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STOMA

KumT

RIVISTA MENSILE DI
MODELLISMO L. 1.200
AEREI
MEZZI MILITARI
NAVI
UNIFORMI MILITARI
AUTO FAMOSE
STORIA DI BATTAGLIE
GIOCHI DI GUERRA
GIOCHI DIDATTICI
DIORAMI

ANNO 1 N. 5
MAGGIO 1977

IN OMAGGIO AUTOADESIVO
del 18° GRUPPO
STORIA
MODELLISMO
DIREZIONE • AMMINISTRAZIONE • REDA- MAGGIO 1977
ZIONE - PUBBLICITÀ'

Storia MODELLISMO
ANNO I - N 5
sommano
C.P. 633 - 00100 ROMA
Via Vogherà, 54/c - 00182 ROMA SUL PROSSIMO NUMERO IN OMAGGIO
Tei. 75.04.78
STEMMA AUTOADESIVO DEL 155° GRUPPO
PREZZI: una copia Ut. 1.200 - Arretrati II dop-
pio. Abbonamenti: pag.
Annuo Italia Llt. 12.000
Annuo Estero Llt. 16.000 2 Le Vetture Militari « HUMBER » di B. Benvenuti
I versamenti vanno effettuati sul c.c.p. n. 12158002
18 « Gli Antenati » il treno stradale corazzato
Intestato a:
Storia MODELLISMO, Via D. De Blasl n. 70 f « Fowler » di B. Benvenuti
ROMA

DIRETTORE RESPONSABILE
Umberto TOSI
9 II 18° Gruppo ed il suo stemma di R. Rovere

REDAZIONE 11 I « Sorci Verdi »


Bruno Benvenuti, Maurizio Camponeschi, Piero
Crociani, Valerio D'Orio, Fabrizio Jannetti, Re-
migio Gennari, Aldo Marchetti, Riccardo Rovere. 13 Costruiamo insieme uno « SPARVIERO » da
CORRISPONDENTI E COLLABORATORI
corsa di V. D Orio
Mario Barteletti, Massimo Brandani, Giorgio
Cantelli, Mario Cermelli, Massimo Di Giorgio. 20 General dynamics « F-16 » di F. Jannetti
Franco Gay, Sergio Gihello, Sandro Mazzoni,
Edoardo Massucci, Lino Mastrangelo, Enrico Mar-
chetti, Michael Perrotta, Alberto Santoni, Sergio
Sannipoli, Maurizio Tarducci, Mauro Tornassi, 24 Modelli sulla bilancia di U. Tosi e
Franco Valle, Antonio D'Ottavi, Lamberto Tarsi,
Federico Della Valle. L. Mastrangelo
Articoli MF cortesemente concessi da:
Cari Ed. Schunemann KG, Bremcn 26 Gli Ussari della Guardia Civica di Roma
Traduzioni dal tedesco: Vittorio Rciss (1819-1822) di P. Crociani

PUBBLICITÀ'
34 I reggimenti della Cavalleria Indiana di R. Gennari
Curata direttamente dalla direzione e dall'am-
ministrazione della rivista.

(C) OR1ON Edltrlce s.r.l. 30 Incrociatore Pesante « PRINZ EUGEN » di A. Santoni


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40 Posta
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Autorizz. Trib. di Roma n. 16623 del 22-12-1976.
In copertina: A sinistra: V Cavalleria Forze di Frontiera del
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la Lltotlpograria Rugantino - Via Spolcto, n. 1
ROMA
Le Vetture Militari " HUMBER di Bruno Benvenuti
II

Le esigenze delle opera u ra- della Senna a Vernon. II vincitore di Alamein


pidi spostamenti ed i richiede- è a bordo di una Tourer senza W.D. number
vano un costante adeguata i tmazi m dotazione agli ma dotata di Notek di preda bellica.
eserciti. Con lo scoppio dd tà gfi inglesi, come tutti
gli altri In llii!> i lali, si livi a dover fronteggiare una
forte richiesta di da trasporto che
da da parte delle loro forze soprattutto per la fama acquisita da uno dei suoi utilizza-
il problema il più veloce- tori, il molto onorevole Feld Maresciallo Bernard Mont-
gomery, Visconte di Alamein, K.G., G.C.B., D.S.O.
quanto accadeva nelle altre nazioni, essi Inizialmente venne messa in produzione una versione
alla requisizione di veicoli civili ed inizia- militare della berlina con degli irrobustimenti al telaio ed
rono contemporaneamente la produzione di mezzi di tra- alle sospensioni, con una carrozzeria praticamente uguale
sporto adatti all'impiego militare che sfruttavano il mag- al modello civile ma caratterizzata da una drastica elimi-
gior numero possibile di componenti dei preesistenti vei- nazione di cromature ed ornamenti. Il tocco finale allo
coli civili. aspetto marziale della vettura fu dato dalla sostituzione
La requisizione colpì senza riguardo veicoli di piccola dei paraurti con una sbarra metallica munita di ganci di
e grossa cilindrata, vetture utilitarie e di rappresentanza: traino e dall'adozione di un vasto portabagagli esterno. A
fra le berline di classe furono militarizzate anche le Hum- questa berlina, conosciuta come Saloon Staff Car, fece
ber Super Snipe, di cui alcuni esemplari facevano addirit- la cui produzione era stata affidata
tura parte del parco veicoli reale. rhrupp * ifaberly Ltd. e conosciuta come Humber
Il telaio della Snipe venne giudicato idonei Fourer. Questa vettura era dotata di una tavola
lizzazione di un modello militare da impiegai per le carte, ripiegabile tra i due sedili, mentre per la
tura da trasporto per il personale degli stati lifesa dei passeggeri erano previsti due alloggiamenti in
gli spostamenti di ufficiali di alto rango; que cui potevano essere sistemati un mitra Thompson e un
farà entrare nella storia della II guerra • fucile mitragliatore Bren, uno fra i sedili anteriori a

storia MODELLISMO
La giardinetta militare Humber Snipe, impiegata Una Humber Snipe militarizzata della Western Desert Porce,
come vettura di stato maggiore. le truppe di presidio inglesi in medio oriente, nei primi
giorni di guerra. Notare la targa con il W.D. number
bilingue ed i vetri dipinti per evitare riflessi eccessivi.

La Humber Snipe Tourer, il torpedo militare derivato


dalla berlina ed usato per tutto il corso della guerra
da alti ufficiali per i loro spostamenti.

fianco del conduttore e l'altro sul piano del lunotto poste-


riore a disposizione dei passeggeri.
Contemporaneamente a questa versione scoperta entra- Il modello in 1 : 32 di Airfix della Humber
rono in produzione una variante con carrozzeria « Station di Montgomery decorata per rappresentare la « Victory Car ».
Wagon » ed un interessante autocarro leggero impiegato
come carro radio. Furono anche realizzate alcune di queste
vetture dotate di una carrozzeria corazzata, le « Humbe-
rette »; ma questi veicoli che facevano parte di un pro-
gramma di emergenza in vista di una eventuale invasione
tedesca, furono presto rimpiazzate dalle « Ironside Mkl ».
In questa immagine del modello realizzato da S. Sannipoli
si vede la canna del fucile mitragliatore Bren che sporge
Il modello tra i sedili.
La Airfix produce in scala 1 : 32 un kit della versione
Torpedo proponendo ai modellisti la realizzazione della vet-
tura personale di Montgomery; per l'esattezza della seconda
vettura del comandante inglese, la « Victory Car » usata
da « Monty » durante la campagna d'Europa, quando era
al comando del XXI Gruppo di Armate in Belgio ed
Olanda. Il modello è realizzato in maniera molto corretta
e basterà aggiungere qualche dettaglio per ottenere una
ottima riproduzione della famosa vettura. Fra l'altro una
buona riproduzione della Victory Car dovrà avere i fari
schermati, le armi di difesa ed una bandierina con il gui-
done personale sul cofano. A far compagnia al figurino
riproducente Montgomery può essere messo un Lord Win-
ston Churchill preso dalla confezione dei personaggi storici
in 1 : 35 della Roco. Le uniche note dolenti del modello
Airfix sono nei consigli per la finitura, che differiscono leg-
germente da quello che era l'aspetto originale, della vettu-
ra come si può vedere nelle documentazioni fotografiche.
Essendo entrambe le vetture di Monty attualmente con-
servate, è probabile che alcune inesattezze siano dovute ai

storia MODELLISMO
x>rt)o il Generale e Churchill, la vettura aveva solo l'asta
dei retrovisore di sinistra, mentre al suo arrivo a Tunisi
era sempre priva dello specchio di destra, ma aveva quello
dì sinistra.
Sui parafanghi e sul cofano erano state applicate delle
staffe metalliche destinate probabilmente al fissaggio di ba-
gaglio esterno che successivamente furono eliminati.
Conclusa la campagna in Africa le truppe della Vili Ar-
mata misero piede sul suolo italiano, risalendolo tutto fino
ai confini con la Germania e concludendo la guerra in ter-
ritorio austriaco.
La Old Faithfull seguitò a rendere i suoi servizi al vinci-
tore di Alamein ma cambiando la sua pelle con una più
consona al mutato ambiente in cui veniva chiamata ad
operare.
In occasione di una delle periodiche revisioni a cui
erano sottoposti i veicoli per manutenzione furono elimi-
nate le staffe esterne, i cui fori vennero coperti da piastre
metalliche mentre sulla vernice desertica vennero aggiunte
delle chiazzature mimetiche di colore verde a larghe ban-
de, su cui venivano mantenuti i numeri in nero e l'in-
Vista frontale del modello a cui sono stati schermati i fari segna della Vili Armata. Con questa finitura la vettura
utilizzando un tondino di balsa diviso in due: passò al successore di Montgomery, il generale Oliver Leese;
il distintivo del XXI C.d.A. è tratto dal foglio Esci n. 2. sopravvissuta alla guerra la vettura venne recuperata ed è
tuttora conservata presso l'industria che la produsse dopo
essere stata restaurata con una livrea mimetica verde ed
ocra (dark green e dark earth) con i numeri riportati in
La foto permette di apprezzare il dettaglio interno del modello. bianco.
Si nota il mitra Thompson aggiunto dietro i

cambiamenti verilicatisi durante i vari restauri a cui sono


state sottoposte sia l'africana « Old Faithfull » che l'eu- L'ingresso d a Tunisi, accolto da una folla
ropea « Victory Car ». plaudente i: le divise della Jeunesse
Vediamo insieme come realizzare correttamente le due nationale di giovani esploratori.
vetture.

La « Old Faithfull »

Durante la campagna africana la vettura del comandan-


te della Vili Armata era verniciata in color sabbia (Hum-
brol Eighth Army Yellow) con il numero di matricola
M 239459 dipinto in nero sul cofano motore e sullo sportello
del bagagliaio.
I fanali erano protetti da schermature mentre al centro
del cofano era dipinta una coccarda con i colori nazionali
per l'identificazione dall'alto, uguale a quella usata dalla
RAF. Un particolare importante da modificare nel kit Air-
fix per realizzare questa vettura sono i battistrada dei
pneumatici che sono da deserto mentre nella scatola sono
di tipo normale, fortemente scolpito. Prima di montare le
ruote consiglio di riempire di stucco le scolpiture anche
sui fianchi e di incidervi sopra il disegno dei battistrada da
deserto usato all'epoca, una quadrettatura diagonale rego-
lare. Sul cofano va sistemato un guidoncino con l'insegna
di Comandante di Armata, mentre la placca metallica che
recava dipinta l'insegna della Vili Armata va fissata sul pa-
rafango anteriore destro e non sul paraurti. Posteriormente
solo il numero di matricola (W.D. number) era al centro di Olanda a bordo della Victory Car
dello sportello del bagagliaio. Attenzione agli specchietti, dietro la testa degli illustri
che dovevano diventare un ambito trofeo per gli estimatori _. Thompson di dotazione, mentre
di Montgomery: infatti al suo ingresso a Tripoli con a fra i ta la canna di un Bren.

storia MODELLISMO
'

La Old Faithful sul fronte italiano


durante una ispezione del Generale Leese
alle truppe del Corpo Italiano
di Liberazione. La vettura ha assunto
una livrea mimetica a due toni.

La Old Faithful di Montgomery con a bordo


il Generale e Churchitl entra a Tripoli dopo la presa della città
da parte della 8" Armata. Sul cofano è visibile la coccarda
tricolore.

La Victory Car durante una visita di Montgomery


alle truppe inglesi di stanza in Germania nel 1951.
La vettura all'epoca era già destinata ad un museo
e fu rispolverata per l'occasione. L'insegna di grado
e quella di Feldmaresciallo, con cinque stelle, aggiornata rispetto
a quella di comandante di gruppo d'armate a quattro stelle.
Sullo sportello è applicata una targa che celebra
La Old Faithful nel suo stalo attuale, restaurata la carriera della vettura.
con una finltura mimetica diversa da quelle
con cui era stala vista sui fronti dì guerra.

La « Victory Car »
La vettura usata da Montgomery sul fronte europeo fu
la M 239485, di cui sono fornite le decals nella scatola Air-
Hx. Per una corretta realizzazione del modello occorre te-
ner presente che esso si è ispirato alla Victory Car che è
tuttora conservata presso una collezione privata e che per-
tanto il modello è presentato nel suo stato attuale e non
secondo il suo aspetto durante la guerra. Innanzi tutto c'è
da schermare i fari (a questa norma di sicurezza non pote-
vano sottrarsi neanche le vetture dei comandanti supremi)
e successivamente vi è da rifinire in modo corretto il vei-
colo evitando di applicarvi la targa, contrariamente a quan-
to consigliato dalle istruzioni, in quanto notoriamente i vei-
coli militari britannici non recavano targhe di identificazio-
ne. Lo stemma da mettere sulla placca del parafango sinistro
è quello del XXI Gruppo di Armate e non quello della Vili
Armata, che era in Italia. La Victory Car divenne la vet-
tura personale di Montgomery dopo che aveva assunto il
comando del XXI Gruppo di Armate sul fronte belga, per
cui non è chiaro il criterio che ha spinto la ditta inglese
produttrice del modello ad inserire ed a consigliare l'uso
di decalcomanie così poco precise.
Un'altra vettura Humber Snipe usata da Montgomery
che può essere realizzata è quella su cui il Maresciallo attra-
versò la Senna a Vernon, durante l'avanzata alleata. La vet-
tura a cui mi riferisco non aveva numeri di matricola ma
solo l'insegna del XXI G. d. A. dipinta sul parafango. Sul
paraurti, ai lati della placca con le stelle dorate indicante
il grado di chi la utilizzava, erano montate due trombe (avvi-
satori acustici), mentre sul muso, fra il fanale di destra e la
griglia del radiatore, troneggiava in bella vista un « Notek »,
la luce da combattimento dei veicoli tedeschi. La vettura
inoltre non aveva il disco giallo con la classificazione da
ponte. V.S- -Sv .-..;;•*

storia MODELLISMO
aperto, munita di feritoie, ed armati con un mitragliatore
Bren ed un fucile anticarro Boys.
Su alcune di queste vetture corazzate chiamate « Iron-
side Mkl » fu montato, in sostituzione del fucilone anti-
carro, un apparecchio radio n. 11. I pneumatici erano di
dimensioni maggiori rispetto alla camionetta Humber, ve-
nivano infatti montate delle somme Runflat 9.25-16 invece
della 9.00-13 della Tourer e dello Half-Ton.
Per la sicurezza della Famiglia Reale e degli alti digni-
tari del Regno durante i loro spostamenti nel periodo in
cui in Inghilterra si temeva di giorno in giorno l'invasione
tedesca furono realizzate delle vetture corazzate con il tetto
chiuso e arredate all'interno come normali berline di lusso,

Camionetta Radio Humber F.F.W.


