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STORIA

RIVISTA MENSILE DI
MODELLISMO L 1.200
AEREI
MEZZI MILITARI
NAVI
UNIFORMI MILITARI
AUTO FAMOSE
STORIA DI BATTAGLIE
GIOCHI DI GUERRA
GIOCHI DIDATTICI
DIORAMI

ANNO II N. 7-8
LUGLIO-AGOSTO 1978

Tutto sullo "Skyhawk" foto, profili, modelli a


colori - II semovente M7 "Priest" - La prima lì
artiglieria a cavallo - Costruiamo un vascello
di legno: il Bounty - Ritroviamo il De Havilland
D.H. 88 - II museo storico dell'Alfa Romeo
STORIA
MODELLISMO
DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE - REDA- LUGLIO-AGOSTO 1978
ZIONE - PUBBLICITÀ'
ANNO II - N. 7-8
sommano
Storia MODELLISMO pag.
Via Vogherà, 54/c - 00182 ROMA
TH. 75.04.78 3 Un bel modello italiano: I'M7 di E. Campo
5 Brevi note sul semovente M7 di E. Campo
PREZZI: una copia Ut. 1.200 • Arretrali 11 dop-
pio. Abbonamenti:
6 Una modifica dello Sd.Kfz.251/8 di L. Chisté
Annuo Italia Ut. 12.000 7 D.H.88: Un collezionista di primati di A. Silvestri
Annuo Estero Ut. 18.000 10 Descrizione del modello di L. Valerio
11 A-4 « Skyhawk » di G. Bignozzi
I versamenti vanno effettuali sul c.c.p. n. 12158002
16 Costruiamo insieme lo « Skyhawk »
Intestato a: I : 32 dell'Hasegawa di L. Mastrangelo
Storia MODELLISMO, Via Vogherà, n. 54/c
00182 R O M A 19 Modelli sulla bilancia di L. Mastrangelo

DIRETTORE RESPONSABILE 21 Costruiamo la H.M.S. « Bounty » - di V. Frasca


II parte
Ce«nre FALESSI
24 Due nuovi modelli di Auto Replicas
COMITATO DI REDAZIONE:
25 Idea per una elaborazione di V. Alfonzetti
Federico Della Valle, Antonio D'Ottavi, Lamber-
to Tarsi, Franco Valle. 26 II Museo storico Alfa Romeo di V. Alfonzetti
27 Michele Conti, il mago dei modelli
HANNO COLLABORATO:
29 Gli automodelli ICIS (1959-1960)
Valerio AlFoii/etti, Nino Arena, Mario Barteletti,
30 Qualche idea per autocostruire un au-
Bruno Benvenuti, Giorgio Bignozzi, Massimo
Brandani, Enrico Campo, Mauri/io Camponeschi, tomodello in piccola scala di V. Alfonzetti
Giorgio Cantelli, Mario Gemelli, Piero Crociani,
Carlo D'Agostino, Massimo Di Giorgio, Valerio 23 Diorama: la ritirata degli alpini in Rus- di C. D'Agostino
D'Oriu, Vittorio Frasca, Franco Gay, Remigio sia - IN e ultima parte
Gennari, Sergio Gihello, Fabrizio Jannetti, Aldo 31 Granatieri antichi e fanti moderni diT. Wise
Marchctti. Enrico Marchctti, Edoardo Massucci,
Lino Mastrangcio, Michael Perrotla. Sergio San- 33 L'Aeronautica Militare Italiana in So-
nipoli, Alberto Santoni, Mauri/io Tarducci, Mau- malia dal 1950 al 1960 di A. Gasperini
ro Tomasso, Luca Valerio, Anna Vaschette, Te-
rence Wise, Dino Todaro. 35 La prima artiglieria a cavallo di P. Crociani
disegni
PUBBLICITÀ' di M. Brandani
Curata direttamente dalla direzione e dall'am- 37 Leggiamo insieme... di L. ribaldi
ministrazione della rivista.

© OR1ON 7 , i l l i r i c e s.r.l. 39 Confronto con i lettori


Vln Vogherà, 54/c 39 I vostri modelli
50182 ROMA 43 Negozi raccomandati

Proprietà OR1ON Ed. s.r.l.


In copertina: Due immagini dedicate allo « Skyhawk », di cui
Pubblicazione mensile Cuna, quella in alto, rappresenta un modello pre-
Autorizz. Trih. di Roma n. 16623 del 22-12-1976. parato dall'esperto Lino Mastrangelo (nell'interno
un lungo articolo e la rubrica modelli sulla bilan-
DISTRIBUZIONE: cia); l'altra rappresenta un A-4E sul ponte della
PADRINI & C., s.T.l. portaerei « Forrestal » in navigazione nel Mediter-
P.ua Indipendenza, 11/B - Roma raneo, alcuni anni fa.
Via Termopili. 6-8 - Milano

Associato nll'USPI
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Periodici Italiana
Storia MODELLISMO 00100 ROMA. Tutti i diritti di riproduzione con qualsiasi mezzo
Stampato in Offset presso tecnico sono riservati. Le opinioni espresse dagli autori dei singoli articoli non rispecchiano necessa-
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la Lltotlpografia Rugantino Via Spoleto, n. 1 pubblicati non si restituiscono. La collaborazione è libera ed aperta a tutti.
ROMA
A norma dell'articolo 74 e del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 l'IVA pagata dall'Editore sugli abbonamenti nonché, sui fascicoli separati
è conglobata nel prezzo di vendita, il cessionario non è tenuto ad alcuna registrazione (art. 25 D.P.R. n. 633/1972) e non può
operare alcuna detraziope.
Pertanto, non verranno in alcun caso rilasciate fatture.
hel modello italiano: I M?
di Enrico Campo

Q uando verranno pubblicate queste ri-


ghe, l'M7 Pricst della Italaerei non sa-
rà più una novità assoluta sul mercato
modellistico italiano, ma sarà purtuttavia
sempre un argomento di notevole interesse
e sullicientemente attuale. Comunque pos-
siamo esclamare a commento dell'uscita del
nuovo kit solo una parola: finalmente!
Perché?
Finalmente perché è ora che l'industria
modellistica si muova alla ricerca di nuo-
ve riproduzioni, diverse dagli arcinotissimi
Tigre, Pantera, ecc.; finalmente perché non
vengono più proposti solamente carri ar-
mati intesi nel senso stretto del termine;
finalmente perché ogni anno vediamo che
la nostra industria modellistica nazionale
diviene sempre di più autonoma, più com-
petitiva, più originale ed agguerrita nei
confronti dei tradizionali colossi giappo-
nesi e inglesi concorrenti, con gli evidenti
vantaggi, per noi modellisti, per ciò che
riguarda sia il problema del reperimento
dei modelli e sia (e non è da sottovaluta-
re) il costo degli stessi.
Esaminando il modello e lanciandoci nel
campo delle deduzioni, non possiamo fare
a meno di prevedere che altri modelli se-
guiranno la strada iniziata dalla Italaerei.
I n f a t t i , osservando le istruzioni del Pricst
notiamo che nella sezione n. 3 i pezzi 26
e 29 vanno leggermentc modificati con un
eolpctto di tagliabalsa, in quanto i suddet-
ti pezzi rappresentano le cremagliere su
cui scorre l'alzo dell'obice da 105 mm nel-
la sua configurazione su affusto ruotato; è
quindi facile prevedere che quanto prima
l'Italaerei ci presenterà su di un piatto
d'argento un'ottima riproduzione del famo-
sissimo 105/22 ruotato. A quel punto c'è
solo d'aspettarsi la riproduzione di un ade-

In alto, il semovente M7 della Italaerei


montato dall'autore dell'articolo, che ha
scelto la variante con i colori americani.
Qui sopra, la vista dall'alto della camera
di combattimento mostra l'adattamento al-
lo scafo dell'obice ruotato da 105/22; si
nota la ricchezza di particolari e accesso-
ri. A lato, la confezione Italaerei: le paro-
le « self propelled howitzer * significano
« obice semovente *.
guato vettore che lo traini! Che il Santo
Protettore dei modellisti mi ascolti e illu-
mini i responsabili della Italaerei.
Ora parliamo un po' in dettaglio del
modello: il kit riproduce un M 7 Priest
del periodo di transizione fra la costru-
zione del semovente interamente su scafo
M 3 (cioè il vero e proprio M 7) e quella
su scafo M 4 A 5 (ovvero M 7 B /).
La sovrastruttura del modello è infatti
quella di derivazione dal carro M 3 Lee,
come si nota dall'inconfondibile profilo del
cofano motore, dalla presenza della picco-
la grigliatura d'ispezione e d'areazionc del-
l'apparato propulsivo e dalla sistemazione
degli attrezzi; invece lo scafo, ed il treno

storia MODELLISMO
strello è stata apposta su latte quelle par-
ti sulle quali si suppone maggiore l'azio-
ne dell'usura (volantini di puntamento, co-
de, scudature).
Anche il pavimento (n. 60) è stato pre-
cedentemente verniciato e « grafitato ». ma
sulla parte anteriore, cioè il posto di pi-
lotaggio, è stata data una tinta bianco spor-
co, da passare anche sui fianchi interni
anteriori dello scafo; le leve di comando
andranno anch'esse in bianco sporco con
sopra passate di segni di usura, in Gun
Metal; i sedili saranno in color cuoio; con
inchiostro di china bianco provvederemo
alla graduazione degli strumenti del cru-
scotto (n. 71).
Posizionati tutti i singoli componenti del
posto di pilotaggio e dell'obice, per i ri-
manenti non ci sono grossi problemi né di
montaggio né di verniciatura. Un preziosi-
smo potrebbe essere quello della sostitu-
zione delle retine stampate (n. 90, 91, 92)
con la solita retina da bomboniera: in fon-
do la bontà del modello Italaerci merite-
rebbe un simile trattamento.
Terminato completamente il montaggio
ed effettuati quei ritocchi di cui sopra,
possiamo passare a dapplicare le decals.
Attenzione al fianco sinistro del semo-
vente (quello senza « pulpito » in quanto
la presenza delle fibbiette che servono a
tenere in sede il telone per riparare l'e-
quipaggio dalle intemperie, essendo giù

In alto, la vista del lato destro del modello mette in evidenza il cosiddetto « pulpito ».
cioè la postazione della mitragliatrice controaerea da 12,7 mm che ha valso al semo
vente il nomignolo di • Priest •, prete. Qui sopra, vista di tre quarti; si rileva che parte
dei componenti dello scafo costituisce una derivazione dal carro M3 (vedi numero B6
di • Storia Modellismo •).

di rotolamento, denunciano la provenien- Attenzione però al pezzo n. 51 (cuneo


za M 4, così come la carenatura anteriore di chiusura della culatta) il quale andrà
in un sol pezzo, caratteristica degli ultimi montato in posizione chiusa, cioè comple-
Sherman, contenente il gruppo trasmissio- tamente dentro la culatta stessa, in quan- Vista dall'alto di un autentico M7 in zona
ne differenziale, e poi ancora la forma to tale è la posizione del pezzo n. 54 che di operazioni.
dei filtri dell'aria posteriori (pezzi 18-19) riproduce appunto la maniglia d'apertura
ed infine la grigliatura del radiatore. del cuneo stesso. stampate sulla fiancata, potrebbero creare
Il montaggio non presenta alcuna diffi- Prima di iniziare il montaggio dei pezzi qualche problema nell'applicurc la decul
coltà di rilievo, salvo il caso in cui il mo- ho verniciato i singoli elementi mentre ivi situata. Tenete pertanto a portata di
dellista voglia ottenere il movimento di erano ancora attaccati allo sprue: tale ope- mano un tagliabalsa affilato, e quando po-
tutte le parti predisposte al funzionamento. razione è richiesta in quanto una vernicia- sizionate la decal fate una piccola incisio-
In tal caso occorrerà una certa cura nello tura a cannone montato risulterebbe al- ne in corrispondenza della fibbietta poi
assemblaggio dei singoli pezzi e si consi- quanto difficoltosa e simile discorso vale pressatela in modo da farla aderire perfet-
glia l'uso di un pennellino e di una certa anche per il treno di rotolamento. tamente alla fiancata, poi sempre con il
scorta di trielina, che assicura un fissag- E' naturale che successivi ritocchi di ver- tagliabalsa portate via i lembi sollevati. Se
gio pulito, tenace e preciso dei singoli com- nice si renderanno necessari dopo aver la fibbia apparirà in una zona colorata (evi-
ponenti. assemblato singole sezioni, in quanto pic- tatelo se possibile) un tocco di pennello
Tuttavia per esperienza personale, dovuta cole scartavetrature o sbavature di trieli- renderà l'opera perfetta.
al montaggio del modello qui riprodotto, na avranno sicuramente danneggiato la pa- Due parole per finire sulle ducali: per
suggerisco, a meno che non si debba inse- tina cromata precedentemente apposta. Do- quelle che rappresentano M 7 americano e
rire il semovente in un diorama con ter- po questa operazione ho dedicato partico- tedesco occidentale, nulla quaestio, a par-
reno accidentato (ed in tal caso il gioco lare cura nel metallizzare alcune parti del- te un altro piccolo osanna per Italaerei
delle sospensioni è di un realismo a dir l'obice, e perciò ho verniciato in Gun per l'originalità di quest'ultimo soggetto;
poco esaltante) di fissare i carrelli in po- Melai, schiarito con argento e successi- qualche perplessità invece l'avanzo per la
sizione statica, altrimenti i cingoli, poco ela- vamente lucìdato a grafite, tutti gli ingra- riproduzione dell'/V/ 7 inglese in quanto ri-
stici, faranno assumere al primo ed ultimo naggi di elevazione e brandeggio, le ro- tengo che i contrassegni riprodotti possa-
carrello un andamento irregolare per il taie di scorrimento del rinculo, la culatta no riferirsi più ad un Af 7 dei primissimi
carro posto sopra un piano orizzontale. e suo interno, l'asta ed il mellone inferio- tipi che non a quello riprodotto nel kit.
Il procedere della costruzione può se- re del meccanismo di elevazione. Infine Ovviamente ogni dubbio cadrà di fronte
guire senza dubbio il foglio d'istruzione, che in nero lucido tutte le ottiche di punta- ad un'eventuale evidenza fotografica.
si dimostra assai chiaro e razionale. mento. La grafite passata con il polpa-

storia MODELLISMO
Brevi note sul semovente M7
di Enrico Campo

T a bontà del collaudatissima obice da


•*J 105/22 e la versatilità della formula co-
struttiva (/t'//'M3 Lcc, fecero sì che dopo
una serie di progettazioni, si giungesse nel
1942 alla costruzione di un semovente per
artiglieria campale, nato appunto dalla sim-
biosi tra questi due elementi, tale semo-
venti' avrebbe avuto la denominazione uf- ?*
ficiale' di Howitzer Motor Carriage M 7
(veicolo a motore per obice M 7).
Il veicolo era un semovente a ciclo sco-
perto, armalo con il pezzo da 105 siste-
mato nella camera di combattimento di
un carro M 3 Lee, leggermenle modifica-
to: le modifiche più vistose riguardavano
il frontale del carro, da cui spuntava fra
le varie piastre ad inclinazione diversa buo-
na parte dell'obice. Il pezzo aveva invece
subito pochissime modifiche rispetto all'ori-
ginale configurazione su affusto ruotato: le
poche differenze erano riscontrabili nelle
code divaricabili che erano slate sostituite
da travi d'acciaio imbullonate al pavimen-
to della camera di combattimento; ovvia-
mente era stata anche sostituita la scudo-
tura originale con una o due sezioni semi-
curve raccordatisi alla corazzatura ante-
riore del semovente.
L'arma si trovava leggermente spostata
sulla destra rispetto all'asse del carro.
Altra caratteristica peculiare dell'M 7 era
la postazione della mtg. da 12,7 min per
la difesa contraerea.
Questa postazione per la sua caratteri-
stica configurazione, tale da far pensare Nella fotografia sopra,
immediatamente ad un pulpito di chiesa, un M7 della prima va-
fece sì che il semovente fosse conosciuto riante durante una va-
dagli Inglesi, che per primi lo utilizzarono lutazione. A destra,
in azioni belliche, con il nomignolo di Priest equipaggio americano
(in italiano « prete »). al fuoco durante la
L'M 7 dal 1942 subì una evoluzione con- battaglia delle Arden-
ne (dicembre 1944/
naturata al mezzo da cui derivava, cioè gennaio 1945); si nota
/'M 3. Infatti un nuovo modello del semo- il servente a terra che
vente, l'M 7 B 1, costruito su telaio e mec- sta rifornendo di gra-
canica M 4 A 3, fu il frutto della matura- nate il veicolo.
zione M 3 M 4. Tuttavia il passaggio M 7
M 7 B 1 avvenne per gradi, cosicché è pos-
SCHEDA TECNICA DEL SEMOVENTE sibile ritrovare M 7 con carrellatura M 4,
M 7 PRIEST (105 mm H. M. C.) carenatura cambio-differenziale in un sol
pezzo ecc.
Equipaggio: 7
L'M 7 iniziò a combattere fin dal 1942
Lunghezza: cm 565 con gli inglesi nel Deserto, ma successiva-
Larghezza: e m 288 mente operò su tutti i fronti, anche quelli
Altezza: cm 254 del Pacifico, equipaggiando i reparti di ar-
Peso Comb.: tonn 23,5 tiglieria inseriti nelle divisioni corazzate.
Motore: Continental R975 9 cil. 350 hp. a ben- La sua carriera bellica non finisce però con
zina, raffredd. aria la 2" guerra mondiale: infatti alcuni M 7
Velocità: km/h 38 israeliani hanno sparato ancora diverse can-
Autonomia: km 165 nonate contro gli Egiziani, nel Binai, non
più di 5 anni fa. Innumerevoli comunque
Armamento: 1 x obice 105 mm (105/22)
i Paesi NATO e non, che lo hanno utiliz-
elev. — 5 — 3 5 zato nel dopoguerra; fra questi l'Italia, che
brand. 15 sin. 30 dest. ne mantiene ancora diversi esemplari, an-
riserva colpi: 69 che se solamente per scopi addestrativi, nel-
1 xmtg. 12,7 mm le Scuole ed in via di completa sostituzio-
Riserva colpi 300 ne con materiali più moderni.

storia MODELLISMO
Una modifica dello SD. KFZ. 251/8
di Lucio Chisté

I" e origini dello Sd.Kfz. 251 si fanno risa-


e allo incarico ricevuto, nel 1933, da
una ditta di Brema, per la progettazione di
un trattore semicingolato in grado di ri-
morchiare un peso di 3 tonnellate.
La produzione in serie iniziò, dopo la
realizzazione di tre prototipi, nel 1938 e
proseguì fino al dicembre del 1944.
La carrozzerìa blindata disponeva di
quattro portelli di visuale: due anteriori
e uno per ciascun lato, all'altezza del com-
partimento di guida.
Il motore, un Maybach a 6 cilindri raf-
freddato ad aria, sviluppava una potenza
di 100 HP.
Le ruote portanti erano sei. Anteriormen-
te le ruote a disco munite di pneumatici
erano dotate di sospensioni a balestra.
L'armamento (nella versione 251/1) con-
sisteva in una mitragliatrice scudata in cac-
cia (tipo MG 34 o 42) e una in ritirata,
impiegabile per tiro c.a.
Fu realizzato in 22 varianti. La variante

SCALA 1 . 4 8

denominata Sd. Kfz. 251/8 e realizzata


come ambulanza è il soggetto dell'elabora-
zione che segue.

