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n° 98

Bimestrale - Anno XVI


Dicembre 2017 - Gennaio 2018
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di ogni soggetto e ritagliarlo applicandolo in modo adeguato seguendo le fotografie o dei buoni schemi di colorazione.

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Bimestrale
Dicembre 2017 - Gennaio 2018

Soggetto Scala Pag.


F-4EJ KAI Super Phantom di Francesco Miglietta 1/72 6 montaggio
ALBATROS - DV di Carlo Beltramini 1/48 12 montaggio
Bell Ah-1w Supercobra di Claudio De Bellis 1/35 20 montaggio
SU-25 K di Sergio Russo 1/48 34 montaggio
Dornier Do 217 di Marco Baltieri 1/72 40 montaggio
Lockheed F-117A “Gray Dragon” di Mattia Pancotti 1/72 50 montaggio

Rubriche
Scatole 56
Accessori 64

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B ene affermati nel mondo del modellismo militare, i prodotti specifici per l’invecchiamento fanno capolino anche nel-
l’algido modellismo aeronautico, suscitando non poche perplessità. Sempre più spesso vediamo inserzioni pubblicita-
rie del genere: “Per il tuo modello devi usare i nostri colori”. “Puoi avere un risultato solo usando i nostri prodotti per
l’invecchiamento”.
Ma è vero? Ne avete veramente bisogno? E se invece usassimo tutto quello che abbiamo a portata di mano? Colori
da artisti? Pennelli economici da unghie presi su Ebay? Strumenti anonimi? Qual è la vostra o, in questo caso, la
mia visione, l’idea dell’hobby?
Dico sinceramente di essere molto ma molto conservatore, i progetti che realizzo sovente li covo per anni se non
per decenni. Mi piace un tipo di modellismo piuttosto pulito, con una propensione al realismo piuttosto che all’ef-
fetto speciale, più preoccupato di scongiurare una resa giocattolosa piuttosto che stupire con pathos importanti e
difficili da gestire. D’altra parte mi ricordo sempre di quando leggevo su remotissime riviste modellistiche della mia
adolescenza della sterile polemica tra puristi che sostenevano solo la plastica essere degno materiale di miglioria
ed elaborazione “plastimodellistica” e quelli che invece se ne fregavano altamente usando di tutto.
Ora sono senz’altro di quest’ultimo parere, adoperiamo fotoincisioni, resine, materiali ultra sofisticati, strumenti
dedicati, set aggiuntivi e chi più ne ha più ne metta. Non vedrei problema alcuno nell’annoverare pure prodotti
specifici per l’invecchiamento. Perché no? Mi sembra che la questione sia un’altra: così come con certi strumenti
si raggiunge un buon risultato e con altri no, è pur vero che colature, trafilature, polvere, fango, fumi etc. vengo-
no bene se non benissimo usando prodotti specifici.
Il punto critico è il discernimento: nessun materiale supplisce a una buona tecnica e nessuna buona tecnica sup-
plisce a una chiarezza di obiettivi. In altre parole penso si debba aver presente dove si vuole arrivare col proprio
modello e poi lavorarci sopra usando tutto ciò che viene bene, compresa la polvere delle corna del diavolo, caso-
mai servisse! Non bisogna essere schiavi del consumismo ma non dobbiamo nemmeno farci venire il nervoso usan-
do pennelli che vanno si e no bene per scrostare il water! Scegliamo bene, ma per i nostri scopi usiamo tranquil-
lamente quanto di meglio c’è.
E con questi nobili intenti, non resta che augurare a tutti Buone Feste e uno splendido 2018 modellistico!
Thomas Abbondi
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F-4EJ KAI
SUPER PHANTOM
30 ANNIVERSARY 301TFS
TH

Il Phantom è un La scatola scelta dalla mia umile col-


lezione è la n. 01919 del catalogo
Prima di passare al montaggio vorrei
presentare un breve cenno storico
aereo che non Hasegawa, relativa all’F-4EJ KAI relativo a questo squadrone.
Super Phantom in scala 1/72. Parto Il 301st Tactical Fighter Squadron fu
dovrebbe mai man- subito alla ricerca sul web di più infor- formato in maniera provvisoria pres-
care nella collezione mazioni possibili in merito agli esem- so la base aerea di Hyakuri il 1° ago-
plari in carico alla JASDF, quando sto 1972, all’interno del 7th Air Wing,
di un modellista che vengo richiamato all’attenzione da inizialmente con due F-4EJ. Il primo
si rispetti, vuoi per mia moglie, che aveva visto l’immagi-
ne dell’esemplare super coloratissi-
corso di conversione operativa per i
futuri piloti di F-4EJ iniziò il 25 feb-
la sua storia e per la mo appartenente al 301st Tactical braio 1973, otto mesi prima della for-
sua vita operativa, Fighter Squadron in livrea comme-
morativa per il 30° anniversario
mazione a tutti gli effetti di questo
primo squadrone operativo, che
vuoi per le sue (1973-2003). Quale migliore occasio- avvenne il 16 ottobre. Il 2 marzo 1985
ne per accontentarla e quindi partire l’unità fu trasferita alla base aerea di
forme, per le sue alla ricerca delle decal, che subito ho Nyutabaru, presso il 5th Air Wing. Lo
versioni, fatto sta trovato: le produce la NBM, studiate squadrone è stato riequipaggiato con
proprio per il kit Hasegawa. Il corredo F-4EJ Kai Super Phantom nell’aprile
che quando si parla aftermarket si arricchisce con cockpit del 1991. Al 2013 lo 301st Squadron
di Phantom, per me, Aires 7272, scarichi e pozzetti Aires, risultava ancora in servizio attivo con
pitot Master, ruote True Details gli F-4EJ Kai a Nyutabaru e, dopo
l’inchino è d’obbli- TD72006 e mascherine Montex, oltre un'assenza di 31 anni, il 31 ottobre
go, così come met- a qualche particolare autocostruito
che vedremo più avanti.
2016 tornò al suo luogo di nascita, la

tere sul banco di


lavoro un bel kit.

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Montaggio

di
Francesco “bonovox”
Miglietta

Modello: HASEGAWA

Si inizia col cockpit in resina Aires 7272 dedicato alla versione USAAF “E”, con la relativa modifica dei pan-
nelli strumenti per portare il set alla versione EJ KAI Super Phantom. Nell’anteriore ho dovuto eliminare
parte della palpebra Aires per fare spazio a due display ai lati di una consolle centrale, modificando anche la
fotoincisione. La palpebra è stata rifatta con foglio d'alluminio. Nel pannello posteriore invece la modifica ha
interessato in scratch due display nella parte centrale e sul pannello del WSO. La colorazione del pit è in XF-
19 Tamiya leggermente schiarito, più lavaggi in nero a olio diluito. Dry-brush sui minuscoli bottoni delle con-
solle laterali e il cockpit è apparso terminato. Le seggiole hanno invece la struttura in nero e le varie imbotti-
ture in olive drab e olive green. Le cinghie sono state colorate sempre con grigio.

base aerea di Hyakuri.


Lo stemma di deriva è molto singola-
re ed è stato scelto in quanto, essen-
do il 301SQ basato inizialmente a
Hyakuri, località che si trova nei pres-
si del monte Tsukuba, in questo
posto fu trovata una particolare rana
denominata "Shirokuno-Gama".
Nella sciarpa della "Shirokuno-
Gama" ci sono alcune stelle nere,
tante quant’è il numero di reparto di
appartenenza, che inizialmente fu il
7th Air Wing (quindi sette stelle); tra-
sferitosi al 5th Air Wing di Nyutabaru,
le stelle raffigurate furono portate a
cinque.

Prima di inserire il pit all’interno della


fusoliera ho proceduto a sistemare il
vano carrello anteriore Aires, dedicato
però al modello Revell, operazione che
si è dimostrata un po' delicata visto che
ho dovuto assottigliare fino al limite
dello sfondamento il pavimento del vano
del pit Aires. Chiuse le parti del tronco
anteriore, montato anche il pezzetto del
cannone Vulcan che ho dovuto forare,
ho dato una livellata con cianoacrilica e
carta abrasiva.

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Si passa al secondo step del montaggio e cioè ai


tronconi posteriore e anteriore con le ali, e qui
comincia il bello. I gap lasciati dalle giunzioni tra le
ali e i due tronconi di fusoliera sono molto evidenti e
necessitano interventi di Milliput, cianoacrilica e
carte abrasive a gogò. Prima di incollare le due parti
delle ali ho dovuto inserire i due vani posteriori
Aires, assottigliandoli anch’essi al limite dello sfon-
damento.

Il primo intervento di miglioria ha


riguardato l’interno delle prese d’aria. Il
kit Hasegawa offre queste zone tappate
e una volta montate le prese d’aria si
vede benissimo che all’interno manca
qualcosa: la ventola del reattore. A que-
sto punto mi sono studiato un piccolo
stratagemma per come montare la ven-
tola nella parete del kit. Con l’aiuto di
plasticard e lamelline piccolissime, rica-
vate sempre dal famoso foglio di allumi-
nio, ho realizzato la semi-ventola (che
poi è quella che si intravede all’interno
del condotto), attaccandola alla parete
del kit. Montate le prese d’aria (anche
qui si è ricorso all’intervento delle carte
abrasive), con foglio di 0,25 mm di pla-
sticard tagliato a misura ho creato il
condotto interno. A lavoro finito il tutto
sembra davvero realistico.

Altro intervento di scratch ha


riguardato le due piccole prese
d’aria ai lati della fusoliera, ripro-
dotte con foglio d'alluminio, e
quelle posteriori in zona motori.

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Montaggio
Si separano i flap per il posiziona-
mento “a terra”, si definiscono le
ruote True Details, dotate già di
effetto “peso”, i carrelli e i tettucci
con PE Eduard; tramite striscioli-
ne di plasticard simulo sul rado-
me le lightning protection (pre-
senti sui modelli nipponici) e il
montaggio finisce con una ripresa
di tutte le pannellature perse con
la carteggiatura. Sono solito effet-
tuare un lavaggio preventivo
molto diluito prima della vernicia-
tura, in modo da verificare il giu-
sto ripristino delle pannellature.

VERNICIATURA
Eccoci giunti alla fase più bella del
modellismo, almeno per me: la verni-
ciatura. Vista la semplice colorazione
di questo special, che sarà coperto
dalle decal per un buon 70%, non ho
fatto altro che dipingere tutta la fuso-
liera superiore e posteriore di bianco
utilizzando il Mr. Base with 1000 della
Gunze: si stende perfettamente,
coprente già con un paio di passate,
lo si può lisciare e trattare come un
normale colore acrilico. Solo la deriva
e il radome sono stati colorati di
Black Tamiya X-1. La parte metallica
della zona motori è stata verniciata
con Alclad Aluminium e con Jet
Exhaust per le palpebre dei reattori.
Una piccola variante di colore a tutto

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quell’ammasso di plastica bianca è motori. ma qui la NBM ha commesso sono dovuto ricorrere a misture un
arrivata dalla colorazione dei due ser- un piccolo errore di lunghezza: non po' più dense, aiutandomi in alcuni
batoi subalari. Infatti, come da imma- ha calcolato la colorazione bianca punti anche con una mina da matita.
gini in rete, i due serbatoi hanno rice- della fusoliera e del raggio rosso, che
vuto un trattamento con grigio H308 in questo esemplare si estende fino Sigillato il tutto con passaggi di lucido
seguito da postshading con grigio al "bordo" del pannello metallico che e velatura finale di opaco Gunze H20,
chiaro, cercando di simulare il più pos- copre i reattori. Per ovviare al gap ho ho proceduto al montaggio di tutti gli
sibile le varie “toppe” di colore dovute dovuto quindi ricreare la giusta tinta ammennicoli quali carrelli, portelli,
agli interventi di manutenzione. del raggio con una miscela di rosso tettucci, antennino centrale di fusolie-
Lucidato il modello col Tamiya X-20, Gunze, nero e marrone in poche ra autocostruito con plasticard sottile,
sono passato alla fase che mi terro- gocce, il tutto usando il mio “occhio- i due piani di coda (facendo attenzio-
rizzava di più: l’applicazione delle metro” di fiducia. ne a rispettare il più possibile la loro
decal “lenzuolate”. giusta inclinazione), i due piloni e i
La tinta è servita anche per altri pic- serbatoi subalari, ponendo a questo
LE DECAL coli ritocchi, specie nelle giunzioni dei punto fine al bellissimo progetto. Un
“raggi” alari con quelli di fusoliera e giusto omaggio va ai miei amici
Il foglio è l’NBM JD-29, con film tal- sul dorso, oltre alla colorazione della modellisti che mi hanno “supportato”
mente sottile che facevo fatica a punta della deriva. Una volta asciutte e alla mia signora, perché è grazie a
distinguere i perimetri delle singole e con un minimo aiuto del Mr. Mark lei che mi sono avventurato in questa
decal. Una volta applicate bisogna Softer Gunze in qualche punto, le bellissima livrea commemorativa,
fare attenzione al loro giusto posizio- decal hanno coperto molto bene le ricredendomi anche sull’effetto finale
namento perché, nel tentativo di spo- finissime pannellature Hasegawa, che riescono a dare gli “Special
starle, la rottura è sempre in agguato non però con qualche piccolo proble- Color”.
vista la loro fragilità. La difficoltà mag- ma riscontrato in fase di wheatering. SKYMODEL
giore è stata il posizionare le due lun- Infatti, in alcuni punti il lavaggio non
ghe decal laterali raffiguranti il sole attecchiva in maniera profonda e
d’oriente; coprono benissimo la fian-
cata fino alla zona metallica dei