(Dark Earth con bande Dark Creen).
Un autocarro Humber F.F.W. della 2a divisione corazzata
distrutto durante l'avanzata tedesca su El Agheila. Il veicolo
è munito di un condensatore supplementare
per il raffreddamento del motore.

Il sedile posteriore della Ironside Saloon Special


manteneva il comfort di una normale vettura,
nonostante avesse l'aspetto di una autoblinda.

Una camionetta Humber F.F.W. trasformata in autocinema.


La destinazione iniziale degli autocarri di questo tipo
era quella di veicoli per radiocomunicazioni.

Le camionette Humber F.F.W.

Una conversione adatta a modellisti più esperti può


essere portata a termine utilix/.ando parte del telaio, co-
fano e parafanghi anteriori del modello Airfix, autoco-
struendo in plastìcard il cassone secondo il disegno. Questa
camionetta F.F.W. (Fitted Por Wireless) era munita di una
cabina con tetto in tela e di un cassone in legno destinato
a contenere un apparecchio radio « Wireless set n. 11 ».
Nel cassone trovavano posto l'apparecchio radio, un tavo-
lino pieghevole con i sedili per i due operatori e le batte-
rie di alimentazione per la cui ricarica veniva utilizzato
un generatore collegato ad una presa di forza sulla scatola
del cambio.
Fra la cabina ed il cassone erano sistemati il serbatoio
del carburante, una cassetta portattrezzi e la ruota di
scorta. E' interessante notare che una modifica simile, con
un identico tipo di cassone con coperture in tela e sostegni
metallici fu adottata anche su telai di vetture Morris e
Ford; i veicoli così modificati erano classificati come
autocarri leggeri da 400 kg, detti anche impropriamente
« Half-Ton ». Numerosi esemplari di autocarri Humber
furono ricoperti da una sovrastruttura corazzata a cielo
II posto di guida
di una Ironside Saloon Special
della seconda serie.

Alcuni veicoli del parco automezzi reale, da sinistra tanxa derivata dalla Snipe trovò un'utilizzazione militare
una Humber Pulniann blindata, un veicolo corazzato con le stesse modalità adottate per gli altri modelli com-
Ironside Saloon Special ed una autoblinda Humber merciali; gli esemplari per le forze armate di questa ber-
del 12° Lanceri, reparto addetto alla scorta dei Reali. lina a 6 posti erano dei veicoli di serie irrobustiti struttu-
ralmente e spartanamente rifiniti senza cromature ed or-
pelli inutili.
utilizzando le carrozzerie corazzate degli Ironside Mkl leg-
germente modificate e montate su telai di autovetture
Humber Snipe.
Esse avevano sedili imbottiti e rivestiti in lana, orologio,
ventilatore ed il posto di guida separato da quello dei pas-
seggeri per mezzo di una lastra di perspex. Gli ordini all'au-
tista venivano impartiti per mezzo di un microfono ed i
passeggeri avevano il loro confort limitato solamente dalla
mancanza dei finestrini. Le prime due vetture di questo tipo
furono consegnate nella seconda metà del settembre 1940
al XII Reggimento dei Rovai Lancers, che era responsabile
della sicurezza della Famiglia Reale e dei membri del Gabi-
netto, seguite nei mesi successivi da alcune altre vetture
attrezzate con tinestrini laterali a prova di proiettile e con
una maggiore visibilità per il pilota, che disponeva di un
parabrezza blindato protetto da due portelli corazzati. Con
l'allontanarsi della minaccia dell'invasione le « Special Iron-
side Armoured Saloon » reali furono sostituite da un'altra
autovettura prodotta dalla Humber, la « Pullman protected
saloon car » con vetri a prova di proiettile e le lamiere
della carrozzeria rinforzate. La Regina Madre d'Inghilterra scende da una Humber Ironside
La vettura Humber Pullman, una berlina di rappresen- Saloon Special.

Humber Ironside Mk I
(Dark Earth con bande Dark Green).

La designazione inglese per le Humber corazzate La vettura da ricognizione blindata Ironside Mk I


era « Light Armoured Recce Vehicles Ironside Mk I ». realizzata sul telaio della Humber Tourer.

storia MODELLISMO
Le Humber F.W.D. della sua completa inutilità, veniva impiegato attraverso
una feritoia aperta sulla scudatura frontale del mezzo. In
Le dure condizioni d'impiego in cui si trovarono impe- posizione analoga veniva spesso montato un lancia granate
gnate le vetture militari Humber fecero maturare la richie- fumogene, mentre per le dotazioni dell'equipaggio ed i ri-
sta di un veicolo appositamente costruito per un uso in fornimenti del mezzo erano aggiunte delle cassette esterne;
condizioni impegnative ed adatto a qualunque genere di la carrozzeria corazzata rispecchiava nelle linee generali
terreno. quella della « Ironside » Mk.I.
Requisito essenziale di queste vetture doveva essere la La realizzazione modellistica di uno di questi veicoli da
trazione totale con tutte le ruote motrici, oltre ad una robu- combattimento e da trasporto si presenta come un ottimo
stezza notevole ed una carrozzeria rispondente alle esigen- banco di prova per i modellisti che si dilettano nello
ze militari. « Schratch built », che possono trarre dal kit Airfix solo una
Derivate dalla Humber Snipe e con l'utilizzazione per base di partenza per costruire alcuni interessanti mezzi bri-
i diversi modelli del medesimo telaio e della medesima unità tannici della II guerra mondiale, impiegati dalle truppe in-
motrice furono realizzate una vettura furgonata per stati glesi su tutti i fronti.
maggiori, un autocarro leggero ed una autoambulanza. Le vetture F.W.D. rimasero anche in servizio per qualche
Alcune di queste ambulanze furono trasformate in « po- anno dopo il termine delle ostilità, fino al 1950 circa.
sti radio mobili » e messe a disposizione dei corrispondenti
di guerra della B.B.C, per la trasmissione di resoconti in
diretta dalla linea del fronte durante l'invasione dell'Eu-
ropa.
La ditta Thrupp & Maberly Ltd. studiò anche la realiz-
zazione di una berlina comando 4 x 4 che rimase allo stadio
di prototipo senza alcuno sviluppo.
Queste vetture vennero chiamate F.W.D. (Por War De-
partment) ed i loro telai vennero utilizzati per la realizza-
zione dei veicoli corazzati da ricognizione « Ironside » Mk.II
ed Mk.III. Oltre ai vantaggi della trazione totale, che con-
sentiva loro un più agevole movimento fuori strada, queste
vetture blindate avevano il tetto chiuso ed una piccola tor-
retta in cui veniva montato il Bren in dotazione, mentre il
fucile anticarro, il cui uso andava scomparendo a causa

La camionetta realizzata sul telaio della Humber F.W.D.

••

tfÌ5£

Una colonna di ambulanze Humber F.W.D.


sul fronte della Normandia nei primi giorni La vettura militare Humber F.W.D. con quattro ruote motrici,
della Invasione alleata. progettata espressamente per impiego bellico.

La Humber F.W.D. nella versione ambulanza Disegni in scala I : 64 di I . Jannetti


e nella speciale modifica realizzala per la B.B.C. (Dark Green). Foto Archivio Benvenuti.

storia MODELLISMO
PICCOLA CRONISTORIA

II18° GrUPPO ed il suo stemma


di Riccardo Rovere

Un KF-104G che equipaggia oggi il IH Gruppo della 3" AB Ricognitori 'l'aliici.

Il 18° Gruppo RT, oggi inquadrato volando anche per 600 chilometri sul Gruppo fu trasferito alle dipendenze
nella 3 Aerobrigata di Villafranca di territorio nemico. del 56° Slormo C.T. e destinato sul
Verona, è uno dei reparti più inte- Al termine della guerra, come molti fronte della Manica, dove ebbe più
ressanti della storia dell'aviazione mi- altri reparti, il 18° Gruppo venne sciol- volte occasione di scontrarsi con gli
litare italiana. Trae la sua origine dal to, esattamente il 20 febbraio 1919. Spitfire e Hurricane inglesi.
XVIII Gruppo da bombardamento, Con la nascita della Regia Aeronau- Rientrato in Italia e riassegnato al
costituitosi a Taliedo il 24 dicembre tica, lentamente anche i reparti di 3° stormo il 18°, armato con MC 200,
1917 su Caproni 450 Hp e formato volo aumentarono, ed anche il 18° Grup- si trasferì in Africa Settentrionale dal
dalla Sq. 3, 14, 15. Il gruppo, appena po si ricostituì sulle Sq. 83, 85 e 95, luglio del 1942, partecipando alle al-
dopo la sua formazione, veniva trasfe- entrando a far parte con il 23° Gruppo terne fortune della guerra nel deser-
rito in Francia, prima a Longvie e poi del 3° Stormo Caccia Terrestre, di ba- to, sino alla ritirata in Tunisia, che
a Ochey, dove, con tre gruppi da bom- se a Bresso (1° giugno 1931). Prima con lo trovò armato su MC 202 « Folgo-
bardamento francesi entrò a far par- i FIAT CR 32, il Gruppo compì la re ». Tornato in Italia, l'armistizio lo
te della Escadre 11. normale attività di pace, partecipan- colse a Cerveteri con i 202 ed i C 205
Le azioni dei Caproni italiani ebbe- do anche a manifestazioni acrobati- « Veltro ». Sciolto dopo l'8 settembre,
che. Alla data dell'entrata in guerra dobbiamo aspettare sino al 1956 per
ro inizio nel febbraio 1918, ma il pe-
dell'Italia, il 18° Gruppo era armato veder rinascere ancora il 18° Gruppo,
riodo più importante dell'impiego del con i FIAT CR 42 e basato a Novi come parte integrante della 3a Aero-
XVIII Gruppo fu quello del settem- Ligure. Assieme al 23° Gruppo, parte- brigata R.T., prima sui validissimi RF-
bre-novembre 1918, quando cioè i tri- cipò alle operazioni contro la Francia, 84F « Thunderflash » e poi, dal 1972,
motori compirono numerose azioni su meritando al 3° Stormo la medaglia sugli RF 104G ed F 104G. E' questo
Colonia, Stoccarda e Ludwigshafen, d'Argento al V.M. Nel settembre il oggi il materiale di volo del 18° Gruppo.

storia MODELLISMO
Un CR42 del 18= Gr. durante Sempre un CR 42, dalla foto
l'impiego nel C.A.I. in Belgio. si può ben vedere il vecchio distintivo,
con il motto « Ocio che te copo! ».

Lo stemma nella foggia attuale,


portato sulla presa d'aria
E' la rivista d'aviazione più moderna e diffusa in di uno « Starfighter » fotografico
Italia. In ogni numero un'ampia documentazione del gruppo.
sulle novità del settore in Italia e all'estero, più
resoconti sugli incidenti. La rivista tratta in
termini storici ed attuali dell'aviazione militare
e commerciale, dell'aviazione da turismo e del-
la parte sportiva. Inoltre, eccellenti articoli sul- Il distintivo
l'attività degli aeroclub, sul plastimodellismo
aeronautico e sull'aeromodellismo oltre che
sulla tecnica e sulle nozioni per avvicinarsi al
volo. Dal 1931, anno della sua costituzio-
Per abbonarsi a JP4 e ricevere mensilmente
la Vostra copia, versate lire 10.000 sul conio nc, il 18° Gruppo ha portato sulla fu-
torrente 5/31920 intestato a Ed.A.I. s.r.l. — soliera dei suoi velivoli diversi distin-
JP4, Casella Postale 1550, 50100 Firenze.
Chi è interessato può richiedere una copia tivi.
di saggio allo stesso indirizzo. Il primo fu quello del 3° Stormo CT,
cioè il « biscione » milanese; quando
invece il Gruppo passò alle dipenden-
ze del 56° Stormo, assunse un proprio
distintivo rettangolare con fondo gial-
lo, con un fascio nero e tre frecce
trasversali in bianco con il motto:
« Ocio che te copo ». Questo stemma
era lo stesso dei FIAT G 50 della SQ.
« Frecce » della guerra di Spagna del-
la quale avevano fatto parte alcuni
piloti del Gruppo.
E' appunto dal vecchio e glorioso
distintivo del reparto, che appariva du-
rante la guerra sui CR 42 e sugli MC
200, che è stato ricavato quello nuo-
vo, oggi sistemato sulle prese d'aria
degli « Starfighter ». E' cambiata la
forma, oggi circolare ed è scomparso,
logicamente, il fascio; le frecce sono
diventate stilizzate ma il motto è ri-
masto, a testimoniare la tradizione-
che continua, dai vecchi ai nuovi pi-
loti del 18° Gruppo.

