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STORIA

RIVISTA MENSILE DI
MODELLISMO L 1.200
AEREI
MEZZI MILITARI
NAVI
UNIFORMI MILITARI
AUTO FAMOSE
STORIA DI BATTAGLIE
GIOCHI DI GUERRA
GIOCHI DIDATTICI
DIORAMI

ANNO II N. 3
MARZO 1978

Autocostruire un L6/40-Disegni e Fotografie


Storia degli automodelli "Mercury"-Elabora-
zioni Hawker "Typhoon"e "Tempest"
Un nuovo hobby: le autocostruzioni in cartone
Soldatini inglesi - Gli incrociatori "Mogami"
STORIA
MODELLISMO
DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE - REDA- N. MARZO 1978
ZIONE - PUBBLICITÀ'
r ^ ^y^j\i iti 1 1
Storia MODELLISMO
C.P. 633 - 00100 ROMA pag.

©
Via Vogherà, 54/c - 00182 ROMA 3 Autocostruire un L6/40 di F. Tempo
Tei. 75.04.78
6 L'SdKfz 7/1 corazzato di E. Campo
PREZZI: una copia Llt. 1.200 - Arretrati U dop- 8 Tavole delI'SdKfz 7/1 corazzato di G. Bignozzi
pio. Abbonamenti:
Annuo Italia Llt. 12.000
Annuo Estero Llt. 18.000

I versamenti vanno effettuati sul c.c.p. n. 12158002


© 10
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12
Rielaborando la « Giulia »
Come montare un « kit » 1 : 43
Lancia Ardea 800 autofurgone
di V. Alfonzetti

Intestato a: 12 Autobotte Viberti BC 5 militare '


Storia MODELLISMO, Via Vogherà, n. 54/c 13 Automodelli « Mercury » di V. Alfonzetti
00182 R O M A

fj?\5 Hawker « Typhoon » e « Tempest » di G. Bignozzi


DIRETTORE RESPONSABILE
\J^J 16 Commento alle tavole di F. Jannetti
Cesare FALESSI
17 Tavole a colori del «Typhoon» e
COMITATO DI REDAZIONE « Tempest » di F. Jannetti
Bruno Benvenuti, Maurizio Camponeschi, Piero 21 Modelli sulla bilancia di F. Jannetti
Crociani, Valerio D'Orio, Fabrizio Jannetti, Re-
migio Gennari, Aldo Marchetti.

HANNO COLLABORATO:
Mario Barteletti, Massimo Brandani, Giorgio
© 23
26
Soldatini per modellisti
Gli elmetti israeliani Orlite
diT. Wise
di B. Benvenuti

di V. D'Orio
Cantelli, Mario Cermelli, Massimo Di Giorgio,
Franco Gay, Sergio Gibello, Sandro Mazzoni,
Edoardo Massucci, Lino Mastrangelo, Enrico Mar-
chetti, Michael Perrotta, Alberto Santoni, Sergio
© 27
28
Ricostruzione di un pezzo
Autocostruire in cartone di F. Ecke

©
Sannipoli, Maurizio Tarducci, Mauro Tornassi, 33 Gli incrociatori classe « Mogami » di A. Santoni
Franco Valle, Antonio D'Ottavi, Lamberto Tarsi,
Federico Della Valle. 36 II nostro cantiere di V. Frasca

PUBBLICITÀ' [§j 38 Svolgimento di una simulazione - 1 di M. Andreani


Curata direttamente dalla direzione e dall'am-
ministrazione della rivista.

© ORION Edltrlce s.r.I.


@ 30
41
Piccoli annunci
Confronto con i lettori
41 1 vostri modelli
Via Vogherà, 54/c
00182 ROMA 42 Piccoli annunci

Proprietà ORION Ed. s.r.I. In copertina: In alto, un Hawker «Typhoon» 1B (matricola


MN235), conservato nel Museo della RAF di Hen-
Pubblicazione mensile
Autorizz. Trib. di Roma n. 16623 del 22-12-1976.
don, Gran Bretagna (un ampio servizio con tavole
a colori dalla pagina 15 alla 23).
In basso, uno degli originali modelli autocostruiti
DISTRIBUZIONE:
in cartoncino del pittore Franz Ecke (l'articolo alle
PARRINI & C., s.r.I. pagine 28 e 29).
P.zza Indipendenza, 11/B - Roma
Via Termopìli, 6-8 • Milano

Associato all'USPI
Unione Stampa
IVi iodica Italiana
Storia MODELLISMO C.P. 633 00100 ROMA. Tutti i diritti di riproduzione con qualsiasi mezzo
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Stampato in Offset presso riamente l'opinione della rivista. Salvo preventivi accordi, manoscritti, disegni, fotografìe anche se non
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la Lltotlpografia Rugantino Via Spoleto, n. 1
ROMA
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è conglobata nel prezzo di vendita, il cessionario non è tenuto ad alcuna registrazione (art. 25 D.P.R. n. 633/1972) e non può
operare alcuna detrazione. '—-
Pertanto, non verranno in alcun caso rilasciate fatture.
Autocostruire un 16-40 di Remando Tempo

ì~ìul 1° iti 9 ottobre 1977. nell'ambito del


Salone Uso-Tempo e itegli Hobby, orga-
nizsilo presso il Palazzo dei Congressi di
Roma, la IPMS-ltaly, cioè la maggiore or-
ganizzazione' modellistica internazionale, al-
lestì una mostra-concorso nazionale di mo-
dellismo. Il premio pili ambito, il trofeo
« Giorgio Licilru ». fu assegnato ad un car-
ro armalo autocostruito, un Le/40, dovuto
a l-'ernando Tempo di l'adora. Ne parlam-
mo nel numero A IO di Storia Modellismo
/ pug. 21). e pubblicammo ane/ie una pic-
cola /olografia della realizzazione tpag. 42
dello slesso numero A10). Siamo ora lieti
li presentare un articolo di Fernando Tempo
die spiega ai le/lori di Storia Modellismo
come Ita costruito il suo splendido L6/40.

BREVI CENNI STORICI


"IV el 1938 la Fiat-Ansaldo, a eonelusione
di una lunga serie di studi sui carri leg-
geri, sviluppò due prototipi identici nello
scafo e nella disposizione i n t e r n a , ma d i f -
ferenti per q u a n t o riguardava l'armamen-
to: il primo era dotato di un cannoncino
da 37/2b e di una mitragliatrice Breda 8
mm coassiale, il secondo, invece, al posto
del 37/26 presentava una mitragliatrice Brc- Immagine del modello completato. Si noti la ricchezza di particolari e lo straordinario
da cai. 20 mm. realismo ottenuto con un attento dosaggio della verniciatura. Fernando Tempo, che
Sia nel primo che nel secondo caso l'ar- vive e lavora a Padova, sta ora preparando un altro splendido modello, sempre in
mamento era posto in una torretta gire- scala 1 : 20. il carro italiano M11/39.
vole che costituiva in sé una grossa no-
vità in quanto permetteva a questo carro, lo stesso prototipo « rimesso a nuovo ». il Non si può affermare, comunque, che
a differenza dell'I.}, di coprire t u t t i i 360° veicolo fu omologato e ricevette la deno- l'i 6 fu un carro del tutto riuscito in quan-
dell'orizzonte. minazione ufficiale di Curro armato leggero to mancava di una adeguata corazzatura
Alle prove valutative presso il C.S.E.M. da 6 tonnellate modello 1940. abbreviato (che era. per g i u n t a , i m b u l l o n a t a ) e di un
di Roma partecipò il prototipo con la se- in L 6/40. armamento più potente, e proprio tali ca-
conda combinazione di armamento che, tra I Bersaglieri e la Cavalleria furono i renze lo rendevano facile preda anche del-
l'altro, data l'eccessiva severità del terreno due corpi che lo impiegarono, peraltro con le armi di medio calibro; in ogni modo, i
e. in parte, anche delle prove, si ribaltò modesti risultati, a partire dal '41 e fino nostri carristi, dando prova di autentica
e prese fuoco. T u t t a v i a , dopo la conclu- all'8 settembre '43. in Africa Settentriona- abnegazione, si sciropparono con questo
sione delle prove condotte a termine con le, in Russia e nei Balcani. mezzo tutto il periodo bellico. Dopo que-
sto breve cenno storico passiamo ora alla
costruzione, o meglio, alla autocostruzione
del nostro L 6 in q u a n t o , purtroppo, non
esiste in commercio una scatola di mon-
taggio.

Il modello
/ 1 ominciamo con l'incollare le parti com-
^•"ponenti lo scalo, realizzate in plaslie card
grosso, facendo particolare attenzione alle
loro misure (operazione, questa importan-
tissima per una buona riuscita del mo-
dello).
Dopo di che passiamo alla sovrastruttura
o casamatta. caratterizzata, nella parte po-
steriore, da due grandi portelloni del vano
motore, muniti di grigliature; quindi ai
quattro binar! o guide curve situate sui
lati dello scafo ed aventi la funzione di

A sinistra, particolare della parte anterio-


re sinistra: a destra, un dettaglio della
torretta. I bulloni sono stati ottenuti da
capocchie di spilli.

storia MODELLISMO
/Ve/ disegno in alto, viste • esplose • dello scafo del carro, con parafanghi, della tor- soché liscia, mentre sulla parte esterna
retta e dell'armamento principale. Tutti i pezzi sono stati ottenuti con < plasticata • di vanno incollati quattro cerchi di plasticard,
buon spessore. Sotto, le fotografie mostrano altri particolari della straordinaria realiz- di diametro diverso, sovrapposti l'uno all'al-
zazione: a sinistra, la ruota posteriore di rinvio — lato destro — con uno dei carrelli tro (il discorso si chiarifica ulteriormente
di rotolamento e la marmitta di scarico esterna. A destra, la parte posteriore con le
griglie del vano motore. Si rileva la cura con cui sono stati realizzati i particolari: la studiando attentamente gli schizzi che ac-
ruota di scorta, la fune di traino, il piccone, il telone ripiegato. compagnano il testo).
A questo punto spero abbiate in qual-
preservare i mozzi dei bràcci dagli sforzi gomato; anche le ruote sono state ottenute che buio angolo di scatola delle ruote den-
laterali che si verificavano durante la ster- con il medesimo procedimento e lavorate tate, naturalmente in scala con il modello:
zatura. sino ad ottenere la circonferenza neces- tagliate i denti con cura e riportateli sulla
La parte circolare posteriore, che servi- saria. nuova ruota (tali denti, tuttavia, si posso-
va per la revisione e lo smontaggio del Questo sistema vale per le ruote centrali no ottenere anche sagomando opportuna-
ventilatore, l'ho ricavata lavorando un pez- e per quelle reggicingolo, ma varia legger- mente dei piccoli pezzi di plasticarci o pla-
zo di plastica abbastanza spesso. mente per le motrici e quelle di rinvio. stica).
Veniamo ora al treno di rotolamento: Le prime, doppie, sono state eseguite nel Passiamo ora a quelle di rinvio: anch'es-
per i vari bràcci va adoperato del plasti- seguente modo: la parte interna non pre- se sono doppie ma più semplici delle pre
carli opportunamente tagliato e quindi sa- senta nessuna difficoltà in quanto è pres- cedenti: dopo aver ottenuto il diametro

storia MODELLISMO
esatto, praticatevi gli otto fori tipici quindi scia del solito materiale ai cui bordi ne goli accertandosi, così, che nessun perno
incollate intorno al bordo della ruota una sono state applicate altre due in modo si fosse sfilato dalla relativa maglia.
piccola striscia di plasticarci ed il gioco, che le tre parti assieme formino una spe- E veniamo finalmente alla torretta.
pardon, la ruota è fatta. cie di « U » rovescia. Personalmente ho cominciato a tagliare
E qui si presenta il problema dei cingoli A questo proposito è importante ricor- la base e la parte orizzontale del cielo
che costituisce, a mio parere, la difficoltà dare che entrambi i parafanghi presenta- (escludendo, cioè, la parte inclinata) e poi
più grossa nel campo dell'autocostruito, in vano anteriormente, dal lato interno, una l'ho « chiusa » tutt'intorno; vi consiglio di
quanto sono molto difficili da riprodurre. piccola feritoia che permetteva al pilota compiere questa operazione non subito con
Il problema, in questo caso, è stato ri- di controllare, attraverso il portellino di le parti in plasticard, ma con delle parti
solto adoperando i cingoli dell'Ai 41 in sca- guida, durante la marcia, lo stato dei cin- ritagliate in cartoncino leggero: ciò vi per-
la 1/35 della Tamiya, che sono stati, poi,
naturalmente, modificati con certosina pa-
zienza. Soffo, altri disegni • esplosi • mostrano con chiarezza come l'autore è riuscito a realiz-
zare i vari particolari degli organi di rotolamento del carro. Soltanto il cingolo è stato
E con questo il discorso sul treno di ro- ricavato da una paziente trasformazione di quello contenuto nella confezione dell'M41
tolamento si può ritenere chiuso. in scala 1: 35 della casa giapponese Tamiya. Sopra, le fotografie illustrano il risultato
I parafanghi sono composti da una stri- finale dell'accurata lavorazione.

storia MODELLISMO
¥l più famoso cavallo da tiro dell'Esercito
^•tedesco, durante la 11 Guerra Mondiale.
fu senza dubbio \'Sdkfz 7, altrimenti no-
to come l'8 tonnellate. Costruito nella sua
ultima versione, la KMm li, solamente dal-
la Krauss Maffei, capocommessa, in 5026
esemplari, era stato progettato con il pre-
cipuo compito di traino delle artiglierie
medio-pesanti, quali l'obice da 10,5 cm
FH 18, il cannone da 15 cm SFH 18 ed i!
famosissimo controaereo-controcarro 8,8
cm FLAK.
Equipaggiato con un motore .Maybach
con 6 cilindri e 140 hp di potenza, non
era l'ideale della semplicità costruttiva,
creando così non pochi grattacapi alle squa-
dre destinate alla manutenzione del be-
stione. Alcuni sistemi meccanici infatti pre-
sentavano notevole complessità e, tanto per
citarne uno, tra questi era il sistema di
sterzo, che partendo ovviamente dal volan-
te, agiva sulle ruote anteriori fino ad una
sterzata di 15° dopodiché entrava in azio-
' ne un sistema di frenaggio del cingolo in-
: r,1 terno, permettendo così una sterzata mag-
giore. Comunque I'8 tonnellate (questo pe-
so indica la capacità di traino e non il pe-
Tre fotografie che completano le viste da varie parti del modello finito. In alto, una so del semicingolato, che si aggirava sulle
visione d'insieme degli organi di rotolamento, lato destro; qui sotto, veduta posteriore 11 tonnellate) trainò cannoni, e non solo
del carro nel suo insieme. In basso, particolare dell'attacco del ruotino di scorta. questi, per tutta la guerra, su tutti i fronti.
Tuttavia, il sorgere di peculiari esigenze
belliche, fece sì che si adottasse lo scafo
mette di correggere gli eventuali errori ri- dell'Sd/c/z 7 per scopi che non erano stati
sparmiando plastica, tempo ed orrendi im- minimamente previsti in gase dì progetta-
properi. zione.
La mitragliera Breda non è altro che un Nel presente articolo, ci vogliamo occu-
tondino di ottone (che può essere sosti- pare appunto di uno di questi impieghi
tuito dal tubicino in plastica che contie- speciali dell'8 tonnellate, per la precisione
ne l'inchiostro in una comunissima penna di quello controaereo.
a sfera). Costruito in due varianti, Silkfz 7/1 e
La scudatura è stata, invece, ottenuta Sdkfz 7/2, l'uno armato con un comples-
con la tecnica che va sotto il nome di so quadrinato da 2 cm FLAK 38, l'altro
« vacuformed ». invece con il 3,7 cm FLAK 36, ambedue
erano destinati ad offrire la copertura con-
Tutte le bullonature sono state realizza-
tro attacchi aerei a bassa quota alle forma-
te con le capocchie di spilli, mentre le cer-
zioni corazzate, sia in fase di marcia che
niere, le serrature, gli attrezzi e quelle al-
in fase di parcheggio; inoltre un cospicuo
tre parti che necessitano ad un carro che
contingente di tali mezzi svolse servizio an-
si rispetti, sono state ricavate, in parte, da
che nei reparti controaerei della Luftwaffe.
scatole di montaggio ed in parte (circa il
ai quali era affidata la difesa a corto
90%) autocostruite con pazienza e, come
raggio degli aeroporti.
dice un amico di mia conoscenza, con tan-
ta « manina santa ». Poiché quasi tutte le armi specificamente
contraeree sono tali solo sulla carta, in quan-
Il mezzo è stato ambientato in Africa
to possono scagliare i loro micidiali proiet-
Settentrionale (il colore è il sabbia italia- tili anche contro bersagli terrestri, così pure
no della Mo-Lak steso ad aeropenna) e
il nostro semicingolato, spesso si trovò a
porta le insegne dei Lancieri di Novara
dover battere obiettivi non corazzati o leg-
(tutte dipinte a mano, talvolta con l'aiu-
to dell'aerografo).
Per la documentazione, sia tecnica che
fotografica, veramente indispensabile in
questo genere di lavoro, mi sono valso del-
l'ottima monografia della Bizzarri della se-
rie Fronte Terra dal titolo: Carri Leggeri,
Le/40 Sviluppo ed Operazioni (2/III), il
quale ha risolto in maniera brillante i nu-
merosi interrogativi a cui di volta in volta
mi trovavo di fronte.
Per concludere non mi resta che augu-
rare un buon lavoro a tutti coloro che
vorranno cimentarsi nell'affascinante avven-
tura dell'autocostruito, ricordando loro, an-
cora una volta, che il peggior nemico no-
stro è la fretta. La confezione Tamiya che ha fornito il
pezzo base utilizzato per la trasformazio-
ne di cui si parla nell'articolo.

storia MODELLISMO
L SDKFZ M corazzato di Enrico Campo

germente blindati, in diverse situazioni di


appoggio tattico.
Forse però la limitazione maggiore del
semovente era l'assoluta mancanza di pro-
tezione per l'equipaggio; a tal proposito
e forse in previsione più della funzione di
appoggio tattico, che non di quella contro-
aerea, venne realizzata una protezione co-
razzata, che riparasse la cabina di guida e
la retrostante panchetta dei serventi dell'ar-
ma trasportata, ed infine fu sistemata da-
vanti alle griglie del radiatore una scuda-
tura, che potesse proteggere gli organi più
esposti nel motore.
Della versione controaerea de\\'Sdkfz 7,
quella armata con la quadrinata da 20 mm.
esiste un ottimo modello della Tamiya, de-

ANTIAEREO
O CONTROAEREO?
Si sente comunemente usare l'uno
o l'altro termine, così come si dice
altrettanto indifferentemente anticar-
ro e controcarro, sempre per desi-
gnare l'identico impiego. In realtà
questi due termini dovrebbero ave-
re un significato diverso: il prefisso
anti identifica infatti la funzione
« passiva »; il prefisso contro la fun-
zione « attiva ». Per questo motivo si
dovrebbero chiamare controaerei e
•controcarro i cannoni, perché sono ar-
mi offensive, che svolgono un tipo di
difesu attiva; mentre si dovrebbero
chiamare antiaerei i rifugi, anticar-
ro le mine, perché sono sistemi di
difesa passiva. Abbiamo precisato si
dovrebbe, perché questa distinzione,
introdotta nella nomenclatura mili-
tare italiana parecchi anni fa, e codi-
ficata nei primi manuali di istruzione
di questo dopoguerra, non pare ab-
bia avuto molto successo. Inoltre si
fa molta confusione tra i significati
dei due termini, anche da parte di
chi ammette che sono distinti. Storia
Modellismo, che cerca di esprimer-
si con precisione, adotterà comunque
la terminologia che ritiene esatta:
quella, cioè, della distinzione fra i
termini a seconda della funzione.

rivato anch'esso, come nella realtà, dal trat-


tore per l'88, già presente da tempo nel
catalogo della ditta giapponese.
Il montaggio per realizzare il semovente
non presenta particolari difficoltà per il
modellista medio e spesso durante la co-
struzione ci si imbatte in piacevolissime
sorprese, quali il complesso delle ruote an-
teriori realmente sterzante, la possibilità
della variazione della tensione dei cingoli, In alto: una foto ricordo! Quattro soldati americani posano appollaiati sopra un
il verricello che può svolgere e riavvolge- Sdkfz 7/1 appartenente ad un reparto controaereo della 2a divisione corazzata « Das
re il cavo di trazione ed infine il sistema Reich ». Fronte francese, estate-autunno 1944. Sotto, un equipaggio di un Sdkfz 7/2 della
Luftwaffe si sta esercitando in puntamenti e tiri simulati in Italia (1943). Qui sopra, un
(segue a pag. 9) semovente controaereo Sdkfz 7/1 nella configurazione originale senza corazzatura.

storia MODELLISMO
I disegni di Giorgio Bignozzi mostrano le viste laterali, quella dall'alto e, nella pagina
accanto, quella frontale e quella posteriore, del semovente semicingolato controaereo
Sdkfz 7/1 corazzato con la « Flakvierling » da 20 mm; l'ultimo profilo, la variante col
cannone Flak 36 da 37 mm e sponde in legno.

m. 2

storia MODELLISMO
(segue da pag. 7)
di alzo dell'ottima quadrinata, dato che, co-
me in quello vero, il movimento delle armi
è accompagnato logicamente dal movimento
coassiale del reticolo di mira. Posso affer-
mare che gli unici lavori di dettaglio che
ho dovuto eseguire sono stati le forature
delle canne delle 20 mm e del reticolo
di mira che è stampato pieno.
Ma ciò che forse può tentare i modelli-
sti a caccia di « pezzi unici » è ovviamente
la realizzazione delì'Sdkfz 7/1 corazzato.
E' quanto ho fatto io, seguendo i dise-
gni qui allegati, traendone un lavoro di

Montiamo, senza tagliare i denti di A 23-


24 a mio avviso utilissimi per il posiziona-
mento del cofano, i quattro pezzi A 21-22-
23-24. Poi costruiamo il complesso del po-
sto di pilotaggio. A questo punto il primo
colpo di tagliabalsa: il pavimento della ca-
bina, all'altezza della pedana del conducen-
te, va leggermente ristretto, più precisa-
mente va rastremata verso il cofano la sva-
satura ivi presente, così come va diminuito
l'ingombro laterale di A 39 (i pezzi C 10-
11-12 non servono).
Adesso sotto con il plasticard! Prima di
tagliare le singole facce della corazzatura,
costruite un contropavimento per la cabi-
na (largo circa 65-66 mm, cioè appena di
più del pianale posteriore), a questo aggiun-
gete i piccoli parafanghi. Utilizzando il
contropavimento come base, iniziate a mon-
tare le singole piastre di corazzatura, do-
po aver naturalmente verniciato la cabina
In alto: un Sdktz 7/2 corazzato che presenta alcune singolari varianti: l'andamento e le facce interne della corazzatura. Il sof-
curvilineo del parafango posteriore (variante non infrequente sugli esemplari corazzati), fitto è realizzato in due pezzi: l'uno, infe-
e le sponde laterali di legno. Sotto: il semovente Sdkfz 7/2 nella configurazione ori- riormente, segue il perimetro della coraz-
ginale senza corazzatura. zatura; l'altro, superiore, sul quale poi

DISTINTIVO
DIVISIONALE
(j>IST. D1VISION.)