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ALBATROS - DV

Nel corso del primo


conflitto mondiale In seguito, data la posizione privile-
giata, vennero sperimentati i primi
più simile agli scontri cavallereschi; le
tattiche di combattimento aereo non
venne impiegata per rudimentali, bombardamenti aerei. erano ancora introdotte ed assimilate
la prima volta l'avia- Per contrastare queste attività, dopo
averne intuito l'importanza tattica,
da tutti, piuttosto si trattava di "caccia
libera", gli scontri diretti tra i piloti
zione a scopo mili- ciascuna forza belligerante creò dei facevano affidamento alla vista, all'i-
reparti destinati all'intercettazione, i stinto, alla capacità di tiro e che non
tare. Agli inizi l'uti- progenitori dei caccia, equipaggian- necessariamente terminavano con la
lizzo dei velivoli fu do dei normali aerei con vari tipi di morte degli avversari; basti pensare
armi automatiche. che veniva esaltata la visibilità nei
principalmente L'aereo da caccia in pochissimo confronti di eventuali aerei nemici,
destinato a compiti tempo divenne fondamentale ed indi- per segnalare la propria presenza e
spensabile e ne seguì uno sviluppo rendere nota e inconfondibile l'identi-
di avvistamento e specifico, secondo criteri di manovra- tà dei piloti.
indirizzamento per il bilità, visibilità, agilità, potenza e
velocità, tutte doti necessarie al "dog L' ALBATROS DV
tiro delle artiglierie e fight".
Nonostante negli scontri a terra si La versione DV, assieme alla DVa,
degli attacchi di siano consumate indicibili e insensa- rappresentò l'ultima della stirpe degli
terra. te carneficine, la guerra nei cieli con- Albatros, di cui i più significativi pre-
servò un suo codice, meno cruento e decessori furono il DI e il DIII. Dotato

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Montaggio
di fusoliera in legno compensato di menti e incidenti spesso mortali.
pino, a semigusci di sezione ellittica, A parziale rimedio dei problemi ven-
con rivestimento lavorante, ali in nero introdotti rinforzi ai longheroni e di
legno e tela, e del miglior propulsore tiranti aggiuntivi, nonché fu fatto
aereo disponibile all'epoca, il divieto ai piloti di intraprendere pic-
Carlo Beltramini
Mercedes DIII da 190CV, a sei cilindri chiate troppo prolungate e verticali. Foto di Monica Tarocco
in linea, raffreddato a liquido, in grado Nonostante queste limitazioni, peral-
di assicurare una velocità massima di tro non risolutive, l'impiego degli Modello: EDUARD
oltre 170km/h. Albatros fu numeroso fino al termine
L'armamento standard era costituito del conflitto, equipaggiò i reparti ed i
da 2 mitragliatrici Spandau 8/15 in piloti più vittoriosi e costituì il nerbo
caccia sul muso, sincronizzate con dell'aviazione dell'impero germanico.
l'elica, quindi posizionate davanti al
pilota, vantaggio notevole in IL SOGGETTO
confronto ad alcuni altri
aerei che posizionarono Sebbene l'Albatros DV non sia stato losanghe e la fusoliera in legno natu-
le armi a ridosso delle ali né il migliore, né il più veloce, né il rale, con la variante delle ali a bande
superiori, fuori dal raggio meglio armato, e come descritto verdi e malva, tuttavia, una volta arri-
di rotazione delle eliche, nemmeno esente da difetti anche vati ai reparti, i vari piloti applicavano
con conseguente minor gravi, è tuttavia indubbio che la sua particolarità, segni distintivi, stemmi
precisione di tiro. linea sia tra le più belle ed affasci- e colori in modo da risultare unici ed
Il costruttore nanti tra tutte quelle che hanno sol- inconfondibili.
prese spunto cato i cieli durante il primo conflitto L'esemplare che ho rappresentato
da una mondiale; a questo si aggiunga che riportava, appunto, lo schema con le
accu- nelle mani dei temerari piloti dell'epo- ali a bande verdi e malva, la fusoliera
rata ca riuscì ad ottenere ragguardevoli in legno naturale, mentre muso, ogiva
analisi e risultati. Tanto basta per farne un sog- dell'elica, struttura del carrello, timo-
studio getto, a mio parere e gusto persona- ne e piani di coda erano verniciati in
di un le, estremamente interessante e rosso. Una particolarità era la croce
meritevole di rappresentazione in su entrambi i lati del timone parzial-
scala. mente coperta dalla vernice rossa,
Nonostante l'epoca a cui appartiene, ma che traspariva, segno di una
sul DV esiste una discreta documen- applicazione successiva. Un velivolo
caccia Nieuport catturato, conside- tazione fotografica, fonte di ispirazio- con questa colorazione fu portato in
rato migliore dei corrispondenti tede- ne modellistica. Gli aerei da caccia volo anche da Manfred Von
schi, e cercò di trasferirle sui propri del periodo in oggetto, al contrario Richtofen; successivamente venne
velivoli; purtroppo però, come spesso dei giorni nostri, venivano colorati verniciato per tutta la superficie supe-
accade per le cose "copiate", oltre con livree sgargianti al preciso scopo riore delle ali in colore rosso, così
alle cose positive, vennero inclusi di essere riconosciuti da lontano, come per i montanti delle ali e, nel-
anche i difetti ovvero la particolare esaltando l'individualità, pertanto i l'ultima configurazione, anche l'intera
fragilità della struttura dell'ala vari esemplari erano molto diversi fusoliera.
inferiore, con il conseguen- uno dall'altro, anche se appartenenti
te verificarsi di una allo stesso reparto. Lo schema più
serie di cedi- consueto era con le ali in tela a

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IL KIT Per cercare di dare la massima fedel- componenti del kit è semplice, l'impe-
tà a questa realizzazione ho così gno sta nell'inserire ed adattare i vari
Il kit utilizzato è in plastica ad iniezio- approvvigionato i seguenti set set e nell'autocostruire quelle parti
ne, prodotto da Eduard; il contenuto aggiuntivi: che costituiscono il valore aggiunto
della scatola permette di ottenere un VECTOR 48018 motore Mercedes dell'opera e che danno il maggior
onesto modello, ma con alcune inte- DIII in resina divertimento e soddisfazione.
ressanti integrazioni aftermarket e EDUARD BRASSIN 648177 Le dimensioni sono corrette, la plasti-
soprattutto un po' di autocostruzione, Spandau MG 08/15 (SSIII) ca è ottimamente lavorabile, tuttavia
è possibile aumentare fedeltà e det- REXX 48005 scarichi metallo brunito ho riscontrato assolutamente insuffi-
taglio. EDUARD 48128 fotoincisioni ciente il dettaglio del pur semplicissi-
Ritengo che la linea estetica sia Aires 4029 superfici mobili mo cockpit e decisamente fragile ed
molto bella e come tale ho voluto BC R48010 ruote in resina inadeguata la struttura del carrello e
conservarla evitando aperture di vani L'assemblaggio del modello è realiz- del suo ancoraggio alla fusoliera;
e cofani, anche se alcuni particolari è zato suddividendolo in più fasi e sot- altra pecca sono i montanti di soste-
un vero peccato che rimangano toinsiemi: fusoliera-motore, cockpit, gno dell'ala superiore ai quali ho
nascosti alla vista. ali e carrelli; il montaggio dei pochi dovuto porre un sostanziale rimedio.

Il collettore di scarico, opportuna-


mente raccordato ai singoli cilin-
dri, è in metallo brunito.
Altri dettagli del motore sono la
valvola di sfiato sulla sommità
anteriore, autocostruita in plasti-
rod e rame ed i due condotti del
radiatore in tondino di stagno
sagomato a misura.

Sopra al motore, fanno bella


mostra di se le due mitragliatrici
Spandau MG 08/15 con corpo in
resina, canna in metallo e prote-
zione in fotoincisione: due veri
piccoli gioielli, dal montaggio non
proprio facile, ma dal dettaglio
superlativo.
Il motore in resina della Vector è troppo lungo di 8 mm.
Ho messo mano a seghetto, lime, calibro ed ho sezionato i singoli cilin-
dri, eliminando l'eccessivo spazio tra uno e l'altro riportando il tutto alle
giuste dimensioni.
L'intervento ha comportato la modifica di tutto il complesso della distri-
buzione in testa ai cilindri; per completare ho aggiunto le varie molle
delle punterie, autocostruendole con filamenti di lampada alogena.

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Montaggio
Il cockpit dell'Albatros, come per
tutti gli aerei dell'epoca, era quan-
to di più essenziale si possa
immaginare, forse proprio per
questo ha un suo fascino ed ho
voluto rappresentarlo al meglio.
Purtroppo di ciò che fornisce il kit
ben poco è tornato utile ed altret-
tanto poco ho attinto dal set di
fotoincisione Eduard (le fotoinci-
sioni hanno l'eterno limite della
bidimensionalità), pertanto ho
deciso di autocostruire quanto
più possibile e confesso che è
stato un vero e proprio diverti- Ho ricavato da un foglio di plasti-
mento. card due sezioni ellittiche trasver-
sali, opportunamente sagomate e
predisposte per l'inserimento dei
tubi di acciaio che dovranno
sostenere il seggiolino e sempre
con listelli di plasticard ho realiz-
zato i correnti.
La parete posteriore è stata arric-
chita con il rivestimento e l'imbot-
titura (più strati di retìna di plasti-
ca imbevuti di colla vinilica).

La barra di comando è stata arric-


chita di fascette, levetta di coman-
do del gas e cavi di rimando ai
piani di coda, la pedaliera comple-
tata con le ritenute per i piedi.

Il seggiolino è totalmente autocostruito in lamierino di alluminio,


il cuscino intrecciato è ottenuto modificandone uno attinto dalla banca
La colorazione degli interni rispec-
dei pezzi.
chia la tonalità del legno naturale e
le sue sfumature, ottenute con
base di colore a smalto e lavaggi
con colori a olio e drybrush finale
mentre le poche parti metalliche
sono nel tipico verde primer.

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I montanti esterni sono stati autocostruiti partendo da un foglio di plasticard da 1mm di spessore e ricavando
ogni elemento in un pezzo unico a cui, opportunamente carteggiato e sagomato, ho fatto assumere la forma
corretta; alle estremità ho inserito dei perni in tondino di acciaio.

Prima di installare l'ala superiore, ho messo in


atto tutte le predisposizioni per i tiranti che
devono essere successivamente tesi tra le due
ali. In particolare ho concepito di tendere cia-
scun tirante tra un punto fisso ed un punto
regolabile sul quale eseguire l'incollaggio; i
punti fissi sono una serie di occhielli, realizzati
in filo di rame stagnato, posizionati sulla super-
ficie inferiore dell'ala superiore, mentre i punti
regolabili altro non sono che dei micro fori,
passanti, eseguiti nell'ala inferiore che viene
attraversata da ogni tirante tenuto in tensione
fino all'essiccazione della colla cianoacrilica e
dopodiché tagliato a filo raso. I tenditori all'e-
stremità di ciascun tirante sono ricavati da
segmenti di ago per siringa ipodermica, da
0,4mm.

Per poter posare con precisione l’ala superiore


con relativi montanti, ho realizzato un supporto
con legno di balsa e listelli.

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I piani di coda deflessi sono stati realizzati sostituendoli con quelli in


resina del set Aires, raccordati e dettagliati con spinotti e incastri.

Le gambe del carrello sono state


ricavate da foglio di plasticard,
tagliato e carteggiato fino ad otte-
nere la sezione ellittica; per il fis-
saggio alla fusoliera ho inserito
dei piccoli perni in filo di rame.
Ho sostituito le ruote del kit con
altrettante in resina dal dettaglio
migliore; colori ad olio e lumeg-
giature completano ed esaltano i
particolari dell'insieme.

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Dopo una mano di fondo generale in bianco ALCLAD, che aiuta ad identificare eventuali imperfezioni, si effet-
tua una preombreggiatura con il Tamiya Hull Red per la fusoliera e la deriva.

Per il legno ho creato una base Middlestone Gunze H71 e poi


ho disegnato a mano libera le venature utilizzando un pennello
10/0 e una miscela di colori ad olio (rosso Pozzuoli, terra di
Siena naturale e ocra d'oro)

COLORI UTILIZZATI
Rosso: Gunze H3 per ogiva / carrello / deriva
Giallo/legno Gunze H71 fusoliera
Malva Gunze H38 ali
Verde Gunze H302 mimetica /ali
Licht Blau Tamiya Xf 23 sup inferiori ali
Verde Gunze H312 copertura motore / montanti ali

Ho iniziato la verniciatura dalle superfici inferiori utilizzando


azzurro acrilico Tamiya XF23 molto diluito in alcool rosa in
modo da dover dare più mani poco coprenti, permettendo di
controllare il residuo visibile della preombreggiatura. Le centine
sono state mascherate con striscioline di nastro, poi in corri-
spondenza di queste ultime ho dato più passaggi leggeri ad
aerografo con una tonalità scura. Dopo aver rimosso le
mascherature, ho dato una mano generale diluitissima, infine
ho messo in risalto le centine con drybrush di colori ad olio.

