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QUADRA TE I
POS Ae
ClO RR ENT E=

RIVISTA MENSILE
GON FO:

AGOSTO ANNO XI

MASSIMO BONTEMPELLI
P.M. BARDI: DIRETTORI
| TESSUTI IMPIEGATI ALLA TRIENNALE

sono per la massima parte, se posti in ope-

ra all'esterno, soggetti ad esposizione al

sole o all’acqua, durante i violenti tem-

porali estivi. Del pari le stoffe per tap-

pezzerie e tendaggi interni, dovendo es-

sere spesso lavati richiedono particolari

doti di resistenza.

-Tutti i tessuti tinti con colori

'N DA N T H R EN

hanno dato una perfetta prova delle loro

specifiche e insuperate qualita di resi-

stenza a tutti gli agenti deleteri e per

questo sono stati impiegati anche nella

casa popolare. per tende

e tovaglie, la dove erano richieste par-

ticolari doti di lavabilita e resistenza.


DI
MILANO,
esposizione internazionale delle arti

decorative e industriali moderne

e dell’ arehitettura moderna

A TUTT®O

SETTEMBRE

AL PARC®O

tutti gli artisti e

tutti i prodotti

tutti i materiali B

riduzioni ferroviarie del ad’


TRIENNALE
Pe MTLA N
EXPOSITION INTERNATIONALE DES ARTS

DECORATIFS ET INDUSTRIELS MODERNES

ET DE LARCHITECTURE MODERNE

MATI- S E P
TEM BRE

FACILITES DE VOYAGE
Si tratta di una lezionedi stile che 1) Non frequentare di giorno e

andrebbe affissa nell’appartamen- menoancora di notte i cosidetti lo-


t t oO r i a to, nell’ufficio e nell’automobile di
D i r e
cali di lusso del centro, ristoranti,
BARDI
MASSIMO BONTEMPELLI, P.M. tutti coloro i quali sono preposti a
21, 82-542 teatri, ecc.
Direzione: Milano, via Brera
vendita:
una carica che per qualsiasi grado
Concessionari esclusivi per la
2) Andareil pit possibile a piedi e
A. e G. Marco, San Damiano
3, Milano deve essere specchio di parsimonia,
L. 100
Abbonamento annuo L. 50; estero di sacrificio, di onesta scrupolosis- quando necessario adoperare una
Un numerolire 5 - Conto Corrente Postale
sima. La verita vera é che la mag-
macchina «utilitaria ». Meglio an-
gior parte dei gerarchi fascisti non
x. 1) ha bisogno di quel «memorandum»; cora la moto.
Ga, go 8 t. 3°
La RIVOLUZIONE - « CONSEGNA » di Mussolini ma pensiamo che la sua diffusione 3) Nelle cerimonie ufficiali niente
(con commento di P. M. B.)
AVVENIRE DELLA CoRPORAZIONE (B. Giovenale)
giovi per tutti. tubi di stufa sulla testa, ma la sem-
LIQUIDAZIONE DELLE VECCHIE PARTITE DELLA «Non modificare le proprie abitu-
NOSTRA PIrruRA (P. M. Bardi) plice Camicia Nera della Rivolu-
RoME ANTIQUE (Le Corbusier)
dini e il proprio sistema di vita, in
PANORAMI; LIMITI DELL’OCCIDENTE nessun modo»: ognuno che l’ha zione. €
(G. G. Napolitano)
modificato o che aspira a modifi- 4) Non modificare le proprie abi-
Gur ARCHITETTI DI Como ALLA V TRIENNALE
(Giuseppe Terragni)
carlo rifletta sull’importanza di
RISTAMPE: OSSERVAZIONI SULLA 'TRIENNALE tudini e il proprio tenore di vita, in
(Sigfrid Giedion) questo ordine. La carica va consi-
SURREALISMO E FUNZIONALISMo (A. Sartoris) derata come un dovere da compie- nessun modo.
PEINTURE A L’HUILE ET PEINTURE DE « MUR»
con un disegno (Jean Lurc¢at) re, non come un benessere da rag- 5) Fare rigorosamente il proprio
Nore ALL’ENCICLOPEDIA: CESARE ANTIROMA- giungere.
no? (Edoardo Bizzarri) orario di ufficio e ascoltare il mas-
JDEE SULLA COSTRUZIONE DI UNO STADIO PER Le parole di Mussolini sono di
120.000 Persone (P. L. Nervi) simo numero dipersone, con la pit
quelle in cui il popolo riconosce il
COME RIORGANIZZO LA CINEMATOGRAFIA TEDE-
sca (Goebbels con commento di E. Cauda) suo Capo buono, giusto e severo, grande pazienza e umanita.
COMMENTO ASSURDO ALLA TECNICA DEL FOTO-
GRAMMA (L, Figini) che interpreta un’aspirazione col- 6) Frequentarei rioni operai e an-
LETTERE A «QUADRANTE): SUL TEATRO DI lettiva. Perché bisogna osservare
Masse (G. Fiorini con comm. di G. Ciocca) dare non solo moralmente, ma«fi-
Corsivi di M. B., P. M. B., P. B., A. S. cheil giudizio di Mussolini sulle tu-
9 pIsEGNI di C. Carra nel testo be, sull’eccessivo automobilismo, sui sicamente » tra il popolo specie in
13 GRAFICI D’ARCHITETTURA
locali di lusso e quant’altro é lo questi tempi di difficolta.
20 ILLUSTRAZIONI FUORI TESTO
stesso giudizio del popolo.
E’ codesto il vero rilievo da scrive-
re sulla consegna: V’identita assolu- di discussione, lealta vigile in ogni
LA RIVOLUZIONE
ta di pensiero di Mussolini e del po- istante.
“CONSEGNA,, DI MUSSOLINI polo, il sentimento eguale, che si Non si é fatta una Rivoluzione per

La consegna data a Rino Parenti matura e che si esprime quando la creare una posizione ai rivoluzio-

Segretario Federale di Milano da necessita del richiamo si manifesta nari (veri e finti veri): Mussolini

Mussolini @ un documentodistile pit urgente. ha realizzata la Rivoluzione Fasci-

che oltrepassa i limiti delle Segre- Ognuno istituisca dunque il suo sta per un popolo, per l’universa-

terie provinciali del Partito, per sa- esame di coscienza e rifletta sulle lita. Percid si vada oltre e in pro-
turare tutte le zone delle gerarchie decisioni del Duce, tenga sempre fondita nell’interpretazione della

fasciste. puntualmente presente lo stile del- « consegna >.


Ogni tanto Mussolini da la sveglia la Rivoluzione, che é buon senso e E vi si trovi anche un monito con-

ai frenetici, agli smaniosi, a tutti comprensione della vita propria nel tro le vanita. Il Fascismo lareli-

coloro che nel Fascismo non hanno rapporto di quella degli altri, abo- gione la pit terribile nemica delle

attinto la sua nuda, umana, misti- lizione dei gesti, parole, scritture vanita. Anche dei vanitosi in tren-

ca morale. E se la sveglia viene, se- inutili e retoriche, disinteresse as- tunmilionesimo purtroppo formico-

gno é che della sveglia Mussolini soluto, zero individualismo, il mas- lanti.

ha avvertita la necessita. simo del cameratismo, franchezza P? MLB:


1
AVVENIRE DELLA Cid malgrado lo Stato corporativo, co-
me dice la dichiarazione settima, conside-
ne a commettere gravi errorj
e ingiusti.
ae si dovrebbe poter dire chi deve
yeniy
CORPORAZIONE ra Viniziativa privata nel campo della PIB chi deve venire dopo. Ogni
orga.
produzione come lo strumento pit: idoneo nizzazione ha studiato i suoi
Problemi con
Rileggiamo la Carta del Lavoro. La se- per il conseguimento di quel fine; ma le una passione, con un interesse che in
conda dichiarazione, fra l’altro, dice: «II ricorda che é responsabile di fronte ad tempi passati non si sarebbero Potuti im.
complesso della produzione é unitario esso, che esso la tiene d’occhio e non maginare: i problemi di Ognuna
possono
dal punto di vista nazionale; i suoi obbiet- tollera che, per fini egoistici, si metta in ora essere esposti nei loro elementj fon-
tivi sono unitari e si riassumono nel be- contrasto con Jinteresse della Nazione. damentali e controllabili in
modo che
nessere dei singoli e nello sviluppo della Di tutte le dichiarazioni della Carta del chi deve giudicare e decider
e Possa far.
potenza nazionale ». Si legge nella dichia- Lavoro, questa parte della dichiarazione Jo con tranquilla coscienza. A questo
pun.
razione settima: «Lo Stato corporativo settima é la pit difficile da mettere in to perd ci permettiamo di fare una
pro-
considera V’iniziativa privata nel campo pratica. E’ inutile perder tempo a dirne posta. Per garantire uniformita di crite-
della produzione come lo strumento pit le ragioni. Finora il Governo fascista ri in tutte le ricerche da farsi sui pro-
efficace e pit utile nell’interesse della ne ha vigilato l’osservanza soprattutto blemi che interessano, non solo Je due
Nazione. L’organizzazione privata della mediante l’azione diretta del Duce e di principali categorie di datori di lavoro
produzione essendo una funzione di inte- Ministri dei Dicasteri interessati, sui va- e lavoratori, ma anche le varie
categorie
resse nazionale, l’organizzatore dell’im- ri organi sindacali, su gruppi di impren- produttive, ci sembra assai utile,
che ta-
presa é responsabile dell’indirizzo della ditori e anche su imprese singole. Pit. di li ricerche siano sottoposte alle diretti-
produzione di fronte allo Stato». La di- rado é intervenuto con provvedimenti di ve e al collaudo dell’Istituto Central
e di
chiarazione ottava comincia con questo legge, fra i quali, tipici e recenti per non Statistica, che gia si trova alle dipende
n-
periodo: «Le associazioni professionali dire di altri, quello che sottopone ad au- ze del Capo del Governo. L’Istituto Cen-
di datori di lavoro hanno l’obbligo di pro- torizzazione governativa Vimpianto di trale di Statistica dovrebbe diventare lo
muovere in tutti i modi l’aumento,il per- nuove industrie, e quello che stabilisce il strumento principale della politica eco-
fezionamento della produzione e la ridu- grado alcoolico dei vini che possono es- nomica nazionale. Il suo intervento assi-
zione dei costi». Dice infine la dichiara- Sere messi in vendita fuori dei comuni curerebbe l'uniformita dei rilievi, special-
zione nona: «L’intervento dello Stato in cui sono prodotti. Gli organi sindacali mente importante quando questi rilievi
nella produzione economica ha luogo sol- hanno funzionato da leve di comando di debbono servire di base per la risolu-
tanto quando manchi e sia insufficiente cui il Governo si é servito con avveduta zione di conflitti d’interessi, perché diffe-
Viniziativa privata o quando siano in gio- ponderazione, come era saviamente da rentemente, ognuna delle parti potrebbe
co interessi politici dello Stato. Tale in- farsi in un campo d’azione in cui gli in- sempre, a torto 0 a ragione, avere il so-
tervento pud assumere la forma del con- segnamenti di passate esperienze erano
Spetto che i dati forniti dall’altra parte
trollo, dell’incoraggiamento, della gestio- monchi ed equivoci, perché quelle espe-
siano manipolati per la circostanza.
ne diretta». Abbiamo voluto dilungarci rienze erano state imperfette e spesso vi-
Ritornando al nostro discorso volevamo
in queste citazioni perché ci paiono e&- ziate da promesse false o falsate. Ponde-
dire, in poche parole, che il tempo é or-
senziali per contrassegnare la materia e razione che poté essere suggerita dall’in-
mai maturo per la realizzazione di una
tracciare i confini del nostro argomento. cessante mutare di situazioni a cui la sta-
nuova fase nello sviluppo del sistema cor-
Dato che il complesso della produzione bilizzazione. monetaria prima, la crisi poi,
Porativo. Nuova fase da ravvisarsi nella
é€ unitario dal punto di vista nazionale, ci hanno fatto assistere, dall’epoca in cui
costituzione della Corporazione di Cate-
e che i suoi obbiettivi sono unitari e,si i primi e definitivi fondamenti dello Sta-
goria, decisa dal Duce nella riunione del
—— ee

riassumono nel benessere dei singoli e to corporativo furono posti, in attesa di


Comitato Corporativo Centrale del 15
nello sviluppo della potenza nazionale, ne costruirvi sopra con sapiente gradualita,
maggio scorso. Rimandiamo a quanto i
consegue che la politica economica dello Ormai una nuova e vasta esperienza si
giornali pubblicarono il giorno successi-
Stato fascista deve perseguire lo scopo é formata. Le organizzazioni sindacali so- vo circa i precedenti dell’istituzione, spe-
di rendere contemporaneamente massimo no sorte, si sono sviluppate, modificate,
cialmente per quanto riguarda il Consi-
quel benessere e massima la potenza na- consolidate. Hanno potuto venire a con-
glio Nazionale delle Corporazioni, e il ve-
zionale, e per questo motivo deve eviden- tatto, conoscersi, formarsi una coscien-
ro e proprio carattere di corporazione del-
temente essere subordinata alla sua po- za dei loro diritti e doveri, prefiggersi
le due sezioni. Qui vogliamo discorrere
litica generale. Noi troviamo anzi che programmi, costituirsi delle gerarchie e
di quelli che per noi sono i compiti e le
c’é persino dell’artificioso nel considera- degli uffici sperimentati
e competenti. Possibilita della nuova corporazione, i
re, se non forse per ragioni di studio Ognuno sa qual’é il suo posto: non ci so-
analitico, la politica economica separata-
caratteri che le daranno una particolare
no usurpazioni né abdicazioni. Esiste i]
fisionomia, i fini che costituiscono la sua
mente dalla politica generale. Non é for- Consiglio Nazionale delle Corporazioni,
ragion d’essere, e senza il raggiungimen-
se uno dei fini essenziali dell’attivita del- organo supremo di collegamento e di con-
to dei quali sarebbe soltanto una sovra-
lo Stato, quello di procacciare il massimo temperamento, in cui le varie tendenze
Struttura pressoché inutile.
benessere e la massima potenza della Na- confluiscono, ogni esigenza pud essere L’attivita corporativa che si é:svolta si-
zione? E non deriva ovviamente che qua- equamente valutata, le proporzioni che j
nora é stata occupata con soverchiante
lunqueattivita dei cittadini isolati o asso- singoli interessi assumono nel quadro del-
Prevalenza dalla disciplina dei rapporti
ciati debba convergere a quel fine ultimo, Yeconomia nazionale possono essere mi-
di lavoro. Non possiamo dire che il su0
0, se ne diverge, esservi richiamata coer- surate con soddisfacente approssimazione, Svolgimento sia stato facile e incontra
citivamente o stroncata? Siamo giunti al punto in cui, senza timo-
stato, ma esso é enormemente meno dif
2
ficile dello svolgimento dell’attivita che
dovra regolare i rapporti fra le varie ca-
tegorie di produzione. La disciplina dei
rapporti di lavoro pud essere stabilita e
regolata col freno di norme molteplici
che ritroviamo nella legislazione sinda-
cale, nella Carta del Lavoro, e, ormai, in
una foltissima, se anche tuttora confusa,
giurisprudenza; i rapporti fra le varie
categorie di produzione non possono esse-
re regolati che per estimazione, e occor-
re che il meccanismo regolatore sia con-
gegnato in modo che l’estimazione ade-
risca sempre alla realta.
. Per parlare meno genericamente, la Cor-
porazione (diremo d’ora in poi, indiffe-
rentemente, corporazione e corporazione
di categoria) dovra coordinare le varie
produzioni della sua categoria ora promo-
vendo lo sviluppo di talune di esse, ora
frenandolo, ora imponendone addirittura
la riduzione. Compiti formidabili nell’e-
y secuzione dei quali si richiede quella mar-
cia graduale e sperimentale che é stata
seguita finora dal regime corporativo.
Tanto per fare un esempio, che pud esse-
re di attualita, quando si trattasse di
restringere la produzione di una data ma-
teria che debba essere elaborata da altre
industrie della stessa categoria, bisognera
evidentemente andare a ritroso di produ-
zione in produzione fino alla materia
greggia prodotta dall’agricoltura e ca-
vata dalla miniera. I produttori interes-
ecard P/F
sati saranno numerosi. Limiteranno tutti
la produzione secondo una certa quota,
oppure la produzione sara smessa O ri-
dotta da qualcuno? E se soltanto da qual- prezzi, anche se sia stabilito che il gene- ni di un servizio di guardia e di consu-
cuno si dovra badare a ridurre la produ- re di produzione della nuova impresa lenza. Anche in ayvvenire, fin che predo-
zione nelle imprese a costi pili alti, op- debba essere limitato? Perché, ricordia- minera liniziativa privata, la corporazio-
pure si dovra seguire qualche altro crite- mocelo bene, e lasciamo stare questo ec- ne non potra andare molto pit in 1a, per-
rio per esempio quello di vedere se nella cezionale tempo di crisi che non durera ché @ una cosa delle pit difficili che si
localita la mano d’opera trova colloca- sempre, tante volte, quando si trova che possano immaginare lo studio da parte
mento pit facilmente che in un’altra lo- bisogna limitare una data produzione, é di un corpo collettivo delle condizioni di
calita? Perché, se, come dice la dichiara- soltanto perché non fa comodo abbassa- varie imprese di una categoria, il delibe-
zione ottava, le associazioni professionali re i prezzi. E’ lecito, ed é proprio sem- rare con giustizia sui loro problemi, e il
di datori di lavoro hanno J’obbligo di pro- pre conforme all’interesse nazionale, che decidere della loro nascita, della loro vi-
muovere in tutti i modi l’aumento,il per- tutti i cittadini debbano pagare una mer- ta e della loro morte.
fezionamento della produzione e la ridu- ce pitt cara del necessario soltanto per- Compito della corporazione di catego-
zione dei'costi, sarebbe strano che le im- ché un gruppo di persone ha fatto male ria sara quello di vigilare che tutte le
prese che si sono meglio segnalate nell’a- i suoi conti? imprese che raggruppa possano lavorare
dempimento di quest’obbligo non debba- Anche da un’impostazione grossolana di in eguali condizioni di concorrenza, evi-
no essere trattate pit favorevolmente del- questi problemi si vede subito quali diffi- tando che unasoverchi l’altra in maniera _
le negligenti. D’altra parte come essere colta intricate e pericolose si parino da- illegittima, impedendo che quelle desti-
sicuri che i costi siano calcolati nelle vanti ad un’attivita penetrante della cor- nate a cadere rimangano in piedi paras-
varie imprese in modo comparabile? E porazione. Per noi si tratta di difficolta sitariamente con improvvide sovvenzioni
se spunta una nuova impresa che abbia paragonabili a quelle posizioni nemiche bancarie. A questo proposito anzi sareb-
capacité e mezzi di produrre a costi piu che in guerra piuttosto che prendere di be utile che la vigilanza della corporazio-
bassi di tutte le altre, potra essa libera- assalto conviene far cadere per aggira- ne si estendesse ai rapporti tra le sue af-
mente impiantarsi e fare concorrenza al- mento. La funzione della corporazione, a filiate e le banche. E cosi, se le corpora-
le rimanenti e obbligarle a tirar git i nostro avyviso, deve ridursi alle proporzio- zioni di categoria fossero gi& in vita, sa-

3
«NOI SIAMO PER IL SENSO perdere o guadagnare ancora. E in
alla corporazione non ci
seno
Sono organi che
garantiscano il rispetto dell’inte

COLLETTIVO DELLA VITA, E


resse na-
zionale; il quale non consiste
nell’interes.
se superiore della produzione 0 in qual-
che altra astratta e comoda entita,

QUESTO NOI VOGLIAMORIN-


ma
nel «benessere dei singoli»
e Nello syj-
luppo della potenza nazionale», E Poiche

FORZARE, A COSTO DELLA


non si pud ritenere che tutte le prody-
zioni servano per lo sviluppo di questa
potenza e quindi debbano essere mante-
nute con sacrifizio di tutti j cittadini, per

VITA INDIVIDUALE. CON CIO


le altre produzioni linteresse
nazionale
consistera nel basso prezzo. Nella corpo-
razione non esistono organi atti ad orien-
tare decisamente la loro azione verso jj

NOI NON GIUNGIAMO AL ribasso dei prezzi: forse i commercianti


al minuto, come osserva il prof. Carli, ma
la loro influenza non é detto chesia deci-

PUNTO DI TRASFORMARE siva; non certamente i lavoratori i quali


saranno interessati innanzi tutto a conse-
guire le rimunerazioni pit elevate, e non

GLI UOMINI IN CIFRE, MA LI sarebbe certo col propugnare il ribasso


dei prezzi delle merci da essi prodotte che
potrebbero raggiungere l’intento.

