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Journal Title: Problemi di estetica : e contributi Charge
alla storia dell'estetica italiana I Maxcost: 25.00IFM
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rczza eel evidenza; che le pretese i cl e e so no superstizione
e superfetazione, e chc la pittura consistc unicamente nel
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sentimento c 11ell'csecuzione. Quando Domenico .Mo-
relli, viaggiando per la Gernunia, aveva visto i clotti af-
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freschi clel Kaulbach sulle pareti dello scalone clel Nuovo
museo di Berlino, era rimasto frecldo. «A me parcva (scrive
UNA TEORIA DELLA « ~IACCHIA » in ccrte sue pagine di memorie 1) che, non sapendo la lin-
gua tedesca, non mi riuscisse neppur di leggere quei pen-
sieri, espressi in quella forma ». Gli affreschi de! Kaulbach
P ochi conoscono un libretto di Vittorio Imbriani, L<t sono menzionati ancbe dall' Imbriani con vivace sentimento
quinta Promotrice (Napoli, 1868), serie di lettcre indirizzatc di aiJtipatia, perche (dice) « tutta la poesia, che si sforzano
al pittore c incisore siciliano Saro Cucinotta intorno al- di raccattare, non basta ad appagar l'occhio ».
1'esposizione della Societa promotrice di belle arti in Na- Anche della pittura storica l' Imbriani si spaccia in
poli nel 1867-68. Come tutti gli scritti dell' Imbriani, e ame- poche parole. Non c'e distinzione tra quadro storico fc
nissimo, cosparso di divagazioni satiriche, di curiosita sto- quadro di genere; il quadro storico e anch'esso, per cosi
riche e letterarie, di trovate bizzarre; ma ha poi anche dire, quadro di genere; altro e il titolo, altra la realti1
particolare importanza in quanto vi si vedono gli effetti di una pittura. Un quadro di quella esposizione del 1867-68
della rinnovazione nei criteri estetici generali, promossa s' intitolava: La convalescenza del cavalier Baiardo; ma
dal De Sanctis, e dclla rivoluzione pittorica contro l'acca- nella sua realta si scopriva subito come nient'altro che lo
demismo, opera ta nell' Italia meridi,onale da quello spirito sfoggio di una pomposa fantasia pittorica meridionale. II di-
assetato di umile realta che fu Filippo Palizzi, e dall'anima p into ritra-eva con molta bravura una stanza dal pavimento
passionale, meditatrice e sognatrice di Domenico Morelli. marmoreo, spar8o di ricchi tappeti, con lusso di mobili e
L' Imbriani, gia discepolo del De Sanctis in Zurigo e ami- stoffe; dove, su una poltrona cremisi e oro, poggiante la
cissimo del Palizzi, viveva allora tra i giovani artisti di testa sopra un guanciale giallo, vestito di un corpetto ro-
Napoli, parteeipe dei loro vivaci dibattiti in quegli anni seo, con una tracolla bianca sostenente il b~·accio ferito,
di fervore c di grandi speranze. con le ginocchia coperte da un tappeto lione, giaceva il
'J In queste sue pagine di critica d'arte egli prendeva cosi detto Baiardo; mentre una fanciulla seduta, volgente
posizione contro l' « ideomania », cioe contro la piltura
con. intenzioni filosofiche, morali e satiriche, che dalla I Filippo Palizzi e la scuola napoletalla di pittura dopo il 1840, ri-
Francia e dalla Germania era peneurata anche in Italia. A cordi, in Napoli nobilissima, vol. X, 1901, pp. 65-71, 81-88.
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:2±0 INTORXO ALL' UNIL" DELT,E ARTI II. UXA TEORIA DELLA « M~OOHIA » 241
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le spalle al pubblico, in abito verde e oro, suonava ii sal- glinolo e della maclre. Dove le facce clelle Marie? nascoste tra
terio, e pii'.1 in fondo due altre, l'una vestita di bruno, le bende. Quanta muta eloquenza di dolore non si nasconde al-
l'altra di viola, cantavano guardando la carta. « E Ciccio 1'00chio ? ... Come giacciono, come siedono? Non mel domandate:
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Chiariello, il telaiuolo medagliato che somministra tela a il dolore non ha posa. Non riconoscete gli apostoli? le Madda-
tutti i pittori di Napoli, travestito riccamente da genti- lene? i poveri seguaci della parola del Cristo bestemmiati, iso-
luomo itttliano dei tempi, gnarcla la scena, riflettendo, con lati, derisi? Quel gruppo pare che aspetti, nella quiete della notte,
l'ultima parola, l'ultimo conforto dalle labbra di quel cadavere.
la testa appogg·iata al pugno ».