Conversione di uno SD. KFZ. 251/1


in ambulanza corazzata In alto, immagine
del modello finito.
La scelta del modello di partenza per Qui sopra e a lato,
la conversione di uno Sd. Kfz. 251/1 in disegni della con-
ambulanza corazzata, è per me caduta sul versione con vista
kit in scala 1 : 48, proposto dalla Bandai. dall'alto e dell'in-
L'elaborazione si presenta molto sempli- terno con le barelle.
ce e chiunque potrà cimentarvisi con suc-
cesso. Essa è realizzabile anche in altre cui saranno costruite dovranno tener con- coperte (posti alld rinfusa, ovunque) uti-
scale (Tamiya 1 : 35, Esci 1 : 72) con pro- to della grandezza media di un individuo lizzando della stoffa rigida, che tagliata
cedimenti analoghi. 11 lavoro riguarda es- (1,75 m) che sarà rapportata alla scala de- nella giusta misura, dovrà essere spennel-
senzialmente le parti interne del veicolo. siderata; proporzionalmente si procederà lata con del Vinavil diluito, quindi incol-
Ciò che più preme realizzare sono le due per la larghezza. Struttura e sostegni po- lata e dipinta. Per un buon effetto dei teli
barelle poste nella parte sinistra del mez- tranno essere realizzate utilizzando come e delle coperte propongo, dopo aver steso
zo, una sopra l'altra. Inizialmente dovrà materiali sprue e plasticard. il colore base, di sovrapporre colori con
essere eliminata la panchetta di sinistra ri- Dovendo montare le barelle l'una sopra toni mimetici vicini tra loro (senza atten-
costruendo il pezzo di pavimento perduto l'altra si dovrà tener conto di un certo dere che il colore asciughi del tutto) si ver-
con del plasticard. Per realizzare le barel- spazio (occupato nella realtà dal ferito) ranno così a creare zone di chiaro-scuro
le è bene partire dalle strutture di quest'ul- fra quest'ultime. che ben rendono l'idea della stoffa con-
time (ricavabili dai disegni), le misure con Ora si potranno costruire i teli e le (contìnua a pag. 32Ì

storia MODELLISMO
Un collezionista di primati
di Armando Silvestri

T\a questo numero comincia a collabora-


•*'re a Storia Modellismo l'ingegner Ar-
mando Silvestri, scrittore e giornalista ae-
ronautico, già redattore capo de L'ala d'Ita-
lia, e successivamente direttore della rivi-
sta Ali di cui ILI il riorganizzatore e l'edi-
tore dopo l'ultima guerra. Autore di nu-
merosi libri dì vario soggetto, collaboratore
di riviste e quotidiani (tra cui, per moltis-
simo tempo, il Corriere della Sera), l'inge-
gncr Silvestri mette ora la sua esperienza
ed il suo formidabile archivio a disposi-
zione dei lettori della nostra rivista, per i
quali descriverà alcuni dei velivoli più fa-
mosi nella storia dell'aviazione mondiale.
La sua collaborazione parte con la storia
di un notissimo aereo per primati, il De
Havilland DH. 88 « Comet » degli « anni
trenta »; già stampalo dalla Airjix in scala
1 : 72 parecchi anni fa (fu uno dei modelli
più interessanti della produzione iniziale
della ditta inglese), oggi questo velivolo
è riproposto in una conveniente confezio-
ni- « blister ». sempre doli'Airjix.

f~*\o delle macchine — come del re-


sto degli uomini — le quali, pur aven-
do svolto un'attività importante suseettibi-
le, al momento, di attirare l'attenzione ad-
dirittura di tutto il mondo, e nel contem-
po contribuito in modo concreto al pro-
gresso generale, ad un certo punto sono
state coperte dall'ombra dell'oblìo. Oggi è
difficile che qualcuno se ne ricordi e se
mai questo accade nella loro patria d'ori-
gine: altrove sono niente.
Una delle macchine che hanno avuto
questa sorte è stata il De Havilland D.H.8S
« Comet », ed a farla dimenticare più pre-
sto, forse, ha contribuito il fatto che il suo
nominativo è stato usato altre volte da al-
tre macchine (le più famose l'intercettato-
re a razzo Messerschmitt Me.166 « Komet » In alto, una bella immagine del De Havilland DH.88 * Comet » numero 34, battezzato
ed il De Havilland D.H.106 « Comet ») che, * Grosvenor House », dal nome della catena di alberghi che ne finanziò il volo in Au-
con le loro vicende più vicine ai nostri stralia; l'aeroplano era completamente verniciato in rosso, con finlture bianche. Qui
sopra, due esemplari del « Comet » (in primo piano il * Grosvenor House », dietro il
giorni, ne hanno sopraffatto il ricordo. Ep- * Black Magie» ) alla mostra aeronautica di Hendon del 1936.
pure la sua storia, non eccessivamente
breve, non solo è ricca di episodi interes- sivamente americani, sicché la De Havil- greto, gli uomini della De Havilland si mi-
santi, ma si può considerare un'ecceziona- land, spronata da uno spirito patriottico sero al lavoro. L'aeroplano era monopla-
le raccolta di primati di velocità tutti su oggi sicuramente molto attenuato, decise no, con un'ala sottile, fortemente rastre-
grandi distanze. di produrre un velivolo adatto, anche a mata (profilo R.A.F. 34) di eccezionale
costo di andare incontro ad una perdita eleganza, una fusoliera di minima sezio-
L'incentivo economica. Su un progetto di massima ne per ridurre la resistenza frontale, al-
di un aeroplano capace di volare ad oltre lungata, biposto in tandem con la cabina
II D.H.88 « Comet » non è nato per ca- 300 k m / h si fissò il suo costo in 5.000 piuttosto arretrata perché il muso era in-
so. Nel marzo 1933 un noto mecenate sterline, con prenotazioni da accettarsi so- teramente occupato da tre serbatoi di car-
dell'aviazione, l'australiano sir MacPherson lo entro il febbraio 1934. Nel termine sta- burante capaci di conferirgli un'autonomia
Robertson, offrì una somma di 15.000 ster- bilito solo tre ordini erano arrivati, da par- di ben 4.700 km; la costruzione era in le-
line per premiare i vincitori di una gara te dei coniugi Jim e Amy Mollison (allo- gno, ma il progettista A. E. Hagg adottan-
di velocità per aeroplani sul percorso Lon- ra famosissimi aviatori, entrambi trasvola- do un particolare sistema di parziale irri-
dra-Melbourne di poco meno che 19.800 tori dell'Atlantico su velivoli leggeri), di gidimento della superficie alare con lami-
km. La sfida che si proponeva era ori- un corridore automobilista (Bernard Ru- ne di compensato riuscì a renderla ad un
ginata dal desiderio di commemorare il bin) e del direttore di un'importante azien- tempo leggera e notevolmente robusta. Un
centenario della fondazione dello Stato au- da alberghiera (A.O. Edwards della Gros- vasto flap a persiana sul bordo d'uscita
straliano di Vittoria. Pochi velivoli esiste- venor House Hotel): mancavano nove me- permetteva attcrraggi a velocità sensibil-
vano in quel momento in grado di potere si all'inizio della corsa. mente ridotta. 11 carrello, del tipo corren-
affrontare una simile prova, quasi esclu- Nelle officine di Stag Lane, in gran se- te a quell'epoca (ossia due ruote principali

storia MODELLISMO
anteriori ed una gruccia di coda), era re- // * Black Magie », ;'/ DH.88 dei coniugi Mollison (sigla G-ACSP) fotografato durante
trattile (il che non era ancora « corren- uno scalo all'aeroporto del Littorio di Roma (oggi aeroporto dell'Urbe), sulla via Sala-
te »...), permettendo un evidente migliora- ria. Rispetto al « Grosvenor House », vincitore del raid Londra-Australia, l'aeroplano ha
mento aerodinamico. Il segreto del velivo- queste differenze: è verniciato in nero con fin/ture oro ed una piccola bandierina
britannica figura sulla deriva.
lo può considerarsi l'impianto motore, co-
stituito da due motori (naturalmente al-
ternativi ed a cilindri invertiti, ossia con 11 primo esemplare volò I'8 settembre renti potevano farne quanti altri ne vole-
l'asse motore sulla parte superiore) Gipsy 1934, sei settimane prima della data fissata vano, rimettendoci in velocità. Le iscri-
Six R, ad alta compressione e messi a per la corsa; gli altri seguirono in tempo zioni erano state 64, ma solamente 20 fu-
punto proprio per gare di velocità, capa- per prendere il via. rono i velivoli che effettivamente si pre-
ci di fornire 237 CV al decollo e 220 in E' interessante rilevare i colori delle sentarono per quella passata alla storia
modo continuativo, i quali erano stati mu- macchine. Quella dei coniugi Mollison (ma- come la « Corsa Mac Pherson ». Il mag-
niti di elica a passo variabile Ratier (di tricola G-ACSP) assunse il nome di « Black gior numero era quello dei concorrenti bri-
origine francese, ma a « due posizioni »), Magie » e naturalmente era tutto nero tannici (9, ma a parte i 3 « Cornei », si
una a passo breve per il decollo, che però con filettature d'oro; il secondo esempla- trattava di macchine già esistenti e di ca-
scattava, mediante un dispositivo a coman- re (matricola C-ACSR) senza nome distin- ratteristiche non eccessivamente brillanti),
do per pressione aerodinamica, non ap- tivo, piloti Owen Cathcart-Jones e Ken seguiti dagli statunitensi (3 su macchine
pena raggiunta la velocità di 240 km/h Waller, era interamente verde; il terzo esistenti, fra cui un Boeing 257 D che
assumendo il passo lungo di ottima pre- matricola G-ACSS) assunse ovviamente il avrebbe conquistato il secondo posto), da
stazione a velocità elevata; per riportarlo nome « Grosvenor House », piloti C.W.A. neo-zelandesi, australiani e olandesi (tutti
al passo breve, però, bisognava atterrare Scoti e Tom Campbell Black, completa- con due macchine, importante la presenza
e fare l'operazione a motore fermo); que- mente scarlatto con filettature bianche. La di un Douglas DC.2 di linea olandese
sta combinazione permetteva un'utilizza- corsa ha preso la partenza dall'aeroporto piazzatosi terzo).
zione eccellente delle prestazioni e delle di Mildenhall il 20 ottobre 1934; erano Trascurando una descrizione della gara,
caratteristiche dei motori, conferendo al previsti sei atterraggi obbligatori a Bagdad, che pur sarebbe interessante, accenniamo
velivolo quelle doti che lo avrebbero reso Allahabad, Singapore, Darwin, Charleville alla prestazione dei tre « Cornei ». II « Black
celebre. e, naturalmente, Melbourne, ma i concor- Magie » di |im ed Amy Mollison si com-
portò valorosamente piazzandosi primo ad
Allahbad, ma un attcrraggio intermedio ef-
fettuato lungo la seconda tappa, compor-
tante un rifornimento con carburante di
tipo commerciale, danneggiò irreparabil-
mente i motori costringendolo ad abbando-
nare. Il G-ACSR di Cathcart-[oncs e Wal-
ler. nonostante un atterraggio forzato a
K i r k u k per rifornimento con cedimento
del carrello, raggiunse ad Allahabad il
« Black Magie » e riuscì a mantenersi in
testa, tallonato dai Boeing 257 D e Dou-
glas DC.2 che erano i più temibili non
tanto per la velocità che sviluppavano, ma
perché avevano maggiore autonomia e po-
tevano intercambiare i piloti alla guida
(erano due aerei di linea, con abbondanza
di spazio). Impressionante risulta, quindi,
la prestazione della coppia Campbell Black
e Scott, che sul « Grosvenor House », lot-
tando più con la fatica che col tempo, riu-
scirono a mantenersi in testa lungo tutto
il percorso conquistando il primo posto:
al secondo il Boeing e al terzo il Douglas,
entrambi della K.L.M.; quarto il « Cornei »
di Cathcart-Jones e Waller. Come si vede
// • Black Magie » in un'altra fotografia scattata anch'essa a Roma, sull'aeroporto del
Littorio, durante uno scalo tecnico (rifornimento). Sì nota bene la parte anteriore tra- un trionfo, che la macchina meritava ma
sparente del musetto che ospita un faro d'atterraggio, nonché il tubo di Pitot sull'ala conquistato dall'abnegazione sportiva di un
destra. equipaggio d'eccezione. Tempo del vinci-

storia MODELLISMO
tore 70 ore 54 minuti 18 secondi, velocità
media 253 km/h.
Nonostante la notevole pubblicità che
venne al velivolo per questa prova (accre-
sciuta dal volo di ritorno intrapreso da
Cathcart-Iones e Waller immediatamente
dopo aver raccolto fotografie e film del-
l'arrivo, e completato con un tempo com-
plessivo di 13 giorni 6 ore 43 minuti) non
si raccolsero molti ordini. Il « Carnet » che
si era distinto nel volo di andata e ritor-
no venne acquistato dalla Francia ed im-
piegato in alcuni collegamenti veloci lungo
la linea del Sud-America (quella passante
per Dakar ed attentamente studiata dal fa-
moso Jean Mermoz), mentre quello dei
Mollison fu ceduto al Portogallo, ribattez-
zato « Salazar », ed utilizzato per voli ve-
loci stabilendo primati su percorsi prede-
terminati. Due altri esemplari vennero co-
struiti, uno ordinato dalla Francia che lo
destinò ai voli veloci di cui sopra nello
studio di una linea postale transatlantica

Sopra, l'arrivo trionfale a Melbourne del DH.88 numero 34, matricola G-ACSS « Gros-
venor House », vincitore del raid compiuto alla velocità media di 253 km/h; la gara
tra aeroplani sul tragitto Inghilterra-Australia fu corsa nell'autunno del 1934.

23 ore e 53 minuti. Durante un secondo del carrello, ed i danni furono tali da con-
tentativo verso Città del Capo, dopo la sigliarne lo smantellamento. Il rottame ac-
prima tappa, sul deserto sudanese, un'ava- quistato da un amatore, F. E. Taskcr, fu
ria ad un'elica indusse gli aviatori a lan- rimesso in ordine e, sempre con matricola
ciarsi col paracadute, ed il velivolo andò G-ACSS e nome « The Orphan », prese
perduto. parte alla corsa Marsiglia-Damasco-Parigi
Può essere gradito a qualche lettore sape- del 1937, piazzandosi quarto. Rivenduto
re la sorte dell'altro esemplare britannico. ad un Aeroclub, ribattezzato « The Burber-
Il « Grosvenor House », rientrato da Mel- ry » e pilotato da A. E. Clouston e dalla
bourne e modificato per riparare i danni sig.ra Kirby Green, riuscì alfine nel volo
del cedimento del carrello in uno degli Croydon-Città del Capo e ritorno, abbas-
attcrraggi lungo l'itinerario della corsa, sando il primato sul percorso a 15 gior-
dopo essere stato presentato alla mostra ni e 17 ore. Nel 1938 tentò il volo verso
della R.A.F. ad Hendon nel 1936 (la ma- l'Australia, ma atterrando a Cipro il car-
nifestazione che successivamente si svilup- rello cedette ancora danneggiandolo; con
pò nell'attuale mostra biennale di Farn- riparazione di fortuna fu riportato in pa-
borough), durante un volo di prova a ca- tria, rimesso in sesto, ripartì ancora per
rico massimo ebbe un ulteriore cedimento l'Australia e raggiunse Sidney in 80 ore

// De Havilland DH.88 esibito in volo du-


rante una manifestazione aeronautica in
Inghilterra; da queste esibizioni nascerà
poi l'importante rassegna aerospaziale in-
ternazionale di Farnborough. Nella foto
sotto: l'interno del cockpit del « Gros-
venor House ».

rapida. Nel frattempo i piloti inglesi sta-


bilivano veloci collegamenti con molti ca-
pisaldi dei possedimenti britannici, specie
in Africa, arricchendo le affermazioni del-
la macchina. Un quinto esemplare ne fu
allestito, denominato « Boomerang » in ri-
cordo del volo australiano, su ordine di
Cyril Nicholson che progettava una serie
di voli da primato su itinerari di lunga
distanza. Pilotato da Campbell Black e J.C.
McArthur effettuò una tappa velocissima
da Hatfield al Cairo nell'agosto 1935 (11
ore 18 minuti su 3.600 km) per un proget-
tato collegamento con Città del Capo, ma
la cattiva lubrificazione di un motore li in-
dusse a tornare a casa, ciò che venne ef-
fettuato in modo brillante stabilendo un
nuovo primato di velocità sulla rotta In-
ghilterra-Cairo e ritorno con un totale di

storia MODELLISMO
56 minuti, e proseguì per Blenheim in Nuo- Tre • Cornei * a confronto: il più piccolo, in mezzo, è il DH.88 impiegato per il raid
va Zelanda sorvolando il Mare di Tasma- Inghilterra-Australia; gli altri sono esemplari del • Cornei • IV (DH.106). il primo avio-
nia in 7 ore 30 minuti; dopo una notte getto di linea del mondo. Nel 1963 la società De Havilland entrò a far parte del gruppo
riprese la via del ritorno, raggiungendo Hawker Siddeley, recentemente conglobato nella società a capitale pubblico British
Croydon con un tempo totale di 10 gior- Aerospace.
ni 21 ore 22 minuti. Rientrato all'Aero apparire ammirevoli. ta essere sottratta almeno per un momen-
Club di Gravesend, cedette un motore per E' doveroso aggiungere che l'esperienza, to all'oblio. •
altro velivolo (che stabilì un primato di soprattutto aerodinamica e di progetto, ma
distanza), poi fu messo a disposizione del- Siamo stati appena informati che l'esem-
la Scuola tecnica della De Havilland, dove altresì per certi accorgimenti costruttivi plare del DH. 88 battezzato « Grosvenor
rimase, con un motore in meno, fino alla delle strutture in legno e soprattutto l'irri- House », sigla G-ACSS, sarà restaurato dal-
sospensione delle attività della ditta. gidimento dell'ala con rivestimenti resi- la British Aerospace (la « holding » della
stenti parziali, fu preziosa per la realizza- quale ja parte oggi la vecchia ditta De Ha-
Queste cifre oggi forse non impressio- zione del D.H. 98 « Mosquito », uno dei villand) in modo di poter tornare a vola-
nano, ma se si mettono in relazione ai più famosi bimotori della seconda Guerra re. Il restauro, che potrebbe essere termi-
tempi, e si pensa che in fondo il velivolo Mondiale, del successivo D.H. 103 « Hor- nato entro la l'ine dell'anno, metterà il DH.
era un apparecchio leggero (peso massi- net » e del bimotore passeggeri D.H. 104 88 in condizione di esibirsi in volo duran-
mo al decollo 2.500 kg), non possono non « Dove ». Una macchina, perciò, che meri- te manifestazioni aeree, mostre, parate ecc.

Descrizione del modello di Luca Valerio

po. L'interno dei cockpit va rifatto reguendo le indicazioni della


fotografia pubblicata a pagina 5, che è molto chiara ed indica
72 nd scale D.H.88 COMET con precisione i vari strumenti. La ruota a destra del cruscotto è
per il trim, cioè per la regolazione dei piani orizzontali di coda
durante il volo livellato. Come equipaggio, consiglio di adoperare
due piloti presi dalle confezioni Airfix di aerei della I guerra
mondiale; ce ne dovrebbero essere migliaia in circolazione, a causa
dell'ampia distribuzione che ne hanno fatto le edizioni Fabbri
con la « Storia dell'Aviazione» .
Un altro piccolo intervento riguarda il carrello, sempre che vo-
gliate raffigurare l'aeroplano col carrello estratto: in caso contrario
vi compiango, perché c'è bisogno di un poderoso lavoro di stucco
per completare bene i vani-carrello che sono ricavati sotto il mo-
SI SCALE MOOEL tore. Ciò che manca è una piccola asta trasversale che collega
TRUCTION KIT le due gambe di ogni carrello trasversalmente, subito dietro la
ruota; il particolare è ben visibile nelle fotografie e si realizza
Ti De Havilland D.H. 88 «Cornei» della Airfix è un modello in facilmente con un pezzettino di « sprue ».
scala 1 : 72 che risale a parecchi anni fa, e purtroppo dimostra Per colorare il modello ho usato come tinta base il rosso
la sua età, nonostante la moderna confezione tipo « blister », Tut- Humbrol n. 19; le ogive dei motori e la parte anteriore delle
tavia, con un po' d'attenzione è possibile ottenere un risultato pale delle eliche vanno dipinte con Humbrol n. 11 (argento), men-
soddisfacente. tre la parte posteriore delle pale — cioè quella che guarda il
I pezzi non sono molti, appena 24, in compenso sono abba- pilota — va fatta in nero opaco. Nere, al solito, le gomme, men-
stanza fedeli e la scala è piuttosto precisa; anche la plastica, color tre pure in rosso, lo stesso della cellula, sono dipinti i montanti
rosso, è compatta e si lavora bene. Bisogna operare con delica- del tettuccio trasparente. L'interno del cockpit va tinteggiato in
tezza trattando le parti più piccole, fragili a causa delle loro crema, col pannello strumenti nero. Attenzione al cerchio tra
ridotte dimensioni. il motore e l'ogiva, che va verniciato in bianco.
Comincio con il fare un appunto: manca il musetto trasparente Se qualcuno si volesse cimentare in una elaborazione diversa,
che ospitava il faro anteriore d'attcrraggio. Si può ovviare a questa suggerisco di realizzare il « Comet » matricola G-ACSR; in que-
mancanza o dipingendo la parte anteriore del muso (espediente sto caso l'aeroplano deve essere interamente verniciato di verde
tuttavia che non consiglio) o tagliandola netta con una lametta, (prima però darei una mano di bianco): userei l'Humbrol n. 3, e
ma soltanto dopo aver incollato le due parti della carlinga. Il co- l'unica modifica da fare e relativa al numero dipinto, su fondo
netto trasparente si può ricavare frugando nella scatola dei pezzi bianco, in cima al timone; per il G-ACSR questo numero era il 19.
di scarto o con materiale di fortuna, come tubicini trasparenti L'aereo non aveva nome. Se poi c'è un audace che vuole rifare
di penne biro eccetera. il « Black Magie », magari dipingendosi a mano le lettere, del no-
Prima di incollare tra loro i due semigusci della fusoliera, me, nell'articolo ci sono le opportune descrizioni e le foto.
sarà bene tagliare via, con un tagliabalsa o con una lametta, Aspetto ora di vedere chi manderà a Storia Modellismo le più
l'interno dei posti di pilotaggio, con le due orribili testine affio- belle foto di questi D.H. 88, magari nelle varianti rossa, verde
ranti, vecchio espediente che dimostra tra l'altro l'età dello stam- e nera! •

10 storia MODELLISMO
A-4 "SKYHAWK II

di Giorgio Bignozzi

A 24 anni dal volo del primo prototipo,


-^*- lo « Skyhawk » è ancora presente in ben
600 esemplari nell'aviazione navale statu-
nitense, e molti altri sono in linea con le
Forze aeree di Israele, Argentina, Austra-
lia, Kuweit, Nuova Zelanda e Singapore;
la produzione è cessata solo nel 1977, con
gli ultimi 21 A-4M acquistati dai Marines,
e ancora prosegue la conversione di esem-
plari dismessi dagli USA per cederli ad ope-
ratori esteri, ricondizionati e rimodernati:
il totale degli aerei prodotti supera i 2.900.
Basterebbero questi dati ad assicurare al
piccolo « delta caudato » della McDonnell
Douglas un posto di rilievo nella storia
dell'aviazione, ma in realtà l'aereo lo me-
rita anche sotto altri aspetti, dai pregi tec-
nici all'impiego operativo. Tecnicamente,
lo « Skyhawk » è nato senza grandi ambi-
zioni in fatto di prestazioni, ma con una
perfetta calibratura dello « stato dell'arte »
alle esigenze della specifica, grazie ad una
filosofia progettativa ispirata a criteri di
massima semplicità, soprattutto dal punto
di vista costruttivo e della facilità di ma-
nutenzione (6 ore-uomo di lavoro per ora
di volo in missioni belliche su una base
di 23 ore di volo mensili mantenuta per di-
versi mesi; sino a 12 specialisti possono
lavorare contemporaneamente sul velivolo),
e con la massima attenzione al conteni-
mento del peso. Questi concetti, non molto
diversi da quelli che a suo tempo avevano
fatto il successo dello « Zero », furono la
chiave dell'affermazione dello « Skyhawk »,
anche questo dovuto ad un progettista di
talento, Ed Heinemann. Sull'esperienza del
« delta puro » da intercettazione che aveva
progettato per la Marina, lo F5-D « Skyray »,
Heinemann scelse una soluzione aerodina-
mica meno ardita — « delta » con impen-
naggio orizzontale — allorché, abbandona-
to l'assaltatore imbarcato « Skyshark » che
avrebbe dovuto sostituire lo « Skyruitler »
ma la cui messa a punto si rivelò troppo
laboriosa per gl'incurabili difetti del suo
apparato motore a turboelica, passò a pro-
gettare un assaltatore navale a getto.
I,a specifica richiedeva il trasporto di ca-
richi offensivi di oltre 3.500 kg a distanze
di 550 km, e velocità massima sui 1.050
In alto, il prototipo dello Skyhawk, I'A4-D, durante il primo volto (22 giugno 1954). Sotto,
un esemplare della serie A14B; qui sopra, un A-4E con la caratteristica -gobba», ap-
partenente al VA 216 -Black Diamonds », fotografato sul ponte della « Forrestal » nel
marzo del 1970. A sinistra nella foto piccola un A-4C (ex A4D-2N) del VA 66, Stati Uniti.