CONSIDERIAMO SOPRATUTTO Qualche scrittore ha messo giustamente


in rilievo che l’organizzazione corporativa
dovrebbe prefiggersi lo scopo di impedire

NELLA LORO FUNZIO- quegli eccessi di talune produzioni. a lar-


go consumo che sono le cause determi-
nanti delle crisi. Giustissimo: E questo

NE NELLO STATO». =
scopo coincide, secondo noi, con gli ob-
biettivi della produzione nazionale quali
sono prefissati dalla seconda dichiarazio-
ne della Carta del Lavoro. In altri termi-
ni, la produzione deve, in linea di massi-
rebbe d’accordo con loro che dovrebbepro- gono: la legislazione doganale divemte- ma, adattarsi alle esigenze del consumo,
=

cedere l’opera dell’Istituto mobiliare ita- rebbe qualcosa di studiatamente sistema- e organizzarsi con sufficiente elasticita
liano, e dell’Istituto per la ricostruzione tico, facile da intendere e da manowra- per variare secondo le mutazioni di quel-
industriale, e sempre dopo approvazione- re. E la corporazione sara pure l’organo lo. Non deve accadere il contrario; non
di organi superiori alle corporazioni me- pi adatto per combattere ogni forma di deve cioé il consumo essere sforzato a
desime. La vigilanza che la Banca d’Ita- concorrenza sleale. conformarsi ad un’organizzazione produt-
lia. gid esercita sugli istituti bancari, sa- La corporazione di categoria non é perd tiva pronta a mutare soltanto quando non
rebbe utilmente completata e potrebbe ancora l’organo idoneo a tradurre in pra- ne restino lesi gli interessi di certi grup-
anche essere illuminata da una contem- tica Yosservanza del principio della di- pi. Eppure la pretesa che il consumo deb-
poranea vigilanza delle corporazioni sul- chiarazione settima, pur ammettendo che ba adattarsi alla produzione, o che per
la clientela degli istituti medesimi. bud essere uno strumento efficace per ot- lo meno rimanga qualcosa di statico di
Per le imprese esportatrici un lavoro as- tenerla. immutabile, un dato fisso, esiste, forse
Sai proficuo potrebbero svolgere le cor- E’ naturale che ogni corporazione temda inavvertita, non solo nei piani economici
porazioni nell’agevolare l’opera dell’Isti- a mettersi in concorrenza con le altre per sovietici, ma in tutta la loro figliolanza
tuto Nazionale dell’Esportazione, impar- far prevalere i proprii interessi, che sono mondiale che é da ricercarsi anche nel
tendo norme ai corporati sulla forma e gli interessi della organizzazione dei da- molti sindacati, trusts, cartelli, consorzi,
sulla finitura delle lavorazioni in modo tori di lavoro e lavoratori che la costitwi- sorti su tutto il globo nell‘illusione di
da agevolarne lo sbocco sui mercati stra- Scono. Sara facile che venga invocata la rendere perpetua un’era di lauti profittt
nieri. Quando si tratta di proteggere una tutela delle sue attivita in nome dei su- Ed é Verrore chevizia le dottrine dei tec
industria con creazione 0 aumenti di ta- periori interessi della « produzione nazio- nocrati americani. I cittadini di una na
riffe doganali, la corporazione di catego- nale» o anche semplicemente della « pro- zione non sono comei soldati in una Ca-
ria sara l’organo pil competente a fare duzione», perché non ci sara mai nessu- serma ai quali si assegnano date razioni
precise proposte, anche per la protezio- no al mondo a reclamare ,aiuto da altri di quei dati viveri, e quel dato equipas-
ne parallela delle industrie che elabora- per il solo confessato motivo di guada- giamento. Ognuno ha i propri gusti, molti
no il prodotto delle prime che si proteg- gnare di pil o perdere di meno 0 mon dei quali identici a quelli di altre perso
4
UFFICIO

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Mussolini - Luglio del Patto a Quattro (fotografia esclusiva di Ghitta Carell per «wQuadrante

(Riprodu ione vietato) 8


ne ma con diversa misura, e ha la propria
maniera di soddisfarli. Fare che ciascuno
possa soddisfare i gusti suoi a modo suo,
senza dar noia al prossimo, e senza dan-
neggiare la collettivita a cui appartiene,
é una delle pi alte manifestazioni del
progresso umano.
L’ordinamento corporativo col promuove-
re Viniziativa privata dimostra appunto
di voler tendere a questo fine, nei limiti
della dipendenza in cui si trova l’econo-
mia nazionale dall’economia mondiale. La
corporazione di categoria col mettere in
contatto tutta una serie di gruppi produt-
tori pud evitare che alcuni di essi soprav-
valutino la grandezza del potere d’acqui-
sto dei loro clienti, e ingrandiscano il vo-
lume della loro produzione al punto da
non potere pil vendere a prezzi rimune-
ratori, e siano quindi obbligati a ricorre-
re ad artifizi, pressioni, agitazioni, mano-
vre per liquidare le giacenze improvvisa-
mente formatesi.
Su tutta una corporazione potranno or-
gani superiori e il governo medesimo ma-
novrare per stimolare in modo armonico
e uniforme tutte le produzioni di una ca-
tegoria o limitarle.
Ma la tutela dell’interesse nazionale o
piu ristrettamente dell’interesse dei con-
sumatori non potra essere funzione che di
questi organi superiori (Consiglio Nazio-
nale delle Corporazioni) e soprattutto del
Governo. Ai quali organi superiori e go-
verno la corporazione di categoria faci-
litera questo compito di tutela dando il
modo di non frastagliare eccessivamente
la loro azione di sorveglianza e di dire-
zione, che cadra su un numero ristretto
di centri principali e non dovra disperde-
re il suo potere caoticamente in infinite
diramazioni. E’ indispensabile perd che
agli organi superiori alla corporazione di
categoria possano far capo e reclamare
giustizia tutti coloro che in seno alla cor-
———~
porazione stessa corressero il pericolo di
essere sopraffatti dalla coalizione di in-
teressi minacciati da loro feconde e libe- di sopravvivere a danno di quelle sane e vestimenti di capitale. In regime fascista
re iniziative. Nei tempi facili c’é poco da vitali, che hanno naturalmente il diritto la mano d’opera sta diventando facil-
regolare. Anche coloro che operano male di ingrandirsi al posto di quelle che de- mente mobilizzabile, e quanto agli in-
e inavvedutamente procedono con poca vono scomparire. I pericoli dei monopo- vestimenti di capitale ricordiamoci che
difficolta. Ma in tempi difficili o poco fa- lii e delle chiusure dei gruppi sono laten- ogni nuovo progresso implica jl parziale
cili i meno abili, i meno efficienti in con- ti in ogni forma di associazione produt- sacrifizio di investimenti di capitale pre-
dizioni di libera concorrenza corrono il tiva. Contro di essi le precauzioni non so- cedentemente avvenuti. Ci sara chi per-
pericolo di essere schiacciati dai miglio- no mai troppe. Liordinamento corporati- de e ci sara chi guadagna; mail perde-
ri, e allora pretendono di legarli a sé, vo deve proteggersi da questi pericoli, re non @ una ragione sufficiente perché
di farli solidarizzare con la proprie. sfor- creare l’ambiente atto al rigoglioso svi- sia impedito ad altri di guadagnare quan-
tuna, e intrigano per mantenersi in vita luppo di energie nuove e non a prolun- do, nello stesso tempo, fanno progredire
con forme di produzione regolata c con- gare la vita di energie declinanti sotto Veconomia del paese.
trollata o altro che dir si voglia, sotto le speciosi pretesti di dar lavoro agli ope-
quali forme le imprese moriture sperano rai o difendere l'integrita di passati in- BERNARDO GIOVENALE

7
CCT 2

LIQUIDAZIONE DELLE troppo accademica e troppo molle dell’ar- ro —, la nostra pittura non aveva rice-

VECCHIE PARTITE te italiana. vuto dall’ambiente gli stimoli utili alla


I pittori novecentisti, o meglio — per
DELLA NOSTRA PITTURA amore della massima precisione — quei
Sua vita: anemica, senz’ideale, molto pic-
colo borghese.
Dobbiamo essere proprio noi a ripetere
dieci pittori novecentisti assaltarono le Venne la Guerra, venne la Rivoluzione.
che il cosiddetto novecentismo ha age-
vecchie posizioni dell’arte decaduta alla
ea —

Le belle avventure italiane immisero nel-


volato un clima rinnovato, e tale da far
burletta del mestiere con un mezzo ar- Yarte sangue nuovo, nuova vita, per la
godere vantaggi reali a tutta indistinta-
dito, la polemica, la pittura polemica. prima volta immisero l’effervescenza.
mente la nostra pittura?
Fecero impressione negli occhi del bor- il «novecentismo»: sono le prime mo-
Ci risparmiamo codesta dimostrazione
ghese i manichini, la « metafisica »,i pie- Stre di Milano che danno un parallelo
perché ognuno sa che nelle antiche po-
doni grossi, le facce color terra e quan- tra la nostra vita civile e V’arte. Si esa-
lemiche, in mezzo al ma e al se degli
Valtro discordava con la tela corrente-
gera in politica, si esagera in arte; colpi
Stessi novecentisti, fummo noi nelle po-
mente dipinta. L’esagerazione attizzd il di spugna in politica, colpi di spugna in
sizioni pil avanzate, tanto avanzate che
discutere, richiamd in un cerchio molti arte; innovamento in politica, innova-
il Prefetto di Milano, una volta, seque-
giovani, determind la prima benefica stan- mento in arte. Noi vediamo con preci-
stro L’Ambrosiano per certo nostro arti-
chezza verso la cartolina illustrata. Sione lo specchio dell’arte nella politica
colo fuori dei gangheri (riconosciamo: fe-
Insommaci si accorse che Carra aveva di questi ultimi venti anni.
ce bene). Vorremmo ristamparne alcuni
ragione. (Diciamo Carra per riassumere
La Guerra non poteva dare una pittu-
punti se l’osservanza di un provvedimen-
in un nuovo maestro la pittura di que- Ta con i cherubini. I disegni di Mario
to governativo non richiamasse in noi il st’epoca). Fu avvertito che all’Italia si
Sironi non potevano essere che calcati,
pit scrupoloso senso di disciplina. Ma, ri- doveva dare una nuova Pittura: rimasta Tudi, irruenti. Giacomo Grosso logica-
cordiamo volentieri le nostre antiche po- in arretrato nell’ottocento — lo confes-
mente non si mosse dalle sue pettinatu-
lemiche, il nostro fervore generoso in fa-
siamo candidamente in sede critica, do- re a colori. & il tempo. Il tempo é quello
vore dei pittori che rinnovarono Iaria Po il giudizio personale di Emilio Bodre-
che &. Cosi noi vediamo svolgersi il « no-
UFFICIO .--~

— Ma scusi — rispose il neofita — to fortunato della nostra impresa. Pen-


vecentismo », identificarsi con le idee che
lei chi é? siamo che al tempo dell’impressionismo
animano la formazione dei sindacati de-
— Il segretario del Sindacato Belle dovette avvenire presso a poco la stessa
gli artisti, presiedere all’ordinamento del-
Arti. cosa: assimilato il buono, addio impres-
le esposizioni, dilagare.
— Soltanto da Raffaello accetto consi- sionismo. E’ fatale che sia cosi: si legga
Tutto questo € a conoscenza di ogni

gli — e se ne andd sbattendo Vuscio). nella storia della pittura (imparando pri-
Jettore. Il fenomeno si svolge in archi-
ma a leggere).
tettura con una certa analogia. La pole-
Per noi, in questa estate, gli accaniti
mica della pittura si é condotta traverso Questo per dire che tanti errori nasce-
«novecentisti» che vorrebbero il loro
un’ esagerazione soggettistica e tecnica; vano uno pit terribile dell’altro. Si an-

dava verso la maniera. La maniera «no- ideale imperante e distinto da una ban-
la polemica dell’architettura traverso una
reazione contro la decorazione e lo sper- vecentista» @ oggidi pik seccante della diera ammiraglia per scorazzare su tutti

pero. O’é un’equivalenza tra un’architet- maniera impressionistica. Il rinnovamen- i mari, fanno la stessa figura degli im-

tura liberty e una pittura liberty. to doveva, deve avvenire spontaneo. L’e- pressionisti in ritardo che continuano a

nunciazione di un verbo deve trovare il ricalcare le loro pastette fino a disgustarci.

Chi fa una cosa, chi assume un’inizia- suo consenso franco. Ci piace pil un an- Tanto pit: quando il «da dire» del «no-

che un fascista per conve- vecento» assomiglia a uno di quei dischi


tiva e gli va bene, vorrebbe che andasse tifascista

sempre bene. Vorrebbe che durasse per nienza. vecchi caduti in terra e incollati con la

lYeternita, o almeno per la sua eternita. Un’altra grave colpa fu quella di aver resina.
un giorno scritto: «a un pittore fascista Noi sentiamo che la stagione delle esa-
Cosi il «novecentismo» in pittura. In-
grossatosi, rimpinzatosi, selezionatosi, ac- pecione, noi preferiamo un pittore non gerazioni @ finita. La polemica per la

coccolatosi negli interessi che maturano fascista buono». Ci fu un momento, cin- pittura nuova é finita. Quando si é ar-

accanto all’arte come in qualsiasi altro que o sei anni fa, in cui si voleva « fasci- rivati alla Mostra della Rivoluzione e

albero della vita, il «novecentismo» non stizzare» la pittura: «fascistizzare» la alle prove murali della Triennale, la po-

vuole sentire parlare del suo compito pittura voleva dire, in sostanza, « nove- lemica «novecentista» deve far punto e

esaurito. centizzarla ». basta.


Accasermato nelle cariche sindacali vol- Vogliamo precisare che il provvedimen- Siamo stanchi della maniera, della for-

le forzare la mano nella politica della to e certi atti di forza furono necessari. mula, della cifra « novecentista», di que-

pittura. Ci fu un momento in cui noi Perd prolungare gli scatti subitanei e sta sconclusione, di questa pittura con

proponemmo — e fummo impopolarissi- giustificati dalle situazioni di un tempo, il delirio tremens, pessimista, piena di

mi di colpo — che alle mostre sindacali fino all’infinito é perlomeno ridicolo. Lo incertezze, frammentistica.

dovessero esporre tutti indistintamente Squadrismo é durato nel primo tempo Basta con il quadretto acefalo, basta

gli iscritti alle organizzazioni: perché ca- della Rivoluzione. Oggi si dice, in certi con la nuova accademia retorica, basta

pivamo chele giurie di parte novecenti- casi, «ci vorrebbe un poco di Squadri- con tutto il cliché novecentistico.
sta esageravano un tantino. Cid serviva smo», ma sono frasi nostalgiche: tutti La polemica é finita. Ora costruiamo

anche di reazione all’inaugurazione di al- sanno che le idee dello Squadrismo sono con Vanimo sereno. La Rivoluzione Fa-
cuni noiosi casi di incrostazione « nove- quelle del governo di Mussolini. scista concreta in opere serene il suo de-

centista», pieni di incognite. Tl tempo ha assimilato l’idea dello Squa- stino: Varte deve rispecchiare codesta
Fautori del «novecentismo» (problema drismo, l’idea della Rivoluzione. Ogni at- concretezza di opere serene.
di tempo, aderenza e adeguatezza con il to nel tempo si assimila per la parte che
Quando ci sara bisogno dello scossone,
tempo), fummotra i primi a notare fran- ha di buono, e lo si espelle per la parte
camente i pericoli dell’accademia nove- che ha di meno buono. lo daremo. Quando dovremo ricomincia-

centista. re, ricominceremo. Ma per intanto an-

Siamo dell’avviso che la pittura italia- diamo al lavoro pitt sereni, pit fiduciosi.
(Un giorno racconteremo storie formi- na abbia assimilato tutto il buono che I «papa» novecentisti ci cominciano a
dabili, come quella di un pittore di pro- cera nell’idea novecentista. Noi vediamo far la parte dei nonni. Gia Il’ abbiamo
vincia che si presenta per Viscrizione al oggi che tanti artisti si sono aggiornati, detto che alla Triennale i ragazzi hanno
segretario del sindacato e gli mostra al- che hanno beneficiato del clima; vedia- dipinto meglio degli anziani. Persistere
cuni suoi quadri. mo i giovani che vengono superla stra- in una difesa a oltranza e a ogni costo
— Non c’é male: perd i cieli bisogna da spianata dalle nostre polemiche, for- delle posizioni novecentiste ci sembra un
farli pit cupi, le figure pid grosse, le se inconsapevoli delle stesse nostre pole- mettersi contro il tempo. Il « novecento »
case basta accennarle: guardi il catalo- miche. era nel tempo fino a qualche anno fa,
go del «900». Possiamo essere felicissimi di quest’esi- poi lo abbiamo sopportato nel tempo fi-
SSS eSSSoe

no a stamattina; da mezzogiorno di og-


gi é fuori del tempo.

I brontolamenti e le rivendicazioni del-


le benemerenze (riconosciutissime) somi-
gliano ai brontolamenti e alle rivendica-
zioni dei cosiddetti passatisti.
Noi ammiriamo molto un Carra il qua-
le dopo trenta anni di battaglie ha ri-
trovata la sua serenita costruttiva e uma-
na. Ma tutti quelli che ci danno ancora
le esagerazioni per spaventare passeri e
borghesi ci fanno una lieve compassione.

(Parliamo come Ojetti. In un discorso


tenuto con un novecentista, ci hanno
detto: — parli come Ojetti.
Ojetti é un’altra cosa. Un conto siamo
noi ‘che consideriamo Carré come un
maestro, un altro conto é Ojetti che con-
sidera un maestro Amos Nattini).

Forse, il lettore non ha ancora trovato


Je ragioni che oggi ci inducono a tenere
codesto discorso che potrebbe anche me-

ravigliare Roberto Farinacci.


Si é che a un certo momento si sente
arrivata Vora di chiarire le situazioni.
Senza tanti complimenti e senza tante
riserve. Da un poco di tempo andiamo
avvertendo il malessere della situazio
ne
della pittura italiana, specialmente
in
rapporto alle cose « amministrative»
.
Un anno orsono nello stesso Sindacat
o
Belle Arti si era sentito il malesser
e: ci
furono delle turbolenze, delle
proteste,
C.Larrw 935
delle liti tra gruppi, e si arrivd
alla chia-
Tificazione. La situazione si aa
chiari nel
senso che l'on. Oppo (il quale
peraltro Passd un poco di tempo, Maraini si ac- biamo seguito con simpatia questo lavo-
— bisogna sempre affermarlo
— ayeva cinse a un riordinamento del sindacato, ro, e siamo certi che dara risultati mol-
ben meritato in un primo tempo
riuscen- a ridare al sindacato una elasticita, ma to soddisfacenti.
do a dar vita a belle istituzion
i, e a da-
cordialita. (Oppo negli ultimi tempi ave- Ma ecco che nelle file qualcuno ancora
re disciplina nelle file della
sua organiz-
va sbagliato nell’ingolfarsi in un sistema Si agita e qualeuno si muove e fa muo-
zazione) lascid la Segreteria
nazionale.
di un colpo al cerchio e un colpo alla vere, memorializzando quanti pit uffici
Caduto Oppo con dignita e persino
con botte, di non decidere mai del bene e € possibile. Non si comprende tutto il
convinzione perché un buon
gerarca sa del male, di soggiacere alle pressioni e daffare che c’é in questi giorni: forse é
che le cariche non durano
all'infinito, alle allucinazioni dei capetti provinciali).
i vice-Oppo della Periferia il caldo che da la nostalgia della prima-
fecero Vimpos- Oggi, possiamo dire che Maraini sta vera. Certo che le cariche fanno piacere
sibile per non abbandonare
la, carica a; dando agli artisti italiani un istituto co-
come ostriche, rimasero a tutti, ma quando una carica si é te
attaccati allo me si sperava. In una nostra intervista
Scoglio. (Vi fu qualcuno
nuta sette o otto anni, ci pare che uno
che disse: — ci apparsa su Il Lavoro Fascista, Maraini se lo meriti un poco di riposo.
vorranno i carabinieri Per
avere le con- ci espresse alcuni punti fondameniali Pare che molti faccendieri siano assai
Segne da me). Furono, come
é noto, so- dell’organizzazione che sta raggiungendo
stituiti dal commissario Scultore smaniosi; e mentre prima, quand’erano
Maraini. con il consenso delle gerarchie, Noi ab-
in carica, non apprezzavano i cambi del-
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Carlo Carra “Tratlia romana,, zo della Triennale (particolare).
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Elles sont si intimementle fait de


la guardia, ora tendono sempre Yorec- ROME ANTIQUE
chio per capire se finalmente c’é fanfa- la pensée dominatrice, organisatri-

ra di cambio di guardia. Rome est un mot clair. Un signe ce, qu’elles obséderont 4 jamais les
Un poco di pace. La situazione del sin- qui exprime un conceptprécis. L’u- créations humaines.
dacato si é chiarita benissimo. Con gli ne des formes du caractére: LA
statuti si chiarira ancor meglio. Sopra FORCE CONSCIENTE.
tutto si é ammainata la bandiera ammi-
Romain.
raglia del novecentismo; e non é poco.
C’est Romain.
Cela suffit: l’idée est située.
Perché, dunque, codeste annotazioni?
Rome est comme rond, plein, en-
Semplicissimo: la costernazione del «no-
tier, central, éminemment géomé- La pensée romaine conquit le
vecento» é perché il sindacato va per-
trique, simple mais essentiel. monde; les légions romaines s’en-
dendo certa etichetta. A noi invece co-
Tel est le fruit aprés deux mille foncent chez les Barbares; elles
desto ci sembra un lieto evento. Se ne
sentiva il bisogno. Intanto quello che c’é ans, du travail d’un peuple: un fait établissent des routes dallées de

di buono nel « novecentismo » é stato as- vivant au tréfond de la conscience. pierres, dont les traces sont encore

similato. Prononcerce mot, c’est faire surgir partout en Eurove. Les routes ro-
Dicono,con le mani nei capelli, che la un potentiel. Se référer, s’appuyer maines, on veut en étre certain,

e pittura italiana andra a rotoli: se andra

a rotoli vorra dire che non ci saranno ar-


tisti capaci di farla andare nel sublime.
& ce mot, c’est prétendre avouer de
grandes intentions; c’est s’engager
passent toujours aux lieux essen-
tiels du paysage. La ow le site est

dans une voie noble. Aujourd’ hui, total, on trouve les vestiges d’un
Ma le cornacchie parlano cosi, natural-
dans la prostration générale de post de vigie. La vigie contrélait le
mente, con la testa nelle nuvole degli
l’esprit, c’est presque une décision pays.
«ideali praticissimi ».
insolente. C’est une prétention. Les légions emportaient avecelles
Nel sindacato, Maraini fa benissimo a
C’est que Rome implique des des ingénieurs géométres architec-
dare ospitalitaé a tutti. E che, forse il sin-
coeurs d’airain. ~ tes et militaires qui fondaient des
dacato, € un monopolio? Che forse il
Sindacato serve a creare le posizioni? I Le paradoxe est que Rome plus villes. Les villes romaines sont assi-

gruppi, le tendenze, le ricerche, tutto tard, ait tenté d’incarner le verbe ses a l’endroit ou il fallait qu’une

quanto da animazione alla vita artistica chrétien: « Aimez-vous les uns les ville fat pour que cette ville fat
non si affloscera. Ci sono modi a hizzef- autres ». Le verbe chrétien en fut saine, ensoleillée, alimentée, défen-
fe per dar circolazione anche alle pit démantibulé. C’était un appel a la due. La ville romaine n’est jamais
strane avventure artistiche. une erreur. C’est si souvent un pro-
conscience individuelle. Or Rome
est un centre de commandement. digieux poéme de géométrie et de
(Un inciso: la polemica dell’architettu-
Rome qui nous commotionne,c’est nature conjuguées! Songez a ces
ra razionale si é€ condotta completamen-
Rome antique. villes romaines qui sont partout:
te al di fuori del sindacato architetti. Ag-
Idée simple, élémentaire, essen- Asie Mineure, Afrique du Nord,
giungiamo che é tradizione del sindaca-
tielle, sans nuance; Rome est géo- Espagne, France, Germanie.
lismo fascista l’onesto dibattito delle
idee). métrique! La ville romaine est une ville
Voici les formes romaines: dad’ ORDRE. Classement, hiérarchie,
Idee: non interessi. dignité. Le camp romain, déja, est
Il merito piu alto di Maraini sara quel-

La
commela ville: classement, hiérar-
lo di tagliar corto con gli interessi, di
chie, dignité.
spianare le gobbe, di rendere tayola da

eal
bigliardo la montagna russa.

Aria nuova, in una parola, mentre il


novecento pittorico é considerate un ci-

clo chiuso con tutte le onoranze del ca-

{Mn
so, e il saluto ai suoi uomini &

il tubo della stufa.


