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Secondo dopoguerra in Italia tra arte e design

SECONDO DOPOGUERRA IN ITALIA


La situazione

 Riavviare produzione agricola


 Riparare strade e ferrovie
 Riconvertire le industrie
 Ripristinare la democrazia
 Monarchia o repubblica?
Nuovi schieramenti politici e guerra fredda
2 giugno 1946 REPUBBLICA
UMBERO II DI SAVOIA
Ultimo re d’Italia

ENRICO DE NICOLA
primo presidente
LA COSTITUZIONE ITALIANA
I partiti politici del II dopoguerra in Italia

ALCIDE DE GASPERI PIETRO NENNI PALMIRO TOGLIATTI


Democrazia Cristiana Partito Socialista Partito Comunista
LE ELEZIONI POLITICHE DEL 1948
IL PIANO MARSHALL
IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

l’Italia: questa, infatti, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta conobbe un periodo di crescita
economica accelerata (che sarà soprannominato miracolo economico o, ancora più
sinteticamente, boom), che ne trasformò in maniera profonda il volto, facendola passare da Paese
a economia prevalentemente agricola a una delle principali potenze industriali dell’Occidente.
Paul Ginsborg, profondo conoscitore della storia italiana tra Otto e Novecento, ha scritto che in
quel periodo «il paesaggio rurale e urbano, così come le dimore dei suoi abitanti e i loro modi di
vita, cambiarono radicalmente» (1990; trad. it. 1989, p. 622). Il miracolo economico italiano
appare ancora oggi un fenomeno di notevoli dimensioni, qualunque dato numerico si voglia
prendere in considerazione. Rilevante è il fatto che tra il 1951 e il 1963 il prodotto interno lordo
(PIL) aumentò in media del 5,9% annuo (con un picco dell’8,3% nel 1961). Grazie a tale
accelerazione, l’Italia riuscì a superare nazioni europee come i Paesi Bassi (che nello stesso
periodo conobbero un tasso medio del 4,9%), la vicina Francia (4,4%) e persino la Gran Bretagna
(2,6%).
I fattori del boom economico

 Basso costo
 Disponibilità di manodopera
 Rinnovamento dei metodi e degli impianti produttici
 Nuove fonti di energia come petrolio e gas
 Ricerca scientifica applicata all’industria
 Le plastiche
1947 – 1957 i beni di consumo

Si diffondono l’automobile, la televisione e gli elettrodomestici


nelle case e si assiste alla rapida evoluzione del tenore di vita di
molti degli italiani.
IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

Fiat 500 Giardiniera prodotta dal 1957


IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

Fiat 600 Multipla


IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

Nuova Fiat 500 Prima Serie 1957


IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

Ermenegildo Preti, Isetta, 1953, Iso


IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

L’Isetta esibiva una ingegnosa soluzione d’accesso costituita da un unico ampio portellone
anteriore a cui erano fissati il volante e il piantone dello sterzo. Le sue dimensioni
rendevano più agevole il parcheggio. La parte meccanica era estremamente semplificata
perché utilizzava il motore riadattato della motocicletta Iso 200. L’Isetta rimase in
produzione solo per tre anni.
Lo sviluppo delle utilitarie favorì la ricerca nella produzione di vetture in serie: l’auto viene
costruita in gran numero secondo un processo a catena di montaggio che assemblava
componenti serializzate e prodotte a partite. Modelli come la Fiat 600 e la Nuova Fiat 500 furono
prodotte con componenti modulari e il medesimo motore applicati a entrambi i modelli affidando
la differenziazione della vettura al design della carrozzeria. Nel 1958 nacque il Centro stile Fiat
sul modello dello Styling Section della General Motors.
La vespa Piaggio (design Corradino D’Ascanio, 1946
IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

LA LAMBRETTA LA VESPA
AZIENDA PIAGGIO E LA RICONVERSIONE INDUSTRIALE
Durante la seconda guerra mondiale, l’Italia, aveva convertito le sue industrie a fini
bellici.
Alla fine della guerra le industrie devono riconvertirsi, tornando a produrre oggi di uso
quotidiano. Questo però non era affatto semplice. Infatti dopo 6 anni nel campo della
produzione bellica non si riusciva a tornare alla normalità tanto facilmente.
L’azienda Piaggio era un’azienda, che prima della seconda guerra mondiale era
impegnata nel campo dell’aereonautica.
Con la fine della guerra, la Piaggio decide di investire in nuovi mezzi di trasporto, che
potranno essere alla portata di tutti. In questo modo, Enrico Piaggio, un imprenditore,
chiama a lavorare per l’azienda nel 1945 l’ingegnere Corradino D’Ascanio (progettista
di elicotteri).