10 storia MODELLISMO
I "Sorci Verdi" di Riccardo Rovere

II Savoia Manchetti S.M. 79 « Spar- naio 1938 da tre SM 79 definiti Trans- stellani) ed appartenenti al 12° Stor-
viero » è stato uno degli aeroplani ita- atlantici; in realtà si trattava dei pri- mo BT « Sorci Verdi ». Questo straor-
liani più famosi, se non forse il più mi tre classificati della Istres-Dama- dinario volo ebbe come punto di par-
noto di tutti i tempi. L'impiego di sco-Parigi reimmatricolati I-BISE, (Bi- tenza Guidonia e come tappa inter-
questo aereo bombardiere, trasporto, seo-Paradisi), I-BRUN (Mussolini- media Dakar (Senegal). Affrontata in
aerosilurante, spaziò dal 1935 al 1950, Mancinelli). e I-MONI (Moscatelli-Ca- formazione la traversata verso il Sud-
attraverso la guerra di Spagna, la se-
conda guerra mondiale, la ricostruzio-
ne post-bellica. L'S.M. 79 fu anche
esportato in molti paesi, come la Ro-
mania, la Jugoslavia, l'Iraq ed il Li-
bano.
Ricostruiamo qui però, a differenza
del solito, non la carriera guerresca
dello « Sparviero » ma quella « corsaio-
la » che si sviluppò sopratutto attra-
verso due emozionanti imprese svol-
tesi tra la fine del 1937 e l'inizio del
1938.
Non dimentichiamo che l'S.M. 79 era
nato come aereo passeggeri nel 1934;
nonostante la sua diversa evoluzione,
si era pensato di « pubblicizzare » il
velivolo per favorire l'esportazione al-
l'estero. Già nel luglio 1937 un esem-
plare speciale de) velivolo munito di
motori Piaggio P.XI da 1.000 C.V., ave-
va dato prova delle sue grandi possi-
bilità con il record sul circuito Fiu-
micino-Antignano-Ansedonia, ottenen-
do la velocità oraria di km 423,610;
questo primato, attraverso due suc-
cessivi ritocchi, era destinato a giun-
gere sino a 472,825 Km/h con Tondi
e Pontonutti (4 dicembre 1938).
Alcuni esemplari di serie, privati
dell'armamento, furono preparati per
voli su lunghe distanze.
Il 20-21 agosto 1937 si svolse la cor-
sa Istres-Damasco-Parigi, per un to-
tale di 6.190 chilometri. A contrastare
i sei S.M.79C (corsa), 1-5 (equipaggio
Biseo-Mussolini), 1-6 (Tondi Moscatel-
li), 1-7 (Lippi-Castellani), I-li (Cupini-
Paradisi), 1-12 (Rovis-Trimboli), 1-13
(Fiori-Lucchini), c'erano tre FIAT BR 20,
quattro velivoli francesi e il DH 88
« Cornei » inglese. La prima tappa, si-
no a Damasco, vide primo l'SM 79 di
Fiori e Lucchini, mentre alla fine del-
la gara, a Parigi, vinse il trimotore
di Cupini e Paradisi, con la media
generale di 352,789 Km/h. La corsa si
concluse con tre SM 79 ai primi tre
posti, esattamente 1T-11, 1T-13, l'I-5,
mentre i BR 20 erano costretti al ri- Tré immagini di S.79 C sul campo della Savoia Marchetti, le foto ci permettono
tiro. di osservare la foggia della banda in fusoliera, la posizione dei tre fori
dei radiatori dell'olio al bordo d'entrata alare, il diedro leggermente positivo.
Altra impresa memorabile fu la tra- Notare che le foto sono state scattate prima dell'introduzione dei due oblò
volata atlantica, compiuta il 24-25 gen- in fusoliera.

storia MODELLISMO 11
America, i tre velivoli giunsero in vi- loro volo sotto la luce della Luna, al- raid dei « Sorci Verdi », gli aerei ven-
sta della costa brasiliana, in prossimi- le 22,45 del 25 gennaio, posandosi sul- nero donati al Governo Brasiliano, che
tà della quale purtroppo l'I-MONI do- la pista di Rio de Janeiro dopo un volo li utilizzerà per molti anni, sino al
vette atterrare dopo aver volato per di 9.850 chilometri. 1955. Terminò così l'avventura degli
molte ore con due soli motori a cau- La media realizzata risultò di 404 SM 79 da corsa ma non quella dello
sa dell'avaria ad un'elica. Km/h. « Sparviero », destinato a coprirsi an-
L'I-BRUN e l'I-BISE conclusero il Dopo la splendida conclusione del cora di gloria per molti anni.

Due inquadrature che ci permettono di vedere le cappottature motore degli S.79 C e la foggia dello stemma della ditta
a guidoncino. Notare i diversi tipi di ogive nelle due foto e l'anello d'ancoraggio sotto l'ala.

Dalla foto possiamo vedere la posizione dell'oblò di destra, Particolare del collettore di scarico anulare
il portello ventrale, i tre « Sorci verdi » e lo stile del motore Alfa Romeo 126.
dei numeri di gara.

L'I-MONI, che si era classificato primo nella Istres-Damasco-Parigì, fu il più sfortunato del Raid,
dovendo atterrare sulla costa brasiliana per un'avaria ad un'elica.

12 storia MODELLISMO
Costruiamo insieme uno
«SPARVIERO» da corsa di Valerio D'Orio

Per realizzare questa conversione ci siamo serviti del- ricavate dal disegno la sagoma su di un pezzo di cartone e
l'unico Kit disponibile dell'S.79 « Sparviero », quello in con questa, via via che eseguite il lavoro, controllate la
1 '.'12 di Airfix in quanto l'altro modello, in 1 : 50 di Arti- esattezza dell'opera poggiandola sulla parte in rifacimento.
plast, è già da tempo introvabile sul mercato. Sul ciclo dell'abitacolo esistevano due sfinestrature, pro-
Questa scatola di montaggio risente purtroppo gli anni babilmente utilizzate anche come uscite d'emergenza, che
che ha, infatti esso è stato prodotto circa un decennio potrete cercare di eseguire solo se possedete un mini-tra-
fa, quando la Airfix non aveva ancora raggiunto lo stan- pano elettrico; la zona interessata infatti, essendo compo-
dard attuale. sta di più strati è piuttosto resistente ed allo stesso tem-
po delicata, per cui è sconsigliabile eseguire tale opera-
zione con un tagliabalsa.
E' preferibile invece riprodurre i due finestrini, a la-
La trasformazione voro finito, verniciandoli in nero lucido bordati con un sot-
tile filo color alluminio.
Prima di concludere il lavoro sulla fusoliera occorrerà
Iniziamo con la fusoliera che richiederà la maggior stuccare gli attacchi dei siluri e, una volta incollati i piani
parte del lavoro; innanzitutto occorrerà chiudere le aper- di quota, creare con dello « sprue » i due montanti di rin-
ture delle sfinestrature, utilizzando le stesse parti traspa- forzo del timone che sostituivano i cavi esistenti nel tipo
renti per avere i pezzi già pronti (parti n. 12, 13, 16 e 17); da bombardamento.
chiudere i due portelli delle mitragliere (n. 22 e 23), il Passiamo ora ai motori: il lavoro si presenta facile, dob-
portello d'accesso laterale (n. 24) e l'apertura della gondola biamo infatti allargare leggermente la bocca della naca
di puntamento (n. 31) con del plasticard, sagomato utiliz- (1 mm) e creare con dello stucco il raccordo tra l'anello
zando come maschera la gondola stessa. del collettore e il tubo di scappamento (87, 88, 89); le
Possiamo ora intagliare il nuovo portello, o solamente eliche e le ogive vanno bene ma necessitano di carteggia-
inciderne i contorni, forare i due nuovi oblò e montare gli tura per rettificare eventuali sbavature.
interni dopo averli verniciati (grigio chiaro HI 5 pareti e A questo punto non ci rimane che correggere il diedro
divisori, marrone i sedili, nero opaco fioche e cruscotto). alare positivo di circa 2°, che nel modello risulta essere
A questo punto incolliamo tra loro le due semifuso- negativo.
liere; quando il collante avrà fatto presa daremo inizio alla Per fare ciò operiamo nel modo seguente: dopo aver in-
parte più delicata di questo lavoro: allungare la fusoliera collato le semiali alla fusoliera, tagliamo la parte inferiore
di 4 mm e ricostruire la parte superiore dell'abitacolo. Que- dell'ala all'attaccatura esterna dei motori (vedi disegno)
st'allungamento non è dovuto alla maggiore lunghezza del- con un seghetto dalla lama molto sottile (tipo X-Acto),
l'S.79 C, ma ad un errore di costruzione del kit stesso. quindi flettendo l'ala per allargare il taglio, inseriamoci una
Per tale operazione procediamo come segue: tracciamo striscia di plasticard di circa mm 1,5, a seconda della de-
con una matita un segno, perpendicolare alla fusoliera, formazione del vostro modello, onde ristabilire l'esatto
5 mm prima del piano di coda e tagliamo con un seghet- diedro.
to; incolliamo tra loro tre strisce di plasticard da 1 mm Pratichiamo poi i tre fori dei radiatori dell'olio sul
ed attacchiamole alla coda che a sua volta riincolleremo bordo d'attacco alare e aggiungiamo con plasticard e
alla fusoliera facendo attenzione che gli assi di mezzeria « sprue » stirato i compassi di estensione dei flap e gli
coincidano perfettamente sia sopra che sotto. Quando il anelli di ancoraggio.
pezzo sarà perfettamente saldato, risagomiamo con una La conversione può considerarsi conclusa, passiamo quin-
lima il nuovo tratto raccordandolo con le parti esistenti. di alla rifinitura; per questa operazione occorre molta pa-
Incolliamo quindi sulla fusoliera la copertura con la zienza, da essa infatti dipende tutta la riuscita del mo-
gobba (n. 33), asportiamo poi la gobba stessa (vedi dise- dello.
gno) e la parte superiore del vetrino parabrezza che incol- Stucchiamo tutte le parti che hanno subito delle mo-
leremo nella sua sede. difiche e carteggiamo con carta abrasiva sempre più fina;
Rivestiamo poi il vetrino con due strati di nastro ade- quindi verniciamo il modello con una mano di grigio chia-
sivo, ritagliandone esattamente il contorno, per evitare ro opaco che ci permetterà di scoprire eventuali punti
che venga rovinato durante la rifinitura con la lima. errati che ripasseremo con lo stucco.
Inseriamo nel vano lasciato aperto dalla gobba dei pezzi Ricordate inoltre di non lasciare mai parti stuccate
di plasticard da 1 mm che sagomeremo, man mano che scoperte, infatti questo materiale è molto assorbente e se
vengono incollati, fino a ricostruire tutta la parte supe- non verrà impermeabilizzato causerà delle macchie nella
riore dell'abitacolo. Per far sì che il profilo risulti esatto, verniciatiirn f i n a l e

Asportare

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storia MODELLISMO 13
Aggiungere

Elica ed ogiva f'l


Segare metallo naturale //
fi Alluminio pulimentato

I ascia colar

Collettore di scarica
rame brunito
L'S-79 T immatricolato I-BISE, primo ad atterrare sulla pista di Rio de Janeiro.

14 storia MODELLISMO
Questa inquadratura ci permette di vedere la tabella in grigio lucido Humbrol 40 G 14 o Mo-Lak 19, il collettore
sulla deriva, indicante il numero di gara di scarico in bronzo, realizzabile con una mistura di 1 parte
della Istres-Damasco-Parigi con la classifica riportata, di alluminio, mezza di nero opaco, mezza di rame, la
ed il nuovo tirante rigido per gli impennaggi orizzontali. parte anteriore dello stesso in ottone Humbrol 54 o Mo-
Lak 23.
Le cappottature erano invece in alluminio spazzolato,
ciò mi ha creato notevoli problemi in quanto ogni tenta-
tivo di avvicinarmi alla realtà falliva. Così, mentre mi
accingevo ad accendermi l'ennesima sigaretta, notavo che
la stagnola picchiettata del pacchetto riproduceva esatta-
mente ciò che cercavo di realizzare (era l'uovo di Colom-
bo! E poi parlano tanto male del fumo). Ecco quindi come
fare: prendiamo la stagnola, eliminiamo le eventuali pie-
ghe, ritagliamo dei rettangoli pari allo sviluppo della naca
e applichiamoci con una spatolina un sottile strato di
colla (Pattex); poi quando è quasi asciutta posizionatela
intorno alla cappottatura.
Verniciamo infine in alluminio lucido le alule Handley-
Page, il bordo d'attacco alare e gli ammortizzatori del car-
rello; in alluminio opaco i carrelli, i portelli ed i loro
pozzetti.

Le decal
Esiste sul mercato il foglio Microscale n. 72-59 dedi-
cato all'S.79 T immatricolato I-BRUN ma purtroppo non
molto fedele all'originale, infatti la matricola ha i carat-
teri a spigolo vivo invece che stondato, i fasci per le cap-
pottature motori sono troppo stilizzati e di colore errato,
l'immatricolazione sulla deriva manca della classifica della
Istres-Damasco-Parigi, il marchio di fabbrica in colori e
foggia errate, l'immatricolazione alare senza bordo bianco
(potremo realizzarlo con i trasferibili « R41 Tiralinee TL 8 »);
possono essere salvati i « Sorci verdi », comunque il foglio
può essere un'ottima base di partenza per decorare il
nostro modello finito. Questo è tutto, ora tocca a voi, arma-
tevi di buona pazienza e buon lavoro.

Foto archivi Jannelti, Rovere, Valle.

La colorazione
Gli S.79 Corsa erano verniciati in rosso con una banda
verde bordata di bianco in fusoliera.
Il rosso era il classico rosso corsa italiano usato an-
che dalle auto da competizione (assimilabile alla tinta
Humbrol 19 G 1 o Mo-Lak 4) mentre il verde aveva una
tonalità più scura del tricolore sul timone e dei tre « sor-
ci verdi » (assimilabile a Humbrol 3 G 5 o Mo-Lak 13).
Diamo inizialmente il colore rosso e lasciamolo asciu-
gare per diverse ore; rifacendoci al disegno stabiliamo poi
sulla fusoliera i punti principali dove dovrà correre la li-
nea verde e con del nastro adesivo ricostruiamone la sa-
goma.
Se possedete l'aeropenna non ci sono eccessivi problemi,
altrimenti, usando il pennello, fate in modo che il colore
non sia troppo liquido affinchè non penetri sotto il nastro.
Appena il colore sarà asciugato togliete delicatamente
il nastro per evitare di asportare la pellicola di colore
r
sottostante, cosa non rara con i colori lucidi.
Per la sottile fascia bianca converrà usare il trasferibile
Letraset bianco TL 15 di facile reperimento ed applicazione;
ritagliamo quindi dal foglio una strisciolina più lunga di
quella da applicare, fissiamola ai due capi con del nastro ade-
sivo affinchè durante il trasferimento non si muova e passia-
moci sopra con la classica matita di plastica; stacchiamo
delicatamente il supporto facendo attenzione che la striscia
si sia trasferita; pigiamola con un fazzoletto di carta, poi
per portarla alla giusta tonalità, scuriamola passandovi
sopra una mistura di trasparente lucido con una piccolis-
sima parte di marrone. Tale operazione servirà anche a
fissarla.
Per le parti curve ci dovremo cimentare con il pennello. Si fa il pieno. La foto ci permette di apprezzare
Verniciamo ora i motori: i cilindri e l'interno della naca i tre « Sorci verdi », i predellini aerodinamici in metallo
in Gun Metal Humbrol 53 G 16 o Mo-Lak 25, il basamento naturale e il nuovo portello laterale.

storia MODELLISMO 15
Il modello finito dell'S.79 C
realizzato da V. D'Orio decorato con deca!
microscale da cui si possono vedere
i difetti riscontrati.

*k*
•'•

16 storia MODELLISMO
S.79C MI I classificato nella corsa Islres-Daniasco-Parigi con equipaggio Cupini-Paradisi, alla media di 352,789 Km/h.

S.79T I-BISE ex 1-5 1° arrivato nel Raid Transatlantico Roma-Rio de Janeiro con equipaggio Biseo-Paradisi
alla media di 404 Km/h. Scala I : 72 Di^ni di Fabrizio Jannetti
Gli Antenati"
II treno stradale
corazzato "FOWLER"
Una coppia di trattori Fowler, di cui uno con il relativo traino,
di Bruno Benvenuti durante le manovre dell'esercito inglese
nella piana di Aldershota, alla fine del secolo scorso.