P. M BARDI
D’abord la forme de la ville: pro- mes sont dans le gynécée, 4 l’abri. Les Thermes étaient partout,
im-
portion. Les gens du dehors n’y pénétrent menses et magnifiques. Un Romai
n
Ensuite sa défense: murailles. pas. Habitation humaine, digne- doit étre beau. Pour étre beau, soi-
Puis sa circulation et son compar- ment: noble et charmante. ne ton corps: stade et therme.
timentage. Tout est droit, parce que Les Romains faisaient des EN-
la droite est le geste normale. TIERS, des étres architecturaux et
Les lieux publics: basilique de la urbanistiques ENTIERS. De lavoir
justice, temple et forum. Il y a une fait, il nous est resté cette qualifi-
palpitation commune; on a créé cation admirative: «Ils étaient ro-
pour cette force collective qui est mains ».
Vessence méme et le bonheur des Ils concevaient, ils classaient, ils
groupements,les lieux collectifs. Ils ordonnangaient; ils entreprenaient.
sont dignes, au mieux. Ils inventérent le ciment romain.
Pour les grands spectacles collec- La chose publique était l’objet de
Le Forum réunit les gestes collec- tifs, on a élevéle cirque. leurs soins. La chose publique était
tifs: il les favorise dans la noblesse Unité grandiose, simplicité émi- la raison de la ville et de leur arri-
de l’ordonnancement, sous le char- nente: la foule est une foule entié- vée dans la ville. Ils participaient,
me de la proportion. Tout est syn- re, groupée, palpitante, une. ls étaient clairs, forts, simples et
chronisme et synthéses: les dieux,
géométres. Ils avaient créé desvil-
les juges, les héros, le civisme.
les qui taient comme des machines:
Piété, rituel, harangues et dis-
productrices d’actions.
cours, charme de la parole, appel
Au milieu des Barbares, Rome fut
aux puissances viriles, justice, res-
un centre de commandement.
pect des vertus et déférence aux
Rome, force consciente.
hommesillustres.
LE CORBUSIER

ZO LEA Se
« Quadrante» vuole sottolineare con par-

WKS Se ee Cc ticolare rilievo questa nota di Le Corbu-

sier: non per chiosarla 0 per commentar-

la, ma per mettere in evidenza quali ef-

fervescenti pensieri scaturiscono dall’in-

contro della magica universalita di Ro-

ma con lo spirito magico di un grande

artista. Le Corbusier si é immedesimato


di Roma come ogni vero poeta: a riprova
Il est un lieu pour ces choses dans A travers les campagnes, venant della sublimita di questo maestro che ha
Ja ville, un lieu entier et magnifi- des montagnes ow sont les Sources dato all’architettura del secolo lo spunto
que: le forum. L’esprit latin est or- d’eau fraiche et pure, on a tendu e la via della memorabile architettura
donnateur. les acqueducs. del secolo ventesimo.

La vie de la famille est assurée;


elle se referme a l’intérieur, sous le
ciel des atriums et des cours plan-
tées de jardins. Chaque famille a
Ses arbres et ses fleurs, ses eaux
jaillissantes. Les enfant et les fem-
14
(PANORAMI) ria che oso timidamente esprimere qual-
che mia opinione.
ma imparare a viaggiare. Il gusto
viaggi € come quello della vita: bisogna
dei

LIMITI DELL’ OCCIDENTE Considero questo l’effetto di quel rigo- spremerselo da ogni giornata. A viaggia-
roso realismo a cui m’ha portato ineso- re si pena. Bisogna diffidare dei viaggi
Da qualche tempo non oso pitt credere rabilmente il contatto diretto con popoli in cui ci si diverte troppo. Diffidare del-
alle idee. Ho sposato a corpo morto la e paesi. I soli paesi su cui io abbia anco- le crociere, delle belle comitive. Impara-
causa della cronaca frammentaria e dei ra delle idee generali, che poi sono le re a star soli, ad aver pazienza, ad aspet-
fatti diversi. Non c’é lettura al mondo idee prestatemi dalla letteratura, sono tare. Viene il giorno che i vostri taccuini
che mi valga quella delle recentissime quelli dove non sono stato. Vorrei che sono ricoperti di note, i rotoli delle ne-
sulle settime pagine dei giornali. La vi- queste parole avessero il tono di una gative stanno in fondo al baule. Basta
ta intesa come un insieme di misteriosi confessione; ma di una confessione tra un niente, e tutto pud sciuparsi, diventar
particolari, di cui sono avido e geloso, amici. Quattro anni fa, quando sono par- laido e volgare. Quanto alla loro durata
come un collezionista, di annedoti. La mia tito allo sbaraglio per il Congo, andavo non vorrei scriver niente. E’ certamente
esperienza pili vera e maggiore essendo alla ricerca di qualche cosa di preciso molto importante che siano lunghi, ma
quella del viaggiatore, é difficile che nel- che vi aveva lasciato mio padre venti- tutto serve a preparare la commozione
le mie relazioni di viaggio mi scappino quattro anni prima. Non trovai niente. di un minuto.
dalla penna delle considerazioni generali Tornai dall’Africa devastato. Oh, la salu- L’Oceania, ci sono delle notti che mi
Sulla natura di un paese o sull’indole de- te fisica non c’entra, ma tutto il mondo appare come una patria perduta, ed é
gli abitanti. Dird di pit: avverto una delle mie idee mi si ridusse una savana come un’arancia che abbia tenuto in ma-
specie di ripugnanza per la razza dei desolata da un’invasione di cavallette. no, una notte. Il profumo delicato mi
Keyserling, i cui giudizi mi appaiono di Non sapevo pitt che fare. Fui picchiato e sembra mi sia rimasto sulle dita, indele-
pit: in piu superficialie avventati. L’uni- Picchiato a dovere dalla realta. C’é per- bilmente. A volte, a mezzo un discorso,
ca cosa di cui sono ridotto a fidarmi é la sino un proverbio che dice: viaggiando si mi torna la memoria vicina, quasi palpa-
memoria. E’ solo affidandomi alla memo- impara. Ma il fatto si é che bisogna pri- bile, di un giorno passato su un’altra par-
te della terra. Sono questi gli agguati sembrata ridicola la trovavo dunque giu- marcia imperiale dell’idea di Monroe sy]
della memoria. La terra. Altre volte mi stificata all’altezza di Balboa? Mi misi continente americano.
sorprendo a chiedermi che cosa mi sia dunque a desiderare con tutte le mie
rimasto, di quei giorni, impiegati a gira- forze di arrivare a Vancouver. Volevo ve- La mia piccola marcia verso j] Far-
re, aderente alla terra, opaco come un dere se le colonne d’Ercole della civilta West V’ho compiuta in treno, a tappe, da
pianeta, opaco, chiuso, insensibile. Insen- occidentale erano state davvero traspor- Saint John, Nuova Brunnswick, a Van.
sibile? Occorrerebbe aver delle idee, mi tate 1a; al termine di una fenomenale couver, Columbia Britannica. Sono salito
dico, delle idee precise, sui paesi dove corsa a staffetta degli emigranti europei. a mezzo d’una notte nell’« Imperial»
,
sono stato, invece non ne ho che la me- La marcia verso l’Ovest, al di la degli uno dei treni pit indaffarati del mondo,
moria. E’ molto bello scrivere su unari- Allegani, di 1a delle Rocciose, sino al Pa- Va da Montreal a Vancouver, in qualco-
vista amica. E’ come pensare ad alta cifico. Io allora avevo molte idee sull’A- sa come quattro giorni e mezzo. Dal San
voce. Dire che ci sono state delle idee, merica: infatti non c’ero ancora stato. Lorenzo al Pacifico, di giorno e di not-
nella mia vita, che si sono ingigantite Continuavo a credere che la frontiera te, va, come un fantasma, in mezzo alla
sino a diventare degli istinti. L’idea del- dell’Ovest fosse stata nella storia degli neve. Mangia mezza provincia di Que-
VOccidente, per esempio. Io ho creduto americaani quel che la frontiera di Nord- bec, sino ad Ottawa. Poi attacca l’Onta-
a quest’idea degli anni interi. Arrivare ai Est rappresento per l’Impero Romano: rio e dimenandosi come un enorme bj-
confini dell’ Occidente, toccare i limiti vale a dire il limite tra la civilta e la scione dal sud a nordovest risale il con-
della razza bianca. Almeno potessi spie- barbarie. Quel limite portato innanzi al tinente costeggiando i grandi laghi e
gare quel che significava per me un no- Danubio, al Dniester. Dal Mediterraneo sprofondandosi in mezzo alle foreste. In-
me solo: Vancouver. Qualche anno fa ai mari del Nord. Ma i barbari america- fine eccolo arrivato alle praterie. Niente
che non c’ero ancora stato, m’imbattei ni fanno ridere. I Pelli Rosse, che occu- lo trattiene dall’attraversare in diagona-
in un pensierino di Henry de Monther- pavano malamente la prateria del Far le il Manitoba, poi é la volta del Saskat-
lant. Mi annoia molto far delle citazioni, West, erano quattro straccioni impennac- chevan e dell’ Alberta. S’impegna sulle
ma ecco di che cosa si tratta: « Per com- chiati che non opposero nessun ostacolo Montagne Rocciose, rotola giti nella Co-
Piervi una meditazione, Barrés andava in all’avanzare della Frontiera verso il Pa- lumbia Britannica. Finalmente si arresta
Portogallo, «& la pointe extréme d’Euro- cifico. L’imperialismo americano ha as- sullo scalo della stazione marittima del-
pe». Paul Morand (Soltanto la Terra) va solto un compito facile quanto gigante- la C. P. R., a Vancouver. Chi avesse vo-
sulla costa occidentale d’America. L’uno sco. I resoconti delle guerre contro i glia di continuare ad andare, li trova
alla fine delle terre europee, l’altro alla pellirosse assomigliano maledettamente quanti vapori vuole. Questa corsa attra-
fine delle terre di razza bianca: gli ama- alle cronache delle ecatombi di bisonti, verso un continente pit largo di un ocea-
tori di segni del tempo possono trovare al tempo dell’incameramento degli Stati no € quel che occorre per capire una
Je loro delizie in questa differenza ». nell’Unione. Non c’era davvero bisogno contrada come il Canada, dove l’uomo
Quest’ annotazione mi procurd qualche di visitare le riserve indiane canadesi per deve fare i conti prima di tutto con lo
turbamento. Io ero stato a Lisbona, estre- convincersi che il parallelo fra gli Stati Spazio. (L’Italia i tedeschi amano per-
ma punta d’Europa, l’anno prima. Non e Roma é uno scherzo di cattivo genere correrla a piedi; ma é certo un paese
avevo sentito nessuna commozione: mi fatto alla memoria degli antichi. I legio- " che sembra aver riunito nello spazio pit
piacevano le donne, l’Avenida da Liber- nari, opposti a forze veramente umane, ristretto la maggior ricchezza di uomini
dad, i teatri di variet&a con quei motivet- arginavano i confini di un impero con- e di civilta. Non ho mai saputo quante
ti dove si ricorda O’ Rio Tejo, m’ero an- tro orde di popoli guerrieri 6 feroci e in- miglia sia lungo. Ho sempre pensato al-
noiato alle corride senza morte del toro. telligenti, erano insomma autentici por- l'Italia come a un paese enorme. Gli é
Nient’altro. Una generazione innanzi un tatori ai desolati confini d@’Europa di una che l’'Italia @ fatta di tempo).
Signore dal colorito malandato, piccolino, idea politica: gli americani ritagliandosi Arrivai sulle rive del Pacifico insieme
con un cappotto avana dal bavero rial- interi Stati nelle parti disponibili di un alle prime piogge. Il viaggio da Calga-
zato, arrivava a Lisbona, O Cais da Eu-
mappamondo fanno nella storia la stessa ry a Vancouver, che richiede un paio di
ropa, La Banchina d’Europa, e sui con-
figura che Babbitt nel romanzo di Sin- giorni di ferrovia minacciéd di non avere
fini dell’Europa meditava. Vent’anni do- clair Lewis: di grandi accaparratori di pil fine. Avevo speso venti giorni, di tap-
po un altro europeo, un altro francese, terreno, speculatori al rialzo, sino alla pa in tappa, innanzi di poter toccare i
Si spingeva sino al dodicesimo piano di crisi. confini continentali dell’estremo West.
un albergo di Vancouver, e li distillava Non mi piacerebbe affatto che si guar- Arrivai a Vancouver e, dopo un anno,
il suo famoso addio all’Occidente. dasse alle considerazioni precedenti co- da quando l’avevo lasciato a Balboa, ri-
Era dunque bastata la guerra per spo-
me un tentativo di interpretare la storia vidi il Pacifico. Una grande citta, Van-
stare i limiti della civilta occidentale
americana. L’idea dell’Ovest é stata nella couver, la terza del Dominio, come dico-
dalle coste europee dell’Atlantico a quel- storia americana qualcosa di diverso da no le statistiche, la testa di ponte verso
le americane del Pacifico? Da qualche un’idea politica, ecco tutto. La conquista lAustralia e ?Estremo Oriente delle gran-
mese appena ero tornato anch’io all’Oc- dell’Ovest é@ stata facile; ma proprio in di linee di navigazione. Ma a che vale Ti-
cidente, avendo vissuto un’indimenticabi- ragione della sua facilita @ la grandezza betere queste cose? Quando arrival 4
le stagione nel Pacifico. L’emozione che del suo mito. Si deve arrivare a Teddy Vancouver i giapponesi riempirono le sti-
avevo provata una notte, nel salutare i Roosevelt perché la corsa all’Ovest dei ve dei loro « Maru» e partivano volonta-
lumi di Panama, alla fine di una lunga wagoons dei pionieri dei desperadoes dei Ti verso Ciapei, agitando freneticamente
navigazione, era stata genuina. Quella fuorilegge e insomma di un popolo di come bambini le loro bandierine di cat-
commozione che a Lisbona mi sarebbe emigrati fuggiti all’Europa diventasse la ta, con la palla rossa nel mezzo; il quar-
16
pC

degli
Opere ingegneri italiani - La centrale termoelettrica di Marghera (Cabina all’aperto 1 5 0 Kw).
17
tiere cinese era percorso due o tre volte
al giorno da grandi cortei di protesta
contro il Giappone, con draghi, bandie-
re, portantine e tamburi; i giornali pub-
blicavano le notizie delle loro sottoscri-
zioni con parole di simpatia; cento avia-
tori canadesi passati nella riserva per
economia, si offrivano alla Cina per sgo-
minare i giapponesi in 24 ore, cosi diceva
la Vancouver Province; nello stesso gior-
nale una notizia che veniva dall’Inghil-
terra annunziava la ripresa lavorativa in
alcune fabbriche di armi, munizioni e
esplosivi, per effetto di ordinazioni venu-
te dal Giappone. Vancouver é una gran-
de citt& dove piove e fa il sole, secondo
le leggi del Pacifico, una citta dove i
grattacieli sono stati costruiti dalle im-
prese negli Stati Uniti, e i grandi empo-
ri sono sempre ornati di bandiere britan-
niche; una citta che sembra essere in fe-
sta, all’arrivo di ogni piroscafo che viene
dall’Australia attraverso le grandi stazio-
W ww
ni del Pacifico. Nuova Zelanda, Tahiti,
Hawai: di ogni piroscafo che viene dalla is
SB
=
costa americana, da Panama, San Fran-
cisco, Seattle, e si spinge sino alle porte
dell’Alasca. Vancouver, un giorno che mi W/)
ero affacciato alla finestra della mia ca-
mera, in quello stesso albergo che Paul
Morand scelse per dare il suo patetico
CCARRA 993
«addio all’Occidente », vidi una carica di

gendarmi a cavallo, enormi gendarmi,
enormi cavalli, e che disperdevano un dell’alcool fra il Canada e gli Stati Uni- liani statiunensi contro il Giappone a
comizio di disoccupati, sciabole al sole e ti. Fra Vancouver e Seattle, con battelli Ciapei. La radio, si interrogasse Seattle
piattonate come se piovesse. Un grande rapidissimi, di corsa. Mi portarono ad Vancouver Honolulu o Sydney ripeteva
cartello: « We want a job» (Vogliamo la- assistere ad una vendita all’asta di un la stessa canzone. Questo era lo spirito
voro), uno striscione di tela, grande co- battello sequestrato dalla polizia al lar- del West. Il giorno che i giornali annun-
me un traguardo, che due donne porta- go delle coste. Se lo ricomprd lo stesso ziarono a denti stretti la riapertura del-
vano traverso tutta la larghezza della armatore di prima, lo stesso contrabban- le fabbriche d’armi inglesi, in seguito al-
strada, ciascuna reggendone un’asta, ri- diere, voglio dire. Nessuno oso fare altre le ordinazioni venute dal Giappone era
mase in mezzo alla strada; un cavallo di offerte, dopo la sua. Vancouver, li c’é la lo stesso in cui si comunicava festosa-
gendarme s’imbizzi, vedendo quella mac- pil grande sala da ballo del Pacifico, il mente l’inizio delle grandi manovre del-
chia, disarciond il cavaliere, entrd in un Commodor, ci andai una sera e serviva- la flotta U. S. A. nel Pacifico. «I mari-
portone. Arrivd un’autoambulanza lacca- no il whisky nelle bottiglie di gingembro. nai sbarcano finalmente a Vaikiki».
ta di bianco a prendere quell’uomo,feri- Ma una volta a Vancouver mi resi su- Si dice che a Mister Hugues, l’antico
to. Un carro di pompieri sopraggiunto fra bito conto d’una cosa semplicissima. Che Premier della Confederazione australia-
uno strepito di sirena che agghiacciava ero arrivato li al seguito di un’idea sbal- na, di cui Clémenceau da un ritratto
la citta, si fermd davanti alla bandiera, lata. I confini della razza bianca non troppo spiritoso nelle pagine di Gran-
due pompieri in elmo ed ascia ne disce- Si trovavano pil sulla banchina di Van- deur, ecc., dedicate ai delegati interallea-
sero, raccolsero quella striscia. Gl’impie- couver. Si erano portati alla chetichella, ti a Versailles, piacesse ripetere una fra-
gati della City, premuti sui davanzali del- al di 1a del Pacifico, in Australia. La Se che non giungeva a Londra troppo
le finestre, giovanotti e ragazze, applau- marcia dell’idea americana aveva passa- gradita: «Io saluto con gioia ogni coraz-
dirono lungamente e vuotarono i cestini to le acque. L’idea americana, l’idea del zata americana che va in cantiere». Mi-
dei loro uffici con le minute colorate del- Far-West, si custodiva ormai a Sydney, ster Hugues era sordo, e portava il cor-
le pratiche evase nella strada. Vancou- vigilata dai cannoni della squadra in- netto acustico. Ma parlava a nome di un
ver. Nel suo porto s’allestiva in quei gior- glese. E io l’avrei dovuto sapere. Si com- popolo di lingua inglese che abitava una
ni la spedizione di Sir Campbell verso Piva un anno dalla mia traversata del terra con una «facciata sul Pacifico ».
Yultima isola del Tesoro, Cocos Island. Pacifico, da Sydney a Panama. Unostes- L’ultimo traguardo dell’Occidente: l’Au-
Vancouver. Li conobbi un gruppo di gen- so giornalista sembrava intento a scri- stralia .
tiluomini che praticava il contrabbando vere gli articoli dei fogli canadesi austra- G. G. NAPOLITANO

19
GLI ARCHITETTI DI COMO
ALLA V TRIENNALE
Nello spirito del programma della « Mo-
|
DISPENSA
CVCINA

stra dell’Abitazione» al Parco di Milano


era chiaramente espresso il desiderio di
portare ogni costruzione che si dovesse

Se ee
realizzare a essere legata a un tema ben
oO
definito, tema, inoltre, rispondente all’in-
SS
teresse vivissimo che da qualche anno il
pubblico dimostra verso le opere e le que-
STVDIO.
stioni d’architettura. $ DELL’ ARTISTA
Como che fu tra le primecitta italiane

OOO
a mettersi coraggiosamente all’avanguar- dagte ae SOGGIORNO
dia del rinnovamento architettonico, non
poteva esimersi dal presentare alla V
Triennale una costruzione che rappresen-

|
tasse il contributo ideale agli sforzi col-
lettivi deijpi moderni architetti italiani
preoccupati di riconquistare in campo in-
ternazionale, alla nostra architettura, Casa sul lago per WVartista - Pianta del piano terra.
quel posto che timidi tentativi culturali-
sti di alcuni decenni avevano fortemen- che taglia con piccolo angolo i dislivelli stabiliti i seguenti vincoli al tema scelto:
te compromesso. del terreno. Questi due orientamenti per- Casa d’affitto per un pittore che abiti
Il tema doveva necessariamente tener mettono di risolvere nel miglior dei mo- con famiglia sul lago di Como nelperio-
conto delle pit salienti caratteristiche di il duplice problema della illuminazione do delle vacanze. La costruzione a due
della regione comasca: turistica nella zo- costante a nord dello studio dellartista piani é orientata con la fronte a sud (ver-
na alta (lago) ed industriale nella pia- e della disposizione degli ambienti di sog- so il lago).
nura (seta-mobili). giorno lungo la fronte S. E. che é la pit Lo studio ampio e staccato dagli altri
Accostandomi ad un singolare problema importante per le visuali panoramiche sul ambienti di soggiorno presenta una inte-
d@urbanistica che tuttora attende solu- Lago di Como. ra parete (a nord) illuminante. Il locale
zione (la sistemazione dell’Isola Coma- Il tema gia limitato da queste candizioni di notevole altezza (5 metri e mezzo) per-
cina) proposi ai colleghi ed amici del di luogo resta ancora indetermimato nei mettera al-pittore, usufruendo della pare-
Gruppo Comasco (Pietro Lingeri, Gabriele seguenti punti principali: te a sud, di avere a disposizione sufficien-
Giussani, Giovanni Mantero, Adolfo Del- 1) Casa di proprieta dell’artista 0 d’af- te spazio per lo studio di cartoni d’af-
l’Acqua, Oscar Ortelli, Mario Cereghini, fitto per il periodo delle vacanze. fresco, abbozzi grandi, disegni, ecc. La
Carlo Ponci; decoratori e pittori, Marcel- 2) Casa, con lo studio intimamente lega- differenza d’altezza delle due parti della
lo Nizzoli e Mario Radice) di realizzare al to agli altri ambienti oppure con lo stu- casa (gli ambienti di soggiorno totalizza-
Parco una «casa sul lago per artista ». dio appartato e di facile accesso. no un/altezza di m. 7, lo studio m. 5,80)
Tl tema é quindi legato ad un piano re- 8) Artista che abita coi familiari, op- dovra giustamente essere notata dall’e-
golatore dell’isola che dopo la donazio- pure artista scapolo o che intende sog- sterno e dovra creare un ritmo architet-
ne fatta all’Accademia di Brera dal Re giornare solo. tonico che dalle dimensioni, dagli ambien-
del Belgio, pud benissimo definirsi l’Isola 4) Destinazione dello studio in funzione ti prende lo spunto per raggiungere un’ar-
degli Artisti. dell’attivitaé artistica svolta: pittura, scul- monia plastica certamente nuova.
Dopo studi preliminari, sopraluoghi e tura, architettura. Per il genere di costruzione abbandona-
rilievi topografici, venne fissata come po- 5) Sviluppo della costruzione su di uno to (per difficolt& di realizzazione nel. bre-
sizione pit adatta alle costruzioni la o pitt piani. ve tempo disponibile) il tipo di casa
parte centrale e a mezzogiorno, lascian- 6) Genere di costruzione: provvisoria o Smontabile in acciaio con elementi strut-
do al nord la zona archeologica e la ru- duratura, ad armatura smontabile (ferro turali standardizzati, venne scelta una
stica chiesetta, unica costruzione esi- 0 legno) oppure in muratura o cemento struttura in cemento armato con rivesti-
stente. armato. menti delle pareti in materiali leggeri ed
L’Isola ha forma allungata orientamen- 7). Costo in rapporto alle disponibilita isolanti termicamente e fonicamente.
to N. E.-S. O. con un breve altipiano cen- finanziarie dell’Ente promotore e dell’ar- L’adozione di tale tipo di struttura in
trale degradante a ripiani verso il lago. tista affittuario o proprietario, in rappor- confronto di altre tradizionali della zona
Ne segue che le case-tipo da costruirsi su to anche alle spese di manutenzione. (muratura di pietrame del lago - Moltra-
tale terreno, devono per necessita di mi- 8) Arredamento obbligato alla castruzio- sio - o mista pietra e mattoni) é giustifi-
nor costo nell’apprestamento delle fon- ne, oppure, nel caso pit probabile di un cata dal minor costo del materiale che in
dazioni, svilupparsi in senso longitudinale turno di affittuari, rinnovabile o modifi- ogni caso deve giungere all’Isola Coma-
secondo l’orientamento dell’isola N. E.-S. cabile.
cina attraverso due trasbordi.
O. oppure secondo l’orientamento N. S. Discusse le opposte prerogative vennero (Per la realizzazione al Parco fu neces-
20
OEa

he

AA

V Triennale - Gruppo Architetti e Ingegneri Comaschi - Casa sul lago per


Vartista - Il retro a nord - la Sronte sul lago,
21
sariamente decisa, data la provvisorieta
della costruzione, una ossatura in legno
che rispettasse dimensioni e caratteristi- CAMERA oes
che della originaria struttura quale risul- sane
OSPITI
ta dalle piante e dalle sezioni allegate al-
la presente relazione.
Tl costo della costruzione fu mantenuto
nei limiti di garantire una dimora dota-
ta delle comodita necessarie alla vita mo-
derna, con particolare cura alla praticita
e decorosita degli ambienti.
Venne considerata anche la necessita
dello stagionale periodo (inverno) di chiu- 4
sura della casa, periodo che coincide con CAMEDA CAMERA
la maggiore attivitaé degli agenti atmo-
sferici (pioggia, gelo, neve).
E si é provveduto col mettere il pil pos-
sibile a riparo le superfici vetrate.
Infine l’arredamento é stato studiato in
modo da essere facilmente modificabile o
sostituibile secondo il gusto personale del-
Vospite.
Casa sul lago perl’artista - PiantadellI piano,
Arch. GIUSEPPE TERRAGNI