TARGA

non eccessiva difficoltà e di gran soddi- — la seconda sezione comprende la poggeranno i due portelli, più piccolo e
sfazione. corazzatura della cabina e del motore; di forma rettangolare, viene poi reso omo-
La realizzazione la possiamo suddividere — la terza infine riguarda la trasfor- geneio con il pezzo inferiore mediante una
in tre sezioni principali: mazione del pianale di carico. fascia di stucco rastremata verso il basso.
— la prima sezione di lavoro consiste Omessa la descrizione della prima sezio- Terminato questo lavoro, incolliamo la ca-
nel montaggio puro e semplice della mitra- ne in quanto le istruzioni di Tamiya sono bina corazzata allo chassis, poi ritagliamo
gliera e dello chassis, per intenderci l'avan- chiarissime, iniziamo il lavoro della secon-
treno, il treno di rotolamento ecc.; da fase. (segue a pag. 30)

storia MODELLISMO
Rielaborando la Giulia di Valerio Alfonzetti

'C' da poco uscito il modello dell'Alfa


Romeo Giulia Nuova Super, prodotto
in scala 1 : 42 circa dalla Mebetoys. Le pro-
porzioni sono abbastanza bene rispettate,
essendo più lunga del dovuto di soli 2
mm. La linea però presenta alcuni scom-
pensi nella fiancata e nel tetto, le cornici
dei finestrini anteriori sono troppo grosse:
inoltre il grado di finitura, specie nei par-
ticolari, lascia a desiderare (bisogna tener
conto comunque del basso prezzo di ven-

Una veduta - panoramica * della Nuova Giulia rielaborata (modello a sinistra) a con-
fronto con la versione originale della Mebetoys. Notare il particolare delle ruote ed i
rostri dipinti in nero.

dita del modello). Vediamo quindi come NOTIZIE STORICHE


migliorarlo e renderlo più simile all'origi-
nale. Innanzitutto bisogna riverniciarla (se- SULL'ALFA ROMEO
guendo le procedure indicate nel n. B/l « GIULIA » BERLINA
della rivista, a proposito del restauro) in
uno dei colori originali Alfa Romeo, repe- T }Alfa Romeo Giulia Nuova Super ven-
ribili dall'autoricambi in bomboletta spray, ne presentata nel giugno 1974, dodici
che sono riportati nello specchio n. I. Poi anni dopo l'uscita del primo modello della
occorrerà sostituire le orribili ruote in pla- serie, la Giulia TI di 1570 cc. 106 CV
stica con il tipo a disco forato reperibile (SAE) a 6000 giri/min., cambio a 5 rapp.
o dal vecchio modello della Giulia TI della + rm con leva al volante e 165 km/h di
stessa Mebetoys o nei negozi di modellismo velocità massima.
La prima Giulia 1300 apparve nel 1964,
con corpo vettura semplificato (frontale
con due soli fari) rispetto alla TI, 1290 cc,
LA GAMMA DEI COLORI 89 CV, cambio a 4 rapp. + rm con co-
mando a cicche, e velocità di 155 km/h.
Esterno Interno Nel 1965 fu presentata la Giulia Super,
bianco beige, blu o nero 1570 cc, 112 CV, 175 km/h, corpo vettu-
grigio indaco beige, blu o gri- ra con rifiniture migliorate e nuovo cru-
gio scotto (simile all'attuale). Dello stesso an-
avorio beige o blu no è la sportiva TI Super, ed. « Quadri-
beige o blu foglio (dal simbolo delle Alfa da corsa),
verde pino
con carrozzeria alleggerita, sedili anteriori
prugna beige o grigio anatomici, cruscotto a tre elementi circo-
azzurro Le Muns beige o blu lari, motore da 120 CV ed oltre 185 km/h
faggio beige di velocità.
giallo piper beige, blu o nero Nel 1965 viene applicato il cambio a 5
rapporti sulla 1300 TI, 94 CV e oltre 160
blu olandese beige o blu
km/h. Alla fine del 1967 per tutta la gam-
grigio metallizz. beige o antracite
(segue a pag. 11)

in apposite bustine. La calandra andrà ver-


niciata in nero opaco, così come i rostri

^r dei paraurti. Scudetto « Alfa » e fari resta-


no invece cromati. I fari posteriori vanno
in tre colori (vedi disegno a pag. 11). L'in-
terno deve essere completamente rifatto. Il
cruscotto va autocostruito (vedi foto). Il
volante va sostituito con uno a tre razze
argentate con la corona color legno; i se-
In alto, a confronto il frontale rifinito (a dili anteriori vanno muniti di poggiatesta.
destra) con l'originale. Sotto, la Giulia TI I più esperti infine potranno completare
Super, rielaborazione del modello Mebe- il modello con le scritte « Alfa Romeo » -
toys Giulia TI. Qui sopra, un'altra rielabo- « Nuova Super 1.3 » o « 1.6 » o « Diesel »
razione dallo stesso Mebetoys: la Giulia ai lati del coperchio vano bagagli.
1300 TI modello 1968. A destra, partico-
lare del cruscotto.

10 storia MODELLISMO
f li automodelli « speciali » in scala 1 : 43, si ricoprono con stucco da carrozziere (sin-
reperibili generalmente in kit, sono pro- tofer). Le bombature si eliminano con l'uso
dotti sia in una lega detta « metallo bian- accorto delle lime.
co », sia in resina. Sono oltre un centinaio, Dopo aver ripassato il tutto con carta
ormai, i marchi sotto i quali vengono pro- vetrata, daremo infine una spazzolata con
dotti oltre mille modelli. una spazzola metallica, in modo di ottene-
Il montaggio di un kit non presenta, ge- re una perfetta pulitura del corpo vettura
neralmente, difficoltà eccessive, a patto che in tutte le sue parti.

Come si monta un "Kit" in scala 1-43 a cura di V. A.

si seguano i pochi seguenti consigli. Come A questo punto dividiamo le operazioni pri desumibili dalle fotografie o dalle istru-
prima cosa il kit va studiato in tutti i suoi rispetto alle varie parti del modello. Per zioni allegate al kit. Per capale e sedili si
particolari e, una volta individuato ogni la carrozzeria passiamo alla verniciatura: consiglia di mescolare allo smalto un po'
pezzo e la sua giusta collocazione, convie- dopo una mano di stucco antiruggine spray di talco, in modo di ottenere un effetto
ne programmare il montaggio, tenendo sem- e successiva scartavetratura con cartavetro granuloso molto simile alla pelle o al tes-
pre a portata di mano una foto o disegno molto fine ad acqua (se una mano di stuc- suto. Nei modelli da competizione il fondo
della vettura originale da riprodurre. Pas- co non è sufficiente per ottenere una su- vettura e le pareti laterali solitamente son
siamo ora alle operazioni di montaggio: il perficie perfettamente liscia, ripetere l'ope- lasciati in colore metallico, non essendo ri-
kit va ripulito, prima di ogni altra opera- razione) daremo i due strati di vernice, sem- vestiti nell'originale. Per la verniciatura bi-
zione, da tutte le scorie di fusione ed im- pre scartavetrando fra l'uno e l'altro, usan- colore, sia dei particolari che della carroz-
perfezioni varie, come buchi e bombature do, ove possibile, la vernice originale delle zeria consigliamo, per mascherare le parti
inopportune; per le prime è sufficiente una case costruttrici dell'auto vera, ed in ogni che non si desiderano verniciare, l'uso del
taglierina da disegno o, meglio, un piccolo caso, sempre nella confezione spray.
tagliabalsa, e vari tipi di lime, oltre a car- Gli altri particolari andranno verniciati,
ta vetrata nelle varie gradazioni; i buchi preferibilmente a pennello, nei colori pro- (segue a pag. 12)

(segue a pag. 10)


BIANCO o
ma viene adottato il cruscotto ad elemen- ARGENTO ROòSO ARANCIO ROSSO
ti circolari, simile a quello della «Super»
e la calandra anteriore a fondo nero. Nel
1969 aumento di potenza (116 CV) per la A V
1600 Super e presentazione della 1600 S,
109 CV e 170 km/h. Nel 1970 la 1300 di-
viene Super con 103 CV ed oltre 165
km/h. Nel 1972 infine, le carrozzerie del-
la 1.3 e della 1.6 vengono unificate nella
versione Super. La versione Diesel della
Nuova Super, con motore inglese Perkins
è stata presentata nel 1976 a coronamento II gruppo ottico posteriore della Giulia Nuova Super con i colori esatti da
della serie delle berline Giulia, prodotte a applicare.
tutt'oggi in circa 600.000 esemplari.

DATI TECNICI DELLA « GIULIA » NUOVA SUPER


Cilindri: 4 in linea; cilindrata: cc 1290/1570, Diesel 1760; Potenza max CV SAE/Giri
minuto primo: 103/6000, 116/5500, 55/4000; cambio a 5 rapporti più retro-
marcia. Velocità: Km/h 165/175/138.
Passo mm 2510; lunghezza mm 4185; larghezza mm 1560; altezza mm 1430; peso
kg 1010/1040/1130.
Pneumatici: 155SR15 o 165SR14.

RIPRODUZIONI DELLA « GIULIA » BERLINA


Politoys:.. plastica scala 1 : 41, modello T.l.
metallo scala 1 :43, modello T.l. anche in versione Polizia e Carabinieri.
Mebetoys: scala 1 43, Modello T.l. (anche Carabinieri e Polizia)
scala 1 43, modello Nuova Super
Mercury: scala I 43, modello Super 1600 e versione « Comerò ».
Ed il Toys: scala 1 43, modello T.l.
Dinky Toys: scala 1 42, modello T.l. anche versione « rally ». La Giulia TI nella versione costruita dalla
Togi: scala 1 24, modello T.l. e Super (in metallo). Dinky Toys France.

storia MODELLISMO 11
(segue da pag. 11) L'AUTOFURGONE
nastro adesivo da carrozziere, che non dan-
neggia lo smalto già asciutto. LANCIA « ARDEA » 800
Completata la verniciatura, si passa al
montaggio. A bbiamo fotografato per voi un autofur-
Come collante si consiglia uno del tipo gone Lancia Ardea 800. Questo model-
epossidico a due componenti, e non quelli lo, derivato dalla omonima vettura berlina,
tipo Cyanolit o Kemi cyak che non sono fu presentato nel 1941 e la sua produzio-
molto resistenti nel tempo. Per primo si ne continuò sino al 1953.
monta l'interno, ponendo al proprio posto Esso fu uno dei primi esempi di veicolo
sedili, cruscotto, volante e leva del cam- chiuso per trasporto veloce. Le sue carat-
bio. Poi gli assali e le ruote. A telaio com- teristiche meccaniche erano le seguenti:
pletato vi si unisce la carrozzeria, dopo cilindrata 903 cc, potenza max 28 CV a
avere incollato, se del tipo chiuso, i fine- 4600 giri/min, portata 800 kg, velocità cir-
strini in plastica dall'interno. Si consiglia, ca 100 km/h, cambio a 4 rapp. + rm,
per tenere unite le varie parti durante l'in- consumo 8-9 litri per 100 km. MASSA • V MOSTRA
collaggio, l'uso del nastro adesivo da car- DI MODELLISMO
rozziere. Poi si applicano tutti gli accessori Un modello di questa vettura è stato
riprodotto, piuttosto male, a dir la verità, 22 aprile - 1° maggio 1978
esterni, come specchietti retrovisori, para-
dalla « Modelli R » in resina, scala I : 43.
brezza, marmitte e tubi di scarico. Infine REGOLAMENTO
in varie versioni pubblicitarie, pompieri e
le decalcomanie, tenendo sempre sott'occhio Dal 22 aprile al 1° maggio 1978 il
ambulanza. Può essere interessante o rie-
la figura della vettura originale. Club di Modellismo MODEL di Mas-
laborare tale modello per renderlo più si-
Alla fine, una lucidala con il polish e via sa organizzerà la:
mile all'originale o autocostruirselo sulla V Mostra di Modellismo
a mostrare con orgoglio a madre, padre,
base dello stesso e naturalmente con il cor-
moglie, zie, nonni ed a chiunque capiti a luogo ove si svolge la manifesta-
redo di foto e disegni.
tiro, il frutto del nostro lavoro, inconsa- zione: Salone degli Svizzeri del Palaz-
pevoli dello scarso apprezzamento che in Aggiungiamo per gli appassionati che zo Ducale di Massa;
genere ne verrà da parte di chi li può con non è infrequente, specie nelle grandi cit- riservala alle categorie: modelli
tutta probabilità, scambiare per delle Poli- tà, imbattersi in vecchie automobili, furgo- navali, plastimodellismo, aeromodel-
toys... ni, autocarri. Poiché la documentazione lismo;
esistente non è sempre reperibile con faci- consegna dei modelli: giovedì 20
lità, e talora manca, sarebbe bene localiz- aprile dalle ore 17 alle ore 19, orari
zare dove opera o ha sede (leggi auto- diversi devono essere concordato con
rimessa) il veicolo in questione e andarse- il Model;
lo a fotografare con comodo. Storia Mo- ritiro dei modelli: lunedì 1° mag-
dellismo sarà lieta di pubblicare le foto gio dalle ore 19 alle ore 20. Dopo ta-
di questo genere che i lettori vorranno le ora, se non preavvertito, il Model
inviare, purché nitide ed in formato al- si ritiene autorizzato ad abbandonare
meno 13 x 18. i modelli incustoditi;
• quote di partecipazione: per ogni
modellista ed indipendentemente dai
V.A. modelli presentati, quota di iscrizione
di lire 2000 (duemila) se socio del
Model;
custodia dei modelli: i modelli
verranno esposti all'interno di apposite
vetrinette illuminate, inoltre il Model
quest'anno, benché nelle quattro pre-
cedenti edizioni non abbia mai avuto
Una elaborazione: danni di alcun genere ai modelli, prov-
vederà a contrarre a proprie spese una
L'AUTOBOTTE BC 5 VIBERTI polizza assicurativa sui modelli esposti;
premiazione: a tutti gli espositori
MILITARE il Model consegnerà un artistico diplo-
ma di merito munito di annullo spe-
ciale filatelico della mostra ed una
Questo modello dell'autobotte militare
Fiat-Viberti BC 5, in servizio nelle no-
artistica medaglia coniata espressamen-
te per la mostra da un insigne artista.
stre Forze armate negli anni '50, è stato Quest'anno a tutti i visitatori verrà
ottenuto dal corrispondente modello civile consegnala una scheda nella quale do-
prodotto in varie versioni dalla Mercury vranno indicare i cinque pezzi, a loro
nel 1953, in scala intorno all'I : 65. La tra- giudizio migliori nei tre settori.
sformazione è molto semplice: la carrozze- Fra tutti coloro che avranno conse-
gnalo la scheda verrà estratto a sorte
ria va verniciata in verde opaco militare, un modello di nave antica e fra gli
mosi come i cerchi delle ruote ed il pa- indicati dal referendum del pubblico
raurti anteriore; la calandra va in nero verranno assegnati quindici premi;
opaco, i fari anteriori in argento o in iscrizioni ed informazioni: iscri-
bianco opaco, quelli posteriori in rosso co- zioni presso il Model - Via Cairoti, 37
sì come i grandi ed i catarifrangenti, ed - Massa da compilarsi sull'apposita
in arancio quelli piccoli laterali. Infine in- scheda. Informazioni dirette presso il
segne e targhe anteriori e posteriori, a scel- Model o telefoniche nelle ore serali dal
ta, dell'Aeronautica militare o dell'Esercito. Presidente del Model rag. Dina Fial-
dini (tei. 0585/44.704).
Il modello nelle fotografie è la versio-
ne AM (Aeronautica Militare Italiana). Le iscrizioni, aperte dal 1° gennaio
1978. verranno chiuse al momento in
cui saranno coperti gli spazi dispo-
nibili.
V.A.

12 storia MODELLISMO
Gli Automodelli Merairy di Valerio Alfonzetti

¥ a ditta Mercury è stata fondata nel 1932 la Lincoln Continental cabriolè!, la Stude- più recenti i cerehioni avevano i raggi
•"-'e la sua principale a t t i v i t à è la produ- baker Commander, la Willys Jeep S.W. Ta- stampati ed i pneumatici di colore nero;
zione di armamenti e blindature per casse- li modelli erano ancora piuttosto rozzi, i vi era inoltre la possibilità di acquistare
forti. La sede è Torino. I primi automo- pneumatici erano lisci in vari colori, il separatamente la figura del pilota in gom-
delli Mercury apparvero nel 1945, sulla telaio in lamierino (negli ultimi esemplari ma bianca.
scia del successo riscosso dai modelli Dinky prodotti era però in zamac pressofuso). Nel 1950 tutti i suddetti modelli usciro-
Toys apparsi oltremanica ed in Francia Un salto di qualità si ebbe nel 1949 con no anche in scala 1 : 87. In tale scala an-
prima della guerra. Questi primi modelli la Cadillac 62 e nel 1950 con la Fiat 500C, che una serie di dieci autocarri ed un au-
della Mercury erano piuttosto rozzi e non la Fiat 1400 e la Lancia Aurelio, tutti in tobus. Altri auotcarri in scala I : 50 circa
riproducevano precisamente un particolare scala circa 1 : 40, con paraurti e fari cro- apparvero con la denominazione di Ciclo-
tipo di vettura, seppure vagamente ispirati mati, pneumatici scolpiti (colore grigio o pc, Fiuto, Golia, Èrcole.
a carrozzerie della Farina (Spider Farina, nero), ed ottimo livello di riproduzione, In scala 1 : 25 uscì una Aprilia, anche
che poi era un coupé), dell'Alfa Romeo dovuto anche al fatto che erano stati pro- in versione con motore a molla, motore elet-
(Aero) e della Packard (Americana). gettati in collaborazione diretta con le ca- trico, filoguidata o meno. Di queste auto-
Fu prodotta anche una serie di ed. Au- se costruttrici delle vetture « grandi ». giocattolo esistevano anche altri modelli,
locotnbinata consistente in scatole di mon- Negli stessi anni, sempre in scala 1 : 40 uno ispirato all'Americana ed uno alI'AI-
taggio che permettevano la costruzione al- circa, apparve la serie delle Autocorsa CP: fetta (ed. Autoguizzo).
ternativa, sulla base dello stesso telaio, di Maserati (2 tipi). Auto Union, Mercedes Del 1954 è invece il più grosso modello
diversi tipi di vetture e camioncini. (2 tipi), Alfetta, Ferrari 125, Cisitalia 1100, mai prodotto dalla Mercury: in scala
In seguito apparvero i primi veri e pro- SVA. Cisitalia 1500. Il livello di riprodu- 1 : 12, la Lancia D 24 con fari e clacson
pri automodelli, quali la Lancia Aprilia. zione era molto buono e. negli esemplari elettrici e sterzo, comandati da una bac-

In alto, a sinistra: a - Fiat Abarth 1000


bialbero: b - Ferrari 250 LM; - e Porsche
Carrara 6: d - Alfa Romeo 33-2000. A de-
stra: a - Americana; b - Aero; e - Lancia
Aurelia; d - Fiat 500 C; e - Cadillac;
f - Fiat 1400. In mezzo, da sinistra a de-
stra: Giulietta, Volkswagen, Alfa 1900 su-
per, Appia I serie, 1100 103/E, 600. Qui
sopra, da sinistra: Studebaker Golden
Hawk, Lincoln Continental, Rolls Royce
Silver Cloud. Cadillac Eldorado.

chetta m u n i t a di volante, che sporgeva dal-


la parte posteriore del modello.