Corradino Enrico
D’Ascanio Piaggio
La vespa 98 CC Piaggio (design Corradino D’Ascanio, 1946)

Il nome si deve non solo alla forma


che richiama la vespa (insetto) ma
anche al ronzio emesso dal motore
carenato.

IL SUCCESSO DELLA VESPA E DELLA LAMBRETTA

•PIU’ COMODE DELLA MOTOCICLETTA


•DUE PASSEGGERI
•SIA PER UOMINI CHE PER DONNE
•STRADE CITTADINE ED EXTRAURBANE
•PREZZO ACCESSIBILE
VESPA 98 CC

Il primo scooter prodotto dall’azienda Piaggio fu la Vespa 98 CC. Il prototipo definitivo di


questo veicolo uscì nel settembre del 1945, mentre sul mercato, uscì nell’aprile del
1946.
VESPA 98 CC – CARATTERISTICHE TECNICHE

Cilindrata 98 cc
Potenza massima 3,2 cavalli a 4500 giri al minuto
Velocità massima 50 km/h
Scocca In lamiera d’acciaio, che copriva integralmente il motore e le
parti meccaniche principali
Motore Monocilindrico a due tempi con travaso unico e pistone
deflettore
Trasmissione A cardano o catena
Cambio Manuale in linea a tre marce
Manubrio senza rivestimenti in lamiera
Sospensioni Anteriore: posta sul lato sinistro della ruota.
Posteriore: non presente; funzione svolta dalle molle del sellino
Freni A tamburo
Ruote Superga tipo Spiga Cordé 4,00-10“
Optional Contachilometri
VESPA 98 CC

Il prezzo della Vespa era di 68.000 lire. Questo equivaleva a diversi mesi di lavoro di un
impiegato, tuttavia la possibilità del pagamento rateizzato fu uno stimolo notevole per le
vendite: la Vespa dette il primo impulso alla motorizzazione di massa in Italia.
VESPA 98 CC

Il prezzo della Vespa era di 68.000 lire. Questo equivaleva a diversi mesi di lavoro di un
impiegato, tuttavia la possibilità del pagamento rateizzato fu uno stimolo notevole per le
vendite: la Vespa dette il primo impulso alla motorizzazione di massa in Italia.
VESPA 125 E IL FILM VACANZE ROMANE

Enrico Piaggio convinsse i produttori e il regista


di «Vacanze romane» (1953) William Wyler ad
utilizzare per le riprese del film una Vespa (la
V30T, modello del 1952 ribattezzato «faro
basso» perché il fanale era posizionato sul
parafango): in origine Gregory Peck e Audrey
Hepburn, per spostarsi nella Capitale, avrebbero
dovuto utilizzare un calessino.
VESPA 125
VESPA 125

https://www.museopiaggio.it/it/collezioni/1-vespa/5-125-mod-51
VESPA 125 E IL FILM VACANZE ROMANE

L’idea di rendere protagonista la Vespa nel film “Vacanze Romane” fece parte di una campagna di
propaganda condotta dalla Piaggio che prevedeva anche un calendario con le pin up realizzato
dall’artista Franco Mosca e messa in palio nei premi a sorteggio e “spedita” su una moltitudine di
cartoline. 
VESPA 125 E IL FILM VACANZE ROMANE
LA VESPA E I MODS

Nel Regno Unito la Vespa divenne un vero e proprio oggetto di culto. All’inizio degli anni
sessanta era il messo preferito dei Mods (modaioli), una sottocultura giovanile
LA VESPA E I MODS
IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