Sul finire del secolo scorso l'eser- plari per il tranio dei convogli stra- e che in corrispondenza della piatta-
cito inglese cominciava a trasforma- dali. forma di manovra si estendeva sulle
re i sistemi di trasporto delle artiglie- Nel corso della repressione della fiancate, formando una cabina per il
rie passando dal traino animale al trai- rivolta dei Boeri, nel 1900, molti trat- macchinista ed i suoi aiutanti.
no meccanico, adeguando anche i car- tori Fowler B5 furono inviati in Sud L'accesso alla cabina avveniva per
riaggi delle munizioni e dei riforni- Africa ed il loro impiego fece nascere mezzo di una porta posteriore; la vi-
menti alle moderne concezioni. uno dei progenitori dei moderni mez- sibilità del terreno circostante era fa-
Per il traino dei pezzi e dei convo- zi corazzati. vorita da alcune feritoie attraverso le
gli venivano usati dei trattori a va- Il lento procedere delle colonne dei quali l'equipaggio aveva anche la pos-
pore dalla limitata autonomia, legati rifornimenti le rendeva particolarmen- sibilità di difendersi impiegando le
alla continua necessità di rifornirsi di te vulnerabili alle veloci puntate del- armi che aveva in dotazione, il tetto
acqua e di combustibile, lenti e scar- la cavalleria boera che poteva colpi- della cabina non era corazzato e po-
samente maneggevoli. re e distruggere trattori e carriaggi teva essere aperto per favorire il ri-
Nonostante queste limitazioni la allontanandosi dopo il colpo di mano. cambio dell'aria, permettere il carico
meccanizzazione dell'esercito faceva i Sorse quindi l'esigenza di dare una del combustibile e migliorare la visi-
primi passi in attesa di ricevere un protezione ai mezzi, ai loro equipag- bilità dell'equipaggio in condizioni
notevole impulso dalla generalizzazio- gi ed ai carichi trasportati; si pensò normali.
ne dell'impiego del motore a scoppio. di raggiungere questo obiettivo rico- I carrelli rimorchiati furono ugual-
Nel quadro delle esperienze portate prendo di scudature di lamiera alcu- mente ricoperti di lamiera sulle fian-
avanti dagli inglesi in quegli anni fe- ni trattori ed i loro rimorchi. cate mantenendo i tetti in tela; le
cero spicco i trattori a vapore pro- Quattro trattori Fowler, per l'esat- ruote in legno furono sostituite con
dotti dalla John Fowler & C. Ltd. di tezza i numeri di matricola 8894-8895- altre metalliche a larga sezione, men-
Leeds, il cui modello B5 fu impiegato 8898-8899, furono corazzati con una so- tre sulle fiancate furono praticate del-
in un considerevole numero di esem- vrastruttura che proteggeva la caldaia le feritoie che permettevano ai solda-

II trattore corazzato Fowler B.5 visto posteriormente, Per il rapido carico e scarico del cannone dal vagone
sono identificabili i ganci di traino, i rulli del verricello erano adottate delle rotaie metalliche.
ed i portelli di accesso per l'equipaggio. Nella foto sono visibili i tralicci di sostegno della copertura
di tela del mezzo.

18 storia MODELLISMO
ti di scorta al convoglio di aprire il
fuoco in caso di attacco.
Sui rimorchi potevano essere cari-
cati, per mezzo di apposite guide, dei
pezzi di artiglieria il cui rapido sca-
rico e la messa in batteria, appoggiati
dal fuoco dei fucilieri appostati al co-
perto nei carriaggi, consentivano di
impiegare i treni • stradali corazzati
Fowler come fortificazioni mobili per
la scorta dei convogli di rifornimen-
ti o per il presidio di particolari posi-
zioni strategiche.
La realtà operativa non fu eviden-
temente adeguata alle previsioni fat-
te; due trattori Fowler con i relativi
convogli corazzati furono inviati in
Sud Africa, a Bloemfontain, dove po-
co tempo dopo furono privati delle
corazzature che vennero impiegate per
blindare dei vagoni ferroviari. Questi
ingloriosi risultati causarono negli am-
bienti del Ministero della Guerra di
Londra delusione e dispetto ed una
richiesta avanzata dal Comando del Uno dei vagoni componenti il treno stradale Fowler dopo i lavori di corazzatura,
distretto di Kimberley per ottenere le piastre delle fiancate potevano essere sollevate per facilitare il carico del veicolo.
gli altri convogli corazzati, da impie-
garsi nella scorta alle colonne di ri-
fornimento e per il pattugliamento La comparsa del treno stradale Fowler non passò inosservata, e venne subito riprodotto
delle strade, fu lasciata senza risposta. in forma di giocattolo. Uno di questi pezzi d'epoca fa parte
della collezione Gennari e costituisce un autentica rarità.
I due convogli rimasti in Inghilter-
ra furono in servizio fino alla loro
demolizione avvenuta pochi anni do-
po, ai primi del secolo. Le probabili
cause dell'insuccesso dei trattori Fow-
ler furono da imputarsi senz'altro al-
le limitate prestazioni offerte, in par-
ticolare ad un negativo rapporto peso-
potenza, dovuto all'impiego del vapo-
re, e ad una velocità praticamente
nulla.
Questo veicolo ha una importanza
esclusivamente storica in quanto è uno
dei primi mezzi corazzati, 55 non ad-
dirittura il primo, realizzato nel mon-
do prodotto in serie — sia pur limi-
tata — ed utilizzato in operazioni bel-
liche.

Uno dei treni corazzati;


nel terzo vagone veniva caricato
il cannone visibile nella foto.
di Fabrizio Jannetti

La storia la General Dynamic, costruttrice del- dare la massima visibilità al pilota,


l'F-16, si è guadagnata uno dei più che è alloggiato su di un seggiolino
II General Dynamic F-16A nasce dal- ambiti contratti internazionali, meri- inclinato di 30°, in modo da permet-
la necessità delle forze aeree statuni- tandosi la successione agli F-104G in tergli di sopportare agevolmente ac-
tensi di avere un velivolo da combat- servizio presso 4 paesi della NATO: celerazioni che possono raggiungere i
timento, con elevate prestazioni, a bas- Belgio, Olanda, Norvegia e Danimarca. 9 g; il comando delle superfici di go-
so costo d'acquisto. Tale necessità era verno avviene con una piccola leva
sentita a causa del continuo lievitare La tecnica laterale, facilitato dall'adozione di co-
dei costi dei due caccia dell'ultima ge- mandi elettrici (Fly-by-wire) per avere
nerazione: F-14A « Torneai » ed F-15A L'F-lóA è un monomotore monopo- una pronta risposta alla barra e mi-
« Eagle ». sto da superiorità aerea e con secon- nore vulnerabilità in combattimento.
Nacque così una specifica per otte- daria capacità di attacco al suolo. Es- Il motore, un Prati & Whitney F 100
nere un aereo leggero da superiorità so è stato costruito, come prevedeva (lo slesso montato sull'F-15A « E a g l e »
aerea con possibilità di attacco al suo- la specifica, con concetti d'economia. per otlenere il massimo della slan-
lo, di costo limitato, che potesse uti- Infatti la sua cellula, costruita in mas- dardizzazione), è un lurbofan dolalo
lizzare parti strutturali già esistenti, sima parte in alluminio, ha molte par- di poslbrucialore che eroga la poten-
diminuendo così gli oneri di proget- ti intercambiabili tra di loro (es. i pia- za max di 10.800 Kg/s dando così un
tazione, che fu studiata da cinque dit- ni orizzontali destro e sinistro sono esuberanle rapporlo peso/potenza al
te. Da questo programma, denominato uguali). velivolo. Il suo armamento consiste in
ACF (Air Combat Fighter), prese forma Grande importanza poi è stata data un cannone a sei canne rotanli M61-
una competizione tra i due prototipi alla manovrabilità, si è scelta quindi A-l « Vulcan » fìsso in caccia e in ben
prescelti (YF-16 e Northrop YF-17) cui un'ala raccordata alla fusoliera per 7 punti per l'installazione di carichi di
seguì, da parte dell'USAF, una serie incrementare la portanza ad elevati lancio e di caduta.
di prove e valutazioni. Al termine di angoli d'attacco; la presa d'aria, del
queste prove fu prescelto l'YF-16 e la tipo a geometria fìssa (sempre per La colorazione
fabbricante ottenne un contratto da motivi di semplicità e costo) è posta
parte dell'USAF per 11 monoposto e in posizione ventrale e permette ele- Questo argomento ci permeile di
4 biposto da addestramento per ulte- vate possibilità di manovra a tutte fare un discorso più ampio sui nuovi
riori valutazioni. le velocità. sislemi di mimelizzazione in uso ne-
Oltre a questo successo in patria L'abitacolo è stato concepito per ali Slali Uniti.

20 storia MODELLISMO
Dopo la fine della II G.M. gli ame-
ricani persero l'abitudine di mimetiz-
zare i loro aerei, lasciandoli in metal-
lo naturale e con vistose insegne sia
di nazionalità che personali. Con l'in-
tervento militare statunitense nel Sud
Est Asiatico si sentì il bisogno di mu-
tare questi orientamenti; infatti nel
1965 circa venne adottata una nuova
livrea tattica, per gli aerei impiegati
in quel teatro operativo, in terracot-
ta e due toni di verde.
Questo tipo di colorazione fu scelta
per rendere meno visibili i velivoli
che operavano principalmente a bas-
sa quota sia dagli avversar! a terra
che dall'avvistamento da attaccanti
provenienti da quote maggiori, facen-
dolo confondere con la colorazione del II secondo prototipo dell'I 16 questi due colori nel Federai Standard
terreno sottostante. con la colorazione a bande « Wimbledon 595a, noi modellisti potremo riprodur-
White » su fondo « Air Superiority Blue ».
Nacque così lo « Air Superioritv L'aereo ha un carico di due bombe re le due tinte utilizzando lo stesso
Blue» come colore base dell'F-15, ae- da 2.000 Ib. ai piloni subalari. procedimento effettuato dall'USAF.
reo studiato appositamente per il com- Infatti le due tonalità di grigio sono
battimento aereo manovrato, per ri- ro (FS-36375) spruzzato molto soffusa- state ottenute miscelando in diverse
spondere a queste richieste. mente e senza nette demarcazioni, in proporzioni, due tinte già esistenti nel
Tale colore con numerazione Fede- modo da eliminare le ombre dalle su- catalogo: FS-35237 (Mo-Lak LN-1) e
rai Standard 15450 o 35450, a seconda perfici e dare all'aereo in volo un FS-36622 (Mo-Lak LU-10); e più esat-
se lucido o opaco (corrispondente ap- aspetto piatto e senza profondità. tamente:
prossimativamente alla Mo-Lak-15) eb- I primi ad utilizzare questo tipo di FS-36320 composto dal 43% del
be però breve vita in quanto il suo colorazione sono stati sempre gli F-15 36622 e dal 57% del 35237,
spettro di riflessione era risultato estre- « Eagle », ma tuttavia sembra che
questo schema venga ora standardiz- FS-36375 composto dal 57% del
mamente attrattivo per i missili con 36622 e dal 43% del 35237.
guida all'infrarosso. zato anche per gli altri nuovi velivoli.
Questo colore, unito alla vernice Purtroppo alcune riviste specializza- Potremo così, acquistando i due ba-
« Wimbledon White » della Ford Motor te nel campo aeronautico, hanno crea- rattolini di vernice, miscelarli tra lo-
Co. (Mo-Lak 7) in uno schema a lar- to un po' di confusione su questa ro in questa proporzione ed ottener-
ghe bande, è stata la livrea del se- colorazione; c'è stato perfino chi ha ne altri due con le tonalità a noi ne-
condo prototipo dell'YF-16 (01568) e azzardato che l'aereo fosse prima ver- cessarie.
del suo concorrente YF-17, durante la niciato in nero opaco, quindi con va- Per concludere ricordiamo che gli
« Fly-Off-Competition ». rie mani di bianco poco coprente, on- interni dei vani carrello e le rispet-
Successivamente per sostituire l'Air de ottenere le tonalità di grigio richie- tive gambe di forza sono in bianco
superiority Blue, venne studiato un ste; tutto ciò in barba alle severe spe- lucido, così come le superfici interne
nuovo schema mimetico in due toni cifiche di uniformità dello spettro di degli aerofreni; l'interno dell'abitaco-
di grigio; tale schema consiste nel ver- riflessione. lo è in grigio scuro (Mo-Lak 10M) con
niciare il velivolo interamente nella Anche il secondo prototipo dell'YF- le consolle in nero opaco.
tonalità più scura (FS-36320) per poi 16 è stato quindi riverniciato secondo Foto General Dynamics via C. Tatangelo.
ombreggiare le concavità, i bordi e le questo schema, per poi tornare a quel-
parti in rilievo con il grigio più chia- lo del 1° prototipo (01567) in bianco- Sempre il secondo prototipo,
rosso-blù in occasione del salone di ma in configurazione da attacco al suolo,
Parigi del '75. armato con bombe Mk 82 da 500 Ib.
Questa immagine mostra l'F-16 su eiettori sestupli. Le bombe sono
in configurazione da superiorità aerea, Per quanto ci riguarda, non essen- verniciate in bianco per motivi ottici
con la colorazione in due toni di grìgio. do ancora disponibili i campioni di di valutazione.

storia MODELLISMO 21
Air Superiority Bitte FS-15450
Mo-Lak 15

Luce di formazione a bassa intensità

Wimbledon
Mo-Lak 7

Missili Sidewinder, rotaie e piloni bianchi

YF-16 7 prototipo (01568) schema


con cui ha partecipato alla
« Fly Off Competition » con l'YF-1?

Interni e gambe di forza carrelli


bianco lucido
Scarico mtou
Cerehioni carrello principale nero opaco I parie ìto-L
''! patft

22 storia MODELLISMO
F-16 2* prototipo (01568) schema sfumato
a due toni di grigio

Banda arancio
Low reflective grey FS-3632U

Missili Sidewinder e rotaie in Grigio


FS-36320

High reflective grey FS-36375

motore
\lo-Lak 25 Gun melai
\to-Lak 29 Metallic bine Profili in scala 1 : 72. Disegni di Fabrizio Jannetti.