La serie 1 : 48
Dal 1954 in poi uscirono i modelli in
scala I : 48, riproduccnti la prima Fiat
1100/103, la Lancia Appia 1 serie, l'Alfa Ro-
meo /900 e Giulietta, la Fiat 600 berlina
e Multipla, la Volkswagen. Questa ultima
uscì anche in versione postale svizzera; la
600 Multipla aveva la riproduzione dei se-
dili in plastica. Nel 1956 uscì la Fiat 1WO/
WìE con mascherina a griglia verticale e
faro fendinebbia centrale. Del 1958-59 so-

storia MODELLISMO 13
Ferves Kunger, la Fiat 124 spurt coupé
(successivamente riproposta nella versione
7600^ la Sigma GP Pinin/arina, la Merce-
des C H I , l'Alfa Montreal, la Ferrari 372P
1969, le Porsche 9/7 e 908/05. non fanno
che confermare il decadimento di qualità
che la produzione Mercury (cos'i come
quella di altre case) ebbe intorno agli an-
ni 70, con l'apparizione delle ruote « ve-
loci in plastica e con la riproduzione sem-
pre meno perfetta nei parlicolari che ebbe
il culminc nella quasi irriconoscibile Fiat
130.
Apparvero, in quegli anni, diverse ela-
borazioni della Ferrari LM; arrivò anche
in versione 275 P aperta in diverse immagi-
narie colorazioni, la Fulvia HF vincitrice
del rally di Monlecarlo del 72. la Fulvia
Su/ari in colore giallo, e molle fantasiose
versioni Polizia di lulti i modelli Fiat.
Dopo la comparsa, all'inizio del 1973
della mediocre Fiat 728 coupé, la produzio-
ne Mercury ebbe una battula di arreslo
sino alla apparizione, a mela 1975 della
In alto, da sinistra: Fìat 1300, Lancia Flaminia, Giulietta Sprint, Fiat 1500 spyder. Lancia nuova Fiat Campagnola, che fece sperare,
Flavia, Lancia Appia III serie. Qui sopra, sempre da sinistra a destra: Flavia coupé, malgrado le ruote « veloci ». in un ritorno
Maseratì 3500 GT, Fulvia coupé. Fiat 2300 S coupé. Eccetto la Maserati, tutti questi alla qualilà degli anni '60; lo slesso dicasi
modelli avevano le porte apribili. Sotto: il Fiat 682 N2, cassone e « velivolo - porta auto.
per la Innocenti Mini 90. Ma, purtroppo,
la Lancia lieta coupé, la Fial 728 Special.
no i primi modelli con finestrini in plasti- ne nella storia della Mercury. Questi mo- la 737 berlina e familiare delusero tali
ca trasparente: la Fiat 500, la Bianchina, delli, per la qualità della riproduzione, per aspetlalive. Solo la Alfella GT. uscila nel
la Fiat 1800, la Lancia Appia III serie, la i particolari apribili e per la scala, quasi 1976, presenta un buon livello di riprodu-
Giulietta Sprint, la Lincoln Continental, la sempre perfetta, si fanno rimpiangere for- zione, soprattutto in alcuni esemplari, mu-
Lancia Flaminia berlina, la Studebaker Gol- temente. Il primo modello presentato fu niti di ruote « veloci » stampate in manie-
den Hawk, la Rolls Roycc Silver Cloud e la Fiat 2300 S coupé, che fu anche il primo ra perfettamenle simile a quelle originali in
la Bentley S2; infine la splendida Cadillac modello in campo mondiale ad avere tutte lega leggera fornile dall'Alfa Romeo. Quan-
F.ldorado cabriolè!. le parti apribili. Fecero seguito la Mase- do però scopriamo che tale Alfetla GT
Negli stessi anni uscirono in scala più rati 3500 GT. anche in versione « com- viene presenlata anche in versione Carabi-
vicina all'I : 43 alcune delle più famose petizione », la Lancia Flavia coupé, la Ful- nieri..., chiudiamo gli occhi e andiamo
vetture da corsa del tempo: le Lancia D24 via berlina, la Mercedes 230 SL in versio- avanti. Da segnalare una discreta riprodu-
e D50, le Ferrari Supersqualo e 750 sport, ne cabriolè! con capellina amovibile ed in zione della caravan Roller Rembrandt 2000.
la Mercedes carenata, la Mercedes GP 7954, versione coupé Pagoda, le Fial 850 berlina, Ullimamenle è uscila una BMW 320 in va
la Maserati 250 FI. coupé e spyder, quesla ullima con hardtop rie versioni civili e Polizei, con ruole in
Fra il 1953 ed il I960 apparvero svaria- e capotlina amovibili; nel 1964 uscì la plaslica nera, oltre a veicoli i n d u s t r i a l i
te riproduzioni di veicoli industriali in sca- bellissima Ferrari 250 Le Mans, con ruole Fiat in varie scale di riproduzione, dal-
la varia: l'autobotte Fiat-Viberti HC5 (in a raggi stampati, cofano motore amovibile l'I : 87 all'I : 50. Discreto è solamenle lo
5 versioni), il Fiat 682 N civile, militare e con riproduzione del motore. Troviamo poi OM 90 4x4 presenlalo anch'esso; in va-
trasporto auto con rimorchio, l'autocarro la Giulia GT. la Fiat-Abarth OT 1000 (de- rie versioni e che ha, se non allro, il pre-
Saurer in diverse versioni e modelli di gru. rivazione Fiat 850), l'Alfa Romeo Giulia gio di essere un modello inedito.
In scala HO un autobus Saurer e vari vei- Canguro Bertone, la Ferrari 206 sport, la Da menzionare anche alcune serie di
coli e macchine da cantiere commissiona- Fulvia coupé, anche in versione HF, la Fial- modelli uscile negli anni 70: una serie di
te dall'importatore americano. Tornando al- Abarth 7000 bialbero del 1966, la 124 ber- motocicli in scala 1 : 24, la Ferrari Modulo
le autovetture in scala I : 48, nel I960 ap- lina.Nel 1965 apparve un altro bellissimo Pininfarina e la Fulvia HF Stratos Bertone
parve il primo modello con sospensioni, modello, riproducente la Porsche Carrera in scala 1 : 32 circa, ed i modelli (13) del-
la Fiat 7500 Spyder, cui seguirono lo spyder 6, con porte apribili ad « ala di gabbia- la serie Speedy in scala I : 66, infine, sem-
Innocenti 950, la Bianchina Panoramica, la no ». Seguono la Fiat Dina coupé, le Fer- pre in scala I : 66 circa, una serie di fur-
Giulietta TI, la Fiat 1300/1500 anche in rari 330 P2, e 330 P4 prototipo, modelli goncini Fial 238.
versione Polizia, la Lancia Flavia. Tutti questi meno raffinati di quelli che li ave- Infine, a titolo di cronaca, va riportato
questi modelli erano riprodotti abbastan- vano preceduti, e dai quali comincia ad in- che tulli i modelli recenli vengono presen-
za fedelmente e, negli ultimi esemplari, travedersi una cerla crisi nella produzione tati in varie versioni speciali, con Caravan,
avevano gli arredamenti interni. Mercury. Ultimi modelli validi presentati in con Rimorchietto e motoscafo. Safari, Po-
quegli anni furono la Fiat Ballila sport spy- lizia, Carabinieri, ecc.
La serie 1 : 43 der, completamente apribile e con ruote a Purlroppo, e questo noi collezionisi! dob-
raggi stampati; l'Alfa Romeo 33-2000, che biamo conslalarlo a malincuore, la produ-
Nel 1962 apparve il primo modello della
si può dire il più bel modello mai pro- zione delle case di aulomodelli, eccello
fortunata serie in scala I : 43 che doveva
dotto dalla Mercury: esso era completa- qualcuna. si è stabilizzata su livelli quali-
rappresentare il « meglio» della produzio-
mente apribile ed il cofano posteriore, così lalivi piultoslo bassi, rendendo tali model-
come quello anleriore, erano fermali da 4 li unicamente dei giocattoli, e trascurando
cinghielle in plastica, le ruote erano pres- del tulio le esigenze dei collezionisti, che
sofuse con un disegno molto simile all'ori- ormai acquistano sempre meno questi mo-
ginale. delli, rivolgendosi al mercato dei costosi
Seguirono l'Alfa Giulia super, normale e « speciali ». •
Conrero.
I successivi modelli, le Fiat 725, 127, 128 // precedente articolo della serie, de-
e /32 (2 modelli), la Panther Bertone, la dicato alla ditta Dinky Toys, è apparso
Fiat 500 L (anche in versione Abarth). il sul n. B1 - Gennaio 1978.

14 storia MODELLISMO
Hawker "Typhoon" e "Tempest" di Giorgio Bignozzi

T a fase di transizione tra la prima e l'ul-


-^ lima generazione di caccia monoplani a
carrello retrattile ha rappresentanti tra i
più significativi nella serie di velivoli pro-
gettati da Sidney Camm, il creatore del-
IV Hurricane ». Come si sia arrivati da quel
primo esempio di caccia « moderno » an-
cora strutturalmente molto legato alla tra-
dizionale tecnica costruttiva dei biplani che
10 avevano preceduto, al « Sea Fury » che
sarebbe stato l'ultimo caccia monomotore a
pistoni britannico, ci sembra un tema di
notevole interesse per i modellisti, ai quali
11 mercato offre diverse scatole di « Ty-
phoon » e « Tempest », macchine importan-
ti proprio per essere gli anelli intermedi
di questa catena tecnologica.
Già nel marzo 1937, quando cioè IV Hur-
ricane » era ancora nella fase di passaggio
dai prototipi alla produzione in serie, l'uf-
ficio tecnico della Hawker iniziò lo stu-
dio per un successore, impostandolo sulle Sopra, il secondo prototipo del ' Tornado », con motore • Vulture ». Matricola P5224;
promesse di potenza di nuovi motori allora notare la P in cerchio giallo che indica appunto il prototipo. Sotto, un altro prototipo:
in fase di sviluppo e sul noto orienta- il ' Tornado * II, o « Centaurus Tornado » (matricola HG641): si tratta dì un aereo
costruito con componenti della serie — fermata ai primi due prototipi — e con un
mento dello Stato Maggiore della RAF per motore Bristol - Centaurus •.
un pesante armamento: 12 mitragliatrici da
7,7 o, meglio ancora, 4 cannoncini da 20
mm. Il motore più promettente appariva
il Rolls-Royce « Vulture », compatto com-
plesso a 24 cilindri a X ottenuto accop-
piando due « Peregrine » e che doveva svi-
luppare oltre 2.000 CV: analoga potenza
ci si attendeva dal Napier « Sabre », pure
a 24 cilindri raffreddati a liquido ma di-
sposti ad H. Lo studio di massima era già
a buon punto quando — gennaio 1938 -
il Ministero dell'Aria emanò la specifica
per un nuovo caccia. F.18/37, che richie-
deva l'uso di uno di questi due motori,
prestazioni del 20% superiori a quelle del-
lo « Hurricane » e armamento adeguato per
combattere contro velivoli dotati di forte
corazzatura.
La Hawker propose il proprio progetto
in due varianti, rispettivamente « R » col livoli presentavano la classica struttura reo non riuscì mai a risultare idoneo allo
motore « Vulture » e « N » col « Sabre » e Hawker in traliccio di tubi chiodati (bre- impiego in alta quota per il quale era sta-
due mesi dopo, il 30 agosto, il Ministero vettata nel 1925) con pannelli irrigiditi in to concepito. In particolare il forte spes-
ordinò due prototipi di ciascuna, cui asse- lega leggera, per la parte anteriore di fuso- sore adottato per ottenere grandi doti di
gnò i nomi di « Tornado » e di « Typhoon ». liera, come sullV Hurricane »; la parte po- portanza, ma soprattutto per alloggiare i 4
Sebbene fondamentalmente identiche come steriore era invece a semiguscio, con il cannoncini (ed esteso a tutta l'ala per l'ar-
forma e struttura, e pertanto realizzabili en- cono poppiero separato che costituiva un mamento alternativo di
trambe utilizzando un grande numero di unico elemento cui erano collegati gli im- avrebbe ben presto ditnotgMtà
componenti comuni, le due varianti presen- pennaggi ed in cui si retraeva il ruotino di eia di « seconda generazione » no*t poteva
tavano una forte diversità nella sistemazio- coda. Caratteristico l'abitacolo, cui si ac- risultare soltanto dall'installazione di una
ne del motore: sul « Tornado », questo era cedeva attraverso una portiera laterale di potenza doppia su una cellula aerodinami-
montato davanti alla struttura alare, men- tipo automobilistico, come sull'« Airaco- camente rimasta al livello dcIIV Hurricane ».
tre sul « Typhoon » il meno ingombrante bra ». L'ala era in tre elementi, quello cen- Primo ad essere realizzato fu il « Torna-
motore Napier scavalcava il primo longhe- trale lievemente rastremato e privo di die- do », prototipi P5219 (primo volo 6 otto-
rone del tronco alare centrale per essere dro (anzi, sul dorso era a leggero diedro bre 1939) e P5224 (5 dicembre 1940), en-
— dato il suo considerevole peso — il più negativo, come il G.50) e le semiali con trambi col « Vulture » II e predisposti ri-
arretrato possibile, risultando in una fuso- diedro piuttosto accentuato, bilongherone su spettivamente per l'armamento con mitra-
liera più corta di 30 CITI. Il centraggio ve- profili NACA 22 a forte spessore e mode- gliatrici e quello con cannoncini. L'inizio
niva ristabilito dalla posizione del radiatore rato allungamento. Queste due ultime ca- dei collaudi apparve promettente, fruttando
molto avanti (sotto l'ogiva) anziché nella ratteristiche segnarono i limiti della formu- l'ordinazione di 500 esemplari, ma col rag-
posizione ventrale inizialmente adottata per la: anche quando si superarono i « disturbi
il « Tornado ». A parte ciò. entrambi i ve- di dentizione » dell'apparato motore, l'ae- (segue a pag. 18)

storia MODELLISMO 15
Commento alle Tavole di Fabrizio Jannetti

f^on nomi forieri di sventure per i pro- 12 pollici, per semiala in corrispondenza dei co in Normandia; le coccarde erano di ti-
^*pri avversar!, i responsabili della Haw- cannoni; tale colore veniva a coprire inte- po C 1 da 36 pollici in fusoliera, del tipo
ker designarono due importanti aerei da ramente anche le carenature degli stessi. C da 32 pollici sotto le ali e sempre del
caccia e appoggio tattico del periodo belli- L'interno dell'abitacolo era verniciato in tipo C ma da 50 pollici superiormente. Per
co con i quali difescro lo spazio aereo na- Night (LB-10), mentre gli interni dei vani gli interni valgono le stesse note dei veli-
zionale e poi indissero dure perdite ai mezzi carrelli e dei portelli, erano in Alluminio. voli precedenti.
terrestri nemici, soprattutto durante il pe- 11 velivolo in questione aveva delle coc- Decal per questo velivolo sono incluse
riodo che va dallo sbarco in Normandia carde del tipo Al modificate per apparire nella confezione Frog e nel foglio Esci
alla occupazione della Germania. Il « Ty- CI da 42 pollici (1 : 72 = mm 14,8; 1 : 48 n° 28, ma in entrambi i casi i codici sono
phoon » prima e il suo derivato « Tempest » = mm 22) in fusoliera e del vecchio tipo in bianco anziché in Sky.
poi, sono gli argomenti del colore di que- A, sempre da 42 pollici, subalari mentre
sto mese: superiormente erano del tipo B bicolore da — Hawker « Tempest » Mk.II PR 804 20
50 pollici (1 : 72 = mm 17,6; 1 : 48 = mm Sqn. RAF HN-1' ll.Sgt.A.S. Wilson Agra
— Hawker « Typhoon » / H R7752 609 26,45). Il velivolo portava inoltre lo stem- India 1946.
Sqn. RAF PR-G « Tally-Ho » Squadrati ma del 609 Sqn. ed il motto « Tally-Ho »
Leader R.P. Reamont, Manston inizi in giallo su fondo Sky. Le vittorie riporta- Questo velivolo post-bellico impiegato nel
1941. te (cinque aerei abbattuti e venti locomo- teatro estremo-orientale era verniciato in
tive distrutte) in bianco sempre su fondo Dark Green (Mo-Lak LB-1) e Dark Earth
L'aereo era verniciato superiormente in Sfey; questi erano presenti solamente sul (LB-2) superiormente e in Azure fìlue
Dark Green (Mo-Lak LB-1) ed Ocean Grey lato destro, mentre il guidone di Squadron (LB-3) sulle superfici ventrali. 1 codici era-
(I.B-3), Medium Sea Grey inferiormente Leader era su entrambi i lati. L'elica era no in Sky, con la fascia e l'ogiva in bian-
(LB-b). con fascia di 18 pollici e codici in dipinta in nero con estremità in giallo co- co. Le coccarde in fusoliera e sulla super-
Sky (LB-5). Il velivolo aveva inoltre le me l'ogiva. ficie superiore alare erano di tipo C 1 ri-
fasce di identificazione subalari bianche e spettivamente da 36 e 50 pollici mentre le in-
nere posizionate a partire dall'estremità in- - Hawker « Typhoon » / B RB 407, 4)8 feriori erano del tipo C da 32 pollici. Sotto
terna dell'alettone: quattro bande nere di Sqn. RCAF 2 nd T.A.F. F3-T « Tess » l'abitacolo, sul lato sinistro, era dipinto l'em-
12 pollici ( 1 : 7 2 = min 4,2; 1 : 4 8 = Olanda 1944-45. blema personale in bianco e nero raffigu-
mm 6,35) intercalate da tre fasce bianche rante una strega a cavallo della scopa. Tale
da 18 pollici (1 : 72 == mm 6,35; 1 : 48 = Anche questo velivolo era verniciato con aereo volava normalmente con taniche ala-
mm 9,5). Esse furono introdotte il 5.12.42 lo schema standard continentale. Il velivo- ri da 90 galloni.
per evitare confusioni con il Fw. 190 che lo era privo di bande di invasione e di Con questo termina il commento alle ta-
aveva un'architettura della pianta simile a identificazione, ma dotato di travetti alari vole, ci rimangono da citare solamente i
quella del « Typhoon ». Altre identificazioni con bombe da demolizione 1000 Ib.M.C, due fogli Esci n. 20 e 80 dedicati rispet-
consistevano nel bordo d'attacco alare ver- Le coccarde in fusoliera erano da 36 polli- tivamente al « Typhoon » e al « Tempest ».
niciato in giallo e nel caso di questo parti- ci ( 1 : 7 2 = mm 12,7; 1 : 48 = mm 19) Nel primo sono compresi 4 « Typhoon »:
colare velivolo due bande, sempre gialle di del tipo CI e superiormente del tipo C da un T.T.I. della 2a TAF; I B « Mavis » 609
50 pollici e da 32 pollici (1 : 72 = mm Sqn.; 1 B 197 Sqn.; e I B 198 Sqn. Non
11,2; 1 : 48 = mm 17) inferiormente. Tale molto accurate nel complesso soprattutto
velivolo portava il nome di « Tess » in nei codici degli esemplari del 609 e del
bianco solo sul lato sinistro della carena- 197 Sqns. che sono bianchi invece che Sky.
tura del radiatore. Per gli interni valgono Nel secondo sono presenti cinque « Tem-
le stesse note del precedente. pest »: Mk.V « (heltna l i » 56 (F) Sqn.;
Mk.VI 6 Sqn. « Flying Canopeners »; Mk.V
— Hawker « Tempest » MK V serie II NV del Wing Cmdr. Beamont; Mk.V 80 Sqn. e
784 3 Sqn. 122 Wing, RAF F/-E « Le il già citato aereo del Cmdr. Clostermann,
Grand Charles » Wing Cmdr. Pierre un po' più accurate del precedente foglio
Clostermann maggio 1945. tranne che per i codici del « Le Grand
Charles » che sono bianchi.
Si tratta dell'aereo personale dell'asso
francese Pierre Clostermann inquadrato nel-
la Royal Air Porce e autore del famoso li-
bro La grande giostra (Ed. Longanesi) in
cui racconta le sue vicissitudini di pilota Hawker «Typhoon» 1B R7752, del 609°
Sqn. della RAF; PR-G « Tally-Ho », Squa-
nel 11 conflitto mondiale. Tale velivolo è dron Leader RP. Beamont, Manston ini-
anch'esso verniciato con lo schema conti- zi 1943.
nentale. Sulla deriva è inalberato lo stemma
del 3 Sqn., sul lato destro sotto l'abitaco- Hawker «Typhoon» 1B RB407, del 438°
lo è dipinto il nome, dato all'aereo in ono- Sqn. RCAF, 2° TAF; F3-T « Tess ». Olanda
re al Generale De Gaulle, e le trentadue 1944-1945.
vittorie riportate, mentre sul Iato sinistro Hawker « Tempest » V serie II, NV784 del
è presente il guidone di Wing Cmdr. 3° Sqn. 122° Wing, RAF; FJ-E « Le Grand
Su i due lati della carenatura del radia- Charles », dell'Wing Commander Pierre
L'asso dell'aviazione francese Pierre Clo- tore è presente in bianco la croce di Lore- Clostermann. Maggio 1945.
stermann, a bordo del suo - Tempest » V.
battezzato « Le Grand Charles », come na, emblema della Francia Libera. L'aereo Hawker « Tempest » II, PR804 del 20° Sqn.
omaggio a De Gaulle, capo delle forze in questo periodo non portava più le in- RAF; HN-P, FI.Sgt. A.S. Wilson, Agra,
della Francia Libera. vasion band adottate a seguito dello sbar- India, 1946.

16 storia MODELLISMO
Tavole di Fabrizio Janettl

storia MODELLISMO 17
zione! I primi esemplari — pochi — furo-
no della variante Mk.lA armata di mitra-
gliatrici, che ebbe prevalente impiego ad
destrativo; su alcuni esemplari della Mk.lh
comparve la vetratura posteriore dell'abita-
colo; il motore passò successivamente alle
versioni ÌA (2.100 CV, elica De Havilland).
HA (2.180 CV, elica De Havilland), IIB
(2.200 CV. elica Rotol) e //C (2.260 CV,
elica Rotol a 4 pale) mentre dalla 4a serie
costruttiva — la seconda affidata diretta-
mente alla Gloster, le precedenti lo erano
in sub-appalto dalla Hawker che'oltre ai
prototipi realizzò solo una pre-serie di 15
ira Mk.lA e IH. matricole R8198-200, 8222-
8231 — alcuni esemplari cominciarono a
presentare, come « retro-fit », la nuova ca-
Qui sopra, un * Typhoon » ÌB. matricola EK497, in volo. Notare le armi da 20 mm e gli pottina a goccia, adottata stabilmente quan-
otto razzi per l'attacco al suolo appesi in ragione di 4 per ogni semiala. Sotto, il proto- do era già in produzione la 5a serie le cui
tipo numero 2 del - Typhoon -: è già armato coi 4 cannoni Hispano; la matricola è P5216. consegne iniziarono nel dicembre 1943. Le
matricole erano del blocco R per le prime
(segue da pag. 15) con forte tendenza ad imbardare sulla de- due serie di 250 esemplari ciascuna, dei
stra in decollo) e soprattutto un pericoloso blocchi DN, E) ed EK per la 3a (700), |P
giungimento di maggiori velocità apparvero livello di vibrazioni. In effetti, l'aereo — e |R per la 4a (698), MM, MN e MP per
preoccupanti fenomeni di compressibilità: cui frattanto era stato ingrandito l'impen- la 5a (700), RB per la 6a (255) e SW per
attenuati col riposizionamento del radiato- naggio verticale — subì il collasso strut- la 7° (300). I primi reparti a ricevere il
re, che venne posto sotto l'ogiva come pre- turale della porzione a semiguscio di fuso- «Typhoon» furono, nel settembre 1941. gli
visto per il « Tempest ». rimasero però vi- liera; il pilota riuscì ad atterrare, e suc- Squadron 56 e 609, (quest'ultimo con per-
stosi, tanto da portare alla perdita del pri- cessivamente la struttura venne rinforzata, sonale australiano) che pagarono duramen-
mo prototipo. Il secondo (riconoscibile per rimanendo però sempre criticamente sogget- te lo scotto di dare il battesimo del fuoco
le piccole finestrature posteriori) ebbe il ta a rottura. Il secondo prototipo. P52I6 ad un velivolo dillicile e lontano dalla mes-
motore sostituito (marzo '41) con un « Vul- anch'esso col « Sabre » I da 2.020 CV tor- sa a punto. Dei primi 142 aerei consegna-
ture » V. come l'unico « Tornado » I di se- nava (inizialmente) al tipo di copriruote ti, ben 135 subirono incidenti gravi; parti-
rie (R7936): la produzione, rinviata per la ineernierato e montava l'armamento: inizial- colarmente seria la debolezza strutturale
urgente necessità di avere in linea il mag- mente le 12 Browning e poi i 4 Hispano; della parte posteriore di fusoliera, che cau-
gior numero di « Hurricane », venne infatti frattanto le mitragliatrici erano state mon- sò il distacco dell'intera sezione di coda a
sospesa per la decisione di escludere il tate anche sul primo prototipo, e il secon- velivoli impegnati in picchiate prolungate
« Vulture » dai programmi motoristici. Uni- do era stato oggetto di numerose modifiche (successe, tra l'altro, a due aerei di una
co tentativo di riprendere in considerazio- sino a portarlo allo standard di produzione. formazione che nello sbarco a Dieppe era
ne il « Tornado » fu pertanto il terzo pro- La produzione fu affidata alla Gloster: piombata su dei Pw.190. danneggiandone
totipo (HG64I) commissionato nel febbraio sino al 1944, furono costruiti 3.263 « Ty- tre), per cui fu necessario rinforzare la re-
1941 e realizzato utilizzando componenti phoon » dato che all'iniziale sfiducia per lativa giunzione con piastre imbullonate
già costruiti per la serie; questo velivolo le gravi limitazioni e l'elevatissimo tasso di esterne. Pian piano i vari difetti vennero
ebbe un motore radiale, il Bristol « Centau- incidenti subentrò l'apprezzamento per le eliminati — salvo un'eccezionale propensio-
rux » C.L.4S da 2.210 CV azionante un'eli- doti che il velivolo mostrava in un parti- ne all'incendio spontaneo a terra! — e un
ca quadripala. L'aereo, che montava l'ar- colare campo di attività: l'attacco al suo- più realistico impiego del velivolo — sot-
mamento di 12 mtg, iniziò i voli il 23 ot- lo. Ci volle molto, però, per giungere a to i 3.000 metri — rese il « Typhoon » una
tobre; raggiungeva la velocità di 647 km/h questa rivalutazione: difficoltà di pilotag- arma valida. Lo divenne ancor più quan-
(contro i 640 del tipo col « Vulture » V), ma gio e cedimenti strutturali e difetti di messa do, impiegato dai reparti della 2a Tactical
saliva a 6.100 metri in 8'4" (7.000 in 7') e a punto del motore « Sabre » e del sistema Air Porce contro bersagli alla superficie,
la tangenza operativa (10.000 metri) era in- d'alimentazione delle armi caratterizzarono venne armato con proiettili-razzo e con
feriore di 600 metri. Servi allo sviluppo di il primo anno di servizio operativo, servizio bombe; utilizzazione proficua che l'aereo
successivi aerei a motore radiale, mentre deciso prematuramente nel 1941 quando il ebbe per tutta la durata del conflitto in
il velivolo R7936 venne adibito a banco Fw.190 surclassò nettamente lo « Spii I ire » Europa. Oltre ai due reparti citati, impie-
prova volante per eliche controrotanti. Ri- V imponendo di mettere in linea l'aereo più garono i «Typhoon» gli Squadrons 1, 3.
masero senza seguito le proposte di ripren- moderno disponibile, sebbene ne fosse sta- 33, 137. 164," 168. 175. 181. 182, 183, 184,
dere lo sviluppo del « Tornado » con altri ta già decisa la sospensione della produ- 189. 193, 195. 197. 245. 247, 257, 263. 266.
motori (Wright «Duplex C y clone » C. Fai-
rey « Monarci! », ecc.) dato che frattanto
migliori prospettive presentava il velivolo
parallelo, il « Typhoon »,
Questo aveva iniziato i collaudi il 24 feb-
braio 1940: il primo prototipo (P5212) dif-
feriva dal « Tornado ». oltre che nel mo-
tore (riconoscibile per l'unica fila di sca-
richi su ciascun lato) per una lieve diver-
sità nel disegno del piano di coda verti-
cale e soprattutto nelle coperture dei se-
micarrelli, prive dell'elemento incernierato
per coprire metà delle ruote. La posizione
molto arretrata del motore provocò un'ac-
centuazione dei fenomeni di compressibi-
lità, dato che il flusso turbolento dell'elica
interessava troppo da vicino la radice ala-
re; ne risultava uno scadimento della ma-
novrabilità alle basse velocità (tra l'altro.