k m / h ; significava un velivolo di almeno 14 di oltre 1.5 mm di spessore: soluzione che


tonnellate di peso al decollo, ma Heine- contribuisce grandemente alla robustezza,
mann riuscì a tenersi sulle 9 tonnellate cir- facendo dello « Skyhawk » un formidabile
ca, con evidenti vantaggi in termini di di- incassatore. Tutta la struttura e in lega
mensioni (non era neppur necessario ri- leggera, quasi interamente in elementi otte-
piegare le semiali), di prestazioni, di rap- nuti di macchina, altro punto che gio-
porto spinta/peso e di manovrabilità. Ele- ca a favore della leggerezza; la fusoliera
mento chiave nella riduzione dei pesi fu a semiguscio è in due soli tronchi, di cui
la struttura alare: un unico blocco su tre quello anteriore viene costruito come ele-
longheroni fresati, perpendicolari alla linea mento strutturale a sé stante, completo (co-
di volo, e 22 centine; rivestimento irrigidi- me pure l'ala) di tutte le installazioni in-
to da corrcntini paralleli ai longheroni, e terne, mentre quello posteriore è un gu-

storia MODELLISMO 11
Gordon Gray, 15 ottobre 1955. Un mese
prima era iniziata la produzione di serie,
e nell'ottobre 1956 i primi A-4A venivano
consegnati ad un reparto della Marina, il
VA-72 cui fece seguito il VA-93 e un re-
parto di Marines VMA-224; dei 166 esem-
plari costruiti, qualcuno venne ceduto alla
aviazione israeliana. Frattanto era già sta-
to ordinato TA-4B (ne verranno prodotti in
totale 542), con motore più potente (la ver-
sione W16A, sempre da 3.493 kg/spinta
ma poi aumentata a 3.855, del Wright J65,
in luogo della W4), struttura rinforzata, ti-
mone a comando idraulico (doppio), im-
pianto di rifornimento a punto singolo, cal-
colatore di navigazione, nuovo collimato-
re e capacità di usare i missili aria-super-
ficie « Bullpup »; più tardi ebbe anche l'im-
pianto per rifornirsi di carburante in volo.
Le consegne iniziarono nel settembre 1957,
col VMA-211, seguito da un reparto del-
PUS Navy. VA-12; cinquanta (e poi altri
20) esemplari ricondizionati come A-4U fu-
rono ceduti all'aviazione argentina, e altri
16 (ricondizionati come A-4Q) a quella na-
vale argentina, che li battezzò « Halcòn »
(falco) e li impiegò tanto da basi a terra
quanto dalla portaerei « 25 de Mayo ». In
tempi assai più recenti, 1973-74, altri A-4IÌ
sono stati ricondizionati, a cura della Lock-
heed Aircraft Service di Ontario, per l'a-
viazione di Singaporc: 40 monoposto A-4S
e 7 biposto TA-4S: questi ultimi differi-
scono da tutte le altre versioni biposto del-
!n alto, un esemplare dell'A-4F, che volò per la prima volta nell'agosto 1966; qui sopra, lo « Skyhawk » per avere gli abitacoli sepa-
il TA-4F (ex CA-4F), con serbatoio auto-sigillante situato nella parte dorsale della rati, di cui quello posteriore sopraelevato,
fusoliera. Qui sotto, il TA-4F, addestratore e bombardiere. In fondo pagina, un TA-4J,
addestratore puro, sprovvisto di equipaggiamento di tiro. anziché coperti da un tettuccio unico.

scio aperto inferiormente sino all'altezza


del longherone alare posteriore, così che
l'ala stessa (collegata alla fusoliera con 10
bulloni) viene a costituirne il fasciame ven-
trale. Il timone verticale è una semplice
lamiera unita al tubo di rotazione e irri-
gidita da rinforzi esterni. Limitiamo a que-
ste particolarità, tipiche del velivolo e in-
dicative dei concetti progettativi da cui
è nato, le note sulla struttura dello « Sky-
ìwwk », che sono in effetti le particolarità
di interesse per i modellisti.

Lo sviluppo iniziale
II primo « Skyhawk » iniziò i voli il 22
giugno 1954. La sua sigla era XA4D-1: ri-
cordiamo che solo nel 1962 avvenne la sem-
plificazione delle sigle della Marina, unifi-
cate a quelle dell'USAF, per cui si passò
a designare l'aereo come A-4; nello spec-
chio riepilogativo delle versioni sono ri-
portate le sigle originali, per cui useremo
qui quelle attuali, applicate retroattivamen-
te anche ai modelli realizzati prima del '62.
Con 8 esemplari di preserie, questo veli-
volo partecipò ad un accurato program-
ma di messa a punto, soprattutto per verifi-
care robustezza ed affidabilità dei suoi
impianti in vista dell'impegnativo impiego
sulle portaerei, programma che durò due
anni e durante il quale uno « Skyhawk »
stabiliva un primato molto significativo da-
ta la precipua funzione del velivolo: quel-
lo di velocità a bassa quota (100 metri),
volando alla media di 1.118,76 km/h su
un circuito chiuso di 500 km; pilota il ten.

12 storia MODELLISMO
Cambia il motore,
aumenta l'avionica

L'esigenza di poter effettuare operazioni


ogni-tempo portò nel 1958 alla proposta per
una versione con avionica incrementata, cui
si sarebbe dovuto accompagnare un moto-
re di minor consumo specifico rispetto al
/65 per aumentare l'autonomia, il 152 del-
la Prati & Whitney; il contratto per 4 ve-
livoli così attrezzati venne cancellato, ma
in seguito si riconobbe la necessità di ac-
cettare il costo della dotazione elettronica
decidendo una soluzione di compromesso,
che vedeva l'adozione di radar per la na-
vigazione a bassa quota, un autopilota più
sofisticato e un sistema per il bombarda-
mento a bassa quota, ma conservava il vec-
chio motore. Questo modello fu \'A-4C, ri-
conoscibile dal muso lievemente allungato
per contenere la nuova avionica, e che fu
il primo dotato di seggiolino eicttabile

servizio ai primi del 1963, caratterizzata an-


che da struttura ulteriormente rinforzata,
maggior capacità dei serbatoi interni e ag-
giunta di due piloni subalari; anche la do-
tazione elettronica venne incrementata, e
lo fu ancor di più in seguito con l'aggiunta
retroattiva della « gobba » introdotta come
standard sul modello successivo, A-4F. L'A-
4E fu il primo « Skyhawk » ad originare
una conversione in biposto, con tre esem-
plari allungati di 0,71 m, trasformati in TA-
4E. Una variante da esportazione — diret-
ta soprattutto al mercato canadese — con
fusoliera lievemente allungata e motore a
turbofan, l'inglese Rolls-Royce « Spey » da
5.443 kg, non venne realizzata, ed a que-
sto punto sembrò che la carriera dello
« Skyhawk », ormai anzianotto e con un
turbogetto « demodé » in epoca di turbo-
ventole, fosse conclusa. Invece l'efficienza
e l'economicità del velivolo gli valsero la
ripresa dello sviluppo e delle ordinazioni.
Nell'agosto 1966 volava il primo A-4F,
con motore più potente (la versione P8A
da 4.218 kg/spinta del J52), avionica mi-
gliorata e contenuta in parte nella carena-
tura dorsale cui si è accennato a propo-
sito de\\'A-4E, diruttori alari, seggiolino ejet-
tabile a quota zero e migliorata protezio-
ne per il pilota. Ne furono costruiti solo
In alto, a destra un A-4K e a sinistra un biposto TA-4K destinati all'aviazione della Nuova 150 esemplari, le cui consegne iniziarono
Zelanda. Qui sopra, I'A-4M, conosciuto anche come • Skyhawk • II, che volò per la prima nel giugno 1967, ma l'aereo abbe larga dif-
volta il 10 aprile 1970.
fusione nelle varianti da esportazione, rea-
lizzate anche per il tipo biposto (TA-4F)
« Escapac » ed anche il primo ad avere im- A-4L e consegnati dal dicembre 1969, ave- di cui furono prodotte 139 unità. La Ma-
piego bellico da parte statunitense. Divenu- vano il motore potenziato, il sistema di rina australiana ricevette, contemporanea-
to operativo nel febbraio 1960 (la fornitu- bombardamento asservito a computer e la mente a quella statunitense, 8 (e poi al-
ra di 638 esemplari sarebbe stata comple- avionica supplementare in una « gobba » trettanti) A-4G e due biposto TA-4G, impie-
tata nel dicembre 1962) \'A-4C prese infatti dorsale come vedremo a proposito di ver- gati sulle portaerei « Melbourne » e « Syd-
parte alle operazioni nel Vietnam, ove si sioni più recenti, adottata per non rinun- ney »; la Heil Ha'Avir israeliana ebbe nel
distinsero particolarmente i reparti VA-192, ciare al vantaggio del singolo gruppo auto- 1968 48 A-4H e quindi altri 17, questi mo-
VA-195 e VMA-225 e dove il piccolo as- nomo di apparati elettronici facilmente dificati (cannoncini DEFA da 30 mm in
saltatore Douglas si dimostrò un validis- asportabile (e con un vantaggio in peso luogo di quelil americani da 20 mm, pia-
simo mezzo bellico e una macchina robu- di circa 22 kg) contenuto nel musetto die- no verticale più alto), e 24 TA-4H; l'avia-
sta ed affidabile, che riportava a casa i lettrico, che altrimenti si sarebbe dovuto zione neozelandese ricevette dal febbraio
suoi piloti anche dopo aver subito danni cambiare con un nuovo muso alterando 1970 dieci A-4K e 4 TA-4K, tutti con pa-
che avrebbero causato la perdita di altri anche le dimensioni e il centraggio del ve- rafreno, e diverso impianto radio; i bipo-
velivoli. livolo. sto TA-4J andarono all'US Navy, in quan-
Alquanto più tardi, parecchi A-4C ven- La prima versione a cambiare motore, tità imprecisata, quale edizione riveduta
nero rimodernati per versarli a reparti im- passando al più efficiente J52, fu- YA-4E, e semplificata del TA-4F per il Training
barcabili della Riserva navale: ridesignati costruita in 500 esemplari ed entrata in Command.

storia MODELLISMO 13
tate operazioni ogni-tempo; strumentazione
migliorata, installato sistema « Lscupac» .
A-4L: inizio consegne dicembre 1969:
edizione rielaborata di A-4C ritirati dalla
prima linea e versati alla Naval Air Re-
servc.
A-4D: non realizzato.
A-4E (già A4D-5): 1° volo 12-7-1961, ini-
zio consegne novembre 1962, costruiti 500.
Usato anche dai Marines. Struttura rinfor-
zata, due ulteriori piloni subalari, maggior
capacità dei serbatoi interni, migliore do-
tazione avionica (successivamente è stata
installata la « gobba » come su\\'A-4F). Mo-
tore Ì52-P6A da 3.855 kg/sp.
TA-4E: designazione originaria dei pro-
totipi del TA-4F.
A-4F: 1° volo 31-8-1966, inizio consegne
Una bella foto in volo di un esemplare vo collimatore, capacità di usare missili
di serie dello « Skyhawk » II, pilotato dal 20-6-67, costruiti 150. Migliorata dotazione
« Hullpup » e, più tardi, impianto per rifor-
collaudatore John P. Lane della McDonnel avionica (apparati aggiuntivi sistemati nel-
nim. in volo. Motore J65-W16A da 3.493
Douglas (12 giugno 1972). la « gobba » dorsale) ruota anteriore orien-
kg/sp. portata succcss. a 3.855. Varianti: tabile, « lift spoiler » sulle semiali, seggio-
A-4P per l'aviazione argentina, A-4Q per la lino ejettabile a quota 0. migliorata prote-
La « terza generazione » marina argentina, A-4S (e biposto TA-4S) zione per il pilota. Motore J52-P8A da 4.218
Nel 1970, ulteriore passo nell'evoluzio- per l'aviazione di Singapore. kg/sp. Varianti: A-4C, per la Marina au-
ne, che la casa costruttrice (ormai fusa con A-4C (già A4D-2N): 1° volo 31-8-1958, ini- straliana; A-4H, per l'Aviazione israeliana;
la MacDonnell) volle sottolineare pubbliciz- zi consegne dicembre 1959, costruiti 638. A-4K per l'Aviazione neozelandese.
zando il nome « Skyhawk » I I . Oltre alla Usato anche dai Marines. Muso allungato TA-4F: 1° volo 30-6-1965, inizio conse-
maggior potenza installata, salita del 45°/o per ospitare apparati elettronici per ilimi- gne maggio 1966, costruiti 139. Edizione
con gli oltre 5.000 kg/spinta erogati dalla
versione P408 del /52 consentendo un au-
mento del 23% nel peso massimo al decol-
lo rispetto a quello originario, il nuovo
modello — A-4M — è caratterizzato dalla
prua ridisegnata per contenere un'avionica
ancor più sofisticata e migliorare la visibi- XA4D-1
lità dall'abitacolo, rialzato e dotato di pro-
tezione passiva migliorata; miglioramenti
sono stati apportati all'armamento (piastre
parafiamma sopra i cannoncini, dotazione
di munizioni incrementata), maggior fles-
sibilità nei carichi bellici esterni), allo star-
ter/generatore, all'impianto carburante (sta-
bilmente completato dal fioretto per rifor-
nimento in volo, di nuovo tipo) ed al pa-
racadute-freno: l'aereo è adatto alle ope-
razioni da campi di terra ferma. TI primo
A-4M volò il 10 aprile 1970, e il 3 novem-
bre inziarono le consegne ai Marines: ma
già alcuni esemplari erano stati inviati in
Israele, non essendo ancora disponibile la
variante prevista per l'esportazione, A-4N
ordinata dalla Marina USA soprattutto per
versarla ad operatori esteri: questa iniziò
i voli nel giugno 1972 ed è stata fornita
ad Israele (portando a circa 250 il totale
degli « Skyhawk » con la stella di Davide,
che operarono tanto nella « guerra dei 6
giorni » quanto in quella « del Kippur ») ed A-4Q
al Kuweit (36, più 6 K).

L'evoluzione dello « Skyhawk »


XA-4A (già XA4D-D: 1° volo 22-6-1954.
Costruiti uno, più 8 di preserie. Motore
/65-W2 da 3.270 kg/sp.
A-4A (già A4D-II: \" volo 14-8-1954, ini-
zio produzione settembre 1955, entrata in
servizio 26-10-1956, costruiti 166. Pochi
esemplari forniti a Israele. Motore /65-W4
da 3.493 kg/sp, sostituito alcuni anni dopo
con versione da 3.855 kg/sp.
A-41Ì (già A4D-2): 1° volo 26-3-1956, co-
struiti 542. Struttura rinforzata, timone a
comando idraulico (doppio), rifornim. a
punto singolo, calcolatore per navig., nuo-

14 storia MODELLISMO
A-4G

In alto, un TA-4S (Singapore); in mezzo,


un A-4P (cioè facente parte di un grup-
po di A-4B ricondizionati per l'Argentina);
qui sopra, ancora un aereo destinato a
Singapore, un A-4S; le consegne furono
incominciate nell'aprile 1974, le modifiche
furono effettuate dalla Lockheed.

biposto da addestramento dcll'/l-4/% può


portare tutto l'armamento previsto per quel-
la versione. Varianti: 'I'A-4C per la Marina
Australiana; TA-4H per Israele; TA-4K per
la Nuova Zelanda.
A-A[: non rea I i/./.alo.
TA-4J: 1° volo maggio 1969, ini/.io con-
scgne 3-11-1970, ordine ini/.iale di 50 esem-
plari per i Marines, alcuni esemplari dati
a Israele. Migliorata visibilità e dotazione
avionica; paracadute-freno per l'impiego su
terraferma. Motore J52-P400 da oltre 5.000
kg/spinta.
A-4N: 1° volo 12 giugno 1972. Edizione
da esportazione de\\'A-4M, per Israele e
Kuweit.
Varianti: A-4P per l'aviazione argentina,
A-4Q per la marina argentina, A-4S (e bi-
posto TA-4S) per l'aviazione di Singapore.
In questa serie di disegni le differenze tra i principali modelli dello « Skyhawk »: il
primo tipo operativo fu I'A-4B (A4D-2) di cui il disegno mostra la variante per la Matricole conosciute
Marina Argentina, A-4Q, riconoscibile per la pìccola <• gobba » dorsale. Il muso venne XA4D-1: 157812; A-4A (più 60 conver-
allungato a partire dall'A-4E, che il disegno mostra con il contenitore ventrale per il
' buddy System » per il rifornimento in volo di aerei dello stesso tipo. Nel disegno ti/i in A-4B); da 157813 a 137851, da 139919
dell'A-4G (variante per la Marina Australiana dell'A-4F) è in evidenza la grossa care- a 159970 e da 142082 a 142235; A-4B, da
natura dorsale che fu poi retroattivamente applicata agli A-4E ed F. LA-4N, edizione 142416 a 142425, da 145674 a 143955 e da
da esportazione dello « Skyhawk » //, ha la prua ridisegnata di questo (muso accorciato, 144868 a 145061; A-4C, da 145062 a 145146,
capottina rialzata; fioretto più corto e non rettilineo, che non sporge oltre il muso) da 146460 a 146581, da 147669 a 147849,
insieme col nuovo disegno della sommità del piano verticale ed il paracadute freno da 14S504 a 148317, da 148455 a 148612,
introdotti con I'A-4K, ed è riconoscibile dall'A-4M per i cannoncini montati in pìccole e (compresi 102 ordini annullati) da 149487
gondole sotto la radice alare. Gli ultimi tre disegni riguardano varianti biposto: quella a 149646; A-4E, 148615 e 148614, da 149647
per la Marina Americana, TA-4J; quella per la Nuova Zelanda, TA-4K (notare i quattro
piloni sub-alari, il paracadute freno sotto l'ugello e la forma squadrata del piano verti- a 149666,da 149959 a 150158 e altre non
cale); infine il TA-4S per Singapore, caratterizzato dagli abitacoli separati di cui quello ancora rilasciata per pubblicazione.
posteriore sopraelevato.

storia MODELLISMO 15
Costruiamo insieme lo Skyhawk 1/32
dell1 tega wa di Lino Mastrangelo

A ppena abbiamo visto l'imponente sca- dei Blue Angels si può ricavare un A4K la parte inferiore è grigio chiaro (FS 36622).
loia della Hasegawa riproducente l'A4F in servizio presso la RNZAF con pochissi- Tutti i piloni subalari sono in bianco lu-
siamo rimasti impressionati; aprendo la me modifiche delle quali la più impegna- cido.
confezione ci ha colpito l'accuratezza tiva è la ricostruzione della parte termina- Israele
dello stampo qualità questa molto rara le del timone di direzione che è squadra-
data la grandezza del modello. Da un pri- ta e non rotonda, bisogna inoltre rimuo- Gli aerei israeliani adottano una mimetiz-
mo sguardo dei pezzi notiamo subito la vere l'antenna delle ECM posta sotto il mu- zazione ispirata a quella che l'USAF ado-
qualità e la perfezione alla quale la ditta so e quella posta in coda ove metteremo perava in Vietnam a 3 colori cioè il verde
giapponese ci ha abituato da tempo: non il pezzo D48 senza la sua parte terminale (FS 34227) il giallo (FS 33531) e il marro-
esistono sbavature e tutti i pezzi sono ed inoltre useremo il pezzo A2 come asta ne (FS 30219), per le superfici inferiori
modellati perfettamente; anche le parti più per il rifornimento in volo. il celeste (FS 35622).
grandi quali la fusoliera e le ali non pre- Argentina
sentano segni di svergolamento. Accingia- I soggetti dell'aereonautica argentina han-
moci ora ad iniziare la costruzione del po-
Note sulla colorazione
no mimetizzazione a bande composta dal
sto di pilotaggio seguendo lo schema del US Navy grigio (FS 16360) e dal verde (FS 34258)
foglio di istruzione; senza incollare il cru- Tutti gli Skyhawk operanti con reparti per le parti inferiori il grigio FS 36622.
scotto che verniceremo in grigio scuro FS operativi e della riserva adottano la colo-
36231 somigliante al Molak LN1 con l'ag- razione in light gull gray (FS 36440) per
giunta di qualche goccia di nero lucido. la parte superiore e gloss white (FS 17875) ARALDICA
Dopo aver dipinto gli strumenti in nero per la parte inferiore, la parte mobile del
e aver fatto con il bianco lucido ed il gial- Scatola: Hasegawa 1 : 72
timone di direzione e la parte superiore US Navy
lo sempre lucido gli indicatori e le varie delle superfici mobili.
lancette incolleremo il cruscotto al suo A4E VA 12 USS Roosevelt
L'interno del posto di pilotaggio va ver- A4F VA 113 USS Enterprise
posto ed incolleremo infine le due semifu- niciato in dark gull gray (FS 36231) men-
soliere dopo aver posto nel muso un pe- A4F VA 212 USS Hancock
tre il cuscino in verde (FS 34079), la ma- Marines
so di almeno 35 grammi. Ad incollaggio av- niglia sopra la testa del pilota è a strisce
venuto (noi consigliamo di adoperare la A4E VMA 211
giallo nere il poggiatesta è marrone-rosso. A4E VMA 211
comune triclina per smacchiare sia per in- La faccia interna degli aerofreni può esse-
collare come per diluire la vernice in quan- A4E VMA 311
re rossa (FS 11136) oppure dello stesso co-
to ne accelera l'essiccaggio) provvederemo lore della fusoliera (FS 36440). I flap e i Scatola: Frog 1 : 72
a lisciare con carta abrasiva le linee di loro alloggiamenti sono in rosso (FS 11136), Israele
giuntura. Arrivati al montaggio del car- gli ammortizzatori oleopneumatici sono in Nuova Zelanda 75° Squadron
rello anteriore dobbiamo far attenzione al argento lucido mentre il pezzo D16 è ar- Scatola: Fujimi 1 : 48
pezzo n. D51 in quanto non è presente gento opaco scuro. US Navy
su tutti gli aerei. Ricordiamo che il pezzo Il pezzo D3 va verniciato a strisce bian- VF 126 TA 4F
D3 va verniciato a strisce bianche e nere co-nere mentre la punta del pezzo A2 o US Marines
ed il pezzo D16 in argento opaco. Instal- AIO è coler nero gomma con una fascia H & MS 11 TA 4F
leremo ora il contenitore dorsale dell'avio- in metallo, come si può vedere dalla foto Ran
nica e stuccheremo la parte anteriore di sul foglio di istruzione. 805 Squadron TA 4G
questo poiché non combacia perfettamen- Il bordo delle prese d'aria del reattore Scatola: Fujimi 1 : 48
te con la parte dorsale del posto di pilo- è in rosso (FS 11302), come il bordo in- US Navy
taggio. Monteremo ora le ali come pre- terno del pezzo D44. A4E VA 155 USS Goral Sea
scritto nel foglio di montaggio facendo at- Attenzione: la punta dei cannoni è ar- A4E VA 212 USS Hancock
tenzione ad incollare i pezzi D26, D41, D39 gento opaco scuro. A4E VA 113 USS Enterprise
al pezzo C15 e solo dopo che questi sono Marines
bene asciutti li applicheremo all'ala, lo RAN A4E VMA 211
stesso faremo per l'altro slat. Ricordiamo Gli Skyhawk australiani sono uguali a A4E VMA 121
che il pezzo A2, cioè l'asta per il riforni- quelli della Us Navy. A4E VMA 311
mento in volo, è quello montato sui primi
US Navy - Blue Angels Scatola: IMC 1 : 72
tipi, mentre l'AlO è quello ora in uso.
US Navy
Monteremo ora l'armamento di caduta e Tutto l'aereo è blu (FS 15050), la punta A4E VA 55
quello di lancio come prescritto dalle delle ali, del timone di direzione e dei
istruzioni. Veniamo ora all'ultima fase del Marines
piani di coda è giallo (FS 13538). Gli slats, A4E VMA 332
montaggio che riguarda il completamento il bordo d'attacco del timone di direzio-
del muso. Prima di installare il parabrez- ne, dei piani di coda e il bordo dalle prese Scatola: Matchbox 1 : 72
za provvederemo a verniciare in nero se- d'aria del reattore sono in argento lucido. US Marines
milucido la parte superiore del cruscot- Ricordarsi di passare il giallo (FS 13538) A4M VMA 324
to da fare ben seccare prima di incollarvi anche sulle decals. Al termine tutto l'ae- Israele
il pezzo F7. Per ottenere una angolazione reo va verniciato con il trasparente lucido. A4N
giusta dell'apertura del tettuccio dovremo Scatola: Monogram I : 48
prolungare il pezzo D7 di 3 mm. Posizio- Nuova Zelanda US Navy
neremo per ultimi i pezzi D6 e D46 facen- Gli aerei neozelandesi adottano per la A4F VA 144 USS Bon Homme
do attenzione specialmente a quest'ultimo parte superiore una mimetizzazione a 3 Richard
per l'esatta collocazione in quanto varia da colori; sabbia (FS 30266) verde scuro (FS Marines
serie a serie. Dalla scatola dello Skyhawk 34079) e verde medio (FS 34102) mentre A4E VMAT 102

16 storia MODELLISMO
In questa pagina, tre bei modelli costruiti
dal nostro collaboratore Lino Mastrange-
lo. Qui sopra, un Monogram in scala 1: 48,
a lato e sotto due diverse interpretazio-
ni dell'Hasegawa 1: 32. Nelle pagine ap-
presso la consueta rubrica • Modelli sul-
la bilancia • è dedicata allo • Skyhawk •
A-4E.