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La venatura dell’elica è stata rea-


lizzata con la stessa miscela di oli
usata per la fusoliera, sempre su
fondo Middlestone. Una generosa
mano di lucido completa l’effetto.

Delle decals contenute nel kit ho


utilizzato solo le insegne di nazio-
nalità e le stencils dei montanti; la
croce sull'impennaggio di coda è
verniciata ad aerografo e succes-
sivamente coperta con velatura di
colore rosso.
La posa di ciascuna decal è avve-
nuta con l'ausilio dei liquidi
Microscale, per me insostituibili.

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BELL AH-1W
SUPERCOBRA
HML/A-167 MCAS NEW RIVER,
JACKSONVILLE, NORTH CAROLINA
OPEN DAY JUNE 2002

20 SKYMODEL 98/17
20 a 31 supercobra:20 a 25 fiat g55 17-11-2017 11:02 Pagina 21

Montaggio
Si tratta di un vecchio stampo del 1992, in
di parte con le pannellature in positivo; non-
Claudio “Debe” ostante l’età, le forme principali risultano
De Bellis ben rappresentate. Sono state utilizzate
fotoincisioni Eduard dedicate, il cannone
Modello: MCR Gatling in metallo e le decal Two Bobs. Il
motore di sinistra è completamente auto-
costruito in quanto la corrispondente
parte fornita nel kit risulta troppo appros-
simativa. Sono stati dettagliati interna-
mente il vano dell’avionica (lato sinistro) e
quello relativo alle munizioni del cannone;
hanno subito modifiche anche i portelli
superiori e inferiori del motore, gran parte
dell’abitacolo, il sensore IR e altri dettagli
quali i pannelli d’ispezione esterni, le pia-
stre di rinforzo, la paratia interna del
motore e le cinghie di fissaggio dei rotori.

SKYMODEL 98/17 21
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Il motore T53 L9 è stato realizzato


ex novo utilizzando solamente le
estremità e partendo da vari cer-
chi in plasticard tagliati con il
plotter e muniti di foro centrale
per il corretto allineamento.
Variando il diametro dei cerchi di
0,2 mm ho dato forma al motore.
Con il plasticard è stata ricostrui-
ta anche la sezione rettangolare
della turbina. Sono stati aggiunti
rivetti e parti in resina di recupero
e lo scarico ausiliare ricavato in
sprue piegato a caldo. I vari ele-
menti circolari (raccordi di cablag-
gio) e i rivetti sono stati ottenuti
mediante fustellatrice.

Sono state realizzate al plotter


anche la paratia posteriore e gli
alloggiamenti dei condotti di aspi-
razione e scarico, in modo da
avere anche un esatto punto di
fissaggio/incastro del motore.
Recuperando parti in resina avan-
zate da altri precedenti lavori ho
provveduto a dettagliare sia la
parte superiore del motore sia la
paratia divisoria. I cablaggi sono
stati realizzati in filo di stagno,
rame e cavetto elettrico con relati-
va guaina in PVC.

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Montaggio

Ecco come si presenta il motore


ultimato e installato in sede. La
colorazione metallica è stata rea-
lizzata mediante Alclad e sfumatu-
re con acrilici trasparenti.

Chiaramente anche i portelli motore


sono stati ricostruiti e dettagliati!

SKYMODEL 98/17 23
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L’abitacolo del kit è stato


pesantemente modificato
utilizzando le fotoincisioni
della Eduard e diverso
materiale di recupero. Per
prima cosa sono state
asportate le cinture di sicu-
rezza stampate sui sedili; la
trama del tessuto è stata
ripristinata utilizzando del
nastro medico. Sono quindi
state aggiunte le fotoinci-
sioni che riproducono i pan-
nelli antiproiettile in kevlar.
Le cinture di sicurezza sono
state sostituite con elementi
fotoincisi della Eduard
come pure la vasca.
La paratia alle spalle del
pilota è stata completamen-
te ricostruita utilizzando
fotoincisioni e plasticard. I
cablaggi sono in filo di sta-
gno. Solita procedura per il
cockpit del pilota/paratia
navigatore.
Il tutto poi, previa una mano
di primer, è stato dipinto di
nero opaco. Con la tecnica
del dry-brush sono state
evidenziate le parte più
chiare e fatti risaltare i det-
tagli più piccoli. Con colori
acrilici Vallejo ho provvedu-
to a ritoccare e colorare i
pulsanti e i cablaggi; una
mano di cera Future ha
sigillato il lavoro. Sono stati
poi eseguiti dei lavaggi a
olio. Una volta terminata
questa fase, la parte è stata
sigillata con trasparente
opaco; infine una passata
leggera di pigmenti terrosi
per concludere l’invecchia-
mento del cockpit e dell’abi-
tacolo.
L’estintore è stato ricostrui-
to in sprue sagomata e
posizionato nell’alloggio
fornito dalla Eduard.
Le tubazioni corrugate sono
state realizzate con delle
molle e lavate con nero a
olio. I pistoni di apertura
sono tubi metallici di diver-
so diametro, in modo da
conferire robustezza alle
cerniere degli sportelli. Lo
strumento di puntamento è
stato realizzato con plasti-
card.

24 SKYMODEL 98/17
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Montaggio

SKYMODEL 98/17 25
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Per aumentare il dettaglio


esterno sulla fusoliera del-
l’elicottero ho nuovamente
utilizzato le fotoincisioni
della Eduard. Prima di tutto
però è stato necessario
ripassare tutte le linee di
pannellatura con un inciso-
re, perché poco profonde. I
rivetti sono in positivo, per
cui si deve fare molta atten-
zione a non rimuoverli car-
teggiando. Infine è stato
steso il primer acrilico gri-
gio della Mig ad aerografo,
per uniformare il tutto.

Due primi piani del rotore


del kit; ben dettagliato, è
sufficiente una buona colo-
razione metallica per metter-
lo in risalto. Le parti metalli-
che (rotori, scarichi e canno-
ni), precedentemente colora-
ti con gli Alclad, sono stati
invecchiati con speciali pig-
menti metallici Tamiya e
lavati con colore a olio nero.

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Montaggio

Dopo avere steso il primer ho provveduto a


effettuare il pre-shading con acrilici di varie
tonalità ad aerografo, in modo da creare già
una prima fase di invecchiamento del
modello. Il colore base della verniciatura
(per le superfici inferiori e verticali) è FS
36375, realizzato con il Gunze H308.
La parte superiore della verniciatura
(superfici orizzontali) è stata inizialmente
realizzata come da istruzioni del foglio
decal Two Bobs in FS 35237, utilizzando il
Gunze H337. A verniciatura ultimata ho
steso due mani di cera Future come prepa-
razione all’applicazione delle decal.
Appena applicata la decal del cobra stiliz-
zato mi sono però reso conto che questa,
stesa sul modello, virava di colore; per que-
sto motivo ho dovuto ritoccare il grigio più
scuro aggiungendo al colore base del cele-
ste in modo da uniformare le decal con la
parte superiore della mimetica, in quanto
devono essere uguali. Risolto il problema
ho applicato il resto delle decal.

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20 a 31 supercobra:20 a 25 fiat g55 17-11-2017 11:02 Pagina 28

Per l’invecchiamento ho usato i


prodotti Mig e i colori a olio diluiti
applicando lavaggi selettivi sulle
pannellature e attorno ai rivetti.
Ad aerografo (con marrone) ho
enfatizzato alcune colature e gli
accumuli di sporco.

I vani in fusoliera sono stati com-


pletamente dettagliati e modifica-
ti. Si noti la complessità del vano
avionica di sinistra. Il sensore IR
è stato rivestito con una lamina
recuperata da un vecchio CD,
tagliata in rettangolini e incollata
sul pezzo originale.

28 SKYMODEL 98/17
20 a 31 supercobra:20 a 25 fiat g55 17-11-2017 11:02 Pagina 29

Montaggio
L’ultima fase dell’invecchiamento
è stata realizzata con polveri e
pigmenti terrosi applicati con pen-
nello morbido nelle zone basse,
specialmente sui pattini di atter-
raggio.

Due primi piani dei piloni dotati di


lanciatori di decoy, di razziere e
dei supporti per i missili Tow.

SKYMODEL 98/17 29
20 a 31 supercobra:20 a 25 fiat g55 17-11-2017 11:02 Pagina 30

Sono stati ricostruiti i FOD da installare sulle prese d’aria e sugli scari-
chi, la cuffia sul pitot e le cinghie di bloccaggio dei rotori tipiche di que-
ste macchine. I FOD sono stati realizzati in plasticard sagomato e filo di
rame, mentre le cinghie provengono da una guaina termorestringente
già colorata in origine di rosso. Le fibbie delle cinghie sono in plasti-
card.

30 SKYMODEL 98/17
20 a 31 supercobra:20 a 25 fiat g55 17-11-2017 11:03 Pagina 31

Montaggio
L’idea che avevo in mente era
quella di rappresentare il momen-
to dell’allestimento del display in
attesa dell’arrivo dei visitatori
all’Open Day. Per questo motivo il
veicolo si trova vicino all’elicotte-
ro, altrimenti manovra assoluta-
mente vietata durante le normali
attività operative. Le scatole d’ac-
qua e di bevande sono state sca-
ricate da internet e stampate a
colori su comune carta da fotoco-
pia. I paletti sono tondini di plasti-
card Evergreen su basamento del
solito materiale. La fettuccia
rossa è ricavata da confezioni di
fette biscottate (apertura facilita-
ta) ed è già colorata in origine di
rosso. Taniche e contenitori metal-
lici sono recuperati da avanzi di
altri lavori. Il cartello esplicativo è
stato creato a computer, stampato
in scala e poi posizionato su una
struttura plasticard.
Primo piano del cannone Gatling a tre canne,
sostituito con uno in metallo.

SKYMODEL 98/17 31
42 a 43 smm:66 a 67 smm4 15-11-2017 10:57 Pagina 26

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42 a 43 smm:66 a 67 smm4 15-11-2017 10:57 Pagina 27

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cascate, tutti i tipi di terreno, tutta la vegetazione, mondi fantascientifici,
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34 a 39 su25:20 a 25 fiat g55 15-11-2017 13:37 Pagina 34

SU-25 K

CZECH AIR FORCE SPECIAL


COLOR “SHARK”
Entro in negozio complicatissima è
dall’amico Silvano, stata un’attrazione
una rapida e distrat- irresistibile, una dere qualsiasi imperfezione senza
paura di perdere dettagli e, inoltre di
ta occhiata agli vera sfida. Nella non evidenziare l’attacco tra i vari
scaffali come faccio scelta ha influito c o l o r i
quando si
di solito per vedere anche il nome maschera
(cosa molto
se è arrivata qual- Eduard, una garan- antipatica e antiestetica).
che novità: un vero zia. Le decal proposte dalla sca-
tola sono di ottima qualità e,
e proprio “colpo di È stato un lavoro molto lungo, ma che opportunamente ammorbidite, si
fulmine”, visto, pia- mi dato notevole soddisfazione. sono adattate alla perfezione.
Anche in questo caso mi hanno aiu- Essendo questa livrea destinata uni-
ciuto e comprato tato sia la mia abitudine a diluire tan- camente a manifestazioni, ho conte-
immediatamente! tissimo il colore, quindi a dare un
vero e proprio “velo”, sia il mio mera-
nuto molto sia l’invecchiamento sia le
sporcature.
Quella livrea cecos- viglioso Pasche V7280. Ritengo che nel modellismo statico
lovacca strana e Lavorare con poco colore e a pres-
sioni bassissime ti consente di ripren-
aeronautico, cinque siano le cose
importanti: avere a disposizione una
34 SKYMODEL 98/17
34 a 39 su25:20 a 25 fiat g55 15-11-2017 13:37 Pagina 35

Montaggio

di
Sergio Russo

Modello: EDUARD

Fusoliera, motori e ali, tra loro


non hanno nessun riferimento di
posizione! Molte pannellature e
Sapevo che era un vecchio stampo Kopro sul quale Eduard non tutti i rivetti sono da ritracciare,
ha eseguito modifiche, ma non pensavo che fosse cosi dif- molto il plasticard e lo stucco da
ficile da montare: non un solo pezzo che combacia usare. Le resine e le fotoincisioni
correttamente con il suo corrispondente. aggiunte da Eduard sono di
buona qualità.

SKYMODEL 98/17 35
34 a 39 su25:20 a 25 fiat g55 15-11-2017 13:37 Pagina 36

Alcuni particolari li ho rifatti per- Particolarmente difficile da inserire è la griglia fotoincisa sulla parte
ché inesatti, oppure autocostruiti sottostante la fusoliera; bisogna “erodere” la plastica per ricavare lo
in quanto non presenti, irrealistici spazio per inserire la parte metallica.
o inapplicabili.