L’autostrada A1 Milano-Napoli, anche chiamata autostrada del Sole, è la più lunga autostrada italiana in esercizio. Asse
meridiano principale della rete autostradale italiana, collega Milano a Napoli passando per Bologna, Firenze e Roma, per una
lunghezza complessiva di 761,3 km. Fu inaugurata il 4 ottobre 1964, sotto la presidenza del consiglio di Aldo Moro. È
interamente gestita da Autostrade per l’Italia. La posa della prima pietra risale al 19 maggio 1956. L’inaugurazione del primo
tronco, da Milano a Parma, risale al 7 dicembre 1958. L’apertura del tratto da Bologna a Firenze avvenne il 3 dicembre 1960. Quello
da Roma a Napoli, il 22 settembre 1962. L’intera opera venne completata il 4 ottobre1964, con l’apertura del tratto
fra Chiusi e Orvieto.
IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

AUTOSTRADA DEL SOLE


IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

AUTOSTRADA DEL SOLE


IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60

AUTOSTRADA DEL SOLE


RAI 1953

Alla caduta del regime fascista il governo provvisorio


operava per eliminare nomi e simboli che ricordassero il
regime. Così il 26 ottobre 1944 un decreto legislativo
eliminava la vecchia denominazione EIAR (Ente italiano
audizioni radiofoniche) che divenne Radio Audizioni
italiane S.P.A. Nel 1952 cominciarono i primi tentativi di
trasmissione televisiva, l’azienda divenne pubblica e dal
1953, per finanziare le trasmissioni pubbliche, venne
istituito il canone di abbonamento.  Il 28 ottobre 1953
viene inaugurata la sede Rai di Roma, e il primo
programma televisivo che entrò nelle case dei pochi
italiani che già avevano un apparecchio televisivo fu il film
di Rossellini “Roma città aperta”. Di qui le trasmissioni e
l’offerta televisiva divennero sempre maggiori: programmi,
film, quiz, le signorine buonasera e nel 1954 l’azienda
cambiò il suo nome in RAI, Radio Televisione Italiana.
IL CINEMA NEOREALISTA

Il neorealismo fu un movimento culturale che si sviluppò in Italia tra il 1945 e il 1951 ed ebbe nel cinema la sua
maggiore espressione.
Il neorealismo cinematografico italiano esercitò un vasto e duraturo impatto sull'intero cinema mondiale. L'Italia
era riuscita a liberarsi dal fascismo e dall'occupazione tedesca anche grazie a un enorme movimento di
resistenza che contribuì a creare un clima di speranza e di rinnovamento che si diffuse nell'ambiente
cinematografico.
IL CINEMA NEOREALISTA

I film neorealisti si distinsero seccamente dalla produzione precedente italiana e mondiale. Erano girati non nei
teatri di posa, ma anche nelle strade e nelle campagne. Proponevano storie che raccontavano le vicende
attraversate dall'Italia, la resistenza partigiana, le condizioni sociali delle classi più povere. Per la prima volta i
protagonisti erano degli operai, dei contadini, degli adolescenti, dei pensionati. Vennero impiegati in alcune
pellicole anche attori non professionisti. Non erano film di evasione, ma descrivevano criticamente la situazione
difficile attraversata dall'Italia, in un modo così fedele alla realtà che alcuni di quei film possono oggi essere visti
come documentari di un'epoca.
IL CINEMA NEOREALISTA

l neorealismo cominciò a guadagnarsi fama internazionale con Roma città aperta (r. di R.


Rossellini, 1945). I film più importanti di questo movimento furono Paisà (r. di R. Rossellini,
1946), Sciuscià (r. di V. De Sica, scen. di C. Zavattini, 1946), Germania anno zero (r. di R.
Rossellini, 1947), La terra trema (r. di L. Visconti, dal romanzo "I malavoglia" di G. Verga,
1948), Ladri di biciclette (r. di V. De Sica, scen. di C. Zavattini, 1948), Miracolo a Milano (r. di V.
De Sica, 1950), Umberto D. (r. di V De Sica, scen. di C. Zavattini, 1951). Riso amaro (r. di G. De
Santis, 1948) fu un tentativo di unire tematiche neorealiste a forme tipiche del melodramma
popolare.
La diffusione degli elettrodomestici

La diffusione degli elettrodomestici


come il frigorifero, la lavatrice,
l’aspirapolvere, la lucidatrice o gli
attrezzi per la pulizia della casa furono
non soltato una sfida dal punto di vista
della produzione industriale ma anche
una rivoluzione nella gestione del
tempo delle massaie italiane.
La prima lavatrice costruita in Italia fu
prodotta nel 1946 dai fratelli Fumagalli
che l’anno successivo fondarono la
celeberrima Candy. Nel 1947 l’azienda
produceva una lavatrice al giorno e nel
1957 una ogni 15 secondi.
La diffusione degli elettrodomestici e lo “spazio cucina”

