Sei sulla pagina 1di 38

STORIA

RIVISTA MENSILE C!
MODELLISMO L 1.200
AEREI
MEZZI MILITARI
NAVI
UNIFORMI MILITARI
AUTO FAMOSE
STORIA DI BATTAGLIE
GIOCHI DI GUERRA
GIOCHI DIDATTICI
DIORAMI

OMAGGIO Al LETTORI! li
Nell'interno una confezione di "Decals" 1/72
STORIA
MODELLISMO
DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE - REDA-
ANNO II - N. 2
ZIONE - PUBBLICITÀ'
sommano FEBBRAIO 1978

Storia MODELLISMO pag


C.P. 633 - 00100 ROMA
3 I carri leggeri MS e M3A3 di E. Campo
Via Vogherà, 54/c - 00182 ROMA
Tei. 75.04.78 10 Un accendisigari con i cingoli
(trasformazione deII'M5A1) di E. Campo
PREZZI: una copia Ut. 1.200 • Arretrati 11 dop-
pio. Abbonamenti: 37 Lancia 3ro: versioni speciali di B. Benvenuti
Annuo Italia Ut. 12.000
12 I Dinky anteguerra di V. Alfonzetti
Annuo Estero Llt. 18.000
14 Come elaborare un modello di V. Alfonzetti
I versamenti vanno effettuati sul c.c.p. n. 12158002
Intestato a: 15 Fiat G.50 « Freccia » di G. Bignozzi
Storia MODELLISMO, Via Vogherà, n. 54/c
00182 R O M A 16 Commento alle tavole
del G.50 « Freccia » e G.55 « Centauro » di F. Jannetti
DIRETTORE RESPONSABILE 17 Tavole a colori del G.50 e G.55 di F. Jannetti
Cesare FALESSI 21 II Fiat G.55 « Centauro » nell'A.N.R. di N. Arena
24 Modelli sulla bilancia: G.50 e G.55 di F. Jannetti
COMITATO DI REDAZIONE
Bruno Benvenuti, Maurizio Camponeschi, Piero 28 Così realizzo i miei modelli di A. Palumbo
Crociani, Valerio D'Orio, Fabrizio Jannetti, Re-
migio Gennari, Aldo Marchetti.
29 I paracadutisti dell'Aeronautica,
HANNO COLLABORATO: 1942-43 di A. Gasperini
Mario Barteletti, Massimo Brandani, Giorgio 32 I reggimenti provinciali napoletani di
Cantelli, Mario Cermelli, Massimo Di Giorgio,
fanteria (1800-1806) di P. Crociani
Franco Gay, Sergio Gibello, Sandro Mazzoni,
Edoardo Massucci, Lino Mastrangelo, Enrico Mar- 34 lo i provinciali li faccio così
chetti, Michael Perrotta, Alberto Santoni, Sergio (trasformazioni di pezzi Airfix) di I. Di Franco
Sannipoli, Maurizio Tarducci, Mauro Tornassi,
Franco Valle, Antonio D'Ottavi, Lamberto Tarsi,
Federico Della Valle. 40 Piccoli annunci

PUBBLICITÀ' 41 Confronto con i lettori


Curata direttamente dalla direzione e dall'am-
ministrazione della rivista. 41 I vostri modelli
© ORION Edltrlce s.r.l.
43 Negozi raccomandati
Via Vogherà, 54/c
00182 ROMA In copertina: in alto, un G.50, probabilmente della 4a serie e
forse appartenente ad un reparto complementare
Proprietà ORION Ed. s.r.l.
e addestrativo nel 1942 (codice 90 in rosso sulla
Pubblicazione mensile
colorazione monocromatica in verde scuro). Nor-
Autorizz. Trib. di Roma n. 16623 del 22-12-1976. malmente i G.50 delle scuole avevano fasce bian-
che anche sulle ali (foto Regia Aeronautica).
DISTRIBUZIONE: in basso, un carro leggero M5 « Stuart » conser-
vato presso il Royal Armoured Corp. Museum di
PARRINI & C., s.r.l.
P.zza Indipendenza, 11/B - Roma Bovington.
Via Tcrmopili, 6-8 • Milano

Associato all'USPI
Unione Stampa
Periodica Italiana
Storia MODELLISMO C.P. 633 00100 ROMA. Tutti i diritti di riproduzione con qualsiasi mezzo
tecnico sono riservati. Le opinioni espresse dagli autori dei singoli articoli non rispecchiano necessa-
Stampato in Offset presso riamente l'opinione della rivista. Salvo preventivi accordi, manoscritti, disegni, fotografie anche se non
pubblicati non si restituiscono. La collaborazione è libera ed aperta a tutti.
la Lltotipografla Rugantino Via Spoleto, n. 1
ROMA
A norma dell'articolo 74 e del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 l'IVA pagata dall'Editore sugli abbonamenti nonché, sui fascicoli separati
a conglobata nel prezzo di vendita, il cessionario non è tenuto ad alcuna registrazione (art. 25 D.P.R. n. 633/1972) e non può
operare alcuna detrazione.
Pertanto, non verranno In alcun caso rilasciate fatture.
I carri leggeri M5 e M3A3 di Enrico Campo

II PARTE

L'M3 cambia aspetto (la serie MS


e la versione M3A3)
Vediamo adesso come si giunse alla rea-
lizzazione dell'M5.
Mentre le catene di montaggio dell'Ame-
rican Car & Foundry sfornavano « Stuarts »
a ritmo impressionante, anche i progettisti
si davano molto da fare. L°M3 aveva un
grosso problema: esso montava un motore
d'aereo e l'industria aereonautica non po-
teva soddisfare pienamente anche le ri-
chieste per i motori destinati ai carri, se
lo faceva, ciò richiedeva uno sforzo note-
volissimo. Si provò con il motore diesel
Cunnins, ma abbiamo visto che l'Esercito
Americano non gradiva molto questa solu-
zione. L'idea brillante e risolutiva venne
da uno studio della Cadillac Motor Car. Si
installò infatti una coppia di motori di Sopra, una bella immagine dall'alto di un M3A3, che mette in evidenza l'apertura del
automobile, tali motori avevano 8 cilindri portello di destra della torretta. Sotto, un particolare della parte posteriore del carro,
a V e sviluppavano 110 hp ciascuno. L'e- con il cofano e la cesta portaoggetti. In basso, infine, vista dei lati destro e sinistro:
semplare di M3 così modificato ebbe la notare, lateralmente alla torretta, i « grouser ». elementi d'acciaio dei cingoli che cosi
sigla M3A2; più tardi un altro modello disposti hanno il compito di aumentare la protezione.
venne realizzato alterando profondamente
la fisionomia dell'M3. Tale esemplare mon- venne standardizzato nel febbraio 1942 co-
tava la nuova torretta dell'M3Al ed aveva me « Light Tank M5 ». La logica avrebbe
lo scafo completamente ridisegnato, vuoi imposto che il successore deII'M3 fosse
per migliorare la protezione balistica del giustamente un M4, ma fu preferita la clas-
mezzo, vuoi per obiettive esigenze connes- sificazione M5 per evitare confusioni con
se alle novità introdotte ed infine per in- l'M4 Medium Tank (Sherman) di cui si
crementare la produzione in massa sempli- stava allora iniziando la produzione. Gli
ficando la formula costruttiva. M5 furono prodotti dal giugno al dicem-
La piastra anteriore era molto più incli- bre 1942 in ben 2.074 esemplari; gli suc-
nata, del modello M3, ed arrivava senza cesse l'MSAl.
scalini lin sulla sovrastruttura, dove erano Intanto nell'agosto del 1942 veniva pre-
stati ricavati due ampi portelli per il pi- sentata una ulteriore dell'M3 classificata
lota e per il mitragliere di scafo. L'instal- M3A3. Anche questo aveva lo scafo com-
lazione dei due motori accoppiati fece pletamente ridisegnato, ed in fondo asso-
variare il prolilo del cofano motore, facen- migliava molto più ad un M5 che non ai
dolo alzare di un palmo, e rendendo così carri della serie M3, naturalmente rispet-
caratteristica la sagoma posteriore della fu- to agli M5 mancava il famoso « scalino »
tura serie M5. Tale prototipo fu classifica- sul cofano motore, in quanto I'A3 montava
to nell'Esercito Americano come M3E3 e ancora il propulsore Continental W670 ra-

Storia MODELLISMO
• D s

6.B.
r

Nei disegni di questa pagina un esemplare di carro


M3A3; notare la nuova torretta più grande di quella
del modello precedente, la mitragliatrice controaerea
passata dal lato sinistro a quello destro della torretta
e l'apparecchiatura radio alloggiata pure nella torretta
anziché nello scafo. Come motore era installato sul-
TM3A3 un Continental W670 radiale.
Le due loto qui sopra, e quella a lato, a sinistra, mostrano altrettante immagini di un
carro leggero M5A1 in forza all'S' Gruppo Squadroni Lancieri di Montebello, dell'Escr
cito italiano. Si tratta del primo tipo dell'MS, come è messo in evidenza dalla mancanza
della mitragliatrice anteriore e della cassetta portaoggetti posteriore.

Da quel momento tutta la produzione rante la produzione anche TM5AI subì del-
venne concentrata sull'ultimo e più nume- le modifiche: gli esemplari più recenti adot-
roso esemplare della scric M3-M5 cioè tarono una caratteristica carenatura a pro-
PM5AI, prodotto in diverse fabbriche fino tezione della mitragliatrice antiaerea cai. .30
al giugno 1944 nel considerevole numero sul lato della torre ed una diversa siste-
di 6.810 mezzi. mazione del cofano motore. Tale nuova
L'M5A1 era costruito tenendo presenti sistemazione era richiesta in quanto era
gli ultimi « improvements » adottati sul- stata agganciata una cassa di stivaggio, iden-
TM3A3, compresa la nuova torre di dimen- tica a quella già presente sull'M3A3. là
sioni maggiorate, inoltre sul fondo dello sca- dove Bult'MS si trovavano gli altre/zi, i
fo fu praticato un portello d'emergenza. Du- quali pertanto vennero riposi/ionali ininic-

diale. Per I'M3A3 era stuta realizzata an-


che una nuova torretta, più grande della
precedente, sempre dotata di cesto, giro-
stabilizzatore, rotazione automatica, in es-
sa fu anche sistemata l'apparecchiatura
radio, che nei modelli precedenti era al-
loggiata nello scafo; la mitragliatrice an-
tiaerea cai. .30 passò dal lato sinistro al
destro, inoltre intorno ai fianchi della tor-
re vennero agganciati, anche per aumenta-
re la protezione, i cosiddetti grousers, cioè
elementi d'acciaio da inserire in determina-
te maglie dei cingoli, por aumentare l'ade-
renza del carro in terreni fangosi o inne-
vati. Oltre alla nuova torretta, una serie
di migliorie vennero dedicate quasi esclu-
sivamente ad uso e consumo dell'equipag-
gio, favorendo così l'abitabilità e la como-
dità dogli occupanti il mezzo: mi riferisco
per esempio ai sedili manovrabili in eleva-
zione e ad una protezione in tela cerata
e plexiglass sui portelli anteriori per per-
mettere al pilota la guida con il busto allo
esterno, senza dover subire eventuali con-
dizioni meteorologiche avverse.
La produzione dell'ultima versione del-
l'M3 andò avanti fino al settembre del
1943, alla (ine della quale erano stati
completati ben 3.427 carri.

Le due fotografie a lato mostrano: quella


sopra un M5A1 italiano della Divisione
Granatieri di Sardegna (targa 102591):
quella sotto un M5A1 dei Lancieri di Mon-
tebello che inalbera lancia e guidoncino.
Entrambi i carri stanno partecipando ad
una parata, il 2 giugno, circa metà degli
« anni cinquanta ».

storia MODELLISMO
diatamente prima dei bocchettoni di rifor-
niinciitu. Inoltro furono aperte alcune gri-
glie di aerea/ione sulla piastra posteriore
dello scafo.

Mezzi di serie derivati dagli scafi


della serie M3-M5
Terminata così In disamina delle varie
versioni della serie M3-M5, non ci rimane
che parlare dei vari veicoli corazzati deri-
v a t i da questi scafi; nell'esame di questi
carri dovrò per forza di cose tralasciare
le varie versioni sperimentali o quasi, per
poter più d i f f u s a m e n t e descrivere quei
carri che superata la fase progettuale, fu-

rono prodotti in numero cospicuo. I carri In alto, una colonna di M5A1 inglesi in Normandia; le strisce bianche delimitano il
più importanti derivati dagli scafi M3-M5 percorso bonificato dalle mine. A sinistra, qui sopra, altra immagine dello stesso
furono il T8 Rccce (*) Vehicle. I'M8 reparto: i carri successivi sono peraltro Sherman. A destra, un'immagine davvero pre-
HMC (*), ed i carri lanciafiamme. ziosa, che permette di notare le differenze posteriori tra carri M3A3 (ai lati) ed M5A1
(al centro). Sono italiani. Sotto: un M5A1 americano impegnato in Normandia.
Il T8E1, successore ovviamente del T8,
altro non era che la realizzazione in scric carro comando o da esplorazione. Rimasto scafo d e l l ' M 5 A l , il suo armamento era co-
di una modifica campale adottata dagli il carro senza armamento principale, si stituto da una o due (accoppiate) mitraglia-
Inglesi nel deserto e poi anche dagli Ame- provvedeva a colmare questa lacuna con trici Browning da 12,7 mm ruotanti su di
ricani ed Alleati in Europa. Tale modifi- l'installazione di una mitragliatrice cai. .30 una rotaia circolare.
ca campale consisteva nella rimozione del- oppure cai. .50. Spesso con lastre d'acciaio Il T8E1 differiva dal precedente per la
la torretta da un carro, all'inizio necessa- saldate alla sovrastruttura, si improvvisa- presenza di cassette laterali per il traspor-
riamente un M ) , trasformandolo così in vano leggere protezioni. Il T8 aveva lo to di mine, simili a quelle montate suH'M3
Half Track. Alcuni T8EI vennero ceduti
dagli Americani al nostro esercito nel do-
poguerra.
L'idea di dotare un M3 o un M5 di un
obice da 75 nini per l'appoggio ravvicinato
alla fanteria era indubbiamente ottima, ma
all'inizio fu affrontata nella maniera sba-
gliata. Il primo esperimento in tal senso
(a parte quello su scafo M2) fu fatto
montando un obice da montagna da 75
min in casamatta sul lato destro di un
carro M3. I risultati furono del tutto insod-
disfaccnti ed il progetto denominato T18
fu abbandonato. L'impresa fu ritentata
più tardi con uno scafo M5. 11 semoven-
te sperimentale, denominato T41 montava
10 stesso obice da montagna M I A I , ma
con una installazione a ciclo aperto, con
11 pezzo sempre spostato sulla destra (bi-
sogna tener presente che i congegni di
guida sull'M3-M5 sono sulla sinistra) sul
tipo della sistemazione adottata per il 105

{*) Recce abbrev. di Rcconnaissance.


(*) HMC - Howit/.cr Motor Carriagc - Obice
semovente.

storia MODELLISMO
gnie HO (') dagli M4 Sherman armali
con l'obice da 10? mm nel corso del 1944.
L'M8 ha figuralo nel nostro inventario
m i l i t a r e nel corso degli anni C i n q u a n t a .
Altra configurazione degna di essere ri-
cordala, soprattutto per l'impiego che se ne
fece nel teatro del Pacitn.0. è la serie dei
lanciafiamme montati sugli scafi che ci in-
teressano. Le apparecchiature furono diver-
se e quasi tutte adattabili ai due scali:
alcune di queste l a n c i a v a n o il liquido in-
fiammabile attraverso l'apertura della mitra-
gliatrice di scalo come il sistema E5U2,
altre invece schizzavano da apposite lan-
cie che erano' installate in torre al posto
del cannone da 37 ni m e di questo tipo era
il sistema E7-7 denominato Salali Flamc
Gun.
Nel campo dei veicoli sperimentali ci fu-
rono diversi modelli clic non andarono ol-
tre lo stadio di prototipo: mi riferisco alle
i n s t a l l a z i o n i del cannone controcarro da
76 min (3 in.) oppure il carro antiaereo su
scafo M3 con la q u a d r i n o l a da 12.7 mm

*) HQ Hcad

Sopra, un M5A1 americano sotto il fuo-


co, Normandia 1944. Sul fianchi c'è an-
cora la dicitura « Africa ». A lato, un
M5A1 equipaggiato con altoparlante per
invitare alla resa gruppi di « resistenti ».

inni sull'M7 Priest. Però anche questo


progetto venne abbandonato in quanto il
semovente non a f f r i v a sufficiente protezio-
ne per l'equipaggio. L'M8 H M C doveva na-
scere secondo una concezione costruttiva
radicalmente diversa dalle precedenti, cioè
con il pezzo da 75 inni in torretta, e così
fu fatto. Il T47, questo il nome provviso-
rio del nuovo HMC. era un M5 con la
torretta modificata e a ciclo aperto; dove
trovava posto l'obice da 75 nini che
aveva così una rotazione di 360 ed una
elevazione da — 20° a + 40°. La piastra
frontale subì una modifica, in quanto in
essa furono ricavati i due portelli ante-
riori, poiché la prua della torre ed il pez-
zo da 75 impedivano l'apertura dei portelli
nella posizione originale.
Dal settembre I942 al gennaio I944 fu- ,
rono costruiti dalla Cadillac 1778 M8 HMC.
Il semovente M8 fu sostituito nelle compa-

TABELLA DI DATI TECNICI RIFERITI Al CARRI MS, M5A1 e MS HMC


Equipaggio M 5 M 5AI M 8 11 M C
Peso ord. batt. (Kg) 14.969 15.380
Dimensioni in cm
Lunghezza 444 484 (Cass. Posi.) 444
Larghezza 224 224 224
Altezza 230 230
Armamento:
Principale 1 x 37 mm 57 cai. tipo M 6 I x 75 mm tipo M 2
Brand. ed Elev. — 14° + 24° per 360° — 20° + 40° per 360°
Riserva Colpi 123 123 46
Secondario 3 x 7,62 m m 3 x 7.62 min I x 12,7 min
Riserva colpi 6.250 6.250 400
Motore 2 x Cadillac V8 a benz. 220 hp 2 x Cadillac V8 a benz. 220 hp 2 x Cadillac V8 a benz. 220 hp
Velocità Max. (Km/h) 64 64 64
Autonomia (Km) 270 270 270
Capacità serb. (litri) 310 310 337

storia MODELLISMO
In alto, a sinistra, consulto di un equi-
paggio americano dopo che il loro M5 ha
perduto un cingolo sopra una mina. A
destra, un altro M5 americano — proba-
bilmente a Parigi — nel 1944, con parti-
giani francesi a fianco dell'equipaggio.

