriormente la struttura. tando più veloce anche di molti prototipi. pi, dove è meraviglioso il gioco continuo
La TZ inoltre ha ruote da 13” (da 15” sul- di luci e ombre e affascinante l’alternanza
la TZ) per diminuire le masse non sospe- Scenografia di sole e nuvole basse che ti circondano.
se e anche l’altezza della macchina, che Bernina Granturismo è una gara in salita e Tutto questo maestoso sfondo che la na-
qui è inferiore al metro. La velocità mas- la somiglianza con altre gare di auto d’epo- tura ha da offrire qui rende ancora più ma-
sima è di ben 250 km/h, l’esordio avviene ca è forte: forse perché è qualcosa che co- gica l’atmosfera della gara.
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Totale crediti verso clienti
ole e freddo hanno2.437.381 1.102.669
caratterizzato l’Histo- esigibili oltre l’esercizio successivo
gramma prevedeva come da tradizione Regolarità - 3.619
Totale costi della produzione 8.858.016 9.629.721
2) verso imprese controllate 7) debiti verso fornitori dignatetur
Differenza tra valore e costi della produzione sa sin rem
(A - B) (2.206.841) (2.149.273)
ric Ice Trophy disputato dal 1.235.374
esigibili entro l’esercizio successivo - 21 al 26 gennaio e 6 Ore per Youngtimer (1986-1994) in programma
esigibili entro l’esercizio successivo 3.910.708 4.131.334
C) Proventi e oneri finanziari debis nos dolorernati
- 1.235.374
Totale crediti verso imprese controllate Totale debiti verso fornitori 3.910.708 4.131.334
sulla pista ghiacciata di Altenmarkt, in Au-
5-bis) crediti tributari i primi due giorni; Historic Ice Trophy di Regolari-
9) debiti verso imprese controllate 17) interessi e altri oneri finanziari dolectur as quatusa
esigibili oltre l’esercizio successivo
220.451 219.542 esigibili entro l’esercizio successivo - 210.006 altri 172.960 211.317
stria: -15° C la temperatura
Totale crediti tributari 220.451 minima,
219.542 mante- tà (finomeo 33 della Scuderia del Portello affidata a
Totale debiti verso imprese controllate - 210.006 Totale interessi e altri oneri finanziari picima sin porum 172.960 ario211.317
5-ter) imposte anticipate 159.243
nuta per tutta la settimana e che 159.243
ha garantito un fon- 12) debiti tributari
Gianmaria Gabbiani, Totale proventi e oneri finanziari magniendae porror
5-quater) verso altri esigibili entro l’esercizio successivo - 560.000 (15 + 16 - 17 + - 17-bis) (172.960) (211.317)
do perfetto. Circuito ridisegnato,
690.370più 266.640
esigibili entro l’esercizio successivo tecnico e di lar- esigibili oltre l’esercizio successivo - 6.211.934 Risultato prima delle imposte (A - B + molupit
- C + - D) ressimusa con
(2.379.801) (2.360.590)
Totale crediti verso altri 690.370 266.640 Totale debiti tributari 7.456.996 6.771.934 21) Utile (perdita) dell’esercizio pe nation(2.379.801)
reiur? Quiasped
(2.360.590)
ghezza aumentata, per la 15^
Totale crediti edizione:
3.507.445 2 km per le
2.983.468 Titoletto nel testo
13) debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale *** ex expliti onsendion
IV - Disponibilità liquide esigibili entro l’esercizio successivo - 350.000 RICAVI DELLE VENDITE PER PRESTAZIONI:
gare di Regolarità, quasi 3 per le
1) depositi bancari e postali prove18.675
21.524 di durata. fa Romeo 33 della Scuderia del Portello
esigibili oltre l’esercizio successivo affidata
Ricavi della vendita di copie: a
- 2.409.372 planiendent faccabo.