Il design di questi nuovi oggetti portò a riconsiderare anche lo spazio della


cucina. Fino agli anni Cinquanta il frigorifero, la lavastoviglie, la lavatrice e in
parte la cucina a fornalli quasi non avevano precedenti nelle case degli italiani
i primi prodotti a circolare furono d’importanzione statunitense e contribuirono
alla diffusione di un modello, “la cucina americana” o “assempled kitchen”,
costituito da un nucleo compatto in cui gli elettrodomestici sono disposti in
batteria compendo l’area di lavoro; ovvero gli apparecchi diventano
componibili, assumendo altezza e dimensioni standard, vanno a costituire un
unico livello di piano.
Per questi nuovi oggetti i designer si misurarono con nuovi quesiti come
facilità d’uso, ergonomia, sicurezza, modularità e rapporto con l’ambiente
circostante. La cucina divenne presto uno spazio abitabile.
La diffusione degli elettrodomestici

Pietro Geranzani,
lavatrice Fullmatica,
Candy, 1959.
Compasso d’oro
1959
La diffusione degli elettrodomestici
La televisione

Nella trasformazione della sua


fisionomia da oggetto nascosto
ad artefatto autonomo ebbero un
ruolo significativo progettisti quali
Sergio Berizzi, Cesare Buttè e
Dario Montagni (modello
Phonola 1718, del 1956). Dagli
apparecchi delle principali
aziende produttrici tra gli anni
Cinquanta e Sessanta
(Radiomarelli, Phonola e
Brionvega, per esempio) si può
notare che il televisore è nato
come compenente all’interno del
mobile-radio, poi è stato
camuffato nei mobili contenitori e
infine è diventato a «tutto
schermo».
RADIOPHONOLA 547 (1940)

 La mostra L’apparecchio
radio allestita da Luigi
Caccia Dominioni e Livio e
Pier Giacomo Castiglioni
aprì al design il campo più
vasto del disegno
industriale. Qui i tre
architetti mostrarono la
radio Phonola 547 una
apparecchio fortemente
innovativo ed essenziale
nella forma.
Milano e la nascita del design italiano
 Finita la seconda guerra mondiale la città cerca rapidamente di
ricostruirsi.

 Ricostruire una città bombardata

 Classe sociale imprenditoriale e committenze

 Progettare gli interni delle case della borghesia imprenditoriale


nuovo input per realizzare nuovi oggetti
La Rinascente a Milano un punto di riferimento per il design
LA TRIENNALE DI MILANO VETRINA DEL DESIGN ITALIANO

Dopo il 1930 il palazzo della Triennale fu il luogo di confronto per la nascente


industria e assunse il ruolo di diffuzione e consacrazione del design e delle arti
applicate in Italia e nel mondo.
LA TRIENNALE DI MILANO EDIZIONE 1951-1954

Si consacrò agli occhi del mondo il «Bel design» italiano


LA RINASCENTE
IL COMPASSO D’ORO
LA RINASCENTE E IL COMPASSO D’ORO

- Fondata nel 1865 dai fratelli Ferdinando e Luigi Bocconi che aprirono un negozio
di stoffe e abiti confezionati in via Radegonda a Milano con il nome di Aux Villes
d’Italie che nel 1889 fu italianizzato in Alle città d’Italia.
- Il nome attuale si deve a Gabriele d’Annunzio che nel 1917 aveva ideato il nome
per sottolineare il rilancio nazionale della struttura.
- Nel Secondo dopoguerra la Rinascente riapre all’insegna di uno spirito moderno
ispirato agli stores americani. Il pubblico ora vi trovava un’ampia scelta
merceologica tra i quali spiccavano gli elettrodomestici. Il negozio tentò anche di
migliorare il gusto e orientare le scelte di acquisto degli italiani oltre a lanciare in
ambito internazionale i prodotti italiani.
- Nel 1951 l’ufficio acquisti della Rinascente partecipa alla rassegna “Made in Italy”
organizzata presso i grandi magazzini Macy’s di New York mentre nella sede
milanese, nel 1952, si apre la mostra “Saggio della qualità italiana” con l’intento di
incentivare tanto l’esportazione quanto il consumo interno.
Nel 1954 su un’idea di Gio Ponti e Alberto Rosselli viene istituito il premio
Compasso d’Oro gestito dal grande magazzino e destinato ai migliori prodotti del
design italiano. Albe Steiner ne disegna il logo, mentre il compasso (in oro 18 carati
e del peso di circa 100 grammi) assegnato ai premiati è progettato da Alberto
Rosselli e Marco Zanuso. La sua forma rimanda allo strumento usato dagli scultori
per determinare la sezione aurea del segmento limitato dalla sua apertura.
ASSOCIAZIONE PER IL DESIGN INDUSTRIALE