Finito il complicato assemblaggio ecco la vera sfida, la livrea cecoslovacca a sette colori “shark”. I
riferimenti della Eduard sono completamente sbagliati, sia per forma sia per colori; per fortuna esi-
stono alcune foto dell’originale. Tre dei sette colori ho dovuto creali di “sana pianta”, altri quattro
semplicemente correggerli; ho usato sia Gunze sia Model Master.

36 SKYMODEL 98/17
34 a 39 su25:20 a 25 fiat g55 15-11-2017 13:37 Pagina 37

La tecnica che ho scelto, lo vedete dalle foto, è stata questa: tracciare,


foto dell’originale alla mano, tutta la livrea con la matita sopra il primer;
mascherare con Maskol zona per zona, per poi verniciare; al termine
della pittura “selettiva” cosi eseguita, ho comunque ripreso il tutto a
mano libera per sfumare o dettagliare meglio alcune zone.

buona quantità di materiale tecnico e


fotografico, dato che, per quanto
buono sia un kit, non potrà mai avere
i dettagli che si possono ricavare dal-
l’osservazione diretta del soggetto da
costruire; assemblare con la massi-
ma precisione; sperimentare sempre,
senza paura di sbagliare (tanto si può
sempre rifare!); perfezionare al mas-
simo le conoscenze per un corretto
uso dell’aerografo e dei colori; avere
degli amici competenti con cui con-
frontarsi (una delle mie fortune è
quella di appartenere all’Old
Crow Team).
Dimenticavo la sesta: divertirsi,
si tratta pur sempre di un passa-
tempo!
SKYMODEL

SKYMODEL 98/17 37
34 a 39 su25:20 a 25 fiat g55 15-11-2017 13:37 Pagina 38
34 a 39 su25:20 a 25 fiat g55 15-11-2017 13:37 Pagina 39

Montaggio
40 a 49 dornier 217:20 a 25 fiat g55 17-11-2017 13:03 Pagina 40

DORNIER DO 217
DER FLIEGENDE di
Marco Baltieri
AMS Verona

BLEISTIFT, FRANCIA 1944 Modello: ITALERI

Il Dornier Do 217, insieme all’Heinkel He 111 e allo Junkers Ju


88, ha costituito la principale forza da bombardamento della
Luftwaffe nel corso della seconda guerra mondiale.

40 SKYMODEL 98/17
40 a 49 dornier 217:20 a 25 fiat g55 17-11-2017 13:03 Pagina 41

Montaggio
Dei tre sicuramente è il meno famoso
ma non per questo il meno importan-
te. La sua scarsa fama si deve proba-
bilmente a un inferiore numero di
esemplari prodotti e all'impiego ope-
rativo limitato ai soli fronti occidenta-
le e mediterraneo. Era comunque
molto apprezzato dai suoi piloti per le
buone qualità di volo, la velocità e un
adeguato armamento difensivo. Nel
corso della sua carriera operativa
furono ricavate diverse versioni che Le pannellature in rilievo sono state eliminate, tracciate a matita e quin-
ne estesero l’utilizzo come ricognito- di reincise con cura. Il vano carrello è stato interamente rifatto in quan-
re veloce, caccia notturno, pattuglia- to solo abbozzato. L’incisione è facile sulle ali, che sono piane e più
tore marittimo; fu inoltre il primo vet- complicata sulla fusoliera, dove si possono usare strisce sovrapposte
tore di bombe teleguidate antinave, di nastro adesivo come guide.
anticipando quindi il concetto di un
sistema d’arma moderno e molto effi-
cace. Proprio tramite l’utilizzo di una
di queste bombe, un Do 217 K-2 fu il
protagonista dell’affondamento della
corazzata italiana “Roma”. Il grande

Un particolare molto visibile sul modello e che è necessario autocostrui-


re è l’antenna Peil posta sul cielo del tettuccio. Il Do 217 montava 2 diffe-
renti tipi di questa antenna: quella più conosciuta, costituita da una rag-
giera circolare, e quella a braccio singolo, molto meno usata. Dal momen-
to che dalle foto è impossibile definire quale tipo di antenna fosse mon-
tata e dal momento che avevo disponibile in fotoincisione quella a rag-
giera, mi sono chiaramente orientato su quest’ultima. Occorre a questo
punto però ricostruire la scatola circolare di contenimento dell’antenna
stessa. Per realizzarla sono partito dal cerchione di una ruota riducen-
done lo spessore e risagomandone la forma per farla aderire al tetto del
tettuccio. Dopo aver colorato di grigio il fondo ho fissato l’antenna fotoin-
cisa al suo interno, lasciandola nel colore originale del metallo. Un ulti-
mo particolare da aggiungere è una scatola di plasticard rettangolare
dalla quale far fuoriuscire 2 cavetti di rame per simulare i collegamenti
elettrici. Tutto il complesso è stato infine fissato al tettuccio tramite colla
cianoacrilica avendo l’accortezza di non rovinare il trasparente con i fumi
di evaporazione della colla.

Il seggiolino del mitragliere dorsale è basato su una copia ricavata


dall’Heinkel He 177 Revell, dettagliandolo con una cornice in filo di
rame e con una scatola trapezoidale in plasticard posizionata sul retro
dello schienale. Sul lato destro va aggiunto un ulteriore elemento cilin-
drico in plasticard. Il tutto va poi montato sul “trespolo” fotoinciso forni-
to dalla Eduard.

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I cruscotti sono stati ricavati dalle fotoincisioni Eduard. A ogni cruscotto è stato applicato un fondo in plasti-
card sul quale sono stati incollati dei cilindretti in plasticard per simulare il retro di ogni strumento.
La cloche è stata autocostruirla con un pezzetto di rod di plasticard per l’asta, mentre un filo di rame elettrico
con guaina, sagomato su un’apposita dima, costituisce l’impugnatura. Il braccio mobile di sostegno e il cilin-
dro posteriore sono realizzati in plasticard.

Ho ricavato il semiprofilo della paratia posteriore, che poi è stato riporta-


to e duplicato sul lato opposto su plasticard. Ho proceduto con le scato-
Il seggiolino del pilota fornito nel
le della strumentazione e delle radio, utilizzando le fotoincisioni Eduard
kit è di completa fantasia; il Do
e autocostruendo in plasticard le parti mancanti. Sempre utilizzando le
217 K-1 montava un seggiolino
fotoincisioni Eduard ho iniziato la costruzione delle fiancate destra e
del tipo a sarcofago con lo scopo
sinistra dell’abitacolo.
di proteggere in modo più sicuro
il pilota. Per la sua realizzazione
mi sono procurato quello in
metallo bianco della AIMS, che è
stato poi duplicato in resina e
dotato di cinture fotoincise della
Eduard.

Il sistema di puntamento Lotfe è


stato autocostruito da una sezio-
ne rettangolare alla quale è stato
aggiunto il gruppo ottico di punta-
mento di forma trapezoidale.

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Montaggio

Avendo ricostruito tutte le componenti per il posto di pilotaggio si può procedere al suo assemblaggio. A
questo punto ho eliminato i supporti fotoincisi della pedaliera, sostituendoli con dei pezzi autocostruiti in pla-
sticard. La pedaliera stessa è stata ricavata dalle fotoincisioni Eduard e dotata poi dei sostegni in filo di rame
e dei tubi dell'impianto idraulico di azionamento. Con l’occasione bisogna ricostruire in plasticard anche la
paratia anteriore posta sotto alla pedaliera, che risulterà molto visibile dal grande muso vetrato.

Tutto l’abitacolo era in RLM 66, ma questo colore molto scuro avrebbe poi nascosto i particolari. Per ovviare
ho dato una base in grigio medio (Gunze H307), seguita da un lavaggio grigio scuro a olio e da una lumeggia-
tura con Vallejo e Humbrol. Tutti i particolari “colorati” all’interno dell’abitacolo sono stati verniciati con i
Vallejo, che garantiscono un alto contrasto a tutto l’insieme.

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La mitragliatrice MG81-Z è stata sostituita con un elemento Quickboost. Le MG131 sono copie di quelle del
kit dello Ju 88 C6 Italeri. Tutte le canne sono state sostituite con tubicini in metallo.

La struttura di sostegno a traliccio del carrello principale è completamente assente e quindi ho provveduto a
ricostruirla tramite rod di plasticard. Data la forma complessa di queste strutture, le ho prima riportate in
scala 1/72 su carta millimetrata usando poi i disegni ottenuti come riferimento per il corretto allineamento dei
vari elementi. Le gambe del carrello sono state ulteriormente dettagliate con l’aggiunta dei cavi dell’impianto
frenante. Tramite piccole fascette di alluminio adesivo, i pezzi sono stati posizionati e incollati rispettando il
loro caratteristico anda-
mento lungo la gamba
principale del carrello. Le
ruote sono buone solo per
metà. Il dettaglio (peraltro
molto buono) dei cerchioni
deve essere uguale sia sul
lato interno sia su quello
esterno della ruota, ma il
kit prevede questo partico-
lare solo su una delle due
parti. Ho risolto il proble-
ma incollando tra loro le
due semiruote con il detta-
glio corretto, ricavandone
così una nuova con il cer-
chione rettificato su
entrambe i lati. Con l’occa-
sione ho inserito uno
spessore di plasticard per
aumentarne leggermente
lo spessore. La ruota così
ottenuta è stata poi ristam-
pata in resina.

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Montaggio
I timoni verticali vanno necessa-
riamente modificati ricostruendo
in plasticard l’alula fissa presente
sul bordo di attacco. Si procede
eliminando completamente quella
proposta dal kit per poi ricostruir-
la ex-novo applicando una fettuc-
cina di plasticard a filo della base
e una barretta sul bordo d'attacco
verticale, avendo l’accortezza di
lasciare i bordi un po’ abbondanti.
A completa essiccazione della
colla si eliminano gli eccessi car-
teggiando e risagomando adegua-
tamente il bordo d’attacco. Il lavo-
ro si conclude con l’aggiunta di
una piccola traversa posizionata
sulla mezzeria dell’alula stessa.
Vanno poi ricostruiti tutti i rigon-
fiamenti e i relativi attuatori dei
trim per i piani di coda (solo infe-
riormente) e dei timoni verticali
(solo esterni).
I vani carrello sono stati intera-
mente autocostruiti e dettagliati.
Ho modificato una coppia di spor-
telli aggiungendo la struttura in
plasticard e li ho poi clonati in
resina per ottenere delle copie
identiche.

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I motori BMW 801. Per prima cosa, le


pale delle ventole sono state note-
volmente assottigliate; steso discor-
so le eliche, dotate inoltre di una
fascia metallica alla base di ciascu-
na pala. Le ogive sono state forate al
centro e munite della piastra circola-
re di chiusura alla base. Il numero degli scarichi sulla parte superiore del motore è errato: il kit fornisce 5 scarichi
ma in realtà erano 6 e quindi ne ho aggiunto uno per ogni motore, ricavando i pezzi da un’altra scatola (che mi ser-
virà poi per un altro progetto, nulla andrà buttato). Le scatole smorzafiamma degli scarichi (sia superiori sia latera-
li) le ho ricostruite sagomando e piegando un lamierino di ottone su due diverse dime appositamente realizzate.

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Montaggio

Per migliorare il dettaglio delle ali ho aggiunto i rigonfiamenti e gli


attuatori dei trim degli alettoni sull’intradosso, i due rigonfiamenti e i
rispettivi attuatori degli alettoni e le cerniere degli alettoni sull’intrados-
so. Sotto l’ala sinistra ho ricostruito il faro di atterraggio.

Il vano ruotino di coda ricostruito con i relativi portelli.


Per quanto riguarda la fusoliera: sui lati del vano bombe vanno aggiunti
i 4 rigonfiamenti ovoidali. Sul dorso andranno aggiunti i 3 bocchettoni
in fotoincisione e la struttura trapezoidale di fine corsa per la MG131.
numero di versioni e di mimetiche Sul muso si aggiunge la “Kuto Nase” tagliacavi.
adottate ne fanno un soggetto molto
accattivante dal punto di vista model-
listico.

MODELLI ESISTENTI
L’unica scatola di montaggio attual-
mente disponibile sul mercato per la
realizzazione di un Do 217 K-1 è
quella ormai datata (porta sulle spal-
le tutto il peso dei suoi 45 anni…)
della Italeri. Lo stampo risente chia-
ramente dell'età, con pannellature in
rilievo, dettagli approssimati, interni
inesistenti, vano carrelli completa-
mente vuoto, ma risulta nel comples-
so abbastanza accurato nelle dimen-
sioni e piuttosto preciso nell’assem-
blaggio. Per non sottrarsi a una delle
più ferree leggi del mondo del model-
lismo, anche questa volta, a modello
quasi ultimato, è uscita (sempre
dell’Italeri) una scatola aggiornata
dello stampo che, pur mantenendo le
pannellature in rilievo, mi avrebbe
fatto risparmiare parecchio tempo
nell’autocostruzione di alcuni detta-
gli, ad esempio i vani del carrello
principale, quello del ruotino e parte
dell’abitacolo. Va inoltre ricordato che
Italeri, nel corso degli anni, ha
immesso sul mercato diverse altre
scatole di montaggio relative ad altre
versioni di questo bombardiere (N, E,

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I trasparenti sono stati sostituiti


con il set Clear-Vax Canopies n. 28
part. 5 Falcon. Il montaggio neces-
sita di un buon lavoro di prepara-
zione sia dei pezzi sia delle sedi
sulle quali andranno incollati. Tutti i
bordi di contatto sono stati rifiniti
con carta abrasiva montata su un
supporto rigido (tavoletta di legno)
per poter operare una finitura rego-
lare e precisa. Sono state aggiunte
sulle sedi in fusoliera delle battute
in plasticard, in modo da far da
supporto durante il posizionamen-
to e l’incollaggio di ogni singolo
pezzo. Tutti gli incollaggi sono stati
ottenuti mediante colla cianoacrili-
ca. Bisogna ora procedere con un
delicatissimo lavoro di stuccatura
sia tre le due parti del tettuccio sia
tra la fusoliera e le parti trasparenti
(postazione ventrale compresa). Ho delimitato con sottilissime striscioline di nastro Tamiya le zone di giunzio-
ne da stuccare.