·Che profondo silenzio !. .. Parmi sentir il crepitar delle torce, mi-
Cosi l'Imbriani vecleva e interpctrava quadri: tal-
s to ai sospiri · che si perdono col soffiar della brezza notturna. Un
volta, a dir vero, con un tono di critica, che risente l'ate- brivido mi corre per le ossa, e mi scuoto levandomi dinanzi a
lier, ma che era, tuttavia, buona reazione contro l'ordinaria ·quella tela, tntta rimescolando in me -la storia di quel grande.
critica d'arte, la quale riduceva i dipinti a raccontini lct-
terari e scol'dava luci, ombre e colori. Dagli artisti, per Abbozzata soltanto?
l 'appnnto, l' Imbriani a veva appreso il clispremo verso gli
La profonda impressione del Morelli, completa, intera, senza
« inteliigcnti » e gli « amatori ,,, che non sono mai pene-
perdita alcnna, mi si trasmette per mezzo della semplice macchia;
trati nelle intime latebre della creazione dell'arte e non '0 questa e forza di logica esecuzione. Una mano dalle cinque
sanno seguire con lo sguardo quel che un pittore o uno -dita, una testa. una piega, una figura piu circoscritta, sarebbe
scultore propriamente cercano. Quasi sempre, per altro, il -stata la negazione ui quel quadro . .E tutta la scena, nel suo in-
nostro critico da prova di elevato senso artistico, come si -<lefinito, che ci comunica la gran forza de! sentimento: il dolore
puo vedere da quel che dice intorno alle pitture del Mo- si sente ma non si vede, le lagrime s' in~ovinano senza che ci si
relli. Il quale in quel tempo stupiva il pubblico con la mostrino, e l'ora e il momento, nel complesso, sono ii mistero
sua foga di produzione, con la sua ricerca insaziabile di -che avvolge figure e paese, dolore e pianto r.
motivi pittorici, c con l'esporre tele che sembravano ab-
In verita, percorrenclo questo libretto dell' Imbriani,
bozzi, ma erano finitissime, i:ierche dicevano tutto quanto
·sono rimasto maravigliato che un simile indirizzo di cri-
egli voleva dire. Ecco come l' Imbriani sentiva c descri-
tica dellc ·arti figurative non venisse proseguito e perfe-
veva il Cristo deposto :
zionato, e :rnzi dileguasse senza lasciare di se traccia o
Una scena di notte: misteriose figure assistono ad nn funebre memoria. L'autore stesso non dove aver piena coscienza
rito; donne accasciate dal dolore, disposte ad emiciclo intorno ad dell' importanza di cio che aveva tentato, perche di critic-a
un cadavere; uomini ritti, che contemplano e ripensano quel sa- d'artc non si occupo piti. oltre, e si die poi tutto alle minu-
crificio compiuto e sembrano aspettaro qualcosa di sovrumano terie di una bislacca erndizione. Era certamente un me-
cla qnella salma ravvolta tra fasce profumate d'unguento e mirra.
La bna sorge grandiosa dietro la bruna coliina, su cui due croci
ancora dritte staccano per nero. La sanguigna luco clelle torce
I Si veduno, ora, intorno al • bozzo, nell'opera de! Morelli, e in
accese, sostenuto dtt figure in primo piano, sposandosi ai raggi
ispecie intorno al Cri1·to depo;to, le belle pagine di V. SPINAZZOLA, Do-
pallidi della luna, coloriscono di pace e di dolore i volti del fi. o;ienico Morelli (Napoli, 1901), pp. 35-41.
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242 IKTORNO ALL'LXITA DELLE ARTI
II. l:NA TEORIA DELLA « }IAOCHIA »
todo assai piu sano di quelli che vigono oggi in Italia;
della critica modistica, che discorre di pittura e scul- tasia immagini consone. Un tronco di colonna di marmo
tura come se discorresse di cul in aria, secondo che l' arte le africano, che era in vendita in Xapoli in via Costantinopoli,
fa l'effetto di. essere piu o meno nuova e stuzzicante; o aveva tali venature, cho, ogni qua! volta 1' Imbriani si fer-
della critica che si potrebbe dire di montatura, tutta in- mava a guardarle, gli destavano lo stesso sentimento, le
tenta a ricercare e magnificare simboli e analogie, e che stesse precise immagini: nna calca di belle donne ignude,
ora si lascia canzonare dai pittori e scultori ciarlatani, vereconde e paurose, come in certe fiabe e in certi episodi
ora, complice di costoro, canzona la buona gente. di poemi cavallercschi: « rnai un' immagine vestita, mai
Senonche l' Imbriani, il quale aveva mente e cultura un' immagine virile, mai un' immagine di lasciva nudita "·
filosofica, non si restringeva a esercitare la critica nel modo Che cosa e dunque la macchia, ridotta all'ultima espressione?
di cui abbiamo dato saggio, ma tcntava anche di fornrn- en accordo di toni, cioe di ombre e di luce, atto a risuscitar nel-
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:I larne la teoria. Sotto l'cfficacia dello hegclismo aveva gia, l'animo un qnalsivoglia sentimento, esaltando la fantasia fino alla
Ij in una lettera intorno a Bernardo Celentano (1864), soste- :)roduttivita. E la macchia e il sine qun non del qnadro, l'essen-
'I nuto che la pittura debba rappresentare l' Idea; ma la ziale indispensabile, che puo far talvolta dimenticare qualunqne
pratica con l'arte e la mcditazione gli dimostrarono ben altra qnalita as3ente, e che non puo venir supplita da nessuna.
