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ENRICO DE NICOLA
primo presidente
LA COSTITUZIONE ITALIANA
I partiti politici del II dopoguerra in Italia
l’Italia: questa, infatti, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta conobbe un periodo di crescita
economica accelerata (che sarà soprannominato miracolo economico o, ancora più
sinteticamente, boom), che ne trasformò in maniera profonda il volto, facendola passare da Paese
a economia prevalentemente agricola a una delle principali potenze industriali dell’Occidente.
Paul Ginsborg, profondo conoscitore della storia italiana tra Otto e Novecento, ha scritto che in
quel periodo «il paesaggio rurale e urbano, così come le dimore dei suoi abitanti e i loro modi di
vita, cambiarono radicalmente» (1990; trad. it. 1989, p. 622). Il miracolo economico italiano
appare ancora oggi un fenomeno di notevoli dimensioni, qualunque dato numerico si voglia
prendere in considerazione. Rilevante è il fatto che tra il 1951 e il 1963 il prodotto interno lordo
(PIL) aumentò in media del 5,9% annuo (con un picco dell’8,3% nel 1961). Grazie a tale
accelerazione, l’Italia riuscì a superare nazioni europee come i Paesi Bassi (che nello stesso
periodo conobbero un tasso medio del 4,9%), la vicina Francia (4,4%) e persino la Gran Bretagna
(2,6%).
I fattori del boom economico
Basso costo
Disponibilità di manodopera
Rinnovamento dei metodi e degli impianti produttici
Nuove fonti di energia come petrolio e gas
Ricerca scientifica applicata all’industria
Le plastiche
1947 – 1957 i beni di consumo
L’Isetta esibiva una ingegnosa soluzione d’accesso costituita da un unico ampio portellone
anteriore a cui erano fissati il volante e il piantone dello sterzo. Le sue dimensioni
rendevano più agevole il parcheggio. La parte meccanica era estremamente semplificata
perché utilizzava il motore riadattato della motocicletta Iso 200. L’Isetta rimase in
produzione solo per tre anni.
Lo sviluppo delle utilitarie favorì la ricerca nella produzione di vetture in serie: l’auto viene
costruita in gran numero secondo un processo a catena di montaggio che assemblava
componenti serializzate e prodotte a partite. Modelli come la Fiat 600 e la Nuova Fiat 500 furono
prodotte con componenti modulari e il medesimo motore applicati a entrambi i modelli affidando
la differenziazione della vettura al design della carrozzeria. Nel 1958 nacque il Centro stile Fiat
sul modello dello Styling Section della General Motors.
La vespa Piaggio (design Corradino D’Ascanio, 1946
IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60
LA LAMBRETTA LA VESPA
AZIENDA PIAGGIO E LA RICONVERSIONE INDUSTRIALE
Durante la seconda guerra mondiale, l’Italia, aveva convertito le sue industrie a fini
bellici.
Alla fine della guerra le industrie devono riconvertirsi, tornando a produrre oggi di uso
quotidiano. Questo però non era affatto semplice. Infatti dopo 6 anni nel campo della
produzione bellica non si riusciva a tornare alla normalità tanto facilmente.
L’azienda Piaggio era un’azienda, che prima della seconda guerra mondiale era
impegnata nel campo dell’aereonautica.
Con la fine della guerra, la Piaggio decide di investire in nuovi mezzi di trasporto, che
potranno essere alla portata di tutti. In questo modo, Enrico Piaggio, un imprenditore,
chiama a lavorare per l’azienda nel 1945 l’ingegnere Corradino D’Ascanio (progettista
di elicotteri).
Corradino Enrico
D’Ascanio Piaggio
La vespa 98 CC Piaggio (design Corradino D’Ascanio, 1946)
Cilindrata 98 cc
Potenza massima 3,2 cavalli a 4500 giri al minuto
Velocità massima 50 km/h
Scocca In lamiera d’acciaio, che copriva integralmente il motore e le
parti meccaniche principali
Motore Monocilindrico a due tempi con travaso unico e pistone
deflettore
Trasmissione A cardano o catena
Cambio Manuale in linea a tre marce
Manubrio senza rivestimenti in lamiera
Sospensioni Anteriore: posta sul lato sinistro della ruota.