Scatola: Hasegawa I : 32
US Navy
A4E VC I
A4E Blue Angels
Esci Foglio 78 scala 1 : 72
US Navy
A4E VA 155 USS Constellation
A4C VA 113 USS Kittyhawk
A4C VA 192 USS Bon Homme
Richard
Nuova Zelanda
A4K 75 Squadron
Israele
A4N
Australia
A4G 805 Squadron Hmas
Melbourne
Micro Scale foglio 138 scala 1 : 72
A4E Blue Angels
Micro Scale foglio 77 scala 1 : 72

storia MODELLISMO 17
US Navy
A4B VA 34 Saratoga
A4C VA 112 USS Ticonderoga
A4B VA 152 USS Forrcstal
A4C VA 95 USS |.F. Kennedy
Marines
A4C VMA 22 USS Hornet
Micro Scale foglio 114 scala 1 : 72
US Navy
A4E VC 1
A4F VA 93 USS Bon Homme
Richard
A4L VA 203
A4F VA 144 USS Bon Homme
Richard
Marines
A4E VMA 311
Micro Scale foglio 72 scala 1 : 72
US Navy
A4C VA 64 USS Indipendence
A4C USF 1 USS Indipendence
Marines
A4C VMA 224
A4E VMA 121
A4E VMA 223
Micro Scale foglio 3 scala 1 : 48
US Navy
TA4I Comtra Wing 2
TA4J VA 43
TA4) VA 127
Marines
TA 4F H & MS 12
Micro Scale foglio 6 scala 1 : 48
US Navy
A4F VC 2
A4E VC 5
A4F VA 55 USS Hancock
Marines
A4F VMA 223
Micro Scale foglio 37 scala 1 : 32
US Navy
A4F VA 22
A4E VF 43
A4F VA 192
Micro Scale foglio 38 scala 1 : 32
Marines
A4E VMA 211
A4E VMA 311
A4E VMA 121
Model Decal foglio 17 scala 1 : 72
Australia
A4G 805 Squadron
Nuova Zelanda
A4K 75 Squadron

COLORI
Humbrol
FS 11136 Gloss Insigna Red 20
14187 Gloss Light Green H 38 avvic
15042 Gloss SeaBlue HB 9
17875 Gloss Insigna White 22
27875 Semi Gloss Ins. Wh. 34
30219 Tan Special HU9
30266 Sand HM2
33531 Yellow Special HB 16
HR103
34079 Dark Green HU1 HU7
34102 Green HU8
34227 Green HF2
35622 Light Blue HG5
36231 Interior Gray H27 HG4
In questa pagina una fila di modelli dello * Skyhawk > montati e dipinti da Lino Mastran- 36440 Light Culi Gray HI 5
gelo e rivestiti con alcune delle araldiche descritte nell'articolo, e facilmente iden- 36622 Light Gray HU 10
tificabili.

18 storia MODELLISMO
Modelli sulla bilancia
di Lino Mastrangelo

SKYHAWK A4E BLUE ANGELS


HASEGAWA 1 : 32 M SKYHAWK A-4E
PRECISIONE SCALA: Ottima. 1/48 scale unassembled morfei kit
FEDELTÀ': II modello non riproduce quello effettivamente im- Modète réduH

piegato dalla pattuglia acrobatica della marina ma un normale MOLDED IN COLOR

A4E con pezzi alternativi ed inoltre necessita di piccoli lavori di


modifica da eseguire che sono alla portata di tutti. Ottime le
parti trasparenti, l'unico neo da noi riscontrato riguarda la
riproduzione delle ruote e dei freni non molto fedelmente stam-
pati. Ottimi i serbatoi supplementari del carburante come anche
l'interno del posto di pilotaggio ad esclusione del poggiatesta, e
del martinetto che comanda l'apertura del tettuccio in quanto
troppo corto.
ACCURATEZZA: Ottima sotto ogni punto di vista specialmente
la riproduzione delle pannellature e delle rivettature. Ben ripro-
dotti gli slats e i loro braccetti.
STAMPO: Stupendo. ACCURATEZZA: Ottima, pannellature ben disegnate e in ottimo
PARTI MOBILI: Soltanto il ruotino anteriore è mobile, slats e rilievo con tratto molto fine, tettuccio molto trasparente e ben
aerofreno da posizionare a piacere. E' possibile costruire un riprodotto.
normale A4E A4F. STAMPO: Ottimo con assoluta mancanza di sbavature.
PARTI MOBILI: Soltanto il ruotino anteriore è girevole. Gli
slats possono essere montati solo aperti mentre gli aerofreni, il
tettuccio e gli ipersostentatori possono essere posizionati aperti
o chiusi.
CONFEZIONE: Ottima, disegno molto chiaro specialmente per
quanto riguarda il posizionamento delle decals che sono vera-
mente complete.
REALISMO: Ottimo.

SKYHAWK A4F
HASEGAWA E FROG 1 72
PRECISIONE SCALA: Buona.
FEDELTÀ': In generale buona. Carrelli non fedelmente riprodot-
ti, manca il faro di attcrraggio e gli aerofreni sono sottodimen-
CONFEZIONE: Valida; buone le istruzioni. Decals ottime che sionati. I portclloni dei carrelli sono molto spessi e grossolana-
permettono di scegliere uno tra i sei aerei della pattuglia. mente riprodotti. Il posto di pilotaggio è completamente spoglio
REALISMO: Ottimo. e il sedile è grossolanamente riprodotto. Buoni i serbatoi ausi-
liari ma non altrettanto il gancio d'arresto. Slats troppo grandi.
Manca il faro d'attcrraggio.
ACCURATEZZA: Buona, pannellature ben riprodotte con rilievo
SKYHAWK A4E/A4F molto fine.
HASEGAWA 1 : 32 STAMPO: Ottimo, completa assenza di sbavature della plastica.
PARTI MOBILI: Nessuna. Solo gli aerofreni possono essere mon-
Possiamo ripetere i giudizi precedenti per ciò che riguarda la tati aperti. Possibilità di montare il contenitore superiore dell'avio-
precisione, la fedeltà, l'accuratezza, lo stampo e le parti mobili. nica supplementare. Notevoli diversità di carichi subalari appli-
CONFEZIONE: Valida, istruzioni notevoli per precisione di cabili.
disegno, decals che permettono un soggetto di notevole effetto. CONFEZIONE: Ottima, istruzioni non molto chiare, ottime decal
REALISMO: Ottimo. molto fini nel disegno e nello spessore.
REALISMO: Molto buono.

SKYHAWK A4E SKYHAWK A4M/N


MONOGRAM 1 48 MATCHBOX 1 : 72
PRECISIONE DELLA SCALA: Ottima. PRECISIONE SCALA: Discreta in quanto più piccolo.
FEDELTÀ': Molto buona in generale, prese d'aria del reattore di FEDELTÀ': Discreta. Per I'A4N mancano i cannoni DEFA, i car-
forma e grandezza giusta, parabrezza non esatto come i freni e relli sono riprodotti mollo semplicisticamente come il posto di pi-
l'antenna posta sul contenitore dorsale dell'avionica. Profilo del lotaggio senza interni e con sedile di pura fantasia. Troppo spessi
muso non molto esatto. Posto di pilotaggio ottimo manca solo la i portelli dei carrelli, le prese d'aria del motore sono di forma
maniglia di espulsione del seggiolino e il martinetto di apertura errata e troppo piccole. Sonda del rifornimento in volo dell'ul-
del tettuccio. Cannoni di forma non esatta come le aperture per timo tipo. Pannellatura alare di pura fantasia come l'ugello di sca-
la fuoriuscita dei bossoli. rico del reattore. Gancio d'arresto molto grossolano.

storia MODELLISMO 19
DOUGLAS TA-4F SKYHAWK CS3
ACCURATEZZA: Abbastanza buona in generale se non per abi-
tudine della casa di riprodurre le pannellature con dei solchi tipo
aratro e sovente anche con disegno di pura fantasia.
PARTI MOBILI: Nessuna.
STAMPO: Buono senza alcuna sbavatura - tettuccio molto traspa-
rente considerando lo spessore.
CONFEZIONE: Buona, istruzioni molto chiare, decals troppo
spesse e di disegno non esatto.
REALISMO: Discreto.

SKYHAWK A4E
FUJIMI 1 : 48 PARTI MOBILI: Quelle correnti.
CONFEZIONE: Buona, disegno non molto chiaro specialmente
PRECISIONE DELLA SCALA: Scarsa, in generale più piccolo. per quanto riguarda l'applicazione delle decals. Presente un dise-
FEDELTÀ': In generale discreta. Carrelli riprodotti troppo sem- gno a colori per l'araldica.
plicisticamente e con ruote di pura fantasia, mancano i freni, por- REALISMO: Buono.
telli dei carrelli troppo spessi. Armamento di caduta grossolana-
mente riprodotto e fuori scala come i cannoni. Prese d'aria del
reattore di forma non esatta come il tettuccio. Interno del posto SKYHAWK TA4F
FUJIMI 1 : 48
DOUGLAS A-4E SKYHAWK ESS PRECISIONE DELLA SCALA: Molto buona.
Per il resto come sopra.

SKYHAWK A4E
IMC 1 : 72
PRECISIONE DELLA SCALA: Buona in quanto leggermente più
piccolo.
FEDELTÀ': Carrello di attcrraggio anteriore e posteriore di pura
fantasia come le ruote e il loro posizionamento, portelloni copri-
carrelli di forma errata come gli aerofreni ed i cannoni. Conte-
nitore dei razzi troppo grande, gancio d'arresto mal riprodotto
come le prese d'aria del motore che sono di forma errata; ugual-
mente il tettuccio e il parabrezza. Piloni bombe e bombe di pura
fantasia. Pannellature di pura fantasia.
ACCURATEZZA: Molto scarsa, rivettatura molto evidente, parti
di pilotaggio di pura fantasia come il seggiolino. Gancio d'arresto trasparenti non molto chiare.
riprodotto molto semplicisticamente. Serbatoio supplementare cen- STAMPO: Abbastanza buono, senza sbavature.
trale di forma errata come il faro d'atterraggio. PARTI MOBILI: Nessuna. Presenti delle parti stampate con ef-
ACCURATEZZA: Buona in generale, ben riprodotte le pannella- fetti di rottura dovuta a combattimento.
ture. Parti trasparenti non troppo chiare. CONFEZIONE: Discreta, disegno molto chiaro. Decals con pochis-
STAMPO: Discreto per la presenza di alcune sbavature di pla- sima colla e molto spessore.
stica dovute alla non perfetta chiusura dei due semistampi. REALISMO: Non ci sentiamo di esprimere un giudizio.

207
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PARTE SECONDA

Finltura scafo e sovrastrutture

C ullo scafo fasciato di listelli e sul pon-


^ te, ricoperto pure di listelli (tavolato),
dovremo ora costruire le attrezzature per
dare al vascello il movimento, la governa-
bilità, la difesa (o i mezzi di offesa); do-
vremo inoltre rifinire la poppa e la prua.
Per completezza di riferimento trattere-
mo anche di alcuni particolari che sul
Bounly non troveranno applicazione: le fi-
nestre dei cannoni. Il Bounty ha le sue
artiglierie tutte in coperta essendo una fre-
gata ad un ponte.
Le finestre dei cannoni si trovano sulle
fiancate delle navi a più ponti sistemate
in linee di fuoco tra la linea di galleggia-
mento e quella della impavesata (linea del
ponte superiore e principale) ed il mo-
dellista per aprirle opera con uno scalpel-
lo o con un taglialegno molto affilato dopo
aver disegnato esattamente i contorni con
una matita; incidirà quindi lungo i segni
ed asporterà il pezzo di fasciame.
Di solito le finestre vengono incise in
punti già predisposti, in modo che il can-
none (a volte la sola canna) possa trovare
all'interno la sua « piazzola » già prepara-
ta; sempre all'interno, per rinforzare i bor-
di delle finestre, saranno già stati fissati Qui sopra la nave di Sua Maestà * Bounty • completamente assemblata con il kit della
i montanti e le traverse del telaio delle Sergal in scala 1 : 60; il modello è perciò lungo 910 millimetri. Il vascello fu varato nel
finestre stesse. Qualora non fosse già sta- 1787 nell'arsenale di Spithead, era una fregata a un ponte, armata con quattro cannoni.
to fatto non sarà difficile eseguire il lavoro La lunga storia dell'ammutinamento della ciurma nei mari del Sud ha reso celebre la
dall'esterno dopo aver creato le aperture. « Bounty *.
Sulle finestre si applicheranno i portel-
li, ossia le chiusure delle finestre stesse; La « insellatura », combinandosi con la no dalla ricercatezza estetica e si abban-
essi saranno fatti con pezzi di compensa- « curva dei bagli », costituisce la caratteri- dona all'estro di artisti anche di fama che
to o legno di poco spessore, della stessa stica più significativa del ponte: la « cur- la arricchiscono con sculture e pitture più
grandezza delle aperture, che saranno poi va dei bagli » è la linea, secondo la lar- o meno appariscenti. Tra di esse stacca il
ricoperti con pezzi di listello in linea con ghezza, da murata a murata, fatta a gob- « castiglio » ossia lo scudo su cui è inciso
il resto del fasciame e che, tagliati di poco ba d'asino, come le strade, per consentire il nome della nave e, a volte, il porto di
più larghi del portello, ne costituiranno all'acqua, caduta per qualsiasi ragione sul varo e l'anno di costruzione.
la cornice in leggera sovrapposizione sul- ponte, di defluire rapidamente in mare at- Per il nostro Bounty troveremo tutto
la fiancata. Il portello sarà poi completato traverso i fori appositamente ricavati nel- preparato nella scatola della Sergal.
con le cerniere che saranno fissate sul fa- le murate (ombrinali). A prua l'unica concessione estetica è
sciame incardinandole. Il portello sarà tenu- A poppa dovremo realizzare le finestre rappresentata dalla polena: una decorazio-
to sollevato, cioè aperto, da un filo di refe degli alloggi e quelle della camera di ne scultorea fissata sulla parte più alta
che congiungerà la parte bassa del portel- consiglio: la poppa era, con il ponte di dello sperone, detta appunto porta-polena;
lo stesso (vi sarà stato praticato un forel- comando, la zona più importante e « nobi- essa solitamente raffigura corpi di donna,
lino ove sarà stato fissato il refe con una le » della nave; in essa, con vedute a bal- guerrieri, animali ed è l'elemento distintivo
goccia di colla) con un punto perpendi- cone od a veranda, venivano sistemati gli del vascello. In netto contrasto con tale
colare e sovrastante della fiancata (o del- alloggi degli ufficiali e dei personaggi im- definizione c'è poi da ricordare che veniva
la murata). portanti ed i servizi igienici; questi ultimi chiamata polena anche la zona retrostante
Ritorniamo al Bounty, ove dovremo su- erano realizzati in costruzioni a « nido » la decorazione, realizzata con un tavolato
bito tracciare la linea di galleggiamento che applicate a poppa, sulle parti laterali e che pieno di fori, più spesso con assi incro-
corre da prua a poppa, seguendo una li- si chiamavano « giardinetti » o « bottiglie ». ciate, ove l'equipaggio faceva i suoi bisogni
nea diretta; detta linea si contrappone, Nel nostro modello i « giardinetti » e le corporali; gli escrementi finivano in mare
quasi in parallelo, con la « insellatura », finestrature di poppa sono già preparati e e le onde di traverso si incaricavano di
caratteristica forma della linea del ponte basterà sistemarli con collante sulle ordi- tenere sempre ben lavata la latrina.
superiore che corre anche essa da prua nate sui sostegni già incastrati nello scafo. Sul ponte dello scafo dovranno quindi
a poppa ma in modo leggermente curvo, Si tenga a questo punto presente che la essere sistemate tutte quelle opere che,
con i punti più alti a poppa ed a prua poppa è l'unica zona della nave d'epoca emergendo su di esso, si chiameranno so-
ed il punto più basso verso il centro della in cui la rigida concezione marinaresca vrastrutture, e potranno essere grosse co-
nave. della costruzione si fa prendere la ma- struzioni o piccoli particolari a seconda del

storia MODELLISMO 21
tipo di nave. Nei grossi vascelli potranno
vedersi così il ponte di comando, il ca-
stello (di prua e di poppa), il cassero, la
tuga. Il fìounty ha un ponte piano e su
di esso dovremo montare solo i passaggi
per il sottoponte (boccaporto), e le prese
d'aria (carabottini); sistemeremo la ruota
del timone, gli argani, le pompe e la cam-
pana che batteva le ore specie per indi-
care i quarti di guardia.
Tutti questi pezzi, già predisposti, po-
tranno essere assiemati con un po' di col-
la e di... pazienza: il disegno costruttivo
mostra chiaramente come dover procede-
re; raccomandiamo soltanto di essere mol-
to pignoli nell'eseguire il lavoro e ricor-
diamo che, qualora i particolari non in-
castrassero bene tra loro, non bisogna for-
zare la composizione ma operare con pez-
zetti di carta vetrata ripiegati per pulire
le superfici di contatto.
Le ancore ed i cannoni saranno gli ul-
timi pezzi a raggiungere la loro posizione. fìwr
Le ancore erano calate in mare trami-
te la gru di capone, ossia una trave spor-
gente a prua, a destra ed a sinistra sim- Particolari dalle istruzioni per il montaggio del kit Sergal. Si nota, in alto a sinistra, la
metricamente, in cui erano ricavate delle disposizione dei cannoni; al centro, una colubrina da murata.
pulegge che servivano a « filare » in mare
la gomena che fuoriusciva dall'occhio di te ed aprendo falle pericolose specie se Realizzare bene l'ancoraggio dei canno-
cubia, il foro posto sui due lati dell'alto vicine alla linea di galleggiamento: il can- ni è cosa molto importante ed un buon
della prua. none era quindi imbracato con corde robu- modellista deve poterlo fare in maniera
I cannoni, composti di ruote, affusto e ste e paranchi alle murate per non farlo quasi eguale a come lo era nella realtà.
canna (comprendente anche la camera di retrocedere e, contemporaneamente era te- La posizione di essi a bordo del Bounty,
scoppio) davano la classifica alle navi che nuto legato al ponte, dalla parte posteriore che disponeva solo di quattro cannoni di
armavano: e si aveva la nave ad un pon- (paranchi di rincula) per evitare che duran- coperta (sistemati cioè tutti sul ponte) è
te se una era la linea di cannoni che te la navigazione, o il combattimento, vo- bene indicata nei disegni della Sergal che
aureola va i suoi fianchi; a due ponti, se lasse fuori dei portelli: questo ancoraggio mostrano anche la sistemazione delle co-
due erano le linee di fuoco sui due lati; posteriore si esprimeva con il verbo « ala- lubrine (cannoni leggeri fissati sulle mu-
a tre ponti se erano tre. re » ed « alati » erano i cannoni ancorati rate).
II cannone su ruote era legato alla sua « tirati » indietro. I cannoni erano posizionati sulle fian-
posizione come animale assai pericoloso. Durante la navigazione i cannoni erano cate dei vascelli che, per far fuoco con-
Rompendo i suoi ormeggi, specie se con tenuti indietro, dalla linea dei portelli, da tro le navi nemiche, si mettevano di fian-
mare agitato, era capace di spostarsi da cui non sporgevano: i portelli erano chiu- co con rapide ed audaci manovre, spa-
un punto all'altro del ponte o del sottopon- si ed i cannoni « trincati », ossia bloccati rando prima tutti i colpi delle artiglierie
te frantumando divisori, murate e fianca- in fase di inazione. di un Iato (bordata), poi quelli dell'altro,
mentre i servitori ai pezzi ricaricavano i
cannoni che avevano appena sparato. A
poppa ed a prua alcune navi tenevano in
posizione un paio di pezzi, detti « di cac-
cia » quelli a prua che servivano negli
inseguimenti, e « di fuga » quelli a poppa
che servivano a difendersi se inseguiti.
Ormai il nostro vascello attende soltan-
to la sua spinta per prendere il mare: oc-
correrà dotarlo delle attrezzature necessa-
rie perché questa spinta sia possibile con
il vento che gonfia le vele.