€ 3.041.391
3) danaro e valori in cassa 108 932 Ricavi della vendita di spazi pubblicitari:
Totale debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale Feriora € 3.151.737
num repudia
Ottantadue equipaggi provenienti
Totale disponibilità liquide 21.632
da19.607
sette nazioni Gianmaria Gabbiani, Francesco Alliero
- Diretta
3.733.792 2.759.372 € 372.338
europee hanno trovato pane per i loro denti: il pro-
Totale attivo circolante (C) 5.059.069 4.533.067 14) altri debiti - Tramite concessionaria di pubblicità € 2.779.399
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Potenza: 108 CV - Km: 58000 - Prezzo: 14500 Euro Potenza: 95 CV - Km: N/D - Prezzo: 22500 Euro Potenza: 89 CV - Km: N/D - Prezzo: 33500 Euro
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Potenza: 89 CV - Km: N/D - Prezzo: 28000 Euro Potenza: 102 CV - Km: 97000 - Prezzo: 20000 Euro Potenza: 80 CV - Km: 1100 - Prezzo: 63000 Euro
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Potenza: 150 CV - Km: 200000 - Prezzo: 10000 Euro Potenza: 85 CV - Km: 51200 - Prezzo: 14000 Euro Potenza: 118 CV - Km: 126000 - Prezzo: 16000 Euro
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Potenza: 197 CV - Km: 154700 - Prezzo: 12500 Euro Potenza: 140 CV - Km: 125000 - Prezzo: 3500 Euro Potenza: 30 CV - Km: 100 - Prezzo: 17500 Euro
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FIAT 500 L (1973) FIAT 500 R (1975) FIAT 508 C Balilla 1100 (1937)
Potenza: 18 CV - Km: 19302 - Prezzo: 8600 Euro Potenza: 18 CV - Km: 45042 - Prezzo: 6500 Euro Potenza: 32 CV - Km: N/D - Prezzo: 38000 Euro
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FIAT 600 (1958) FIAT 600 D Multipla (1962) FIAT 850 Coupe (1966)
Potenza: 22 CV - Km: 115000 - Prezzo: 4300 Euro Potenza: 29 CV - Km: N/D - Prezzo: 32000 Euro Potenza: 47 CV - Km: 10380 - Prezzo: 8500 Euro
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FIAT Campagnola (1970) FIAT Ghia 500 Jolly (1968) FIAT Ghia 500 Jolly (1970)
Potenza: 63 CV - Km: 79000 - Prezzo: 14500 Euro Potenza: 18 CV - Km: N/D - Prezzo: 20000 Euro Potenza: 18 CV - Km: N/D - Prezzo: 20000 Euro
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FIAT Panda 4x4 (1983) Ford Mustang 289 (1965) Glas Goggomobil T 250 (1966)
Potenza: 49 CV - Km: 120000 - Prezzo: 4900 Euro Potenza: 228 CV - Km: 70000 - Prezzo: 36800 Euro Potenza: 14 CV - Km: 50863 - Prezzo: 6490 Euro
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Potenza: 304 CV - Km: 36000 - Prezzo: 69000 Euro Potenza: 224 CV - Km: 53526 - Prezzo: 55000 Euro Potenza: 213 CV - Km: N/D - Prezzo: 135000 Euro
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Jeep Comanche 2.1 (1989) Jeep Grand Wagoneer (1990) Lancia 2000 (1971)
Potenza: 80 CV - Km: 180000 - Prezzo: 18500 Euro Potenza: 145 CV - Km: 45000 - Prezzo: 31000 Euro Potenza: 115 CV - Km: 40000 - Prezzo: 7500 Euro
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Lancia Ardea (1949) Lancia Aurelia B12 (1954) Lancia Aurelia B21 (1952)