Posteriore: non presente; funzione svolta dalle molle del sellino
Freni A tamburo
Ruote Superga tipo Spiga Cordé 4,00-10“
Optional Contachilometri
VESPA 98 CC
Il prezzo della Vespa era di 68.000 lire. Questo equivaleva a diversi mesi di lavoro di un
impiegato, tuttavia la possibilità del pagamento rateizzato fu uno stimolo notevole per le
vendite: la Vespa dette il primo impulso alla motorizzazione di massa in Italia.
VESPA 98 CC
Il prezzo della Vespa era di 68.000 lire. Questo equivaleva a diversi mesi di lavoro di un
impiegato, tuttavia la possibilità del pagamento rateizzato fu uno stimolo notevole per le
vendite: la Vespa dette il primo impulso alla motorizzazione di massa in Italia.
VESPA 125 E IL FILM VACANZE ROMANE
https://www.museopiaggio.it/it/collezioni/1-vespa/5-125-mod-51
VESPA 125 E IL FILM VACANZE ROMANE
L’idea di rendere protagonista la Vespa nel film “Vacanze Romane” fece parte di una campagna di
propaganda condotta dalla Piaggio che prevedeva anche un calendario con le pin up realizzato
dall’artista Franco Mosca e messa in palio nei premi a sorteggio e “spedita” su una moltitudine di
cartoline.
VESPA 125 E IL FILM VACANZE ROMANE
LA VESPA E I MODS
Nel Regno Unito la Vespa divenne un vero e proprio oggetto di culto. All’inizio degli anni
sessanta era il messo preferito dei Mods (modaioli), una sottocultura giovanile
LA VESPA E I MODS
IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60
L’autostrada A1 Milano-Napoli, anche chiamata autostrada del Sole, è la più lunga autostrada italiana in esercizio. Asse
meridiano principale della rete autostradale italiana, collega Milano a Napoli passando per Bologna, Firenze e Roma, per una
lunghezza complessiva di 761,3 km. Fu inaugurata il 4 ottobre 1964, sotto la presidenza del consiglio di Aldo Moro. È
interamente gestita da Autostrade per l’Italia. La posa della prima pietra risale al 19 maggio 1956. L’inaugurazione del primo
tronco, da Milano a Parma, risale al 7 dicembre 1958. L’apertura del tratto da Bologna a Firenze avvenne il 3 dicembre 1960. Quello
da Roma a Napoli, il 22 settembre 1962. L’intera opera venne completata il 4 ottobre1964, con l’apertura del tratto
fra Chiusi e Orvieto.
IL MIRACOLO ECONOMICO ANNI ‘50-’60
Il neorealismo fu un movimento culturale che si sviluppò in Italia tra il 1945 e il 1951 ed ebbe nel cinema la sua
maggiore espressione.
Il neorealismo cinematografico italiano esercitò un vasto e duraturo impatto sull'intero cinema mondiale. L'Italia
era riuscita a liberarsi dal fascismo e dall'occupazione tedesca anche grazie a un enorme movimento di
resistenza che contribuì a creare un clima di speranza e di rinnovamento che si diffuse nell'ambiente
cinematografico.
IL CINEMA NEOREALISTA
I film neorealisti si distinsero seccamente dalla produzione precedente italiana e mondiale. Erano girati non nei
teatri di posa, ma anche nelle strade e nelle campagne. Proponevano storie che raccontavano le vicende
attraversate dall'Italia, la resistenza partigiana, le condizioni sociali delle classi più povere. Per la prima volta i
protagonisti erano degli operai, dei contadini, degli adolescenti, dei pensionati. Vennero impiegati in alcune
pellicole anche attori non professionisti. Non erano film di evasione, ma descrivevano criticamente la situazione
difficile attraversata dall'Italia, in un modo così fedele alla realtà che alcuni di quei film possono oggi essere visti
come documentari di un'epoca.
IL CINEMA NEOREALISTA
Pietro Geranzani,
lavatrice Fullmatica,
Candy, 1959.