Dopo la costruzione Figini-Pollini, gli ele- CORSIVON. 26 CORSIVON. 27.


menti di case popolari Griffini-Bottoni,
continuando il nostro quadro della V La critica reazionaria si é posta la que- In una rivista (una «consorella», come
Triennale, presentiamo Vedificio del Grup- stione di sapere se c’é veramente una ri- si diceva vent’anni fa) si legge: «se del-
po Comasco. voluzione architettonica nel mondo, quan- le persone d’ingegno avessero i danari
Il quale ha un significato altissimo, per- do molti che V'ammeitono arrivano a di- che ha «Quadrante», che bella rivista
ché Como nella storia della nuova archi- chiarare, temerariamente, che é anche si potrebbe fare! ».
tettura ha una posizione che ci é cara per giunta al suo punto culminante. Nulla Ci pare che ci sia in queste parole una
la vivezza e la generosita dell’azione in- di pix errato. C’é veramente, oggi, rivolu- punta di gelosia finanziaria, e ci affrettia-
trapresa e condotta decisamente in favo- zione in architettura. Ma non siamo an- mo a sollevare la consorella. Il segreto fi-
re del rinnovamento urbano. cora che alle.prime giornate. Aitri organi- nanziario di « Quadrante» é il seguente:
La prima dura battaglia per un’archi- smi sono da creare, altre difficolta da su- i due direttori dirigono e collaborano gra-
tettura coerente con il tempo é stata com- perare per raggiungere l’epoca che fisserd tis; <1 collaboratori quasi tutti collabora-
battuta a Como: da Giuseppe Terragni, ‘la nostra immagine contemporanea. « Gli no gratis, tre numeri di « Quadrante»
da questo ostinato costruttore che riassu- accademici, reagendo fin da ora, si sono han costato di collaborazione complessi-
me in sé i caratteri pi emergenti della troppo presto spaventati! Ma essi non vamente circa 450 lire, e forse meno; le
sua terra di architetti. Fu traverso la po- hanno una idea di cid che li attende» spese generali e i locali li offrono grazio-
lemica per il «novocomum» che la Na- (Le Corbusier). A. S. samente a Milano la «Libreria del Mi-
zione apprese la prima notizia della pix lione» e a Roma la «Galleria d’arte di
vasta polemica per capovolgere la situa- Roma»; per le spese di stampa e carta
zione dell’edilizia scaduta al mestiere. si sono quotati alcuni giovanissimi archi-
Da quel tempo in cui Vatto di forza di Sei anni sono (estate del ’27) ri- tetti, per il primo anno. Il ricavato dalla
Terragni ci appari come un gesto in cui chiesto dai giovanissimi fondatori vendita degli abbonamenti e della pub-
si scatenava tutto lo spirito di una gene- dei « Lupi » quale fosse il credo po- blicita, li mettiamo da parte per il se-
razione nuova, sono passati pochi anni: litico del «novecentismo lettera- condo anno.
ma Vurgenza, la fede, V’instancabilita con rio», risposi con questi quattro Come vede la cara consorella il segreto
cui abbiamo lottato e le vittorie raggiun- finanziario di « Quadrante» é semplice-
punti:
te ci hanno ormai allontanato quel mo- mente un segreto di passione. Percié do-
1 - Credo nel Fascismo comerivo-
mento: ma ogni giorno che passa il « no- vrebbe modificare la sua osservazione co-
luzione quotidiana;
vocomum» ci diventa pitt carico di pre- si: «se delle persone dingegno avessero
Sagi e di certezze.
2 - Credo in Roma-Italia motrice
la passione che hannoquelli di « Quadran-
Ecco perché allo scritto di Terragni ag- ed equilibratrice d’Europa;
te», che bella rivista si potrebbe fare! ».
giungiamo un ricordo: il ricordo della pri- 3 - Credo nella passione, nella im-
E allora non abbiamo niente da dire in
ma e delle molte azioni dei Comaschi, in provvisazione e nella guerra; contrario.
prima linea Lingeri, che hanno legato al 4 - Credo in Mussolini Dio senza
loro lago il principio della storia della vi- profeti. (IL bello si é, che « Quadrante» é una
vente architettura italiana. M. B. 1927-V gran bella rivista).
Yevoluzione interna del paese, ovvero con- Antonio Sant’Elia (1888-1916), Nessuna
(RISTAMPE ) frontarli coi progressi raggiunti in gene- mediocrita italiana vi fu ammessa
, Tl San-
OSSERVAZIONI rale nel mondo intero. In altre parole t’Elia, che cadde in guerra, ha previsto
bisogna chiedersi in qual misura I’Italia davvero, nei suoi progetti, e con segni
SULLA TRIENNALE si serva oggi di mezzi gia noti, e in qual fiamma, una parte del futuro Sviluppo
di
ar-
misura, invece, essa ci offra insegnamenti tistico e architettonico. Ora il suo manife-
Sigfrido Giedion, segreta- nuovi. sto dell’11 luglio 1914 pende alla Parete in
rio generale dei «Con- In genere per nuova architettura italiana enorme formato eal disopra di esso cam-
gressi internazionali di s'intende la costruzione di enormi edifici beggia la sentenza: « L’architecture futy-
architettura», 6 senza aventi facciate inutilmente sovraccariche riste est architecture du calcul, de Vau-
dubbio uno dei pit noti d’ornamentazioni e dietro alle quali si na- dace tempéraire et de la multiplicité »
critici europei. Scrive su scondono locali anch’essi sovraccarichi e “Lrarchitettura futurista non ha certamen-
«Neue Ziircher Zeitung » te portato allo sviluppo, ma ha giustamen-
senza scopo. Un esempio caratteristico ci
del 7 luglio il seguente
é€ dato dalla nuova stazione di Milano,il te previsto il futuro.
articolo:
cui progetto risale al 1906, ma che é sta- LItalia possiede oggi nello Stadio Berta
ta costruita e finita solo recentemente. (Firenze, 1932-33), costruito da P. L. Ner-
Una volta, il viaggiatore che si recava Una simile idea preconcetta della nuova vi, un’opera architettonica insuperata nel
in Italia, prendeva soltanto in considera- architettura italiana non é pili oggi inte- suo genere. E anche nel progetto della
zione l’arte italiana che non fosse poste- ramente esatta. Le grandi costruzioni mo- nuova stazione di Firenze, che dovra sor-
riore al secolo decimottavo. Tutto cid che derne di Roma e di Milano rassomiglia- gere presso la chiesa di S. Maria Novella,
era stato fatto, in architettura o in pit- no piuttosto a dei crematori; le loro fac- non si é esitato a rompere definitivamen-
tura, dopo quell’epoca, recava tracce di ciate sono liscie e sono ricoperte di gran- te colla vecchia tradizione italiana.
provincialismo e, pertanto, veniva trascu- di lastre di granito lucido o di marmo.
rato. Nel. secolo decimonono I’Italia co- Il lusso del materiale vi sostituisce la pla- La Triennale é un’esposizione periodica
mincid ad assimilare in gran parte quelle stica e lornamentazione. Un ottimo esem- di arte applicata fondata nel 1921 e che
tendenze artistiche che gia erano state pio di questa nuova tendenza ci é forni- in quest’anno é stata trasferita con spe-
provate e accettate di la dalle Alpi, e in to dal progetto — gia eseguito in marmo ciale rilievo da Monza a Milano, ove ven-
tutti i paesi del mezzodi si manifesto un e in granito anche nel modello — del fu- ne installata dietro al Castello Sforzesco
movimento analogo. Ma ben presto si eb- turo Palazzo di Giustizia di Milano, e at- e precisamente nel Parco della Citta. La
bero i segni precursori di una vitalita tualmente esposto alla Triennale. Le fac- esposizione attuale si riferisce meno al-
nuova nel bacino mediterraneo, non solo ciate sono lisce, ma nel vestibolo, alto Yarte applicata che all’architettura.
in Italia, ma anche ad Algeri e in Spagna, circa 30 metri, si pud riscontrare quello La Mostra mette particolarmente in evi-
e particolarmente a Barcellona. Il lungo stesso sciupio di spazio che si osserva nel- denza che I'Italia ufficiale si sta orientan-
assopimento volgeva finalmente al suo Ja stazione milanese progettata nel 1903. do in un modo ben determinato verso la
* termine.
Solo le forme sono diverse; il concetto nuova architettura. Come questo avvenga
Tl risveglio da una letargia culturale é direttivo é altrettanto lontano dalla vita (e avviene talvolta in realta non solo con
sempre penoso. Quando le masse si sono del 1933 quanto lo era, a suo tempo, quel- coraggio ma anche con imponente impie-
lungamente abituate ad un atteggiamento lo che portd al progetto della stazione del go di mezzi) é anche per noi particolar-
agnostico e disinteressato nei confronti 1906. mente interessante.
dell’attivitaé culturale, esse finiscono per La letargia culturale di un popolo é, co- La Triennale non costituisce un tutto
cadere in uno stato d’indifferenza che si me abbiamo detto, particolarmente diffi- unico: essa offre uno sguardo generale su
avvicina ad un vero e proprio irrigidi-
cile da superare, si che si pud prevedere cid che avviene in Italia e su cid che in
mento. Occorre allora grande energia per
che questo periodo della monumentalita questo paese si desidera. Essa si divide
disperdere questa indifferenza e risveglia- continuera ancora per qualche tempo. non solo secondo le materie in diversi re-
re un nuovo interesse per i problemi del- Nuovi sintomi, perd, si manifestano. parti aventi qualité diverse. Il Palazzo
la cultura e dell’arte. E’ questo forse il
Questi nuovi sintomi sono pi che mai delle Arti costruito per questa V Trienna-
pi complesso dei problemi che i popoli
evidenti in uno dei reparti della grande le coi suoi vestiboli, col suo atrio, con le
del bacino mediterraneo debbono oggi ri-
mostra di architettura organizzata dalla sue scalinate monumentali, col suo salo-
solvere.
Triennale, e precisamente nella Galleria, ne d’onore, appartiene ancora a quelle co-
L'Italia, soprattutto, si trova in posizio- dove, per disposizione della Direzione, do- struzioni nelle quali il bisogno di una este-
nedifficile, perché l’eredita artistica e cul- dici fra i pit valenti architetti moderni riorita rappresentativa confonde lo scopo
turale del passato, sotto il cui peso essa
presentano i loro lavori in dodici stand per il quale esse furono costruite. Se la
per tanto tempo soggiacque, non pud es-
aperti e mostrando cosi chiaramente do- Triennale si sviluppera ulteriormente di-
sere imitata. Essa deve piuttosto ricerca- ve debba essere cercata la vera tradizio- ventera presto evidente che in questo edi-
re il pensiero profondo, l’anima di quella ne del nostro tempo. La scelta é stata ficio le sale per la vera e propria esposi-
sua antica civilta, per adattarli alle for- difficile, per quanto riguarda l’Italia; ci zione sono insufficienti. P, M. Bardi, che é
me nuove proprie della civilt&é moderna. sembra infatti caratteristico che, accanto oggi in Italia a capo della critica pil se-
Pertanto il metro col quale occorre mi- ad artisti come Frank Lloyd Wright, vera, ha gia relegato anche questo edifi-
surare i risultati raggiunti oggi in Italia, Adolf Loos, Perret, Corbusier, Gropius, ed cio nella sua «tavola degli orrori» della
dev’essere diverso, secondo che si voglio- altri, l'Italia non abbia potuto essere rap- architettura italiana. E invero questa cO-
no paragonaretali risultati nei limiti del- presentata che dall’architetto comasco struzione col suo rivestimento rossastro,
24
Assai ben riuscito dal punto di vista del- tore cosi ben retribuito da poter vivere
colle sue arcate sporgenti e di pietra, si
la tecnica dell’esposizione, troviamo poi, in una casa ricco-borghese con tanto di
avvicina piuttosto allo pseudo-moderni-
nel Parco, la Casa, di vetro, del Giornali- salone sportivo. L’uomo di studio, vi vie-
smo teutonico di un Héger chealla strut-
smo, nel quale le applicazioni di quell’in- ne circondato da arredamenti principe-
tura lapidaria del suo vicino immediato,
teressante mezzo di espressione scoperto schi e munito di un gabinetto da lavoro
il Castello Sforzesco. Ma proprio questo
dai dadaisti e realizzato dai Russi, trova- affrescato con personaggi in grandezza na-
Palazzo ha carattere permanente, mentre
no un ulteriore sviluppo. Questi fotomon- turale (cid che, tra laltro, sembra poco
i 33 modelli di costuzioni sparsi nel Parco
taggi, eseguiti d’altronde da noti pittori, propizio alla concentrazione spirituale).
dovranno essere demoliti fra pochi mesi.
sono sotto molti punti di vista assai pit Senza volerlo e per contrasto vien fatto
Tl Palazzo delle Arti contiene anzitutto

eenee OP eens
prossimi alla realté della vita, di quanto di pensare alla piccola cella d’isolamento
una grande Mostra di architettura non-
lo siano gli affreschi monumentali del Pa- costruita nel 1923 da Le Corbusier per la
ché prodotti nazionali e internazionali di
lazzo dell’Arte. Gli enormi affreschi fanno casa di vetro del pittore Ozenfant.
arte applicata.
Chi voglia rendersi conto di quantoé sta- pensare se questo sia veramente la via pit Altrettanto inesistente dovrebbe essere
appropriata per ridar vita all’arte pittori- oggi, e pill ancora in avvenire,il caso del-
to fatto, in materia di architettura nel
ca. Si sono spese 300.000 lire e sono stati Yartista che si possa concedere il lusso
mondointero, dall’Argentina alla Russia,

ee
in questi ultimi tre anni, lo trovera qui chiamati a collaborare i migliori elementi della grande casa di campagna sul lago
di cui dispone oggi l’Italia: dal melanco- pel riposo estivo, munita anche del gran-
organicamente riunito. L’« assolutamente
nuovo» architettonico dei differenti Stati nico e nordico Carlo Carra.a quel Giorgio de studio e della grande intelaiatura me-

vi @ esposto in grandi fotomontaggi. Gli De Chirico e Gino Severini, che oggi ci tallica per gli affreschi. La soluzione ar-

Italiani e i Russi sanno utilizzare in mo- danno qualche delusione. Ma una simlie chitettonicamente pit esatta e pill accu-
do speciale il linguaggio del fotomontag- adunata, fatta sullo stampo del rinasci- rata in questo campo ci é senza dubbio

gio. La Svizzera presenta sulla parete a mento, nuoce qui tanto agli artisti quan- offerta dalla Villa per un artista di Pollini

lei destinata tutta una, nitida serie di ri- to all’opera. e Figini. In essa si é tentato di creare le
produzioni dei suoi migliori edifici. Ma Videa pit esatta e conclusiva di cid necessarie possibilita di concentrazione e
Questa Mostra offre una veduta d’assie- che oggi si vuole in Italia é data dalle 33 di isolamento mediante una speciale e lo-
me, ordinata secondo gli scopi, dell’archi- costruzioni sperimentali simpaticamente gica suddivisione dei locali.
tettura di tutti i paesi. Segue poi — senza sparse nel grande Parco senza preconcet- Tutta questa gente: artisti, pittori, scrit-
ritocco — cid che si costruisce nell’Italia ti distributivi. Agli architetti venne lascia- tori, aviatori non hanno pit oggi una vita
di oggi. ta la massima liberta; molti di essi si so- privata interessante; essi vivono come
L’esposizione di arte decorativa si man- no assegnati da sé il proprio compito. tutti gli altri uomini. La loro vita perso-
tiene anche qui, come in tutti gli altri Noi procederemo in quest’esame non dal- nale trascorre come quella di chiunque
Paesi, sulla difensiva. Il suo livello é quel- la forma architettonica, ma dalle forme altro. Cid che la pone in evidenza é cid
lo del Salon des Artistes décorateurs, di di vita alle quali le costruzioni vorrebbero che essi producono e nonil riflesso monu-
Parigi! essere dedicate. Possiamo cosi osservare mentale del loro modo di vivere.
Nelle diverse sale le diverse Nazioni tre diversi compiti, alla cui realizzazione si E’ logico che concetti architettonici ba-
espongono: Il Deutscher Werkbund i pro- tende. sati fuori dalla realta possano facilmente
dotti dell’industria grafica tedesca; l’In- Nella vita italiana attuale lo sport ha indurre gli architetti a realizzazioni inde-
ghilterra oggetti di produzione standar- senza dubbio un posto importantissimo. finite e talvolta anche fanciullesche. Que-
dizzata e persino pipe, guanti e valigie; la Talvolta — come nella capanna per sci sto é proprio il pericolo che sovrasta oggi
Svezia vetri di Orrefors; la Finlandia tes- del genovese Luigi Vietti — traspare an- il movimento architettonico italiano. Un
suti e sedie elastiche di legno del ben no- cora la novita del problema sportivo per esempio caratteristico ci @ fornito dalla
to Alvar Aalto; la Francia, invece, mobili Vitaliano. Gli sciatori non hanno bisogno « Casa del sabato per gli sposi», nata nel-
decorativi in generale inferiori a quelli di di sedersi su sedie d’acciaio ricoperte di lo studio di un architetto il quale vi ha
fabbricazione italiana. E’ un peccato che pesanti pellicce. Abbiamo poi un Albergo riunito con una certa perizia diversi ele-
la Svizzera sia completamente assente. In per montagna di media altitudine, una menti dell’architettura moderna in modo
sua vece @ rappresentata una societa di capanna per club alpino, una casa dell’a- altrettanto formale quanto quello con cui
arte sacra i cui prodotti, perd, sono al- viatore, una casetta per fine settimana al egli seppe sovrapporre gli elementi dell’ar-
trettanto inferiori a quelli corrispondenti mare (architetto E. Faludi), al lago e al chitettura storica nei suoi palazzi di tipo
italiani, come i mobili francesi. Questa in- monte (architetti Griffini, Faludi e Bot- forno-crematorio, Nella sala da bagnotro-
differenza nei riguardi di una cosi impor- toni). Queste casette per week-end, pre- viamo infatti pareti con specchi a vetri
tante manifestazione ci sembra difficile a sentate in grandezze assai diverse, ma for- affumicati cosi care a Mies van der Rohe,
concepire! nite di ambienti straordinariamente gran- mentre si accede al tetto mediante una
Dal punto di vista tecnico l’esposizione di nonostante il prezzo assai ridotto, e scala a chiocciola tipo Le Corbusier, sol-
delle Comunicazioni (architetto Pulitzer costruite in parte secondo nuovi criteri tanto che questa é di marmo lucidato a
Finali), ordinata nel Palazzo dell’Arte, é tecnici, rappresentano la parte meglio specchio. Ma, in realta, questa specie di
veramente organizzata in modo perfetto. riuscita di tutta l’esposizione. fotomontaggio architettonico si scinde nei
Vi si pud osservare soprattutto l’immenso La seconda categoria delle costruzioni suoi elementi, con deplorevole effetto.
Progresso perseguito dall’Italia in questi sperimentali, appartiene pit che altro al- La terza categoria delle costruzionisi ri-
ultimi anni nel campo delle installazioni ja fantasia architettonica. Essa costruisce ferisce a elementi di carattere sociale:
navali, Questo Progresso é in piena mar- quasi sempre per categorie di persone ine- scuole, abitazioni per la media borghesia
cia. e sta superando la stessa Francia, sistenti in realt&é: per esempio, per l’avia- disposte in armature d’acciaio a pit piani
a

25
(arch. L. Vietti) e, infine — cosa assai in-
teressante dal punto di vista programma-
tico — gli elementi di abitazioni per ca-
se popolari, disposti all’estremita del Par-
co, e ideati da Griffini e Bottoni. Si é qui
cercato di realizzare le pitt diverse suddi-
visioni della pianta dei locali, anche con
disponibilité assai limitata di superficie
abitabile. Cid che, in realta, @ gia stato
fatto, dato che questa necessita deriva dal-
le condizioni cosi caratteristiche esistenti
in Italia. I metodi relativi sono stati con-
cretati in questi ultimi anni in Germania,
in Olanda e in Isvizzera. Ma il modo con
cui, per eSempio, vengono distribuite e
impiantate le cucine e i vari accessori, in-
dicano un ulteriore sviluppo indipendente.
In tutta Vesposizione la direttiva mus-
soliniana per il 1933: andare verso il po-
polo, non é stata abbastanza seguita. Tl
problema delle abitazioni per la piccola
borghesia e per i lavoratori non é ancora
risolte in Italia. Si pensi che, anche nei
nuovi progetti, si richiede che, per ogni
ettaro, siano alloggiati 800 individui e che
Valtezza dei vani debba essere di m. 3,30.
Il metro cubo di vanoricostruito non de-
ve costare pitt di 50 lire, cid che per noi
rappresenta un prezzo inverosimilmente
basso. L’altezza degli edifici é limitata a
24 metri.
Si potrebbero forse oggi alloggiare uma-
namente anche 800 persone perettaro,
ma non certo’seguendo i dettami di una
architettura ormai sorpassata e che im-
pedisce, colle sue regole, ogni vera solu-
zione integrale. E proprio in Italia sareb-
be possibile eliminare, con un tratto di
penna, tutte le limitazioni che si oppongo-
CORSIVO N. 28 grafie, aderenze o cariche politiche e do-
cumenti di esse, carte granulose a tutto ef
no allo sviluppo di una architettura vera- Anche « Quadrante » bandisce un concor- fetto per prospettive lapis teneri, compro-
mente razionale. Un solo esempio dimo- so di architettura. messi, ecc ecc. Possono entrare solo idee
strativo di colonia urbana realizzata se- Concorso nuovo che non manchera di.su- capaci di uscire dal cervello. I concorrenti
condo i nuovi criteri avrebbe potuto ser- scitare Vinteresse pik vivo e le piu ina- a questo concorso si presenteranno cioe:
vire a far progredire l’architettura e l’in- spettate rivelazioni. Il concorso é aperto Nudi con un lapis (N. 2) e una gomma in
dustria edilizia italiane assai meglio e pid a tutti e ha tema libero. Poiché si tratta mano.
rapidamente di una serie di costruzioni di saper svolgere un qualsivoglia tema ine- (La carta liscia sara fornita da « Qua-
sperimentali senza scopo ben definito. Ma rente all’architettura, il concorso si pre- drante »).
non dimentichiamo che J’Italia é ora sol- senta allettante; esso é dotato di un solo Tutti gli Architetti aderenti alla nostra
tanto all'inizio del suo sviluppo. e ricchissimo premio; il titolo di Architet- Rivista hanno assicurato entusiasti la 1o-
La V Triennale rappresenta per I’Italia to e ha una particolare condizione che lo ro partecipazione. Inviti sono stati dirama-
un grande salto in avanti. La prossima rende caratteristico tra tutti: i concorren- ti a molti fra i grandi Architetti e Maestri
volta essa ci offrira probabilmente, anzi- ti dovranno svolgere il loro tema isolati italiani ma nessuno ha risposto, finord.
ché un semplice manifesto, qual essa oggi, gli uni dagli altri in appositi locali che P. B.
in fondo, rappresenta, un complesso di « Quadrante» ha allestito nella sua sede.
compiti ben definiti ed é anche da spera- Per accedere a questi locali i concorrenti
re che, oltre agli italiani, verranno chia- dovranno spogliarsi dei seguenti oggetti:
mati a collaborare alla soluzione di tali cartoline illustrate, titoli accademici, rivi- CORSIVON. 29
problemi, anche architetti stranieri, oggi ste tedesche e d’altri paesi, motivi archi-
presenti alla Triennale soltanto con ripro- tettonici, progetti non firmati di giovani cae
IL fenomeno Piacentini si sviluppa 4
i=
duzioni grafiche dei loro lavori. razionalisti, aiuti, sostituti, factotum
di sta d’occhio.
SIGFRID GIEDION studio, amici di famiglia e di papa, foto- P.M. B.
26
V Triennale - Gruppo Architetti e Ingegneri Comaschi - Casa sul lago per UVartista - In alto: loggia sul lago al primo piano.