costruttiva eccellente, rimanendo concettual-


mente invariata quasi fino al termine del
Secondo Conflitto Mondiale, per essere in-
fine sostituita da un carro che nasceva
da presupposti e concezioni completamen-
te diverse, come era l'M24, dimostrando
così la bontà del progetto iniziale e la
funzionalità e l'efficienza delle modifiche
apportate nel corso della produzione. Ed
ancora bisogna ricordare l'impressionante
numero di esemplari costruiti: intorno alle
20.000 unità, che fanno della serie M3-M5
la più prodotta dopo quella dell'M4 Sher-
man. E non voglio tralasciare neanche la
importanza delle soluzioni tecniche adot-
tate, che spesso modernissime e d'avan-
guardia, fecero da banco di prova ed in-
Sopra, inverno 1944, un M8 in azione: fluenzarono quasi tutta la produzione in
notare la gran quantità di bossoli vuoti tema di corazzati dell'industria americana.
a terra. A lato, carri M5A1 ed M8 delle Infatti un'ultima considerazione, che ci ri-
forze nazionaliste cinesi a Formosa. Sot- guarda più da vicino: diversi di questa
to, veicoli corazzati T8E1 italiani sfilano famiglia, specificatamente l'M3A3, PM5A1
durante una parata del 2 giugno, a Roma ed i già citati M8 HMC e T8E1, nel do-
negli anni '50.
poguerra militarono nel nostro esercito per
su affusto Maxson ed infine i semoventi diversi anni, svolgendo un ottimo servizio
portamortaio da 81 mm o il lanciarazzi e riscuotendo sempre un notevole successo.
T39 su scafo M5.
Termina qui la mia breve e sommaria
descrizione di questa importantissima fa- Bibliografia:
miglia di carri. Importantissima perché? — C. Ellis & P. Chamberlain
Innanzi tutto perché detiene una serie di Light Tanks MI-M5 AFV n. 4
primati che non sfigurerebbero nel Guinness Profile Publications
Book. Poi si è dimostrata una formula
- C. Ellis & P. Chamberlain
trad. N. Pignato:
Atlante Mondiale dei Mezzi Corazzati voi. 1
E. Albertelli
— D. Crow:
U.S. Armour-Cavalry — A Short History
1917-1967 —
Profile Publications
— AA.VV.:
Storia dei Mezzi Corazzati - voi. 2 - Pro-
fili - pagg. 257 e segg.
F.lli Fabbri
— S. Zaloga:
AFV - News. voi. 12 n. 5
G. Bradford
— AA.VV.:
Bellona Prints nn. 12, 18, 27
Bellona

storia MODELLISMO
Un accendisigaro con i cingoli di Enrico Campo

lyientre preparavo l'articolo sull'MS, ero


'* molto indeciso sulla realizzazione mo-
dellistica da proporre, finché andando al-
la ricerca delle foto con cui corredare l'ar-
ticolo, mi sono imbattuto in una immagine
« tutta yankee » che ha sciolto ogni mia
indecisione: ho iniziato così a convertirc
\'M5A1 di Tamiya nel carro lanciafiamme
M5AI con apparecchiatura E7-7 Satan Gun.
La realizzazione è come al solito non
molto impegnativa e consente alla fine di
aggiungere alla propria collezione un mo-
dello che sarebbe degno soggetto della co-
pertina di « Stars and Stripes ».
Il nostro lavoro riguarderà essenzialmen-
te la torretta e pochi saranno i dettagli
da apporre allo scafo. Iniziamo ad incol-
lare i pezzi C 18-19-23-44 così come li
troviamo, mentre il pezzo C 33 andrà al-
leggerito della sporgenza che ospita il can-
none, cosa che si fa tagliando tutto intor-
no e con cura la protuberanza con un
normale seghetto da traforo. Dopo aver
carteggiato il pezzo, incollateci sopra un
pezzctto di plasticard molto sottile, in mo-
do da chiudere l'apertura creatasi, incolla-
te il tutto alla torretta, rifilate le ecceden-
ze e carteggiate per rendere le superfici
Sopra, carri lanciafiamme MS, del 13"
corpo corazzato americano, a Luzon, nel-
le Filippine, 1945. A lato, disegno della
torretta del lanciafiamme ricavato dal
modello M5A1 della casa -Tamiya'.

omogenee. Anche il pezzo C 1 va modifi-


cato, nel senso che dovranno essere inver-
titi i due periscopi, ovvero guardando la
torre di fronte, il periscopio circolare an-
drà a destra, l'altro con le orecchiette di
protezione (C 36-37) a sinistra.
Per effettuare questa trasformazione, oc-
correrà eliminare con carta abrasiva gli
stampi esistenti e ricostruire i periscopi
in plasticard, così come era già stato sug-
gerito il mese scorso per quelli dell'M3/U,
solo che questa volta avremo già pronti i
pezzi C 36-37. Possiamo ora chiudere la
torre e passare a lavorare sui fianchi del-
la stessa: togliete tutte le modanature, sia
quella della carenatura della cai. .30 che
quelle che simulano i sostegni delle maglie
dei cingoli. Stuccati tutti i fori eccello
quelli degli anelli di sollevamcnlo poste-
riori (C 24) gli anelli anteriori andranno
invece arretrati come da disegno. Dovrà
pure essere stuccato il foro dell'alloggia-
mento del pezzo C 35.
A queslo punto occorre reperire i due
portelli corazzati laterali: o li si costrui-
scono in balsa e plasticard oppure se ave-
te realizzato la conversione dcll'M3 ingle-
se del mese scorso, avrete quelli clic vi
sono avanzati dalla torre del kit.
Avendo io realizzato quel modello, non
ho fatto altro che ritagliare i duo portelli
dalla torre dell'M3, ridurli in spessore, rcn-

10 storia MODELLISMO
Due immagini del modello di M5 lancia-
fiamme ottenuto dalla modificazione del-
ÌM5A1. L'esemplare è ispirato a quello
della fotografia di pagina 10, che operò
nelle Filippine (in secondo piano, nella
foto).

Sullo scafo c'è ben poco da l'are: accor-


ciare i parafanghi anteriori, tagliandoli alla
altezza della prima modanatura (è ovvio
che i parasabbia A1-22 non vanno monta-
t i ) , costruire gli anelli di traino ed i rela-
t i v i sostegni in quanto il pe/.zo C 4 ovvero
il tagliaerba ideato dal Sgt. Culliti in Nor-
mandia è i n u t i l i z z a b i l e nel nostro model-
lo, installare l ' a n t e n n a radio C 26 anterior-
mente allo scalino del colano motore ed
esternamente rispetto al pezzo A 17. I n f i n e
aggiungete una pala sul parafango sini-
stro. Il resto del modello va costruito se-
guendo le istruzioni Tamiya.
La colorazione non presenta particolari
d i f f i c o l t à essendo un carro americano, quin-
di il Foresi grccn della Mo-Lak, sfumato
in più chiaro e più scuro, va benissimo
per il nostro modello che è ripreso dal
teatro d'operazioni del Pacifico.
I nomi dei due carri: Flaming Kanny e
Fi re Buggy possono essere scritti con tra-
sferibili a secco R4I G4-2 bianchi. L'ulti-
mo problema riguarda il numero di matri-
cola dei carri in quanto la foto non li
inquadra.
I pignoli ed i precisini non inorridiscano
per il consiglio che segue, t u t t a v i a non ci
sono altre soluzioni: il numero di matri-
cola sarà sicuramente U.S.A. 30... perciò
utilizzate le Jecals del kit, poi q u a n d o in-
fangate e sporcate il carro rendete illeggi-
bili le ultime cinque cifre. Il sistema è vi-
gliacco, ma risolve il problema! Buon la-
voro. •

di-rii meno c u r v i con il calore ed infine in-


collarli sui fianchi della torre dcll'M5/l/.
Ora iniziamo il lavoro che rappresenta
il clini della conversione, cioè il lancia-
fiamme e la relativa scudature. Ricavate
dal disegno e dalla foto i sostegni late-
r a l i della saldatura, realizzateli in plasti-
card e fissateli al loro posto. Lo spazio in-
terno fra i sostegni è slato riempito con
un blocchetto di balsa opportunamente
sagomato ed ivi incollato. Sopra a tutto ciò
aggiungete sempre in halsa sagomala la
saldatura vera e propria. La lancia po-
trà essere realizzata con tondino di legno
da 5 mm ovviamente foralo. Gli altri det-
tagli saranno presi dal disegno e dalla
foto. Infine sagomate sempre in balsa le
due sporgenze laterali vicine ai sostegni,
ed il lavoro è così terminato per quel
che riguarda la torre.

Particolare della torretta del carro nella


scala 1:35, paragonata ad un pacchetto
di sigarette.

storia MODELLISMO 11
I Dinky anteguerra di Valerio Alfonzetti

TV'"fcy 7~oys è il marchio più famoso o


diffuso nel campo degli automodelli in
scala I : 43. 1 primi modelli Dinky appar-
vero sul mercato inglese fra la fine del
1933 e l'inizio del 1934. Le testimonianze
sono discordanti sul mese esatto della
loro uscita. Unico dato certo è la loro
apparizione sul catalogo dei trenini Honi-
by nel dicembre 1933, come accessori dei
trenini suddetti; erano denominati Modell-
ed Miniatures Molar Veliicles, col numero
di catalogo 22. La Hornby, oltre i trenini.
era la casa produttriee del famoso Mecca-
no fin dal 1907. I primi sei modelli della
serie 22 riproducevano due vetture sport, «M*. ««Afe** <X MwMM .immutimi. *• » n«* «M miniili, ut »»M
due camioncini, un trattore ed un carro
armato. 11 nome Dinky Toys apparve su
di essi nell'aprile 1934. Nello stesso me-
se furono annunciati nuovi modelli, il nu-
mero 23 (racing car), la serie 24 (motor
cars. 8 modelli), n. 2i (commerciai molar
vehides, 6 modelli), n. 26 (rail autocarl e
n. 28 (delivery vans. 12 modelli). Questi
modelli, in pressofusione di zamac. aveva-
no radiatore argentato e pneumatici di gom-
ma; il telaio era del tipo cosiddetto criss-
cross, era, cioè, formato da barre incrocia-
te a traliccio. Questa ultima caratteristica
permette di distinguere i primi modelli
prodotti da quelli ristampati negli anni
successivi al 1938, che avevano invece il
telaio in lamiera ed in un pezzo solo.

Inìitìiigini di Modellili! Dinky Toys: in ulto, la prima apparizione in catalogo. Qui sopra,
autocarri del 1935/36 e due moto con sidecar del 1935. A lato, un tassi londinese
ed un furgoncino della serie « 28 ». Sotto, due file di modelli: serie 30 e 36, in alto,
e sene 38 in basso: provengono dalia collezione P. Adorno.

Altra caratteristica che li differenzia dai


modelli post-'38 è la mancanza in questi
ultimi della ruota di scorta e la presenza in-
vece dello stemma alla sommità del radia
tore. Inoltre i cabriolè! del 1938 avevano
il parabrezza pieno, interamente in lamie-
rino, essendosi dimostrato troppo fragile,
seppur più realistico, il tipo precedente
costituito dalla sola cornice. Quanto al te-
laio del tipo 1938 è essenziale porre atten-
zione ad un particolare per distinguere i
modelli prodotti prima della guerra da
quelli ristampati dopo la fine degli eventi
bellici: nel telaio dei modelli anteguerra
sono sempre presenti due piccole fessure
pr ciascun lato, atte a (issare nell'interno
del modello le figure dei passeggeri che era-
no disponibili in confezione separta. Un

12 storia MODELLISMO
da ricognizione a sei ruote, wi'Austin Se-
ven cabriolè!. Eccetto quest'ultima, tutti fu-
rono prodotti nuovamente nel dopoguerra.
Sempre del '38 sono il Thunderbolt da
record (n. 23m) in colore verde, cui era
molto simile lo Streamlined (23s) in co-
lore argento, apparso poi in vari coloi
nella ristampa del 1952. La serie n. l'i
Postai set comprendeva un camioncino
Morris (del quale la versione dopoguerra
aveva i finestrini posteriori chiusi), posti-
no e cassette postali. Col n. 60 abbiamo
uno strano veicolo a 3 ruote per il riforni-
mento agli aerei, con insegna Shell. Molto
bello e il Taxi n. 36g, verde e nero o ros-
so-nero, riproducente il vecchio taxi Austin
londinese; anche di questo modello la ri-

*x.'."* T £*
•<*-irV»:v
ultimo utile particolare per la identifica- collezionisti di questo particolare tipo di
zione dei modelli anteguerra rispetto alle modelli; un furgoncino della Koyal Mail
ristampe post-belliche: gli assi delle ruo- Air (34), un set R.A.C, (n. 43), uno A.A.
te erano chiusi, nei primi, con una sem- uno Policc, comprendenti ciascuno vigili,
plice schiacciatura mediante una pinza, moto con sidecar e box. Infine sono da
mentre nei secondi vi era una fusione a elencare un garage (n. 45) ed una serie
cupola come in tutti i modelli attuali. Que- di dodici segnali stradali (47e-t). In alto a sinistra, le auto della serie 1938
sto discorso non può farsi però in assoluto (o 38, come brevemente chiamata). Qui
poiché ho visto modelli prodotti nel dopo- sopra, una bella fila di automobili della
1936
guerra con gli assali del primo tipo. serie 39 (collezione P. Adorno).
In quest'anno non abbiamo molte novi-
tà: un carro dei pompieri (n. 25h), lo stampa post-bellica presenta il finestrino
1935
Steumline bus (29b) versione autobus del- posteriore chiuso. L'autobus a due piani
Molte importanti novità apparvero in lo Holland Coachraft, modello che appar- (n. 29c), assai bello e raro, è in vari colori
questo anno: VHolland Coachcraft vati (n. ve anche nel dopoguerra, privo però del fi- ed è distinguibile dalla versione dopogeur-
31), un rarissimo e strano modello di auto- nestrino posteriore. Una caravan (30g); una ra per la presenza della scaletta nella par-
carro dalle linee alquanto futuristiche. Se- serie di autobotti (n. 25d); col n. 35 esce te posteriore.
gue YAirflow berlina (n. 32), le Steamli- una serie di small cars, un saloon car ri- Nel luglio del 1938 fu annunciata un'al-
rw lourcr (22g) e Steamline saloon (22h). producente la Auslin 7 (35a), il Racer (35b) tra serie fondamentale nella produzione Din-
Col numero di catalogo 22 troviamo un identificabile con la MG « R », una MG ky, la serie « 36 » (peraltro basata sui cor-
autocarro con cassone. La Hotckiss racing sports car (35c); una Mercedes racing car pi vettura della serie 24): 36a Armstrong
car (23b) riproduceva l'auto del record di (23c); ì'Auto Union da record di von Siddeley, 36b lienlley coupé, 36c Humber
Ryston a Monthlery. Vi era poi un rimor- Stuck (23d); lo Speed of thè wind altra Vogue, 36d Rover, 36e Salmson due po-
chio (25g). Interessante la serie n. 33 (a-f) bella vettura da record, modello ristampa- sti, 36f Salmson 4 posti: avevano radiato-
composta da sci versioni di una motrice to anche nel dopoguerra. Il tipo post-bel- re argentato, ruote gommate, pilota, pas-
a tre ruote (mechanycal horse) con semi- lico aveva il fondo nero con marchio seggero e spesso un pedone; questi « per-
rimorchio, successivamente uscito anche col Dinky Toys, l'altro fondo bianco e li- sonaggi sono oggi introvabili, e non era-
n. 33r in diverse colorazioni e varie scrit- scio. no più forniti nelle ristampe post-belliche.
te pubblicitarie. Sempre nel '35 abbiamo
una serie di accessori come stazioni di ri-
1937 1939
fornimento, semafori, garage. La serie
« 30 », dello stesso anno, presenta i primi Non vi fu nulla di nuovo, se si accettua- Molti modelli militari furono presentati
modelli rifercntcsi precisamente a modelli no alcune riedizioni di modelli precedenti, nel '39: n. 161 Mobile anti-aircraft unii,
di auto reali; abbiamo: Chrysler Aijlow un veicolo a tre ruote (14z), un Diesel rail composto dal trattore a 6 ruote (n. 25s) in
(30a), Rulls Rvyce (30b), Daimlcr (30c), car (26z), un set di accessori stradali e verde opaco con un faro girevole monta-
Vuuxull (30d), lìreakdown car (30e), Am- strade stampate su cartoncino (46). to posteriormente, ed una piattaforma con
bulancc OOf). cannone antiaereo. N. 162, /8 Pounder
Questi modelli erano anch'essi provvisti quick-firing field gun unii composto da
1938 trattore dei Light Dragon, rimorchio e can-
di radiatore cromato, pneumatici in gom-
ma bianca o nera e ruota di scorta (scom- E' un altro anno ricco di novità. Ap- none da 88/27. Questo set apparve anche
parsa poi'nella ristampa post-bellica). Del- paiono i primi modelli militari della Din dopo la guerra. Col n. 160 uscirono quat-
la Vauxall esistono due versioni, una con ky: la serie Royal Tank corps medium tro figure di personaggi militari in vario
il radiatore rettangolare, l'altra, più reces tank (n. 151a-d) composta da un carro atteggiamento.
.te, con il radiatore a forma di « V ». Ab armato medio Vickers-Armstrong mark lì, Fra le vetture civili apparse nel '39, la
binino poi la serie di furgoncini n. 28 (a-p) due rimorchi, un carro da trasporto da bellissima serie « 38 » delle Sport cars: 38a
in ben dodici differenti versioni pubblici- 30 ton. (uscito anche in versione civile Frazer-Nash BMW, 38b Sumbeam, 38c La-
tarie, cui ne seguorono altre sei l'anno do- Col n. 25s), e varie figure di militari (n. gonda, 38d Alvis tourer, 38e Triumph Do-
po (28r-y) e sei nel '38 (280 a-f), alcune 150). Col n. 152 una serie di carri leg- lomite, 38f Jaguar SS. In questi modelli
delle quali rarissime e ricercatissimc dai geri, il Vickers-Armstrong, mk VI, un'auto (segue a pag. 14Ì

storia MODELLISMO 13
apparve per la prima volta il parabrezza ni, la Peugeot 402 (n. 24k), la Sinica 5 (Fiat 1940
trasparente in plexiglass ed il volante fu- 2-seater saloon, n. 35a) che era la Fiat 500A
so separatamente dalla carrozzeria e fissa- montata in Francia, un autobus (28d). Nei primi mesi di quest'anno la produ-
to a questa mediante un chiodino. I sedili Precedentemente in Francia erano stati zione cessò a causa degli eventi bellici.
ed il tonneau erano verniciati in colore di- stampati gli stessi modelli prodotti in In- Unico modello prodotto fu il Pool pctrol
verso dal resto. La serie « 39 » presentava ghilterra. tanker, peculiare veicolo della guerra, mol-
berline e coupé americane: 39a Packard Ultimi modelli usciti nel 1930 furono la to interessante: si trattava dello chassis
superS, 39b Oldsmobile Six, 39c Lincoln versione civile delal Austin Seven cabrio- n. 25d/2 verniciato in grigio con scritte
Zephir coupé, 39d Buick Viceroy, 39e Chry- let (n. 35d) e la Cardner's MO record car Pool in bianco; il telaio era nero ed il pa-
sler Royal, 39f Studebaker State Comman- (23p), modello molto importante e bello, raurti anteriore era bianco, come in molti
der coupé. Anche le serie « 38 » e « 39 » di cui la versione anteguerra aveva il fon- altri veicoli del periodo bellico, per faci-
furono ristampate dopo la guerra. do di colore metallico, con stampato il no- litare la visibilità notturna in regime di
Nel 1939 apparvero anche i primi ori- me MG Magnette: la ristampa aveva fon- oscuramente.
ginali Dinky Toys francesi: due aeropla- do nero e nome MG record car.