Potenza: 30 CV - Km: N/D - Prezzo: 15000 Euro Potenza: 87 CV - Km: N/D - Prezzo: 49000 Euro Potenza: 70 CV - Km: N/D - Prezzo: 45000 Euro
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Potenza: 100 CV - Km: N/D - Prezzo: 6000 Euro Potenza: 118 CV - Km: 50000 - Prezzo: 25000 Euro Potenza: 92 CV - Km: 60000 - Prezzo: 15000 Euro
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Lancia Fulvia (1971) Lancia Fulvia Coupe HF 1.6 (Lusso) (1971) Lancia Fulvia Montecarlo (1972)
Potenza: 87 CV - Km: 43889 - Prezzo: 5000 Euro Potenza: 115 CV - Km: 35000 - Prezzo: 43000 Euro Potenza: 90 CV - Km: 1600 - Prezzo: 26000 Euro
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Lancia Thema Turbo 16V (1989) Land Rover Range Rover Classic (1981) Lotus Elan SE (1991)
Potenza: 177 CV - Km: 155000 - Prezzo: 7500 Euro Potenza: 132 CV - Km: N/D - Prezzo: 10000 Euro Potenza: 167 CV - Km: 115000 - Prezzo: 19000 Euro
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Mercedes-Benz 280 SL (1984) Mercedes-Benz 350 SLC (1973) Mercedes-Benz 380 SE (1981)
Potenza: 185 CV - Km: 156000 - Prezzo: 38500 Euro Potenza: 200 CV - Km: 180000 - Prezzo: 13800 Euro Potenza: 218 CV - Km: 224000 - Prezzo: 10000 Euro
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Mercedes-Benz E 200 T (1995) Mercedes-Benz S 55 AMG (2002) Mercedes-Benz SLK 200 Kompressor (2000)
Potenza: 136 CV - Km: 204145 - Prezzo: 7500 Euro Potenza: 360 CV - Km: 109642 - Prezzo: 15950 Euro Potenza: 163 CV - Km: 210000 - Prezzo: 5400 Euro
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Mini Cooper 1.3i (1996) Morgan 4/4 1600 (1990) Morgan 4/4 Serie I Special (1939)
Potenza: 63 CV - Km: 77 - Prezzo: 6500 Euro Potenza: 95 CV - Km: 32000 - Prezzo: 45000 Euro Potenza: 40 CV - Km: 99999 - Prezzo: 29900 Euro
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Morgan Plus 4 (1960) Morgan Plus 4 (1967) Morris Mini Traveller (1966)
Potenza: 104 CV - Km: N/D - Prezzo: 37900 Euro Potenza: 104 CV - Km: 200 - Prezzo: 40000 Euro Potenza: 80 CV - Km: N/D - Prezzo: 9900 Euro
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Porsche 356 C 1600 (1964) Porsche 356 C 1600 SC (1963) Porsche 356 C 1600 SC (1965)
Potenza: 75 CV - Km: 50 - Prezzo: 130000 Euro Potenza: 95 CV - Km: 100 - Prezzo: 135000 Euro Potenza: 95 CV - Km: 3 - Prezzo: 140000 Euro
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Porsche 911 2.0 T (1969) Porsche 911 2.4 T (1972) Porsche 911 Carrera (2001)
Potenza: 110 CV - Km: 50 - Prezzo: 125000 Euro Potenza: 140 CV - Km: 18000 - Prezzo: 99000 Euro Potenza: 300 CV - Km: 149000 - Prezzo: 26500 Euro
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Porsche 911 Carrera 4 (1991) Porsche 911 Carrera 4S (WLS) (1996) Porsche 914/4 1.7 (1970)
Potenza: 250 CV - Km: N/D - Prezzo: 65000 Euro Potenza: 300 CV - Km: 85 - Prezzo: 119500 Euro Potenza: 80 CV - Km: 60000 - Prezzo: 30000 Euro
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Rolls-Royce Silver Cloud III (1964) Rolls-Royce Silver Shadow James Young (1967) Standard 12hp Tilly (1943)