Lo studio dal finestrone sul lago - In basso: fronte al lago e fianco - Particolare del fronte nord colla parete in vetro dello studio.
y+

to preso che per aderenza polemica), nes-


SURREALISMO surréaliste le plus simple consiste, révol-
vers aux poings, a descendre dans la rue suno lo potra certamente disconoscere

E FUNZIONALISMO et a@ tirer au hasard, tant qu’on peut, dans senza per questo pretendere perd che le
la foule». Per la quale cosa ci sara faci- sue affermazioni odiose impegnino mini-
Dato che le vicende del funzionalismo le scoprire l’assenza di un tecnicismo mamente il movimento che da solo non
rappresentano la protesta per l’attuazio- strutturale dall’idea surrealista. Ad onta saprebbe rappresentare. Spettera a Dali
ne di una vita propria della nuova ar- di cid, noi applaudiamo volentieri al sur- soltanto di affardellarsi la responsabilita
chitettura, per avvicinare le altre ten- realismo per il suo disinteressamento, il del suo abbaruffio critico,.e scolparsi di
denze artistiche ad essa, vi sarebbe da suo disprezzo del pericolo, il suo orgoglio, una catasta di sdolcinature estetiche di
sradicare dalla dottrina surrealista certe la sua vergogna di ogni indifferenza poe- tal genere, non sara cosa ch’egli potra
immagini d’arte di un ordine assai ele- tica, ma non sappiamo perché André Bré- prendere alla leggera. Per ora, acconten-
vato, che per ora sono ancora fuse nella ton voglia che «le diable préserve, en- tiamoci di segnalare al biasimo dei fun-
ganga di inspiegabili concetti negatori core une fois, Vidée surréaliste comme zionalisti e alla vendetta pubblica, bol-
dell’edilizia moderna. I manifesti dei sur- toute autre idée qui tend a@ prendre une landoli ferocemente, gli apprezzamenti
realisti che sono, in fondo, l’introduzione forme concréte» (Second manifeste du gratuiti di Dali sull’architettura moder-
filosofica all’arte d’oggi, sostengono che surréalisme), inverminando cosi, inconsa- na, per sollevarla — col surrealismo —
la realta é brutta per definizione. La bel- pevolmente, tutta l’arte moderna, facen- dalle accuse maligne ed infamanti di co-
lezza non esisterebbe che in quello che do cadere l’ordine plastico in un campo tal indegno confessore. « Sistematizzare
é irreale. Pur accordando che il surrea- astruso puramente letterario. Nel surrea- le confusione e contribuire al discredito
lismo non abbia servito ad altro che a lismo, quello che piace a noi altri giova- totale del mondo. della realtd», cosi si
provocare una crisi di coscienza, tutta- ni, quello che ammiriamo incondizionata- esprime l’artista spagnuolo (Salvador Da-
via, esaminando le cose dal solo punto mente, é quella «promenade perpétuelle li, L’dne pourri). Potere e pensiero para-
di vista intellettuale e morale, esso ha en zone interdite» (opera citata) che ci noici, simulacri foschi dell’ incosciente,
perd troppo relegato all’ultimo piano I’a- sembra tanto vicina alle audacie del ra- immagini doppie che sono la rappresen-
more del contrasto e l’anelito dello spi- zionalismo europeo. tazione di un oggetto che senza la mini-
rito dinamico. Malgrado questo handicap Listituzione di argomenti polemici in- ma modifica figurativa od anatomica é
estetico, i razionalisti sono pronti ancora torno al rilassamento del surrealismo di nel tempo stesso la rappresentazione di
ad inculcare all’ architettura moderna fronte all’architettura moderna condur- un’altro oggetto assolutamente diverso,
«la nozione del. reale e dell’immaginario rebbe ad una fioritura di nuove formule spoglio pur esso di ogni genere di defor-
al momento in cui finiscono di essere per- d’arte, atte egualmente a portare lo scom- mazione o anormalité che potrebbe cela-
cepiti contradditoriamente» (André Bre- Piglio nelle file dei profittatori senza fe- re qualche ordine, sono interessantissime
ton, «Second manifeste du surréalisme»). de del modernismo. Poco importa perd, definizioni di concetti poetici e pittorici
Nella nostra ardente generosita, dovuta sapere perché il surrealismo si é social- che, in architettura perd, non avrebbero
allo spirito di coerenza volontaria che mente fuorviato aderendo al principio dovuto condurre Dali all’apologia frene-
anima, la tendenza funzionalista, noi non del materialismo storico. Quello che ci tica dello stile liberty e di tutte quelle co-
crediamoche il surrealismo abbia un sen- par utile conoscere, é che di fronte alla struzioni anonime e sconsolanti che po-
so destruttore, ma che possegga, bensi, eventualita di una letteratura e di una polano ancora l’Europa. Tale argomenta-
in assoluto, soltanto un senso costruttore arte proletarie, il surrealismo si compor- zione mi obbliga a mettere subito in
in pittura, in scultura ed in letteratura. to da gran signore negandoloro, per ora, guardia i disonesti contradditori, onde
Per le opere della musica’ e particolar- ogni probabilita di imporsi fra i moder- non mi si creda un architetto razionali-
mente dell’architettura, esso offre un in- ni, prive come sono dell’appoggio spiri- sta fanatico, il quale — volontariamente
teresse pit teorico che pratico, il quale si tuale di una qualsiasi tradizione verba- — veda soltanto la saldezza della propria
riattacca quasi unicamente al pensiero le, di una qualsiasi tradizione plastica, arte. Sulla nostra «esagerata simpatia»
intellettuale ed in second’ordine, soltan- di una qualsiasi cultura. Ma giacché esso per i pittori e i poeti (sono parole che
to, al pensiero grafico. Fra i creatori sur- vuol sollevare il problema dell’espressio- troviamo ognora in bocca di moltissimi
realisti, Giorgio De Chirico, Joan Mird ne umana su tutte le sue forme, e quin- costruttori, ingegneri, architetti e scrit-
e Hans Arp sono verosimilmente gli uni- di anche sotto quella dell’ architettura tori nostri), basti rammentare che nei
ci artisti della tendenza che abbiano sa- che 6 dimportanza maggiore, una breve miei studi sull’architetto Antonio San-
puto infondere alla loro pittura le sem- parentesi aperta pel caso Dali aggiunge- v’Elia e sugli elementi dell’architettura
bianze di un ellenismo plastico corredato r& una soddisfacente chiarezza delle pos- funzionale, ho sostenuto per Vappunto la
di un potere comunicativo per Tarte edi- sibilité di un tema architettonico surrea-
importanza decisiva del contributo archi-
ficatoria. lista e un tradimento di pit alla collana tettonico dei poeti cubisti e dei pittori
Ml surrealismo che attende ancora tutto di quelli dell'idea surrealista, nel seno elementaristi e neoplastici. Osmosi arti-
dalla violenza, dimentica forse troppo stesso dei suoi aderenti ufficiali. stica che mi autorizza dunque a provo-
Sconsideratamente che il futurismo ita-
Che lo spagnuolo Salvador Dali, pittore care il fallimento critico di taluni pitto-
liano ed il cubismo francese (movimenti € scrittore genialmente dotato di quali-
ri in cui lo spirito del razionalismo é ri-
che lo precedono in data) hanno ormai ta definitive, abbia compromesso, col suo
masto affogato nella pi assurda incom-
da tempo superato questo stato interme-
atteggiamento osceno e blasfematorio, al- petenza. E siccome questi pittori sono
dio o preparatorio. Stupisce percid di ve-
cuni punti critici della tendenza ch’egli
qualche volta (come nel caso Dali) dei
dere André Breton affermare, nel secon-
intendeva difendere nella sua integrita
grandi pittori i quali hanno delle orec-
do manifesta del surrealismo, che «lacte
formale (a nostro parere pid per parti-
chie che li ascoltano e degli occhi che li

29
leggono, pili enorme ancora é il pericolo CORSIVON. 31 ricolosamente vissuta, bisognosa di
ta, volta alle incognite del domani,
novi-
in cui incorre l’architettura moderna. emo.
Sappiate Dali che é di buon rendimen- Siamo fascisti intransigenti e « domeni- zionante, desiderosa di ricominciare
dac-
to estetico assegnare al pensiero e al- cani», che hanno seguito il Capo non capo tutte le mattine.
Yarte, come alla tecnica, i limiti di un Ma a ogni minuto ci arriva un
per la sistemazione di un loro interesse parere
quadro economico. Non verrebbe allora contrario, a ogni minuto ci Ssopraggiunge
ideale o pratico, ma con Vintima convin-
in. mente a nessuno, e tanto meno ai Vavvertimento di non esagerare, e ci si
zione che dietro di Lui si serve una Rivo-
pittori geniali, di inquadrare l’architettu-
luzione, la grande rivoluione del secolo dimostra che Vandare delle cose
marcia
ra euroepa nelle sfere nebulose e abbiet-
ch’é un piacere. Il buon senso trionfa. Il
te del Modern style, le cui opere costitui- ventesimo, —
nostro parer contrario é biasimato,
scono forse dei desideri solidificati, ma e chi
puo lo castiga.
dei desideri deliranti i quali conducono Noi ben sappiamo per quali motivi, ra-
in via diretta (come nella vostra ripu- gazzi, in un momento in cui Mussolini
gnante speranza) «aux sources claires de dava unasterzata alla storia italiana, sia- C’é anche un tipo buffo di individuo a
la masturbation, de Vexhibitionnisme, du quale ritiene che sia da condannarsi chi
mo stati nei ranghi della sua azione:
crime» (Salvador Dali, opera citata), ma esercita la critica, chi si manifesta contro
consapevolezza che Vandare delle cose in
non alle sorgenti della plastica pura (co- Vinfallibilita, chi in sostanza pensa cheil
cui VItalia languiva sarebbe mutato, per-
me nella speranza dei funzionalisti). D’al- discutere non tramonti, che non sia da
suasione che una giustizia sociale avreb-
tra parte, approvando pienamente le idee
condannarsi insomma il guastafeste, Vi
di Massimo Bontempelli sugli stati d’ani- be camminata per le buone strade, fede
in un figlio di fabbro chiamato a rimette- sono dei buffi caratteri che vorrebbero
mo puri, é bene considerare che contra-
re in sesto una Nazione anelante a forti (con la scusa della disciplina) Vuniverso
riamente all’elaborazione sistematica del-
imprese. acclamante a ogni loro barlume di atto.
la «ruine de la réalité» (Dali, opera ci-
tata) nelle « formes et les couleurs de la La nostra parola spesso é male intesa, Se essi sbagliano, e qualcuno con onesta

démoralisation et de la confusion» (Dali, fa loro notare che hanno sbagliato, salta-


persino tacciata di indisciplina, talvolta
opera citata), l’'uomo ha due arti desti- no su tutte le furie, e sull’ultima furia su
messa all’indice, quando irresistibili im-
nate alla espressione dello stato d’animo cui sono balzati meditano il pit acconcio
peti ci prendono e confessiamo il nostro
puro: l’architettura e la musica. Bisogna tranello per sbarazzarti di te. C’é di pit:
stato d’animo di fronte a fatti che dan-
quindi lasciar loro questo compito. dimostreranno che sei indisciplinato.
no germoglio alla Rivoluzione. Cozziamo
ALBERTO SARTORIS contro ostacoli di sornionismo, di pigra
resistenza, di borghese organizzazione, che Per fortuna della gente con testa sulle

ci riempiono di amarezze senza ristoro, spalle e con il cervello funzionante, quan-


do gli infallibili (che per la loro infalli-
CORSIVO N. 30 di acerbe delusioni, del desiderio di sca-
bilita, per prima cosa, in tutte le cose,
tenarci senza riflessione, senza calcolo,
In mezzo al disordine del pensiero mo- con la generosita che si scaraventa in sbagliano appena mettono piede nella a)
derno, che non ha ancora stabilito il mez- una battaglia. finiscono in suprema istanza si aezecca-
20 di coordinare i principii dell’attivita no certe bocciature che li bocciano vita
creatrice su uno stesso piano di espressio- natural durante. La gente che si monta,
Ci ribelliamo, reclamiamo, brontoliamo;
ne e di tendenza, ci si pone naturalmente che si gonfia, che si impallona é, per fa-
qualeuno ci guarda male, qualeuno ci fa
la domandase, dato il ritmo evolutivo at- talita di tempo e per giovinezea della Ri-
del male, qualcuno tenta il bando, il si-
tuale, Varchitettura potra affermarsi in voluzione, in numero cospicuo. Spesso as-
lenzio, la « fregatura». Noi resistiamo, e
potenza dell’umano, cioé in funzione del-
la nostra fede si ingigantisce cosi, che sisti a gonfiature enormi, a prosopoped
Puomo e delle virtu sociali specifiche del-
non sappiamo pit come farla ingigantire. cafonesca, a turlupinatura ciarlatanescd,
la sua razza, secondo i modi di una sag-
gia organizzazione economica, in cui lo E’ in codesti momenti avventurosi che noi da parte di vecchi arnesi che hanno ap
stile potrebbe essere subordinato agli ele- pensiamo di essere i primitivi d’una reli- prese le malizie alla scuola del pitt sner
menti plastici naturali del « materiale » gione nata a smantellare V’andazzo arrug- vante giolittismo.
in certe regioni. ginito daltre religioni. La colpa non é di nessuno: é del tem-
La risposta é, tuttavia, chiara e netta, po, é dei tempi chesi riformano; @ walira
per chi vuol capirla. E, senza dubbio alcu-
Noi non sappiamo, non vogliamo sapere parte la generosita della Rivoluzione ha
no, al ritmo in cui vanno le tendenze del- della
Waltro e di altri che di questa norma di preso a pedate gli schifosi deretani
Varchitettura razionale, é facile concepi-
vita che si chiama Fascismo. Il resto, ab- poltroneria statu quo ante.
re quale potenza dell’umano si affermera:
bia pur duemila anni di esistenza, non
passaggio dalla meccanica al dinamismo,
in virtu dello spirito di necessita, che go- conta. Pensiamochele rivoluzioni si fan- Perché siamo cosi acidi?
verna le funzioni del costruire. E questo no per svigliacchire il mondo, per risve- Sara mezz’ora, un amico ci ha debt0!
; i

ci conduce lontani dal comunismo in ar- gliarlo, per ringiovanirio, per tenergli lon- — vi conviene a prendervela tanto per
chitettura che certe forme internazionali tana la cancrena dell’ozio e di tutti i vi- questo e per quell’altro? cosi vuol aire
dell’arte moderna facevano temere. 2 che figliano dall’ozio, isolarsi.
A. 8. Ci siamo abituati a una nostra vita pe- p. M. B.
30
FFICIO ....----

ssbinder

!
i

V Triennale - Gruppo Architetti e Ingegneri Comaschi - Casa sul lago per


Vl artista - Dallalto in basso - a sinistra: Interno
dello studio visto dal ponte mobile e parete affrescata da Mario Radice (mobili ricoperti in linoleum azzurro). Sala da pranzo
vista dall’ ing resso con mobile bar, scrittoio e libreria, parete scorrevole in cristallo legata in anticorodal e pavimento
in linoleum
bianco unito - A destra - “Serzizio,,: ‘mobile a muro per stoviglie e tavolo ricoperto in linoleum con
tavola da stiro scorrevole.
Cucina : credenza in legno compensato con ripiani rivestiti in lastre d’acciaio inossidabile. Sala da pranzo verso lL’ ingresso,
Sala di soggiorno con vetrata fissa verso il lago e pavimento in linoleum bianco unito, Tende
Indanthren in tutti i locali.
31
ii
UFFICIO i
a

PEINTURE AL HUILE vant quel Juge je vous prie?


Nous avons mal au ventre mémede la
prier la dictature de la Plastique pure»;
tirer sur quiconque voudra la reconqué-
ET PEINTURE DE “MUR” peinture, parce que homme a mal au rir. Un tableau n’a jamais été peint a
ventre méme de son intimité. C’est cela Vhuile. Ce qui circule dans les veines de
Tentons de ne point trop parler « pein- énoncer cette constatation, que j’appelle Yartiste, ce doit étre non de l’huile: mais
ture». Ne serait il pas enfin nécessaire «ne pas bavarder peinture; trucs et ficel- du sang et des ideés.
que ce qui fut généralement admis comme les! ». Songer &4 ’homme, ramener tout &
la chimie propre 4 la peinture; ses poi- ses besoins essentiels, & son gout de l’a- Sans doute nous y voici enfin venus aux
sons; ses signes maconniques; et cet or- mouret de la mort: songer & ses appetits problémes affairents au «tableau de che-
gueil des techniciens peintres, leurs cédes premiers et & ses perils élémentaires; et valet », ndétre mal.
secrets et leurs formules ésoteriques; ne nous sauronsalors ou! se débattent les pro- Orfévreries, élégances, tours de passe-
serait il pas ‘enfin nécessaire que toute blémes cruciaux du peintre. Mais que si passe acrobatiques baignantes dans l’hui-
cette alchimie fut oubliée? vous ne débattez que des régles privées le. Toujours l’huile qui est lourde et ran-
La peinture d’une nation, commeses cé- du tableau, des compositions et des ma- cit tous les problémes. A qui la faute?
tes; comme ses canaux, les richesses de tiéres, et des jus et des pates, vous per- Que la Renaissance ait voulu hisser l’hom-
son sous-sol, ne conviendrait il pas enfin drez de vue et la vie et le secret du ta- me jusqu’au role de vrai maitre de sa pla-
de les restituer au Domaine public. Pa- bleau. Le probléme présent de la peintu- néte, rien ne peut y contredire. Sachons
ris, qui comme Il'Italie, ’Espagne ou la re est, et n’est que situé dans la facon du mesurer cependant tous les déchets d’u-
Hollande, fut un grand creuset de fermen- peintre de vivre et de mourir: et de mou- ne aussi legitime ambition: mais d’une
tations plastiques, Paris a dévié les meil- rir pour qui et pour quoi; et de survivre ambition dégenerée maintenant en un nar-
leurs de ses hommes — et a peu d’excep- en qui et pour quelle justice! (Laissez ici cissisme sans issues. La Renaissance a
tions-prés — vers un art amputé de tous sourire les bourriques!). couté & Dieu les trois quart de son exis-
rapports avec la masse de ses ouvriers de tence. Mais on a remplagé Dieu par des
ses paysans. Avons nous, ceci dit, desormais licence millions de Dieux, voraces, cruels, destruc-
Limitée & la gens internationale, 1l’ele- den venir aux petits labyrinthes privés teurs, et de petite ambition. Chaque
gance des raccourcis de la pensée nous a de la technique, de la fabrication? Non, peintre, individuellement s’est cru cen-
couté, & nous autres peintres, ce souffle tout n’est pas dit encore. Il faut nous l'in- tre du monde. Les besognes gothiques,
rauque qui est la marque des grosses civi- terdire. Voyons ce qui peut sauver «l’hom- cette épluchure des surfaces de l’eglise
lisations. Mais est-ce un mal francais ou me-peintre» avant que de déterminer les par le sculpteur anonyme; il faut bien
un mal d’époque? Sans doute les deux! La besognes professionelles, les desirs syndi- convenir que c’est dans l’abandon de ces
Mesure dite francaise, cette mesure mo- caux du peintre. besognes humbles, artisanes, que se si-
yenne dont se faisaient un diadéme le Pourquoi sommes nous malades, et si tue la rangon excessive de notre liberté.
President Poincaré et sa cour miteuse de bas; et si désesperés. Derain medisait une Nous avons voulu étre seuls: précieux,
petits rentiers; cette pénombre ot doivent nuit: « Tout est foutu». Miro, a, par ses en proie & un délire individuel. Nous voi-
s’engloutir les gros élans, il faudra que la amis, laissé écrire: « Il faut tuer cette 1a, coffrés, maintenant dans une infecte
peinture s’en ampute ou la peinture mour- garce de peinture». Max Ernst la déchi- solitude. La peinture, le tableau, est de-
ra! Ou la peinture ne sera plus qu’une re. Je la mépriserais moi mémesi je n’a- venu lentement sous notre orgueil un
police de ces élans populaires sans quoi vais cet espoir q’un jour... voyez-vous, sadique effort pour entretenir chaque jour
les cathedrales gothiques (et pour ne citer ne croyons plus ou presque plus en elle. le jeu de nos petites impulsions personel-
qu’elles) n’eussent jamais vu le jour. La Et n’est ce pas précisément parce que les, de nos acrobaties esthétiques. Nous
peinture francaise 1900-1933 n’a pas su nous avons trop abusé d’elle? N’ avons avons peint pour quelques individus qui
dépasser le stade «art d’agrément» ou nous pas cru que c’était un instrument se sont cru d’esprit rare parce que leur
«art d’hédonisme ». Parfois sublime! J’en dont toutes les débauches nous semblaient quantité, & eux, etait infime. Et de rare-
conviens, mais d’agrément. Qu’est-ce Seu- autorisées, et nous avons peint pour pein- té en rareté, nous voici coupés du monde
rat ou Bonnard ou Matisse, a cété d’El dre. Greco, lui, peignait, Giotto peignait extérieur.
Greco? Cézanne a cété de Breughel? a pour situer le probléme de Dieu et de
cété de Delacroix? V’Homme. Goya, pour définir l'injustice et Soit! Mais il faut vivre. La peinture n’a
Ja guerre qui crucifient homme. Delacroix pas plus raison de mourir encore que la
L’epoque est dure. Elle implique un re- sentait peser dans ses veines ce lourd be- planéte. Ce n’est pas le monde qui s’é-
nouvellement si total que peu, d’entre soin de la mort que nourrissent les der- croule présentement, mais la Renaissan-
nous, en percoivent les conséquences exac- niers aristocrates de la race ou de Vésprit ce. Alors, ca dechire les entrailles de
tes. Dure, l’epoque, & vousfaire éclater les (quand l’Action leur échappe). Tous ces chacun, de grandes coliques nous boule-
tempes! Elle traine souvent en elle la hommes, done, ne furent « peintres » qu’ versent transversalement: les crampes
guerre et la faim. Ceci dit, il est seulement aprés, pendant, jamais avant de peindre. immobilisent de nos membres entiers. Ce
alors possible de tenter un équilibre des Tl en est d’autre chez nous, et je pense n’est pas la mort; ¢a, c’est une septicé-
vertus et des défauts. Des déterminations aux meilleurs, qui furent «peintresy avant
mie. Ne serait ce pas simplement le
collectives et des responsabilités indivi- que de peindre: «Homme» a leurs mo- temps venu d’amputer? Il faut pour ce-
duelles. Des fautes de l’epoque et des er- ments perdus. Et c’est 1a qu’est la plaie.
la divorcer d’avec notre esprit individua-
reurs des hommes. Mais y a-t-il, au fond, Et c’est de cet oubli de ’homme que l’on
liste, divorcer done d’avec cette chose
une telle liberté dont doive, de ses usages, peut mourir, en tant que peintre. Ou
barrée, la peinture de chevalet. Il faut
rendre compte un jour l'individu. Et de- Yhomme, pour sauver tout, devra expro-
la cantonner dans ce qu’elle est verita-

33
blement au fond; un instrument d’anali-
se; un moyen-terme; une étape avant
ce que d’aucuns ont nommé la peinture
symphonique, la peinture de mur. Et,
comme se pose en méme temps un pro-
bléme de proprieté, il faut entrevoir une
modification radicale du régime de pro-
prieté de oeuvre d’art. Laissons le ta-
bleau de chevalet 4 la petite propriété;
la fresque au régime collectif. La fresque
est un produit social. Elle ne naitra et
ne se developpera et ne se satisfera que
sur des murailles appartenantes d@ tous.