Come elaborare un modello di Valerio Alfonzetti

TVTel precedente numero della rivista ab- perdita di qualcuno e di non incontrare Passiamo ora alle operazioni sulla car-
•'•'biamo accennato agli automodelli rie- probabili difficoltà di collocazione al mo- rozzeria. Nell'Abarth verranno preliminar-
laborati. Vediamo ora come ottenerne uno mento di rimontare il modello. A modello mente ricoperti i buchi lasciati dai para-
e quali sono, in generale, le tecniche più smontato si scartano i particolari da sosti- urti, che sono stati eliminati; per questo
semplici per operare le trasformazioni. Per tuire che nel caso dei modelli cui faccia- basterà un po' di stucco metallico (sinto-
semplificare la descrizione faremo riferi- mo riferimento sono sedili, ruote e volan- fer) da spalmarsi mediante una spatola
mento a due modelli precisi: la Fiat te. Ne\\'Abarth vanno esclusi anche i pa- preferibilmente dopo aver riempito i bu-
Abarth 1000 Gr. 2 derivata dalla Seat 600 raurti. chi con il DAS. Ora bisognerà procedere
della Auto Pilen, e l'Alfa Romeo Alletta Si elimina quindi la vernice dalla car- ad allargare i passaggi-ruota ed alla bom-
GT Gr. 2 « Rally » derivata dal modello rozzeria con uno dei sistemi indicati nel batura dei parafanghi. Per la prima ope-
normale della Mercury. Ci riferiamo a due precedente articolo sul restauro (vedi nu- razione si usa una lima per ferro di forma
modelli in scala 1 : 43, poiché è su questa mero Bl). arrotondata. Per bombare i parafanghi ci
scala che opera la maggior parte degli ap- Compiute queste operazioni preliminari, sono due sistemi altrettanto validi. Il pri-
passionati, ma naturalmente i consigli e le si predispongono i particolari da sostitui- mo consiste nell'usare un lamierino di ra-
procedure descritte valgono anche per i re agli originali. Le ruote si possono tro- me da I / I O da ritagliare u misura e da
modelli in scala maggiore od inferiore. vare nei negozi specializzati in apposite incollare con collante epossidico sulla car-
confezioni, nei modelli più svariati, oppu- rozzeria. Poi, se necessario si arrotondano
re si possono riprodurre con materiali va- le linee con il sinlofer e, quando questo
ri, fra i quali consigliamo il DAS misce- si sarà asciugato, si scartavetra con carta-
lato con collante a base di resine per evi- vetro ad acqua fino ad ottenere la forma
tare che, una volta indurito, si sgretoli desiderata ed una superficie liscia. Questa
con facilità. Nel caso dei nostri due mo- è la procedura da seguire nel caso si vo-
delli abbiamo usato per YAljetta le ruote gliano o si debbano apportare altri; modifi-
tipo Alfa 33 prototipo e per YAbarih ruo- che consistenti in un modello come, per
te autocostruite con il DAS. Per gli assali esempio, la costruzione del tetto, di alet-
delle ruote si usa un'assicella di rame od toni, spoiler, etc.
ottone da 1 mm di diametro da tagliare Il secondo metodo, senz'altro più sem-
nella misura necessaria, di volta in volta. plice, prevede esclusivamente l'uso del
Per quanto riguarda sedili e volante può DAS misto a colla di resina, solo even-
valere lo stesso discorso fatto per le ruo- tualmente in unione al sintofer. Anche in
te. I sedili saranno del tipo anatomico ed questo caso, cartavetro ad acqua per lu
il volante piuttosto piccolo, nero ed a tre rifinitura.
Nelle fotografie, i due modelli di cui si razze. (segue a pug. 42)
parla nell'articolo con le rispettive ver-
sioni « normali » da cui sono stati rica-
vati.

Prima di iniziare ad elaborare un mo-


dello, ed una volta prescelto il modello
che si vuole ottenere, occorre procurarsi
la migliore documentazione fotografica
possibile della vettura originale, da tene-
re sempre in vista ed a portata di mano
affinchè serva di guida nel corso dei « la-
vori ».
Prima operazione da compiere è quella
di smontare il modello in ogni sua parte.
Si consiglia di riporre bene in ordine i
vari componenti in modo di evitare la

14 storia MODELLISMO
FIAT G.50 "FRECCIA1
di Giorgio Bignozzi

dopo avere assunto la forma a Z, a mo' di

N elle prossime pagine Storia Modellismo presenta le immagini,


le bellissime tavole a colori di Fabrizio Jannetti e la storia di
due aeroplani italiani da caccia dell'ultimo conflitto: il G.50 « Frec-
fulmine, immediatamente avanti al fascio
di fusoliera; sullo NC.2 era più in basso
(nasceva tra le due righe di scritte in
cia » ed il G.55 « Centauro ». Gli articoli sono dovuti a due specia- coda) e terminava dietro i flabelli della
NACA, sviluppandosi in larghezza senza
listi della materia, Giorgio Bignozzi e Nino Arena. Note sulla colo-
variare direzione e attraversando il cerchio
razione dei due velivoli e la consueta rubrica « Modelli sulla bilan- sui fianchi con le lettere MP, indicanti la
cia » completano il materiale. Il fatto che i due aeroplani siano stati casa costruttrice. Ben presto lo NC.l rice-
descritti insieme è dovuto solo alla loro... paternità: entrambi pro- vette però una colorazione mimetica, a lar-
gettati dall'ingegner Gabrielli, entrambi costruiti dalla Fiat. Se i let- ghe bande di colore ocra, verde scuro e
tori apprezzeranno questa formula, parleremo ancora così di aerei terra di Siena, con l'anello della NACA
italiani con i Macchi 200, 202 e 205, ed i numerosi Reggiane. nero e le superfici inferiori in celeste chia-
ro o grigio: in questa tenuta venne espo-
sto al II Salone Aeronautico di Milano,
¥ a storia del C.50, primo caccia italiano te di colore argenteo o metallo naturale, nel 1937. Su entrambi i velivoli la capot-
della formula « monoplano a carrello con una striscia colorata (rossa?) lungo i tine era del tipo chiuso, con tettuccio scor-
retrattile » è ormai ben nota grazie ad una fianchi di fusoliera: sullo NC.l (MM 334) revole verso l'indictro, realizzata in « Rodo-
letteratura aeronautica che negli ultimi an- iniziava sottilissima, dalla radice dell'im- vetro »: materiale di scarsa trasparenza e
ni ha preso slancio nel nostro Paese. Rite- pennaggio orizzontale, aumentando lieve- soggetto anche a rotture nel volo ad alta
niamo che i lettori di « Storia Modellismo » mente di spessore verso l'avanti sino ad quota. Sul secondo prototipo comparvero
siano quindi ben documentati su questo espandersi a tutta l'altezza del motore sul- i pannelli per chiudere i vani di retrazio-
velivolo, e che potremo qui limitarci ad l'anello anteriore della capottatura NACA ne del carrellò, 'e le masse di compensu-
una trattazione specificamente d'interesse
modellistico. Per limitazioni di spazio par-
leremo solo del G.50 propriamente detto,
rinviando ad altra occasione le numerose
trasformazioni che si possono realizzare
partendo da un modello del tipo standard.
Il primo prototipo (MM 334) che volò
per la prima volta il 26 febbraio 1937, af-
fidato al pilota collaudatore Giovanni De
Briganti, era stato costruito a Marina di
Pisa, dalla filiale della FIAT in Toscana,
CMASA; per i collaudi era passato al cam-
po dell'Aeritalia (come allora si chiamava
la divisione aeronautica della FIAT) a To-
nno. Anche il secondo. MM 335. fu co-
struito dalla CMASA, ed è possibile che
abbia iniziato i voli al campo pisano di
Sun Giusto.
Queste due macchine erano inizialmen-

So»o, ;'/ primo prototipo del G.50 esposto


al II Salone Aeronautico di Milano del
1937: si nota il carrello privo di copertura
e l'estensione degli alettoni. Sopra, uno
dei primi G.50 della 1" serie, matricola
3578.

zione statica sugli alettoni. Sui prototipi,


inizialmente, l'ala aveva un'apertura di
10,966 metri, e gli alettoni si estendevano
ad occupare buona parte dei terminali
alari.
Diverse modifiche vennero studiate per
curare i difetti rivelati dalle prove, parti-
colarmente la cosiddetta « autorotazione »
che avrebbe afflitto in varia misura tutti i
caccia monoplani italiani di questa prima
generazione, e che venne tragicamente evi-
denziata con la perdita del secondo proto-
tipo nell'autunno 1937. La prima serie —
da alcuni storici considerata la preserie -
del G.50 ebbe pertanto, come già fu fatto
(segue a pag. 18)

15
Commento alle tavole

FIAT G.50" Freccia" e G.55"Centauro"


di Fabrizio Jannetti

il colore di questo mese è dedicato a due Tale velivolo è verniciato superiormen- delle due armi in fusoliera nella parte in-
^•realizzazioni effettuate in Italia negli an- te in ocra (Mo-Lak LM-3) con piccole feriore del muso. Tale lavoro non presen-
ni 30-40, iniziarne quindi il commento al- macchie sfumate in verde (LI-2), e con le ta molte difficoltà, in quanto, con l'ausilio
le tavole: superfici inferiori in grigio (LI-5). Le estre- di un minitrapano, si dovranno praticare
mità alari sono in bianco come il timone, due scanalature simili a quelle già pre-
— Fiat G.50 « Freccia » /" Serie, Grupo su cui è apposta la croce di S. Andrea in senti sulla parte superiore.
de Gaza 27 Aviazione Nazionalista spa- nero. Consigliamo inoltre di aggiungere due
gnola, estate 1939. Tali croci sono presenti anche sulle sottilissime striscioline di plaslicard sia so-
Tale velivolo fa parte dei C.50 del Grup- ali: in bianco sul fondo mimetico supe- pra che sollo gli scarichi motore per ren-
po Sperimentale Caccia dell'Aviazione Le- riormente ed inscritte in un disco nero dere il modello più rispondente alla realtà.
gionaria che al rientro del personale italia- inferiormente, che possono essere prese Per quanto riguarda la colorazione di ta-
no in patria furono ceduti agli spagnoli, nel foglio Esci n. 5. le velivolo, essa ricalca lo schema geome-
che li inquadrarono, insieme ad He 112, Su i due lati della deriva è presente il trico tedesco che fu adoltato sperimental-
nel Grupo de Gaza 27. distintivo del GC 27 ed in fusoliera il di- mente solo su alcuni velivoli di questu
Per quanto riguarda il modello, l'unico sco nero con lo stemma della falange ed Squadriglia.
esistente sul mercato è quello di Airfix in il codice 1-7. Solo per i codici potremo Non si è tutlavia certi delle tonatila dei
scala 1 : 72 che riproduce una serie suc- rivolgerci al foglio decal Supermodel D-108, tre colori usati, in quanto non esistono
cessiva con abitacolo aperto ed impennag- modificando leggermente il « 7 »; per il re- dati sicuri per la loro identificazione.
gio verticale ridisegnato. sto dovremo ricorrere alla china bianca ed Tale schema scaturisce da uno studio
I modellisti che vorranno realizzare il alla mano ferma, in quanto la coccarda di dell'amico Danilo Renzulli effettuato su di
proprio modello in questa configurazione, fusoliera inclusa nel predelto foglio Esci un «Notiziario I l ' M S » .
hanno il lavoro facilitato, in quanto è og- non riproduce csatlamenle il disegno del Le tinte presunte sono nocciola chiaro
gi in commercio l'ottima confezione Air- « giogo e frecce ». (LU-9), verde mimetico (LT-1), verde oli-
form 003 che contiene la cappellina chiu- va scuro (LI-3) per le superfici superiori
sa che ci inleressa. — Fiat G.50 bis A.S. «Freccia» 165a Sq. e verde pennicilina (LB-5) per le ventrali.
In quesla confezione sono inollre presen- 12° Gr. Aut. CT Regia Aeronautica, I fasci alari sono neri con fondo bianco
li i conlrappesi degli alelloni che mancano Castelbenito, Libia fine 1941. Matricola per entrambi le superfici, e per essi con-
nel kit. militare e serie non conosciute. sigliamo il foglio Italtransfer.
A Voi lellori rimarrà il compilo di mo- II distinlivo della 4a Sq. « Gigi Caneppe-
Per realizzare questo modello si dovrà le » è il famoso distintivo del « Gigi tre
dificare deriva e timone aumentandone
principalmente ricostruire il poppino, più ose! » ed è realizzato in due colori a
l'altezza di mm 1 e diminuendo la lun-
lungo ed affusolato, mentre per l'ogiva co- spruzzo con maschere, diverso da quello
ghezza del solo timone (parte mobile) di
mm 1. Sarà comunque utile confronlare primozzo, il filtro antisabbia per la presa utilizzalo nella Regia Aeronaulica. Quindi
d'aria del carburatore, i travetli alari ed dovrà essere riprodotto a mano; per il « 5 »
il disegno di quesle superfici sui due pro-
i contrappesi degli alelloni si potrà far si potrà utilizzare il foglio Supermodel D-
fili.
uso della già diala oltima confezione Air- 108 effettuando con della china il bordo
Dovranno poi essere eliminale le coper-
form 003. bianco.
lure del carrello principale e carenalo con
Si dovranno inoltre rifare le armi e i Pi-
slucco e plasticard il ruotino posteriore. — Fiat G.55 « Centauro » la Serie, 1" Sq.
tot ed aggiungere le due bugne presenti
Con dello sprue tirato si rifaranno i tu- 1° Gr. C.T., Vicenza luglio 1944.
al fianco dei rigonfiamenti delle armi.
bi di Pitol nella forma corrella, le canne
Questo velivolo è verniciato sulle super- Nessun commento particolare sul model-
delle due Breda-SAFAT da 12,7 mm, scar-
fici superiori con una linla di fondo chia- lo; la colorazione è la più comune per i
samente precise nel modello, e si aggiun-
ra che potrebbe essere il g/a//o mimetico velivoli della R.S.I., di ispirazione tedesca;
gerà sul lato destro della fusoliera sotto
(Mo-Lak 8 opacizzato) con macchie in ver- infatli la linla base per lutle le superfici
il parabrezza un piccolo tubo di Venluri.
de mimetico (LT-1) ed in grigio azzurro è grigio azzurro equivalente allo hellgrau
Si eviterà poi di monlare l'ogiva copri-
chiaro (Ll-5) per le superfici venlrali. 76 (LG-3) con piccole macchie mollo sfu-
mozzo presente nel kit dettagliando mag-
Per i fasci alari si potrà ricorrere agli male in verde mimetico (LT-1).
giormente il meccanismo del variatore del
ottimi fogli Italtransfer, mentre per il fa- Il distintivo della l a Sq. « Asso di Ba-
passo dell'elica.
scio di fusoliera e lo stemma sabaudo si stoni » dovrà essere dipinto, in quanto di-
potrà ricorrere agli ottimi fogli Micro Sca- verso nel colore e nella foggia da quelli
le Decal 72-57 e 72-58 od ai più econo- presenli sul mercato; stesso discorso vale
mici Esci o Supermodel. per i codici.
I codici di dimensioni ridotte (mm 3) so- Terminato il commento alle tavole vor-
no presenti nel foglio Supermodel D-104. remmo ricordare che sul mercato esiste
solo il già cilato foglio decal Esci n. 5 che
contiene le decorazioni per quatlro G.50
— Fiat C.55 « Centauro » sottoserie O mentre nessun foglio è dedicato al « Cen-
4" Sq. 2° Gr. C.T., Aviazione Naziona- tauro ».
le Repubblicana, Cascina Vaga, Pavia E' un peccato che le ditte specializzate
Aprile 1944. in decal si siano così poco interessale a
Non molti commenli riguardo al modello queste due macchine, ed in particolare al
in quanto lasciamo ai Lellori la libera scel- « Centauro » che ha rappresentato il mas-
Un G.50 bis con filtro antisabbia (varian-
te nota come AS) di scorta ad uno Ju-88 la della marca preferita. simo della competitivita con la schiaccian-
della LG.1, da cui è stato fotografato (fo- Uniche modifiche da apportare sono la te superiorità avversaria.
to Nowarra). eliminazione delle armi alari e l'aggiunta

16 storia MODELLISMO
Tavole di F. Jannetti

Fiat G.50 « Freccia - 1" Serie. Grupo de Gaza 27 Aviazione Nazionalista spagnola, estate 1939.
Fiat G.50 bis A.S. - Freccia » 765" Se?. 72° Gr. Aut. CT Regia Aeronautica. Castelbenito. Libia fine 1941. Matricola militare e
serie non conosciute.
Fiat G.55 « Centauro » sottoserie O 4" Sq. 2' Gr. C.T., Aviazione Nazionale Repubblicana, Cascina Vaga, Pavia Aprile ' 7944
Fiat G.55 •> Centauro - 1" Serie, 1" Sq. 1' Gr. C.T., Vicenza luglio 1944.

storia MODELLISMO 17
numero individuale sul piano verticale era
bianco, oppure azzurro bordato di giallo.
Nella primavera 1944 gli aerei passarono
alla Llv.30. Il nome — non ufficiale —
del 6'.50 fu adottato anche dai finlandesi,
che tradussero « Freccia » in « Fijju »; in
compenso i finnici apportarono diverse
modifiche al velivolo: ruotino di coda o-
rientabile, ogiva per l'elica, talvolta patti-
ni da neve, diverso tipo di radio (talvolta
con antenna, davanti all'abitacolo) ma so-
prattutto abolizione del tettuccio. Come già
in Spagna, i difetti del materiale traspa-
rente si erano evidenziati nell'impiego ope-
rativo, e la difficoltà di abbandonare il
velivolo era apparsa in tutta la sua im-
portanza nella guerra guerreggiata. Pertan-
to i G.50 a capottina chiusa (ma i finlan-
desi ne ricevettero anche alcuni già co-
struiti a capottina aperta, quindi della II
serie: ad esempio lo MM 4736, matricola
finnica FA-15) ebbero l'abitacolo modifica-
to (per es., lo MM 3599, FA-I7) come sta-
va avvenendo in Italia, nonostante la rigi-
dezza del clima. Passati all'addestramento
nel 1944, i « Fijju » ebbero una lunga (do-
po un lungo e proficuo impiego bellico che
portò il totale degli abbattimenti a 42 con-
tro 12 G.50 perduti in azione e IO in in-

in alto, il primo esemplare della II serie (MM 4721); si notano l'abitacolo aperto e la
disposizione delle macchie mimetiche. Qui sopra, molti particolari utili sono visibili
in questa foto della prova armi di un G.50: appartiene alla 354" squadriglia del 24°
gruppo, 52° stormo, che operò sul fronte greco-albanese. Il numero individuale, in
rosso, è il 4, la MM — probabilmente — la 5384. Nella fila a destra, dall'alto: un G.50
/ sene del gruppo sperimentale che volò in Spagna; il distintivo del 154° gruppo auto-
nomo CT (sotto l'abitacolo); il distintivo del 51° Stormo (sulla deriva).