18 storia MODELLISMO
438 (canadese). 439 (idem), 440 (idem), 486
(neozelandese), e gli OTU (Opcralional
Training Unit) 54 e 55.
L'attività sperimentale comprende la tra-
sformazione dell'ala sul secondo prototipo
(dapprima allungata, per migliorare le ca-
ratteristiche in quota e per un possibile
impiego su portaerei, quindi accorciata per
migliorare la manovrabilità a bassa quota);
la realizzazione di semiali con 3 anziché
due cannoni ciascuna (montate su un « Ty-
phoon » ma non provate in volo); l'uso
come caccia notturno (sperimentato sul ve-
livolo R7881, designato NF.IH e munito
di antenne « a freccia » sul bordo d'attac-
co per il radar Al Mk.IV alloggiato in con-
tenitori subalari); infine, il radiatore anu-
lare applicato al velivolo R8694, con elica
quadripala. Solo una sottoversione ebbe una

un nuovo aereo (Hawkcr I'.1012) che venne


inizialmente designato « Typhoon » il e (a
novembre) ordinato in due prototipi per
la specifica F. 10/41. La nuova ala aveva
un prolilo laminare (lo spessore massimo
era arretrato al 37,5% della corda), il più
adatto a ritardare l'insorgere dell'improv-
viso, massiccio aumento di resistenza; lo
spessore massimo, 14,5% alla radice, si
riduceva al 10% alle estremità, tronche in
un disegno ellittico della pianta alare. Il
prolilo sottile imponeva di eliminare alcu-
ni dei serbatoi alari: Camm ne approfittò
per realizzare una sua vecchia idea, la
sistemazione dei radiatori sul bordo d'at-
tacco, mentre per non ridurre la capacità
di carburante altri serbatoi dovettero ve-
nir sistemati in fusoliera, determinandone
un aumento (53 cm) nella lunghezza. Anche
l'impennaggio dovette subire un incremen-
to dimensionale.
A questo punto l'aereo era troppo diver-
so dal predecessore per portarne il nome,
che infatti fu cambiato (febbraio '42);
« Tempest ». Il primo prototipo, HM599.
con motore «Sabre» IV, corrispondeva al-
la configurazione MA'./, mentre al posto
di 5 prototipi « Tornado » cancellati si pre-
vedevano altrettanti prototipi « Tempest »
di cui quelli per la serie Mk.ll (LA 602
e 607) dovevano avere un radiale « Centuu-
rus » IV, quello per la Mk.lll (LA 610) un
Rolls-Royce « Griflon » lili, quello per la
Mk.IV (LA 614) un « Gri/fon » 67. e quello
per le Mk.V e VI (HM 595) un «Sabre»
Non sempre le fotografie in volo o a terra danno un'idea delle proporzioni di un aereo:
se ne ha un'immagine precisa in questa di un « Typhoon » dinanzi al quale si trova il V. Fu in realtà quest'ultimo il primo « Tem-
pilota collaudatore Moss. L'aereo è probabilmente il « Typhoon - 1B matricola SW772, pesl » a volare, il 2 settembre 1942, a cau-
ultimo esemplare costruito. Sotto, un « Tempest » //, matricola PR533. L'ultima foto- sa di ritardi nella messa a punto del moto-
grafia in basso raffigura un « Tempest - V serie II, matrìcola EJ743. re del M/e./: questo non volò che il 20
febbraio 1943. Inizialmente ebbe l'abitaco-
certa diffusione, quella da ricognizione foto- lo di tipo intermedio per il « Typhoon » (a
Il « Tempest »
grafica FR. 1B ottenuta sostituendo i due dorso trasparente, ma con la porta di tipo
cannoncini interni con due macchine fo- Agli inizi del 1940. quando le prove di automobilistico) e quindi la capottina a
tografiche (assiale a destra, obliqua a sini- « Tornado » e « Tempest » misero in luce goccia in un solo pezzo scorrevole; si ri-
stra; una terza fotocamera F.24 era in fu- gli effetti della compressibilità oltre i 650 velò il più veloce della famiglia, con 750
soliera) oltre a qualche velivolo utilizzato km/h, Sidney Camm iniziò a considerare km/h, ma la prolungata gestazione del
come traino bersagli ITT. I), in linea al- un profilo più sottile per la velatura: ben- « Sabre » IV e le difficoltà relative al si-
meno sino al 1946. Ricordiamo, per con- ché allora si sapesse ben poco sull'aero- stema di raffreddamento a radiatori alari
cludere, che tre velivoli dotati di radiato- dinamica delle alte velocità, non era diffi- gli fecero preferire il Mk.V, al cui proto-
re supplementare con filtro antisabbia (sot- cile comprendere come uno spessore alare tipo era frattanto stato cambialo il motore
to il ventre, subito dietro il radiatore) fu- del 18% fosse decisamente inadatto. Lo stu- (ora un «Sabre» II) e sostituiti i radiato-
rono adibiti nel 1943 a prove in ambiente dio della nuova ala procedette a rilento, ri alari con quello « a barba » ripreso
tropicali: dislocati in Egitto, furono gli uni- venendo affrontalo sul serio solo nel set- dal « Typhoon ».
ci « Typhoon » con mimetizzazione di tipo tembre 1941 quando già da un mese l'Air Frattanto erano stati cancellati i pro-
africano. Ministry aveva accettato la proposta per grammi relativi alle versioni Mk.lll e MA.

storia MODELLISMO 19
interamente dotato del nuovo aereo, Io
Squadron 54, non fu pronto che nel no-
vembre, a guerra finita. Il velivolo comun-
que fu prodotto in 450 esemplari di serie:
54 dalla Bristol (36 con le matricole MW
374-409, e 14 inseriti nell'ultimo blocco di
produzione Hawker), 100 (MW375-778,
790-835. 847-856) e poi altri 314 (di cui
14 costruiti come si è detto dalla ditta
subcontraente) dalla casa madre (PR525-
567, 582-623, 645-687, 713-758, 772-815,
830-876, 889-928, 941-948. L'aereo, oltre
che al 54° Sq. (unico di stanza nella
madrepatria) venne assegnato a numerose
altre unità: gli Sq. 5, 20 (in India), 30 (id.),
33 (in Germania e poi Hong Kong, quindi
in Malesia ove operò sino al 1951 contro
i ribelli), 152 (in India). 183, 247, l'Air
Fighter Development Squadron, l'Empire
Test Pilots School, l'OCU 226 e l'OTU 13.
La smobilitazione permise di fornire parec-

In questa bella immagine di un « Tempest « V serie II, è messa in evidenza la pianta


alare ad andamento ellittico con estremità tronche. Notare i rigonfiamenti — sulle ali —
degli otturatori dei cannoni.

IV (i motori «Crijjon» erano necessari to dalla Napier per provare diversi tipi di
per le ultime versioni dello « Spitfire »), radiatori anulari (tra cui uno in cui la
per eui solo il velivolo LA 610 fu comple- presa d'aria era costituita dall'ogiva, cava,
tato, più tardi, come prototipo del « Fury », dell'elica) e SN354 cui vennero applicati
mentre proseguì lo sviluppo della versione due cannoncini Vickcrs P da 40 mm in
a motore radiale, il cui prototipo volò il gondole subalari.
28 giugno 1943. Impiego solo « pacifico », ma notevol-
La precedenza nella produzione andò mente lungo sia pure grazie al passaggio
comunque al Mk.V, che venne realizzato a compiti di traino bersagli e attività spe-
in 800 esemplari, tutti costruiti direttamen- rimentali, ebbe il « Tempest » Mk.V I, svi-
te dalla Hawker: 4 serie rispettivamente luppo diretto del Mk.V con il «Sabre» V
di 100 esemplari (matricole JN729-773, 792- da 2.340 CV: questo motore richiedeva una
822, 854-877), 300 (E]504, 518-560, 577-611, maggior superficie di radiatori per il raf-
626-672, 685-723, 739-788, 800-846, 859-896). freddamento, e pertanto tutto il tunnel pro-
199 (NV639-682, 695-735, 749-793, 917-948, diero fu destinato al radiatore per l'ac-
960-996; parecchi convertiti in trainatori di qua spodestandone i « coabitanti » radia-
bersagli, TT.V), e 201 (SN102-146, 159-190, tori del lubrificante e la presa d'aria del
205-238, 253-296, 310-355). carburante: furono trasferiti nell'ala, il pri-
Dalla seconda serie produttiva apparve- mo alla radice destra, unica differenza
ro diverse modifiche: ruote di minor dia- esternamente visibile tra le due versioni.
metro, aletta di compensazione a molla Erano configurati così anche i due prototi-
sul timone verticale e su un alettone, tron- pi (JN750 e EJ841) ottenuti modificando
co poppiero non separabile, infine il mo- dei Mk.V) ed anche il pre-prototipo (HM
dello Mk.V del cannoncino Hispano, a can- 595, prototipo Mk.V), che fu il primo a vo-
na più corta del consueto Mk.Ill e pertan- lare (9 maggio 1945) e venne poi inviato
to non sporgente dal bordo d'attacco (spor- in Egitto per le prove di « tropicalizzazio-
geva appena quella delle armi più esterne), ne »: era già stato deciso di specializzare
unica differenza facilmente visibile tra que- il Mk.VI alle operazioni in Oriente. Infat-
sta variante del « Tempest » V, indicata co- ti l'aereo, prodotto in 142 esemplari (NV
me M.k V Series 2, e la precedente, Mk.V 990-999 e NX113-156, 169-209, 223-268, 281-
Series 1. Nell'arco della produzione la po- 288) equipaggiò per la maggior parte repar-
tenza crebbe dai 2.180 CV del «Sabre» ti in Medio Oriente (Sq. 6 e 213 a Cipro,
HA ai 2.200 del IIB, ai 2.260 del //C. 8 ad Aden, 39 e 249 ad Habbaniyah) an-
Entrato in linea nell'aprile 1944, il « Tem- che se altri 4 Squadron (3, 16, 56 e 80) Dall'alto: un « Tempest * I; un « Tempest •
pest » V fu l'unica versione che fece in che lo impiegarono facevano parte delle VI; il primo esemplare di serie del * Tem-
tempo a partecipare alle ostilità, distin- forze d'occupazione in Germania. pest • V, matricola JN-729.
guendosi nella caccia alle bombe volanti V-l Impiego bellico, però dopo la fine della
e in combattimenti con gli aviogetti Me. 2a guerra mondiale, ebbe il « Tempest » col chi velivoli alle ex-colonie che proprio al-
262: il « Tempest » era infatti tra i più motore a stella. Ritardato da problemi del lora erano diventate indipendenti: 89 « Tem-
veloci caccia Alleati, e un eccellente stru- motore, il Mk.Il era entrato in produzio- pest » Mk.ll andarono nel 1947-48 all'avia-
mento di guerra tanto nel combattimento ne (con le versioni V e VI del « Centaurus » zione indiana, che ne equipaggiò 3 reparti,
aereo anche ad alta quota quanto nell'at- nell'autunno 1944: si pensava di farne il e nel 1948 altri 24 — anche questi nella
tacco al suolo. Equipaggiò gli Squadron 3 caccia standard per le operazioni della co- variante cacciabombardiere, FB.2 — a quel-
(in cui militò l'asso francese Pierre Clo- stituenda « Tiger Porce » britannica nel la pakistana: entrambe ebbero il caccia
stermann), 56, 80, 222, 274, 437, 486 (neo- Pacifico, ove le brillantissime prestazioni inglese in linea sino al 1953.
zelandese), 501, ed inoltre l'OTU 56 e gli del potente velivolo, decisamente migliori Le matricole dei velivoli ceduti all'India
OCU (Operational Conversion Unit) 229 anche rispetto al « Tempest » Mk.V, sareb- sono: HA 547-568, 570, 573-582, 584-598,
e 233. bero state preziose, ma l'idea di inviarne 50 600-628, 630-635, 729. Quelle degli aerei
Resta da accennare a due versioni spe- in quell'area nel maggio 1945 non potè pakistani sono: A 128-151.
rimentali: i « Tempest » Mk.V NV768 usa- concretizzarsi, dato che il primo reparto

20 storia MODELLISMO
Modelli sulla bilancia di Fabrizio Jannetti

HAWKER TYPHOON I B
AIRFIX 1 : 72 FEDELTÀ': Eccellente il rispetto delle forme generali e del det-
taglio di superficie. Ottime le gambe del carrello principale e le
ruote, qualche dettaglio nel pozzetto dei carrelli; molto buono
anche il ruotino di coda che può essere montato nelle due posi-
72nd scale HAWKER TYPHOON zioni: estratto e retratto. Ottima la carenatura del radiatore aperta
posteriormente. Un po' spoglio l'abitacolo fornito solamente di
un ottimo seggiolino. I cannoni alar! sono realizzati senza le
carenature di copertura delle molle di recupero che sono state in-
trodotte successivamente. Ottimi gli otto razzi con testata HE da
60 Ib. montanti su singole rotaie. Eccellente l'elica Rotol tripla.
Buoni il Pitot e l'antenna; un po' meno il tettuccio, del tipo per
accesso con portello di tipo automobilistico, fedele ma non molto
trasparente. Ben realizzate le « Fish-plates » di irrobustimento nella
giunzione fusoliera-tronco impennaggi.
STAMPO: Eccellente, assenti bavature, ritiri e deformazioni, tutte
le parti combaciano bene e senza difficoltà. La plastica di ottima
SCRIES1 SCALE MODEL
qualità per duttilità ed elasticità, è di colore « Blue-grey ».
CONSTRUCTION KIT
CONFEZIONE: Ottima con istruzioni molto chiare e tavole a
PRECISIONE DELLA SCALA: Eccellente. colori sul retro con indicazioni molto chiare per la verniciatura.
FEDELTÀ': Linee generali fedeli, corretto il diedro alare, poco « Deeal » eccellenti per due esemplari: 609 Sqn. RAF Manston,
incisa la pannellatura che riproduce solamente le rivettature prin- Kent 1943 pilotato dal F. Off. Lallemont. e 56 Sqn. RAF Ma-
cipali. Assenti nelle ali le aperture per lo scarico dei bossoli dei tlaske 1943. Un unico appunto sulle « decal »: nella confezione da
quattro cannoni; i piloni per l'armamento di caduta, solidali alle noi esaminata alcuni soggetti sono leggcrmcnte reticolati per
semiali, sono scarsamente fedeli principalmente nella foggia della carenza d'inchiostro, difetto sicuramente comune a poche confe-
pianta; anche le bombe mal riproducono negli impennaggi le G.P. zioni.
da 500 Ib. Esagerate le due carenature sul dorso alare. Un po' trop- REALISMO: Eccellente.
po sottili le canne carenate dei cannoni. Poco fedele nelle dimen-
sioni dei pozzetti carrelli, decisamente spogli, e le relative co-
perture solidali con le gambe di forza; corrette le ruote. Troppo HAWKER TYPHOON MK I B
corte le due sezioni interne dei flap ed assenti i trim degli alettoni
che sono realizzati separatamente ma fissi. Assente il pozzetto del REVELL 1 : 144
ruotino posteriore ed ogni dettaglio nell'abitacolo. La carenatura
del radiatore dovrebbe essere leggermente più bombata in pianta
e aperta posteriormente. L'elica tripla De Havilland è solidale I/I44
all'ogiva e lievemente sotto dimensionata. Assente il tubo di Pitot
e le antenne radio. Veramente brutto il tettuccio del tipo a goccia.
STAMPO: Assenti bavature, ritiri e deformazioni; buoni gli in-
castri, qualche intervento nell'unione delle semiali. Plastica elastica
e ben lavorabile di colore grigio-argento.
CONFEZIONE: In « b l i s t e r » con istruzioni chiare, anche in que-
sto caso discordanze nelle caratteristiche delle tre traduzioni;
buone le istruzioni sulla verniciatura con tavole a colori, ma, al
solito, con indicazioni di tinte Airfix non commercializzate in
Italia. La « d e c a l » per un esemplare del 183 Sqn. RAF non è
delle migliori: fuori registro (difetto certo di poche confezioni),
film spesso, codici in bianco anziché in « Sky » e matricole blu
anziché nere.
REALISMO: Buono ma notevolmente migliorabile.

HAWKER TYPHOON I B
FROG 1 : 72 PRECISIONE DELLA SCALA: Ottima.
FEDELTÀ': Ottima date le ridottissime dimensioni (apertura alare
Typhoon I.B.Fighter-bomber mm 88) con lievissime linee di pannellatura che potrebbero scom-
parire con una verniciata data a pennello. Il modello è fornito
\E DELLA SCALA: Eccellente. di carrello, che può essere montato estratto, e di otto razzi HE 60
Ib con rotaia singola di ottima fattura. L'elica del tipo De Havil-
land quadripala è leggermente sottodimensionata. Un piccolo capo-
lavoro il tettuccio a goccia.
STAMPO: Buono, accurato e privo di bavature e deformazioni.
Nell'esemplare da noi esaminato qualche ritiro fastidioso in par-