(2 - continua}

Nel prossimo numero al navi-


modellismo saranno dedicati
tre articoli:
• Costruiamo la HMS Boun-
ty - Terza parte
• Gli incrociatori -da bat-
taglia « Scharnhorst » e
« Gneisenau »
II disegno dello scafo della « Bounty », fregata ad un ponte, mostra la complessità del • Modello di una Vosper
montaggio, facilitato tuttavia dalle istruzioni chiare e dalla razionale predisposizione
dei pezzi.

22 storia MODELLISMO
Diorama: la ritirata degli alpini in Russia-3
di Carlo D'Agostino

PARTE TERZA E ULTIMA Italiani e sbandati ungheresi e ru- pre in plastica e per penna sul cappello ho
meni adoperato plasticard sagomato, mentre per
gli Alpini sicatori ho utilizzato i tedeschi
della Esci-Polistil in tuta invernale, cam-
Accingendomi alla descrizione di queste biando soltanto il copricapo con quello de-
Cannoni 75/13 artiglieria da mon- figure completamente modificate nel loro
tagna gli Alpini sciatori ho utilizzato i tedeschi
aspetto originale, devo precisare di esser- sche, verniciando in bianco le tute, appli-
mi attenuto il più fedelmente possibile al- cato le giberne più le armi individuali ita-
I cannoni da montagna 75/13 in dota- la narrazione dell'autore, aiutandomi con liane reperite nei kit Italaerei n. 303 e 305
zione ai reparti dell'artiglieria alpina era- le fotografie inserite nei due libri, serven- dei paracadutisti e bersaglieri, mentre per
no in gran parte costituiti da preda belli- domi inoltre delle foto pubblicate nell'ope- verniciare i pastrani, elmetti, berretti alpi-
ca, catturati all'esercito austro-ungarico ra libraria « La seconda guerra mondiale » ni ecc. ho usato sempre della Humbrol
nella guerra 1914-18, modificati e miglio- diretta da Enzo Biagi ed edita dalla SA- il Matt 30 verde; per le coperte, zaini pezze
rati, ma non certo adatti a competere DEA; come fatto in precedenza mi sono di stoffa il Matt 31 slate grey. Frammisti
con gli armamenti moderni del nemico e servito dei kit prodotti dalla Tamiya-llalae-
alla massa italiana vi erano anche sban-
contro i carri armati pesanti; ciò non to- rei-Monogram-Heller-Esci-Polistil, riprodu-
dati rumeni e ungheresi: per verniciare i
glie che questi pezzi manovrati dagli alpi- centi soldati tedeschi, italiani (pochi), in-
ni facessero dei veri miracoli: essi veniva- glesi, giapponesi, americani; ho fatto una
no trasportati a dorso di mulo (l'eroico e prima scelta per l'equipaggiamento e arma-
paziente amico degli artiglieri) sulle cui mento individuale italiano, prendendo come
groppe venivano sistemate le ruote, l'affu- modello base il kit della Italaerei dei sol-
sto, la canna, le schermature, le cassette dati italiani, passando a modificare o auto-
di munizioni, ecc. Ho costruito questi costruire quelli che mancavano, modifi-
cannoni, aiutandomi con documentazioni cando gli elmetti americani, trasformando
fotografiche, disegni e anche chiedendo le borracce tedesche in italiane; stessa co-
delucidazioni ad alcuni ex artiglieri alpini sa per i tascapane, i contenitori, i porta
friulani: sono riuscito a costruirne cinque, maschere fatti in tela, le mollettiere.
di cui tre posti in batteria, uno traspor- Una volta raggiunto il numero necessa-
tato a dorso di mulo e uno distrutto; la rio sono passato alla modifica delle figure
loro costruzione è stata molto laboriosa con in base ai vari racconti, come per esem-
molti tentativi falliti prima di ottenere un pio quello dell'artigliere alpino caperai mag-
risultato discreto. In merito al pezzo di- giore Olivo Maronese con le gambe sguer-
strutto mi sono rifatto a uan chiara foto- ciate da una granata, morto dissanguato
grafia inserita nel libro « Centomila gavet- accanto al suo pezzo da 75/13 distrutto,
te di ghiaccio », che mostra per l'appunto oppure del cappellano militare tenente de-
un 75/13 colpito dall'artiglieria russa il gli Alpini padre Mario Vittorio Tonidanel
30 dicembre 1942 a Novo Kalitwa: lo scu- che inginocchiato assiste il sottotenente
do paraschegge è contorto e smembrato, Giulio Slataper di Trieste (medaglia d'oro Uno dei pezzi del diorama: un ufficiale
una ruota è spezzata e l'altra contorta, il alla memoria) o dei due ufficiali semiassi- italiano (ottenuto con modifiche di solda-
sedile del puntatore e del servente è di- derati Tossi e Franceschetti che si salve- tini di altre nazionalità) accanto ad un
velto. Per il 75/13 someggiato, dovendo ranno e. ancora, dell'eroico generale Rever- cannone da montagna da 75/13, autoco-
fare dei muli, fortunatamente ne ho trova- beri (che dall'alto di un semicingolato tede- struito (sarebbe meglio chiamarlo obice
ti quattro in una cartoleria di periferia; sco incita tutti all'assalto di Nikolajevka, anziché cannone).
non posso precisare la casa produttrice ultima speranza di salvezza), del colonnel-
perché erano privi di marca. lo Signorini, che, instancabile nell'incorag- loro pastrani per distinguerli dagli italiani
Ho ritoccato un po' con il pirografo le giare, incitare, aiutare i soldati, deboli, sfi- e dai tedeschi ho usato HU 9 considerato
orecchie e le code, riverniciandoli comple- duciati, sfiniti, morirà d'infarto poco tem- che il colore di base delle loro uniformi
tamente, sistemando sulla groppa il basto po dopo essere uscito dalla sacca, dell'al- era il marrone chiaro (kaki).
da me costruito e completando con i pezzi pino Alessandro Ruini che si trascina un
del cannone: sul primo l'affusto con la cavallo donatogli da un civile russo (deci-
scudatura, sul secondo la seconda parte so a mangiarselo assieme ai suoi compagni Tedeschi
dell'affusto con la canna, sul terzo le ruote e che scambierà poi con una mucca datagli
e sul quarto le cassette delle munizioni. Al dal suo generale), del tenente veterinario Senza ripetermi descriverò brevemente
morso i muli avevano una catena con la Carlo Dodi che si ritirerà assieme al cane questa parte perché è la più semplice da
quale i conducenti li guidavano; per que- lupo Buch, portafortuna della Divisione, realizzare in quanto di kit riproducenti
sto lavoro ho usato le catenelle che i mo- portato da Gorizia e poi scomparso nella soldati tedeschi vi è una vera inflazione
dellisti navali adoperano per i loro model- battaglia di Nikolajewka (anch'esso raffi- con l'imbarazzo della scelta; fra i tanti ho
li, inserendole nelle bocche delle bestie e gurato nel diorama). preferito i kit della Esci-Polistil e Tarn/va
fermandole con del filo di ferro. Per la Il vestiario dei soldati era molto etero- con tuta mimetica invernale, modificando
verniciatura ho usato il Mati 30 Humbrol, geneo, costituito da coperte, pellicce per solo poche figure (12 su 28 raffigurate)
usando anche certi piccoli accorgimenti che i più fortunati, pastrani italiani, rumeni, per sistemarle sui mezzi.
ogni modellista un po' esperto conosce ungheresi, pezzi di coperte ai piedi al po- La maggioranza delle figure è vernicia-
(per esempio canna sporca di nero fumo, sto delle scarpe, casacche tolte ai caduti ta in bianco Matt 34 opaco, alternando per
scudatura ammaccata o graffiata dalle tedeschi o russi; per far ciò ho usato la alcune \'HM6 field grey, considerando che
scheggie). Ho sistemato cassette di muni- plastica liquida fatta con dello sprue ver- non tutte le divisioni tedesche di prima li-
zioni, bossoli, proiettili dietro i cannoni de e l'acetone, incominciando a lavorare nea erano equipaggiate per l'inverno rus-
in batteria, perché sono facilmente reperi- le figure dando la sagomatura voluta; per so, armi ed equipaggiamenti sono dei me-
bili nelle scatole di montaggio. gli Alpini ho fatto il classico copricapo sem- desimi kit.

storia MODELLISMO 23
Mezzi tedeschi ;li; queste modifiche le ho eseguite a gare. Dopo aver sistemato tutti questi mez-
caldo con il pirografo usando la punta zi, soldati, cavalli, ecc. sul plastico, con
Tenendo conto della superiorità e moder- calda del medesimo per segnare i colpi e la bombola neve spray a fiocchi sono pas-
nità tedesca in armamenti, mezzi corazza- le incrinature sul parabrezza; nel costrui- sato allo spruzzata finale di neve da una
ti e di trasporto nei confronti dell'Esercito re il portabagagli ho usato dello sprue ri- altezza di 30-40 cm su tutto il diorama
Italiano, nella disastrosa ritirata essi pote- scaldato tirato a fine e sagomato formando creando in tal modo una scena incredibil-
vano disporre ancora di qualche mezzo un telaio, incollandolo sulla cabina di gui- mente realistica.
corazzato o cingolato; nel completare la da; per la verniciatura interna (sedili e
scena del diorama ho quindi scelto: un porte interne) ho usato il Mati 62 Humbrol.
Sturmgeshuetz III G con cannone da 75 Il materiale utilizzato
Ho lasciato la parte interna del cassone
mm della Tamiya, un semicingolato Schìit- nel colore grigio originale del kit, mentre Complessivamente per la realizzazione
zenpanzerwagen Sd.Kfz 251/8 della Nitto, tutta la parte esterna del trattore è in del diorama sono stati usati:
un autocarro trattore Stcyr RSO/01 della bianco opaco HM 16 usando però il pen- n. 2 carri russi T/34 Tamiya ope-
Tomy e un Nebelwerfer (lanciarazzi) del- nello, volendo in tal modo dare una mime- rativi;
la Esci. tizzazione invernale d'emergenza; per i cin- n. 1 carro tedesco Stu G/lll Tamiya
Per lo Sturmegeschuetz III C, essendo goli vale il discorso degli altri cingolati. operativo;
operativo, ho usato gli stessi accorgimenti
fatti per i carri russi T/34 (paracingoli n. I semicingolato Sd Kfz 251/ N il-
Nebelwerfer io operativo;
n. 1 autocarro trattore Sleyr RSO/01
Letteralmente lancianebbia; a sei canne,
Tomy operativo con lievi modi-
senza nessuna modifica, costruito come pre-
fiche;
sentato nel kit con verniciatura in bianco
opaco sporco di grafite, ruote gommate in n. 1 lanciarazzi tedesco Esci ope-
nero opaco, con neve ghiacciata sui bat- rativo;
tistrada delle gomme. n. 5 cannoni da montagna da 75/13
A lavoro completato, per rendere più opa- autocostruiti;
chi tutti i soggetti, ho usato l'opacizzante n. 15 cavalli Tamiya, Airfix e Britain
spray della Pactra, scale model Flats, dan- ' modificati;
do una sola spruzzata e lasciando asciu- n. 1 mucca Britain;
n. 5 muli più un cane lupo (casa
produttrice sconosciuta);
n. I trojka autocostruita;
n. 3 slitte autocostruite;
Schizzo dell'autocarro trattore col portaba-
gagli di fortuna sul tetto della cabina: è n. 1 slitta ambulanza autocostruita;
realizzato con sprue (p) e incollato. La n. 18 soldati russi Tamiya, Monogram
lettera r indica come realizzare il porta- modificati;
bagagli, la q il sistema di ottenere fili
sottilissimi dallo sprue usando semplice- n. 50 soldati italiani fra alpini, con-
mente una candela accesa. gelati, ecc., modificati ed ela-
borati;
contorti, colpi di mitragliera, bocca del n. 9 soldati ungheresi e rumeni sban-
cannone leggermente annerita con la grafi- bati, elaborati;
te ecc.); verniciatura a spruzzo in bianco n. 28 soldati tedeschi Tamiya, Esci,
opaco Humbrol HM 16; per i cingoli vale Polislil, leggermente modificati.
lo stesso discorso fatto per i carri so-
vietici.

Due nuovi modelli di Auto Replicas


Semicingolato Sd Kfz 251/8 tra-
sporto truppa
Anche per questo mezzo non ho esegui-
to modifiche, tranne che togliere la mitra- T a società inglese Auto Replicas, di Barry
gliatrice MG42 posteriore perché dalle fo- e lune Lester, che fabbrica deliziosi mo-
tografie questi ultimi trasporti ancora ef- delli di automobili, avendo letto la nostra
ficienti erano stipati di tedeschi feriti o rivista, ci ha voluto mandare le Ialografie
semiassiderati oltre che dalla truppa an- di due degli ultimi prodotti: sono la Bu-
cora valida al combattimento; i soliti ac- gatti T32 « Tank » (in alto a destra) e la
corgimenti usati per i mezzi operativi (fa- Bentley 1937. La prima delle due vetture
nale anteriore colpito, asporto di una par- fa parte della serie cosiddetta economica
te del parafango, specchio retrovisore spez- dei kit Auto Replicas; la Bentley, invece,
zato, scrostatura di vernice); verniciatura incorpora alcune parti cromate, assi delle tore piallo; l'altra, in scala 1 : 24 è la TT
a spruzzo bianco opaco HM 16, cingoli ruote in acciaio e pneumatici di gomma. Replica Frazer Nash. Inoltre la dinamica
come tutti i mezzi corazzati. Il kit comprende inoltre una storia della ditta di Barry Lester sta preparando una
vettura dovuta al suo attuale proprietario. nuova serie altamente rifinita, in scala 1:43,
In questi giorni la Auto Replicas sta lan- che comprenderà la Morgan, la Bugatti, la
Autocarro trattore Steyr RSO/01 ciando due nuove autovetture: l'uno, in TR6 Era ed altre macchine ormai appar-
A questo autocarro cingolato usato co- scala 1 :43 è la popolare Morgan a radia- tenenti alla leggenda dell'automobile.
me trattore dai tedeschi in Russia, ho ap- Auto Replicas è distribuito da « La Mini
portato delle leggere modifiche: la porta Miniera, Via Monte Peano 19, 12100 Cu-
di sinistra contorta da un colpo di mitra- neo» . Notizie sulle novità della ditta sono
gliera, parabrezza posto di guida colpito anche stale date nell'ultimo supplemento
da scheggie, eliminazione della tenda co- pubblicalo da « Storia Modellismo » (le co-
pricassone; sul tetto della cabina di guida siddette « pagine gialle » del modellista).
ho costruito una intelaiatura per portaba-

24 storia MODELLISMO
IDEA PER UNA ELABORAZIONE
di Valerio Alfonzetti

"p\iil modello della Rio riproducente l'Alfa struzione dei modelli. Naturalmente tenere A questo punto montiamo il modello e
^Romeo 6c 1750 del 1932, possiamo ri- sempre sott'occhio la fotografia qui immor- passiamo alla rifinitura: il paraurti ante-
cavare, con dei « lavori » piuttosto sostan- talata è un dovere la cui mancata osser- riore verrà costruito con lamierino, i ter-
ziali, la Alfa Romeo 1500 Sport Mille Mi- vanza sarà punita con il risultato di un gicristallo idem, i fari supplementari si trar-
glia del 1929. modello elaborato da voi stessi secondo ranno possibilmente da altri modelli o si
La 1500 S M M del '29 aveva un motore la vostra fantasia personale e con non so costruiranno con il Das o lo stucco; le
6 cilindri di 1487 cc con doppio albero a quale soddisfazione. Per lo sportello ante- bombature dei fari anteriori si otterranno
camme in testa che forniva una potenza riore basterà limare la modanatura nella facilmente dalla confezione in plexiglass
di 54 CV a 4500 giri/minuto. parte superiore e riprodurre la piccola ma- di una scatola di pillole medicinali di for-
Vediamo ora le operazioni necessarie per niglia con filo di ferro molto sottile. An-
riprodurre questo bellissimo modello: si che il cofano motore andrà limato nella
prende il suddetto modello della Rio e, co- parte superiore ed, al posto della modana-
me prima cosa, si smonta il tetto e lo si tura, si potranno riprodurre i chiodini me-
elimina totalmente; secondo, si separa la tallici visibili nella fotografia depositando
carrozzeria dal telaio e si segano ambedue con la punta di uno spillo piccolissime
all'altezza del montante centrale. La par- gocce di adesivo.
te restante della carrozzeria potrà anche Per l'interno si può anche lasciare in-
essere gettata via (sarà più conveniente pe- variata la parte anteriore, mentre verrà eli-
rò riporla da parte per una futura « canni- minato il sedile posteriore.
balizzazione» a vantaggio di altri modelli) Per il bauletto posteriore ci si servirà
mentre il telaio avrà bisogno di un ulte- Oui sopra, il modello Rio da cui effettua-
di quello originale bombandolo adeguata- re l'elaborazione. Sotto, una splendida im-
riore taglio all'inizio del parafango poste- mente con lo stucco per dargli la forma magine dell'Alfa Romeo 1500 Sport Mille
riore; a questo punto il telaio sarà « ridot- spiovente visibile nell'immagine. Miglia del 1929, che si può ottenere con
to » in tre pezzi dei quali il più piccolo, Ora, uniamo carrozzeria e telaio, spe- un intervento abbastanza agevole sul mo-
quello centrale, verrà eliminato e si pro- rando di non aver fatto l'errore di aver dellino Rio.
cederà quindi ad incollare fra loro le altre costruito la prima « ad occhio » senza te-
due parti ottenendo così il telaio accor- ner conto della lunghezza del secondo, ed ma sferica ed andranno anch'esse vernicia-
ciato; dopodiché si eliminano entrambi i una volta constatata la corrispondenza fra te in rosso scuro. Il N. 71 andrà posto su
paraurti; il telaio, una volta arrotondata i due, si passi alla verniciatura, possibil- entrambi i lati del cofano anteriore. Per
la linea del parafango posteriore con del- mente separata per le varie parti, stando ogni altro piccolo particolare seguire la
lo stucco e tagliata la punta di quelli an- attenti ad usare per il telaio e le altre fotografia che pubblichiamo sarà, come det-
teriori (seguire la foto per queste opera- parti in plastica una vernice adatta non to prima, la cosa più opportuna e facile.
zioni), sarà quasi a posto. corrosiva, a scanso di inutili ed inoppor- Aggiungiamo che sarà per noi cosa mol-
Per la carrozzeria occorrerà procedere tune scene di nervi nei confronti di chiun- to gradita ricevere la fotografia di modelli
alla integrale costruzione della intera par- que vi circoli intorno. Il colore del metal- realizzati da nostri lettori seguendo questi
te posteriore e del tetto, servendosi di lo sarà rosso scuro, con le ruote nere co- consigli, e saremo molto lieti di pubbli-
lamierino, stucco, Das ed altro, come de- me nel modello Rio, consigliamo però il carle.
scritto nel precedente articolo sull'autoco- nero lucido.

storia MODELLISMO 25
Il museo storico Alfa Romeo
di Valerio Alfonzetti

T T u n tuffo nel passato, il rimpianto di ai vertici nelle competizioni sportive. Nel


^ non essere stati presenti a quelle im- 1915, quando la produzione è già di mille
prese, la nostalgia, la voglia di rubare, il vetture l'anno, l'A.L.F.A. passa nelle mani
rimanere incantati, il sentirsi riprendere per dell'ingegner Nicola Romeo ed assume l'at-
non aver saputo resistere alla tentazione tuale nome di Alfa Romeo. La prima guer-
di toccare un parafango rosso corsa... tutto ra mondiale vede l'Alfa Romeo impegnata
questo si può intensamente provare visi- nella costruzione di carri ferroviari ed agri-
tando il museo dell'Alfa Romeo ad Arese, coli, e motori di aviazione.
presso la direzione centrale dell'azienda. Il Dopo la guerra ricomincia la produzione
museo è aperto al pubblico ogni domenica di autovetture sportive e nel 1925 con la
ed è raggiungibile in pochi minuti dal cen- favolosa P2, pilotata da Brilli Peri, l'Alfa
tro di Milano. Consigliamo di visitarlo di vince il suo primo Campionato Mondiale.
mattina, in modo di evitare la folla di Precedentemente, nel 1923, una RL aveva
gitanti domenicali, che con nonne ed affi- dominato la prima Targa Florio. La P2 era
ni, non fa altro che profanare, agli occhi progettata dal grande Vittorio Jano, che
di chi non può provare che devoto amore, i doveva progettare ancora le più famose e
mostri sacri minuziosamente restaurati che vittoriose Alfa Romeo come la P3 e la
l'Alfa Romeo offre all'ammirazione degli meravigliosa 1750. vetture che pilotate dai
appassionati e (ma come si fa?) non. leggendari Tazio Nuvolari ed Achille Varzi,
All'ingresso troviamo la Darraco 8/10 Hp, dovevano vincere su tutti i circuiti della
costruita su licenza francese negli stabili- Terra.
menti del Portello dal 1906; il suo motore Nel 1933 l'Alfa entra a far parte del
2 cilindri di 1528 cc sviluppava una poten- gruppo IRI ed inizia anqhe la produzione
za di 10 cv a 1600 giri/min spingendo la di veicoli industriali e motori di aviazione
vettura fino a 40 km/h. Gli stabilimenti nello stabilimento di Pomigliano d'Arco.
del Portello vengono rilevati nel 1910 dal- Nel 1938 (ano progetta la Alfetta 158 che
la Anonima Lombarda Fabbrica Automo- vince tutte le gare cui partecipa e che
bili che nello stesso anno presenta la sua nel dopoguerra continuerà a dominare sul-
prima vettura, la Torpedo 24 HP, carroz- le piste fino al 1950 anno in cui con Nino
zata da Castagna, che con i suoi 4084 cc Farina vince il Campionato Mondiale.
era in grado di raggiungere i 100 km/h: Nel 1951 la sua diretta discendente, la
la gente rimane sbalordita da tali presta- 159 vince nuovamente il titolo, pilotata da
zioni chiedendosi come possa l'organismo )uan Manuel Fangio. Il 1951 è anche l'an-
umano resistere a velocità così folli; da no del decollo industriale Alfa, con l'ini-
questa vettura che porta sul cofano la cro- zio della produzione delle vetture di gran-
ce rossa in campo bianco del comune di de serie, prima delle quali la berlina 1900.
Milano ed il biscione visconteo, nasce una Il resto è storia recente e potrete « viver-
stirpe di vetture sportive all'avanguardia la » così come potrete documentarvi detta-
nelle soluzioni, tecniche e che sarà sempre gliatamente sulla parte qui brevemente ac-

Vetture del museo. Dall'alto: il tipo 103,


prototipo del 1960 mai entrato in produ-
zione (si potrebbe realizzarlo elaborando
un modellino di Giulia). In mezzo: il pro-
totipo della 2600 SZ di Zagato; la versio-
ne di serie è stata prodotta in metallo,
scala 1 : 43, dalla Politoys. Qui sopra: un
esemplare unico di Bertone, su meccani-
ca Giulia SS, del 1965.

cennata visitando il museo. Le vetture espo-


ste sono un centinaio e sono tutte in per-
fette condizioni e marcianti; tutte le Alfa
più famose sono presenti. Inoltre vi sono
anche diversi motori di aviazione e moto-
nautici (non dimentichiamo che anche in
questo campo l'Alfa Romeo vanta nume-
rosi allori) e, interessante più di ogni altra
cosa per noi, una ricchissima collezione di
modelli di vetture Alfa Romeo, fra le qua-
Oui sopra, macchine del museo: le RL SS vincitrici delle prime edizioni della Targa li molti pezzi tanto rari quanto interes-
Florio nel 1923 e 1924. Modelli di queste vetture si trovano nei kit in scala 1 : 43 santi.
della John Day.