(segue da pag. 15) Frattanto anche l'aviazione finlandese


sul prototipo rimasto, l'ala lievemente ac- impegnata nella « Guerra d'inverno » con
corciata, a 10,736 metri con gli alettoni l'URSS aveva ordinato 35 G.50; per le
« tagliati » ad occupare soltanto il tratto difficoltà frapposte dalla Germania (in ot-
rettilineo del bordo d'uscita tra i flap e i temperanza al trattato russo-tedesco) que-
terminali; alterazioni minori, difficilmente sti aerei poterono essere consegnati as-
rilevabili, riguardavano il piano di coda sai tardivamente: i primi due nel dicem-
verticale. Un'altra differenza rispetto ai bre '39, 13 nel febbraio '40, 17 in marzo
prototipi era la carenatura adottata per il e uno a giugno. Eppure i piloti della squa-
ruotino di coda. Furono 45 i C.50 di que- driglia LLv.26 riuscirono a far buon uso
sto modello prodotti, dalla CMASA: matri- dei pochi aerei ottenuti: registrarono parec-
cole militari da 3570 a 3614, consegnati chie vittorie prima dell'armistizio, tra cui
tra l'ottobre 1938 e il luglio 1939. ricordiamo un SB-2 abbattuto il 13 gennaio
Undici tra i primi di questi C.50 furono '40 e un DB-3 il 29 gennaio, vittime del
prelevati per costituire, nel febbraio 1939, capitano O. Ehrnrooth; un solo C.50 fu
un gruppo sperimentale destinato a prender perduto in combattimento, oltre a due per-
parte (aggregato al X X I I I Gruppo del- duti per incidenti e quello — pilotato dal
l'Aviazione Legionaria) alle operazioni nel- volontario italiano serg. magg. Diego Man-
la guerra civile spagnola, ormai alle ulti- zocchi — cappottato tentando l'atterraggio
me battute, prima ancora dell'inizio delle d'emergenza dopo danni riportati in com-
consegne a reparti in Italia. Il ciclo opera- battimento. Questi velivoli, immatricolati
tivo spagnolo, iniziato dalla metà di mar- da FA-I a FA-35 (scritta sui fianchi, in ne-
zo '39, non segnò il battesimo del fuoco ro: in verde le lettere o cifre su nero),
in combattimento per il più moderno cac- erano mimetizzati con lo schema italiano
cia italiano, che in una sola occasione si a piccole chiazze, come anche quelli invia-
trovò ad affrontare dei velivoli avversar! ti in Spagna: i finnici aggiunsero alcune
(caccia Polikarpov 1-16 «Rata») ma questi macchie nere, e successivamente ridipinse-
si sottrassero allo scontro; a guerra finita, i ro i velivoli in verde oliva uniforme, e poi
velivoli (più altri tre giunti nell'agosto) fu- ancora in verde scuro e nero, livrea che con
rono lasciati all'aviazione spagnola, che li la ripresa delle ostilità nel 1941 avrebbe
usò nel Crupo de Gaza 27 in Marocco: an- visto l'aggiunta delle zone gialle (fascia di
darono quasi tutti perduti per incidenti (l'ul- fusoliera, bande sotto le estremità alari,
timo però risulta in servizio nel febbraio porzione anteriore della NACA) tipiche dei
'43!). velivoli dell'Asse sul fronte orientale. Il

18 storia MODELLISMO
u d e n t i ) vitti: l ' u l t i m o non fu radiato che
nel 1947.
Il passaggio alla eapottina aperta era
stato decisa dallo S.M. della Regia Aero-
nautica già durante le prove operative e
nel collaudo spagnolo; il 4° aereo di serie,
MM 4574, venne impiegato per provare
diverse forme di carenatura parziale, una
delle quali fu adottata, completa di nuovo
parabrezza simile a quello del CR.42, per
la 2" serie che frattanto era stata ordinata
nonostante le prove comparative col Mac-
chi C.200 avessero indicato la superiorità
di quest'ultimo. In attesa che il « Saetta »
potesse essere prodotto in quantità, per le
esigenze del « programma R » furono quin-
di ordinati 36 G.50 di produzione CMASA
(MM 4721-4756), consegnati dall'autunno
1939, che furono i primi della R.A. con
la eapottina aperta (rispetto alla l a serie,
anche i copriruota erano modificati: in 2
pezzi anziché uno); frattanto erano inizia-
te le consegne ai reparti del modello a ea-
pottina chiusa, con il 51° Stormo C.T.: la
disponibilità di un caccia capace di rag-
giungere i bombardieri ispirò il famoso
distintivo del reparto, il gatto che acchiap-
pa i « sorci verdi ». Ricordiamo qui che
all'aereo fu affibbiato dai piloti il nomi-
gnolo « Gigetto ».
Con la 3" serie (30 aerei di produzione
CMASA, MM 4937-4966, consegnati tra
il dicembre 1939 e il marzo '40) compar-
ve l'ingrandimento della deriva — e non.
come è stato scritto, l'accorciamento del-
l'intero piano verticale! — con una nuova
forma del timone, ora provvisto di becco
In alto, alcuni G.50 del 20" gruppo che
operò sulla Manica nel 1940; portano il
distintivo del 51' stormo, ma il reparto
è inquadrato nel 56°. Qui sopra, dettaglio
delle bugne sulla cappottatura NACA di
due G.50 — probabilmente VÌI serie —
pronti al decollo in Sicilia. A lato, uno
schieramento di G.50 bis/AS dell'ultima
serie, con ogiva prolungata e mimetizza-
zione a grandi macchie, sull'aeroporto di
Caselle il 24 aprile 1942; appartengono
alla 368" squadriglia, 151° gruppo, 53° stor-
mo (sulla fascia bianca il distintivo con
l'asso di spade), ultimo reparto che ope-
rò in Africa (Tunisia, marzo 1943). Sotto,
un G.50 bis croato, dell'ultima serie; si
notano zone gialle sotto le semiali, tipi-
che di tutti gli aerei dell'Asse sul fron-
te orientale.
di compensazione. L'esperienza bellica sug-
gerì altre modifiche: sui velivoli del 56°
Stormo che operarono sull'Inghilterra era
stata applicata in reparto la corazzatura
per lo schienale del pilota, stabilmente adot-
tata a partire dalla 4a serie (100 aerei pro-
dotti dalla CMASA tra il marzo e l'agosto
1940. MM da 5361 a 5460) insieme alla
utilizzazione del vano per gli spezzoni qua-
le serbatoio (aumentando così di circa 1/4
la capacità totale di carburante, che giun-
se a 316 I.); comparve la piccola ogiva per
l'elica, e su alcuni aerei operanti in Afri-
ca Settentrionale vennero applicati travetti
per piccole bombe alari.
Il C.50, infatti, era gradualmente passa-
to all'attività di cacciabombardiere, più tar-
di consacrata con l'assegnazione alla spe-
cialità Assalto di tutti i reparti operativi
ancora dotati del velivolo dopo i cicli ope-
rativi del fronte francese, della Manica

Storia MODELLISMO 19
/ in.milo nel 1941 l'injj. Gabrielli
c lò il suo G.55, poi denominato Camau-
ro dallo S M / R A , dal nome di una costel-
lazione assegnata in comune ai Caccia su
rie 5. non prevedeva certamente che il suo
più riuscito aeroplano avrebbe subito in
seguito tali e tante trasformazioni e vicis-
situdini, da venire designato negli annali
dell'aeronautica italiana, come « velivolo
storico », una denominazione di qualità che
solo poche macchine possono vantare a ti-
tolo onorifico nel blasone dell'aviazione.
Poco conosciuto nella parte iniziale del-
la sua vita operativa, il C.55 dcll'Acrita-
lia ebbe modo in seguito di farsi meglio
apprezzare e valutare, segnatamente dopo
l'armistizio del settembre 1943. allorché
venne posto in servizio ncll'ANR dove
equipaggiò un considerevole numero di
unità, almeno 3 gruppi da caccia e
reparti minori addestrativi, che lo impiega-
rono proficuamente fra il gennaio e l'ago-
G.50 della II serie, ma alcuni sono della I, dell'aviazione finlandese (Suomen lima- sto del 1944, in misura di tempo tale da
voimat), su un campo della Carelia nel 1940. trarre sicuramente sufficienti elementi di
giudizio ad ogni livello tecnico e opera-
tivo.
(ove per un mese gli aerei ebbero la fascia e anche la radio era di tipo più moderno; Ebbe anche un aspetto sperimentale, al-
di fusoliera gialla), del fronte greco-alba- la struttura del piano alare centrale era mo- lorché venne trasformato in un riuscito
nese (con la NACA gialla per le successive dificata; i travetti portabombe furono ap- velivolo aerosilurante, che rimase fine a
operazioni contro la Jugoslavia), dell'Afri- plicati quasi sempre, e sui velivoli desti- se stesso per motivi inerenti al negativo
ca Settentrionale: qui e sul Mediterraneo nati al fronte africano comparvero, final- evolversi degli avvenimenti militari.
l'aereo continuò ad operare, ora preva- mente, i filtri antisabbia. Il C.55 aveva esordito in servizio di
lentemente nella colorazione monocroma- Un'ulteriore protezione antisabbia, que- guerra nel maggio 1943 allorché venne
tica verde opaco, anche se in molti casi sta per il meccanismo di variazione del assegnato alla 353a Sqd. Caccia (20° Gr./
— specie in A.S. e in Egeo — fu conser- passo dell'elica sottoforma di un'ogiva più 51° Stormo CT), con cui operò dapprima
vata la mimetizzazione a piccole chiazze arrotondata e avvolgente, riteniamo sia in Sardegna (aeroporto di Capoterra) e suc-
o a reticolo con trama fitta. Sostanzialmen- comparsa con la 9" serie, i 35 aerei MM cessivamente in continente (aeroporti di
te identiche alle serie precedenti furono la 8561-8595, consegnati dalla FIAT tra l'apri- Foligno e Ciampino sud) sino all'8 settem-
y (25 aerei) e la 6" (10 aerei), sempre di le e il maggio 1942: in tale configurazione
produzione CMASA: rispettivamente MM erano i 9 aerei consegnati nel giugno di
5461-5485, e MM 6953-6962: le consegne quell'anno all'aviazione croata, con un
furono effettuate nel settembre-novembre G.50B. Questi aerei erano in livrea mono-
1940. L'ultima serie prodotta a Pisa, la 7a, cromatica, mentre quelli per la R.A. di
è probabilmente riconoscibile dalla com- quest'ultima serie sembra venissero conse-
parsa delle minuscole bugne sulla NACA gnati con la mimetizzazione a reticolo lar-
in corrispondenza delle teste dei cilindri, go, risultante dall'applicazione di grandi
sicuramente presenti sulle serie successive; zone ocra sul fondo verde.
fu di 182 esemplari tra il dicembre 1940 e Sarà utile per i modellisti prender nota
il luglio 1942 (MM 6308-6489), da cui al- degli esemplari prelevati per essere trasfor-
meno 13 furono però completati come mati in prototipi di nuove versioni o per
G.50B, portando a 108 il totale dei G.50 esperimenti. Anzitutti i 13 G.50B citati, di
in configurazione biposto. cui solo per 12 conosciamo con esattezza
Alla fine del 1940, anche gli stabilimen- le matricole: 6308, 6318, 6323, 6448, 6455.
ti FIAT intrapresero la produzione del ve- 6456, 6457, 6463, 6466, 6467, 6474 e 6478.
livolo, per cui era stata passata frattanto Ricordiamo poi l'aereo della prima serie
la commessa più consistente, 315 esem- utilizzato per prove di vari tipi di capot-
plari con le matricole da 5933 a 6247. Con tine (MM 4574), quelli convertiti per espe- bre allorché 3 Centauro attaccarono i B.I7
l'impianto di una nuova catena di pro- rimenti d'impiego imbarcato su portaerei che stavano bombardando Frascati.
duzione si volle migliorare l'aereo, ridi- (MM 4963, e i C.50 bis MM 5988, 6330 e A quella data il numero dei C.55 con-
segnandone parzialmente la fusoliera per 6338); va anche detratto il C.50 bis MM segnati dall'Aeritalia alla RA assommava
renderla più penetrante: tutta la coda fu 6158 che nel settembre '42 atterrò per er- a circa una trentina di esemplari distri-
rinnovata a partire dall'ordinata n. 13, con rore in Svizzera ove fu internato, venendo buiti fra il 51° e il 53° Stormo CT. o dis-
opportune modifiche strutturali ed ai co- restituito solo nel 1946. Infine il C.50 bis seminati fra i campi di Guidonia, Furbara.
mandi per consentire la retrattilità del ruo- MM 8595 prototipo per la variante A ca- Ciampino. Foligno, Caselle e Venaria Rea-
tino di coda. Quest'ultima innovazione pe- ratterizzata dai due tronchi alar! inseriti le, prima avanguardia dei 600 velivoli or-
rò fu applicata soltanto sul primo aereo tra il piano centrale e le semiali, ciascuno dinati dalla DGCA sui 3600 previsti co-
della nuova versione, G.50 bis. che pertan- contenente una mitragliatrice da 12.7 mm me produzione fra Aeritalia, Macchi, Piag-
to è riconoscibile con certezza soltanto per e portante un travetto per bombe alari. gio, Breda, Fiat/Firenze.
il poppino acuminato. Il « prototipo » MM Un altro C.50 bis. di cui ignoriamo la Dopo l'armistizio numerosi esemplari
5933 fece il primo volo il 1° novembre matricola, fu trasformato nel prototipo C.50 vennero catturati dalla Luftwaffe. parte
1940. All'interno, le modifiche furono ab- ter (motore FIAT A.76, primo volo luglio trasferiti in Germania (dove esistevano
bastanza estese: l'aggiunta di serbatoi (non 1941). Per il G.50V (versione con motore già due C.55 muniti di motore DB.603 or-
sul prototipo) portava la capacità totale a in linea, DB.60I) fu invece realizzato un dinati dal RLM) e parte vennero assegna-
419 litri di carburante, mentre tutti i ser- prototipo a parte, MM 479 che iniziò i vo- ti alla costituenda Aeronautica Nazionale
batoi erano del tipo autostagnante; il car- li il 25 agosto 1941. Repubblicana. Nel dicembre 1943 viene
rello era di tipo Magnaghi anziché Messier segnalata la presenza a Mirafiori di una

20 storia MODELLISMO
breve cenno storico

HATG.55"Centauro"nell'A.N.R. di Nino Arena

squadriglia composta di Mc.202/205 e 9


C. 5.5.
Il primo reparto dell'ANR ad avere in
dotazione i Fiat C.55 fu la squadriglia d'al-
larme e complementare « Montefusco » ba-
sata fra Caselle e Venaria in cui erano
confluiti i piloti e velivoli della disciolta
squadriglia di Mirafiori. La forza della
« Montefusco » oscillava mediamente fra
i 25-30 aerei e altrettanti piloti con una
prevalenza di circa il 75% di Centauro e il
resto di Veltro,
Si trattava in gran parte di velivoli pro-
venienti dal recupero e in parte di nuo-
va produzione, con cui il reparto al co-
mando del capitano Bonet prima e del ca-
pitano Torresi subentrato dopo la morte
in combattimento di Bonet, svolse servi-
zio di allarme e intercettazione a difesa di
Torino in particolare e del Piemonte in
generale; con duplice compito: di « squa-
driglia d'allarme-intercettazione » con di-
pendenza dall'Ispettorato Caccia (Ten. Col.
E. Foschini) e come « squadriglia comple-
mentare » con dipendenza dal comando
Gruppo Caccia complementare (Ten. Col.
T. Falconi), avente lo scopo di fornire ai
reparti Caccia di 1" linea piloti perfetta-
mente addestrati all'impiego operativo.
Nel Gruppo Complementare Caccia, su 4
squadriglie, convivevano le squadriglie ad-
destramento caccia di 1° e 2" periodo e la
squadriglia perfezionamento caccia di 3'
perìodo con velivoli pre-operativi tipo Me.
202/205, Re.2005, C.55 (preserie 0). In alto, un G.55/0, MM 91058, in volo nel nord Italia. Apparteneva alla 353" squadriglia,
Il primo reparto operativo ad avere in 20' gruppo, 51° stormo CT. SI notano sul timone le precedenti Insegne della Regia
dotazione G.55 fu il 2° Gruppo CT. (mag- Aeronautica e della Luftwaffe. Qui sopra, il G.55/1a, codice 4, della 5" squadriglia,
giore A. Vittozzo prima, maggiore A. Ales- 2" gruppo CT (pilota, tenente Pignatti di Morano): sì notano II fanalino di via alare e
sandrini successivamente) che venne costi- II radiogoniometro Patin/MIcrotecnlca; tinteggiatura del tipo standard continentale. A
fianco, un G.55/1 a della 5" squadriglia • Diavoli Rossi •: si notano I cannoni da
tuito a Brcsso nel gennaio 1944, Composto 20 mm, II collettore di scarico del motore DB.605, la presa d'aria del motore. Sotto,
da tre squadriglie: 1" (poi 4") al comando una veduta d'insieme del • Centauro * In tenuta continentale verde oliva scuro; sì
del capitano U, Drago (Gigi 3 osei), 2" notano le nuove Insegne di nazionalità dell'ANR.

(poi 5") capitano M. Bellagambi (Diavoli


rossi), 3" (poi 6") Ten. Giannelli poi capi-
tano Luccardi (Gamba di ferro poi sosti-
tuita con Gatto nero e sorci verdi). Faceva
parte inoltre del reparto, il nucleo coman-
do di gruppo (capitano Miani) con l'inse-
gna del Diavolo rosso contornato in cam-
po bianco tondo, che aveva lo scopo di
mantenere al massimo livello le 3 squadri-
glie operative, fornendo loro piloti e acrei
che in circa IO esemplari formavano la
forza del nucleo. A tale proposito è op-
portuno precisare che la forza organica di
un gruppo caccia dell'ANR si basava su
3 squadriglie e un nucleo comando (4
squadriglie ad iniziare dal 1.1.1945) con
una forza che oscillava mediamente sui
65-70 velivoli operativi e 85-90 piloti.
Il 2° Gruppo operò dapprima a Bresso
poi venne decentrato fra i campi di Casci-

storla MODELLISMO 21
po ili Viccnza su cui si IT;I dislocalo i l
1° G r u p p o (JT.
1 rimandili Centuuro dislocali su altri
campi e assegnali mi altri reparli, vennero
consegnali in deposilo all'Aeritalia che nel
dopoguerra li vendette alle aviazioni argen-
t i n a , egiziana e siriana.
La produzione del O'.55 nel periodo sel-
lembie 1943-aprìlc 1445, venne regolamen-
tala dal R U K ( R u s t u n g und Kriegproduk-
lion Stab) un organismo lecnico-miHture-
amministrativo germanico, che in collabora-
zione con lo S M / A N R . completò lo stock
produttivo dei primi 105 velivoli Cenluu-
ro ordinali e pagati aule armistizio dalla
R . A . (MM.9105>-9lb52) e numerò diversa-
mente la restante produzione destinata al-
la L u t l w a l l e e a l l ' A N R . iniziando i NC.
con la serie 500 allo scopo di definire am-
ministrativamente la successiva produzio-
ne pagala dal RLJK tramile l ' A N R , l'ermo
Sopra. Sull'aeroporto di Caselle un G.55/1 a della squadriglia d'allarme complemen- restando il consueto criterio di assegnazio-
tare « Montefusco » durante una prova di controllo del carrello. Mimetizzazione spe- ne numerica delle prescritte M M.
rimentale a /asce irregolari, ventre e parti inferiori in grigio chiaro regolamentare. Presente in oltre un centinaio di esem-
Sotto, a sinistra: il distintivo di un G.55/1a della 4" squadriglia « Gigi 3 ose/ » del plari n e l l ' A N R , il Fiat O'.55 Centanni eb-
2' gruppo CT. Ottimi i particolari: a destra, un « Centauro » prima serie colpito e be modo e tempo s u f f i c i e n t e per dimo-
distrutto da incursione sul campo dell'Aeritalia il 24 aprile 1944.
strare le sue qualità belliche riuscendo ad
abbattere in circa b mesi di a t t i v i t à ope-
na Vaga (Stradella di Pavia), Parma (Ca 1 mo lotto di 25 Centauro a Reggio Emilia rativa 39 aerei alleati fra quadrimotori,
del bosco) e Bologna (Borgo Panigalc). Ad nel mese di giugno e successivamente as- bimotori e caccia in maggioranza del-
inixiarc dal giugno 1944 cominciò a rice- sorbì la disciolta squadriglia complemen- l'USAAF. all'incirca il 24% degli aerei an-
vere dal 53° |G i primi fl/./09/G6 con cui tare « Montcfusco/Bonet » con tutti i suoi glo-americani abbattuti dai gruppi caccia
sostituì gradualmente i G.55 che accentra- piloti ed aerei e ricevette ancora altri Cen- dell'ANU. La sola squadriglia « Montefu-
ti dapprima nella 6a squadriglia e nel nu- lauro di nuova produzione fra i mesi di sco/Bonet » riuscì ad abbattere con i G.55
cleo comando, vennero via via sostituiti luglio e agosto. prima di essere incorporata nel 1° Gruppo
con i Messerschmitt « Gustav » che equi- I C.55 equipaggiarono prima la 3a Sqd. CT.. 2 lÀghining e 5 fortezze volanti.
paggiarono interamente il reparto nel me- (tenente M. l.igugnana), poi la 1" (capita- Un risultalo lulto sommalo notevole con-
se di luglio. I superstiti Centauro vennero no M. Robetto poi capitano E. Fioroni) siderando le difficoltà iniizali di messa a
consegnati a Reggio Emilia al 1° Gruppo che consegnarono i Mc.205/V alla 2" (ca- punto operativo del velivolo e l'addestra-
CT., alla Sqd. perfezionamento caccia di pitano A. Guidi) che fu in tal modo dota- mento dei piloti alla guida della nuova
3° periodo a Cervere (Cuneo), poi trasfor- ta esclusivamente di velivoli Macchi. Nel macchina.
mala in 9" Sqd. del 3° Gruppo CT. - capi- mese di luglio la presenza del C.55 nel 1°
tano Malvezzi. Gruppo Caccia rappresentava il 75% del-
Il secondo reparto ad avere in dotazio-
Il Fiat G.55/S (Silurante)
l'intera forza del reparto.
ne il Centauro fu il 1° Gruppo C'.T. (mag- Nell'agosto, allorché si vcrificò da par- Sul finire del 1944, l'ingegner Stelanutii
giore L. Borgogno, poi capitano A. Viscon- te dei tedeschi un « pronunciamiento » ca- con la collaborazione scientifica degli inge-
ti, poi maggiore G. Arrabito ed i n f i n e anco- peggiato dal Feldmaresciallo W. von Rich- gneri Eula. Cremona, R i n a l d i e con quella
ra il maggiore Visconti). Equipaggiato in- tofen per assorbire nella Luftwaffe l'inte- tecnica del capitano di corvetta osservato-
teramente con Mc.205/V, il 1° Gruppo eb- ra A N R , i piloti italiani pur di non con- re Marazio, modificava un G.55 di serie
be in assegnazione il C.55 dopo i bombar- segnare ai tedeschi i loro velivoli e trasfor- — MM.9I086 — ceduto dalla I" Sqd. del
damenti subiti nell'aprile 1944 dalla Mac- marsi quindi in mercenari, preferirono bru- P Gruppo CT., adattandolo con opportune
chi di Varcse che rallentarono notevolmen- ciare i loro aerei ed in tal modo una tren- trasformazioni in velivolo silurante. Le mo-
te la produzione del Veltro. Fbbe un pri- tina di G'.55 andarono distrutti sul cam- difiche a t t u a t e potevano così presentarsi:

22 storia MODELLISMO
sdoppiamento del radiatore per il liquido
refrigerante in due sezioni intervallate per
far posto al corpo siluro agganciato sotto
la fusoliera; allungamento e rinforzo della
gamba di sostegno del ruotino di coda, ap-
plicazione di molla ammortizzatriee rinfor-
zata, sistemazione della gamba di forza con
3 posizioni intermedie: bassa, media, a l t a .
per consentire il sollevamento dal suolo
degli alettoni direzionali del siluro Whitc-
liead WM.4I durante la corsa di decollo,
carenatura del cono terminale di fuso-
liera irrobustito nell'ipotesi di rottura del-
la gamba di forza del ruotino posteriore:
applicazione di due mensole di fissaggio a
tenaglia per siluro WM.4I da 920 kg. lun-
ghezza m 5.4b; sistemazione sul cruscot-
to di quadro di comando per sgancio elet-
tro-meccanico del siluro collegato col colli-
matore S. Giorgio, eliminazione delle 2 ar-
mi SAFAT cai. 12.7 di fusoliera. In alto, un altro G.55 colpito e danneggiato sul campo dell'Aeritalia. Il velivolo è ancora
privo del codice individuale e di reparto. Sotto, un G.55/ la sul campo di Venaria Reale:
Il G.55/S così modificato, veniva collau- appartiene alla squadriglia • Montetusco-Bonet •; il codice individuale 6 è in rosso
dato positivamente in decollo, in volo e bordato di giallo.
li e da un lato (sinistro) da un'asta verti-
cale di colore giallo. Distanza dì applica-
zione: 4/5 della fusoliera. Due identici tri-
colori ma di più ridotte dimensioni appli-
cati sul timone verticale 2/5 superiore. Fa-
scia bianca abolita in data 1.3.1944.
Ali (parte superiore/inferiore)
Quattro quadrati regolari di colore bian-
co con dipinti due fasci stilizzati capovolti
dello stesso colore. ( I n data 9.2.1944 ven-
ne cambiato il colore in nero ferme re-
stando le altre caratteristiche del disegno
e delle dimensioni dei quadrati e dei
fasci).

ARALDICA
1° Gruppo C.T.
1 a Sqd. « Asso di bastoni » (poi insegna
dell'intero gruppo dall'I.1.1945). 2a Sqd.
« Vespa arrabbiata ». 3" Sqd. « Arciere »
con sgancio in poligono del siluro dal cia partecipazione di velivoli più conosciu- (La 2" Sqd. non ebbe in dotazione Fiat
comandante Adriano Mantelli. Dopo aver ti e da tempo operativamente collaudati G.55).
decollato brillantemente dalla pista dell'ae- quali l'ottimo Veltro della Macchi e il pre- 2° Gruppo C.T.
roporto di Lonate Pozzolo, il G.55/S evo- stigioso Hf.109 della Messcrschmitt AG. 4" Sqd. « Gigi 3 Osci », 5a Sqd. « Dia-
luiva ottimamente dimostrando ancora ec- Il G.55 racchiudeva però nella sua for-
volo rosso », 6a Sqd. « Gamba di ferro poi
cellenti qualità e di comportamento in mula costruttiva di avanzate concezioni
sostituita col « Gatto e i 3 sorci verdi ».
volo. ancora notevoli possibilità di sviluppo e
Nucleo comando di Gruppo « Diavolo ros-
Ordinato in 110 esemplari all'Aeritalia trasformazione che dovevano rivelarsi più
so » (Campo bianco contornato da un
non ebbe alcun seguito per le vicissitudi- tardi, negli anni « ruggenti » del dopoguer-
tondo).
ni politico-militari. Il velivolo silurante, so- ra, promettenti e realizzabili secondo gli
pravvissuto al conflitto, venne recuperato schemi più avanzati della moderna tecno y Gruppo C.T.
presso l'Agusta e ricondizionato dalla Ae- logia aeronautica, allorché il velivolo del- 9a Sqd. « Baracca » (Cavallino rampante
ritalia nella serie normale da addestramen- l'ingegncr Gabrielli si trasformò con op- nero).
to disarmato, nello spirito del trattato di portune migliorie e con un diverso ruolo
pace; fu assegnato quindi alla scuola eaccia interpretativo, nell'eccellente G.59 dalla no- Sqd. Caccia d'allarme
di Lecce ed i n f i n e ricondizionato in velivo- tevole gamma di varianti costruttive. e complementare
lo bellico e venduto alla Reale Aviazione « Montefusco/Bonet » (priva di insegna).
militare egiziana con altri 28 G. 55 ex INSEGNE • ARALDICA
ANR giacenti presso l'Aeritalia. MIMETIZZAZIONE
MIMETIZZAZIONE
l.a presenza del Centauro nelle pagine 1) Schema mimetico « M e d i t e r r a n e o »
di storia, la si deve essenzialmente alla IDENTIFICAZIONE - CODICI campale niod. 1943 con piccole chiazze (co-
sua vita operativa nelle (ile d e l l ' A N R . al lori giallo-verde-marrone mimetici) n. 1090-
contributo tecnologico ollerto e di prima- INSEGNE DI NAZIONALITÀ' 109I-I092-1095-1096-1097 ( D i t t e Masciadri/
ria importanza, al ricordo dell'eccellente (Definite con bollettino u f f i c i a l e ANR del- Corti) poi abolito.
comportamento operativo, manifestato for- 2) Schema standard « continentale » con
se secondo alcuni, in misura non eccessi- tonalità verde oliva scuro (n. 1024 Duco)
vamente convincente a causa della brevi- Fusoliera • timone verticale poi modificato.
tà di presenza del G.55 nei reparti di I" Due tricolori racchiusi in rettangolo rego- N.B. - Dall'aprile 1944 i Fiat G.55 ebbe-
linea, obnubilata in parte, dalla più massic- lare bordati per tre lati da triangolini gial- ro come variante la tenuta standard « cam-

Storia MODELLISMO 23
I due gruppi sono suddivisi fru loro (In
un triangolino giallo o reltangulini di co-
lore biunco. giallo, rosso. Insegna araldica
di squadriglia dipinta sul cofano motore
da ambedue i lati; insugna numerica di
squadriglia dipinta in bianco sui parafan-
ghi ( l a e 2" Sqd.) contraddistinta invece
da un triangolino tricolore per lo 3" Sqd.
Ogiva elica bianca con spirale nera (I" e
3° Sqd.. inizialmente bicolore verde-bianca
per la 2' Sqd.) poi bianca con spirale
nera.
2° Gruppo C.T.
I velivoli del 2° Gruppo Caccia non eb-
bero dipinto sulla fusoliera il numero di
squadriglia ma solo i numeri individuali
dei velivoli contraddistinti però da diver-
sa colorazione: rosso (4"), bianco (5"), gial-
// G.S5S, matricola militare 91086, già appartenente alle 1" squadriglia, 1° gruppo CT. lo (6*) identificabili peraltro dall'insegna
Elaborato presso l'officina campale dell'ANR di Venegono. SI notano: la tinteggiatura di squadriglia. Elica priva di spirale avvol-
campale standard mod. 44, II siluro WM.41 fissato fra II radiatore bipartito, II cono gente nera mimetizzata standard.
terminale di fusoliera rinforzato, II ruotino dì coda a tre posizioni (qui in posizione
bassa). Sqd. complementare
Numeri progressivi con tonalità bianco-
pale tipo Macchi » realizzata specificamen- IDENTIFICAZIONE / CODICI giallo-rosso bordati distinguibili peraltro
te dall'ANR con tonalità di fondo grigio- dalla mancanza di insegna del reparto e
azzurro (Hellgrau 63-Hellblau 65) con chiaz- 1* Gruppo C.T. dall'ogiva dell'elica bianca con spirale nera.
ze verde chiaro (olivgriine 80) su ispirazio- Identificabile attraverso due gruppi di ci-
ne di tecnici della Luftwaffe. mod. 1944. fre dipinte sulla fusoliera: Gruppo a sini- 3° Gruppo C.T.
Si ebbero alcune varianti sperimentali con stra • numero del velivolo (da I a 23) in Caratteristiche idcntiche ai velivoli del
tinteggiature a fasce trasversali e curvilinee colore bianco; Gruppo di destra - numero 2° Gruppo C.T.
rimaste però come esempi isolati. di squadriglia (da I a 3) in colore rosso.

Modelli sulla bilancia di Fabrlzlo Jannetti

STAMPO: Buono con poche bavature, le parti combaciano bene.


Le semiali inferiori in un sol pezzo risultano molto svergolate,
MATG.50 ma tale difetto è facilmente ovviabile data la massima duttilità
della plastica, che è di colore celeste.
CONFEZIONE: La classica blister Airfix con schema a colori
sul retro per la decorazione. Deca! inutilizzabili per la scarsa fe-
deltà. Assai strano che nella descrizione tecnica in essa contenuta
ci siano notevoli discordanze tra i dati riportati nelle varie tra-
duzioni.
REALISMO: Buono, ma notevolmente migliorabilc.

SFRIFS 1 SCAtf MOD fi


UC7VCW KIT FIAT G.55 « CENTAURO » I SERIE
SUPERMODEL 1 : 72
FIAT G.50 « FRECCIA » PRECISIONE DELLA SCALA: Buona, il modello è circa in sca-
AIRFIX 1 : 72 la I : 73.
PRECISIONE DELLA SCALA: Ottima. FEDELTÀ': Le linee generali dell'aereo sono ben rispettate, una
FEDELTÀ'; Buona, ben rispettate le forme generali; sono ripro- lieve imperfezione nel disegno della deriva. Ottimo il disegno delle
dotte solo le pannellature essenziali. Notevolmente sotto-dimen- pannellature in rilievo ed il diedro alare imposto dalle semiali
sionata la doppia stella del motore Fiat A74; la cappottatura è inferiori stampate in un sol pezzo; buoni i carrelli con le rispet-
poco fedele nella riproduzione dei flabelli. Mal riprodotte le canne tive coperture. Assente ogni dettaglio interno oltre al seggiolino.
delle mitragliere ed i tubi di Pitot. I portelli del carrello sono Buono il tettuccio molto trasparente ed accurato, forse lievemente
erroneamente in un solo pezzo; mancano i bilanceri agli alettoni; spesso. Troppo massiccio il tubo di Pitot alare. L'elica è note-
spogli l'abitacolo ed i vani carrello, L'elica, abbastanza fedele, era volmente sovradimensionata, ogni pala dovrà essere ridotta di
notevolmente deformata nel kit esaminato, tale svergolamento è mm 2 rendendola inoltre più appuntita; si consigliano i modellisti
probabilmente dovuto alle dimensioni della nuova confezione « bli- di fare attenzione alle precedenti confezioni commercializzate con
ster », II modello riproduce un G.50 delle serie intermedie e non nome « Aliplast » ed « Italaerei », nelle quali le pale dell'elica era-
un « b i s » come citato nella confezione. Infatti il G.50 bis è ricon- no avvitate nel senso rovescio, Miglioragli gli scarichi del motore.
noscibile dal « poppino » allungato, (segue a pag. 27)

24 storia MODELLISMO
(segue da pag. 24)
STAMPO: Buono, presente qualche bavatura facilmente elimi-
Fiat G.55 Single-seat fighter
nabile. Tutte le parti combaciano bene, qualche piccola difficol-
tà nel raccordo ali fusoliera; per il resto il montaggio si presenta
agevole. La plastica, di colore grigio perla, è ben lavorabile.
CONFEZIONE: Buona, istruzioni sommarie, molti errori negli
schemi di colorazione: in quello del velivolo della 353a Sq. i fasci
sulla superficie superiore delle ali sono disegnati rovesciati, in
quanto le lame delle asce devono sempre essere rivolte verso
l'esterno; nell'esemplare della 5a Sq. 2° Or. C.T. dell'Aviazione
Nazionale Repubblicana lo schema porta indicazioni errate sulle
tinte da applicare poiché le superfìci superiori erano in Nocciola
Chiaro con macchie vermiformi in Verde Mimetico, il Nocciola
Chiaro copre inoltre anche la parte terminale inferiore della fuso-
liera. Anche in questo schema i fasci sono in posizione errata dato
che il fascio esterno deve sempre essere disposto nel senso muso-
coda. Nelle decal il « Diavolo rosso » dovrebbe avere il fondo blu. FIAT G.55 « CENTAURO » I SERIE
Nulla da aggiungere sugli altri due schemi proposti: uno della
l.uftwaffe ed uno dell'AMI. Nel foglio decal sono presenti inoltre FROG 1 : 72
due cifre « 8 » in rosso non meglio identificate. PRECISIONE DELLA SCALA: Ottima.
REALISMO: Ottimo. FEDELTÀ': Buono il rispetto delle linee generali ed il disegno del-
le pannellature; buoni i carrelli ma scarse le rispettive coperture.
Assnte il tubo di Phot. Presente in fusoliera uno scarico motore
in più per parte. Ottimo il diedro alare imposto dalle semiali
inferiori in un solo pezzo. Il radiatore ventrale è troppo schiac-
ciato. Pessimo il tettuccio con i montanti troppo in rilievo. Il
modello è fornito di taniche alar! supplementari.
STAMPO: Buono, assenti bavature e ritiri. Drammatico il mon-
taggio ali fusoliera, le altre parti combaciano abbastanza bene.
Plastica grigia ben lavorabile.
CONFEZIONE: Buona, schematiche le istruzioni. Non delle miglio-
ri le decal per due versioni: P Sq. l° Gr. C.T. ANR e Luftwaffe.
Qualche perplessità sulla presenza di macchie sulla parte inferiore
della fusoliera del velivolo della A N R .
i "CENTAURO,. REALISMO: Buono.

FIAT G.55 S « CENTAURO » SILURANTE


SUPERMODEL 1 : 72
PRECISIONE DELLA SCALA: Buona come il precedente.
FEDELTÀ': Anche per questo modello valgono le stesse note del
FIAT GSS
precedente in quanto si tratta del medesimo stampo con aggiunti CENTAURO
i particolari peculiari di tale versione, vale a dire: doppio radia-
tore alare in luogo del singolo in fusoliera, ruotino di coda rial-
zato e carenato, travetti alari e logicamente il siluro con i rispet-
tivi attacchi.
STAMPO: Come il precedente.
CONFEZIONE: Buona, migliori le istruzioni; le decal per due
versioni: ANR ed A M I , sono opache ma con film un po' in-
giallito.
REALISMO: Ottimo. FIAT G.55 « CENTAURO » I SERIE
POLISTIL 1 : 72

fiat G5SS PRECISIONE DELLA SCALA: Scarsa.


FEDELTÀ': 11 modello riproduce poco fedelmente la lilante li-
nea del « Centauro », le pannellature sono piuttosto pesanti; mas-
sicci i carrelli e poco fedeli le coperture. Pessima l'elica. Il tettuc-
cio scarsamente fedele è poco trasparente. Errato il diedro alare.
STAMPO: Assai poco accurato, non tutte le parti combaciano tra
loro, i particolari più minuti sono molto massicci. Plastica verde
oliva scuro molto morbida.
CONFEZIONE: Scarsa, pessime le istruzioni con nessuna indica-
zione per la colorazione od il posizionamento delle decal per due
versioni Tedesco e R.A. Film spesso ed ingiallito.
REALISMO: Scarso.