Nel 1956 viene fondata a Milano l’ADI (Associazione per il Design


Industriale) che riuniva professionisti, tecnici, industriali e critici del
settore dell’industrial design. L’obiettivo della nuova associazione è
quello di valorizzare e qualificare la figura professionale del designer. Dal
1958 gestisce il premio Compasso d’Oro precedentemente gestito dal
grande magazzino LaRinascente.
ASSOCIAZIONE PER IL DESIGN INDUSTRIALE
ASSOCIAZIONE PER IL DESIGN INDUSTRIALE

IL MUSEO
Azucena
 Nel 1947 a Milano Azucena è la prima azienda italiana per la produzione di
arredi. Viene elaborato un catalogo di prodotti in piccola serie che
contemplava maniglie, poltrone, lampade, tavoli e posacenere. Dopo
Azucena nacquero a Milano le prime importanti aziende come Arflex, Tecno,
Kartell e Zanotta e i primi negozi per la vendita. Nel giro di un decennio
furono aperti molti punti vendita alcuni monomarca dedicati a oggetti di
produzione in serie.
Luigi Caccia Dominoni
seduta Catilina (Azucena 1958)

Il nome dello storico marchio Azucena è


strettamente legato alla produzione di Luigi
Caccia Dominioni, l'architetto e designer
milanese che è tra i suoi fondatori. È tra i
suoi pezzi più celebri la seduta Catilina,
presentata nel 1957 alla XI Triennale di
Milano e considerata una pietra miliare nel
design italiano. La struttura è realizzata in
ferro modellato e verniciato a fuoco di
colore grigio. La base a ferro di cavallo
sostiene un cavalletto composto da tre
sottili tondini di metallo, connessi
all'estremità superiore da un nastro dello
stesso materiale. Il sedile ovale è in legno
laccato nero lucido, su cui poggia un
cuscino rivestito in pelle o tessuto. Il
risultato è una sedia elegante, essenziale e
senza tempo.
AZIENDA CASSINA

Adele Cassina

Cesare Cassina

Umberto Cassina

Franco Cassina
Showroom Cassina New York
Showroom Cassina Milano
CASSINA E GLI ARREDI NAVALI
CASSINA E GLI ARREDI NAVALI
Transatlantico Andrea Doria
CASSINA E GLI ARREDI NAVALI
Transatlantico Andrea Doria

Il salone delle feste


dell’Andrea Doria, varata
nel 1951 e affondata
cinque anni dopo al largo
delle coste statunitensi. I
progettisti delle sale di
prima classe, Gio Ponti e
Nino Zoncada, hanno
cercato l’integrazione
degli elementi d’arredo
con l’architettura della
nave.
CASSINA E GLI ARREDI NAVALI
Transatlantico Andrea Doria

La biblioteca di prima classe


del transatlantico Andrea
Doria è stata progettata da
Gustavo Pulitzer Finali nel
1953. Le sedute “Carnaro”,
con struttura di legno e
braccioli di paglia di Vienna,
sono state prodotte da
Cassina 
GIO’ PONTI, SEUPERLEGGERA, 1957, CASSINA
GIO’ PONTI, SUPERLEGGERA, 1957, CASSINA
Gio Ponti disegna nel 1957 la sedia Superleggera,
così chiamata perché composta da una struttura
esile e molto leggera in legno di frassino, che per
natura è molto flessibile. La superleggera è molto
resistente grazie all’ampia distanza tra le gambe.
Leggenda vuole che sia stata testata lanciandola
dal quarto piano di un edificio.
Il nome superleggera non è casuale, pesa infatti
appena 1,66 kg e si solleva con un dito.