26 storia MODELLISMO
Michele Conti, il mago degli automodelli
C iamo stati in visita da Michele Conti,
uno dei più famosi, se non il più gran-
de in assoluto, fra i modellisti artigiani
nel mondo.
Fra i suoi clienti abituali figurano nomi
come Cianni Agnelli, il famoso collezioni-
sta di auto Ferrari Maurice Bardimon, il
presidente della Rolls Royce, il complesso
dei Pink Floyd e tantissime altre persona-
lità di tutto il mondo, che commissionano
a Conti il modello delle proprie autovettu-
re. I suoi modelli, in esemplare unico, so-
no in scala 1 : 10 ed è inutile dire che la
perfezione regna in ogni minimo particola-
re, che l'autore (è giusto parlare di autore
in questo caso, perché si tratta di vere
opere d'arte) desume e riproduce dalle nu-
merose fotografie fornitegli dai proprietari
degli originali e dalle».case costruttrici. Ab-
biamo chiesto a Michele Conti di raccon-
tarci un po' la sua storia; il suo primo
modello nacque nell'immediato dopoguer-
ra, quando vedendo passare le lunghe co-
lonne militari delle truppe alleate sulle
jeep, al giovane Michele venne una gran
voglia di possederne una e, non avendo
nessuna intenzione di rinunciarvi, decise Qui sopra, Michele Conti, il • mago dei modelli •, al lavoro sul modello di una Fer-
rari 312 prototipo. Sotto: in alto, una Porsche 911 SC; a pie' di pagina, una Ferrari
di costruirsene un modello in scala ridotta. Da/fona 365. Sono entrambi modelli unici in scala 1 : 10; la Ferrari è stata commis-
Il modello venne fatto nel giro di po- sionata da un collezionista statunitense.
chi giorni, era costruito in legno ed aveva
nel rimorchietto posteriore un piccolo mo- sparuta, a dir la verità dato che i suoi militare inglese per conto del quale deve
tore elettrico che ne assicurava la propul- modelli vanno a ruba) ed abbiamo potuto ancora realizzare alcuni modelli di carri.
sione. Tale era la perfezione del modello ammirarla personalmente. Dopo questi pri- Però la sua passione sono indubbiamente
che un commerciante, colpito dalla bellez- mi modelli, costruiti per piacere persona- le auto e per lui ogni nuovo modello è
za dello stesso, facendo strane promesse
le, cominciarono ad arrivare le prime ri- una nuova creatura, fonte di passione pri-
al giovane costruttore, finì con l'appropriar-
chieste di modelli da clienti di tutto il ma che di lavoro, una passione che non
sene e con il realizzarne una piccola serie mondo. stanca mai e che non finisce di dare sod-
all'insaputa d e l s u o autore. Dopo questa
Il primo cliente importante fu la scude- disfazioni. Da un paio di anni, a fronte
prima sfortunata esperienza, Conti, che ria Ecurie France che ordinò a Conti i delle numerose richieste, Michele Conti ha
lavorava presso la carrozzeria Pininfarina, modelli di tutte le sue vetture, per lo più iniziato una produzione di kit in metallo
costruì il modello della dream car statu- Ferrari. Da allora in poi (si era negli an- bianco scala I : 43 per la gioia di tutti i
nitense Le Sabre, sempre in legno e sem- ni '50) gli ordini si fecero sempre più nu- collezionisti del mondo, modelli che si so-
pre perfettissima nei minimi particolari. merosi e Conti, che nel frattempo era pas- no subito posti al vertice nella loro cate-
Questo modello fa parte ancora della col- sato alla carrozzeria Ghia, abbandonò que- goria e che l'autore vende anche già mon-
lezione privata di Michele Conti (molto st'ultimo lavoro per dedicarsi esclusiva- tati e firmati, in numero limitato. Prossi-
mente ai modelli. Ed il lavoro non gli man- mamente Conti vorrebbe preparare alcuni
ca di certo; abbiamo personalmente con- kit in scala 1 : 24. Per ora, in scala 1 : 43
statato che lavora sempre, anche la dome- sono già disponibili una decina di interes-
nica, chiuso nel suo piccolo studio-labora- santi modelli, fra i quali tutte le Ferrari
torio alla periferia di Torino; gentilmente formula 1 della serie « T », tutte le versio-
il mago ci ha confidato alcune fasi della ni della Lancia Stratos vincitrici dei vari
realizzazione dei suoi modelli: partendo campionati rally, l'Alfa Romeo 33 TT 12
dalle fotografie, egli realizza il primo mo- campione del mondo, la Fiat Abarth 131
dello in legno della carrozzeria, dal quale rally in diverse versioni, le Porsche 935 e
ricava poi le lamiere ribattute; per i rive- 936 anch'esse in varie versioni. Sono tut-
stimenti interni usa esclusivamente i ma- ti modelli di facile montaggio e che, negli
teriali originail (persine la Rolls Royce non esemplari montati e firmati dall'autore,
glieli ha negati) e così pure per le vernici; rappresentano veri « pezzi d'arte » da tene-
inutile dire che tutti i particolari sono re in bella mostra nella propria collezione.
funzionanti (eccetto, naturalmente il moto- In questa serie sono in programma per i
re), dalle molle dei sedili ai vetri discen- prossimi mesi la Opel Kadett GTE rally
denti. Ciascuno modello richiede dai tre e la Ferrari 308 GTB anch'essa nella ver-
ai quattro mesi di lavoro, il che giustifi- sione rally del preparatore padovano Miche-
ca il suo prezzo che si aggira intorno ai lotto. Contiamo nei prossimi numeri di
(...) milioni. Michele Conti ha realizzato presentarvi queste novità con i consigli del-
anche modelli di aeroplani e di carri ar- l'autore per il montaggio.
mati per diversi musei fra cui un museo

27
automobili ICIS (1959-1910)
di Valerio Alfonzetti

TVcll'ambito della scric di articoli sulla


storia delle case produttrici di auto-
modelli trattiamo questo mese della italia-
na ICIS. Gli automodelli di questa casa
uscirono sul mercato nel 1959 e rimasero
in produzione soltanto fino al 1960. Oggi
sono molto rari e ricercati dai collezionisti
di tutto il mondo, in specie alcuni esem-
plari che sono inediti da altre case. Essi
non erano affatto dei bei modelli, essen-
do in plastica e spesso poco fedeli all'ori-
ginale, non solo nei particolari, ma per-
sino nella linea. Gli ultimi esemplari di
questi modelli furono immessi nel mercato
verso la fine del 1960 con il marchio ICIS-
FERGAM sulla scatola, mentre conserva-
vano il solo marchio ICIS sul fondo vet-
tura.
I modelli della serie sono undici, men-
tre altri tre annunciati in catalogo non vi-
dero mai la luce a causa della cessata
attività della casa. Vediamo quindi, esa-
minandoli singolarmente, questi modelli;
che sono in scala 1 : 43 circa:

Fiat 500: riproduceva la 500 prima se-


rie del 1957-58 con il tetto apribile fino al-
la coda e le luci di posizione anteriori sul
fianco dei parafanghi anteriori. Il livello
di riproduzione era piuttosto scadente.

Fiat 600: anche questo modello presen-


tava un grado di riproduzione scadente e
riproduceva la 600 2° tipo del 1957, con Tutti questi modelli avevano il fondo e Nei prossimi numeri tratteremo dei
i vetri discendenti alle portiere. le ruote in plastica rispettivamente in co- modelli Dinky Toys dal 1947 al 1960, del-
lore nero e argento. la storia della Corgi Toys, della Edil Toys,
Fiat 1200 CL: riproduceva la I serie della Politoys e, via via di tutte le più
della vettura, con verniciatura bicolore. Alfa Romeo Giulietta TI: di discreta famose ed interessanti case di automo-
delli.
Anche qui non si riscontra certo un buon fattura, riproduceva il tipo 1959 della fa- In alto, due modelli « inediti • della ICIS:
livello di riproduzione. mosa vettura milanese. Il modello aveva la Lancia Appia berlina, a sinistra, e cou-
le ruote in metallo con pneumatici in pé. Nonostante le loro imperfezioni — e-
Fiat 1800 berlina: altro modello di scar- gomma e negli ultimi esemplari era in me- videnti — questi modelli sono oggi assai
sa fattura, così come la Lancia Flaminia tallo anche il fondo. Questo modello del- ricercati dai collezionisti. I cosiddetti
Berlina. la Giulietta è uno dei più rari essendo * inediti • non furono messi in regolare
commercio. Qui sopra, a sinistra, la Fiat
1200 spider; a destra la Giulietta TI. Que-
st'ultima macchina, di discreta fattura, ave-
va ruote in metallo con pneumatici in
gomma.

stato prodotto in pochissimi esemplari nel


1960.
Passiamo ora ai modelli più interessan-
ti della serie ICIS, quelli inediti che, ad
eccezione di uno, sono anche, per la for-
tuna dei collezionisti, i migliori di tutta
la serie sotto ogni punto di vista.

Fiat 1200 Spider modello 1958; è que-


tsa l'eccezione cui accennavo prima, es-
sendo questo interessante modello quasi
irriconoscibile nelle linee, se paragonato
alla vettura originale; esso comunque ave-
La fotografia di un interessantissimo modello della ICIS: la Ferrari 250 GT 1958. Questo va il fondo e le ruote in metallo ed era
pezzo, di discreta fattura, aveva una particolarità: la targa della vettura, di Milano, era dot.ato di sospensioni alle ruote. I para
stampata sulla carrozzeria. I possessori di modelli ICIS preferiscono non elaborare urt' erano in plastica cromata. Questo è
questi pezzi a causa della loro rarità. forse il modello più raro di tutta la serie.

storia MODELLISMO 29
plastica cromate e, come tutti gli altri ALFA ROMEO 2000 berlina: è il mi-
modelli della serie, finestrini in plexiglass gliore modello di questa vettura, con ca-
e targa posteriore di Milano stampata sul- landra e paraurti cromati, fondo in me-
la carrozzeria. tallo e sospensioni.

Qui sopra, una immagine posteriore dei


modelli • inediti » della ICIS. A lato, il
migliore dei modelli ICIS: l'Alfa Romeo
2000 berlina, che, incidentalmente, è an-
che il miglior modello di questo tipo di Lancia APPI A 2" serie berlina, anch'es- I modelli ICIS aveva all'epoca un co-
vettura. Ha calandra e paraurti croma- sa piuttosto ben riprodotta, con partico- sto elevato, intorno alle 500 lire, e proba-
ti, fondo in metallo e sospensioni. lari cromati e fondo in plastica. bilmente fu questa una delle principali
ragioni del loro insuccesso.
Ferrari 250 GT 1958: interessantissimo • Lancia APPI A Coupé 2a serie; di buo- Gli ultimi tre modelli annunciati dalla
modello della prima Ferrari GT prodotta na fattura il modello di questa interessan- ICIS e mai usciti erano la Lancia Flami-
in serie e carrozzata da Pininfarina. Il mo- te vettura disegnata da Pininfarina negli nia Sport Zagato, una GT Maserati e la
dello è ben riprodotto, presenta fondo in anni '50. Anche per esso finiture cromate, Fiat 1800 familiare.
plastica e ruote in metallo, finiture in vetri in plexiglass e fondo in plastica.

QUALCHE IDEA PER AUTOCOSTRUIRE UN AUTOMUDELIO


IN PICCOLA SCALA
TAopo aver trattato, nei numeri preceden- improbabile che un modello costruito « ad ma da 3 mm circa. Una volta ottenuta la
•*-^ti, del restauro, delle rielaborazioni, e occhio » possa venire fuori con qualità su- linea definitiva del modello si opera come
del montaggio dei kit, trattiamo ora del periori al « papocchio ». Una volta pronto per un kit per la verniciatura e la rifini-
modo più sofisticato per ottenere un auto- il sudato disegno in scala, si prende un fo- tura.
modello, l'autocostruzione partendo dal glio di lamiera di rame da 0.2-0.3 mm e lo Per il telaio si userà lamiera di rame
nulla, o quasi. Naturalmente quelle che da- si ritaglia sulle linee del disegno, usando o di ottone di 2 mm di spessore. Per ruo-
remo sono istruzioni di massima, riguar- l'accortezza di lasciare eccedere il rame di te, sedili, volante ed ogni altro accessorio
danti uno dei tanti metodi per costruire circa 1 mm per parte in modo da poter conviene servirsi di tutti quei pezzi che
un modello, quindi il lettore tenga pre- usare questa eccedenza come linguetta da ormai ogni negozio di modellismo ha nel
sente che molti modellisti usano metodi ripiegare all'interno per incollare le varie suo listino e di cui abbiamo parlato nei
completamente differenti anche in relazio- parti della carrozzeria fra di loro; durante precedenti articoli. Per i vetri si useranno
ne ai materiali adoperati; è ovvio, infatti questa operazione vanno ritagliate anche le fogli di plastica trasparente.
che il metodo che andiamo ad illustrare aperture dei finestrini. Una volta incollate La nostra descrizione è stata volutamen-
non è valido per costruire modelli in cuoio le varie parti fra loro, avremo ottenuto te sommaria dal momento che, come avver-
od in sughero o, meglio, in mollica di il guscio del modello, che va prima di tut- tivamo prima, quando si parte dal nulla,
pane! to rinforzato all'interno con altri pezzi di si può operare in infiniti modi, e perciò
Prima cosa da fare, una volta scelto un lamiera di maggior spessore, o con legno ognuno può farsi un suo personale meto-
modello di vettura da riprodurre, è munir- di balsa o filo di ferro o altro. do di costruzione che terrà segreto nella
si del maggior numero possibile di foto- Ora si entra nella seconda fase del la- sua mente affinchè nessuno possa imitarlo
grafie e dei dati di ingombro di essa (lun- voro, che consiste nella stuccatura abbon- così bene o così male, a seconda dei casi.
ghezza, larghezza, passo, carreggiate ante- dante di tutto il modello, soprattutto nelle Se invece non vuole tenerlo segreto, può
riori e posteriori, altezza). Una volta scel- parti più tondeggianti e « bombate », in scriverci e saremo lieti di pubblicare il
ta la scala di riproduzione, si riducano modo da potere poi, mediante lime e carta suo metodo ed i suoi consigli, specie se
queste misure secondo il rapporto relativo vetrata, arrotondare le forme (o squadrar- trattasi di materiali inusuali come, per
alla scala medesima e si prepari un dise- le, a seconda dei casi), creare cedine, esempio, quello di cui parlavo all'inizio, e
gno in scala del veicolo, operazione questa bombature, modanature, ed ogni altro par- cioè le molliche di pane.
necessaria, per quanto lunga e difficile, ticolare o forma; le linee di apertura di
per la buona riuscita del modello, essendo portiere e cofani si incidono con una la-

30 storia MODELLISMO
Granatieri antichi e fanti moderni
di Terry Wise

T soldatini che esamineremo questo mese


•^provengono tutti da due ditte che sono
molto rinomate per la qualità eccellente dei
loro modelli: sono la Tradition e la Ali thè
Queen's Men.
Dalla prima ci arrivano quattro figurine
della splendida serie dei grandi kit alti
110 mm dovuti a Ron Cameron, serie che
come ricorderete cominciò ad apparire la
scorsa estate. Le figurine sono fuse in un
metallo bianco di buonissima qualità, sono
eccezionalmente facili a montarsi e, una
volta montate, che siano dipinte o meno,
si presentano così bene e costituiscono un
tale ornamento da poterle usare indifferen-
temente sia come decorazione sulla menso-
la del caminetto sia come pezzo di una
collezione di soldatini.
I primi tre kit della serie rappresenta-
no: un Granatiere della Guardia Imperia-
le francese 1812 (numero di catalogo:
RC110-1); un soldato di una compagnia
del 3° Reggimento Foot Guards, 1815
(RC110-2); ed un fante tedesco del 1943 Tre bei pezzi della Ali thè Oueen's Men alti 80 mm: da sinistra, il soldato Pennington
dell'11° Ussari, Balaklava; un ufficiale del Lutterworth Troop, 1806; un sergente mag-
(RC110-3). giore del King's Own Scottish Borderers, circa 1898. I pezzi hanno una basetta di legno.
II quarto kit della Tradition, appena
uscito di fabbrica, è in realtà un gruppo
baciano perfettamente. Come mostra la co, e facili a montarsi rapidamente, ben-
di kit. che rappresentano: il generale Er-
fotografia, le loro pose sono statiche, ma ché io personalmente avanzi delle riserve
win Rommel, Nord Africa, 1942 (RC1IO-4);
un sottufficiale carrista tedesco, 1940 (RC l'eccezionaiità della scultura fa questi sol- circa l'opportunità di separare le braccia
datini davvero grandiosi. all'altezza dei bicipiti, e quindi viene ri-
110-5); un cacciatore dell'Afrika Korps,
1943, Tunisia (RC110-6); ed infine un pa- Il cacciatore dell'Afrika Korps è dotato chiesto un certo lavoro per nascondere
di baionetta e zappetta per trincee, bor- il punto di giunzione: le fotografie mostra-
racadutista tedesco del 1940 (RC110-7).
Sia la figurina di Rommel che quella raccia, fucile e zaino: tutti pezzi separati no chiaramente questo punto di attacco, in
del sottufficiale tedesco sono semplici kit da aggiungere, ma si possono infilare en- quanto di proposito non ho voluto che fos-
tro fori già predisposti, eccetto il fucile, che se celato, perché quello che a me sembra
in tre pezzi: la base, le gambe e il cor-
po. Ciò richiede un lavoro minimo preli- va fissato incollando certi punti, ma che un difetto (del resto abbastanza trascura-
minare di pulizia, ed inoltre i pezzi com- comunque non presenta problemi. Benché bile) risulti evidente.
la posa sia quella semplice di un soldato Ciascun soldatino viene fornito con una
che sta marciando, questa figurina è quel- base di legno, istruzioni complete per di-
la che preferisco delle quattro, perché, seb- pingerlo e due targhette appositamente pre-
bene il soldatino sia carico di tutti gli parate: l'una fornisce una scritta precisa
ingombri di un soldato in guerra, pure dell'epoca storica e dell'ambiente cui il
mantiene una linea eccezionalmente puli- soldatino si riferisce; e l'altra è una pic-
ta, ed in particolare ha un viso assai fine- cola placca con lo stemma del reggimento.
mente scolpito. Al gruppo dei soldatini alti 80 mm ap-
Il paracadutista tedesco è la più mossa partengono in quest'ultima produzione:
delle figure di questo gruppo, ed ha molte — un Sergente Maggiore del reggi-
parti che vanno incollate. Però non vi sono mento King's Own Scottish Borderers, 1898
buchi predisposti per queste parti, e nes- (numero di catalogo QM18);
suna di esse, né tantomeno le braccia so-
— un ufficiale del Lutterworth Troop,
no facili da posizionare correttamente, seb-
Gentleman Yeomanry Cavalry, circa 1806
bene con un po' di attenzione si possano
ottenere risultati ottimi. (numero di catalogo QM24);
Segnalo vivamente queste figure. In Gran — il soldato Pennington dell'ir Us-
Bretagna sono vendute a 8,75 sterline cia- sari a Balaklava, 1854 (numero di catalo-
scuna, e, come al solito, si possono acqui- go QM24; la carica di Balaklava è cono-
stare in Italia dai distributori di cui abbia- sciuta in Italia come la famosa « carica dei
mo già fornito l'indirizzo. seicento »).
I cinque soldatini recentemente prodotti Quest'ultimo soldatino è stato ricavato
dalla Ali thè Queen's Men e di cui parlia- dal personaggio di centro del famoso di-
mo in questa sede in quanto sono appena pinto di Lady Bulter che mostra il ritor-
apparsi in vendita, sono dovuti ad Alan no della Brigata di Cavalleria Leggera dopo
Caton: tre nel consueto standard della dit- la carica di Balaklava, un ritratto per il
I due soldati alti 90 mm del 93rd reggi- ta, e cioè con altezza di 80 mm, e due
mento a piedi recentemente prodotti dalla quale posò proprio il soldato Pennington
AH thè Quen's Men: in posizione di « en nella serie set piece alta 90 mm. che aveva partecipato alla carica. Riguardo
garde » attendono la carica dei cavalleg- Tutti sono forniti sotto forma di kit, a questa figurina raccomando di fare molta
geri russi, a Balaklava. molto ben fusi in bellissimo metallo bian- attenzione con la sciabola di Pennington,

storia MODELLISMO 31
che è veramente molto fragile, specialmen- / bei soldatini tedeschi, alti 110 millimetri, prodotti da Ron Cameron per la Tradition;
te nel punto in cui la lama si unisce alla le figurine comprendono tra gli altri anche il comandante dell'Afrika Korps, feldmare-
impugnatura; come esempio, forse potrete sciallo Erwin Rommel (terzo da sinistra). Nell'articolo i quattro pezzi sono minuziosa-
vedere dalla fotografia che il fotografo mente descritti: il giudizio complessivo è assai lusinghiero.
ha già rotto l'impugnatura della sciabola,
pur usando ogni precauzione nel prende- QMG 93rd reca anche l'aggiunta Parte I. didamente e mi sento di raccomandarle con
re in mano il soldatino. Si tratta in realtà di due figure: un ser- calore ai modellisti e collezionisti: rappre-
gente ed un soldato del 93rd reggimento sentano un momento famoso della storia
Queste tre figure alte 80 mm sono ven- a piedi, ed entrambi hanno assunto la po- fissato per sempre con la loro immagine.
dute a 3,85 sterline ciascuna (e se si ordi- sizione di « en garde » e stanno aspettan- Il set dei due pezzi costa 7,75 sterline
nano in Gran Bretagna ricordarsi di ag- do la carica della cavalleria russa: è un in Gran Bretagna (sempre con un 20% in
giungere le spese postali, che per il resto altro episodio della giornata di Balaklava più per le spese postali in caso di ordine
dell'Europa ammontano a circa il 20%). del 1854; Balaklava è una gloria naziona- dall'Italia); ma le figurine della Ali thè
I due più grandi kit di soldati alti 90 le britannica e non ci si deve meravigliare Oueen's Men sono acquistabili dal distri-
mm costituiscono parte di una produzione se i costruttori di soldatini vi dedicano butore italiano che si trova presso « II Pa-
più ampia che tende a fornire interi com- tanta attenzione, perché, in effetti, è sem- radiso dei bimbi », Portici San Vincenso,
plessi, che servano o meno per diorami; pre uno degli episodi più richiesti dai col- n. 31r - 16121 Genova.
perciò non deve stupire se il pezzo lezionisti.
contraddistinto dal numero di catalogo Entrambe le figurine sono incise splen- (traduzione di Anna Vaschetta) •