storia MODELLISMO 27
Cosi realizzo i miei modelli di Alessandro Palumbo

Ti diorama descrive un contrattacco amc


•*ricano nei pressi di Stavelot, in Belgio,
durante la battaglia delle Ardenne. inver-
no 1944.
La fanteria americana è quella della sca-
tola U.S. lufantry (west European thea-
Iherl della Tamiya. in scala I : 35. Le poso
dei soldatini non sono state modificate, ma
sono stati aggiunti particolari, come le cin-
ghie ai fucili fatte con striscioline di car-
ta velina dipinta in marrone. Il soldato
che spara inginocchiato è un tenente, gli
altri sono soldati ed un sergente.
Quando ho comprato la scatola di mon-
taggio, ho studiato attentamente i disegni
stampati sul retro; poi con molta cura ho
iniziato il montaggio vero e proprio, rifi-
nendo pezzo per pezzo, con carta vetrata
ed abrasiva. Questa operazione la conside-
ro indispensabile, perché sui vari pezzi,
braccia, busto, gambe, ecc. si trova sem-
pre una brutta linea che percorre il pezzo
in verticale, in rilievo, probabilmente per
esigenze di stampaggio, e che riduce il
realismo del pezzo finito.
Eseguita questa prima operazione monto Dopodiché ini/.iu a dipingerli, iniziando assumano un aspetto più scuro. N a t u r a i
gli arti al busto e lascio asciugare. Nel con le giubbe o camicie e finendo con i mente questo procedimento va fatto solo
frattempo dipingo i vari accessori inclusi: visi e le mani. Per il colore del giubbotto nel caso che la plastica del soldatino sia
fucili, borracce, zaini, vanghette ecc. Per del tenente che spara inginocchiato, ho scura. Poi dipingo i capelli, neri, biondi
le canne delle mitragliatrici e dei fucili, usato una miscela di Humbrol M24 gial- o castani, a volta anche rossi (mescolando
come del resto per tutte le altre armi leg- lo, e HD4 zinc cromate prlmer, ottenendo color ruggine a rosso), ed a seconda del
gere, uso strofinare della polvere di gra- così un color crema. Le divise degli altri loro colore, anche le sopracciglia. Se i ca-
fite sulle parti in gun meta!, rendendole soldati sono interamente Mo Lak LU-2 oli- pelli sono neri, le sopracciglia le faccia
così molto più verosimili e simili alle re drab. Per il viso non uso fare molti con una penna a china nera Rapidograph
armi reali. Poi. qualche ora dopo, inizio miscugli, ma stendo una mano leggermen- 03; negli altri casi un pennellino 00 servi-
a rifinire le giunzioni dei pezzi sui solda- te d i l u i t a di M6I flesh. in modo che. una rà bene allo scopo. Il « bianco » degli oc-
t i n i , se necessario anche stuccando. volta asciutta, le parti del volto in rilievo chi con un pennellino 00 e china bianca,
poi sempre con lo 03 il puntino nero del-
la pupilla.
In questo caso non è servito, ma quando
ambiento i miei soldatini in terreno roc-
cioso e asciutto, passo su tutto il soldati-
no già dipinto una pennellata bianca appe-
na sporca. Cioè, prima intingo appena ap-
pena il pennello nel bianco, poi lo passo
più volte sulla carta in modo che la mag-
gior parte di vernice si levi dalle setole,
poi lo passo un'ultima volta su uno strac-
cio e poi passo più volte sui vestiti del
soldato. L'effetto è notevole. Lo stesso, so-
lo con colore marrone, se il terreno è fan-
goso e bagnato. In quest'ultimo caso su-
gli stivali, sui ginocchi e sui gomiti sten-
do una Icggerissima e sfumata chiazza di
trasparente lucido per dare l'effetto ba-
gnato.
Per la barba appena accennata uso una
miscela di nero molto diluita, e con un
pennellino finissimo l'applico sul viso. Na-
turalmente deve essere una cosa molto
delicata, appena accennata.
Gli Sherinan sono quelli inseriti nella
Storia dei mezzi corazzati dei Fratelli Fab-
bri: Italaerei I : 35. Sono dipinti intera-
mente con LU-2 olive drab. Quando il co-
lore non è ancora asciutto applico le

storia MODELLISMO
I Paracadutisti
c poi preparo una miscela di bianco molto
diluito. Quando Votive drub sarà diventa-
lo completamente opaco, ma non ancora
asciutto, con un pennello n. 3 vi passo

dell'Aeronautica, 1042 - 1B43


sopra, cominciando dall'alto verso il basso,
il bianco. In questo modo quest'ultimo si
mescolerà leggcrmente al colore sottostan-
te dando un ottimo effetto. La miscela
andrà passata anche sulle ilecals, in modo
che una volta asciutta, con un batuffolo di Armando Gasperini
di cotone bagnato di diluente, con movi-
mento rotano, seguendo i contorni delle
ilecal, si provvederà ad asportare il bian- Un paracadutista degli Arditi
co, mettendo allo scoperto la stella o i Distruttori Regia Aeronautica
numeri, molto realisticamente.
Il Pcinzer IV sullo sfondo è un Italaerei
I : 35, che ho rappresentato fuori combat-
timento, stendendogli un suo cingolo da-
vanti, distrutto, con il treno di rotolamento
gravemente danneggiato. Poi con gesso l'ho
innevato, ma prima gli avevo applicato lo
zimmerit, il rivestimento di cemento anti-
magnetico che i tedeschi usavano stende-
rp ra la fine del 1941 ed i primi mesi del
re sui loro carri per evitare l'aderire delle
-*- 1942 appariva sempre più evidente ai
mine magnetiehe. Ho steso su tutta la tor-
nostri comandi la necessità e l'urgenza di
retta e la parte superiore dello scafo, da-
occupare Malta; gli aerei ed il naviglio
vanti e dietro, uno strato sottile di DAS,
inglese che vi si trovavano, arrecavano in-
molto sottile, e poi l'ho picchiettato se-
fatti gravi danni ai nostri convogli che
guendo linee ben precise con la punta di
trasportavano materiali e rinforzi in Africa
un cacciavite, realizzando così la caratteri-
Settentrionale. Venne perciò studiato un
stica zigrinatura dello zimmerit.
piano per l'occupazione dell'isola: a que-
Il campo innevato l'ho realizzato con
sta operazione oltre alla l a divisione para-
gesso, e steso con mani e spatole; prima
cadutisti, la futura « Folgore », dovevano
che asciugasse vi ho premuto cingoli e
partecipare anche speciali reparti della Re-
scarpe, in modo che restassero le impron-
gia Aeronautica. A tale scopo tra il mag-
te. Poi vi ho inseriti i soldati, ben pro-
gio e Giugno del 1942 vengono costituiti
fondamente. Ho aspettato che il gesso
a Tarquinia il battaglione « paracadutisti »
indurisse convenientemente, e li ho stac-
cati, lasciando sul terreno il successivo in- ed a Cameri il battaglione « Loreto ». Il
primo avrebbe avuto il compito di scen-
castro, per infilarci i soldati dopo la ver-
dere sugli aeroporti dell'isola e, una vol-
niciatura. Per quest'ultima ho usato vernice
ta occupati, difenderli, il secondo, aviotra-
bianca satinata, semilucida, quella che si
sportato, quello di riattare le piste e le
da sulle finestre: 5-6 mani sono bastate.
Infine, asciugata completamente la verni- installazioni per rendere nuovamente uti-
lizzabili le basi.
ce, ho incollati i soggetti, con Vinavil. Ho
steso un po' di gesso sui cingoli degli Sher- Ma l'estate portò nuovi successi per
man e poi dipinto. Rommel in Africa Settentrionale e l'opera-
zione per l'occupazione di Malto tornò nel
dimenticatoio.
Anche i due reparti furono messi tem-
Cant Z 501 poraneamente in disparte, il primo ad Arez-
zo il secondo in Sicilia, in attesa di im-
¥l modello è della confezione Italaerei in piego. Intanto Io Stato Maggiore Aeronau-
scala 1 : 72, ed essendo io un appassio- tica predisponeva la costituzione a Tarqui-
nato di aerei italiani, non me lo sono la- nia di un altro reparto paracadutisti:
sciato scappare. Il montaggio è stato solo (segue a pag. 30)
un po' difficoltoso per incollare esatta-
mente le ali alla fusoliera. Le uniche ag-
giunte sono state l'arricchimento degli in-
terni, l'aggiunta dei nastri alle mitraglia- niee argento andranno dipinte le strisce un tavolino, e sul vetro attaccato con
trici, dei tiranti in coda. rosse, anch'esse realizzate con l'aeropenna scotch un foglio di carta lucido. Dietro
Per il montaggio della fusoliera, nessun c molto scotch. Dopodiché è stata la volta allo schermo il proiettore acceso con una
problema, tranne quello di doverla stucca- delle decala, che una volta asciutte ho sfu- diapositiva inserita, in modo che lo sfon-
re. Una volta completata la fusoliera, sono mato col colore circostante. do scelto si stampasse sul foglio di carta
passato al montaggio delle ali, e di tutti lucido, davanti il modello in volo, sospe-
i montanti in genere, cosa molto delicata, so mediante un sottilissimo filo di nylon.
Procedimenti fotografici Dopo molte prove di posizione, messa a
perché bisogna allinearli esattamente. Poi
ho proceduto alla pittura della parte infe- La foto al Cant Z 501 è stata scattata fuoco, luci, ecc.. la foto è stata finalmen-
riore dello scafo, in nero molto rovinato, seguendo lo stesso procedimento illustrato te scattata. Le lampade usate erano due.
a causa della salsedine. Quando il nero su Storia Modellismo, numero A6, in un una da 60W, l'altra da IOOW. La macchi-
si è ben asciugato, con l'acropenna (Hum- articolo di E. H. Neumann. Tra il nostro na fotografica è una Nikon F2S, l'obiettivo
brol 250) ho passato due leggere mani di grande repertorio di diapositive, abbiamo usato un Nikon 22 mm, grandangolo con
argento Mo-Lak 24. Due ore dopo circa. (mio padre ed io) scelto quelle che più fuoco I : 2,8-24, la foto è stata scattata a
con dello scotch ho tamponato le superfici si potevano adattare a sfondo per i model- un duecentocinquantesimo di secondo con
argentate, dandole un effetto rovinato. So- lini. Dopodiché abbiamo sistemato in po- fuoco 5.6.
pra le ali, nella parte superiore, sulla ver- sizione verticale un vetro di scrivania su

storia MODELLISMO 29
Nella primavera successiva, quando or-
mai in Africa Settentrionale la situazio-
MOSTRINE T REGGIMENTO ASSALTO R.A. ne stava precipitando, il « Loreto » insie-
me al Battaglione « Paracadutisti» , reinte-
grati nei loro effettivi con altri avieri, rico-
stituirono il reggimento e furono inviati,
e)distintivo da presso la città di Enfidaville, e qui parte-
a) Loreto braccio per
ciparono agli ultimi combattimenti delle
nostre truppe in Africa.
ioreto e adra. 11 Battaglione « A.D.R.A. » terminò il
lungo periodo addestrativo soltanto nella
primavera del 1943 e venne impiegato in
azioni di commandos nel giugno contro
alcune basi aeree della Libia, della Tuni-
sia e dell'Algeria e nel luglio nella Sicilia
occupata. I risultati furono scarsi: in Afri-
ca alcune pattuglie furono catturate, altre,
scese in zone lontane dagli obiettivi, va-
garono lungamente nel deserto prima di
essere fatte prigioniere. Gli unici che riu-
b) Paracadutisti O Adra. scirono ad ottenere qualche risultato fu-
rono i due arditi Cargnel e Precida che
presso l'aeroporto libico di Benina distrus-
sero una ventina di bombardieri alleati.
L'uniforme dei battaglioni « Paracaduti-
sti » e « A.D.R.A. » era simile tranne che
nel colore, grigio azzurro, a quella adottata
dal Regio Esercito.
Il basco aveva sulla parte anteriore il
tradizionale fregio della R.A., un'aquila
coronata ad ali spiegate tra due rami di
alloro; sul lato sinistro trovavano posto i
gradi per gli ufficiali che non erano uguali a
quelli tradizionali sulle maniche, ma con-
sistevano in una, due o tre stellette di filo
•grigio blu dorato rispettivamente per sottotenente, te-
nente e capitano e inquadrate da un gal-
loncino dorato per maggiore, tenente co-
lonnello e colonnello.
La giacca di tipo sahariana era senza
bavero, aveva larghe maniche con polsini
stretti da due bottoni, e quattro tasche
a.g.77 chiuse da patte, le superiori con piegone
centrale, le inferiori a soffietto. In un pri-
mo tempo furono adottate bottoniere aper-
te con 4 bottoni di frutto, successivamen-
(segue da pag. 29) e Djebel el Ajred. Il Battaglione duramen- te, sembra nella primavera del 1943, bot-
PA.D.R.A., Arditi Distruttori Regia Aero- te provato fu ritirato dalla prima linea al- toniere chiuse. La vita era stretta da un
nautica, a cui erano affidati compiti di la metà di dicembre e nel gennaio fu in- cinturino di stoffa con fibbia metallica. Sul-
commandos contro installazioni aeroportuali viato a Sfax per la difesa di quell'Aero- le spalle era applicato uno spallaccio dalla
nemiche. porto. forma triangolare che a partire dalla pun-
Il 16 novembre 1942 il generale Fougier, Il « Loreto », ridotto a due compagnie, ta della spalla terminava nelle cuciture
Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, giunse in Tunisia solo nel gennaio 1943 e delle maniche; nella parte posteriore un
firmava l'atto di costituzione del 1° Reggi- fu impiegato principalmente per la difesa piegone centrale fermato superiormente da
mento d'Assalto « Duca D'Aosta », che di alcuni aeroporti. un sopraspallaccio.
comprendeva, oltre al personale addetto al
Comando di reggimento, i tre battaglioni
suddetti più una compagnia deposito.
Frattanto, data la situazione particolar-
mente critica che si era venuta a creare
in Africa, a causa dello sbarco angloame-
ricano in Marocco ed Algeria, il Battaglio-
ne Paracadutisti ai primi di novembre fu
trasferito in Tunisia, dove fu immediata-
mente impiegato non come reparto para-
cadutista, ma come fanteria per respinge-
re gli attacchi delle colonne motorizzate
inglesi.
Il suo comportamento risultò eccellen-
te e degno di nota specialmente negli scon-
tri nelle località tunisine di Djabel el Arag

Tarquinia (Roma), 1942-43. La visita del re


d'Italia alla scuola paracadutisti: due uf-
ficiali, del battaglione paracadutisti e del-
l'ADRA, salutano col pugnale sguainato.

30 storia MODELLISMO
Il regolamento non prescriveva sulle
spalle l'uso del « passante » con distinti-
vo di specialità, ma da molte foto risulta
il contrario. Si suppone perciò che l'uso
abbia interessato esclusivamente ufficiali
provenienti dal ruolo naviganti. Saltuario
anche l'uso del distintivo « fuori ordinan-
za » portato sul petto che consisteva in una
aquila da pilota con un paracadute al po-
sto della corona. Erano invece adottati,
come da regolamento, distintivi sul brac-
cio sinistro raffiguranti un paracadute aper-
to per il battaglione « Paracadutisti » ed
un gladio contornato da rami di alloro
per quelli dell'« A.D.R.A. », anche se mol-
ti arditi portavano sul braccio ambedue i
distintivi.
Camicia di tela grigia azzurra con cra-
vatta blu scura e pantaloni lunghi molto
larghi che alle estremità inferiori erano
stretti da due fettucce per permettere di
infilarli nelle speciali calzature alte da
lancio in vitello marrone.
Completavano l'equipaggiamento guanti
marroni di pelle d'agnello, un pugnale con
manico di legno scuro a guaina metalli-
ca nera e, solo per gli ufficiali, un cintu-
rone con fodero per pistola di cuoio
marrone.
Il cappotto era confezionato anch'esso
in panno grigio azzurro. Aveva baveri a-
perti, bottoniera coperta a quattro bottoni
più un quinto piccolo per chiudere il bave-
ro , martingala posteriore e sul fondo ma-
nica.
L'uniforme estiva era uguale nella foggia
a quella invernale: sahariana e pantaloni
di tela, camicia a colletto aperto, tutto co-
lor caki.
Per le mostreggiature da bavero vi ri-
mandiamo all'acclusa tabella.
L'uniforme da lancio, uguale a quella
dei paracadutisti del Regio Esercito, pre-
vedeva un trequarti mimetico a tre co-
lori, verde scuro, marrone e caki, elmet-
to grigio verde senza fregio con paranaso
marrone.
Portavano ginocchiere composte da 4 stri-
sce di tela grigia riempite negli spazi con
ovatta da imbottitura; i lati erano ravvi-
cinati per mezzo di due nastri elastici con
fibbia. Paracadute IF/41 S'P e moschetto
automatico Beretta (MAB) mod. 38, con- In alto. Sicilia, autunno 1942. Un bel primo piano che permette di notare oltre agli
tenuto in apposita custodia legata alla elmetti cecoslovacchi, anche il distintivo fuori ordinanza portato dal primo soldato.
gamba sinistra. Il gladio non è infatti circondato dalle fronde d'alloro regolamentari, ma da due ali
d'aquila stilizzate ed ha sotto un cartiglio con la dicitura * Btg. Loreto ». Qui sopra:
Completavano l'equipaggiamento un ta- elementi del battaglione Loreto di ritorno da una marcia, Sicilia, autunno 1942. Sì
scapane di tela impermeabilizzata grigia e, notano gli elmi di tipo cecoslovacco.
solo per i paracadutisti dell'« A.D.R.A. »,
uno zainetto per l'esplosivo, munito di pic- figurante un gladio con testa d'aquila con- Il cappotto era uguale a quello dei com-
colo paracadute autonomo, che veniva gui- tornato da rami di alloro. ponenti degli altri due battaglioni. Uffi-
dato dall'ardito durante la discesa mediante La camicia era di tela grigia azzurra ciali e sottufficiali indossavano la norma-
una corda. le divisa grigia azzurra con l'unica varian-
con cravatta di lana blu scura. I pantaloni
I componenti il battaglione « Loreto » erano corti con fasce mollettiere, gli scar- te rappresentata dalle mostreggiature cele-
avevano invece l'uniforme normale degli poncini neri. sti a due punte da bavero previste per il
avieri. Per copricapo portavano la busti- L'equipaggiamento e l'armamento era battaglione.
na con fregio di lana gialla. La giubba ave- composto, come si può ben vedere dalle •
va bavero con mostrine a due punte cele- foto, da un elmetto cecoslovacco, preda di Per le foto si ringrazia l'Ufficio Docu-
sti; quattro tasche di cui le superiori con guerra, verniciato grigio azzurro senza fre- mentazione e Propaganda dello S.M.A. e
piega centrale e spalline semimobili sen- gio, cinturone dello stesso colore con unica per la tabella delle mostreggiature il si-
za distintivo di specialità. Sul braccio si- giberna, moschetto '91 e tascapane di tela gnor Nino Arena che ha gentilmente ac-
nistro portavano cucito un distintivo raf- grigia. consentito alla pubblicazione.

storia MODELLISMO 31
I reggimenti provinciali napoletani
di fanteria (18001806)
di Piero Crociani, disegni di Massimo Fiorentino

Quando, con editto del 12 luglio 1800,


istituendo i Reggimenti Provinciali di
fanteria e cavalleria re Ferdìnando IV così
si esprimeva: « Essendo ormai libero il no-
stro Regno di Napoli dagli esterni ed inter-
ni nemici per opera delle valorose e leali
sue popolazioni che... ne hanno con la
forza delle armi scacciato gli invasori e re-
presso i sediziosi » egli intendeva ricono-
scere i meriti del popolo dell'Italia Meri-
dionale che nel corso della prima metà
del 1799 aveva scacciato i Francesi dal
territorio del regno. Erano stati infatti i
contadini e gli artigiani dei borghi e delle
città della Puglia, della Calabria, della
Basilicata, dell'Abruzzo e della Campania
che avevano formato le truppe « a mas-
sa » dell'esercito della « Santa Fede » del
cardinale Ruffo che dalla Calabria era risa-
lito fino a Napoli, nei tragici giorni che
videro la caduta della Repubblica Parte-
nopea, per occupare poi Roma e tallona-
re i Francesi fino in Toscana.
Forte di queste esperienze Ferdinando
istituì i Reggimenti Provinciali che, nelle
sue intenzioni, dovevano servire come un
esercito di riserva e che dovevano eventual-
mente supplire, nel servizio di piazza, le
unità regolari, come avveniva nel Settecen-
to per le milizie provinciali.
A formare i reggimenti erano chiamati
i volontari, i soldati delle vecchie milizie
provinciali, e, in ultima analisi, era pre-
visto il ricorso alla coscrizione obbligatoria.
Secondo le ottimistiche previsioni del-
l'editto era prevista la formazione di 54
reggimenti, con sei reggimenti — di cui
due di cavalleria — a Napoli e dintorni,
cinque nelle provincie di Terra di Lavoro,
di Salerno, di Lucca e di Catanzaro, quat-
tro in quelle di Montefusco, di Matera e
di Cosenza, tre in quelle di Trani, di Lec-
ce, di Chieti e dell'Aquila e due in quella
di Teramo. In ogni provincia uno dei reg-
gimenti era di cavalleria.
I reggimenti erano su due battaglioni
composti da due compagnie granatieri ed
otto fucilieri.
L'articolo 17 dell'editto sanciva: « L'uni-
forme dei reggimenti sarà diversificato l'uno
dall'altro (N.d.A. « Uniforme » era allora
parola maschile) per via del colore dei col-
laretti, dei paramani e dei bottoni, assun-
to che sarà stabilito in un regolamento
separato. Gli ufficiali, cadetti, ajutanti, Tav. Il 1801 - Caporale dei Reggimenti di Fanteria Provinciali
bassi-uffiziali e chirurgi dovranno tutti in- A - vista laterale cappello; B retro giacca; C porta cangiarro e baionetta;
dispensabilmente farsi lo uniforme a pro- D • paramano (II sergente); E cangiarro.
prie spese. I soldati, se volessero vestire
l'uniforme completo, potranno farlo a pro-
prie spese; altrimenti ai loro abiti ordinari tutti peraltro dovranno portare la coccar- qualche soldato si sarebbe vestito a spe-
potranno adottare i soli paramani e colla- da rossa al cappello, la forma del quale se proprie, e per facilitare ulteriormente
retti stabiliti (N.d.A. Un po' come si usa sarà rotonda con una falda alzata ». (Co- questi volenterosi un R. Dispaccio del 15
oggi nei raduni delle associazioni d'arma); me si vede era dato per scontato che solo ' giugno 1802 stabilì per essi un'uniforme