Per la mascheratura del tettuccio


mi sono servito delle mascherine
pretagliate delle Eduard, che sem-
plificano notevolmente questo
tedioso lavoro. Bisogna essere
molto precisi nel posizionamento
di queste mascherine in quanto,
essendo il tettuccio molto ampio,
basta sbagliare la prima per com-
promettere l’allineamento di tutte
le altre.

M1, K1, K2), dando così la possibilità


a ogni modellista di incrociare i pezzi
di questi kit (come nel caso dei moto-
ri) per realizzare praticamente tutte le
varianti del Do 217.

GLI ACCESSORI
Per la realizzazione di questo model-
lo mi sono procurato il foglio di fotoin-
cisioni della Eduard con il cod. 72-
200, che offre una base d’aiuto per
l’autocostruzione dei dettagli dell’abi-
tacolo.
Mi sono servito inoltre del set in resi-
na dedicato dalla CMK alle radio di
bordo della Luftwaffe e delle masche-

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Montaggio
Ho iniziato stendendo una mano di
RLM 76 (Gunze H417) in più pas-
saggi molto diluiti; previa masche-
ratura sono passato all’RLM 22.
Non ho utilizzato direttamente il
nero bensì il NATO Black differen-
ziando leggermente i pannelli. Il
reticolo nero delle superfici supe-
riori è stato realizzato a mano libe-
ra con l’aerografo. Anche in questo
caso è stato utilizzato un grigio
scuro al posto del nero, con una
diluizione molto alta e pressione
bassissima. Bisogna procedere
solo quando l’aerografo, la pressio-
ne e la diluizione del colore sono
stati regolati alla perfezione, in
quanto tutte le righe devono pre-
sentarsi con lo stesso grado di
copertura e la stessa finitura. Per
concludere la fase di verniciatura,
ho colorato le pale delle eliche in
RLM 70 (Gunze H65) e le ogive in
RLM 22.
Le croci delle insegne di nazionali- rine adesive della Eduard XS-183 per Bibliografia
tà sono state realizzate ad aerogra- la mascheratura delle parti traspa- Archivio privato Giampiero Piva
fo utilizzando mascherine. Le uni- renti. Manuale uso e manutenzione
che decal utilizzate sono state quel- Dornier Do 217
le relative alle svastiche sui timoni IL SOGGETTO Web
e ai codici grigi in fusoliera. I fumi Replic n. 114
di scarico dei motori sono stati rea- Un Do 217 K-1 impiegato durante l’o- Warpaint n. 24
lizzati a mano libera con l’aerogra- perazione Steinbock aveva la sua Do 217 – 317 – 417 An operational
fo, mentre l’accentuazione delle mimetica standard ricoperta da un record (Manfred Griehl)
pannellature è stata effettuata con colore chiaro uniforme per le superfi- Aerei Modellismo n. 7/8 - 1981
un leggero lavaggio a olio, tono su ci superiori, molto probabilmente
tono. Le colature dei bocchettoni e RLM 76, sulle quali poi era stato
le fuoriuscite di fluidi sulle parte applicato un reticolo scuro (probabil-
mobili sono state ottenute con un mente in nero RLM 22) a maglie
leggero dry-brush a olio utilizzando molto larghe, mentre le superfici infe-
un pennellino piatto e asciutto. riori erano in RLM 22.

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LOCKHEED F-117A
“GRAY DRAGON”
Fondere insieme pre affascinato, non soltanto per
essere stato il primo velivolo al
due kit per creare mondo ad aver utilizzato con succes- di Mattia Pancotti
so la tecnologia stealth ma anche per
un soggetto unico il riserbo e il mistero che ha avvolto il
“The Knights of
nelle forme e nella progetto classificato top secret nei the round table” (Roma)
suoi primi anni di vita. Dopo essermi
colorazione al finire imbattuto nella scatola Hasegawa Modello:
della sua carriera dedicata al “Gray Dragon” ho deciso
di modificare ulteriormente il sogget-
HASEGAWA/ACADEMY
operativa, un to rappresentando il mio dragone in
Dragone grigio in una fase avanzata della sua livrea
test per bassa visibilità diurna.
veste sperimentale. Questa colorazione, la stessa dell’F-
22A, venne sperimentata sull’esem-
La storia di questo aereo mi ha sem- plare matricola 835 a partire dal

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Montaggio
mese di dicembre del 2003 fino al
marzo del 2007, anno della radiazio-
ne dal servizio, a opera del “Dragon
Test Team” operativo nella base
aerea di Holloman nel Nuovo
Messico.

Attualmente il kit Hasegawa rappre-


senta la migliore riproduzione in
scala 1/72 del Lockheed F-117A dis-
ponibile in commercio, motivo per cui
ho deciso di utilizzare il blocco princi-
pale composto da ali e fusoliera che
(ahimè) sono stampati separatamen-
te e richiedono parecchie ore di lavo-
ro tra prove a secco, stuccatura e
carteggiatura prima di essere ricom-
poste al meglio raccordando e alli-
neando le numerose facce che com-
pongono la struttura “poligonale”
caratteristica del velivolo.
Successivamente vanno stuccate
tutte le pannellature lungo il bordo
alare e lungo la giunzione delle due
semifusoliere, all’altezza della quale Ho sostituito tutte le superfici mobili, scomposto i timoni in due parti e
si crea un fastidioso gradino. per ultimo aggiunto i riflettori radar di forma trapezoidale necessari al
rilevamento dell’aereo e presenti sulle fiancate laterali del 117.

Accortomi dei tanti punti deboli (o


meglio dolenti) del progetto in corso,
ho deciso di realizzare un crosskit
dopo aver adocchiato una scatola
usata di un Nighthawk Academy sullo
scaffale di una libreria aeronautica. Il
kit sudcoreano, seppur non sia allo
stesso livello del concorrente giappo-
nese, permette di realizzare gli elevo-
ni in posizione abbassata; inoltre, i
timoni, messi a confronto, risultano
più corretti nelle dimensioni rispetto a
quelli proposti da Hasegawa.
Cominciando dagli interni, ho utilizzato il set di fotoincisioni Eduard per
ricostruire interamente cockpit, vasca abitacolo, pannello strumenti e Realizzare il modello che avevo in
consolle laterali, oltre a un seggiolino in resina Quickboost per ripro- mente, con le sue difficoltà, si è rive-
durre l’ACES II. lata la migliore palestra modellistica
che potessi affrontare nella mia breve
esperienza. Mi dispiace solo che non
esista un kit definitivo in scala 1/72
per un aereo così stranamente affa-

Un altro dettaglio di riguardo per la scena che ho voluto rappresentare


è la stiva bombe: ho dettagliato il fondo e le pareti laterali con plasti-
card, foglio di rame, filo di rame e fil di ferro di vario spessore, assotti-
gliato i trapezi porta armamenti e ricostruito le bretelle antioscillamento
delle GBU-10 Paveway II, anche queste prodotte dalla Eduard.

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Il set di fotoincisioni fornisce le griglie delle prese d’aria motore, finemente realizzate, e le griglie per i nume-
rosi sfoghi presenti sulla fusoliera. Consiglio di consultare la documentazione a disposizione in quanto molti
elementi sono sovradimensionati e alcuni decisamente non necessari; a tal proposito, ho ricostruito con del
plasticard da 0,15 mm le antenne ADF situate subito dietro il canopy.
I carrelli e i relativi portelli sono da kit e sono stati migliorati con cablaggi e fari di atterraggio; le ruote sono in
resina e sono prodotte dalla CMK.

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Montaggio

Finalmente arriviamo alla parte più divertente del progetto: la livrea originale del Gray Dragon prevedeva una
colorazione in due toni di grigio, rispettivamente FS 36375 e FS 36176, con insegne in FS 36375. Volendo rap-
presentare il velivolo in servizio inoltrato, come da documentazione, ho iniziato col riprodurre lungo tutte le
zone di ispezione e manutenzione le parti di RAM sostituito nel classico colore nero opaco, quindi ho dato un
fondo uniforme al modello in Flat Black e ho mascherato con nastro Tamiya tutte le zone interessate; a segui-
re ho lumeggiato i numerosi spigoli che compongono il diamante della fusoliera, alternando bianco e grigio
diluiti al 70%, una sorta di pre-shading al contrario. Per realizzare la livrea ho utilizzato i Mr.Paint, prima velan-
do leggermente il Light Gray MRP-3 sull’intera superficie inferiore e su parte della superficie superiore, suc-
cessivamente ho riprodotto il grigio superiore, 6 parti di US Dark Mod Gray (MRP-93) e 2 parti di Light Blue
(MRP-196) per realizzare un grigio/azzurro fedele alla documentazione fotografica.
Sigillato il tutto con una passata di trasparente lucido (Gunze H30), ho iniziato ad applicare le decal realizzate
artigianalmente e rigorosamente bianche per questo stadio della livrea. Esisteva un foglio della Twoboobs dedi-
cato al Dragon, ma è praticamente introvabile. Una volta rimosso il film trasparente in eccesso hanno aderito
perfettamente. Una volta risigillate le decal con il trasparente lucido ho invecchiato leggermente le superfici
inferiori e superiori con colature realizzate con colori a olio molto diluiti e tirati a pennello; gli scarichi sono
stati verniciati con metallici Alclad e successivamente invecchiati con lavaggi a olio e fumi riprodotti ad aero-
grafo. Una mano di trasparente satinato ha sigillato il tutto.

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Mi è sempre piaciuta l’idea di foca-


lizzare l’attenzione dell’osservatore
sull’operazione di carico degli
armamenti, quindi sono partito dal
piazzale realizzato sul retro di una
cornice. Una volta tracciati e incisi i
lastroni ho utilizzato a pennello il
Mr.Leveling 500 della Gunze per
simulare il fondo leggermente stria-
to, con un weapon loader MJ-1 pro-
veniente dal set Hasegawa “US
Aircraft weapon loading set”, modificandolo con profilati Evergreen e plasticard per riprodurre la versione più
aggiornata MJ-1C. Le due bombe GBU-10 Paveway II sono prodotte dalla Eduard Brassin, così come i numero-
si Remove Before Flight che colorano il modello. Una volta posizionato il cavo di messa a terra in filo di rame
arrotolato ho autocostruito la scaletta di accesso, utilizzando profilati Evergreen e plasticard da 0,35.

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Montaggio

scinante.
Dedico questo modello a tutti i ragaz-
zoni del mio club “The Knights of the
round table”, con un ringraziamento
particolare all’amico Fulvio Felicioli
per la documentazione e per avermi
trasmesso la passione per lo studio e
la ricerca.
SKYMODEL

Bibliografia
Walk around F-117A Nighthawk,
Squadron/Signal Publications n. 26
Lockeed F-117 Nighthawk, di Robert
F. Dorr, World Airpower Journal
Special