SD.KFZ. 251/8 che poco hanno in comune con un'ambu- Le decals sono di recupero e non credo
lanza (fucili mitragliatori, cavi di traino presenti difficoltà il reperirle; le mie sono
(continua dalla pag. 4) ecc...). Nelle foto scattate al modello, si di provenienza « aeronautica ».
notano i portelli del cofano motore aperti, Consiglio di applicare a mezzo ultima-
sunta. Per la completa realizzazione degli ciò che consente la visualizzazione di par- to (con decals) l'effetto invecchiamento, le
interni, mancano ora, le strutture di soste- ticolari che potranno essere autocostruiti, cui tecniche non costituiscono più segre-
gno (che percorrono per tutta la larghezza come l'albero di trasmissione, il raccordo to alcuno e sono state trattate più volte
10 scafo nella parte superiore) collegate con la marmitta e il motore: sufficiente- nella rivista.
alle barelle per mezzo di catenelle avvol- mente dettagliato dalla casa nonostante la Maggior realismo può essere ottenuto in-
te da una guaina di cuoio; tutto ciò po- ridotta scala del modello. collando i cingoli (che appaiono in tutti i
trà facilmente essere realizzato con dello Sono inoltre state aggiunte posteriormen- modelli tristemente rigidi) alle ruote por-
sprue tirato a caldo ed opportunamente te, due taniche per l'acqua, contraddistinte tanti; per chi si cimentasse in quest'opera-
sagomato. nella consuetudine della mimetica tedesca, zione consiglio di utilizzare la colla mo-
Con delle striscioline di carta potranno da una croce bianca dipinta generalmente nocomponente Kemy Cyak, che essendo
essere realizzate le bende (alcune arroto- a mano. fortemente tossica dovrà essere applicata
late, altre disfatte) che contribuiranno ad Il modello presenta un'ambientazione de- con prudenza servendosi di uno stecchino.
aumentare il realismo nell'interno del vei- sertica ed è dipinto sino all'altezza dei
colo. parafanghi in bianco MC 23 White e per Fonti principali di documentazione: •
Veniamo ai particolari esterni. la rimanente parte in HM 2 Afrika Korps Pafi-Pignato: Storia dei Mezzi Corazzati -
Per la parte anteriore si dovrà provve- Desert Yellow (Humbrol); per gli interni Voi. 2 « Profili ».
dere a togliere l'anello semicircolare por- si è usato un colore chiaro così composto: Falessi-Pafi: Storia dei Mezzi Corazzati -
tante la scudatura per l'MG, pareggiando 3/4 MC 23 White + 1/4 HB 16 Clear Voi. 2. F.1H Fabbri editori.
e lisciando con carta abrasiva. Posterior- Doped Linen. Pignato: Atlante Mondiale dei Mezzi Co-
mente basterà otturare con dello stucco Tale tinta mi è stata suggerita da una razzati - Voi. 2. Albertelli editore.
11 foro per la seconda mitragliatrice. Quin- fotografia nella quale si evidenziano i con- German Tanks and Armoured Vehicles
di sarà bene omettere tutti quei particolari trasti fra i due colori. 1914-15, lan Allan edit.

32 storia MODELLISMO
l'Aeronautica Militare Italiana in Somalia
dal 1Ì5D al I960
di Armando Gasperini

Tn data 29 novembre 1949 l'Assemblea


delle Nazioni Unite stabiliva che la So-
malia ex-italiana fosse posta sotto la tutela
dell'O.N.LJ., affidandone l'amministrazione
fiduciaria all'Italia. Il i" aprile dell'anno
successivo avvenne il passaggio di conse-
gne fra le Autorità inglesi, presenti in So-
malia dal 1941, e l'Amministratore italiano.
L'attività ed i preparativi delle nostre For-
ze Armate in previsione dell'incarico che
doveva essere loro affidato, era cominciato
già l'anno precedente: per l'Aeronautica
Militare il 16 settembre 1949. Sotto tale
data sull'Aeroporto di Capodichino (Napo-
li) era stato costituito alle dipendenze del
Comando Corpo di Sicurezza della Soma-
lia, il Comando Aeronautica della Somalia,
con lo scopo di presidiare con le altre For-
ze Armate detto territorio.
Comprendeva i seguenti Uffici: Operazio-
ni e Addestramenti, Collegamento, Meteo- Alcuni degli aeroplani dell'Aeronautica Militare Italiana in Somalia. Sono due C-53, un
rologico, Cifra e Cartografico; a questi si C-47 e un C-45 (al centro, più piccolo). La flotta aerea comprendeva anche alcuni
aggiungeva un Gruppo Operativo Misto caccia P-51 « Mustang », aerei da collegamento L-5 • Stimson • e qualche addestratore
formato da una Squadriglia Caccia ed una T-6 • Texan * (ma in un secondo tempo).
Trasporto. Gli aerei in dotazione erano 3
C.53 trasferiti in volo in Somalia e 6 P.5J
Andarono perduti per incidenti 1 C.53 del contingente fu gradualmente rimpatria-
« Mustang » smontati ed imbarcati a Na-
(versione militare passeggeri del DC-3), 1 to e sostituito da Avieri e Specialisti so-
poli. Negli anni seguenti a questi due tipi
« Mustang » e I T6. mali. Dopo il 1954 la Forza si ridusse sta-
di velivoli se ne aggiunsero altri: 2 Stin-
son L.5 per collegamento, poi ceduti al lo- Nel 1950 il contingente dell'Aeronautica bilmente a circa 15 Ufficiali e 60 Sottuf-
in Somalia ammontava a 52 Ufficiali, 104 ficiali.
cale Aero Club, 2 Beechcraft €.45, 2 C.47
e 2 North American T.6 « Texan ». Sottufficiali e 292 Avieri. In seguito parte 1 primi tempi non poche furono le dif-
ficoltà che si dovettero superare per l'ap-
prontamento delle installazioni aeroportua-
li: furono messe in efficienza e rimoder-
nate circa quindici basi, situate in zone
nevralgichc del paese, per favorire i colle-
gamenti data la mancanza di ferrovie. Fu-
rono effettuate prove per ricercare la mi-
gliore e più adatta collocazione di radio-
fari e radiogoniometri per l'assistenza al
volo ed il controllo del traffico aereo; fu
costituita una rete di stazioni meteorolo-
giche, di centraline telefoniche e furono
svolti voli per rilevamenti aerofotogramme-
trici e cartografici per la compilazione di
carte nautiche.
Dopo il primo periodo di organizzazione
generale accompagnato da voli di ambien-
tamento del personale navigante, per la
maggior parte nuovo a quel territorio, ini-
ziò la vera attività dell'Aeronautica Mili-
tare: dal campo prettamente militare in-
teressante la difesa del territorio, con eser-
citazioni di cooperazionc interforzc, a quel-
lo umanitario e sociale a favore delle po-
polazioni locali. Fu organizzato, e prose-
guì per tutta la durata del mandato, un
regolare servizio di trasporto di passegge-
ri, posta, viveri, e medicinali tra Mogadi-
scio e le più lontane località del paese.
Due esempi della notevole libertà in tema di abbigliamento: a sinistra una divisa ordi-
naria, con camiciola a maniche corte aperta e calzettoni fini. A destra la tenuta da Entrò in azione un servizio di soccorso
campo (di servizio) con cinturone e spallaccio, calzettoni militari e camicia a maniche aereo per la ricerca di naufraghi e disper-
lunghe rimboccate. si e per il trasporto urgente di ammalati.

storia MODELLISMO 33
Operatori dell'A.M. iniziarono il servizio di Qui sopra, a destra, la tenuta degli avieri somali: notare il tarbuso di feltro rosso con
controllo ed assistenza del traffico aereo fiocco azzurro. A sinistra, una guardia mista: grande varietà di tenute e di armamento
civile, che andava aumentando con la in- fra marinai e avieri.
tensificazione di voli da parte di compa-
gnie aeree inglesi e francesi. ufficialmente sciolto il Comando Aeronau-
Negli anni 1951-52 ebbe inizio un'altra tica, anche se personale dell'A.M. rimase
attività che avrebbe dovuto preparare i fu- ancora qualche tempo « in loco » in veste
turi Sottufficiali dell'Aeronautica Somala: di Consigliere Militare.
l'attività didattica. Si trattava, infatti, di Le uniformi dell'A.M. in Somalia erano
avviare l'istruzione degli specialisti e di simili a quelle portate in Italia durante
perfezionare i piloti somali, che dopo un il periodo estivo.
periodo iniziale in Italia presso la Scuola Gli Ufficiali avevano tre divise: l'ordi-
di Alghero, completavano l'addestramento naria bianca, di servizio e da campo cachi.
nella Madrepatria. Con la prima si indossava un berretto
L'opera dell'Aeronautica Militare in So- con la parte superiore in tela bianca e
malia terminò il 30 giugno 1960 quando fu cilindro ricoperto da una fascia di seta
damascata blu; sul davanti tradizionale
fregio dell'A.M.; aquila coronata in fili
d'oro sottopannata di grigio-azzurro. La
giacca, con bavero aperto, era senza cintu-
rino, a quattro bottoni zigrinati con aquila
in rilievo; le tasche avevano una bordatu-
ra di tela, le superiori erano finte. I tra-
dizionali gradi venivano portati su contro
spalline grigio azzurre foderate di tela
bianca. Cravatta nera, camicia, calze, scar-
pe bianche, pantaloni con risvolti. Detta
divisa veniva indossata anche come gran-
de uniforme con l'aggiunta di guanti bian-
chi, della sciarpa azzurra, della sciabola e
delle decorazioni metalliche.
Anche i Marescialli la vestivano, ma con
lievi modifiche: alla giacca mancavano le
finte tasche superiori e le inferiori erano
senza bordatura di tela, il berretto bian-
co aveva il cilindro ricoperto da una fa-
scia in seta blu « millerighe» .
L'uniforme di servizio era invece di co- Qui sopra, la tenuta con pantaloni lunghi;
lor cachi nocciola, giubbetto, di foggia in- anche in queste due foto si notano due
glese, con bottoniera coperta a cinque bot- diversi tipi di camiciuola, a maniche lun-
ghe (arrotolate) e a maniche corte.
toni d'osso; tasche solamente superiori con
piegone centrale e patta di chiusura costi-
tuita dallo spallone. Alla vita cinturino ter- era a maniche lunghe, portate rimboccate,
minante sulla parte destra con linguetta a o corte con due tasche chiuse da patte sul
punta, ai fianchi fibbie metalliche per strin- petto; era consentito appuntarvi i nastri-
gerlo. I polsini erano chiusi da due botto- ni, l'aquila da pilota e i distintivi di spe-
ni. Tale giubbetto si indossava raramente cialità. I gradi in fili d'oro sia con il
In questa fotografia si nota una rarità: il dato il clima particolarmente caldo e umi- giubbetto che con la camicia venivano por-
casco coloniale di sughero, con tanto di tati su guaine grigio azzurre infilate in
occhialoni anti-riverbero e anti-polvere. do, così pure la cravatta che inizialmente
era cachi poi azzurra di lana fino al 1958 spalline semi-fisse. I pantaloni erano lun-
L'uso del casco venne poi progressiva-
mente abbandonato. ed in seguito di nuovo cachi. La camicia (continua a pag. 38)

34 storia MODELLISMO
La prima artiglieria a cavallo
di Piero Crociani - disegni di Massimo Brandani

''Putti sanno che a Milano c'è il reggi-


mento di artiglieria a cavallo, oggi do-
tato di semoventi e che conserva una bat-
teria fuori organico che è ancora, per
tradizione, ippotrainata. Non tutti sanno,
però, che proprio a Milano sono nati i
primi reparti di artiglieria a cavallo italia-
ni, reparti che hanno preceduto di oltre
trent'anni le « voloire », le batterie a ca-
vallo dell'esercito piemontese da cui il reg-
gimento di Milano trae origine.
Bisogna risalire infatti al 1800 quando,
varcato il San Bernardo e vinti gli Austria-
ci a Marengo, Napoleone ristabilì a Mila-
no la Repubblica Cisalpina (dal 1802 Re-
pubblica Italiana) e ricostituì con la Le-
gione Italica, tornata dalla Francia, e con
altri reparti un nuovo esercito cisalpino.
Di quest'esercito erano parte integrante due
compagnie di « artiglieria leggiere », a ca-
vallo, cioè inquadrate nel reggimento arti-
glieria, e che, giusta la legge organica sul-
l'esercito del 9 Ventoso dell'anno IX do-
vevano esser composte, ciascuna, da un ca-
pitano, un tenente, due sottotenenti, un ma-
resciallo d'alloggi capo, un furiere, quattro
marescialli d'alloggi, quattro brigadieri, due
trombette, trenta cannonieri di l a classe
e trenta di 2a. Successivamente con legge
del 4 Vendemmiale dell'anno X (settembre
1801), nell'ambito della riorganizzazione
dell'esercito, le due compagnie acquistaro-
no una certa autonomia ricevendo un pro-
prio stato maggiore composto da un capo-
squadrone, un ajutante maggiore ed un uf-
ficiale di sanità.
Soltanto nel 1805, con decreto del 3 no-
vembre, l'artiglieria a cavallo era portata
alla forza di un reggimento, il primo nella
storia militare italiana.
Le prime uniformi dell'artiglieria a ca-
vallo, che risentivano di quelle della ca-
valleria leggera nel taglio e di quelle del-
l'artiglieria a piedi nei colori, vennero fis-
sate nella primavera del 1801 con il « Re-
golamento che determina le divise unifor-
mi pel Corpo d'Artiglieria si' a piedi che a
cavallo » ritrovato recentemente alla Biblio-
teca Braidense di Milano.
Questo regolamento fissava per l'« arti-
glieria leggiere » una grande e una piccola
uniforme oltre a una tenuta di scuderia,
e da queste prescrizioni sono state tratte le
illustrazioni che accompagnano quest'arti-
colo.
Cominciamo dalla grande uniforme, che
si ispirava, naturalmente, a quella dell'ar- i '/g
tiglieria a cavallo francese ed era quindi
di un modello « alla ussara », e compren- grande uniforme
deva uno shakot di feltro nero, un dol-
man verde, un gilet giallo, una fascia ros-
sa con « fiocchi » verdi, dei pantaloni ver- cuoio nero, ed aveva sul davanti la coccar- bianco con soggoli a catenella, pure di me-
di ed una sabre-tàche. Lo shakot, copri- da nazionale una placca di metallo bian- tallo bianco, e cordoni rossi, che andava-
capo allora in dotazione soltanto alla fan- co ed un piumetto rosso. La placca recava no dalla sinistra alla destra passando per
teria ed alla cavalleria leggere, era tronco- in rilievo due cannoni incrociati sovrasta- la parte posteriore e terminando con due
conico, dotato di visiera mobile, con im- ti dal numero 1. Completavano la guarnì grossi fiocchi pure rossi.
periale più larga della base ricoperta di zione dello shakot i mascheroni di metallo Il dolman, guarnito in basso di bazza-

storia MODELLISMO 35
Il « piccolo uniforme » allora la parola
uniforme era maschile come in france-
se, prevedeva il cappello, e l'abito « alla
cacciatora », restando invariati il gilet, che
l'abito « alla cacciatora » lasciava scoper-
to, i pantaloni e gli stivali. Il cappello era
il consueto tricorno, o piuttosto bicorno,
nero con piumetto rosso, coccarda naziona-
le fermata da una ganza bianca o argen-
tata a seconda dei gradi, e cordoncini e
fiocchetti agli angoli, rossi o argento, sem-
pre a seconda del grado. l'abito, verde scu-
ro, foderato con stoffa del medesimo colo-
re, aveva filettature rosse che guarnivano
i risvolti a punta del petto, di panno ver-
de, i paramani pure a punta di panno ne-

piccola uniforme

na rossa, era provvisto di cinque botto- gilet oltre ai nodi ed ai cordoni della
niere, ciascuna di diciassette bottoni di me- sciarpa rossa. Quel che caratterizzava poi
tallo bianco, unite tra loro da passamane- la grande uniforme degli ufficiali erano i
rie di cordoncino rosso. distintivi di grado posti sullo shakot, sul
Il colletto e i paramani a punta del dol- dolman e sui pantaloni.
man erano neri filettati di rosso. Il gilet, Sui due lati dello shakot erano a forma
giallo, ripeteva su cinque bottoniere di tre- di « V » capovolta, in argento, in numero
dici bottoni il motivo ornamentale in cor- di quattro per il capo-squadrone, tre per
doncino rosso del dolman ma era in pra- il capitano, due per il tenente in la ed uno
tica invisibile sotto di questo. I pantaloni per il tenente in 2a, posti quindi in un
erano guarniti da « ferri di lancia » rossi. modo che ci ricorda oggi i distintivi di gra-
Gli stivali neri erano, ovviamente, alla do per il cappello alpino.
ussara. Erano obbligatorii i baffi e le trec- Gli stessi galloni e nello stesso numero tenuta di scuderia
ce « en cadenettes » sulle orecchie. guarnivano le maniche del dolman, poco
Il portagiberna era di cuoio nero con sopra i paramani, mentre la disposizione ro (velluto per ufficiali) ed il colletto ugual-
ornamenti (fascio, mascherone, catenelle) dei galloni cambiava, divenendo a « ferro mente nero.
in metallo bianco così come la giberna, do- di lancia », per quel che riguardava i pan- Le falde erano verde-scuro filettate di
tata di placca quadrangolare. Dal cinturo- taloni. Oltre che da questi galloni posti rosso e guarnite da una granata pure ros-
ne, anch'esso di cuoio nero, pendeva una lateralmente alle aperture della patta i cal- sa (argento per gli ufficiali).
sciabola alla ussara guarnita in ottone con zoni degli ufficiali erano guarniti di gallo- I bottoni erano posti in numero di sette
dragona di lana rossa, e una sabre-tàche ni d'argento posti lungo le cuciture late- per ciascun risvolto del petto, due per cia-
nera con al centro il numero « 1 » e due rali, in numero di tre per il capo-squadro- scun paramano, uno per spallina e tre per
cannoni incrociati (II regolamento precisa ne e di due per gli altri ufficiali. parte sui fianchi, posti su una linguetta
« due pezzi di cannone sui loro letti con le I distintivi di grado per sottufficiali e di panno filettato di rosso. I distintivi di
bocche in fuori » ed è così che è stato graduati, sotto forma di galloni obliqui po- grado dei sottufficiali e dei graduati erano
eseguito il disegno anche se appare assai sti sulle bracica, erano d'argento o bianchi quelli previsti per grande uniforme mentre
più probabile l'uso delle sole canne dei filettati di rosso. I cannonieri di prima per gli ufficiali erano previste spalline di
cannoni). classe erano invece distinti da due gallo- argento, foderate di stoffa rossa, da por-
Gli ufficiali avevano in argento o in me- ni ad angolo acuto, col vertice rivolto ver- tarsi su una sola spalla, era cioè bandito,
tallo argentato tutte le metallerie della so la spalla, bianchi anch'essi e filettati di come nella cavalleria leggera, l'uso delle
truppa e pure in argento, a cordoncini, rosso, posti sul braccio poco sopra i pa-
erano le passamanerie del dolman e del ramani. (continua a pag. 38)

36 storia MODELLISMO
Leggiamo insieme...
di Lorenzo Tibaldi

Nicola Malizia
NICOLA MALIZIA
CACCIA D'ASSALTO
A1RCRAFT Ciarrapico editore, Roma 1977

OFTHE L. 4.000

U.I. NAVY In questo libro di oltre 280 pagine, con


numerose fotografie in bianco e nero, c'è
la storia della caccia d'assalto e poi del
************* bombardamento in picchiata dell'Aeronau-
tica Militare Italiana. La popolarità che il
bombardamento a tuffo o in picchiata eb-
be al principio degli « anni quaranta » po-
trebbe sembrare incredibile ai lettori più
giovani; rna tant'è, e all'epoca fu anche
coniato — ed ebbe successo — il termine