Compasso d’oro
1959
La diffusione degli elettrodomestici
La televisione
La mostra L’apparecchio
radio allestita da Luigi
Caccia Dominioni e Livio e
Pier Giacomo Castiglioni
aprì al design il campo più
vasto del disegno
industriale. Qui i tre
architetti mostrarono la
radio Phonola 547 una
apparecchio fortemente
innovativo ed essenziale
nella forma.
Milano e la nascita del design italiano
Finita la seconda guerra mondiale la città cerca rapidamente di
ricostruirsi.
- Fondata nel 1865 dai fratelli Ferdinando e Luigi Bocconi che aprirono un negozio
di stoffe e abiti confezionati in via Radegonda a Milano con il nome di Aux Villes
d’Italie che nel 1889 fu italianizzato in Alle città d’Italia.
- Il nome attuale si deve a Gabriele d’Annunzio che nel 1917 aveva ideato il nome
per sottolineare il rilancio nazionale della struttura.
- Nel Secondo dopoguerra la Rinascente riapre all’insegna di uno spirito moderno
ispirato agli stores americani. Il pubblico ora vi trovava un’ampia scelta
merceologica tra i quali spiccavano gli elettrodomestici. Il negozio tentò anche di
migliorare il gusto e orientare le scelte di acquisto degli italiani oltre a lanciare in
ambito internazionale i prodotti italiani.
- Nel 1951 l’ufficio acquisti della Rinascente partecipa alla rassegna “Made in Italy”
organizzata presso i grandi magazzini Macy’s di New York mentre nella sede
milanese, nel 1952, si apre la mostra “Saggio della qualità italiana” con l’intento di
incentivare tanto l’esportazione quanto il consumo interno.
Nel 1954 su un’idea di Gio Ponti e Alberto Rosselli viene istituito il premio
Compasso d’Oro gestito dal grande magazzino e destinato ai migliori prodotti del
design italiano. Albe Steiner ne disegna il logo, mentre il compasso (in oro 18 carati
e del peso di circa 100 grammi) assegnato ai premiati è progettato da Alberto
Rosselli e Marco Zanuso. La sua forma rimanda allo strumento usato dagli scultori
per determinare la sezione aurea del segmento limitato dalla sua apertura.
ASSOCIAZIONE PER IL DESIGN INDUSTRIALE
IL MUSEO
Azucena
Nel 1947 a Milano Azucena è la prima azienda italiana per la produzione di
arredi. Viene elaborato un catalogo di prodotti in piccola serie che
contemplava maniglie, poltrone, lampade, tavoli e posacenere. Dopo
Azucena nacquero a Milano le prime importanti aziende come Arflex, Tecno,
Kartell e Zanotta e i primi negozi per la vendita. Nel giro di un decennio
furono aperti molti punti vendita alcuni monomarca dedicati a oggetti di
produzione in serie.
Luigi Caccia Dominoni
seduta Catilina (Azucena 1958)
Adele Cassina
Cesare Cassina
Umberto Cassina
Franco Cassina
Showroom Cassina New York
Showroom Cassina Milano
CASSINA E GLI ARREDI NAVALI
CASSINA E GLI ARREDI NAVALI
Transatlantico Andrea Doria
CASSINA E GLI ARREDI NAVALI
Transatlantico Andrea Doria
Kartell è un'azienda italiana fondata nel 1949 a Noviglio, nella città metropolitana di Milano, e produce mobili e
oggetti di disegno industriale ricercato in plastica. L'azienda è fondata da Giulio Castelli, Michele Pistorio ed Enos
Rastelli e comincia la propria attività producendo accessori per le auto e casalinghi in plastica. Il successo del
marchio si consolida negli anni sessanta. La consacrazione a livello internazionale arriva nel 1972 con la
partecipazione ad una mostra presso il Museum of Modern Art di New York dedicata all'arredamento made in
Italy, e i pezzi presentati in quell'occasione, disegnati da Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Marco Zanuso e Richard
Sapper fanno tuttora parte della collezione permanente del museo .
KARTELL: La paletta KS 1068 di Gino Colombini (1957)
Il calendario perpetuo Timor (1967) non è un oggetto per persone disattente. Progettato da Enzo
Mari per Danese, questo non è un prodotto usa e getta. Mari lo pensò in risposta a quel
consumismo che iniziava nell’Italia del boom economico e di cui già allora il maestro era cosciente.