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L’hangar
AIRFIX 1/48
Curtiss Tomahawk Mk.IIB ART. A05131
L’ultimo Mustang per noi modellisti è quello
della Airfix in scala 1/48; la “Nuova” Airfix sta
AIRFIX 1/72 veramente facendo sforzi notevoli, ripagati
appieno dai successi di questi ultimi anni,
ART. A01003A uniti anche a dei prezzi abbastanza abbor-
dabili.
Nato dallo stampo del 2011, questo kit,
All’interno della bella confezione troviamo 5
senza ulteriori upgrades, si presenta solo
alberi con i relativi pezzi, più un blister con i
con nuove decals che permettono di fare un
trasparenti, completano la confezione le
solo esemplare, un:
istruzioni e le decals di Cartograf; queste ci
-Curtiss Tomahawk Mk.IIB 73° Sq. , flown by
propongono solo due versioni, entrambe
P.Wykeham-Barnes, El Gamil-Egitto 1941
con colorazione in metallo naturale, quindi
Infatti la box art mostra questo velivolo con
sinonimo di Mustang:
sullo sfondo un Cr 42 appena toccato dalle
-N.A. P-51D“Little Indian”, 2nd Air
sue mitraglie. Lo skill di costruzione è 1,
Commando group,10th AF, USAAF,
quindi abbastanza basico, semplice da
Kalaikunda , India 1945
montare ed adatto anche ai neofiti. Gli
-N.A. P-51D 44-15152 “Jersey Jerk” 361st
interni sono piuttosto spartani, i lati delle
FS, 356th FG, USAAF, Martlesham Heath,
due semifusoliere interne hanno appena in
Suffolk, England 1945
rilievo le scatole di derivazione e le varie
manette, il cruscotto invece è riproducibile
I trasparenti sono abbastanza limpidi e ben
tramite decals da apporre sulla plastica,
modellati, abbiamo due tipi di bolle a goccia
anche la vasca centrale su cui incollare il
a seconda della versione ed in base ai lotti
sedile è semplicistica, ma mi ripeto è un kit-
di produzione, se si desidera realizzare il
tino basico. Le pannellature in negativo
cavo di antenna bisogna forare il trasparen-
hanno la costante, di un pò tutti i kit Airfix, di
te principale con una micropunta. Per quan-
essere un pò profonde rispetto alla scala, le
to riguarda quello anteriore, esso è stampa-
superfici mobili sono fisse tranne che per il
to con tutto il pannello, ciò facilita sia l’alli-
neamento che la verniciatura; nella confe-
zione vi sono due di queste parti, ma solo
una consente di incollare lo specchio retro-
visore, sempre tra i pezzi trasparenti.
Per gli altri pezzi possiamo dire che sono
ben stampati, senza troppi errori e segni di
espulsione; diciamo invece che tutte le
superfici sono troppo segnate dalla stampa
di rivettatura, soprattutto sul cofano motore,
troppo in rilievo e di dimensioni non adatte
alla scala.
Il montaggio delle parti ha una scomposi-
zione tutta sua, la deriva è divisa in due
parti da incollare alle semifusoliere, e ve ne
sono di due disegni a seconda della versio-

timone, le gambe carrello da dettagliare


bene, sorpresina invece sulle ruote che
hanno il punto di contatto a terra ben appiat-
tito. ne e/o delle future produzioni della ditta
Diciamo che ci si può divertire con la colo- inglese. Il montaggio dell’abitacolo si con-
razione; una classica mimetica in dark centra tutto su una unico pezzo monoblocco
green/dark earth su sky inferiore, la parte che fa da base portante al cockpit, ai radia-
vetrata purtroppo è in un pezzo unico, ma i tori, al pozzetto ruotino di coda, al serbatoio
due trasparenti posteriori fortunatamente e la radio. Questo sottoinsieme poi andrà
no. incollato in una delle due semifusoliere, non
EG prima di aver dipinto ed assemblato le pare-
ti laterali dell’abitacolo.
Il vano principale dei carrelli è ben fatto
come dettaglio, ma di certo non come un
North American P-51D Mustang Hasegawa o un Tamiya, il suo punto forte
però è la buona profondità; i portelli ventrali
del vano sono stampati in un unico pezzo
con la paratia della circuteria idraulica, ciò ci

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56 a 63 scatole:58 a 66 scatole 15-11-2017 13:49 Pagina 57

L’hangar
costringere a piegare la parte del portello,
che ricordo in moltissimi casi in fase di par- USAF F-15E 333rd Fighter
cheggio sono semichiusi, le foto ci aiuteran-
no non poco; le superfici mobili sono tutte
Squadron
trattate come pezzi separati.
Sempre in zona ali abbiamo due pezzi con
le mitraglie, queste sono fatte bene ma si ACADEMY 1/72
dovranno forare con attenzione, i carichi ART. 12550
sub alari sono costituiti da due bombe, due
tipi di serbatoi: paper gal ed in metallo, da DISTRIBUITO DA PAMA TRADE
scartare indubbiamente e sostituire con i
più belli Brassin, buoni invece i bazookas La coreana Academy in questi ultimi 3 anni
M10, anche le ruote purtroppo vanno sosti- ha presentato dei kit, molto belli, di tipo
tuite con quelle di CMK, per esempio, pro- Snap tite e multicolor per i più giovani ed
dotte con e senza battistrada. Nella zona inesperti modellisti; kit di ottima fattura ma
motore anteriore, è molto brillante l’idea di che hanno anche delle parti così minute da
fornire due tipi di sfiati aria, quelli classici assemblare con l’utilizzo di piccole pinze ed
con i buchini e quelli con le alette; il livello di anche con l’uso di colla, tutto questo in defi-
difficoltà sulla confezione e a livello due, lo nitiva si allontana dallo scopo per cui sono
eleverei di almeno un punto, non è certo nati. Ecco che quindi è nata la serie
adatto ad un novizio del nostro hobby, ma “Modeler’s Edition”, dedicata a modellisti più
neanche tanto difficile per un modellista esperti e più avvezzi all’uso di attrezzi, colle
esperto. e vernici ma che non hanno tanto tempo e
EG maggiore destrezza per kit standard più
complessi; diciamoci chiaramente che sono
sempre i soliti Snap tite con l’escamotage
USN F/A-18E della dicitura “Modeler’s Edition” sulla scato-
“VFA-143 “Pukin Dogs” la.
Uno dei più recenti kit di questa ”nuova
serie” è l’F-15E in scala 1/72, un prodotto
delizioso che ai suoi molteplici punti forti ne
contrappone alcuni, pochi per la verità ,
ACADEMY 1/72 veramente negativi.
ART. 12547 I dettagli superficiali, positivi e negativi,
sono pregevoli, meglio anche di molti pari
DISTRIBUITO DA PAMA TRADE scala e superiori. L’ingegnerizzazione di
montaggio è impeccabile e mediamente
Lo scorso anno Academy ha inserito nella complessa, anche se si tratta di incastri, in
sua produzione l’F/A-18F che non è altro definitiva è sempre uno Snap tite ma di
che la versione biposto del modello E; si certo non per un giovane adepto del model-
tratta di due aerei della serie Super Hornet lismo.
versione avanzate delle precedenti F/A 18C Otto alberi di stampata in plastia grigia, uno
ed D. di trasparenti ed un bel foglio realizzato da
Analogamente al precedente, sempre in Cartograf che ci permette solo tre versioni:
scala 1/72,anche qui ci ritroviamo tra le -F-15E, 88-1674, 333 FS/4 FW, Seymour-
mani un bel kit del tipo snap tite ma non Johnson AFB
MCP (multi color parts), qui tutti i pezzi sono -F-15E, 88-1700, 336 FS/4 FW, Seymour-
di un normalissimo grigio. Il fatto che sia Johnson AFB
snap tite non deve spaventare, l’uso di colla -F-15E, 89-0503, 335 FS/4 FW, Seymour-
è comunque necessario ed alla fine i pin di
incastro sono pressochè invisibili.
Il dettaglio superficiale è veramente bello in
fine negativo, niente flash e segni di espul-
sione in punti pericolosi; il kit consta di
parecchi pezzi divisi su 6 alberi di colata.
Academy, evidentemente, ha pensato di alcune decals che completano le consolles
indirizzare questo kit a modellisti alle prime ed i cruscotti, sedili semplicistici, pozzi car-
armi che con poca colla, qualche incastro e relli poco profondi, stabilizzatore orizzontale
senza colorazione possono ottenere un non posizionabile ed infine trasparente in
buon risultato; però i più smaliziati possono pezzo unico; per il resto solo punti positivi,
divertirsi nel montaggio e decorarlo alla le stesse decals, questa volta fornite in ver-
meglio con begli effetti cromatici; Io direi e sione classica e non anche adesive, sono di
qui mi ripeto come per il kit dell’F/A-18F che produzione Cartograf.
i punti negativi sono: un cockpit basico con Tutte le versioni possibili, solo 2, sono quin-
di del VFA-143:
-F/A-18E VF-143 “ Pukin Dogs” 166608
CAG, Settembre 2014
-F/A-18E VF-143 “ Pukin Dogs” 166608
CAG, Settembre 2008
EG

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L’hangar
Johnson AFB
E’ chiaro che la prima versione da il sottoti-
tolo al kit, ma la seconda è più interessante
con un bel dragone sul lato sinistro; la colo-
razione comune a tutti i tre esemplari è di un
total Gunship Grey FS 36118. Molte piccole
parti da inserire a scatto, ma dopo una velo-
ce prova di assemblaggio non si nota nulla,
comunque un goccino di colla Tamiya tappo
verde ci sta sempre.
Riassumo quindi le principali caratteristiche
positive del kit: Un facile montaggio.
Abitacolo discretamente ben dettagliato, tra
cui anche i seggiolini. I pannelli strumenti
dispongono di dettagli di rilievo, tra cui MFD
e analoghi. Le console laterali sono in rilie-
vo ma vengono fornite delle decals. Freno
con posizione aperto/chiuso a scelta. Buoni
i condotti di aspirazione verso le turbine.
Camere dei postbruciatori dettagliate.
Decentii carrelli , cerchi e ruote. Facile lettu-
ra delle lettere di riconoscimento delle stam-
pate. Parecchi pezzi opzionali, come per
esempio gli ugelli per i postbruciatori F110
per il modello F-15K che verrà prodotto in
seguito.
Ma veniamo ai negativi: Da sostituire gli
ugelli del postbruciatore F100, senza petali,
forniti in posizione semichiusa, ma che sono
veramente grossolani e poco fini rispetto
alla scala. Non viene indicato il peso ante-
riore, penso che per stare sul sicuro con un
10gr ce la caviamo. Superfici mobili tutte
fisse. Tettucio in un unico pezzo, ma con
molta pazienza si può tagliare la parte ante-
riore. Alcuni carichi sono solidali con i loro
piloni, poi vanno uniti con la rispettiva metà.
Pozzetti carrelli poco dettagliati.
Parecchi carichi esterni forniti nella confe-
zione: 12 GBU-38 500lb JDAM, 2 AIM-
120C, 2 AIM-9X, 2 serbatoi da 600 galloni,
1 AAQ-13 LANTIRN, 1 AAQ-14 LANTIRN, 1
AAQ-33 Sniper XR pod
EG

Spitfire Mk. IXc

REVELL 1/32
ART. 3927
DISTRIBUITO DA PAMA TRADE
Una rivisatazione dell’Mk.II (anno 2014) in zone, alcuni di questi con una bella verni-
Mk.IX tenendo ovviamente solo i punti in ciatura e/o con l’uso di Mr. Surfacer verrano
comune; le due semifusoliere sono comple- ridotti come profondità; a guardare bene i
te, nel senso che non sono state separate le vari disegni al tratto, delle varie pubblicazio-
parti riguardanti il muso e l’alloggiamento ni, si nota come i masteristi di Revell abbia-
motore; comunque il profilo generale cattu- no veramente esagerato con la presenza di
ra bene la forma elegante dello Spit in tutte rivetti, sono stati stampati dappertutto
le sue curve, vengo forniti diversi pezzi
opzionali come il timone a punta, le ali tron-
che e timone di forma tradizionale; l’arma-
mento è il classico con due cannoni da
20mm, alloggiamento del secondo cannone
obliterato e le quattro mitraglie; le stesse
ruote, non proprio all’altezza della scala
1/32 almeno come dettaglio, hanno i cerchi
solo con 4 buchi, mentre sappiamo benissi-
mo che erano utilizzati anche i 3 ed i 5 buchi
a seconda della situazione.
Le superfici sono in negativo con una marea
di rivetti differenti come scala nelle varie

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L’hangar
anche in punti dove proprio non erano pre- base a Fano nel 1944, un velivolo tutto in
senti, altro errore è la presenza di due gros- metallo naturale che però aveva la classica
se bugne sulla superfice superiore delle due ala dell’Mk.IXc e non quella tronca
semiali, in corrispondenza del vano carrello, -Mk.IXc, DN-T, MJ832, No.416 Sqn, Royal
sappiamo tutti che ciò avvenne in altri Canadian Air Force, Tangmere, England,
modelli posteriori dello Spit. MK.IX; penso May 1944
che carteggiare questa zona, anche se -Mk.IXc, UF-Q, MJ250, No.601 Sqn, Royal
siamo in “big scale”, sarà problematico Air Force, Fano, Italy, November 1944
appunto con la presenza di rivetti e pannel- EG
lature, quindi meglio usare una fresetta
montata su trapanino elettrico.
L’abitacolo completo come pezzi generali,
manca di cavetteria elettrica e circuiti idrau- Boeing 737-800
lici. Si dovrà arricchire con autocostruzione,
bene le molte strutture e frames forati, ma
male quelli del seggiolino che risultano pieni
ma con la sede definita, sarà un giochetto
armarsi del solito trapano. Superfici mobili
ZVEZDA 1/144
tutte separate ed alloggiamento dei flaps da ART. 7019
montare anche aperto, anche se in par-
cheggio era sempre nella configurazione
DISTRIBUITO DA PAMA TRADE
opposta. Due tipi di scarichi, rounded e fish-
La russa Zvezda questo mese ci propone
tail, fortunatamente ben forati, così come la
un nuovo liner da aggiungere alla flotta; non
canna del cannone; bella l’elica con pale In questo kit la cabina di pilotaggio non esi-
sono molti i modellisti italiani appassionati di
molto fini. ste proprio, del resto vista la scala è prati-
aerei di linea, è un ramo dell’aviazione che
I carichi armati sono costituiti da tre bombe camente invisibile vedere all’interno, quindi
tira più al di là dei nostri confini.
di diverso libbraggio, i trasparenti sono una bella mano di vernice grigio chiaro,
Questo aereo riprodotto da Zvezda è uno
molto cristallini e di spessore accettabile; incollaggio dei finestrini e la fusoliera si può
viene fornita l’opzione per le ali tagliate per chiudere; si può giocare invece con le colo-
una delle due versioni proposte dalle razioni dei motori e la livrea generale del-
decals, e cioè una macchina del 601° Sq. di l’aereo, questa si presenta con un bianco
totale e le superfici inferiori dipinte in grigio
gabbiano; gli esemplari riproducibili sono
solo due, sempre della Utair, ma con imma-
tricolazioni diverse: VQ-BJH e VQ-BJF, nella
confezione troviamo anche un robusto sup-
porto per montare il kit in configurazione di
volo.
EG