. « picchiatello » che giocava sul doppio sen-

m so tra il significato di « bombardiere in


picchiata » e quello di « matto, svitato »,
quasi a significare che, insomma, per fare
il bombardiere in picchiata ci voleva del
fegato, ed anche qualcosina in più. Il li-
bro prende le mosse dalla nascita del 5°
HHMnMDi ciampico editore
Stormo d'Assalto della Regia Aeronautica,
AIRCRAFT OF U.S. NAVY il 1° gennaio 1934. Comandante del nuovo Cesare Falessi - Benedetto Pafi
stormo una nobile figura di pilota e di
Delta Editrice, Parma 1978 studioso, il colonnello Amedeo Mecozzi — STORIA
L. 4.900 recentemente scomparso — universalmen-
te noto per le sue teorie rivoluzionarie DEI MEZZI CORAZZATI
II gruppo di esperti che fa capo a Nico sull'impiego della caccia d'assalto, tanto che 1940-1943
Sgarlato, direttore della rivista Aerei e col- allora i piloti italiani si dividevano in
laboratore di « Storia Modellismo », ha co- « ducttiani » e « mccozziani », a seconda Fratelli Fabbri Editore, Milano 1977
minciato la pubblicazione di alcuni bei L. 12.000
appunto che seguissero le teorie del gene-
libri in lingua inglese per la serie Air rale Douhet (il dominio dell'aria in chia- Della notissima Storia dei mezzi coraz-
Forces oj thè World; la serie si propone ve strategica) o del colonnello Mecozzi zati, che esce a dispense dal 1" settembre
appunto di illustrare, poco alla volta, tut- (l'aviazione intesa come un'artiglieria vo- 1976 e che sta terminando in questi gior-
te le principali aviazioni militari del mon- lante). Entrambe le teorie furono applica- ni, col 90.mo numero, l'editrice Fabbri ci
do, e forse anche le meno importanti. Tut- te a lungo e intensivamente durante il con- propone alcuni volumi, nei quali, per ogni
to dipende dal successo che il pubblico, e flitto, ed entrambe si rivelarono sostanzial- periodo preso in esame (nel nostro caso
non solo quello italiano, decreterà a que- mente esatte, con il che si è ritornati al il 1940-1943) sono dati un brillante testo
sta iniziativa. Possiamo dire subito, da par- punto di prima. Comunque di queste po- storico e 20 profili di mezzi corazzati, con
te nostra, che il successo sarebbe meritato. lemiche nel libro non si parla; vi è inve- eccellenti tavole a colori e ampie descri-
L'impostazione del libro (forse sarebbe me- ce narrata la storia dell'aviazione italia- zioni tecniche, perlopiù scritte dallo spe-
glio chiamarlo « a n n u a r i o ») è razionale, na d'assalto durante l'arco della II guerra cialista Nicola Pignato. Il pregio di questi
precisa, chiara; non vi sono chiacchiere mondiale, su tutti i fronti; notizie di indi- volumi sta comunque nel fatto che per la
inutili, e l'appassionato arriva subito al scutibile interesse tecnico per i nostri let- prima volta nel mondo lo sviluppo del-
sodo, che poi consisterebbe nella descrizio- tori, per di più corredate da molte foto- l'arma corazzata è analizzato su scala uni-
ne, quanto più sintetica possibile, degli ae- grafie, talora inedite. versale, con l'esame dei fatti, la loro eri-
roplani; ogni descrizione e completata con
disegni, con foto in bianco e nero e a
colori, e talvolta con spaccati in bianco e
nero e con tavole a colori. Per i modelli-
sti questa serie si rivelerà rapidamente di
inestimabile aiuto, ed oltrctutto sfata, o
meglio contribuisce — con altri — a sfa-
tare quella leggenda che ci voleva sempre
tributari dell'estero per questo genere di
libri. Oggi l'editoria specializzata italiana
non ha nulla da invidiare agli altri, e final-
mente l'appassionato — nel nostro caso di
aerei americani — può tranquillamente
acquistare un volume in Italia, fatto da
suoi connazionali (anche se scritto in in-
glese, ma le ragioni commerciali sono
quelle che sono, e comunque è un ingle-
se facile, e le descrizioni sono veramente
brevi), l.o consigliamo vivamente.

storia MODELLISMO
tica e un tentativo di trame conclusioni litari, ed anche per il semplice collezio-
accettabili da parte di tutti. Non guasta nista. Per questo motivo lo segnaliamo vi-
poi la ricca documentazione iconografica, vissimamente a tutti i lettori, perché può
fatta con centinaia di foto, quasi tutte ine- costituire una base di informazioni essen-
dite, fonte preziosa di informazioni per i ziale, che permetterà di fare a meno di
lettori modellisti, unitamente, manco a dir- tanti altri volumi, meno generali, soprat-
lo, alle tavole a colori. E" un libro indi- tutto stranieri o anche di editori minori
spensabile per il modellista di veicoli mi- locali.

L'AMI IN SOMALIA DAL 1950 AL I960


(continua da pag. 34) na di cuoio grigio azzurro; come armamen-
to il consueto moschetto 91. Per i servizi
ghi senza risvolti, le scarpe marroni; strin- di ispezione Sergenti e Sergenti Maggiori
geva la vita una cintura in cuoio naturale. calzavano scarpe basse nere e portavano
Il berretto era bianco come nell'uniforme
cinturone con fodero e pistola di cuoio
ordinaria.
marrone.
Per i servizi armati si indossava la ca- Gli avieri ed i Sottufficiali somali (gli
micia con pantaloni corti di tela, calzet-
Ufficiali comparvero soltanto verso la (ine
toni lunghi e scarpe nere; come buffette-
ria cinturone con spallaccio e fodero per
pistola in cuoio marrone.
In campo si vestiva la stessa uniforme
con pantaloni corti sia calzando sandali
di cuoio senza calze sia scarpe con calzet-
toni. Come copricapo era previsto il casco
coloniale con il fregio dell'A.M. sottopan-
nato di grigio-azzurro; ma fu usato molto
poco ed in seguito venne sostituito o dal
tradizionale berretto o da una bustina ca-
chi. Durante il periodo delle piogge era
previsto in campo l'uso di una mantella
con cappuccio color nocciola.
I Sottufficiali e la truppa indossavano
come uniforme ordinaria e da campo la
stessa divisa cachi degli Ufficiali con le
uniche differenze riguardanti il berretto
grigio azzurro per Sergenti e Sergenti Mag-
giori (per i Marescialli rimaneva bianco),
e la bustina per la truppa. Per i servizi
armati si indossava la camicia, i pantaloni
corti, i calzettoni, scarpe alte nere con
cavigliere bianche e cinturone con giber-
In alto, particolare di un C-47 dell'Aero-
nautica Militare italiana in Somalia, con
ARTIGLIERIA A CAVALLO pannelli color metallo, eliche nere ed
estremità gialle. Qui sopra, nella foto di
(continua dalla pag. 36) re verde e paramani neri chiusi da due gruppo, notare l'abbigliamento dell'aviere
somalo (all'estrema destra) con bustina,
bottoni, e pantaloni verde scuro guarniti fascia azzurra alla vita, mo/lettiere e san-
controspalline. Il resto del reparto aveva
di pelle nera ed abbottonati lateralmente dali.
spalline frangiate interamente rosse.
da quindici grossi bottoni per parte. Stra-
La tenuta di scuderia prevista dal rego- del mandato) vestivano un'uniforme simile
namente non è fatta menzione nel regola-
lamento comprendeva la giubba verde-scu- a quella indossata dal nostro contingente.
mento del berretto da fatica, o di una
ro ad una sola bottoniera, con colletto pu- Il copricapo per i servizi armati era un
calotta di panno, da portare con la tenuta
di scuderia, e ci si è quindi regolati di tarbuso di feltro rosso con fiocco azzurro,
conseguenza dando alla fig. 3 il cappello sul davanti fregio dell'A.M. in lana gialla
senza piumetto. Con la tenuta di scude- sottopannato di grigio azzurro. Con l'uni-
ria si portavano scarpe e non stivali. forme da campo portavano invece una bu-
Il regolamento non precisa quale fosse stina cachi con identico fregio su cui ri-
la bardatura dei cavalli da sella dell'arti- cadeva un piccolo fiocco azzurro. Camicia
glieria leggera, possiamo però presumerla, e pantaloncini erano uguali a quelli del
anche senza averne la matematica certezza, contingente italiano. Stringeva la vita una
sulla base di un figurino, ora al Museo fascia azzurra, indossata con ogni unifor-
del Risorgimento di Milano, di poco ante- me; calzavano sandali di cuoio naturale e
cedente al nostro regolamento, e che si fasce gambiere cachi. Per i servizi armati
discosta leggermente da questo (cintura portavano un cinturone di cuoio grigio
rossa e nera e diversa disposizione delle azzurro e come armamento il moschetto
guarnizioni rosse ai pantaloni). Il cavallo 91. I gradi erano uguali a quelli italiani e
di questo figurino ha una pelle di montone portati alla stessa maniera. Durante parti-
bianca, di una curiosa forma quadrangola- colari solennità era previsto l'uso di cami-
re, guarnita di rosso, ed un porta-mantello cia e pantaloni corti bianchi mantenendo
cilindrico, verde, che reca sulla due faccie, tutte le altre parti del vestiario invariate.
un fascio littorio bianco posto orizzontal- Si ringrazia per la cortese collaborazione l'Uf-
le trecce obbligatorie mente. ficio « Documentazione » e l'Ufficio Storico del-
lo S.M.A.; per notizie e foto il Col. Elio De
sulle orecchie Nardellis ed il M.Ho Armando Lepore.

38 storia MODELLISMO
Confronto con I lettori
COMPLIMENTI 2. I seguenti Squadrons del Coastal vamo ricorrere i carri armati appaiono ver-
Command Hghter: 143, 224, 234, 235, 236, de, e nemmeno tanto scuro.
DALLA MONOGRAM Questo inconveniente ha crealo nel no-
248, 252, 254, 272, 404 e 614.
f^ aro signor Falessi. 3. Da elaborare con cura e attenzione, stro gruppo una accesa polemica: alcuni
^-* desidero scriverle giusto due righe per ma niente male. Ci mandi la foto del mo- sostengono più adatto l'Olive Drab HM5
furie sapere quanto abbia impressionato dello finito e attenzione alle dccals! Humbrol. rilenendo maggiormente veritieri
noi della Manogram la vostra bella rivi- manuali modellistici e libri, altri, invece,
sta. Ogni cosa, dagli articoli scritti con basandosi sulle fotografie e disegni a co-
professionalità alla qualità della stampa, è IL VERDE DEGLI AMERICANI lori sostengono migliore il Dark Green M3
fatta veramente bene. Airlix.
Spero vivamente di poterla venire a tro- Pianto un gruppo di giovani modellisti Vi saremmo molto grati se voleste darci
vare quando verrò in Italia questa estate. ^bresciani. Il nostro dubbio riguarda la chiarimenti in proposito.
colorazione di fondo dei mezzi corazzati Maurizio Roggero
Jeff facobson americani dell'ultimo conflitto mondiale.
vice-presidente Monogram Via Tommasco, 6
Noi ci siamo informali su alcuni manua- 25/00 Brescia
Stati Uniti li di modellismo i quali consigliano l'Olive
Drab HM 5 della Humbrol; purtroppo, pe-
rò, dopo averne acquistati più barattoli, La questione non è peregrina e sorge re-
I CACCIA « BLENHEIM » IV abbiamo verifica/o che non corrisponde al golarmente ogni volta ehc un gruppo di'
DEL COASTAL COMMAND colar verde scuro come dalle descrizioni, modellisti cominci a discutere. In genere
ma si avvicina molto al grigio. è sempre bene attenersi alla documentazio-
Osano un vostro lettore e abbonato, e ini Ciò ci ha lascialo molto perplessi in ne di cui si dispone, e nel caso dei mezzi
ì'oglio complimentare con voi per Storia quanto in tulle le fotografie a colori della militari americani ci sono pochi dubbi:
Modellismo, senz'ultra ben riuscita e la seconda guerra mondiale alle quali pote- YOtive Urab HM> della Humbrol è il co-
migliore rivista di modellismo che si trovi
in Italia. Vorrei parvi una domanda alla
quale io. pur consultando delle guide o
libri specializzali in fatto di aeronautica,
non ho saputo trovare una risposta preci- I VOSTRI MODELLI
sa. Si tratta dell'aereo liristol « Blenheim »
IV versione caccia (modello 1 : 72 dell'Air-
fix). A quanto so, questi aerei furono im-
piegati nel Coastal Command della RAF
e alcuni di questi esemplari furono modifi-
cati da bombardieri in caccia. Ora gradi-
rei sapere:
1. La schema di colorazione e possibil-
mente i colori da usare;
2. Quali squadranti li impiegarono;
J. // vostro parere sul kit deH'Airfix.
Giani pierò Anania
Corsa Numislrano, 51
88046 Lamezia Tenne (Calanzaro)

Domande particolarmente difficili che


hanno fatto sudare il nostro collaboratore
Luca Valerio cui abbiamo dato l'incarico
di trovare gli clementi per la risposta.
Eccoli:
1. Non ci furono cambiamenti agli sche-
mi di colorazione consueti adottati per le
zone temperate, e cioè: superfici inferiori
in bianco-azzurro verdino; superfici supe-
riori con mimetizzazione di tipo ondulato
verde scuro e marrone scuro. In taluni
casi si è vista la banda di riconoscimen- Ti modello della fotografia i' un M arder 11 (il nato cacciacarri tedesco con can-
to sulla fusoliera, anch'essa in bianco-az- none da 75/46, della II guerra mondiale); il kit e' prodotto dalla Tainiya. in
zurro verdino. Colori da usare: per le su- scala I : 35; l'assemblaggio <• l'ambientamento sano slati effettuati dal nostro lei-
perfici inferiori e la striscia sulla fusolie- tare dottar Pierpuolo Cancarini Ghisetti, al quale rivolgiamo i nostri complimenti
ra. Humbrol HB5: per la mimetizzazione per l'eccellente immagine. L'interessalo ci chiede: perché non trattare della sceno-
superiore Humbrol HB1 e HB2. Per la par- grafia dei diorami in maniera più completa e. diciamo cani, professionale? intenda
parlare della prospettiva e degli sfondi.
te anteriore della cappellina NACA dei Rassicuriamo il nostro tettare: uno dei più esperti fotografi italiani. Ivo Mel-
motori, un bronzo-dorato o marrone-ros- dolesi. le cui immagini di cronaca e di guerra hanno fatto scuola, sia preparando
siccio, da rendere con una miscela di co- appunto una serie di articoli in esclusiva per « Storia Modellismo »; il tema è
lori metallizzati Humbrol n. 12 e 55, op- propria « Come ambientare i diorami: lo sfondo e sua realizzazione fotografica ».
pure col colore lucido Humbrol n. 9.

storia MODELLISMO 39
lore usato per i mezzi corazzati nel corso ne in italiano. Vorrei sapere, se possibile, SPORCARE IL CARRO
della II guerra mondiale. Talvolta può ac- i colori Humbrol per la versione del carro
cadere che le fotografie a colori sembra- armato inglese ad un solo colore (è la \/t i occupo soprattutto di mezzi militari
no mostrare tinte diverse da quelle citate: 5" tra le versioni proposte dalle istruzio- **•*• e di soldatini, adesso ho compralo il
anche in questo caso, ed è la cosa più ni), il colore delle mitragliatrici, dei dispo- German Pz Kpfw IV del la liandai, però
singolare, occorre non fidarsi troppo della sitii'i ottici (periscopi, ecc.), del rivestimen- l'ho verniciato come se fosse appena usci-
riproduzione; infatti la stampa sovente fal- to del cannone, dei tubi di scappamento, Io di fabbrica, e mi rivolgo a voi esperti
sa i colori, e lo stesso accade per gli og- del treno di rotolamento e, se non vi chie- pregandovi di dar risposta alle mie doman-
getti fotografati a grande distanza, agen- do mollo, anche delle divise dell'equi- de che sono:
do da filtro l'atmosfera. Comunque avete paggio. Come potrei sporcarlo ed invecchiarlo?
chiesto un consiglio, ed eccolo: se pro- Di quale colore fare i cingoli?
Stefano Ferrari
prio non siete convinti dell'Olive Drab Via Gorizia, 141a Sopra come potrei elaborarlo, e cosa
HM3, provate ad usare un colore per aerei: potrei metterci (sacchetti pali ecc.) e come?
10157 Torino
il verde antiriflesso HU2. Il Dark Green Vi pregherei di darmi risposta nel pros-
M3 è un colore generico, che va usato simo numero.
con attenzione, e al suo posto è preferi- Andiamo con ordine. Alessandro A/liala
bile usare \'HU8, sempre della Humbrol, Come colore unico va usato un verde Via R. Ruggeri, 1
appositamente studiato per i mezzi coraz- medio (nel libro di Caiti e Pirella, « Ma- 50135 Firenze
zati americani. Consiglieremmo anche un nuale di plastimodellismo» , i due autori
colore della Mo-Lak, \'LM3, che corrispon- consigliano in questi casi di ottenere l'esat- Sulle tecniche da usare per sporcare e
de pure al verde oliva americano. Infine ta tonalità mescolando in parti uguali i co- invecchiare un veicolo militare, specialmen-
c'è il Pactra, con un soddisfacente 1M 67. lori Humbrol H13 e HJ1). te un carro armato, si potrebbero scrivere
Per le mitragliatrici va bene l'Humbrol più pagine della rivista. Comunque, una ri-
MC23; poi, dopo averlo fatto asciugare, sposta sintetica eccola qua:
FAREMO GLI AEREI DELLA R.A. temperi una mina di matita, faccia posare su
un foglio di carta la grafite finemente pol- I. Accorci tutti i peli ad un pennelli-
O ono un giovane plastimodellista geno- verizzata, sporchi la punta del dito e con no, magari usandone uno vecchio e rovi-
vese, ho 14 anni e ho già una certa cul- delicatezza la passi sulla canna dell'arma. nato, in modo di lasciarlo con un semplice
tura nel campo aereo e militare, avrei da Quando ha raggiunto l'effetto voluto, fissi ciuffetto ispido e rigido. Prepari del colore
proporvi alcuni quesiti. la grafite con un getto leggero di fissatore relativo al tipo di terreno sul quale posa
spray per capelli. il carro (per esempio, polvere, polvere scu-
1. Farete un articolo sul Breda 65?
2. Farete un articolo sugli aerei della Dispositivi ottici: l'ideale sarebbe sosti- ra, sabbia, fango). Intinga il pennellino nel
tuire la parte ottica vera e propria con un colore, lo passi su una superficie qualsiasi
Regia Aeronautica (RA)? Anche con una
relazione modellistica? po' di plastica trasparente sciolta in trie- finché non è rimasto quasi niente sul pen-
lina e plasmata; seccandosi, acquista l'ap- nello, e poi con lo stesso passi e ripassi
3. Avete detto che farete una « Rubri- parenza di una lente. sulla vernice, fino a che non rimanga come
ca nella rubrica », cioè parlerete delle tec- Rivestimento del cannone: andrebbe be- un velo di sporco. Si ricordi di sporcare
niche modellistiche, perché non parlate dei ne un giallo-tela Pactra M l l , scurito. le griglie del motore con tinta simulante
« Vacuum formed »? come si adoperano, Tubi di scappamento: c'è un colore ap- l'olio; i tubi di scappamento con tinta rug-
che difficoltà si possono incontrare? posta, l'Humbrol HS 216. Ma si può ri- gine; la loro estremità con tinte più scu-
4. Mi interessano i mezzi militari ame- mediare in mille maniere, preparando mi- re (sono cotti dal calore). Tolga qua e là
ricani, ne farete un articolo? Non potete scele che imitino il colore della ruggine; della vernice, sostituendola con color rug-
mettere alcune foto a colori nella rivista? al limite, può trattare una vernice traspa- gine; tolga anche vernice dalle ruote den-
Riccardo Rinaldi rente con polvere fmissima di ruggine, rug- tate, ma la sostituisca con vernice argento
gine autentica. o metallo.
C. Monte Grappa, 24/5
Treno di rotolamento: immaginiamo che 2. Usi l'HS215 della Humbrol per la
Genova
lei voglia riferirsi alla parte in gomma; se parte esterna del cingolo, TMC23 per la
è così, adoperi un Humbrol n. 31, even- parte interna; vernici in argento le parti
1. Per ora no, a meno che presto non tualmente scurito con un po' di nero, ed sporgenti all'esterno del cingolo (rilievi dei
esca un modello di questo interessante ae- opacizzato dopo l'applicazione. singoli elementi).
reo; ma ne dubitiamo, perché in effetti Divise dell'equipaggio: se il modello del 3. Può inventare tutto, e non è detto
non fu un velivolo né molto diffuso, né carro « Chieftain » che ha lei è quello con- che non .avvenisse così; ma l'ideale sareb-
molto apprezzato. traddistinto dal numero di catalogo MM- be procurarsi una fotografìa ed attenersi a
2. Si. L'articolo è già ordinato. 168, le divise vanno dipinte in marrone quella. Esistono molte pubblicazioni zeppe
3. Come ha visto, abbiamo già comin- opaco tipo inglese corrispondente all'Hum- di queste foto, per esempio la raccolta del-
ciato con gli ottimi articoli di Valerio brol n. 29, con basco nero MC14. le annate della rivista « Signal ».
D'Orio, che è un eccellente elaboratore.
4. Su questo stesso numero si parla Una autoblindata AB41 realizzato dal dottor Nicola Pignato di Tarante: è della Schmid.
dell'/V/7; altri mezzi militari americani se- Pignato, che è un esperto di veicoli corazzati e che collaborerà presto a Storia Model-
lismo, si è impegnato a fornire dati precisi e disegni su questo modello, per i let-
guiranno prossimamente. Abbiamo già inau- tori interessati. La Schmid, spagnola, ha iniziato la produzione di interessanti veicoli
gurato la novità delle foto a colori, sia dei militari in scala 1 : 35.
veicoli che dei modelli (e queste ultime fo-
to sono certo più interessanti per i mo-
dellisti).

TUTTO SULLO « CHIEFTAIN »

C1 sono un ragazzo di 15 anni che nel lem-


^ pò libero si dedica al modellismo. Ap-
prezzo molto la vostra rivista ed ho an-
che intenzione di abbonarmi.
Sto costruendo il carro armato in scala
1 :35 della Tamiya, Chieftain Mk.5, ma
nelle istruzioni c'è una grande lacuna: so-
no scritte in giapponese e senza traduzio-

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