“I calendari perpetui presentano sempre alcune difficoltà sostanziali: occorre ricordarsi di
aggiornarli ogni giorno, richiedono interazione” dice il designer. “Il nostro scopo è fare di te un
partner” era infatti uno degli slogan del gruppo milanese dell’Arte Cinetica e Programmata, di cui
Mari faceva parte in quel periodo. Il calendario perpetuo di Enzo Mari è un oggetto di cui aver
cura e dedicare una piccola parte di ogni giornata. Stampato in un unico pezzo di ABS,
quest’oggettino di 15x6x9 cm si ispira alle segnaletiche ferroviarie che il progettista guardava da
bambino. La scelta della plastica coniuga etica ed estetica: Mari voleva un materiale leggero ed
economico, semplice da montare . La scelta del font Helvetica, prediletto da Mari e Danese per la
sua immediatezza, richiama invece la vastissima produzione del designer nell’ambito della
progettazione visiva: grafica editoriale, manifesti, agende, biglietti d’auguri. il calendario perpetuo
da tavolo prodotto da Danese resta un prodotto attualissimo.
Marcello Nizzoli, macchina da cucire Mirella (Necchi, 1957)
Marcello Nizzoli, macchina da cucire Mirella (Necchi, 1957)
Marcello Nizzoli, Olivetti lettera 22 1950
Precedentemente all'era dei computer per poter scrivere su un foglio di carta era necessario
possedere una macchina per scrivere. Nato alla fine del diciannovesimo secolo questo oggetto
impiegava dei dispositivi meccanici (anche elettrici ma solo in seguito) per imprimere sul foglio le
lettere ed i caratteri alfanumerici. La macchina per scrivere Lettera 22 della Olivetti fu la più
celebre macchina portatile dell'azienda torinese, nata negli anni cinquanta vinse premi in Italia ed
all'estero. La Lettera 22 fu un progetto dell'architetto e designer Marcello Nizzoli che collaborò con
l'ingegnere Giuseppe Beccio. Lo studio di progettazione produsse uno strumento leggero e
semplice da trasportare, rispetto alle ingombranti macchine per scrivere da scrivania, permettendo
ai giornalisti di redigere un pezzo sul luogo dove venivano inviati.
Marcello Nizzoli, Olivetti lettera 22 1950
Marcello Nizzoli, Olivetti lettera 22 1950 Marcello Nizzoli, Lexicon 80, 1948
Icona del design italiano degli anni '50, Lady è simbolo di una vera e propria innovazione stilistica, materica e
tecnologica. Per realizzarla, Marco Zanuso ha assemblato quattro parti imbottite rivestite separatamente. Così
facendo, tutti gli elementi strutturali si integrano nell'insieme costituito dal sedile, dallo schienale e dai braccioli, creando
un rivestimento omogeneo e completo. Piccolo capolavoro del made in Italy, Lady è stata premiata con la Medaglia d'Oro
alla IX Triennale di Milano del 1951, ottenendo l'immediato consenso della critica e il grande successo tra il pubblico. Il
suo segreto? Oltre a essere la prima poltrona rivestita in poliuretano espanso o gommapiuma, Lady ha introdotto il
molleggio: un plus in ambito di comfort, ottenuto con cinghie elastiche rinforzate. Infine, le sottili gambe in metallo
verniciato color alluminio rendono l'insieme leggero.
LE RIVISTE
Le riviste
1946 1948
SPAZIALISMO ARTE CONCRETA
1950 1951
ORIGINE MOVIMENTO NUCLEARE
Alla fine degli anni Quaranta si aprì nell’arte europea una nuova stagione, che fu quella
dell’Informale. Il termine in Italia andò a descrivere esperienze artistiche in cui la
«pittura gestuale», «segnica» e «materica» caratterizzarono la produzione artistica degli
anni ‘50 e ‘60. Numerose mostre dedicate all’Informale furono organizzate a Milano. In
diverse gallerie milanesi nascono movimenti artistici di carattere informale.
ARTE ANNI ‘50 IN ITALIA