dei più eleganti e pulito nelle linee tra i civili


di nuova generazione, si tratta del Boeing Iilyushin Il-76MD
737-800 della compagnia russa UTair.
Il livello delle quattro stampate è buono
come sempre, plastica di buona qualità, ela-
stica e facile da lavorare con cutter e carta ZVEZDA 1/144
abrasiva; totale assenza di bave in eccesso
e linee in negativo all’altezza della situazio- ART. 7011
ne, una quinta stampata è dedicata ai tra- DISTRIBUITO DA PAMA TRADE
sparenti, nella fattispecie i tanti finestrini
laterali e quello principale della cabina di L’Il-76MD è il principale aereo militare da
guida; vengono forniti anche alcuni pezzi trasporto in Russia, padrone di molti record
opzionali per altre versioni di Boeing 737 di velocità, di capacità di carico ecc.ecc è
sempre di produzione Zvezda. adatto per trasportare molti uomini e veico-
Completo il foglio decal, pieno di stencils e li, il suo solo armamento, situato in coda, è
scritte, stampato sul caratteristico supporto costituito da due cannoni da 23 mm.
azzurro, la qualità mi sembra migliorata Dopo aver aperto la robusta scatola in car-
rispetto agli standard della stessa ditta, però toncino, ci troviamo davanti nove alberi di
a leggere ulteriori pareri in rete, sembra che ottima fattura, una stampata con i traspa-
questa volta le decals siano molto delicate e renti, una serie di decalcomanie per tre ver-
difficili a gestire nel posizionamento, molta sioni ed un supporto per montare l’aereo in
cautela quindi. configurazione di volo; le istruzioni, abba-
stanza chiare, sono costituite da 8 pagine in
A4 con riferimento colori agli Humbrol.
I pezzi sono finemente lavorati con un otti-
mo livello di dettaglio, la profondità delle
linee in negativo sono di taglia ideale per il
modellista, ma forse sovradimensionate
rispetto alla realtà. Gli interni una volta mon-
tati risultano invisibili, ma uno sguardo si
può dare al vano di carico se rappresentia-
mo a terra il velivolo con il posteriore aper-
to; le altre due configurazioni sono: in volo
ed in fase di atterraggio con flaps abbassa-
ti e carrelli fuori, naturalmente in questi due

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L’hangar
casi useremo il supporto fornito.
Come scrivevo le versioni sono tre con una
colorazione bianca sulla superfice superiore AH-64 D Longbow Apache
della fusoliera, mentre la ali(sopra e sotto) e
la carlinga inferiore sono in grigio, dei detta-
gli in alluminio e polished steel arricchisco-
no la colorazione.
EG
ITALERI 1/48
ART. 2748
DISTRIBUITO DA PAMA TRADE
A-6E TRAM Intruder Una ristampa del 2011 con alcune nuove
parti per migliorare questo poderoso elicot-
tero d’attacco; nuovi pezzi per delle versioni
particolari dove il denominatore comune è il
ITALERI 1/72 colore verde oliva che ricopre interamente
questa macchina, tranne che per la versio-
ART. 1392 ne giapponese, che miscela un verde
DISTRIBUITO DA PAMA TRADE medio, un marrone chiaro ( quasi sabbia) ed
un nero per un camouflage a bande sinuo-
Nonostante i sui annetti questo kit regge se verticali, molto bella a vedersi ed impe-
bene il tempo, tanto che dalla base nata nel gnativa a realizzarsi ad aerografo, quindi
1994, altre ditte come Tamiya, Revell, Bilek una sfida da raccogliere al volo; certo con
ed Academy lo hanno riproposto con diffe- un totally olive drab ci si può sbizzarrire con
renti decals. vare cromie, ma fondamentalmente la scel-
Quest’ultima di Italeri ci offre due versioni ta spetta al piacere visivo e la voglia di stra-
interessanti corredate da un bel foglio fare, con i colori, del modellista. Il kit ha
decals di Cartograf: poche pannellature in negativo, solo delle
-A-6E TRAM U.S.M.C., VMFA(AW)-533 linee di rivettatature distribuite sul corpo
“Hawks”, Operation Desert Stormo, Shaikh principale, sullo stabilizzatre orizzontale e
ISA Air Base, Bahrain 1992 sui due travetti alari; altri pannelli sono in
-A-6E Intruder U.S.M.C.,, VA-176 positivo e da valorizzare con la scoloritura.
“Thunderbolts” U.S:S: America (CVA-66) Le armi sono costitute dalla immancabile
1976 mitraglia sotto il muso, missili Hellfire e raz-
Questo kit Italeri è veramente carino da ziere; da dire che uno dei nuovi pezzi riguar-
vedere e montare, incisioni in negativo, da la razziera usata dagli elicotteri con inse-
alcune opzioni di montaggio come cappotti- gne britanniche, tipo CR7, la quale porta il
na, scaletta di accesso e freni in posizione frontale a forma di cupolino e non piatto
aperta o chiusa ( ricordatevi di forarli con un come quelle americane.
trapanino), ali da montare piegate o estese,

e due tipi di carichi esterni: due AGM 88


Harm e vari Mk.20 Rockeye II da posiziona-
re sotto le ali, per renderlo più cattivo viene
fornito un serbatoio ventrale da posizionare
lungo la linea di mezzeria della fusoliera.
Il cockpit è abbastanza onesto per questa
scala con una vasca con dettagli in rilievo,
un cruscotto anch’esso in positivo, non ven-
gono fornite decal al riguardo, e due seg-
giolini semplici semplici; con un minimo di
dettaglio ed autocostruzione possiamo tirar-
ne fuori qualcosa di accattivante. Anche i
vani carrello non sono il massimo del detta-
glio, ma consideriamo l‘età dello stampo e
che anche qui con un minimo di self made
possiamo rendere le cose più veritiere.
EG

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L’hangar
2016
-Koninklijke Luchtmacht, 301 Squadron,
Paris Le Bourget, France 2005
EG

Caproni Ca.311 / 311M

ITALERI 1/72
ART. 1390
DISTRIBUITO DA PAMA TRADE
Una piacevole ristampa dalla Italeri di un
glorioso bimotore della nostra Regia
Aeronautica, il Caproni Ca.311; anche in
questa confezione abbiamo, come allora,
due tipi di musi di differente disegno per
realizzare anche il Ca.311M con vetratura
scalinata. Per il resto tutto è immutato, tran-
ne le decals che permettono di scegliere tra
quattro versioni tutte italiane.
-R.A. Ca.311 128^ Sq, 61°St, Gruppo
Autonomo Osservazione Aerea, Balcani
1941
-R.A. Ca.311M 34^ Sq, Krivol Rog, Russia
1942
-R.A. Ca.311 32^ Sq., 15°Gr. OA,
Tripolitania 1940
-R.A. Ca.311 125^ Sq., 15°Gr., 22° St.,
Bolzano 1940
Il kit di partenza permette molte modifiche e
dettagli interni da parte del modellista esi-
gente, comunque un foglio di fotoincisioni di

vecchia fattura della RCR esiste ancora in


commercio, speriamo che Eduard si impie-
tosisca e realizzi qualcosa di positivo per
questo bel bimotore.
EG

C-27J Spartan

ITALERI 1/72
ART. 1402
DISTRIBUITO DA PAMA TRADE
Rebox dello stampo Italeri dedicato all’ae-
reo da trasporto di punta della nostra A.M. e
venduto anche all’estero con grande suc-
cesso, tanto che anche l’aeronautica ameri-
cana ne ha parecchi in servizio.
Il kit si compone di 11 stampate in plastica
-Royal Army Corps, 656 Sq, 4th Regiment, grigia più una di trasparenti, la plastica è
RAF Wattisham UK 2016 ottima, esente da errori e senza flashes; i
-U.S.Army, Valparaiso-Eglin AFB, Florida dettagli superficiali della carlinga e delle ali
2004 sono veramente fini e delicati; le ali ed i
-Japan Ground self Defence Force Training piani di coda hanno le superfici mobili sepa-
School, Kasumigaura air field Japan 2016 rate e divise in due pezzi, per cui sarà pos-
-United Arab Emirates Air Force, Dubai sibile montare queste su o giù per dare più

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L’hangar
Russian Trainer Aircraft Yak-130

ZVEZDA 1/72
ART. 7307
DISTRIBUITO DA PAMA TRADE
Lo Yakovlev YAK-130 (codice NATO
"Mitten") è l'ultimo aeromobile russo da
addestramento che è entrato in servizio con
le forze aeree dal 2010; nella versione attac-
co terrestre può portare fino a 3.000 kg di
carichi di armi. Lo Yak-130 nasce come
addestratore avanzato di quarta generazio-
ne, il suo sviluppo nacque nel 1991 e ter-
minò nel 1993; la società russa "Yakovlev"
lavorò in collaborazione con l'azienda italia-
na "Aermacchi" creando per il mercato
russo lo Yak-130 e l’ M-346 per il mercato
italiano, purtroppo dei disaccordi tra le due
ditte portarono alla separazione nel 1999. Il
primo volo è stato nel 1996, mentre il suo
primo appuntamento pubblico è stato all’air
Air Show di Parigi Le Bourget nel 2005, nel-
l’anno 2010 l'aereo è stato introdotto nelle
unità operative, la sua massima velocià è di
1060 km/h.
Il kit Zvezda è molto interessante ed intri-
gante allo stesso tempo; la filosofia di scom-
posizione dei pezzi è così poco convenzio-
nale che guardando le istruzioni ci si rende
conto che la costruzione non sarà facile.
Iniziamo a dire che la plastica è di ottima
qualità con poco profonde pannellature in
negativo, quasi impercettibili in alcune zone;
pochissimi segni di espulsione interni posi-
zionati in zone non visibili, pin di ancoraggio
dei pezzi molto fini e facilmente separabili
con il cutter, assenza totale di bave.
Si inizia il montaggio dalla parte posteriore,
in particolare dai due motori e dai due vani
carrelli; si otterranno due distinti sottoinsie-
mi (pozzetto e propulsore) da inserire nelle
due semifusoliere che alla fine poi saranno
incollate insieme per ottenere i due terzi
posteriori dell’aereo. I dettagli da inserire
dettagli ma non sarà un problema rimediare sono tanti e consiglio vivamente di fare un
magari con qualche set aftermarket già pro-
dotto dalla solita ditta ceca. Preferirei,
comunque, incollare le semivalve interne
alle loro rispettive semifusoliere e poi tutto il
resto, ed infine la chiusura totale della fuso-
liera; ma è solo una mia scelta. Le istruzioni
sono molto chiare ed esplicative con disegni
che ricordano le istruzioni dell’Academy.
Continuando ad esaminare i dettagli posso
dire che le pale dell’elica sono abbastanza
fini e ben fatte nel rispetto del loro disegno,
le ruote, divise in due pezzi, sono gradevoli
ma purtroppo i carrelli e le gambe di forza
sono semplificati. Le decals fornite ci per- montaggio passo passo, con continue prove
mettono di scegliere tra due velivoli ameri- e confronti con le istruzioni; in questa fase il
cani ed uno italiano, particolarmente inte- gioco di pittura la farà da padrone per un
ressante quest’ultimo per una bella testa di bell’effetto finale.
dinamicità al modello finito; anche il portel-
lupo in verde e con un tricolore che percor- Si passa al cockpit; la vasca biposto è ben
lone posteriore e possibile montarlo aperto
re metà della fusoliera su entrambi i lati. dettagliata ed ingloba anche il vano carrello
o chiuso per un eventuale diorama o per
-C-27J USCG, Sacramento Air Station, anteriore piuttosto poco profondo, tutto l’in-
mostrare gli interni dettagliati.
California, 2017 sieme andrà incollato in una delle semifuso-
Formula già collaudata per la costruzione
-C-27J AMI, 46^Aerobrigata, 98°Gruppo liere anteriore e poi chiuso con l’altra; a
della carlinga, che si compone di un guscio
(75° anniversary livery), Pisa-San Giusto guardare le istruzioni sembra che non vi sia
interno composto da cabina di pilotaggio e
2015 spazio per il peso anteriore; non ho fatto
vano di carico, quest’ultimo ha stampata in
-C-27J U.S. Army Aviation, USASOC Flight prove a secco ma è evidente che il pezzo
rilievo una bella trama molto realistica,
Company, USA 2015 A6, che prolunga l’abitacolo, si può omette-
diciamo che la cabina manca di un po’ di
EG
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L’hangar
piatta per l’effetto peso, ma a seconda di
come si montano all’interno degli scarponi
Junkers Ju87B-2/R-2 Stuka si può anche omettere l’effetto, il tutto è ben
spiegato nelle istruzioni. Il blocco motore
viene montato separatamente e poi unito
alla fusoliera, gli scarichi andrebbero elimi-
AIRFIX 1/72 nati e sostituiti, ma attenzione a non buttare
ART. A03089 anche il traliccio che li tiene unti interna-
mente, serve ad allineare le due semi cofa-
Nuove parti per il kit appena uscito un anno
fa, questi nuovi pezzi ci trasformano il pre-
cedente B1 in B-2 ed in R-2, e quindi possi-
bilità di fare anche un esemplare italiano,
prima e dopo la cattura, infatti le decals
sono orientate a queste versioni; ma vi è
anche la terza versione, in realtà è la princi-
pale, che è quella di un esemplare tedesco
del famoso gruppo Immelman con tanto di
serpente sui due lati della fusoliera, faccia-
mo i patriottici o i crucchi?
Il kit è veramente buono, la scomposizione
e la filosofia di montaggio è tale che non
dovremmo fare errori; la vasca dell’abitaco-
lo è in un unico pezzo con due doppi lon-
ghereroni laterali con la caratteristica forma
ad ala di gabbiano rovesciata, per sorreg-
gere la parte superiore della stessa ed
incollare il troncone principale di quella infe-
riore.
Gli interni sono ben dettagliati, con della