23
storia MODELLISMO
Modelli sulla bilancia a cura di U. Tosi e L. Mastrangelo

MONOGRAM: F-16 (1 : 48) ma di montaggio è piuttosto discutibile ed il cui risultato


finale è evidenziato dallo strano aspetto delle gomme, il
cui battistrada appare a forma di doppio-tronco-di-cono
con al centro una fessura che occorre stuccare. Le gambe
RGHTER
The moti advancetì /e( tightcr ot USAF and other world power»
sono di forma non appropriata. La ruota del carrello ante-
riore è sottodimensionata; il suo mozzo è di forma errata.
L'antenna dorsale non è riprodotta. La luce di posizione
sulla cima del timone di direzione è irreale. Gigantesco il
tubo di Pitot sul muso. Non giustificabili dalle foto le due
piccole protuberanze riprodotte sulla parte inferiore del
bordo d'uscita della deriva.
STAMPO: Abbiamo rilevato parecchie sbavature; le parti
comunque combaciano molto bene. Plastica ben lavorabile.
PARTI MOBILI: Le ruote del carrello ed il gancio di arre-
sto che la Revell propone in due versioni: uno in posizione
di riposo ed uno pronto per l'aggancio. Ottimo il tettuccio
ribaltabile. Parti alternative: sono presentate tutte le va-
rianti dei carichi esterni. Viene offerto inoltre un tratto-
rino per il rimorchio con relativa barra di traino e scaletta
per il pilota, nonché un carrello con un motore a reazione,
1/4t scale un»i««mbl«d mod« kil • mode* réduit ottimamente riprodotti.
CONFEZIONE: Ottima la scatola. Ottime le istruzioni, mol-
to chiare ed esaurienti. Le decals sono perfette come sup-
porto: i numeri di serie sono di fantasia; errato anche il
PRECISIONE DELLA SCALA: Non rilevabile. colore delle insegne; le coccarde di nazionalità, per la
FEDELTÀ': Ben rispettate le forme originali. Ottima la versione proposta, sono errate. Notevoli le scritte di avver-
pannellatura. La strumentazione all'interno della cabina è timento, anche se per talune è indicata una posizione sba-
grossolana ed incompleta; il sedile è di tipo automobilistico; gliata. Un po' scure le decals della strumentazione.
la cloche è assente. Non giustificate da foto le due piccole REALISMO: Ottimo; peccato per le manchevolezze del car-
protuberanze riprodotte sulla parte inferiore del bordo di rello, tuttavia poco vistose.
uscita del timone di direzione. Assente l'antenna dorsale.
Il tubo di Pitot è corto.
STAMPO: Impreciso in generale: si rende necessario un
notevole lavoro di scartavetratura. Assenti comunque sba- TAMIYA: F-16 (1 : 48)
vature e ritiri. Plastica ottimamente morbida.
PARTI MOBILI: II tettuccio della cabina. Parti alternative:
i due serbatoi alari.
CONFEZIONE: Buona, l'inquadratura fotografica è un po'
infantile. Buone le istruzioni. Decals scadenti e stranamente
lucide. Il numero di serie dell'aereo presenta le due ultime
cifre invertite: lapsus freudiano? Il bleu delle coccarde è
vistosamente schiarito.
REALISMO: Ottimo, in quanto i difetti dello stampo non
sono completamente eliminabili.

REVELL: F-16 A (1 : 72)


,- GENERAL DYNAMICS

FÌBA
PRECISIONE DELLA SCALA: Non rilevabile.
FEDELTÀ': Ottima sotto tutti i punti di vista. Notevole la
realizzazione del posto di pilotaggio. Ottime le pannella-
ture ed il carrello. Non suffragate da alcuna documentazfone
fotografica le protuberanze presenti sulla parte inferiore
del bordo d'uscita del piano di coda.
STAMPO: Non rilevate né sbavature né ritiri di plastica.
Le giunture della fusoliera e del muso debbono essere ben
pareggiate con tagliabalsa e carta-abrasiva. Ottima la pla-
stica. La vetratura della cabina è riprodotta con un strana
affumicatura.
PARTI MOBILI: Nessuna. Parti alternative: i soli serba-
toi alari.
PRECISIONE DELLA SCALA: Non rilevabile. CONFEZIONE: Ottima. Notevoli le istruzioni. Decals stra-
FEDELTÀ': Ben rispettate le forme originali. Rimarchevole nametne lucide; i numeri di serie per la versione mimetiz-
la pannellatura. Ben riprodotto l'interno della cabina; di- zata sono giusti, mentre gli altri corrispondono al I proto-
screto il sedile; la cloche è assente. II portello del carrello tipo (YF-16). Non ben riprodotto il colore bleu delle coc-
anteriore è stranamente riprodotto in un unico pezzo. Non carde.
ben realizzate le ruote principali del carrello, il cui siste- REALISMO: Eccellente.

24 storia MODELLISMO
MONOGRAM F-16 (1 : 72)
HASEGAWA F-16 A/B (1 : 72)
Trattasi di kit recentemente usciti negli Stati Uniti e in
Giappone. Non appena in possesso delle scatole — che ci
sono preannunciate in arrivo — vi comunicheremo i risul-
tati dei nostri esami.

Vista frontale
del modello inonogram (1 : 48)

11 modello Revell con la completa


dotazione di assistenza a terra (1 :72)

II migliore dei tre:


modello Tamiya (1 : 48).

MODELLI MILITARI IN MINIATURA


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storia MODELLISMO 25
Gi Ussari della Guardia
Cima di Roma (1819 -1122) di Piero Crociani

Sin dai primissimi anni della Re- ri in metallo dorato, ponpon amaran- tufficiali dei fiocchetti misti di seta e
staurazione la città di Roma era do- to dentro una retina dorata e pen- oro e dei fiocchetti dorati, invece, per
tata di una Guardia Civica, composta nacchio bianco. gli ufficiali. Con questa tenuta gli us-
da cittadini che, a turno, prestavano Cuoiami bianchi, giberna di cuoio sari ed i sottufficiali portavano, a de-
servizio, per coadiuvare nelle varie esi- nero lucido profilata in ottone dorato stra, un « trefle » e delle cordelline
genze dell'ordine pubblico, specie in e con corona civica dello stesso me- miste d'oro e di seta amaranto (me-
occasione di cerimonie, sia la gendar- tallo posta sul coperchio, sciabola e tà seta e metà oro per gli ussari e
meria che l'esercito. Ai due reggimen- pistole costituivano l'equipaggiamen- con più oro per brigadieri e marescial-
ti di fanteria, la cui organizzazione e to e l'armamento degli ussari. li) che finivano in puntali dorati.
le cui uniformi risentiva ancora in I cavalli, che dovevano essere mo- Sulla sinistra era potrata, almeno
pieno dell'influsso napoleonico, si af- relli o bai, e castrati o femmine, erano a far tempo dal settembre 1820, per
fiancò dal 1" maggio 1819 una compa- provvisti di gualdrappa azzurra gallo- quel che si può giudicare dal « Libro
gnia di ussari incaricata dei servizi nata d'oro e filettata d'amaranto con d'ordini » della compagnia, una spal-
di scorta e d'onore e che, al seguito corona civica in ricamo dorato agli lina a scaglie di metallo dorato con
del papa, aveva la precedenza su tutti angoli posteriori e di portamantello frange d'oro e di seta amaranto. Il
gli altri corpi armati eccezion fatta azzurro con le estremità amaranto maresciallo d'alloggi in capo portava
per la Guardia Nobile. Potevano essere sulle quali pare ci fossero le consue- invece una spallina dorata con due
ammessi nella compagnia i negozian- te corone civiche. strisce amaranto (disposte parallela-
ti, i professionisti, i mercanti e i pos- I distintivi di grado erano dati, nel- mente o a croce di S. Andrea) e fran-
sidenti dotati di un cavallo e che fos- la grande uniforme, dal numero dei gia dorata e amaranto. Capitano, te-
sero disposti a vestirsi e ad equipag- galloni dorati, « a ferro di lancia », nente, e sottotenente portavano inve-
giarsi a loro spese. posti sulle braccia ed alla patta dei ce una spallina frangiata dorata, sem-
Nonostante la sfarzosa uniforme, va- calzoni e che erano sei per il capita- pre a sinistra, distinguendosi tra loro
riamente modificatasi negli anni suc- no, cinque per il tenente, quattro per per il fatto che questa spallina era sol-
cessivi, ed il poco gravoso servizio gli il sottotenente, tre per il maresciallo cata da due strisce amaranto per il
ussari, fino al 1835, anno dello sciogli- d'alloggi in capo, due per il marescial- sottotenente e -da una per il tenente
mento della compagnia, non supera- lo d'alloggi ed uno per il brigadiere (v. tav. 2 B). Anche se il regolamento
rono mai la quarantina, un numero (v. tavola 2 A). non ne fa parola è certo che gli uf-
non troppo elevato, certo, ma più che I trombettieri vestivano un'uniforme ficiali portavano, alla spalla destra,
sufficiente per decorare, con una divi- dello stesso taglio ma con i colori in- delle cordelline interamente dorate.
sa dai colori squillanti, qualsiasi solen- vertiti e più precisamente dolman ama- Anche con la piccola tenuta i colori
nità pubblica. ranto con mostre azzurre e pelisse dell'uniforme dei trombettieri risul-
La grande uniforme, come risulta azzurra con mostre amaranto, il tutto tavano invertiti e si aveva così una
chiaramente dalla tavola a colori, era con galloni in lana dorata, calzoni e giacca amaranto con mostre e filetta-
composta da dolman, pelisse, calzo- sabretàche azzurri, berrettone bianco ture azzurre e pantaloni lunghi az-
ni, fascia, sabretàche, stivali e berret- a fiamma amaranto e pennacchio az- zurri con doppio gallone in lana gial-
tone. Il dolman era azzurro con ala- zurro e amaranto. La tromba aveva la e filettatura amaranto lungo le cu-
mari e bottoni dorati, e colletto e pa- una drappella amaranto con frange citure esterne.
ramani amaranto filettati d'oro, colo- dorate e corona civica, anch'essa do- Per la tenuta d'esercizio e di scude-
ri che tornavano nella « pelisse », di rata, al centro. ria gli ussari indossavano una giacchet-
color amaranto con mostre azzurre, II cavallo del trombettiere aveva ta azzurra a falde corte, pantaloni lun-
alamari dorati e pelliccia nera, e nei gualdrappa amaranto con gallone e ghi dello stesso colore filettati d'ama-
calzoni, attillati, amaranto anch'essi corone dorati e filettatura azzurra. ranto (pantaloni usati nei primi mesi
con galloni dorati alla patta e sulle La piccola tenuta (v. tav. 2 C) com- d'esistenza della compagnia per la pic-
cuciture laterali guarniti a loro volta prendeva una giacca azzurra a un pet- cola tenuta) e bonetto da scuHeria
di filo azzurro. to, con falde lunghe, bottoni dorati e (bicorno per ufficiali e marescialli).
La fascia era amarato con passanti passamani, colletto e filettatura di co- Unico soprabito previsto era il fer-
bianchi e azzurri. La « sabretàche » era lor amaranto, e dei pantaloni lunghi rajolo, un mantello bleu scuro chiuso
amaranto gallonata d'oro, filettata di amaranto con doppia banda in gallo- di bottoncini rotondi ricoperti dello
azzurro e recava al centro, in ricamo ne d'oro e filettatura centrale azzurra stesso panno e, al collo, da due fibbie
dorato, una corona civica. Stivali neri poste lungo le cuciture laterali. Con la in metallo giallo a forma di masche-
alla ussara con orlo e ghianda dorati piccola tenuta si portava il bicorno rone.
e guanti bianchi con prolunga comple- nero con gallone e ganza dorati, coc- Come si può facilmente constatare
tavano l'uniforme coronata da un ber- carda pontificia bianco con centro gial- l'uniforme, che sarà poi modificata
rettone di pelo nero d'orso con fiam- lo, e « rosette » dorate agli angoli, nel 1822, era di chiarissima derivazio-
ma amaranto filettata d'oro, giugula- « rosette » cui erano aggiunti per i sot- ne francese e un ussaro del I Impero

26 storia MODELLISMO
in grande uniforme, di una qualsiasi
marca (Historex, Starlux ecc.) può es-
ser utilizzato per realizzare un ussaro
della Guardia Civica, sol che ci si li-
miti a disegnare, un sabretàche, gual-
drappa e portamantello una corona
civica e a « diradare », opportunamen-
te, il numero delle treccie del dolman
e della « pelisse ». Con una combina-
zione di pezzi Historex è anche pos-
sibile realizzare la piccola tenuta.

Disegni di Massimo Brandani.

Tav. 1: Ussaro in gran tenuta.

storia MODELLISMO 27
Tenente in gran tenuta
Tav. 2: A) Distintivi di grado
per la grande uniforme.

Tav. 2: C) Trombettiere
in piccola tenuta.

Tav. 2: B) Distintivo di grado


per la piccola tenuta.

storia MODELLISMO 29
Incrociatore Pesane "PRINZ EUGEN"
di Alberto Santoni

Il Trattato di Versailles del 1919 im- Tuttavia con l'avvento al potere del
pose, come è noto, severe limitazioni nazionalsocialismo nella persona di
alle Forze Armate tedesche ed in par- Adolfo Hitler apparve sempre più pro-
ticolare sancì che la futura Marina babile e imminente una revisione del
germanica non potesse disporre di uni- suddetto trattato, provvedimento ef-
tà di superfìcie superiori alle 10.000 fettivamente adottato unilateralmente
II « Prinz Eugen » visto da prua.
Notare le sofisticate attrezzature radar ton. unitarie e con cannoni di un ca- dal Reich, come è noto, il 16 marzo
sul torrione principale. libro eccedente i 280 mm. 1935.
Né a frenare le velleità naziste valse
il successivo fronte di Stresa antihi-
tleriano, composto il 14 aprile 1935 da
Gran Bretagna, Francia e Italia, come
reazione al riarmo tedesco, dal mo-
mento che esso venne quasi imme-
diatamente reso vano dal patto Hoare-
Ribbentrop del 18 giugno successivo,
per il quale la Germania otteneva
il consenso inglese alla costruzione di
una flotta di superfìcie pari al 35%
della Rovai Navy.
Subito dopo, e precisamente il 9
luglio, il governo tedesco annunciò
sintomaticamente un programma na-
vale che prevedeva due incrociatori
da battaglia (i futuri Scharnhorst e
il Gneiseiian), 16 cacciatorpediniere, 28
sommergibili e due incrociatori pe-
santi, contrassegnati inizialmente dal-
le lettere H e G e varati con i nomi
di Aclmira! Hipper e Bliicher rispet-
tivamente il 6 febbraio e l'8 giugno
1937. Essi dettero origine ad una clas-
se di nuove unità, designata appunto
classe Hipper e della quale entrò a
far parte il Prinz Eitgen il 22 agosto
1938, quando lo scafo di tale incro-
ciatore, denominato originariamente
con la lettera J, fu varato a Kiel alla
presenza di Hitler e del reggente di
Ungheria, Amm. Horty, essendo madri-
na la moglie di quest'ultimo.
Curiosa ed interessante fu al pro-
posito la scelta del nome di questo in-
crociatore. In un primo momento fu
deciso di chiamarlo Tegethoff, in ricor-
do del famoso ammiraglio originario
della Westfalia e vincitore a Lissa t nel
1866 e in ossequio al recente famoso
Anschluss tra Germania e Austria. Ma
il timore di ferire la suscettibilità di
Roma e inficiare la solidità dell'Asse,
convinse Berlino a scegliere un altro
nome molto più gradito all'Italia: quel-
lo del principe Eugenio di Savoia, ri-
cordato non a caso anche da un nostro
incrociatore entrato in servizio nel gen-
naio del 1936. Con tale scelta fu rinno-
vata non a caso anche una consuetudi-
ne cara alla ex marina austriaca, che
aveva allineato nelle sue file già sei