Ici, nous butons enfin du front le pro-


bléme de l’architecture. Rien ne sert de
songer au Mursi les murs ne sont point
nés. En d’autres termes, les conditions
objectives de la naissance d’une peintu-
re de murailles sont elles réunies: y a-t-il
une architecture vivante; et moderne?
Tl en est une! Qui la voudrait nier se
rendrait complice des pires adversaires
de la pensée moderne: que l’architecture
moderne en soit encore aux tatonne-
ments; qu’elle soit incomplete; fonctio-
naliste & l’excés: ca passera. Pauvre de
formes; pauvre d’aspect (l’époque est
diaboliquement pauvre ou plutot appau- en hauteur, en largeur. Et ceci est de té. C’est en ceci, c’est dans l’expression
vrie: peu importe. Ce qui importe dans grosse importance: les proportions de de ces hantises non plus individuelles mais
une naissance, ce ne sont pas les bégai- Yoeuvre peinte calculées par un geomé- collectives, que se situent les devoirs et
ments les petites ordures, les égoismes: tre. Elle fournit 4 la peinture une lumié- les conditions de renaissance de la Pein-
c’est la naissance d’un gosse. Or IJ’archi- re stable, definitive, non soumise aux ca-
wane: JEAN LURCAT
tecture moderne est née. Elle tend mé- prices du collectionneur ou du conserva-
me lentement, sirement, & une sorte teur de Musée; enfin, elle crée, par l’u-
WMuniversalité: elle s’infiltre en France, tilisation de l’edifice, le champ poétique
en Italie: elle a conquis la Hollande, I’Al- concret, precis, ot il aura licence de se
lemagne; elle ne peut tarder a domi- developper. C’est de toutes ces limita- CORSIVON. 32
ner les Ameriques, la Russie. A’ peu de tions que tirera sa force et son objectivi-
nuances prés, elle semble douée partout té la peinture de murailles. Oggi, nel campo dell’architettura vi é
des mémes caractéres, nudité, simplicité, rivoluzione e non, secondola legge di co-
hantise de la fonction. Elle est nue et Larchitecture ne peut vivre sans la pein- stanza intellettuale, un periodo transitorio
sevére, mais c’est qu’elle tend — et avant ture. La fonction crée peut étre une cer-
di prova'e di ricerca verso una nuovd
toute chose — a la création des volumes. taine poésie, parfois un certain lyrisme.
Elle sait jouer de la lumiére. Elle prefére sintesi delle condizioni permanenti di du-
mais ne crée pas tout entier ce lyrisme.
la lumiére au décor, ce qui est une fa- La fonction, abandonnée & elle seule, est rata e di equilibrio.
meuse vertu. Il semble méme qu’elle abstraite. La fresque doit concrétiser, hu- E ripeto: rivoluzione. Ma gli inizi, gli
joue sans fin avec la lumiére, tant elle maniser la fonction, la rendre domesti- sviluppi, i saggi non hanno finito di sus-
s’ouvre, béante, 4 elle; parfois plus équi- que, familiére ou méme aristocratique.
seguirsi, a condizione perd che una seve-
librée «sur des volumes de vides» que Un volume nesignifierait rien; une sur-
le
«sur des volumes de pleins». Mais elle face serait aussi sonore et désolée et ag- Ta organizzazione economica stabilisca
n’en contient pas moins, refugiées, creés gressive qu’un cachot si homme ne la basi di un nuovo ordine sociale, come &
en elle, d’immenses surfaces nues, sevé- meublait pas parfois. Pas toujours! Il il caso da noi, con Vandata al potere del
res, jeansénistes, et que le peintre a le ne faut certes pas retomber dans ler- Fascismo.
devoir de révendiquer. Et l’Architecte de reur des civilisations trop cossues, déco- IL razionalismo avrd, da allora, wn Ca-
lui donner. rant, tatouant chaque fragment plat de
rattere di novita come ora, non essendo
surface d’un edifice. Mais, en de certains
le sue condizioni vitali legate alla durata
La peinture ne peut vivre, générale- points cruciaux du batiment, la fresque
ment, que dans V’architecture. Celle ci est e@ a@ un equilibrio perfetto, ma alle sco-
doit tout 4 coup sensualiser les surfaces
le support; la directrice; c’est elle qui mortes des matériaux, imposer les mots perte e alle promesse dell’avuenire.
mésure les possibilités de son expansion dordre ou les hantises de la collectivi- AS.
34
(NOTE ALL' ENCICLOPEDIA) equivoco e insignificante aggettivo. Il Cro-
ce, ricordiamo, lo rivolse come atto d’ac-
zioni della critica tedesca in fatto di sto-
ria romana preferiamo ricorrere ai testi
CESARE ANTIROMANO? cusa al Fascismo, definendo questo movi- original.
mento antistorico. Di antistoricismo, chia- Come si vede, non é solo lV’incomprensio-
Apriamo V’Enciclopedia Italiana Trecca- miamolo pure cosi, conosciamo un solo ne di taluni aspetti essenziali della roma-
ni e cerchiamo il nome a noi pid caro di esempio: la tenace incongruenza di quei nita che profondamente ci irrita. Soprat-
Roma, il piu significativo e pit grande: dotti che in questa nostra Italia, maestra tutto non possiamo tollerare in alcun mo-
Cesare. Dopo tante interpretazioni stra- di storia e di filosofia della storia al mon- do che ci siano serviti di seconda mano,
niere ci sorride il pensiero di trovare al- do, parlano ancora di antistoria, che é da studiosi italiani, i risultati di una cri-
fine un’interpretazione tutta nostra, tut- un non senso, un badiale errore concet- tica tedesca, informata al pi teutonico
ta schiettamente e interamente romana. tuale, una ridicola contraddizione in ter- spirito, nell’Enciclopedia Italiana, vale a
« Scribenti manus injicit et quemlibet fe- mini). dire in un’opera che é per molti rami —
stinantem in se morari cogit » ebbe a di- Troppe sono le incongruenze che nelle e dovrebbe essere per tutti e particolar-
re di Cesare Velleio Patercolo; non cosi poche righe citate si ammassano: elencar- mente per questo — davvero monumenta-
peré accade al dotto compilatore dell’En- le sarebbe lunga, superflua quanto noiosa le espressione della cultura nostra. Nel-
ciclopedia, il quale, dopo una molto ari- impresa. Né, del resto, vogliamo dare le- Vaggettivo Italiana noi vogliamo vedere
da esposizione della vita del Dittatore e zioni di storia e di logica al dotto compi- non un semplice marchio di fabbrica ma
delle vicende che a essa si collegano, si latore ebreo. (E’ veramente curioso che un indice inequivocabile di proprietad spi-
limita alla seguente conclusione: « Cosi molte delle pit importanti voci romane rituale.
finiva (con le idi di Marzo) il grande epi- siano state compilate da egregi rappre- Molti volumi dell’Enciclopedia dovranno
sodio cesareo: col prestigio di un nome, sentanti della razza semitica. Notiamo uscire prima che si giunga alla voce Ro-
di un’impareggiabile gloria militare e di questo non per alcun senso di diffidenza mani, sotto la quale sara riassunta la sto-
una grandissima popolarita, C. aveva ten- verso gli ebrei, ma perché ci sembra al- ria di Roma. Si potrebbe percid rimediare
tato di risolvere la lunga crisi delle isti- quanto improprio l’affidare, in un’ opera in parte al malfatto. Ma pochissima fi-
tuzioni repubblicane insufficienti a crea- quale VEnciclopedia Italiana, la rievoca- ducia abbiamo e ne diciamo le ragioni. Di-
re un’organismo statale unitario la dove zione della storia di Roma — che é per rettore della sezione Antichitaé Classiche
non erano che disiecta membra di una noi oggetto non meno di culto che di stu- (era forse troppo una particolare sezione
conquista affrettata e fatta senza unita dio, che rappresenta il patrimoniopiu sa- per Roma antica?) é Gaetano De Sanctis,
di direttive. La soluzione che egli impo- cro e geloso delle nostre tradizioni nazio- noto quale acerbo e teutonico interprete
neva, estranea allo spirito della romani- nali — a gente che per abito ereditario di di nostra storia. Il quale De Sanctis —
ta, era la monarchia assoluta e teocrati- razzea rimane estranea al significato inti- sempre nell’ambito dell’Enciclopedia — ha
ca sull’esempio ellenistico: con un’eroica mo di quella storia, e non si trova nelle trovato il modo di rivelare qualcosa di pit
audacia che ancor oggi appare mirabile, condizioni pit adatte per giungere a una che il suo scarso senso di romanitd. Difat-
C. si poneva contro la tradizione e con-
adeguata comprensione di essa). ti nella bibliografia della voce « Cartagi-
tro la storia, e, ricollegandosi al sogno
Non facciamo qui — é ben chiaro — ne», dal De Sanctis redatta, troviamo ci-
di Alessandro Magno, vedeva la monar- semplici questioni di cultura storica. Ra- tati molti nomi stranieri: Movez, Meltzer,
chia universale solo degna di se stesso e gioni pit alte e profonde, ragioni di sen- Kahrstedt, Gsell, Ehrenberg, Holm; ma
di Roma. La sua opera costituzionale fu sibilita e di moralita pix che storica, ci non troviamo la migliore opera in mate-
antistorica e il pugnale di Bruto vendicd spingono a segnalare la. marchiana in-
ria, un’opera, finalmente, italiana: La sto-
i diritti di una tradizione secolare. Ma i comprensione di cui il brano riportato é ria di Roma durante le guerre puniche
futuri imperatori si chiameranno Cesari documento eloquentissimo, e purtroppo di Ettore Pais.
e da lui trarranno la giustificazione al non unico nell’Enciclopedia Italiana. Di-
EDOARDO BIZZARRI
potere; e lVimpero, territorialmente e po- fatti sotto la voce Augusto si attribuisce
liticamente, sara destinato ad essere a Cesare «la tendenza a dare al’Impero
quello che egli aveva previsto».
Romano il compito di continuare i dise- CORSIVON. 33
Concludendo: V opera costituzionale di gni di Alessandro Magno» e si afferma C’é qualicuno, che ha scritto chiedendo
Cesare fu estranea allo spirito della ro- che « distruggere la repubblica era, in cer- che in Via dell’Impero sia trasportata e
manita e antistorica; di conseguenza lV’Im- to modo, distruggere Roma stessa, era da- tumulata la salma di Carducci.
pero, in cui quest’opera si avvera, fu anti- re la rivincita all’Oriente sconfitto ». Sot- Queste cose non si dicono nemmenod per
storico ed estraneo allo spirito della ro-
to la voce « Cicerone» si parla della «ra- ridere. Ma davvero c’é ancora qualeuno
manita; ma allora la romanizzazione del-
pida evoluzione che stava trasformando che non riesce a considerare V’Italia che
VOccidente — funzione precipua dell’Im-
Cesare nel Divus Julius, la repubbdlica in come un cimitero? Cattivo gusto.
pero — fu anch’essa senza dubbio estra-
una monarchia di tipo ellenistico, Roma Via dell’Impero ha da essere il cuore
nea allo spirito della romanita e antisto-
nella capitale soltanto storica di un Im-
rica? Si pud continuare per un pezzo e
dell’Italia viva. Il Colosseo e i fori ci stan-
pero in cui tutti sarebbero stati a egual no come cose tornate vive: questa é la
giungere, tra Valtro, a una ancor pit ame-
diritto cittadini romani e il cui centro
na illazione: la funzione storica di Roma
grandezza di Via dell’Impero. La gente
avrebbe dovuto fatalmente spostarsi verso
che vi passeggia é viva e allegra. In Via
— quella funzione per cui da venti secoli
VOriente ».
chiamiamo Roma capitale del mondo — dell’Impero bisogna farci un grande al-
Per leggere simile roba non é proprio ne-
fu estranea allo spirito della romanita e bergo, la Casa del Fascio, un teatro, Al-
cessario rivolgersi all’Enciclopedia. Inve-
Gntistorica. (Antistorico: lora il Colosseo e i Fori e le basiliche sa-
quale brutto ro, quando vogliamo delibare le elucubra-
ranno ancora pit vivi. M. B.

35
Ingegneri Nervie Valle-Progetto per uno Stadio in Roma (Sezione tipo)

IDEE SULLA COSTRUZIONE renti problemi si pud avere raddoppiando


in parte le gradinate in modo chela su-
Sotto alle prime rampe di ogni scala in-
terna sono disposti i servizi igienici per il

i
DI UNO STADIO PER 120.000 periore serva di copertura alla inferiore pubblico in posizione chiaramente indi-
sulla quale si protendera a shalzo senza viduabile e uniformemente distribuiti lun-
Lo studio di un grande Stadio é uno dei pilastri di appoggio che turbino la vi- go tutta la costruzione.
pitt bei temi che possana presentarsi a un suale; per il criterio di simmetria su espo- Le scale interne ed esterne hanno una
costruttore. sto la disposizione si estende uniforme- larghezza complessiva di 200 ml. e per-
Prendiamo ad esempio la costruzione di mente a tutto lo stadio. mettono l’uscita dei 120.000 spettatori in
un grande Stadio in Roma. Prima idea Si ottengono cosi 30.000 posti al coper- un tempo inferiore a 5 minuti primi, con
fondamentale il carattere di Romanita to e si raggiunge contemporaneamente passo assolutamente normale.
che, a mio modo di vedere, si pud sinte- un vantaggio secondario tutt’altro che L’accesso alla tribuna d’onore é ottenuto
tizzare nella uniformitaé e simmetria pit trascurabile: quello di impedire in occa- con larghe scale partenti da ampi locali
rigorose dell’insieme e nell’imponenza di sione di scarsa affiuenza del pubblico, che posti al piano terreno.
un unico ritmo di elementi strutturali de- il grandissimo invaso di gradinate pren- Per la. illuminazione notturna dell’ope-
cisamente esposti. da Vaspetto di desolazione. ra sono previsti all’esterno due anelli lu-
Altri elementi principali di inquadra- Infatti gli spettatori si disporranno in minosi ottenuti formando con vetri diffu-
mento dell’opera sono la copertura di tal caso nella gradinata inferiore mentre sori il ripiano dei gradini esterni supée-
una parte delle tribune che, anche consi- Valtra prendera spontaneamente il carat- riori di coronamento; per interno, dati
derando la mitezza del clima di Roma, tere di semplice copertura della prima. i rapporti tra altezza e distanza del pe-
€ opportuno creare per una maggior co- La necessita di ottenere al piano terre- rimetro superiore delle gradinate rispetto
moditaé del pubblico e per considerazione no perimetralmente allo stadio una serie al campo, é possibile disporre fari peri-
di rendimento economico, e la disposizio- ininterrotta di locali, con aereazione di- metrali con angolo di illuminazione anco-
ne delle scale di accesso che debbono por- retta, ove disporre spogliatoi, gabinetti ra buono,
tare lo spettatore con la massima chia- medici, locali per atleti, uffici,ecc. porta La semplicita, strutturale dell’opera, le
rezza di percorso alla parte pili alta del- alla formazione delle rampe esterne di quilibrio di dimensioni ottenuto tra Te
le gradinate, da dove meglio pud indivi- accesso del pubblico al primo ripiano. varie parti di esse, lassenza di grandi in-
duare i posti disponibili e ad essi diriger- In corrispondenza delle scale esterne del- fissi perimetrali, la semplicita del motivo
si, evitando gli ammassamenti. Ja larghezza di m. 10 ognuna possonotro- architettonico esterno e dei materiali im-
Date poi le dimensioni, che necessaria- vare posto le biglietterie per le quali le piegati, (rivestimento in travertino fino
mente la costruzione assume con i suoi scale stesse offrono naturale copertura. al primo ripiano, e intonaco bianco inal-
52.0000 ml. di gradinate, é anche necessa- Le scale interne in numero di 40 della terabile per il rimanente) garantiscono la
rio preoccuparsi di ridurre la distanza larghezza ognuna di 5 m., portano con massima economia intrinseca dell’oper1
media e massima degli spettatori dal andamento rettilineo il pubblico alla par- cui costo pud infatti preventivarsi sui
campo di giuoco per assicurare a tutti la te pit alta dei due ordini di gradinate la- 23.500.000 con un costo medio di circa
miglior visibilita. ciando un largo ripiano continuo di 4 L. 200 al posto.
La soluzione pit naturale di questi diffe- metri sul quale il pubblico puo circolare. Pp. L, NERVI
36
oA Fe . ‘
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fo fee eea ae 8 s
oe

Ingegneri le zt e Valle Plastici per il progetto di uno stadio da costruire in Roma,


UFFICIO 2
see

COME RIORGANIZZO LA
CINEMATOGRAFIA TEDESCA
L’arte del cinematografo, che noi possia-
mo e intendiamo sostenere e stimolare,
non pud rimanere estraneaall’attivita ge-
nerale del Nazional-socialismo; cid costi-
tuisce una necessita giustificata e fonda-
mentale del nuovo Governo. Il Governo
Nazional-socialista non ha V’intenzione di
sostituire la capacita artistica creativa
con Vortodossia politica. E noi sappiamo
perfettamente che l’arte procede soltanto
da questa capacita creativa, e che in que-
sto campo volere non sempresignifica po-
tere.
Tl concetto di « tendenza » non puo esse-
re inteso che in tal senso. La tendenza
non deve soltanto riferirsi alla forma im-
mediata degli avvenimenti, vale a dire,
noi non vogliamo vedere in ogni film o

|
in ogni opera di teatro i nostri reparti
dassalto marciare sullo schermo o sul
palcoscenico. I nostri reparti d’ assalto
marciano sulle strade. E’ questa una del-
le forme pit caratteristiche della vita po-
litica moderna e di tale forma in arte ci
Si deve servire soltanto quando essa sia
artisticamente necessaria, 0, nella peggio-
re ipotesi, quando non si abbiano migliori
idee da sfruttare. Sarebbe davvero trop-
po comodo che, in mancanza di una vera
€ propria capacita, si pensasse che basta
servirsi dei simboli nazionali per provare
la lealté dei proprii sentimenti o per fa- C.Camra” 932
re dell’arte Nazional-socialista. Personal-
mente sono convinto che se. noilasciassi-
—_—
mo liberamente generalizzarsi questa spe-
cie di tendenza nelle manifestazioni della é vera « tendenza»; una tendenza cioé che lo, che questo non pud pil neppure im-
vita artistica, la vita artistica del Paese non si limita a drammatizzare il program- maginare una vita pubblica o privata che
Sarebbe irrimediabilmente paralizzata e ma di un partito, ma che riesce ad affer- non sia tutta intimamente impregnata
rovinata in meno di un anno. D’altra par- rare e a dare forma d’arte a quegli im- di queste nostre idee. E’ percid assoluta-
te i nostri registi non hanno bisogno di mensi valori spirituali e etici che costi- mente ingiustificato il rimprovero che mi
darsi troppo pensiero a tale riguardo: es- tuiscono l’essenza del programma di par- si fa di aver cosi provocato anziché la sal-
si non potranno mai farci una seria con- tito e che, con la loro potenza, hanno por- vezza, la crisi della produzione germanica.
correnza nell’arte di mobilitare le masse. tato al totale dissolvimento di tutto il Questa crisi non V’ho provocata io: io
Noi, si, abbiamo imparato a entrare in precedente sistema statale germanico. ne ho soltanto accelerato il processo di
azione nel momento e luogo opportuno, Quanto esposto vale naturalmente per maturazione, e il rimprovero che mi vie-
ma non é questo il compito dell’arte, né tutte le varie espressioni dell’arte. D’ora ne mosso equivale a quello che potrebbe
sulla scena, né sullo schermo. All’arte spet- innanzi noi avremo un altro genere di ar- venir mosso a un chirurgo, che, avendo
tano ben altri compiti. te comica o drammatica, un altro genere estirpato un tumore, fosse accusato d’a-
Dietro al nuovo Stato esistono nuove di film spettacolare o d’crientamento Spi-
verlo fatto solo per produrre una ferita
idee. La comprensione di queste idee, la rituale, se e in quanto sia lecito parlare nel corpo del paziente.
loro utilizzazione per la vita e per le di film di tali tipi nei riguardi della pas- Se poi tutta l’industria cinematografica
grandi e piccole tragedie che si svolgo- sata produzione. Non é peré vero che que- tedesca ha atteso con grandeansia questa
no quotidianamente attorno a noi, in al- ste innovazioni allontaneranno il pubbli-
oe eoCREE

riforma, e se essa teme tuttora che tale


tre parole, la realizzazione pratica di tali co dal cinematografo: é vero piuttosto il riforma possa portare con sé grandi incer-
idee, la loro assimilazione e la loro espres- contrario, perché le idee che noi rappre- tezze dal punto di vista della creazione
sione nell’ambito artistico: ecco, secondo sentiamo sono oggi gia cosi profondamen- artistica, debbo senz’altro affermare che
me, il compito dell’arte moderna. Questa te penetrate nell’anima del nostro popo-
questi timori sono interamente ingiustifi-