32 storia MODELLISMO
del modello detto « di Germania» , perché
ivi fabbricato sulla base del « Brown Bess »
inglese, anche se è assai probabile che ai
Reggimenti Provinciali toccassero in sorte
soprattutto dei « ferri vecchi ».
Il musicante differiva dal soldato per
una diversa collocazione dei colori del
pennacchio e per la diversa forma della
giacchetta che prevedeva risvolti del petto
e parte delle tasche del colore distintivo
ravvivate da bottoniere in filo giallo, bot-
toniere che ritornavano anche sul colletto
e sui paramani. Un'altra differenziazione
era data da « wings » in filo bianco che
sostituivano le controspalline.
La serie dei figurini del Progenie non è,
purtroppo, completa e ci si deve perciò
accontentare soltanto dei colori distintivi
di alcune provincie e più precisamente il
bianco per la Terra di Lavoro (Caserta), il
celeste per il Principato Ultra (Montefu-
sco), il grigio per la Basilicata (Matera), il
nero per la Capitanata (Lucera), il giallo
per la Terra di Bari (Trani), il cremisi per
la Terra d'Otranto (Lecce), il bleu per la
Calabria Citra (CosenzaX il giallo carico
per la Calabria Ultra (Catanzaro), il verde
chiaro per l'Abruzzo Citra (Chieti) ed il
verde scuro per l'Abruzzo Ultra I (Te-
ramo).
Nell'ambito di ciascuna provincia i reg-
gimenti erano distinti dal rispettivo nume-
ro che compariva sui bottoni nonché, sulle
bandiere, dopo le lettere iniziali del repar-
to, iniziali che erano poste al « recto » sot-
to le armi reali ed al « verso » sótto lo
stemma della provincia. Una di queste
[ ''" ] colore distintivo
bandiere, la bandiera colonnella del 1° Reg-
gimento di Chieti, catturata nel 1806 dai
Francesi, è conservata a Parigi alla Came-
Tav. I Ufficiale, soldato e musicante dei Reggimenti di Fanteria ra dei Deputati.
Provinciali 1801 (fac-simile dalla raccolta di Francesco Pro-
genie)

grigia con collaretti, paramani e pettini di se è probabile che in estate ne venisse in-

Piccoli Annunci
colore rosso e cordoncino-orlo del colore dossato uno bianco, come d'altra parte po-
distintivo della provincia). teva avvenire pure per i calzoni che era-
Il regolamento sull'uniforme previsto dal- no, d'ordinario, di color celeste intenso.
l'art. 17 venne diramato con Ordine del- La sciarpa, con fiocchi, era quella abitua-
l'Ispettore Generale del 28 ottobre 1800 con le, bianca, striata di rosso. Gli stivaletti • Vendo causa cessata attività compressore con
il quale si prescriveva che l'uniforme fos- neri e la sciabola con dragona d'argento aeropenna (solo in blocco) garantito pochissime
ore d'uso L. 75.000. Vendo anche i seguenti mo-
se, in genere, di color rosso. Il testo del attraversata da due strisce rosse comple- delli: F104 Heller 1:72 L. 4.000, P51D Hawk 1:48
regolamento non è stato finora ritrovato tavano l'uniforme. (cromato), in blocco i seguenti modelli F14 Airfix.
C 130 Revell, Ju 87 Revell 1:72 (nuova edizione).
ma una serie di acquarelli del pittore Fran- Il cappello del soldato era simile a quel- Carnei 1:72. 2 G 50 Airtix. Hurricane Revell 1:72,
cesco Progenie, che rivestono senza dubbio P 39 Revell 1:72, 2 Sh 3D Airfix, Skyraider 1:72
lo dell'ufficiale, del tutto diversa era, in- Airfix. Fokker triplano 1:72 Revell. il tutto a
carattere ufficiale, e che fanno parte della vece la giacca, assai corta, con faldine an- L. 10.000. A coloro che compreranno in blocco tut-
collezione Winkhujzen ora alla New York ti gli aerei sopra elencati regalerò numerosi fogli
teriori rivoltate del colore distintivo e con- di decals di varie marche (Esci. Supermodel, Mi-
Public Library, hanno permesso la rico- trospalline rosse. (Nei disegni del Proge- croscale), numerosi barattoli di vernice nuovi e
struzione delle uniformi dei Reggimenti seminuovi, più numerose parti di ricambio (ar-
nie il soldato, cosa assai improbabile, non mamenti, ruote, carrelli) in varie scale. Per i
Provinciali. ha bottoni né ai paramani né alle tasche). modellisti di mezzi militari vendo: Jeep S.A.S..
S.A.S. Land Rover Desert Pink. L.R.D.G. Chevro-
L'ufficiale era provvisto di cappello, giac- Il particolare taglio della giacca rendeva let, Universal Carrier Mk II, Scout car. 20mm
ca a falde lunghe detta « giamberga », pan- inutile l'uso del panciotto. I calzoni, detti Flakvierling. Kubelwagen, Sdkfz 222 (tutto mate-
riale Tamiya 1:35). 3 scatole da 8 pezzi Tamiya
ciotto, sciarpa, calzoni e stivaletti. Il cap- calzabrache, erano attillati e coprivano le 1:35. 3 scatole di soldatini Esci, 2 Pzkw I Ita-
pello, nero, aveva la caratteristica forma gambe fino alla metà del piede, sostituen- laerei. 2 M. 13/75 Italaerei, 2 Crusader 1:35 Ita-
laerei, Sherman 1:35 Italaerei. A chi acquisterà
prevista dall'editto ed era dotato di un dosi, nella parte inferiore, alle ghette. questo blocco a L. 75.000 io regalerò numerose
nastro bianco attorno alla base della cu- Le buffetterie erano nere con placche confezioni di accessori per diorama scala 1:35
Tamiya. diverse confezioni di accessori della Ar-
pola, della coccarda, trattenuta da una e fibbie in ottone. I soldati erano dotati mour 1:35. 1 scatola di Waffen SS 1:35 Heller.
ganza bianca, e di un pennacchio bicolo- di fucile, di baionetta (anche se questa numerosi fogli di decals 1:35, 1:72.
re, rosso cioè e del colore distintivo. La nei disegni del Progenie non compare), di Per informazioni ed accordi rivolgersi a:
« giamberga », identica nel taglio a quella giberna nera e, nel caso dei sottufficiali e Pisano Francesco - Caserma VV.FF.
degli ufficiali dell'esercito regolare, era ros- graduati, anche di daga, come si usava nel- Viale Pindaro n. 6 • 65100 PESCARA
sa con colletto, paramani e fodera delle l'esercito regolare. Per questo nella tav. II tei. (085) 64.785 (ore 14.30 - dalle 21 in poi).
falde del colore distintivo e spalline e bot- sono stati disegnati una daga del modello
toni dorati. Il Panciotto era rosso anche introdotto in uso nel 1789 ed un fucile (Altri " Piccoli Annunci " a pag. 36).

storia MODELLISMO 33
lo i provinciali li faccio così di Ivo Di Franco

T a mia preferenza per i soldatini in pia-


Astica nasce dalla facilità con cui questo
materiale, rispetto alle leghe metalliche,
può essere modellato e modificato allo
scopo di ottenere soggetti completamente
diversi da quelli di origine. Altro vantag-
gio è la relativa economicità sopratutto fa-
cendo ricorso a marche il cui -costo è re-
lativamente contenuto rispetto ad altre.
Un esempio della suddetta versatilità è
costituito dalla piccola serie (soldato, uf-
ficiale, musicante) dei Reggimenti Provin-
ciali del Regno di Napoli del 1801.
Descriverò ora in dettaglio come ottene-
re ogni singolo soggetto.

Soldato Tavola 1
II materiale di partenza è costituito da
una busta della Fanteria di linea francese due metà del busto, la striscia con i lem- della Guardia. La spalla verrà poi comple-
del 1815 (Airfix). bi ripiegati che completa la parte più bas- tata da una controspallina con bottone.
La parte anteriore del busto viene levi- sa della giubba (vedi fig. 1 b). Ovviamen- Le gambe debbono essere modificate
gata eliminando i risvolti ed i bottoni e si te le piccole incongruenze verranno stuc- con paziente lavoro di lametta e carta
abbassa di circa un terzo il colletto. Con cate e, successivamente, levigate. Con una vetrata eliminando le pieghe e le ghette
un filo di cotone inzuppato nella trielina altra strisciolina (vedi fig. 1 b e e) alta tre (pantalone aderente).
per garantirne l'adesione, si ricostruisce il millimetri si otterrà il colletto. Per queste Va inoltre raddrizzato il ginocchio sini-
bordo della giubba ed alla destra di que- parti aggiuntive preferisco usare, piuttosto stri e modificata la posizione del piede
sto si rifanno i bottoni con goccioline di che il plasticard che si deforma facilmen- con il calore (acqua bollente o... come fac-
colla vinilica densa colata da un oggetto te a contatto della colla, della semplice car- cio io, accostando ragionevolmente il pez-
a punta (spillo, stecchino). Preciso che i
bottoni sono otto (vedi fig. 1 a). La metà Tavola 2
posteriore del busto viene accorciata di al-
meno due millimetri (così come verrà rifi-
lato il colletto pareggiandolo con quello
della metà davanti). Si elimina, assotti-
gliando la plastica, la falda anteriore su
cui verrà fissata, dopo l'incollaggio delle
Nella pagina accanto, in
alto, il gruppo dei tre
soldatini descritti nell'ar-
Tavola 3
ticolo precedente, realiz-
zati partendo da una bu-
sta della fanteria di linea
francese 1815 dell'Airfix.
Nelle altre illustrazioni,
cui fa riferimento il teso,
sono riportate tutte le in-
dicazioni necessaria per
ottenere identico risultato,
modificando i pezzi Airfix.

la, anche da macchina da scrivere, impre- zo alla brace della sigaretta). Volendo chiu-
gnata di una soluzione piuttosto diluita di dere di più le gambe si deve togliere una
plastica, ottenuta facendo sciogliere dei piccola parte di materiale nella parte in-
pezzetti degli alberini di supporto in trie- terna (vedi fig. 2c). Rifare il solco dell'in-
lina. guine e, sulla faccia laterale della gamba,
Per quanto riguarda le braccia occorre sino a circa metà polpaccio, si metteranno,
innanzi tutto rilevare che quasi tutte le allineati, otto piccoli bottoni. Resterà inva-
braccia della produzione Airfix possono riata la parte finale delle ghette in corri-
essere utilizzate in quanto verranno mo- spondenza della scarpa.
dificate con l'aggiunta dei polsini (vedi fig. 11 capo andrà notevolmente modificato
2 a e b) ottenuti con la solita strisciolina in quanto vanno aggiunti i capelli dopo
larga tre millimetri di carta plastificata. aver eliminato il shako. Ciò è ottenibile
Ovviamente l'atteggiamento del soldatino modellando un po' di pasta densa di pla-
verrà condizionato da quello delle brac- stica disciolta in trielina (da lavorare con
cia. Ad esempio, per quello riprodotto, ho le dita bagnate perché non si appiccichi)
preferito usare le braccia del Granatiere in modo da ottenere le masse di capelli

34 storia MODELLISMO
laterali, una superficie di appoggio per il cintura con placchetta centrale (dorata) e tamentc al di sopra della mano (vedi fig.
cappello che deve essere obliquo in avan- da una tracolla con giberna. 3 d ed e).
ti e verso destra ed in modo che sulla La testa ed il cappello saranno analo-
nuca si possa applicare il codino (pezzet- Ufficiale ghi a quelli del soldato. Le spalline del
te di plastica stirato a caldo) (vedi fig. 3 granatiere subiranno un accorciamento
Materiale di partenza: Granatiere della
a, b, e). Guardia (Airfix). Il busto viene levigato an- Tavola 5
Per il cappello ho usato il seguente me- teriormente e trattato come quello del
todo (vedi fig. 3 d, e, f): su di un tondi- soldato con l'applicazione del colletto ri-
no di carta robusta di circa mm 12 di dia- voltato. Quattro bottoni centrali e cinque
metro si incolla un anellino di carta alto sulla falda di destra. Eliminare le granate
circa mm 4 e di circonferenaz proporzio- dai risvolti posteriori. Con la'solita carta
nata a quella del capo, che viene riempi- si allunga il panciotto e si fanno due ta-
to di stucco. L'ala sinistra verrà rialzata sche (vedi fig. 3 a). Si incolla inoltre
e si applicherà in corrispondenza della coc- una fascia alla vita (fig. 3 b) con due
carda un pennacchio modellato con la fiocchetti sulla sinistra (ricavabili da pezzi
suddetta « pasta » di plastica. avanzati o da confezionare annodando dei
Alla base del tondo centrale si fisserà fili di cotone).
una strisciolina di plasticard bianco. Il cap- Alle maniche si aggiungeranno i polsini
pello verrà quindi incollato sulla superficie tenendo presente che vi sono anche due
obliqua già preparata sulla testa. bottoni. I guanti si otterranno sovrappo-
Il soldatino verrà completato da una nendo un secondo giro di carta immedia-

Tavola 4
delle frange. La spada sarà ricavata da
materiale avanzato da altri kits (ad esem-
pio quello del soldato americano 1775).

Musicante
Identico al soldato eccetto le falde sul
petto da confezionare in carta come da
disegno (vedi fig. 5), e le tasche ambedue
del colore distintivo con bottoni e galloni
gialli presenti pure sui polsini. Il piffero
è stato ottenuto filando a caldo la pla-
stica.
Le spalline sono quelle degli scozzesi
1815. Come le spalline, la tracolla è bianca.

storia MODELLISMO 35
Aotocarri Lancia 3Ro versioni speciali - 2
di Bruno Benvenuti

Tn questa seconda parte dell'esame del-


le varianti dell'autocarro militare uni-
ficato pesante Lancia 3 Ro vengono ri-
prese con una adeguata documentazione
fotografica alcune delle particolari utiliz-
zazioni di questo mezzo accennate nel
precedente articolo (vedi n, A il).
La foto n. 1 mostra lo sbarco nel por-
to di Tunisi, sul finire del 1942, di un
autocarro Lancia 3 Ro civile, appartenente
ad una delle società di trasporti che ave-
vano in appalto il servizio per il trasporto
dei rifornimenti e dei materiali fra i porti
di arrivo ed i depositi militari.
L'attività di queste società private si
rendeva indispensabile a causa della scar-
sa dotazione di automezzi che affliggeva il
Regio Esercito nel córso della seconda guer-
ra mondiale, specialmente sul fronte del-
l'Africa Settentrionale ed in Albania.
Le divisioni e le grandi unità dell'epoca per poter ospitare la cuccetta destinata al
erano dotate di autoreparti e di autogrup- riposo dei piloti durante i lunghi viaggi.
pi di manovra che potevano soddisfare le Per il particolare impiego in terreni pol-
esigenze di distribuzione dei rifornimenti verosi il veicolo è attrezzato anche con
nell'ambito del ristretto settore operativo un filtro dell'aria a bagno d'olio che si
del reparto, ma non erano in grado di vede nel cofano aperto.
provvedere al trasporto per centinaia di La foto n. 2 viene sempre dal fronte
chilometri del materiale che per la scar- africano e mostra un Lancia 3 Ro cattu-
sità dei porti veniva concentrato in pochi rato dagli inglesi nel corso della loro
punti di arrivo. prima offensiva in Cirenaica, agli inizi
Tali imprese provvedevano anche al tra- del 1941.
sporto di carburanti con autocisterne ed La foto di per se non costituirebbe un
operavano alle dipendenze degli organi mi- documento eccezionale se non fossero chia-
litari con personale civile militarizzato. ramente visibili sugli sportelli i numeri del
Il veicolo della foto è un esemplare WD (war clepartmenl) che costituivano nei
civile attrezzato per le esigenze del tra- veicoli inglesi l'equivalente della targa sui
sporto commerciale, ha i dispositivi rego- nostri, costituendo una ghiotta curiosità
lamentari di segnalazione del traino di ri- per i modellisti.
morchi ed il portabagagli sul tetto della Mi sembra strano, anche se non da
cabina, che è di dimensioni maggiorate escludere, che gli inglesi abbiano debita-
mente registrato e preso in carico le loro
prede di guerra e ritengo più probabile
che la matricola appartenga a qualche au-
tocarro britannico finito fuori uso per cau-
se indipendenti da eventi bellici e che la
provvidenziale cattura dell'autocarro ita-
liano abbia permesso di risolvere qualche
problema burocratico nella complicata am-
ministrazione dell'esercito inglese.
D'altronde sotterfugi di questo genere so-
no stati usati in tutti gli eserciti, primo fra
tutti quello italiano.
La foto n. 3 si riferisce ad uno dei mo-
menti più tristi della guerra in Italia ed è
stata scattata nei giorni successivi all'armi-
stizio dell'8 settembre 1943.
Gli autocarri che trainano i cannoni da
88 sono ancora immatricolati Regio Eser-
cito, mentre i serventi ed i pezzi appar-
tengono, se gli elementi identificabili nella
foto sono stati correttamente interpretati,
ad una unità antiaerea della Luftwaffe.
La foto è estremamente interessante ol-
tre che per la presenza di un Lancia 3 Ro
che sostituisce degnamente nel traino del
cannone da 88 il Krauss Mujfei Sdkfz 7.

storia MODELLISMO 37
autocarri da trasporto mentre percorre una
delle strade dell'isola, che nonostante le
sue dimensioni ha un profilo montuoso
piuttosto considerevole. Gli autocarri che
compongono la colonna sono dei Lancia
3 Ro civili, requisiti e militarizzati con re-
golare immatricolazione e targa R.E.
Gli esemplari delle foto sono un cam-
pionario delle varie elaborazioni stilisti-
che adottate in tempo di pace dai carroz-
zieri che allestivano per il mercato civile
i telai degli autocarri Lancia, con diversi
particolari come le vetrature uniche ed in
due pezzi, le calandre, le sagomature dei
paraurti e dei parafanghi o la sistemazio-
ne della fanaleria.
La foto n. 8 è una interessante curio-
sità e mostra un Lancia 3 Ro apparte-
nente ai lotti prodotti per conto dell'am-
ministrazione tedesca dei territori occupa-
ti, sotto il controllo del ministero degli
armamenti, dopo il 1943. L'autocarro, fo-
tografato a Milano nell'Aprile del 1945 do-
po la resa delle truppe tedesche, ha la
cabina regolamentare Einheits in legno,
adottata nella produzione dei veicoli desti-
nati alla Whermacht nel 1944 per consen-
tire un risparmio di metallo e per unifi-
care il modello di cabina di tutti gli au-
tocarri.
L'esemplare ha una verniciatura che
sembrerebbe di tonalità molto chiara, pro-
babilmente la mano di fondo color ocra
su cui sarebbe stata sovrapposta presso
i reparti la finltura mimetica; sullo spor-
tello sono dipinte le regolamentari tabelle
delle caratteristiche e delle dimensioni del
mezzo, mentre l'assenza di targa ed il nu-
mero dipinto sulla vetratura, che potreb-
be essere un numero di costruzione, po-
trebbero far pensare ad un esemplare non
ancora consegnato ad un reparto opera-
tivo ma proveniente da stock di magaz-
zino.
La foto n. 9 è stata scattata a Cortina
d'Ampezzo nel maggio del 1945 e mostra
una colonna di autocarri tedeschi che si
anche per gli altri due autocarri che lo dopoguerra nell'esercito italiano e mostra- è consegnata per la resa agli alleati.
precedono; si tratta di due trattori SPA no la differente configurazione del muso Il centro turistico Ampezzano era stato
41, la cui entrata in servizio risaliva ai tra gli esemplari con avviatore ad inerzia trasformato in zona ospedaliera e conva-
mesi precedenti l'armistizio. e quelli con l'avviamento elettrico. In que- lescenzario della Whermacht; e le case
Gli autocarri italiani sono mimetizzati sti ultimi scompare la caratteristica ma- erano marcate con vistose croci rosse.
con lo schema adottato nell'ultimo perio- novella ed il gruppo di demoltiplica. Gli autocarri sono dei 3 Ro ed il primo
do di guerra, con una tinta di fondo co- Le foto n. 6 e 7 sono state scattate in della colonna ha una originale cabina che
lor ocra con striature verdi e marrone. Corsica durante il periodo della occupa- sembra un incrocio fra la cabina metal-
Le foto n. 4 e 5 si riferiscono a due zione italiana, alla fine del 1942 od agli lica e quella in legno; se non si tratta
esemplari del Lancia 3 Ro in servizio nel inizi del 1943 e mostrano una colonna di di un effetto della fotografia potrebbe