30 storia MODELLISMO
unità con il nome del famoso condot-
tiero sabaudo al servizio asburgico.
Tutti i tre incrociatori pesanti della
classe Hipper furono costruiti tenendo
presenti le contemporanee realizzazioni
francesi e soprattutto l'incrociatore pe- ì
sante Algerie, a ribattere la pericolosità
del quale sembrava in particolare es-
sere destinata la realizzazione del Prinz
Eugen.
Gli eventi però non permisero a que-
ste due belle unità nemiche di misu-
rarsi in un epico duello e la resa della
Francia aprì all'incrociatore tedesco al- LU
tre, possibilità di impeigo.
L'inizio della vita del Prinz Eugen fu O ^
denso di incognite, essendo stato tale
incrociatore addirittura messo in lista LU
di vendita all'Unione Sovietica. Alla fi-
ne del 1939 prevalse tuttavia a Berlino
N
la decisione di cedere all'URSS soltanto
l'ancora incompleto Lutzow, unità della CC
stessa classe, cosicché i lavori di alle- O.
stimento sul Prinz Eugen poterono es-
sere ultimati e l'incrociatore entrò in
servizio il 1° agosto 1940.
La prima operazione di guerra del
Prinz Eugen fu anche la più famosa e
consistette nell'accompagnamento del- O
la Bismarck nel suo raid del maggio O o
1941 nell'Atlantico settentrionale, con- CO o
clusosi con l'affondamento dello Hood
o
e con la stessa scomparsa della bella
LU
corazzala tedesca. Da tale operazione
Q
il Prinz Eugen, come è noto, riuscì a
LU
_CD
salvarsi, essendosi distaccato dalla Bi-
smarck subito dopo l'affondamento LU 8
co
della Hood. Lo scopo era di concedere
ampia autonomia alle due unità tede-
sche contro il traffico atlantico nemi-
co, missione non portata a termine
dalla corazzata perché affondata il 27
LU
maggio, né dal Prinz Eugen perché
un'avaria alle macchine verificatasi due a. Lrt
giorni dopo lo costrinse a riparare a LU
Brest.
Anche la seconda missione dell'incro-
oc
ciatore, intrapresa al termine dei la- O
vori di raddobbo per i danni subiti a
Brest il 1° luglio 1941 durante un'incur-
sione aerea, si inserì in un'operazione O
bellica di vasta risonanza: l'attraver- O
samento della Manica insieme allo
Scharnhorst e al Gneisenau tra l'il e
oc
il 13 febbraio del 1942. Alla fine dello O
stesso mese, e precisamente il giorno
23, mentre tentava di raggiungere il
porto norvegese di Trondheim, il Prinz
Eugen fu seriamente danneggiato da
un siluro del smg britannico Trident
e dovette rimanere ai lavori a Kiel
tino all'ottobre per il rifacimento del-
l'intera poppa.
Dopo un lungo periodo di tediose
esercitazioni, incorporato nell'apposita
flotta di addestramento, il Prinz Eu-
i^en operò nel Baltico orientale intor-

storia MODELLISMO 31
no alla metà del 1944 ed il 15 otto- Le caratteristiche più interessanti di Eugen più dalle circostanze che dal
bre speronò a nord di Hela l'incro- questo incrociatore risiedevano nello suo progetto originario.
ciatore leggero Leipzig. Dovette per- armamento e nella protezione, mentre Come è ormai comunemente noto,
tanto rientrare in cantiere per il qua- i suoi principali difetti, comuni a tut- il Prinz Eugen era dotato di due ra-
si completo rifacimento della prora, te e tre le unità della classe, erano dar di tiro dalla lunghezza d'onda di
ma ritornò in azione dopo soli quin- riscontrabili nell'apparato di propul- 80 cm, sostituiti nel 1943 da più mo-
dici giorni contro il fronte terrestre sione, che dette continue noie per la derne installazioni operanti su onda
baltico investito dalle Armate sovie- sua stessa avanzata concezione, esi- di 50 cm. Tuttavia l'ottima condotta
tiche. gente una continua vigilanza e la di- di tiro dimostrata dall'incrociatore, ad
All'atto della capitolazione tedesca, sponibilità di equipaggi altamente spe- esempio, il 24 maggio 1941 (suo fu il
l'8 maggio 1945, il Prinz Eugen fu tra- cializzati. primo colpo messo a bordo dello
sferito a Copenhagen e ivi fu posto Altro inconveniente era riscontrabile Hood e ben tre i colpi messi a se-
sotto comando inglese. Il 13 dicem- nella modesta dotazione di munizioni gno sulla Prince of Wales), fu più il
bre di quell'anno venne consegnato per il calibro principale, un totale di frutto degli ottimi telemetri imbarca-
a Wilhelmshaven alle autorità ameri- 960 colpi, davvero pochi se si pensa ti e di un accurato sistema di comu-
cane, in ottemperanza agli accordi in- che i cannoni da 203 mm avevano una nicazioni, che dei poco ancora affida-
teralleati sulla spartizione delle resi- celerilà di tiro di 3 colpi al minuto. bili dati forniti dai radar di bordo.
due navi del Reich, e raggiunse Bo- Questa lacuna fu parzialmente sanata Le differenze più palesi nell'aspetto
ston il 22 gennaio 1946. nel 1944, quando furono aggiunte, nei esteriore tra il Prinz Eugen e i due
La carriera di questo bellissimo in- depositi del calibro principale, altre incrociatori Hipper e Bliicher, che lo
crociatore, forse il più elegante fra cento granate. avevano preceduto, sono sommaria-
quanti operarono nella seconda guer- Le due deficienze descritte, unite mente riconducibili ad alcuni partico-
ra mondiale, terminò a Enubuj nel- alla non elevata autonomia origina- lari del torrione e, più evidentemente,
l'atollo di Kwajalein, dove il Prinz ria (6.300 miglia a 20 nodi poi por- alla posizione della catapulta dell'ae-
Eugen fu portato in secca capovolgen- tata a 8.000 miglia con l'aumento di reo situata dietro il fumatolo, che era
dosi il 22 dicembre 1947, dopo aver 1.000 ton. di combustibile) sembravano più avanzata sul Prinz Eugen, nonché
resistito bravamente agli esperimenti voler escludere proprio quella funzio- alla posizione invertita delle due gam-
atomici di Bikini del 17 giugno 1946. ne di nave corsara attribuita al Prinz be laterali del tripode poppiero.

CARATTERISTICHE GENERALI

Cantiere di costruzione: Germa- — 12 cannoni da 105/65 antiae- io milragliere singole dello sles-
nia Werft, Kiel. rei e anlinave in sei lorretle so calibro, divenne di 56.
Impostazione: ottobre 1936 binale. Anno di coslruzione Infine nell'ollobre del 1944 fu-
1932; peso del proiello Kg 15; rono sbarcale le 12 milragliere
Varo: 22 agosto 1938 elevazione massima 44°; cor- da 37 mm e sosliluite con 18
Completamento: 1° agosto 1940 rispondenle ghiaia massima da 40 mm in impianti singoli,
Affondamento: 22 dicembre 1947 17.500 melri; celerilà di liro menlre le milragliere da 20 mm
15 colpi al minulo per can- scesero a 28 (due impianli bina-
Dislocamento standard: 14.600 none. ti e sei quadrupli).
ton. — 12 milragliere da 37 mm Bo-
Dislocamento normale: 16.200 fors in impianli binali. Protezione
ton. — 8 milragliere da 20 mm Bo- Cintura corazzata da 80 mm
fors in impianli singoli. massimo;
Dislocamento a pieno carico:
18.400 ton. — 12 lubi lanciasiluri da 533 ponle corazzalo da 50 mm mas-
mm in quallro impianli tri- simo;
Lunghezza al galleggiamento: nati e 12 siluri di riserva. lorri delle arliglierie principali:
m 199,5 — 3 idrovolanti monomolori fronlale 105 mm, barbelle 80
Lunghezza fuori tutto: m 212,5 Arado Ar 196. mm, lali e lello 70 mm;
— 1 calapulla. lorrione: 150 mm massimo;
Larghezza massima: m 21,9
Lo scafo dell'incrocialore era prolezione subacquea: conlroca-
Immersione corrispondente al anche circondato da un circuito rene e doppi fondi.
disloc. normale: m 6,37
antimagnetico per la prolezio-
Immersione corrispondente al ne contro mine e siluri magne- Apparato motore
disloc. a pieno carico: m 7,94 tici.
Dodici caldaie ad altissima
Nel gennaio del 1942 furono
pressione operanti a tempera-
Armamento iniziale sbarcati i 12 siluri di riserva e
ture di 450° e producenli da 30
furono aggiunte altre venli mi-
— 8 cannoni da 203/60 in quat- a 50 lonn di vapore per ora. Tre
lragliere da 20 mm in cinque
tro torri binate. Anno di co- gruppi lurboridullori, Ire eliche
impianli quadrupli. Nel luglio
struzione 1934; peso del a Ire pale del diamelro di m
dello slesso anno fu aggiunlo
proietto Kg 118; elevazione 3,15. Polenza massima 132.000 CV;
un sesto impianto quadruplo e
massima 45°; corrispondente velocilà massima 32 nodi; com-
ben 16 impianli binali sempre da
gittata massima m 36.000; ce- buslibile 3.250 lonn; aulonomia
20 mm, cosicché il lotale di que-
lerilà di tiro 3 colpi al minu- originaria 6.300 miglia a 20 nodi.
sle armi, consideralo anche il
to per cannone. conlemporaneo sbarco delle ol- Equipaggio: 1.600 uomini.

32 storia MODELLISMO
II « Prinz Eugen » ripreso dal lato sinistro con la nuova antenna radar sulla cima del torrione.

Il < Prinz Eugen » senza l'antenna del nuovo radar ripreso sul fianco destro.

Il « Prinz Eugen » mimetizzato, fotografato prima del Raid


con la « Bismarck ».

Enubuj nell'atollo di Kwajalein il 22 dicembre 1947,


in seguito ai danni riportati dopo aver partecipato
agli esperimenti atomici di Bikini: il « Prinz Eugen » termina
la sua carriera (foto U.S. Naval Institute). ' *

storia MODELLISMO 33
I reggimenti della Cavalleria Indiana
di Remigio Gennari

Parlare esaurientemente della Ca- lo e le sue armi ed equipaggiamento, lonna Traiana. Calzoni da cavallo con
valleria Indiana, dei suoi reggimenti fu più o meno conservato sempre dal alti stivaloni o con fascie alle gambe
e delle uniformi attraverso più di 150 Governo Inglese per tutta la cavalle- completavano l'equipaggiamento che
anni di governo inglese in India è ria Indiana ad eccezione dei reggi- nei colori, in certi particolari special-
senz'altro impossibile nel ristretto spa- menti di cavalleria di linea del Go- mente del copricapo annodato più o
zio di un articolo di rivista. vernatorato del Madras. meno stretto e nei ricami rifletteva il
Esiste una vasta bibliografia in lin- I primi tre reggimenti di cavalle- costume della regione di provenienza,
gua inglese, ma non sempre è acces- ria indigena addestrata all'europea della razza e della religione di appar-
sibile in Italia. furono ingaggiati dalla Compagnia del- tenenza. Nel 1857 la grande Rivolta di
L'esercito dell'Impero Inglese in In- le Indie nel 1795 mediante un riordi- parte dell'esercito Indiano portò a ra-
dia fu diviso in due tronconi nel 1947: no delle bande di irregolari a caval- dicali cambiamenti nell'organizzazio-
prima d'allora, durante due secoli di lo, fino poi a formare quattro reggi- ne dell'esercito che d'ora in poi pas-
storia, era stato una comunità di sol- menti di cavalleria indigena nel go- sò alle dirette dipendenze della Coro-
dati volontari — in particolare la ca- vernatorato del Bengala e quattro in na. Nella riorganizzazione furono pre-
valleria — che nella maggior parte si quello di Madras. si a modello i reggimenti irregolari,
susseguivano di generazione in gene- Nel 1824 si rese necessaria un'al- dato che nessun reggimento di caval-
razione nello stesso reggimento. tra riorganizzazione della cavalleria leria leggera del Bengala era rimasto
La spiega/ione di questo continuo per l'aumento dei reggimenti arruola- fedele.
afflusso di volontari va ricercata nella ti. Troviamo quindi: nel Bengala 8 Ma bisogna pur tener presente che
professionalità del soldato e nel ca- reg.ti di cavalleria leggera regolare e la situazione fu differente nei reggi-
rattere regionale di ogni reggimento. 5 di cav. irregolare; nel Madras 3 reg.ti menti irregolari del Madras anche a
La professione del soldato, perché di cavalleria leggera e nel Bombay 3 causa di situazioni religiose ed am-
di professione si trattava, può essere reg.ti di cav. leggera regolare e 2 reg.ti bientali, non ultima quella costituita
assimilata ad un vero stato sociale di irregolari. dall'usanza che il soldato aveva di vi-
di cui si poteva essere fieri per il pre- I reggimenti di regolari, chiamati vere con tutta la propria famiglia ne-
stigio che ne derivava. Agli occhi di cavalleria leggera erano vestiti con gli accantonamenti. Mentre le forze di
un mussulmano un guerriero era al uniformi di stile europeo di colore frontiera del PUNJAB, da poco am-
vertice della scala sociale, mentre per celeste, ma nel loro addestramento e messe alla Corona Inglese, si rivela-
un Indù era secondo solamente alla nella tattica di impiego erano più dei rono fedeli al punto di disarmare le
categoria sacerdotale. dragoni. forze ammutinatesi nel Bengala e di-
La cavalleria, dapprima in bande Gli irregolari rimasero fedeli al più vennero il nucleo del nuovo esercito
di irregolari poi in organici reggimen- pratico costume in uso da secoli in indiano dopo la Rivolta.
ti, fu sempre arruolata con l'antico si- India: invece dello Shako un PAGRI II sistema SILLABAR fu conferma-
stema del paese: il sistema « SILLA- o turbante; invece dell'attillato giac- to ed anche nel 1903 sui 39 reggimenti
BAR ». chettino un comodo camicione o KUR- di cavalleria Indiana solo tre non era-
Questo tipo di contratto di sapore TA stretto alla vita da una sciarpa no assoldati con detto sistema.
feudale, con cui dopo un versamento colorata. E' lo stesso tipo di cami- La praticità del costume Indiano
di una forte somma il soldato s'im- cia che ritroviamo indossata dai re- nelle uniformi fu gradualmente adot-
pegnava a prestare servizio per un lun- parti di cavalleria ausiliaria barbari- tato da tutti i reggimenti di cavalle-
go periodo di tempo con il suo caval- ca orientale nei bassorilievi della Co- ria. Nel riordino quindi dell'esercito

ROSSO o feJANJCO KUU.A <SlAJLi_o


KULLA

RAJPUT HINDUSTAN

JAT R.Q.