21
M—HAWKER TYPHOON HAWKER TEMPEST Mk.V
1/M scale una&sembled mode! kit • mortele rcduil
UOLOEO IN AUTHCNJIC COLOR
FROG 1 : 72
PRECISIONE DELLA SCALA: Buona.
FEDELTÀ: Non entusiasmante, pannellatura poco fedele e un po'
pesante; buona la pianta alare. Tutte le supcrfici di governo sono
separate ma fisse. Assenti gli scarichi dei bossoli e le canne dei
due cannoni esterni in realtà leggermente sporgenti. Nessun det-
taglio interno nell'abitacolo e nei vani carrello; gambe di forza
sommarie e prive del braccio di retrazione, assente il tubo di
Pitot. Carenatura del radiatore chiusa posteriormente. Armamento
composto da serbatoi alari da 90 galloni abbastanza corretti, 8
razzi HE 60 Ib. ma con rotaie erroneamente unite in gruppi di
ticolare all'estremità di una semiala superiore e sul timone di quattro, due bombe GP 500 Ib. errate negli impennaggi. Elica De
direzione di una semifusoliera. Consigliamo quindi i lettori inten- Havilland quadripala corretta.
zionati all'acquisto di controllare la confezione in quanto date le STAMPO: Buono, parecchie bavature assenti le deformazioni. Age-
ridotte dimensioni il difetto presenta notevoli difficoltà di corre- vole il montaggio senza particolari difficoltà. Buona la plastica
zione. Plastica un po' vetrosa di colore avorio. grigio-chiaro.
CONFEZIONE: Fragile, istruzioni schematiche sul verso e fogliet- CONFEZIONE: Buona, istruzioni schematiche, ottime le tavole
to interno in italiano, « decal » per due versioni buone; presente a colori sul retro, « decal » per due versioni: 3 Sqn. RAF, aereo
inoltre una fialetta di collante. personale Wing Cmdr. Pierre Closterman; 274 Sqn. RAF, non
REALISMO: Buono. molto precise nei colori delle coccarde e dei codici bianchi anzi-
ché « Sky ».
REALISMO: Buono.
HAWKER TYPHOON MK i B
MONOGRAM 1 : 48 Tempest MK.V Fighter-bomber
PRECISIONE DELLA SCALA: Eccellente.
FEDELTÀ': Eccellente; delle pannellature sono riprodotte solo le I
principali. Ottimi gli interni dell'abitacolo e dei pozzetti dei car-
relli con le rispettive gambe di forza. Buona la carenatura del
radiatore aperta posteriormente. Eccellente il diedro alare imposto
dalle semiali inferiori in un sol pezzo; corretto il disegno dei
« flap ». Il tubo di Pitot dovrà essere spostato di 3 mm verso
il centro del velivolo.
Sono presenti come armamento di lancio otto razzi HE da 60 Ib.
su rotaia singola. Eccellente il tettuccio in due pezzi, ma fisso, ed
i trasparenti per le luci di attcrraggio e navigazione alari. Ottima
l'elica Rotol quadripala.
STAMPO: Ottimo privo di bavature, ritiri e deformazioni. Buoni
gli incastri; qualche intervento con stucco è richiesto nella parte
ventrale dell'unione ali-fusoliera dove rimane una lieve fessura. HAWKER TEMPEST Mk.ll Mk.VI
Plastica di buona qualità di colore grigio-chiaro. MATCHBOX 1 : 72
CONFEZIONE: Ottima con istruzioni molto chiare ora anche in
italiano, le « decal » sono purtroppo realizzate in quadricromia e PRECISIONE DELLA SCALA: Eccellente.
quindi non a tinta piena, ma retinate; un vero peccato in quanto FEDELTÀ": Ottima, pannellature lievemente incise e fedeli, molto
formalmente corrette nel disegno. Esse riguardano tre versioni precisa la pianta alare; buono il dettaglio dei pozzetti carrelli e
« Typhoon I B 198 Sqn. impiegato durante la sacca di Falaise; perfetta la forma dei portelli, gambe di forza molto precise soli-
1 B 410 Sqn. RCAF; « Pulverizer l i » ; I B 175 Sqn. 2nd TAF dali ai portelli. Spoglio l'abitacolo. Ottima la possibilità di rea-
« Tilley thè Toiler ». lizzare due versioni: la Mk.II con motore radiale Bristol « Cen-
REALISMO: Ottimo. turus » o Mk.VI con motore in linea Napier « Sabre », con due
musi intercambiabili tra loro; sono fornite due ogive per le due
versioni ma una sola elica quadripala De Havilland del diametro
HAWKER TEMPEST Mk.V di 14 piedi corretta per la versione Mk.VI, per la versione Mk.ll
quindi, che montava un'elica da 12 piedi e 9 pollici, si dovranno
REVELL 1 : 72 ridurre le pale alle estremità di mm 2,25. Nessun armamento è pre-
PRECISIONE DELLA SCALA: Ottima. sente. Tettuccio in un sol pezzo ben realizzato.
FEDELTÀ': Rivoltatura pesante, più adatta ad un carro armato STAMPO: Ottimo. Assenti ritiri, bavature e deformazioni; molto
che ad un aereo: necessiterà quindi un buon uso di carta abra- precisi gli incastri e molto sottili gli attacchi dei vari pezzi alle
siva. Errata la foggia del bordo d'attacco alare e della carena- barre di fusione. Nessun problema nel montaggio. Ottima la qua-
tura del radiatore in pianta, che è chiusa posteriormente. Assente lità della plastica di due colori: ocra e verde-marcio.
ogni dettaglio interno nell'abitacolo e nel pozzetto dei carrelli; la CONFEZIONE: Buona con istruzioni chiare e schematiche, tavo-
copertura degli stessi è errata nella foggia, sopratutto per le due la a colori sul retro, « d e c a l » per due versioni Mk.II Royal In-
interne, le gambe di forza scarsamente fedeli sono solidali con dian Air Porce 7 Sqn. nel 1949 e Mk.VI 6 Sqn. « Flying Cano-
le coperture esterne e prive del braccio di retrazione. Inutilizzabili peners » (Apriscatole volanti) Nicosia Nov. 1945 di ottima qualità
i razzi con le rotaie troppo massicce. Troppo pronunciate le ondu- e corrette.
lature della tela nel timone di direzione. Tettuccio in due pezzi REALISMO: Eccellente.
molto opaco. Elica quadripala De Havilland. Cannoni alari della
I serie.
STAMPO: Medio, qualche bavatura, assenti ritiri e deformazioni,
buoni gli incastri. Plastica dura di colore verde-scuro.
CONFEZIONE: Fragile, istruzioni schematiche multilingue; « de-
cal » per un « Tempest V» serie II del 501 Sqn. un po' fuori
registro e con colori errati: matricole e « walkway » blu anziché
nere, codici e fascia bianche anziché « Sky », e rosso troppo vivo.
REALISMO: Medio.

22
Soldatini per modellisti corrispondenza dalla Gran Bretagna di Terry Wise

f~l'j questo numero comincia la sua collaborazione a Storia Modellismo l'esperto in


modellismo e collezionismo di soldatini Terence <« Terry ») Wise, che risiede in Gran
Bretagna e che, appunto, tratterà della produzione inglese. E' una produzione molto qua-
lificala e soprattutto ripartita fra moltissime ditte costruttrici; del resto alcuni dei più noti
disegnatori e modellisti militari sono di nazionalità britannica o risiedono stabilmente in
Inghilterra. In questa sua prima « usci/a » sulle colonne di Storia Modellismo Terry Wise
tratteggia una vasta panoramica delle disponibilità attuali. In seguito si è assunto il com-
pito di recensire tutte le novità, offrendo a modellisti e collezionisti un servizio prezioso,
perché di ogni ditta preciserà se i nuovi pezzi saranno reperibili in Italia e presso quale
distributore; oppure a quale indirizzo potranno essere richiesti.

"Il modellismo militare, ed in particolare d a t i n i di alta qualità da molti anni. Forse


quello dei soldatini, è in Gran Bretagna la più conosciuta è la Rose Miniatures,
un affare molto florido, e vi sono molte fondata da Russel Gamagc nel 1953. In ori-
ditte, grandi e piccole, che producono figu- gine tutti i modelli erano personalmente
rine alte 54 mm (scala 1 : 32, n.d.r.) o an- disegnati da Gamage, ma ora ha una squa-
che più grandi, per far fronte alla doman- dra di assistenti, benché ne disegni ancora
da sempre crescente. Nei prossimi numeri molti lui stesso e superveda tutta la pro-
di Storia Modellismo io conto di recensi- duzione; a differenza di altri costruttori
re i nuovi pezzi a mano a mano che sa- di soldatini, la Rose Miniatures non impie-
ranno prodotti dalle ditte inglesi, ma per ga disegnatori che non siano suoi dipen-
aprire il discorso su questo argomento mi denti. La d i t t a dispone di un certo nume-
piacerebbe innanzitutto farvi conoscere la ro di concessionari e distributori in Italia:
gamma di figurine attualmente disponibi- li citeremo, così come gli altri possibili mo-
li, nonché le ditte ed i disegnatori che pro- di per procurarsi i pezzi, quando in futuro
ducono questi soldatini. recensiremo le nuove produzioni della Ro-
Molte delle ditte inglesi hanno già in se Miniatures. La ditta di Gamage produce
Italia sia agenti che distributori, e molte una bellissima e vasta gamma di ligure alte
altre vendono al dettaglio nelle maggiori 54 mm, ed ha l'assortimento maggiore nel
città italiane, così che le loro figurine sono settore dei Greci antichi. Romani dell'età
familiari a molti lettori. Per questo motivo imperiale, truppe napoleonichc ed eserciti
intendo limitare al massimo questa presen- britannico e indiano (quest'ultimo per il
tazione, che è specialmente dedicata a quei periodo in cui l'India è stato possedimento Nelle due fotografìe, alcune creazioni del-
modellisti che ancora non conoscono com- coloniale inglese, n.d.r.); anche assai vasto la Rose Miniatures. In alto, due soldati
South Wales Borderers; qui sopra, guer-
pletamente la gamma dei soldatini di co- e il settore relativo alle due guerre mon- rieri Zulù. I quattro pezzi si riferiscono ad
struzione britannica. diali. La produzione più recente compren- episodi della lunga guerra per la conqui-
Cominciamo col dare un'occhiata alle de: i Francesi in Egitto, guardie dell'eser- sta dapprima (1879) e poi per la definitiva
ditte maggiori, che stanno producendo sol- cito di Marlborough. suonatori di piffero annessione dello Zululand al Nata! (1897).

Pakistani e Gurkha, soldati della guerra


con gli Zulù, samurai e guerrieri giappone-
si del X I I I secolo, marinai britannici 1888-
1918, guardie inglesi e fanteria scozzese.
Un'altra importante ditta inglese e la Tru-
dition, che vende al dettaglio in Italia e
che produce un'ampia gamma di pezzi da
54 mm di Charles Stadden e altri disegna-
tori. Forse le figure più conosciute sono
quelle della serie diorama di Alan Caton,
che comprende: The Greenjockets, Came-
rone, la Ritirata da Corunna ed il favolo-
so gruppo la Ritirata da Mosca, 1812, Nel-
lo scorso anno è slata lanciata in forma di
kit una serie di « figure militari attraverso
la storia », e la gamma di queste figure si
è rapidamente allargata. Ciascun kit viene
fornito completo di istruzioni dettagliate
per la pittura, e con una immagine del
pezzo finito, a colori. Jeff Willis disegna
per la Trudition una serie di soldatini alti
80 mm (scala 1 : 21,5, n.d.r.), che si rife-
riscono al periodo che va dal XVII al XX
Una selezione di figurini della serie Lasset, altezza 54 mm, di John Tessei, prodotte secolo, inclusi molti pezzi dell'esercito bri-
dalla Greenwood & Bali. Questi soldatini sono forniti con una mano di vernice di tannico; dalla fine del 1977 anche Alan
fondo già data. Caton sia disegnando figure per questa

storia MODELLISMO 23
serie. Nel formato 90 mm (scala 1 : 19,2, quasi alla chetichella nel 1967 e si è fatta 54 mm — nonché le figurine Un mondo
n.d.r.l vi sono alcuni soldati a piedi di una solida reputazione attraverso anni di perduto della serie Atlantis, scolpite dav-
Stadden e qualche cavaliere di Caton. lavoro; ora opera con uno staff di 30 per- vero bene.
Nell'estate del 1977 la Tradition ha co- sone, si serve di disegnatori liberi, ma ha Un'altra piccola ditta è la Ali thè Queen's
minciato a produrre, nel formato 110 mm l'intenzione di crearsi un proprio gruppo. Men, avviata nell'estate del 1977 da parte
(scala I : 15,7, n.d.r.l, una serie di soldati Produce una gamma di figure militari in di Alan Caton. Le sue figure da 80 mm
napoleonici e della I I guerra mondiale di formato 54 mm di Cliff Sanderson, in for- riguardano particolarmente l'esercito bri-
Ron Cameron. mato 75 mm di Julian Bcnassi, una serie tannico, sono di buonissima qualità, ed au-
Anche la ditta Grecnwood & Bali im- di figure in 75 mm dei reggimenti britan- mentano rapidamente di numero. Di iden-
piega famosi disegnatori ed è venduta in nici firmata da Charles Stadden, ed una tica qualità sono le figurine 90 mm di Ray
molti negozi italiani. Della sua produzione serie 90 mm di Dave Jarvis. Alla fine del Lamb della serie Posi Miliuire, in genere
sono ben conosciuti: la serie Lasset in 1977 la Hinchliffe ha annunciato una nuo- napoleòniche, ma che includono un samu-
54 mm di John Tassel. che comprende va serie 80 mm, che avrà tra i primi pezzi
guerrieri antichi, medioevali, rinascimentali, alcune figure della Guerra Americana di
napoleonici, coloniali e figure della I e l i Secessione. Comunque la ditta è assai pro-
guerra mondiale. La gamma più ristretta babilmente più famosa per la sua stimo-
è quella denominata « Falcon », da 54 mm, lante serie di pezzi d'equipaggiamento, che
disegnata da John Braithwaite, che com- riguardano prevalentemente le artiglierie,
prende le guerre greco-persiane, guerrieri ma includono anche piccoli capolavori co-
romani e galli del I secolo a. C. e guer- me l'ambulanza di Larrey ed una fucina
rieri arabi e crociati del X I I I secolo. Le campale dell'epoca napoleonica. Un reper-
figurine 54 mm di Cliff Sanderson inclu- torio di pezzi formato 75 mm (scala i : 25.
dono il famoso Mercato romano degli schia- n.d.r.> è stato appena proposto, e quanto
vi, le figure della Rovai Navy Press Gang. prima appariranno in questa serie cannoni
cosi come gladiatori, normanni, soldati del- napoleonici. La ditta sta anche program-
la guerra civile inglese, figure vittoriane mando di lanciare tra breve un ampio
ed una serie di figure femminili che cer- assortimento di nuovi pezzi in formato
to non vestono sempre... costumi militari! 54 mm.

Un delizioso gruppo della Phoenix Model Development. E' stato chiamato • Napoleon
advancing'! Letteralmente, Napoleone fa l'intraprendente. Notare particolari come
l'acconciatura della bella signora, ed il suo abito nel miglior stile Impero, piuttosto
scollato...

Sanderson disegna figure femminili e grup- Vi è poi un certo numero di piccole


pi del Terzo Reich in formato 80 mm. La ditte inglesi che producono pochi figurini,
Greenwood & Kull ha anche introdotto una peraltro di altissima qualità. Forse il leader
serie dedicata a stregoni, cavalieri e figu- di queste ditte è la Phoenix Model Develop-
re fantastichc, e nel 1977 la serie Jubilee ment, che spazia nei formati 54 e 75 mm.
Miniatures di |ohn Tassell. L'ultimo lancio ma che è meglio conosciuta per il suo
dclal ditta riguarda figure femminili nei veramente unico — oggi — gruppo di suo-
formati 54 e 80 mm di Al Charles, pub- natori militari in formato 30 mm (scala
blicizzate come « Gli angeli di Charles »! I : 57,6, n.d.r.} ed i diorami intitolati Age
Una ugualmente ben conosciuta ditta è of Elegance. Questa ditta si sforza di for- Un centurione romano assai finemente
scolpito, primo pezzo della nuova serie So-
la Hinchlijje Models, che prevede di esten- nire ai modellisti qualcosa di differente, e vereignes, della Historex britannica. Sopra,
dere la propria presenza in Italia nei pros- la sua lista comprende la gamma Caricatu- un altro modello della Phoenix: un lande
simi mesi. La ditta cominciò a produrre re — civili del X V I I I secolo in formato re inglese 1897.

24 storia MODELLISMO
formati 54 e 90 mm in kit. e scatole per
diorami: da notare che questa ditta effet-
tua anche le fusioni per Hcarne.
E infine la Kilniore Figures, che produ-
ce pezzi alti 90 mm raffiguranti guerrieri
di epoche diverse in bronzo modellato a
freddo (stampato). La Kilmore ha recen-
temente lanciato una nuova serie: Re e
Regine inglesi. Il solo costruttore inglese
di soldatini in plastica vi sarà ben noto:
è YAirfix. con la sua vastissima gamma
di figure nei formati più vari.
Ci sarebbe ancora da parlare di u n ' a l t r a
categoria di costruttori, quelli che ci ripor-
tano nostalgicamente ai giorni dell'infanzia
(per coloro che, come mo. hanno supera-
to i 40!) producendo figurine nel formato
54 mm con lo stile dei vecchi soldatini di
Sopra, una selezione di figure della serie piombo, colorati con smalti lucenti. Poiché
G (Georgiana) prodotte dalla Phoenìx nel- queste figurine sono tutte dipinte a mano
l'ambito del più vasto tema - Age of Ele- e normalmente vendute in scatole, sono
gance »; sono ambientate in una taverna davvero costose rispetto alle figurine grezze
del XVIII secolo. A lato, un capo Vichingo
e un guerriero disegnati da John Tassell o da montare. Tra queste ditte la Sluunus
(serie - Jubilee Miniatures - di Greenwood Wade. nella sua serie Mostalgia. produce
& Bali). un'ampia selezione di soldati dei reggiinuti-

r;ii e una figura sassone del 1066; citiamo


ancora la ditta Ensign Miniatures, con le
sue figurine in 54 mm che riguardano spe-
cialmente le divise della Royal Navy at-
traverso i secoli; il nuovo repertorio dei
Sovrani, in 75 mm, della Historex inglese,
disegnato da John Tassell; e il catalogo
della ditta New Hopc Design, che contiene
un ampio assortimento di figure in 54 mm
in scatola di montaggio: sono soprattutto
soggetti degli eserciti dell'Impero britanni-
co, ma non mancano guerrieri greci e ro-
mani antichi.medievali, della guerra ci-
vile inglese, napoleonici, delle due ultime
guerre mondiali.
La ditta Warrior Melai Miniatures è
principalmente conosciuta per le sue fi-
gurine destinate agli wargames, ma produ-
ce anche pezzi nei formati 54 e 75 mm:
sono disegnati da lulian Benassi. La ditta
produce anche un gioco degli scacchi « me-
dioevale », con arcieri inglesi e balestrieri
francesi come pedoni. Recentemente la War- Ouesta splendida e vivace figurina rappresenta un corazziere francese, epoca 1815. f'
rior ha « arruolato » un nuovo brillante dise- prodotta dalla Phoenix Model Development.
gnatore. Dati Williams, che sta preparando
una serie di scatole contenenti, sotto forma Vi sono molte altre piccole ditte, tanto ti britannici imperiali del XIX secolo; la
di kit da montare, straordinarie figure nel numerose da non poterle nominare in que- Krilish Rulldog anche si è specializzata su-
formato 250 mm (scala 1 : 7, n.d.r.). La pri- sta sede. Di tanto in tanto producono qual- gli eserciti britannici dell'epoca imperiale
ma di queste figure sarà il modello di un che pezzo veramente eccezionale, e c'è spe- ed ha un certo buon assortimento di pezzi
soldato britannico della I guerra mondiale, ranza di poter avere spazio per recensirle. d'artiglieria; e la Blenheim Military Models
con elmetto d'acciaio; il pezzo è stato ri- Di notevole assai, tra queste ditte, vi sono: produce un piccolo assortimento di figu-
cavato dalla descrizione di un soldato che rine dell'esercito britannico.
fece a Dan il nonno, ex-combattente in — la Hearne Originals (creatore Bill
Hearne) che produce figure da 90 mm in Spero che queste notizie siano servite
quella guerra nelle trincee delle Fiandre. a farvi conoscere quanto ricca sia la pro-
Dan Williams dice di aver cominciato a kit di eccezionali livelli qualitativi, ma co-
stosi; duzione inglese di soldatini e figurine per
lavorare su figure di dimensioni cosi gran- collezione. Mi auguro di poter continuare
di perché sua moglie, pur avendo la casa — la Chota Sahib, una nuova compa- ad informarvi di sempre nuove creazioni.
piena di pezzi alti 54 mm, gliene ha chiesti gnia guidata dal modellista Sid Horton che
alcuni da poter sistemare, come ornamento, produce anch'essa figure in 90 mm in kit;
sull'appendiabito all'ingresso! — la Eagle Miniatures. con figure dei (Traduzione di Anna Vaschetta)

storia MODELLISMO 25
Gli [Imeni israeliani Orlile di Bruno Benvenuti

"Pia alcuni anni l'esercito israeliano


ha iniziato la sostituzione degli el-
metti metallici in dotazione con quelli
di nuovo modello prodotti dalla Orlile
Engineering Company Ltd. Si tratta di
elmetti ad alta resistenza balìstica, ca-
ratterizzati da un peso estremamente
contenuto, costruiti in sostanza pla-
stica.
Gli elmetti prodotti dalla Orlile su
richiesta dell'esercito israeliano dove-
vano rispondere ad alcuni requisiti fra
cui resistenza balistica e potere pro-
tettivo identici a quelle dell'elmetto
americano M.l, pur mantenendo il pe-
so ad un livello inferiore. Inoltre do-
vevano rispondere a particolari esi-
genze di impiego in climi molto caldi.
Gli elmetti, per fanteria, sono co-
struiti con una struttura di materiale
plastico ad alta resistenza e ad alta
elasticità e sono dotati di un sistema
di cinghie che li fissano ai lati del viso
e sulla nuca, assicurando una buona
protezione della testa senza limitare la
visibilità. Oltre alla serie di elmetti
per fanteria, realizzabili in diverse
combinazioni di peso e di resistenza
L'elmetto progettato e realizzato per gli equipaggi di veicoli corazzati, con lo scopo di anche per clienti esteri, la Orlile ha
difenderli dalle schegge. Le parti che lo compongono: 1: guscio dell'elmetto: 2: auri- realizzato un interessante casco protet-
colar!: 3: microfono: 4: spine di connessione con l'impianto radio: 5: spina per il disin- tivo per gli equipaggi dei mezzi coraz-
nesto rapido: 6: interruttore dell'impianto radio a 3 posizioni (probabilmente sono: zati, casco che ormai da tempo è usa-
comunicazioni interfoniche: a breve raggio: oltre il breve raggio). to con ottimi risultati dai carristi
israeliani.
Il casco da carristi è stato proget-
tato per poter espressamente protegge-
re gli uomini dai frammenti di scheg-
ge, ed è in grado di offrire una prote-
zione balistica lino alla velocità di
1200 piedi al secondo (circa 364 m/sec)
contenendo il peso totale in 900 gram-
mi, senza gli apparati di comunica-
zione.
Il corpo dell'elmetto è realizzato con
strati di laminato di nylon trattato ad
alta resistenza, uniti e pressati a cal-
do con resine speciali, ed è fornito
con inseriti gli attacchi per i sistemi
di comunicazione ed i relativi cavi di
collegamento.
In corrispondenza dell'auricolare di
destra è sistemata una scatola di di-
stribuzione con il microfono ed il se-
lettore per le comunicazioni radio, per
l'interfonico e per il solo ascolto. La
speciale composizione di materie pla-
stiche elimina notevolmente i disturbi
e le interferenze, mentre il peso conte-
nuto non limita in alcun modo i mo-
vimenti.
Le ottime prestazioni registrate du-
rante le prove sono state confermate
Sopra, due viste durante l'impiego pratico degli elmetti
dell'elmetto, più Orlile nei combattimenli della guerra
semplice, per la del Kippur (1973). In questa occasione
fanteria. A lato, un
fuciliere in posizio- una buona percentuale degli equipaggi
ne col nuovo el- dei corazzati israeliani disponeva dei
metto. nuovi elmetti.