Potenza: 165 CV - Km: 42000 - Prezzo: 74000 Euro Potenza: 178 CV - Km: 84813 - Prezzo: 85000 Euro Potenza: 12 CV - Km: N/D - Prezzo: 29000 Euro
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Triumph 2000 Roadster (1949) Triumph Spitfire 1500 (1978) Triumph TR 3A (1961)
Potenza: 68 CV - Km: N/D - Prezzo: 35000 Euro Potenza: 72 CV - Km: 74000 - Prezzo: 9500 Euro Potenza: 100 CV - Km: N/D - Prezzo: 34900 Euro
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Triumph TR 4 (1964) Volkswagen Golf I 1.5 (1974) Volkswagen Käfer 1200 A (1965)
Potenza: 100 CV - Km: N/D - Prezzo: 40000 Euro Potenza: 70 CV - Km: 130000 - Prezzo: 19900 Euro Potenza: 34 CV - Km: N/D - Prezzo: 16900 Euro
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Potenza: 40 CV - Km: 13000 - Prezzo: 12000 Euro Potenza: 34 CV - Km: 1500 - Prezzo: 24500 Euro Potenza: 50 CV - Km: 16800 - Prezzo: 44000 Euro
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ABARTH (Italia) 1900 Super Sprint 2a / 3a serie 1954/56 1975 / 115 86.000 „„„ „„„ =
MONOMILLE 1900 M AR/51 - AR/52 Matta 1951/59 1884 / 65 20.000 „„ „„ =
Monomille Scorpione 1961/62 982 / 60 45.000 „„„ „„ = GIULIETTA E DERIVATE
Monomille GT 1962/65 982 / 60 48.000 „„„ „„ = Giulietta 1955/59 1290 / 50 16.000 „„ „„ =
DERIVATE FIAT 500 Giulietta TI 1957/59 1290 / 65 18.000 „„„ „„ =
500 derivazione Abarth 1957/63 479 / 22 20.000 „„„ „„„ + Giulietta 2a serie 1959/61 1290 / 53 14.000 „„ „„ =
595 D / F / L 1963/71 594 / 27 23.000 „„„ „„ + Giulietta TI 2a serie 1959/61 1290 / 65 15.500 „„„ „„ =
595 D / F / L SS 1964/71 594 / 32 26.000 „„„ „„„ + Giulietta 3a serie 1961/65 1290 / 62 13.000 „„ „„ =
695 D / F 1964/66 689 / 30 30.000 „„„ „„ + Giulietta TI 3a serie 1961/65 1290 / 74 14.500 „„„ „„ =
695 D / F / L SS 1964/71 689 / 38 37.000 „„„ „„„ + Giulietta Sprint 1954/59 1290 / 65 60.000 „„„ „„„ =
695 F SS Assetto Corsa 1965/71 689 / 38 40.000 „„„ „„„ + Giulietta Sprint Veloce 1956/59 1290 / 80 47.000 „„„ „„„ =
500 coupé Zagato 1957/59 479 / 23 59.000 „„„ „„ + Giulietta Sprint 2a serie 1959/62 1290 / 79 39.000 „„„ „„„ =
DERIVATE FIAT 600 Giulietta Sprint Veloce 2a serie 1959/62 1290 / 96 53.000 „„„ „„„ =
850 TC 1960/66 847 / 52 30.000 „„„ „„„ + 1300 Sprint 1964/65 1290 / 79 36.500 „„„ „„ =
850 TC Nürburgring Corsa 1962/66 847 / 57 35.000 „„„ „„„ + Giulia Sprint 1962/65 1570 / 91 41.000 „„„ „„ =
1000 TC 1962/66 982 / 60 39.000 „„„ „„„ + Giulietta Spider 1956/59 1290 / 65 54.000 „„„ „„„ =
1000 TC Corsa 1962/66 982 / 88 55.000 „„„ „„„ + Giulietta Spider Veloce 1956/59 1290 / 80 60.000 „„„ „„„ =
750 coupé Zagato 1956/62 747 / 44 70.000 „„„ „„ + Giulietta Spider 2a serie 1959/61 1290 / 79 52.000 „„„ „„„ =
750 spider Zagato 1956/62 747 / 44 88.000 „„„ „„ + Giulietta Spider Veloce 2a serie 1959/61 1290 / 96 54.000 „„„ „„„ =
DERIVATE FIAT 850 Giulietta Spider 3a serie 1961/62 1290 / 79 49.000 „„„ „„„ =
OT 850 1964/68 847 / 52 16.000 „„„ „„ + Giulietta Spider Veloce 3a serie 1961/62 1290 / 96 60.000 „„„ „„„ =
OT 1000 1964/68 982 / 60 18.000 „„„ „„ + Giulia Spider 1962/64 1570 / 90 44.000 „„„ „„„ =