39
noi travolte attraverso un’aspra lotta e ano autunno e all’inizio della nuova
cati. Se gli uomini della cinematografia te- stae
una grande vittoria politica, possano ora gione cominceremo
desca avessero avuto orecchie per udire e a risentire i benéfigj
essere ripresentate al popolo sotto la spe- effetti di questo piano lungimi
occhi per vedere, la rivoluzione del 30 rante ¢
cie di manifestazioni d’arte. grandioso. D’altra pai i
gennaio non sarebbe giunta inattesa; es-
Tutti sanno che Vartista pud creare sol- un’altra idea, rodeoa -_S
sa non avrebbe rappresentato per loro che . Tganizza-
tanto nella massima liberta, e che egli zioni non debbono avere lo Scopo
un avvenimento logico e inevitabile, una di pro.
opera sempre nell’affannosa ricerca delle durre, bensi quello di consumare.
necessita storica prevedibile, nei cui ri- E) que.
sue proprie leggi. Quando lo Stato sara sta uma verita che ora, grazie all’esem
guardi si sarebbe potuto tutt’al pit avere pio
andato verso di lui e gli avra imposto co- che noi abbiamo dato in Politica, dovrep.
qualche incertezza per quanto si riferiva
melimiti quelli dettati soltanto dall’inte- be essere gid penetrata nell’in
alla maggiore o minore rapidita del suo timo dello
sviluppo a al momento esatto in cui essa resse supremo del Paese, lo Stato avra spirito di tutti i tedeschi. In quattordigi
compiuto tutto il suo dovere, né gli sareb- anni le organizzazioni hanno tentato
si sarebbe verificata. dj
Tutti i trapassi portano necessariamen- be lecito fare di piu. produrre. Risultato: bancarotta su tutta
te con sé talune difficolta. Questo avvie- Ma soprattutto, noi pretendiamo una ido- la linea! Il produrre @ un diritto dq
ne sempre, ma soprattutto ogni volta che nea autorita dei capi. Quando noi ci ac- singolo individuo, e se questo non possie-

un popolo si sveglia dal letargo e comin- corgiamo chealla testa di una organizza- de la necessaria capacita, dev'essere S0-

cia improvvisamente a creare, formulare zione c’é qualcuno che non é all’altezza stituito con un altro individuo, ma non
nuove idee, e a viverne. Noi non ritenia- del compito che é@ chiamato a esercitare, con un’organizzazione. Riterrei pertanto
mo che il nostro compito consista nel dobbiamo eliminarlo. Né sarebbe giusto molto pitt ragionevole che quelle braye
rendere comoda la vita del tedesco nuo- lasciarlo al suo posto e sottoporlo al con- persone che da due o tre settimanestan-
vo, bensi nel renderla eroica. Noi non trollo di qualche dilettante. Un simile mo- no facendo una pessima figura nel Par-
consideriamo come estremo indice di sag- do di procedere non condurrebbe a nulla, tito, anziché di problemi di produzione,
gezza l’assecondare l’indolenza materiale non purificherebbe l’atmosfera, e non da- si occupassero di problemi di consumo,
e intellettuale degli individui, ma siamo rebbe chiare direttive per l’avvenire. Noi e che, invece di riflettere tanto a che co-
invece convinti che l’eredita della civilta non possiamo ammettere che la nostra sa debba essere proiettato sullo schermo,
germanica, oggi affidata alle nostre ma- industria cinematografica soffra per col- pensassero piuttosto a coloro che frequen-
ni, debba essere governata secondo co- pa di questi sistemi e che in conseguenza tano le sale. L’importante non sono le
scienza e con intelligenza. Con un po’ di migliaia di lavoratori corranno. il rischio organizzazioni dei produttori, ma quelle
buona volonta tutte le difficolta possono di essere condannati alla disoccupazione. degli spettatori. I] resto lo si lasci a noi.
essere superate. Ne abbiamo superate ben
altre, e sarebbe davvero per noi la fine Noi non ci siamo perd soltanto preoccu- Io vorrei mettere in evidenza ancora una
se il popolo tedesco, (e con esso anche i pati dell’attivita artistica della nostra ci- volta e nel modo pit chiaro e inequivo-
produttori di film) non trovasse in se nematografia; abbiamo anche pensato al- cabile questo mio punto divista, circa il
stessa e nelle proprie forze la, fiducia ne- le sue possibilita di finanziamento. In que- quale non deve sussistere aleun dubbio:
cessaria per superare questa crisi momen- sti giorni il mondo cinematografico tede- non ho V'intenzione di permettere chei
tanea. sco avra la gradevole sorpresa di venire a grandi e buoni progetti perseguiti a co-
Tuttavia noi, uomini del nuovo Regime, conoscenza della realizzazione di un gran- sto di tanti sacrifici dal nostro Governo
non abbiamo assolutamente il proposito dioso progetto di finanziamentoperla ri- vengano annullati per effetto d’azione in-
di prender posizione contro le leggi pro- presa dell’attivité della nostra industria consulta di individui irresponsabili. Il r
prie dell’arte; siamo troppo sensibili in cinematografica (1). Il mio Ministero non schio sarebbe troppo grande. Il popolo
materia per ignorare che un tale atteg- ha esitato dinanzi a nessun rischio, a Tedesco ha troppo diritto a un’arte tut-
giamento non solo non sarebbe utile ai nessun pericolo e a nessuna garanzia, e ta sua, veramente buona, duratura € No
nostri fini, ma finirebbe per distruggere ha preso in piena considerazione, con co- bile, e d’altra parte a mesta troppo @ cud
inesorabilmente qualunque libera attivita raggio e spirito di responsabilita, tutto il re il destino dei nostri artisti, perché 10
artistica. Ogni manifestazione spirituale complesso delle questioni che si riferisco- possa far marcia indietro in favore di
umana hale sue leggi, nelle quali e per no a questo problema. Crediamo percid codesta gente.
le quali essa vive. Noi tendiamo a qual- che, se la nostra azione verra compresa e Come gia ebbi a rilevare, le question!
che cosa di diverso. Pur lasciando la mas- seguita in basso con lo stesso spirito con inerenti alla vita pubblica trovano i pre
sima liberté nell’applicazione delle leggi cui essa fu ispirata in alto, gid nel pros- pri limiti 14 dove la liberta dell’individuo
fondamentali dell’arte, noi intendiamo della
cessa per dare il passo alla liberta
imporre a questa una nuova scala di rap- collettivita.
(1) Mentre Quadrante 4 andava in mac-
porti con lo Stato; vogliamo cioé creare ©
china, € stata infatti istituita la « Film- Noi non vogliamo rendere uniforme,
tra arte e popolo nuovi rapporti, grazie kredit bank G. m. b. H.» con un capitale
percid noiosa e squallida, Ja vita tedesca;
nominale di duecentomila marchi, A que-
ai quali l’arte non venga pit ad adagiar-
sta banca per il credito cinematografico, vogliamo soltanto fissare alla vita pubbll
si a lato del popolo, e questo non resti una
fondata coll'intervento della SPIO (Fede- ca determinati limiti, stabiliti com
tale vita si
certa larghezza, e lasciare che
pitt immobile e insensibile al fianco del- razione delle Industrie cinematografiche
tedesche), della Reichskreditgeselischajt
Yarte, ma in modo invece che questa pos-
A. G., della Deutsche Bank e Diskonto- sviluppi libera e senza ostacoli nl
diritto de
sa ritornare al suo vero compito, di ancel- Gesellschaft e della Dresdner-, Commere- to di questi confini. Quando il
e Privatbank, @ stata concessa, in un pri-
la e ispiratrice dello spirito e del senti-
mo tempo, un’apertura globale di crediti singolo urta contro le necessita della Na
mento umano. Evidentemente il nostro sino alla concorrenza di dieci milioni di zione, il singolo individuo deve trovare in
&
sé una sufficiente elevatezza di spirito
Governo non pud ammettere che idee da marchi.

40
un bastevole senso di responsabilité per
ritirarsi.
I miei camerati tedeschi non si lasce-
ranno certamente trarre in inganno da
critiche d’oltre confine circa il riconosci-
mento dell’importanza di queste nostre
idee basilari. Cid che oggi noi intendia-
mo fare in Germania é gia cosa ovvia ne-
gli altri paesi. Da noi si vorrebbe ripudia-
re il film di tendenza. Ma questa ten-
denza @ invece gia fortemente radicata
nelle altre nazioni, dove essa viene consi-
derata come elemento primordiale e im-
mutabile. Inoltre noi non vogliamo stabi-
lire che le limitazioni alle quali ho accen-
nato, ma desideriamo fissarle per via di
discussione. E’ bene pero ricordare che vi
sono questioni che debbono essere asso-
lutamente escluse da ogni pubblica di-
scussione: e sono quelle che formano, per
cosi dire, le colonne della nostra vita sta-
tale e che sopportano tutto lo sforzo del-
lo sviluppo organico della Nazione.
Io ritengo di servire cosi nel migliore dei
modi la nostra cinematografia e la no-
stra arte, e percid ancheil nostro popolo.
Se qualcuno mi obbiettasse esser necessa-
ria anche la volonta, sarei perfettamente
d’accordo con lui. Naturalmente non so-
Jo la volonta é necessaria, ma anche la
capacitaé. Queste due doti debbono accop-
piarsi: il sentimento onesto e serio unito
alla capacita, pur essa onesta e seria.
Questa cooperazione finira veramente col —_
Sa Peete
produrre la nuova grande arte tedesca.
Nessun pitt severo giudizio di condanna io
€-Larrar 133
potrei emettere sul conto degli artisti te-
deschi, se dovessi ritenere che essi non
sappiano trovare in sé lo slancio necessa- in quanto con essa nonsi é esitato a en- per non dire nullo. Non bisogna infatti
rio per esprimere in forma d’arte i gran- trare nel vivo del problema con provve- confondere i limiti della liberta creativa
di problemi ideali dei nostri tempi. Ma dimenti organici, definitivi e totalitari, artistica con quelli imposti dalla censura.
su cid non ho alcun dubbio. senza preoccuparsi del fatto se questi Queste due limitazioni determinano tre
provvedimenti tocchino, e sotto certi pun- zone distinte nelle quali puo svolgersi
GIUSEPPE GOEBBELS —
ti di vista possano ledere, poderosi inte- almeno in teoria — Vattivita produttiva:
ressi costituiti, non certo indifferenti ai una vietata dalla censura, una ammessa
fini dell’economia nazionale. dalla censura, ma fuori della zona di
ten-
Larticolo che il Ministro della Propa- Il dott. Goebbels nel suo articolo deter- denza, una terza, appartenente a questa
ganda del Reich ha scritto per Quadrante mina i tre punti programmatici essenzia- zona, e che sola ha il diritto di essere
é una sintesi dell’atteggiamento assunto li: Vorientamento della produzione e la chiamata produzione fascista. Secondo
dal Governo nazionalsocialista nei con- conseguente limitazione della liberta crea- noi é compito e dovere di coloro ai quali
fronti della cinematografia tedesca. Que- tiva artistica; Vorganizzazione degli spet- sonoaffidati lo sviluppo e Vorientamento
sto atteggiamento, che parte dal presup- tatori; V appoggio finanziario, necessario
della nostra cinematografia di provvedere
posto dell’esatta valutazione dell’impor- per fronteggiare la crisi inevitabile pro-
@ che, se non la totalita, per lo meno Ve-
tanza che il cinematografo, nei suoi mul- dotta, oltre che da cause esterne, anche
norme maggioranza della produzione ap-
tiformi aspetti, ha nella vita politica e dal voluto nuovo orientamento. I tre pun-
partenga a questa terza categoria,
sociale moderna, si é concretato in un tt sono tra loro intimamente connessi.
Troviamo Voccasione per dire spregiudi-
programma logico e completo, gid in pie- La necessitd della limitazione della li- catamente che poco é stato invece fatto
na attuazione a poche settimane di di- berta creativa rientra perfettamente nei
sinora da noi in questo senso. La nostra
stanza dall’avvento del nuovo regime. Bi- principi fondamentali della teoria
fasci- sola legge d’incoraggiamento, quella sul
sogna anzitutto notare che Vazione del sta, anche se da noi tale limitazione é sta-
contributo statale all’industria cinemato-
Governo del Reich é tanto pid coraggiosa ta sinora applicata in modo assai blando,
grafica, non é certamente formulata in
e del- superabile pessimismo, non Privo
modo da raggiungere tale scopo. Essa, in- delv’orientamento della produzione di un
Veducazione del nostro pubblico. certo disprezzo. Anche senza ricorrere ql.
fatti, si limita a riconoscere il contributo
e di Vautorevole appoggio di altissimi ricono.
ai film di produzione italiana che posseg- Nella grande opera di ricostruzione
o hi- scimenti, bisogna convenire che tutto que-
gano «un minimo di dignita artistica» e rinnovamento intrapresa dal Govern
tleriano, sono inclusi, oltre all’orientamen-
sto é profondamente ingiusto e avvilente,
la ripartizione vien fatta esclusivamente
to della produzione e all’organizzazione come lo é sempre la constatazione di un
sulla base d’una determinata percentua-
le da computarsi sugli incassi lordi otte- della produzione tecnica & delVindustria male individuato e di proposito non debel-

nuti da ciascuna pellicola. Come pud da del noleggio e dell’esercizio, anche Vorien- lato. Perché ci rifiutiamo energicamente

una simile legge, giustificabile forse in via tamento e il controllo della stampa cine- di credere che la crisi della cinematogra-
a fia italiana debba essere considerata co.
transitoria, sortire un effetto di orienta- matografica e della critica. In merito
quest’ultimo punto vorremmo limitarci a me endemica o cronica.
mento e d’incoraggiamento alla « tenden-
2a»? chiedere quale sia stata Vazione svolta in Bisogna essere una buona volta sinceri,

Lorganizzazione degli spettatori, secon- Italia in tale delicata e importante mate- e anche logici. Noi vorremmo chiedere a

do le idee del dott. Goebbels corrisponde ria, Azione assolutamente indifferente, si coloro sui quali incombe Vobbligo di ve-

in altre parole a quella educazione del che UItalia oggi manca completamente di gliare allo sviluppo della nosira cinema.

gusto del pubblico che noi da molto tem- una stampa cinematografica tecnica e di tografia — spettacolare, propagandistica,

po abbiamo invano invocato in Italia. classe che possa sostenere degnamente il culturale e scientifica — se essi siano o

L’attuazione germanica potra forse assu- confronto, non diciamo con quella tedesca, no intimamente convinti dell’utilita, anzi

mere aspetti pit drastici, ma il fine é americana o francese, ma persino con della necesita, che lItalia fascista ab-

identico: fare in modo che lo spettatore quella spagnola, portoghese, giapponese e bia un suo cinematografo nazionale, fio-

desideri spontaneamente di vedere sullo finaneo indiana. Anzi, questo atteggia- rente e degno. In caso negativo ce lo di-

Shermo quel genere di produzione che il mento agnostico é stato cosi deleterio, che cano chiaramente, senza ambagi, e met-

Regime reputa pitt sano e pit consono col- si & andata persino diffondendo Vopinio- tano un punto alle continue dichiarazio-

le proprie tendenze e coi propri scopi. ne, autorevolmente rappresentata, che ni in senso contrario, cosi poco sincere,

Tale organizzazione spirituale degli spet- stampa e critica cinematografica siano se giudicate alla stregua dei fatti. Sapre-
tatori non puo essere opera di un giorno, elementi perfettamente inutili e privi di mo allora almeno a che cosa attenerci e
ma non é€ impossibile, se fortemente e ogni influenza neil’ orientamento della che cosa attenderci da loro. Se, invece,
coscientemente voluta. Dichiarare una si- produzione e del pubblico. di tale necessita fossero davvero convinti,
mile impossibilita equivale a dichiarare Quanto Vazione del Governo nazional- essi avrebbero anche il dovere di agire in
un'impotenza inammissibile per un Regi- socialista nei riguardi della cinematogra- modo fattivo, energico, fascista, I capi
me forte e totalitario. A chi, da noi, do- fia tedesca sia stata organicamente con- non possono assistere inerti allo sfacelo
po undici anni di Regime fascista, affer- cepita e realizzata é infine provato dal e all’impantanamento sempre pit grave
ma essere il film di tendenza la rovina provvedimento che istituisce la banca per di un’attivita che a noi sembra cosibella
del cinema (e sono in molti a sostenere il credito cinematografico e dalle dispo- ed importante; ed é da loro che tutti
questo concetto) consigliamo rileggere le sizioni inerenti al funzionamento e agli quelli che in Italia sentono ed amano il
forti parole di fede del Ministro germani- scopi di questo istituto. Qualsiasi possa cinematografo (e non sono pochi) hanno
co, scritte dopo cinque soli mesi di pote- essere lo scopo che il Governo hitleriano il diritto di attendere, non dei milioni,
re. Non si accorgono i negatori che la lo- si prefigge di raggiungere traverso Vasso- ma un intervento fattivo e una legisla-
ro negazione equivale ad asserire che il luto controllo e dominio della cinemato- zione che tenga conto dei fatti, delle pos-
nostro popolo non ha ancora assimilato grafia tedesca, e se anche i risultati fina- sibilita e dei bisogni deila cinematografia
i principi etici e sociali del Regime, ai li ai quali il nazionalsocialismo vuol giun- italiana nell’anno XI.
quali debbono ispirarsi tutte le manife- gere dovessero per qualche aspetto diffe- Da anni, e ovunque, si sente dire e si
stazioni deil’arte fascista e in modo spe- rire da quelli che avevano indotto anche legge che la sola, V’unica questione da ri
ciale quelle del teatro e del cinema? Il il Regime fascista a considerare il cine- solvere per salvare il nostro cinema é
ministro tedesco, a cinque mesi di distan- ma come uno dei pit potenti mezzi di edu- quella degli uomini. Sappiamo che tale
za dalla vittoria hitleriana, afferma che cazione e di espansione spirituale, una co- questione é la pit facile in teoria ma la
le idee che il regime rappresenta sono og- sa é innegabile: che Vazione cosi rapida, pit scabrosa in pratica. E cid perché es
gi gid cosi profondamente penetrate nel- decisa e organica del nuovo Regime ger- sa si identifica con la necessitd di trovd-
Vanima del popolo che questo non sa- manico conferma all’ evidenza IUenorme re, oggi, fra quarantadue milioni di cit-
prebbe neppur pik concepire una vita importanza che il Governo tedesco attri- tadini italiani, cinquanta womini che sen
pubblica o privata che non fosse tutta in- buisce all’organizzazione industriale e al- tano ed agiscano, in materia di cinema-
timamente impregnata di quelle idee. E’ lo sviluppo di una cinematografia stretta- tografia in modo diverso dagli uomini in
lecito consentire che in Italia si pensi mente nazionale e severamente orientata. auge aiitempi della U. C. I. e di France
oggi diversamente? sca Bertini. E anche perché si tratta di
Noi siamo convinti — e ne abbiamo le Per quanto un confronto con la situa- trovare chi non vi dica che «ci vuole
prove — che il pubblico Italiano si sta zione attuale della cinematografia italia- della gente pratica», come se la pratica
gia orientando anche verso il film di ten- na possa riuscire penoso, non ci é possibi- che conduce alla rovina le aziende fosse
denza, inteso nel senso chiaramente indi- le esimerci dal farlo. la sola da portarsi come esempio. Perohe
cato dal dott. Goebbels; ma se cid non Parlar male della cinematografia é oggi infine tale questione si identifica co” la
fosse la colpa ricadrebbe tutta sull’azione in Italia una moda; cosi come lo é V’o- necessita che i capi non credano pil a
deficiente di coloro cui incombe lobbligo stentare per questa arte-industria un in- queste interessate fandonie.