26 storia MODELLISMO
Ricostruzione di on pezzo di Valerio D'Orlo

¥n un precedente articolo dedicato alla il catalizzatore onde evitare che la pasta produrre, cioè un motore stellare, otturate
stuccatura, accennai al metodo di rico- indurisca mentre la lavorate. soltanto il foro dell'asse dell'elica, e si-
struire un pezzo utilizzando lo stucco Sin- Riempite lo stampo facendo in modo che stematelo su di uno strato di plastilina im-
tojer, cercherò adesso di illustrarvi tale me- esso aderisca bene in tutti i punti, livella- mergendovelo fino alla linea di mezzeria.
todo. Nell'esecuzione di un modello non telo con una spatolina e lasciatelo rappren- Con un pczzettino di cartone create un
è raro trovare un pezzo danneggiato, oppu- dere bene. Se il pezzo è piccolo potete riem- bordo nella plastilina attorno al pezzo da
re mancante del tutto; inoltre, dovendo ef- pirlo completamente, altrimenti fate in mo- riprodurre e. nel contenitore così ricavato,
fettuare una conversione, può capitare di do che lo spessore dello stucco non sia colate il Silic ginn. Ad essiccazione avve-
sentirsi dire che occorre utilizzare una inferiore ai 4 millimetri. Trascorsi 15 mi- nuta, togliete dallo stampo il pezzo che
parte proveniente da un altro kit. nuti, fate leva con una lama e vedrete che avete usato per la forma e riempite il vuoto
Nella mia carriera di modellista non vi il pezzo si staccherà perfettamente dal suo lasciato con la pasta di Sintojer. Appena
nascondo di aver letto con molto stupore stampo. questa è completamente secca, sformatelo
che per eseguire la conversione del model- Terminata questa tase, a mezzo di una deformando leggermcntc lo stampo in mo-
lo X in Y occorreva acquistare un B.52 in Umetta ed un trapanino, occorrerà riaprire do di far uscire dalle loro sedi i vari sot-
scala I : 72 ed utilizzare la punta di un le parti chiuse precedentemente e ripro- tosquadri di cui è ricco il pezzo in que-
missile in sua dotazione, nonché l'ogiva e durre, seguendo le foto ed i disegni, le stione.
tre cilindri di un B.I7 in scala 1 : 48, dopo
di che, effettuata la conversione, si poteva
gettare tutto quello che rimaneva. Dato
che tale metodo di lavoro potrebbe essere
eseguito solo da Reza Ciro (con il consenso
dell'illustre genitore, ricchissimo imperato-
re dell'Iran), vediamo come si può invece
provvedere con la minima spesa, e cioè
costruendo i pezzi mancanti o necessari.
Essendo un modellista aeronautico mi rife-
rirò ad un aereo, comunque la stessa tec-
nica è attuabile negli altri generi del pla-
stimodellismo.
Innanzi tutto vi premette che il metodo caratteristiche del nuovo pezzo. Le due
dello stucco va usato per la costruzione semifusoliere dovranno essere incollate tra
di parti di una certa grandezza, o spesso- loro usando un collante a resine epossidi-
re, per le quali non si può usare il plasti- che e tale materiale dovrà essere usato
carti o lo sprue. per la giunzione del nuovo pezzo con il
Immaginate di dover effettuare la con- testo della fusoliera.
versione della parte anteriore di un mo- Ripulite dalla plastilina e dal grasso le
dello e che questa assomigli sia come linee due scmifusoliere del Re 2001 che vi sono
che come grandezza al cofano motore di servite per ricavare lo stampo ed il gioco
un Re200l. Procuratevi un modello di tale è fatto. A questo punto qualcuno potrà
aereo e procedete come segue. larmi notare che la spesa per l'acquisto
Prendete le due semi fusoliere, otturate del modello l'ha dovuta sostenere ugual-
con della plastilina tutti i fori (come prese mente: questo è vero: ma esso è rimasto
d'aria, bocche di mitragliatrici, ecc.) onde integro in tutte le sue parti e può essere
evitare sottosquadri; spalmate sul tutto con normalmente costruito. Con questa operazione avrete ottenuto
un pennello un sottile strato di olio di La tecnica ora descritta si presta egre- metà del motore che potrà servire egregia-
vasellina; posate le due parti su di un giamente per il rifacimento di parti prive mente a sostituire quello mancante. Gene-
vetro o sulla formica del tavolo di cucina: di sottosquadri, in quanto il nuovo pezzo ralmente esso, essendo visibile soltanto dal-
contornatele con un listello di balsa e cola- può uscire facilmente dalla forma senza la parte anteriore, può bastare cosi; qua-
tevi sopra del gesso alabastrino impastato incontrare ostacoli. Se la parte da costrui- lora però il motore fosse interamente visi-
con abbondante acqua in modo da rende- re presenta delle parti sporgenti o aletta- bile occorrerà ricostruire anche la parte
re la pasta molto fluida. ture, come ad esempio un motore a stel- posteriore con la stessa tecnica e unire
Quando il gesso sarà secco (30 m i n u t i la, la forma in gesso non può venire utiliz- i due pezzi con il sistema precedentemente
circa) levate i supporti e sformate le due zata: tutte le parti sporgenti, infatti, ver- citato.
semi fusoliere. rebbero bloccate dal gesso formando un Logicamente ogni pezzo appena sformato
Misurate la parte che dovete riprodurre pezzo unico. In questo caso si deve ricor- avrà bisogno di una r i f i n i t u r a che richie-
e con un seghetto tagliate la parte ecce- rere a una forma elastica che possa defor- derà meno lavoro quanta più attenzione
dente. Tamponate la parte dove avete ese- marsi e permettere la fuoriuscita del pez- avrete usato nella preparazione dello stam-
guito il 'taglio con un listello di balza, zo senza danneggiarlo; per far ciò occorre po. Sono certo che se seguirete attenta
cospargete l'interno della forma di olio di usare il Silic giini. mente le mie istruzioni, usando principal-
vasellina, facendo ben attenzione che si 11 Silic guin è un materiale che solidi- mente quello che vi ho sempre raccoman-
sparga uniformemente su tutta la super- fica con l'aggiunta di un catalizzatore o in- dato — cioè la calma — queste operazioni
ficie. durente a temperatura ambiente, rimanen- vi riusciranno alla perfezione; in seguito vi
Una volta eseguita questa operazione pre- do però allo stato gommoso. Prima di ef- dimostrerò come con questa tecnica si può
parate lo stucco. Seguite attentamente le fettuare la fusione leggete bene le istru- effettuare, con una minima spesa, una
istruzioni che troverete sulla confezione zioni contenute nella confezione e poi pro- conversione.
ilei Sintofer cercando di non eccedere con cedete come segue: prendete il pezzo da ri-

storia MODELLISMO 27
Come aiitocostriiirsi modelli di cartone
di Franz X. Ecke

/^'è un particolare tipo di modellismo che


J riscuote grande interesse all'estero, ed
è quello in cartone o cartoncino. Poiché
riteniamo che conoscere questa tecnica pos-
sa aprire nuove prospettive ai modellisti ita-
liani, abbiamo incaricalo il pittore tedesco
Franz Ecke, originale costruttore di modelli
in cartone, di scrivere un pezzo introdut-
tivo su questa tecnica. In seguito Ecke pro-
porrà ai lettori di Storia Modellismo la
costruzione di modelli su suoi disegni.

"I/ivo da alcuni anni a Roma e ho


portato dalla mia patria, la Germa-
nia,-la passione per il modellismo di
carta. Da noi esiste una vera e propria
industria che produce fogli stampati
dai quali si ricavano (dopo aver rita-
gliato, piegato e montato i vari com-
ponenti) aerei, navi, costruzioni archi-
tettoniche, veicoli e così via.
Sfruttando il basso costo di produ-
zione, i modelli sono generalmente più
grandi di quelli in plastica: per esem-
pio la scala degli aerei va da 1:20 a
1:50, e quella delle navi da 1:100 a
1:250. Io stesso ho costruito un so-
fisticatissimo modello navale della II
guerra mondiale: la corazzata Bi-
smarck. Questo modello, realizzato
completamente in cartoncino, era lun-
go più di un metro ed aveva molte
parti mobili, come le torri con i can-
noni e gli impianti di tubi lanciasi-
luri.
In Italia sono rimasto deluso, per-
ché in fatto di cartamodellismo ho tro-
vato soltanto qualche pezzo ideato per

navi. Ho costruito — e venduto — bel-


lissime navi spaziali, fatte con carto-
ne abbastanza spesso dipinto con co-
lori a tempera. Ho anche costruito
una casa con un terrazzino sul quale
c'erano persino i panni stesi, e penso
che questa tecnica potrebbe essere
utilizzata per fare diorami.

Per cominciare il lavoro


Innanzitutto preparo i disegni ed i
trittici — cioè le tre viste fondamen-
tali: sopra, sotto e laterale — del pez-
zo che voglio costruire. Mi rendo con-
to che anche questo semplice inizio
può presentare delle difficoltà per chi
Nelle tre fotografie di questa pagina due delle realizzazioni in cartoncino del pittore non abbia pratica di disegno: si può
tedesco Ecke, In alto, due viste di una macchina sportiva, qui sopra una motocicletta, supplire con fotocopie di disegni già
che al posto della marca ha le iniziali dell'autore. Si tratta di modelli fantasia, ma fatti, ingrandite o rimpicciolite alla
mostrano le promettenti possibilità che offre un saggio impiego del cartoncino nel scala desiderata.
modellismo. Predisposto il disegno, comincia la
parte più difficile, perché occorre ta-
i bambini, ma niente di più comples- questi modelli di cartone, ed ho sco- gliare i pezzi di cartone, provare e ri-
so per modellisti esperti. perto che mi piace inventarli, siano provare se combaciano le parti e se
Ho deciso allora di creare da me auto, navi, aerei o addirittura astro- la linea che si ottiene è csteticamen-

28 storia MODELLISMO
grandi clic si possono ondulare sotto
l'effetto dell'umidità. Ciò dipende an-
che dallo spessore della carta.
Il metodo migliore per fare pratica
è quello di cominciare a costruire un
modello ed io vi propongo il modello
di automobile appresso illustrato: po-
trete cominciare così a vedere i risul-
tati e ad impostare una tecnica per
fare pezzi dritti e rotondi, di piegare
le parti, di incollarle. Si tratta ovvia-
mente di un modello di fantasia, ma di
grande effetto, come potete constatare
dalle foto.
Nei disegni cerco normalmente di so-
stituire le istruzioni con molte immagi-
ni, per essere il più chiaro possibile.
Magari si può intraprendere il lavoro
anche senza conoscere la lingua italia-
na, così il disegno diventa davvero in-
ternazionale, come del resto è il mo-
dellismo oggi.
Vorrei cominciare col fare l'elenco
Qui sopra, l'automobile sportiva di Ecke in fase avanzata di realizzazione: si notano lo degli utensili necessari:
chassis e la carrozzeria già parzialmente montati, e le ruote, per motivi didattici, nei
vari stadi della lavorazione. In Germania le lavorazioni col cartoncino costituiscono un 1. Un paio di forbici dritte, grandi o
passatempo estremamente diffuso: prima dell'ultima guerra anche in Italia si effettua- medie;
vano plastici e modelli con questo materiale. In particolare negli « anni trenta * la 2. Un paio di forbicine per unghie, di
popolare ditta Carroccio pubblicò auto, carri armati, aeroplani e altro in cartone: per quelle ricurve, che sono preferibili
montare i pezzi bastava un paio di forbici e un po' di colla. Durante la guerra l'Edito- per tagliare linee curve;
riale Aeronautico pubblicò cartoni con alcuni tipi degli aerei impiegati dalla Regia
Aeronautica. Sotto, i disegni esemplificano alcuni semplici accorgimenti per lavorare 3. Uno o più paia di pinzette per la-
il cartoncino. vorare pezzi minuti o per arrivare

te accettabile. A questo punto è chia- porre una certa rigidezza della forma. in posti difficili (si possono usare
ro che la parte essenziale della realiz- Infatti per ottenere linee ondulate e anche le economicissime pinzette
zazione è finita: completare il modello pezzi rotondi si deve lavorare molto, per sopracciglia, che costano poche
e dipingerlo diventa pura routine. mentre si ottengono facilmente pezzi lire);
La cosa più difficile è la realizzazio- angolati. 4. Una lametta per scalfire la carta
ne dell'idea tridimensionale del model- Il grande vantaggio è però dato dal superficialmente prima di piegarla;
lo soltanto su due dimensioni. Sul car- costo bassissimo del materiale, la car- 5. Qualche spillo ed una matita per
toncino il modello è espresso su due ta; gli utensili necessari sono veramen- segnare linee necessarie alla lavo-
piani: lunghezza e larghezza, mentre te pochi, e li descrivo più avanti. L'e- razione;
dopo averlo ritagliato si deve aggiun- sperienza suggerirà poi eventuali altri
gere anche l'altezza. accessori. 6. Colla e nastro adesivo. Come colla
Vediamo questo principio fonda- usare l'UHU o tipi simili, non le col-
mentale nella realizzazione di un sem- le cosiddette « bianche » che fanno
Qualche consiglio utile svergolare la carta; e come nastro
plice cubo: la tavola lo mostra.
Cercate di tener presente il teore- Negli ultimi modelli che ho realiz- adesivo (in genere da usare sem-
ma di Pitagora e usate un regolo cal- zato ho colorato il cartone prima di pre internamente) servirsi di quel-
colatore per le misure, sebbene basti tagliarlo, usando tempere o colori ad lo speciale extra-sottile, sul quale si
un semplice righello centimetrato da acqua. Se si preferisce colorare dopo può scrivere e disegnare (un tempo
usare con una squadra per ottenere il montaggio dei pezzi, e specialmente era lo Scotch 810 della 3M).
misure precise. Ricordate che la limi- se si usano colori a smalto, fare atten- 7. Un righetto metallico per tagliare
tazione del cartoncino è quella di im- zione a non dipingere aree troppo o tirare righe con la lametta.

storia MODELLISMO 29
Regole da seguire dra da disegni. Sarà bene fare atlenzio
ne alla direzione della fibra del carto-
A. La linea diritta significa: tagliare ne, perché è facile curvarlo se la fibra
lungo la linea. è ad angolo retto con la direzione di
B. La linea tratteggiata significa: scal- arrotondamento. La direzione della fi-
fire leggermente e piegare all'indie- bra si trova lacerando il cartone oriz-
tro (in modo che la linea resti sul- zontalmente e verticalmente: dove lo
l'angolo esterno). strappo è più regolare, quella è la di-
C. La linea a tratti e croci significa: rezione della fibra.
scalfire sul retro del cartone lun- Con un poco di pazienza si possono
go la linea e piegare in avanti, in incollare sovrapponendoli agli altri i
modo che la linea resti nell'angolo pezzi più piccoli: io chiamo questa
interno. Per scalfire sul retro segna- operazione « incollare ottuso ». In que-
re l'inizio e la fine della linea con sto modo si può rifinire un modello
fori di spillo, poi voltare il carton- fino all'ultimo dettaglio.
cino e poggiare il righello tra i due Per le mie costruzioni uso il carton-
fori. cino Fabriano 26R Catasto da 210 gram-
mi al metro quadrato, che ho trovato
Attenzione all'operazione della scal- adattissimo; è chiaro che ciascuno sul-
fittura. E' necessaria perché il carton- la base della propria esperienza e del-
cino si pieghi ad angoli rigidi, ma in- le necessità, può usare cartoni diversi,
cidere troppo potrebbe provocare la anche se è mio parere che si debba
rottura. Basterà esercitarsi qualche costruire un modello con l'identico
minuto su un pezzetto di cartone per cartone in ogni sua parte, per ottenere
trovare il punto giusto di scalfittura; uniformità di superfici.
inoltre questa operazione si esegue più
facilmente prima di ritagliare i sin- Ed ora, se questo tipo di modelli-
goli pezzi. smo vi interessa, che ne direste se vi
Per curvare il cartoncino bisogna proponessi nei prossimi numeri un mio
stirarlo alcune volte lungo lo spigolo modello da realizzare?
acuto di un tavolo o usando una squa-

L'SDKFZ M corazzato della cabina di guida, compresi gli incastri


per le reti laterali, poi incollate i due pez-
zi C 16, infine carteggiate il tutto per to-
gliere ogni residuo della precedente opera-
(segue da pag. 9) zione di taglio. Ottenuto il pezzo pulito se-
ed incolliamo i nuovi parafanghi anteriori guendo i disegni, riprendete l'andamento
del treno di rotolamento. del parafango posteriore, che si realizzerà
I parafanghi anteriormente saranno del- con tagliabalsa e limetta. Passiamo al pezzo
la stessa larghezza dei parafanghi delle C 18 che andrà così lavoratori: tagliatelo
ruote gommate, ma la parte obliqua che li in tre pezzi in modo di avere le due cas- Qui sopra, la realizzazione dell'arma qua-
congiunge al pavimento della cabina sarà settine di stivaggio con i relativi chiavi- orinata sulla piattaforma. Nelle altre due
di forma trapezoidale: la base maggiore è stelli intatti, incollatele come se C 18 fos- foto, due fasi della preparazione della
saldata all'elemento anteriore, la base mi- se integro. Avendo fra le due cassette una cabina corazzata.
nore invece combacerà con lo spigolo del luce di circa 24-25 mm, prendete una siri-
contropavimento. sciolina di plasticarti della stessa altezza di diametro. Rifinite il tutto con un'altra stri-
Trasformazione del pianale di carico: ta- C 18 e incollatela dalla parte interna alle scetta di plasticurd sul bordo inferiore (ve-
gliate via dal pianale i parafanghi e la ba- due cassette. Sulla parte che è visibile pra- di foto). Le reti di protezione andranno co-
se su cui dovrebbe poggiare il complesso ticate quattro fori equidistanti di 1 mm di sì modificate: la loro lunghezza totale si
aggirerà intorno ai 91 mm. Poiché VSdkfz
corazzato ha cinque sostegni per le reti
laterali invece dei sei del modello, ne do-
vremo eliminare uno. Tagliate la struttura
delle reti comprendendovi cinque sostegni,
il pezzo sarà lungo circa 71 mm: aggiunge-
te con le parti avanzate 10 mm per parte,
infine incollate la reticella del kit.
Le t ras formazioni finiscono qui, non ci
rimane eh» ijiontw» Iniicmc .i vari p^zzl^e
verniciare, o viceversa.
Il mio modello è stato verniciato prima
in color sabbia Mo-Lak LJ 5 Brown, la mi-
metizzazione è stata fatta con LMU 6 Brown
Hess e LB 1 Dark Green. sempre Mo-Lak.

Bibliografia:
I. Milson: Ccnnan Holf-Tracked V chicli'
o] World War 2.
W. Spielberger: Die Halbkettertjahrzeuge
In alto, il modello ultimato dall'autore dell'articolo: il realismo è notevole. Seguendo des Devttchea He<fres 7909-7945.
ìe istruzioni dettagliate, fornite nell'articolo, è possibile cimentarsi in una trasforma-
zione che, oltre a dare parecchie soddisfazioni al modellista, può servire di introduzione U. Fcist-K. Ricger: German Ilalf-Tracks ili
ad altri lavori del genere, più avanzati. Action.

30 storia MODELLISMO
Gli incrociatori classe Magami di Alberto Santoni

A ppcna conclusasi la Conferenza navale


-'"•di Washington nel febbraio 1922, i più
consapevoli responsabili nipponici si rese-
ro conto dell'impossibilità di convincere
nel futuro Stati Uniti e Gran Bretagna a
concedere alla Marina Imperiale, se non la
parità navale, almeno un rapporto di for-
ze sostanzialmente più favorevole. Tale
realistica previsione ricevette infatti piena
conferma nella successiva Conferenza di
Londra del 1930, in base alla quale venne
accordata al Giappone soltanto la parità
con le due super Potenze in fatto di som-
mergibili e una proporzione di 7:10:10 nei
confronti degli incrociatori leggeri e dei
cacciatorpediniere.

le salve sparate nell'unità di tempo e ren-


dere invece la nave più duttile ed adatta
ad un maggior numero di compiti.
In conclusione tale convincimento mira-
va a dar vita ad un incrociatore multi-
ruolo con elevatissimo volume di fuoco,
avvantaggiando la Marina imperiale rispet-
to a quelle Marine dove gli incarichi di
crociera, sorveglianza, lotta al traffico,
esplorazione, puntate offensive, scorta an-
tisilurante e antiaerea venivano affidati a
differenti tipi di unità.
Su queste giuste considerazioni e intorno
alla loro pratica attuazione culminata nel
cannone da 155 mm del 1933, furono co-
Nella foto in alto, una immagine del • Mogami • alle prove alla massima velocità (col- struiti a partire dal 1931 i quattro incro-
lezione Bargoni). Qui sopra, il « Mogami • nella versione originale. Sono visibili le tre ciatori della classe Mogami, dotati di quin-
torri trinate di prua, con pezzi da 155 mm, nella loro caratteristica posizione. dici dei suddetti pezzi. L'arma era vera-
mente eccezionale per quel periodo: lun-
Se quindi le risultanze della Conferen- realizzazioni d'avanguardia anche nel cam- ga 60 calibri e pesante 14 tonnellate, spa-
za di Londra smentivano violentemente le po degli incrociatori leggeri, armati cioè rava a 28 chilometri granate di 56 kg,
fantasie delle masse nipponiche, ingenua- con un calibro inferiore al 203 mm, messi contro i 45-50 kg dei 152 mm stranieri al-
mente convinte che le clausole firmate a un po' in disparte nell'ultimo periodo. Sot- lora in uso, con l'impressionante ritmo di
Washington fossero frutto di esigenze tem- to la spinta di un brillante ufficiale del- 10 colpi al minuto. Entro sessanta secondi
poranee e superabili, esse non presero in- l'epoca, l'allora capitano di vascello Yama- quindi i Mogami avrebbero riversato sul
vece di contropiede lo Stato Maggiore della moto, il futuro famoso comandante in ca- loro bersaglio 150 granate per un peso
Marina, già da tempo orientato a suppli- po della Flotta Combinata giapponese in complessivo di 8.400 kg contro 40 granate
re all'accettata riduzione quantitativa del- guerra, tali idee vennero accettate dallo da 203 mm per 5.675 kg totali sparate
la flotta con una sua superiorità qualita- Stato Maggiore e nella stessa Conferenza dagli incrociatori « pesanti » delle classi
tiva nei confronti di quelle potenzialmen- di Londra il delegato nipponico, ammira- Nachi e Atago.
te avversarie. glio Yamanashi, si lasciò sfuggire alcune La notizia che i giapponesi avevano da
Frutto del suddetto piano di condotta fu indiscrezioni sul mutato orientamento co- poco impostato una classe di siffatti in-
l'entrata in servizio nel 1928-1929 dei quat- struttivo nel suo Paese in tema di incro- crociatori con quindici cannoni giunse ne-
tro ottimi incrociatori della classe Nachi e ciatori. gli Stati Uniti all'inizio degli « anni tren-
l'impostazione degli altri quattro incrocia- Era quello un periodo di grande svilup- ta », e ivi determinò la decisione di arma-
tori della classe Atago. po tecnico delle artiglierie e del munizio- re con un eguale numero di pezzi da 152
In tutte queste realizzazioni il disloca- namento e ciò non poteva non far riflet- mm le nuove unità autorizzate a partire
mento standard eccedeva, anche copiosa- tere in Giappone sulla convenienza di man- dal 1929 e che costituirono poi la classe
mente, le famose 10.000 tonnellate sanci- tenere sugli incrociatori cannoni del calibro Brooklyn.
te ed accettate nella Conferenza di Wash- massimo consentito dagli accordi interna- Anche in Gran Bretagna le accennate
ington, permettendo l'installazione di dieci zionali (il 203 mm) quando erano ormai confidenze dell'ammiraglio Yamanashi e la
cannoni da 203 mm in luogo degli otto- realizzabili pezzi di calibro inferiore (152- successiva impostazione dei Mogami cau-
nove pezzi di tale calibro presenti sui con- 155 mm) dotati di gittata quasi eguale e sarono l'abbandono dell'incrociatore da
temporanei o pianificati incrociatori stra- di celerilà di tiro nettamente superiore. La 5.000-7.000 tonnellate prodotto fino ad al-
nieri. differenza di peso strutturale tra i due lora in numerosi esemplari, e sollecitaro-
Non contenti di ciò i progettisti nippo- calibri poteva essere utilizzata installan- no invece la costruzione di unità di circa
nici, sempre alla fine degli « anni venti », do a bordo più armi da 152 mm, così da 10.000 tonnellate, la classe Southampton,
considerarono la possibilità di dar vita a non far decrescere il peso complessivo del- armate con dodici cannoni da 152 mm.