nature; la soluzione potrebbe essere quella


di montare degli scarichi in resina e poi
incollare questo traliccio a misura.
E’ sicuramente da assottigliare l’elica, se si
può ricostruire il radiatore principale del
muso sarebbe buona cosa; nelle istruzioni
re per far posto al piombo. Finita questa sono indicate le coperture delle sirene degli
fase si inserisce questo pezzo risultante scarponi da assemblare, ma a guardare
nella parte posteriore montata in preceden- bene le stampate ho trovato anche le due
za, si chiude il vano motori ed a seguire la elichette da montare al posto delle copertu-
semiala superiore e le inferiori; come super- documentazione alla mano si può migliora- re, dipende dalla versione e se a terra que-
fici mobili di separato abbiamo i flaps, il re internamente con un pò di cavetti sottili e ste potevano essere in vista, si richiede
timone e gli stabilizzatori posteriori. I vani sprue filato, ma si può anche sfruttare il set ricerca accurata attraverso foto storiche !
carrelli sono poco ortodossi ma alla fine con Eduard 73543 dedicato al cockpit del B1 ed Versioni:
il gioco di chiusura dei portelli si vedrà vera- a particolari esterni; internamente non vi -Junkers Ju87B-2 6./
mente poco; a mio parere conviene anche sono segni di espulsione della stampata in Sturzkaampfgescwader 2 “Immelman”,
chiudere il grosso vano dell’aerofreno sul punti visibili. Tmimi, Lybia 1941
dorso, è poco profondo e poco dettagliato, Le superfici degli stabilizzatori orizzontali -Junkers Ju87R-2 209^ Squadriglia, 96°
ed alla fine la linea azzardata e moderna del sono fisse, quelle delle ali possiamo variar- Gruppo, North Africa 1941
velivolo ne soffrirebbe. I piloni sub alari sono le accorciando i rimandi, quella del timone EG
tre per semiala, possono accogliere svariati invece è separata.
carichi offerti nella confezione e da utilizza- Le ruote sono semplicistiche, con una parte
re a seconda la versione; qui ne vengono
proposte tre: due russe ed una bielorussa.
-Yak 130, N°5, RF-44488, Borisoglebsk
Training Center VVS, Voronezh Region,
Russia 2015
-Yak 130, N°7, RF-81683, Kubinka airfield,
Parade of Victory Day 2017
-Yak 130, N°74, 116th Guards Ground
Attack Air Force, Belarus Air Force, Lida
2017
Come set di dettaglio la Eduard sta produ-
cendo questi articoli: 73618, SS618 e
CX499, non sono ancora presenti sul loro
catalogo on line, ma stranamente prenota-
bili su altri siti di vendita .
EG

SKYMODEL 98/17
64 a 66 accessori:54 a 57 accessori 15-11-2017 13:57 Pagina 64

Accessori
IL-76MD, MiG-29 Fulcrum,
Bristol Sycamore, Su-33 Flanker
D, B/RB-66B Destroyer, Su-
30MKK Flanker G, Su-27
Flanker B,SE.5a Wolseley Viper,
AMX A-1A/B, A-11A/B, Rumpler
C.IV, Yakovlev Yak-3, HH-65,
AS 365/565, Z-9 Landing Gears

Ancora carrelli dalla Scale Aircraft


Conversions, carrelli ultimamente
di fattura molto migliorata nel det- Su-27 Flanker B Landing Gear for
taglio. Hobby Boss
Scala 1/144 SE.5a Wolseley Viper Landing
IL-76MD Landing Gear for Zvezda Gear for Eduard
AMX A-1A/B, A-11A/B Landing
Scala 1/72 Gear for Hobby Boss
MiG-29 Fulcrum Landing Gear for
Trumpeter Scala 1/32
Scala 1/32 e 1/35
Bristol Sycamore Landing Gear & -Spitfire Mk.Ixc Landing Gear for
Rumpler C.IV Landing Gear for
Rotor Head for S&M Models Revell
Wingnut Wings
EG
Yakovlev Yak-3 Landing Gear for
Special Hobby
HH-65, AS 365/565, Z-9 Landing
Gear for Trumpeter
F-15 Strike Eagle, MiG-31
EG Foxhound , A-4 Skyhawk, Bf
109F/G Landing Gear
Mikoyan MiG 21, Su-35 Flanker
E, Macchi 205 Veltro, Spitfire SCALE AIRCRAFT
Mk.Ixc Landing Gears CONVERSIONS 1/72, 1/48,
ART. 72147, 48337, 48338,
48339
1/72, 1/48, 1/32,
ART. 72146, 48335, 48336, Ultimissimi arrivi dalla Scale
32124 Aircraft Conversions per gli ultimi
kit usciti in commercio:
Ultimi arrivi dalla Scale Aircraft Scala 1/72
Conversions: - F-15E Strike Eagle Landing Gear
Scala 1/72 Academy
-Mikoyan MiG 21 Landing Gear
for RV Aircraft
Scala 1/48
-Su-35 Flanker E Landing Gear
Kitty Hawk
-Macchi 205 Veltro Landing Gear
for Hasegawa/Italeri

Su-33 Flanker D Landing Gear for


Zvezda
B/RB-66B Destroyer Landing Gear Scala 1/48
for Italeri/Testors -MiG-31 Foxhound Landing Gear
for Hobby Boss
Scala 1/48 -A-4 Skyhawk Landing Gear for
Su-30MKK Flanker G Landing Hobby Boss
Gear for Hobby Boss

64 SKYMODEL 98/17
64 a 66 accessori:54 a 57 accessori 15-11-2017 13:57 Pagina 65

Accessori
CBU-97

BRASSIN 1/72
ART. 672128
Le CBU-97 alla fne sono dei con-
tenitori, nome SUU-66/B, di sub-
rivisitazione dell’Academy con le munizioni, ognuna di queste con-
opportune modifiche e farcito di tiene all’interno 10 tubi ( BLU-108
resine. I set in fotoincisione propo- ), ogni tubo ha all’interno quattro
sti da Eduard colmano gli spazi sensori a forma di disco di hockey,
vuoti del kit base; iniziamo dal infatti sono chiamati skeets; questi
complesso dei freni di caduta rea-
lizzati in maniera splendida con
quelle centinaia di fori, le istruzio-
ni mostrano bene cosa eliminare
dal kit e come procedere al mon-
taggio finale, di certo è un lavoro
lungo e laborioso. Il secondo set
serve a dettagliare il vano carrelli e
le stesse gambe, francamente non flaps. Al contrario del buon vec-
so se conviene iniziare un lavoro chio stampo Revell, che prevedeva
certosino di piegatura ed incollag- di aprire la wheel bay per inserire
gio alla ciano dei vari frames inter- quella corretta( che poi era la cercano il bersaglio: veicoli, carri,
ni, non è impossibile questo è vasca del cockpit), qui Airfix è camion, persone ed altri veicoli,
certo, ma esiste in commercio un stata lungimirante a lasciare tutto una volta individuato sparano un
vano già bello e pronto in resina di aperto ed inserire una bella vasca penetratore di energia cinetica
Quickboost.......spero che Eduard da corredare con cavetteria fotoin- senza carica; questi sfrutta la sua
non legga mai quello che ho scrit- cisa e pannelli forniti, appunto grande capacità di perforare le
to! E veniamo al terzo e più inte- dalla confezione di Eduard. corazze con estrema facilità;
-Bf 109F/G Landing Gear for ressante aftermarket, partendo dal anche qui la Brassin li ha riprodot-
EG
Eduard presupposto che l’interno del kit è ti in resina fornendone sei nella
EG discretamente fatto, queste ultime confezione.
fotoincisioni danno quel valore EG
aggiunto in più che rendono deli- M-36 cluster bombs
P2V Neptune Wheels zioso il nostro kit; intanto tutta la
Spitfire Mk.VIII,
strumentazione, consolles laterali,
manette di comando, leve e cintu- Mk.XVI gun bays
re sono del tipo precolorato; molti BRASSIN 1/48
PLUS MODEL 1/72 dettagli in metallo migliorano la ART. 648325
ART. AL7018 zona delle mitragliatrici binate, i BRASSIN 1/72
porta munizioni e l’apparato radio; Armi tra le più subdole, le cluster
ART. 672154, 672152
esternamente invece sono interes- bomb purtroppo, fanno parte del-
Dedicate all’Hasegawa in scala
sati la stella motore, i piloni dei l’armamento di parecchi caccia
1/72, queste belle ruote in resina Particolarmente appetitosi questi
razzi (a seconda della versione che bombardieri moderni, in definitiva
due set per gli amanti del “tutto
si vuole scegliere), radiatori, vano sono dei contenitori che all’inter-
aperto”, gli alloggiamenti armi per
bombe e rimandi dei comandi no hanno delle submnizioni,
lo spit Mk.VIII e XIV di Eduard,
dello stabilizzatore orizzontale. parecchie in effetti, che vengono
due kit veramente ben riusciti; la
Infine le solite mascherine com- disperse a distanza secondo certi
scala è la 1/72 quindi si preannun-
pletano questo poker di migliorie
dello zio “Edoardo”.
EG
sostituiscono egregiamente quelle
datate del kit.
EG
Me 262A-1° set, Mask, Wheels

SB2C-5 Helldiver landing flaps,


undercarriage, interiors, mask EDUARD, BRASSIN 1/72
ART. 73600, CX486, 672159 sistemi.
Brassin ha replicato le M36 di fab-
Ancora non ho esaminato le stam- bricazione statunitense, derivanti
pate del nuovo Me 262 di Airfix dalle M34 che rilasciavano il gas
EDUARD 1/72 nella scala regina, ma se si tratta di Sarin; all’interno del blister trovia-
ART. 72655, 72656, 73605, un nuovo stampo, sarà sicuramen- mo quattro contenitori in resina
te all’altezza della situazione, visti corredati di fondelli ed elichette in
CX490 i prodotti della “rinata” ditta ingle-
cia un lavoro di fino e di massima
fotoincisione.
attenzione, ma fortunatamente la
se. Eduard si è subito buttata nella EG
Questi set di dettaglio sono dedi- ditta ceca ci ha abituati a precisio-
mischia con delle belle ruote in
cati al nuovo kit di Special Hobby ni di montaggio per i suoi kits ed
resina prodotte dalla costola
1/72 del “tuffatore americano” accessori.
Brassin, delle mascherine e delle
nella sua versione finale, usata EG
fotoincisioni che coprono tutte le
anche da noi italiani; il kit è una parti principali del kit, tranne i

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GLOSTER METEOR
F.8 KOREA
A09184
GLOSTER METEOR
F.8 KOREA
The Gloster Meteor was Britain’s
first jet fighter and the only Allied
jet aircraft to see operational service
during the Second World War. The
post-war F.8 variant of the Meteor was
fitted with new more powerful Derwent
turbojet engines and was perhaps the
definitive incarnation of this famous
aircraft and was the main RAF fighter
throughout the 1950s, until superseded
by the Hawker Hunter. A stable and
reliable aircraft, the Meteor F.8
soon became outclassed as an
air superiority fighter, but the
effectiveness of the basic design
allowed the aircraft to be used in
a variety of other roles.

GLOSTER METEOR F.8


Aircraft A77-851 flown by Sergeant George Spaulding Hale,
No.77 Squadron, Royal Australian Air Force, Kimpo,
Korea, March 1953

GLOSTER METEOR F.8


Aircraft A77-854, No.77 Squadron, Royal Australian
Air Force, Kimpo, Korea, 1953.

GLOSTER (FOKKER-BUILT) METEOR F.8


No.327 Squadron, Ruiten Vieró (Diamonds Four) display team,
Koninklijke Luchtmacht (Royal Netherlands Air Force), Commando
Lucht Verdediging (Air Defense Command), Soesterberg Air Base,
The Netherlands, 1952.
Length 287mm Width 236mm Pieces 190

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