Essa macchia e l' idea pittorica, come l' idea musicale e un dato
presto l'erroneita di quella teoria, recisamente rifiutata e
accordo di suoni, che il maestro addimanda mot iv o. Eld in quel
rinnegata nel libretto di cui discorrianw. Che, se mai si
modo che in fondo al pii'.1 lungo e ricco e svariato spartito si ri-
voglia ancora sostenere che la pittura debba ritrarre l' Idea,
chiede un motivo fondamentale, dal quale tutto organicamente si
cio si deve intendere (egli dice) dell'idea pittorica. E svolga e derivi; cosf pn~e, in fondo al piu smisnrato dipinto, sia
che cosa el' idea pittorica? E (egli soggiunge) la macchia. pur vasto quanto il Giudizio michelangiolesco, ci vuole un certo
Un pittore, nel mostrarc a lui un giorno un libro illu- partito di luce e d'ombre, dal quale prende carattere. E questo
strato, vedendolo mal soddisfatto dei mediocri disegni e partito di lnCJe e di ombre, qnesta macchia, e cio che ·realmente
fotografie che vi erano contenuti, gl' indico, come il meglio .::ommuove il riguardante; non gia mica, come il volgo s' illude,
del volume, una mosca schiacciata tra due pagine: cosi l'espressione delle figure, o la sterile materialita del nudo su-
bellamente schiacciata, che era gia tutta l' idea di una bietto. Parimenti, in musica, non sono le parole appiccicate, il li-
pittura. Nello studio del Palizzi, fra i tanti quadri e boz- bretto, anzi il carattere della melodia, che produce_ l'emozione ne-
gli ascoltatori, e strappa lagrime, e fa accelerare il passo, e riem-
zetti, pendeva a uua paret_e un cattoncino di qualche cen-
pie di furore, e trascina a ballare, e rasserena gli esagitati.
timetro, splendidamente incorniciato, e sul quale non erano-
se non quattro o cinque pennellate: < qnclle poche pennel- Non gia che la macchia, senza la quale non e possibile
late, che non rappresentavano nulla di determinato, eran <iJcun quadro, sia tut to il quadro. La mosca schiacciata,
pure cosi felicemente intonate, che nessun altro dipinto le quattro o cinque pennellate sul cartoncino, le venature
nelle due stanze, per q nan to perfctto di plastica ed inte- del tronco d'africano contengono l'accordo di colori che
ressante pel soggetto, pareva uguagliarlo: quell'accordo di ci vuole in un quadro, lo suggeriscono alla fantasia, ma
colori commoveva a briosa lctizia », svegliando nclla fan- non sono ancora esso qnadro: come la prima battuta del
II. UNA TEORIA DELLA <, 11ACCHIA " 245
244 l~TOR'.\0 ALL' G~ITi DELLE ARTI
Quante volte i bozzetti d" un quadro non sono, artisticamente
rnotivo non e tutto lo spartito, anc:::irche tutto lo sp11rtit0
parlando, di gran lunga superiori al quadro medesimo eseguito,
sia l'esplicazione di quella prima battuta. La macchia e, forbito e perfetto? Ma questo accade sempre, che il primo getto
dunque, di qualunque opera d'arte sia pi(1 potente rivelatore dell'artista
il ritratto deila p1·imci impressione lontana rii un oggetto, ov- e del suo pensiero, che non il lavoro limato e com pinto; l' incor-
vero di una scena; l'offetto primo e caratteristieo, cho s' imprime rettezza medesima, per cui, nella p1 ima manifestazione di un' im-
nell'occhio dell' artista, sia che vegga l'ogg·etto e la scena mate- pressione potente, si trasn1oda. nc1l'esagerare il caratteristico di
rialmente, sia cho perccpisca questo o quella con la fantasia o essa, aggiunge efficacia alla manifestazione. L'esecuzione inforsa
la memoria. E il saliente, il caratteristico, nell'effetto di luce, pro- quella prima robusta percezione; l'attendcre genera spesso con-
dotto dallo speciale aggruppamento di persono e cose variamente fusione. La maccbia e tutta quanta doll'artista: e il modo suo
colorite. E, quando dico lon tan a, non intendo il caso della lon- proprio di afferrar quel bello che si propone, e la sna idea, e la
tananza materiale, anzi quello della lontananza morale, che con- parte subiettiva del quadro; mentro invece l'esecuzione e la parte
siste nel non avere ancora accolto in se il percepito con tutti i obiettiva, e il sogg·etto che si fa valere e s' impone. Quegli e vero
suoi particolari: recezione che puo solo accadere con lungo inten- e sommo artista, e puo vantarsi d'aver fatto un capolavoro per
antonomasia, che giunge a riprodurre i particolari con quella
dere, con amorosa attenzione.
esattezza che illude, senza minimamente alterare o perdere la
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