Tra le particolarità che caratterizzano la sedia


superleggera Gio Ponti troviamo:

– lo schienale che si curva nella parte superiore


per accogliere la schiena e la seduta realizzata in
un materiale
inusuale.

– la canna d’india, tipico della sedia di Chiavari,


risalente al primo Ottocento, cui la Superleggera
si ispira.
GIO’ PONTI, SUPERLEGGERA, 1957, CASSINA
KARTELL

Kartell è un'azienda italiana fondata nel 1949 a Noviglio, nella città metropolitana di Milano, e produce mobili e
oggetti di disegno industriale ricercato in plastica. L'azienda è fondata da Giulio Castelli, Michele Pistorio ed Enos
Rastelli e comincia la propria attività producendo accessori per le auto e casalinghi in plastica. Il successo del
marchio si consolida negli anni sessanta. La consacrazione a livello internazionale arriva nel 1972 con la
partecipazione ad una mostra presso il Museum of Modern Art di New York dedicata all'arredamento made in
Italy, e i pezzi presentati in quell'occasione, disegnati da Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Marco Zanuso e Richard
Sapper fanno tuttora parte della collezione permanente del museo .
KARTELL: La paletta KS 1068 di Gino Colombini (1957)

Gino Colombini sviluppò questa praticissima paletta


usando il polistirene, un materiale rigido, durevole e
facile da produrre, e leggermente flessibile sotto
l’inevitabile sforzo che il suo uso comporta.
A differenza delle palette tradizionali, solitamente
formate da elementi separati, (un manico di legno e una
paletta di metallo) la leggera KS 1068 poteva essere
prodotta in un unico pezzo, con un processo di
stampaggio a iniezione della plastica assai più rapido e
che oltretutto moltiplicava le possibilità di realizzarla in
una varietà di colori attraenti.
L’intelligenza del design della paletta si palesa tutta nel
suo manico eretto, che evita a chi lo adopera di piegarsi
per raccogliervi polvere e spazzatura.
Come altri prodotti di Colombini, disponibili a un prezzo
accessibile, anche l’altemativa KS 1068 riscosse un
considerevole successo commerciale.
Enzo Mari, Calendario perpetuo Timor, Danese, 1954
Enzo Mari, Calendario perpetuo Timor, Danese, 1954

Il calendario perpetuo Timor (1967) non è un oggetto per persone disattente. Progettato da Enzo
Mari per Danese, questo non è un prodotto usa e getta. Mari lo pensò in risposta a quel
consumismo che iniziava nell’Italia del boom economico e di cui già allora il maestro era cosciente.
“I calendari perpetui presentano sempre alcune difficoltà sostanziali: occorre ricordarsi di
aggiornarli ogni giorno, richiedono interazione” dice il designer. “Il nostro scopo è fare di te un
partner” era infatti uno degli slogan del gruppo milanese dell’Arte Cinetica e Programmata, di cui
Mari faceva parte in quel periodo. Il calendario perpetuo di Enzo Mari è un oggetto di cui aver
cura e dedicare una piccola parte di ogni giornata. Stampato in un unico pezzo di ABS,
quest’oggettino di 15x6x9 cm si ispira alle segnaletiche ferroviarie che il progettista guardava da
bambino. La scelta della plastica coniuga etica ed estetica: Mari voleva un materiale leggero ed
economico, semplice da montare . La scelta del font Helvetica, prediletto da Mari e Danese per la
sua immediatezza, richiama invece la vastissima produzione del designer nell’ambito della
progettazione visiva: grafica editoriale, manifesti, agende, biglietti d’auguri. il calendario perpetuo
da tavolo prodotto da Danese resta un prodotto attualissimo.
Marcello Nizzoli, macchina da cucire Mirella (Necchi, 1957)
Marcello Nizzoli, macchina da cucire Mirella (Necchi, 1957)
Marcello Nizzoli, Olivetti lettera 22 1950