38 storia MODELLISMO
trattarsi di un esemplare danneggiato e ri-
messo in efficienza con la sostituzione
della parte superiore della cabina metal-
lica con una struttura in legno.
Un simile processo di ricondizionamen-
to è stato applicato dall'esercito italiano
agli ultimi esemplari di Esalali Lancia

essere loro u t i l i , vetture, autocarri ed au- L'esemplare illustrato è un veicolo com-


tobus. merciale con cabina di guida maggiorata e
A questa sorte non sono sfuggiti i de- con cuccetta per il riposo dell'equipaggio,
rivati civili del 3 Ro per i servizi di linea, con al traino un rimorchio pesante. La
tanto più che l'esercito tedesco faceva carrozzeria della motrice ed il rimorchio
un largo uso di autobus trasformati an- sono di produzione Vibcrti, una industria
che in uffici comando mobili, al contrario che ha sempre lavorato in stretto contat-
di quanto avveniva nell'esercito italiano, to con la Lancia, realizzando molte car-
in cui l'uso di autobus, generalmente pro- rozzerie ed attrezzature speciali anche sui
venienti da requisizione, ha avuto durante telai dei 5 Ro.
ancora in servizio, a cui la cabina metal- la guerra un impiego esclusivamente occa- Credo che con questi esemplari possa
lica è stata sostituita con un mantice di sionale, almeno alla luce della documen- esaurirsi una ricerca su questo interes-
tela. tazione che ho avuto modo di consultare sante autocarro, che fa parte di un set-
La scarsa disponibilità di carburante fino ad oggi. tore, quello degli autoveicoli da traspor-
per i trasporti civili ed il conseguente La foto n. 11 mostra un autobus di li- to sia civili che militari, in cui la ricerca
ricorso a sistemi di alimentazione sosti- nea Lancia 3 Ro con carrozzeria speciale è ancora alla preistoria e di cui la docu-
tutivi è documentata dalla foto n. 10, scat- requisito dai tedeschi ed incorporato nella mentazione finora disponibile è estrema-
tata nel dicembre del 1944 in Piemonte. Luftwaffe. mente scarsa.
Un Lancia 3 Ro trasformato per l'ali- Notevole il parabrezza composto da
mentazione a gasogeno è adibito a tra- quattro elementi, due centrali e due late-
sporto di fortuna; davanti al radiatore rali; il frontale di questo mezzo ha note-
sono visibili le condutture di alimentazio- voli analogie con quello dell'autocarro in La fretta ci ha fatto commettere un
vistoso errore nello scorso numero.
ne mentre il generatore è sistemato dietro primo piano nella foto n. 6 tanto da far La fotografia di pagina 36 mostra
la cabina ed è visibile al bordo della fo- supporre che siano stati elaborati dallo un autocarro Lancia 3ro che è stato
to mentre spunta dietro i fagotti ammas- stesso costruttore di carrozzerie. indicato come « ambulanza » (ma è
sati sul tettuccio. La foto n. 12 testimonia la presenza armato di cannone!). In realtà si
Per la cronaca la targa dell'autocarro degli autocarri 3 Ro come protagonisti tratta del contrassegno adottato ini-
è TO 65661. della ripresa del trasporto commerciale zialmente dagli italiani in Africa per
Durante l'occupazione tedesca vennero del dopoguerra, specialmente nei primi non creare confusioni con i tede-
anni in cui iniziava la ricostruzione delle schi; la foto è stata presa al Pas-
requisiti ed utilizzati dalle forze armate so dell'Halfaya.
gei-maniche tutti i mezzi che potevano ferrovie.

storia MODELLISMO 39
Confronto con i lettori
AEROPLANI DI LINEA Il prezzo di ogni foglio è invero un 1) qual'è l'esatto colore delle unifor-
¥¥o letto con grande interesse quanto è po'... elevato: 2500 lire ciascuno. Ma poi- mi dei paracadutisti inglesi e tedeschi del-
Astato scritto sul numero AIO di Storia ché con ogni foglio si possono decorare da l'ultima guerra, e come può essere otte-
Modellismo relativamente al quadrimotore 2 a 4 modelli, io consiglio di associarsi e nuto con gli smalti per modellismo repe-
Lancastrian derivato dal Lancaster, e fran- cosi dividere le spese. I fogli che ho elen- ribili sul mercato? (vi sarei grato se ci-
camente non sapevo che l'aveva impiegato cato possono sicuramente trovarsi da Model taste le sigle dei colori da usare). Vorrei
anche l'Alitalia: mi sapete dire perché fu- Market, via Quintilio Varo 15-19, Roma sapere inoltre le tonalità delle mimetizza-
rono radiati dal' servizio? La seconda do- 00174, cui basta scrivere. zioni, e il loro disegno esatto, o quanto-
manda che vi pongo è questa: poiché vor- Circa il ritiro dei Lancastrian dal servi- mena il modo migliore per riprodurlo;
zio mi hanno spiegato che ciò fu causato 2) per la colorazione dei soldatini
rei costruire aerei civili di varie compa-
gnie, mi sapreste indicare quali decalco- dalla scarsa capacità passeggeri dell'aereo, americani si può usare l'Olive Drab ge-
manie siano disponibili, e dove potrei ac- che ne poteva portare solo tredici e offri- neralmente impiegato per i mezzi coraz-
quistarle? nella mia città i negozi che ven- va scarse comodità. Al contrario richiedeva zati, od occorre miscelarlo con altri colori?
dono articoli di modellismo ne sono in- cinque membri d'equipaggio: un coman- Inoltre questa tinta è adatta anche per
fatti sprovvisti. dante, un primo pilota, un motorista, un le uniformi americane posteriori al secon-
Piergiorgio De Cecca marconista, uno steward. L'aeroplano non do conflitto mondiale, o bisogna variarla?
Via Colle Pretara s.n. riusciva dunque a compensare le spese, E ancora, come devono essere colorate le
L'Aquila anche quando viaggiava a pieno carico. buffetterie americane? (anche in questo
Inoltre i pur ottimi motori Merlin era- caso gradirei conoscere le sigle dei colori
Risponde Valerio D'Orlo no poco adatti al servizio di linea, consu- da usare);
mavano molto e richiedevano una attenta 3) e ora, una domanda sui materiali
Le decals che io suggerisco sono le Mi- manutenzione. per l'autocostruzione. Dove si può repe-
croscale, dedicate agli aerei civili. rire il Plasticard? Nella mia città non se
Ogni foglio permette la decorazione da ne trova, e anche a Torino non sono riu-
2 a 4 velivoli dello stesso tipo ma di scito a procurarmelo. Se a Torino, secon-
diverse compagnie e la scelta è stata piut- PARA' E PLASTICARD
do le vostre informazioni, vi è qualche
tosto indovinata in quanto ha riguardato negozio che ne sia rifornito, vi sarei mol-
compagnie dalle smaglianti e bizzarre li- Sono un vostro lettore, e voglio com-
plimentarmi con voi per l'alto livello del- to grato se me ne forniste l'indirizzo.
vree.
I fogli contengono tutte le insegne le la vostra rivista, senz'olirò la migliore del Vi ringrazio per l'attenzione che vorrete
scritte e stemmi della compagnia, le bor- settore nel nostro paese. prestarmi, e mi accontiate da voi, sugge-
dature dei portelli di accesso e quelli di Detto questo, voglio sottoporvi alcuni rendovi, se me lo permettete, di pubbli-
emergenza; mancano invece,'le strisce di quesiti, a cui spero potrete rispondere, che care qualche articolo sulle uniformi Sta-
mezzeria del velivolo quando sono facil- riguardano la colorazione dei soldatini in tunitensi dei periodi 1892-1914 e 1945-1977.
mente riproducibili altrimenti come nel caso scala 1:35 e l'autocostruzione. Ecco dun- Francesco Battista
del Comet della Mexicana MEA e del DC que, in ordine progressivo, le mie do- V. G. Roreto, 26
10 delle Thai le suddette fasce difficilmen- mande: 14100 ASTI
te riproducibili sono interamente riportate.
Elencherò ora le rispettive decal: ed i
velivoli ad esse assegnate. I VOSTRI MODELLI
Foglio 44-1: DC10 - Continental - Air
New Zealand - UTA - Alitalia.
Foglio 44-2: L 1011 Tristar (Prototipo)
- British Airways - PSA - Court.
Foglio 44-3: B 747 Air Canada - fAL -
Northwest Orient.
Foglio 44-7: B 247 - United - P.CA -
Wien - Alaska Airlines.
Foglio 44-8: Ford Trimotore - Texaco -
PAA - S.A.F.E. - Way.
Foglio 44-9: B 747 - Singapore Airlines
- Qantas - TWA.
Foglio 44-10: B 737 Aloha (completa di
fascia di mezzeria, veramente splendida) e
Air California. Vi invio la fotografia di una riproduzione in scala 1 : 50 del Fiat C.55S
Foglio 44-11: B 727 - TWA - Northeast ricavato da una scatola di montaggio Artiplast... ho dovuto eliminare la vecchia
- Iceland air - Continental. presa d'aria ventrale del radiatore dell'olio e sostituirla con due più piccole costruite
Foglio 44-13: Finestrini per 747 - 737 - ex-novo... ho dovuto allungare e carenare il ruotino di coda, costruire gli attacchi
per il silurotto, ricavato da quello dell'SM-79 della stessa ditta, previa sostituzione
727 - 707 - DC 9 - Convair 880 - 990 - DC della coda, autocostruita...
10 - L 1011. Pier Giorgio Bonassin
Foglio 44-14A: Bordature per porte - por- Via Selenia, 4
telli emergenza eccetera per 747 - 707 - 737 30030 Chirignago (Venezia)
- 727 - DC 10 - DC 9 - L 1011. Pubblichiamo molto volentieri il G.55S perché la scatola dell'Artiplast da cui
Foglio 44-15: DC 10 ONA-Thai (Con fa- è stato ricavalo è ormai introvabile, e quindi non è elencata nei « Modelli sulla
scia di mezzeria). Bilancia », che in questo numero sono proprio le cinque confezioni attualmente
Foglio 44-16: DH Comet - BOAC - Olim- reperibili del G.50 e G.55; per quanto riguarda la fedeltà della riproduzione, è
sufficiente confrontare il modello con le foto dell'articolo di Nino Arena per
pie Airwais - MEA - Mexicana (con fascia capire con quanta cura il nostro lettore ha eseguito il lavoro.
di mezzeria).

storia MODELLISMO 41
Risponde Luca Valerio PARTITA DI GUERRA? ni (sembra) fa del dado; sono molto utili
in proposilo dadi « medi » e tabelle pro-
Cercherò di rispondere a tutti i suoi ¥T9 letto sul numero di Novembre di porzionali nell'uso delle armi.
quesiti, ringraziandola subito per i com- Storia Modellismo la lettera « Warga- Non mi addentro comunque nei parti-
plimenti a Storia Modellismo; come avrà me divertente » del signor Mario Andrea- colari tecnici, preferisco invitarlo a darmi
visto, stiamo cercando di rendere la rivi- ni e ne sono rimasto sinceramente stupito! ragguagli più precisi sul suo Regolamento;
sta sempre più interessante e ricca di ser- Non mi è riuscito infatti del tutto chia- per parie mia, se Io vorrà, potrò fare al-
vizi originali. ro, cosa intendesse veramente dire: da un trettanto sia per il « Seconda Guerra Mon-
Ma ecco le risposte, punto per punto. lato si preoccupa di mantenere semplice diale» , sia per il « Napoleonico » e « Se-
1. E' in corso di preparazione una serie (... uno svago...) il Wargame; dall'altra si cessione Americana ».
di articoli sui paracadutisti delle mag- vergogna di far sapere che gioca a solda- Il Presidente del Gruppo modellismo
giori potenze che hanno partecipato al- tini (non uso le virgolette volutamente). battaglie in scala « I Fiori »
la I I guerra mondiale. Il primo artico- Non abbiamo evidentemente la stessa Via di Sopra, 34
lo appare su questo numero, ed è de- visione del Wargame, io la parola « ga- FAENZA
dicato ai paracadutisti dell'aviazione me » la traduco: « partita », così come in
militare italiana (pagina 29 e seguen- Italia correntemente si parla di « partita Risponde il Direttore
ti). Sono previsti articoli sui para ame- a scacchi », così penso si debba dire « par- Questa lettera, indirizzata alla nostra ri-
ricani, inglesi, giapponesi, tedeschi e tita di guerra ». vista soltanto in copia, era in realtà diret-
ancora i t a l i a n i (Nembo e Folgore). Ho anch'io avuto esperienza di Regola- taal signor Andrcani, il cui lungo inter-
2. Veda l'articolo a pagina 28 di questo menti particolarmente complessi (basti ve- vento come ricorda il cortese interlocuto-
numero (« Così realizzo i miei model- dere l'Aereonavale in pubblicazione da sei re, fu da noi pubblicato nel numero AIO
li »). Torneremo peraltro sull'argomen- anni su Eserciti ed Armi), ma posso assi- di Storia Modellismo. Tuttavia ritengo che
to, che è vastissimo e — secondo me — curare che sono una minoranza e per di né il presidente del gruppo modellismo bat-
di enorme importanza per il modelli- più dirò che spesso è sufficiente comin- taglie in scala di Faenza, né il signor An-
smo ed il collezionismo. ciare a provare le Regole poco per volta dreani si dorranno se rendo pubblica que-
con pochi pezzi; è l'esperienza successiva sta garbatissima polemica; e la pubblico
3. Plasticarli: non è il primo lettore che che ne da la visione globale e questo a per due motivi: il primo, che l'argomento
chiede dove trovarlo. In effetti la dit- Faenza lo stanno facendo dei ragazzi da- mi sembra centrato e suscettibile di ulte-
ta che lo importa in Italia lamenta gli 11 ai 25 anni! riori approfondimenti; il secondo, che il
che da parte dei produttori inglesi ci Una delle più strane affermazioni è che signor Andreani ci ha già inviato l'esem-
sia una notevole indifferenza al mer- « ... la durala del gioco è minore per l'ul- plificazione del regolamento e relative fo-
cato italiano, e le ripetute richieste timo con/litio che per l'antico... ». tografie del campo di giuoco (pardon! di
non vengono evase. A Roma, di sicu- Conosco diversi regolamenti e ne ho battaglia) che pubblicheremo sul prossimo
ro, è fornito di alcune misure di Pla- tratta la conclusione contraria: è infatti numero. A questo punto ci aspettiamo (e
slicard il negozio specializzato Model molto facilmente provabile che più le ar- questo è un ottimo terzo motivo) che an-
Market, Via Quintilio Varo 15-19, Ro- mi sono sofisticate nel loro uso e nel rag- che da Faenza ci arrivino notizie più det-
ma 00174. Gli scriva citando la rivista. gio d'azione, più il gioco si allunga e tagliate. Una cosa è comunque certa: gli
4. Il suggerimento è accolto, ma vorrem- complica, dovendo tenere conto di un nu- ivargame stanno acquisendo rapidamente
mo estendere il periodo da prendere mero molto maggiore di variabili. un grande favore, e cercheremo di dedicar
in esame, per cui proponiamo: 1865- Trovo strano anche l'uso della mossa al- loro un po' più di spazio, come molti let-
1918 e 1940-1978. Che ne dice? ternata e l'alto uso che il signor Andrea- tori ci chiedono.

Come elaborare Vista posteriore dell'Abarth 1000, notare


i supporti del cofano ed i cavi delle can-
dele, realizzati con fili di ferro di diverso

un modello spessore.

fossero in origine. Si sistema poi il volan-


(segue da pag. 14) te. Per il cruscotto si usa il DAS trattato
Consigliamo questa procedura per ripro- come al solito, e lo vernicia in nero opaco.
durre altri particolari come, nel caso del- I quadranti degli strumenti vanno dise-
VAburth. il radiatore, la mascherina ante- gnati con lancette e cifre in bianco me-
riore e la coppa dell'olio sotto il motore; diante la punta di uno spillo appena imbe-
nell'Alfetta i t'ari supplementari e gli spec- vuta nello smalto. Con filo di ferro e la-
chietti retrovisori. mierino riprodurremo i pedali, la leva del
A questo punto la carrozzeria è pron- cambio e quella del freno a mano. Le cin-
ta per la verniciatura. Conviene sempre ture di sicurezza invece le otterremo con
spruzzare preliminarmente uno strato di striscioline di cartoncino, o meglio, di na-
stucco antiruggine da stendere, una volta stro adesivo telato nero o marrone scuro.
asciugato, con cartavetro ad acqua. Poi si Uniamo ora la carrozzeria al telaio e scritte, gli stemmi ed i marchi pubblicita-
vernicia il modello nel colore desiderato, passiamo alla rifinitura esterna del model- ri, invece, se non riusciamo a trovarli nei
che sarà quello della vettura originale da lo. Per i tergicristallo ci serviremo di filo fogli di decals disponibili, dovremo farli
riprodurre, nel nostro caso biancospino di ferro e nastro adesivo cromato da taglia- a mano usando un pennello molto sottile,
Fiat per \~Aburth e rosso Alfa per l'Alfetta. re a misura, e così pure per eventuali mo- la punta di uno spillo o, meglio ancora, il
Si consiglia senz'altro lo smalto spray nei danature e maniglie cromate. Le cinghie pennino di vecchia memoria che veniva
colori originali delle case costruttrict delle del cofano sono realizzate con nastro ade- usato nelle antidiluviane penne ad inchio-
autovetture, reperibili presso gli autoacces- sivo telato, che verrà usato anche per even- stro degli « amanuensi ».
soristi. tuali « capete » e « tonneau ». Per la mar- Questi, in breve, i principi e le tecni-
Per quanto riguarda l'interno del mo- mitta usiamo il solito DAS e per i tubi di che essenziali per ottenere un modello ela-
dello, si realizza il roll-bar con del filo scarico il filo di ferro o un tubino di pla- borato. Ci proponiamo di approfondire il
di ferro a tubo di plastica da 2 mm di stica. I numeri di gara, o solo i quadranti discorso nei prossimi numeri presentando
diametro, da verniciare in nero opaco. I per essi, verranno applicati usando le de- alcune possibili elaborazioni con i relativi
sedili vanno collocati al loro posto, gene- calcomanie in commercio in appositi fogli consigli e fotografie.
ralmente più arretrati di quanto non lo reperibili nei negozi specializzati. Per le

42 storia MODELLISMO

Potrebbero piacerti anche