OT 1000 coupé 1965/71 982 / 60 27.000 „„„ „„ + Giulia Spider Veloce 1964/65 1570 / 112 59.000 „„„ „„„ =
OTR 1000 coupé 1965/71 982 / 74 38.000 „„„ „„„ + Giulietta SS 1958/62 1290 / 100 77.000 „„„ „„„ =
OTS 1000 coupé 1966/71 982 / 80 29.000 „„„ „„„ + Giulietta SZ 1960/61 1290 / 100 220.000 „„„ „„„ =
1000 radiale 1966/71 982 / 90 50.000 „„„ „„„ + Giulietta SZ coda tronca 1961/63 1290 / 100 280.000 „„„ „„„ =
OT 1300 1966/71 1280 / 75 28.000 „„„ „„„ + Giulia SS 1962/65 1570 / 112 78.000 „„„ „„„ =
DERIVATE SIMCA 2000 / 2600 E DERIVATE
Simca 1300 1961/66 1288 / 125 150.000 „„„ „„„ + 2000 berlina 1957/62 1975 / 105 14.000 „„ „ =
Simca 2000 1964/66 1946 / 185 180.000 „„„ „„„ + 2000 Sprint 1959/62 1975 / 115 30.000 „„ „„ =
AC (Regno Unito) 2000 Spider 1957/62 1975 / 115 56.000 „„ „„ =
2600 berlina 1962/68 2584 / 130 16.000 „„ „ =
2-LITRE 2600 Sprint 1962/66 2584 / 145 42.000 „„ „„ =
2-Litre 2p / 4p 1947/58 1991 / 75 45.000 „ „ = 2600 Spider 1962/66 2584 / 145 70.000 „„ „„ =
2-Litre coupé 1947/58 1991 / 75 54.000 „ „ = 2600 SZ 1963/66 2584 / 145 160.000 „„„ „„„ =
ACE E DERIVATE GIULIA BERLINA E DERIVATE
Ace / Aceca 1953/56 1991 / 90 70.000 „ „„ = Giulia TI 1962/66 1570 / 90 14.000 „„ „„ +
Ace / Aceca 2.0 Bristol 1956/61 1971 / 120 100.000 „ „„ = Giulia 1600 TI 1966/68 1570 / 90 13.000 „„„ „„ +
Ace / Aceca 2.6 Ford 1961/64 2553 / 170 85.000 „ „„ = Giulia Super 1965/72 1570 / 98 12.000 „„„ „„ +
Greyhound 2.0 Bristol 1956/61 1971 / 120 55.000 „ „„ = Giulia 1600 S 1968/70 1570 / 96 10.000 „„„ „„ +
Greyhound 2.6 Ford 1961/64 2553 / 170 55.000 „ „„ = Giulia TI Super 1963/64 1570 / 112 38.000 „„„ „„„ +
COBRA E DERIVATE Giulia 1300 1964/72 1290 / 80 9.000 „„ „„ +
Cobra 260 1962/63 4261 / 265 480.000 „„„ „„„ = Giulia 1300 TI 1966/72 1290 / 85 10.000 „„„ „„ +
Cobra 289 1963/68 4727 / 270 890.000 „„„ „„„ = Giulia 1300 Super 1970/72 1290 / 88 10.500 „„„ „„ +
Cobra 427 1964/65 6984 / 425 750.000 „„„ „„„ = Giulia Super 1.3 1972/74 1290 / 88 9.000 „„ „„ =
Cobra 427 s/c 1964/65 6984 / 480 750.000 „„„ „„„ = Giulia Super 1.6 1972/74 1570 / 104 10.000 „„ „„ =
Cobra 428 1965/66 6997 / 390 550.000 „„„ „„„ = Nuova Super 1.3 1974/77 1290 / 88 7.000 „„ „ =
427 coupé / convertibile 1965/67 6997 / 350 300.000 „„„ „„„ = Nuova Super 1.6 1974/77 1570 / 104 8.000 „„ „ =
428 coupé / convertibile 1967/73 7016 / 345 250.000 „„„ „„„ = Nuova Super Diesel 1976/78 1760 / 50 5.000 „„„ „„ =
ALFA ROMEO (Italia) Giulia TI giardinetta Colli 1963/68 1570 / 90 21.000 „„ „„„ =
1900 E DERIVATE 1750 1968/74 1779 / 114 10.000 „„ „„ =
1900 1951/54 1884 / 80 26.000 „„ „„ = 2000 1971/74 1962 / 131 10.000 „„ „„ =
1900 TI 1952/54 1884 / 90 30.000 „„„ „„ = 2000 2a serie 1974/76 1962 / 128 9.500 „„ „„ =
1900 Super 1954/59 1975 / 90 32.000 „„ „„ = GIULIA GT E DERIVATE
1900 TI Super 1954/59 1975 / 115 110.000 „„„ „„ = Giulia Sprint GT 1963/66 1570 / 106 26.000 „„ „„ =
1900 Sprint 1a / 2a serie 1952/54 1884 / 90 120.000 „„„ „„„ = Giulia Sprint GT Veloce 1965/68 1570 / 110 27.500 „„ „„ =
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