34 storia MODELLISMO
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storia MODELLISMO 35
UNIFORMI DELLA CAVALLERIA INDIANA 1873 Indiano, ora al servizio della corona
inglese, dai 18 reg.ti di cavalleria ir-
regolari si formarono 8 reggimenti di
Filettature,
Reggimento Kurta collo e Galloni cavalleria del Bengala a cui si aggiun-
paramani sero altri 10 reggimenti ricostituiti do-
po la soppressione di famosi reggi-
Bengala 1° Giallo Rosso Oro
2° Verde smeraldo Rosso Argento
menti. A questi si aggiunse un dician-
3? Rosso scarlatto Blu Argento novesimo reggimento, il « Farre's Hor-
4° Rosso scarlatto Blu Oro se » costituito da volontari che ave-
5° Rosso scarlatto Blu scuro Oro vano fatto parte del Corpo di Spedi-
6° Blu Rosso Oro zione in Cina.
r Rosso Blu scuro Oro Gli eserciti Madras e Bombay non
8° Blu Scarlatto Oro ebbero bisogno di sostanziali rimpa-
9° Blu Rosso Oro sti dato che non avevano subito rile-
10° Blu Scarlatto Oro
11°
vanti defezioni.
Blu Rosso Oro
12° Blu
Il primo regolamento ufficiale per
Blu Oro
13° Blu scuro Scarlatto Argento
i primi 8 reggimenti di Cavalleria del
14° Blu scuro Scarlatto Oro
Bengala è del 1863. Oltre alle disposi-
15° Verde scuro Scarlatto Oro zioni delle uniformi degli indigeni si
16° Verde Rosso Oro cercò di regolamentare le uniformi de-
17= Blu Rosso" Oro gli ufficiali inglesi, ed il regolamento
18° Rosso Blu Oro prevedeva una giacchetta corta « alla
19° Blu Scarlatto Argento ussaro » con 4 file di alamari neri che
Forze di frontiera del Punjab 1° Blu scuro Rosso Oro poi divennero 6 e ricami ai paramani
2° Scarlatto Blu scuro Oro di foggia molto simile a quello allora
3« Blu Rosso Oro in uso nell'esercito francese. Moda in
4° Verde scuro Scarlatto Oro
5=
quell'epoca imitata per le divise ita-
Verde scuro Scarlatto Oro
liane ed austriache. Col tempo gli ala-
Guide Khaki chiaro Rosso
mari divennero argento e d'oro.
Reggimenti dell'India Centrale Khaki Marrone Man mano anche gli ufficiali ingle-
Madras 1°, 2°, 3°, 4° Celeste Bianco Argento si adottarono i fastosi vestiti di fog-
Bombay 1° (Lancieri) 2° e 3° Celeste Bianco Argento gia locale, anche come divisa di gala,
Forze dell'Hyderabad 1°. 2°. 3°. 4° Verde scuro Oro al punto che furono codificati come
opzionali per tutti i reggimenti di ca-
valleria eccettuato che per il 23-26-27-
RULLA 28 e per i reggimenti delle guide.
Nel 1903 furono rinumerati tutti i
reggimenti in un quadro di riorga-
nizzazione e fusione delle forze dei go-
vernatori del Bengala, Madras e Bom-
LUNGI bay e dei reggimenti del Punjab e
Hyderabad. I reggimenti di cavalleria
ricevettero i numeri dall'I al 39 sen-
za interruzione, lasciando scoperto so-
lo il numero 24. I reggimenti del Ben-
gala ricevettero i numeri da 1 a 19;
i due reggimenti dell'India Centrale
presero i numeri 38 e 39; i reggimen-
ti di Madras divennero 26, 27, 28; men-
tre i 7 reggimenti di Bombay furono
numerati da 31 a 37.
Solo i reggimenti di Madras non
erano assoldati con il sistema SILLA-
DAR e conservarono il sistema di in-
gaggio tipo europeo con cavalli forni-
ti dall'esercito inglese e mantenendo
anche il colore azzurro e argento del
Kurta.
Tre reggimenti erano formati di ele-
menti della stessa regione, casta e raz-
za mentre gli altri avevano solo squa-
droni omogenei (SIKHS, DOGRAS, PU-
NJABI, HINDUSTANI, JATS, RAJAPU-
TI, ecc.).
A questi 38 reggimenti vanno aggiun-
ti i 3 reggimenti di Guardie d'onore
dei Governatori, le Guide ed alcuni
reparti di frontiera.

storia MODELLISMO
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BIANCO

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storia MODELLISMO 37
UNIFORMI DELLA CAVALLERIA INDIANA 1903
Reggimento Kurta Lungi Kummerband Pantaloni Filettature Galloni
e paramani
1° (Skinner's Morse) Giallo Nero con strisce oro Nero Bianchi Velluto nero Oro
Duke of York's e blu chiaro
2° Lanccri Blu Blu con strisce gial- Scarlatto Bianchi Blu chiaro Oro
Gardner's Morse lo e oro
3° Skinner's Morse Blu Blu con strisce bian- Rosso Bianchi Con filetto rosso Oro
che e celeste
4° Cavalleria Scarlatto Blu con strisce gialle Blu Bianchi Blu Oro
e rosso
5° Cavalleria Rosso Blu con strisce gialle Blu Bianchi Blu Oro
e bianca
6° Prince of Wales's Blu Blu con strisce bianca Rosso Bianchi Scarlatto Oro
e oro
7° Lancieri Scarlatto Blu scuro con strisce Blu Bianchi Blu Oro
blu chiaro
8° Lancieri Blu scuro Blu con strisce cele- Rosso Bianchi Rosso Oro
sti e gialle
9° Hodson's Morse Blu Blu con strisce cele- Rosso Bianchi Bianco Oro
sti e oro
10° Duke of Cambridge's Blu Celeste con strisce Rosso Bianchi Rosso Oro
blu
11° Prince of Wale's Blu Celeste con strisce Rosso Bianchi Rosso Oro
own Lancers gialle
12° Cavalleria Blu Blu e bianco Rosso Bianchi Rosso
13° Duke of Connaught's Blu Blu con strisce bian- Rosso Khaki Scarlatto Argento
Lancers che
14° Murray's Jat Lancers Blu scuro Rosso Rosso Bianchi Rosso Oro
15° Lancieri Cureton's Blu Blu con strisce bian- Rosso Bianchi Bianco Oro
Multanti che e oro
16° Cavalleria Blu Blu con strisce cele- Rosso Bianchi Oro
sti e bianche

17° Cavalleria Blu Blu con strisce bian- Celeste Bianchi Bianco Oro
che e celesti
18° Tiwana Lancers Rosso Blu con strisce bian- Blu Bianchi Bianco Oro
che e rosse
19° Lancieri Blu Blu con strisce bian- Rosso Bianchi Bianco Argento
Fane's Morse che
20° Deccan Morse Verde Blu con strisce bian- Rosso Bianchi Bianco Oro
che e celeste
21° Prince Albert Blu Blu con strisce rosso Rosso Bianchi o khaki Rosso Oro
Victor's own Cavalry bianche e oro
22° Frontier Porce Scarlatto Oro con strisce gial- Blu Bianchi Giallo Oro
Sam Browne's le e bianche
23° Frontier Force Blu Blu con strisce gial- Rosso Bianchi Rosso Oro
le e bianche
24° Vacante
25° Frontier Force Verde Scurissi- Blu con strisce gialle Rosso Blu con filetta- Rosso e oro Oro
mo - nero ture bianche

26° Cavalleria Leggera Celeste Giallo e blu Blu Blu con filetta- Bianco Argento
ture bianche
27° Cavalleria Leggera Celeste Blu e celeste e giallo Blu Blu con filetta- Bianco Argento
ture bianche
28° Cavalleria Leggera Celeste Blu con strisce bian- Blu Blu con filetta- Bianco Argento
che e rosse ture bianche
29° Deccan Morse Verde Blu con strisce blu Rosso e blu Bianchi Oro
bianche e oro
30° Gordon's Morse Verde Blu con frange in oro Rosso Bianchi Bianco Oro

31° Duke of Connaught's Verde Blu con strisce oro Rosso Bianchi Nero Oro
own Lancers
32° Lancieri Blu scuro Blu e rosso Rosso Bianchi Bianco Oro

33° Oueen's own Light Blu scuro Blu a strisce rosse Rosso Bianchi Rosso Oro
Cavalry
34° Prince Albert Blu scuro Rosso con strisce gial- Rosso Paglierino Celeste Oro
Victor's own le e blu
35° Scinde Morse Blu Rosso con strisce ne- Rosso Paglierino Bianco Oro
re e gialle
36° Jacob's Morse Blu scuro Blu con strisce gial- Rosso Bianchi Rosa Oro
le e rosa
37° Baluch-Horse Khaki Blu giallo e salmone Rosso Khaki Bianco sporco Oro
38° Central India Morse Khaki rossiccio Blu con strisce cele- Rosso Khaki con filet- Marrone Oro
sti e bianche tature marroni
39° Central India Morse Khaki rossiccio Blu con strisce cele- Rosso Khaki con filet- Marrone Oro
sti e gialle tature marroni
Corpo delle Guide Khaki Blu con strisce gialle Rosso Khaki Filettature khaki Oro
e celesti chiaro, collo e
paramani rossi

38 storia MODELLISMO
Guardia del Corpo ficiali inglesi indossavano il Kurta con ghe dell'elmetto regolamentare e in
del Governatore Generale gallonature e cordelline d'oro. Cintu- cima un ciuffo di penne ricadenti di
ra di tipo inglese ma con strisce blu colore rosso.
Oltre ai reggimenti di cavalleria e oro.
dell'esercito esistevano dei reparti spe- Bibliografia essenziale consultata:
ciali di Guardie del Corpo e di Scor-
L. LOVETT - G. F. MAC MUNN, The
ta dei vari Governatori. Primo fra tut- Guardia del Corpo armies of India.
ti quello che sarà poi la Guardia del del Governatore del Bengala
Corpo del Governatore Generale fu T. A. HEATHCOTE, The Indiati army.
creato nel 1773. W. Y. CARMAN, Ina. Army uniforms:
La più giovane delle Scorte d'onore
L'uniforme è sempre stata rossa Cavalry.
fu creata nel 1912 con elementi dei
con filettature blu e galloni oro. Nel reggimenti di Cavalleria di linea. RUSSEL-JONES, The army of India:
1897 fu adottata un kurta molto par- Alkalakh rosso con plastron ton- A photografic record (1850-1914).
ticolare con influenze europee infatti deggiante di foggia identico a quello JACKSON DONOVAN, I nàia's army.
aveva sul davanti un Plastron di tipo portato dalla Guardia del Corpo del MAC MUNN G. F., The armies of India.
di quello portato dagli ulani sempre Governatore di Madras ma di colore
rosso con filettature blu. Alla vita il A. H. BOWLING, Indian Cavalry Re-
blu gallonato d'oro. Kummerbund blu giments.
Kummerbund era sostituito dalla cin- listato d'oro — o giallo — e frange
ta a righe oro e rosso in uso nella R. MONEY BARNEJ, Mil. Uniforms of
d'oro.
cavalleria inglese. Come gli altri re- Britain and Empire.
Più vistosa l'uniforme degli ufficia-
parti di Guardia d'onore e solamente li inglesi con giacca rossa da ussaro CHATER-GLOVER, Indiati Army Sol-
in questi reparti anche i soldati sem- con alamari d'oro, paramani blu con diers and Uniforms.
plici (sowar) portano guanti bianchi galloni e ricami d'oro. Sabretache ed Due numeri speciali della rivista « Tra-
con paramani alla moschettiera. elmo bianco con tese un po' più lar- dition ».
Gli ufficiali inglesi non indossarono
mai l'uniforme indiana ma una giac-
ca rosso con alamari da ussaro in
oro, pantaloni bianchi con stivali, el-
mo bianco con punta dorata e una
Sabretache rossa con galloni d'oro.
GLOSSARIO
Questo reparto con questa divisa è ALKALAKH Lungo vestito, tipico della cavalleria indiana con una scol-
stato conservato come Guardia di latura circolare guarnita da galloni sul petto, sostituita poi dal
Scorta del Presidente della Repubbli- Kurta ma rimasta in uso nei reparti speciali.
ca Indiana. DAFFADAR Sergente della Cavalleria Indiana.
JEMADAR Primo gradino nella gerarchia degli ufficiali della cavalleria
Indiana equivalente all'alfiere o sottotenente.
Guardia del Corpo
del Governatore di Madras KHAKI Colore della polvere.
KUMMERBUND Fascia di stoffa colorata portata intorno alla vita.
Inizialmente l'uniforme tipo Ussaro KURTA Blouse sciolta tipo camicia con un taglio diritto sul davanti e
del Guardia del Governatore di Ma- talvolta con degli spacchi laterali. Divenne di uso generale
dras era di colore blu. nella Cavalleria dopo il 1860. Arrivava ai ginocchi.
Nella riorganizzazione del 1897 si
KULLA Berretto a punta portato dai Mussulmani e dagli Jat con anno-
adottò per la truppa della stabile uni-
dato sopra un turbante.
tà di scorta del Governatore PAlkalakh,
il tradizionale lungo camicione con sul LUNGI Originariamente un tipo di Kummerbund a striscie di diversi
petto un plastron rotondeggiante e colori, divenne un copricapo essendo annodato intorno alla
gallonato d'oro. testa come il Pugri.
L'Alkalakh era rosso con Kummer- PAG oppure PUG Stoffa annodata sotto il turbante di coloro rosso o
bund blu. Gli ufficiali pur conservando bianco portato dai Sikh e dai Dogras.
la giacca rosso con alamari d'oro da PALLOO Le frangie terminali multicolori del Lungi. Spesso anche le
Ussaro, pantaloni ed elmo bianco, sa- frangie ricamate del Kummerbund erano chiamate Paloo.
bretache rossa gallonato d'oro porta- PUGRI (oppure PAGRI opp. PUGGREE) Stoffa portata arrotolata intorno
vano il Kurta arricchito di ricami alla testa a forma di turbante. In dimensioni ridotte era por-
d'oro, cordelline d'oro e cintura a stri- tata anche arrotolata intorno all'elmetto coloniale inglese.
sce oro e rosse di tipo inglese.
RISALDAR Ufficiale indiano di cavalleria equivalente al tenente. Fino al
1866 questo era il grado massimo a cui potevano giungere gli
Guardia del Corpo ufficiali indiani. Dopo fu creato il grado di Risaldar Major equi-
del Governatore di Bombay valente al grado di Capitano.
NACA Trombettiere.
Anche il Kurta di questo reparto NAKIR Tamburino a cavallo.
era rosso con una fascia verticale blu SILLADAR Termine persiano indicante un uomo possessore di armi.
gallonata d'oro ai due lati nel mezzo Indica un cavaliere che si arruola con il proprio cavallo.
del petto.
Kummerbund blu, collo blu gallo- SOWAR Dal persiano cavaliere. Indica un soldato semplice di caval-
nato d'oro, filettature blu sulle cuci- leria.
ture delle maniche e sullo spacco cen- TULWAR Scimitarra curva indiana.
trale del Kurta paramani blu. Gli uf-