storia MODELLISMO 33
Nelle foto a lato: sopra, il « Stizuya - al-
l'ancora poco dopo la sua entrata in ser-
vizio. Sotto, il ' Mikuma » mostra chiara-
mente il suo originario armamento da
155 mm.

temporaneamente e sul piano del numero


e della qualità. Pertanto, con un errore di
calcolo e rinnegando i precedenti sani
principi costruttivi, fu deciso di conver-
tire i quattro Mogami da incrociatori « leg-
geri » in « pesanti », sperando di supplire
con l'elevazione del calibro al loro mode-
sto numero complessivo, nella considera-
zione del tutto astratta di impegnare in
combattimento le suddette unità anglo-ame-
ricane a distanze nettamente superiori alla
portata dei loro cannoni.
Fu così quindi che in quell'anno i Mo-
gami rientrarono in Arsenale per sostituire
con cinque torri binate da 203 mm le al-
trettante torri trinale da 155 mm, utiliz-
zate poi come armamento secondario a
bordo delle super corazzate Yamato e Mu-
sashi. Con l'occasione furono installate
nuove controcarene e venne rinforzata la

Come si potrà notare, il progetto dei


Magami agì da forza traente per la realiz- CARATTERISTICHE GENERALI
zazione di grossi incrociatori leggeri, non
ultimi i due Abruzzi italiani, che di « leg- Mogami Mikuma Suzuya Kumano
gero » mantenevano ormai solo l'armamen
to, secondo una classificazione cervelloti- Luogo di costruzione Kure Nagasaki Yokosuka Kobe
ca che prescindeva da altri e più impor- Data di impostazione 27.10.1931 24.12.1931 11.12.1933 5. 4.1934
tanti elementi costitutivi. Data del varo 14. 3.1934 31. 5.1934 20.11.1934 15.10.1936
Data di entrata in servizio 28. 7.1935 29. 8.1935 31.10.1937 31.10.1937
Nel realizzare i quattro Mogami la Ma-
Data di affondamento 25.10.1944 6. 6.1942 25.10.1944 25.11.1944
rina giapponese si ispirò al sano princi-
pio di non mutare le linee generali ed i
sistemi protettivi dei precedenti incrocia- Dislocamento standard originario: t 8.500
tori « pesanti » della classe Atago, a parte Dislocamento standard dopo la prima modifica del 1936: t 11.200
una diversa disposizione della corazzatu- 12.400
Dislocamento standard dopo la seconda modifica del 1939: t
ra, cercando invece di risparmiare peso
con l'estensivo uso di saldature elettriche Dislocamento a pieno carico dopo il 1939: t 14.800
e di leghe leggere. Dislocamento standard del Mogami dopo la trasformazione del 1943: t 12.206
Tale stratagemma finì però per causare Lunghezza al galleggiamento del Mogami e del Mikuma dopo il 1939: ni 197
un pericoloso squilibrio tra il peso dello
scafo e quello delle sovrastrutture, con Lunghezza al galleggiamento del Suzuya e del Kumano dopo il 1939: m 198
un'eccessiva incidenza di quest'ultimo, co- Lunghezza fuori tutto dopo il 1939: m 204
sicché nella tarda estate del 1936, appena
Larghezza massima originaria: m 18
un anno dopo la loro entrata in servizio,
i primi due esemplari, il Magami e il Mi- Larghezza massima dopo la prima modifica del 1936: m 19,2
kuma, furono rinviati in Arsenale per l'ir- Larghezza massima dopo la seconda modifica del 1939: m 20,2
robustimento delle strutture e l'installazio-
ne di più ampie controcarene, che eleva- Immersione corrispondente al dislocamento originario: m 5,5
rono la larghezza di m 1,20 ed il dislo- Immersione massima dopo la prima modifica del 1936: m 5,9
camento da 8.500 a 11.200 tonnellate. Immersione massima dopo la seconda modifica del 1939: m 6,1
Durante tali lavori, direttamente apporta-
ti sugli ancora non completati Suzuya e Armamento
Kumano. le quattro mitragliere da 40 mm
furono sostituite da otto mitragliere da Iniziale: 15 pezzi da 155/60; 8 da 127/50; 4 da 40 mm; 12 tubi lancia siluri da 610 mm;
25 mm e quattro da 13 mm. 2 catapulte; 3 idrovolanti.
Una volta rinforzate le strutture dello Dopo il 1936: 15 pezzi da 155/60; 8 da 127/50; 8 da 25 mm; 4 da 13 mm; 12 t.l.s.
scafo sottoposte a forti sollecitazioni du- da 610 mm; 2 catapulte; 3 idrovolanti.
rante il tiro, i quindici cannoni da 155 Dopo il 1939: 10 pezzi da 203/50; 8 da 127/50; 8 da 25 mm; 4 da 13 mm; 12 t.l.s.
mm in cinque torri trinate soddisfecero da 610 mm; 2 catapulte; 3 idrovolanti.
pienamente i tecnici preposti ai collaudi, Nel 1943: 10 pezzi da 203/50; 8 da 127/50; 20 da 25 mm; 12 t.l.s. da 610 mm;
ma ciononostante la loro vita a bordo di 2 catapulte; 3 idrovolanti.
queste unità era destinata ad essere assai
Mogami 1943: 6 pezzi da 203/50; 8 da 127/50; 30 da 25 mm; 12 t.l.s. da 610 mm;
breve. Nel 1939 infatti, ormai entrati in
servizio otto dei nove incrociatori ameri- 2 catapulte; 11 idrovolanti.
cani della classe Brooklyn e tutti gli otto Mogami 1944: 6 pezzi da 203/50; 8 da 127/50; 42 da 25 mm; 12 t.l.s. da 610 mm;
incrociatori britannici della classe South- 2 catapulte; 11 idrovolanti.
ampton, fu palese in Giappone l'impossi- Suzuya e Kumano 1944: 10 pezzi da 203/50; 8 da 127/50; 50 da 25 mm; 12 t.l.s. da
bilità di competere con tali avversar!, con- 610 mm; 1 catapulta; 2 idrovolanti.

34 storia MODELLISMO
protezione orizzontale e delle artiglierie,
elevando ancora la larghezza delle unità
di un metro e il loro dislocamento di al-
tre milledueccnto tonnellate. Di contro la
velocità scese a 34-34,7 nodi.
Esteriormente le quattro unità mantene-
vano le linee generali dello scafo proprie
dei precedenti incrociatori pesanti, diffe-
renziandosi da questi ultimi per un più
ridotto torrione, per l'adozione di un uni-
co fumaiolo dovuta alla maggiore compat-
tezza dell'apparato motore, che oltre tutto
sul Suzuya ed il Kumano era dotato di
otto anziché dieci caldaie, e per la siste- In alto, il * Kuma-
mazione delle tre torri prodiere dell'arti- no •; a sinistra, il
glieria principale. Non era infatti la torre * Mogami * dopo
centrale prodiera ad essere sopraelevata, Midway, colpito; a
come sui Nachi e gli Atago, ma la terza, destra, il * Miku-
ma ' affonda a Mid-
quella più vicina al torrione. Altra carat- way.
teristica differenza fu l'adozione e il man-
tenimento di impianti trinati per il lancio
dei famosi e micidiali siluri da 610 mm,
in luogo delle installazioni quadruple che
alla fine furono generalizzate sugli altri in-
crociatori della Marina imperiale.
L'attività operativa delle quattro unità
della classe Magami, che per il mutamen-
to del calibro principale entrarono in guer-

ra classificate come incrociatori « pesan-


ti », fu particolarmente intensa. Esse parte-
ciparono tutte alla battaglia di Midway del
giugno 1942 e in tale occasione il Mikuma
venne affondato dagli aerei americani do-
po essere stato speronato per errore dal
Mogami ed essere stato anche centrato
dall'unico documentato esemplare di ae-
Protezione reo suicida statunitense, quello pilotato dal
capitano dei marines Richard E. Fleming.
Verticale: 100 mm; Lo stesso Mogami subì gravissimi danni a
Orizzontale nel 1936: 38 mm; causa della suddetta collisione e di bom-
Orizzontale nel 1939: 60 mm; be nemiche e dovette nuovamente essere
sottoposto a lunghi lavori nell'Arsenale di
Artiglierìe nel 1936: 25 mm; Kure, dal quale l'unità uscì nell'aprile 1943
Artiglierie nel 1939: 76 mm; trasformata in incrociatore portaidrovolan-
Torrione: 100 mm; ti. Le due torri binate poppiere vennero
rimosse e al loro posto fu installato un
Subacquea: controcarene esterne e compartimcntazione interna.
ponte di volo continuo fino all'estrema
poppa, sul quale avrebbero dovuto pren-
Apparato motore dere posto undici idrovolanti. Fu anche
aumentato il numero delle mitragliere da
4 gruppi turboriduttori, 10 caldaie (8 caldaie su Suzuya e Kumano), 152.000 25 mm, il dislocamento scese a 12.206 ton-
HP, 2.800 tonn. di nafta. nellate e la velocità salì a 35 nodi. Tale
Velocità originaria: 37 nodi (36 per Suzuya e Kumano); conversione, al pari di quella simile ap-
Velocità dopo il 1936: 35,9 nodi (35 per Suzuya e Kumano); portata sulle corazzate Ise e Hyuga, si di-
Velocità dopo il 1939: 34,7 nodi (34 per Suzuya e Kumano); mostrò tuttavia inutile e mai nelle opera-
Velocità del Mogami dopo la trasformazione del 1943: 35 nodi. zioni successive il Mogami imbarcò effetti-
Autonomia: 8.500 miglia a 14 nodi. vamente più di due idrovolanti.
Colorazione: grigio scuro con ponte di coperta color legno naturale. Dopo aver partecipato alla lunga e san-
Equipaggio: 850 uomini
guinosa campagna di Guadalcanal, il Su-
zuya e il Kumano si ritrovarono nella
Dotazione aerea grande battaglia di Leyte dell'ottobre 1944
insieme al modificato Mogami, che fu af-
Idrovolanti Aichi E 13A « |ake »; 1 motore radiale a 14 cilindri da 1.060 HP; fondato nello stretto di Surigao. Anche il
velocità massima 380 km/h; lunghezza m 11,3; apertura alare m 14,5; altezza Suzuya venne colato a picco in tale occa-
sui due galleggianti m 7,4; peso a vuoto 2.642 kg; armamento 1 mitragliatrice sione e nello stesso giorno del 25 ottobre
da 7,7 mm brandeggiabile in posizione dorsale posteriore, 250 kg di bombe durante la fase tattica di fronte a Samar,
e possibilità di installare un cannoncino brandeggiabile da 20 mm sparante mentre il Kumano, danneggiato a Leyte,
verso il basso attraverso il ventre dell'aereo; equipaggio 3 uomini. fu finito dagli aerei americani nella baia
Colorazione degli aerei: verde scuro sulle superfici superiori e grigio chiaro su quelle di Dasol il 25 novembre 1944.
inferiori, nero opaca l'ogiva dell'elica.

storia MODELLISMO 35
Modellismo navale e arte
Il nostro cantiere di Vittorio Frasca

T a volta scorsa abbiamo abbandonato la ticolare, secondo cui l'abilità e l'esperienza sarà sempre difficile evitare, ma sui tempi
Aveste di appassionati « costruttori », qua- possono realizzare un'opera d'arte, quale lunghi ci si potrebbe accorgere che gli oc-
li riteniamo di essere, per trasformarci in che sia il suo campo di insistenza. chi incominciano a bruciare e a. dare fa-
« cantori » e sciogliere ammirati osanna al Ma un costruttore di modelli non si bea stidio. Il mestiere del modellista impegna
modellismo-arte. Lo abbiamo fatto perché certo di descrizioni astratte, sia pure elo- a fondo la vista ed è quindi necessario
era pur necessario precisare certi concetti giative, e desidera piuttosto porre mano lavorare sempre in condizioni di luce ot-
ed imporre l'idea, in astratto ed in par- agli arnesi ed al materiale con il quale timali, possibilmente a luce non artificiale.
creare la sua nave. Scenderemo quindi in Il « cantiere » dovrà essere impostato in
cantiere e osserveremo con occhi partico- tre parti, preferibilmente sempre ben divise
larmente pignoli la strada da percorrere ed in ordine:
per arrivare, attraverso un lavoro non da una parte gli attrezzi;
sempre facile, alla costruzione del pezzo. al centro lo spazio per i materiali ed
Presumiamo in tutto ciò di dover con- il lavoro sui particolari;
durre, per questa strada, persone ai primi
passi in questo mondo che sarà, per costo- da un'altra parte lo scafo, il luogo, cioè
ro, tutto da scoprire; ma anche per i più ove il modello viene, a mano a mano, rea-
avanti, per quelli che già hanno nel loro lizzato nella sua interezza.
curriculum una Santa Maria, un Bounty, o Se il « cantiere » potrà essere mantenu-
una Viclory, ci saranno certo note positive to, anche in un qualsiasi angolo della casa,
da recepire: è almeno questo l'augurio che senza dover ogni volta montarlo e smon-
ci facciamo e che vi facciamo. tarlo, ne risulterà molto tempo guadagna-
to, ma, soprattutto, una continuità di ap-
L'angolo di lavoro plicazione che porterà sempre ottimi ri-
sultati.
Dove e come preparare il nostro can-
tiere? Gli attrezzi
E' una scelta lasciata in gran parte alle
possibilità di ognuno: abbiamo avuto mo- Osservando il complesso degli attrezzi ci
do di visitare nei nostri incontri ogni tipo accorgeremo che alcuni sono strumenti
di « laboratorio »; anche quelli esclusivi, particolari, creati proprio per il modelli-
ricchi di macchine sofisticate ed organizza- smo ed altri, invece, son quelli di uso
ti con vere e proprie catene di montaggio comune: vogliamo subito precisare che, in
attraverso le quali far passare il pezzo per molte circostanze, l'attrezzo particolare è
portarlo alla realizzazione; attrezzature più veramente indispensabile, fa risparmiare
o meno costose, biblioteche a disposizione, tempo e riuscire meglio « il pezzo », ma
disegni di costruzione provenienti da varie nel procedere alla costruzione lo faremo
parti del mondo e, soprattutto, tempo li- osservare di volta in volta.
bero. Cominceremo col mettere insieme gli ar-
Ma, per lo più, il costruttore di modelli nesi che si presentano come indispensa-
sfoga il suo « furore costruttivo » nei rita- bili, quindi procederemo riservandoci di
gli di tempo e di spazio, lucrando i primi arricchire la nostra dotazione durante la
al riposo, magari dopo estenuanti giornate costruzione.
di lavoro, ed i secondi, se sposato alla Ecco un primo elenco:
moglie « tiranna », che vede come il fumo martello di piccole dimensioni;
agli occhi quel segare, raspare, martellare, seghetto ad arco con lama cambia-
quell'incollare e verniciare sul tavolo della bile;
cucina, magari proprio al momento della raspa da legno di media grandezza;
cena, o sul tavolo « buono » della stanza lima da ferro di media grandezza;
da pranzo. pialletto;
Non diremo qui chi è più meritevole di pinze;
successo: la passione del modellismo non tenaglia a tronchese;
ha confini e non è classista. scalpelli da legno (un paio di media
Una raccomandazione, comunque, voglia- e piccola taglia);
mo farla a tutti: nel preparare il « cantie- tagliabalsa;
re » tengano conto della incidenza di lu- piccola morsa da banco;
ce: è molto importante. Lo è in assoluto, cacciavite medio;
ma lo è soprattutto per chi si mette in trapano per piccole punte (anche a
testa di realizzare un modello in scala con mano);
Sopra: modello di una nave da trasporto la tirannia dei particolari, anzi dei piccoli seghetto da traforo;
del 1600, armata: il disegno è stato rica- particolari, da comporre.
vato da incisioni e quadri dell'epoca. Per morsette da legno.
La posizione della luce può giocare brut-
dare un effetto più realistico al modello, ti scherzi: ci si mette al tavolo da lavoro Gli arnesi di cui innanzi sono sufficienti
il legno utilizzato è stato artatamente in- e si comincia ad impostare lo scafo, e fin
vecchiato. L'altra fotografia mostra un e, magari, anche superflui, ma, sicuramen-
particolare dello stesso modello. La co- qui poco male: può capitare di martellarsi te dipenderà dalle possibilità del modelli-
struzione è dell'autore; il modello si tro- un dito anziché conficcare un chiodino nel sta e dalle sue capacità il renderli tali.
va negli Stati Uniti. fasciame; piccoli inconvenienti questi che Trapani elettrici di piccole dimensioni, se-

36 storia MODELLISMO
ghetti elettrici a sistema vibrante, coltelli
e scalpelli speciali potranno rappresentare
il miglioramento attrezzistico che ognuno
Dal Diario di bordo della M.S. Victory.
potrà scoprire da solo, procedendo sempre
più autonomamente per la sua strada. a& aw&
I materiali
II materiale da usare per le costruzioni
di modelli navali è in vendita nei negozi
specializzati, ma ciascuno può ricavarlo, a
seconda delle necessità, da tavole di com-
pensato o legno già in suo possesso o ricor-
rendo a comuni falegnami: è ovvio che
tutto ciò comporterà dispersione di tem-
po e, magari, poca precisione nei dettagli.
Nei negozi specializzati potranno essere
reperiti tutti i vari tipi di materiale ne-
cessari alle costruzioni: saranno poi le espe-
rienze di ciascuno a produrre le scelte
più opportune.
Per realizzare il modello occorrerà an-
che il... modello cui ispirarsi ed anzi, sic-
come la costruzione di una nave, sia pure
in scala, appartiene all'ingegneria marina-
ra, occorrerà un piano costruttivo: la pri-
ÌJbvclI
ma cosa da fare, quindi, dopo aver prepa-
rato il cantiere con i suoi attrezzi, sarà
quella di munirsi di un piano di costru-
zione e di studiarlo un pochino; avendo a
tutto il mondo del modellismo
disposizione un po' di spazio, sarebbe
opportuno distendere il foglio, o i vari
fogli, del piano e tenerlo sempre bene in
vista. distribuito dalla ITALOTRADE SpA
A questo punto dovremo approvvigionar-
ci del materiale e lo faremo tenendo an-
che presente il tipo di nave che vogliamo
realizzare: un modello tirato al lucido,
perfetto anche nelle rifiniture o un model-
lo da arredamento da disastrare ed in-
vecchiare?
E' ovvio, inoltre, che a seconda dei pezzi
da preparare potrà essere necessaria una
diversa qualità di legname; i listelli di
tiglio sono ottimi per il fasciame da verni-
ciare, mentre quelli di mogano o noce rap-
presentano il meglio per quelli da lucidare;
tuttavia, mentre il mogano è difficile da
lavorare ed è facile a scheggiare ed a spac-
carsi, il tiglio è compatto, ma tenero, ed
assorbe bene chiodi e viti. Per particolari
lavori da scolpire, come polene di vecchie
navi e fregi è invece consigliabile il bosso
che, seppure durissimo, è però facile da
intagliare ed assorbe bene i traumi degli
arnesi.
Per alcuni particolari può essere usata
la bolsa, un legno leggerissimo e spugnoso
da trattare solo con colla e che difficil-
mente riesce a trattenere chiodi e viti.
In alcune costruzioni possono essere usa-
ti taluni metalli: rame, ferro, ottone (un ri-
facimento della famosa Victory di Nelson
aveva tutto lo scafo immerso ricoperto di
rettangoli di rame che oggi sono molto
ben riprodotti in scala e venduti in ogni
negozio specializzato); il metallo è anche
adoperato per particolari microfunzionanti
(chiusure, cerniere, anelli, lande, passaca-
vi, catene).
Abbiamo cercato di dare uno sguardo ge-
nerale al nostro cantiere <- speriamo di
averlo sufficientemente osservato. Dal pros-
simo numero inizieremo la costruzione di
un modello statico di nave a vela.

storia MODELLISMO 37
Svolgimento di ona simulazione-I di Mario Andreani

Il/furio Andreani è un appassionato cultore di giuochi di guerra (o « wargames »: leggere te riunendo più appassionati insieme ed
in proposito la divertente lettera sull'argomento pubblicata sul numero K2}. Poiché affittando un capace garage o un vecchio
molti lettori si sono dimostrati interessati alle sue teorie, l'abbiamo pregato di volercele magazzino, dove poter distendere una lar-
illustrare: cosa che egli fa. puntualmente, con un articolo diviso in due parti — la seconda ga tavola di legno lunga quanto basta a
sarà pubblicata sul prossimo numero. E' bene precisare che Andreani non si propone né riporre in scatole o su mensole il materia-
di innovare né di criticare altri « wargames », o le regole seguite da altri giuocatori; piut- le occorrente.
tosto vuole comunicare le sue esperienze e quelle regole semplici, efficaci, sbrigative, che
da lali esperienze sono nate, dando vita ad un « wargame » di tipo particolare. Se altri Quello che adopero io è un piano in le-
appassionati ritengono di poter intervenire con suggerimenti, o esponendoci le « loro » gno truciolato pressato dallo spessore di
regole. Storia Modellismo sarò ben lieta di ospitarli. dieci centimetri, lungo sei metri e largo
uno e sessanta, appoggiato sopra sei caval-
ietti. Con un barattolo di vernice color
Parte I Come si dispone il « campo » azzurro brillante ho dipinto tutta la super-
fice, che rappresenta l'elemento acqua, e
IVTcIle mie precedenti note che sono sta- E' ovvio che per giocare è necessario successivamente ho disteso sopra della sab-
te divulgate attraverso questa rivista procurarsi nei negozi di modellismo quel bia passata attraverso un fine setaccio e
sotto il titolo « Wargame divertente » (ve- materiale che, per una battaglia ambienta- sopra quella, a larghe macchie, ho sparso
di Storia Modellismo, « Confronto con i ta, poniamo, verso la fine della II Guerra terra gialla e terra marrone, dove i cingoli
lettori», n. AIO), ho scritto di come è pos- Mondiale, o per quelle più recenti com- dei carri lasciano le loro tracce (facilmen-
sibile divertirsi in modo semplice e lecito battute nel Medio Oriente, viene ad assu- te cancellabili con un'altra setacciata) e pol-
per rendere avvincenti, dopo il doveroso mere oggi un certo onere economico per- vere verde finissima, in varie tonalità, che
lavoro, le giornate monotone di fine setti- ché i pezzi in campo devono essere di una mi significa i prati, oltre agli alberi che
mana, specialmente quelle invernali, ser- certa entità numerica se si vuoi avere una possono essere pini o palme a seconda
vendoci della nostra immaginazione nel scena particolarmente suggestiva e aderen- dei casi.
predisporre un gioco appassionante, come te il più possibile alla realtà. E qui mi Per le ambientazioni invernali ho usato
quello delle guerre in miniatura e diverso riferisco ai modellini in scala HO. del polistirolo espanso levigato con carta
dal solito: qualcosa che impegna intellet- Conoscendo la paziente tenacia degli ap- vetrata e per simulare la neve polvere di
tivamente l'appassionato, soddisfacendolo passionati di modellismo faccio a meno di gesso; lo stesso polistirolo ricoperto di
sul piano visivo e psicologico, e permet- incoraggiare chi vuole cimentarsi in giochi cera da modellare dopo essere stato sago-
tendogli di impostare un trasferimento spa- di guerra, perché lavorando poco alla vol- mato è comodissimo per realizzare collinet-
zio-temporale di situazioni storiche avvenu- ta, ma con determinazione potrà — perche te facilmente spostabili.
te realmente o da ipotizzare, nelle quali egli lo vorrà — procurarsi un'esercito in scala Avere sotto questo strato di terriccio
stesso, immedesimandosi, finisce per essere in breve tempo. (sono di grande effetto ottico i crateri pro-
coinvolto. Il problema vero e proprio è un altro, dotti da un presunto precedente bombarda-
Vedrò brevemente di tradurre la dina- quello dello spazio disponibile per avere mento aereo) l'azzurro di cui si è parlato
mica di questo particolare passatempo nel un piano su cui appoggiare i pezzi che presenta il vantaggio di ricavare con una
modo più esplicito possibile, anche se mi serviranno per la battaglia. semplice spazzolata (data con una pennel-
rendo perfettamente conto che non mi è Forse si potrebbe ovviare all'inconvenien- lessa asciutta) fossi o laghetti oppure ca-
facile, per una certa improprietà di linguag-
gio tecnico che mi ritrovo, avendone si
molto discusso, ma non essendomi mai ci-
mentato ncll'csporlo per iscritto.
Desidero i n f a t t i descrivere almeno in par-
te la normativa di un gioco che ho esperi-
mentato da tempo, coordinando le varie
regole, sia andando avanti gradualmente
nel discorso pur condensando opportuna-
mente tre versioni diverse del medesimo
gioco (ed evitando volutamente di esami-
nare, per ora, nei dettagli ogni specifico
caso che si presenta nel corso del combat-
timento, per il semplice motivo che occor-
rerebbe stendere dei grafici e delle tavole
illustrative in modo di rendere più appari-
scente il concetto, ma ciò non è possibile
nel contesto di un articolo). E già molto se
mi riuscirà di portare il lettore a visualiz-
zare a distanza e in modo generico un
qualsiasi episodio bellico trasferito sul ta-
volo da gioco.
Partirò dal presupposto che chi legge
non abbia mai avuto l'opportunità di fare
una « giocata bellica ». ma che voglia però
conoscere l'esperienza fatta da altri e pro-
curarsi così gratuitamente una certa base-
di partenza, da manipolare poi a piaci-
mento personalizzando il proprio gioco.