Ka
G-epe Roitin ¢&bicn Due.fotogrammi (sezione fotografica della V Triennale),
‘ | ee Se

Non possiamo chiudere questa breve gono alcuni elementi di fatto e talune le affrettate decisioni.
esposizione senza richiamare Vattenzione considerazioni che desideriamo esporre Si possono trovare numerose vie per
del mondo cinematografico italiano an- con serena franchezza. giungere a forme collaborative che con-
che su qualche pericolo esterno che, se In questi ultimi tempi abbiamo assisti- ciliino gli interessi di ciascuno dei con-
non tempestivamente combattuto, po- to alla calata in Italia di numerose per- traenti con quelli dell’altro; nel caso spe-
trebbe minacciare il nostro cinemato- sonalita rappresentative dell’alta indu- cifico: accordi temporanei di produzio-
grafo. stria cinematografica tedesca e di uno ne, di sfruttamento, di acquisto di mate-
L’avvento del Governo hitleriano e il stuolo di tecnici: dai direttori generali riale, di scambio di pellicole o di perso-
suo pronto intervento nel campo cinema- di grandi case produttrici a quelli di po- nale artistico o tecnico. Tutto questo va
tografico hanno arrecato, come si é vi- tenti aziende tecniche, dai rappresentan- bene, ma ciascuno deve rimanere assolu-
sto, qualche forte scossa alla compagine ti di gruppi bancari a quelli delle gran- tamente padrone in casa sua, tanto pit
industriale ed economica della cinemato- di organizzazioni industriali. Non avrem- quando si tratta di materia cosi delicata
grafia tedesca. La reciproca simpatia mo avuto motivo che di rallegrarci se come quella cinematografica in regimi
esistente fra il popolo tedesco e quello tali visite non fossero state accompagna- totalitari come quelli fascista e nazional-
italiano, rafforzata oggi da un’indubbia te da qualche fenomeno che ci preoccu- socialista.
comunita di interessi politici e da una pa: Veccessivo zelo di qualche corrispon- E soprattutto a noi sembra anche que-
certa analogia fra i regimi dei due pae- dente di fogli tedeschi notoriamente le- stione di dignita nazionale; l’Italia fasci-
si, ha messo VItalia in primo piano nelle gati a quelle industrie, l’atteggiamento sta ha saputo fare ben altro da sé, e sa-
possibilita di diventare uno degli sbocchi un po’ troppo osannante di qualche espo- pra certamente trovare in sé stessa i mez-
pit importanti dell’industria cinemato- nente della stampa cinematografica ita- zi e le forze per crearsi la sua nuova ci-
grafica tedesca, tanto per la produzione liana, atteggiamento che ha sorpassato nematografia e per svilupparla in tutti i
artistica quanto per quella tecnica. Que- in qualche caso i limiti del buon gusto, suoi rami, senza bisogno di soccorsi o di
sta speciale posizione del nostro Paese é anche se si vuol tener conto delle esi- puntellamenti d’oltre frontiera.
anche divenuta pit spiccata per effetto genze della piu cordiale e ospitale acco- I nostri amici tedeschi ci stimeranno
della rottura o della diminuita cordialita glienza; e, last but not least, l’atteggia- certamente ancora di pit se daremo loro
dei rapporti collaborativi fra la Germa- mento forse un po’ troppo.... sicuro di sé, Vimpressione ben netta di esser sempre
nia e altri Paesi europei. Infine questa di qualeuno dei-nostri ospiti e special- pronti ad una collaborazione sincera, ma
particolare situazione viene a coincidere mente di qualche esponente delle grandi anche ben decisi a declinare ogni forma
proprio con uno dei momenti di massi- organizzazioni industriali. Ma, piu di tut- di non desiderato e pericoloso condo-
ma depressione della cinematografia ita- to, ci ha sorpresi e un po’ allarmati cid minio.
liana. Ci troviamo dunque di fronte a un che in certi ambienti si é andato ripe- ERNESTO CAUDA
complesso di elementi che tendono a tendo con insistenza, e cioé che mai si
orientare con particolare insistenza ver- sia presentata occasione pit propizia del-
so il nostro Paese le correnti espansioni-
stiche della cinematografia tedesca. La
Vattuale per risollevare le sorti della cine-
matografia italiana, per poco che si voles-
CORSIVON. 34
saldezza della nostra lira, la tranquilla se 0 sapesse approfittare delle numerose
La condanna capitale che é stata gra-
laboriosita dell’Italia fascista aggiungo- offerte di collaborazione germanica. tuitamente emessa contro il funzionali-
no nuove attrattive a questo naturale e L’occasione, secondo noi, pud essere ot-
smo risiede nell’argomento che, nell’ordi-
logico movimento .di espansione. tima, ma é€ anche molto pericolosa. I ne nuovo, il quale tende a instaurarsi con
Nessuno pit di noi, che siamo sinceri nostri amici Tedeschi son venuti qui con
le nuove forme economiche che compor-
amici e ammiratori del popolo Germa- piani meravigliosi e con proposte davve-
ta, Varchitetto sard di pid in pid soggetto
nico, pud desiderare che tale favorevole ro allettanti. Ma noi Italiani siamo per
alle condizioni di stretta utilita della co-
stato di cose conduca a una collaborazio- natura diffidenti e sappiamo anche, per struzione, e che cosi, da quello di crea-
ne cordiale e fattiva tra la cinematogra- dolorosa esperienza, che certi contratti e
tore il suo ruolo sara abbassato a quello
fia tedesca e quella italiana, nel recipro- certi accordi, fatti fra forti e deboli (par- di semplice esecutore, senza iniziativa, né
co interesse. Noi abbiamo sempre porta- liamo di cinematografo) si risolvono spes-
autonomia.
to a esempio lo spirito d’organizzazione so a tutto vantaggio dei primi e a mol-
Niente di pitt banale e di piu ingiusto
e la grande capacita tecnica e artistica to svantaggio dei secondi. Le passate poiché i sistemi della nuova architettura
della cinematografia germanica e non esperienze, anche non troppo remote, hanno abbastanza varietd perché Var-
abbiamo mai fatto mistero di questa no- stanno a dimostrare come i negoziatori chitetto conservi la sua iniziativa e la
stra simpatia e del desiderio che il no- dell’ Italia cinematografica non siano sua autonomia personale. Al contrario; ci
stro cinema seguisse le orme di quello te- sempre stati felici negli accordi stipulati
saranno sempre degli iniziatori, dei crea-
desco, specialmente nei suoi aspetti tec- coll’estero. tori, altrimenti detti poeti: sono assoluta-
nico-industriali. Nessun dubbio quindi sul- Daltra parte non bisogna dimenticare
mente necessari, indispensabili. Il fatto
la nostra sinceritad quando noi dichiaria- che altro sono gli accordi politici ed al-
di cantare giusto non é un errore. Ma in-
mo di essere convinti fautori di-un’atti- tro quelli industriali. I primi possono go-
vece di trastullarsi nei meandri filamen-
va collaborazione fra le attivita cinema- dere, impunemente o quasi, di una
certa tosi dell’Arte artistica, i funzionalisti co-
tografiche dei due paesi. elasticitd, che sarebbe invece fatale, nei
struiranno. E come gli architetti della
Tuttavia ci sembra doveroso fare qual- secondi, agli interessi di almeno uno dei
Rinascenza italiana, saranno essi pure
che riserva e qualche messa a punto. Ad contraenti. Attenzione, dunque, agli en- degli umanisti, degli eruditi e dei tecnici.
assumere questo atteggiamento ci spin- tusiasmi eccessivi o troppo ingenui, o al-
A. S.

45
COMMENTO ASSURDO ALLA le, le cose non sonopil le cose, « dramatis LETTERE A QUADRANTE
personae» di una tragedia ottica senza

TECNICA DEL FOTOGRAMMA suono e senza movimento, fossilizzate in Tutti i lettori i quali vogliono
interio.
un sonno di pietra. quire sulle idee che « Quadrante» agita
La poesia é forse — oggi pi che mai Le cose sono un’altra cosa, diversa. Si possono scriverci liberamente. Anche
co-
— una «entita» unica che esiste a sé e pensa ad una pantomina di silenzio e di loro che intendono manifestare idee con-
a sé vive vita propria; l’artista la scopre, ipnosi dove da un istante all’altro V’ani- trastanti con le nostre: « Quadrante» @
sottraendola al mistero dell’inespresso. E ma di ogni oggetto potra dire cose terri- rivista di discussione, di aperta e libera
la traduce in una delle tante lingue. bili e inattese, come nel teatro greco. discussione. (Sia detto per avvertenag
Poesia tradotta in parole, in suoni, in li- Collezione d’impronte di oggetti crimi- anche a coloro che odiano a morte le di-
nee, in piani, in volumi, in luce (poesia nali, natura morta poliziesca di una sur- scussioni, beati soltanto della loro pigri-
per dire musica, pittura, scultura, archi- reale Edipodia d’oggi? zia mentale o della loro convenienza),
tettura, cinema, fotografia). Perché non attenderci da Han Ray o
Tuttg il resto non interessa. Tutto il re- da Paul Klee una cinematografia « tutta
Il progetto dell’ing. Gae-
sto é letteratura. cosi »?
tano Ciocca pubblicato nel
Oggi Vevocazione di mondi favolosi e Male cose restano le cose, e nessun film
numero scorso ci ha pro-
lontani non ci affascina pit. I miti e i di « fotogrammi» verra mai, nel tempo,
curato varie lettere, tra le
fantasmi dell’antica Grecia, l’Oriente del- a sondarne l’ambiguo mistero-.
quali scegliamo questa del-
le Mille e una notte, oggi tacciono per Gli oggetti, docili, rientreranno nell’ordi-
Ving. Guido Fiorini.
noi: né il «terror antiquus» colle sue ne comune,e il banale quotidiano ci sof-
grandi e terribili cose fuori scala umana fochera fino al disgusto.
Onorevoli Direttori,
ha pili presa sui nostri temperamenti, Allora? Allora, quello che ci resta a fa-
scanzonati e scettici come siamo in mate- re, ce lo insegna René Crevel: Leggo nel « Quadrante» 3 Varticolo del-
ria di sistema metrico decimale. « Alors, méme exilé au pays de Vhabitu- Ying. Gaetano Ciocca a proposito del suo
La mitologia delle cose di ogni giorno, de, des hommesen chair et os, des mon- studio sul teatro di masse. Mi é molto in-
delle cose dalle quali non ci si attende il tagnes en pierre et en arbres trop véridi- teressato cid che egli dice a proposito di
«frisson », e che non si vedono pit per- ques, il n’y a qu’é fermer les yeux, com- questo grande problema di architettura
ché si vedono troppo, é oggi inverosimile me au temps de l’enfance, lorsqu’on dé- vivente. Lo studio mi induce a interveni-
pretesto alle nostre emozioni. couvre que le noir c’est un memsonge,car, re nell’invocata discussione, con queste
Oggi @ per noi pil inquietante l’appari- sous les paupiéres hermétiquementcloses, mie precisazioni:
zione medianica degli oggetti domestici: mille feux.minuscules et cependant plus 1) condizioni di visibilita e audibilita nei
Ja loro anima, «rivelata» dalla tecnica grands que nos étoiles patentées, s’allu- rapporti della forma della sala.
del fotogramma, ci turba maggiormente. ment». Io non credo che la forma circolare del-
Un foglio di carta sensibile e pochi og- LUIGI FIGINI la sala sia la pitt adatta per soddisfare
getti (né strani, né inconsueti): i mezzi queste due condizioni. Infatti, mentre la
contano meno. La luce regolata, frazio- meta opposta alla scena d& una eccel-
nata, interrotta, sfumata, lavora nell’am-
CORSIVON. 35 lente visibilita, lo stesso non si pud dire
bito del fantastico: sole e ombra. La luce per V’altra meta. Le frasi dell’autore del-
genera l’ombra, dall’ombra é generata la Si é potuto eredere che, come conseguen- lo studio: «Ci abitueremo a vedere lo
luce. za della dottrina di Le Corbusier e dei spettacolo della scena ora di fronte, ora
Mondi estatici e stupefatti si rivelano; primi novatori, l’Architettura sarebbe di- di fianco, ora di dietro come siamo abi-
in ordine magico si allineano gli spettri ventata soltanto Voggetto di uma standar- tuati a vedere lo spettacolo della vita»,
degli oggetti di ogni giorno, evadendo dal- dizzazione dei valori plastict e@ emotivi, mi sembranoosate.
le norme della vita comune per comporsi e che Varchitetto sarebbe giunto a sper- Lo capirei un poco se la scena Si Sp0-
in un ordine ermetico, in una distribuzio- sonalizzarsi completamente, im favore di stasse durante lo spettacolo rispetto alla .
ne da cabala. Tavola pitagorica delle pos- unarchitettura razionale, esclusivamente posizione degli spettatori in modo che
sibilita inattese, latenti nelle cose umili internazionale e fondata sulla scienza e questi avessero continuamente punti di
(un uovo, un tappo di vetro, un bicchie- sulla tecnica, senza Vapporto del lirismo vista variati. Come succede nel cinema-
re). E’ ora nella quale la realta si scom- creatore. tografo. Ma cosi non é. In verita pit di
pone, metamorfosandosi in aspetti allu- Ma, benché in principio la dottrina di un quarto degli spettatori vede lo spetta-
cinati di sogno; dal nulla nascono, pren- Le Corbusier possa essere quella di tutti colo in condizioni sfavorevoli. Non deve
dono corpo e luce, fosforiche, le immagi- i creatori in architettura e benché stan- essere piacevole vedere durante tutto lo
ni spettrali degli oggetti pil innocui. dardizzi gli oggetti e le funzioni dell’ar- spettacolo gli attori che voltano sempre
Sotto tale apparenza fantomatica un chitettura, essa offre, al’emozione di un la schiena e che hanno per fondale Pro
pettine, una chiave, una spilla, si « vedo- lirismo puro, una via libera, per mezzo spettico pubblico e pareti della sala. La
no» per la prima volta; per la prima vol- della scienza e della tecnica. E, da questo scena deve essere veduta frontalmente.
ta si «sentono». L’anima delle cose si accordo tra la espressione comune nel Allora la forma conveniente non é@ pil
rivela; favole brevi e drammistatici si tempo e le ricerche appassionate dell’in- il cerchio mail settore circolare. In que
compongono sulla metafisica dello scher- venzione, una possibilita di raggiungere sto caso la scena potra essere situata a
mo nero. la grandezza riservata all’avvenire delle che esattamente al centro del cerchio d
Sommerse in una atmosfera inverosimi- nuove standardizzazioni. A. S. cui il settore é una parte. EB’la soluzione

4G
ehe la geometria suggerisce. Cosi, modifi- Cosi avverra che potra essere risolto il
cherei la planimetria del teatro come in problema della buona ed uniforme audi-
questo mio schizzo a stilo: bilita in tutti i punti della sala. La ‘buo-
na illuminazione del palcoscenico non é
difficile e non deve cosi preoccupare. Si
utilizzeranno le pareti laterali. Si pud.
2) Scale. Mi pare che si debbano supe-
Queste mie osservazioni non hanno il
rare le scale. Sono antiquate (questo vor-
carattere di critica allo studio dell’inge-
rebbe dir poco) e pericolose (questo con-
gnere Ciocca, ma soltanto quello di espo-
ta moltissimo). In un teatro moderno ina-
sizione di altre idee in proposito allo sco-
dattabili. Meglio sostituirle con rampe.
po di portare contributo alla soluzione
Due rampe, nel nostro caso.
del teatro per ventimila.
Le scale dello studio Ciocca sono anche
ingombranti. Occorre una certa propor-
Ing. GUIDO FIORINI
zione fra gli organismi delle macchine-
edificio. Non é questione di stabilire ri-
4“ cette, ma scale che occupino una super-
Dice ling. Ciocca: «La cupola del tea- ficie quasi uguale al teatro, quando lo Il mio articolo su « Quadrante» 3, piu
tro € divisa in due settori circolari, l’uno stesso Ciocca giustamente afferma: « Nel che lo studio del teatro di masse, é Vin-
incombente sulla scena, l’altro sulla sala. teatro di masse, un metro quadrato inu- vito allo studio del teatro. Quindi é anche
Sopra la scena la volta é conformata se- tilizzato o una lira sprecata sono posi- Vinvito alle obbiezioni, e le obbiezioni del-
condo le esigenze della illuminazione, e zioni perdute nella battaglia impegnata Ving. Fiorini sono particolarmente inte-
memtre i suoni devono essere assorbiti contro l’impopolarita». Penso che si pud ressanti per me, perché si riportano allo
per evitare gli echi. Nella parte incom- ottenere lo stesso scopo con meno spazio stesso punto da cui sono partito io, lo
bemte alla sala, il profilo della volta é e con un organismo pili adatto e pili eco-
studio della sala delle adunanze per il
conformato in modo che il suono, che vi nomico. Le due rampe devono essere a
palazzo dei Sovieti di Mosca, capace di
perviene dal palco, si rifletta e contem- giorno (come una strada) e sorrette da
15.000 persone.
porameamente diverga ai lati in modo da pilastri circolari.
Vi é pero una sostanziale differenza tra
rafforzare l’audizione alle balconate ». Cid Le quattro fila di balconi le sostituirei
la sala sovietica e il mio teatro di mas-
nom mi pare giusto e bene realizzabile. con un’unica grande galleria capace per
se ed é che la sala di Mosca.... non é un
Infaitti la curva della cupola relativa alla lo meno come i balconi. E’ possibile, per
teatro. Essa non ha palcoscenico, ma una
parte opposta della scena si pud studiare ragioni di acustica, che convenga tenere
arena, sulla quale, durante le adunate,
in mmaniera che risponda ad eccellenti la sala pil grande e abolire addirittura
prendono posto i membri del Governo: e
condizioni acustiche (dico si pud studiare la galleria.
le rappresentanze, e sfilano le parate. La
perche non sara quella accennata nello La sala che ho descritto é@ simile alla
Schizzo della sezione Ciocca) ma eviden- disposizione della sala adottata nel pro-
grande sala di 15.000 persone studiata
temente l’altra meta se sara studiata agli dagli architetti Le Corbusier e P. Jean-
getto Le Corbusier, e in molti altri, é lo-
gica, come é logico Vuso del microfono
effetti della buona riflessione della luce, neret nel famoso progetto del palazzo pro-
per portare la voce degli oratori nei pik
probabilmente non avra buone condizio- gettato per il Governo dell’U. R. SS. per
ni di audibilita. Certamente avra condi- coronare il piano quinquennale. Anche lontani punti della sala.
ziomi molto inferiori a quelle dell’altra qui la forma é quella di unsettore circo- Il teatro di masse, destinato specialmen-
meta. Ora questa meta della sala in cui lare. Anche qui vi sono le rampe. La cur- te alle grandi rapppresentazioni musicali,

lacusticita non pud essere ottima, con- va acustica del soffitto é simile a quella ha ben altre esigenze. Il problema princi-

tiene wna notevole quantita di spettatori da me tracciata e proviene dai calcoli di pale é fare si che nessun spettatore si

che somo precisamente quelli che vedo- M. M. Molin e di M. Marty; i lavori acu- trovi a distanza dalla scena che gli impe-

no gli attori nella schiena o di fianco. E’ stici sono stati impostati e diretti da M. disca di gustare in pieno lo spettacolo.

la parte del teatro che non va, alla quale Gustave Lyon. La forma della sala Le Corbusier non si
occorre cambiare forma. Tl settore circo- «.. La voix des acteurs, des figurants presta, e gran parte degli spettatori é
lare che elimina tutti questi difetti an- sur la scéne est séparé des auditeurs par troppo distante dalla scena. (Ai microfo-
che qui si impone. La cupola avra il pro- un «abime» de 11 métres. Toute lémis- no non é il caso di pensare). Colla forma
filo determinato da una curva unica ri- sion est collectée & 30 métres de hauteur da me adottata, che é ancora il settore
Sultamte dalla media fra l’una determina- par un microphone relié & un haut parleur circolare, ma abbracciante un angolo al
ta dal calcolo numerico, l’altra dal meto- situé en un point strictement mathéma- centro quattro volte maggiore del settore
do grafico. I] profilo sara presso a poco tique devant la scéne. Cet emetteur pro- di cui lo schizeo dell’ing. Fiorini, la di-
quello di questo mio schizzo stilo: jette des ondes sur la conque acoustique stanza massima dello spettatore dalla
ri-
du plafond qui distribue l’onde avec équi- balta si riduce a circa la meta, ed in ogni
valence a tous les auditeurs (une parte caso al minimo. Questo é Vessenziale.
maximum de 10% aux derniers Tangs) ». Chela scena si osservi da tre quarti della
Sono parole di Le Corbusier cheio tol- circonferenza, anziché da meno di
un
go dal numero speciale di autunno 1932 quarto, non é affatto un inconveniente
dell’Architecture Vivante (ed. Morancé).
per Vudito e neppure per la vista.
Gli

KT
spettatori dei settori laterali vedranno di CORSIVON. 36
profilo quello che il settore centrale vede
di faccia; che se poi gli attori si muove-
ranno normalmente sul palco, tutti go-
Quanto mi ha fatto piacere la faccenda
del «tubo di stufa»! Spesso m’ero do-
INTONACO
dranno lo spettacolo in ugual misura. mandato come mai il Fascismotollerasse

Non parliamo poi delle risorse scenogra-


fiche: pensiamo ai vecchi alberi di sfon-
il cappello a cilindro, che é di spirito net-
tamente protestante. ORIGINALE
E ancora mi domando come mai il Fa-
do delle vecchie scene, ritagliati nella te-

TERRANOVA
scimo abbia rimesso di modail tait (negli
la, e a quello che pud essere un nero albe-
inviti é scritto tight), che é di spirito net-
ro piantato in mezzo al palcoscenico, al-
tamente franco-borghese-massonico.
bero da qualunque parte lo si veda.
M. B.
-L’ing. Fiorini si preoccupa dell’acustica: PER FACCIATE E INTERNI
la mia idea é che la platea riceva solo il
suono diretto e le balconate ricevano il CORSIVON. 37
suono diretto o il suono riflesso dalle vol-
«Critica Fascista» commentando le no-
MILAN®
te. La differenza del cammino dei due
suoni sara abbastanza piccola per evitare te di Bontempelli al discorso del Duce al-

il frastuono. Sono perfettamente sicuro la Societa degli Autori (« Quadrante» 2),

della possibilita geometrica di ripartire in « dogana», concordando con lo scritto,

eqguamente il suono riflesso, concentran- trova occasione di affermare alcuni punti ALLA V TRIENNALE
DI MILANO E STA-
di vista relativi alla propaganda, che sot-
dolo specialmente nei punti pit lontani.
toscriviamo.
La molteplicita delle balconate é dovu-
ta appunto a preoccupazioni acustiche; « Molti credono che basti allineare delle
cifre, stampare delle fotografie e fare del-
TO APPLICATO
NELLE SEGUENTI
giova notare poi che le balconate multi-
le generiche affermazioni per una efficace
ple sono pitt comode, pit economiche e

COSTRUZIONI:
propaganda. Ma costoro sbagliano di
pit facilmente sfollabili della balconata
grosso. La propaganda per essere efficace
unica. La facilita di sfollamento é un re-
dev’essere indiretta, persuasiva, sostan-
quisito essenziale; io credo di avere ri-
ziosa.
solto il problema nel modo migliore, fra-
«Chi vuol fare della propaganda deve
zionando porte, guardarobe, scale. (Ben Elementi di Case Popolari, Casa sul
anzitutto preoccuparsi che essa non in-
vengano le rampe al posto delle scale, Golfo, Scuola d’Arte, Casa del Dopo-
generi il sospetto e quindi il disgusto e
purché siano distribuite in modo da evi- lavorista, Scuola 1933, Villa di Campa-
Vindifferenza. Occorre graduare e distri-
tare ingorghi). Nel mio teatro si esce dal- gna, Casa Coloniale, 2 Ville delle 5,
buire i compiti, mirare alla sostanza pit
le baiconate ail’aperto, nei ripiani delle Casa per Vacanza, Sala d’ Estate, Arte
che alla forma, operare in modo tale, in-
scale, da ventiquattro aperture uniforme- Sacra (Chiesa), Villetta economica, ecc.
somma che le conclusioni sieno tirate dal
mente distribuite; Ving. Fiorini esce dal-
pubblico stesso e non offerte belle e pron-
la unica baiconata sulle rampe, mediante
te. In conclusione la propaganda ha un
due sole aperture.
compito limitato che consiste nel prepa-
Con queste mie controosservazioni io OLTRE Al TRE PORTALI
rare il terreno fecondo per la seminazio-
non intendo affatto svalutare le osserva- ne delle idee nuove, e nello stesso tempo MONUMENTALI E AL
zioni dell’ing. Fiorini, al quale io sono gra- una suprema importanza perché é quella SALONE DEL PALAZZO
tissimo, poiché col suo intervento, e spe- che puo creare lo spirito nuovo ». DELL’ARTE (ARCH. MUZIO)
cialmente col richiamo alle idee di uno
dei pit grandi e dei meno sedentari ar-
IN TOTALE OLTRE 9500 MQ.
chitetti viventi, egli conforta la mia tesi PER LA MAGGIOR PARTE
fondamentale, che problemi cosi podero- CORSIVON. 38 SPRUZZATO A MACCHINA
si si risolvono soltanto con la collabora-
Numerosi autori e editori ci spediscono li-
zione. Io mi persuadopit che mai che la
strada da seguire é questa: studiamo nei
bri in omaggio e per recensione. Gid qual-
cuno si lamenta di non aver lette le tra-
S. A. ITALIANA
INTONACI
suoi dettagli un teatro di massa (il mio o
dizionali venti righe, 0 Vannuncio nei « li-
un altro che sembri migliore) e poi stu-
bri ricevuti»,
diamo e confrontiamo, pure nei dettagli,
le varianti che si presenteranno possibili.
Avvertiamo che «Quadrante» gradira “TERRANOVAn
moltissimo se autori e editori non gli in- DIR. GEN. A. SIRON!
Questo é V'unico metodo, un po’ lungoe vieranno i loro volumi. Se qualche libro
faticoso se si vuole, per arrivare allo: sco- ci interessa lo richiederemo direttamente; AVIA PASQUIROLO, 10
po di costruire il teatro pit comodo, piu
-—
TELEFONO 82-728
M.toL oA No
Poe

economico, pit, perfetto, pit degno di Mus- MASSIMO BONTEMPELLI £ P. M. BARDI


solini. DIRETTORI; P, M. BARDI piretTorE RESPONSABILE
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