storia MODELLISMO 39
POSTA
Come annunciato sul n. A 1, pubblichiamo e premiamo plastico) sarebbe altrimenti assurdo. E' comunque una que-
con un abbonamento omaggio, la foto del Sig. Rosario stione di opinioni e di abitudini. Concordo con lei che è
Saitta di Varese, riguardante un Curtiss F-11C-2 « Goshawk » preferibile la mossa alternata. Non concordo invece sullo
in scala 1 : 72 di Monogram. sparare o muovere come regola generale. Mentre può andare
Tale foto è stata premiata più per la sua qualità che per bene per la fanteria e i semoventi, non mi sembra corretto
la realizzazione del modello stesso, che per altro è molto per i carri armati che hanno tutt'altra cadenza e capacità
buona; cogliamo quindi l'occasione per comunicarvi che le di tiro. Anche per la fanteria il discorso dell'alternativa va
foto che ci invierete dovranno essere o in bianco-nero (for- limitato alle sole armi di squadra o armi pesanti. E' evi-
mato min. 9x13) o diacolor, non stampe a colori, con un dente che un uomo con un fucile spara e muove. Si tratta
buon contrasto. Consigliamo inoltre di curare lo sfondo, comunque di preferenze personali che non impediscono lo
l'ambientazione e la profondità di campo. svolgimento di un gioco corretto.
Concordo pienamente sulle critiche al libro di Italo Preti
anche se non condivido pienamente i motivi per cui sono
fatte. Mi sembra di capire, e mi si corregga se sbaglio,
che consideriate il Wargame come una specie di gioco de-
gli scacchi, cosa che non mi convince assolutamente. Per
me il Wargame non è altro che la ricostruzione con modelli
di un fatto reale, per cui le regole ed i modelli usati devono
avvicinarsi il più possibile alla realtà. Da questa diversità
deriva il motivo per cui non mi piace usare tavoli quadret-
tati ma preferisco il tavolo all'inglese. Qualcosa cioè che
permetta di riprodurre il più fedelmente possibile le ca-
ratteristiche del terreno. Niente impedirebbe comunque di
farlo anche su una carta quadrettata su cui si possono indi-
care vari tipi di terreno con effetti diversi sul movimento
e sull'efficacia delle armi. La mia obiezione principale al
quadretto riguarda comunque il movimento. Per mettere
tutti alla pari sarebbe necessario limitare il movimento so-
lo a quattro direzioni (i lati del quadrato) impedendo il
movimento in diagonale. E' evidente infatti che chi muo-
vesse sulle diagonali farebbe molta più strada pur passando
nello stesso numero di quadretti.
Quanto sopra comunque sono delle considerazioni per-
sonali che non vogliono togliere nulla alla sua ottima ini-
ziativa e non vogliono neanche essere una critica alla
rivista che se continuerà con lo standard del primo numero
avrà senzaltro un ottimo successo.
MAURILIO TAMAIO - Milano
Ho letto con interesse il primo numero della rivista.
Congratulazioni per l'iniziativa e soprattutto per la scelta Pubblichiamo volentieri la lettera del segretario della
originale dell'accostamento di una parte storica alla parte A.R.E.S. di Milano che ci da l'opportunità di chiarire me-
propriamente modellistica. glio sia lo scopo che vogliamo prefiggerci con la proposta
Quello che mi ha lasciato un po' deluso è invece l'arti- ai lettori di giochi di guerra semplificati, sia alcune nostre
colo sul Wargame con relative regole. Non sono per nulla scelte, di pedine e di regolamento.
d'accordo sul fatto che sia possibile utilizzare figure di Una delle caratteristiche che deve avere un gioco per
epoche « leggermente diverse ». Questo soprattutto consi- interessare i giovani è quella — secondo noi — di avere una
derato che la Ro-Ro offre una scelta tale di mezzi che non discreta varietà di tipi di pedine, con caratteristiche tra lo-
era difficile scegliere mezzi esistiti contemporaneamente. ro differenti. Ecco perché abbiamo « creato » il Carro pe-
Vorrei far notare che definire l'M 113 o l'M 48 come di epo- sante, anche se gli americani nella II Guerra mondiale non
che leggermente diverse mi sembra un po' eccessivo ri- li avevano impiegati: una pedina capace di farsi largo nello
spetto agli altri veicoli delFa seconda guerra mondiale. Ho schieramento avversario. Non era difficile scegliere mezzi
sempre ritenuto che il Wargamen deve essere il più fedele contemporanei? Può darsi, tra i moderni però! Ma poi è
possibile alla realtà. Quello che, comunque, è completa- proprio indispensabile questa rigorosa fedeltà, in un gioco
mente sbagliato è l'affermazione che le corazze maggiori avente chiari intendimenti propedeutici?
siano concentrate sui fianchi dei mezzi terrestri. E' uni- Circa le corazze temiamo di non essere stati sufficiente-
versalmente noto che la corazza maggiore è sul fronte sia mente chiari: alla pag. 38 del numero A 1, giustificavamo
dello scafo che della torre, a cui seguono corazze di valore il fatto che il cannone semovente colpiva con la stessa effi-
inferiore sui fianchi e ancora minori sul retro e sul ciclo cacia tutte le pedine (carri medi, carri pesanti, carri porta-
sia dello scafo che della torre. soldati) in quanto i carri possiedono le maggiori corazzature
Un chiarimento: la regola 17 dice che i soldati a terra sulle fiancate laterali. Ritenevamo implicito quindi consi-
si muovono in un altro quadro « confinante » con quello derare laterali non soltanto la destra e la sinistra, ma anche
occupati dal proprio carro mentre nei commenti si parla quella anteriore; proprio perché il discorso verteva sul tiro
di operare a due caselle di distanza. Vorrei sapere se i ellittico del semovente: tiro che provenendo dall'alto incon-
soldati possono muovere solo nelle 9 caselle circostanti il tra le corazzature alleggerite del cielo dello scafo e del
proprio carro oppure possono muovere indipendentemente cielo della torretta!
da esso. La regola 17 dice che i soldati si possono spostare in
Tengo a precisare che sono un appassionato di Wargame, caselle confinanti con quella occupata dal proprio carro.
anche se preferisco quelli su terreno libero piuttosto che Nel commento — a giustificazione della regola che impone
su terreno quadrettato. Secondo me questi ultimi vanno la perdita di una mossa per rendere operativi i soldati —
bene solo quando si vuole giocare in grande scala, quando si ricordava che si voleva impedire a costoro di operare
cioè un simbolo sul tavolo rappresenta un'unità e non un (in un'unica mossa) a due caselle di distanza (dal proprio
singolo mezzo o uomo. In tali casi è infatti più conveniente carro).
usare carte quadrettate sullo stile delle carte geografiche Circa la limitazione d'impiego delle scacchiere quadret-
perché il rapporto di aree (area occupata dal simbolo sul tate rispetto a quelle libere non desideriamo entrare nel

40 storia MODELLISMO
merito: si tratta ovviamente di opinioni. Tanto più che tale
suddivisione pare premiare la quadrettatura... Come pure
si tratta di preferenze personali quando si condanna la re-
gola che « una pedina che spara non può muovere »: perché
mai si dovrebbe dare ad una pedina (che muove e spara)
un campo d'azione superiore a quello di una pedina gemel-
la che ha il solo torto di restare ferma sulla plancia?
Se noi consideriamo il wargame come una specie di
sfoco degli scacchi? Ammettendo anche questo, ignorando
tutte le simulazioni effettuate dagli Stati maggiori delle
principali potenze mondiali durante un secolo, non riuscia-
mo a comprendere questa allergia per il gioco degli scac-
chi. Non sarà, per caso, dovuta al fatto che troppo spesso
si scambio la complessità di un gioco con la complessità
di un regolamento?
La sua ultima obiezione nei riguardi della plancia qua-
drettala ci sembra facilmente spiegabile: che senso ha
preoccuparsi del fatto che muovendo in diagonale si per-
calle un tratto più lungo di quello percorso andando dirit-
to. Quello che conta è il numero delle mosse e non la reale
lunghezza; e poi — ammesso tale interrogativo — non è
forse vero che un tale vantaggio è goduto da tutti i gio-
catori?
U.T. mente le duemila persone, numero veramente grande con-
siderando la stagione e le nebbie che regnano nella nostra
regione.
Ora il Club Modellismo Storico sta già lavorando per
II Mostra Nazionale di Modellismo Statico l'organizzazione della prossima rassegna e spera di avere
Si è conclusa il 27 febbraio in Pavia la II Mostra Na- anche allora lo stesso successo e di adesioni e di pubblico.
zionale di Modellismo Statico organizzata dal Club Model- CLUB MODELLISMO STORICO
lismo Storico con il patrocinio dell'Associazione Nazionale e/o MANIDI ANTONIO
Partigiani Italiani e della sezione pavese dell'Associazione Via Toscana, 4 - 27100 PAVIA (Italia)
Arma Areonautica.
Alla manifestazione hanno aderito parecchi altri Clubs
nazionali e si è raggiunto un numero di espositori e di
opere veramente ingenti; più di cento espositori con un Spctt. Redazione,
totale di ottocentootto (808) modelli.
Veramente ottimo il realismo e la perfezione di alcuni ... mi dedico da tempo all'aeromodellismo da tavolo e
diorami; basti pensare, e dalle fotografie si vede, che alcuni progetto da me i modelli, in scala piuttosto grande in
di essi sembravano effettivamente scene riprese durante le modo da dare spazio alla maggior parte di particolari.
battaglie reali a cui si ispirano quasi sempre i realizzatori Da tempo desideravo costruire un Lockheed P-38 ma
delle opere. non ho potuto mai progettarlo pur avendo a disposizione
Veramente inaspettato anche l'afflusso di pubblico che i disegni poiché mi mancano dettagli precisi della cabina
durante i venti giorni di apertura ha superato abbondante- di pilotaggio; e neanche il trittico del vostro primo numero
per quanto preciso e interessante ne porta i particolari;
vorrei sapere quindi se possibile alcune cose al riguardo:
1) se il comando delle superfici di governo (alettoni,
timoni, ecc.) del P-38 era a mezzo cloche o a mezzo vo-
lantino;
2) se è possibile avere disegni o fotografie particola-
reggiate dell'interno della cabina di pilotaggio.
DATTOMA NICOLA
Bari

Cercando di esaudire le Sue domande, La informiamo


che il comando delle superfci di governo del P-38 « Liglii-
ning » era costituito da un volantino a forma di farfalla,
come del resto può vedere dalla f o t o che pubblichiamo ri-
guardante l'abitacolo di un P-38 L.
(F.J.)

storia MODELLISMO 41
"UN HOBBY PER TUTTI"
Si è svolta a Genova dall'I 1 al 20 marzo, nell'ambito della
manifestazione Primavera 77, la mostra-concorso « Un Hob-
by per Tutti » alla quale hanno partecipato quasi 350 con-
correnti fra collezionisti e modellisti.
Limitandoci al modellismo, campo che specificatamente
ci interessa, dobbiamo innanzi tutto far rilevare la ricchez-
za del materiale esposto e la sua vastità che ha creato pro-
blemi logistici agli organizzatori della mostra. Ciò non ha
permesso di porre sullo stesso piano tutti i concorrenti,
infatti parte dei modelli erano inseriti nel settore del col-
lezionismo il che danneggiava entrambe le categorie ren-
dendo molto diffìcile un raffronto equilibrato ed un giudi-
zio sereno.
E' doveroso, innanzi tutto, rilevare come il livello medio
del materiale modellistico presentato fosse notevole e quan-
to importante fosse l'opera svolta dai numerosi club o asso-
ciazioni di varie città.
La classifica ufficiale, che riportiamo in calce all'articolo,
ci sembra rispecchiare abbastanza fedelmente il valore dei
concorrenti, tenendo presenti le difficoltà obiettive che un
giudizio del genere comporta.
Vediamo ora, con una rapida carrellata, i pezzi che più Nel campo della plastica primeggiava CORDASCO con
colpivano l'occhio di un visitatore appassionato.
Per quanto riguarda i soldatini, alcuni pezzi esposti era- un bellissimo RE-2005, ricavato da un modello mediocre ma
no veramente splendidi: ci riferiamo ad esempio ai figu- splendidamente realizzato, e bisogna congratularsi con la
rini in plastica da 54 mm di BRUZZONE, ormai ben noto giuria che ha saputo riconoscere un piccolo capolavoro
a tutti gli appassionati del ramo, e ai soldatini in piombo difficilmente identificabile se non da occhi esperti.
da 25 mm di LUNDARI, autore tra l'altro di una bellissima Notevoli anche i modelli di CHITTER, che ha presen-
ricostruzione della carica di Moni St. Jean dal celebre tato una vasta gamma di velivoli operanti nel corso delle
dipinto di Felix Philippeteaux. due guerre mondiali. Inconsueti, infine, i due modelli in
Di buona fattura erano anche le elaborazioni fatte da legno (MIG-25 e MRCA) presentati da CRESPI, che ha
altri partecipanti quali ad esempio FERRARI, FURA, AR- saputo ottenere dei risultati molto piacevoli, usando un
GENTI e DAL MORO, quest'ultimo autore anche di modelli materiale di non facile lavorazione.
autocostruiti. Per quanto riguarda il campo navale bisogna subito
Nel campo aereonautico, molto numerosi e di buon li- citare il CLUB VALDINIEVOLE che, pur presentando mo-
vello i pezzi presentati: si trattava sia di modelli esistenti delli in vari settori, ha raggiunto in questo dei risultati
sul mercato che di modifiche o parziali autocostruzioni. a dir poco eccezionali, confermati anche dal verdetto della
giuria. Intendiamo riferirci specificatamente al modello del-
l'incrociatore Zara di GIRARDI, al vascello San Felipe di
VANCI e alla corvetta Gabbiano di CAVALLETTI.
Altro concorrente interessante è il CHITOTTI, con i
suoi modelli autocostruiti in legno e plastica della Giulio
Cesare, Yamashirp ed Amagi, in scala ridotta ma ugual-
mente molto precisi.
Nel settore navale dinamico, oltre al vincitore, riteniamo
giusto ricordare il modello della motovedetta malesiana
Perkasa, costruita dal PESCIOLO, che non poteva non col-
pire l'occhio anche del profano per l'aspetto estremamente
piacevole dovuto all'ottima realizzazione di tutti i partico-
lari, anche i più minuti (vedi foto in alto).
Per i mezzi militari, beniamini di questa manifestazione,
c'era solo l'imbarazzo della scelta e ottimi risultati in que-
sto campo li hanno ottenuti vari Club Modellistici.
Il C.I.M.M. di Milano presentava dei modelli di autocarri
italiani autocostruiti in legno, oltre ad una vasta serie di
mezzi in plastica trasformati e non. L'I.P.M.S. allineava
anch'esso numerosi mezzi militari fedelmente convcrtiti,
mentre il CLUB MODELLISTICO GENOVA EST presenta-
va un vasto assortimento di mezzi della 2a guerra mondiale
ricavati da scatole di montaggio.
I 2 Club genovesi fuori concorso, ETÀ BETA e C.M.G.,
esponevano un gran numero di modelli di ogni tipo. ETÀ
BETA si faceva notare per i suoi soldatini da 90 mm, per
gli aerei ed i carri in scala 1 : 48 oltre che per i piacevoli
modelli in legno di barche da pesca autocostruite, un sog-
getto interessante ma solitamente trascurato.
Al C.M.G. va, innanzi tutto, riconosciuto il meriti) di
aver propagandato il « wargame » (ve ne erano di due tipi,
uno in scala 1 : 300 moderno e l'altro 1 : 1.000 napoleonico),
a rischio e pericolo del materiale utilizzato, ambita preda
dei soliti ignoti di tutte le età.
Inoltre il C.M.G. presentava una rassegna della sua pro-
duzione comprendente mezzi militari in scala 1 : 35, solda-
tini da 54 mm (confezioni in vendita ampiamente modifi-
cate), mezzi militari in scala 1 : 76 per « wargame » (alcuni
autocostruiti veramente interessanti), aerei in scala 1 : 72 e
un assortimento di diorami di ogni genere ed epoca.
Parlando di diorami, infine, non si può ovviamente tra-
scurare l'A.F.B.I.S. di Firenze, in particolar modo per quello
relativo alla battaglia di Adua che era sicuramente una

(segue a pag. 44)

42 storia MODELLISMO

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