Precedentemente all'era dei computer per poter scrivere su un foglio di carta era necessario
possedere una macchina per scrivere. Nato alla fine del diciannovesimo secolo questo oggetto
impiegava dei dispositivi meccanici (anche elettrici ma solo in seguito) per imprimere sul foglio le
lettere ed i caratteri alfanumerici. La macchina per scrivere Lettera 22 della Olivetti fu la più
celebre macchina portatile dell'azienda torinese, nata negli anni cinquanta vinse premi in Italia ed
all'estero. La Lettera 22 fu un progetto dell'architetto e designer Marcello Nizzoli che collaborò con
l'ingegnere Giuseppe Beccio. Lo studio di progettazione produsse uno strumento leggero e
semplice da trasportare, rispetto alle ingombranti macchine per scrivere da scrivania, permettendo
ai giornalisti di redigere un pezzo sul luogo dove venivano inviati.
Marcello Nizzoli, Olivetti lettera 22 1950
Marcello Nizzoli, Olivetti lettera 22 1950 Marcello Nizzoli, Lexicon 80, 1948

Prima dell’uscita della Lettera 22 l’azienda Olivetti aveva progettato un anno


prima la Lexicon 80 destinata all’uso in ufficio. Era concepita come un attrezzo
massiccio per dare agli utenti un senso di sicurezza rispetto alle sue
prestazioni. La pesante carrozzeria metallica era caratterizzata da una forma
curva e scultorea.
Marco Zanuso, poltrona
Lady (Arflex, 1951)

Icona del design italiano degli anni '50, Lady è simbolo di una vera e propria innovazione stilistica, materica e
tecnologica. Per realizzarla, Marco Zanuso ha assemblato quattro parti imbottite rivestite separatamente. Così
facendo, tutti gli elementi strutturali si integrano nell'insieme costituito dal sedile, dallo schienale e dai braccioli, creando
un rivestimento omogeneo e completo. Piccolo capolavoro del made in Italy, Lady è stata premiata con la Medaglia d'Oro
alla IX Triennale di Milano del 1951, ottenendo l'immediato consenso della critica e il grande successo tra il pubblico. Il
suo segreto? Oltre a essere la prima poltrona rivestita in poliuretano espanso o gommapiuma, Lady ha introdotto il
molleggio: un plus in ambito di comfort, ottenuto con cinghie elastiche rinforzate. Infine, le sottili gambe in metallo
verniciato color alluminio rendono l'insieme leggero.
LE RIVISTE
Le riviste

 Sia le riviste specializzate come «Domus» fondata nel 1928 da Gio


Ponti sia quelle femminili ebbero un ruolo importante nella conoscenza
e nella diffuzione del «furniture design». Le seconde pubblicano le
case di personaggi celebri. Nel 1957 con «Arianna» e nel 1961 con
«Amica» si videro arredamenti realizzati con prodotti di serie e le novità
della produzione. Giò Ponti fu il primo a pubblicare arredi di serie.
Molte copertine di «Domus» tra il 1953 e il 1965 sono dedicate a Marco
Zanuso e Arflex. Nel 1954 nascono «La rivista dell’Arredamente» (poi
«Interni) e «Stile Industria» diretta da Alberto Rosselli e dedicata al
disegno industriale. Nel 1961 è la volta di «Casa Novità» che l’anno
seguente diventa «Abitare»
CAROSELLO 1957
ARTE ANNI ‘50 IN ITALIA

1946 1948
SPAZIALISMO ARTE CONCRETA

1950 1951
ORIGINE MOVIMENTO NUCLEARE
Alla fine degli anni Quaranta si aprì nell’arte europea una nuova stagione, che fu quella
dell’Informale. Il termine in Italia andò a descrivere esperienze artistiche in cui la
«pittura gestuale», «segnica» e «materica» caratterizzarono la produzione artistica degli
anni ‘50 e ‘60. Numerose mostre dedicate all’Informale furono organizzate a Milano. In
diverse gallerie milanesi nascono movimenti artistici di carattere informale.
ARTE ANNI ‘50 IN ITALIA

LUCIO FONTANA - SPAZIALISMO


ARTE ANNI ‘50 IN ITALIA

LUCIO FONTANA - SPAZIALISMO


ARTE ANNI ‘50 IN ITALIA

GIUSEPPE CAPOGROSSI Gruppo Origine


ARTE ANNI ‘50 IN ITALIA

ALBERTO BURRI - Gruppo Origine


ARTE ANNI ‘50 IN ITALIA

ENRICO BAJ – MOVIMENTO NUCLEARE


ARTE ANNI ‘50 IN ITALIA

MARIO RADICE – MAC: Movimento Arte Concreta


ARTE ANNI ‘50 IN ITALIA

LUIGI VERONESI – MAC: Movimento Arte Concreta

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