38 storia MODELLISMO
pali navigabili, che in un batter d'occhio che dai rilievi non troppo accentuati, con Il gioco: la preparazione
possono essere all'occorrenza modificati anfratti rocciosi, depressioni del terreno,
istantaneamente nel loro tracciato. cespugli e palmizi di piccole oasi: un ter- Siamo quasi pronti per iniziare il gioco.
ritorio dove il movimento dei mezzi coraz- Disponiamo di quattro « gruppi corazzati »
zati trova la sua più alta espressione, per appoggiati dai relativi mezzi navali ed ae-
L'ambientazione la possibilità di evoluire in piena libertà rei, tutti anonimi, dipinti in quattro diversi
d'azione. colori, predisposti quindi per quattro gio-
I cespugli di lichene, che si acquistano Avendo deciso in precedenza quale tipo catori affinchè ognuno possa seguire visual-
confezionati in sacchetti, renderanno molto di battaglia effettuare si disporranno di co- mente i progressi ottenuti dal proprio grup-
credibile la vegetazione sia fluviale che mune accordo i pezzi (fuori tiro massimo) po; ferme restando le alleanze tirate a sor-
campestre. E' utilissima questa possibilità sul plastico preparato a tale scopo e, pri- te in precedenza. Avremo così due gruppi
di modificare rapidamente il plastico, che ma di dare avvìo alle operazioni mediante alleati contro altri due alleati. Se i gioca-
non deve mai essere fisso come quello sul le gettate dei dadi, si studieranno le even- tori sono due è ovvio che avremo ugual-
quale corrono treni elettrici, per via del tuali mosse da prendersi in considerazione mente due gruppi contro altri due grup-
« teatro delle operazioni » che variano se- qualora le condizioni favorevoli lo permet- pi, ma unificati; invece nel caso di sei gio-
condo che si voglia fare una battaglia in teranno e anche le dovute contromisure a catori avremo una ripartizione di compiti:
pianura con cascinali sparsi e un fiume, op- breve o lunga scadenza, salvo imprevisti. si formeranno due grosse parti avverse una
pure fingere lo sbarco su un isolotto, o an- Per mantenere una certa linea di condot- all'altra e i giocatori, tre per ogni parte,
cora uno scontro in campo aperto in zona ta accennerò a tre tipi di battaglie già avranno: il primo, la conduzione dell'avia-
zione (caccia-bombardieri, elicotteri, e pa-
racadutisti); il secondo, quella dei mezzi
4J
anfibi e da sbarco della marina; il terzo
i mezzi terrestri, i guastatori e le fanterie.
Necessitando di campi minati in determi-
nate aree questi saranno identificabili da
una colorazione rossiccia del terreno.
Ammetto che è bello avere dei modelli-
ni di fogge diverse che ricordano, con le
loro decalcomanie appropriate e la ledelc
tinteggiatura, i tipi autentici che sono stati
i reali protagonisti di vere battaglie; qual-
cuno forse si scandalizzerà, ma per varie
questioni di estrema comodità io preferisco
lasciare le cose come stanno. Più che
guardare al lato estetico con rigoroso veri-
smo, qui si tratta di svolgere un gioco per
divertirsi; se però sussistono l'una e l ' a l -
tra cosa è decisamente ancora meglio.
Per evitare di confondere le idee al let-
tore che ancora non conosce la materia
parlerò del gioco praticato da sole due
persone prendendo complessivamente in
esame, anche se molto superficialmente le
battaglie:
classica:
ad obiettivo;
o in parte quella a distruzione,
ambientandole in un territorio di tipo
Nella pagina accanto, i Itavolo base impiegato per i suoi « wargames » dall'autore del- misto.
l'articolo. E' ricoperto da sabbia finemente setacciata, sopra una mano di vernice az- Ognuna delle due parti dispone dei se-
zurra: in questa maniera, scostando la sabbia, si ottengono corsi d'acqua, laghi, coste
marine eccetera. Qui sopra l'autore (con il figlio Corrado) mostra la tavola aggiunta guenti pezzi:
per aumentare l'ampiezza del campo di battaglia. « Preferisco •, ha scritto l'autore, aerei;
• una geomorfologia semplice e il più possibile snellita di ingombri ». elicotteri;
carri armati (pesanti, medi, leggeri):
desertica o per simulare un'operazione di stabilite con successo. Una è quella clas- autoblinde;
rastrellamento presso un villaggio colli- sica dell'attacco-difesa che si esaurisce artiglierie con cingolette armate per il
nare. quando una delle due parti è giunta alla traino (da campagna, controcarro);
L'esperienza da me fatta in proposito estrema inferiorità aerea anche se riman- obici semoventi;
suggerisce di elaborare una geomorfologia gono molti pezzi terrestri in campo; un'al- semicingolati trasporto truppe:
semplice e il più possibile snellita di in- tra ad obbiettivo fisso per entrambe le autocarri trasporto truppe e materiali
gombri: meno roba c'è e meglio è in quan- parti. Vince chi, combattendo abbatte tutti vari;
to troppi ostacoli naturali e artificiali fini- gli ostacoli previsti e lo raggiunge per pri- mezzi a n f i b i ;
scono con il frenare lo slancio di un at- mo causando l'armistizio a proprio favore; mezzi da sbarco:
tacco o comunque di uno scontro armato quella a distruzione totale dei mezzi e de- paracadutisti;
e perdere così in gran parte il mordente gli individui (se non interviene in tempo guastatori:
che deve rimanere sempre vivo anche a la resa incondizionata), viene giocata sen- fanti.
discapito della bellezza dello scenario in cui za la partecipazione delle forze aeree. Tra- Le due parti avverse si trovano all'estre-
si opera che diviene così più scarno ma lasceremo di descrivere quella politico-mi- mità di una « terra di nessuno » e potre-
certamente più funzionale. E' il contrario litare da giocare in tre persone. mo vederle come a Nord e a Sud; a Ovest
dei diorami in cui il particolare più insi- Per stabilire lo spazio di territorio per- avremo una fascia di mare che corre per
gnificante all'apparenza ha un risvolto sce- corribile in una mossa e la traiettoria dei t u t t a la lunghezza del tavolo mentre a
nico straordinario. colpi sparati sui bersagli fissi o mobili di- Est avremo l'entroterra.
Ideali sotto tutti i punti di vista riman- spongo di sei asticelle di misurazione di
gono per me le battaglie in zone deserti- diversa lunghezza. II - continua) •

storia MODELLISMO 39
Confronto con i Lettori
GLI AVVERSARI DI NAPOLEONE 3. 11 rilievo, caro Spartaco, mi sembra Delle volte, specialmente per quanto ri-
un po' ingiusto; la verità è che molte vol- guarda i carri, non appaiono le tavole
Cono un ragazzo eli 15 anni, mi dedico te un argomento richiede, per il suo inte- a colori.
^ al modellismo da tre anni per il momen- resse specifico e la quantità dei temi da Nel numero Ali (mai puntuale in edi-
to costruisco solo aerei ma penso die trattare, più spazio di altri, ma su ogni cola, come gli altri numeri) è stato com-
presto mi dedicherò anche ai carri. numero si parla di aerei, veicoli militari e messo un errore sui grufici del Chi-Uà (pag.
In questa lettera vorrei proporvi alcuni civili, e soldati. D'altra parte seguiamo an- 5) in quanto la torretta nella vista poste-
quesiti o se preferite suggerimenti: che le richieste dei lettori e le indicazioni riore appare più spostata sulla sinistra, ri-
I) Perché non fate una serie periadica che provengono dal mercato; per esempio, spetto alla vista dall'alto... errare humanum
di articoli in cui spiegale come lavorare ci sono sintomi di una ripresa notevole del est...
modellismo navale. Ecco dunque che in
proporzione ricominciamo a dedicare più David Pierlorenzi
Al NUMEROSI LETTORI spazio alle navi; così pure è in auge l'au- Via Antonio Tempesta. 170
tomodellismo, come vedi dagli articoli del- 00176 Roma
che ci mandano in visione fotogra-
fie dei loro modelli diamo due sug- l'ottimo Alfonzetti.
gerimenti: 1) di inviarceli possi- 4. Penso che uno o due articoli su que- Grazie dei complimenti, e per il resto
bilmente nel formato 13 x 18; 2) di sto argomento li potremmo fare senz'altro; lei ha perfettamente ragione. Le tavole a
riportare dietro ogni foto: soggetto colori dei carri non le pubblichiamo per
rappresentato e scala; nome e co- interpelleremo i collaboratori responsabili
gnome dell'autore; data. del settore. il motivo abbastanza semplice che in ge-
Ciò semplificherà il lavoro della nere le varianti conosciute (intendiamo va-
5. L'amministrazione dice: i soldi li ac-
redazione. rianti di tinteggiatura) sono abbastanza ri-
cettiamo in qualsiasi maniera: conto cor-
dotte e le scatole contenenti i modelli le
rente, vaglia, assegno e così via. Basta che
illustrano esaurientemente. Ciò non avvie-
la plastica (e altri materiali) per facilitare arrivino... ne ovviamente per gli aeroplani. Nel pros-
chi si cimenta in trasformazioni o auto- simo futuro è prevista però qualche tavo-
struzioni? la a colori di carri; pensiamo di sceglie-
I CARRI SONO ROVESCIATI
2) Vi chiedo di dare, se possibile, più re, nei limiti del possibile, delle foto, anche
spazio alla rubrica « Modelli sulla bilan- Tifi complimento per la splendida rivista per non ripetere lo stesso lavoro (d'altron-
cia » che io ritengo molto interessante. :!i modellismo, anche se penso che la de ottimo) che sta facendo la Storia dei
51 Perché non dividete la rivista per rubrica « Modelli sulla bilancia » debba Corazzati dei Fratelli Fabbri Editori. Per
argomenti in modo che tutti i mesi pos- comparire più spesso. quanto riguarda i grafici del carro Chi-Ha,
siate accontentare tutti, invece di fare un
mese dedicato quasi solo ai mezzi e l'al-
tro solo agli aerei?
41 Perché non /ale. di tanto in tanto,
dei lunghi articoli sulle battaglie Napoìeo-
I VOSTRI MODELLI
niche. non basati sulla battaglia in sé, ma
sulle divise, in particolar modo quelle de-
gli avversar! di Napoleone?
Per ultima cosa voglio chiedervi se per
ricevere i numeri arretrati basta mandare
i soldi per mezzo del c.c.p. da voi citato.
Spartaco Albertarelli
Via Celio, 2
20148 Milano

Risponde il Direttore
Ai tuoi numerosi e interessanti quesiti
cerco di rispondere in maniera definitiva,
seppure sinteticamente. poiché vedo che cominciate a pubblicare articoli sui soldatini moderni, vi mando
1. La serie periodica di articoli su co- alcune fotografie di pezzi che io preparo con molta pazienza, utilizzando con-
fezioni Airfix. Ho cominciato a dipingere soldatini da quattro soldi... comprali per
me lavorare la plastica era stata già pro- 100 lire a busta nei negozi di casalinghi, con ottimi risultali... Adesso vorrei passare
grammata da tempo e come vedi su que- a soldati più impegnativi.
sto numero appare la prima puntata. Ag- I. Della Rossa
giungerò che nei prossimi numeri parleremo Via liresadola, 26
anche della lavorazione del cartone, mate- 00171 Roma
riale assai- interessante per i modellisti, e
in genere, ma a torto, trascurato. Ci spiace di dover pubblicare la foto in bianco e nero, perché così si perde
2. Negli ultimi numeri la rubrica Mo- l'effetto dei colori, ed in particolare del paracadutista inglese, terzo da sinistra, con
delli sulla bilancia ha avuto molto spazio basco rosso e tuta mimetica. Gli altri pezzi raffigurano, sempre da sinistra: un
ufficiale di fanteria russo (II guerra mondiale); un fante australiano (pure 11 g.m.);
a disposizione. Vedremo per il futuro di il paracadutista inglese che è un ufficiale; ed un soldato, pure paracadutista, inglese,
completarla con una serie di analoghe in- con elmo e frasche sullo stesso. Ci sembra che la strada scelta, quella di comin-
formazioni su una gamma più vasta di mo- ciare a dipingere pezzi da pochi soldi per poi passare a lavori più impegnativi,
delli, che comprenda veicoli m i l i t a r i , can- una volta « fattisi le ossa ». sia quella giusta.
noni, navi, auto, moto e aerei.

storia MODELLISMO 41
Spero vivamente che soddisferete questa fronto con i lettori», n. A9). circa l'esi-
richiesta, che sicuramente interessa un no- stenza a Napoli di un Club di wargame;
tevole numero di persone. ebbene a Napoli esiste un tale generi; di
Giovanni Padovani Associazione già dal febbraio eli quest'an-
Via Cejalonia, 4 no e noi avevamo segnalata questa inizia-
37100 Verona tiva alle maggiori riviste di modellismo ita-
liane fra cui la vostra.
Il nostro gruppo che prende il nome di
Risponde il Direttore Gruppo Studio Wargame è ospitato nei lo-
Quanto scritto dal nostro collaboratore cali del palazzo reale di Napoli dall'Asso-
Norberto Tibaldi (da non confondere con ciazione Nazionale Marinai d'Italia che ha
te fotografie di questa pagina riguardano messo a nostra disposizione dei -locali am-
modelli esposti a Bari per concorrere alla Lorenzo Tibaldi, che non è suo parente,
pi ed indipendenti, hru le varie attività
III Coppa Carenza organizzata lo scorso e che si occupa prevalentemente di model-
anno dal Club Modellistico Bari. Qui so- lismo aereo) non voleva essere preclusivo che attualmente sono in fuse di realizzazio-
pra: il vascello * Victory », in legno, di nei riguardi dei pur legittimi desideri del ne spicca la nostra prossima partecipazione
Giuseppe Paparella: a destra, un Fiat G91R, ad un torneo di wargame nazionale I non
giovane lettore Padovani. In effetti Tibaldi
Airfix 1 : 72, di Mauro Sciancalepore. intendeva soltanto spiegare per quale mo- boardgame!) di cui almeno un incontro di
qualificazione si terrà a Napoli. Questo
tivo avesse scelto una specialità minore;
sul n. A l i (pag. 5), non è che la torretta torneo organizzato dalle maggiori Associa-
posso anche aggiungere che i modellisti più
nella vista posteriore sia più spostata sul- zioni di warganie nazionali è curato dall'ot-
evoluti hanno spesso questi scrupoli e si
la sinistra: è che i due disegni — vista pongono, penso giustamente, il problema timo Maurilio Tamaio credo di comune
frontale e posteriore — sono stati « rove- conoscenza.
dell'argomento da affrontare: meglio qual-
sciati » durante il montaggio, cioè il lato Il nostro Club inoltre è federato con il
cosa di poco importante, ma praticamen-
destro è diventato il sinistro e viceversa. Gruppo Studio Wargame di Roma, facente
te sconosciuto, o contribuire a divulgare
Si metta col disegno dinanzi ad uno spec- capo a Luca Onesti L.go M. Unia. 9
temi già notissimi? Ritengo che entrambe
chio e vedrà che la torretta torna al suo - Roma - tei. 782.31.Sé ed aderisce alla
le vie siano da seguire; infatti, da un lato
posto. Questi errori di montaggio, dovuti lega italiana wargame.
i nostri lettori desiderano conoscere argo-
al fatto che l'ultima fase della preparazio- Per qualunque informazione a Napoli ci
menti mai trattati prima, come testimonia-
ne della rivista non è compiuta presso la può rivolgere a Mario Bosco, via Tribuna-
no centinaia di lettere che ci pervengono
redazione, saranno totalmente eliminati gra- li. 276 - tei. 330.559, che si pregia di scri-
in redazione; dall'altro i giovani modelli-
zie ad un nuovo sistema di controllo re- verVi.
sti, giovani vuoi per l'età, vuoi perché si
centemente introdotto. Infine, per quanto Nella speranza che indirizziate diretta-
sono accostati più tardi al modellismo,
riguarda la puntualità, Storia Modellismo mente alle persone indicate chiunque voglia
vorrebbero ricominciare dal principio. Cer-
dovrebbe riacquistarla — e regolare — en- interessarsi di wargame, almeno a Napoli,
cheremo comunque dì comportarci così: ac-
tro marzo. Pensi che il numero di gennaio colgo l'occasione per porgere distinti saluti.
contentare sia gli uni che gli altri, e pro-
era già pronto prima di Natale, ma un ri- metto personalmente al simpatico Giovanni Il Presidente
tardo nella confezione (uno dei punti di Padovani che gli farò preparare un arti- del G.S.W. Napoli
cui le parlavo prima) lo ha tenuto fermo colo molto divulgativo sulle divise mime-
per quasi un mese. Fortunatamente pare che tiche delle forze armate tedesche che lo
tutto ciò non debba più ripetersi. interessano. Pubblichiamo la lettera del Gruppo Stu-
dio Wargame di Napoli augurandoci che:
WARGAME CLUB: — il lettore Gianfranco Esposito abbia
VUOLE I TEDESCHI già preso contatto col club;
A NAPOLI GIÀ' C'È'
T\esidero complimentarmi per l'eccellente — che ci venga fatto sapere qualcosa
"livello qualitativo raggiunto dalla rivi- Sfogliando la vostra ottima rivista ho let- di più sullo svolgimento del torneo di war-
sta, che seguo sin dal primo numero, e *•* to la richiesta del Sig. Gianfranco Espo- game, che ormai dovrebbe essere in fase
che apprezzo notevolmente. sito di S. Giorgio a Cremano (Nat (« Con- realizzativa.
Vi scrivo per questo: voi sottolineate
l'inutilità di pubblicare studi sui soldati
della Wehrmacht o delle Waffen SS (mi
riferisco all'articolo sui Tedeschi « della
Costa ». n. Ad).
Tuttavia, a molte persone non dispiace-
rebbero servìzi sulle divise mimetiche della
Wehrmacht, delle Waffen SS o dei Para-
cadutisti, giacché esse sono sempre dei
« nei », anche per me, che, sebbene abbia
solo 13 anni, ho una notevole conoscenza
e documentazione sull'unilormologia e sul-
le tecniche mimetiche telesche.

Al LETTORI DI STORIA MODELLISMO Alcune serate verranno dedicate ad incontri tra Associazioni
e singoli sul « Wargame ». al quale verrà dato, nella mostra, par-
ticolare risalto.
11 Gruppo Modellismo Battaglie in Scala, comunica che nella Questi incontri avranno lo scopo di rafforzare la collaborazione
prima quindicina di Settembre 1978, si terrà a Faenza (Ravenna), avviata nel giugno scorso con la nascita della Lega Italiana per
presso la sede Sociale della Soc. Mutuo Soccorso Cultura e Sport il Wargame, a Firenze.
« I FIORI », la « 4" Mostra di Modellismo e Wargame - 3a Coppa Un particolare invito è quindi rivolto alle Associazioni affin-
Furio Scagliola ». chè, sin da ora, si mettano in contatto con noi al fine di facilitarci
La Mostra comprenderà un concorso per modelli statici Aereo- la definizione degli incontri e la disponibilità ad essere presenti con
Navali e Terrestri, nonché Diorami e Soldatini, riservato ai gio- materiale da esposizione.
vani fino ai 16 anni di età; verranno altresì premiate le Associa- Provvederemo naturalmente a spedire, a breve scadenza, un
zioni con maggiori (e qualificate) presenze, un premio « Ospitali- depliant illustrativo di tutti i particolari.
tà» verrà dato ai concorrenti provenienti da località particolar- Inviare la corrispondenza a: Aldo Ghetti via Chiarini 19.
mente distanti. 48018 Faenza ( R A ) .

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